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GIUNTA REGIONALE
13/05/2014
1
DECRETO DEL DIRIGENTE DELLA
POSIZIONE DI FUNZIONE VALUTAZIONI ED AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI
N. 50/VAA DEL 13/05/2014
Oggetto: D.Lgs. 152/2006; L.R. 3/2012. Ditta: ELANTAS Italia S.r.l., Ascoli Piceno (AP).
Giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni e rilascio modifica
sostanziale AIA.
-.-.VISTA la domanda di avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale ai sensi
dell’art. 12 della L.R. 3/2012 e di modifica sostanziale dell’impianto chimico ai sensi dell’art. 29-nonies,
comma 2 del D.Lgs. 152/2006, con richiesta di applicazione dell’art. 5 della L.R. 3/2012 relativa al
coordinamento e semplificazione dei procedimenti, presentata dalla società ELANTAS Italia S.r.l. in
data 09/08/2013 ed acquisita al prot. n. 561045 del 28/08/2013;
VISTA la comunicazione di modifica non sostanziale depositata in data 09/08/2013 dalla società
ELANTAS Italia S.r.l. ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 1 del D.Lgs. 152/2006 ed acquisita al prot. n.
561065 del 28/08/2014;
VISTO il documento istruttorio riportato in calce al presente decreto, dal quale si rileva la
necessità di adottare il presente atto;
RITENUTO, per i motivi riportati nel predetto documento istruttorio e che vengono condivisi, di
emanare il presente decreto;
VISTO l’articolo 16-bis della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20;
VISTA la D.G.R. n. 78 del 27 gennaio 2014 con la quale sono state individuate, nell’ambito del
Gabinetto del Presidente, della Segreteria Generale e dei Servizi, le posizioni dirigenziali individuali e
di funzione e sono stati assegnati i relativi incarichi dirigenziali;
-DECRETA1. DI DARE ATTO che non sono pervenute osservazioni o memorie scritte nel corso del
procedimento;
2. DI ESPRIMERE giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi dell’art. 12 e seguenti della
L.R. 3/2012, in relazione al progetto per la modifica dell’impianto chimico integrato (attività di cui al
punto 1, lett. u dell’Allegato A1 della L.R. 3/2012), nel Comune di Ascoli Piceno, Via Mutilati e
Invalidi del Lavoro, 35, Zona Industriale Campolungo, presentato dalla ditta ELANTAS Italia S.r.l.,
con sede legale in Collecchio (PR), Strada Antolini, 1 con le prescrizioni indicate all’allegato B
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Quadro Prescrittivo punto 6.1 Prescrizioni VIA, che costituisce parte integrante e sostanziale del
presente provvedimento;
3. DI RILASCIARE l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della Direttiva 2010/75/UE e del
D.Lgs. 152/2006, art. 29-nonies, comma 2, alla ditta ELANTAS Italia S.r.l., con sede legale in
Collecchio (PR), Strada Antolini, 1 ed impianto in Ascoli Piceno, Via Mutilati e Invalidi del Lavoro,
35, Zona Industriale Campolungo per la modifica dell’impianto ed esercizio dell’attività di cui al punto
4.1b) dell’allegato VIII alla parte II del D.Lgs. 152/2006, come da progetto allegato alla domanda
presentata, con le prescrizioni indicate all’allegato B Quadro Prescrittivo punto 6.2 Prescrizioni AIA,
che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
4. DI DARE ATTO che il presente provvedimento sostituisce tutte le condizioni e le prescrizioni di cui
al decreto di Autorizzazione integrata ambientale n. 17/VAA del 13/02/2012 a far data dalla sua
ricezione da parte del gestore dell’impianto;
5. DI IMPORRE il rispetto delle condizioni (valori limite, frequenza di controlli e metodiche analitiche di
controllo) e prescrizioni contenute negli allegati B (Quadro Prescrittivo), C (Piano di monitoraggio e
controllo ante e post operam) che formano parte integrante e sostanziale del presente
provvedimento;
6. DI IMPORRE al gestore l’adeguamento, la gestione dell’impianto ed il rispetto delle
raccomandazioni per il miglioramento delle prestazioni ambientali contenute nel presente atto entro i
termini proposti nella domanda e indicati negli allegati B (Quadro Prescrittivo), C (Piano di
monitoraggio e controllo ante e post operam) che formano parte integrante e sostanziale del
presente provvedimento;
7. DI RIPORTARE all’allegato D le Prescrizioni ai fini della sicurezza e della prevenzione dei rischi di
incidente rilevante ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs 334/99, modificato dal D.Lgs 238/05, come disposto
dall’art. 29-sexies, comma 8 del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 46/2014;
8. DI STABILIRE che il gestore dell’impianto deve provvedere all’effettuazione dei seguenti
adempimenti:
a) comunicazione e verifica della messa in esercizio della parte modificata dell’impianto
- Il gestore dell’impianto prima di dare attuazione e a quanto previsto al punto 6.2 del Quadro
Prescrittivo dell’allegato B al presente provvedimento ne dà comunicazione all’autorità competente
come previsto all’art. 29-decies, comma 1 D.Lgs. 152/2006;
-
il gestore dell’impianto, entro trenta giorni dall’effettuazione di ciascun intervento di adeguamento di
cui all’Allegato B, comunica all’Autorità Competente la data di conclusione dei lavori;
-
la medesima comunicazione deve essere inoltre effettuata non oltre trenta giorni dopo
l’adeguamento complessivo dell’impianto;
b) verifica dell’adeguamento
- entro tre mesi dalla comunicazione di cui alla precedente lettera a), il gestore effettua i controlli
sull’intero impianto prescritti nell’Allegato C del presente decreto, comunicando preventivamente
all’Autorità Competente, al Comune di Ascoli Piceno ed all’ARPAM la data di effettuazione, e
trasmette, agli stessi Enti, gli esiti entro i successivi 60 giorni, allegando i relativi certificati analitici
firmati da un tecnico abilitato;
c) gestione dell’impianto
- dalla data di messa a regime dell’impianto sono vigenti, a tutti gli effetti, i valori limite e le
prescrizioni citate al punto 5;
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in qualsiasi caso non si devono provocare fenomeni di inquinamento tali da peggiorare
significativamente l’attuale situazione ambientale e i sistemi di contenimento delle emissioni devono
essere mantenuti in continua efficienza;
la formazione di emissioni diffuse deve essere ridotta e contenuta il più possibile adottando le
misure in linea con le migliori tecniche disponibili o altre tecniche qualora più efficaci;
d) fasi critiche della gestione dell’impianto
- sono esclusi dall’obbligo del rispetto dei valori limite i periodi di funzionamento durante le fasi
critiche di avvio e di arresto dell’impianto, qualora previste; contestualmente alla comunicazione di
messa in esercizio, il gestore comunica i parametri che determinano l’inizio e la fine delle fasi
critiche, i valori limite di emissione attesi in tali fasi tenuto conto delle cautele volte al massimo
contenimento delle emissioni, e le modalità di gestione delle fasi stesse;
e) controlli e monitoraggio
- a decorrere dalla data di ricevimento del presente provvedimento, il gestore effettua autonomi
controlli all’impianto nelle più gravose condizioni d’esercizio, come indicato nell’Allegato C, secondo
le modalità e con la frequenza ivi riportate. Entro il 31 dicembre di ogni anno, il gestore
dell’impianto deve inviare all’Autorità Competente, al Comune di Ascoli Piceno e all’ARPAM, un
calendario dei controlli programmati all’impianto relativamente all’anno solare successivo, con le
modalità indicate all’allegato C. Eventuali variazioni a tale calendario dovranno essere comunicate
tempestivamente agli stessi enti;
- il gestore è tenuto ad inviare le comunicazioni relative ai monitoraggi all’Autorità Competente, al
Comune di Ascoli Piceno e all’ARPAM con frequenza annuale allegando i relativi certificati di
analisi firmati da un tecnico competente in materia, entro il 30 maggio di ogni anno, con le modalità
indicate all’allegato C che costituisce parte integrante del presente provvedimento;
f) altre prescrizioni generali relative ai controlli
- il gestore dell’impianto deve fornire all’autorità ispettiva l’assistenza necessaria per lo svolgimento
delle ispezioni, il prelievo di campioni, la raccolta di informazioni e qualsiasi altra operazione
inerente al controllo del rispetto delle prescrizioni imposte;
-
il gestore è in ogni caso obbligato a realizzare tutte le opere che consentano l’esecuzione di
ispezioni e campionamenti degli effluenti gassosi e liquidi, nonché prelievi di materiali vari da
magazzini, depositi e stoccaggi di rifiuti;
-
in particolare, per il controllo delle emissioni in atmosfera, il gestore dovrà realizzare un foro di
prelievo in posizione idonea e resa accessibile al personale addetto ai controlli, secondo le norme
di sicurezza e igiene del lavoro vigenti; i condotti di scarico dovranno altresì essere realizzati in
modo da consentire la migliore dispersione dell'effluente gassoso nell'atmosfera, secondo le
prescrizioni stabilite da eventuali norme in materia, tenuto conto che, sotto il profilo tecnico è
opportuno che il punto di emissione risulti almeno 1 metro più elevato rispetto agli edifici presenti
nel raggio di 10 metri ed alle aperture di locali abitati nel raggio di 50 metri;
-
se non diversamente specificato nel presente decreto, gli autocontrolli di cui agli allegati allo stesso
devono essere eseguiti nel rispetto della normativa vigente;
g) inquinamento del suolo alla cessazione dell’attività
- all’atto della cessazione definitiva delle attività, ove ne ricorrano i presupposti, il sito su cui insiste
l’impianto deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino
ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del terreno e degli
eventi accidentali che si dovessero manifestare durante l’esercizio ai sensi dell’art. 22 della direttiva
2010/75/UE e riportate al punto 6.2.10 (emissioni al suolo e acque sotterranee) dell’Allegato B
Quadro Prescrittivo;
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9. DI STABILIRE che il Gestore trasmetta a questa struttura l’integrazione della Certificazione antimafia presentata di cui all’art. 89 del D.Lgs. 159/2011, per i soggetti individuati dall’art. 85 del D.Lgs
159/2011 entro 31/07/2014;
10. DI STABILIRE che, in attuazione a quanto previsto all’art. 29-sexies, comma 9septies del D.Lgs.
152/2006, dopo l’emanazione dei decreti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare previsti nel medesimo articolo, la ditta dovrà provvedere alla presentazione della garanzia
finanziaria;
11. DI DARE ATTO che la società ELANTAS Italia S.r.l. ha effettuato un versamento di importo pari ad
€ 6.380,56 di cui € 2.440,00 per gli oneri del procedimento di valutazione di impatto ambientale,
come previsto all’art. 7 della L.R. 3/2012, ed € 3.940,56 per le spese istruttorie del procedimento di
modifica sostanziale dell’autorizzazione integrata ambientale in conformità ai criteri di cui alla
D.G.R. n. 1547/2009;
12. DI DARE ATTO che ai fin della realizzazione ed esercizio della modifica non sostanziale acquisita
al prot. n. 561065 del 28/08/2013 la società ELANTAS Italia S.r.l. ha versato la somma di €
1.200,00 secondo quanto disposto al punto 3.4 dell’allegato I alla D.G.R. 1547/2009;
13. DI DARE ATTO che ai sensi dell’art. 16, comma 6 della L.R. 3/2012 il progetto di modifica deve
essere realizzato entro cinque anni dalla data di pubblicazione del presente provvedimento nel
Bollettino Ufficiale della Regione Marche;
14. DI DARE ATTO che, ai sensi dell’art. 29-octies, comma 3, lett. a) del D.Lgs. n. 152/2006, come
modificato dal D.Lgs. 46/2014, il presente provvedimento, efficace dalla data di notifica alla ditta,
sarà riesaminato entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all’attività principale
dell’installazione, oppure, in mancanza di tale pubblicazione, trascorsi dodici anni dal rilascio della
presente autorizzazione ai sensi dell’art. 29-octies, comma 9 del D.Lgs. 152/2006, poiché la Ditta è
in possesso della certificazione UNI EN ISO 14001. Ai fini del riesame di cui all’art. 29-octies,
comma 3, lett. a) del D.Lgs. 152/2006 l’Autorità competente trasmetterà comunicazione di avvio del
procedimento con richiesta della documentazione di cui all’art. 29-octies, comma 5 del D.Lgs.
152/2006. Nel caso di riesame di cui all’art. 29-octies, comma 9, del D.Lgs. 152/2006
dell’autorizzazione, il gestore, presenta all’Autorità Competente apposita domanda corredata da un
aggiornamento delle informazioni di cui all’art. 29-ter, comma 1 del D.Lgs. n. 152/2006 entro il
termine di dodici anni dal rilascio della presente autorizzazione;
15. DI PRECISARE che il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame qualora si verifichi
almeno una delle condizioni previste dall’articolo 29-octies, comma 4, del D.Lgs. n. 152/2006;
16. DI DARE ATTO altresì che, ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006, il
gestore è tenuto a comunicare all’Autorità Competente le modifiche progettate all’impianto corredate
dalla necessaria documentazione;
17. DI PREVVEDERE a trasmettere copia conforme del presente decreto alla ditta ELANTAS Italia
S.r.l., al Comune di Ascoli Piceno, alla Provincia di Ascoli Piceno, all’ARPAM Dipartimento
Provinciale di Ascoli Piceno e Direzione Tecnico Scientifica, al Comune di Maltignano, al PICENO
CONSIND oltre che all’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto. L’originale è trattenuto
agli atti della P.F.;
18. SI DISPONE la messa a disposizione per la consultazione da parte del pubblico, previo accordo con
il Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia della Regione Marche P.F. Valutazioni ed
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Autorizzazioni Ambientali, presso l’Ufficio del Responsabile del procedimento sito in Via Tiziano, 44
- Ancona, della copia del presente provvedimento;
19. DI RAPPRESENTARE che ai sensi dell’art. 3, comma 4 della Legge 07/08/1990, n. 241, che contro
il presente provvedimento può essere proposto il ricorso giurisdizionale, di cui all’art. 29 del Codice
del processo amministrativo approvato con D.Lgs. 104/2010, al Tribunale Amministrativo Regionale
entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dello stesso nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche
come previsto dall’art. 17, comma 2 della L.R. 3/2012. Si ricorda infine che può essere proposto
ricorso straordinario al Capo dello Stato ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971, n. 1199 entro il
termine di centoventi giorni dalla data di notificazione, o comunicazione dell’atto o da quando
l’interessato ne abbia avuto piena conoscenza;
20. DI PUBBLICARE per estratto il presente atto nel Bollettino Ufficiale della Regione e per intero sul
sito
web
(http://www.ambiente.marche.it/Ambiente/Valutazionieautorizzazioni/AutorizzazioneIntegrata
Ambientale.aspx ) dell’autorità competente ai sensi dell’art. 17, comma 1 della L.R. 03/2012.
Si attesta inoltre che dal presente decreto non deriva, né può derivare, un impegno di spesa a carico
della Regione.
IL DIRIGENTE DELLA POSIZIONE DI
FUNZIONE VALUTAZIONI ED
AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI E
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
(Dott. David Piccinini)
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- DOCUMENTO ISTRUTTORIO 1.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Direttiva 2010/75/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle
emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento);
Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008,
relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e
abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006;
Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006
concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche
(REACH), che istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva
1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94
della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione
91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE;
D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 – Attuazione della direttiva 201075/UE relativa alle emissioni industriali
(prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento;
D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155 – “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria
ambiente e per un'aria più pulita in Europa”;
D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – “Norme in materia ambientale”,
D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della
legge 6 luglio 2002, n. 137”;
Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334 – “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo
dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”;
Legge 26 ottobre 1995, n. 447 – “Legge quadro sull’inquinamento acustico”;
Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265 “Testo unico delle leggi sanitarie”;
D.P.C.M. 14 novembre 1997 – “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”;
DPCM 1° marzo 1991 – “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente
esterno”;
D.P.C.M. del 27 dicembre 1988 “Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la
formulazione del giudizio di compatibilità di cui all’art. 6 della L. 8 luglio 1986, n. 349 adottate ai sensi
dell’art. 3 del D.P.C.M. del 10 agosto 1988, n. 377”;
D.M. 24 aprile 2008 – “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai
controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”;
D.M. 31 gennaio 2005 – “Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori
tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372”;
D.M. 09 agosto 2000 - linee guida per l’attuazione del sistema di gestione della sicurezza;
L.R. 26 marzo 2012, n. 3 – “Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (VIA)”;
Delibera Amministrativa Consiglio Regionale 26 gennaio 2010, n. 145 Piano di tutela delle acque
(PTA) decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 articolo 121;
Delibera Amministrativa Consiglio Regionale 12 gennaio 2010, n. 143 – “Piano di risanamento e
mantenimento della qualità dell’aria ambiente ai sensi del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351,
articoli 8 e 9”;
Delibera Amministrativa Consiglio Regione Marche 29 gennaio 2008, 81 Piano stralcio di bacino per
l’assetto idrogeologico del Fiume Tronto (PAI);
Delibera Amministrativa Consiglio Regione Marche 3 novembre 1989, 197 “Piano Paesistico
Ambientale Regionale (PPAR)”;
Delibera di Giunta Regionale 10 settembre 2012, n. 1283 - Piano di Tutela delle Acque (Deliberazione
Amministrativa dell'Assemblea Legislativa Regionale n. 145 del 26/01/2010), Norme Tecniche di
Attuazione, art. 5 comma 3: aggiornamento ed implementazione sezione D - Norme Tecniche di
Attuazione;
D.G.R. 5 ottobre 2009, n. 1547 “Adeguamento ed integrazione delle tariffe ai sensi dell’art. 9, comma 4
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del decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 24 aprile 2008 – modalità
anche contabili e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto
legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”.
D.G.R. 21 dicembre 2004, n. 1600 “Linee guida generali per l’attuazione della legge regionale sulla VIA”;
D.G.R. 6 luglio 2004 n. 770 - “Modifiche ed integrazioni alla modulistica per la presentazione delle
domande di Autorizzazione Integrata Ambientale, di cui alle D.G.R. n. 1480/2002 e D.G.R. n. 447/2003”;
D.G.R. 1 aprile 2003 n. 447 – “Approvazione della procedura per l'istruttoria della domanda di
autorizzazione integrata ambientale e dei criteri per la valutazione delle migliori tecniche disponibili”;
D.G.R. 24 ottobre 1994, n. 3913 DPR n. 203/88 - DPCM 21.7.89 (GU n.171/89) - LR n. 8/85 Determinazione del criterio generale di valutazione per nuovi impianti, modifiche sostanziali e
trasferimenti di impianti, ai fini dell'istruttoria e dell'autorizzazione ai sensi del DPR n. 203/88;
Deliberazione del Consiglio Provinciale 16 luglio 2010, n. 29 – “Proposta di deliberazione presentata
dal Gruppo PDL e MAP in merito a “Adozione, ai sensi della L.R. 34/92, art. 25, comma 2, dello schema
della variante normativa comportante la modifica all’art. 21 delle NTA del PTC vigente e all’art. 22 delle
NTA del PTC adottato definitivamente con D.C.C. 90 del 06/09/2007 concernenti “valori naturalisticovegetazionali nelle aree agricole”;
Deliberazione del Consiglio Provinciale 6 settembre 2007, n. 90 – “Piano territoriale di
Coordinamento Provinciale”;
Deliberazione del Consiglio Comunale del 21 febbraio 2006, n. 11 – “Piano di Zonizzazione Acustica
del territorio comunale di Ascoli Piceno”;
Delibera Giunta Comunale 30 settembre 2009, n. 99 – “Avvio delle procedure di concertazione per la
progettazione del nuovo piano regolatore generale della città in adeguamento al piano paesisitco
ambientale regionale”;
Delibera Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino – Ascoli
Piceno del 31 marzo 2005, n. 10/CG/05 – “NTA della variante al piano regolatore delle aree produttive
dell’agglomerato di Ascoli Piceno e Maltignano”;
Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency February 2009;
Reference Document on Best Available Techniques in the Production of Polymers August 2007;
Reference Document on Best Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals
August 2006;
Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage July 2006;
Reference Document on Economics and Cross-Media Effects July 2006;
Reference Document on Best Available Techniques in the Large Volume Organic Chemical Industry February 2003;
Reference Document on Monitoring of emissions to air and water - final draft October 2013
Reference Document for the Large Combustion Plants - Draft 1 (June 2013);
Reference Document for Common Waste Water and Waste Gas Treatment/Management Systems in the
Chemical Sector - Draft 2 20 July 2011.
2.
MOTIVAZIONE DELL’ISTRUTTORIA
PROCEDIMENTO:
CODICE ATTIVITA’ VIA
CODICE ATTIVITA’ AIA:
V00503 - A00454 – A00455
Allegato A1, lett. u), punto 1 L.R. 3/2012: Impianti
chimici
integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale,
mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si
trovano affiancate varie attività produttive funzionalmente
connesse tra di loro: per la fabbricazione di prodotti chimici
organici di base (progetti non inclusi nell’allegato II del D.Lgs
152/2006)
Allegato VIII, , parte II D.Lgs 152/2006 punto 4.1 lett. b):
Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di
base come: idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi,
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chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine,
epossidi
DITTA:
ELANTAS Italia S.r.l.
COMUNE:
Ascoli Piceno
PROVINCIA:
Ascoli Piceno
PARTITA IVA/ CODICE FISCALE: 01356800449
COORDINATE GAUSS BOAGA: 13° 40’ 53 E 42° 50’ 55 N
2.1.
Iter del procedimento
La società Elantas Deatech S.r.l. ha ottenuto in data 07/04/2010 il rilascio dell’autorizzazione integrata
ambientale con decreto del Dirigente della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali n.
37/VAA_08 per l’esercizio, presso lo stabilimento di Ascoli Piceno (AP), Via Mutilati e Invalidi del
Lavoro, 35, Zona Industriale Campolungo, dell’attività di fabbricazione di prodotti chimici organici di
base come previsto all’allegato I, punto 4.1b) del D.Lgs. 59/05.
Con decreto n. 17/VAA del 13/02/2012, a seguito di apposita comunicazione si disponeva un
aggiornamento delle condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale a seguito di modifica non
sostanziale all’impianto e si dava atto della variazione del gestore da Elantas Deatech S.r.l. ad
ELANTAS Italia S.r.l. con sede legale in Collecchio (PR), Strada Antolini, 1.
Con la nota del 08/08/2013, depositata presso gli uffici della scrivente Autorità competente in data
09/08/2013 ed acquisita al prot. n. 561045 del 28/08/2013, la ELANTAS Italia S.r.l. presentava
richiesta di avvio dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale ai sensi dell’art. 12 della L.R.
3/2012 e di modifica sostanziale ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 2 del D.Lgs. 152/2006 per la
modifica all’impianto chimico integrato sito in Ascoli Piceno, Via Mutilati e Invalidi del Lavoro, 35,
Zona Industriale Campolungo con richiesta di applicazione dell’art. 5 della L.R. 3/2012 per il
coordinamento e la semplificazione dei procedimenti. La documentazione progettuale allegata alla
domanda e pubblicata sul sito web dell’Autorità competente, consta di:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
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8.
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10.
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Domanda di VIA;
domanda di AIA;
elenco documentazione;
elenco degli allegati alla domanda di AIA;
copia dell’annuncio sul quotidiano “Il Messaggero” del 08/08/2013;
autocertificazione antimafia del direttore dello stabilimento;
copia documento dell’amministratore delegato della ELANTAS Italia S.r.l.;
foglio di calcolo delle spese istruttorie AIA;
copia bonifico spese istruttoria VIA/AIA;
copia del preliminare di compravendita di un immobile;
dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con la quale si dichiara la disponibilità delle porzioni di
terreno che riguarderanno il progetto di modifica all’impianto;
copia documento del direttore dello stabilimento;
GEN.01 Studio di Impatto Ambientale;
GEN.02 Sintesi non tecnica;
GEN. 03 Sovrapposizione mappa catastale e planimetria impianto;
GEN.04 Visura ordinaria camera di commercio;
GEN.05 Certificato di assetto territoriale;
GEN. 06 Relazione di verifica tecnica compatibilità PAI;
GEN.07 Progetto frazionamento;
GEN. 08 Schede IPPC;
GEN.09 Allegato alle schede IPPC;
GEN.10 Piano di monitoraggio e controllo;
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EMI.01 Piano di gestione solventi anno 2012;
EMI.02 Indagine di campo finalizzata al monitoraggio dello stato di qualità dell’aria;
EMI.03 Relazione previsionale di impatto atmosferico;
ACU.01 Valutazione previsionale di impatto acustico;
CEM.01 Valutazione previsionale elettromagnetica;
GEO.01 Relazione geologica;
GEO.02 Relazione ambientale;
GEO.03 Analisi piezometri 2012;
PRG.01 Relazione progettuale;
PRG.02 Lay-out stabilimento – stato ante;
PRG.03 Lay-out stabilimento – stato post;
PLN.01-a Planimetria delle emissioni in atmosfera – stato ante;
PLN.01-p Planimetria delle emissioni in atmosfera – stato post;
PLN.02-a Planimetria degli scarichi idrici e dell’approvvigionamento – stato ante;
PLN.02-p Planimetria degli scarichi idrici e dell’approvvigionamento – stato post;
PLN.03-a Planimetria delle cabine e linee elettriche – stato ante;
PLN.03-p Planimetria delle cabine e linee elettriche – stato post;
PLN.04-a Planimetria aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti – stato ante;
PLN.04-p Planimetria aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti – stato post;
PLN.05-a Planimetria aree deposito temporaneo rifiuti – stato ante;
PLN.05-p Planimetria aree deposito temporaneo rifiuti – stato post;
Con nota depositata in data 09/08/2013 ed acquisita al prot. 561065 del 28/08/2013 la ELANTAS Italia
S.r.l. comunicava anche una modifica non sostanziale all’impianto relativa alla sostituzione di una
caldaia industriale con allegata:
44. una relazione previsionale degli impatti ambientali del complesso IPPC a modifica avvenuta;
45. una relazione tecnica illustrante le modifiche.
Con e-mail del 23/09/2013, acquisita al prot. n. 633072 del 25/09/2013 la ditta inviava inoltre:
46. copia del bonifico delle spese istruttorie per la modifica non sostanziale di importo pari ad € 1.200,00.
Con nota depositata in data 13/02/2014 ed acquisita al prot. n. 106347 del 13/02/2014 la ditta
depositava le seguenti integrazioni alla documentazione:
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n. 1 CD-ROM;
elenco documentazione;
GEN.01 Studio di impatto ambientale (rev.01 gen-2014);
GEN.10 Piano di monitoraggio e controllo (rev.01 gen-2014);
GEN.11 Relazione integrativa (rev. 0 gen-2014);
GEN.12 Relazione REACH (rev. 0 gen-2014);
GEN.13 Piano di dismissione impianto (rev. 0 gen-2014);
GEN.14 Addendum relazione tecnica di compatibilità idraulica (rev. 0 gen-2014);
GEN.15 Proposta indagine della matrice terreno in relazione alle emissioni in atmosfera (rev. 0 gen2014);
GEN.16 Documentazione comitato tecnico regionale (n. 578 del 27/01/2014) (rev. 0 gen-2014);
GEN.17 Relazione di riferimento (rev. 0 gen-2014);
EMI.03 Relazione previsionale di impatto atmosferico (rev.01 gen-2014);
EMI.04 Integrazione alla relazione EMI.02 indagine di campo finalizzata al monitoraggio dello stato di
qualità dell’aria (rev. 0 gen-2014);
GEO.04 Certificati analitici terreni e acque sotterranee (rev. 0 gen-2014);
PLN.02-p Planimetria degli scarichi idrici e dell’approvvigionamento – stato post (rev.3 gen-2014);
PRG.04 Relazione tecnica impianto raccolta e trattamento acque (rev. 0 gen-2014).
Con nota depositata in data 28/02/2014 ed acquisita al prot. n. 150439 del 03/03/2014 la ELANTAS
Italia S.r.l. inviava le seguenti integrazioni spontanee alla documentazione:
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GIUNTA REGIONALE
63. Tabella 6: quadro riassuntivo emissioni in atmosfera in sostituzione della stessa tabella di cui all’allegato
GEN.01 Studio di impatto ambientale – rev. 01 – gen-2014;
64. GEN.08 Schede IPPC (rev. 1 – gen-2014);
65. GEN.18 Relazione tecnica ambientale di valutazione integrata dell’inquinamento (rev. 0 – feb -2014).
Con PEC DEL 15/04/2014, acquisita al prot. n. 278034 del 17/04/2014, la ditta depositava:
66. Chiarimenti sul sistema di separazione e gestione acque di scarico;
67. EMI.03 relazione previsionale di impatto atmosferico (rev. 2 apr-2014);
68. EMI.04 integrazioni alla relazione EMI.02 Indagine di campo finalizzata al monitoraggio dello stato della
qualità dell’aria (rev. 1 apr-2014).
Con nota del 15/04/2014, acquisita al prot. n. 278034 del 17/04/2014, la ditta inviava in formato
cartaceo gli stessi elaborati di cui ai nn. 66, 67 e 68 e
69. Una planimetria della rete idrica – stato riformato.
Con nota del 17/04/2014, acquisita al prot. n. 281572 del 18/04/2014, la ditta depositava inoltre:
70. Piano di monitoraggio e controllo post operam.
Al procedimento coordinato di VIA ed AIA sono stati applicati: il D.Lgs 152/2006, la L.R. 3/2012 (ad
eccezione delle parti dichiarate costituzionalmente illegittime dalla Sentenza della Corte
Costituzionale n. 93/2013) per ciò che attiene alla procedura di VIA. Inoltre, a seguito dell’ entrata in
vigore del D.Lgs. 46/2014, di modifica al D.Lgs. 152/2006 che recepisce la Direttiva 2010/75/UE, il
presente provvedimento è adeguato a quanto disposto con il D.Lgs. 46/2014, in particolare per ciò
che attiene alle prescrizioni e condizioni tecniche di esercizio.
Con riferimento alle spese istruttorie la società ELANTAS Italia S.r.l. ha versato la somma di € 6.380,
56, di cui € 2.440 per l’istruttoria del procedimento di valutazione di impatto ambientale ed i restanti €
3.940,56 per le spese istruttorie del procedimento di modifica sostanziale dell’autorizzazione integrata
ambientale. I calcoli effettuati dalla ditta sono risultati conformi ai criteri di cui alla L.R. 3/2012 ed alla
D.G.R. 1547/2009. La ditta ha altresì versato la somma di € 1.200 in allegato alla comunicazione di
modifica non sostanziale acquisita al prot. 561065 del 28/08/2013.
Il proponente ha effettuato gli adempimenti previsti dall’articolo 24, commi 1, 2 e 3 del D.Lgs. 152/2006,
e dall’articolo 29-quater, comma 3 del D.Lgs. 152/2006, in adempimento al disposto dell’art. 10,
comma 2 del D.Lgs. 152/2006, provvedendo alla pubblicazione dell’annuncio sul quotidiano locale “Il
Messaggero” del 08/08/2013 al fine di garantire la partecipazione del pubblico ad entrambi i
procedimenti amministrativi. L’Autorità competente ha provveduto alla pubblicazione della
documentazione
depositata
sul
sito
web:
http://www.ambiente.marche.it/Ambiente/Valutazionieautorizzazioni/ValutazionediImpattoAmbi
entale/tabid/86/ctl/Dettaglio/mid/626/Impianto/33/Ditta/176/ID_proc/1162/Tipo/VIA/directory/V00
503/Default.aspx .
Con la nota prot. 589213 del 06/09/2013 si comunicava alla ditta e agli enti interessati l’avvio del
procedimento con indicazione dell’autorità competente, della persona del responsabile del
procedimento dei termini e delle fasi dello stesso, nonché dell’ufficio designato per il deposito dei
documenti e per la consultazione degli stessi da parte del pubblico, con richiesta dei contributi
istruttori necessari alla conclusione del procedimento stesso. Con la stessa nota si fissava la data del
tavolo tecnico (10/10/2013) alla quale avrebbero partecipato gli enti interessati per la discussione
delle problematiche del progetto e richiesta integrazioni e si individuavano i compiti in termini di
pareri, nullaosta, contributi istruttori o prescrizioni dei soggetti che sarebbero intervenuti alla
conferenza dei servizi.
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GIUNTA REGIONALE
In data 10/10/2013 si è svolto il tavolo tecnico presso la sede dell’ARPAM Dipartimento Provinciale di
Ascoli Piceno. Erano presenti alla riunione i seguenti Enti: Regione Marche (Autorità competente);
ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli, il Comune di Ascoli Piceno, il Comune di Maltignano, la
Provincia di Ascoli Piceno e l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto. Nel corso della
riunione si sono analizzati i punti di forza e le criticità del progetto e si sono concordate le integrazioni
alla documentazione da richiedere alla ditta.
Il Piceno Consind con nota del 09/10/2013, acquisita al prot. n. 701054 del 22/10/2013, trasmetteva il
parere tecnico rilasciato dal gestore Picena Depur Soc. Coop. a r.l. dell’impianto recettore finale
denominato “Campolungo” di proprietà consortile.
Si sono quindi riscontrati la regolarità formale della domanda di autorizzazione e l’assolvimento degli
adempimenti di legge da parte dell’impresa.
Non sono pervenute osservazioni o memorie scritte.
Con nota prot. n. 703744 del 23/10/2013 si chiedevano alla società istante integrazioni alla
documentazione. La ditta depositava in data 13/02/2014 integrazioni alla documentazione acquisite al
prot. n. 106347 del 13/02/2014. Tale documentazione è stata pubblicata sul sito web dell’Autorità
competente.
In conformità a quanto disposto all’art. 14, comma 2 della L.R. 3/2012 e all’29-quater, comma 5 del
D.Lgs. 152/2006, l’Autorità competente, con la nota prot. n. 123207 del 20/02/2014, convocava una
conferenza dei servizi da tenersi presso la sede della Regione Marche in data 18/03/2014.
In data 28/02/2014 la ditta depositava integrazioni spontanee alla documentazione tecnica, acquisita al
prot. n. 150439 del 03/03/2014. Tale documentazione è stata pubblicata sul sito web dell’Autorità
competente. Con la nota prot. n. 160470 del 06/03/2014 si comunicava ai soggetti convocati alla
conferenza il deposito e la pubblicazione di tale documentazione per l’espressione dei contributi
istruttori e/o pareri di competenza.
Alla conferenza del 18/03/2014, è intervenuta la sola Autorità di Bacino Interregionale del Fiume
Tronto oltre che la ditta. Si dà comunque atto che il Piceno Condsind ha trasmesso il parere del
gestore dell’impianto di depurazione consortile di Campolungo. L’ARPAM Direzione Tecnico
Scientifica ha invece anticipato una bozza del parere sul Piano di Monitoraggio e Controllo. In sede di
conferenza la ditta ha brevemente illustrato il progetto, l’Autorità competente ha esposto i risultati
dell’istruttoria condotta di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale
riservandosi di esprimere definitivamente il parere di competenza all’acquisizione del contributo
istruttorio dell’ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno.
In data 25/03/2014 si è svolto il sopralluogo presso lo stabilimento della ditta ELANTAS Italia S.r.l.
Successivamente alla Conferenza dei Servizi sono pervenuti i seguenti contributi istruttori/pareri:
in data 20/03/2014 ed acquisito al prot. n. 204346 del 24/03/2014 il contributo istruttorio sul
PMC dell’’Arpam Direzione Tecnico Scientifica;
in data 27/03/2014, acquisita al prot. n. 222682 del 31/03/2014, il contributo istruttorio
dell’Autorità di Bacino;
in data 28/03/2014, acquisita al prot. n. 245983 del 07/04/2014 il parere del Sindaco del
Comune di Ascoli Piceno;
in data 18/04/2014 acquisite al prot. n. 298490 del 29/04/2014, le valutazioni tecnico-ambientali
dell’ ARPAM Dipartimento di Ascoli Piceno.
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GIUNTA REGIONALE
3.
CONTRIBUTI ISTRUTTORI
3.1 Il Piceno Consind con nota del 17/03/2014, acquisita al prot. n. 205245 del 24/03/2014,
depositava il parere rilasciato dal gestore dell’impianto di depurazione consortile di Campolungo ai
sensi dell’art. 30 del Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche approvato con delibera
D.A.C.R. n. 145 del 26/10/2010 e modificata con D.G.R. 1849/2010. Detto Ente rilasciava parere
tecnico positivo purché: il gestore rispetti i valori limite per lo scarico in fognatura per i parametri della
tabella 3 e della tabella 5 dell’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006. Si chiedeva altresì
all’Autorità competente di prescrivere al gestore la segnalazione tempestiva di:
• qualsiasi variazione dovesse intervenire alle caratteristiche qualitative delle acque reflue in
conseguenza del modificarsi del ciclo produttivo o delle materie prime utilizzate;
• qualsiasi immissione anomala in fognatura di natura accidentale che potrebbe pregiudicare il
regolare deflusso della rete fognaria o l’efficienza depurativa dell’impianto di trattamento di
Campolungo o cagionare rischi di inquinamento ambientale o per la salute dell’uomo;
• ogni eventuale variazione della rete fognaria interna.
Con il suddetto parere si chiedeva inoltre di essere messi a conoscenza dei risultati analitici relativi al
Piano di Monitoraggio e Controllo dello scarico della ditta in modo da migliorare il grado di conoscenza
della qualità delle acque reflue immesse in fognatura consortile.
3.2 L’Arpam Direzione Tecnico Scientifica con la bozza di parere sul Piano di Monitoraggio e
Controllo inviato il giorno della conferenza dei servizi chiedeva di integrare quanto proposto
dall’azienda nella documentazione tecnica depositata indicando la frequenza annuale per il
monitoraggio delle emissioni in atmosfera da effettuarsi secondo le metodiche analitiche riportate
nell’allegato C3 del Decreto Regionale del Dirigente della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali
n. 8 del 26/01/2012. Tale parere è stato poi formalmente inviato con prot. ARPAM n. 9662 del
20/03/2014 ed acquisito al prot. n. 204346 del 24/03/2014.
Con nota del 27/03/2014, acquisita al prot. n. 222682 del 31/03/2014, l’Autorità di Bacino
Interregionale del Fiume Tronto formulava le seguenti osservazioni a titolo di contributo istruttorio. Le
modifiche proposte dalla Elantas Italia S.r.l. risultano ammissibili ai sensi dell’art. 11 delle Norme
Tecniche di Attuazione del piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del fiume Tronto vigente.
Dalla documentazione prodotta risulta inoltre che non è variata la capacità produttiva nominale già
autorizzata, non saranno realizzati nuovi volumi edilizi ed il nuovo parco serbatoi non determina nuova
volumetria edilizia chiusa in grado di ostacolare il regolare deflusso delle acque. Si ritiene comunque
necessario un approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del fiume Tronto oltre
all’eventuale monitoraggio degli stessi come già fatto rilevare in sede di conferenza dei servizi.
Il Sindaco del Comune di Ascoli Piceno con nota del 28/03/2014, acquisita al prot. n. 245983 del
07/04/2014, esprimeva parere favorevole ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934 alla
modifica proposta dalla società ELANTAS Italia S.r.l. facendo proprie le prescrizioni relative al Piano di
Monitoraggio e Controllo di cui al parere ARPAM sopra riportato e concordando con le richieste
formulate dall’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto circa l’approfondimento della stabilità /
caratterizzazione degli argini del Fiume Tronto nonché dell’eventuale monitoraggio degli stessi.
L’ARPAM Dipartimento di Ascoli Piceno depositava, in data 18/04/2014, le valutazioni tecnicoambientali favorevoli alla realizzazione del progetto, acquisite al prot. n. 298490 del 29/04/2014.
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GIUNTA REGIONALE
Pertanto, con l’acquisizione dei contributi istruttori e dei pareri delle Amministrazioni coinvolte
nei procedimenti VIA e AIA, l’Autorità competente può procedere alla formulazione degli esiti
conclusivi relativi alle procedure suddette, nel rispetto della propedeuticità tra il procedimento
VIA e quello AIA.
4.
ESITO DELL’ISTRUTTORIA VIA E AIA
L’istruttoria tecnica dell’Autorità competente è stata effettuata sulla base:
•
della documentazione prodotta dall’azienda;
•
dei contributi istruttori di cui all’art. 14, comma 2 della L.R. 3/2012 acquisiti da: ARPAM
Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno, Comune di Ascoli Piceno, Autorità di Bacino
Interregionale del Fiume Tronto;
•
delle prescrizioni di cui agli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934 da parte del Sindaco del
Comune di Ascoli Piceno, come previsto dall’art. 29-quater, comma 7 del D.Lgs. 152/2006;
•
del parere sul Piano di Monitoraggio e Controllo inviato da ARPAM Direzione Tecnico
Scientifica, come previsto dall’art. 29-quater, comma 7del D.Lgs. 152/2006;
•
del parere obbligatorio e vincolante del Piceno Consind previsto dall’art. 30 del Piano di Tutela
delle Acque della Regione Marche approvato con delibera DACR n.145 del 26/01/2010,
modificata con D.G.R. 1849/2010
All’esito dell’istruttoria VIA che ha condotto alla redazione della valutazione di cui all’allegato A del
presente provvedimento, che costituisce parte sostanziale e integrante del decreto e al quale si
rimanda per le motivazioni del presente atto, si propone di ESPRIMERE giudizio positivo di
compatibilità ambientale ai sensi e per gli effetti degli artt. 15 e 16 della L.R. n. 3/2012, per il
progetto presentato dalla ditta ELANTAS Italia S.r.l. relativo alla modifica ed esercizio di un impianto
chimico, nel rispetto delle seguenti prescrizioni riportate nell’Allegato B, che formano parte integrante
e sostanziale del presente decreto:
PRESCRIZIONI IN FASE DI CANTIERE
Stoccaggio di materiale e materie prime
1) Devono essere realizzate aree cordonate e impermeabili per lo stoccaggio di carburanti e di oli
lubrificanti;
Risorse idriche sotterranee
2) le attività connesse devono essere svolte in modo da escludere la possibilità che si verifichino
contatti fra acque percolanti e sostanze inquinanti o materiali da costruzione. Non è possibile
effettuare il lavaggio degli impianti con spandimento dei reflui sul terreno.
Rumore
3) In fase di esercizio del cantiere devono essere adottati i seguenti accorgimenti:
dovrà essere comunque richiesta l’autorizzazione in deroga al Comune per le attività rumorose
temporanee, che potrà prevedere limitazioni d’orario e/o altri accorgimenti procedurali per
limitare il disturbo.
Aria
4) Si devono adottare le misure di mitigazione, di tipo operativo, al fine di limitare l’impatto
determinato durante le fasi di scotico e scavo dovuto alle emissioni diffuse:
Rifiuti
Stoccaggio dei Rifiuti in deposito temporaneo
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GIUNTA REGIONALE
5) Durante i lavori per la realizzazione dei nuovi bacini e delle vasche previste dal nuovo impianto
di trattamento acque e per la realizzazione o gli adeguamenti fognari, dovrà essere individuata
un’area dedicata al deposito temporaneo dei rifiuti di cantiere appositamente segnalata. Una
volta individuata tale area, il gestore deve inviare apposita planimetria di tale deposito
temporaneo all’AC.
PRESCRIZIONI GENERALI
6) I nuovi serbatoi di stoccaggio dovranno essere idoneamente ancorati alla base ed in grado di
sopportare i carichi riportati al loro interno, in considerazione dell’amplificazione sismica. Nella
verifica della base (fondazione) si dovrà tener conto della spinta idrodinamica dell’acqua
proveniente sia dal basso che frontalmente (isotropa), onde evitare lo scalzamento al piede o
l’effetto “sinfonamento”;
7) L’intero parco stoccaggi dovrà essere delimitato da bacini di contenimento costituiti da muri in
cemento armato atti a contenere l’eventuale sversamento del volume maggiore che può
derivare o dal sistema di stoccaggio di maggior volume o da un 1/3 del volume totale del
materiale immagazzinato nei silos. I suddetti bacini dovranno resistere alle sollecitazioni
provenienti dallo sversamento interno, dal cedimento di un serbatoio e da un’eventuale
pressione derivanti dall’acqua di esondazione;
8) Nelle verifiche che la Ditta effettuerà per i nuovi serbatoi dovrà tener conto della spinta
idrodinamica dell’acqua di un’eventuale esondazione del fiume Tronto, per l’altezza di 1000 mt,
aumentata del franco di 0,5 mt ed avente una velocità di 0,3 mt/sec aumentata di 0,2 mt/sec. Ai
bacini esistenti dovranno essere effettuate le verifiche statistiche con la metodologia riportata
nell’ elaborato GEN 06.
MONITORAGGI
Area esondabile (argine)
9) L’azienda
dovrà proporre all’Autorità Competente entro 120 giorni dal rilascio
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale un piano di monitoraggio delle condizioni dell’Argine
sulla sponda nord del Fiume Tronto realizzato a protezione dell’area sulla quale sorge lo
stabilimento della società. L’esecuzione di tale piano prevedrà un’attività iniziale di verifica della
stabilità dell’Argine stesso ed il monitoraggio annuale, o comunque dopo ogni evento naturale di
magnitudo anomala, dello stato dell’argine stesso.
Il piano di monitoraggio dovrà essere condiviso con l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume
Tronto, col Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino Piceno Consind, con il Comune di Ascoli Piceno e potrà essere realizzato con il preventivo
benestare della Provincia di Ascoli Piceno.
A seguito dei monitoraggi proposti, in caso di evidenza di anomalie dello stato dell’argine,
l’azienda dovrà provvedere ad avvisare immediatamente tutti gli enti sopracitati per le azioni di
competenza;.
Atmosfera
10) Una volta avviato l’impianto, l’azienda dovrà iniziare entro i successivi 90 giorni, una campagna
sulla qualità dell’aria, al fine di verificare che i valori di concentrazione relativi alle specie di
inquinanti emesse, non subiscano incrementi maggiori di quelli previsti in sede progettuale. La
campagna di misura dovrà essere rappresentativa di un anno e dovrà riguardare almeno le
frazioni PM10 e PM2,5, COV, NOx. Le modalità di svolgimento della campagna dovranno
essere concordati con l’Autorità Competente;
11) La Ditta dovrà effettuare ogni due anni dall’avvio dell’impianto, una campagna di misura che
quantifichi, nei punti di maggior ricaduta al suolo (identificati nell’elaborato GEN 15), la
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GIUNTA REGIONALE
concentrazione degli inquinanti peculiari dell’impianto nel terreno. Le modalità di svolgimento
della campagna e la tipologia dei parametri monitorati dovranno essere concordati con l’Autorità
Competente.
Inquinamento acustico e campi elettromagnetici
12) Entro tre mesi dalla messa a regime dell’impianto modificato, dovrà essere fornita una apposita
relazione tecnica, redatta da un tecnico competente in acustica, relativa alla situazione post
operam che contenga gli esiti delle misurazioni sia della rumorosità ambientale (ditta
regolarmente in funzione considerando l’attività di tutta l’azienda compresi i nuovi impianti) sia
della rumorosità residua (azienda completamente ferma), nei periodi di riferimento notturno e
diurno, al confine dell’azienda e in corrispondenza dei recettori più vicini all’impianto. Tale
relazione dovrà contenere il confronto con i limiti di emissione e immissione assoluta e
differenziale e, in caso di superamento dei limiti, dovrà anche contenere un opportuno piano di
adeguamento finalizzato al rientro nei limiti.
13) Una volta avviato l’impianto, l’azienda dovrà effettuare entro i successivi 90 giorni, una
campagna dei livelli dei campi elettromagnetici generati dall’attività produttiva
L’istruttoria tecnica AIA è stata effettuata sulla base della documentazione depositata dalla ditta visti i
principi di cui all’art. 6, comma 16 del D.Lgs. n. 152/2006, dei “Criteri per la valutazione delle migliori
tecniche disponibili” adottati dalla Regione Marche con D.G.R. n. 447/2003 e del Reference Document
on Best Available Techniques for Energy Efficiency February 2009; del Reference Document on Best
Available Techniques in the Production of Polymers August 2007; del Reference Document on Best
Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals August 2006;del Reference
Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage July 2006; del Reference
Document on Economics and Cross-Media Effects July 2006; del Reference Document on Best
Available Techniques in the Large Volume Organic Chemical Industry - February 2003; del Reference
Document on Monitoring of emissions to air and water - final draft October 2013; del Reference
Document for the Large Combustion Plants - Draft 1 (June 2013) e del Reference Document for
Common Waste Water and Waste Gas Treatment/Management Systems in the Chemical Sector - Draft
2 20 July 2011 in cui sono specificate le BAT applicabili alla tipologia di attività svolta dall’Impresa
istante. L’istruttoria ha condotto alla redazione della valutazione di cui all’allegato A (Rapporto
Istruttorio Integrato) del presente provvedimento che costituisce parte integrante e sostanziale del
decreto.
L’esito dell’istruttoria effettuata, all’allegato A al presente decreto nella quale sono individuate le Migliori
Tecniche Disponibili per il tipo di attività esercitata, ha evidenziato che l’impianto migliorerà le proprie
performances ambientali mediante l’adozione delle seguenti tecniche non ancora applicate e riportate
nell’allegato B (paragrafo 4.2.1 prescrizioni AIA):
•
La Ditta si deve impegnare a trovare prodotti alternativi che possano andare a sostituire quei
prodotti oggi in uso e che hanno preponderanti caratteristiche di pericolosità per la salute e/o
ambiente. La Ditta deve inviare una relazione in tal senso annualmente tenendo informata l’AC
sui progressi e miglioramenti ottenuti anche in relazione al regolamento REACH;
•
Effettuate le verifiche statiche ed eventualmente adeguare i bacini di contenimento esistenti, per
resistere alle sollecitazioni provenienti dallo sversamento interno, dal cedimento di un serbatoio
e da un’eventuale pressione derivante dall’acqua di esondazione, tenendo conto della spinta
idrodinamica generata da un’eventuale esondazione del fiume Tronto, di altezza 1,00 mt,
aumentata del franco di 0,5 mt ed avente una velocità di 0,3 mt/sec aumentata di 0,2 mt/sec.
(Capitoli 5 e 6 del documento GEN.14) entro dicembre 2015;
Sistema di Gestione delle Acque di Scarico entro giugno 2016;
•
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GIUNTA REGIONALE
tali adeguamenti, coadiuvati da una corretta gestione ambientale di tutto l’impianto produttivo,
consentiranno l’ottenimento di livelli d’inquinamento compatibili con lo spirito della Direttiva IED.
Pertanto, si propone di RILASCIARE l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della Direttiva
2010/75/UE e del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 46/2014, alla ditta Industrie ELANTAS
Italia S.r.l., con sede legale in Collecchio (PR), Via Antolini, 1 ed impianto in Ascoli Piceno (AP), Zona
Industriale Campolungo, 35 per l’esercizio dell’impianto, nel rispetto delle prescrizioni riportate
nell’Allegato B e C, che formano parte integrante e sostanziale del presente decreto. L’istruttoria ha
condotto alla redazione della valutazione di cui all’allegato A del presente provvedimento che
costituisce parte integrante del decreto e al quale si rimanda per le motivazioni del presente atto.
Il presente provvedimento è stato predisposto sulla base dell’istruttoria tecnica redatta da Vera Storoni
e dell’istruttoria amministrativa redatta da Francesca Assuigi con la supervisione della Posizione
Organizzativa AIA Giuseppe Mariani.
Il sottoscritto, considerato l’esito dell’istruttoria, propone l’adozione del presente provvedimento.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
(Geol. David Piccinini)
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GIUNTA REGIONALE
- ALLEGATI -
(L’allegato A “Rapporto istruttorio integrato”, parte del presente decreto, non è stato inserito per motivi
di spazio nel sistema di pubblicazione adottato dalla Regione Marche, ma pubblicato nel sito web
dell’autorità competente
(http://www.ambiente.marche.it/Ambiente/Valutazionieautorizzazioni/AutorizzazioneIntegrataAm
bientale.aspx) all’interno del decreto stesso e depositato in forma cartacea e consultabile presso gli
uffici della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali)
ALLEGATO A:
Rapporto Istruttorio Coordinato
ALLEGATO B:
Quadro Prescrittivo
ALLEGATO C:
Piano di Monitoraggio e Controllo
ALLEGATO D:
Prescrizioni ai fini della Prevenzione dei Rischi di Incidente Rilevante
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GIUNTA REGIONALE
ALLEGATO A
(Rapporto Istruttorio Coordinato)
(VIA-IED-SEVESO-REACH)
ELANTAS Italia S.r.l.
Zona Ind.le Campolungo, 35
Ascoli Piceno
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GIUNTA REGIONALE
Indice
Numero
paragrafo
1
2
3
4
5
6
ALLEGATO A (Rapporto istruttorio coordinato)
Argomento Principale
SCHEDA INFORMATIVA VIA/AIA
CAPACITA’ PRODUTTIVA
SINTESI DI PROCEDURA VIA/AIA
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Valutazione in merito al Quadro Programmatico
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Valutazione in merito al Quadro Progettuale
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Valutazione in merito al Quadro Ambientale
CONTRIBUTI ISTRUTTORI
Esito Istruttoria di VIA
VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
Stato di Applicazione delle BAT
ALLEGATO B
QUADRO PRESCRITTIVO
Prescrizioni VIA
Prescrizioni AIA
Esito Istruttoria di AIA
ALLEGATO C
PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO (AnteModifica)
PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO (AnteModifica)
ALLEGATO D
PRESCRIZIONI SEVESO
Numero Pagina
4
6
8
12
26
29
55
56
93
94
95
96
97
184
184
186
220
221
243
271
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GIUNTA REGIONALE
Oggetto dell’autorizzazione
(Scheda informativa V.I.A./A.I.A.)
Ragione Sociale
ELANTAS Italia S.r.l.
Partita IVA
01356800449
Sede legale
Strada Antolini, 1- 43044
Collecchio (PR)
Zona Industriale Campolungo,
Sede operativa
Via Mutilati ed Invalidi del lavoro,
n. 35
63100 Ascoli Piceno (AP)
Tipo di impianto
Modifica di impianto esistente
Codice attività VIA
A1, lett. u), punto1 L.R. 3/2012
Codice attività IPPC
All. VIII, punto 4.1 lett. b), parte II
D.Lgs 152/2006
Tipologia attività
Lett. u) punto 1: Impianti chimici
integrati, ossia impianti per la
produzione su scala industriale,
mediante
processi
di
trasformazione
chimica,
di
sostanze, in cui si trovano
affiancate varie attività produttive
funzionalmente connesse tra di
loro: per la fabbricazione di prodotti
chimici organici di base (progetti
non inclusi nell’allegato II del D.Lgs
152/2006)
4.1(b): Impianti chimici per la
fabbricazione di prodotti chimici
organici di base come: idrocarburi
ossigenati, segnatamente alcoli,
aldeidi, chetoni, acidi carbossilici,
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GIUNTA REGIONALE
esteri, acetati,
resine, epossidi.
eteri,
perossidi,
Coordinate Gauss-Boaga
42° 50’ 55 lat. N; 13° 40’ 53” long. E.
Gestore
Monni Giorgio
Referente IPPC
Mannozzi Luca
Rappresentante legale
Nastasi Antonino
Impianti a Rischio di incidenti
rilevanti
Soggetto a notifica e Rapporto di
sicurezza (art.8 , D.Lgs 334/1999)
Sistema di gestione ambientale
ISO 14001
Misure amministrative riconducibili
all’impianto o parte di esso, ivi
compresi i procedimenti in corso
alla data della presente domanda
Diffida del 13/05/2013 e risposta
Ditta del 30/05/2013-
Attività Tecnicamente connesse all’attività IPPC Principale
Riferimento rispetto Layout di Stabilimento
Attività
Dati dimensionali
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GIUNTA REGIONALE
Coperture su: U2, T, N, N1,
T5, Pensilina, T6, T1, Tettoia,
U1
Impianto fotovoltaico
816,52 kWp
Q
Cogeneratore alimentato a fonti rinnovabili da
biomasse
H
Centrale termica di stabilimento
Y
Post combustore termico
B1, M, M1, M2, M4, M5,
M6, M7, M8, M9
Bacini di stoccaggio prodotti chimici organici
K4, T1, T2, T4, T6, T7
Magazzini stoccaggio prodotti chimici organici
Y5
Impianto Osmosi: produzione acqua per
generazione vapore e reintegro anello acqua di
raffreddamento dello stabilimento
Energia elettrica ceduta alla
rete: 950 kWe/h
Vedi emissioni in atmosfera
punti E2 ed E36
Vedi emissioni in atmosfera
punto E1
Volume serbatoi:
3
3.135,5 m
Superficie magazzini:
2
9.006,5 m
Produzione acqua
osmotizzata:
3
3,5 m /h
Capacità produttiva
A seguito della modifica sostanziale in progetto la capacita produttiva nominale dell’impianto,
rimarrà invariata. Di conseguenza la capacità massima di produzione dell’azienda è quella già
autorizzata e riportata nella tabella seguente:
CAPACITA’ NOMINALE
DELL’IMPIANTO/CONSUMO
39.000 ton/anno di prodotti finiti (quantità stimata)
18.000 ton/anno di solventi (quantità stimata)
PRECEDENTI AUTORIZZAZIONI DELL’IMPIANTO E NORME DI RIFERIMENTO
Estremi atto
A.I.A. n.37/VAA_08
Aggiornamento A.I.A.
n.17/VAA
Ente
competente
Regione
Marche
Regione
Marche
Data rilascio
Data
scadenza
07/04/2010
06/04/2015
13/02/2012
06/04/2015
Note e considerazioni
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GIUNTA REGIONALE
AUTORIZZAZIONI UTILI AI FINI DELL’ISTRUTTORIA AIA
Estremi atto
Certificato di Prevenzione Incendi
– Aggiornamento Pratica n. 1299
prot. 10266
Art. 12 D.Lgs. 387/2003: DDPF n.
12/EFR
Cert. N. 14453
Elantas Italia Srl ha presentato il
primo aggiornamento
quinquennale del Rapporto di
Sicurezza al CTR Regionale in
data 11/06/2012; la relativa
istruttoria si è conclusa con
verbale n. 578 del 27/01/2014
SGS Seveso
Licenza di esercizio Impianto
Fotovoltaico IT00APE00436N
Licenza di esercizio Oli Minerali
per usi Industriali IT00APY00241P
Registrazione secondo il Reg.
n°1272/2008 REACH: 012119489422-34-0004
01-2119491289-24-0007
01-2119487284-30-0000
01-2119560748-26-0001
01-2119967423-33-0003
Sintesi Procedura VIA/AIA
Ente
competente
VV.F.
Ascoli
Piceno
Regione
Marche
Data
rilascio
Data
scadenza
14/09/2012
03/2015
21/03/2012
SQS
12/12/2012
VV.F. DIRMAR
27/01/2014
12/12/2015
Certificazione
ISO 9001 e ISO
14001
Ispezionato ai
sensi del D.Lgs
334/99 dal
Ministero nel
12/2010
Ministero
Agenzia
delle
Dogane
Agenzia
delle
Dogane
ECHA
Note e
considerazioni
12/2010;
12/2012;
05/2013
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GIUNTA REGIONALE
Passi Procedura
Data
Presentazione domanda
09/08/2013
Comunicazione avvio procedimento
06/09/2013
Pubblicazione su quotidiano “Il Messaggero”
08/08/2013
Osservazioni del pubblico/Comune/Altri Enti
Non pervenute
Tavolo tecnico
10/10/2013
Richiesta integrazioni e trasmissione osservazioni
23/10/2013
Deposito integrazioni
13/02/2014
28/02/2014
Deposito contributo istruttorio ARPAM
29/04/2014
Deposito parere ARPAM Piano di Monitoraggio e Controllo
20/03/2014
Deposito prescrizioni Sindaco
07/04/2014
Deposito parere Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto
31/03/2014
Deposito parere PICENO CONSIND
24/03/2014
Conferenza dei servizi
18/03/2014
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25
GIUNTA REGIONALE
PREMESSA
L’istruttoria per il rilascio del procedimento unico di VIA e AIA dell’impianto in esame, è risultato
abbastanza complesso sia per la tipologia e le dimensioni dell’impianto, sia per la cospicua
documentazione presentata dal Gestore aggiornata e integrata nel corso dell’istruttoria stessa.
La ELANTAS Italia S.r.l. opera nel campo della produzione di smalti isolanti per fili conduttori. Le
vernici vengono prodotte mediante processi di reazione quali esterificazione, addizione e
condensazione e tramite miscelazione di resine fenoliche, melamminiche, poliesteri, catalizzatori ed
additivi.
La Ditta, con sede impianto in Ascoli Piceno (AP), Zona Industriale Campolungo, 35, ha presentato in
data 20/07/2006 domanda di A.I.A., acquisita con prot. n. S08/168673 del 20/07/2006, per l’esercizio
dell’ impianto chimico per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: idrocarburi
ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbosillici, esteri, acetati, eteri, perossidi (attività
di cui al punto 4.1b) dell’allegato VIII al D.Lgs. 152/2006).
Il gestore ha ottenuto, con decreto n. 37/VAA_08 del 07/04/2010, l’Autorizzazione Integrata
Ambientale per l’impianto esistente.
Durante l’esercizio dell’ impianto, la ditta comunicava la necessità di realizzare alcune modifiche non
sostanziali che comportavano l’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in particolare:
- l’installazione di un piccolo impianto pilota da Laboratorio;
- nuova piccola linea di produzione (resine fenoliche);
- impianto di cogenerazione da fonti rinnovabili;
- installazione pannelli fotovoltaici
In conformità al disposto di cui all’art. 29-nonies del D.Lgs. 152/06, con nota datata 15/07/2011,
acquisita al prot. n. VAA/517964 del 29/08/2011, la Ditta depositava la comunicazione di tali progetti
di modifica, compresa l’istallazione di un impianto di cogenerazione automatizzato ad uso interno,
alimentato ad olio vegetale con una potenza di 990 kWe, con creazione di un nuovo punto di emissione
(E49).
Con nota del 28/11/2011, acquisita al prot. n. VAA/745556 del 12/12/2011, la società ELANTAS
Deatech S.r.l. comunicava la variazione della ragione sociale e della sede legale dal 31/12/2011, in
ELANTAS ITALIA S.r.l. con sede legale in Collecchio (PR), via Antolini, 1, località Lemignano.
Il gestore ha ottenuto l’aggiornamento dell’AIA n. 37/VAA_08 del 07/0472010 con decreto n. 17
VAA_08 del 13/02/2012.
Durante un incontro informale in data 13/06/2013, presso gli uffici dell’Autorità Competente, la Ditta ha
espresso la volontà di dare una nuova configurazione all’impianto mantenendo a stessa capacità
produttiva ma, razionalizzando i propri depositi, ampliando le proprie lavorazioni a seguito dei risultati
del piccolo impianto pilota già autorizzato e creando anche un centro di ricerca europeo nel settore
della chimica.
In data 09/08/2013, acquisita al ns. prot. n. 561045 del 28/08/2013, la Ditta ELANTAS Italia S.r.l. ha
presentato istanza di avvio procedimento di Valutazione d’impatto ambientale ai sensi dell’art. 23 del
D.Lgs 152/2006, parte Seconda e dell’art. 12 della LR 3/2012 nonché domanda di Autorizzazione
Integrata Ambientale per la modifica dell’impianto chimico integrato.
Tale modifica consiste :
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GIUNTA REGIONALE
1)ampliamento e spostamento delle aree di stoccaggio delle materie prime; 2)potenziamento del
laboratorio Ricerca & Sviluppo, riorganizzazione dei magazzini; 3) separazione delle linee fognarie
interne e regimazione delle acque di prima pioggia (valore delle opere 6.100.000 euro).
L’attività è assoggetta a procedura di VIA in quanto rientra nell’Allegato A1, lettera u) punto 1) della
L.R. 3/2012 (l’ente competente è la Regione Marche):
u) impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante
processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie unità
produttive funzionalmente connesse tra di loro:
1) per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (progetti non inclusi nell'allegato II del d.lgs.
152/2006).
Il progetto si configura anche come modifica sostanziale (in quanto modifica soggetta a Valutazione di
Impatto Ambientale, ai sensi della Delibera n. 1547 del 05/10/2009) dell’attività IPPC dell’azienda,
codificata al p.to 4.1b dell’Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. 152/2006 (l’ente competente è
la Regione Marche):
4.1b) Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: idrocarburi
ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi,
resine, epossidi.
La ditta ha deciso di presentare domanda di V.I.A. e rilascio di modifica di Autorizzazione Integrata
Ambientale come procedimento unico ai sensi dell’art. 5 della L.R. 3/2012 (l’Ente competente è la
Regione Marche).
L’istruttoria di seguito esplicitata si basa:
1. sugli impegni assunti dal gestore con la compilazione e sottoscrizione della domanda, della
modulistica e dei relativi allegati, nonché delle integrazioni successivamente richieste e inviate;
2.
sulle dichiarazioni rese dal gestore nella documentazione presentata;
3. sulle ulteriori informazioni ricevute dal gestore per mezzo della domanda, della modulistica e
degli allegati, nonché durante gli incontri avuti con il gestore;
4. sulla valutazione e sull’attenta considerazione dei documenti esaminati;
5. sulle risultanze del sopralluogo;
6. sui contributi istruttori.
Le tecniche proposte dal gestore, sono in larga parte riconducibili alle soluzioni proposte nei documenti
tecnici comunitari e nelle LG ministeriali, ed applicate in modo da conseguire prestazioni ambientali in
linea con tali MTD.
Inoltre il gestore si impegna:
1. ad adottare le misure atte per evitare emissioni e comunque a ridurle, provenienti dalle attività
oggetto dell’autorizzazione nell’aria, nell’acqua e nel suolo, rumore, comprese le misure relative
ai rifiuti in conformità a quanto previsto dall’art. 179 del D.Lgs 152/06 e per conseguire un livello
elevato di protezione nell’ambiente nel suo complesso;
2. ad utilizzare l’energia in modo efficace;
3. a prevedere le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze;
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GIUNTA REGIONALE
4. ad assicurare misure adeguate affinché sia evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento
della cessazione definitiva dell’attività dell’impianto ed il sito stesso venga ripristinato ai sensi
della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale;
5. a prevedere misure adeguate per lo stoccaggio delle materie prime, di sottoprodotti e rifiuti.
Tutte le dichiarazioni rese dal Gestore, sotto la propria responsabilità, nella redazione della
domanda ed in sede di integrazioni, chiarimenti e/o precisazioni sono vincolanti ai fini del
presente decreto.
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GIUNTA REGIONALE
1.QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Obiettivi e finalità dell’opera
ELANTAS Italia S.r.l. fornisce prodotti impiegati nei principali processi produttivi dell’industria elettrica,
elettronica, elettrotecnica e materiali per ingegneria, offrendo ai clienti del settore un’immagine e
un’interfaccia unica.
Il sito di Ascoli Piceno è specializzato nella formulazione e produzione di smalti elettro-isolanti per
conduttori di rame e alluminio, destinati all’industria elettrotecnica.
Le modifiche oggetto del presente studio di impatto ambientale sono:
1. lo spostamento e l’ampliamento delle aree di stoccaggio delle materie prime liquide:
Nello specifico verranno eliminati dieci serbatoi metallici interrati attualmente presenti e verrà realizzata
un’altra zona di stoccaggio con serbatoi metallici fuori terra in un’area adiacente all’attuale proprietà di
Elantas Italia Srl. Tale area verrà acquistata in parte dalla Elantas Italia S.r.l. (parte A) mentre per la
restante parte (parte B) la Ditta ha un’opzione di acquisto a titolo oneroso ;
2. il potenziamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo; in particolare esso occuperà dei nuovi locali
all’interno del sito produttivo e, inoltre, aumenterà il tipo di prove ed indagini che si effettueranno.
3. a seguito dello spostamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo tutte le emissioni relative al
Laboratorio Chimico ed al Laboratorio Analitico Strumentale saranno convogliate al postcombustore
E1, eliminando le singole emissioni attualmente presenti E24, E25, E26, E27, E28, E29, E30, E31,
E32, E33, E34, E35, E47, E48; nel caso in cui il postcombustore sia fermo o fuori servizio (ad es:
manutenzione programmata o disservizio) sono previsti due punti di emissioni in atmosfera con
trattamento a carboni attivi (E60 ed E61).
4. la separazione della rete fognaria interna ed il trattamento acque di prima pioggia:
Saranno presenti in azienda delle linee fognarie separate per quanto riguarda le acque civili, le acque
industriali e le acque di pioggia.
1.2 Inquadramento geografico e classificazione catastale del sito
Lo stabilimento è situato nel territorio del Comune di Ascoli Piceno, Località Zona industriale
Campolungo, in prossimità del confine con il Comune di Maltignano corrispondente all’asse fluviale del
Fiume Tronto. L’area è caratterizzata da un denso insediamento produttivo di tipo prevalentemente
industriale con assenza di insediamenti civili residenziali.
Lo stabilimento confina a Nord con la viabilità pubblica di comparto, ad Ovest con la Soc. PRECIFIL, a
Sud con il fiume Tronto ed ad Est con la Soc. SAMP SPA.
L’area del progetto è individuabile nella Carta Tecnica Regionale delle Marche Sezione 327090 Castel
di Lama e censita al Catasto Fabbricati del comune di Ascoli Piceno come di seguito specificato:
Foglio
85
Particella (tutta)
217
269
272
67
ZTO
Art. N.T.A. del PRG
Zona 1 produttiva
3
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GIUNTA REGIONALE
Le coordinate geografiche del centro del lotto sono, approssimativamente: 42° 50’ 55’’ lat. N ; 13° 40’
53’’ long. E.
Il sito si trova in area pianeggiante a una quota media di 65 m s.l.m., lungo la pianura alluvionale del
fiume Tronto, che si sviluppa in direzione Ovest-Est, con un’ampiezza di c.a. 1,4 km. A Nord e a Sud la
conformazione del territorio diventa collinare raggiungendo, entro un raggio di 4 km, quota 180 m s.l.m.
a Nord e quota 260 m s.l.m. a Sud.
Vista panoramica della valle del Tronto
Ricostruzione orografica
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Zonizzazione acustica
Il comune di Ascoli Piceno ha adottato il “Piano di zonizzazione acustica del territorio” ai sensi dell’art.
6, comma 1, lettera a) della legge Quadro n. 447 del 26/10/95. In base ad esso l’azienda rientrerà in
classe VI “aree esclusivamente industriali “ con limiti riportati nelle seguenti tabelle:
Valori limite assoluti di emissione
Classi di destinazione d’uso del
territorio
VI Aree prevalentemente industriali
Valori limite assoluti di immissione
Classi di destinazione d’uso del
territorio
V Aree prevalentemente industriali
Tempi di riferimento
diurno (06.00-22.00)
notturno (22.00-06.00)
Leq [dB(A)]
Leq [dB(A)]
65
55
Tempi di riferimento
diurno (06.00-22.00)
notturno (22.00-06.00)
Leq [dB(A)]
Leq [dB(A)]
70
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1.3 Inquadramento geologico, geomorfologico e idrogeologico e geologo ambientale
L’attività della Elantas Italia Srl nel sito produttivo della Zona Industriale di Campolungo nel comune di
Ascoli Piceno è cominciata nel 1992; tuttavia dal 1988 era già attiva in quel luogo una società
denominata Deatech, la quale svolgeva la medesima attività produttiva della attuale Elantas Italia Srl
occupando, però, spazi ridotti. Nel corso degli anni sono stati acquistati nuovi capannoni, fino alla
configurazione ed alla denominazione attuale in particolare la cronistoria normativa riguardante lo
stabilimento è la seguente:
1. Il territorio consortile (Consind) all’interno del quale ricade l’area che attualmente è di proprietà
della Elantas Italia Srl, fu istituito ai sensi del DPR 218/78 n. 51 e classificata come “zona
industriale”, avente destinazione produttiva;
2. Tra gli anni 1980/1982, in forza di regolari concessioni edilizie, la ditta “De Angeli Industrie”
realizza un complesso industriale;
3. In data 14/10/1992 la “Dea Tech Coating Srl” (ora Elantas Italia) acquista dalla “De Angeli
Industrie Spa” il ramo d’azienda riguardante la “produzione di vernici isolanti”, con relativo
stabilimento (p.lla 217) ed impianti già autorizzati;
4. In data 30/11/2000, con decreto di trasferimento del Tribunale di Ascoli Piceno del 14/02/2001,
la Dea Tech Siva Srl (ora Elantas Italia) acquista un’altra porzione di stabilimento (p.lla 269) che
in precedenza era stata realizzata dalla ditta “De Angeli Industrie”;
5. In data 04/05/2004 la Deatech Srl (ora Elantas Italia Srl”) acquista dalla Samp Spa un’altra
porzione di stabilimento (P.lla 67) che in precedenza era stata realizzato dalla ditta “De Angeli
Industrie”;
6. In data 31/03/2005 è stata approvata la variante al PRG delle aree produttive dell’agglomerato
di Ascoli Piceno e Maltignano;
7. In data 07/06/2007, mediante Deliberazione del Comitato Istituzionale, è stato adottato il Piano
Stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico del fiume Tronto che classificava l’area con un
livello di rischio idraulico e pericolosità pari a E3;
8. In data 23/07/2007 e in data 08/09/2008, con Decreti n. 18 e n. 13 del Segretario Generale
dell’Autorità di Bacino Interregionale del fiume Tronto, una parte della zona posta a monte
dell’area in oggetto è stata declassata da livello di rischio E3 ad E2 a fronte di due studi
idrogeologici/Idraulici ai quali sono stati seguiti i lavori di adeguamento.
1.3.1 Geologia e geomorfologia
Al fine di valutare la fattibilità geologica dell’intervento, la Ditta, come desunto dal documento GEN01SIA ha svolto le indagini necessarie a definire la natura geologica dei litotipi affioranti nell’area in
esame e le caratteristiche litotecniche dei terreni di fondazione.
Sono quindi stati realizzati due sondaggi a carotaggio continuo con prelievo di campioni per analisi di
laboratorio ed è stato eseguito un rilevamento geologico – geomorfologico ed idrogeologico di dettaglio
dell’area oggetto di studio e delle zone di influenza adiacenti che ha permesso la ricostruzione
litostratigrafica del terreno fondale.
L’area oggetto d’intervento, ubicata a circa 65 metri s.l.m., si presenta nel complesso pianeggiante con
una lieve pendenza verso l’asta fluviale (SUD) ed insiste sui Depositi Alluvionali (Pleistocene Olocene) costituiti ghiaie in matrice sabbiosa talvolta limosa. Al di sotto di tali materiali alluvionali, ad
una profondità di circa 6-7 metri dal piano campagna, si rinvengono le Argille basali (Pleistocene inf. –
Pliocene med.)
Nella zona in esame non si segnalano fenomeni gravitativi tali da pregiudicare l’opera in progetto.
Il rilevamento geologico di dettaglio, ha permesso di cartografare le formazioni affioranti in un intorno
significativo dell’area oggetto d’intervento e di redigere una carta geologica su base topografica in
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scala 1:10.000. La geologia sito-specifica viene di seguito sinteticamente schematizzata, dal termine
più recente a quello più antico:
Depositi continentali
- Alluvioni Terrazzate (Pleistocene - Olocene)
Depositi costituiti da ghiaie e sabbie mediamente addensate.
Depositi marini
- Argille (Pleistocene inf. - Pliocene med)
Depositi pelitici.
L’assetto tettonico - strutturale dell’area non evidenzia disturbi morfostrutturali associabili alla presenza
di faglie come evidenziato nella carta geologica che la Ditta ha allegato al progetto.
Individuazione della categoria del sottosuolo e della zona sismica
Dalla indagine sismica eseguita dalla Ditta e dalla stratigrafia risultante dalle indagini geologiche,
risulta che la misura delle Vs30 a partire da misure H/V a stazione singola è:
Vs30 = 297 m/sec
Lo strato che viene considerato Bedrock-like è costituito dalle Argille con velocità delle Vs di circa
520 m/sec (< 800 m/sec); vista la misura delle Vs30, risulta che l’area in esame è:
categoria di sottosuolo C
Si segnala un picco di amplificazione stratigrafica alla frequenza di 4,0 Hz (periodo 0,25 sec.) con
fattore di amplificazione (rapporto massimo H/V) pari a 3. Si raccomanda particolare attenzione qualora
l’opera in progetto avesse una frequenza propria di risonanza corrispondente o vicina al valore
segnalato per evitare fenomeni di doppia risonanza terreno-struttura.
Per ciò che riguarda l’individuazione della zona sismica (pericolosità di base) dell’area, da quanto
desunto dalla mappa della pericolosità sismica della Regione Marche (vedi figura 3) e sulla base
dell’O.P.C.M. 3519-2006 risulta che il Comune di Ascoli Piceno (AP) è di Zona 2.
1.3.2 Idrologia e Idraulica
Come desunto dal SIA, l’area industriale di Campolungo appartiene alla zona di media pianura in
sinistra idrografica del fiume Tronto ed è contraddistinta da morfologia pianeggiante.
L’idrografia di superficie della zona è rappresentata dal fiume Tronto che attraversa con asse O-E la
zona dell’intervento ed è costituito da depositi alluvionali composti da alternanza di livelli sabbiosilimosi con lenti conglomeratiche che conferiscono ai sedimenti permeabilità diverse. Infatti, mentre i
depositi conglomeratici-sabbiosi hanno un’elevata permeabilità che favoriscono il passaggio delle
acque di falda e di precipitazioni atmosferiche, i livelli più limosi, limosi-argillosi sono caratterizzati da
una bassa permeabilità e ostacolano il regolare deflusso delle acque originando delle falde sospese.
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Al limite orientale e occidentale del comparto in esame scorrono due canali con direzione nord-sud e
sono dotati di fortissime variazioni di portata e presentano un andamento lineare a causa della bassa
pendenza dei suoi alvei e dei relativi interventi di regimentazione idraulica mantenutesi nel tempo.
L’esame dei dati bibliografici relativi all’assetto piezometrico che caratterizzano il territorio in esame
(Carta idrogeologica tratta dall’Ambiente fisico delle Marche) ha permesso di verificare che l’area in
esame si colloca all’incirca in corrispondenza dell’isopieza 60.0 metri. Per quanto concerne le direzioni
di flusso sotterraneo le curve isopiezometriche mostrano, localmente, una prevalente direzione di
deflusso verso E.
Per quanto riguarda l’idrologia superficiale dell’area, le acque di diretta precipitazione meteorica
vengono drenate dai sistemi di raccolta e allontanamento presenti nell’area (caditoie, tombini, etc)
densamente urbanizzata. Le acque precipitate all’esterno delle aree urbanizzate vengono drenate
direttamente dal vicino Fiume Tronto. In corrispondenza dell’area oggetto di edificazione è stata
osservata una falda soggiacente a circa 4,0 metri dal piano campagna.
Nella zona in esame non si segnalano fenomeni gravitativi tali da pregiudicare l’opera in progetto.
Relativamente alla stessa area è presente nell’allegato.
1.4 Conformità agli strumenti di pianificazione vigenti
1.4.1 Conformità al Piano Paesistico Ambientale regionale
Con Delibera Amministrativa n. 197 del 3 novembre 1989, la Regione Marche ha approvato il Piano
Paesistico Ambientale Regionale (PPAR), che disciplina gli interventi sul territorio con il fine di
conservare l’identità storica, garantire la qualità dell’ambiente e il suo uso sociale, assicurare la
salvaguardia delle risorse territoriali.
La Ditta ha analizzato le tavole di piano per verificare in particolare se l’area di progetto ricade:
a - in un ambito di tutela relativo ad una categoria costitutiva del paesaggio;
b - in un sottosistema territoriale denominato A, B, C e V;
c - in località interessata da presenze segnalate da uno o più sottosistemi tematici.
Le tavole del PPAR sulle quali è stata eseguita la verifica sono le seguenti; si è provveduto tuttavia
a riportare graficamente solamente quelle con un rapporto di pertinenza con il sito di intervento o
che individuano l’assoggettamento ad un vincolo specifico:
tav. 1: vincoli paesistico ambientali vigenti
tav. 3: sottosistemi tematici
tav. 3°: emergenze geologiche
tav. 4 :sottosistemi tematici del sottosistema botanico-vegetazionale
tav.6 : aree per rilevanza dei valori paesaggistici
tav.7 : aree di alta percezione visiva
tav. 8: centri e nuclei storici e paesaggi agrario storico
tav. 9 :edifici e manufatti extraurbani
tav.10: luoghi archeologici e di memoria storica
tav.11: parchi e riserve naturali
tav.12:classificazione dei corsi d’acqua e dei crinali
tav.13: emergenze geomorfologiche
tav. 15: centri e nuclei storici ed ambiti di tutela cartograficamente delimitati
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tav.16: manufatti storici extraurbani e ambiti di tutela cartograficamente delimitati
tav.17: località di interesse archeologico cartograficamente delimitate
Nelle tav. 01 e “aree sottoposte a vincolo paesistico L. 1497/1939 e L. 431/1985” è individuata, nelle
immediate vicinanze della zona dove verrà realizzato il progetto, un’area sottoposta al vincolo
paesistico ambientale dei fiumi e corsi d’acqua. Tale condizione, in sede di pianificazione, è regolata
dall’art. 29 del PPAR che riguarda i “Corsi d’acqua”, per i quali sono previste delle zone di rispetto
aventi estensioni diverse, a seconda della fascia di appartenenza del territorio e della classificazione
del corso d’acqua. L’individuazione operata in sede di adeguamento dello Strumento Urbanistico al
PPAR, così come riportata nella Tavola di Piano, esclude l’area di intervento dall’ambito soggetto a
vincoli specifici di tutela ai sensi dell’art. 29 delle NTA del PPAR.
L’area di intervento è invece interessata dai vincoli collegati al Sottosistema Geologico –
Geomorfologico relativi alle Aree GC ed a quelli del Sottosistema Territoriale collegati alle Aree V.
Nella tav. 07 è individuato l’ambito annessi alle infrastrutture a maggiore intensità di traffico (Aree “V”)
Il sito non risulta interessato dalla perimetrazione di Aree individuate per rilevanza dei valori
paesaggistici ed ambientali (art. 23 NTA del PPAR – Tav. 6), né da elementi costitutivi del Sottosistema
botanico-vegetazionale (Tavv. 4 e 5 del PPAR).
Non risultano cartografate emergenze geologiche di cui all’art. 28 delle NTA del PPAR (Tav. 3° del
PPAR).
Pertanto l’area di progetto ricade:
Localizzazione
a- Ambito di tutela
relativo ad una
categoria
costitutiva
del
paesaggio
b- Sottosistema
territoriale
denominato
A,B,C e V
Dettaglio
Patrimonio storicoculturale
Rif .tav.
Tav. 7-10-17
Note
Aree centuriate
Infrastrutture a
maggiore intensità di
traffico (V)
Tav. 7
Aree ad alta percettività
visiva: ambiti annessi
alle infrastrutture a
maggiore intensità di
traffico aree “V”
-strade consolari
-aree centuriate
c- Località
Sottosistema
interessata da culturale
presenze
segnalate
da
uno
o
più
sistemi tematici
storico- Tav. 10-17
Gli obiettivi e gli indirizzi di tutela previsti per gli ambiti e i sottosistemi individuati sono:
ambito di tutela relativo ad una categoria costitutiva del paesaggio
Dettaglio
Note
Patrimonio storico-culturale Conforme: non sono previsti movimenti di terreno in aree non insidiate;
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l’intervento non interessa il tracciato della strada consolare
sottosistema territoriale
Dettaglio
Infrastrutture a maggiore
intensità di traffico (V)
Note
Conforme: l’intervento si effettuerà in un’area antropizzata e
industrializzata senza realizzazione di nuovi volumi
località interessata da presenze segnalate da uno o più sottosistemi tematici
Dettaglio
Note
Sottosistema storico- Conforme: l’intervento si effettuerà in un’area antropizzata e industrializzata
culturale
senza realizzazione di nuovi volumi
1.4.2 Conformità al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Marche
L’area oggetto dell’intervento ricade all’interno dell’ambito territoriale di competenza dell’Autorità di
Bacino Interregionale del Fiume Tronto; regolato dal Piano di Assetto Idrogeologico approvato con
Deliberazione del Consiglio Istituzionale n. 3 del 07/06/2007 e, per quanto di competenza, con
Deliberazione Amministrativa del Consiglio Regionale della Regione Marche n. 81 del 29/01/2008.
Secondo il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Tronto l’insediamento è
ubicato in zona Area a rischio esondazione - E3 a classe di rischio elevato, come individuato nella Tav.
n. 8 Carta territoriale delle aree sondabili (scala 1:100.000) e più dettagliatamente cartografato nella
Carte del dissesto e delle aree esondabili (Tavv. nn. 9/02 - scala 1:25.000 - e 10/15 – scala 1:10.000).
Il progetto di risanamento dell’alveo del fiume Tronto prevede che al termine dei lavori di mitigazione
del rischio idraulico l’area sia riclassificata come Area a rischio esondazione – E2, a classe di rischio
medio.
Non sono presenti altre condizioni di rischio di carattere idrogeologico.
L’insediamento della ditta Elantas Italia Srl nell’area di ampliamento non comporta cambi di
destinazione d’uso, né la realizzazione di nuovi volumi edilizi, poiché il lotto è già a destinazione ed uso
industriale, ed il capannone è già esistente e regolarmente realizzato.
Categoria e tipologia di intervento rientrano tra quelle consentite ai sensi dell’art. 11, comma 2, lett. J)
del PAI del Bacino Interregionale del Tronto “interventi per reti ed impianti tecnologici, per
sistemazioni di aree esterne, recinzioni ed accessori pertinenziali agli edifici, alle infrastrutture ed
attrezzature esistenti, purché non comportino la realizzazione di nuove volumetrie e non alterino il
naturale deflusso delle acque”; in particolare per quanto attiene alla realizzazione del nuovo parco
serbatoi, essa riveste la caratteristica di installazione di impianto tecnologico che non determina nuova
volumetria edilizia chiusa in grado di produrre ostacolo al deflusso delle acque in caso di esondazione.
Ai sensi dell’art. 11 comma 3 sempre delle NTA del PAI, il Gestore ha presentato uno studio (GEN. 14)
firmato dall’ing. Amadio Scaramucci e dal Geologo Daniele Morganti volto a dimostrare la compatibilità
tecnica tra l’intervento, le condizioni di dissesto e il livello di rischio dichiarato.
Individuazione dei rischi
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Considerata le tipologie di lavorazioni svolte all’interno del sito, il maggior rischio è quello di un
eventuale sversamento di sostanze pericolose nelle acque del fiume Tronto, anziché quella dei danni
causati dall’esondazione stessa nei confronti dell’intero stabilimento della Elantas Italia Srl.
In caso di esondazione del fiume verso l’interno dello stabilimento, i rischi sono rappresentati da:
- il cedimento e/o rotture dei serbatoi di stoccaggio con conseguente rilascio delle sostanze
inquinanti contenute nel loro interno, per l’ambiente. I serbatoi sono stati progettati in
acciaio, alloggiati su gonne metalliche di sezione conica destinati in parte al contenimento
delle materie prime ed in parte al contenimento dei prodotti finiti. Tali serbatoi sono ubicati
all’interno di bacini di contenimento rispondenti sia alle norme di settore che alle migliori
tecniche disponibili (Vedi Tab. BAT);
- eventuale piena e conseguente esondazione del fiume Tronto con conseguenze dannose per
l’area di stoccaggio dei serbatoi.
Mitigazione del rischio
La mitigazione del rischio associato al verificarsi dei fenomeni di piena consiste nell’attuazione di
provvedimenti non strutturali e strutturali che per definizione si intendono tutti quegli accorgimenti volti
alla riduzione degli elementi esposti al rischio E e della loro vulnerabilità V.
La Ditta ha scelto di adottare dei provvedimenti strutturali che consistono nella realizzazione di un
bacino di contenimento attorno all’area in cui sorgeranno i silos in maniera che, da una parte possa
contenere un eventuale sversamento di sostanze inquinanti e dall’altra impedire all’eventuali acque di
esondazione di raggiungere il piazzale dove sono posizionati i silos agendo contemporaneamente sul
fattore E e sulla vulnerabilità V riducendo sensibilmente il rischio.
Inoltre, al fine di ridurre tali rischi i muri dei bacini di contenimento dei serbatoio di stoccaggio, lo studio
ha verificato la spinta dell’onda di piena (spinta idrodinamica) e la spinta dei materiali sversati. Le
verifiche vengono effettuate per piene (portata di piena 1.405 mc/sec) con tempi di ritorno di 100
anni e spinte delle onde di piena che saranno sicuramente maggiori di quelle provocate dallo
sversamento dei liquidi dei serbatoi. Inoltre ha tenuto conto del materiale d’alveo, della forma della
sezione trasversale, del grado di uniformità longitudinale, dell’effetto delle ostruzioni, della vegetazione
e del grado di sinuosità.
L’invarianza idraulica nell’area in esame e sui lotti limitrofi non subisce cambiamenti in quanto gli
interventi che si andranno a realizzare insistono su zone già impermeabilizzate.
Le opere di mitigazione proposte, diminuiranno pertanto la vulnerabilità idrogeologica del sito rispetto
alla situazione ante-operam.
1.4.3 Conformità al Piano Territoriale di Coordinamento
Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Ascoli Piceno, d'ora in poi denominato
P.T.C.P., nell'ambito delle funzioni previste dall'art. 20 del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267, dall'art. 12 della
legge regionale 5 agosto 1992, n. 34 e dall’art. 57 del D.Lgs.31 marzo 1998 n. 112, costituisce
strumento d’indirizzo e di riferimento per i piani territoriali, urbanistici e paesistico-ambientali che
s’intendono attuare a livello comunale o sovracomunale sul territorio provinciale.
L’assetto normativo del Piano vigente fa riferimento alla Variante adottata definitivamente con
Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 90 del 06.09.07.
L’elemento di maggior rilevanza nel PTCP, con riferimento al sito in esame, è rappresentato dalle
previsioni in materia di rischio di incidenti industriali.
A tal proposito, il PTCP riporta (Relazione Tecnica, pag. 31):
Le innovazioni apportate al P.T.C. in tale campo nascono dalla necessità di adeguarsi ad una serie di
adempimenti legislativi intervenuti successivamente all’approvazione del Piano Territoriale Provinciale,
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l’ultimo dei quali risulta essere la Legge Regionale n. 18 del 2004 “Norme relative al controllo del
pericolo di incidenti rilevanti decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 sul rischio industriale attuazione
della Direttiva 96/82/CE”.
“La valutazione del rischio in termini globali, ossia includendo tutti i possibili contributi derivanti
dall'inquinamento atmosferico (aria, acqua, suolo), tutti i possibili contributi dovuti ai fenomeni naturali
(es. sismi, rischi idrogeologico) e tutti i contributi derivanti dall'industria di processo in termini di eventi
catastrofici incontrollati è uno degli obiettivi di ogni piano territoriale sia comunale che provinciale che
regionale. L'integrazione dei vari contributi è infatti necessaria per la previsione e per la prevenzione di
danni catastrofici alle cose e alle persone oltre che, naturalmente, per la redazione di opportuni piani di
emergenza.
In quest'ottica la valutazione dei rischi di origine antropica, con specifico riferimento al rischio
industriale rilevante, è sicuramente prioritaria, anche in considerazione della crescente sensibilità
dell'opinione pubblica alle specifiche tematiche affrontate.
<omissis>
In conclusione, il Piano Territoriale di Coordinamento deve necessariamente riportare le aree di rischio
per le aree circostanti le industrie classificate a rischio rilevante presenti sul territorio della provincia di
Ascoli Piceno.”.
L’individuazione delle aree a rischio di incidente rilevante è riportata nella Tav. 8i del Sistema
Insediativo.
Il sito risulta specificatamente individuato e censito con la denominazione di “DEA TECH SIVA S.R.L.”
(come riportato sopra era la società che operava nel sito attualmente proprietà della Elantas Italia Srl)
ed è pertanto da ritenersi assoggettato alla conseguente normativa ai sensi del D.Lgs. n. 334 del
17.08.1999 (legge Seveso bis), compreso il controllo delle urbanizzazioni ai sensi del D.M. 09/05/2001,
art. 8.
Successivamente, con Deliberazione del Consiglio Provinciale n.29 del 16.07.2010 è stata adottata, ai
sensi della L.R.34/92, art.25, comma 2, lo schema della variante normativa comportante la modifica
dell'art.21 delle NTA del PTC vigente e dell'art.22 delle NTA del PTC adottato definitivamente con
D.C.P. n. 90 del 06.09.07 relativamente ai "valori naturalistico-vegetazionali” nelle aree agricole"; le
modifiche introdotte non riguardano l’area d’intervento.
1.4.4 Conformità allo Strumento urbanistico Locale (Piano generale del Piceno Consib)
Con Delibera n. 99 del 30/09/2009 la Giunta del Comune di Ascoli Piceno ha dato avvio alle procedure
di concertazione per la progettazione del nuovo Piano Regolatore Generale della città in adeguamento
al Piano Paesistico Ambientale Regionale; ad oggi il nuovo strumento urbanistico non risulta
formalmente adottato.
Nell’area di interesse le previsioni urbanistiche sono pertanto definite dalla Variante al Piano
Regolatore delle Aree Produttive dell’agglomerato di Ascoli Piceno , Maltignano approvata con
Deliberazione di Consiglio Generale del Consorzio Industriale del Piceno n. 10/CG/05 del 31/03/2005,
ai sensi della quale l’area di interesse assume la destinazione urbanistica corrispondente alla Zona
Territoriale Omogenea Zona 1 produttiva , disciplinata dall’art. 3 delle NTA della Variante al PRG.
Le Norme Tecniche di Attuazione della Variante Generale al Piano Regolatore delle Aree Produttive
delle Valli del Tronto, dell’Aso e Consorzio per la Industrializzazione del Tesino, comprese nei territori
dei Comuni di Ascoli Piceno, di Maltignano, annullano e sostituiscono ogni precedente Regolamento
Edilizio Speciale e Norme Tecniche di Attuazione dei Piani Territoriali di Coordinamento del Consorzio
stesso, approvati con D.P.G.R. n. 5040 del 10/7/1986 e con Atto n. 246 del 18/5/1998 della Giunta
Provinciale di Ascoli Piceno (art. 20 NTA).
Ai sensi dell’art. 3 delle NTA, le Zone 1 Produttive riguardano: “le aree destinate alla realizzazione di
insediamenti con destinazione produttiva a carattere industriale di ogni tipo, a carattere artigianale di
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ogni tipo, (compresi quelli industriali e artigianali, per ditte singole ed associate di autotrasporto e per
ditte del settore edile), depositi di ogni tipo, impianti per la vendita all’ingrosso e di supporto alla
vendita.
Comprende inoltre le aree di localizzazione dei beni immobili destinati prevalentemente alla produzione
ed in via subordinata allo scambio dei soli beni e servizi prodotti dall’azienda.”
Pertanto l’area di intervento, già insediata, rispetta le destinazioni urbanistiche così come individuate
all’art. 3 delle NTA.
L’intervento, che non prevede nuovi volumi o interventi edilizi, risulta inoltre conforme alle norme
specifiche di cui allo stesso articolo ed alle norme generali del PRG.
All’interno del citato art. 3 delle NTA viene anche riportato che l’altezza dei volumi tecnici connessi con
l’impiantistica degli edifici, ad esempio i nuovi serbatoi, non deve essere considerata nel computo
dell’altezza massima da rispettare per il complesso dei corpi di fabbrica.
Il lotto confina a sud con l’ambito urbanistico di pertinenza del Fiume Tronto, catalogato dallo
Strumento come Zona 7 - Verde di rispetto – Ambiti di tutela integrale dei corsi d’acqua, in recepimento
dei vincoli di cui all’art. 29 delle NTA del PPAR e del D.M. 431/85, regolato dall’art. 10 delle NTA della
Variante al Piano.
1.4.5 Conformità al Piano di Tutela delle Acque
L'Assemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela delle Acque
(PTA) con delibera DACR n.145 del 26/01/2010, successivamente modificato con DGR n. 1283/2012
del 10/09/2012.
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche rappresenta lo strumento di pianificazione
regionale finalizzato a conseguire gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa vigente e a tutelare,
attraverso un impianto normativo, l’intero sistema idrico sia superficiale che sotterraneo.
Il Piano è costituito da 4 sezioni:
Attualmente lo stabilimento Elantas Italia Srl di Ascoli Piceno possiede una sola linea di scarichi idrici
nella quale confluiscono le acque reflue domestiche, le acque di pioggia e le acque industriali (queste
ultime hanno volumi estremamente ridotti).
Le modifiche proposte prevedono la separazione della rete fognaria interna tra le tre tipologie di
scarichi idrici appena decritti (rimane un unico scarico S1 in fognatura consortile in quanto il Piceno
Consind non ha ancora provveduto a realizzarne ulteriori) e la regimazione delle acque di prima
pioggia
Le acque reflue domestiche, caratterizzate dai prodotti dei metabolismo umano e materiali di rifiuto
vario (carta igienica, saponi, detergenti), vengono scaricate in condotta consortile Piceno Consind (S1).
e le stesse acque sono misurate tramite un misuratore di portata. In azienda non sono presenti fosse
Imhoff o pozzi a dispersione.
Le acque reflue industriali dell’insediamento sono destinate alla rete fognaria consortile (S1).
1.4.6 Conformità al Piano per il Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria Ambiente
Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato con D.A.C.R. n. 143 del 12/01/20110 il Piano
Regionale per il Risanamento e Mantenimento della qualità dell’aria ambiente, che distingue i comuni
in due classi:
• classe/zona A: comuni in cui i livelli di uno o più inquinanti eccedono il valore limite di legge
• classe/zona B: comuni in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non
comportare il rischio di superamento degli stessi
DACR 143/2010 ricomprende il Comune di Ascoli Piceno in zona A in cui è concreto il rischio di
superamento dei valori limite e delle soglie di allarme degli inquinanti in atmosfera (PM10 e NO2).
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GIUNTA REGIONALE
Come riferimento per il valore di qualità dell’aria del Comune di Ascoli Piceno è stata presa la
centralina “Monticelli” situata in località velodromo. La Provincia mette a disposizione i dati monitorati
giornalieri, relativi al 2012 per quanto riguarda le PM10, e relativi al 2011 per quanto riguarda gli NO2.
Dalle simulazioni fatte con metodi previsionali e riportate nel Quadro di Riferimento Ambientale, risulta
che la ricaduta massima in atmosfera di PM10 derivante dall’impianto Elantas nello stato post sarà pari
a 2,3 µg/mc come media annuale e 7,5 µg/mc come valore massimo giornaliero.
I valori di riferimento di qualità dell’aria registrati nella centralina di Monticelli, Ascoli Piceno, sono pari a
22,52 µg/mc, come valore medio annuale, e 69,49 µg/mc come valore massimo giornaliero.
Sulla base dei dati a disposizione si può affermare che l’impianto Elantas influisce in minima parte sul
rischio di superamento del valore limite medio annuo dei PM10, perché il suo contributo non sembra
compromettere il valore di qualità dell’aria che è lontano dal limite. Per quanto riguarda il limite
giornaliero il contributo massimo dell’Elantas è meno del 15% ma si va a sommare a una situazione
che, almeno in corrispondenza della centralina di riferimento, risulta già compromessa.
Per quanto riguarda gli NO2 si può dire che dalle simulazioni fatte con metodi previsionali risulta che la
ricaduta massima in atmosfera derivante dall’impianto Elantas nello stato post sarà pari a 2,9 µg/mc
come media annuale e 53,0 µg/mc come valore massimo orario.
I valori di riferimento di qualità dell’aria registrati nella centralina di Monticelli, Ascoli Piceno, sono pari a
24,15 µg/mc, come valore medio annuale, non è invece esplicitato il dato orario.
Sulla base dei dati a disposizione si può affermare che l’impianto Elantas influisce in modo non
significativo sul rischio di superamento del valore limite medio annuo degli NO2, perché il suo
contributo è minimo e il valore di qualità dell’aria è lontano dal limite. Nulla si può dire invece per
quanto riguarda il limite giornaliero.
1.4.7 Conformità del progetto ai Piano provinciale e regionale di Gestione dei Rifiuti
Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, valuta inizialmente lo stato esistente, inteso come produzione,
trattamento e smaltimento relativamente al territorio provinciale. Successivamente individua gli obiettivi
da raggiungere, l’impiantistica necessaria, l’organizzazione del sistema di raccolta, le politiche di
riduzione della produzione di rifiuti, l’Osservatorio provinciale sui rifiuti e le strategie di comunicazione.
L’argomento della localizzazione degli impianti è affrontato in un capitolo a parte, dove sono individuati
i criteri localizzativi dell’impiantistica provinciale inclusa l’individuazione delle zone idonee e non idonee
all’ubicazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti. I Piani non si ritengono quindi applicabili, ad
eccezione delle buone norme di gestione dei rifiuti prodotti, sia in fase di cantiere che in fase di
esercizio, nel rispetto della normativa vigente.
1.4.8 Direttiva Seveso
Lo stabilimento Elantas Italia S.r.l. detiene al suo interno sostanze classificate pericolose ai sensi del
D.Lgs. 334/99, come modificato dal D.Lgs. 238/05, in quantitativi superiori ai valori di soglia indicati
nelle colonne 2 e 3 dello stesso decreto.
In relazione a quanto sopra, lo stabilimento rientra tra le attività soggette a rischio di incidente rilevante
ed in particolare negli obblighi di cui all’art. 8 del D.Lgs. 334/99 per la presenza di sostanze classificate
tossiche e pericolose per l’ambiente.
Di conseguenza lo stabilimento Elantas Italia si è dotato di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai
sensi del D.M. 9 agosto 2000 e ha sviluppato un Rapporto di Sicurezza al fine di conoscere e gestire i
rischi esistenti connessi alla presenza di sostanze pericolose.
Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi massimi delle sostanze rientranti tra quelle indicate
nell’Allegato I al D.Lgs. 334/99 e s.m.i. che possono essere presenti nello stabilimento e che
determinano l’assoggettabilità dell’azienda al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.
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GIUNTA REGIONALE
Classificazione sostanza ai sensi del
D.Lgs. 334/99 e s.m.i.
Quantità max.
presente in
stabilimento
(t)
Allegato A - Parte 1
2,4 Diisocianato di toluene (TDI)
Soglie di riferimento
(t)
Obbligo
Art.6
Art.8
20
10
100
Art.6
Allegato A - Parte 1
Metanolo
0,14
500
5000
Art.5
Allegato A- Parte 2
Cat.2- Tossiche
2374
50
200
Art.8
Allegato A- Parte 2
Cat.6 - Sostanze infiammabili
2249
5000
50000
Art.5
Allegato A- Parte 2
Cat.7b- Sostanze facilmente infiammabili
31,2
5000
50000
Art.5
Allegato A - Parte 2
Cat.9i- Sostanze pericolose per l’ambiente
con frase R50 (inclusa la frase R50/53)
40,2
100
200
Art.5
Allegato A - Parte 2
Cat.9ii- Sostanze pericolose per l’ambiente
717
200
500
Art.5
Le prescrizioni ai fini della sicurezza e della prevenzione dei rischi di incidente rilevante ai sensi dell’art.
8 del D.lgs 334/99 presenti nel Decreto del Dirigente della Posizione di Funzione Valutazioni ed
Autorizzazioni Ambientali n. 17/VAA del 13/02/2012 sono state tutte completate.
La istruttoria per la modifica del Comitato Tecnico Regionale (n. 578 del 27/01/2014) si è conclusa
favorevolmente., subordinatamente all’attuazione delle seguenti prescrizioni:
N.
Tipo
Descrizione della prescrizione
Scadenza
1
Prescrizione
gestionale
Intervallo di test a cadenza almeno
semestrale per gli strumenti critici
30/04/2014
2
Prescrizione
tecnica
Implementazione di uno switch di
altissima temperatura per il reattore R4
30/04/2014
3
Prescrizione
tecnica
Implementazione del sistema overfilling
sulle linee di confezionamento
30/04/2014
4
Prescrizione
tecnica
Realizzazione “fire- proofing” su rack
pompe bacino M
30/04/2014
5
Prescrizione
gestionale
Il personale che potrà essere soggetto
ad esposizione accidentale di rilasci di
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sostanze tossiche dovrà essere dotato
di idonei D.P.I. e specificatamente
formato sull’uso degli stessi e sulle
procedure d’emergenza previste
1.4.9 Regolamento Reach
Elantas Italia Srl adempie a tutti gli obblighi previsti dal Regolamento (CE) n. 1907/2006 e successive
modifiche ed integrazioni.
Nel 2008 l’azienda ha pre-registrato tutte le sostanze importate e tutti i monomeri utilizzati nella
produzione dei suoi polimeri. Alcune sostanze sono poi state registrate nel 2010, mentre per altre se
ne prevede la registrazione nel 2018.
Nel 2010, inoltre, sono state notificate le sostanze classificate importate e non ancora registrate.
Attualmente Elantas Italia Srl utilizza 2 sostanze classificate come SVHC; tuttavia essa è impegnata
con l’obiettivo di trovare prodotti alternativi che possano andare a sostituire quei prodotti oggi in uso
che hanno preponderanti caratteristiche di pericolosità per la salute e/o per l’ambiente.
Inoltre, le SDS prodotte dall’azienda per i suoi prodotti finiti sono aggiornate e conformi al regolamento
REACH.
1.4.10 Rete Natura 2000
Dall’analisi della cartografia disponibile in rete nel sito
http://webgis.regione.marche.it/Natura2000/viewer.htm, risulta che l’area in oggetto non è interessata,
né direttamente, né nelle aree limitrofe, da siti PSIC o ZPS.
L’intervento è quindi conforme alle prescrizioni della Rete Natura 2000.
Per quanto riguarda il rapporto con la Rete Ecologica Marche l’area rientra nella Unità Ecologica
Funzionale PI “Fondovalle del Tronto tra Ascoli Piceno e San Benedetto”, caratterizzata localmente
dalla presenza del sistema di connessione del Fiume Tronto.
1.4.11 Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004
Il D.Lgs 42/2004, noto come Codice dei beni culturali e del paesaggio, individua i concetti di beni
culturali e di beni paesaggistici per i quali viene definita una precisa linea di procedura da seguire per
gli interventi che li interessano, seguendo le valutazioni e i pareri forniti dall’autorità ministeriale
competente.
Nel caso in cui il progetto interessi direttamente o indirettamente un bene culturale o paesaggistico, va
coinvolta l’autorità competente per l’espressione del parere di merito.
Sulla base cartografica in scala 1:25.000, a copertura dell’intero territorio regionale, all’entrata in vigore
della legge 431/85 sono state rappresentate con retinature di diverso colore le aree oggetto di tutela
paesistica.
Il Fiume Tronto scorre a sud del lotto che identifica l’area di intervento, ad una distanza di c.a. m. 120,
pertanto la fascia di rispetto di 150 metri dal corso d’acqua, area tutelata per legge ai sensi dell’art. 142
comma 1, lett. c, interessa parte del lotto della Elantas Italia Srl, e tutte le aree direttamente coinvolte
nell’intervento in progetto.
In merito alla conformità paesaggistica, tuttavia, va rilevato che l’art. 142 comma 2 del Codice recita:
“2. La disposizione di cui al comma 1, lettere a), b), c), d), e), g), h), l), m), non si applica alle aree
che alla data del 6 settembre 1985:
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a) erano delimitate negli strumenti urbanistici , ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444,
come zone territoriali omogenee A e B;
b) erano delimitate negli strumenti urbanistici ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444,
come zone territoriali omogenee diverse dalle zone A e B, limitatamente alle parti di esse ricomprese in
piani pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano state concretamente
realizzate;
c) nei Comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai sensi dell'articolo
18 della legge 22 ottobre 1971, n. 865.”
Il caso in esame ricade nell’ambito di applicazione dell’art. 142, comma 2, lett. b), in quanto
l’insediamento nel sito è antecedente alla data del 6 settembre 1985 e l’area è stata già individuata
nelle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. (Vd. “GEN.05 Certificato di assetto territoriale”).
Pertanto, le disposizioni di cui all’art. 142 comma 1, lett. c) del D.Lgs. 42/2004 si ritengono non
applicabili escludendo l’obbligo di assoggettamento all’ autorizzazione paesaggistica.
1.5 Valutazione in merito al quadro programmatico
In relazione ai piani/leggi verificati quali:
il Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR) - Regione Marche
il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Tronto (Bacino
Interregionale)
il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) - Provincia di Ascoli Piceno
il Piano di Tutela delle Acque - Regione Marche
i Piani Provinciale e Regionale di Gestione dei Rifiuti
il rapporto con il sistema delle Aree Protette
il Piano Regolatore Generale (PRG) di Ascoli Piceno
il Piano di Zonizzazione Acustica del comune di Ascoli Piceno
il Piano Regionale per il Risanamento e Mantenimento della qualità dell’aria ambiente la
direttiva Seveso (D.Lgs. n. 334 del 17/08/1999)
il codice dei beni culturali e del paesaggio (Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004)
il Regolamento REACH (Regolamento (CE) n. 1907/2006)
si evince che:
1. Il progetto ricade nelle seguenti aree identificate dal PPAR:
Localizzazione
Dettaglio
a - ambito di tutela relativo
Patrimonio
ad una categoria costitutiva
storico-culturale
del paesaggio;
Infrastrutture
b - sottosistema territoriale maggiore
denominato A, B, C e V;
intensità
traffico (V)
rif. tav.
Note
tav. 10 –
tav. 17
- aree centuriate
tav. 7
- Aree di alta percettività
visiva: ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore
intensità di traffico aree “V”
a
di
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Localizzazione
Dettaglio
c - località interessata da
Sottosistema
presenze segnalate da uno o
storico-culturale
più sottosistemi tematici
2.
3.
4.
5.
6.
7.
rif. tav.
Note
tav. 10 – - strade consolari (Salaria)
tav. 17
- aree centuriate
Il progetto, tuttavia, non si pone in contrasto con il PPAR in quanto l’intervento si effettuerà in
un’area già ampiamente antropizzata e industrializzata senza realizzazione di nuovi volumi
edificati, non sono previsti movimenti di terreno in aree non insediate e l’intervento non
interesserà la strada consolare.
econdo il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Tronto l’insediamento
è ubicato in zona Area a rischio esondazione - E3 a classe di rischio elevato, come individuato
nella Tav. n. 8 Carta territoriale delle aree sondabili (scala 1:100.000) e più dettagliatamente
cartografato nella Carte del dissesto e delle aree esondabili (Tavv. nn. 9/02 - scala 1:25.000 - e
10/15 – scala 1:10.000). Il progetto di risanamento dell’alveo del fiume Tronto prevede che al
termine dei lavori di mitigazione del rischio idraulico l’area sia riclassificata come Area a rischio
esondazione – E2, a classe di rischio medio.
È stata redatta da parte del Gestore, una specifica relazione tecnica di verifica, finalizzata ad
attestare la compatibilità dell’intervento con il livello di rischio dell’area, in conformità con quanto
previsto ai sensi dell’art. 11, comma 3 del PAI del Bacino Interregionale del Tronto (allegato
“GEN.06 Relazione di verifica tecnica compatibilità PAI” e allegato “GEN.14 Addendum
Relazione tecnica di compatibilità idraulica”).
Per quanto sopra esplicitato, è da ritenere che il progetto proposto sia ammissibile ai sensi
dell’art. 11 delle NA del PAI del fiume Tronto con le prescrizioni riportate nel Quadro
Prescrittivo “Prescrizioni VIA/AIA”; ed inoltre tali mitigazioni diminuiranno la vulnerabilità
idrogeologica del sito industriale rispetto alla situazione ante-operam;
L’elemento di maggior rilevanza nel PTCP, con riferimento al sito in esame, è rappresentato
dalle previsioni in materia di rischio di incidenti industriali. Il sito risulta specificatamente
individuato e censito con la denominazione di “DEA TECH SIVA S.R.L.” (era la società che
operava nel sito attualmente proprietà della Elantas Italia Srl) ed è pertanto da ritenersi
assoggettato alla conseguente normativa ai sensi del D.Lgs. n. 334 del 17.08.1999 (legge
Seveso bis), compreso il controllo delle urbanizzazioni ai sensi del D.M. 09/05/2001, art. 8. Lo
stabilimento Elantas Italia si è dotato di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi del
D.M. 9 agosto 2000 e ha sviluppato un Rapporto di Sicurezza di cui ha recentemente
presentato l’aggiornamento; la relativa istruttoria si è conclusa favorevolmente,
subordinatamente all’attuazione di alcune prescrizioni. L’intervento dal punto di vista di
sostenibilità risulta pertanto essere conforme alle prescrizioni del PTC.
L’impianto della ditta Elantas Italia Srl, così come modificato a seguito delle nuove installazioni,
è conforme alle prescrizioni del Piano di Tutela delle Acque relative alla raccolta e al
trattamento delle acque di pioggia.
Il Piano Rifiuti non si ritiene applicabile, ad eccezione delle buone norme di gestione dei rifiuti
prodotti, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, nel rispetto della normativa vigente.
L’area in oggetto non è interessata, né direttamente, né nelle aree limitrofe, da siti della Rete
Natura 2000 (SIC e/o ZPS, anche solo proposti) e pertanto l’intervento non è soggetto a verifica
ai sensi delle normativa richiamata in materia di conservazione della natura.
L’area di intervento, già insediata, rispetta le destinazioni urbanistiche così come individuate
all’art. 3 delle NTA della Variante al Piano Regolatore delle Aree Produttive dell’agglomerato di
Ascoli Piceno, Maltignano approvata con Deliberazione di Consiglio Generale del Consorzio
Industriale del Piceno n. 10/CG/05 del 31/03/2005, ai sensi della quale l’area di interesse
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assume la destinazione urbanistica corrispondente alla Zona Territoriale Omogenea Zona 1
produttiva. L’intervento, che non prevede nuovi volumi o interventi edilizi, risulta inoltre
conforme alle norme specifiche di cui allo stesso articolo ed alle norme generali del PRG.
8. Il Comune di Ascoli Piceno ha approvato il “Piano di zonizzazione acustica”, ai sensi dell’art. 6,
comma 1, lettera a) della legge Quadro n. 447 del 26/10/95, con Deliberazione del Consiglio
Comunale n. 11 del 21/2/2006; in base al quale l’azienda rientra in classe VI “aree
esclusivamente industriali”.
9. Il Comune di Ascoli Piceno rientra in zona A in cui è concreto il rischio di superamento dei valori
limite e delle soglie di allarme degli inquinanti in atmosfera (PM10 e NO2). Sulla base dei dati
disponibili si può affermare che l’impianto Elantas non influisce significativamente sul rischio di
superamento dei valori limite in quanto il suo contributo è accettabile.
10. Lo stabilimento rientra tra le attività soggette a rischio di incidente rilevante ed in particolare
negli obblighi di cui all’art. 8 del D.Lgs. 334/99 per la presenza di sostanze classificate tossiche
e pericolose per l’ambiente. Di conseguenza lo stabilimento Elantas Italia si è dotato di un
Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi del D.M. 9 agosto 2000 e ha sviluppato un
Rapporto di Sicurezza al fine di conoscere e gestire i rischi esistenti connessi alla presenza di
sostanze pericolose. Elantas Italia Srl ha presentato il primo aggiornamento quinquennale del
Rapporto di Sicurezza al CTR Regionale e la relativa istruttoria si è conclusa favorevolmente,
subordinatamente all’attuazione di alcune prescrizioni.
11. L’area di intervento si trova ad una distanza di c.a. 120 m dal Fiume Tronto, pertanto la fascia di
rispetto di 150 metri dal corso d’acqua, area tutelata per legge ai sensi dell’art. 142 comma 1,
lett. c, interessa parte del lotto della Elantas Italia Srl, e tutte le aree direttamente coinvolte
nell’intervento in progetto. Il caso in esame, tuttavia, ricade nell’ambito di applicazione dell’art.
142, comma 2, lett. b), in quanto l’insediamento nel sito è antecedente alla data del 6 settembre
1985 e l’area già individuata nelle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. Pertanto, le
disposizioni di cui all’art. 142 comma 1, lett. c) del D.Lgs. 42/2004 si ritengono non applicabili,
escludendo l’obbligo di assoggettamento ad autorizzazione paesaggistica.
12. L’azienda adempie a tutti gli obblighi previsti dal Regolamento REACH.
Considerata, inoltre l’elevata antropizzazione del territorio e la vicinanza a infrastrutture viarie di
importanza statale, che potranno agevolare i trasporti gravando solo in misura ridotta sulla viabilità
locale, il progetto in studio presenta i presupposti per poter essere inserito in maniera coerente nel
contesto urbano anche in un’ottica di sviluppo sostenibile.
I risultati ottenuti dal perseguimento dell’attività produttiva potranno avere effetti su larga scala sia in
campo socio-economico, grazie alla possibilità di realizzare un ulteriore nuovo law out dell’ impianto
che in campo ambientale.
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2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE IN RELAZIONE ALL’IMPIANTO DA AUTORIZZARE
COMPRESO DELLE MODIFICHE NON SOSTANZIALI COMUNICATE DAL GESTORE
2.1 Alternative al sito e scelta della località
L’aumento delle aree dedicate agli stoccaggi delle materie prime ed il potenziamento delle attività del
laboratorio di Ricerca & Sviluppo sono inscindibilmente connessi ai cicli produttivi dell’azienda già
esistenti, pertanto l'unico sito possibile è quello in Zona Industriale Campolungo 35 dove ha già sede
l'azienda per quanto riguarda le modifiche relative al laboratorio Ricerca & Sviluppo e quello
immediatamente adiacente (capannone e relativa area esterna censito al N.C.E.U. di Ascoli Piceno al
foglio 85, part. 271 sub.1 di ex-proprietà della Samp SpA) per quanto riguarda le aree dedicate allo
stoccaggio delle materie prime.
Prima di proporre le modifiche oggetto della presente procedura di Valutazione di Impatto Ambientale,
l’azienda ha valutato tutte le possibili soluzioni progettuali ed impiantistiche ed ha ritenuto che quelle
proposte in questo documento siano le migliori, in termini di fattibilità, efficacia ed efficienza.
2.2 Opzione zero
L’opzione zero corrisponde alla non realizzazione delle modifiche proposte: l’attività dell’azienda
proseguirebbe secondo quanto fatto finora, senza la possibilità di perseguire una riduzione dell’impatto
ambientale della Elantas Italia S.r.l.
Le modifiche proposte, infatti, consentiranno un’ottimizzazione dell’attività produttiva e la possibilità di
dedicare ancora maggiore attenzione alla ricerca dell’innovazione.
2.3 Indicazione di infrastrutture a servizio e complementari
L’area, inoltre è caratterizzata da un denso insediamento produttivo di tipo prevalentemente industriale
con assenza di insediamenti civili residenziali.
Lo stabilimento confina a Nord con la viabilità pubblica di comparto ed è ben collegato, soprattutto per
la vicinanza con importanti vie di scorrimento come il Raccordo Autostradale Ascoli Porto, la SP1, la
Via Salaria e la strada antistante la lottizzazione via Mutilati ed Invalidi del Lavoro .
2.4 Indicazione dei tempi di attuazione dell’intervento
Ipotizzando l’ottenimento delle autorizzazioni per maggio 2014, il cronoprogramma di massima
delle attività è il seguente:
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2.5 Dismissione impianto
Sulla base delle strutture che si andranno a realizzare si può ipotizzare per l’impianto una durata
presunta di 50 anni senza necessità di interventi di manutenzione straordinaria, mentre per le
opere infrastrutturali in cemento armato (es. stabile) una vita presunta di cento anni.
Una volta raggiunta la fine vita dell’impianto e delle strutture accessorie in esso presenti, si procederà
alla bonifica dello stesso, in special modo delle sue parti a diretto contatto con i prodotti chimici e le
materie prime in stoccaggio (serbatoi, contenitori vari, pompe per il trasferimento e apparecchiature
produttive) ed allo smantellamento delle opere strutturali nei casi in cui ciò non comporti la demolizione
della struttura fondale.
La procedura prevede operativamente le seguenti fasi:
Strutture fuori terra
la copertura dello stabilimento verrà smontata e i materiali di risulta inviati preferibilmente a
recupero;
svuotamento e bonifica delle apparecchiature: pompe, strumentazioni varie;
le attrezzature e i macchinari, se non più funzionanti, verranno smontati e i materiali di risulta
gestiti come rifiuti, inviati preferibilmente a recupero oppure verranno valorizzati e venduti;
bonifica e rimozione dei serbatoi fuori terra (a seconda del loro stato saranno venduti oppure
smaltiti come rifiuto ferroso secondo la normativa vigente);
rimozione e pulizia del materiale vario presente all’interno degli immobili.
Bonifica/demolizione tubazioni / linee fuori terra
la pavimentazione interna dello stabilimento verrà ispezionata alla ricerca di eventuali fessure o
danneggiamenti
eventuale liquido ancora presente all’interno delle tubazioni verrà aspirato in mezzo autorizzato
e successivamente inviato al trattamento in un impianto autorizzato secondo la vigente
normativa in materia di rifiuti;
successivamente si procederà al lavaggio completo delle tubazioni con l’utilizzo di prodotti
sgrassanti;
l’acqua di lavaggio verrà aspirata in mezzi autorizzati, campionata, classificata e inviata a
impianto di trattamento autorizzato nel pieno rispetto della vigente normativa in materia di rifiuti;
le tubazioni fuori terra e i serbatoi verranno quindi smantellate e inviate al recupero secondo la
normativa vigente.
Opere elettromeccaniche e impianti elettrici di servizio
Le opere elettromeccaniche e gli impianti elettrici di servizio verranno smontati, se possibile
recuperati, altrimenti saranno smembrati con separazione dei componenti recuperabili e
gestione del resto come rifiuto, tramite invio a ditte autorizzate.
Una volta terminate le opere di bonifica e di smantellamento/demolizione, il sito verrà verificato per
escludere eventi di contaminazione occorsi e non individuati in precedenza. Il piano di indagine a fine
impianto dovrà essere progettato e condiviso con gli enti di controllo, durante la fase di dismissione
dell’impianto. Esso comprenderà la caratterizzazione delle matrici terreno e acqua sotterranea tramite
un numero congruo, in rapporto alla dimensione dell’impianto, di punti di indagine, di campioni e di
analitici da ricercare. Se del caso dovranno essere messe in atto opere di bonifica per ripristinare le
originali condizioni del sito e per permettere un riuso dello stesso per ogni attività che vorrà essere
implementata. Tali attività saranno decise in accordo con quanto previsto dal Piano Regolatore vigente.
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La normativa vigente per quanto riguarda la norma da applicare in materia di siti inquinati è la
seguente:
NUMERO
D.Lgs. n. 152*
del 03.04.2006
TITOLO
ARTICOLI
SINTESI
“Norme in
materia
ambientale”
PARTE
QUARTA
TITOLO V:
Bonifica di siti
contaminati
Tale decreto contiene il regolamento recante i
criteri, le procedure e le modalità per la
messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino
ambientale dei siti inquinati.
*Il D.Lgs. interviene fissando i limiti di accettabilità della contaminazione per i suoli, i sottosuoli e le acque
sotterranee; definendo le procedure per il prelievo e l’analisi dei campioni, i criteri generali per l’esecuzione
dell’analisi di rischio e degli interventi di bonifica ed il relativo iter amministrativo per l’esecuzione e l’approvazione
dei progetti.
Individuazioni delle possibili sorgenti di contaminazione
Al fine di contenere eventuali fuoriuscite accidentali derivanti da rotture o altri eventi accidentali,
l’azienda ha predisposto una serie di misure finalizzate alla prevenzione delle possibili cause generanti
eventuali stati di inquinamento della matrice suolo e sottosuolo:
pavimentazione industriale nei reparti;
bacini di contenimento posti al di sotto di ogni serbatoio di stoccaggio delle materie prime
liquide; ognuno di essi ha una profondità di almeno 2 metri;
bacini di raccolta nell’area di deposito temporaneo dei rifiuti, specifici per il contenimento delle
sostanze chimiche
aree di deposito temporaneo dei rifiuti opportunamente protette da acque meteoriche
2.6 I flussi di processo
2.6.1 Stato Ante
Si riporta di seguito una breve descrizione delle attività della ELANTAS Italia S.r.l. impianto di Ascoli
Piceno, ad oggi, così come autorizzate con Decreto n. 17/VAA del 13/02/2012 e come
successivamente comunicate.
In particolare successivamente all’ottenimento dell’autorizzazione del 2012 sono stati realizzati gli
interventi ivi identificati come modifiche all’impianto (installazione di un piccolo impianto pilota da
laboratorio, realizzazione di un impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili, ampliamento
dell’impianto fotovoltaico) ed è stata sostituita la caldaia BONO Energia, collegata all’emissione E36,
con una nuova caldaia ROTOGI mod. PT5000E così come comunicato dall’azienda come modifica non
sostanziale in data 29/07/2013.
Inoltre, per l’impianto pilota presente come modifica nell’autorizzazione del 2012 era prevista una
durata di funzionamento di un anno; la sperimentazione è terminata e l’impianto è attualmente fermo,
in attesa di nuove indicazioni dalla casa madre.
Lo stabilimento possiede attualmente CINQUE linee di produzione che funzionano in modo “batch”
(processo di tipo discontinuo).
.1 Le prime tre linee sono costituite essenzialmente da:
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un reattore ove avviene il processo principale di formazione della resina a cui è collegata
solidalmente una colonna di rettificazione e un condensatore;
un dissolutore (diluitore) ove si completa la fase di formazione del prodotto ottenendo un
semilavorato che può essere stoccato nei serbatoi per essere successivamente rilavorato
oppure diluito direttamente nel dissolutore per ottenere la vernice;
un miscelatore (Lenart n°x) ove vengono diluiti e miscelati i vari semilavorati al fine di realizzare
il prodotto finito secondo le necessità commerciali di viscosità, colore, fluidità, ecc.;
La linea quattro è costituita da:
un reattore da circa 30 m3
un condensatore di abbattimento vapori
un miscelatore
La linea cinque (fabbricazione resine fenoliche) è costituita da:
un reattore di circa 3,5 m3 termostatabile con olio diatermico fino a 250°C, ove avviene il
processo principale di formazione della resina a cui è collegata solidalmente una colonna di
rettifica e un condensatore;
un dissolutore di circa 6 m3 (diluitore) raffreddabile con acqua e scaldabile con vapore a 8 bar
fino a 180°C, ove si completa la fase di formazione del prodotto, ottenendo un semilavorato
che può essere stoccato nei serbatoi per essere successivamente rilavorato oppure inviato ad
una stazione di confezionamento (fusti o ibc) locale.
Le lavorazioni che vengono eseguite con tale linea di produzione avviene attraverso l’introduzione di
materie prime sia solide (MPS) che liquide (MPL) sfruttando i circuiti di distribuzione già usati per le
altre linee di produzione, si procede quindi al collegamento degli attuali circuiti di stoccaggio e
distribuzione delle materie prime alla linea di produzione.
Il processo di produzione della linea interessa nella maggior parte dei casi il miscelatore senza dover
far ricorso al reattore che sarà utilizzato occasionalmente nelle prove di nuove formulazioni;
quest’ultime prevedono l’utilizzo del reattore per le reazioni di base e la colonna di distillazione,
asservita al reattore stesso, per la rettifica degli intermedi. La base così ottenuta viene inviata ad un
dissolutore dove, attraverso l’aggiunta di solventi e/o additivi, avviene la preparazione finale del
semilavorato inviato ad una cisterna di stoccaggio esistente.
Le lavorazioni di preparazione delle resine fenoliche, prevedono l’utilizzo solo del diluitore: a
lavorazione ultimata il prodotto potrà essere inviato ad una cisterna di stoccaggio o confezionato in
loco previa filtrazione.
In tutte le fasi del processo produttivo i parametri (Temperatura, Pressione e Viscosità) saranno
controllati, in maniera remota, tramite un sistema computerizzato di supervisione e controllo del
processo produttivo.
Tutte le deviazioni dei parametri di processo vengono segnalate dai sensori posti sugli impianti di
processo che provvederanno a mettere in sicurezza l’impianto secondo procedure automatiche di
emergenza e ad avvertire, mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con
sirene di allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica) i capiturno, affinché
possano applicare tutte le procedure di emergenza previste.
La durata dei processi di reazione e diluizione varia dalle 24 alle 36 ore.
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La fase di miscelazione può durare sino a 12 ore.
Il prodotto finito viene confezionato in autobotti o in contenitori metallici trasportabili che vanno da
capacità di 200 litri fino a 1.000 litri.
Fabbricazione Poliesteri (PO) (linea 1,linea2, linea3)
Partendo da biacidi (ISO ftalico, tereftalico, adipico, o similari) e/o anidride (ftalica) e/o monoacidi
(benzoico) più dioli (glicole etilenico, glicole propilenico o similari) e/o trioli (glicerina, trimetilolpropano,
o similari), in presenza di catalizzatori (zinco acetato, titanato butil monomero o similari), si conduce
una reazione di esterificazione fino ad acidità e a viscosità prestabilita.
La reazione viene gestita da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo
produttivo che, dopo la fase di caricamento delle materie prime, provvederà ad innalzare la
temperatura portandola, in due ore, a 150°C e ad avviare l’agitazione.
Inizierà così la reazione di esterificazione con produzione di acqua di risulta che trascina con sé anche
parte di reagente (glicole). Nella colonna di rettifica verrà separata l’acqua dal glicole. Quest’ultimo
rientrerà attraverso la parte bassa della colonna nel reattore, mentre l’acqua condenserà nel
condensatore orizzontale.
L’acqua verrà allontanata automaticamente e, attraverso un circuito chiuso, stoccata prima in un
recipiente di raccolta e quindi in una cisterna, per poi essere inviata alla distruzione presso ditta
specializzata e autorizzata.
Si aumenterà quindi lentamente (per circa 5 ore) la temperatura fino a 200°C e si manterrà fino a
raggiungere il valore di acidità richiesto.
Si porterà quindi l’impianto sotto vuoto per favorire l’eliminazione del glicole etilenico e dell’acqua.
Verrà a questo scopo usata una pompa ad anello liquido.
Il poliestere così fabbricato verrà diluito con parte dei solventi e scaricato dal reattore nel diluitore
sottostante attraverso valvole e tubazioni fisse.
Nel Diluitore saranno quindi aggiunti i restanti solventi per la diluizione prelevandoli dalle cisterne di
stoccaggio attraverso tubazioni, pompe e serbatoi intermedi di pesatura.
Il prodotto così fabbricato viene raffreddato a 40/50°C e, tramite pompe e tubazioni, confezionato o
trasferito a serbatoi di stoccaggio temporaneo per essere rilavorato.
In tutte le fasi del processo produttivo i parametri di processo dovranno mantenersi all’interno di
opportuni intervalli. Qualsiasi deviazione di temperatura, pressione e densità verrà immediatamente
avvertita dai sensori posti sugli impianti di processo che provvederanno a mettere in sicurezza
l’impianto secondo procedure automatiche di emergenza e ad avvertire, mediante segnalazione visiva
(sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di allarme e tramite un sistema automatico di
messaggistica telefonica), i capiturno affinché possano applicare tutte le procedure di emergenza
previste.
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Diagramma 1: Processo produzione smalti poliestere
Fabbricazione Poliestere-Immide (PEI) (linea 1,linea2, linea3)
Partendo da biacidi (tereftalico, isaftalico, adipico) e/o diesteri (dimetiltereftalico) e anidridi (anidride
trimellitica) più dioli (glicole etilenico) e/o trioli, trisidrossietil e isocianurato (THEIC) in presenza di
catalizzatori (acetato di zinco, butiltitanato monomero) e di diammine si conduce una reazione di
esterificazione e immidizzazione.
Si riscaldano le materie prime caricate nel reattore a 135°C con agitazione, quindi si aggiungono a
porzioni ed a distanza di 3 ore circa, l’anidride trimellitica (TMA) e la diammina (isoforondiammina,
diamminodifenilmetano) aumentando e diminuendo la temperatura da 200°C a 145°C circa.
Si ottiene perciò la formazione dell’esterimmide. Terminate le aggiunte si mantiene la temperatura a
180-200°C fino a raggiungere il valore di acidità presunta. Si comincerà quindi a fare il vuoto per
allontanare l’acqua e il glicole etilenico non reagiti e per raggiungere la viscosità richiesta.
Si aggiunge quindi lo xilenolo e si scarica nel diluitore. Si raffredda a 100°C, si aggiungono i solventi e
si mantiene a 180°C per 5 ore.
Il prodotto così fabbricato viene raffreddato a 40/50°C e, tramite pompe e tubazioni, confezionato o
trasferito a serbatoi di stoccaggio temporaneo per essere rilavorato.
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Fabbricazione Poliammidi-Immidi (PAI) (linea4)
Si carica nel diluitore il N-metilpirrolidone (NMP) e l’anidride trimellitica (TMA). Sotto agitazione si porta
a 65-70°C fino a dissoluzione della TMA . Si raffredda fino a 40°C e si immette quindi l’acido formico.
Si carica lentamente l’MDI. Sotto raffreddamento si lascia a riposo per 9 ore con l’agitazione ridotta al
minimo. Dopo le 9 ore di stasi si aumenta quindi la temperatura lentamente fino a raggiungere il valore
richiesto di Viscosità.
In ogni step si verificherà il valore di Viscosità Vx.
Raggiunto il valore di Vx prestabilito si raffredda a 80°C diluendo con i solventi richiesti (xilolo, solvente
nafta , alcool benzilico, N-metilpirrolidone).
Il prodotto di risulta della reazione è esclusivamente anidride carbonica.Diagramma
2: Processo produzione poliammidi-immidi
impianto pilota da Laboratorio
La Ditta ha installato un piccolo impianto pilota da laboratorio che permetterà la necessaria
sperimentazione, della durata di un anno, finalizzata allo sviluppo del processo di preparazione in
maniera autonoma di una delle principali materie prime in uso nello stabilimento.
La sperimentazione ha consentito di ottimizzare i parametri di processo e di individuare il
catalizzatore con le migliori caratteristiche di resa e durata, necessarie per condurre vantaggiosamente
il processo di sintesi, al fine di ottenere una miscela finale di composizione voluta.
L’impianto si compone delle seguenti parti:
sistema di adduzione delle materie prime in ingresso;
reattori in serie termostatati ;
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sistema di recupero e raffreddamento prodotto di reazione;
strumenti di controllo di temperatura, pressione e portata gestiti da un PLC dedicato.
Vista la particolarità di tale sperimentazione, la Ditta ha richiesto per tale processo la privativa
industriale. ( nota del 15/07/2011, ns. prot. n. 517964 del 29/08/2011).
Impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili
La Ditta ha realizzato un impianto di cogenerazione automatizzato alimentato a olio vegetale, ad alta
efficienza elettrica e termica: l'impianto è costituito da un gruppo generatore con motore a ciclo Diesel
per la produzione di energia elettrica alla potenza stabilita e da un sistema di recupero termico che
utilizza come fluidi termo vettori l'acqua motore e i gas di scarico.
Il nuovo impianto di cogenerazione, oltre alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile,
consentirà di recuperare energia termica per il riscaldamento di fluidi di servizio interni allo stabilimento
(acqua, vapore e olio diatermico) con conseguente riduzione dei consumi di metano.
Il gruppo motore sarà inserito in apposito container insonorizzato, è dotato di tutti dispositivi di
sicurezza richiesti dalle normative vigenti, in particolare:
• Funzione di arresto per il superamento delle temperature massime o riduzione di pressione dell'olio
lubrificante;
• Funzione di arresto per il superamento della temperatura dell’acqua di raffreddamento delle camicie
motore;
• Dispositivo di arresto automatico per basso livello olio lubrificante;
• Intercettazione automatica del flusso di combustibile per l'arresto del gruppo.
L'impianto è comprensivo di supervisione tramite un PC grafico in grado di monitorare tutti i parametri
importanti per il corretto funzionamento e di gestirne le operazioni di regolazione, il tutto selezionando
le diverse aree funzionali grazie all'interfaccia macchina/utente.
Dati tecnici dell’impianto
Performance del gruppo generatore:
potenza elettrica prodotta (max) 990 kWe
potenza elettrica immessa in rete GSE 950 kWe
rendimento elettrico alternatore 94%
potere calorifico inferiore del combustibile (olio vegetale) 36.500 kJ/kg
temperatura gas di scarico 390°C
consumo olio vegetale (stima) 246 kg/h
Produzione energia termica:
potenza termica recuperabile dall’acqua motore 321 kW
potenza termica recuperabile dai fumi 635 kW
Rendimenti:
elettrico impianto 39,70%
termico recuperabile alta temperatura 38,33%
globale 78,03%
Caratteristiche tecniche del motore diesel
- Costruttore: Weichai
- Modello: CW12V200ZD
- Ciclo di funzionamento: diesel 4 tempi
- Alimentazione Sovralimentato- refrigerato
- Numero / Disposizione dei cilindri: 12 V
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- Cilindrata totale: 101.784 cm3
- Velocità di rotazione : 1.000 giri/min.
- Pressione media effettiva : 1415 MPa
- Temperatura gas allo scarico: 390°C
- Potenza meccanica in servizio continuo : 1053 kW
(secondo ISO 3046/1)
- Potenza termica introdotta: 2494 kW
- Consumo olio vegetale a pieno carico : 248,5 gr/kWh
Con PCI di 36.500 kJ/kg
- Consumo olio lubrificante a pieno carico : 0,6 gr/kWh +10%
- Senso di rotazione visto lato volano : orario
- Emissioni allo scarico NOx: < 2353 mg/Nm3
CO: < 395 mg/Nm3
Emissioni in atmosfera con SCR (riferiti al 5% di O2):
Portata complessiva gas di scarico (stima) 8.346 kg/h
ossidi di azoto (NOx), fino a ≤ 200 mg/Nmc
monossido di carbonio (CO), fino a ≤ 200 mg/Nmc
polveri, fino a ≤ 57 mg/Nmc
Caratteristiche tecniche dell’alternatore
- Potenza resa attiva : 1.250 kVA
- Fattore di potenza nominale : 0,8
- Frequenza nominale : 50 Hz
- Tensione trifase nominale : 400 V
- Velocità di rotazione : 1000 giri/min.
- Classe di isolamento : IP 23
- Classe di protezione : F
- Sistema di autoeccitazione e autoregolazione
- Ventola calettata sull’albero per adeguata ventilazione
Cuscinetto di rotolamento lubrificato a grasso
Il motore è completo dei seguenti elementi:
1. SISTEMA DI REGOLAZIONE GIRI MOTORE
La scheda di regolazione rileva la velocità di rotazione del motore tramite un sensore di giri ad esso
collegato e regola la velocità in un dato regime di funzionamento con un controllo retroattivo che agisce
sull’attuatore.
2. SISTEMA ALIMENTAZIONE ARIA COMBURENTE
È composto dal turbocompressore che tramite la turbina ad esso collegata, sfrutta parte dell’energia
dei gas di scarico per comprimere l’aria aspirata attraverso un apposito filtro e da un sistema di
refrigerazione aria (intercooler).
3. ALIMENTAZIONE COMBUSTIBILE
Il sistema comprende l’adduzione olio combustibile dal serbatoio di stoccaggio a quello giornaliero ed
un sistema di commutazione olio vegetale - gasolio. Il sistema di commutazione tra i due tipi di
combustibile è situato tra la pompa di iniezione azionata meccanicamente dal motore ed i serbatoi
giornalieri. Il gasolio è usato durante le fasi di avviamento e spegnimento dell’impianto allo scopo di
mantenere pulite tutte le parti interessate dal circuito combustibile, in particolare gli iniettori e la pompa
d’iniezione.
Il sistema è comprensivo di un adeguato sistema di preriscaldamento che mantiene alla temperatura
idonea l’olio vegetale, sfruttando lo scambio termico con l’acqua proveniente dalla camicia motore.
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Il sistema esegue le seguenti funzioni:
? Aspirazione e preparazione del bio-combustibile tramite pompe e sistemi di
filtraggio dal serbatoio di servizio.
? La preparazione dell’olio avviene tramite dei filtri automatici con elementi
rigenerabili.
? Preriscaldamento dell’olio e suo adeguamento alla viscosità d’iniezione richiesta.
? Preparazione alla pressione d’iniezione del combustibile richiesta dal motore.
In caso di revisione del filtro automatico, il funzionamento del generatore viene
assicurato da un filtro by-pass.
? In caso di necessità o per motivi di manutenzione, l’intero impianto del
combustibile olio , può essere lavato col biodiesel.
? Il comando del modulo è pensato per servizio automatico non sorvegliato.
4. IMPIANTO ARIA AVVIAMENTO
Per l’avviamento del motore è previsto un impianto ad aria compressa. L’impianto consiste in una
bombola aria compressa, un compressore bi-stadio e tutti gli accessori necessari (pressione nominale
30 bar).
5. IMPIANTO LUBRIFICAZIONE
L’impianto di lubrificazione è composto da:
? Elettropompa di prelubrificazione;
? Pompa ad ingranaggi, azionata direttamente dal motore diesel, per la circolazione
forzata dell’olio di lubrificazione;
? Set filtri olio;
? Capacità olio coppa 320 lt;
? Sensori li livello Murphy;
6. IMPIANTO DI RAFFREDDAMENTO (Dry-cooler)
L’impianto di raffreddamento è composto da una batteria di raffreddamento idonea per lo scambio
termico, formata da un numero di ventole tale da rendere il sistema efficiente. È costituita da tubi in
rame e alette in alluminio. L’intera struttura è realizzata in lamiera zincata preverniciata che consente di
ottenere un’elevata rigidità adeguata anche per applicazioni di esercizio pesante.
7. IMPIANTO DI SILENZIATURA FUMI DI SCARICO
L’impianto dei gas di scarico sarà installato su di una struttura sopraelevata che si sviluppa seguendo il
perimetro esterno della copertura del cabinato motore.
La tubazione di scarico prevista è DN500 dal raccordo all’uscita motore fino al fumaiolo. Questi è
dimensionato per una rumorosità all’uscita < 80 dB a 5 metri. Le tubazioni sono coibentate per
prevenire eventuali contatti accidentali.
Cabina insonorizzata
Cofanatura insonorizzata idonea a contenere un gruppo elettrogeno funzionante a olio vegetale.
Realizzata con struttura portante in acciaio galvanizzato di tipo monolitico portante, dotato di rete
forata, completo di setti coibentati di ingresso ed uscita aria che prevedano reti antivolatile, griglia
alettata antipioggia e condotte in lamiera zincata per convogliare l’aria all’esterno del cabinato.
La cabina è rivestita di pannelli fono assorbenti composti da materassino di lana minerale.
Rumorosità residua in campo aperto, a 7 metri di distanza dalle pareti della cabina, 70 dB(A).
Moduli di recupero termico
Il recupero termico dai fumi viene realizzato da un apparato di scambio termico fumi costituito da tre
scambiatori messi in serie, i quali procedono al recupero termico cedendo calore rispettivamente all’olio
diatermico, all’acqua per la produzione di vapore e infine all’acqua per riportarla in temperatura.
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GIUNTA REGIONALE
Un ulteriore recupero viene infine realizzato dall’apparato di scambio termico acqua recuperando il
calore dal circuito acqua motore.
Acqua motore
Nr.1 Circuito di acqua motore realizzato in tubi zincati munito di tre valvole a farfalla di intercettazione,
due termometri visivi di misura, due valvole a sfera per lavaggio circuito, una pompa di circolazione
circuito acqua motore del tipo centrifugo, per acqua calda, completa di saracinesca di intercettazione
flangiate, filtro per acqua flangiato, due giunti antivibranti, saracinesca di intercettazione flangiata, due
manometri per acqua completi di saracinesca, pressostato differenziale, due valvole termostatiche a 3
vie autoregolanti (circuito acqua motore) per il controllo della temperatura dell’acqua di ritorno al
motore e di ricircolo.
Nr.1 Circuito di acqua utenza realizzato in tubi zincati e coibentati con lana di roccia spessore 50 mm
munito di sei valvole a farfalla di intercettazione, quattro termometri visivi di misura, quattro valvole a
sfera per lavaggio circuito, due valvola di sicurezza omologata e attacchi flangiati.
Nr.1 Scambiatore di calore acqua motore - acqua utenza del tipo a piastre in acciaio AISI 316, adatto
alla produzione di acqua calda, non soggetto alle verifiche ISPESL in materia, avente le seguenti
caratteristiche tecniche:
Potenza termica: 321 kW (276.060 kCal/h)
Portata acqua ramo motore: 40.000 lt/h
Temp. acqua arrivo da motore: 77° C
Temp. acqua ritorno al motore: 70° C
predisposto su di uno skid comprendente le valvole termoregolatrici, le pompe di circolazione e parte
delle tubazioni coibentate di collegamento tra il gruppo ed il modulo termico.
Nr.1 Pompa di circolazione circuito acqua aftercooler del tipo centrifugo, per acqua calda completa di
filtro per acqua flangiato, due giunti antivibranti, saracinesca di intercettazione flangiata, due manometri
per acqua completi di saracinesca, pressostato differenziale.
Nr.2 Valvole termoregolatrici AMOT (circuito acqua motore) per il controllo della temperatura dell’acqua
di ritorno al motore e di ricircolo.
Nr.1 Vaso d’espansione per acqua calda per il circuito motore montato a bordo dell’elettroradiatore
corredato di indicatore di livello visivo, sensore di livello Murphy con allarme di basso livello acqua,
attacchi per circuito motore, tappo di chiusura pressurizzato.
Fumi
Nr.1 Valvola di By-Pass DN 150 per fumi per temperature di esercizio max 600°C, flangiata per flange
PN10 EN 1092-1, interamente in AISI 304, treccia di tenuta sull'albero in carbonio, classe di perdita III
secondo ANSI B16.104 (0,1% x la capacità nominale della valvola), completa diattuatore pneumatico
doppio effetto ed elettrovalvola monostabile IP65.
Nr.1 Scambiatore di calore fumi/olio diatermico realizzato in acciaio INOX, pressione d’esercizio
1,130bar e attacco fumi DN150, atto a riscaldare una parte dell’olio diatermico (130 m3/h) da 231°C a
260°C avendo il seguente recupero:
Potenza termica: 305 kW
Portata fumi di scarico: 8.346 kg/h
Temperatura ingresso fumi: 390° C
Nr.1 Scambiatore di calore fumi/acqua-vapore realizzato in acciaio INOX, pressione d’esercizio
1,130bar e attacco fumi DN150,atto a generare vapore con le seguenti caratteristiche:
Potenza termica: 160 kW
Portata fumi di scarico: 8.346 kg/h
Temperatura ingresso fumi: 260° C
Temperatura uscita fumi: 195° C
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Portata di vapore: 230 kg/h
Temperatura ingresso acqua: 85° C
Temperatura uscita vapore: 183° C
Pressione del vapore: 11 bar
Nr.1 Scambiatore di calore fumi/acqua utenza a fascio tubiero realizzato in acciaio INOX, pressione
d’esercizio 1,130bar e attacco fumi DN150, atto a riscaldare l’acqua:
Potenza termica: 170 kW
Portata fumi di scarico: 8.346 kg/h
Temperatura ingresso fumi: 195° C
Temperatura uscita fumi: 120° C
Portata acqua: 36.45 m3/h
Temperatura ingresso acqua: 76° C
Temperatura uscita acqua: 80° C
Nr.1 Circuito di acqua utenza realizzato in tubi zincati e coibentati con lana di roccia spessore 50 mm
munito di tre valvole a farfalla di intercettazione, due valvole a sfera per lavaggio circuito, due valvole di
sicurezza omologate, attacchi flangiati, due termostati di lavoro, un flussostato, un termostato di
sicurezza, un pressostato di sicurezza.
Nr.1 Compressore della capacità di 50 lt, monofase, a servizio del comando delle valvole dei fumi
completo di pressostato di minima.
Serbatoi di stoccaggio combustibile
N°01 Serbatoio per stoccaggio combustibile coibentato e riscaldato da Lt. 75.000 circa, con indicatore
di livello radar, trasmettitore di pressione e valvola di respiro; il serbatoio è dotato di un circuito chiuso
di carico da ATB.
N°01 Serbatoio giornaliero da 2.000 litri circa, coibentato e riscaldato per olio vegetale dotato di sensori
di livello e di temperatura. Il serbatoio è ubicato all’interno del cabinato motore.
N°01 Serbatoio da 1.000 litri circa, per stoccaggio gasolio, dotato di livello visivo.
N°01 Serbatoio giornaliero da 277 litri circa, per gasolio, ubicato all’interno del cabinato motore.
N°01 Serbatoio di stoccaggio da 15.000 litri circa, per soluzione ammoniacale, dotato di livello visivo.
Impianto Fotovoltaico
E’ già installato e funzionante dal 2009 un impianto fotovoltaico di potenza nominale complessiva pari
784,32 Kwp di tipo grid-connecded (integrato), installato sulle coperture degli edifici e su una tettoia e
pensilina all’aperto.
L’impianto è così composto:
1920 pannelli in silicio amorfo da 40 W;
2948 pannelli in silicio monocristallino da 240 W.
La superficie occupata dall’intero impianto è pari a 8330 mq. L’impianto produce annualmente circa
935.188,25 KW/h/anno.
La ditta intende ampliare il sopra descritto impianto fotovoltaico con un nuovo modulo di potenzialità
elettrica nominale pari a 32,20 KW mediante la posa in opera di 140 moduli di potenza nominale
unitaria di 230Wp.
Scheda tecnica dell'impianto
Dati generali
Soggetto
responsabile
dell’impianto ELANTAS ITALIA SRL
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GIUNTA REGIONALE
Classificazione architettonica
Impianto di tipo a cavalletto con zavorra
Indirizzo
Zona industriale Campolungo, n. 35
Comune
Ascoli Piceno
Provincia
AS
Coordinate GB
13°40’53’’EST 42°50’55’’ NORD
Superficie totale moduli
231 m²
Irradiazione solare media annua per mq di
1550 KWh/m2
pannelli
Coefficiente di ombreggiamento
trascurabile
Dati tecnici
Potenza totale
Numero totale moduli
Numero totale inverter
Numero stringhe
BOS (perdita complessiva del sistema)
32,2 kW
140
3
9
80 % (stimato)
Prestazioni energetiche
Energia totale annua
39.253,14 kWh
Posizionamento dei moduli
Ciascuna delle file di moduli fotovoltaici risulterà fissata su cavalletti acciaio alluminio con zavorra di
appoggio in calcestruzzo, orientati a Sud-Est – 13 ° con un’inclinazione (TILT) di 10°.
Impianto di messa a terra
L'impianto fotovoltaico non aumenta la probabilità di fulminazione diretta sulla struttura.
L'abbattersi di scariche atmosferiche in prossimità dell'impianto può provocare il concatenamento del
flusso magnetico associato alla corrente di fulmine con i circuiti dell'impianto fotovoltaico, così da
provocare sovratensioni in grado di mettere fuori uso i componenti tra cui, in particolare, gli inverter.
I morsetti degli inverter risultano protetti internamente con diodi di by-pass, fusibili, sezionatori e
scaricatori di sovra tensione.
Quadro elettrico
Il quadro elettrico è così composto:
- Quadro di parallelo e di interfaccia lato c.a. ;
- Quadro di parallelo;
- Quadro di interfaccia BT, nel quale sarà installato un dispositivo generale di protezione del campo
fotovoltaico.
Connessione alla rete elettrica nazionale
L’energia elettrica prodotta viene immessa nella rete elettrica nazionale utilizzando il contratto
dell’autoconsumo.
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GIUNTA REGIONALE
Ciclo di produzione Linea 1, Linea 2, Linea 3 e Linea 4
Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Solide
Le materie prime solide (polveri) sono stoccate in sacconi (big bags) dal peso di circa 1000 kg
all’interno del magazzino nell’area identificata con la lettera T1 in planimetria, relativamente all’anidride
trimellitica (TMA), e nell’area T4 per l’acido tereftalico (PTA) e il tris-idrossietilisocianurato (THEIC) e
le altre materie prime in polvere.
Il trasferimento delle polveri agli impianti di processo può avvenire:
tramite un sistema aspirazione a circuito chiuso: i sacconi vengono appesi su apposite strutture dotate
di celle di carico e trasferiti tramite un sistema in depressione; delle tramogge di carico poste sopra i
reattori il prodotto viene trasferito nei reattori per gravità.
In alternativa possono essere caricati per gravità dal terzo piano di produzione
Il tutto è regolato da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo.
Le polveri così dosate vengono introdotte nel reattore attraverso tubazioni fisse collegate alle
tramogge.
Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Liquide
Le materie prime liquide sono prevalentemente stoccate nei serbatoi posti nella zona M, M1, M2, M4,
M5, M6, M7 della planimetria.
Una piccola parte, quella movimentata in fusti di acciaio da 200 lt o in contenitori da 1000 lt viene
stoccata nell’apposito deposito T2.
Le materie prime liquide che arrivano in azienda tramite autocisterne sono scaricate, per caduta o con
l’ausilio di pompe, ai serbatoi di stoccaggio.
La procedura di scarico prevede un protocollo operativo mirato alla minimizzazione dei rischi di
scambio destinazione e/o fuoriuscita. In particolare i bocchettoni di carico dei serbatoi sono tutti
identificati e chiusi con un lucchetto. Il Responsabile del Magazzino è l’unico soggetto depositario delle
chiavi e, all’atto dell’arrivo di una autocisterna in azienda, consegna all’operatore esclusivamente la
chiave della materia prima da scaricare.
La fuoriuscita è controllata da due sistemi di controllo del livello all’interno del serbatoio: un misuratore
in continuo che dà istantaneamente l’altezza del liquido nel serbatoio e un interruttore di livello posto in
testa che, qualora il liquido lo raggiungesse, interrompe immediatamente l’operazione di travaso.
Il trasferimento agli impianti di processo avviene tramite tubazioni fisse e pompe; le materie prime
liquide vengono pesate su serbatoi dotati di celle di carico e sistema automatico di controllo del peso e
del livello, e trasferiti, sempre tramite circuito chiuso, direttamente nel reattore.
Le operazioni sono gestite da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo
produttivo ridondante con un sistema semiautomatico elettropneumatico.
Tutto il sistema di stoccaggio e trasporto (serbatoi, pompe, tubazioni) è dotato di sensori e valvole
automatiche tali da assicurare un adeguato controllo dei parametri operativi di trasporto e stoccaggio:
livello del serbatoio, pressione interna, etc…
Il controllo di questi parametri avverrà tramite un sistema computerizzato di supervisione che, qualora
riveli delle anomalie, provvede ad innescare una procedura automatica di emergenza che sospende le
operazioni di carico e/o trasferimento verso l’impianto, chiude tutte le valvole, mette in sicurezza
l’impianto e avverte mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di
allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica), i capiturno affinché possano
applicare le procedure di emergenza aggiuntive necessarie.
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GIUNTA REGIONALE
DESCRIZIONE SERBATOI M – Stoccaggio materie prime liquide
Lettera serbatoi
M
Destinazione d’uso
Stoccaggio materie prime liquide
50 x 6
Capacità geometrica (mc.)
30 x 4
Tipologia costruttiva
n. 10 serbatoi metallici interrati
Sfiati convogliati a post combustore.
Ogni serbatoio è dotato di allarme alto livello,
Sistemi di protezione
allarme alta e bassa pressione e controllo
continuo del livello (sistemi indipendenti)
DESCRIZIONE SERBATOI M1 ed M2 – Stoccaggio materie prime liquide
Lettera serbatoi
M1 ed M2
Destinazione d’uso
Stoccaggio materie prime liquide
M1 – 30 x 1
Capacità geometrica (mc.)
M2 – 30 x 1
M1 – serbatoio metallico fuori terra
Tipologia costruttiva
M2 – serbatoio metallico fuori terra
Bacino di contenimento, sfiati convogliati a
post combustore.
Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto
Sistemi di protezione
livello, allarme alta e bassa pressione e
controllo continuo del livello (sistemi
indipendenti)
Anello idrico antincendio per raffreddamento
DESCRIZIONE SERBATOI M4 – Stoccaggio materie prime liquide
Lettera serbatoi
M4
Destinazione d’uso
Stoccaggio materie prime liquide
Capacità geometrica (mc.)
100 x 2
Tipologia costruttiva
Serbatoi metallici fuori terra
Bacino di contenimento, sfiati convogliati a
post combustore l bacino inoltre è dotato di
allarme a vibrazione.
Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto
Sistemi di protezione
livello, allarme alta e bassa pressione e
controllo continuo del livello (sistemi
indipendenti) con combinatore telefonico in
caso di allarme.
Anello idrico antincendio per raffreddamento
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GIUNTA REGIONALE
DESCRIZIONE SERBATOI M5 – Stoccaggio materie prime liquide
Lettera serbatoi
M5
Destinazione d’uso
Stoccaggio materie prime liquide
Capacità geometrica (mc.)
47 x 3
Tipologia costruttiva
Serbatoi metallici fuori terra
Bacino di contenimento, sfiati convogliati a
post combustore l bacino inoltre è dotato di
allarme a vibrazione.
Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto
Sistemi di protezione
livello, allarme alta e bassa pressione e
controllo continuo del livello (sistemi
indipendenti) con combinatore telefonico in
caso di allarme.
Anello idrico antincendio per raffreddamento
DESCRIZIONE SERBATOI M6 – Stoccaggio materie prime liquide
Lettera serbatoi
M6
Destinazione d’uso
Stoccaggio materie prime liquide
78 x 3
Capacità geometrica (mc.)
80 x 1
119 x 1
Tipologia costruttiva
n. 5 serbatoi metallici fuori terra
Bacino di contenimento, sfiati convogliati a
post combustore l bacino inoltre è dotato di
allarme a vibrazione.
Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto
Sistemi di protezione
livello, allarme alta e bassa pressione e
controllo continuo del livello (sistemi
indipendenti) con combinatore telefonico in
caso di allarme.
Anello idrico antincendio per raffreddamento
DESCRIZIONE SERBATOIO M7 – Stoccaggio materie prime liquide
Lettera serbatoi
M7
Destinazione d’uso
Stoccaggio materie prime liquide
Capacità geometrica (mc.)
120 x 1
Tipologia costruttiva
n. 1 serbatoi metallici fuori terra (totale)
Bacino di contenimento, sfiati convogliati a
post combustore l bacino inoltre è dotato di
Sistemi di protezione
allarme a vibrazione.
Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto
livello, allarme alta e bassa pressione e
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controllo continuo del livello (sistemi
indipendenti) con combinatore telefonico in
caso di allarme.
Anello idrico antincendio per raffreddamento
Prima linea produttiva
L’unità, posta all'interno del reparto produttivo nella zona A1 dispone dei seguenti macchinari:
R1:
reattore da 18 m3;
TR1:
colonna di rettifica ad anelli Rashig;
C1:
condensatore di abbattimento vapori;
SF01:
separatore di fase;
SR01:
serbatoio di raccolta acqua di reazione;
SRG01:
serbatoio di raccolta glicole in eccesso;
D1:
diluitore da 20 m3;
D4:
diluitore da 40 m3.
Il reattore R1 è in acciaio AISI 316, omologato per pressioni interne di utilizzo di 2 ATM, scaldato ad
olio diatermico a mezzo semitubo esterno; è dotato di agitatore interno ad ancora, boccaporto
superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di
misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico
che consente un monitoraggio costante dell’impianto. È collegato, tramite disco di rottura
opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down).
La colonna verticale TR1 di rettifica ad anelli Rashig è in acciaio AISI 316 omologata per pressioni di 3
atm. È collegata al condensatore orizzontale per abbattimento vapori C1, alla fiorentina (separatore di
fase) SF01 per la separazione dell’acqua dall’agente trascinante e ai serbatoi di raccolta dell’acqua di
risulta e dalla reazione SR01 e dal serbatoio di raccolta glicole in eccesso SRG01.
Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso circuiti chiusi e con i boccaporti
dell’impianto chiusi in modo che l’aria spostata dall’interno del reattore durante le fasi di caricamento
delle materie prime sia costretta a passare attraverso la torre di rettifica TR1 prima e attraverso il
condensatore C1 poi, in modo da abbattere i prodotti condensabili. Gli incondensabili saranno condotti
attraverso delle tubazioni ad uno post combustore.
Il diluitore D1 è in acciaio AISI 304, scaldato con vapore a 3 ATM e raffreddato ad acqua a mezzo
semitubo esterno e serpentino interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con
specula, condensatore verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente.
Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e
pneumatico che consente un monitoraggio costante dell’impianto. È collegato, tramite disco di rottura
opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite
tubazioni pure gli sfiati di esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato al post combustore.
Il diluitore D4 è in acciaio AISI 304, scaldato ad olio diatermico a mezzo semitubo esterno e serpentino
interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con specula, condensatore
verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di
temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente
un monitoraggio costante dell’impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad
una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite tubazioni pure gli sfiati di
esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato al post combustore.
Seconda Linea Produttiva
L’unità è adiacente alla prima linea produttiva e dispone dei seguenti macchinari:
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R2:
reattore da 18 m3;
TR2: colonna di rettifica ad anelli Rashig;
C2:
condensatore di abbattimento vapori;
SF02: separatore di fase;
SR02: serbatoio di raccolta acqua di reazione;
SRG02:
serbatoio di raccolta glicole in eccesso.
D3:
diluitore da 36 m3;
Il reattore R2 è in acciaio AISI 316, omologato per pressioni interne di utilizzo di 2 ATM, scaldato ad
olio diatermico a mezzo semitubo esterno; è dotato di agitatore interno ad ancora, boccaporto
superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di misuratori di temperatura e pressione
collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante
dell’impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di
contenimento (blow down).
La colonna verticale TR2 di rettifica ad anelli Rashig è in acciaio AISI 316 omologata per pressioni di 3
atm. È collegata al condensatore orizzontale per abbattimento vapori C2, alla fiorentina (separatore di
fase) SF02 per la separazione dell’acqua dall’agente trascinante e ai serbatoi di raccolta dell’acqua di
risulta dalla reazione SR02 e dal serbatoio di raccolta glicole in eccesso SRG02.
Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso circuiti chiusi e con i boccaporti
dell’impianto chiusi in modo che l’aria spostata dall’interno del reattore durante le fasi di caricamento
delle materie prime sia costretta a passare attraverso la torre di rettifica TR1 prima e attraverso il
condensatore C1 poi, in modo da abbattere i prodotti condensabili. Gli incondensabili saranno condotti
attraverso delle tubazioni ad uno post combustore.
Il diluitore D3 è in acciaio AISI 304, scaldato ad olio diatermico a mezzo semitubo esterno e serpentino
interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con specula, condensatore
verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di
temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente
un monitoraggio costante dell’impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad
una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite tubazioni pure gli sfiati di
esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato allo post combustore.
Terza Linea Produttiva
L’unità è collocata nella stessa zona delle altre linee ed è costituita dai seguenti macchinari:
R3:
reattore da 13 m3;
TR3: colonna di rettifica a piatti;
C3:
condensatore di abbattimento vapori;
SR03: serbatoio di raccolta acqua di reazione;
SRG03:
serbatoio di raccolta glicole in eccesso.
D2:
diluitore da 20 m3;
Il reattore R3 è in acciaio AISI 316, scaldato con olio diatermico a mezzo semitubo esterno; è dotato di
un agitatore interno ad ancora, un boccaporto superiore stagno con specula, un imbuto per
introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione
collegati ad un sistema di regolazione elettronico che consente un monitoraggio costante dell’impianto.
È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow
down).
La colonna verticale TR3 di rettifica a piatti è in acciaio AISI 316. È collegata al condensatore
orizzontale per abbattimento vapori C3 e ai serbatoi di raccolta dell’acqua di risulta dalla reazione
SR03 e dal serbatoio di raccolta glicole in eccesso SRG03.
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Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso circuiti chiusi e con i boccaporti
dell’impianto chiusi in modo che l’aria spostata dall’interno del reattore durante le fasi di caricamento
delle materie prime sia costretta a passare attraverso la torre di rettifica TR1 prima e attraverso il
condensatore C1 poi, in modo da abbattere i prodotti condensabili. Gli incondensabili saranno condotti
attraverso delle tubazioni al post combustore.
Il diluitore D2 è in acciaio AISI 304, scaldato con vapore a 3 ATM e raffreddato ad acqua a mezzo
semitubo esterno e serpentino interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con
specula, condensatore verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente.
Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e
pneumatico che consente un monitoraggio costante dell’impianto. È collegato, tramite disco di rottura
opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite
tubazioni pure gli sfiati di esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato al post combustore.
Miscelatori
Gli impianti, posti nella zona A , sono costituiti dai seguenti macchinari:
L1:
miscelatore da 12 m3;
L2:
miscelatore da 12 m3;
L3:
miscelatore da 2,5 m3;
L4:
miscelatore da 8 m3;
I miscelatori sono in acciaio al carbonio non scaldati ma raffreddati ad acqua a mezzo camicia e/o
semitubo esterno; sono dotati di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno ed imbuto per
introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione
collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante
dell’impianto. Gli sfiati di esercizio sono convogliati tramite tubazioni allo post combustore.
Ciclo di produzione Linea 4
Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Solide
Le materie prime solide (polveri) sono stoccate in sacconi (big bags) dal peso di circa 1000 kg
all’interno del magazzino identificato con la sigla T1 relativamente all’Anidride Trimellitica (TMA) e con
la sigla T4 per le altre materie prime solide.
Il trasferimento delle polveri agli impianti avviene tramite un sistema di trasporto in aspirazione a
circuito chiuso: i sacconi vengono appesi su apposite strutture dotate di celle di carico e trasferiti
tramite un sistema in depressione in un filtro a maniche posizionato prima dell’ingresso del reattore R4.
Il tutto è regolato da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo.
Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Liquide
Le materie prime liquide sono prevalentemente stoccate nei serbatoi posti nella zona M6 (NMP), M2
(MDI) e M (materie prime) della planimetria.
Una piccola parte, quella movimentata in fusti di acciaio da 200 lt viene stoccata nell’apposito deposito
T2, a breve l’area identificata per lo stoccaggio sarà T7.
Le materie prime liquide arrivano in azienda tramite autocisterne e da queste vengono scaricate, per
caduta o con l’ausilio di pompe dedicate, ai serbatoi di stoccaggio.
La procedura di scarico prevede un protocollo operativo mirato alla minimizzazione dei rischi di
scambio destinazione e/o fuoriuscita. In particolare i bocchettoni di carico dei serbatoi sono tutti
identificati e chiusi con un lucchetto. Il Responsabile del Magazzino è l’unico soggetto depositario delle
chiavi e, all’atto dell’arrivo di una autocisterna in azienda, consegna all’operatore esclusivamente la
chiave della materia prima da scaricare. La fuoriuscita è controllata da due sistemi di controllo del
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livello all’interno del serbatoio: un misuratore in continuo che dà istantaneamente l’altezza del liquido
nel serbatoio e un interruttore di livello posto in testa che, qualora il liquido lo raggiungesse, interrompe
immediatamente l’operazione di travaso.
Il trasferimento agli impianti di processo avviene tramite tubazioni fisse e pompe; le materie prime
liquide vengono pesate su serbatoi dotati di celle di carico e sistema automatico di controllo del peso e
del livello, e trasferiti, sempre tramite circuito chiuso, direttamente nel reattore.
Le operazioni sono gestite da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo
produttivo ridondante con un sistema semiautomatico elettropneumatico.
Tutto il sistema di stoccaggio e trasporto (serbatoi, pompe, tubazioni) è dotato di sensori e valvole
automatiche tali da assicurare un adeguato controllo dei parametri operativi di trasporto e stoccaggio:
livello del serbatoio, pressione interna, etc…
Il controllo di questi parametri avverrà tramite un sistema computerizzato di supervisione che, qualora
riveli delle anomalie, provvede ad innescare una procedura automatica di emergenza che sospende le
operazioni di carico e/o trasferimento verso l’impianto, chiude tutte le valvole, mette in sicurezza
l’impianto e avverte mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di
allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica), i capiturno affinché possano
applicare le procedure di emergenza aggiuntive necessarie.
Quarta Linea Produttiva
L’unità è collocata nell'ampliamento del reparto produttivo (cfr. A in planimetria) ed è costituita dai
seguenti macchinari:
R4:
reattore da 30 m3;
C4:
condensatore di abbattimento vapori;
L5:
miscelatore.
Il reattore R4 è in acciaio AISI 304, scaldato con vapore a 12 atm a mezzo semitubo esterno e
serpentino interno e raffreddato ad acqua; è dotato di un agitatore interno ad ancora, un boccaporto
superiore stagno con specula, un imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di
misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico che consente
un monitoraggio costante dell’impianto. È collegato, tramite valvola di sicurezza opportunamente
tarata, ad una cisterna di contenimento (blow down).
Gli incondensabili saranno condotti al blow down R4 e da qui inviati al blow down generale e
successivamente attraverso delle tubazioni ad uno post combustore.
Miscelatori
Gli impianti sono:
L5:
miscelatore da 12 m3;
M1:
miscelatore da 3 m3;
M2:
miscelatore da 8 m3;
M3:
miscelatore da 4 m3;
M4:
miscelatore da 3 m3;
M5:
miscelatore da 0,6 m3;
M6:
miscelatore da 4 m3;
M7:
miscelatore da 8 m3.
Gli impianti sono in acciaio dotati di agitatore interno, boccaporto superiore stagno con specula, imbuto
per introduzione di piccoli quantitativi di additivi.
Gli sfiati sono convogliati tramite tubazioni fisse all’impianto di abbattimento post combustore.
Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso tubazioni rigide e con i boccaporti
dell’impianto chiusi in modo che l’aria spostata sia indirizzata direttamente allo post combustore.
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Ciclo di produzione Linea 5
La nuova linea è costituita dalle seguenti principali apparecchiature:
R5:
reattore da 3,5 m3;
TR5: colonna di rettifica;
C1.5/C2.5:
condensatori di abbattimento vapori;
SF05: separatore di fase;
SR05: serbatoio di raccolta acqua di reazione;
SRG05:
serbatoio di raccolta glicole di reazione;
D5:
diluitore da 6 m3 scaldato con vapore fino a 8 bar e raffreddato con acqua.
Il reattore R5, scaldato ad olio diatermico tramite semi-tubo esterno, è dotato di agitatore interno ad
ancora, boccaporto superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di
reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione
elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell’impianto.
Il reattore è protetto dalle sovrappressioni tramite un disco di rottura, tarato a 0,5 bar, il cui scarico è
collegato ad un blow down (TK 126) a sua volta connesso al termocombustore.
La colonna verticale TR5 di rettifica ad anelli Rashig è collegata al condensatore orizzontale per
abbattimento vapori C1.5, al separatore di fase SF05 dove avviene la separazione dell’acqua di
reazione dai reagenti inviati ai serbatoi di raccolta SR01 e SRG01; quest’ultimi raccolgono
rispettivamente acqua di reazione in eccesso, glicole e sottoprodotti delle reazioni recuperati nel ciclo
produttivo esistente.
Il diluitore D5 è scaldato con vapore e raffreddato ad acqua tramite semi-tubo esterno e serpentino
interno; la miscelazione dei prodotti all’interno avviene tramite agitatore a turbina. Il diluitore non è
dotato di colonna di rettifica ma gli eventuali vapori vengono recuperati in un condensatore C2.5
direttamente collegato con l’apparecchiatura.
Il diluitore è dotato di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione
elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell’impianto. Il diluitore è protetto da
sovrappressioni tramite un disco di rottura, tarato a 0,5 bar, il cui scarico è collegato ad un blow down
(TK 126) a sua volta connesso al termocombustore.
Alla nuova unità produttiva è collegato un sistema di confezionamento locale che prevede l’utilizzo di
un filtro per la pulizia del prodotto e una bilancia per la verifica dei quantitativi confezionati. Gli sfiati
derivanti dalle operazioni di confezionamento locali vengono convogliati tramite sistemi di captazione al
termocombustore. Il prodotto viene confezionato in fusti da circa 200 Kg o in contenitori metallici da
circa 1000kg (IBC); in alternativa i prodotti finiti possono essere inviati direttamente alle cisterne di
stoccaggio dei rispettivi semilavorati o prodotti finiti già attualmente presenti.
2.6.3 ASSETTO DELL’IMPIANTO MODIFICATO
L’Elantas Italia s.r.l. ha in progetto l’ampliamento dell’area di stoccaggio delle materie prime liquide
(MPL) , mediante la realizzazione di un nuovo parco stoccaggi, e un potenziamento del laboratorio
chimico, attraverso l’ampliamento dell’attuale, dedicato alla ricerca e sviluppo di nuovi processi
produttivi.
Il nuovo parco stoccaggi sarà realizzata in una nuova area esterna all’attuale perimetro di stabilimento,
oggetto di acquisizione, mentre il nuovo laboratorio chimico sarà realizzato adeguando un edificio
esistente (magazzini T1 e T2) attualmente utilizzato per il deposito di materie prime
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solide(MPS)/Infiammabili. Tale configurazione comporterà la ridistribuzione di alcuni esistenti
magazzini/depositi di MPS/infiammabili.
Di seguito sono descritte nel dettaglio le modifiche che saranno apportate all’attuale configurazione
dello stabilimento.
Nuovo stoccaggio materie prime liquide (MPL)
Il nuovo parco stoccaggio prevede la realizzazione di n.° 20 serbatoi contenenti le MPL utilizzate nelle
esistenti linee produttive. I nuovi serbatoi saranno di tipo cilindrico, fuori terra e di acciaio compatibile
con le diverse tipologie di prodotti chimici. I nuovi serbatoi avranno capacità di stoccaggio variabile tra
50-120 m3; alcuni di questi saranno dotati di un sistema di riscaldamento ad acqua calda e sistema di
agitazione atti a mantenere caldi ed omogenei alcuni prodotti con temperatura di fusione superiore a
temperatura ambiente.
I serbatoi saranno collegati alle line di produzione esistenti tramite tubazioni rigide posate su un nuovo
pipe-rack sul quale correranno anche le linee di servizio (rete dati) e le varie utililities (ad es: acqua
calda, azoto, antincendio) asservite alla nuova area di stoccaggio. N.° 2 serbatoi (riscaldati) saranno
utilizzati per la preparazione di miscele MPL utilizzate nelle fasi di diluizione negli impianti di
produzione; il dosaggio dei componenti nei due serbatoi sarà eseguito tramite misuratori di portata in
linea.
I nuovi serbatoi saranno ubicati all’interno di n.°2 nuovi bacini di contenimento, dell’altezza minima di 2
mt., denominati M8 e M9, che permetteranno di contenere potenziali sversamenti.
I bacini di contenimento saranno dimensionati per contenere il volume contenuto nel serbatoio di
capacità maggiore (120 m3) e 1/3 del volume totale di prodotto stoccato.
Il trasferimento delle MPL dai serbatoi alle linee di produzione sarà eseguito tramite delle pompe di
trasferimento; le stesse pompe permetteranno lo scarico dei prodotti dalle autocisterne ai serbatoi di
stoccaggio. Le pompe saranno installate in prossimità del bacino di contenimento in apposite aree
cordolate, i collegamenti con i serbatoi saranno eseguiti tramite tubazioni rigide. I collegamenti tra le
pompe e le autocisterne saranno invece eseguiti tramite tubazioni flessibili idonee alle operazioni di
scarico prodotti chimici. L’area pompe sarà ubicata all’interno di una vasca atta a contenere eventuali
sversamenti accidentali collegata al sistema di rete fognaria adiacente: tale rete sarà collegata al blow
down esistente, a monte del pozzetto fiscale S1, e da qui recuperato l’eventuale prodotto sversato.
Nelle adiacenze del nuovo parco stoccaggi MPL saranno realizzate n.° 2 nuove baie di scarico
autocisterne, oltre a quelle già esistenti, attrezzate per garantire lo scarico dei prodotti in sicurezza; le
baie saranno dotate di tutti i dispositivi atti a garantire la sicurezza dello scarico di prodotti chimici
tossici e/o infiammabili. Inoltre le baie di scarico autocisterne saranno dotate di sistemi
antisversamento collegati al sistema di rete fognaria a sua volta collettato all’esistente pozzetto fiscale
S1; in caso di sversamenti accidentali, durante le fasi di scarico, il prodotto verrà deviato e raccolto nel
blow down a monte del pozzetto fiscale S1 e da qui recuperato.
L’attuale viabilità interna delle autocisterne non subirà sostanziali modifiche; la pesatura iniziale delle
autocisterne avverrà sempre presso la pesa P (rif planimetria PRG. 03) da dove gli automezzi saranno
smistati alle esistenti baie si scarico (M/M4,M5; M6, B1) e alle nuove baie di scarico (M8 e M9).
Per quest’ultime postazioni sarà realizzata una nuova viabilità delle autocisterne che prevede l’utilizzo
della nuova area.
Al termine delle operazioni di scarico tutte le autocisterne, comprese quelle dirette alle nuove baie di
scarico, eseguiranno una verifica del peso tramite l’esistente pesa P1.
Tutte le cisterne e i circuiti saranno monitorati tramite l’installazione di strumentazione atta a rilevare i
parametri di processo (Livello, pressione, temperatura). I segnali saranno acquisti tramite un quadro di
controllo locale che a sua volta invierà i segnali ad un sistema informatico di controllo e supervisione
(PLC) che consentirà di gestire in automatico tutte le operazioni di scarico autocisterne e carico
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Numero
Ancona
Data
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Pag.
13/05/2014
67
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prodotti agli impianti di produzione nonché le rispettive sicurezze dei circuiti. Tutti i parametri di
processo e di sicurezza saranno riportati nella sala controllo esistente dove gli operatori potranno
gestire da remoto le varie operazioni. Le operazioni di scarico autocisterne saranno gestite in
automatico e supervisionate da un addetto allo scarico come già disposto da procedure adottate
internamente.
Gli sfiati delle cisterne saranno collettati ad un circuito chiuso ed inviati al termocombustore esistente di
stabilimento; i serbatoi a loro volta saranno polmonati con un fluido inerte (azoto), prelevato dalla rete
di distribuzione di stabilimento, che permetterà di compensare le fasi di svuotamento dei serbatoi.
Le operazioni di scarico autobotti saranno eseguite a circuito chiuso mediante collegamento con il tubo
di equilibrio collegato al serbatoio di stoccaggio.
La realizzazione del nuovo parco stoccaggi MPL permetterà di delocalizzare tutte le MPL dalle esistenti
cisterne interrate, ubicate nell’attuale bacino M, con conseguente messa fuori esercizio e successiva
rimozione delle stesse. In una parte del bacino M, adiacente al bacino M7, saranno realizzati n.°2 due
nuovi serbatoi fuori terra di capacità di 50 m3 circa, in sostituzione degli attuali TK 106 e TK 112,
contenenti rispettivamente sottoprodotti derivanti dagli esistenti impianti produttivi.
Nelle tabelle di seguito riportate è fornito un confronto tra l’attuale e futura configurazione degli
stoccaggi MPL nei rispettivi bacini di stoccaggio. I valori riportati fanno riferimento ai volumi geometrici
dei serbatoi riportati nell’ultimo aggiornamento del rapporto di sicurezza (Giugno 2012).
Sono evidenziati gli stoccaggi che subiranno una modifica a seguito della realizzazione delle modifiche.
Tutte le cisterne e i circuiti saranno monitorati tramite l’installazione di strumentazione atta a rilevare i
parametri di processo (Livello, pressione, temperatura).
I segnali saranno acquisti tramite un quadro di controllo locale che a sua volta invierà i segnali ad un
sistema informatico di controllo e supervisione (PLC) che consentirà di gestire in automatico tutte le
operazioni di scarico autocisterne e carico
prodotti agli impianti di produzione nonché le rispettive sicurezze dei circuiti. Tutti i parametri di
processo e di sicurezza saranno riportati nella sala controllo esistente dove gli operatori potranno
gestire da remoto le varie operazioni. Le operazioni di scarico autocisterne saranno gestite in
automatico e supervisionate da un addetto allo scarico come già disposto da procedure adottate
internamente.
Gli sfiati delle cisterne saranno collettati ad un circuito chiuso ed inviati al termocombustore esistente di
stabilimento; i serbatoi a loro volta saranno polmonati con un fluido inerte (azoto), prelevato dalla rete
di distribuzione di stabilimento, che permetterà di compensare le fasi di svuotamento dei serbatoi. Le
operazioni di scarico autobotti saranno eseguite a circuito chiuso mediante collegamento con il tubo di
equilibrio collegato al serbatoio di stoccaggio.
La realizzazione del nuovo parco stoccaggi MPL permetterà di delocalizzare tutte le MPL dalle esistenti
cisterne interrate, ubicate nell’attuale bacino M, con conseguente messa fuori esercizio e successiva
rimozione delle stesse. In una parte del bacino M, adiacente al bacino M7, saranno realizzati n.°2 due
nuovi serbatoi fuori terra di capacità di 50 m3 circa, in sostituzione degli attuali TK 106 e TK 112,
contenenti rispettivamente sottoprodotti derivanti dagli esistenti impianti produttivi.
Nelle tabelle di seguito riportate è fornito un confronto tra l’attuale e futura configurazione degli
stoccaggi MPL nei rispettivi bacini di stoccaggio. I valori riportati fanno riferimento ai volumi geometrici
dei serbatoi riportati nell’ultimo aggiornamento del rapporto di sicurezza (Giugno 2012).
Sono evidenziati gli stoccaggi che subiranno una modifica a seguito della realizzazione delle modifiche.
BACINO B1 (INVARIATO)
STATO ATTUALE
STATO FUTURO
3
Serbatoio
Volume m
Serbatoio
Volume m3
159
11
159
11
160
13,5
160
13,5
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Data
50/VAA
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13/05/2014
68
GIUNTA REGIONALE
161
162
163
164
13,5
13,5
13,5
13,5
161
162
163
164
13,5
13,5
13,5
13,5
BACINO M (MODIFICATO)
STATO ATTUALE
Serbatoio
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
STATO FUTURO
Volume m
50
50
50
50
50
50
30
30
30
30
3
Serbatoio
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
Volume m3
FUORI ESERCIZIO
FUORI ESERCIZIO
FUORI ESERCIZIO
50
FUORI ESERCIZIO
FUORI ESERCIZIO
FUORI ESERCIZIO
FUORI ESERCIZIO
FUORI ESERCIZIO
50
BACINO M1/M2 (INVARIATO)
STATO ATTUALE
STATO FUTURO
Serbatoio
Volume m3
Serbatoio
Volume m3
101
30
101
30
102
30
102
30
BACINO M4 (INVARIATO)
STATO ATTUALE
Serbatoio
Volume m3
115
100
116
100
Serbatoio
115
116
STATO FUTURO
Volume m3
100
100
BACINO M5 (INVARIATO)
STATO ATTUALE
STATO FUTURO
3
Serbatoio
Volume m
Serbatoio
Volume m3
117
47
117
47
118
47
118
47
119
47
119
47
BACINO M6 (INVARIATO)
STATO ATTUALE
STATO FUTURO
Serbatoio
Volume m3
Serbatoio
Volume m3
140
78
140
78
150
78
150
78
151
120
151
120
152
80
152
80
153
120
153
120
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GIUNTA REGIONALE
BACINO M7 (INVARIATO)
STATO ATTUALE
STATO FUTURO
Serbatoio
Volume m3
Serbatoio
Volume m3
165
120
165
120
BACINO M8 (NUOVO)
STATO FUTURO
Volume m3
100
100
100
100
120
120
120
120
120
120
120
120
Serbatoio
171
172
173
174
175
176
177
178
179
180
181
182
BACINO M9 (NUOVO)
STATO FUTURO
Serbatoio
183
184
185
186
187
188
Volume m3
100
100
100
100
100
100
Come si evince dalle tabelle il nuovo parco stoccaggi comporterà un aumento di circa 1.600,00 m3 per
le sole materie prime liquide (MPL) mentre non comporterà alcun incremento per quanto riguarda i
Prodotti finiti (bacini M3 e M3’) e i semilavorati (bacino B).
A seguito della realizzazione del nuovo parco stoccaggi il bacino M subirà una riduzione di circa 320
m3 del volume stoccato in termini di MPL in quanto i prodotti attualmente stoccati saranno trasferiti nei
nuovi serbatoi ubicati nei nuovi bacini M8 e M9.
Potenziamento laboratorio chimico di ricerca e sviluppo
Il nuovo laboratorio chimico sarà realizzato all’interno dell’esistente edificio dove sono ubicati i
magazzini di materie prime solide (MPS) T1, T2 e T3; quest’ultimo è utilizzato per il deposito di latte e
contenitori vuoti.
Il nuovo laboratorio chimico si svilupperà su due piani per tutta l’area dell’edificio di circa 2.000 m2 totali.
Nella parte inferiore saranno ubicati l’area di laboratorio dedicata alla ricerca e sviluppo; tale area sarà
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dotata di una sezione nella quale saranno installati gli impianti pilota che permetteranno la
sperimentazione di nuovi processi produttivi su scala di laboratorio (capacità inferiore a 1.000 kg).
Gli impianti pilota saranno allocati in un’area dedicata e attrezzata per la manipolazione e la gestione
del carico e manipolazione dei vari reagenti utili per le prove di produzione; le operazioni di controllo e
gestione saranno di tipo automatico e controllate direttamente da un operatore di laboratorio.
I locali dove saranno ubicati gli impianti pilota saranno dotati dei sistemi di aspirazione necessari per la
captazione dei vapori derivanti dalle operazioni di carico/scarico prodotti o prelievo campioni e di idonei
sistemi di sicurezza. Il personale del laboratorio supervisionerà tutte le fasi di lavoro degli impianti
pilota. Sono previste delle aree di campionatura e analisi, mediante cappe di laboratorio, nelle quali
potranno essere preparate le diverse miscele necessarie alla preparazione di una produzione.
La parte superiore del laboratorio sarà dedicata alla sezione analitica e controllo qualità del laboratorio;
in questa sezione vengono eseguite le prove necessarie al controllo delle materie prime e dei prodotti
derivanti dalle prove di produzione eseguite negli impianti pilota o negli impianti di produzione.
Tale area sarà provvista di strumenti analitici ad alta precisione e cappe chimiche per la preparazione
dei campioni o analisi qualitative e/o quantitative.
All’interno della struttura sono previste aree attrezzate per il deposito in sicurezza dei reagenti o
materie prime utilizzate sia nel laboratorio ricerca e sviluppo sia nel laboratorio di controllo qualità.
Il laboratorio sarà inoltre dotato di un sistema di montacarichi che permetterà la movimentazione in
sicurezza di contenitori, non trasportabili manualmente, nella sezione superiore: il vano del
montacarichi sarà dotato di una vasca di raccolta in caso di sversamento durante la movimentazione
dei prodotti chimici. Il deposito principale interno sarà accessibile tramite muletto o trans- pallet per la
movimentazione di carichi in sicurezza.
Tutte le aree di deposito, impiantistica e di laboratorio chimico saranno dotate di idonei sistemi di
aspirazione per captazione vapori e/o ricambio d’aria. Le aspirazioni saranno collettate ad un circuito
chiuso a sua volta collegato con il termocombustore (E1); in caso di malfunzionamento o fuori servizio
di quest’ultimo i vapori vengono deviati in apposite batterie di filtri a carboni attivi la cui emissione è
diretta in atmosfera. Il reintegro di aria all’interno dei locali sarà assicurato da un’apposita unità di
trattamento e reintegro aria prelevata dall’atmosfera in zona sicura.
Oltre alla parte impiantistica e di laboratorio sono previsti vari spazi per l’ubicazione degli uffici del
personale e servizi igienici.
Riorganizzazione stoccaggio materie prime solide (MPS)
Il progetto di potenziamento del laboratorio chimico all’interno degli attuali magazzini T1,T2 e T3
prevede la riorganizzazione dello stoccaggio delle materie prime solide (MPS), stoccate in sacchi o in
fusti, nei diversi magazzini esistenti all’interno dello stabilimento; a tale scopo una parte dei prodotti
sarà stoccata all’interno dell’immobile ubicato nella nuova area esterna allo stabilimento.
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In particolare sono previsti i seguenti spostamenti:
ATTUALE UBICAZIONE
FUTURA UBICAZIONE
Magazzino T1
Magazzino T7 esistente
Magazzino T7
Capannone di nuova acquisizione
Magazzino K4
Capannone di nuova acquisizione
Magazzino T2
Capannone di nuova acquisizione
I locali oggetto di modifiche saranno adeguati per poter contenere i prodotti. Tutti i locali manterranno
l’attuale gestione operativa di carico/scarico e movimentazioni: la riorganizzazione dei magazzini
comporterà una minima variazione della viabilità interna dei mezzi di trasporto (muletti) adibiti alla
movimentazione delle MPS, ma senza alcuna variazione rilevante nel numero di movimentazioni.
Le MPS saranno posizionate all’interno di scaffali o “drive in” e la loro movimentazione sarà eseguita
tramite muletti o trans-pallet.
I magazzini saranno dotati dei sistemi di protezione e prevenzione in accordo alla normativa di
prevenzione incendi. Il magazzino interno al nuovo capannone sarà inoltre dotato di un sistema di
raccolta sversamenti collegato al sistema di rete fognaria a sua volta collettato al blow down esistente,
ubicato a monte del pozzetto fiscale S1.
Tale configurazione permetterà di isolare e raccogliere eventuali sversamenti accidentali derivanti
dalle operazioni di movimentazione all’interno/esterno al nuovo magazzino. Le aree di deposito
saranno segalate mediante apposita cartellonistica.
Alimentazione elettrica
Nella nuova area esterna allo stabilimento sarà realizzata una nuova cabina di trasformazione MT/BT
ubicata all’esterno. La nuova cabina di trasformazione, denominata L3 sarà alimentata dalla cabina V
esistente mediante un nuovo elettrodotto (20kV) interrato.
Sistema antincendio
L’esistente sistema di distribuzione antincendio sarà potenziato a seguito della realizzazione del nuovo
parco stoccaggi e della riorganizzazione dei magazzini. Il nuovo sistema prevede il potenziamento
della riserva schiuma e una nuova distribuzione dell’acqua di raffreddamento per i nuovi
circuiti/apparecchiature.
2.7Valutazione in merito al quadro progettuale
I criteri guida alla base della progettazione seguiti dal proponente, in relazione al fatto che l’impianto
dovrà essere poi sottoposto anche alla disciplina dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sono stati
sostanzialmente:
- ricerca delle migliori prassi per la limitazione dell’impatto ambientale dell’impianto in progetto;
- attenzione alla futura migliore gestione dell’impianto;
- applicazione delle BAT di riferimento sia per la salvaguardia ambientale e della sicurezza e salute dei
lavoratori.
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3. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Codesto quadro viene strutturato descrivendo per ogni componente ambientale:
lo stato di fatto, considerando i fattori ambientali dell’area dove sarà inserito il nuovo impianto
lo stato di progetto, valutando l’impatto dell’opera progettata sull’ambiente in cui esso è inserito.
3.1 Aspetti ambientali connessi con le fasi di cantiere
Di seguito si riportano gli aspetti ambientali derivanti dalle attività di cantiere: dato il carattere
temporaneo, è lecito presumere che avranno un impatto limitato.
Per la realizzazione delle platee in cemento sulle quali poggeranno i nuovi serbatoi metallici, occorrerà
effettuare lavori di movimentazione terra; il materiale da risulta sarà gestito entro i confini della
normativa sui rifiuti.
Emissioni in atmosfera
Le emissioni saranno legate al traffico dei mezzi che effettueranno il trasporto dei materiali e delle
attrezzature. Si tratta di un aspetto ambientale trascurabile, in relazione anche al fatto che le strade da
percorrere sono già tutte asfaltate, che non richiede quindi particolari interventi di mitigazione.
Verranno comunque prese tutte le cautele per minimizzare l’emissione di polveri quale la limitazione
della velocità.
Nello specifico, il traffico dei mezzi di trasporto pesanti durante la fase di cantiere non è uniforme per
tutta la durata dello stesso. Esso risulta discontinuo poiché in alcuni periodi sono previste molte
operazioni in cantiere mentre in altri l’attività è molto meno consistente.
Si può considerare nell’intero arco temporale di durata della fase di cantiere un traffico medio di mezzi
pesanti pari 0,5 viaggi/gg, con picchi massimi di 5 viaggi/gg nelle giornate di maggiore attività.
Per quanto riguarda il traffico dovuto alle autovetture del personale delle ditte esterne responsabili delle
attività di cantiere esso risulta distribuito in maniera più uniforme nel tempo e si può stimare una media
di 1 viaggio/gg.
Emissioni acustiche
L’inquinamento acustico, in fase di costruzione, è dovuto al trasporto di materiali e attrezzature
(autocarri), e alle normali operazioni di cantiere. Altre fonti di rumore sono il traffico dei mezzi lungo le
strade di collegamento e le fasi di scarico di materiali. Si assume che per la maggior parte degli
interventi da attuare non siano previste lavorazioni notturne e che le attività di cantiere abbiano corso
nelle normali ore lavorative dei giorni feriali; la movimentazione dei materiali verrà effettuata con
cautela, limitando la produzione di rumori. Sarà richiesta opportuna autorizzazione in deroga al
Comune per lo svolgimento dei lavori di cantiere secondo quanto previsto dal Regolamento Acustico
Comunale.
Rifiuti
Si prevede produzione di rifiuti legata alle normali attività di cantiere (imballaggi in più materiali, scarti di
lavorazione quali cavi, ferro, oli per motori/macchine, etc.) e la produzione di terre e materiale da risulta
pari a 635 m3, che verranno gestiti come rifiuti.
Tutti i rifiuti saranno gestiti nel rispetto della normativa vigente, favorendo le attività di recupero.
Inoltre in azienda viene abitualmente effettuata la raccolta differenziata, quindi essa potrà essere fatta
anche per carta, plastica, vetro e metallo derivante dalle attività di cantiere.
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Terre e Rocce da scavo
Una volta rimossi i serbatoi interrati presenti nel bacino M, l’intera area verrà svuotata fino ad arrivare
al livello della platea in cemento attualmente presente, la quale si trova ad una profondità di circa 3,5
metri.
Su una parte di questa platea verranno posizionati due serbatoi cilindrici per lo stoccaggio delle
materie prime liquide, mentre il restante spazio verrà occupato dalle vasche di raccolta A, B e C e dagli
impianti di filtrazione previsti nel nuovo progetto di impianto di raccolta e trattamento acque.
Per tali motivi non sono necessari volumi di materiali terrosi per riempire i vuoti lasciati dalla rimozione
dei serbatoi interrati.
Durante i lavori per la realizzazione dei nuovi bacini e delle vasche previste dal nuovo impianto di
trattamento acque e per la realizzazione o gli adeguamenti fognari la quantità delle terre che saranno
complessivamente movimentate e gestite come rifiuti (CER 170504 o 170503*) è pari a circa 635 m3
3.2 Emissioni in atmosfera
La valutazione degli impatti prodotti dalle modifiche proposte dalla Elantas è stata effettuata
considerando il potenziale aumento della concentrazione di alcuni microinquinanti rispetto alla
situazione attuale della qualità dell’aria.
Al fine di valutare il potenziale impatto prodotto sulla componente atmosfera dalle modifiche in progetto
presso il proprio impianto di produzione di smalti isolanti per fili conduttori sito nella Zona Industriale
Campolungo di Ascoli Piceno, l’ELANTAS Italia S.r.l. ha presentato uno studio previsionale delle
concentrazioni di COV, PM10, NOx, NH3, SO2, HCl e odore sull’area circostante il sito oggetto
dell’intervento. L’attività presenta problematiche relative all’emissione di inquinanti in atmosfera
esclusivamente durante la fase di esercizio, e non durante quella di cantiere, poiché le modifiche in
progetto non necessiteranno di un cantiere significativo.
Tale studio è stato effettuato mediante l’impiego del software SoundPLAN 7.1. che utilizza al suo
interno il modello di dispersione dell’aria AUSTAL2000 della German Federal Environmental Agency.
3.2.1 Situazione Ante-Operam
Emissioni di tipo convogliato stato ante
Lo stabilimento della Elantas è in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 17/VAA del
13/02/2012 e la situazione ante è rappresentata con quanto riportato nella parte emissioni in
atmosfera di tale autorizzazione.
In particolare successivamente all’ottenimento ella sopra menzionata autorizzazione sono stati
realizzati gli interventi ivi identificati come modifiche all’impianto (installazione di un piccolo impianto
pilota da laboratorio, realizzazione di un impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili,
ampliamento dell’impianto fotovoltaico) ed è stata sostituita la caldaia BONO Energia, collegata
all’emissione E36, con una nuova caldaia ROTOGI mod. PT5000E così come comunicato dall’azienda
come modifica non sostanziale in data 29/07/2013.
Inoltre, per l’impianto pilota presente come modifica nell’autorizzazione del 2012 era prevista una
durata di funzionamento di un anno; la sperimentazione è terminata e l’impianto è attualmente fermo.
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GIUNTA REGIONALE
Emissioni diffuse
Le principali emissioni diffuse derivanti dalle attività dell’ELANTAS sono quelle legate al traffico indotto
dall’attività dello stabilimento, per i movimenti dei dipendenti, per l’arrivo delle materie prime, per la
partenza del prodotto finito. Mediamente si stima, per lo stato di progetto la movimentazione di 11
camion/giorno legati alle attività dell’impianto.
I fattori di emissione medi per il parco circolante in Italia disponibili nella banca dati dell’ISPRA
(SINAnet Rete del Sistema Informativo Nazionale Ambientale) validi per gli autocarri sono:
Veicolo ISPRA
- Heavy duty
trucks
- rigid 14 - 20 t
- HD Euro IV
Veicolo
Inquinante
PM10
g/km*veicolo
0,066016
autocarro
PM2.5
0,045941
3,4076
NOx
Considerando che tutto il traffico indotto avviene tramite autocarri, e ipotizzando un percorso
medio, all’interno dell’impianto, di 1200 m, si ottiene la seguente emissione diffusa indotta dal
traffico:
Veicolo ISPRA
- Heavy duty
trucks
- rigid 14 - 20 t
- HD Euro IV
Veicolo
Inquinante
PM10
g/km*veicolo
g/giorno
0,066016
0,87
0,045941
3,4076
0,61
45,0
autocarro
PM2.5
NOx
Il contributo delle emissioni diffuse derivanti dal traffico veicolare indotto interno all’impianto viene
incluso nella simulazione dello stato ante.
3.2.2 Situazione Post-Operam:
Di seguito si riporta lo stato delle emissioni in atmosfera nella configurazione di progetto.
Le modifiche rispetto allo stato attuale vengono di seguito brevemente descritte:
non saranno più presenti i camini E24, E25, E26, E27, E28, E29, E30, E31, E32, E33, E34,
E35, E47, E48 in quanto essi erano collegati a laboratorio chimico, laboratorio analitico
strumentale, quali subiranno uno spostamento ricollocazione all’interno degli spazi della Elantas
Italia Srl come da progetto e tutte le attrezzature saranno collegate all’emissione E1;
poiché la sperimentazione dell’impianto pilota è terminata le emissioni E18 ed E46 risulteranno
inattive;
saranno presenti le nuove emissioni non significative E51 ed E52 ed E53 legate alle caldaie ad
uso civile che vengono utilizzate rispettivamente per riscaldamento e produzione acqua calda
sanitaria della palazzina U, per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria degli
spogliatoi del reparto manutenzione, per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria
degli spogliatoi e della mensa nella palazzina U1;
alle emissioni E21, E22 ed E44 saranno posizionati filtri a carboni attivi come sistemi di
abbattimento;
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GIUNTA REGIONALE
verrà cambiata la posizione del camino E50 e verrà ridotta la durata di funzionamento rispetto
allo stato ante;
saranno presenti i nuovi camini E60 ed E61 collegati al nuovo Laboratorio Ricerca & Sviluppo,
dotati di filtri a carboni attivi, che entreranno in funzione solo in caso di malfunzionamento del
post- combustore.
Emissioni in Atmosfera – stato post
Unità di misura
Flusso di massa
annuo
Metodo applicato
COV
Kg/anno
30.588,3
STIMA
Polveri
Kg/anno
4.193,3
STIMA
NOx
Kg/anno
18.964
STIMA
CO
Kg/anno
11.152
STIMA
SO2
Kg/anno
2.788
STIMA
NH3
Kg/anno
278,8
STIMA
HCl
Kg/anno
278,8
STIMA
Metalli
Kg/anno
0,1
STIMA
Inquinante
Decreto Solventi
L’attività dell’azienda rientra nell’art. 275 del D.Lgs. 152/06 in quanto è compresa nell’allegato 3, parte
II, punto 6 (attività di fabbricazione di preparati per rivestimenti, vernici, inchiostri e adesivi con una
soglia di consumo di solvente superiore a 100 tonnellate/anno), e i quantitativi massimi di solvente
presenti risultano superiori al limite delle 1000 tonnellate/anno.
Il consumo nominale massimo di solvente dell’impianto è, infatti, pari a 18.000 ton/anno.
Secondo la normativa vigente il valore limite di emissione diffusa è pari al 3% dell’input di solventi nel
periodo di riferimento.
L’azienda rispetta il limite imposto dalla legge e, così come richiesto, dimostra di controllare le
emissioni diffuse attraverso i propri Piani Gestione Solvente. Il PGS relativo all’anno 2012
Le emissioni diffuse e fuggitive non varieranno nello stato post.
Sistema di monitoraggio in continuo
Il camino E1 è dotato di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera per il
controllo dei COV come COT; tale sistema sarà attivo anche nello stato post.
Una volta che il cogeneratore entrerà in funzionamento a regime, l’azienda installerà nel camino E49
un sistema di monitoraggio in continuo per quanto riguarda i parametri NOX e CO.
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GIUNTA REGIONALE
Il modello di analizzatore in continuo di COT installato sull’E1 è il mod. THC110E .Nel sistema analitico
estrattivo del TOC vi sono due elementi: il FID e il dispositivo di campionamento associato.
Il rivelatore FID è l'elemento principale dell'analizzatore. È composto da un ugello centrale che riceve
attraverso un capillare Idrogeno, con una portata di circa 25 cc/min. Al medesimo è inviato, sempre
attraverso un capillare, il gas carrier (circa 20 cc/min.) che trasporta i vari composti del campione da
analizzare.
L’ugello è polarizzato da una tensione di eccitazione positiva di 300 V.dc con correnti molto piccole. Un
anello circolare posto intorno all'ugello provvede a raccogliere la corrente ionizzante e a portarla
all'ingresso del circuito elettrometrico.
Una portata di aria 250 cc/min., determinata da un terzo capillare, viene inviata al rivelatore come gas
comburente. All'interno del rivelatore trovano posto una spirale in nichel per l'accensione automatica
della fiamma ed una termocoppia che determina se la fiamma è accesa o spenta inibendo il passaggio
dell’idrogeno in caso di fiamma spenta.
Emissioni diffuse
I dati di inputi relativi al traffico non sono modificati tra stato ante e stato post, in quanto le modifiche
non influiranno significativamente sul traffico indotto.
Il contributo delle emissioni diffuse derivanti dal traffico veicolare indotto interno all’impianto viene
incluso nella simulazione dello stato post.
Caratterizzazione meteorologica dell’area
L’analisi meteoclimatica dell’area oggetto di studio è stata effettuata avvalendosi dei dati forniti dalla
stazione meteo di Maltignano (AP) dell’ASSAM, relativi a 15 mesi (da gennaio 2012 a marzo 2013).
Temperatura
I valori relativi alle temperature medie orarie evidenziano una temperatura media nel periodo analizzato
di 14,2°C, con minimi orari pari a -3,0° C e massimi di 37,4°C.
Radiazione solare globale
La radiazione solare nel periodo analizzato ha registrato un valore medio pari a 164,5 W/m2 con un
valore minimo pari a 9,32 W/m2 (come media giornaliera) e valore massimo di 358,3 W/m2.
Vento
Il regime anemologico è caratterizzato dal 24,8 % di calme, considerando come limite di calma di vento
i 0,6 m/s; il vento presenta una velocità media nel periodo di riferimento pari a 1,0 m/s ed una
distribuzione angolare secondo la rosa dei venti riportata di seguito.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
77
GIUNTA REGIONALE
Classi di stabilità atmosferica
La ditta ha poi calcolato le classi di stabilità atmosferica di Pasquill Gifford a partire dalla velocità del
vento e dalla radiazione solare secondo quanto suggerito dall’EPA.
3.2.3 Campagna di indagine
Dal 1 al 15 luglio 2013 la Ditta ha effettuato una campagna di indagine di qualità dell’aria, con l’utilizzo
del laboratorio mobile. I valori medi emersi da tale campagna relativi a SO2, NH3, e HCl, sono stati
presi come riferimento per caratterizzare la qualità dell’aria.
Per caratterizzare la qualità dell’aria relativa a PM10, NO2, sia come dati medi annuali che come dati
orari e giornalieri, la Ditta ha preferito prendere a riferimento i valori registrati in un anno (intervallo di
tempo maggiormente significativo) da una centralina gestita dall’ARPAM. La scelta è caduta sulla
centralina di Monticelli (la più congrua e sovrapponibile al sito indagato), considerando i dati registrati
dal 01/01/2012 al 31/12/2012.
I valori di qualità dell’aria misurati in occasione della campagna e quelli prelevati dalla centralina,
assunti come valore di qualità dell’aria, sono i seguenti:
Specie inquinante
PM10
NO2
NH3
SO2
HCl
Specie inquinante rilevata dal
mezzo mobile (valore medio)
16,7 µg/mc
1,6 µg/mc
1,4 µg/mc
Concentrazione Monticelli
(valore medio annuo)
21,5 µg/mc
17,4 µg/mc
-
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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13/05/2014
78
GIUNTA REGIONALE
I dati registrati nella campagna di monitoraggio includono il contributo dello stato ante della Elantas
Italia Srl.
La Ditta ha effettuato anche un monitoraggio riguardante la determinazione della concentrazione di
odore mediante olfattometria dinamica ritardata (norma UNI En 13725:2004).
Tale monitoraggio è stato eseguito il 09/07/2013 in tre posizioni come di seguito dettagliato:
Sigla
A01
Denominazione
del campione
Emissione
Concentrazione
di odore (ouE/mc)
1300
A02
Interno
64
A03
Esterno
57
Note
Il prelievo è stato
effettuato al camino E1; il
dato è stato usato nella
simulazione come valore
di emissione al camino
Prelievo effettuato
all’interno della proprietà
Prelievo effettuato al
confine
Le caratteristiche del vento al momento del campionamento:
vento debole
direzione SSW
3.2.4 Ricadute degli inquinanti in atmosfera
Al fine di valutare il contributo delle modifiche in progetto ELANTAS Italia S.r.l. ha effettuato una
simulazione delle ricadute degli inquinanti principali che saranno emessi (COV, PM10, NOx, NH3,
SO2, HCl e odore).
Lo studio è stato effettuato mediante l’impiego del software SoundPLAN 7.1 che utilizza al suo interno
il modello di dispersione dell’aria AUSTAL2000 della German Federal Environmental Agency.
Il modello AUSTAL2000 è stato sviluppato secondo il regolamento tedesco TALuft (Technical
Instructions on Air Quality). AUSTAL2000 è un modello di dispersione dell’aria basato sul sistema di
simulazione lagrangiano ed utilizza il modello diagnostico del campo di vento TALdia. Il modello prende in
considerazione l’influenza della topografia sul campo di vento e quindi la dispersione degli inquinanti.
Nell’elaborazione sono stati utilizzati i dati metereologici orari raccolti presso la stazione di Maltignano
(AP) dell’ASSAM, relativo a 15 mesi (da gennaio 2012 a marzo 2013) nonché è stata ricostruita
l’orografia dell’area in esame ( l’area di calcolo ha interessato una superficie di 8 km2.
Nel modello come sopra esposto, sono stati inseriti pertanto:
• i dati orografici;
• i dati metereologici;
• i dati delle emissioni convogliate dello stato di progetto
• le emissioni diffuse derivanti dal traffico
Sono state poi effettuate due simulazioni:
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
79
GIUNTA REGIONALE
1. Simulazione con i valori di concentrazione e portata massimi autorizzati degli inquinanti caratteristici
dell’impianto e significativi in termini di flusso di massa come:
COV come C
PM10
NOx
NH3
SO2
HC
2. Simulazione dei soli COV con i valori di concentrazione e portata rilevati durante le campagne di
monitoraggio alle emissioni in atmosfera effettuate dall’azienda nel periodo 2011-2012;
3. Simulazione dell’impatto odorigeno, inserendo come unica sorgente il camino E1 sul quale è stata
fatta la campagna di monitoraggio della concentrazione di odore
Al fine della valutazione sono state effettate le seguenti assunzioni conservative:
- In autorizzazione i solventi sono espressi come C; in mancanza di limiti di riferimento specifici
riguardanti i COV come C, nei confronti della qualità dell’aria, si è ritenuto significativo confrontare il
valore di immissione ottenuto, con il valore di legge di HCNM (idrocarburi totali non metanici espressi
come C) riportato nel ex DPCM del 28/03/1983. Anche se tale DPCM è stato abrogato dal DM
60/2002, si ritiene il valore di HCNM lì espresso come l’unico riferimento tecnico per visualizzare
l’impatto di tali sostanze;
- I valori di emissione di polveri al camino devono essere espressi, in conformità alla normativa
nazionale (D.Lgs. 152/06), come PTS, mentre i valori di qualità dell’aria (DM 155/2010) sono espressi
come PM10. Per poter quindi effettuare il confronto tra i valori derivati dalla simulazione e quelli dal
monitoraggio, è stato assunto, come ipotesi conservativa, che le PTS sono tutte PM10;
- I valori di emissione di ossidi di azoto simulati dal software e i fattori di emissione forniti dall’ISPRA
sono espressi come Nox, mentre i valori di qualità dell’aria (DM 155/2010) sono espressi come NO2.
Per poter quindi effettuare il confronto tra i valori derivati dalla simulazione e quelli dal monitoraggio, è
stato assunto, come ipotesi conservativa, che gli Nox sono assimilati agli NO2.
3.2.5 Valutazione degli impatti
La Ditta ha individuato alcuni bersagli recettori in corrispondenza dei punti ritenuti maggiormente
sensibili, per valutare l’accettabilità ambientale sulla matrice aria delle pressioni precedentemente
calcolate, nella situazione ante e post operam.
Sigla
R1
R2
R3
R4
R5
R6
R7
R8
Tipologia
Distanza dal confine dell’impianto
civile abitazione
725 m
civile abitazione
485 m
civile abitazione
1100 m
edificio industriale
240 m
edificio industriale
17 m
edificio industriale
25 m
edificio industriale
35 m
edificio industriale
176 m
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
80
GIUNTA REGIONALE
R9
R10
R11
civile abitazione
edificio industriale
civile abitazione
580 m
240 m
335 m
In corrispondenza dei recettori individuati sono stati stimati i valori di pressione in atmosfera per la
simulazione dell’ante e del post come riportato nelle tabelle seguenti. Le tabelle riportano:
il valore di qualità dell’aria;
il valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante;
il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post;
la differenza tra il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post ed il valore di
pressione calcolata al recettore nello stato ante;
la variazione percentuale tra il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post ed il
valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante, in riferimento allo stato ante;
il valore di qualità dell’aria proprio dello stato post, calcolato sottraendo al valore di qualità
dell’aria il valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante ed aggiungendo il valore di
pressione calcolata al recettore nello stato post;
la variazione percentuale tra la qualità dell’aria dello stato post e la qualità dell’aria iniziale,
in riferimento alla qualità dell’aria iniziale.
COV come C
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000
(µg/m3)
ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3)
post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
PM 10 annuale
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R1
n.d.
0,1
R5
n.d.
20,8
R6
n.d.
15,1
R7
n.d.
41,3
R8
n.d.
15,0
R9
n.d.
4,5
R10
n.d.
13,7
200
µg/m3
R11
n.d.
4,2
3,2
0,1
18,1
14,1
34,1
11,2
3,4
10,3
3,9
-1,4
-1,1
0
- 2,7
- 7,2
- 3,8
- 1,1
- 3,4
- 0,3
33%
n.d.
n.d.
26%
n.d.
n.d.
0%
13%
n.d.
n.d.
1,0
7%
n.d.
n.d.
17%
n.d.
n.d.
25%
n.d.
n.d.
24%
n.d.
n.d.
25%
n.d.
n.d.
- 7%
R8
21,5
1,2
R9
21,5
0,3
R10
21,5
0,8
40,0 µg/m3
R11
21,5
0,2
2,4
R2
n.d.
4,3
R3
n.d.
4,3
1,8
2,9
- 0,6
25%
n.d.
n.d.
R4
n.d.
n.d.
n.d.
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4 R5
R6
R7
21,5 21,5 21,5 21,5
0,0
1,2
0,7
2,3
n.d.
n.d.
R1
21,5
0,1
R2
21,5
0,2
R3
21,5
0,2
0,1
0,2
0,2
0,0
1,2
0,7
2,3
1,2
0,3
0,8
0,2
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
81
GIUNTA REGIONALE
PM 10 giornaliero
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
R2
21,5
3,2
R3
21,5
2,2
1,5
3,2
2,2
0,9
6,6
6,6
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
NO2 annuale
R8
21,5
6,4
R9
21,5
2,3
R10
21,5
2,5
50,0 µg/m3
R11
21,5
2,7
7,5
6,4
2,3
2,5
2,7
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
0
0%
21,5
0%
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4
R5
R6
R7
21,5 21,5 21,5 21,5
0,9
6,6
6,6
7,5
R1
21,5
1,5
Limiti (DPCM 28/03/1983)
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
R1
17,4
0,2
R2
17,4
0,3
R3
17,4
0,3
R4
17,4
0,0
R5
17,4
1,4
R6
17,4
0,5
R7
17,4
2,8
R8
17,4
1,4
R9
17,4
0,5
R10
17,4
2,7
40,0
µg/m3
R11
17,4
0,3
0,2
0,3
0,3
0,0
1,5
2,9
2,9
1,5
0,5
2,7
0,4
0
0%
17,4
0%
0
0%
17,4
0%
0
0%
17,4
0%
0
0%
17,4
0%
0,1
7%
17,5
0,6%
2,4
480%
19,8
14%
0,1
4%
17,5
0,6%
0,1
7%
17,5
0,6%
0
0%
17,4
0%
0
0%
17,4
0%
0,1
33%
17,5
0,6%
NO2 orario
Limiti (DPCM 28/03/1983)
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000
(µg/m3)
ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3)
post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
R1
17,4
33,0
R2
17,4
45,0
R3
17,4
45,5
R4
17,4
44,0
R5
17,4
42,0
R6
17,4
43,0
R7
17,4
60,0
R8
17,4
58,0
R9
17,4
51,0
R10
17,4
51,0
200,0
µg/m3
R11
17,4
43,0
33,0
45,0
45,5
44,0
40,0
46,0
46,0
53,0
51,0
51,0
47,0
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
- 2,0
5%
3,0
7%
- 14
-23%
0
0%
0
0%
4,0
0%
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
17,4
0%
17,4
0%
17,4
0%
17,4
0%
15,4
11%
20,4
17%
3,4
- 80%
- 5,0
9%
12,4
29%
17,4
0%
17,4
0%
21,4
23%
NH3
Recettore
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R1
R2
R3
R4
R5
R6
R7
R8
R9
R10
25
µg/m3
R11
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
82
GIUNTA REGIONALE
Qualità dell’aria
Concentrazioni
calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3)
ante
Concentrazioni
calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3)
post
Differenza post – ante
Variazione % post –
ante
Qualità aria tot. stato
post
Variazione % qualità
aria
post - iniziale
16,7
0,000
16,7
0,000
16,7
0,000
16,7
0,000
16,7
0,030
16,7
0,010
16,7
0,055
16,7
0,030
16,7
0,010
16,7
0,050
16,7
0,010
0,000
0,000
0,000
0,000
0,030
0,010
0,055
0,030
0,010
0,050
0,010
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
0
0%
16,7
16,7
16,7
16,7
16,7
16,7
16,8
16,7
16,7
16,7
16,7
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
R1
16,7
0,00
R2
16,7
0,10
R3
16,7
0,10
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4
R5
R6
R7
16,7 16,7 16,7 16,7
0,00 0,40 0,10 0,60
R8
16,7
0,30
R9
16,7
0,10
R10
16,7
0,70
20 µg/m3
R11
16,7
0,10
0,00
0,10
0,10
0,00
0,40
0,10
0,60
0,30
0,10
0,70
0,10
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
SO2 annuale
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
R9
1,6
1,00
R10
1,6
3,00
R1
1,6
1,00
R2
1,6
1,00
R3
1,6
1,00
1,00
1,00
1,00
0,00
2,00
2,00
3,50
2,00
1,00
3,00
1,00
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
0
0%
1,6
0%
R1
1,6
9,00
R2
1,6
14,00
R3
1,6
6,00
R8
1,6
9,50
R9
1,6
8,00
R10
1,6
6,00
350 µg/m3
R11
1,6
9,50
9,00
14,00
6,00
8,50
7,00
8,00
9,00
9,50
8,00
6,00
9,50
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
SO2 orario
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
R8
1,6
2,00
125µg/m3
R11
1,6
1,00
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4
R5
R6
R7
1,6
1,6
1,6
1,6
0,00 2,00 2,00 3,50
SO2 giornaliero
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4
R5
R6
R7
1,6
1,6
1,6
1,6
8,50 7,00 8,00 9,00
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
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83
GIUNTA REGIONALE
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
R1
1,4
0,00
R2
1,4
0,01
R3
1,4
0,01
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4
R5
R6
R7
1,4
1,4
1,4
1,4
0,00 0,04 0,01 0,06
R8
1,4
0,04
R9
1,4
0,01
R10
1,4
0,07
9 µg/m3
R11
1,4
0,01
0,00
0,01
0,01
0,00
0,04
0,01
0,06
0,04
0,01
0,07
0,01
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
0
0%
1,4
0%
HCl
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) ante
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (mg/m3) post
Differenza post – ante
Variazione % post – ante
Qualità aria tot. stato post
Variazione % qualità aria
post - iniziale
COV reale
Recettore
Qualità dell’aria
Concentrazioni calcolate
AUSTAL2000 (µg/m3) post
R1
n.d.
0,04
R2
n.d.
0,07
R3
n.d.
0,07
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
0%
1,6
0%
Limiti (DPCM 28/03/1983)
R4
R5
R6
R7
n.d. n.d. n.d. n.d.
0,00 0,17 0,14 0,61
200 µg/m3
R8
n.d.
0,16
R9
n.d.
0,08
R10
n.d.
0,45
R11
n.d.
0,05
→ Impatto ambientale: Dall’analisi dei dati emerge che:
Si ritiene l’impatto PM10 poco significativo: i limiti di legge come valore medio annuale e come
valore giornaliero sono sempre rispettati. Non esiste alcun incremento nello stato post rispetto
allo stato ante.
Ossidi di azoto: i limiti di legge come valore medio annuale e come valore orario sono sempre
rispettati. Relativamente al valore medio annuo non si evidenziano sostanziali modifiche della
qualità dell’aria, ad eccezione del recettore R7 situato al confine dello stabilimento.
Relativamente al valore orario si evidenziano nei recettori concentrazioni nello stato post
mediamente confrontabili con la situazione ante operam.
Ammoniaca: le concentrazioni di ammoniaca ai recettori non variano tra lo stato ante e lo stato
post.
Biossido di zolfo: i limiti di legge come valore medio annuale, come valore giornaliero e come
valore orario sono sempre rispettati.
Acido cloridrico: le concentrazioni di acido cloridrico ai recettori non variano tra lo stato ante e lo
stato post.
Per quanto riguarda i composti organici volatili espressi come C la simulazione ha evidenziato
una riduzione della concentrazione ai recettori nello stato post operam. Inoltre la simulazione
nelle condizioni reali di esercizio ha evidenziato valori pressoché irrilevanti ai recettori. Le
modifiche in progetto pertanto non impatteranno sulla qualità dell’aria, anzi potrebbero
contribuire ad un suo miglioramento;
L’impatto legato alla diffusione dell’odore, visualizzato in termini di odor hours, è risultato non
significativo: la media annuale di odor hours, in ogni punto è pari a 0%.
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3.3 Scarichi idrici
Stato ante
L’azienda possiede un solo scarico idrico (S1) in condotta consortile Piceno Consind. Tale scarico è
dotato di misuratore di portata. La portata media di S1 è 20 mc/giorno in tale scarico confluiscono:
1. le acque reflue domestiche: rappresentano gli scarichi derivanti dall’utilizzo dei locali adibiti a
servizi igienici, spogliatoi e mensa;
2. le acque reflue industriali: rappresentano gli scarichi provenienti dal drenaggio del circuito
chiuso dell’acqua industriale utilizzato come spurgo per la regolarizzazione dei parametri
chimico/fisici della stessa;.
3. le acque di prima pioggia: rappresentano i primi 5 mm di acqua meteorica di dilavamento di
piazzali; per le coperture dei fabbricati, in condizioni normali, nonostante la presenza di sorgenti
di inquinamento (linee di processo, emissioni in atmosfera, etc.) non sono prevedibili ricadute di
inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, come da indicazione delle NTA
del PTA Marche;.
4. le acque di seconda pioggia rappresentate dalla parte delle acque meteoriche di dilavamento
eccedenti le acque di prima pioggia.
5. le acque meteoriche di bacini di contenimento rappresentano le acque meteoriche raccolte nei
bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio materie prime (MPL), semilavorati (SL) e
prodotti finiti (PF) ubicati in diverse zone interne allo Stabilimento. I bacini di contenimento
hanno lo scopo esclusivo di contenere eventuali perdite di prodotto, che si possono originare a
seguito di danneggiamenti dei serbatoi di stoccaggio o collegamenti accessori. Il bacino di
contenimento è collegato alla rete fognaria di Stabilimento mediante un collettore interrato
intercettabile mediante una valvola di isolamento. Tale sistema garantisce in cado di perdita che
il prodotto inquinante rimanga all’interno del bacino e non venga inviato allo scarico S1 e da qui
alla fognatura consortile.
Tutte le acque di cui sopra sono collettate al punto S1 mediante un’unica rete di tubazioni
interrate, senza alcun trattamento preliminare; la portata di scarico è monitorata tramite un
misuratore locale
Prima dello scarico S1 è presente una valvola di intercettazione dello scarico fognario
dell’intero stabilimento che consente, in caso di anomalie o emergenze, di chiudere il
collegamento alla fognatura consortile isolando l’intero impianto e deviare il flusso di scarico ad
un serbatoio interrato, al fine di contenere eventuali sversamenti di prodotti inquinanti all’interno
dell’impianto stesso.
Stato post
In ottemperanza alle NTA del PTA oggi in vigore, il Gestore procederà alla separazione delle diverse
tipologie di acque ed ad un diverso trattamento di alcune tipologie di acque prima dello scarico.
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GIUNTA REGIONALE
Tutti i circuiti saranno collettati mediante linee indipendenti a monte del punto di scarico S1 e ciascuno
di loro sarà dotato di pozzetto di ispezione.
Sarà mantenuto in esercizio il sistema di isolamento dell’impianto comprendente la valvola di
intercettazione dello scarico fognario dello stabilimento che in caso di anomalie ed emergenze
consente di chiudere il collegamento alla fognatura consortile isolando l’intero impianto e deviando il
flusso di scarico ad un serbatoio interrato, al fine di contenere eventuali sversamenti di prodotti
inquinanti all’interno dell’impianto stesso.
Il pozzetto S1 rimarrà invariato e permetterà di analizzare il quantitativo totale scaricato in fogna
consortile.
I circuiti saranno suddivisi come segue:
1. Acque di prima pioggia
Le acque meteoriche di prima pioggia (5 mm iniziali) di dilavamento piazzali carico, scarico e
movimentazione prodotti, oltre alle acque meteoriche di prima pioggia (10 mm iniziali) di
dilavamento dei bacini di contenimento, saranno collettate mediante un’unica rete di distribuzione
ed inviate all’impianto di trattamento acque .
Le coperture dei fabbricati (edifici A, A1, A2, E, F, G, H, L, O1), dove in condizioni normali di
esercizio, nonostante la presenza di sorgenti di inquinamento (linee di processo, emissioni in
atmosfera etc..) non sono prevedibili ricadute degli inquinanti tali da far assimilare queste acque
alla prima pioggia, come da indicazione delle NTA del PTA Marche; queste saranno scaricate con
le acque di seconda pioggia e di pioggia pulite.
L’impianto ha la specifica funzione di:
• separare le acque di prima pioggia dalle successive acque precipitate (seconda pioggia);
• trattare le acque di prima pioggia mediante sistema a filtrazione;
• smaltirle le acque dopo il trattamento;
Il ciclo di trattamento si svolge attraverso fasi di equalizzazione, trattamento e scarico.
L’acqua viene inviata ad una vasca di equalizzazione (O3) dove subisce una prima decantazione e
viene inviata direttamente ad un sistema di filtrazione in linea atta ad eliminare la presenza di
particelle solide e inviata direttamente ad un trattamento di filtri a carboni attivi (Y8) atti a ridurre il
contenuto degli inquinanti (principalmente sostanze organiche) per garantire il rispetto dei limiti
imposti dall’autorizzazione.
L’acqua trattata in uscita dal trattamento Y8 è direttamente inviata ad una vasca di equalizzazione
e ricircolo continuo (O5) a questo punto le acque analizzate e rientranti nei limiti imposti sono
direttamente inviate o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile e
necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento.
Durante il processo di trattamento, qualora a seguito di un campionamento eseguito nella vasca di
equalizzazione O3 l’acqua di prima pioggia non risulti inquinata nel rispetto dei limiti imposti dal
D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., la stessa sarà inviata direttamente o nella condotta consortile tramite il
lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso
industriale presente in stabilimento, senza essere sottoposta ad alcun ulteriore controllo; in caso
contrario le acque potranno essere di nuovo sottoposte al trattamento ricircolando all’interno
dell’impianto stesso e sottoposta di nuovo a trattamento fino al raggiungimento dei limiti di legge o
in caso contrario raccolte e smaltite come rifiuto liquido secondo i dettami della Parte IV del D.Lgs
152/2006.
I fanghi di risulta saranno inviati a smaltimento.
Le acque di prima pioggia di dilavamento coperture fabbricati, che non contengono sostanze
inquinanti all’origine o per le quali, in condizioni normali, nonostante la presenza di sorgenti di
inquinamento (linee di processo, emissioni in atmosfera etc..) non sono prevedibili ricadute di
inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, saranno collettate tramite circuito
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indipendente o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile, nella
vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento.
2. Acque di seconda pioggia rappresentano le acque meteoriche successive ai primi 5 mm di
dilavamento piazzali carico, scarico e movimentazione prodotti, e le acque meteoriche successive
ai 10 mm di dilavamento dei bacini di contenimento, bypassano la vasca di accumulo O3 e
vengono inviate tramite un sistema stabile di collettamento, nella condotta consortile tramite lo
scarico S1 esistente o, se possibile ne necessario, deviate ed inviate nella vasca di accumulo
acqua per uso antincendio e industriale presente in stabilimento.
3. Acque di pioggia Pulite rappresentano le acque meteoriche di dilavamento delle coperture
fabbricati dove non sono presenti potenziali sorgenti di inquinamento (edifici
U,U1,U2,N,N1,T1,T2,T4,T5,T6,T7,T8,T9)
e delle coperture dei fabbricati (edifici
A,A1,A2,E,F,G,H,L,O1) dove in condizioni normali di esercizio non sono prevedibili ricadute degli
inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, come da indicazioni delle NTA del
PTA, bypassano la vasca di equalizzazione O3 e vengono inviate mediante un sistema stabile di
collettamento, nella condotta consortile tramite lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario,
deviate ed inviate nella vasca di accumulo acqua per uso antincendio ed industriale presente nello
stabilimento.
4. Acque reflue industriali
Tali scarichi saranno collettati mediante circuito indipendente direttamente
consortile tramite lo scarico S1 esistente.
nella condotta
5. Acque reflue domestiche
Gli scarichi derivanti dai servizi igienici, mensa e spogliatoi esistenti saranno collettati, mediante
circuito indipendente, alla rete consortile attraverso lo scarico S1.
6. Acque meteoriche di bacini di contenimento
Analogamente alle acque di prima pioggia il ciclo di trattamento si svolge attraverso fasi di
equalizzazione, trattamento e scarico.
Le acque meteoriche raccolte nei bacini di contenimento ricadono nella disciplina degli scarichi
poiché è presente un sistema stabile di collettamento senza soluzione di continuità, quindi è
necessario ai sensi dell’art. 42 delle NTA del PTA Marche prevedere la separazione della prima
pioggia (stabiliti in 10mm iniziali) che sarà trattata all’impianto di depurazione prima di confluire in
condotta consortile.
Le successive acque di pioggia saranno scaricate mediante un sistema stabile di collettamento
senza soluzione di continuità, come acque di seconda pioggia.
Se e quando verrà interrotta la continuità dello scarico, la normativa a cui far riferimento è quella
della gestione dei rifiuti.
Le acque di prima pioggia vengono inviate mediante un sistema stabile di collettamento in una
vasca di equalizzazione O4, distinta dalla vasca di raccolta acque di prima pioggia (O3), dove
subisce una prima decantazione e viene inviata direttamente ad un sistema di filtrazione in linea
atta ad eliminare la presenza di particelle solide e inviata direttamente ad un trattamento di filtri a
carboni attivi (Y8) atti a ridurre il contenuto degli inquinanti (principalmente sostanze organiche)
per garantire il rispetto dei limiti imposti .
L’acqua trattata in uscita dal trattamento Y8 è direttamente inviata ad una vasca di equalizzazione
e ricircolo continuo (O5) a questo punto le acque analizzate e rientranti nei limiti imposti sono
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direttamente inviate o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile e
necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento.
Durante il processo di trattamento, qualora a seguito di un campionamento eseguito nella vasca di
equalizzazione O4 l’acqua di prima pioggia non risulti inquinata nel rispetto dei limiti imposti dal
D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., la stessa sarà inviata direttamente o nella condotta consortile tramite il
lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso
industriale presente in stabilimento, senza essere sottoposta ad alcun ulteriore controllo; in caso
contrario le acque potranno essere di nuovo sottoposte al trattamento ricircolando all’interno
dell’impianto stesso e sottoposta di nuovo a trattamento fino al raggiungimento dei limiti di legge o
in caso contrario raccolte e smaltite come rifiuto liquido.
I fanghi di risulta saranno inviati a smaltimento
I limiti da rispettare allo scarico S1, sono riportati nella tabella seguente.
limiti inquinanti allo scarico S1 – stato post
Inquinante
Solidi sospesi totali
COD
Cloruri
NH4+
HC totali
Fenoli
Solventi organici aromatici
Tensioattivi MBAS e PPAS
Concentrazione (mg/l)
200
500
1.200
30
10
0,5
0,2
4
Considerando una portata di 20 mc/giorno ed una funzionalità al massimo della capacità produttiva
dell’azienda di 340 giorni/anno, il flusso di massa degli inquinanti sarà:
flussi di massa allo scarico S1 – stato post
Scarichi Idrici - 20 mc/giorno - 340 giorni/anno
Unità di misura
Flusso di massa
annuo
Metodo applicato
Solidi sospesi totali
Kg/anno
1.360
STIMA
COD
Kg/anno
3.400
STIMA
Cloruri
Kg/anno
8.160
STIMA
NH4+
Kg/anno
204
STIMA
HC totali
Kg/anno
68
STIMA
Fenoli
Kg/anno
3,4
STIMA
Solventi organici aromatici
Kg/anno
1,36
STIMA
Tensioattivi totali
Kg/anno
27,2
STIMA
Inquinante
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Le modifiche introdotte dal presente progetto non varieranno qualitativamente gli inquinanti scaricati
in S1; a seguito della revisione dei limiti allo scarico, però, il quantitativo di inquinanti emessi verrà
ridotto, ad eccezione del parametro cloruri. (a parità di orario di funzionamento dell’impianto).
Inoltre verrà effettuata la separazione delle linee fognarie delle acque di prima pioggia, delle acque di
seconda pioggia, delle acque reflue industriali, delle acque reflue domestiche e sarà previsto un
circuito dedicato per le acque meteoriche dei bacini di contenimento.
→ Impatto ambientale positivo
3.4 Vegetazione, flora e fauna
Il progetto non prevede interventi che richiedano l’occupazione di nuovo terreno agricolo, né
l’abbattimento di piante protette. Tutti gli interventi interessano esclusivamente il lotto già edificato della
Elantas Italia Srl e il lotto edificato adiacente che verrà acquistato dall’azienda, che si trovano, come
già evidenziato, in una zona industrializzata.
Si ritiene pertanto che l’impatto ambientale su vegetazione, flora e fauna della modifica in progetto
sia non significativo.
3.5 Paesaggio e impatto visivo
Elantas Italia Srl è posizionata in una zona industriale consolidata, lontana da visuali panoramiche
sensibili. Molte delle modifiche oggetto della presente procedura di Valutazione di Impatto Ambientale
saranno realizzate all’interno di capannoni esistenti pertanto non influiranno sull’impatto visivo attuale.
I nuovi serbatoi metallici per lo stoccaggio delle materie prime liquide saranno posizionati all’esterno;
tuttavia, essi risulteranno visibili quasi esclusivamente dall’interno dello stabilimento attuale Elantas
Italia Srl.
Impatto ambientale non significativo
3.6 Rifiuti
Per consentire una corretta gestione ambientale dei rifiuti, la ELANTAS ITALIA S.r.l. dispone nello
stabilimento di Ascoli di un sito temporaneo di stoccaggio (ai sensi dell’art. 183 del D.Lgs. 152/06 e
ss.mm.ii.) all’interno del quale sono facilmente individuabili le diverse tipologie di rifiuti.
Il sito è identificato con cartellonistica indicante la natura del rifiuto, l’eventuale classificazione CER, e
le classi di pericolosità (nel caso di rifiuti pericolosi).
Tutti i rifiuti sono gestiti in conformità alle normative di settore.
La maggior parte dei rifiuti sono inviati a recupero.
Rifiuti prodotti nel 2012
Descrizione rifiuto
Acque di processo
Acque di scrubber
Soluzioni acquose di lavaggio
Rifiuti liquidi di lavorazione
Solventi organici
Resine non polimerizzate
Fanghi di pulizia serbatoi
Quantità prodotta
Smaltimento Recuper
t/anno
o
t/anno
Attività di
provenienza
Codice
C.E.R.
Linee produttive
070201
Rifiuto speciale pericoloso
37,66
Linee produttive
070204
Rifiuto speciale pericoloso
45,44
Linee produttive
070208
Rifiuto speciale pericoloso
11,36
0
Classificazione
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GIUNTA REGIONALE
Descrizione rifiuto
Quantità prodotta
Smaltimento Recuper
t/anno
o
t/anno
Carta da filtro sporca
Segatura impregnata di vernice
Materiali non ferrosi
Altri oli per circuiti idraulici
Imballaggi in legno
Imballaggi in materiali misti
Imballaggi contenenti residui di sostanze
pericolose
Carboni attivi esausti
Rifiuti organici contenenti sostanze
pericolose
Sostanze chimiche di laboratorio
contenenti o costituite da sostanze
pericolose
Batterie al piombo
Ferro e Acciaio
Materiali isolanti contenenti o costituiti da
sostanze pericolose
Materiali isolanti non contenenti sostanze
pericolose
Rifiuti organici (MDI)
Soluzioni acquose di scarto, contenenti
sostanze pericolose (soluzione
ammoniacale per neutralizzare MDI)
Attività di
provenienza
Codice
C.E.R.
Linee produttive
070210
Rifiuto speciale pericoloso
0,26
115,78
49,12
Linee produttive
Officina
Magazzino
Intera azienda
120104
130113
150103
150106
Rifiuto speciale non pericoloso
Rifiuto speciale pericoloso
Rifiuto speciale non pericoloso
Rifiuto speciale non pericoloso
71,78
Intera azienda
150110
Rifiuto speciale pericoloso
0,285
Linee produttive
150202
Rifiuto speciale pericoloso
0
0
Laboratorio
160305
Rifiuto speciale pericoloso
0
0
Laboratorio
160506
Rifiuto speciale pericoloso
0
0
22,02
Intera azienda
Officina
160601
170405
Rifiuto speciale pericoloso
Rifiuto speciale non pericoloso
Linee produttive
170603
Rifiuto speciale pericoloso
Linee produttive
170604
Rifiuto speciale non pericoloso
28,18
160306*
Rifiuto pericoloso
6,18
161001*
Rifiuto pericoloso
11,5
27,563
2,73
0,577
0
*Rifiuti prodotti occasionalmente nel 2012
Suddivisione percentuale del destino dei rifiuti nel corso del 2012
0
Classificazione
REGIONE MARCHE
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GIUNTA REGIONALE
Occasionalmente possono essere prodotte anche le seguenti tipologie di rifiuto:
CER 080318: toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 080317
CER 150102: gruppo cartuccia toner esauriti
CER 160213: apparecchiature fuori uso contenenti sostanze pericolose diversi da quelli di
cui alle voci 160209 e 160212
CER 160214: apparecchiature fuori uso diverse da quelle di cui alle voci 160209 e 160213
CER 160306: rifiuti organici diversi da quelli di cui alla voce 160305 (dalla gestione
di eventi incidentali)
CER 161001: soluzione acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose (dalla gestione
di eventi incidentali)
CER 200121: tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio
CER 200135: apparecchiature elettriche e elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui
alla voce 200121 e 200123, contenenti componenti pericolosi
CER 200136: apparecchiature elettriche e elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui
alla voce 200121 e 200123 e 200135
3.6.1 Deposito rifiuti
Tutti i rifiuti prodotti sono gestiti in deposito temporaneo.
In azienda sono presenti due aree per il deposito temporaneo dei rifiuti, visualizzabili nella planimetria
allegata al progetto. Una è costituita da moduli prefabbricati a due piani ripiani, specifici per il
contenimento di sostanze chimiche, dotati di bacino di raccolta dedicato per ciascun ripiano e ciascun
modulo e chiudibili con propria serratura. I moduli prefabbricati sono comunque posati su un’area
pavimentata.
In questa area vengono stoccati i rifiuti pericolosi prodotti dall’azienda in maniera ben distinta gli uni
dagli altri.
Adiacente ad essa è posizionato un serbatoio di raccolta per l’olio esausto fornito appositamente dal
Consorzio che ne gestisce il recupero.
L’altra area è costituita da uno scarrabile con compattatore per imballaggi misti e da uno scarrabile per
i rottami ferrosi.
All’interno dello scarrabile viene anche stoccato, all’interno di sacchi opportunamente etichettati, il
rifiuto Polveri e particolato di materiale non ferrosi (CER 120104).
Per le aree di stoccaggio delle tipologie di rifiuti che vengono prodotti solo occasionalmente, esse
verranno stabilite al momento della produzione del rifiuto stesso.
Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che
intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto sono impermeabilizzate e realizzate in modo tale da garantire
la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di possibili sversamenti; i recipienti fissi e
mobili sono provvisti di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni
di riempimento e svuotamento.
Tipologia del rifiuto
Quantità
Descrizione rifiuto
1
Acque di processo
Acque di scrubber
Soluzioni acquose
di lavaggio
Attività di
t/anno m3/anno provenienza
3
Linee
produttive
Codice
C.E.R.
070201
Classificazione
Stato
fisico
Destinazione
Caratteristiche
per classificare
il rifiuto come
pericoloso
Rifiuto
speciale
pericoloso
Liquido
Deposito
temporaneo
H6 – tossico
H14 ecotossico
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
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91
GIUNTA REGIONALE
Tipologia del rifiuto
Quantità
Descrizione rifiuto
2
3
4
5
Rifiuti liquidi di
lavorazione
Solventi organici
Resine non
polimerizzate
Fanghi di pulizia
serbatoi
Carta da filtro
sporca
Segatura
impregnata di
vernice
Polveri e particolato
di materiali non
ferrosi
Attività di
3
provenienza
t/anno m /anno
Codice
C.E.R.
Classificazione
Stato
fisico
Destinazione
Caratteristiche
per classificare
il rifiuto come
pericoloso
H6 – tossico
H8 – corrosivo
H3B infiammabile
13
Linee
produttive
070204
Rifiuto
speciale
pericoloso
Liquido
Deposito
temporaneo
4
Linee
produttive
070208
Rifiuto
speciale
pericoloso
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
H6 – tossico
H8 – corrosivo
14
Linee
produttive
070210
Rifiuto
speciale
pericoloso
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
H6 – tossico
H8 – corrosivo
26
Linee
produttive
120104
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
-
Liquido
Deposito
temporaneo
H14 –
ecotossico
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
-
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
-
Deposito
temporaneo
H6 – tossico
Deposito
temporaneo
H6 – tossico
Liquido
Deposito
temporaneo
H4 - Nocivo
H14 –
ecotossico
Rifiuto
speciale non
pericoloso
Rifiuto
speciale
pericoloso
Rifiuto
speciale non
pericoloso
Rifiuto
speciale non
pericoloso
Rifiuto
speciale
pericoloso
Rifiuto
speciale
pericoloso
Rifiuto
speciale
pericoloso
6
Altri oli per circuiti
idraulici
1
Officina
130113
7
Imballaggi in legno
130
Magazzino
150103
8
Imballaggi in
materiali misti
52
Intera
azienda
150106
90
Intera
azienda
150110
Linee
produttive
150202
4
Laboratorio
160305
1
Laboratorio
160506
Rifiuto
speciale
pericoloso
Liquido
Deposito
temporaneo
H6 – tossico
H8 – corrosivo
9
10
11
12
Imballaggi
contenenti residui di
sostanze pericolose
Materiali filtranti
contenenti sostanze
pericolose
Rifiuti organici
contenenti sostanze
pericolose
Sostanze chimiche
di laboratorio
contenenti o
costituite da
sostanze pericolose
1
Solido non
polverulento
Solido non
polverulento
13
Batterie al piombo
0.5
Intera
azienda
160601
Rifiuto
speciale
pericoloso
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
H14 –
ecotossico
14
Ferro e Acciaio
21
Officina
170405
Rifiuto
speciale non
pericoloso
Solido non
polverulento
Deposito
temporaneo
-
1
Linee
produttive
170603
Rifiuto
speciale
pericoloso
Deposito
temporaneo
H4 – Nocivo
H7 Cancerogeno
Linee
produttive
170604
Deposito
temporaneo
-
15
16
Materiali isolanti
contenenti o
costituiti da
sostanze pericolose
Materiali isolanti
non contenenti
sostanze pericolose
1,5
Rifiuto
speciale non
pericoloso
Solido non
polverulento
Solido non
polverulento
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
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92
GIUNTA REGIONALE
Stato post
Le modifiche in progetto non influiranno né sulla quantità ne sulla tipologia dei rifiuti prodotti.
Rispetto alla situazione attuale verrà spostata l’area di stoccaggio costituita dallo scarrabile con
compattatore (CER 15.01.06) e lo scarrabile per rottami (CER1.04.05 e CER 12.01.04 all’interno di
sacchi opportunamente etichettati) saranno posizionati al di fuori del capannone in una zona coperta
(tipo tettoia), dove eventualmente potranno essere stoccati i rifiuti prodotti occasionalmente.
Non ci saranno variazioni né quantitative né qualitative sulla produzione di rifiuti
Impatto ambientale non significativo.
3.7 Materie prime e approvvigionamento idrico
3.7.1 Approvvigionamento idrico
Nel 2012 Elantas Italia Srl ha consumato 2.387 m3 di acqua potabile per uso igienico-sanitario e14.928
m3 di acqua industriale così suddivisi:
- 1.216 m3 per la produzione di vapore (con una % di ricircolo del 95%),
- 13.712 m3 per il raffreddamento (con una % di ricircolo del 31%).
Il grafico seguente mostra i consumi di acqua nel triennio 2010 – 2012, pressoché stazionari:
La tabella seguente, invece, riporta i consumi specifici di acqua su tonnellata di prodotto finito, sempre
relativi agli anni 2010, 2011 e 2012.
mc acqua industriale/ ton
prodotto
mc acqua industriale/ ton
prodotto
mc acqua industriale/ ton
2010
0,435
2011
0,42
2012
0,446
0,064
0,069
0,071
0,489
0,517
0,499
REGIONE MARCHE
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Numero
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Data
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93
GIUNTA REGIONALE
prodotto
Le modifiche in progetto non varieranno il fabbisogno idrico aziendale.
Inoltre, la prevista possibilità di riutilizzo nel ciclo produttivo delle acque di pioggia consentirà una
riduzione dell’approvvigionamento di acqua industriale
Impatto ambientale positivo
3.7.2 Materie prime
Per le materie prime occorre : far riferimento alla scheda D “ Materie prime ed intermedi” dove la Ditta
ha compilato in modo puntuale tutte le materie prime utilizzate anche se su queste il gestore ha
chiesto la privativa industriale, pertanto si riporta qui di seguito l’elenco delle famiglie chimiche
utilizzate:
Denominazione
Acidi carbossilici
Acidi Cresilici
Acido isocianurico
Acqua tridistillata
Additivi
Alcooli
Ammidi
Anidride trimellitica
Caprolattame
Catalizzatori
Cere
Cicloesano
Coloranti
Diamminodifenilmetano
Dimetiltereftalato
Eptano
Fenolo
Ftalato di metile
M.d.i.
Paraformaldeide
Pet
Polioli
Ragia
Resine Fenoliche
Solvesso
T.d.i.
Xilolo
Fase di utilizzo
produzione sintesi
produzione
sintesi/diluizione
produzione sintesi
produzione sintesi
produzione dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione sintesi
produzione sintesi
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione dissoluzione
produzione dissoluzione
produzione dissoluzione
produzione sintesi
produzione sintesi
produzione dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione dissoluzione
produzione sintesi
produzione sintesi
produzione sintesi
produzione sintesi
produzione dissoluzione
produzione dissoluzione
produzione dissoluzione
produzione sintesi
produzione dissoluzione
Stato fisico
solido/liquido
Modalità di stoccaggio
sacchi/fusti
liquido
IBC/serbatoi
solido
liquido
solido/liquido
sacchi
fusti
sacchi/fusti
liquido
IBC/fusti
liquido
serbatoi/IBC
solido
solido
sacchi
sacchi
solido/liquido
sacchi/fusti/IBC
solido
liquido
solido/liquido
liquido
solido
liquido
sacchi/fusti
IBC
sacchi/fusti
serbatoi
serbatoi/sacchi
serbatoi
liquido
serbatoi
liquido
liquido
solido
solido
solido/liquido
liquido
liquido
liquido
liquido
liquido
IBC
serbatoi
sacchi
sacchi
IBC/serbatoi
serbatoi
Fusti/IBC
serbatoio
fusti
serbatoio
Altre tipologie di materie prime, utilizzate in minima quantità rispetto a quelle appena esposte, sono
catalizzatori a base di ossido di titanio e coloranti, la maggior parte dei quali è a base organica (un
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GIUNTA REGIONALE
esiguo numero di prodotti contengono composti metallici, ad esempio ossidi di titanio o ferro; tra questi
coloranti che contengono metalli non vi sono composti di cromo, piombo e cadmio).
Sulla base del ciclo produttivo gli inquinanti che possono essere generati sono essenzialmente
composti e solventi organici. Nel processo produttivo tutti gli sfiati sono convogliati al postcombustore
E1, la cui camera di combustione lavora a temperature non inferiori ai 750°C; pertanto tutti i composti
sono ossidati e in uscita al camino vengono monitorati i COV come C.
Tra le materie prime utilizzate presso lo stabilimento, le sole che presentano caratteristiche di
pericolosità per l’ambiente sono le seguenti: Rhodamin red 560, DADM, MDA85, TPP, Distendente,
Solvent naphta I, Solvent naphta II, EP 93-7, Cicloesano 90%, CA55, Wes260, Novaphen X DG,
Solvente EPAE, Lbx98.
Le aree di stoccaggio delle materie prime sono evidenziate in planimetria “PLN.04-a Planimetria aree
di stoccaggio materie prime e prodotti finiti– stato ante”.
Nella planimetria vengono identificate come aree di “stoccaggio” quelle zone che sono adibite
esclusivamente allo stoccaggio di materie prime o solide o liquide (ad esempio sono evidenziati come
aree di stoccaggio materie prime liquide tutti i serbatoi), mentre le aree di “deposito” sono delle zone in
cui sono presenti sia materie prime solide che liquide, stoccate ciascuna secondo la modalità più
idonea.
Nella planimetria sono anche evidenziate le aree di stoccaggio dei prodotti finiti e dei semi-lavorati.
Le materie prime liquide sono stoccate su bacini di contenimento in cemento armato, aventi una
profondità minima di 2 metri.
Le materie prime solide sono stoccate all’interno dei capannoni, in sacchi o big-bags, su apposita
scaffalatura.
Relativamente ai prodotti chimici utilizzati e alle vernici prodotte l’azienda garantisce la piena
conformità al Regolamento n. 1907/2008 e ss.mm.ii ed al Regolamento CLP n. 1272/2008 e ss.mm.ii.
L’azienda inoltre, stima un consumo annuale di 2.500 ton/anno di combustibile per l’impianto di
cogenerazione.
Le partite di olio vegetale utilizzate sono accompagnate da un’analisi chimico – fisica ed inoltre i
fornitori garantiscono la tracciabilità e la rintracciabilità del prodotto conferito fornendo le informazioni
necessarie a ricostruire il percorso delle biomassa attraverso tutte le fasi di produzione, trasformazione
e trasporto e specificando l’ubicazione dei siti di produzione.
Di seguito si riporta il dettaglio delle caratteristiche che dovrebbero essere rispettate dall’olio
vegetale da usare come fluido combustibile all’impianto di cogenerazione:
CARATTERISTICHE DELL’OLIO VEGETALE
PER UTILIZZO IN MOTORI ENDOTERMICI FINO AD 1 Mwel
PARAMETRI
Densità a 15° c
Viscosità
Punto di infiammabilità
Potere calorifico inferiore
Impurità presenti (massa)
Contenuto acqua (volume)
Residui microcarboniosi (massa)
Contenuto di ceneri (massa)
Zolfo (mg/kg)
Fosforo (mg/Kg)
Contenuto alcalini
(Na+K+Ca+Mg)
Silicio (mg/Kg)
UNITA’ DI MISURA
Kg/mc
cSt
°C
Kj/Kg
%
%
%
mg/Kg
mg/Kg
mg/Kg
mg/Kg
mg/KOH
VL MIN
990
3
60
35000
VLMAX
993
24
220
37000
0,05
0,1
0,4
0,05
10
12
30
10
3
METODO TEST
DIN EN ISO 3675/12185
DIN EN ISO 3104
DIN EN ISO 2719
DIN EN 51900-3
DIN EN 12662
DIN EN 12537
DIN EN ISO 10370
DIN EN ISO 6245
DIN EN ISO 20884
DIN EN 14107
ISO 10478
ISO 10478
DIN EN 1404 or ISO 660
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GIUNTA REGIONALE
TAN acidità organica totale
Indice di Iodio
Punto di intasamento
Stabilità all’ossidazione (110°)
g/100g
<10° al di sotto della
più bassa
temperatura del
sistema di iniezione
h
50
125
DIN EN 14111
CFPP
ISO 6886
5
Stato post
Le modifiche in progetto non comporteranno sostanziali variazioni né quantitative né qualitative nelle
materie prime utilizzate. Anche le modalità di stoccaggio non variano rispetto a quanto già descritto ed i
bacini di contenimento dei nuovi serbatoi delle materie prime liquide avranno una capacità pari ad 1/3
del volume totale di materie prime liquide stoccate e al volume del serbatoio più grande esistente.
Variano, invece, le aree di stoccaggio delle materie prime: in planimetria “PLN.04-p Planimetria aree di
stoccaggio materie prime e prodotti finiti– stato post” viene riportata la nuova configurazione del parco
stoccaggi delle materie prime, comprensiva dell’area che verrà acquistata da Elantas Italia Srl:
N° Identificazione
area
area
Capacità
di
stoccaggio
Caratteristiche
Superficie
Materiale stoccato
Modalità
Capacità
Eptano
3 cisterne fuori terra
13,5 m3/cad
Bacino B1
mc 74,6
mq 100
Ragia dearomatizzata
Resina Fenolica
1 cisterna fuori terra
1 cisterna fuori terra
13.5 m3
11 m3
Bacino M1
mc 30
mq 110
M.D.I.
1 cisterna fuori terra
30 m3
Bacino M2
mc 30
mq 110
M.D.I.
1 cisterna fuori terra
30 m3
Bacino M4
Bacino M5
mc 216
mc 141
mq 120
mq 100
Bacino M6
mc 435
mq 290
Bacino M7
mc 120
mq 70
Bacino M8
mc 1360
mq 600
Bacino M9
mc 300
mq 300
Nafta
Diamminodifenilmetano
Polioli
Acidi Cresilici
Acidi Cresilici
Fenolo
Acidi Cresilici
Acidi Cresilici
Acido Carbossilico
Acidi Cresilici
Polioli
Ammide
Ammide
Acidi Cresilici
2 cisterne fuori terra
3 cisterne fuori terra
1 cisterna fuori terra
2 cisterne fuori terra
1 cisterna fuori terra
1 cisterna fuori terra
2 cisterne fuori terra
2 cisterne fuori terra
1 cisterna fuori terra
2 cisterne fuori terra
2 cisterne fuori terra
2 cisterne fuori terra
4 cisterne fuori terra
2 cisterne fuori terra
108 m3/cad
47 m3/cad
119 m3
78 m3/cad
80 m3
120 m3
240 m3
200 m3
240 m3
200 m3
240 m3
240 m3
200 m3
100 m3
450 ton
mq 550
Anidride Trimellitica
Big Bags
450 ton
500 ton
mq 800
Materie Prime Infiammabili
Big Bags,
Cisternette o Fusti
500 ton
Magazzino
T1
Magazzino
T2
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GIUNTA REGIONALE
Magazzino
T4
650 ton
mq 1140
Materie Prime Solide
TDI
Big Bags o Sacchi
Fusti
500 ton
20 ton
→impatto ambientale nel complesso positivo in quanto l’installazione dei nuovi serbatoi di stoccaggio
rispondono a criteri di realizzazione e gestione migliore di quelli già esistenti.
3.8 Rumore e vibrazioni
Modellizzazione ante-operam
La situazione Ante operam è stata valutata considerando come fonti di rumore proprio le infrastrutture
viarie presenti nell’area in esame (rumore residuo) e il rumore prodotto dalle sorgenti esterne agli opifici
produttivi e dalla centrale termica. Considerando che i portoni degli stabili produttivi risultano
normalmente chiusi e tenendo conto del rumore prodotto all’interno degli stessi, si è ritenuto opportuno
non considerare i portoni industriali come sorgenti sonore emittenti interne che fuoriescono all’esterno
tramite le aperture (porte industriali). La taratura e la verifica dello strumento predittivo sono state
effettuate confrontando i dati analitici di rumore residuo rilevati sul campo e le simulazioni ottenute con
i dati di input rilevati in contemporanea con le misure di rumore e tramite l’adattabilità dei parametri del
software.
Caratterizzazione delle infrastrutture viarie
La stima del traffico stradale relativo all’area produttiva in oggetto, è stata valutata tramite una indagine
fonometrica eseguita nel giorno 09.07.2013 in una fascia oraria definibile rappresentativa e
rappresentante il traffico giornaliero nel periodo diurno (dalle ore 18.56 alle ore 19:17 circa) e nel
periodo notturno (dalle ore 22.50 alle ore 23:11 circa). Tale indagine è stata effettuata sulla base
dell’effettivo rilevamento del traffico suddiviso in mezzi pesanti (autocarri, autoarticolati, bilici, mezzi
d’opera), autoveicoli e motoveicoli, assumendo per questi ultimi la stessa incidenza degli autoveicoli.
Sono stati eseguiti rilievi fonometrici, della durata di almeno 20 minuti, di cui si riportano di seguito le
misure, la tipologia di veicoli ed il numero di passaggi degli stessi.
Rilievo
Tipologia e n°passaggi
Misura
Autoveicoli
Mezzi pesanti
Treno
Via Mutilati ed
Invalidi del Lavoro
diurno
70.4
257
5
n.a.
Pt I1 (*)
notturno
64.1
52
1
n.a.
(*) Rif. Figura n.5.
Per la progettazione delle strade nella simulazione tramite SoundPlan è stato riportato il numero di passaggi rilevati rapportati sulle 16 ore
del periodo diurno, divisa per tipologia di veicoli.
Descrizione dei bersagli recettori
I ricettori individuati in prossimità dell’area ELANTAS Italia S.r.l. sono rappresentati da strutture
produttive/ricettive – zone uffici e da abitazioni – di seguito indicati come R1, R2 e R3.
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GIUNTA REGIONALE
In particolare:
nome
R1
R2
R3
tipologia
Complesso produttivo
Edificio produttivo
Edificio produttivo
Caratterizzazione delle sorgenti industriali puntuali ed areali
Le potenze sonore di tutte le sorgenti presenti sono state stimate e calcolate attraverso il software
SoundPlan®, utilizzato anche per i calcoli previsionali. Per attribuire ad ogni sorgente sonora
attualmente presente il relativo Lw (dB(A)), è stata fatta una campagna di rilievo in campo misurando,
con idonea strumentazione, il livello di pressione sonora delle sorgenti .
I portoni industriali dello stabile risultano normalmente chiuse durante tutto il periodo lavorativo; per
questo motivo, considerando il tipo di attività svolta internamente ed il rumore da essa provocata
durante il normale svolgimento, l’apporto di energia sonora all’esterno attraverso i portoni industriali è
stato ritenuto poco significativo.
Si riportano nella seguente tabella i rilievi fonometrici effettuati per la caratterizzazione delle sorgenti
considerate come rilevanti ai fini acustici e la stima delle rispettive potenze sonore.
Distanza di
rilievo dalla
sorgente (m)
Tipologia
sorgente
Rilievo
dB(A)
incertezza
dB(A)
Potenza
stimata
Lw dB(A)
S1: pompa antincendio principale
1
Puntuale
74,8
± 1.5
90,0
S2: centrale idrica
1
Puntuale
84,6
± 1.5
100,7
S3: pompe centrale idrica
1
Puntuale
77,3
± 1.5
93,5
S4: pompe termocombustione
1
Puntuale
74,6
± 1.5
97,0
S6: pompe acqua di torre
1
Puntuale
89,0
± 1.5
105,0
S7: impianto centrale cogenerazione
4,5
Puntuale
79,8
± 1.5
110,0
S8: aspirazione magazzino materie prime liquide
7,0
Puntuale
81,1
± 1.5
119,1
1
Areale
85,8
± 1.5
85,8
Nome e definizione sorgente
A1: portone aperto centrale termica
Caratterizzazione delle sorgenti lineari
Sono state prese in considerazioni n. 2 sorgenti di tipo lineare (L1 e L2) rappresentanti i percorsi interni
all’insediamento produttivo in oggetto che i mezzi di trasporto pesanti e i muletti percorrono per la
movimentazione ed il carico e scarico delle merci.
L1: percorso interno mezzi pesanti
Lineare
L2: percorso interno muletti a combustione interna (diesel)
Lineare
Per la modellizzazione, in via cautelativa e per semplificazione, sono stati presi in considerazione i
valori di rumore emessi dai muletti a combustione interna e si è fatto coincidere il percorso L1 con il
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GIUNTA REGIONALE
percorso L2: questo è stato possibile considerando che i muletti possono avere a tutte le aree interne
ed esterne di proprietà ELANTAS S.r.l. ed il percorso delle autocisterne, in pratica, come evidenziato in
figura 8, risulta coprire l’intera area esterna i capannoni.
La viabilità pesante e quindi il numero di autocisterne che transitano all’interno della ELANTAS Italia
S.r.l. (mediamente 8 al giorno con punte di 10) è legata in particolar modo agli approvvigionamenti
giornalieri che avvengono per le materie prime liquide; riguardo gli approvvigionamenti delle sostanze
solide, essi risultano con cadenza almeno settimanale e quindi, ai fini acustici, definibili non rilevanti.
Valori di IMMISSIONE
Nella tabella seguente si riportano i valori di immissione in facciata ai recettori R1÷R3.
DESCRIZIONI
Limiti Zonizzazione Acustica
ANTE OPERAM
Livello:
Ricevitore
Dest.ne
d'uso
Piano
Dir.
Leq [6-22],lim
Leq [22-6],lim
Leq [6-22]
[dB(A)]
R1
Sito
produttivo
1
E
R2
Sito
produttivo
1
N
R3
Sito
produttivo
1
O
70
Leq [22-6]
[dB(A)]
70
52,9
46.8
59.3
56.7
52,1
49,4
Dai valori calcolati e riportati in tabella si evince che:
I valori di Immissione calcolati risultano al di sotto dei valori limite assoluti di Immissione di cui alla
Tabella C del D.P.C.M. 14/11/1997.
Valori di EMISSIONE
Nella tabella seguente si riportano i valori di emissione al confine E1÷E3.
DESCRIZIONI
Limiti Zonizzazione Acustica
ANTE OPERAM
Livello:
Ricevitore
Dir.
Leq
[6-22],lim
Leq
[22-6],lim
Leq [6-22]
[dB(A)]
E1
O
E2
E
E3
N
65
Leq [22-6]
[dB(A)]
55
45,4
45,1
51,5
48,9
51,9
50.9
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
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GIUNTA REGIONALE
I risultati del calcolo dei valori di Emissione riportati in tabella evidenziano che:
I valori di Emissione E1, E2 ed E3 calcolati risultano al di sotto dei valori limite di Emissione di cui alla
Tabella B del D.P.C.M. 14/11/1997.
N.B: Non è stato valutato il punto di emissione al confine Sud dello stabilimento in quanto, oltre il confine Sud di proprietà, risulta esserci il
fiume Tronto: per definizione di valore di emissione, Il D.P.C.M. 14/11/1997 stabilisce, che i rilevamenti e le verifiche dei livelli di emissione
debbano essere effettuati in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità (D.P.C.M.. 14/11/1997, art. 2, comma 3).
Situazione Post-operam
La situazione post operam è stata indagata considerando il clima acustico derivante da:
contributo delle strutture viarie nell’area oggetto di valutazione;
tutte le sorgenti industriali dell’insediamento ELANTAS Italia S.r.l.( in queste ultime sono state
contemplate sia le sorgenti esistenti che quelle di progetto);
le modifiche di lay-out interne ed esterne previste a seguito dell’acquisizione di parte del
capannone confinante sul lato sud-est dell’area.
Caratterizzazione delle infrastrutture viarie
La situazione è la stessa dell’ante-operam in quanto le modifiche, non porteranno variazioni sensibili al
traffico veicolare.
Caratterizzazione delle sorgenti puntuali ed areali
Alcune delle sorgenti sopra descritte saranno semplicemente oggetto di uno spostamento rispetto
alla situazione ante-operam.
Caratterizzazione delle sorgenti lineari
La situazione post-operam non risulterà sostanzialmente modificata.
Valori di IMMISSIONE
Nella tabella 1 riportano i valori di immissione in facciata ai recettori R1÷R3.
Limiti Zonizzazione
Acustica
DESCRIZIONI
POST OPERAM
Livello:
Ricevitore
Dest.ne
d'uso
Piano
Dir.
Leq
[6-22],lim
Leq
[22-6],lim
Leq [6-22]
[dB(A)]
R1
Sito
produttivo
1
E
R2
Sito
produttivo
1
N
R3
Sito
1
O
70
Leq [22-6]
[dB(A)]
70
56.3
54,5
58,4
55,0
52,2
49,6
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
100
GIUNTA REGIONALE
produttivo
Dai valori calcolati e riportati in tabella si evince che:
I valori di Immissione calcolati risultano al di sotto dei valori limite assoluti di Immissione di cui alla
Tabella C del D.P.C.M. 14/11/1997.
Valori di EMISSIONE
Nella tabella seguente si riportano i valori di emissione al confine E1÷E3.
DESCRIZIONI
Limiti Zonizzazione Acustica
ANTE OPERAM
Livello:
Ricevitore
Dir.
Leq
[6-22],lim
Leq
[22-6],lim
Leq [6-22]
[dB(A)]
E1
O
E2
E
E3
N
65
Leq [22-6]
[dB(A)]
55
45,8
45,5
51,8
49,3
49,8
48,7
I risultati del calcolo dei valori di Emissione riportati in tabella evidenziano che:
I valori di Emissione E1, E2 ed E3 calcolati risultano al di sotto dei valori limite di Emissione di cui alla
Tabella B del D.P.C.M. 14/11/1997.
N.B: Non è stato valutato il punto di emissione al confine Sud dello stabilimento in quanto, oltre il confine Sud di proprietà, risulta esserci il
fiume Tronto: per definizione di valore di emissione, Il D.P.C.M. 14/11/1997 stabilisce, che i rilevamenti e le verifiche dei livelli di emissione
debbano essere effettuati in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità (D.P.C.M.. 14/11/1997, art. 2, comma 3).
→ L’analisi dei risultati ottenuti attraverso le simulazioni, negli scenari ipotizzati ante e post operam,
evidenzia il rispetto dei valori limite di legge. L’impatto complessivo dell’intervento che la ELANTAS
Italia S.r.l. intende realizzare, dal punto di vista acustico risulta, pertanto, complessivamente poco
significativo.
3.9 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
L’attuale impatto elettromagnetico nei pressi delle sorgenti più significative dell’impianto è stato
valutato attraverso un’indagine preliminare volta a identificare le aree con più elevati livelli di campo
elettrico e magnetico. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova cabina che sarà a servizio
delle utenze elettriche ubicate nelle nuova area (pompe per il trasferimento dei prodotti,
strumentazione, illuminazione e videosorveglianza) ed alcune piccole variazioni .
Per quanto riguarda la situazione attuale (ante – operam) è stato effettuato un monitoraggio in
prossimità delle cabine elettriche L1 (CE1) ed L2 (CE2) e del cavo interrato da 20.000 V presente
all’interno dell’area di proprietà di Elantas Italia Srl.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
101
GIUNTA REGIONALE
Procedura di misura stato attuale
Sono state effettuate dei monitoraggi alle sorgenti ad oggi esistenti al fine di determinare i rispettivi
campi elettrici e induzione magnetica:
Tali monitoraggi sono stati svolti in corrispondenza del:
- cavo interrato di media tensione in ingresso (20KV)
- cabina elettriche L2
- cabina elettrica L
Viene sotto riportata una tabella riepilogativa del monitoraggio effettuato in prossimità delle cabine di
trasformazione MT/BT L2 ed L e del cavo interrato da 20000 V presente all’interno dell’area di
proprietà della Ditta Elantas. Tale indagine è stata necessaria per stabilire l’attuale impatto
elettromagnetico.
Punto di misura
Monitoraggio Punto A (cavo
interrato)
Monitoraggio Punto B (L2)
Monitoraggio punto C (L1)
E*
(V/m)
B*
(mT)
14,5*
5,5*
4,8
0,5*
2,5
2,3
*Valore espresso come mediana dei valori ottenuti dal singolo monitoraggio
In base al monitoraggio effettuato nella situazione attuale (ante – operam) è stato possibile evidenziare
quanto l’intensità dei campi elettrici e magnetici già una distanza di 160 cm dalle rispettive sorgenti
identificate e riportate nella sopra menzionata tabella rispettino il rispettivo “valore di azione”.
Ad oggi, basandosi sulla situazione attuale e tenendo in considerazione le singole potenze dei
trasformatori, i valori di corrente nominale di bassa tensione degli stessi e, infine, considerando il
diametro dei cavi reali in uscita dai medesimi, è stato poi possibile determinare la Distanza di prima
approssimazione anche per la cabina di trasformazione prevista da progetto L3 (CE3) e per la cabina
elettrica L1 (CE1) nella quale sarà presente un nuovo trasformatore in resina al posto di uno ad olio
che sarà posizionato nella CE3 (L3).
Pertanto relativamente alla situazione post – operam caratterizzata dalle cabine L1 (CE1), L2 (CE2) ed
L3 (CE3) si può affermare quanto segue:
La DPA, risulta determinata per tutte le cabine di trasformazione cautelativamente a metri 3 al di fuori
dai confini perimetrali di pertinenza delle cabine stesse.
All’interno di questa fascia non sono previste presenze di persone superiori alle quattro ore giornaliere.
Il monitoraggio ai cavi interrati ha evidenziato valori di gran lunga al di sotto dei valori limite di
riferimento.
→ Impatto ambientale non significativo
3.10 Energia elettrica
Stato ante
L’energia elettrica viene acquistata tramite il Consorzio per l’Energia “Piceno” direttamente sul mercato
libero e viene distribuito dall’ente di distribuzione ENEL. In azienda è presente n.1 cabina di
trasformazione aventi le seguenti caratteristiche (L1):
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Numero
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GIUNTA REGIONALE
Input
Output
20.000 volt 380 volt
Inoltre è presente una cabina a servizio esclusivo del cogeneratore (L2) con le seguenti caratteristiche:
Input
Output
400 volt 20.000 volt
Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica dal 2009 è funzionante un impianto fotovoltaico
di potenza nominale complessiva pari a 784,32 kWp di tipo grid – connected (integrato), installato sulle
coperture degli edifici e su una tettoia e pensilina all’aperto.
Successivamente è stato aggiunto un nuovo impianto di tipo a cavalletto con zavorra di potenzialità
elettrica nominale pari a 32,20 kWp, raggiungendo complessivamente i 816,52 kWp.
L’energia elettrica prodotta viene immessa nella rete elettrica nazionale utilizzando il contratto
dell’autoconsumo.
Relativamente all’impianto di cogenerazione alimentato da biomasse liquide presente in azienda di
potenza nominale 990 kWe, che immette in rete GSE una potenza elettrica di 950 kWe. Il rendimento
elettrico dell’impianto è del 39,70%.
Stato post
Nello stato post viene sostituito un trasformatore all’interno della cabina L1; il trasformatore così tolto
andrà posizionato in una cabina (L3) ubicata nell’area di prossima acquisizione da parte della Elantas
Italia Srl. La cabina L2 non subirà mutamenti nello stato post.
Consumo di energia elettrica
Nel 2012 sono state consumate complessivamente 4.779 MWh di cui 809 MWh sono state prodotte
dall’impianto fotovoltaico e auto consumate; sono state, quindi prelevati dalla rete 3.970 MWh.
L’azienda ha immesso in rete buona parte dell’energia elettrica auto-prodotta: 105 MWh proveniente
dall’impianto fotovoltaico e 1.713 MWh proveniente dal cogeneratore.
Nella tabella seguente si riportano gli indicatori di prestazione del triennio 2010 – 2012 relativi ai
consumi di energia elettrica su prodotto finito.
Energia elettrica / prodotto finito
(MW eh/ton)
2010
2011
2012
0,12
0,11
0,12
I consumi sono rimasti pressoché invariati nel corso degli anni.
La nuova cabina elettrica sarà a servizio delle utenze elettriche ubicate nelle nuova area : pompe per il
trasferimento dei prodotti, strumentazione, illuminazione e videosorveglianza. Il trasformatore più
grande che sarà installato nella CE1 servirà per il potenziamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo.
È stato stimato che l’aumento dei consumi di energia elettrica nello stato post sarà inferiore al 20%.
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Data
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GIUNTA REGIONALE
3.11 Energia termica
Stato ante
Per quanto riguarda l’energia termica il gas metano prelevato dalla rete nazionale alimenta i seguenti
impianti:
centrale ROTOGI mod. T2000E da 2.000.000 kcal/h
centrale ROTOGI mod. PT5000E da 4.000.000 kcal/h
termo combustore da circa 1.000.000 kcal/h
Nella tabella seguente si riporta le caratteristiche tecniche di tali impianti:
Costruttore
Modello
Anno di costruzione
Tipo di macchina
Tipo di generatore
Tipo di impiego
Fluido termovettore
Temperatura camera di
combustione (°C)
Rendimento %
Sigla dell’emissione
TERMOCOMBUSTORE
100 GFJS-3
2006
Motore a combustione
interna
Termico
Misto
ROTOGI
T2000E
1988
Motore a combustione
interna
Termico
Misto
Olio diatermico
Olio diatermico
> 750° C
E1
ROTOGI
PT5000E
2013
Motore a combustione
interna
Termico
Misto
principale: Olio
diatermico;
Recupero termico da
linea fumi con Acqua
ca 350 °C
ca 350 °C
92
E2
92 - 93
E36
Sono, inoltre, presenti 3 impianti termici ad uso domestico; tali caldaie hanno le seguenti potenzialità:
CD3: 29,5 kW,
CD4: 28 kW,
CD5: 31 kW.
L’energia termica generata dagli impianti termici ad uso produttivo viene utilizzata per:
generare vapore (vaporizzatori – impianti produttivi),
riscaldamento olio diatermico (impianti produttivi),
riscaldamento locali adibiti ad uso ufficio,
sistema di abbattimento.
In azienda sono presenti tre anelli di distribuzione del calore agli impianti:
a olio diatermico: serve i reattori utilizzati nel ciclo produttivo ed il generatore di vapore e può
essere alimentato dalle caldaie a metano ROTOGI mod. T2000E e ROTOGI mod. PT5000E,
dal cogeneratore e dal post-combustore;
a vapore: serve i diluitori utilizzati nel processo produttivo, alcune linee di trasferimento che
devono essere mantenute calde ed una cisterna di stoccaggio di una particolare materia prima
(DMT) che deve essere tenuta a minimo 150 °C e utilizza come fonte di energia il generatore di
vapore o l’impianto di cogenerazione;
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GIUNTA REGIONALE
ad acqua calda: può servire i diluitori utilizzati nel processo produttivo e viene impiegato per
mantenere caldi la maggior parte delle linee di trasferimento e gli stoccaggi di materie prime
che lo necessitano e viene alimentato dal cogeneratore o da sistemi di scambio termico (es.
post-combustore).
Il cogeneratore alimentato da olio vegetale consente anche di recuperare energia termica per il
riscaldamento di fluidi di servizio interni allo stabilimento (acqua, vapore e olio diatermico) con
conseguente riduzione dei consumi di metano.
Il rendimento termico recuperabile ad alta temperatura è del 38,33%.
Il cogeneratore viene impiegato sia per usi industriali, come descritto in precedenza, sia per usi civili.
Infatti, la palazzina di uffici U è dotata di termoconvettori con funzione di raffrescamento e di
riscaldamento che, per questo ultimo scopo, utilizza l’anello dell’acqua calda industriale.
Le tre caldaie ad uso civile (CD3. CD4 e CD5) vengono utilizzate rispettivamente per il riscaldamento e
la produzione di acqua calda sanitaria della palazzina U, per il riscaldamento e la produzione di acqua
calda sanitaria degli spogliatoi del reparto manutenzione, per il riscaldamento e la produzione di acqua
calda sanitaria degli spogliatoi e della mensa nella palazzina U1.
Stato post
Le modifiche proposte comporteranno il collegamento dell’anello di distribuzione dell’acqua calda al
nuovo parco stoccaggi ed alle unità di riscaldamento dei locali dove sarà ubicato il laboratorio Ricerca
& Sviluppo.
Consumo di energia termica
Nel 2012 l’azienda ha consumato 1.404.532 m3 di metano di cui 1.095.100 m3 sono stati utilizzati per il
riscaldamento e per i processi produttivi, mentre 309.432 m3 sono stati consumati dal
termocombustore.
Nel corso dell’anno il cogeneratore ha prodotto 618 MWh di energia termica, consentendo, così, il
risparmio di circa 64.000 m3 metano.
Nella tabella seguente si riportano gli indicatori di prestazione del triennio 2010 – 2012 relativi ai
consumi di energia termica su prodotto finito.
Energia termica / prodotto finito
(MW th/ton)
2010
2011
2012
0,39
0,39
0,43
Anche per quanto riguarda il consumo di metano negli ultimi tre anni non si sono registrate variazioni
significative.
Le modifiche proposte comporteranno la necessità di riscaldare il nuovo parco stoccaggi ed i locali
dove sarà ubicato il laboratorio Ricerca & Sviluppo.; l’aumento dei consumi di metano connessi con le
modifiche è stimato al di sotto del 20%.
Consumo di combustibili
Oltre ai consumi di biocombustibile e diesel propri del cogeneratore, l’azienda ha consumato nell’anno
2012 le seguenti quantità di diesel per i trasporti:
76,8 tonnellate per le auto,
22,2 tonnellate per i muletti.
Nello stato post non si prevedono variazioni in termini di consumi di combustibili
→ Impatto ambientale accettabile
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GIUNTA REGIONALE
3.12 Acque sotterranee suolo e sottosuolo e Relazione di riferimento
Per quanto riguarda la zona dove ha sede lo stabilimento della Elantas Italia Srl attualmente operativo,
al fine di contenere eventuali fuoriuscite accidentali derivanti da rotture o altri eventi accidentali,
l’azienda ha predisposto una serie di misure finalizzate alla prevenzione delle possibili cause generanti
eventuali stati di inquinamento della matrice suolo e sottosuolo:
pavimentazione industriale nei reparti;
bacini di contenimento posti al di sotto di ogni serbatoio di stoccaggio delle materie prime
liquide; ognuno di essi ha una profondità di almeno 2 metri;
bacini di raccolta nell’area di deposito temporaneo dei rifiuti, specifici per il contenimento delle
sostanze chimiche;
aree di deposito temporaneo dei rifiuti opportunamente protette da acque meteoriche .
Inoltre le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne, così come la
pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico e scarico sono mantenute in buono
stato di pulizia.
Qualsiasi sversamento, anche accidentale viene contenuto e ripreso a secco.
La Ditta afferma che, le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi fuori terra ed
interrati e delle relative tubazioni accessorie sono effettuate conformemente a quanto disposto dal
Regolamento Locale d’Igiene-tipo, della regione Marche, ovvero dal regolamento Comunale di Igiene
approvato.
Anche nelle nuove aree interessate dal presente progetto saranno applicate le misure cautelative e le
precauzioni appena descritte.
Nonostante tutte le misure di contenimento adottate dall’azienda possono essere individuate alcune
potenziali sorgenti di contaminazione, in particolare in corrispondenza delle zone di stoccaggio dei
serbatoi delle materie prime liquide, stoccaggio semilavorati liquidi e prodotti finiti liquidi.
Stato di Fatto
Misurazioni effettuate sulla matrice acque sotterranee e suolo
In occasione dell’acquisizione della nuova area in progetto la Ditta ha effettuato una valutazione dello
stato di fatto del sito effettuando delle analisi su terreni e sulle acque sotterranee nei piezometri da S1
a S7 ed ha effettuato le stesse analisi nei Piezometri Pz1 e Pz2 situati all’interno del perimetro
aziendale.
Come emerge dai risultati delle analisi, i limiti di legge sono rispettati.
Fase di esercizio
Come la Ditta ha riportato nel Piano di Monitoraggio e Controllo l’azienda effettuerà con frequenza
biennale dei controlli analitici sulle acque di falda (acque sotterranee) nei seguenti piezometri: Pz1,
Pz2, S5, S6 e S7.
Gli inquinanti che andrà a ricercare sono i seguenti:
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GIUNTA REGIONALE
Parametri da monitorare
pH
Conducibilità
Metalli
Solventi
Aromatici
Arsenico
Cadmio
Cromo tot
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
Stagno
Zinco
Benzene
Etilbenzene
Stirene
Xilene (m,p)
Xilene (o)
Toluene
Metodiche
analitiche
APAT C.N.R
IRSA 2060 Man
29 2003
APAT C.N.R
IRSA 2030 Man
29 2003
Punti di
prelievo
APHA –
“Standard
Methods” metodo
3125
Pz1
Pz2
S5
S6
S7
Modalità di
campionamento
Periodicità
(frequenza)
I piezometri saranno
spurgati preliminarmente
al campionamento fino
all’ottenimento di acqua
chiara.
Il campionamento della
falda idrica sotterranea
avverrà secondo il metodo
dinamico ossia tramite
spurgo preliminare low
flow e campionamento in
continuo.
biennale
APHA-“Standar
Methods” metodo
6200-B
Infine, l’azienda ricomprende nel Piano di Monitoraggio e Controllo, con frequenza biennale dei
controlli analitici per la ricerca di COV su campioni di suolo prelevati nei punti A1 e A2, individuati sulla
base dei punti di maggiore ricaduta al suolo dei contaminanti come delineati nelle tavole di ricaduta.
Parametri da
monitorare
Metodiche analitiche
Modalità di campionamento
Decorticazione del tappeto erboso/vegetale
eventualmente presente:
+COV
EPA 5035-A:2002 +
APHA – “standard
Methods” 21 th Ed.
2005 metodo 6200 - B
Prelievo di materiale dalla porzione più superficiale
del suolo (entro i primi 10,00 cm di profondità) per
un’area di circa 0,01 m2 (0,10 X 0,10) in modo tale
che il campione sia rappresentativo dell’intera zona
indagata;
Scarto manuale della frazione di materiale maggiore
di 2 cm;
Inserimento del materiale prelevato in un barattolo
di vetro con tappo in alluminio avvitabile da 0,50 kg,
per la ricerca dei composti non volatili.
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Considerati i risultati delle indagini e le misure adottate dall’azienda per evitare i fenomeni di
inquinamento si ritiene che il rischio di contaminazione del suolo e della falda dovuto all’impianto
esistente ed alle modifiche in progetto è tenuto sotto controllo dalla Ditta.
→impatto ambientale accettabile
3.13 Rischi di incidente rilevante
Si rimanda al Quadro programmatico
3.14 Bonifiche ambientali
L’impianto in esame non è sottoposto alle procedure di bonifica del sito ai sensi della parte IV, Titolo V
del D.Lgs 152/06.
3.15 Mitigazioni
Di seguito si riportano le mitigazioni che verranno adottate a livello progettuale e di gestione per la
tutela dell’ambiente a fronte dei principali fattori di impatto.
Emissioni acustiche
L’impianto di cogenerazione è dotato di una cofanatura insonorizzata idonea a contenere un gruppo
elettrogeno funzionante a olio vegetale.
Essa è realizzata con struttura portante in acciaio galvanizzato di tipo monolitico portante, dotato di
rete forata, completo di setti coibentati di ingresso ed uscita aria che prevedono reti antivolatile, griglia
alettata antipioggia e condotte in lamiera zincata per convogliare l’aria all’esterno del cabinato.
La cabina è rivestita di pannelli fono assorbenti composti da materassino di lana minerale.
Per le modifiche in progetto non sono ritenute necessarie misure di mitigazione.
Emissioni in atmosfera
Si riportano di seguito gli impianti di abbattimento attualmente presenti in azienda, i relativi camini
collegati ed una loro breve descrizione.
Post combustore termico
Scrubber di emergenza
Filtro a maniche di tessuto
Filtro a carboni attivi
DeNOX
E1
E1’
E3, E14, E15, E41
E11, E16, E18, E37, E39, E40, E42, E43, E46, E50
E49
La post-combustione termica è un processo utilizzato, per l’ossidazione termica di flussi d’aria
contenenti inquinanti organici volatili. Il processo termico, mediante ossidazione ad alta temperatura, si
propone di trasformare i componenti nocivi in anidride carbonica e vapore acqueo.
Lo scrubber è un impianto di emergenza e si attiva solamente in caso di malfunzionamento del postcombustore. Esso è un'apparecchiatura che consente di abbattere la concentrazione di sostanze
presenti in una corrente gassosa attraverso l’utilizzo di una soluzione di lavaggio ad acqua e soda.
I filtri a maniche di tessuto consistono in serie di tubi di tessuto chiusi a un’estremità che catturano le
polveri presenti nell’effluente gassoso.
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GIUNTA REGIONALE
La filtrazione a carboni attivi è una tecnologia di depurazione dell'aria per mezzo della quale una
corrente gassosa viene privata degli elementi inquinanti facendola passare attraverso un filtro che
contiene carbone attivo. L'operazione si basa sulla capacità del carbone attivo di adsorbire, grazie alla
sua porosità, la maggior parte delle sostanze organiche.
Il sistema SCR-DeNOX è un sistema di abbattimento catalitico degli NOX con soluzione ammoniacale
e di abbattimento catalitico ossidativo del CO. In questo impianto viene sfruttata la tendenza
dell'ammoniaca a reagire con gli ossidi di azoto in presenza di catalizzatori selezionati che consentono
un’alta resa: gli ossidi di azoto vengono ridotti a N2.
Nello stato post è previsto l’inserimento di nuovi sistemi di abbattimento a carboni attivi sui camini E21,
E22 ed E44; pacchetti di carboni attivi saranno anche presenti alle emissioni E60 ed E61, le quali
entreranno in funzione solo in caso di malfunzionamento del post-combustore
Il post-combustore rappresenta uno dei principali sistemi di abbattimento presenti in azienda;
nell’eventualità di un suo malfunzionamento le emissioni provenienti dal ciclo produttivo verranno
convogliate ad uno scrubber (E1’) e verrà potenziata l’aspirazione dei camini E16, E39 e E40, mentre
quelle relative al nuovo laboratorio Ricerca & Sviluppo saranno indirizzate ai pacchetti di filtri a carboni
attivi presenti alle emissioni E60 ed E61.
Emissioni idriche
Sistema e raccolta e trattamento acque di prima pioggia
L’impianto ha la specifica funzione di:
• separare le acque di prima pioggia dalle successive acque precipitate (seconda pioggia)
• trattare le acque accumulate di prima pioggia mediante sistema a filtrazione
• smaltirle le acque dopo il trattamento
Il ciclo di trattamento si svolge attraverso fasi di accumulo, trattamento e scarico.
Le acque di prima pioggia transitano dalla vasca O3 dove subiscono una prima decantazione,
successivamente ad un sistema di trattamento (Y8), se necessario, e infine alla vasca O5. A questo
punto vengono analizzate e, se rientrano nei parametri della tabella IV del D.lgs 152/06, scaricate
attraverso lo scarico S1. IN caso contrario le acque potranno essere di nuovo sottoposte al trattamento
fino al raggiungimento dei limiti di legge o in caso contrario smaltite.
Le acque di seconda pioggia bypassano la vasca di accumulo O3 e defluiscono direttamente nella
fogna consortile attraverso lo scarico S1senza subire alcun trattamento.
Le acque di prima pioggia di dilavamento coperture fabbricati, che non contengono sostanze
inquinanti, saranno collettate, tramite circuito indipendente, al pozzetto di scarico S1 e da qui alla fogna
consortile. Qualora necessario è prevista la possibilità di recuperare tali acque, previo trattamento, e
riutilizzarle all’interno del circuito di acqua industriale.
Sistema raccolta acque meteoriche dai bacini di contenimento
Analogamente alle acque di prima e seconda pioggia, le acque meteoriche raccolte nei bacini di
contenimento vengono raccolte in una vasca di accumulo O4, dove avviene una prima decantazione
delle particelle grossolane, successivamente ad un sistema di trattamento, se necessario, e infine alla
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GIUNTA REGIONALE
vasca O5. Tali acque vengono inviate al sistema di filtrazione, in comune con le acque di prima
pioggia, solo se sono presenti sostanze inquinanti. L’analisi viene eseguita prelevando manualmente
un campione dalla vasca di accumulo O4; in caso di presenza di inquinanti l’acqua viene mandata al
trattamento e scaricata alla fogna consortile mediante il pozzetto S1. In caso di assenza di inquinanti
l’acqua dalla vasca O4 viene direttamente scaricata in fogna consortile bypassando il sistema di
trattamento.
Sistema di trattamento
Il sistema di trattamento (Y8) delle acque di prima pioggia o meteoriche dei bacini di contenimento è
comune ad entrambi i sistemi. Esso è basato principalmente su un trattamento fisico costituito da un
processo di filtrazione e adsorbimento. Con un primo stadio di filtrazione su quarzite si rimuovono
dall’acqua eventuali particelle di materiale sedimentabile o in sospensione; con la sezione di
adsorbimento su carboni attivi si eliminano le sostanze organiche. L’elevata efficienza della filtrazione a
sabbia quarzifera consente alla sezione di adsorbimento di potere operare nelle migliori condizioni e
quindi rendere i carboni attivi più duraturi nel tempo, riducendo i costi di gestione.
3.16 Valutazione in merito al quadro ambientale
SINTESI DELLE VARIAZIONI APPORTATE ALL’IMPIANTO RISPETTO ALLA SITUAZIONE PRECEDENTEMENTE
AUTORIZZATA
Temi ambientali
Variazioni
Consumo di materie prime
NO
Consumo di risorse idriche
NO
Produzione di energia
NO
Consumo di energia
Combustibili utilizzati
Emissioni in atmosfera di tipo convogliato
Emissioni in atmosfera di tipo non convogliato
Scarichi idrici
SI – Aumento stimato
max 20%
SI – Aumento stimato
max 20%
SI – Layout
Convogliamento di alcuni
punti di emissione e
implementazione sistemi
di contenimento
NO
SI – Layout e Gestione
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GIUNTA REGIONALE
Produzione di rifiuti
NO
Gestione rifiuti
NO
Aree di stoccaggio di rifiuti
Aree di stoccaggio di materie prime
Rumore
Vulnerabilità idrogeologica del sito
Paesaggio
SI -Layout
SI – Modifica Layout e
aumento stoccaggi\
materie prime
NO
SI
Le opere di mitigazione
proposte diminuiranno la
vulnerabilità del sito
rispetto alla situazione
ante-operam
NO
La valutazione dei vari impatti ambientali ha messo in evidenzia una significatività bassa per alcune
matrici ambientali come sopra esposto e una maggiore significatività per quanto riguarda la
componente atmosfera dell’impianto e la gestione degli stoccaggi delle materie prime e prodotti finiti. In
base al principio di cautela saranno inserite nell’Autorizzazione Integrata Ambientale specifiche
prescrizioni, anche in merito alle misure da adottare in caso di eventuali guasti o incidenti.
4. CONTRIBUTI ISTRUTTORI
l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto con nota del 27/03/2014, acquisita al prot. n.
222682 del 31/03/2014, formula le seguenti osservazioni a titolo di contributo istruttorio” Le modifiche
proposte dalla Elantas Italia S.r.l. risultano ammissibili ai sensi dell’art. 11 delle Norme Tecniche di
Attuazione del piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del fiume Tronto vigente. Dalla
documentazione prodotta risulta inoltre che non è variata la capacità produttiva nominale già
autorizzata, non saranno realizzati nuovi volumi edilizi ed il nuovo parco serbatoi non determina nuova
volumetria edilizia chiusa in grado di ostacolare il regolare deflusso delle acque. Si ritiene comunque
necessario un approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del fiume Tronto oltre
all’eventuale monitoraggio degli stessi come già fatto rilevare in sede di conferenza dei servizi”.
Il Sindaco del Comune di Ascoli Piceno con nota del 28/03/2014, acquisita al prot. n. 245983 del
07/04/2014, esprime parere favorevole ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934 alla
modifica proposta dalla società ELANTAS Italia S.r.l. facendo proprie le prescrizioni relative al Piano di
Monitoraggio e Controllo di cui al parere ARPAM sul Piano di Monitoraggio e Controllo e concordando
con le richieste formulate dall’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto circa
l’approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del Fiume Tronto nonché dell’eventuale
monitoraggio degli stessi.
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111
GIUNTA REGIONALE
L’Arpam Dipartimento di Ascoli Piceno con nota del 18704/2014, acquisita con prot. n°
VAA_08/0298490 del 29/04/2014 esprime il proprio parere favorevole “ sulla base di quanto sopra
rilevato, esaminata l’intera documentazione presentata relativamente alla Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA) per le modifiche all’impianto chimico integrato della ditta Elantas Italia Srl ubicato in
Zona Industriale Campolungo, è possibile affermare che l’impianto previsto risulta accettabile per la
zona in esame. ALLEGATO: parere favorevole per la valutazione dell’ impatto acustico del progetto
espresso dal Dirigente del Servizio RAD/Rumore di questo Dipartimento” .
ESITO DELL’ISTRUTTORIA DI VIA
Tutto quanto sopra considerato, si propone di ESPRIMERE giudizio positivo di compatibilità ambientale
ai sensi e per gli effetti degli art. 9 e 11 della L.R. n. 7/2004 e ss.mm.ii al progetto presentato dalla ditta,
con le prescrizioni riportate nell’allegato B (Quadro Prescrittivo).
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GIUNTA REGIONALE
1. VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
5.1 INDIVIDUAZIONE BREF O LG O ALTRI DOCUMENTI TECNICI PERTINENTI
Numero
Nome documento
Data redazione o
approvazione
OFC
Manufacture of Organic Fine Chemicals
BREF 08/2006
POL
Production of Polymers
BREF 08/2007
EFS
Reference Document on Best Available Techniques on
Emissions from Storage
BREF 07/2006
CWW
Common Waste Water and Waste Gas
Treatment/Management System in the Chemical Sector
Formal Draft D2 07/2011
LVOC
Reference Document on Best Available Techniques in
the Large Volume Organic Chemical Industry
BREF 02/2003
LCP
Large Combustion Plants
Formal Draft D1 06/2013
ENE
Energy Efficiency
BREF 02/2009
ECM
Economics and Cross-MEDIA Effects
REF 07/2006
ROM
Monitoring of emissions from IED-installations
Formal Draft FD 10/2013
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113
GIUNTA REGIONALE
INDIVIDUAZIONE DELLE BAT APPLICABILI ALL’ATTIVITÀ
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
N`
Fase del processo
produttivo
1
Prevention of
environmental
impact
BAT is to provide an auditable trail for the integration of
environmental, health and safety considerations into process
development
OFC
Applicata
2
Prevention of
environmental
impact
BAT is to develop new processes as follows: a) to improve
process design to maximise the incorporation of all the input
materials used into the final product
OFC
Applicata
3
Prevention of
environmental
impact
OFC
Applicata
4
Prevention of
environmental
impact
OFC
Applicata
5
Prevention of
environmental
impact
OFC
Applicata
6
Prevention of
environmental
impact
OFC
Applicata
7
Prevention of
environmental
impact
OFC
Applicata
Migliore tecnica disponibile
BAT is to develop new processes as follows: b) to use substances
that possess little or no toxicity to human health and the
environment. Substances should be chosen in order to minimize
the potential for accidents, releases, explosions and fires
BAT is to develop new processes as follows: c) to avoid the use
of auxiliary substances
BAT is to develop new processes as follows: d) to minimise
energy requirements in recognition of the associated
environmental and economic impacts. Reactions at ambient
temperatures and pressures should be preferred
BAT is to develop new processes as follows: e) to use renewable
feedstock rather than depleting, wherever technically and
economically practicable
BAT is to develop new processes as follows: f) to avoid
unnecessary derivatisation (e.g. blocking or protection groups)
Note
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
8
Prevention of
environmental
impact
BAT is to develop new processes as follows: g) to apply catalytic
reagents, which are typically superior to stoichiometric reagents
OFC
Applicata
9
Prevention of
environmental
impact
OFC
Applicata
10
Prevention of
environmental
impact
11
Prevention of
environmental
impact
12
Prevention of
environmental
impact
BAT is to carry out a structured safety assessment for normal
operation and
to take into account effects due to deviations of the chemical
process and
deviations in the operation of the plant
BAT is to apply one or a combination of the following
techniques, in order to ensure that a process can be controlled
adequately:
a) organisational measures
b) concepts involving control engineering techniques
c) reaction stoppers (e.g. neutralisation, quenching)
d) emergency cooling
e) pressure resistant construction
f) pressure relief.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
Note
OFC
Applicata
a) organisational measures
b) concepts involving control
engineering techniques
d) emergency cooling
e) pressure resistant construction
f) pressure relief.
BAT is to establish and implement procedures and technical
measures to limit risks from the handling and storage of
hazardous substances
OFC
Applicata
Valido sia in caso di prodotti liquidi
che solidi, sia in cisterna che in
contenitori trasportabili
BAT is to provide sufficient and adequate training for operators
who handle
hazardous substances
OFC
Applicata
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
Note
a) using closed and
sealed equipment
b) closing the
production building
and ventilating it
mechanically
Minimisation of
environmental impact
BAT is to design new plants in such a way that emissions are minimised
by
applying techniques including the following:
a) using closed and sealed equipment
b) closing the production building and ventilating it mechanically
c) using inert gas blanketing for process equipment where VOCs are
handled
d) connecting reactors to one or more condensers for solvent recovery
e) connecting condensers to the recovery/abatement system
f) using gravity flow instead of pumps (pumps can be an important
source of
fugitive emissions)
g) enabling the segregation and selective treatment of waste water
streams
h) enabling a high degree of automation by application of a modern
process
control system in order to ensure a stable and efficient operation.
c) using inert gas
blanketing for process
equipment where
VOCs are handled
d) connecting reactors
to one or more
condensers for solvent
recovery
OFC
Applicata
e) connecting
condensers to the
abatement system
f) using gravity flow
instead of pumps
(pumps can be an
important source of
fugitive emissions)
h) enabling a high
degree of automation
by application of a
modern process
control system in order
to ensure a stable and
efficient operation.
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
14
Minimisation of
environmental impact
BAT is to design, build, operate and maintain facilities, where substances
(usually liquids) which represent a potential risk of contamination of
ground
and groundwater are handled, in such a way that spill potential is
minimised.
Facilities have to be sealed, stable and sufficiently resistant against
possible
mechanical, thermal or chemical stress
15
Minimisation of
environmental impact
BAT is to enable leakages to be quickly and reliably recognised
OFC
Applicata
16
Minimisation of
environmental impact
BAT is to provide sufficient retention volumes to safely retain spills and
leaking substances in order to enable treatment or disposal
OFC
Applicata
17
Minimisation of
environmental impact
BAT is to provide sufficient retention volume to safely retain fire fighting
water and contaminated surface water
OFC
Applicata
OFC
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
Note
a) carrying out loading
and unloading only in
designated areas
protected against
leakage run-off
b) storing and
collecting materials
awaiting disposal in
designated areas
protected against
leakage run-off
18
Minimisation of
environmental impact
BAT is to apply all the following techniques:
a) carrying out loading and unloading only in designated areas protected
against leakage run-off
b) storing and collecting materials awaiting disposal in designated areas
protected against leakage run-off
c) fitting all pump sumps or other treatment plant chambers from which
spillage might occur with high liquid level alarms or regularly
supervising
pump sumps by personnel instead
d) establishing programmes for testing and inspecting tanks and
pipelines
including flanges and valves
e) providing spill control equipment, such as containment booms and
suitable absorbent material
f) testing and demonstrating the integrity of bunds
g) equipping tanks with overfill prevention.
OFC
Applicata
c) fitting all pump
sumps or other
treatment plant
chambers from which
spillage might occur
with high liquid level
alarms or regularly
supervising pump
sumps by personnel
instead
d) establishing
programmes for
testing and inspecting
tanks and pipelines
including flanges and
valves
e) providing spill
control equipment,
such as containment
booms and
suitable absorbent
material
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
19
Minimisation of
environmental impact
20
Minimisation of
environmental impact
21
Minimisation of
environmental impact
22
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to contain and enclose sources and to close any openings in order
to
minimise uncontrolled emissions
BAT is to carry out drying by using closed circuits, including condensers
for
solvent recovery
Stato di
Data di
applicazione applicazione
Note
OFC
Applicata
OFC
Applicata
BAT is to keep equipment closed for rinsing and cleaning with solvents
OFC
Applicata
Minimisation of
environmental impact
BAT is to use recirculation of process vapours where purity
requirements allow this
OFC
Non Applicata
Vapori di processo
convogliati a
termodistruzione
23
Minimisation of
environmental impact
BAT is to close any unnecessary openings in order to prevent air being
sucked to the gas collection system via the process equipment
OFC
24
Minimisation of
environmental impact
BAT is to ensure the airtightness of process equipment, especially of
vessels
OFC
Still, continuous
inertisation has to be
accepted due to safety
requirements or where
processes require
further loading of
material after
inertisation.
25
Minimisation of
environmental impact
BAT is to apply shock inertisation instead of continuous inertisation
OFC
Applicata
26
Minimisation of
environmental impact
BAT is to minimise the exhaust gas volume flows from distillations by
optimising the layout of the condenser
OFC
Applicata
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
27
Minimisation of
environmental impact
28
Minimisation of
environmental impact
29
Minimisation of
environmental impact
30
Minimisation of
environmental impact
31
Minimisation of
environmental impact
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to carry out liquid addition to vessels as bottom feed or with dipleg, unless reaction chemistry and/or safety considerations make it
impractical. In such cases, the addition of liquid as top feed with a pipe
directed to the wall reduces splashing and hence, the organic load in the
displaced gas.
If both solids and an organic liquid are added to a vessel, BAT is to use
solids as a blanket in circumstances where the density difference
promotes the reduction of the organic load in the displaced gas, unless
reaction chemistry
and/or safety considerations make it impractical
BAT is to minimise the accumulation of peak loads and flows and related
emission concentration peaks by, e.g.
a) optimisation of the production matrix
b) application of smoothing filters
BAT is to avoid mother liquors with high salt content or to enable the
work-up of mother liquors by the application of alternative separation
techniques:
a) membrane processes
b) solvent-based processes
c) reactive extraction
d) or to omit intermediate isolation.
BAT is to apply countercurrent product washing where the production
scale justifies the introduction of the technique
BAT is to apply water-free vacuum generation
Stato di
Data di
applicazione applicazione
OFC
Non applicata a
causa dei
necessari
agitazione e
particolare
ambiente di
reazione
OFC
Applicata
OFC
n.a.
OFC
n.a.
OFC
Applicata
Note
optimisation of the
production matrix
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
32
Minimisation of
environmental impact
BAT is to establish clear procedures for the
determination of the desired end point of the reaction, for batch
processes
OFC
Applicata
33
Minimisation of
environmental impact
BAT is to apply indirect cooling
OFC
Applicata
34
Minimisation of
environmental impact
BAT is to apply a pre-rinsing step prior to rinsing/cleaning of equipment
to
minimise organic loads in wash-waters
OFC
n.a.
35
Minimisation of
environmental impact
BAT is to assess the options and to optimise the energy consumption
OFC
Applicata
OFC
Applicata
OFC
Applicata
36
37
Mass balances and process BAT is to establish mass balances for VOCs (including CHCs), TOC or
waste stream analysis
COD, AOX or EOX and heavy metals on a yearly basis
BAT is to carry out a detailed waste stream analysis in order to identify
Mass balances and
the origin of the waste stream and a basic data set to enable management
process waste stream
and suitable treatment of exhaust gases, waste water streams and solid
analysis
residues
Note
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to assess at least the parameters given in Table 5.1 for waste
water streams, unless the parameter can be seen as irrelevant from a
scientific point of view:
38
Mass balances and
process waste stream
analysis
Standard Parameter
Volume per batch
Batches per year
Volume per day
Volume per year
COD or TOC
BOD5
pH
Bioeliminability
Biological inhibition, including nitrification
OFC
Applicata
OFC
Applicata
Where it is expected
AOX
CHCs
Solvents
Heavy metals
Total N
Total P
Chloride
Bromide
SO42Residual toxicity
39
Mass balances and
process waste stream
analysis
BAT is to monitor the emission profile which reflects the operational
mode of the production process, for emission to air
Note
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
40
Mass balances and
process waste stream
analysis
BAT is to apply a continuous monitoring system (e.g. FID), where
exhaust gases from various processes are treated in a central
recovery/abatement system, in the case of a non-oxidative
abatement/recovery system
OFC
n.a.
41
Mass balances and
process waste stream
analysis
BAT is to individually monitor substances with ecotoxicological potential
if such substances are released
OFC
Applicata
42
Mass balances and
process waste stream
analysis
BAT is to assess individual exhaust gas volume flows from process
equipment to recovery/abatement systems
OFC
Applicata
43
Re-use of solvents
BAT is to re-use solvents as far as purity requirements (e.g. requirements
according to cGMP) allow, by:
a) using the solvent from previous batches of a production campaign for
future batches as far as purity requirements allow
b) collecting spent solvents for on-site or off-site purification and re-use
c) collecting spent solvents for on-site or off-site utilisation of the calorific
value
OFC
Applicata
Note
a) using the solvent
from previous batches
of a production
campaign for future
batches as far as
purity requirements
allow
b) collecting spent
solvents for on-site or
off-site purification and
re-use
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to select VOC recovery and abatement techniques according to
the flow scheme in Figure 5.1:
44
Treatment of exhaust
gases
OFC
Applicata
Note
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to reduce emissions to the levels given in Table 5.2 where nonoxidative VOC recovery or abatement techniques are applied
45
Treatment of exhaust
gases
Parameter
Total organic C
Average emission level from point sources*
0.1 kg C/hour or 20 mg C/m3**
* The averaging time relates to the emission profile, the levels relate
to dry gas and Nm3
** The concentration level relates to volume flows without dilution by, e.g. volume
flows from room or building ventilation
OFC
Applicata
Note
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125
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to reduce VOC emissions to the levels given in Table 5.3 where
thermal oxidation/incineration or catalytic oxidation are applied:
Thermal
oxidation/incineration or
catalytic oxidation
Total organic C
46
Treatment of exhaust
gases
Average mass
flow
<0.05 kg C/hour
or
Average
concentration
<5 mg C/m3
The averaging time relates to the emission profile, levels relate to dry gas and Nm3
OFC
Applicata
Note
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126
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to achieve the NOX emission levels given in Table 5.5 and, where
necessary, to apply a DeNOX system (e.g. SCR or SNCR) or two stage
combustion to achieve such levels, for thermal oxidation/incineration or
catalytic oxidation:
47
Treatment of exhaust
gases
48
Treatment of exhaust
gases
BAT is to achieve the NOX emission levels given in Table 5.5 and, where
necessary to apply treatment techniques such as scrubbing or scrubber
cascades with scrubber media such as H2O and/or H2O2 to achieve such
levels, for exhaust gases from chemical production processes
OFC
Applicata
OFC
n.a.
Note
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GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
49
Treatment of exhaust
gases
50
Treatment of exhaust
gases
51
Treatment of exhaust
gases
52
Treatment of exhaust
gases
53
Treatment of exhaust
gases
54
Treatment of exhaust
gases
55
Treatment of exhaust
gases
56
Treatment of exhaust
gases
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to achieve HCl emission levels of 0.2 – 7.5 mg/m3 or 0.001 – 0.08
kg/hour and, where necessary, to apply of one or more scrubbers using
scrubbing media such as H2O or NaOH in order to achieve such levels
BAT is to achieve Cl2 emission levels of 0.1 – 1 mg/m3 and, where
necessary, to apply techniques such as absorption of the excess chlorine
and/or scrubbing with scrubbing media such as NaHSO3 in order to
achieve such levels
BAT is to achieve HBr emission levels <1 mg/m3 and, where necessary, to
apply scrubbing with scrubbing media such as H2O or NaOH in order to
achieve such levels
BAT is to achieve NH3 emission levels of 0.1 – 10 mg/m3 or 0.001 – 0.1
kg/hour and, where necessary, to apply scrubbing with scrubbing media
such as H2O or acid in order to achieve such levels
BAT is to achieve NH3 slip levels from SCR or SNCR of <2 mg/m3 or
<0.02 kg/hour
BAT is to achieve SOx emission levels of 1 – 15 mg/m3 or 0.001 – 0.1
kg/hour and, where necessary, to apply scrubbing with scrubbing media
such as H2O or NaOH in order to achieve such levels
BAT is to achieve particulate emission levels of 0.05 – 5 mg/m3 or 0.001 –
0.1 kg/hour and, where necessary, to apply techniques such as bag filters,
fabric filters, cyclones, scrubbing, or wet electrostatic precipitation
(WESP) in order to achieve such levels
BAT is to remove free cyanides from exhaust gases, and to achieve a
waste gas emission level of 1 mg/m3 or 3 g/hour as HCN
Stato di
Data di
applicazione applicazione
OFC
Applicata
OFC
n.a.
OFC
n.a.
OFC
Applicata
OFC
Applicata
OFC
Applicata
OFC
Applicata
OFC
n.a.
Note
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128
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
57
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to segregate and pretreat or dispose of mother liquors from
halogenations and sulphochlorinations
58
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to pretreat waste water streams containing biologically active
substances at levels which could pose a risk either to a subsequent waste
water treatment or to the receiving environment after discharge
OFC
Applicata
59
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to segregate and collect separately spent acids, e.g. from
sulphonations or nitrations for on-site or off-site recovery or to apply
BAT given in 5.2.4.2
OFC
n.a.
60
Management and
treatment of waste
water streams
For the purposes of pretreatment, BAT is to classify organic loading as
follows:
Refractory organic loading is not relevant if the waste water stream
shows a bioeliminability of greater than about 80 – 90.
In cases with lower bioeliminability, the refractory organic loading is not
relevant if it is lower than the range of about 7.5 – 40 kg TOC per batch
or per day
OFC
Applicata
61
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to segregate and pretreat waste water streams containing
relevant refractory organic loadings
OFC
n.a.
62
Management and
treatment of waste
water streams
For the segregated waste water streams carrying a relevant refractory
organic Load, BAT is to achieve overall COD elimination rates for the
combination of pretreatment and biological treatment of >95 %
OFC
n.a.
OFC
Note
n.a.
Gestione
acque di
scarico 2015
the refractory organic
loading is not relevant
if it is lower than the
range of about 7.5 –
40 kg TOC per batch
or per day
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
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Pag.
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129
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
63
Management and
treatment of waste
water streams
64
Management and
treatment of waste
water streams
65
Management and
treatment of waste
water streams
66
Management and
treatment of waste
water streams
67
Management and
treatment of waste
water streams
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to recover solvents from waste water streams for on-site or offsite reuse, using techniques such as stripping, distillation/rectification,
extraction or
combinations of such techniques, where the costs for biological treatment
and purchase of fresh solvents are higher than the costs for recovery and
purification
BAT is to recover solvents from waste water streams in order to use the
calorific value if the energy balance shows that overall natural fuel can
be
substituted
BAT is to remove purgeable CHCs from waste water streams, e.g. by
stripping, rectification or extraction and to achieve sum concentrations
<1 mg/l in the
outlet from pretreatment or to achieve sum concentrations of <0.1 mg/l
in the inlet to the on-site biological WWTP or in the inlet to the
municipal sewerage system
BAT is to pretreat waste water streams with significant AOX loads and
to achieve the AOX levels given in Table 5.6 in the inlet to the on-site
biological
WWTP or in the inlet to the municipal sewerage system
BAT is to pretreat waste water streams containing significant levels of
heavy metals or heavy metal compounds from processes where they are
used
deliberately and to achieve the heavy metal concentrations given in Table
5.7 in the inlet to the on-site biological WWTP or in the inlet to the
municipal sewerage system
Stato di
Data di
applicazione applicazione
OFC
Applicata
OFC
Non applicata
dall` azienda
OFC
Applicata
OFC
n.a.
OFC
n.a.
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
130
GIUNTA REGIONALE
N`
68
Fase del processo
produttivo
Management and
treatment of waste
water streams
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to recondition waste water streams containing free cyanides in
order to substitute raw materials where technically possible
BAT is to:
a) pretreat waste water streams containing significant loads of cyanides
and to achieve a cyanide level of 1 mg/l or lower in the treated waste
water stream
or to
b) enable safe degradation in a biological WWTP
After the application of BAT given in Sections 5.2.4.1, 5.2.4.2, 5.2.4.3,
5.2.4.4 and 5.2.4.5 (management and treatment of waste water streams),
BAT is to treat effluents containing a relevant organic load, such as waste
water streams from production processes, rinsing and cleaning water, in
a biological WWTP
Stato di
Data di
applicazione applicazione
OFC
n.a.
OFC
n.a.
OFC
Applicata
69
Management and
treatment of waste
water streams
70
Management and
treatment of waste
water streams
71
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to ensure that the elimination in a joint waste water treatment is
overall not poorer than in the case of on-site treatment. This is realised
by regular
degradability/bioeliminability testing
OFC
n.a.
72
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to take full advantage of the biological degradation potential of
the total effluent and to achieve BOD elimination rates above 99 % and
yearly average BOD emission levels of 1 – 18 mg/l. The levels relate to the
effluent after biological treatment without dilution, e.g. by mixing with
cooling water
OFC
n.a.
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
131
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to achieve the emission levels given in Table 5.8:
73
Management and
treatment of waste
water streams
OFC
n.a.
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
132
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
74
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to regularly monitor the total effluent to and from the biological
WWTP measuring at least the parameters given in Table 5.1.
OFC
Applicata
75
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to carry out regular biomonitoring of the total effluent after the
biological WWTP where substances with ecotoxicological potential are
handled or produced with or without intention
OFC
n.a.
76
Management and
treatment of waste
water streams
BAT is to apply online toxicity monitoring in combination with online
TOC measurement if residual acute toxicity is identified as a concern
OFC
n.a.
Note
regularly monitor the
total effluent to the
biological WWTP
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
133
GIUNTA REGIONALE
N`
77
Fase del processo
produttivo
Management and
treatment of waste
water streams
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to implement and adhere to an Environmental Management System
(EMS) that incorporates, as appropriate to individual circumstances, the
following features:
• definition of an environmental policy for the installation by top management
(commitment of the top management is regarded as a precondition for a
successful application of other features of the EMS)
• planning and establishing the necessary procedures
• implementation of the procedures, paying particular attention to
– structure and responsibility
– training, awareness and competence
– communication
– employee involvement
– documentation
– efficient process control
– maintenance programme
– emergency preparedness and response
– safeguarding compliance with environmental legislation.
• checking performance and taking corrective action, paying particular
OFC
Applicata
12/12/2012
attention to
– monitoring and measurement
– corrective and preventive action
– maintenance of records
– independent (where practicable) internal auditing in order to determine
whether or not the environmental management system conforms to planned
arrangements and has been properly implemented and maintained.
• review by top management.
Three further features, which can complement the above stepwise, are considered as
supporting measures. However, their absence is generally not inconsistent with BAT.
These three additional steps are:
• having the management system and audit procedure examined and validated by an
accredited certification body or an external EMS verifier
• preparation and publication (and possibly external validation) of a regular
environmental statement describing all the significant environmental aspects of the
installation, allowing for year-by-year comparison against environmental objectives
and targets as well as with sector benchmarks as appropriate
• implementation and adherence to an internationally accepted voluntary system such
as EMAS and EN ISO 14001:1996.
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
134
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
78
Generic BAT
79
Generic BAT
80
Generic BAT
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
to reduce fugitive emissions by advanced equipment design including:
o use of valves with bellow or double packing seals or equally efficient
equipment. Bellow valves are especially recommended for highly toxic
services
o magnetically driven or canned pumps, or pumps with double seals and a
liquid barrier
o magnetically driven or canned compressors, or compressors using double
seals and a liquid barrier
POL
Applicata
o magnetically driven or canned agitators, or agitators with double seals and a
liquid barrier
o minimisation of the number of flanges (connectors)
o effective gaskets
o closed sampling systems
o drainage of contaminated effluents in closed systems
o collection of vents.
to carry out a fugitive loss assessment and measurement to classify
components in terms of type, service and process conditions to identify those
POL
Applicata
elements with the highest potential for fugitive loss
to establish and maintain an equipment monitoring and maintenance (M&M)
and/or leak detection and repair (LDAR) programme based on a component
POL
Applicata
and service database in combination with the fugitive loss assessment and
measurement
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
135
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
to reduce dust emissions with a combination of the following techniques:
o dense phase conveying is more efficient to prevent dust emissions than
dilute phase conveying
o reduction of velocities in dilute phase conveying systems to values as low
as possible
POL
Applicata
o reduction of dust generation in conveying lines through surface treatment
and proper alignment of pipes
o use of cyclones and/or filters in the air exhausts of dedusting units. The use
of fabric filter systems is more effective, especially for fine dust
o use of wet scrubbers.
to minimise plant start-ups and stops to avoid peak emissions and reduce
POL
Applicata
overall consumption (e.g. energy, monomers per tonne of product)
81
Generic BAT
82
Generic BAT
83
Generic BAT
to secure the reactor contents in case of emergency stops (e.g. by using
containment systems)
POL
Applicata
84
Generic BAT
to recycle the contained material or to use it as fuel
POL
Applicata
POL
n.a.
85
86
Generic BAT
Generic BAT
to prevent water pollution by appropriate piping design and materials. To
facilitate inspection and repair, effluent water collection systems at new
plants and retrofitted
systems are, e.g.:
o pipes and pumps placed above ground
o pipes placed in ducts accessible for inspection and repair.
to use separate effluent collection systems for:
o contaminated process effluent water
o potentially contaminated water from leaks and other sources, including
cooling water and surface run-off from process plant areas, etc.
o uncontaminated water
POL
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
136
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
to treat the air purge flows coming from degassing silos and reactor vents
with one or more of the following techniques:
o recycling
POL
o thermal oxidation
Applicata
o catalytic oxidation
o adsorption
o flaring (only discontinuous flows).
to use flaring systems to treat discontinuous emissions from the reactor
system. Flaring of discontinuous emissions from reactors is only BAT if these
POL
Applicata
emissions cannot be recycled back into the process or used as fuel
to use, where possible, power and steam from cogeneration plants.
Cogeneration is normally installed when the plant uses the steam produced, or
POL
Applicata
where an outlet for the steam produced is available. The electricity produced
can either be used by the plant or exported
to recover the reaction heat through the generation of low pressure steam in
processes or plants where internal or external consumers of the low pressure
POL
n.a.
steam are available
87
Generic BAT
88
Generic BAT
89
Generic BAT
90
Generic BAT
91
Generic BAT
to re-use the potential waste from a polymer plant
POL
Applicata
92
Generic BAT
to use pigging systems in multiproduct plants with liquid raw materials and
products
POL
n.a.
Generic BAT
to use a buffer for waste water upstream of the waste water treatment plant to
achieve a constant quality of the waste water. This applies to all processes
producing waste water, such as PVC and ESBR
93
POL
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
137
GIUNTA REGIONALE
N`
94
Fase del processo
produttivo
Generic BAT
95
Generic BAT
96
BAT for unsaturated
polyesters
97
BAT for unsaturated
polyesters
98
BAT for polyethylene
99
BAT for polyethylene
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
to treat waste water efficiently. Waste water treatment can be carried out in a
central plant or in a plant dedicated to a special activity. Depending on the
waste water quality, additional dedicated pretreatment is required.
BAT is to implement and adhere to an Environmental Management System.
Specifically for the polymer industry, it is also important to consider the
following potential
features of the EMS:
the environmental impact from the eventual decommissioning of the unit at
the stage of designing a new plant
the development of cleaner technologies
where practicable, the application of sectoral benchmarking on a regular
basis, including energy efficiency and energy conservation activities, choice
of input materials, emissions to air, discharges to water, consumption of water
and generation of waste.
to treat exhaust gases by one or more of the following techniques:
o thermal oxidation
o activated carbon
to thermally treat waste water, arising mainly from the reaction (mostly
together with waste
gas).
to reduce the emissions from finishing and storage sections by treatment of
purge air
to use closed-loop cooling systems
Stato di
Data di
applicazione applicazione
POL
Applicata
POL
Applicata
POL
Applicata
POL
Applicata
POL
Applicata
POL
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
138
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
100
BAT for suspension
processes
101
BAT for polyamides
102
Tanks
103
Tanks
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
application of closed-loop nitrogen purge systems and
optimisation of the stripping process and
recycling of monomers from the stripping process and
condensation of the solvent and
solvent selection.
to treat flue-gases from polyamide production processes by wet scrubbing.
BAT for a proper design is to take into account at least the following:
the physico-chemical properties of the substance being stored
how the storage is operated, what level of instrumentation is needed, how
many operators
are required, and what their workload will be
how the operators are informed of deviations from normal process
conditions (alarms)
how the storage is protected against deviations from normal process
conditions (safety instructions, interlock systems, pressure relief devices, leak
detection and containment, etc.)
what equipment has to be installed, largely taking account of past
experiences of the product (construction materials, valve quality, etc.)
which maintenance and inspection plan needs to be implemented and how
to ease the maintenance and inspection work (access, layout, etc.)
how to deal with emergency situations (distances to other tanks, facilities
and to the boundary, fire protection, access for emergency services such as
the fire brigade, etc.).
BAT is to apply a tool to determine proactive maintenance plans and to
develop risk-based
inspection plans such as the risk and reliability based maintenance approach
Stato di
Data di
applicazione applicazione
POL
Applicata
POL
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
139
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
104
Tanks
105
Tanks
106
Tanks
107
Tanks
108
Tanks
109
Fixed Roof Tanks
110
Fixed Roof Tanks
111
Fixed Roof Tanks
112
Fixed Roof Tanks
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to locate a tank operating at, or close to, atmospheric pressure
aboveground. However, for storing flammable liquids on a site with restricted
space, underground tanks can also be considered. For liquefied gases,
EFS
Applicata
underground, mounded storage or spheres can be considered, depending on
the storage volume.
BAT is to apply either a tank colour with a reflectivity of thermal or light
radiation of at least 70 %, or a solar shield on aboveground tanks which
EFS
Applicata
contain volatile substances.
BAT is to abate emissions from tank storage, transfer and handling that have
EFS
Applicata
a significant negative environmental effect
On sites where significant VOC emissions are to be expected, BAT includes
calculating the VOC emissions regularly. The calculation model may
EFS
Applicata
occasionally need to be validated by applying a measurement method.
BAT is to apply dedicated systems
BAT is to apply a vapour treatment installation, for the storage of volatile
substances which are toxic (T), very toxic (T+), or carcinogenic, mutagenic
and reproductive toxic (CMR) categories 1 and 2 in a fixed roof tank
For other substances, BAT is to apply a vapour treatment installation, or to
install an internal floating roof. Direct contact floating roofs and non-contact
floating roofs are BAT.
For tanks < 50 m3, BAT is to apply a pressure relief valve set at the highest
possible value consistent with the tank design criteria
For liquids containing a high level of particles (e.g. crude oil) BAT is to mix
the stored substance to prevent deposition that would call for an additional
cleaning step
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
140
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
113
Atmospheric horizontal
tanks
114
Atmospheric horizontal
tanks
115
Tanks
116
Tanks
117
Tanks
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to apply a vapour treatment installation, for the storage of volatile
substances which are toxic (T), very toxic (T+), or CMR categories 1 and 2 in
EFS
Applicata
an atmospheric horizontal tank,
For other substances, BAT is to do all, or a combination, of the following
techniques, depending on the substances stored:
apply pressure vacuum relief valves;
up rate to 56 mbar;
EFS
Applicata
apply vapour balancing;
apply a vapour holding tank, or
apply vapour treatment
BAT in preventing incidents and accidents is to apply a safety management
EFS
Applicata
system
BAT is to implement and follow adequate organisational measures and to
enable training and
EFS
Applicata
instruction of employees for safe and responsible operation of the installation
BAT is to prevent corrosion by:
selecting construction material that is resistant to the product stored
applying proper construction methods
preventing rainwater or groundwater entering the tank and if necessary,
removing water that has accumulated in the tank
EFS
Applicata
applying rainwater management to bund drainage
applying preventive maintenance, and
where applicable, adding corrosion inhibitors, or applying cathodic
protection on the inside of the tank.
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
141
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
118
Tanks
119
Tanks
120
Tanks
121
Tanks
122
Tanks
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to implement and maintain operational procedures – e.g. by means of
a management
system – to ensure that:
high level or high pressure instrumentation with alarm settings and/or auto
EFS
Applicata
closing of valves is installed
proper operating instructions are applied to prevent overfill during a tank
filling operation, and
sufficient ullage is available to receive a batch filling.
BAT is to apply leak detection on storage tanks containing liquids that can
potentially cause soil
EFS
Applicata
pollution. The applicability of the different techniques depends on the tank
type
BAT is to achieve a ‘negligible risk level’ of soil pollution from bottom and
bottom-wall connections of aboveground storage tanks. However, on a caseEFS
Applicata
by-case basis, situations might be identified where an ‘acceptable risk level’
is sufficient.
BAT for aboveground tanks containing flammable liquids or liquids that pose
a risk for significant soil pollution or a significant pollution of adjacent
watercourses is to provide secondary containment, such as:
tank bunds around single wall tanks;
EFS
Applicata
double wall tanks;
cup-tanks;
double wall tanks with monitored bottom discharge;
BAT is to apply a full, impervious, barrier in the bund, for building new
single walled tanks containing liquids that pose a risk for significant soil
EFS
Applicata
pollution or a significant pollution of adjacent watercourses
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
142
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
For existing tanks within a bund, BAT is to apply a risk-based approach,
considering the significance of risk from product spillage to the soil, to
determine if and which barrier is best applicable. This risk-based approach
can also be applied to determine if a partial impervious
barrier in a tank bund is sufficient or if the whole bund needs to be equipped
with an impervious barrier.
EFS
Applicata
Impervious barriers include:
a flexible membrane, such as HDPE
a clay mat
an asphalt surface
a concrete surface.
For chlorinated hydrocarbon solvents (CHC) in single walled tanks, BAT is
to apply CHC-proof laminates to concrete barriers (and containments), based
EFS
n.a.
on phenolic or furan resins. One form of epoxy resin is also CHC-proof.
BAT for underground and mounded tanks containing products that can
potentially cause soil
pollution is to:
EFS
Applicata
apply a double walled tank with leak detection, or
to apply a single walled tank with secondary containment and leak
detection
For toxic, carcinogenic or other hazardous substances, BAT is to apply full
EFS
Applicata
containment.
123
Tanks
124
Tanks
125
Tanks
126
Tanks
127
Storage of packaged
dangerous substances
BAT in preventing incidents and accidents is to apply a safety management
system
EFS
Applicata
128
Storage of packaged
dangerous substances
BAT is to appoint a person or persons who is or are responsible for the
operation of the store.
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
143
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
129
Storage of packaged
dangerous substances
130
Storage of packaged
dangerous substances
131
Storage of packaged
dangerous substances
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to provide the responsible person(s) with specific training and
retraining in emergency procedures and to inform other staff on the site of the
EFS
Applicata
risks of storing packaged dangerous substances and the precautions necessary
to safely store substances that have different hazards.
BAT is to apply a storage building and/or an outdoor storage area covered
with a roof. For storing quantities of less than 2500 litres or kilograms
EFS
Applicata
dangerous substances, applying a storage cell is also BAT
BAT is to separate the storage area or building of packaged dangerous
substances from other
storage, from ignition sources and from other buildings on- and off-site by
applying a sufficient
EFS
Applicata
distance, sometimes in combination with fire-resistant walls. MSs apply
different distances
between the (outdoor) storage of packaged dangerous substances and other
objects on- and offsite
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
144
GIUNTA REGIONALE
N`
132
133
Fase del processo
produttivo
Rif.
colonna
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to separate and/or segregate incompatible substances. For the
compatible and
incompatible combinations see Annex 8.3. MSs apply different distances
and/or physical partitioning between the storage of incompatible substance
Storage of packaged
dangerous substances
Storage of packaged
dangerous substances
BAT is to install a liquid-tight reservoir, that can contain all or a part of the
dangerous liquids stored above such a reservoir. The choice whether all or
only a part of the leakage needs to be contained depends on the substances
stored and on the location of the storage (e.g. in a water catchment area) and
can only be decided on a case-by-case basis
Stato di
Data di
applicazione applicazione
EFS
Applicata
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
145
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to install a liquid-tight extinguishant collecting provision in storage
buildings and storage areas. The collecting capacity depends on the
substances stored, the amount of substances stored, the type of package used
EFS
Applicata
and the applied fire-fighting system and can only be decided on a case-bycase basis
BAT is to apply a suitable protection level of fire prevention and fire-fighting
measures. The appropriate protection level has to be decided on a case-bycase
EFS
Applicata
basis in agreement with the local fire brigade
134
Storage of packaged
dangerous substances
135
Storage of packaged
dangerous substances
136
Storage of packaged
dangerous substances
BAT is to prevent ignition at source
EFS
Applicata
137
General principles to
prevent and reduce
emissions
BAT is to apply a tool to determine proactive maintenance plans and to
develop risk-based
inspection plans such as, the risk and reliability based maintenance approach
EFS
Applicata
138
General principles to
prevent and reduce
emissions
For large storage facilities, according to the properties of the products stored,
BAT is to apply a leak detection and repair programme. Focus needs to be on
those situations most likely to cause emissions (such as gas/light liquid, under
high pressure and/or temperature duties).
EFS
Applicata
139
General principles to
prevent and reduce
emissions
BAT is to abate emissions from tank storage, transfer and handling that have
a significant negative environmental effect. This is applicable to large storage
facilities.
EFS
Applicata
140
General principles to
prevent and reduce
emissions
BAT in preventing incidents and accidents is to apply a safety management
system
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
146
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
141
General principles to
prevent and reduce
emissions
142
Transfer and handling
techniques
143
Transfer and handling
techniques
144
Transfer and handling
techniques
145
Transfer and handling
techniques
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to implement and follow adequate organisational measures and to
enable the training and instruction of employees for safe and responsible
operation of the installation
BAT is to apply aboveground closed piping in new situations. For existing
underground piping it is BAT to apply a risk and reliability based
maintenance approach
BAT is to minimise the number of flanges by replacing them with welded
connections, within the limitation of operational requirements for equipment
maintenance or transfer system flexibility
BAT for bolted flange connections include:
fitting blind flanges to infrequently used fittings to prevent accidental
opening
using end caps or plugs on open-ended lines and not valves
ensuring gaskets are selected appropriate to the process application
ensuring the gasket is installed correctly
ensuring the flange joint is assembled and loaded correctly
where toxic, carcinogenic or other hazardous substances are transferred,
fitting high integrity gaskets, such as spiral wound, kammprofile or ring
joints.
BAT is to prevent corrosion by:
selecting construction material that is resistant to the product
applying proper construction methods
applying preventive maintenance, and
where applicable, applying an internal coating or adding corrosion
inhibitors.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
147
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
146
Transfer and handling
techniques
147
Transfer and handling
techniques
148
Transfer and handling
techniques
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
To prevent the piping from external corrosion, BAT is to apply a one, two, or
three layer coating system depending on the site-specific conditions (e.g.
EFS
Applicata
close to sea). Coating is normally not applied to plastic or stainless steel
pipelines
BAT is to apply vapour balancing or treatment on significant emissions from
the loading and unloading of volatile substances to (or from) trucks, barges
EFS
Applicata
and ships. The significance of the emission depends on the substance and the
volume that is emitted, and has to be decided on a case-by-case basis.
BAT for valves include:
correct selection of the packing material and construction for the process
application
with monitoring, focus on those valves most at risk (such as rising stem
control valves in continual operation)
EFS
Applicata
applying rotating control valves or variable speed pumps instead of rising
stem control valves
where toxic, carcinogenic or other hazardous substances are involved, fit
diaphragm, bellows, or double walled valves
route relief valves back into the transfer or storage system or to a vapour
treatment system.
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
148
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
149
Transfer and handling
techniques
150
Transfer and handling
techniques
151
Transfer and handling
techniques
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
The following are some of the main factors
which constitute BAT:
proper fixing of the pump or compressor unit to its base-plate or frame
having connecting pipe forces within producers’ recommendations
proper design of suction pipework to minimise hydraulic imbalance
alignment of shaft and casing within producers’ recommendations
alignment of driver/pump or compressor coupling within producers’
recommendations when fitted
correct level of balance of rotating parts
effective priming of pumps and compressors prior to start-up
operation of the pump and compressor within producers’ recommended
performance range
(The optimum performance is achieved at its best efficiency point.)
the level of net positive suction head available should always be in excess
of the pump or compressor
regular monitoring and maintenance of both rotating equipment and seal
systems, combined with a repair or replacement programme.
BAT is to use the correct selection of pump and seal types for the process
application, preferably pumps that are technologically designed to be tight
such as canned motor pumps, magnetically coupled pumps, pumps with
multiple mechanical seals and a quench or buffer
system, pumps with multiple mechanical seals and seals dry to the
atmosphere, diaphragm pumps or bellow pumps.
BAT for compressors transferring non-toxic gases is to apply gas lubricated
mechanical seals.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
149
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
152
Transfer and handling
techniques
153
Transfer and handling
techniques
154
155
156
157
158
159
160
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for compressors, transferring toxic gases is to apply double seals with a
liquid or gas barrier and to purge the process side of the containment seal
EFS
Applicata
with an inert buffer gas.
In very high pressure services, BAT is to apply a triple tandem seal system.
BAT, for sample points for volatile products, is to apply a ram type sampling
valve or a needle valve and a block valve. Where sampling lines require
purging, BAT is to apply closed-loop sampling lines.
BAT is to apply enclosed storage by using, for example, silos, bunkers,
hoppers and containers.
Enclosed storage of solids
Where silos are not applicable, storage in sheds can be an alternative. This is,
e.g. the case if apart from storage, the mixing of batches is needed.
BAT for silos is to apply a proper design to provide stability and prevent the
Enclosed storage of solids
silo from collapsing.
Transfer and handling
techniques
BAT for sheds is to apply proper designed ventilation and filtering systems
and to keep the doors closed.
BAT is to apply dust abatement and a BAT associated emission level of 1 –
Enclosed storage of solids 10 mg/m3, depending on the nature/type of substance stored. The type of
abatement technique has to be decided on a case-by-case basis.
For a silo containing organic solids, BAT is to apply an explosion resistant
Enclosed storage of solids silo, equipped with a relief valve that closes rapidly after the explosion to
prevent oxygen entering the silo
Enclosed storage of solids
Preventing incidents and
(major) accidents
BAT in preventing incidents and accidents is applying a safety management
system
EFS
n.a.
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
Applicata
EFS
n.a.
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
150
GIUNTA REGIONALE
N`
161
Fase del processo
produttivo
Minimise dust from
transfer and
handling of solids
162
Minimise dust from
transfer and
handling of solids
163
Minimise dust from
transfer and
handling of solids
164
Minimise dust from
transfer and
handling of solids
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to prevent dust dispersion due to loading and unloading activities in
the open air, by scheduling the transfer as much as possible when the wind
speed is low. However, and taking into account the local situation, this type
EFS
n.a.
of measure cannot be generalised to the whole EU and to any situation
irrespective of the possible high costs.
BAT is to make transport distances as short as possible
and to apply, whereever possible, continuous transport modes. For existing
plants, this might be a very expensive measure. Discontinuous transport (e.g.
EFS
n.a.
shovel or truck) generally generates more dust emissions than
continuous transport such as conveyors.
BAT for roads that are used by trucks and cars only, is applying hard surfaces
to the roads of, for example, concrete or asphalt, because these can be cleaned
easily to avoid dust being swirled up by vehicles. However, applying hard
EFS
Applicata
surfaces to the roads is not justified when the roads are used just for big
shovel vehicles or when a road is temporary.
BAT is to clean roads that are fitted with hard surfaces
EFS
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
151
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to implement and adhere to an environmental management
system (EMS) that
incorporates all of the following features:
165
BAT conclusions for
environmental
management
systems
I. commitment of the management;
II. definition of an environmental policy that includes the continuous
improvement of the installation by the management;
III. planning and establishing the necessary procedures, objectives and targets, in
conjunction with financial planning and investment;
IV. implementation of procedures paying particular attention to:
a. structure and responsibility
b. training, awareness and competence
c. communication
d. employee involvement
e. documentation
f. efficient process control
g. maintenance programmes
h. emergency preparedness and response
i. safeguarding compliance with environmental legislation;
V. checking performance and taking corrective action, paying particular
attention to:
a. monitoring and measurement (see also the Reference Document on the General
Principles of Monitoring)
b. corrective and preventive action
c. maintenance of records
d. independent (where practicable) internal or external auditing in order to determine
whether or not the EMS conforms to planned arrangements
and has been properly implemented and maintained;
VI. review of the EMS and its continuing suitability, adequacy and effectiveness by
senior management;
VII. requirement to follow the development of cleaner technologies;
VIII. consideration for the environmental impacts from the eventual
decommissioning of the installation at the stage of designing a new plant, and
throughout its operating life;
IX. application of sectoral benchmarking on a regular basis.
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
152
GIUNTA REGIONALE
N`
166
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
environmental
management at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce the environmental risks and impacts by applying all of
the following management techniques:
I. establishing a convention between two or more operators or owners of
installations that operate on the same chemical site in order to enhance
cooperation between the various operators on environment, health and safety
issues;
II. setting operating procedures that describe the necessary interactions
between the operators of the individual installations producing the waste
waters and the operators of the central waste water treatment plant;
III. establishing local emergency procedures at all plants/units or areas of the
chemical site to ensure that leaks of harmful substances are appropriately
dealt with;
IV. establishing a pollution incident response plan at the site level;
V. establishing and maintaining a stream inventory/register in order to ensure
the proper functioning of the central waste water pre-treatment and/or central
waste water treatment plants and central waste gas treatment plants by
identifying the parameters that can have an influence on the performance of
these treatment plants;
VI. having an emergency storage capacity at the chemical site in order to
allow the storage of any spillage into the waste water collection system at the
site and/or fire-fighting water for its further recovery, treatment and/or safe
disposal.
IX. Avoiding or protecting underground piping and installing leak detection
systems.
X. Taking appropriate measures during normal operation, turn-around or
major revamping to ensure that underground piping and sewers are not
damaged during the intervention of heavy equipment on site (such as trucks
and cranes). If necessary, this can include temporarily protecting the
underground structures.
XI. Regular inspection of underground pipe work visually and/or by means of
a remote operated camera to detect damages and possible leaks.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
153
GIUNTA REGIONALE
N`
167
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
environmental
management at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to prevent soil and groundwater contamination by applying a
combination of the following operational techniques:
I. Testing and demonstrating the integrity and tightness of all structural
boundaries and their resistance to penetration by water or other substances.
II. The loading and unloading of materials only in designated areas protected
against leakage run-off and whilst awaiting disposal, collecting and storing all
materials in designated areas protected against leakage run-off.
III. Equipping all pump sumps or other treatment plant chambers from which
spillages might occur with alarms activated by high levels of liquid.
IV. Establishing and carrying out of a programme for the testing and
inspection of tanks and pipelines.
V. Carrying out of inspections to identify possible leaks on all flanges and
valves on pipes used to transport materials other than water; maintaining a log
of these inspections.
VI. Providing a catchment system to collect any leaks from flanges and
valves on pipes used to transport materials other than water, except when the
construction of flanges or valves is technically tight.
VII. Providing an adequate supply of containment booms and suitable
absorbent material.
VIII. Testing of all bunds at least once every three to five years.
IX. Avoiding or protecting underground piping and installing leak detection
systems.
X. Taking appropriate measures during normal operation, turn-around or
major revamping to ensure that underground piping and sewers are not
damaged during the intervention of heavy equipment on site (such as trucks
and cranes). If necessary, this can include temporarily protecting the
underground structures.
XI. Regular inspection of underground pipe work visually and/or by means of
a remote operated camera to detect damages and possible leaks.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
154
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
168
BAT conclusions for
energy management at
chemical sites
169
BAT conclusions for
energy management at
chemical sites
170
BAT conclusions for
waste management at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce energy consumption by applying one or more of the
following techniques:
I. use of excess steam
II. recovery of exothermic reaction heat through the generation of lowpressure steam
III. energetically coupled distillation.
BAT is to reduce energy consumption at central waste water pretreatment and/or treatment plants by adopting an energy management
plan. The key components of an energy management plan are:
I. to create a system to track energy usage and costs
II. to perform energy audits of major operations
III. to upgrade equipment, systems and controls, including facility and
collection system improvements to increase energy efficiency
IV. to develop a cost-effective electric supply purchasing strategy
V. to optimise load profiles by shifting operations to store waste water during
periods of highest load rather than operating pumps, where possible
VI. to develop in-house energy management training for operators.
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce waste
generation by adopting a waste management plan that, in order of
priority, ensures that waste is prepared for reuse, recycling, recovery or
disposal for all the identified waste fractions.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
CWW
Applicata
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
155
GIUNTA REGIONALE
N`
171
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste management at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce waste
generation by
using one or more of the following waste reuse/recycle techniques:
Technique Applicability
I. recycling and
reuse of used
containers/drums
Applicable to hard packaging like drums and containers starting
with a specific size (60 litres). Recycling and reuse of
containers that contain hazardous and/or toxic substances are
restricted.
II. recycling of used
soft packaging
materials
Applicable to small and soft packaging material that is not
contaminated with hazardous and/or toxic substances and that
cannot be cleaned for reuse.
III. recycling and
reuse of solvents
and by-products
May be restricted where the purity requirements of the final
solvents and by-products prevent recycling and reuse from
taking place.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
156
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
172
BAT conclusions for
waste management at
chemical sites
173
BAT conclusions for
waste management at
chemical sites
174
BAT conclusions for
waste management at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce energy, chemical and handling capacity requirements
of sludge for its subsequent treatment by reducing its water content by
applying one of the following sludge thickening techniques:
I. Gravity thickening
II. Centrifugal thickening
III. Flotation thickening
IV. Gravity belt thickening
V. Rotary drum thickening
BAT is to reduce the pathogenic content, to eliminate offensive odours
and to reduce the putrescibility of sludge by applying one of the following
sludge stabilisation techniques:
I. Chemical stabilisation
II. Thermal stabilisation
III. Aerobic digestion
IV. Anaerobic digestion
V. Dual sludge stabilisation
BAT is to reduce the water content of the sludge before its final disposal
in order to render it odourless and non-putrescible, to reduce its
potential to produce leachate at the final disposal site, to increase its
energy content if it is to be incinerated and to reduce the cost of sludge
transport to the final disposal site by applying one of the following sludge
dewatering techniques:
I. Centrifugal dewatering
II. Belt filter press dewatering
III. Filter press dewatering
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
CWW
CWW
Note
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
157
GIUNTA REGIONALE
N`
175
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste management at
chemical sites
176
BAT conclusions for the
prevention/reduction of
diffuse VOC emissions
from chemical plants at
chemical sites
177
BAT conclusions for the
prevention/reduction of
diffuse VOC emissions
from chemical plants at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to prevent pollutant discharges from sludge treatment facilities to
the environment by recirculating the liquid effluent resulting from the
treatment of sludge by any of the techniques cited above to the central
waste water treatment plant.
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce diffuse
VOC emissions
during the plant design phase by applying a combination of the following
techniques:
I. limiting the number of potential emission sources
II. maximising inherent process containment features
III. selecting high integrity equipment
IV. selecting appropriate materials for equipment
V. facilitating monitoring and maintenance activities by ensuring good access
to
components that have the potential to leak
VI. collecting and treating diffuse VOC emissions.
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce diffuse
VOC emissions related to plant installation and commissioning by
applying all of the following techniques:
I. having strict and well-defined procedures for construction and assembly
II. ensuring that gaskets are installed correctly, and that the highest possible
gasket stress is used during the installation of flanged joints
III. having robust commissioning and hand-over procedures to ensure that the
plant is installed in line with the design requirements.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
CWW
Applicata
CWW
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
Progetto
Pordoi - 2014
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
158
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
178
BAT conclusions for the
prevention/reduction of
diffuse VOC emissions
from chemical plants at
chemical sites
179
BAT conclusions for
prevention/reduction of
odour emissions at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce fugitive
VOC emissions
related to plant operation by adopting a leak detection and repair
(LDAR) programme
in order to identify leaking components, and to repair these leaks to
minimise losses.
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce odour
emissions by
applying I and II below:
I. setting up and implementing an odour management plan, as part of the
environmental management system, that includes all of the following
elements:
a. an odour management strategy
b. a protocol for conducting odour monitoring
c. a protocol for response to identified odour events
d. an odour prevention and elimination programme designed to identify the
source, nature, emission and dispersion of odours generated on site, to
characterise them and to implement elimination and/or reduction measures
e. a reporting programme to regularly advise management on the results of
the odour management plan
f. a review programme to regularly update the odour management plan;
II. using a combination of the following management techniques:
a. training of staff on odour minimisation
b. implementing an odour monitoring programme
c. reviewing historical odour incidents and remedies and disseminating odour
incident knowledge.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
159
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce odour
emissions from waste water collection systems, central waste water pretreatment and/or treatment plants and sludge treatment facilities by
applying a combination of the following techniques:
180
BAT conclusions for
prevention/reduction of
odour emissions at
chemical sites
I. use of tools such as odour emissions factors for predicting the odorous
impact of changes in the waste water quality or quantity or in the nature
and duration of the waste water treatment and taking necessary measures to minimise
this impact;
II. use of closed waste water collection systems with controlled vents;
III. use of chemicals to reduce the formation of and to oxidise hydrogen
sulphide in waste water collection systems and waste water pre-treatment/ treatment
plants;
IV. quick emptying and cleaning of storm water tanks;
V. prevention of the storage of waste water in the emergency storage basin for longer
than necessary;
VI. use of floating covers on open tanks, basins and lagoons (e.g. grit
chambers, sedimentation/clarification tanks, oil separators, aeration tanks, sludge
treatment equipment such as the sludge holding tank and filter presses) and collecting
the waste gas by an exhaust system to be further treated;
VII. minimisation of the number of waste water pumping stations and the length of
pipes;
VIII. prevention of over-aeration in equalisation basins whilst maintaining sufficient
mixing;
IX. frequent removal of surface scums and skimming in waste water
treatment tanks;
X. ensuring sufficient aeration capacity and mixing properties in aeration tanks and
revising the aeration system regularly;
XI. use of pure oxygen instead of atmospheric air in the aeration tanks;
XII. prevention or minimisation of anaerobic conditions (that can occur during peak
loading) in trickling filters and rotating biological contactors;
XIII. carrying out denitrification operations in such a way that anoxic treatment does
not take too long;
XIV. maintaining proper operation of secondary clarifier sludge collection and return
sludge pumping;
XV. minimisation of effluent residence time under anaerobic conditions;
XVI. avoiding mixing sludge formed before biological treatment (i.e. primary sludge)
and sludge from biological treatment when they are sent for further treatment;
XVII. minimisation of retention time of sludge in sludge storages by sending the
sludge continuously to the sludge treatment units.
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
160
GIUNTA REGIONALE
N`
181
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
prevention/reduction of
odour emissions at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce odour emissions by using one of the following end-ofpipe odour treatment techniques:
I. Adsorption
Adsorption with activated carbon is not suitable for
wet waste gas streams and for VOC concentrations
higher than 50 g/Nm3. Adsorption with zeolites is
not suitable for wet waste gas streams.
II. Wet gas scrubbing
For alkaline oxidative scrubbers the particulate
matter content should be less than 10 mg/Nm3.
[Please TWG provide information on restrictions for
the applicability of the technique encountered in
your experience]
III. Coolant condensation
Applicable for (odour) components easily
dissolvable in water and to odour concentration of
higher than 50 000 ouE/Nm3.
IV. Thermal oxidation
V. Catalytic oxidation
VI. Biofiltration
VII. Bioscrubbing
VIII. Biotrickling
IX. Moving bed trickling filter
X. Ionisation
XI. Photo/UV oxidation
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
161
GIUNTA REGIONALE
N`
182
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
prevention/reduction of
noise
emissions at chemical
sites
183
BAT conclusions for
prevention/reduction of
noise
emissions at chemical
sites
184
Waste water collection
and segregation at
chemical sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce noise
emissions from central waste water pre-treatment and/or treatment
plants and sludge treatment facilities by enclosing noisy equipments such
as pumps and compressors.
CWW
Applicata
BAT is to reduce noise emissions from flaring by applying a combination
of the
following techniques:
I. using air-blown flares or enclosed ground flares
II. reduction or attenuation of the high-frequency steam jet noise by using
multiport steam injectors and installing the injectors in a way that the jet
streams can interact and reduce the mixing noise
III. using a silencer around the steam injector as an acoustic shield for the
injectors
IV. increasing the efficiency of the suppressant with better and more
responsive forms of control
V. restricting the steam pressure to <0.7 MPa gauge.
CWW
Applicata
BAT is to reduce the volume of waste water to be treated and to increase
possible material recycling and/or reuse by installing waste water
collection and segregation systems designed based on the results of the
stream inventory/register
CWW
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
162
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to avoid the contamination of rainwater from production-related
activities by applying a combination of the following techniques:
I. installing roofs over production areas
II. installing roofs over storage areas
III. avoiding overpressure/safety venting discharges (e.g. from relief valves of
tanks) to roofed areas and protecting the discharge port of the venting devices
from rainwater.
BAT is to prevent uncontrolled discharge of potentially contaminated
rainwater from
production areas and fire-fighting water from a chemical site by
collecting them in a
storage tank for their further control, treatment and/or disposal. If the
monitoring results demonstrate that the rainwater is not contaminated,
BAT is
to apply one or more of the following techniques:
I. reuse of the rainwater as process water at the chemical site
II. direct discharge to the receiving water body
III. discharge to the municipal sewerage system.
185
Waste water collection
and segregation at
chemical sites
186
Waste water collection
and segregation at
chemical sites
187
Waste water collection
and segregation at
chemical sites
BAT is to remove the pollutants from the contaminated rainwater
collected at chemical sites by a combination of physical, chemical and/or
biological treatment
techniques.
188
Waste gas collection at
chemical sites
BAT is to reduce the volume of waste gas to be treated by minimising the
gas flow rate to the control unit by enclosing the emission sources as
much as possible by means of separating the sources of emission from
their surroundings.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Note
Applicata
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
CWW
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
CWW
Applicata
CWW
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
163
GIUNTA REGIONALE
N`
189
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce the consumption of fresh water, to reduce the volume
and/or load of waste water streams, to enhance the reuse of waste water
within the production processes and/or to recover and reuse raw
materials by applying one or more of the following process-integrated
techniques:
I. countercurrent extraction
II. reactive extraction
III. multiple use and recirculation of waste water effluents
IV. indirect cooling with vapour phases
V. water-free vacuum generation
VI. liquid ring vacuum pumps using solvents as the ring medium
VII. closed cycle liquid ring vacuum pumps
VIII. water-free processes for waste gas treatment
IX. substance recovery from mother liquors and substance retention by
optimised processes
X. use of low contaminated raw materials and auxiliaries
XI. countercurrent product washing.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
164
GIUNTA REGIONALE
N`
190
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
191
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to remove the pollutants from waste waters generated at chemical
sites before their discharge to a receiving water body by applying one of
the following techniques.
I. Collection of waste waters and their treatment at a central waste water
treatment plant on the chemical site, with or without an on-site central pretreatment of the
tributary streams.
II. Collection of waste waters and their treatment at a waste water treatment
plant outside the chemical site, provided that an equivalent level of protection
of the
environment as a whole is guaranteed and provided this does not lead to
higher levels of pollution in the environment
BAT is to reduce the amount of pollutants in the tributary waste water
streams prior
to their discharge to a downstream biological waste water treatment
plant by applying
all of the following techniques:
I. Assessing the possible positive (e.g. neutralisation, stabilisation) and/or
negative (e.g. formation of chlorinated organics) synergistic effects upon
mixture of different waste water streams based on the stream
inventory/register
II. Identifying waste water streams carrying pollutants at levels that could
adversely affect the downstream biological waste water treatment.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
CWW
Note
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
165
GIUNTA REGIONALE
N`
192
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
193
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to remove free oil, grease, de-emulsified oil and other no soluble
light liquids that tend to build up on top of the waste waters prior to their
discharge to a downstream biological waste water treatment plant by
applying one of the following techniques:
Technique Applicability
I. API separator Applicable to large slugs of free oil.
II. Parallel plate interceptor Applicable to small oil droplets.
III. Corrugated plate interceptor Applicable to small oil droplets.
BAT is to avoid any subsequent risk to the receiving environment by
recovering and reusing the skimmed oil in the process units and/or safely
disposing of the skimmed oil.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
CWW
Note
Non Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Data la bassa
concentrazione di oli e
grassi liberi, verrà
adottato un sistema di
filtrazione su carboni
attivi
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Data la bassa
concentrazione di oli e
grassi liberi, verrà
adottato un sistema di
filtrazione su carboni
attivi
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
166
GIUNTA REGIONALE
N`
194
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce the low- and/or non-biodegradable organic pollutants
(refractory
organics) and/or toxic substances in the tributary waste water streams
prior to their
discharge to a downstream biological waste water treatment plant by
applying one or
more of the following techniques:
Technique Applicability
I. Chemical oxidation
Restrictions may exist due to the risk of generating
organic halides with the use of chlorine, hypochlorite
and chlorite (or the respective halogen compounds)
as the oxidising agent.
II. Chemical reduction Applicable to a limited number of inorganic
compounds.
III. Chemical hydrolysis Low solubility in aqueous media may restrict the
applicability.
IV. Adsorption with activated
carbon
Total suspended solids concentration should be less
than 20 mg/l for fixed-bed adsorbers and less than
10 mg/l for moving bed adsorbers. Pollutant
concentration should be less than 100 mg/l without
adsorbent recovery and less than 500 g/l with
adsorbent recovery.
V. Extraction Waste water should be almost free of suspended
solids and/or emulsions.
VI. Wet air oxidation
Dilution required for COD concentrations above
100 000 mg/l. Fluoride concentration should be less
than 10 mg/l for low-pressure oxidation and less than
5 mg/l for high-pressure oxidation. To avoid corrosion, chloride concentration
should be less than 50 g/l.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
sistema di filtrazione
su carboni attivi
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
167
GIUNTA REGIONALE
N`
195
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
196
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce the phenols in the tributary waste water streams prior
to their
discharge to a downstream biological waste water treatment plant by
applying one of
the following techniques:
Technique (1) Applicability
I. Extraction Waste water should be almost free of suspended
solids and/or emulsions.
II. Adsorption with activated
carbon
Total suspended solids concentration should be less
than 20 mg/l for fixed-bed adsorbers and less than
10 mg/l for moving bed adsorbers. Pollutant
concentration should be less than 100 mg/l without
adsorbent recovery and less than 500 g/l with
adsorbent recovery.
III. Wet oxidation with
hydrogen peroxide
Dilution or a multi-reactor system is required for
TOC concentrations above 10 000 mg/l.
BAT is to prevent fluctuations in the effluent waste water quality and to
lower effluent
emissions by balancing of flows and pollution loads/concentrations at the
inlet to the
central waste water treatment plant by using an equalisation tank.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
CWW
Note
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
sistema di filtrazione
su carboni attivi
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
168
GIUNTA REGIONALE
N`
197
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions for
waste water
management and
treatment at chemical
sites
198
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce the emission of pollutants to the receiving environment
due to operational failures, equipment leakages and any accidental spills
by having a buffer storage capacity available in order to store waste
waters for their further recovery,
treatment and/or disposal.
BAT is to recycle/reuse in the original or other production processes at
least the
following pollutants from waste gas streams of chemical production
BAT conclusions for
processes:
waste gas management I. volatile organic compounds (VOCs), recovered from solvent vapours or
and
vapours of low boiling products
treatment at chemical II. VOCs used as an energy carrier in incinerators/oxidisers or boilers
III. hydrogen chloride to produce hydrochloric acid
sites
IV. ammonia to recycle into the production process
V. sulphur dioxide transferred into sulphuric acid, sulphur or gypsum
VI. dust that contains high amounts of solid raw products or end-products.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
169
GIUNTA REGIONALE
N`
199
200
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce the emissions of particulate matter (dust, heavy metals
and their compounds, aerosols, mist and soot) in waste gas streams from
chemical production processes by applying one or a combination of the
following techniques:
Technique Applicability
I. Settling chamber/gravitational separator Generally applicable.
II. Cyclones Generally applicable.
BAT conclusions for
waste gas management III. Electrostatic precipitator
IV. Wet dust scrubber
and
V. Fabric filter
treatment at chemical VI. Ceramic/metal filter Sticky dusts need to be avoided.
sites
VII. Catalytic filtration Waste gas should be free of substances that can
deactivate the catalyst (e.g. arsenic).
VIII. Two-stage dust filter Generally applicable.
IX. Absolute filter Generally applicable.
X. High efficiency air filter (HEAF) Generally applicable.
XI. Mist filter Dust content in the waste gas should be less than
1 mg/Nm3.
BAT is to recover hydrogen chloride and sulphur dioxide in waste gas
BAT conclusions for
waste gas management streams from
chemical production processes by applying one of the following
and
techniques:
treatment at chemical I. wet gas scrubbing with water
sites
II. desulphurisation.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
CWW
n.a.
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
170
GIUNTA REGIONALE
Rif.
colonna
N` Tab
L1
N`
Fase del processo
produttivo
201
BAT is to recover VOCs and inorganic compounds in waste gas streams
from chemical production processes and reduce their emissions by
applying one of the
following techniques:
BAT conclusions for
Technique Applicability
waste gas management I. Membrane separation
and
Very low particulate matter concentration required in the feed.
treatment at chemical II. Condensation and cryogenic condensation
III. Adsorption
sites
Adsorption with activated carbon not suitable for wet waste gas streams and
for VOC concentrations higher than 50 g/Nm3. Adsorption with zeolites not
suitable for wet waste gas streams.
IV. Wet gas scrubbing
Migliore tecnica disponibile
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
171
GIUNTA REGIONALE
N`
202
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to reduce emissions of VOCs in waste gas streams from chemical
production processes by applying one of the following techniques:
Technique Applicability
I. Biofiltration
Applicable for the abatement of low concentration of water soluble readily
biodegradable components.
II. Bioscrubbing
Applicable for the abatement of low concentration of readily biodegradable
components. Not applicable to the abatement of aliphatic hydrocarbons,
aromatic hydrocarbons except naphthalene, ethers, carbon disulphide, nitro
compounds and halogenated hydrocarbons except chlorophenols.
III. Biotrickling
Applicable for the abatement of low concentration
of readily biodegradable components. Not applicable to the abatement of
aliphatic hydrocarbons.
IV. Moving bed trickling filter Generally applicable.
V. Thermal oxidation
BAT conclusions for
waste gas management When halogenated VOCs are present, to suppress the generation of
dioxins/furans (PCDD/F), oxidation conditions should be as follows:
and
residence time > 2 seconds, temperature > 1100 °C (850 °C when incinerating
treatment at chemical with less than 1 % of halogenated organic substances) and an oxygen content
sites
of > 3%. Some waste gas pre-treatment can be necessary, such as condensing
the water vapour from a wet waste gas.
VI. Catalytic oxidation
Applicable for the abatement of low waste gas volumes with slight variation
in the type and concentration of VOCs and where catalyst poisons or other
fouling contaminants are not present.
Some waste gas pre-treatment can be necessary, such as condensing the water
vapour from a wet waste gas, the removal of solids and liquids and the
removal of catalyst poisons.
VII. Ionisation
Applicable for the abatement of waste gas streams with low VOC
concentrations and where the application of thermal/catalytic oxidation is not
effective.
VIII. Photo/UV oxidation
Applicable for the abatement of waste gas streams
with VOC concentrations of less than 500 mg/Nm3
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Applicata
Note
Thermal oxidation
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
172
GIUNTA REGIONALE
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
N`
Fase del processo
produttivo
203
BAT is to reduce emissions of nitrogen oxides in waste gas streams from
chemical
production processes by applying I and II below:
I. one or more of the primary techniques, such as:
Technique Applicability
a. Substitution of raw
BAT conclusions for
waste gas management materials/fuel
b. Low-NOx burners
and
c. Reburning
treatment at chemical II. one of the secondary techniques, such as:
sites
Technique Applicability
a. Selective catalytic reduction (SCR)
At relatively high SO3 levels, the process has to run at a high temperature to
prevent condensation.
b. Selective non-catalytic reduction (SNCR) Not suited for sources with a low
NOX level.
CWW
Applicata
204
BAT conclusions for
BAT is to minimise the need for flaring by correct plant design (e.g. using
waste gas management high
and
integrity relief valves, having a gas recovery system) and good plant
treatment at chemical management (e.g.
having advanced process control).
sites
CWW
Applicata
205
BAT conclusions for
BAT is to dispose only of excess combustible gases that cannot otherwise
waste gas management be recovered
and
from non-routine operational conditions (e.g. start-ups, shutdowns),
treatment at chemical emergency
situations and/or upset conditions by use of flaring.
sites
CWW
Applicata
Migliore tecnica disponibile
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
173
GIUNTA REGIONALE
N`
206
207
208
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to maximise the combustion efficiency of flares by appropriate
BAT conclusions for
selection and
waste gas management design of the flare system and closely monitoring the heat content of the
and
flare fuel
treatment at chemical mixture, the ratio of fuel gas to assist gas (air or steam) and burner tip
velocity and the
sites
crosswind velocity.
BAT is to measure all relevant parameters to adjust and optimise
BAT conclusions on
continuously the waste water treatment and to ensure stable and smooth
monitoring of final
operation of the waste water treatment plant. The parameters to be
effluent
monitored as well as the frequency of monitoring is site-specific and
discharge from central depend in particular on the type of chemical
waste water treatment production, the type and amount of pollutants in the waste waters, and
plants
the nature of the recipient water body.
BAT conclusions on
monitoring of final
effluent
discharge from central
waste water treatment
plants
BAT is to continuously monitor at least waste water flow, pH and
temperature in the effluents discharged from central waste water
treatment plants.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
Note
Applicata
CWW
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
CWW
Parzialmente
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
waste water flow
Scarico convogliato a
depuratore consortile.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
174
GIUNTA REGIONALE
N`
209
210
211
Fase del processo
produttivo
BAT conclusions on
monitoring of final
effluent
discharge from central
waste water treatment
plants
BAT conclusions on
monitoring of final
effluent
discharge from central
waste water treatment
plants
BAT conclusions on
monitoring of final
effluent
discharge from central
waste water treatment
plants
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to monitor chemical oxygen demand (COD) (or total organic
carbon, TOC), biochemical oxygen demand (BOD5), total suspended
solids (TSS), total nitrogen and ammoniacal nitrogen in the effluent of
the treatment plant by using flow-proportional 24-hour composite
samples collected at the same well-defined point at the outlet of the
central waste water treatment plant. These samples are the basis for
reporting yearly
average emission values.
When one or more of the following pollutants are likely to be emitted in
significant quantities, BAT is to measure these pollutants periodically
(the monitoring frequency is site-specific):
I. heavy metals
II. adsorbable organically bound halogens (AOX) (or extractable organic
halogens, EOX)
III. other relevant pollutants (e.g. chlorides, sulphates, phenols, specific
organic compounds).
BAT is to assess and to minimise the release of hazardous substances by
discharge of waste water effluents containing chemicals which are
persistent, liable to bioaccumulate and/or toxic by using the whole
effluent assessment (WEA) technique.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
CWW
CWW
CWW
Note
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
Applicata
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
175
GIUNTA REGIONALE
Rif.
colonna
N`
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for the design of new LVOC processes, and for the major modification
of existing
processes, is an appropriate combination or selection of the following
techniques:
carry out chemical reactions and separation processes continuously, in
closed equipment
Pollution prevention and
subject continuous purge streams from process vessels to the hierarchy of:
212
minimisation
re-use, recovery,
combustion in air pollution control equipment, and combustion in nondedicated equipment
minimise energy use and to maximise energy recovery
use compounds with low or lower vapour pressure
give consideration to the principles of ‘Green Chemistry’.
Fase del processo
produttivo
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LVOC
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
176
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Rif.
colonna
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for the prevention and control of fugitive emissions is an appropriate
combination or
selection of, inter alia, the following techniques:
Stato di
Data di
applicazione applicazione
a formal Leak Detection and Repair (LDAR) programme to focus on
the pipe and equipment leak points that provide the highest emission
reduction per unit expenditure
repair pipe and equipment leaks in stages, carrying out immediate minor
repairs (unless this is impossible) on points leaking above some lower
threshold and, if leaking above some higher threshold, implement timely
intensive repair. The exact threshold leak rate at which repairs are
performed will depend on the plant situation and the type of repair
required.
replace existing equipment with higher performance equipment for
Pollution prevention and large leaks that cannot otherwise be controlled
213
LVOC
minimisation
install new facilities built to tight specifications for fugitive emissions
the following, or equally efficient, high performance equipment:
- valves: low leak rate valves with double packing seals. Bellow seals for
high-risk duty
- pumps: double seals with liquid or gas barrier, or seal-less pumps
- compressors and vacuum pumps: double seals with liquid or gas
barrier, or seal-less pumps, or single seal technology with equivalent
emission levels
- flanges: minimise the number, use effective gaskets
- open ends: fit blind flanges, caps or plugs to infrequently used fittings;
use closed loop flush on liquid sampling points; and, for sampling
systems / analysers, optimise the sampling volume/frequency, minimise
the length of sampling lines or fit enclosures.
- safety valves: fit upstream rupture disk (within any safety limitations).
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
177
GIUNTA REGIONALE
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
N`
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for storage, handling and transfer is, in addition to those in the
Storage BREF, an appropriate combination or selection of, inter alia, the
following techniques:
external floating roof with secondary seals (not for highly dangerous
substances), fixed roof tanks with internal floating covers and rim seals (for
more volatile liquids), fixed roof tanks with inert gas blanket, pressurised
storage (for highly dangerous or odorous substances)
inter-connect storage vessels and mobile containers with balance lines
minimise the storage temperature
instrumentation and procedures to prevent overfilling
impermeable secondary containment with a capacity of 110 % of the largest
Pollution prevention and
214
LVOC
Applicata
tank
minimisation
recover VOCs from vents (by condensation, absorption or adsorption)
before recycling or destruction by combustion in an energy raising unit,
incinerator or flare
continuous monitoring of liquid level and changes in liquid level
tank filling pipes that extend beneath the liquid surface
bottom loading to avoid splashing
sensing devices on loading arms to detect undue movement
self-sealing hose connections / dry break coupling
barriers and interlock systems to prevent accidental movement or driveaway of vehicles.
Fase del processo
produttivo
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
178
GIUNTA REGIONALE
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
N`
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for preventing and minimising the emission of water pollutants is an
appropriate combination or selection of the following techniques:
A. identify all waste water arisings and characterise their quality, quantity and
variability
Pollution prevention and B. minimise water input to the process
215
LVOC
Applicata
C. minimise process water contamination with raw material, product or
minimisation
wastes
D. maximise waste water re-use
E. maximise the recovery / retention of substances from mother liquors unfit
for re-use.
The prevention of groundwater pollution is to be given special attention.
BAT is an appropriate combination or selection of the following techniques:
1. storage tanks and loading/unloading facilities designed so as to prevent
leaks and to avoid
soil and water pollution caused by leaks
2. overfill detection systems (e.g. high-high level alarms and automatic cutoff)
3. use of impermeable ground materials in the process area with drainage to
Pollution prevention and
216
sump
LVOC
Applicata
minimisation
4. no intentional discharges to ground or groundwater
5. collection facilities where leaks may occur (e.g. drip trays, catch pits)
6. equipment and procedures to ensure the full draining of equipment prior to
opening
7. leak detection systems and maintenance programme for all vessels
(especially underground
tanks) and drains
8. monitoring of groundwater quality.
Fase del processo
produttivo
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
179
GIUNTA REGIONALE
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
N`
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for preventing and minimising the generation of residues and wastes is:
Pollution prevention and 1. prevent waste arisings at source
217
LVOC
Applicata
2. minimise any unavoidable arisings of waste
minimisation
3. maximise the recycling of waste.
BAT for energy efficiency is an appropriate combination or selection of the
following techniques: optimise energy conservation; implement accounting
Pollution prevention and systems; undertake frequent energy reviews; optimise heat integration;
218
LVOC
Applicata
minimise the need for cooling systems; and adopt
minimisation
Combined Heat and Power systems where economically and technically
viable.
BAT for the prevention and minimisation of noise and vibration is an
appropriate combination or selection of the following techniques:
adopt designs that disconnect noise / vibration sources from receptors
Pollution prevention and
219
LVOC
Applicata
minimisation
select equipment with inherently low noise / vibration levels; use antivibration mountings; use sound absorbers or encapsulation
periodic noise and vibration surveys.
Fase del processo
produttivo
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
180
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Rif.
colonna
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
Generic BAT for air pollutants is an appropriate combination or selection of
the techniques given in Table A (for VOCs)
Stato di
Data di
applicazione applicazione
and Table B (for other process related air pollutants).
220
Air pollutant control
LVOC
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
181
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
221
Air pollutant control
222
Air pollutant control
223
Water pollutant control
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for flaring is an appropriate combination or selection of, inter alia:
plant design / operation to minimise the need for hydrocarbon disposal to the
flare system. The choice
between ground flares and elevated flares is based on safety. Where elevated
LVOC
Applicata
flares are used, BAT includes permanent pilots / pilot flame detection,
efficient mixing and remote monitoring by Closed Circuit Television. The
BAT-associated reduction values for VOC are >99% for
elevated flares and >99.5% for ground flares.
BAT for carbon dioxide emissions is improved energy efficiency, but a
switch to low-carbon (hydrogen-rich) fuels or sustainable non-fossil fuels
LVOC
Applicata
may also be considered BAT.
BAT for water pollutants is an appropriate combination or selection of, inter
alia, the following techniques:
separate treatment or recovery of waste water streams containing heavy
metals or toxic or non-biodegradable organic compounds using (chemical)
oxidation, adsorption, filtration, extraction, (steam) stripping, hydrolysis or
anaerobic pre-treatment, and subsequent biological treatment. The BATGestione
associated emission values in individual treated waste streams are (as daily
acque di
averages): Hg 0.05 mg/l; Cd 0.2 mg/l; Cu / Cr / Ni / Pb 0.5 mg/l; and
LVOC
Applicata
scarico Zn / Sn 2 mg/l.
2015
organic waste water streams not containing heavy metals or toxic or nonbiodegradable organic compounds are potentially fit for combined biological
treatment in a lowly loaded plant (subject to evaluation of biodegradability,
inhibitory effects, sludge deterioration effects, volatility and residual pollutant
levels). The BAT-associated BOD level in the effluent is less than 20 mg/l (as
a daily average).
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
182
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
224
Wastes and residues
control
225
Monitoring
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT for wastes and residues is an appropriate combination or selection of,
inter alia, the following techniques:
catalysts - regeneration / re-use and, when spent, to recover the precious
metal content
spent purification media - regeneration where possible, and if not to landfill LVOC
Applicata
or incinerate
organic process residues - maximise use as feedstock or as fuel, and if not
to incinerate
spent reagents - maximise recovery or use as fuel, and if not to incinerate.
BAT is to monitor emissions to:
a. air, after all the flue-gas treatment steps, and before mixing with other
LCP
Applicata
flue-gases and releasing;
b. water, at the point of discharge,
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
183
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
In order to improve the general environmental performance of
combustion plants and to reduce their emissions to air of CO and
unburnt substances, BAT is to ensure complete combustion through
stable combustion conditions and to use an appropriate
combination of the techniques given below:
226
General environmental
and combustion
performance
LCP
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
184
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
227
General environmental
and combustion
performance
In order to improve the general environmental performance of
combustion plants and to reduce emissions to air, BAT is to perform fuel
characterisation for all the fuels used, in accordance with EN standards,
with at least the frequency given below. BAT is also to integrate the
outcome of the characterisation with the advanced computerised process
control system.
Natural gas: Monthly (provided by the fuel supplier) • LHV, CH4, C2H8, C3,
C4, CO2, N2
228
General environmental
and combustion
performance
In order to minimise the emissions during start-up and shutdown
periods, BAT is to shorten those periods to the minimum time necessary
to meet the consumer (e.g. the grid) requirements.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LCP
Applicata
LCP
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
185
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
In order to increase the energy efficiency of combustion plants, BAT is to
use an appropriate combination of the techniques given below.
Optimisation of the working medium conditions
Operate with the highest possible pressure and temperature of the working
medium gas or steam Generally applicable
Optimisation of the steam cycle
Operate with the highest possible pressure drop in the low pressure end of the
steam turbine through utilisation of the lowest possible temperature of the
cooling water (fresh water cooling) Generally applicable
229
Energy efficiency
Heat recovery by cogeneration (CHP)
Recovery of heat mainly from the steam cooling for producing hot water /
steam which is used in industrial activities or in
district heating. Additional recovery is possible from:
• flue-gas
• grate cooling
• circulating bed
Generally applicable within the constraints given by the local
power and heat demand
Preheating of combustion air
Preheat combustion air by reusing part of the recovered heat
Applicable within the constraints given by the needs of NOX emissions
control
Advanced computerized control system
Computerised control of the main combustion parameters, in order to improve
the combustion efficiency
Applicable to new and existing plants
Complete combustion
Minimising the content of unburnt substances in gases and in solid
combustion residues Generally applicable
Heat accumulation
LCP
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
186
GIUNTA REGIONALE
N`
230
Fase del processo
produttivo
Diffuse emissions from
unloading, storage and
handling of fuel
and additives
231
Diffuse emissions from
unloading, storage and
handling of fuel
and additives
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
In order to reduce VOC emissions to air from the storage of liquid fuels,
BAT is to use
in storage tanks one of the techniques given below.
Closed-loop system
For internal inspections, tanks have to be periodically emptied, cleaned, and
rendered gas-free. This cleaning includes dissolving the tank bottom. Closedloop systems that can be combined with end-ofpipe mobile abatement
techniques prevent or reduce VOC emissions.
Applicable to liquid-fuel-fired combustion plants
In order to reduce diffuse emissions to air, including odorous substances,
from the
unloading, storage and handling of fuels, waste and additives, BAT is to:
a. capture emissions nearest to the source;
b. abate the captured pollutants;
c. optimise the capture efficiency and subsequent cleaning;
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LCP
Applicata
LCP
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
187
GIUNTA REGIONALE
Rif.
colonna
N` Tab
L1
N`
Fase del processo
produttivo
232
In order to reduce water consumption and the volume of contaminated
water discharged into receiving waters, BAT is to use the techniques
given below.
Technique Description Applicability
a Avoid the use of potable water
Avoid the use of potable water for
processes and abatement techniques Generally applicable
b
Use water and drainage systems segregating contaminated
water streams
Design of an industrial site with optimized water management, where each
(potentially) contaminated water stream (from e.g. wet abatement, run-offs,
etc.) is collected and treated separately, depending on the pollution content
Applicable to new plants.
Applicable to existing plants within the constraints given by
the configuration of the water circuits
Emissions to water and
c
water consumption
Maximise internal water recycling
Increase the number and/or capacity of water recycling systems when
building new plants or modernising/revamping existing
plants, e.g. implementing the reuse of cleaned waste water for FGD limestone
slurry preparation Applicable to new plants.
Applicable to existing plants within the constraints given by
the configuration of the water circuits
d
Segregate/reuse non-contaminated water streams (e.g. oncethrough cooling
water, rain water)
Design of an industrial site in order to avoid sending non-contaminated water
to general waste water treatment system and to reuse as much as possible
collected water internally for industrial/sanitary purpose in substitution of
other raw water.
Applicable to new plants. Applicable to existing plants
within the constraints given by the configuration of the water circuits
Migliore tecnica disponibile
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LCP
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
188
GIUNTA REGIONALE
N`
233
234
235
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
In order to reduce the emission of pollutants contained in the waste
water discharged into receiving waters, from combustion plants fitted
with wet abatement techniques for controlling their emissions to air,
BAT is to use a combination of the techniques given below.
Mechanical treatment Sedimentation, filtration, oil separation. Generally
Emissions to water and applicable
b
water consumption
Physicochemical treatment
Removal of fluoride, sulphide, COD, particulates by adding chemicals to
cause the solids to settle, and removal of metals by increasing the pH
(precipitation, flocculation, coagulation, sedimentation, neutralisation)
Generally applicable
In order to prevent, or where it is not practicable, to reduce waste
generation, BAT is
Waste, by-products and
to adopt and implement a waste management plan that ensures that
residues management
waste is, in order
of priority, avoided, reused, recycled, recovered or safely disposed of.
In order to reduce the quantities of wastes from the combustion process
and abatement
techniques sent for disposal, BAT is to organise operations on the site so
as to
Waste, by-products and maximise, in order of priority:
residues management a. the proportion of residues which arise as by-products;
b. waste reuse according to the specific requested quality criteria;
c. waste recycling;
d. other recovery,
by implementing on-site and/or off-site technical measures
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LCP
Applicata
LCP
Applicata
LCP
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
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Numero
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Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
189
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
Stato di
Data di
applicazione applicazione
In order to reduce noise emissions from relevant sources in combustion
plants (e.g. boiler soot blowers, cutting-straw hammer-mills, fuel
pneumatic transport to the burner), BAT is to use one or a combination
of the techniques given below.
Noise-reduction
programme
The noise-reduction programme includes identification of sources and
affected areas, calculations and measurements of noise levels, identification
of the most cost-effective combination of techniques, their implementation,
and monitoring
Generally applicable
236
Noise emissions
Operational and management techniques in buildings containing
noisy equipment This includes:
• improved inspection and
maintenance of equipment to
prevent failures;
• closing of doors and windows of
covered areas;
• equipment operated by
experienced staff;
• avoidance of noisy activities
during night-time;
• provisions for noise control during maintenance activities
Generally applicable
Noise-reducers Installation of noise-reducers on
equipment and ducts Generally applicable
Vibration insulation
Vibration insulation of machinery and decoupled arrangement of noise
sources and potentially resonant components Generally applicable
Enclose noisy equipment
Enclosure of noisy equipment in separate structures such as buildings or
soundproofed cabinets where internal-external lining is made of impact-
LCP
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
190
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
237
Prevention of soil and
groundwater
contamination
238
Design and
decommissioning
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
15. In order to prevent soil and groundwater contamination from the
unloading, storage and handling of solid fuels and additives, BAT is to
implement prevention measures including:
a. Storing fuels on sealed surfaces with drainage and drain collection and
water treatment by settling-out
b. Collecting and treating before discharge:
i. any leakages from the point of generation, collection, handling, storage, and
transport of waste;
ii. surface run-off (rainwater) from fuel storage areas that washes fuel
particles away (i.e. the settling-out portion is treated).
In order to prevent pollution upon decommissioning, BAT is to use the
following
techniques for new plants.
Design considerations for end-of-life plant decommissioning:
a. considering the environmental impact from the eventual decommissioning
of the installation at the stage of designing a new plant, as forethought makes
decommissioning easier, cleaner and cheaper;
b. considering the environmental risks for the contamination of land (and
groundwater) and
the generation of large quantities of solid waste; preventive techniques are
process-specific but general considerations may include:
i. avoiding underground structures;
ii. incorporating features that facilitate dismantling;
iii. choosing surface finishes that are easily decontaminated;
iv. using an equipment configuration that minimises trapped chemicals and
facilitates drain-down or cleaning;
v. designing flexible, self-contained units that enable phased closure;
vi. using biodegradable and recyclable materials where possible.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LCP
Applicata
LCP
Applicata
Note
Gestione
acque di
scarico 2015
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
191
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
239
Combustion of natural
gas
240
NOX, CO, NMVOC and
CH4 emissions to air
241
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
In order to increase the energy efficiency of natural gas combustion,
BAT is to use one or a combination of the techniques described in BAT 7
(qui BAT 230 n.d.r.) and of the techniques given below.
a. CHP readiness. Applicable to new gas turbines, including CCGTs
b. Regenerative feed-water heating
The regenerative stream can be generated by the boiler or the steam turbine.
Generally applicable
In order to reduce NOX emissions to air from the combustion of natural
gas in boilers, BAT is to use one or a combination of the techniques given
below.
Air and fuel staging. Air staging (over fire air) is often associated with lowNOx burners. Generally applicable
Stato di
Data di
applicazione applicazione
LCP
Applicata
LCP
Applicata
LCP
Applicata
Flue-gas recirculation. Generally applicable
Advanced computerized process control
This technique is often used in combination with other techniques or may be
used alone for very well tuned emergency plants. Generally applicable
In order to reduce CO emissions to air from the combustion of natural
gas, BAT is to use one or a combination of the techniques given below:
a. Complete combustion
1. Good furnace/combustion chamber design Applicable to new plants
NOX, CO, NMVOC and
2. Use of high performance monitoring Generally applicable
CH4 emissions to air
3. Maintenance of the combustion system Generally applicable
b. Well optimised system to reduce emissions of NOx Generally applicable
c. Advanced automated process control Generally applicable
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
192
GIUNTA REGIONALE
N`
242
Fase del processo
produttivo
Energy efficiency
management
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to implement and adhere to an energy efficiency management system
(ENEMS)
that incorporates, as appropriate to the local circumstances, the following
features:
_ commitment of top management
_ definition of an energy efficiency policy for the installation by top management
_ planning and establishing objectives and targets
_ implementation and operation of procedures paying particular attention to:
_ staff structure and responsibilities; training, awareness and competence;
communication; employee involvement; documentation; efficient control of processes;
maintenance programmes; emergency preparedness and response; safeguarding
compliance with energy efficiency related legislation and agreements (where such
agreements exist)
_ benchmarking
_ checking performance and taking corrective action paying particular attention to:
_ monitoring and measurement; corrective and preventive action; maintenance of
records; independent (where practicable) internal auditing to determine whether or not
the ENEMS conforms to planned arrangements and has been properly implemented
and maintained
_ review of the ENEMS and its continuing suitability, adequacy and effectiveness by
top management
_ when designing a new unit, taking into account the environmental impact from the
eventual decommissioning
_ development of energy efficient technologies and to follow developments in energy
efficiency techniques.
An ENEMS may optionally include the following steps:
preparation and publication (with or without external validation) of a regular energy
efficiency statement, allowing for year-by-year comparison against objectives and
targets
having the management system and audit procedure examined and validated
externally
implementation and adherence to a nationally or internationally accepted voluntary
management system for energy efficiency.
ENE
Non Applicata
Note
È in essere in azienda
un Sistema di
Gestione certificato
ISO 14001
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
193
GIUNTA REGIONALE
N`
243
244
245
Fase del processo
produttivo
Continuous
environmental
improvement
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to continuously minimise the environmental impact of an installation
by planning actions and investments on an integrated basis and for the short,
medium and long term, considering the cost benefits and cross-media effects.
Identification of energy
efficiency aspects of an BAT is to identify the aspects of an installation that influence energy
efficiency by carrying out an audit.
installation and
opportunities for energy It is important that an audit is coherent with a systems approach.
saving
When carrying out an audit, BAT is to ensure that an audit identifies the
following aspects:
_ energy use and type in the installation and its component systems and
processes
_ energy-using equipment, and the type and quantity of energy used in the
installation
Identification of energy _ possibilities to minimise energy use, such as:
efficiency aspects of an _ controlling/reducing operating times, e.g. switching off when not in use
_ ensuring insulation is optimised
installation and
opportunities for energy _ optimising utilities, associated systems and processes (see BAT for
energyusing
saving
systems)
_ possibilities to use alternative sources or use of energy that is more
efficient, in
particular energy surplus from other processes and/or systems
_ possibilities to apply energy surplus to other processes and/or systems
_ possibilities to upgrade heat quality.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
ENE
Applicata
ENE
Applicata
ENE
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
194
GIUNTA REGIONALE
N`
246
247
248
Rif.
colonna
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to use appropriate tools or methodologies to assist with identifying
Identification of energy
and quantifying energy optimisation, such as:
efficiency aspects of an
_ energy models, databases and balances
installation and
_ a technique such as pinch methodology, exergy or enthalpy analysis or
opportunities for energy
thermoeconomics
saving
_ estimates and calculations.
Fase del processo
produttivo
Identification of energy
efficiency aspects of an BAT is to identify opportunities to optimise energy recovery within the
installation, between systems within the installation and/or with a third party
installation and
opportunities for energy (or parties).
saving
BAT is to optimise energy efficiency by taking a systems approach to energy
management in the installation. Systems to be considered for optimising as a
whole are,
for example:
_ process units (see sector BREFs)
_ heating systems such as:
Systems approach to _ steam
_ hot water
energy management
_ cooling and vacuum (see the ICS BREF)
_ motor driven systems such as:
_ compressed air
_ pumping
_ lighting
_ drying, separation and concentration.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
ENE
Applicata
ENE
Applicata
ENE
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
195
GIUNTA REGIONALE
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
N`
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to establish energy efficiency indicators by carrying out all of the
following:
_ identifying suitable energy efficiency indicators for the installation, and
where necessary, individual processes, systems and/or units, and measure
Establishing and
their change over time or after the implementation of energy efficiency
reviewing energy
249
ENE
Applicata
efficiency objectives and measures
_ identifying and recording appropriate boundaries associated with the
indicators
indicators
_ identifying and recording factors that can cause variation in the energy
efficiency of the relevant processes, systems and/or units.
BAT is to carry out systematic and regular comparisons with sector, national
250
Benchmarking
ENE
Applicata
or regional benchmarks, where validated data are available.
BAT is to optimise energy efficiency when planning a new installation, unit
or system or a significant upgrade by considering all of the following:
_ energy efficient design (EED) should be initiated at the early stages of the
conceptual design/basic design phase, even though the planned investments
may not be well-defined, and should be taken into account in the tendering
process
_ the development and/or selection of energy efficient technologies
Energy efficient design
251
_ additional data collection may need to be carried out as part of the design
ENE
Non Applicata
(EED)
project or separately to supplement the existing data or fill gaps in knowledge
_ the EED work should be carried out by an energy expert
_ the initial mapping of energy consumption should also address which
parties in the project organisations influence the future energy consumption
and optimise the EED of the future plant with them. For example, the staff in
the existing installation who may be responsible for specifying operational
parameters.
Fase del processo
produttivo
Note
È in essere in azienda
un Sistema di
Gestione certificato
ISO 14001
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
196
GIUNTA REGIONALE
N`
252
253
254
255
Fase del processo
produttivo
Increased process
integration
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to seek to optimise the use of energy between more than one process
or system within the installation or with a third party.
BAT is to maintain the impetus of the energy efficiency programme by using
a variety of techniques, such as:
_ implementing a specific energy management system
Maintaining the impetus _ accounting for energy based on real (metered) values, which places the
obligation and credit for energy efficiency on the user/bill payer
of energy efficiency
_ the creation of financial profit centres for energy efficiency
initiatives
_ benchmarking
_ a fresh look at existing management systems
_ using techniques to manage organisational change.
BAT is to maintain expertise in energy efficiency and energy-using systems
by using techniques such as:
_ recruitment of skilled staff and/or training of staff. Training can be
delivered by inhouse staff, by external experts, by formal courses or by selfstudy/development
Maintaining expertise
_ taking staff off-line periodically to perform fixed term/specific
investigations (in their original installation or in others)
_ sharing in-house resources between sites
_ use of appropriately skilled consultants for fixed term investigations
_ outsourcing specialist systems and/or functions.
BAT is to ensure that the effective control of processes is implemented by
techniques such as:
_ having systems in place to ensure that procedures are known, understood
Effective control of
and complied with
processes
_ ensuring that the key performance parameters are identified, optimised for
energy efficiency and monitored
_ documenting or recording these parameters.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
ENE
Applicata
ENE
Applicata
ENE
Applicata
ENE
Applicata
Note
È in essere in azienda
un Sistema di
Gestione certificato
ISO 14001
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
197
GIUNTA REGIONALE
N`
Fase del processo
produttivo
256
Maintenance
257
Monitoring and
measurement
258
Energy efficiency in
energy-using systems,
processes, activities or
equipment
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to carry out maintenance at installations to optimise energy efficiency
by applying all of the following:
_ clearly allocating responsibility for the planning and execution of
maintenance
_ establishing a structured programme for maintenance based on technical
descriptions of the equipment, norms, etc. as well as any equipment failures
and consequences. Some maintenance activities may be best scheduled for
plant shutdown periods
ENE
Applicata
_ supporting the maintenance programme by appropriate record keeping
systems and diagnostic testing
_ identifying from routine maintenance, breakdowns and/or abnormalities,
possible losses in energy efficiency, or where energy efficiency could be
improved
_ identifying leaks, broken equipment, worn bearings, etc. that affect or
control energy usage, and rectifying them at the earliest opportunity.
BAT is to establish and maintain documented procedures to monitor and
measure, on a regular basis, the key characteristics of operations and activities
that can have a
significant impact on energy efficiency.
ENE
Applicata
BAT is to optimise:
_ combustion
_ steam systems
by using relevant techniques such as:
_ those specific to sectors given in vertical BREFs
_ those given in the LCP BREF and this (ENE) document.
ENE
Applicata
Note
È in essere in azienda
un Sistema di
Gestione certificato
ISO 14001
È in essere in azienda
un Sistema di
Gestione certificato
ISO 14001
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
198
GIUNTA REGIONALE
N`
259
Fase del processo
produttivo
Energy efficiency in
energy-using systems,
processes, activities or
equipment
Rif.
Stato di
Data di
colonna applicazione applicazione
Migliore tecnica disponibile
N` Tab
L1
BAT is to optimise the following, using techniques such as those described in
this document:
_ compressed air systems
_ pumping systems
_ heating, ventilation and air conditioning (HVAC) systems
ENE
Applicata
_ lighting
_ drying, concentration and separation processes. For these processes, it is
also BAT to seek opportunities to use mechanical separation in conjunction
with thermal processes.
BAT is to maintain the efficiency of heat exchangers by both:
_ monitoring the efficiency periodically
ENE
Applicata
_ preventing or removing fouling.
BAT is to seek possibilities for cogeneration, inside and/or outside the
ENE
Applicata
installation (with a third party).
BAT is to increase the power factor according to the requirements of the local
electricity distributor by using techniques such as those described in this
ENE
Applicata
document, according to applicability
260
Heat recovery
261
Cogeneration
262
Electrical power supply
263
Electrical power supply
BAT is to check the power supply for harmonics and apply filters if required
ENE
Applicata
264
Electrical power supply
BAT is to optimise the power supply efficiency by using techniques described
in this document, according to applicability.
ENE
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
199
GIUNTA REGIONALE
N`
265
Fase del processo
produttivo
Electric motor driven
sub-systems
Migliore tecnica disponibile
Rif.
colonna
N` Tab
L1
BAT is to optimise electric motors in the following order:
_ optimise the entire system the motor(s) is part of (e.g. cooling system)
_ then optimise the motor(s) in the system according to the newly-determined
load requirements, by applying one or more of the techniques described,
according to applicability
_ when the energy-using systems have been optimised, then optimise the
remaining (non-optimised) motors according the techniques described and
criteria such as:
i) prioritising the remaining motors running more than 2000 hrs per year for
replacement with EEMs
ii) electric motors driving a variable load operating at less than 50 % of
capacity more than 20 % of their operating time and operating for more than
2000 hours a year should be considered for equipping with variable speed
drives.
Stato di
Data di
applicazione applicazione
ENE
Applicata
Note
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
200
GIUNTA REGIONALE
ESITO DI ISTRUTTORIA DI AIA
La valutazione è stata eseguita con la valutazione dei dati, delle Schede IPPC, e lo studio dei Bref di
riferimento in particolare la Ditta ha individuato:
i BREF o LG o altri documenti tecnici pertinenti;
le BAT applicabili all’attività
i valori di riferimento dei BREF, LG o altri documenti di riferimento
i consumi ed emissioni (alla capacità produttiva) dell’impianto da autorizzare
i benefici ambientali attesi dall’applicazione delle BAT
Dall’esame degli elaborati presentati e da quanto prescritto da questa Autorità competente nel
seguente allegato B si può evincere come lo stabilimento Elantas Italia s.r.l., applicando le BAT
pertinenti e mantenendo un Sistema di Gestione Integrato ISO 9001 ed ISO 14001, ha raggiunto e
mantiene la conformità alle prescrizioni ed ai limiti di natura ambientale imposti dalla legge e dalle
autorizzazioni esistenti, inoltre s’impegna costantemente nel miglioramento continuo ai fini della
mitigazione degli impatti ambientali prodotti dalla propria attività industriale.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
201
GIUNTA REGIONALE
ALLEGATO B
6. (QUADRO PRESCRITTIVO)
6.1 PRESCRIZIONI VIA
PRESCRIZIONI IN FASE DI CANTIERE
Stoccaggio di materiale e materie prime
1) Devono essere realizzate aree cordonate e impermeabili per lo stoccaggio di carburanti e di oli
lubrificanti;
Risorse idriche sotterranee
2) le attività connesse devono essere svolte in modo da escludere la possibilità che si verifichino
contatti fra acque percolanti e sostanze inquinanti o materiali da costruzione. Non è possibile
effettuare il lavaggio degli impianti con spandimento dei reflui sul terreno.
Rumore
3) In fase di esercizio del cantiere devono essere adottati i seguenti accorgimenti: dovrà essere
comunque richiesta l’autorizzazione in deroga al Comune per le attività rumorose temporanee, che
potrà prevedere limitazioni d’orario e/o altri accorgimenti procedurali per limitare il disturbo.
Aria
4) Si devono adottare le misure di mitigazione, di tipo operativo, al fine di limitare l’impatto determinato
durante le fasi di scotico e scavo dovuto alle emissioni diffuse.
Rifiuti
Stoccaggio dei Rifiuti in deposito temporaneo
5) Durante i lavori per la realizzazione dei nuovi bacini e delle vasche previste dal nuovo impianto di
trattamento acque e per la realizzazione o gli adeguamenti fognari, dovrà essere individuata
un’area dedicata al deposito temporaneo dei rifiuti di cantiere appositamente segnalata. Una volta
individuata tale area, il gestore deve inviare apposita planimetria di tale deposito temporaneo
all’AC.
PRESCRIZIONI GENERALI
6) I nuovi serbatoi di stoccaggio dovranno essere idoneamente ancorati alla base ed in grado di
sopportare i carichi riportati al loro interno, in considerazione dell’amplificazione sismica. Nella
verifica della base (fondazione) si dovrà tener conto della spinta idrodinamica dell’acqua
proveniente sia dal basso che frontalmente (isotropa), onde evitare lo scalzamento al piede o
l’effetto “sinfonamento”;
7) L’intero parco stoccaggi dovrà essere delimitato da bacini di contenimento costituiti da muri in
cemento armato atti a contenere l’eventuale sversamento del volume maggiore che può derivare o
dal sistema di stoccaggio di maggior volume o da un 1/3 del volume
totale del materiale
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immagazzinato nei silos. I suddetti bacini dovranno resistere alle sollecitazioni provenienti dallo
sversamento interno, dal cedimento di un serbatoio e da un’eventuale pressione derivanti
dall’acqua di esondazione;
8) Nelle verifiche che la Ditta effettuerà per i nuovi serbatoi dovrà tener conto della spinta
idrodinamica dell’acqua di un’eventuale esondazione del fiume Tronto, per l’altezza di 1000 mt,
aumentata del franco di 0,5 mt ed avente una velocità di 0,3 mt/sec aumentata di 0,2 mt/sec. Ai
bacini esistenti dovranno essere effettuate le verifiche statistiche con la metodologia riportata nell’
elaborato GEN 06.
MONITORAGGI
9) L’azienda dovrà proporre all’Autorità Competente entro 120 giorni dal rilascio dell’Autorizzazione
Integrata Ambientale un piano di monitoraggio delle condizioni dell’Argine sulla sponda nord del
Fiume Tronto realizzato a protezione dell’area sulla quale sorge lo stabilimento della società.
L’esecuzione di tale piano prevedrà un’attività iniziale di verifica della stabilità dell’Argine stesso ed
il monitoraggio annuale, o comunque dopo ogni evento naturale di magnitudo anomala, dello stato
dell’argine stesso.
Il piano di monitoraggio dovrà essere condiviso con l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume
Tronto, col Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino - Piceno
Consind, con il Comune di Ascoli Piceno e potrà essere realizzato con il preventivo benestare della
Provincia di Ascoli Piceno.
A seguito dei monitoraggi proposti, in caso di evidenza di anomalie dello stato dell’argine, l’azienda
dovrà provvedere ad avvisare immediatamente tutti gli enti sopracitati per le azioni di competenza.
Atmosfera
10) Una volta avviato l’impianto, l’azienda dovrà iniziare entro i successivi 90 giorni, una campagna
sulla qualità dell’aria, al fine di verificare che i valori di concentrazione relativi alle specie di
inquinanti emesse, non subiscano incrementi maggiori di quelli previsti in sede progettuale. La
campagna di misura dovrà essere rappresentativa di un anno e dovrà riguardare almeno le frazioni
PM10 e PM2,5, COV, NOx. Le modalità di svolgimento della campagna dovranno essere
concordati con l’Autorità Competente;
11) La Ditta dovrà effettuare ogni due anni dall’avvio dell’impianto, una campagna di misura che
quantifichi, nei punti di maggior ricaduta al suolo (identificati nell’elaborato GEN 15), la
concentrazione degli inquinanti peculiari dell’impianto nel terreno. Le modalità di svolgimento della
campagna e la tipologia dei parametri monitorati dovranno essere concordati con l’Autorità
Competente.
Inquinamento acustico e campi elettromagnetici
12) Entro tre mesi dalla messa a regime dell’impianto modificato, dovrà essere fornita una apposita
relazione tecnica, redatta da un tecnico competente in acustica, relativa alla situazione post
operam che contenga gli esiti delle misurazioni sia della rumorosità ambientale (ditta regolarmente
in funzione considerando l’attività di tutta l’azienda compresi i nuovi impianti) sia della rumorosità
residua (azienda completamente ferma), nei periodi di riferimento notturno e diurno, al confine
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dell’azienda e in corrispondenza dei recettori più vicini all’impianto. Tale relazione dovrà contenere
il confronto con i limiti di emissione e immissione assoluta e differenziale e, in caso di superamento
dei limiti, dovrà anche contenere un opportuno piano di adeguamento finalizzato al rientro nei limiti.
13) Una volta avviato l’impianto, l’azienda dovrà effettuare entro i successivi 90 giorni, una campagna
dei livelli dei campi elettromagnetici generati dall’attività produttiva
6.2 PRESCRIZIONI AIA
6.2.1 (applicazione delle BAT ai fini della riduzione integrata dell’inquinamento e tempistica)
Il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di emissione della
presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente:
MATRICE
TEMPISTICHE
MATERIE
PRIME
------
ACQUA/SUOLO
Entro il
Dicembre 2015
ACQUA*
INTERVENTO
La Ditta si deve impegnare ad individuare prodotti alternativi che
possano andare a sostituire quei prodotti oggi in uso e che hanno
preponderanti caratteristiche di pericolosità per la salute e/o
ambiente. La Ditta deve inviare una relazione in tal senso
annualmente tenendo informata l’AC sui progressi e
miglioramenti ottenuti anche in relazione al regolamento REACH
Effettuate le verifiche statiche ed eventualmente adeguare i
bacini di contenimento esistenti, per resistere alle sollecitazioni
provenienti dallo sversamento interno, dal cedimento di un
serbatoio e da un’eventuale pressione derivante dall’acqua di
esondazione, tenendo conto della spinta idrodinamica generata
da un’eventuale esondazione del fiume Tronto, di altezza 1,00
mt, aumentata del franco di 0,5 mt ed avente una velocità di 0,3
mt/sec aumentata di 0,2 mt/sec. (Capitoli 5 e 6 del documento
GEN.14)
Entro 31/12/2015 Sistema di Gestione delle Acque di Scarico
*Ipotizzando l’ottenimento delle autorizzazioni per maggio 2014 e tenendo conto, sia della disponibilità delle aree
dello stabilimento che saranno coinvolte dai lavori necessari per predisporre la separazione delle diverse tipologie
di scarichi e per la realizzazione dell’impianto di trattamento, sia della necessità di non interrompere la produttività
dell’azienda, il cronoprogramma di massima delle attività presentate dal gestore sarà il seguente :
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Legenda:
anno 2014
1° trimestre: inglobamento nuova area;
2°trimestre: inizio lavori riorganizzazione magazzini, inizio lavori nuova area stoccaggio MPL,
laboratorio, inizio separazione scarichi area ex-Samp;
inizio lavori nuovo
3° trimestre: fine riorganizzazione magazzini, continuazione nuova area stoccaggio MPL, continuazione nuovo laboratorio,
fine lavori scarichi area ex-Samp, inizio lavori separazione scarichi stabilimento Elantas;
4° trimestre: fine lavori nuova area stoccaggio MPL, fine lavori nuovo laboratorio, continuazione lavori scarichi stabilimento
Elantas; inizio lavori sistema di raccolta e trattamento acque.
anno 2015
1°,2°,3° trimestre: continuazione e fine lavori scarichi stabilimento Elantas; continuazione e fine lavori sistema di raccolta e
trattamento acque.
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6.2.2 Capacità Produttiva
Il gestore deve attenersi alla capacità produttiva dell’impianto dichiarata in sede di domanda di AIA ,
ogni modifica sostanziale del ciclo dovrà essere preventivamente comunicata all’autorità competente .
6.2.3 Approvvigionamento e stoccaggio materie prime
Per quanto riguarda l’approvvigionamento e lo stoccaggio delle materie prime, ausiliarie e combustibili
è necessario che vengano rispettati i seguenti criteri e/o misure per evitare eventuali sversamenti:
si prescrive quanto segue:
a. Tutte le forniture di materie prime devono essere opportunamente caratterizzate e quantificate,
archiviando le relative bolle di accompagnamento e i documenti di sicurezza, compilando inoltre
i registri con i materiali in ingresso, che consentano la tracciabilità sia dei quantitativi dei
materiali in ingresso, che consentano la tracciabilità dei volumi totali di materiale usato;
b. adottare tutte le precauzioni affinché materiali liquidi e solidi non possano essere trascinati al di
fuori dell’area di contenimento provocando sversamenti accidentali e conseguenti
contaminazioni del suolo e delle acque sotterranee e superficiali. Il Gestore dovrà adottare le
opportune misure gestionali al fine di prevenire anche in condizioni di sversamenti accidentali, il
contatto tra sostanze incompatibili, quali ad esempio separazione tra bacini di contenimenti,
l’intercettazione della rete fognaria a monte della confluenza di rami provenienti da aree ove
sono stoccati prodotti incompatibili secondo le indicazioni della tabella E.2 riportata a pag. 90/91
delle Linee guida per il trattamento dei reflui liquidi pubblicate in allegato al D.M. 29/1/2007;
c. deve essere garantita l’integrità strutturale dei serbatoi di stoccaggio per tutte le sostanze che
possono provocare un impatto sull’ambiente (ad esempio sostanze pericolose ecc.);
d. Il Gestore dovrà comunicare annualmente, secondo le modalità definite nel PMC, i quantitativi
di materie prime utilizzate nel ciclo produttivo.
Monitoraggio serbatoi
a. Il gestore dovrà attuare un adeguato programma di ispezione dei serbatoi e delle linee di
distribuzione di sostanze allo stato liquido tale da garantire l’operabilità ed il corretto
funzionamento di tutti i componenti e i sistemi rilevanti ai fini della sicurezza ambientale;
b. il Gestore dovrà redigere annualmente, su apposito registro, l’attività effettuata e dovrà
trasmettere, all’Autorità competente a di Controllo, una relazione di sintesi sulle attività
effettuate;
c. il Gestore, sulla base dei risultati delle ispezioni eseguite, dovrà effettuare una valutazione
dettagliata per assicurare l’integrità a lungo termine, per definire eventuali successivi interventi,
e con l’obiettivo primario di fornire le basi tecniche per definire un piano di gestione dell’integrità
dei serbatoi e delle linee di distribuzione di sostanze allo stato liquido, nel caso di linee interrate
o non raggiungibili, per mezzo della tecnica di ispezione con pig intelligente;
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d. entro 12 mesi dalla data di rilascio dell’AIA, il gestore dovrà avviare tale programma e gli esiti di
tale attività dovrà essere archiviata su supporto informatico e/o cartaceo ed inseriti nel rapporto
annuale trasmesso all’Autorità Competente;
e. tutte le acque meteoriche (prima o seconda pioggia) derivanti dalle aree di deposito devono
essere collettate ed inviate alla sezione di impianto di trattamento reflui, purché non vi sia
contatto tra acque meteoriche prive di contaminazione e acque meteoriche (prima o seconda
pioggia) derivanti dalle aree di deposito; ad ogni eventuale contatto, derivante da anomalie del
sistema di separazione acque meteoriche non contaminate, si dovrà provvedere ad una
caratterizzazione dell’acqua risultante che pertanto dovrà essere considerata rifiuto e quindi
disciplinata secondo le disposizioni di cui alla parte quarta del D.Lgs 152/06 e s.m.i..
6.2.4 Consumi idrici
a. Il gestore deve esercire l’impianto in modo tale da ridurre il più possibile i consumi di risorse
idriche. A questo proposito dovrà comunicare annualmente, secondo le modalità definite nel
PMC, i quantitativi di risorse idriche utilizzate, suddivise per ogni tipologia di
approvvigionamento, ed effettuare una stima, sempre suddivisa per tipologia di
approvvigionamento, dei quantitativi di risorse risparmiate per effetto dei ricicli interni.
6.2.5 Consumi energetici
a. Il Gestore deve esercire l’impianto in modo da ridurre il più possibile i consumi energetici. A
questo proposito dovrà comunicare annualmente, secondo le modalità previste dal PMC, i
quantitativi totali di energia consumata e di energia prodotta, e quelli parziali suddivisi per
ognuna delle attività produttiva.
Combustibile utilizzato
a. Il combustibile da utilizzare per l’impianto di cogenerazione dovrà corrispondere alla definizione
riportata al D.Lgs. n. 28 del 03/03/2011 e ss.mm.ii.;
b. le biomasse liquide da utilizzarsi saranno costituite da materiale vegetale ottenuto da colture
dedicate (soia, colza, girasole ecc.). Si tratterà, per la parte approvvigionata, da colture
proteoleaginose dedicate a livello europeo, principalmente di soia e colza, che potranno essere
fornite attraverso contratti di filiera stipulati ai sensi dell’art. 9 del D. Lgs 27 maggio 2005 n. 102
recante “Regolazioni dei mercati agroalimentari, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera e),
della legge 7 marzo 2003, n. 38” e ss.mm.ii. La tipologia e provenienza delle biomassa
combustibili utilizzate nell’impianto di progetto dovranno corrispondere alla categoria “a)
Materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate” riportate alla Sez. 4, Pare II dell’Allegato X
alla parte V del D. Lgs 152/2006 e ss.mm.ii.;
c. Le partite di olio vegetale utilizzate dovranno essere accompagnate da un’analisi chimico –
fisica effettuata da laboratorio accreditato che attesti la conformità delle caratteristiche dell’olio
alle norme di legge, ed inoltre i fornitori dovranno garantire la tracciabilità e la rintracciabilità del
prodotto conferito fornendo le informazioni necessarie a ricostruire il percorso delle biomassa
attraverso tutte le fasi di produzione, trasformazione e trasporto e specificando l’ubicazione dei
siti di produzione;
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d. La Ditta si impegna inoltre a uniformare il proprio sistema di tracciabilità/rintracciabilità a quanto
verrà disposto con le norme in fase di emanazione da parte del Ministero dell’Ambiente della
Tutela del Territorio e del Mare;
e. Il fabbisogno di combustibile dell’impianto progettato è stimato in circa 2.500 ton/anno, la Ditta è
tenuta pertanto a predisporre un registro informatico dove tiene traccia dei quantitativi
effettivamente utilizzati e i relativi certificati di accompagnamento.
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6.2.6 (emissioni in atmosfera)
Quadro delle emissioni convogliate
Tabella 6.2.6.A: limiti alle emissioni convogliate - ESISTENTI
PUNTO
DI
EMISSIONE
PROVENIENZA
AREA DELLA
SEZIONE DI
EMISSIONE
(mq)
PORTATA
(Nmc/h)
1.01
10.000
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINANTE
COV
come C
CONCENTRAZIONE
DELL’INQUINANTE
IN EMISSIONE
(mg/mc)
TEMP
(°C)
100
120°250°
ALTEZZA DI
EMISSIONE
DAL SUOLO
(m)
h/an.
168
8400
PT
4000
FT
Post combustore Termico
E1’
Scrubber
Sistema abbattimento fumi di emergenza, in caso di malfunzionamento dell’E1
E2
Caldaia per uso industriale
(riscaldamento dei reattori di
processo) alimentata a gas
metano con potenzialità di 2
MW/h
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto dd) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E3
Impianto Trasporto Polveri
E6
Cappa di Laboratorio Produzione
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E7
Cappa di Laboratorio Produzione
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
700
Polveri totali
50
amb
17
TIPO DI
IMPIANTO DI
ABBATTIMENTO
(*)
h/set.
E1
0.009
8
DURATA DELLA
EMISSIONE PER IL
MASSIMO UTILIZZO
DELL’IMPIANTO
85
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E8
Cappa di Laboratorio Produzione
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E9
Cappa di Laboratorio Produzione
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E11
Estrattore d'aria Reparto
Produzione
0.049
3.000
COV come C
150
amb
8.5
125
6000
AD
E14
E15
Impianto Trasporto Polveri linea 2
Impianto Trasporto Polveri linea 3
0,009
0.009
700
700
Polveri totali
Polveri totali
50
50
amb
amb
17
11
85
85
4000
4000
FT
FT
E16
Estrattore d'aria Reparto
Confezionamento
0.096
2.200
COV come C
50
amb
9
125
6000
AD
E17
Cappa Laboratorio locale G
E18
Estrattore d’aria locale F
6000
AD
E19
Gruppo Elettrogeno alimentato a
diesel con potenza installata
inferiore ad 1 MW
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto dd) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E20
Ventilatore raffreddamento forno
verticale
Emissione compresa nel comma 5 dell’art. 272 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E21
E22
Forno verticale sinistro
sperimentale di smaltatura
Funzionamento alternato all’E22
Forno verticale destro
sperimentale di smaltatura
Funzionamento alternato all’E21
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0.071
600
COV come C
150
amb
7.5
125
0,008
700
COV come C
150
amb
16
85
4000
-
0,008
700
COV come C
150
amb
16
85
4000
-
E23
Aspiratore Officina Meccanica
24
Aspirazione Laboratorio Analitico
Strumentale
Attività senza limiti di emissione ai sensi del DGR Marche n° 1458 ME/AMB del 22/06/1998 - Emissione autorizzata in via generale.
(saldatura di superfici metalliche di durata inferiore a 500 ore/anno)
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E25
Aspirazione Laboratorio Analitico
Strumentale
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
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punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E26
Cappa Laboratorio Chimico
E27
Cappa Laboratorio Chimico
E28
Cappa Laboratorio Chimico
E29
Cappa Laboratorio Chimico
E30
Cappa Laboratorio Chimico
E31
Cappa Laboratorio Chimico
E32
Ricambio d'aria locale stufe di
laboratorio
Emissione compresa nel comma 5 dell’art. 272 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E33
Ricambio d'aria locale stufe di
laboratorio
Emissione compresa nel comma 5 dell’art. 272 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E34
Ricambio d'aria locale stufe di
laboratorio
Emissione compresa nel comma 5 dell’art. 272 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E35
Ricambio d'aria locale stufe di
laboratorio
Emissione compresa nel comma 5 dell’art. 272 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E36
Caldaia per uso industriale
(riscaldamento dei reattori di
processo) alimentata a gas
metano con potenzialità di 2
MW/h
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto dd) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E37
Estrattore d'aria Ampliamento
Produzione
0.049
2.200
COV come C
150
amb
8.5
125
6000
AD
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Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E38
Cappa Laboratorio locale G
E39
Estrattore d'aria Produzione
0,07
2.200
COV come C
150
amb
7
125
6000
AD
E40
Estrattore d'aria confezionamento
0,096
2.200
COV come C
150
amb
8
125
6000
AD
E41
Estrattore d'aria caricamento
polveri
0,158
7000
polveri
50
amb
9
125
6000
FT
E42
Estrattore d'aria locale lavaggio
contenitori
0,10
2.500
COV come C
150
amb
4
125
6000
AD
E43
Estrattore d'aria locale lavaggio
contenitori
0,02
600
COV come C
150
amb
4
125
6000
AD
E44
Aspirazione forno orizzontale e
cappe laboratorio
0,158
2000
COV come C
150
amb
6
125
6000
_
E45
Forno orizzontale
E46
Estrattore d’aria locale F
6000
AD
E47
Cappa Laboratorio Chimico
E48
Cappa Laboratorio Chimico
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0,10
7000
COV come C
150
150250°C
8
125
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
E49
Cogeneratore
0.25
6800
NOx, CO
NOx 200;
CO 200
Polveri totali 30
NH3 5
SO2 50
HCl 5
E50
Estrattore d’aria locali T7 e K4
0.10
6000
COV come C
150
>120°C
amb
10
168
8200
DeNOx
4
125
6000
AD
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limiti per le emissioni diffuse e totali, in relazione al consumo massimo di solvente (riferito anno 2012):
CAPACITA’ NOMINALE
DELL’IMPIANTO/CONSUMO
MASSIMO TEORICO DI SOLVENTE
24061 ton/anno di prodotti finiti
15.045 ton/anno di solventi
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
3% dell’input di solventi nel periodo di
riferimento
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
451 ton/anno di COV
Ai sensi del comma 3 dell’art. 275 al D.Lgs 152/06 il valore limite per le emissioni diffuse si applica alla somma di tutti i macchinari e sistemi non fissi e di
tutte le operazioni;
Ai sensi del comma 21 lettera b) e d) dell’art. 275 al D.Lgs 152/06, qualsiasi modifica del consumo teorico di solvente che comporta un’ aumento delle
emissioni di composti organici volatili superiore al 10% o una variazione dei valori limiti applicati costituisce una modifica che deve essere valutata
dall’Autorità Competente per la sua o meno sostanzialità.
Limiti per le emissioni diffuse e totali, in relazione al consumo massimo di solvente :
CAPACITA’ NOMINALE
VALORE LIMITE PER
DELL’IMPIANTO/CONSUMO
L’EMISSIONE DIFFUSA
MASSIMO TEORICO DI SOLVENTE
39.000 ton/anno di prodotti finiti
3% dell’input di solventi nel periodo di
18.000 ton/anno di solventi (quantità massima stimata)
riferimento
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
540 ton/anno di COV
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50/VAA
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13/05/2014
213
GIUNTA REGIONALE
Tabella 6.2.6.B: limiti alle emissioni convogliate – NUOVE E MODIFICATE
PUNTO
DI EMIS
SIONE
E1* - **
E1’
E2
PROVENIENZA
Post combustore
termico
Scrubber
Caldaia per uso
industriale
(riscaldamento dei
reattori di processo)
alimentata a gas
metano con
potenzialità di
2.000.000 kcal/h
Funzionamento solo
in caso di
emergenza
(malfunzionamento
o rottura E36)
AREA
DELLA
SEZIONE
DI
EMISSIONE
(mq)
1,01
PORTATA
(Nmc/h)
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINAN
TE
CONCENTRAZIO
NE
DELL’INQUINANT
E
IN EMISSIONE
(mg/Nmc)
10.000
COV
come C
100
TEMP
(°C)
ALTEZZA
DI
EMISSIONE
DAL
SUOLO
(m)
DURATA
DELLA
EMISSIONE
PER IL
MASSIMO
UTILIZZO
DELL’IMPIANT
O
h/set.
h/an.
FLUSSO
DI
MASSA
(kg/a)
120° 8
168
8.400
8.400
250°
Sistema abbattimento fumi di emergenza, in caso di malfunzionamento dell’E1
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto dd) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
%
O2
Rif.
TIPO DI
IMPIANT
O DI
ABBATT
I
MENTO
5%
PT
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
214
GIUNTA REGIONALE
PUNTO
DI EMIS
SIONE
E3
E6
E7
E8
E9
E11**
E14
E15
PROVENIENZA
Impianto Trasporto
Polveri
Cappa di
Laboratorio
Produzione
Cappa di
Laboratorio
Produzione
Cappa di
Laboratorio
Produzione
Cappa di
Laboratorio
Produzione
Estrattore d’aria
Reparto Produzione
Impianto Trasporto
Polveri linea 2
Impianto Trasporto
Polveri linea 3
AREA
DELLA
SEZIONE
DI
EMISSIONE
(mq)
0,009
PORTATA
(Nmc/h)
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINAN
TE
CONCENTRAZIO
NE
DELL’INQUINANT
E
IN EMISSIONE
(mg/Nmc)
TEMP
(°C)
ALTEZZA
DI
EMISSIONE
DAL
SUOLO
(m)
700
Polveri totali
50
amb
17
DURATA
DELLA
EMISSIONE
PER IL
MASSIMO
UTILIZZO
DELL’IMPIANT
O
h/set.
h/an.
85
FLUSSO
DI
MASSA
(kg/a)
%
O2
Rif.
TIPO DI
IMPIANT
O DI
ABBATT
I
MENTO
140
n.a.
***
FT
4.000
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0,049
3.000
0,009
700
0,009
700
COV
come C
Polveri
Totali
Polveri
Totali
150
amb
8,5
125
6.000
2.700
50
amb
17
85
4.000
140
50
amb
11
85
4.000
140
n.a.
***
n.a.
***
n.a.
***
AD
FT
FT
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
215
GIUNTA REGIONALE
PUNTO
DI EMIS
SIONE
E16**
E17
E18
(inattivo)*
*
E19
E20
E21**
PROVENIENZA
Estrattore d’aria
Reparto
Confezionamento
Cappa Laboratorio
locale G
Estrattore d’aria
locale F
Gruppo Elettrogeno
alimentato a diesel
con potenza
installata inferiore
ad 1 MW
Ventilatore
raffreddamento
forno verticale
Forno verticale
sinistro sperimentale
di smaltatura
Funzionamento
alternato all’E22
AREA
DELLA
SEZIONE
DI
EMISSIONE
(mq)
0,096
PORTATA
(Nmc/h)
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINAN
TE
CONCENTRAZIO
NE
DELL’INQUINANT
E
IN EMISSIONE
(mg/Nmc)
TEMP
(°C)
ALTEZZA
DI
EMISSIONE
DAL
SUOLO
(m)
2.200
COV
come C
50
amb
9
DURATA
DELLA
EMISSIONE
PER IL
MASSIMO
UTILIZZO
DELL’IMPIANT
O
h/set.
h/an.
125
FLUSSO
DI
MASSA
(kg/a)
%
O2
Rif.
TIPO DI
IMPIANT
O DI
ABBATT
I
MENTO
660
n.a.
***
AD
900
n.a.
***
AD
420
n.a.
***
AD
6.000
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0,071
1.000
COV
come C
150
amb
7,5
125
6.000
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto dd) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Emissione compresa nel comma 5 dell’art. 272 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0,008
700
COV
come C
150
amb
16
85
4.000
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
216
GIUNTA REGIONALE
PUNTO
DI EMIS
SIONE
E22**
E23
E36
E37**
E38
E39**
PROVENIENZA
Forno verticale
destro sperimentale
di smaltatura
Funzionamento
alternato all’E21
Aspiratore Officina
Meccanica
Caldaia per uso
industriale
(riscaldamento dei
reattori di processo)
alimentata a gas
metano con
potenzialità di
4.000.000 kcal/h
Estrattore d’aria
Ampliamento
Produzione
Cappa Laboratorio
locale G
Estrattore d’aria
Produzione
AREA
DELLA
SEZIONE
DI
EMISSIONE
(mq)
DURATA
DELLA
EMISSIONE
PER IL
MASSIMO
UTILIZZO
DELL’IMPIANT
O
h/set.
h/an.
PORTATA
(Nmc/h)
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINAN
TE
CONCENTRAZIO
NE
DELL’INQUINANT
E
IN EMISSIONE
(mg/Nmc)
TEMP
(°C)
ALTEZZA
DI
EMISSIONE
DAL
SUOLO
(m)
FLUSSO
DI
MASSA
(kg/a)
%
O2
Rif.
TIPO DI
IMPIANT
O DI
ABBATT
I
MENTO
0,008
700
COV
come C
150
amb
16
85
4.000
420
n.a.
***
AD
0,008
100
Polveri
Metalli
10
2
amb
2,5
10
500
0,5
0,1
n.a.
***
-
0,2
6.200
NOX
150
100 150
10
168
8.400
7.812
5%
-
0,049
2.200
COV
come C
150
amb
8,5
125
6.000
1.980
n.a.
***
AD
1.980
n.a.
***
AD
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0,07
2.200
COV
come C
150
amb
7
125
6.000
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
217
GIUNTA REGIONALE
PUNTO
DI EMIS
SIONE
E40**
E41
E42**
E43**
E44**
PROVENIENZA
Estrattore d’aria
confezionamento
Estrattore d’aria
caricamento polveri
Estrattore d’aria
locale lavaggio
contenitori
Estrattore d’aria
locale lavaggio
contenitori
Aspirazione forno
orizzontale e cappe
laboratorio
E45
Forno orizzontale
E46
(inattivo)
**
Estrattore d’aria
locale F
AREA
DELLA
SEZIONE
DI
EMISSIONE
(mq)
DURATA
DELLA
EMISSIONE
PER IL
MASSIMO
UTILIZZO
DELL’IMPIANT
O
h/set.
h/an.
PORTATA
(Nmc/h)
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINAN
TE
CONCENTRAZIO
NE
DELL’INQUINANT
E
IN EMISSIONE
(mg/Nmc)
TEMP
(°C)
ALTEZZA
DI
EMISSIONE
DAL
SUOLO
(m)
0,096
2.200
COV
come C
150
amb
8
125
6.000
1.980
0,158
7.000
Polveri
50
amb
9
125
6.000
2.100
0,10
2.500
COV
come C
150
amb
4
125
6.000
2.250
n.a.
***
AD
0,02
600
COV
come C
150
amb
4
125
6.000
540
n.a.
***
AD
0,158
2.000
COV
come C
150
amb
6
125
6.000
1.800
n.a.
***
AD
6.300
n.a.
***
AD
FLUSSO
DI
MASSA
(kg/a)
%
O2
Rif.
n.a.
***
n.a.
***
TIPO DI
IMPIANT
O DI
ABBATT
I
MENTO
AD
FT
Emissione compresa nell’elenco delle attività scarsamente rilevanti,
punto jj) della parte I dell’All. IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
0,10
7.000
COV
come C
150
150° 250°
8
125
6.000
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
218
GIUNTA REGIONALE
PUNTO
DI EMIS
SIONE
E49*
E50**
E51
E52
E53
E60
E61
PROVENIENZA
Cogeneratore
Estrattore d’aria
locali T7 e K4
Impianto termico ad
uso civile palazzina
U
Impianto termico ad
uso civile reparto
manutenzione
Impianto termico ad
uso civile palazzina
U1
Filtri a carboni attivi
Filtri a carboni attivi
AREA
DELLA
SEZIONE
DI
EMISSIONE
(mq)
PORTATA
(Nmc/h)
TIPO DI
SOSTANZA
INQUINAN
TE
CONCENTRAZIO
NE
DELL’INQUINANT
E
IN EMISSIONE
(mg/Nmc)
0,25
6.800
NOx, CO,
Polveri
totali, NH3,
SO2, HCl
NOx 200;
CO 200
Polveri totali 30
NH3 5
SO2 50
HCl 5
>120°C
10
168
0,10
6.000
COV
come C
150
amb
4
7
TEMP
(°C)
ALTEZZA
DI
EMISSIONE
DAL
SUOLO
(m)
DURATA
DELLA
EMISSIONE
PER IL
MASSIMO
UTILIZZO
DELL’IMPIANT
O
h/set.
h/an.
FLUSSO
DI
MASSA
(kg/a)
%
O2
Rif.
TIPO DI
IMPIANT
O DI
ABBATT
I
MENTO
8.200
11.152
11.152
1.672,8
278,8
2.788
278,8
5%
DeNOx
287
258,3
n.a.
***
AD
Emissione regolamentata da titolo II, parte V del D.Lgs.152/06
Emissione regolamentata da titolo II, parte V del D.Lgs.152/06
Emissione regolamentata da titolo II, parte V del D.Lgs.152/06
Sistema abbattimento fumi di emergenza, in caso di malfunzionamento dell’E1
Sistema abbattimento fumi di emergenza, in caso di malfunzionamento dell’E1
* Emissione dotata di sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera; tutte le altre emissioni hanno monitoraggio di tipo discontinuo
** Emissione rientrante nell’art. 275 del D.Lgs. 152/2006; i limiti di emissione diffusa dall’intero sito, sono riportati nella tabella seguente:
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
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Data
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Pag.
13/05/2014
219
GIUNTA REGIONALE
CAPACITA’ NOMINALE
DELL’IMPIANTO/CONSUMO
MASSIMO TEORICO DI SOLVENTE
39.000 ton/anno di prodotti finiti (quantità stimata);
18.00 ton/anno di solventi (quantità stimata)
*
** Non applicabile in quanto punti di aspirazione
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
3% dell’input di solventi nel
periodo di riferimento
540 ton/anno di COV
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
220
GIUNTA REGIONALE
Limiti per le emissioni diffuse e totali, in relazione al consumo massimo di solvente (quantità stimata):
CAPACITA’ NOMINALE
DELL’IMPIANTO/CONSUMO
MASSIMO TEORICO DI SOLVENTE
39000 ton/anno di prodotti finiti
18000 ton/anno di solventi (quantità massima
stimata)
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
3% dell’input di solventi nel periodo di
riferimento
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
540 ton/anno di COV
Ai sensi del comma 3 dell’art. 275 al D.Lgs 152/06 il valore limite per le emissioni diffuse si applica alla somma di tutti i
macchinari e sistemi non fissi e di tutte le operazioni;
Ai sensi del comma 21 lettera b) e d) dell’art. 275 al D.Lgs 152/06, qualsiasi modifica del consumo teorico di solvente che
comporta un’ aumento delle emissioni di composti organici volatili superiore al 10% o una variazione dei valori limiti applicati
costituisce una modifica che deve essere valutata dall’Autorità Competente per la sua o meno sostanzialità.
• Per la tempistica dei controlli e le metodiche utilizzate per gli stessi si fa riferimento al Piano di Monitoraggio e Controllo
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
221
GIUNTA REGIONALE
Prescrizioni in materia di emissioni in atmosfera
Requisiti e modalità per il controllo
1. Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di
campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio e
controllo. Per le emissioni convogliate si ritiene opportuno una frequenza di monitoraggio annuale
ripetute per due anni consecutivi. Per l’emissione E49, impianto di cogenerazione non ancora a
regime, per le frequenze di monitoraggio dei parametri monitorati in discontinuo, valgono le stesse
considerazioni di cui sopra;
2. Per le metodiche analitiche emissioni in atmosfera, si ritiene necessario che il gestore utilizzi, per la
determinazione dei parametri alle emissioni in atmosfera, i metodi analitici riportati nell’allegato C3
del Decreto Regionale del Dirigente della PF VAA n. 8 del 26.01.2012. L’utilizzo di una metodica
analitica differente, deve essere giustificato da un rapporto che ne dimostri l’equivalenza con
quella di riferimento di cui all’allegato C3 del sopracitato decreto.
3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle condizioni di esercizio dell'impianto per le
quali lo stesso è stato dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo
tecnologico e descritte nella domanda di autorizzazione.
4. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee
segnalazioni.
5. L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di
sicurezza previsti dalle normative vigenti.
6. I risultati delle analisi eseguite alle emissioni devono riportare i seguenti dati:
3
a. Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm ;
3
b. Portata dell’aeriforme espressa in Nm /h;
c. Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali ( 273,15 ° K e 101,323 kPa);
d. Temperatura dell’aeriforme espressa in °C;
e. Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo.
f. Se nell’effluente gassoso, il tenore volumetrico di ossigeno è diverso da quello di riferimento, la
concentrazione delle emissioni deve essere calcolata mediante la seguente formula:
Dove:
E = Concentrazione da confrontare con il limite di legge;
Em = Concentrazione misurata;
Om = Tenore di ossigeno misurato;
O = Tenore di ossigeno di riferimento.
7. Ai sensi dei punti 2.1 e 2.3 dell’allegato IV alla parte quinta del D.Lgs 15272006, i referti analitici
devono riportare i valori delle grandezze più significative dell’impianto atte a caratterizzare lo stato
di funzionamento, la durata del campionamento, la concentrazione espressa come media per
almeno 3 letture consecutive e riferita ad una ora di funzionamento dell’impianto nelle condizioni di
esercizio più gravose.
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13/05/2014
222
GIUNTA REGIONALE
8. Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico
e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271 comma 13 del D.Lgs.152/06 (ex. art. 3 c. 3 del
D.M. 12/7/90).
9. Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumo e polveri, devono essere
provvisti ciascuno di fori di campionamento del diametro di circa 100 mm. In presenza di presidi
depurativi, le bocchette di ispezione devono essere previste a monte ed a valle degli stessi. Tali
fori, devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella
definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento alla norma UNI EN 10169 e successive,
eventuali, integrazioni e modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche. Laddove le norme
tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente
documentate) e, comunque, concordate con l’Autorità Competente previo parere ARPA M.
10. Per le emissione di COV negli scarichi gassosi si applicano, secondo quanto previsto nella parte VI
dell’allegato III alla parte quinta del D.lgs 152/06, i metodi UNI EN 12619 (per le concentrazioni <20
mg/Nm3 )e UNI EN 13526 (per le concentrazioni > 20 mg/ Nm3 ).
11. In caso di utilizzo del sistema di abbattimento ad umido il valore del PH nella soluzione acquosa
dello scrubber deve essere controllato con frequenza giornaliera al fine di mantenerlo uguale a 14 e
la soluzione acquosa deve essere sostituita completamente dopo 15 giorni di utilizzo, anche se non
continuativi.
12. Al fine di verificare la conformità delle emissioni diffuse e dell’emissione totale dei valori limite di cui
sopra, la Ditta è tenuta ad elaborare annualmente un piano di gestione solventi secondo le
indicazioni di cui al punto successivo ed a trasmettere copia all’Autorità Competente ed all’ARPAM
entro il 31 maggio successivo all’anno di riferimento.
13. Il piano di gestione dei solventi deve essere elaborato con particolare riferimento a quanto stabilito
dalla parte V dell’allegato III alla parte quinta del D.lgs 152/06. In esso i vari punti riportati nel
suddetto allegato dovranno essere esplicitati attraverso una sintetica relazione di cui il foglio di
calcolo deve costituire un riassunto. Nel suddetto piano le voci di consumo di solventi dovranno
essere specificate in modo approfondito e dettagliato, anche attraverso certificati analitici, formulati
e fatture di acquisto e/o vendita e quindi attraverso dati reali e non stime o proiezioni. La conformità
ai valori limite di emissione stabiliti ai punti precedenti deve essere verificata sulla base della massa
totale di carbonio organico emesso.
14. Le misure di COV negli scarichi gassosi devono essere eseguite ed elaborate nei modi e nelle
condizioni previste dall’allegato III alla parte quinta del D.Lgs 152/06, parte I, punti 3 (relativamente
alle misurazioni periodiche) e 4.
15. Le emissioni diffuse di COV devono essere misurate secondo quanto stabilito dall’allegato III alla
parte quinta del D.lgs 152/06, piano gestione solventi, punto 3, lettera a9 e quindi riferire in %
all’input di solventi.
16. Per la valutazione delle risultanze delle misure degli inquinanti negli scarichi in atmosfera deve
essere applicato quanto stabilito dall’allegato VI alla parte quinta del D.Lgs 152/06, con particolare
riferimento ai punti 2.1,2.3, 2.7,e 2.8.
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223
GIUNTA REGIONALE
Prescrizioni impiantistiche
17. Devono essere evitate emissioni diffuse e fuggitive, sia attraverso il mantenimento in condizioni di
perfetta efficienza dei sistemi di captazione delle emissioni, sia attraverso il mantenimento
strutturale degli edifici che non devono permettere vie di fuga delle emissioni stesse.
.
18. Tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dovranno essere annotate in un
registro cartaceo/informatico con numerazione progressiva degli interventi dove riportare:
a. la data di effettuazione dell’intervento;
b. il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
c. la descrizione sintetica dell'intervento;
d. l’indicazione dell’autore dell’intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorità preposte al controllo.
Prescrizioni generali
19. La temperatura della camera di combustione deve essere mantenuta sopra 750° C. Una
temperatura inferiore dovrà essere considerata un malfunzionamento.
20. Entro novanta giorni dalla data fissata per la messa a regime delle nuove emissioni, che deve
comunque avvenire entro novanta giorni dalla data di messa in esercizio, il gestore comunica
all’Autorità Competente ed all’ARPAM i certificati di analisi firmati da un tecnico abilitato, relativi ai
campionamenti effettuati. Detti autonomi controlli devono riguardare la determinazione delle
concentrazioni degli inquinanti riportati in tabella “ limiti emissioni convogliate” : limiti alle emissioni
e controlli e devono essere costituiti da almeno due campionamenti rappresentativi dei primi dieci
giorni di funzionamento a regime. Successivamente i controlli saranno effettuati con la frequenza
riportata nel piano di Monitoraggio e Controllo.
21. Entro centoventi giorni dalla data di messa a regime delle nuove emissioni, l’ARPAM provvede ad
accertare la regolarità delle misure, oltre che il rispetto dei valori limite contenuti nella presente
autorizzazione e comunica all’Autorità Competente l’esito dei controlli. Tali accertamenti possono
essere eseguiti anche contemporaneamente all’effettuazione, da parte dell’azienda, delle misure di
cui al punto precedente.
22. L’emissione E 49 dovrà rispettare in tutte le condizioni di esercizio, con l’esclusione dei periodi di
avvii, arresti e guasti, i valori limiti espressi i nella sopra menzionata tab., riferiti ad una percentuale
di O2 del 5%.
Prescrizioni sul sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME)
a.
I sistemi di misura in continuo delle emissioni (SME) devono essere sottoposti con regolarità a
manutenzione, verifiche, test di funzionalità, taratura secondo quanto previsto dalla norma UNI
EN 14181:2005 sulla assicurazione di qualità dei sistemi automatici di misura. In particolare il
controllo della qualità per i sistemi di monitoraggio in continuo deve prevedere una serie di
procedure (QAL2, QAL3, AST), conformi alla norma UNI EN 14181:2005, che assicurino:
- La corretta installazione della strumentazione, la verifica dell’accuratezza delle misure tramite il
confronto con un metodo di riferimento ( taratura, vedi tabella seguente), una prova di variabilità
da eseguire tramite i metodi di riferimento suddetti;
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-
-
La verifica della consistenza tra le derive di zero e di span determinate durante la procedura
QAL 1 (Norma UNI EN 14956:2004) e le derive di zero e di span verificate durante il normale
funzionamento dello SME;
La verifica delle prestazioni e del funzionamento dello SME e la valutazione della variabilità e
della validità della taratura mediante la conduzione del test di sorveglianza annuale.
Metodi di riferimento per l’assicurazione della qualità dello SME
Parametro
NOx
Metodo
UNI EN
14792:2006
Descrizione
Determinazione analitica mediante chemiluminescenza ( nella norma
vengono definiti anche i criteri per il campionamento ed il sistema di
condizionamento del gas).
CO
UNI EN:
5058:2006
O2
UNI EN
14789:2006
Determinazione analitica mediante tecnica ad infrarossi non
dispersiva. (nella norma vengono definiti anche i criteri per il
campionamento ed il sistema di condizionamento del gas)
Determinazione analitica mediante un analizzatore paramagnetico
(nella norma vengono definiti anche i criteri per il campionamento ed
il sistema di condizionamento del gas)
Per i parametri portata/velocità, ossigeno dovrà essere determinato l’indice di accuratezza relativo,
in accordo a quanto previsto nel D.Lgs 152/06 8parte V allegato 6).
I sistemi di misurazioni in continuo delle emissioni devono essere sottoposti con regolarità a
manutenzione, verifiche, test di funzionalità, taratura secondo quanto previsto dalla norna UNI EN
14181 sulla assicurazione di qualità dei sistemi automatici di misura.
I sistemi di misurazioni in continuo delle emissioni devono essere sottoposti con regolarità a
manutenzione, verifiche, test di funzionalità, taratura secondo quanto previsto dalla norna UNI EN
14181 sulla assicurazione di qualità dei sistemi automatici di calcolo.
Il gestore deve avere sempre a disposizione bombole di gas certificate con garanzia di validità
presso l’impianto, a concentrazione paragonabili ai valori limite da verificare, e riferibili a campioni
primari.
La validazione delle misure deve essere realizzata almeno ad ogni rinnovo/riesame/modifica
sostanziale da un laboratorio accreditato secondo la norma UNI CEN EN ISO/IEC 17025 per i
metodi di riferimento citati nella tabella precedente. Il test di sorveglianza annuale sarà realizzato
da un laboratorio accreditato secondo la norma UNI CEN EN ISO/IEC 17025. La verifica durante
il normale funzionamento dell’impianto sarà realizzata sotto la responsabilità del Gestore. Tutta la
strumentazione sarà mantenuta in accordo alle prescrizioni del costruttore e sarà tenuto un registro
elettronico delle manutenzioni eseguite sugli strumenti, sul sistema di acquisizione dati e sulle linee
di campionamento.
Per quanto riguarda i dati acquisiti dagli SME, devono essere registrati e conservati i seguenti dati:
I valori elementari espressi nelle unità di misura pertinenti alla grandezza misurata;
I segnali di stato delle apparecchiature principali e ausiliarie necessari per la funzione di
validazione dei dati;
Le medie orarie e semi orarie (ove pertinenti) dopo la validazione dei valori elementari e dei
valori medi orari 8° semi orari) calcolati.
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GIUNTA REGIONALE
b.
Gestione di anomalie e/o guasti dell’impianto
Nel caso di guasti/anomalia degli impianti o dei sistemi di abbattimento, per nessun motivo lo SME
deve interrompere la rilevazione e registrazione dei valori in concentrazione delle emissioni,
indipendentemente dall’applicazione della verifica del rispetto del limite in questi intervalli.
Nei casi in cui a seguito di anomalie o guasti si debba agire sullo SME per interventi di manutenzione
straordinaria, oppure in conseguenza del verificarsi di guasti delle apparecchiature tali da pregiudicare
la funzionalità del sistema, deve essere attentamente valutata la durata del periodo di indisponibilità dei
dati che questo comporta ed adottate le opportune azioni alternative di controllo (misure ausiliarie)
necessarie al fine di sopperire alla mancanza di registrazioni in continuo degli analizzatori.
Tali misure possono consistere in:
1. misura stimata il valore di emissione rappresentativo di un preciso stato impiantistico,
corrispondente allo specifico stato impianto in essere al momento del malfunzionamento dello
SME; la misura stimata può essere determinata:
o a partire dai dati storici, relativi alla grandezza di cui si ha l’indisponibilità in un certo periodo, ad
esempio attraverso sistemi di tipo predittivo: si tratta quindi di un calcolo “fuori linea” sulla base
di dati medi relativi a stati i funzionamento analoghi a quello in essere durante l’evento di
guasto/manutenzione;
o a partire da misure ausiliarie, ovvero grandezze di processo (consumo di combustibile,
produzione, energia prodotta) correlabili ai dati SME momentaneamente non disponibili: si
tratta quindi di un calcolo “in linea” sulla base di altre misure/grandezze acquisite durante il
verificarsi dell’evento di guasto/manutenzione stesso;
2. installato in sostituzione dello SME in avaria/manutenzione; tali misure possono essere discontinue
(ovvero ottenute attraverso campagne di misura), oppure continue (ovvero ottenute tramite
installazione di SME sostitutivo).
La ‘misura stimata’ può essere utilizzata per un periodo non superiore a 96 ore; trascorso tale termine,
si deve procedere alla determinazione di misure sostitutive (continue/discontinue) o allo spegnimento
dell’impianto.
In ogni caso, qualora il Gestore preveda che le misure in continuo di uno o più inquinanti non potranno
essere eseguite o registrate per periodi superiori a 48 ore continuative, è tenuto ad informare
tempestivamente l’Autorità Competente e all’ARPAM, entro le 12 del giorno lavorativo successivo alla
rilevazione del guasto.
Le procedure di cui sopra, pertanto, dovranno prevedere le modalità di
o segnalazione del guasto/anomalia;
o gestione degli eventi di guasto;
o trasmissione all’Autorità Competente e all’ARPAM(Misure Ausiliarie) nel periodo interessato;
o l’analisi degli eventi e le azioni di manutenzione/ripristino.
3. Gestione dei superamenti
Nel corso dell’esercizio degli impianti possono verificarsi eventi, generalmente riconducibili ad
anomalie, avarie, malfunzionamenti, che comportino il superamento dei limiti autorizzati. Anche per la
gestione di tali eventi il gestore deve adottare le idonee procedure (condivise dall’AC contestualmente
all’approvazione del MG) in modo tale da garantire, fermo restando quanto previsto dalle disposizioni
normative o autorizzative, un’adeguata attenzione ed efficacia degli interventi, con riferimento a:
o gestione dei superamenti dei valori limite;
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GIUNTA REGIONALE
o
c.
comunicazione all’AC dei dati e delle azioni adottate da effettuarsi secondo la tempistica
definita nell’autorizzazione (ove lì riportato), oppure entro le ore 12 del giorno successivo al
verificarsi dall’evento, allegando la tabella degli andamenti dei dati medi del giorno in cui è
avvenuto l’evento.
I Rapporti di prova sulle verifiche degli SME devono essere trasmessi con il rapporto riassuntivo
annuale.
Prescrizioni sugli odori
Il gestore deve effettuare con frequenza triennale,
un monitoraggio degli odori volto alla
1
individuazione , analisi, stima e controllo degli impatti olfattivi indotti dalle emissioni di sostanze
odorigene dai processi produttivi all’interno dello stabilimento secondo una procedura articolata nelle
seguenti fasi:
1. speciazione delle emissioni odorigene: a)campionamento effettuato sulla base dei diversi cicli
produttivi (tipologia di materiali utilizzati e qualità delle emissioni reali o presumibili); b) analisi
chimica – identificazione e quantificazione dei composti chimici costituenti la miscela odorigena;
2. caratterizzazione dei parametri dell’emissione odorigena: quantificazione
dell’impatto
odorigeno indotto dall’emissione attraverso la correlazione degli odor threshold (OT) di ciascun
composto e/o delle odour units (OU/m3) emesse, tenuto conto della composizione della miscela
odorigena;
3. valutazione dell’impatto olfattivo delle emissioni odorigene nel territorio tramite l’utilizzo di
modelli di dispersione degli odori.
Tale monitoraggio deve essere effettuato in un numero di punti ritenuti rappresentativi anche in
funzione della superficie dello stabilimento, ed adeguatamente individuati nella mappatura aggiornata
di tutte le fonti di emissioni odorigene.
A seguito dell’implementazione del programma di monitoraggio e valutazione degli odori, il gestore
deve predisporre una contestuale analisi tecnica dei possibili interventi di mitigazione degli impatti
olfattivi.
Prescrizioni sul sistema abbattimento emissioni: controllo di processo (tabella denominata
“Sistemi di abbattimento “ nel PMC proposto
Si ritiene opportuno che il gestore integri la tabella con la voce “frequenza di controllo”, in cui inserire la
periodicità del parametro/indicatore del controllo del processo di abbattimento.
Sigla punto
emissione
1
Sistema di
abbattimento
Parametri del controllo del
processo di abbattimento
Unità di
misura
Frequenza Moodalita di
di controllo registrazione
E’ possibile seguire, ove possibile, il protocollo derivato dalla VDI 3940 “Determination of odorants in ambient air
by field ispection”
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E1
Post
combustore
termico
Stato di: Camera di combustione,
bruciatori, circuito combustione
comburente, sistemi di controllo dei
parametri di processo, analizzatore
in continuo tipo FID da installarsi se
e solo se i flussi di massa di COV ≥
100Kg/h a monte del combustore.
E1 ‘
Scrubber di
emergenza
pH soluzione;
Stato Pompa
pH ;
n.a.
E3, E14, E15,
E41
Filtro a
maniche di
tessuto
Delta P
bar
E11, E16,E18,
E37, E39,E40,
E42, E43,E46,
E50
Filtro a
carboni attivi
Tasso di carico
%
Controllo
due volte
l’anno
Su supporto cartaceo e/o
informatico su sistema
gestionale interno
E49
DeNOx
n.a. (contaore)
Ogni due
anni
(stimato)
Verifica su
contaore
Su supporto cartaceo e/o
informatico su sistema
gestionale interno
n.a.
Due volte
l’anno
Soluzione:
giornaliero;
Pompa: due
volte l’anno
Controllo
due volte
l’anno
Su supporto cartaceo e/o
informatico su sistema
gestionale interno
Su supporto cartaceo e/o
informatico su sistema
gestionale interno
Su supporto cartaceo e/o
informatico su sistema
gestionale interno
In merito ai parametri di controllo dei sistemi di abbattimento, per le varie emissioni indicate nel PMC
proposto, si precisa quanto segue:
Per lo scrubber di emergenza, il monitoraggio del pH deve essere possibilmente fatto in
continuo (quando il sistema di emergenza entra in funzione e per tutto il periodo che resta
attivo) in modo da garantire il corretto dosaggio della soluzione di lavaggio e dovranno,
comunque, essere stabiliti criteri di accettabilità dei valori riscontrati; o in alternativa monitorato
giornalmente nei giorni di marcia dell’impianto, in modo da garantire il corretto dosaggio della
soluzione di lavaggio in qualunque momento l’impianto di emergenza possa entrare in funzione.
6.2.7 (emissioni in acqua)
Quadro delle emissioni
Tabella 6.2.7.A: valori limite di emissione situazione ante modifica
1. scarico reflui industriali in pubblica fognatura
2. scarico civile in fognatura pubblica
(§§) Valori limite per scarico in fognatura ante-modifica: D.Lgs. 152/06 Parte III Allegato 5 tab. 3
Inquinante*
Sol. Sospesi Totali
COD
Cloruri
NH4+
HC Totali
Flusso di
massa/
giorno
Flusso di
massa/
anno
kg/d
16,7
16,7
14,4
1,5
0,4
kg/a
4000
4000
3500
360
100
Tipo di
misure
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Fenoli
Solv. Org. Arom.
Tensioattivi MBAS
Tensioattivi PPAS
0,06
0,02
0,08
0,08
15
6
20
20
*portata 20 mc/giorno
1. Il gestore della Ditta dovrà assicurare il rispetto dei valori limite della tabella definita per lo
scarico in fognatura per lo scarico delle acque industriali S1 ed inoltre il rispetto dei valori limite
indicati nelle tabelle 3/A e 5 all’Allegato 5 alla parte III del D.Lgs.152/06.
2. Secondo quanto disposto dall’art. 101 comma 5 del D.Lgs 152/06, i valori limite di emissione non
possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate
esclusivamente allo scopo.
3. Come prevede l’articolo 108 comma 5 – Parte Terza, sezione II, del decreto Legislativi 152/06, i
valori limite di emissione allo scarico devono essere rispettati a piè d'impianto. Gli scarichi di
processo devono essere tenuti separati dagli scarichi di acque di raffreddamento e deve essere
previsto l'avvio separato allo scarico delle acque di prima pioggia.
Tabella 5.2.7.B: valori limite di emissione situazione post modifica
Le acque di prima pioggia, le acque reflue industriali, le acque meteoriche dei bacini di
contenimento, le acque domestiche, confluiranno con circuiti separati nello scarico finale S1 e
vengono consegnate alla PICENO CONSIND.
Sigla
scarico
S1
Portata
Variabile
– 20
mc/giorn
o
Caratteristic
he scarico
Continuo in
fognatura
consortile
Provenienza
Intero
stabilimento
Inquinanti
Solidi sospesi
totali
COD
Cloruri
NH4+
HC totali
Fenoli
Solventi organici
aromatici
Tensioattivi
MBAS e PPAS
Unità di misura
Concentrazione
Tipo di
misure
mg/l
200,0
Discontinua
mg/l
Discontinua
mg/l
500,0
1200,0
30,0
10,0
0,5
mg/l
0,2
Discontinua
mg/l
4,0
mg/l
mg/l
mg/l
Discontinua
Discontinua
Discontinua
Discontinua
Discontinua
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GIUNTA REGIONALE
Inquinante*
*portata 20 mc/giorno – 340 gg/anno
Sol. Sospesi Totali
COD
Cloruri
Flusso di
massa/
giorno
Flusso di
massa/
anno
kg/d
kg/a
4,00
1.360
10,00
3.400
8.160
24,00
NH4+
0,60
HC Totali
0,20
Fenoli
0,01
Solv. Org. Arom.
0,004
Tensioattivi PPAS e MBAS
0,08
204
68
3,4
1,36
27,2
Per la tempistica dei controlli e le metodiche utilizzate occorre far riferimento al Piano di
Monitoraggio e Controllo
4. Il gestore della Ditta dovrà assicurare il rispetto dei valori limite della tabella definita per lo scarico in
fognatura per lo scarico delle acque industriali S1 ed inoltre il rispetto dei valori limite indicati nelle
tabelle 3 e 5 all’Allegato 5 alla parte III del D.Lgs.152/06;
5. Il gestore deve segnalare tempestivamente qualsiasi variazione dovesse intervenire alle
caratteristiche qualitative delle acque reflue in conseguenza del modificarsi del ciclo produttivo o
delle materie prime utilizzate;
6. Il gestore deve segnalare con la massima tempestività qualsiasi immissione anomala in fognatura
di natura accidentale che potrebbe pregiudicare il regolare deflusso della rete fognaria o l’efficienza
depurativa dell’impianto di trattamento di Campolungo o cagionare rischi di inquinamento
ambientale o rischi per la salute dell’uomo;
7. Il gestore deve comunicare ogni eventuale variazione della rete fognaria interna;
8. Il gestore deve inviare le risultanze analitiche relative alle acque anche all’Ente Gestore.
Prescrizioni in materia di scarichi idrici
a.
b.
c.
d.
Il Gestore deve effettuare analisi periodiche degli scarichi sia finali sia parziali secondo le modalità
e tempistiche definite nel PMC, comunicandone gli esiti assieme ai quantitativi totale di acque
scaricate suddivise per ogni scarico; nella comunicazione prevista nel PMC dovranno inoltre
essere indicate le coordinate dei punti di campionamento degli scarichi ;
Secondo quanto disposto dall’art. 101, comma 5 del D.Lgs 152/06, i valori limite di emissione non
possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente
allo scopo.
La ditta dovrà effettuare i campionamenti allo scarico industriale in uno stream separato dalle
acque di prima pioggia.
Secondo quanto disposto dall’art. 108, comma 5 del D.Lgs. 152/06, i valori limite di emissione allo
scarico devono essere rispettati a piè d'impianto. Gli scarichi di processo devono essere tenuti
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Pag.
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GIUNTA REGIONALE
e.
f.
g.
h.
separati dagli scarichi di acque di raffreddamento e deve essere previsto l'avvio separato allo
scarico delle acque di prima pioggia.
Gli scarichi di acque reflue civili provenienti dai servizi igienici devono avvenire evitando
fenomeni di esalazioni maleodoranti, presenza di schiume e torbidità nelle acque stesse e
comunque conformemente alle prescrizioni di cui al D.Lgs. 152/2006.
Tutti i parametri dovranno essere verificabili nei pozzetti di ispezione ubicati a monte del punto di
immissione degli scarichi in acque superficiali.
I pozzetti dovranno essere mantenuti perfettamente efficienti, puliti ed idonei al prelievo dei
campioni in qualsiasi momento, da parte degli enti e servizi preposti.
Nel caso in cui il gestore accerti la rottura o il malfunzionamento del sistema di depurazione dei
reflui, da cui derivi o possa derivare un superamento dei limiti di emissione:
informa entro 24 ore dal fatto l’Autorità Competente, il Comune di Ascoli Piceno e
l’ARPAM, ed adotta le misure d’urgenza necessarie al ripristino della conformità;
deve garantire procedure volte a contenere al massimo le immissioni nell’ambiente
idrico e sospende l’esercizio dell’attività fino al ripristino delle normali condizioni di
esercizio qualora la violazione possa causare un pericolo immediato per la salute
umana.
Prescrizioni generali
i. Le reti di scarico devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene
ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie e devono essere gestiti
nel rispetto del Regolamento del Gestore della fognatura.
j. Il gestore dell’impianto dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione
prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento
accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla
qualità dei reflui scaricati, dovrà essere comunicato tempestivamente all’ARPAM ed al Gestore
della fognatura. Qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità
competente potrà prescrivere l'interruzione immediata dello scarico nel caso di fuori servizio
dell'impianto di depurazione;
k. Il Gestore deve garantire all’Ente di Controllo l’accessibilità dei punti di campionamento degli
scarichi parziali e finali, effettuando con cadenza periodica, operazioni di manutenzione e pulizia.
6.2.8 (inquinamento acustico)
a. L’Azienda è tenuta a rispettare i valori limite di emissione ed i valori limite assoluti di immissione
di cui alle tabelle B e C del DPCM. 14/11/97, in relazione alla classe di appartenenza dell’area
in cui è ubicato lo stabilimento, individuate dal Comune di Ascoli Piceno a seguito dell’adozione
del piano di zonizzazione acustica, nonché, ove applicabile, il valore limite differenziale di
immissione di cui all’art. 4 del citato decreto;
b. il gestore qualora, in seguito anche a misurazioni effettuate da Enti competenti, riscontrasse un
superamento dei limiti imposti dalla normativa vigente, deve impegnarsi a mettere in atto tutti i
provvedimenti di riduzione delle emissioni sonore che si dovessero rendere necessari;
c. nel caso in cui non saranno rispettati i valori limite previsti, il gestore dell’impianto deve
predisporre ed inviare all’Autorità competente, all’ARPAM ed al Comune di Ascoli Piceno un
piano di risanamento acustico in cui indichi le modalità di adeguamento ai limiti normativi ed il
tempo a tal fine necessario
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GIUNTA REGIONALE
6.2.9 (rifiuti)
Prescrizioni in materia di rifiuti
Senza pregiudizio per quanto stabilito dalla normativa in materia di rifiuti, fata salva la facoltà
dell’Autorità Competente di procedere al riesame dell’AIA sulla base della documentazione che il
Gestore presenterà in ottemperanza alle prescrizioni del presente capitolo, si prescrive al gestore
quanto segue:
Prescrizioni impiantistiche
1. Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi
che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto, dovranno essere impermeabilizzate, e realizzate
in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di
possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili devono essere provvisti di accessori e
dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e
svuotamento.
2. Le aree adibite allo stoccaggio dei rifiuti devono essere di norma opportunamente protette
dall’azione delle acque meteoriche; qualora, invece, i rifiuti siano soggetti a dilavamento da
parte delle acque piovane, deve essere previsto un idoneo sistema di raccolta delle acque di
percolamento, che vanno successivamente trattate nel caso siano contaminate
3. I fusti e le cisternette contenenti i rifiuti non devono essere sovrapposti per più di 3 piani ed il
loro stoccaggio deve essere ordinato, prevedendo appositi corridoi d’ispezione.
Prescrizioni generali
4. I rifiuti prodotti dallo stabilimento devono essere preferibilmente recuperati direttamente nel
ciclo produttivo. Qualora ciò non fosse possibile, devono essere avviati ad impianti di
recupero, autorizzati ai sensi della normativa vigente e, solo, in caso di non fattibilità tecnica
del recupero, devono essere destinati allo smaltimento in condizioni di sicurezza;
5. Tutti i rifiuti prodotti devono essere preventivamente caratterizzati analiticamente ed
identificati con i codici dell’Elenco Europeo dei rifiuti (EER), al fine di individuare la forma di
gestione più adeguata alle loro caratteristiche chimico fisiche;
6. Il Gestore deve effettuare la caratterizzazione in occasione del primo conferimento
all’impianto di recupero e/o smaltimento e successivamente ogni dodici mesi e, comunque,
ogni volta che intervengano modifiche nel processo produttivo che possano determinare
modifiche della composizione dei rifiuti;
7. Il campionamento dei rifiuti, al fine della loro caratterizzazione chimico-fisica, deve essere
effettuato in modo tale da ottenere un campione rappresentativo secondo le norme UNI
10802, Campionamento, analisi, Metodiche standard – Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e
fanghi – Campionamento manuale e preparazione ad analisi degli eluati. Le analisi dei
campioni dei rifiuti devono essere effettuate secondo le metodiche standardizzate o
riconosciute valide a livello nazionale, comunitario o internazionale;
8. Il Gestore è tenuto a verificare che il soggetto a cui vengono consegnati i rifiuti sia in
possesso delle necessarie autorizzazioni, I rifiuti prodotti e gestiti vanno registrati ai sensi di
quanto previsto dal D.Lgs 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni. I rifiuti pericolosi
devono essere imballati ed etichettati in conformità alla normativa in materia di sostanze
pericolose;
9. La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti, da effettuare in condizioni di sicurezza :
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GIUNTA REGIONALE
- evitare la dispersione di materiale pulverulento nonché gli sversamenti al suolo di liquidi;
- evitare l'inquinamento di aria, acqua, suolo e sottosuolo, ed ogni danno a flora e fauna;
- evitare per quanto possibile rumori e molestie olfattive;
- produrre il minor degrado ambientale e paesaggistico possibile;
- rispettare le norme igienico - sanitarie;
- garantire l'incolumità e la sicurezza degli addetti all'impianto e della popolazione.
10. La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato
dalla loro movimentazione ed informato sulla pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli
addetti dovranno indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio
valutato.
11. Il gestore deve indicare nella Relazione annuale prevista dal PPMC secondo le modalità ivi
indicate:
- le tonnellate di rifiuti prodotti nell’anno precedente;
- le tonnellate di rifiuti pericolosi prodotti nell’ano precedente;
- Indice annuo di recupero rifiuti (%): Kg annui di rifiuti inviati a recupero/Kg annui di rifiuti
prodotti;
- Indice annuo di smaltimento rifiuti (%): kg annui di rifiuti inviati a smaltimento/Kg annui di
rifiuti prodotti
Terre e rocce da scavo
- Durante i lavori per la realizzazione dei nuovi bacini e delle vasche previste dal nuovo
impianto di trattamento acque e per la realizzazione o gli adeguamenti fognari la quantità
delle terre che saranno complessivamente movimentate e gestite come rifiuti (CER
170504 o 170503*) è pari a circa 635 m3
Deposito temporaneo
12. Il deposito temporaneo dei rifiuti deve avvenire secondo quanto riportato al comma 1 dell’art.
10 del D.Lgs 205/2010;
13. nell’avvalersi del deposito temporaneo, il Gestore dovrà comunque rispettare gli adempimenti
di cui ai seguenti punti:
a) registro di carico e scarico ai sensi dell’art. 16 del D.Lgs 205/10 e s.m.i.;
b) divieto di miscelazione ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs 205/10 e s.m.i., in base al quale è
vietato miscelare rifiuti pericolosi aventi differenti caratteristiche di pericolosità, ovvero rifiuti
pericolosi con rifiuti non pericolosi. La miscelazione comprende la diluzione di sostanze
pericolose. La miscelazione comprende la diluzione di sostanze pericolose. Per quanto non
espressamente prescritto, valgono comunque le pertinenti disposizioni di cui all’art. 16 del
D.Lgs 205/10 e s.m.i.;
14. le aree interessate dalla movimentazione, dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi
che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto, dovranno essere impermeabilizzate, e realizzate
in modo tale da garantire la salvaguardia del suolo e del sottosuolo e da facilitare la ripresa di
possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili devono essere provvisti di accessori e
dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e
svuotamento;
15. le aree di deposito dei rifiuti devono essere chiaramente distinte da quelle utilizzate per lo
stoccaggio delle materie prime;
16. ciascuna area di deposito deve essere contrassegnata da tabelle, ben visibili per dimensioni
e collocazione, indicanti le norme per la manipolazione dei rifiuti e per il contenimenti dei
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GIUNTA REGIONALE
rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente; inoltre, devono essere riportati i codici CER, lo
stato fisico e la pericolosità dei rifiuti stoccati;
17. tutte le acque meteoriche (prima o seconda pioggia) derivanti dalle aree di deposito rifiuti
pericolosi devono essere collettate ed inviate alla sezione di impianto di trattamento reflui,
purché non vi sia contatto tra acque meteoriche prive di contaminazione e acque meteoriche
(prima o seconda pioggia) derivanti dalle aree di deposito rifiuti pericolosi; ad ogni eventuale
contatto, derivante da anomalie del sistema di separazione acque meteoriche non
contaminate, si dovrà provvedere ad una caratterizzazione dell’acqua risultante che pertanto
dovrà essere considerata rifiuto e quindi disciplinata secondo le disposizioni di cui alla parte
quarta del D.Lgs 152/06 e s.m.i..
18. i contenitori o i serbatoi fissi o mobili debbono possedere adeguati requisiti di resistenza, in
relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti stessi,
nonché sistemi di chiusura, accessori e dispositivi atti ad effettuare, in condizioni di sicurezza,
le operazioni di riempimento, di travaso e svuotamento;
19. il deposto di olii minerali usati deve essere realizzato nel rispetto delle disposizioni di cui al
D.Lgs n. 95/1992 e s.m.i., e al DM 392/1996.
5.2.9 (energia)
1. Il gestore deve esercire l’impianto in modo tale da ridurre il più possibile i consumi energetici. A
questo proposito dovrà comunicare annualmente, secondo le modalità stabilite nel PMC, i
quantitativi totali di energia consumata e prodotta, e quelli parziali in relazione alle attività.
6.2.10 (emissioni al suolo e acque sotterranee)
1. Essendo in progetto degli interventi di caratterizzazione in corrispondenza di alcune aree dello
stabilimento, il Gestore, laddove dovessero essere individuate aree impattate, dovrà mettere in
atto ogni provvedimento utile alla messa in sicurezza delle aree nei confronti della possibile
migrazione della contaminazione individuata, nel quadro delle indicazioni e degli obblighi dettati
dal Titolo V parte IV del D.Lgs 152/06;
Per il monitoraggio delle acque sotterranee, si segue quanto indicato nella seguente tabella:
Metodiche
Punti di
Parametri da monitorare
Modalità di campionamento
analitiche
prelievo
APAT C.N.R
pH
IRSA 2060
I piezometri saranno spurgati
Man 29 2003
preliminarmente al
APAT C.N.R
campionamento fino
Pz1
all’ottenimento di acqua
Conducibilità
IRSA 2030
Pz2
chiara.
Man 29 2003
S5
Arsenico
Il campionamento della falda
S6
APHA –
idrica sotterranea avverrà
Cadmio
S7
“Standard
secondo
il metodo dinamico
Cromo tot
Metalli
Methods”
ossia tramite spurgo
Mercurio
preliminare low flow e
metodo 3125
Nichel
campionamento in continuo.
Piombo
Periodicità
(frequenza)
biennale
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Data
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234
Modalità di campionamento
Periodicità
(frequenza)
GIUNTA REGIONALE
Parametri da monitorare
Alifatici
clorurati
cancerogeni
Alifatici
clorurati non
cancerogeni
Solventi
Aromatici
Clorobenzeni
Fenoli e
clorofenoli
Rame
Stagno
Zinco
Clorometano
Triclorometano
Cloruro di vinile
1,2-dicloroetano
1,1-dicloroetilene
tricloroetilene
tetracloroetilene
esaclorobutadiene
1,1-dicloroetano
1,2-dicloroetilene
1,2-dicloropropano
1,1,2-tricloroetano
1,2,3tricloropropano
1,1,2,2,tetracloroetano
Benzene
Etilbenzene
Stirene
Xilene (m,p)
Xilene (o)
Toluene
Monoclorobenzene
1,2 Diclorobenzene
1,4 Diclorobenzene
1,2,4
Triclorobenzene
1,2,4,5
Tetraclorobenzene
Pentaclorobenzene
Esaclorobenzene
2-clorofenolo
2,4 Diclorofenolo
2,4,6 Triclorofenolo
Pentaclorofenolo
Metodiche
analitiche
Punti di
prelievo
APHA“Standar
Methods”
metodo 6200B
APHA“Standar
Methods”
metodo 6200B
APHA“Standar
Methods”
metodo 6200B
APHA –
“Standard
Methods”
metodo 6200B
APAT C.N.R
IRSA 5070-B
Man 29 2003
Per il campionamento e il monitoraggio dei terreni, si segue quanto indicato dalla seguente tabella:
Parametri da
Metodiche
Punti di
Periodicità
Modalità di campionamento
monitorare
analitiche
prelievo
(frequenza)
Decorticazione del tappeto
EPA 5035A1
erboso/vegetale
eventualmente
A:2002 +
A2
COV
biennale
APHA
Come indicati
presente:
“standard
nella relazione
Prelievo di materiale dalla porzione
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Data
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13/05/2014
235
GIUNTA REGIONALE
Methods”
21 th Ed.
2005
metodo
6200-B
“GEN.15
Proposta di
indagine della
matrice terreno
in relazione alle
emissioni in
atmosfera”
(rev.0 gennaio
2014)
più superficiale del suolo (entro i primi
10,00 cm di profondità) per un’area di
2
circa 0,01 m (0,10 X 0,10) in modo tale
che il campione sia rappresentativo
dell’intera zona indagata;
Scarto manuale della frazione di
materiale maggiore di 2 cm;
Inserimento del materiale prelevato
in un barattolo di vetro con tappo in
alluminio avvitabile da 0,50 kg, per la
ricerca dei composti non volatili.
2.
6.2.11 Manutenzione (ordinaria e straordinaria)
Si prescrive:
Controllo fasi critiche:
1. Il Gestore dovrà individuare le fasi critiche del processo e le procedure da attuare per il corretto
controllo e la corretta conduzione degli impianti, che devono essere a sistema nella gestione
dell’attività. L’elenco delle apparecchiature e delle strumentazioni da sottoporre a manutenzione
periodica ordinaria dovrà essere definita sulla base dei parametri critici individuati.
2. Il Gestore deve attuare un adeguato programma di manutenzione ordinaria tale da garantire
l’operabilità ed il corretto funzionamento di tutti i componenti e sistemi rilevanti ai fini ambientali. In
tal senso il gestore dovrà dotarsi di un manuale di manutenzione, comprendente quindi tutte le
procedure di manutenzione rilevanti ai fini ambientali da utilizzare e dedicate allo scopo;
3. Il Gestore dovrà registrare su apposito registro di manutenzione, l’attività effettuata. In caso di
arresto di impianto rilevante ai fini ambientali per l’attuazione di interventi di manutenzione
straordinaria, dovrà inoltre darne comunicazione con congruo anticipo all’AC e all’ EC a e secondo
le regole del PMC.
Malfunzionamenti
In caso di malfunzionamenti, il gestore dovrà essere in grado di sopperire alla conseguente
carenza di impianto rilevante ai fini ambientali, senza che si verifichino rilasci ambientali di rilievo. Il
Gestore ha l’obbligo di registrare l’evento, di analizzare le cause e di adottare le relative azioni
correttive, rendendone pronta comunicazione all’AC e all’EC, secondo le regole stabilite nel PMC.
6.2.12 Eventi incidentali
1. Il Gestore deve operare preventivamente per minimizzare gli effetti di eventuali eventi incidentali
rilevanti ai fini ambientali. A tal fine il gestore deve dotarsi di apposite procedure per la gestione
degli eventi incidentali, anche sulla base della serie storica di episodi già avvenuti ed in
particolare dovrà prendere in esame almeno le seguenti indicazioni: assenza di energia da rete,
con riferimento alle emissioni idriche ed atmosferiche ed al funzionamento dei relativi impianti
di trattamento e delle altre utilities. A tal proposito si considera una violazione di prescrizione
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Data
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13/05/2014
236
GIUNTA REGIONALE
autorizzativa il ripetersi di rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell’ambiente secondo
sequenze di eventi incidentali, e di conseguenza malfunzionamenti, già sperimentati in passato
e ai quali non si è posta la necessaria attenzione, in forma preventiva, con interventi strutturali e
gestionali;
2. Gli eventi incidentali di cui alla precedente prescrizione, devono essere oggetto di registrazione
e di comunicazione all’AC, all’ EC, al Comune, secondo le regole stabilite nel PMC;
3. In caso di eventi incidentali di particolare rilievo quindi tali da determinare il rilascio di sostanze
pericolose nell’ambiente, il gestore ha l’obbligo di comunicazione immediata scritta all’AC, EC e
al Comune;
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237
GIUNTA REGIONALE
ALLEGATO C
PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO
(situazione ANTE-MODIFICA)
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238
GIUNTA REGIONALE
1 – COMPONENTI AMBIENTALI INTERESSATE E PUNTI DI CONTROLLO
1.1 Impiego di Materie prime
Di seguito si riporta l’elenco delle materie prime, riferite all’anno 2011, utilizzate presso lo stabilimento
Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
Materie prime rif. 2011
Denominazione
Fase di utilizzo
Stato fisico
Unità di
misura
Quantità
Acidi carbossilici
produzione sintesi
solido/liquido
ton/anno
758,54
Acidi Cresilici
produzione
sintesi/diluizione
liquido
ton/anno
3.630,78
Acido isocianurico
produzione sintesi
solido
ton/anno
6,72
Acqua tridistillata
produzione sintesi
liquido
ton/anno
0,05
solido/liquido
ton/anno
35,18
liquido
ton/anno
98,83
liquido
ton/anno
2.374,76
Additivi
Alcooli
Ammidi
produzione
dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
Anidride trimellitica
produzione sintesi
solido
ton/anno
2.330,51
Caprolattame
produzione sintesi
solido
ton/anno
5,57
solido/liquido
ton/anno
183,47
solido
ton/anno
3,39
liquido
ton/anno
44,85
solido/liquido
ton/anno
0,954
Catalizzatori
Cere
Cicloesano
Coloranti
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
Diamminodifenilmetano
produzione sintesi
liquido
ton/anno
901,92
Dimetiltereftalato
produzione sintesi
solido
ton/anno
1012,65
Eptano
Fenolo
Ftalato di metile
M.d.i.
produzione
dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
dissoluzione
liquido
ton/anno
150,8
liquido
ton/anno
3.185,03
liquido
ton/anno
43,39
produzione sintesi
liquido
ton/anno
732,37
Modalità di
registrazione e
trasmissione
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
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239
GIUNTA REGIONALE
Denominazione
Fase di utilizzo
Stato fisico
Unità di
misura
Quantità
Paraformaldeide
produzione sintesi
solido
ton/anno
4,12
Pet
produzione sintesi
solido
ton/anno
80,45
Polioli
produzione sintesi
solido/liquido
ton/anno
3.498,83
liquido
ton/anno
25,74
liquido
ton/anno
240,01
liquido
ton/anno
3.035,95
Ragia
Resine Fenoliche
Solvesso
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
T.d.i.
produzione sintesi
liquido
ton/anno
99,27
Xilolo
produzione
dissoluzione
liquido
ton/anno
817,61
Modalità di
registrazione e
trasmissione
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Di seguito si riporta il modello da utilizzare per il monitoraggio annuale delle quantità di materie prime
utilizzate presso lo stabilimento Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
CONSUMO MPS/MPL MENSILI ANNO 20___ (Kg)
nome gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre totale anno
Il report annuale relativamente all’anno precedente, sarà inviato entro il 30 maggio di ogni anno,
unitamente alle risultanze annuali del presente piano di monitoraggio.
1.2 Radiazioni – Controllo radiometrico.
Non previsto
1.3 Risorsa idrica
Il monitoraggio del consumo della risorsa idrica verrà effettuato mensilmente, tramite autolettura dei
contatori volumetrici installati all’uscita di ciascun contatore, prima di qualsiasi utilizzo (misura diretta
discontinua) e rendicontato annualmente nel mese di gennaio di ogni anno.
Quantità
Tipologia di
Punto di
Metodo di
Fase di
utilizzata
Frequenza
approvvigionamento
misura
misura
utilizzo
rif. 2011
autocontrollo
(mc/anno)
Modalità di
registrazione
Reporting
dei controlli
Pozzo
Ingresso
stabilimento
Contatore
volumetrico
Industriale
14.600
Annuale
Cartaeo/
informatico
Annuale
Acquedotto
Ingresso
stabilimento
Contatore
fiscale
Domestico
2.400
Annuale
Cartaeo/
informatico
Annuale
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Luogo di emissione:
Numero
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50/VAA
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240
GIUNTA REGIONALE
1.4 Risorsa energetica
Saranno periodicamente archiviate le fatture con lettura dei consumi, tramesse nel corso di ogni anno
dall’ente gestore per energia elettrica. I dati rilevati saranno confrontati con quanto dichiarato negli anni
precedenti al fine di verificare eventuali perdite o sovraconsumi da accertare. Altresì, sarà
periodicamente effettuato un audit sull’efficienza energetica del sito, al fine di identificare tutte le
opportunità di riduzione del consumo energetico e di efficienza di utilizzo delle risorse, che sarà
conservato all’interno dell’azienda, nonché un estratto sarà trasmesso all’Autorità competente
nell’ambito dei risultati del piano di monitoraggio e controllo.
Descrizione
Tipologia
Metodo
misura
Energia
elettrica
Utenze civili
ed industriali
Contatore
fiscale
Energia
termica
Utenze civili
ed industriali
Contatore
fiscale
di metano
Quantità
MWh/a
rif. 2011
3.750 da
rete; 772 da
fotovoltaico
Frequenza
autocontrollo
Modalità di
registrazione
dei controlli
Reporting
Mensile
Cartacea /
Elettronica
Annuale
Mensile
Cartacea /
Elettronica
Annuale
13.600
1.5 Combustibili
Saranno periodicamente archiviate le fatture di acquisto di ogni anno relative ai combustibili metano,
gasolio e bioliquidi energetici. I dati rilevati saranno confrontati con quanto dichiarato negli anni
precedenti al fine di verificare eventuali perdite o sovra-consumi da accertare.
3
Tipologia
Fase di
utilizzo
Metodo
di misura
Quantità m
Rif. 2011
Metano
Industriale
Contatore
1.365.112
Mensile
Gasolio
Industriale
Fatture
20, 5
Mensile
Bioliquidi
energetici
Industriale
Contatore
2.500 (tonnellate)
(valore stimato)
Mensile
Frequenza
autocontrollo
Modalità di
registrazione
dei controlli
Cartacea /
Elettronica
Cartacea /
Elettronica
Cartacea /
Elettronica
Reporting
Annuale
Annuale
Annuale
Di seguito si riporta il modello da utilizzare per il monitoraggio annuale delle quantità di risorsa idrica,
risorsa energetica e combustibili utilizzate presso lo stabilimento Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
CONSUMO RISORSE ANNO 20___
RISORSA
ACQUA POTABILE
ACQUA INDUSTRIALE
METANO
GASOLIO
UM
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott nov dic Totale
m
3
-
m
3
-
m
3
-
m
3
-
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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13/05/2014
241
GIUNTA REGIONALE
BIOLIQUIDO
ENERGIA ELETTRICA
PRELEVATA DA RETE
m
3
-
Kw/h
-
PRODUZIONE ENERGIA
Sarà tenuto sotto controllo l’energia prodotta sia dal fotovoltaico che dalla cogenerazione
Energia elettrica prodotta dalla cogenerazione
L’energia elettrica prodotta dall’impianto di cogenerazione sarà destinata alla vendita al gestore della
rete elettrica (950 kW).
In ogni caso è prevista una riduzione del consumo di metano i cui consumi principali ad oggi sono dati
dal funzionamento del Post combustore e delle caldaie di riscaldamento fluidi al servizio degli impianti
di produzione.
La quantità massima di metano che potrà essere risparmiata dovrebbe attenersi a circa 650.000
metri cubi l’anno.
Energia elettrica prodotta da fotovoltaico
L’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico è destinata principalmente all’autoconsumo ed in
parte alla cessione al gestore della rete elettrica, durante i periodi di chiusura dello stabilimento.
Tipologia
energia elettrica prodotta
da fotovoltaico
energia elettrica immessa
in rete enel da
fotovoltaico
energia elettrica prodotta
da cogeneratore
energia termica prodotta
da cogeneratore
Metodo di
misura
Quantità
Rif. 2011
Frequenza
autocontrollo
Modalità di
registrazione dei
controlli
Reporting
Contatore
892.592,4
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Contatore
120.832,0
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Contatore
Contatori
7.800
(stimato)
7.400
(stimato)
Di seguito si riporta il modello da utilizzare per il monitoraggio annuale delle quantità di energia prodotta presso lo
stabilimento Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
PRODUZIONE ENERGIA ANNO 2012
RISORSA
energia elettrica
prodotta (fotovoltaico)
energia elettrica
UM
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott nov dic Totale
kW/h
-
kW/h
-
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Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
242
GIUNTA REGIONALE
immessa in rete enel
(fotovoltaico)
energia elettrica
prodotta da
cogeneratore
energia termica prodotta
da cogeneratore
kW/h
-
kW/h
-
1.6 Emissioni in aria
Saranno effettuate analisi delle emissioni in aria per ciascun punto di emissione di seguito indicato,
salvo le emissioni monitorate in continuo e quelle ad inquinamento atmosferico scarsamente rilevante.
La frequenza delle analisi delle emissioni in aria è quella indicata nella tabella più sotto riportata.
Per gli impianti ad inquinamento scarsamente rilevante saranno verificate provenienza e tipologia,
tramite riepilogo che sarà trasmesso all’Autorità competente nell’ambito dei risultati del piano di
monitoraggio e controllo inviato annualmente.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
50/VAA
Pag.
Data
13/05/2014
243
Frequenza
Durata
emissione
h/giorno
gg/anno
GIUNTA REGIONALE
Sigla
E1
E3
E11
E14
E15
E16
E18
E21
E22
E23
Descrizione
Post combustore
termico
Impianto trasporto
polveri
Estrattore d’aria
Produzione
Impianto trasporto
polveri
Impianto trasporto
polveri
Estrattore d’aria
Confezionamento
Estrattore d’aria
Laboratorio
sperimentale
Forno verticale
Sinistro sperimentale
di smaltatura
(funzionamento
alternato con E22)
Forno verticale
Sinistro sperimentale
di smaltatura
(funzionamento
alternato con E21)
Aspiratore Officina
Meccanica
Parametri
COV come C
Polveri totali
COV come C
Polveri totali
Polveri totali
COV come C
Metodi di
rilevamento
S.M.E.
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
S.M.E.
Triennale
Quinquennale
Triennale
Triennale
Quinquennale
24 h/g
350 gg/anno
24 h/g
200 gg/anno
24 h/g
350 gg/anno
24 h/g
200 gg/anno
24 h/g
200 gg/anno
24 h/g
350 gg/anno
Portata
(Nmc/h)
Misurata
Valore
limite
Risultati
(mg/Nmc)
Valori limite
(mg/Nmc)
10.000
100
700
50
3000
50
700
50
700
50
2200
50
COV come C
Campionamento
e analisi
Quinquennale
24 h/g
200 gg/anno
1000
50
COV come C
Campionamento
e analisi
Triennale
24 h/g
200 gg/anno
600
150
COV come C
Campionamento
e analisi
Triennale
24 h/g
200 gg/anno
600
150
Polveri
Metalli
Campionamento
e analisi
Annuale
2 h/g
250 gg/anno
100
10
2
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
244
24 h/g
350 gg/anno
6200
150
2200
50
2200
150
2200
150
7000
50
2500
150
500
150
GIUNTA REGIONALE
E36
E37
E39
E40
E41
E42
E43
E44
E46
E49
E50
Caldaia per uso
industriale
(riscaldamento dei
reattori di processo)
alimentata a gas
metano con
potenzialità di
4.000.000 kcal/h
Estrattore d’aria
Produzione
Estrattore d’aria
Produzione
Estrattore d’aria
Confezionamento
Estrattore d’aria
caricamento polveri
Estrattore d’aria
lavaggio contenitori
Estrattore d’aria
lavaggio contenitori
Forno orizzontale
sperimentale di
smaltatura
Estrattore d’aria
locale F
Cogeneratore
NOx
COV come C
COV come C
COV come C
Polveri totali
COV come C
COV come C
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Campionamento
e analisi
Annuale
Quinquennale
Quinquennale
Quinquennale
Quinquennale
Quinquennale
Quinquennale
24 h/g
350 gg/anno
24 h/g
350 gg/anno
24 h/g
350 gg/anno
24 h/g
290 gg/anno
12 h/g
300 gg/anno
12 h/g
300 gg/anno
COV come C
Campionamento
e analisi
Annuale
24 h/g
290 gg/anno
2000
150
COV come C
Campionamento
e analisi
Quinquennale
24 h/g
350 gg/anno
2200
150
NOx
CO
Polveri totali
NH3
SO2
HCl
Campionamento
e analisi ;
ovvero S.M.E.
Alla messa in
esercizio,
ovvero con
S.M.E. per
NOx e CO
24 h/g
340 gg/anno
7.000
NOx 200;
CO 200
Polveri totali 30
NH3 5
SO2 50
HCl 5
Campionamento
e analisi
Quinquennale
24 h/g
350 gg/anno
6.500
150
Estrattore d’aria locali
COV come C
T7 e K4
Il report annuale relativamente all’anno precedente, sarà inviato entro il 30 maggio di ogni anno, unitamente alle risultanze annuali del presente piano di monitoraggio.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
245
GIUNTA REGIONALE
Parametro/
inquinante
UM
Punto di emissione
Frequenza
autocontrollo
Modalità di
registrazione
dei controlli
Reporting
Quinquennale per: E11,
E16, E18, E37, E41, E42,
Temperatura
°C
Tutti
E43, E46, E50 ;
Cartaceo /
Triennale per: E3, E14,
informatico
Annuale
E15, E21, E22 ;
Annuale per: E44
Quinquennale per: E11,
E16, E18, E37, E41, E42,
Portata
Nmc/h
Tutti
E43, E46, E50 ;
Cartaceo /
Triennale per: E3, E14,
informatico
Annuale
E15, E21, E22 ;
Annuale per: E44
Quinquennale per: E41
Polveri totali
mg/Nmc
E3, E14, E15, E41
Triennale per: E3, E14,
E15
Cartaceo /
informatico
Annuale
Quinquennale per: E11,
E16, E18, E37, E42, E43,
COV come TOC
mg/Nmc
E1, E11, E16, E18, E21, E22, E37, E42,
E46, E50 ;
Cartaceo /
E43, E46, E44, E50
Triennale per: E21, E22 ;
informatico
Annuale
Annuale per: E44
S.M.E. per : E1.
NOx
CO
Polveri totali
NH3
SO2
HCl
mg/Nmc
E49
Alla messa in esercizio,
ovvero con S.M.E. per
NOx e CO
Cartaceo /
informatico
Annuale
Metodi standard di riferimento
I metodi standard di riferimento per gli inquinanti monitorati debbono essere conformi a quanto riportato
Allegato C3 del Decreto n. 8/VAA del 26/01/2012, ad eccezione di:
Parametro/
inquinante
NOx
CO
O2
SO2
UM
Metodi standard
di riferimento
mg/Nmc
mg/Nmc
mg/Nmc
mg/Nmc
EPA GRI 96/008
EPA GRI 96/008
EPA GRI 96/008
EPA GRI 96/008
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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246
GIUNTA REGIONALE
Sistemi di abbattimento
Saranno effettuati periodicamente interventi di manutenzione sui sistemi di abbattimento delle
emissioni in aria. Si provvederà quindi alla conservazione dei report degli interventi effettuati, nonché
alla trasmissione del riepilogo degli interventi effettuati su ciascun impianto entro il 30/05 di ogni anno.
Di seguito si riporta l’elenco dei sistemi di abbattimento presenti in stabilimento:
Sigla punto
emissione
Sistema di
abbattimento
Parti soggette a manutenzione
periodica
Periodicità della
manutenzione
Modalità di
controllo
Modalità di
registrazione dei
controlli effettuati
E1
Post
combustore
termico
Camera di combustione , bruciatori,
circuito combustione comburente,
sistemi di controllo dei parametri di
processo
Due volte l’anno
Ditta esterna
fornitrice
impianto
Su supporto
informatico
E1 ‘
Scrubber di
emergenza
Soluzione;
Pompa
Soluzione:
giornaliero;
Pompa: due
volte l’anno
E3, E14, E15,
E41
Filtro a
maniche di
tessuto
Maniche di tessuto
Annuale
E11, E16,E18,
E37, E39,E40,
E42, E43,E46,
E50
Filtro a
carboni attivi
Parte adsorbente
Annuale
Controllo
due volte
l’anno
Su supporto
cartaceo e /o
informatico
E49
DeNOx
Catalizzatore
Ogni due anni
(stimato)
Verifica su
contaore
Su supporto
cartaceo e /o
informatico
Soluzione:
test PH;
Pompa:
controllo
Controllo
due volte
l’anno
Su supporto
cartaceo e/o
informatico
Su supporto
cartaceo e /
informatico
Sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni gassose
Saranno effettuati periodicamente interventi di manutenzione sui sistemi di monitoraggio in continuo
delle emissioni gassose. Si provvederà quindi alla trasmissione del riepilogo degli interventi effettuati
durante l’anno sugli stessi, entro il 30/05 dell’anno successivo, nonché all’inoltro della copia del registro
di annotazione degli interventi di manutenzione, calibrazione, taratura dei sistemi di controllo in
continuo, compilato in occasione delle verifiche periodiche eseguite dalla società incaricata secondo
il modello di seguito riportato:
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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13/05/2014
247
GIUNTA REGIONALE
Emissione _E1 : REGISTRO di ANNOTAZIONE DEGLI INTERVENTI di MANUTENZIONE / CALIBRAZIONE / TARATURA DEI SISTEMI DI CONTROLLO IN
CONTINUO
Decreto LEGISLATIVO 152/2006 - ALLEGATO VI “Criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai valore limite di emissione”
Punto 3.2. Per ogni strumento devono essere registrate le azioni di manutenzione periodica e straordinaria mediante la redazione di una tabella di riepilogo degli
interventi.
TIPO di INTERVENTO EFFETTUATO
DATA
TIPO di
STRUMENTO
MANUTENZIONE ORDINARIA
/ CALIBRAZIONE / TARATURA
(specificare nel dettaglio le operazioni condotte)
* Note
MANUTENZIONE STRAORDINARIA
Descrizione malfunzionamento e descrizione
intervento
SOCIETA’ CHE
EFFETTUA
L’INTERVENTO
ESITO __________________
FIRMA ADDETTO
ALL’INTERVENTO
------------------------
* Note:
Indicare se trattasi di:
a) verifica periodica dell’analizzatore, della risposta strumentale su tutto l’intervallo di misura tramite prove e tarature fuori campo (da effettuarsi con periodicità almeno annuale);
b) controllo e correzione in campo delle normali derive strumentali o dell’influenza sulla misura della variabilità delle condizioni ambientali (taratura – da effettuarsi con periodicità almeno
annuale);
c) esecuzione degli interventi manutentivi periodici per il mantenimento dell’integrità ed efficienza del sistema riguardanti per esempio la sostituzione dei componenti attivi soggetti ad
esaurimento o pulizie di organi filtranti, etc.;
d) verifica periodica in campo delle curve di taratura degli analizzatori (da effettuarsi con periodicità almeno annuale).
LA DITTA………………………………
L’incaricato: ………………………………………
(timbro)
(firma)
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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13/05/2014
248
GIUNTA REGIONALE
Si provvederà inoltre alla trasmissione del registro di annotazione delle cause di indisponibilità dei
risultati, che potrà essere stampato direttamente dal software di gestione del S.M.E. e che riporterà
almeno le informazioni contenute nel seguente modello:
Emissione E1 : Registro di annotazione delle cause di indisponibilità dei dati del sistema di monitoraggio
in continuo
Decreto LEGISLATIVO 152/2006 - ALLEGATO VI
“Criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati
ai valore limite di emissione”
“Il gestore è tenuto a riportare nella documentazione le cause di indisponibilità dei dati”.
DATA
ORARIO DI
INDISPONIBILITA’
DEI DATI
(dalle ore ………
alle ore ……....)
CAUSA DI
INDISPONIBILITA’ DEI DATI
(Indicare nel dettaglio)
LA DITTA………………………………
L’incaricato: ………………………………………
(timbro)
(firma)
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Numero
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Data
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249
GIUNTA REGIONALE
Saranno regolarmente tenuti sotto controllo tutti i motivi di supero dei valori limite fissati per gli
inquinanti di emissione monitorati in continuo, con annotazione dei valori anomali riscontrati (medie
orarie) in apposito registro conservato in azienda, che potrà essere stampato direttamente dal software
di gestione del S.M.E. e che riporterà almeno le informazioni contenute nel seguente modello:
Registro di annotazione delle cause di superamento del valore limite di emissione del valore medio orario
o media oraria registrato dal sistema di monitoraggio in continuo
Decreto LEGISLATIVO 152/2006 - ALLEGATO VI
“Criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai valore limite di emissione”
Salvo diversamente indicato nel presente decreto, in caso di misure in continuo, le emissioni convogliate si
considerano conformi ai valori limite se nessuna delle medie di 24 ore supera i valori limite di emissione e se
nessuna delle medie orarie supera i valori limite di emissione di un fattore superiore a 1.25.
Data
Ora
Parametro
Valore
rilevato
Unità di
Misura
Causa
(indicare nel dettaglio)
Addetto
all’impianto
LA DITTA………………………………
L’incaricato: ………………………………………
(timbro)
(firma)
Inoltre, il sistema di monitoraggio ed analisi sarà controllato e manutenuto secondo la periodicità e le
indicazioni fornite dalla ditta fornitrice del S.M.E. da personale interno all’azienda Elantas Italia srl, con
l’intento di conservare il S.M.E. in perfette condizioni di operatività al fine di ottenere rilevazioni sempre
accurate e puntuali circa le emissioni.
Verifica dell’indice di Accuratezza Relativo del sistema di analisi in continuo delle emissioni
La Verifica dell’Indice di Accuratezza Relativo del sistema di analisi in continuo delle emissioni in
atmosfera provenienti provenienti dai punti di emissione monitorati in continuo, conformemente a
quanto descritto al punto 3.4 dell’allegato ex-DM 21.12.1995, sarà effettuata nel mese di ottobre di
ogni anno; gli esiti della verifica saranno trasmessi mediante relazione e certificati analitici rilasciati da
laboratorio abilitato entro il 30.05 dell’anno successivo.
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GIUNTA REGIONALE
Verifica delle emissioni diffuse.
Descrizione
Origine
Modalità di controllo
Frequenza di
controllo
Modalità di
registrazione dei
controlli
Reporting
SOV
Unità
produttive
Stima eseguita sulla base
della quantità di solventi
in input ed in output
Annuale
Cartaceo/informatico
Annuale
Emissioni eccezionali
Le emissioni eccezionali e prevedibili, quali quelle che si verificano durante le fasi di spegnimento e
riaccensione degli impianti e nei periodi di manutenzione, sono registrate su supporto
cartaceo/informatico.
Le registrazioni sono tenute a disposizione presso gli uffici per eventuali controlli.
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251
GIUNTA REGIONALE
1.7 Emissioni in acqua
Saranno effettuate analisi delle acque di scarico provenienti dall’intero stabilimento .
Gli inquinanti monitorati sono indicati nella tabella sotto riportata:
Sigla
Provenienza
emissione
Parametro
Sistema
utilizzato
Frequenza
Metodi di
rilevamento
Unità di
misura
Laboratorio
di Analisi
Accreditato
bimestrale
Misure dirette
discontinue
mg/l
Sol. Sosp.
Totali
COD
Cl-
S1
Intero impianto
NH4+
HC Totali
Fenoli
Solv. Org.
Arom.
.
Tensioattivi
MBAS
Tensioattivi
PPAS
Metodi standard di riferimento
I metodi standard di riferimento per gli inquinanti monitorati debbono essere conformi a quanto riportato
Allegato C3 del Decreto n. 8/VAA del 26/01/2012, ad eccezione di:
Parametro/
inquinante
UM
Metodi standard
di riferimento
Cl-
mg/Nmc
Apat Irsa Cnr
Man.29 2003-4090
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252
GIUNTA REGIONALE
1.8 Rumore
Ogni anno sarà effettuata una verifica della situazione generale al fine di individuare eventuali
modifiche agli impianti, inserimenti di nuove attrezzature o interventi che possono aver avuto influenza
sulle emissioni sonore, nel qual caso saranno effettuati nuovi rilievi strumentali.
La valutazione strumentale relativa a questi sarà conservata presso l’azienda, mentre un estratto, con
evidenziate eventuali criticità, sarà trasmesso all’Autorità Competente nell’ambito della comunicazione
dei risultati del piano di monitoraggio e controllo trasmesso annualmente entro il 30/05 dell’anno
successivo.
Altresì, entro il termine di validità dell’autorizzazione, il gestore provvederà ad effettuare una campagna
di misurazioni fonometriche su tutto il perimetro del sito produttivo nei punti indicati dalla tabella
seguante.
Tabella rumore – Sorgenti, rumore
Sorgente
prevalente
Area Produzione
Area Centrale
Idrica e
Postcombustore
Area agitazione
serbatoi bacino
M5
Area
Cogenerazione
Area locale
lavaggio
contenitori
Confine lato
Strada (nord)
Punto di misura
degli effetti della
emissione
Descrizione
Confine ovest, area di
produzione durante le
normali attività
Confine sud-ovest, area
centrale idrica e
postcombustore
Confine sud, lato fiume
Tronto e agitazione
serbatoi bacino M5
Confine sud-est, area
Cogenerazione durante
le normali attività
Confine est, area
lavaggio contenitori
durante le normali
attività
Confine nord, lato
Strada Zona Ind.
Campolungo
Frequenza del
controllo
Almeno entro
termine validità
AIA
Almeno entro
termine validità
AIA
Almeno entro
termine validità
AIA
Almeno entro
termine validità
AIA
Reporting
Cartaceo/
informatico
Cartaceo/
informatico
Cartaceo/
informatico
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità
AIA
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità
AIA
Cartaceo/
informatico
Una copia del rapporto di rilevamento acustico sarà conservata presso l’azienda, ed una sintesi sarà
trasmessa nell’ambito dei risultati del piano di monitoraggio e controllo inviato all’autorità competente.
.
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Data
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253
GIUNTA REGIONALE
1.9 Rifiuti
Per i rifiuti in uscita si procede:
• alla verifica della classificazione di pericolosità mediante analisi di laboratorio, ove pertinenti, che
saranno effettuate con frequenza almeno biennale, ovvero in caso di modifica dell’attività di
provenienza;
• alla verifica delle caratteristiche di idoneità ammesse per il sito di destinazione (caratterizzazione del
rifiuto);
• alla verifica dell’idoneità amministrativa degli impianti di smaltimento/recupero di destinazione dei
rifiuti prodotti, con archiviazione in cartaceo o sul sistema informatico degli estremi delle
autorizzazioni di tutti i soggetti terzi.
I certificati di analisi firmati da tecnico abilitato saranno conservati presso la sede della Ditta e
trasmessi entro il 30/05 di ogni anno successivo.
Sarà incentivato l’avvio dei rifiuti al recupero piuttosto che allo smaltimento, anche migliorando la
raccolta differenziata all’interno della ditta.
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254
GIUNTA REGIONALE
Controllo qualità e quantità rifiuti in uscita (rif. al 2011)
Tipologia del rifiuto
Descrizione rifiuto
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Acque di processo
Acque di scrubber
Soluzioni acquose di lavaggio
Rifiuti liquidi di lavorazione
Solventi organici
Resine non polimerizzate
Fanghi di pulizia serbatoi
Carta da filtro sporca
Segatura impregnata di vernice
Polveri e particolato di materiali non ferrosi
Altri oli per circuiti idraulici
Imballaggi in legno
Imballaggi in materiali misti
Imballaggi contenenti residui di sostanze
pericolose
Materiali filtranti contenenti sostanze
pericolose
Rifiuti organici contenenti sostanze
pericolose
Sostanze chimiche di laboratorio contenenti
o costituite da sostanze pericolose
Batterie al piombo
Ferro e Acciaio
Materiali isolanti contenenti o costituiti da
sostanze pericolose
Materiali isolanti non contenenti sostanze
pericolose
Quantità prodotta
Smaltimento Recupero
t/anno
t/anno
Attività di
provenienza
Codice
C.E.R.
Classificazione
Linee produttive
070201
Rifiuto speciale pericoloso
10,5
Linee produttive
070204
Rifiuto speciale pericoloso
2,5
Linee produttive
070208
Rifiuto speciale pericoloso
12
Linee produttive
070210
Rifiuto speciale pericoloso
0,5
105
45
Linee produttive
Officina
Magazzino
Intera azienda
120104
130113
150103
150106
Rifiuto speciale non pericoloso
Rifiuto speciale pericoloso
Rifiuto speciale non pericoloso
Rifiuto speciale non pericoloso
6
Intera azienda
150110
Rifiuto speciale pericoloso
1
Linee produttive
150202
Rifiuto speciale pericoloso
3,5
Laboratorio
160305
Rifiuto speciale pericoloso
0,5
Laboratorio
160506
Rifiuto speciale pericoloso
Intera azienda
Officina
160601
170405
Rifiuto speciale pericoloso
Rifiuto speciale non pericoloso
Linee produttive
170603
Rifiuto speciale pericoloso
Linee produttive
170604
Rifiuto speciale non pericoloso
0
0
24,5
82
0,5
17
1
0
0
Frequenza analisi
o classificazione
Biennale
o
in caso di variazione
delle attività di
provenienza
Modalità di registrazione
dei controlli effettuati
La documentazione tecnica ed i
risultati analitici saranno archiviati
in formato informatico e/o
cartaceo all’interno dello
stabilimento a cura del
responsabile ufficio ambiente e
conservati per almeno 5 anni
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255
GIUNTA REGIONALE
1.11 GESTIONE DELL’IMPIANTO
GESTIONE DELLE FASI CRITICHE DELL’IMPIANTO
Controllo fasi critiche, manutenzioni, depositi
L’azienda effettua autonomi controlli sul ciclo produttivo e sulle sue fasi critiche attraverso procedure e
moduli di controllo di gestione.
Il Controllo delle fasi critiche è effettuato in modo continuo con sistema elettronico DCS. I dati sono
registrati e saranno tenuti a disposizione dell’Autorità Competente per un periodo di almeno due anni.
Controlli e manutenzioni sui macchinari
I controlli e le manutenzioni sui macchinari sono gestiti e registrati con apposito software a disposizione
del reparto manutenzione. I dati sono registrati e saranno tenuti a disposizione dell’Autorità
Competente per un periodo di almeno due anni.
Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, bacini di contenimento, piazzali, etc.)
Sono condotte operazioni periodiche di controllo delle strutture adibite allo stoccaggio (serbatoi oli,
emulsioni e acidi, container metallici e relativi coperchi ove presenti) e relative parti accessorie.
In caso di evidenza di anomalie si provvederà alla immediata messa in sicurezza mediante operazioni
di sostituzione o riparazione delle strutture danneggiate.
Gli interventi effettuati saranno registrati con apposito software a disposizione del reparto
manutenzione. I dati sono registrati e saranno tenuti a disposizione dell’Autorità Competente per un
periodo di almeno due anni.
In caso di interventi di ditte esterne, le fatture o i report relativi saranno conservati in azienda.
1.12 Indicatori di prestazioni
Monitoraggio degli indicatori di performance ambientali
Saranno verificati annualmente gli indicatori di performance ambientali classificabili come strumento di
controllo indiretto tramite indicatori di consumo di risorse.
Tali indicatori, rapportati alle tonnellate di manufatto prodotto nello stesso arco temporale dall’azienda,
saranno raccolti entro un report cartaceo ed informatico, conservato ed inoltrato entro il 30 maggio di
ogni anno con riferimento all’anno solare precedente.
In particolare si provvederà alla verifica degli indicatori di prestazione riferiti al consumo idrico del sito,
al consumo di combustibile, al consumo energetico, nonché al rapporto di recupero dei rifiuti.
Gli stessi indicatori saranno confrontati con quanto rilevato negli anni precedenti al fine di verificare la
bontà della politica di miglioramento aziendale anche in termini di performance ambientali.
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256
GIUNTA REGIONALE
Indicatori di prestazione riferiti al Consumo idrico del sito
Tipologia
Anno di
riferimento
Tipologia utilizzo e
Fase di utilizzo
Acqua di
pozzo
privato
Uso industriale:
Produzione di vapore
Uso industriale:
Raffreddamento
Acqua
Potabile
Uso igienico-sanitario
Frequenza Metodo di
di lettura rilevamento
Annuale
Misura diretta
discontinua
Annuale
Misura diretta
discontinua
Consumo
annuo totale
(m3/anno)
Consumo annuo
specifico
% ricircolo
(m3/tonnellata di
prodotto)
Indicatori di prestazione riferiti al Consumo di combustibile
Tipologia
combustibile
Metano
Anno di
riferimento
Frequenza di
rilevamento
Metodo di
rilevamento
Annuale
Misura diretta
discontinua
Consumo
totale annuo
Consumo annuo
specifico
(mc/anno)
(mc/ton. di prodotto)
Indicatori di prestazione riferiti al Consumo energetico
Consumo di energia per unità di prodotto finito (MWh/ton)
Prodotto
termica
elettrica
totale
(MW th)
(MWeh)
(MWh)
Indicatori di prestazione riferiti al Rapporto di recupero dei rifiuti
Indica il rapporto tra i residui riciclati ed i residui o i rifiuti totali prodotti, secondo la seguente tabella:
Rifiuti prodotti e
destinati allo
smaltimento
ton/anno
Residui prodotti e
destinati al recupero
ton/anno
Totale ton.
Rifiuti prodotti
Totale ton. Rifiuti prodotti ed avviati al recupero
/
Totale ton. rifiuti prodotti
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Data
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257
GIUNTA REGIONALE
RESPONSABILITA’ NELL’ESECUZIONE DEL PIANO
ATTIVITA’ A CARICO DELL’ENTE DI CONTROLLO
CONTROLLO IMPIANTO IN ESERCIZIO
Tipologia di attività
Controllo del funzionamento degli impianti
di abbattimento con attività di
campionamento ed analisi emissioni in
atmosfera
Controllo della gestione dei rifiuti ed
eventuale caratterizzazione
Controllo prescrizioni AIA e
adeguamento alle BAT
Ente
Competente
Frequenza
Componente
interessata
Totale interventi nel
periodo di validità
dell’autorizzazione
ARPAM
Quinquennale
Aria – acqua
1
ARPAM
Quinquennale
Rifiuti
1
ARPAM
Quinquennale
Tutte le componenti
ambientali
1
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Data
50/VAA
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258
GIUNTA REGIONALE
GESTIONE E COMUNICAZIONE DEI RISULTATI DEL MONITORAGGIO
Il gestore si impegna conservare su idoneo supporto informatico e/o cartaceo tutti i risultati dei dati del
monitoraggio e controllo per un periodo di almeno 5 anni.
Entro il 31 dicembre di ogni anno, il gestore invierà all’Autorità competente, al Comune di Ascoli Piceno
ed all’ARPAM, un calendario dei controlli programmati relativamente all’anno solare successivo
(eventuali variazioni verranno comunicate agli stessi Enti).
I risultati del monitoraggio saranno comunicati all’Autorità competente, al comune di Ascoli Piceno e
all’ARPAM con frequenza annuale.
Entro il 30 maggio di ogni anno, il gestore trasmetterà una sintesi dei risultati del Piano di Monitoraggio
e Controllo raccolti nell’anno solare precedente, corredati da certificati analitici firmati da un tecnico
abilitato, ed una relazione che evidenzi la conformità dell’esercizio dell’impianto alle condizioni
prescritte nell’AIA di cui il piano di Monitoraggio è parte integrante. I dati verranno forniti su supporto
informatico e/o in formato cartaceo.
.
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259
GIUNTA REGIONALE
PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO
(situazione POST-MODIFICA)
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Pag.
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260
GIUNTA REGIONALE
1 – COMPONENTI AMBIENTALI INTERESSATE E PUNTI DI CONTROLLO
1.1 Impiego di Materie prime
Di seguito si riporta l’elenco delle materie prime, riferite all’anno 2011, utilizzate presso lo stabilimento
Elantas Italia Srl di Ascoli Piceno:
Materie Prime rif. 2011
Denominazione
Fase di utilizzo
Stato fisico
Unità di
misura
Quantità
Acidi carbossilici
produzione sintesi
solido/liquido
ton/anno
758,54
Acidi cresilici
produzione
sintesi/diluizione
liquido
ton/anno
3.630,78
Acido isocianurico
produzione sintesi
solido
ton/anno
6,72
Acqua tridistillata
produzione sintesi
liquido
ton/anno
0,05
solido/liquido
ton/anno
35,18
liquido
ton/anno
98,83
liquido
ton/anno
2.374,76
Additivi
Alcoli
Ammidi
produzione
dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
Anidride trimellitica
produzione sintesi
solido
ton/anno
2.330,51
Caprolattame
produzione sintesi
solido
ton/anno
5,57
solido/liquido
ton/anno
183,47
solido
ton/anno
3,39
liquido
ton/anno
44,85
solido/liquido
ton/anno
0,954
Catalizzatori
Cere
Cicloesano
Coloranti
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
Diamminodifenilmetano
produzione sintesi
liquido
ton/anno
901,92
Dimetiltereftalato
produzione sintesi
solido
ton/anno
1012,65
liquido
ton/anno
150,8
liquido
ton/anno
3.185,03
liquido
ton/anno
43,39
liquido
ton/anno
732,37
Eptano
Fenolo
Ftalato di metile
M.d.i.
produzione
dissoluzione
produzione
sintesi/dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione sintesi
Modalità di
registrazione e
trasmissione
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
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50/VAA
Pag.
13/05/2014
261
GIUNTA REGIONALE
Denominazione
Fase di utilizzo
Stato fisico
Unità di
misura
Quantità
Paraformaldeide
produzione sintesi
solido
ton/anno
4,12
Pet
produzione sintesi
solido
ton/anno
80,45
Polioli
produzione sintesi
solido/liquido
ton/anno
3.498,83
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
produzione
dissoluzione
liquido
ton/anno
25,74
liquido
ton/anno
240,01
liquido
ton/anno
3.035,95
T.d.i.
produzione sintesi
liquido
ton/anno
99,27
Xilolo
produzione
dissoluzione
liquido
ton/anno
817,61
Ragia
Resine Fenoliche
Solvesso
Modalità di
registrazione e
trasmissione
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Di seguito si riporta il modello da utilizzare per il monitoraggio annuale delle quantità di materie prime
utilizzate presso lo stabilimento Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
CONSUMO MPS/MPL MENSILI ANNO _____ (Kg)
nome
Totale
complessivo
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
totale
anno
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
262
GIUNTA REGIONALE
La Ditta si deve impegnare ad individuare prodotti alternativi che possano andare a sostituire
quei prodotti oggi in uso e che hanno preponderanti caratteristiche di pericolosità per la salute
e/o l’ambiente. La Ditta deve inviare una relazione in tal senso annualmente tenendo informata
l’AC sui progressi e miglioramenti ottenuti anche in relazione al regolamento REACH.
Il report annuale relativamente all’anno precedente, sarà inviato entro il 30 maggio di ogni anno,
unitamente alle risultanze relative all’anno precedente del presente piano di monitoraggio.
1.2 Radiazioni – Controllo Radiometrico.
Non previsto
1.3 Risorsa idrica
Il monitoraggio del consumo della risorsa idrica verrà effettuato mensilmente, tramite autolettura dei
contatori volumetrici installati all’uscita di ciascun contatore, prima di qualsiasi utilizzo (misura diretta
discontinua) e rendicontato annualmente nel mese di gennaio di ogni anno.
Tipologia di
approvvigionamento
Punto di
misura
Metodo di
misura
Fase di
utilizzo
Quantità
utilizzata
rif. 2011
(mc/anno)
Frequenza
autocontrollo
Modalità di
registrazione
dei controlli
Reporting
Acqua Industriale
Ingresso
stabilimento
Contatore
volumetrico
Industriale
14.600
Mensile
Cartaeo/
informatico
Annuale
Acquedotto
Ingresso
stabilimento
Contatore
fiscale
Domestico
2.400
Mensile
Cartaeo/
informatico
Annuale
1.4 Risorsa energetica
Saranno periodicamente archiviate le fatture con lettura dei consumi, tramesse nel corso di ogni anno
dall’ente gestore per l’energia elettrica. I dati rilevati saranno confrontati con quanto dichiarato negli
anni precedenti al fine di verificare eventuali perdite o sovra consumi da accertare. Altresì, sarà
periodicamente effettuato un audit sull’efficienza energetica del sito, al fine di identificare tutte le
opportunità di riduzione del consumo energetico e di efficienza di utilizzo delle risorse, che sarà
conservato all’interno dell’azienda, nonché un estratto sarà trasmesso all’Autorità competente
nell’ambito dei risultati del piano di monitoraggio e controllo.
Descrizione
Tipologia
Metodo
misura
Quantità
MWh/a
rif. 2011
Modalità di
Frequenza
registrazione Reporting
autocontrollo
dei controlli
Energia
elettrica
Utenze civili
ed industriali
Contatore
fiscale
3.750 da
rete; 772 da
fotovoltaico
Mensile
Cartacea /
Elettronica
Annuale
Energia
termica
Utenze civili
ed industriali
Contatore
fiscale
di metano
13.600
Mensile
Cartacea /
Elettronica
Annuale
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
263
GIUNTA REGIONALE
1.5 Combustibili
Saranno periodicamente archiviate le fatture di acquisto di ogni anno relative ai combustibili metano,
gasolio e bioliquidi energetici. I dati rilevati saranno confrontati con quanto dichiarato negli anni
precedenti al fine di verificare eventuali perdite o sovra consumi da accertare.
3
Tipologia
Fase di
utilizzo
Metodo
di misura
Quantità m
Rif. 2011
Frequenza
autocontrollo
Metano
Industriale
Contatore
1.365.112
Mensile
Gasolio
Industriale
Fatture
20,5
Mensile
Bioliquidi
energetici
Industriale
Contatore
2.500 (tonnellate)
(valore stimato)
Mensile
Modalità di
registrazione
dei controlli
Cartacea /
Elettronica
Cartacea /
Elettronica
Cartacea /
Elettronica
Reporting
Annuale
Annuale
Annuale
Di seguito si riporta il modello da utilizzare per il monitoraggio annuale delle quantità di risorsa idrica,
risorsa energetica e combustibili utilizzate presso lo stabilimento Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
CONSUMO RISORSE ANNO _____
RISORSA
UM gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Totale
Acqua Potabile
m
3
Di Cui Consumo X Alimentaz. G.V.
m
3
Metano
m
3
Gasolio
m
3
Bioliquido
m
3
Energia Elettrica Prelevata Da Rete Enel Kw/h
1.6 Produzione Energia
Sarà tenuto sotto controllo l’energia prodotta sia dal fotovoltaico che dalla cogenerazione
Energia elettrica prodotta dalla cogenerazione
L’energia elettrica prodotta dall’impianto di cogenerazione sarà destinata alla vendita al gestore della
rete elettrica (950 kW).
In ogni caso è prevista una riduzione del consumo di metano i cui consumi principali ad oggi sono dati
dal funzionamento del Post combustore e delle caldaie di riscaldamento fluidi al servizio degli impianti
di produzione.
La quantità massima di metano che potrà essere risparmiata dovrebbe attenersi a circa 500.000
metri cubi l’anno.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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13/05/2014
264
GIUNTA REGIONALE
Energia elettrica prodotta da fotovoltaico
L’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico è destinata principalmente all’autoconsumo ed in
parte alla cessione al gestore della rete elettrica, durante i periodi di chiusura dello stabilimento.
Tipologia
energia elettrica prodotta
(fotovoltaico)
energia elettrica immessa
in rete enel (fotovoltaico)
energia elettrica prodotta
da cogeneratore
energia termica prodotta
da cogeneratore
Quantità
anno
______
Frequenza
autocontrollo
Modalità di
registrazione dei
controlli
Reporting
Contatore
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Contatore
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Contatore
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Contatori
Mensile
Cartacea / Elettronica
Annuale
Metodo di
misura
Di seguito si riporta il modello da utilizzare per il monitoraggio annuale delle quantità di energia
prodotta presso lo stabilimento Elantas Italia srl di Ascoli Piceno:
PRODUZIONE ENERGIA ANNO ______
RISORSA
Energia elettrica
prodotta da impianto
fotovoltaico
Energia elettrica
prodotta da
cogeneratore
Energia elettrica
prodotta da fotovoltaico
immessa in rete Enel
energia termica prodotta
da cogeneratore
UM
Kw/h
Kw/h
Kw/h
kW/h
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott nov dic Totale
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Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
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265
GIUNTA REGIONALE
1.7 Emissioni in Aria
Durante ciascun anno solare saranno effettuate analisi delle emissioni in aria in base alle periodicità
stabilite per ciascun punto di emissione di seguito indicato, salvo che per le emissioni monitorate in
continuo e quelle ad inquinamento atmosferico scarsamente rilevante.
La frequenza delle analisi delle emissioni in aria è quella indicata nella tabella più sotto riportata.
Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali ( 273,15 ° K e 101,323 kPa); o ve non
indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
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13/05/2014
266
GIUNTA REGIONALE
Sigla Descrizione
Metodi di
Parametri
rilevamento
E1* - Post combustore COV
**
termico
come C
E3
Impianto
Polveri
Trasporto Polveri totali
Estrattore d’aria
E11** Reparto
Produzione
COV
come C
S.M.E.
Durata
Portata (Nmc/h)
Risultati
emissione % O2 di
Frequenza
riferimento
Valore
Misurata
(mg/Nmc)
h/anno
limite
S.M.E.
Valori
limite
(mg/Nmc)
8.400
5%
10.000
100
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
4.000
n.a. ***
700
50
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
3.000
150
E14
Impianto
Polveri
Trasporto Polveri
Totali
linea 2
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
4.000
n.a. ***
700
50
E15
Impianto
Polveri
Trasporto Polveri
Totali
linea 3
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
4.000
n.a. ***
700
50
E18
**
Estrattore d’aria
locale F
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
1.000
150
E21
**
Forno verticale
sinistro
sperimentale di
smaltatura
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
4.000
n.a. ***
700
150
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Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
267
GIUNTA REGIONALE
Sigla Descrizione
Metodi di
Parametri
rilevamento
Durata
Portata (Nmc/h)
Risultati
emissione % O2 di
Frequenza
riferimento
Valore
Misurata
(mg/Nmc)
h/anno
limite
Valori
limite
(mg/Nmc)
Funzionamento
alternato con
E22
Forno verticale
E22
**
E23
E36
Destro
sperimentale di
smaltatura
Funzionamento
alternato con
E21
Aspiratore
Officina
Meccanica
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
4.000
n.a. ***
700
Polveri
Totali
Metalli
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
500
n.a. ***
100
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
8.400
Caldaia per uso
industriale
alimentata a gas
NOX
metano con
potenzialità di
4.000.000 kcal/h
150
10
2
5%
6.200
150
REGIONE MARCHE
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Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
268
GIUNTA REGIONALE
Sigla Descrizione
Metodi di
Parametri
rilevamento
Durata
Portata (Nmc/h)
Risultati
emissione % O2 di
Frequenza
riferimento
Valore
Misurata
(mg/Nmc)
h/anno
limite
Valori
limite
(mg/Nmc)
E37
**
Estrattore d’aria
Ampliamento
Produzione
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
2.200
150
E39
**
Estrattore d’aria
Produzione
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
Sistema
2.200
d’emergenza
Sistema
150
d’emergenza
E40
**
Estrattore d’aria COV
confezionamento come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
Sistema
2.200
d’emergenza
Sistema
150
d’emergenza
E41
Estrattore d’aria
caricamento
polveri
Polveri
Totali
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
7.000
50
E42
**
Estrattore d’aria
locale lavaggio
contenitori
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
2.500
150
E43
**
Estrattore d’aria
locale lavaggio
contenitori
COV
come C
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
600
150
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Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
269
GIUNTA REGIONALE
Sigla Descrizione
Metodi di
Parametri
rilevamento
Durata
Portata (Nmc/h)
Risultati
emissione % O2 di
Frequenza
riferimento
Valore
Misurata
(mg/Nmc)
h/anno
limite
Valori
limite
(mg/Nmc)
E44
**
Aspirazione
forno orizzontale COV
e cappe
come C
laboratorio
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
2.000
150
E46
**
Estrattore d’aria
locale F
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
6.000
n.a. ***
7.000
150
COV
come C
E49 * Cogeneratore
Alla messa
in
NOx, CO,
esercizio,
Polveri
Campionamento annuale
totali,
e analisi ;
per i primi 8.200
2 anni
NH3,
ovvero S.M.E.
SO2, HCl
ovvero con
S.M.E. per
NOx e CO
E50
**
COV
come C
*
Estrattore d’aria
locali T7 e K4
Annuale
Campionamento
per i primi
e analisi
2 anni
287
NOx 200;
5%
Impianto non
ancora a
6.800
regime
n.a. ***
6.000
Emissione dotata di sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera; tutte le altre emissioni hanno monitoraggio di tipo discontinuo
** Emissione rientrante nell’art. 275 del D.Lgs. 152/2006; i limiti di emissione diffusa dall’intero sito, sono riportati nella tabella seguente:
CO 200
Impianto non Polveri
ancora a
totali 30
regime
NH3 5
SO2 50
HCl 5
150
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
270
GIUNTA REGIONALE
CAPACITA’ NOMINALE DELL’IMPIANTO ;
CONSUMO MASSIMO TEORICO DI SOLVENTE
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
VALORE LIMITE PER
L’EMISSIONE DIFFUSA
39.000 ton/anno di prodotti finiti (quantità stimata);
18.00 ton/anno di solventi (quantità stimata)
3% dell’input di solventi nel
periodo di riferimento
540 ton/anno di COV
*** Non applicabile in quanto punti di aspirazione
Il report annuale relativamente all’anno precedente, sarà inviato entro il 30 maggio di ogni anno, unitamente alle risultanze annuali del presente
piano di monitoraggio.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
271
GIUNTA REGIONALE
Tabella Inquinanti monitorati – metodi standard di riferimento
Per le metodiche analitiche emissioni in atmosfera il gestore utilizzerà i metodi analitici riportati nell’allegato C3
del Decreto Regionale del Dirigente della PF VAA n. 8 del 26.01.2012. L’utilizzo di una metodica analitica
differente, sarà giustificato da un rapporto che ne dimostri l’equivalenza con quella di riferimento di cui all’allegato
C3 del sopracitato decreto.
Parametro/
inquinante
UM
Punto di emissione
Temperatura
°C
Tutti
Portata
Nmc/h
Tutti
Polveri totali
mg/Nmc
E3, E14, E15, E23,E41
COV come
TOC
mg/Nmc
E1, E11, E16, E18, E21, E22, E37,
E42, E43, E46, E44, E50
Annuale per i primi 2
Modalità di
registrazione
dei controlli
Cartaceo /
anni
informatico
Annuale per i primi 2
Cartaceo /
anni
informatico
Annuale per i primi 2
Cartaceo /
anni
informatico
Frequenza
autocontrollo
S.M.E. per : E1;
annuale per i primi 2
anni
NOx
CO
Polveri totali
NH3
SO2
HCl
mg/Nmc
E49
SME, annuale per i
primi 2 anni
NOx
mg/Nmc
E36
Annuale per i primi 2
anni
Metalli
mg/Nmc
SME, annuale per i
primi 2 anni
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Cartaceo /
informatico
Reporting
Annuale
Annuale
Annuale
Annuale
Annuale
Annuale
Annuale
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Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
272
GIUNTA REGIONALE
Per le metodiche analitiche delle emissioni in atmosfera il gestore utilizzerà i metodi analitici riportati
nell’Allegato C3 del Decreto della PF VAA n. 8/2012. L’utilizzo di una metodica analitica differente, sarà
giustificato Da un rapporto che ne dimostri l’equivalenza con quella di riferimento di cui all’allegato C3
del sopracitato decreto.
Sistemi di abbattimento
Saranno effettuati periodicamente interventi di manutenzione sui sistemi di abbattimento delle
emissioni in aria. Si provvederà quindi alla conservazione dei report degli interventi effettuati, nonché
alla trasmissione del riepilogo degli interventi effettuati su ciascun impianto entro il 30/05 di ogni anno.
Di seguito si riporta l’elenco dei sistemi di abbattimento presenti in stabilimento:
Sigla punto
emissione
Sistema di
abbattimento
E1
Post
combustore
termico
E1 ‘
Scrubber di
emergenza
E3, E14, E15,
E41
Parametri del controllo del processo
di abbattimento
Stato di: Camera di combustione,
bruciatori, circuito combustione
comburente, sistemi di controllo dei
parametri di processo, analizzatore in
continuo tipo FID da installarsi se e solo
se i flussi di massa di COV ≥ 100Kg/h a
monte del combustore.
Unità di
misura
Frequenza Moodalita di
di controllo registrazione
n.a.
Due volte
l’anno
pH soluzione;
Stato Pompa
pH ;
n.a.
Soluzione:
giornaliero;
Pompa: due
volte l’anno
Filtro a
maniche di
tessuto
Delta P
bar
Controllo
due volte
l’anno
E11, E16,E18,
E37, E39,E40,
E42, E43,E46,
E50
Filtro a
carboni attivi
Tasso di carico
%
Controllo
due volte
l’anno
E49
DeNOx
n.a. (contaore)
Ogni due
anni
(stimato)
Verifica su
contaore
Su supporto
cartaceo e/o
informatico su
sistema gestionale
interno
Su supporto
cartaceo e/o
informatico su
sistema gestionale
interno
Su supporto
cartaceo e/o
informatico su
sistema gestionale
interno
Su supporto
cartaceo e/o
informatico su
sistema gestionale
interno
Su supporto
cartaceo e/o
informatico su
sistema gestionale
interno
Sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni gassose
Durante ogni anno saranno effettuati interventi di manutenzione sui sistemi di monitoraggio in continuo delle
emissioni gassose.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
273
GIUNTA REGIONALE
I sistemi di misura in continuo delle emissioni (SME) saranno sottoposti ogni anno a manutenzione, verifiche, test
di funzionalità, taratura secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 14181:2005 sulla assicurazione di qualità
dei sistemi automatici di misura.
La verifica delle prestazioni e del funzionamento dello SME e la valutazione della variabilità e della validità della
taratura mediante la conduzione del test di sorveglianza annuale.
Si provvederà quindi entro il 30/05 dell’anno successivo, alla trasmissione del riepilogo degli interventi effettuati
durante l’anno sugli stessi, con l’invio della copia del registro di annotazione degli interventi di manutenzione,
calibrazione, taratura dei sistemi di controllo in continuo, compilato in occasione delle verifiche periodiche
eseguite dalla società incaricata.
Si provvederà inoltre alla trasmissione del registro di annotazione delle cause di indisponibilità dei risultati, che
potrà essere stampato direttamente dal software di gestione del S.M.E. e che riporterà almeno le informazioni
contenute nel seguente modello:
Saranno regolarmente tenuti sotto controllo tutti i motivi di supero dei valori limite fissati per gli inquinanti dei punti
di emissione monitorati in continuo, con annotazione dei valori anomali riscontrati (medie orarie) in apposito
registro conservato in azienda, che potrà essere stampato direttamente dal software di gestione del S.M.E..
Inoltre, il sistema di monitoraggio ed analisi sarà controllato e manutenuto secondo la periodicità e le indicazioni
fornite dalla ditta fornitrice del S.M.E. da personale interno all’azienda Elantas Italia srl, con l’intento di conservare
il S.M.E. in perfette condizioni di operatività al fine di ottenere rilevazioni sempre accurate e puntuali circa le
emissioni.
Verifica delle emissioni diffuse.
Descrizione
Origine
Modalità di controllo
Frequenza di
controllo
Modalità di
registrazione dei
controlli
Stima
Emissioni Diffuse
Intero sito
Piano Gestione Solventi: Stima
eseguita sulla base della quantità
di solventi in input ed in output
Annuale
Cartaceo /
informatico
Monitoraggio
Emissioni Diffuse
Intero sito
Controllo giornaliero
Giornaliera
Cartaceo /
informatico
Verifica delle emissioni odorigene.
Sarà eseguito con frequenza triennale un monitoraggio degli odori volto alla individuazione (E’ possibile seguire,
ove possibile, il protocollo derivato dalla VDI 3940 “Determination of odorants in ambient air by field ispection” ),
analisi, stima e controllo degli impatti olfattivi indotti dalle emissioni di sostanze odorigene dai processi produttivi
all’interno dello stabilimento secondo una procedura articolata nelle seguenti fasi:
4. speciazione delle emissioni odorigene: a) campionamento effettuato sulla base dei diversi cicli produttivi
(tipologia di materiali utilizzati e qualità delle emissioni reali o presumibili); b) analisi chimica – identificazione
e quantificazione dei composti chimici costituenti la miscela odorigena;
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
274
GIUNTA REGIONALE
5. caratterizzazione dei parametri dell’emissione odorigena: quantificazione dell’impatto odorigeno indotto
dall’emissione attraverso la correlazione degli odor threshold (OT) di ciascun composto e/o delle odour units
(OU/m3) emesse, tenuto conto della composizione della miscela odorigena;
6. valutazione dell’impatto olfattivo delle emissioni odorigene nel territorio tramite l’utilizzo di modelli di
dispersione degli odori.
Le risultanze della valutazione saranno conservate presso l’azienda, mentre un estratto, con evidenziate
eventuali criticità e una contestuale analisi tecnica dei possibili interventi di mitigazione degli impatti olfattivi, sarà
trasmesso all’Autorità Competente nell’ambito della comunicazione dei risultati del piano di monitoraggio e
controllo trasmesso annualmente entro il 30/05 dell’anno successivo.
Emissioni eccezionali
Le emissioni eccezionali e prevedibili, quali quelle che si verificano durante le fasi di spegnimento e riaccensione
degli impianti e nei periodi di manutenzione, sono registrate su supporto cartaceo e/o informatico.
Le registrazioni sono tenute a disposizione presso gli uffici per eventuali controlli.
REGIONE MARCHE
Luogo di emissione:
Numero
Ancona
Data
50/VAA
Pag.
13/05/2014
275
GIUNTA REGIONALE
1.8 Emissioni in acqua
I punti di monitoraggio, gli inquinanti monitorati, e la frequenza dei monitoraggi sono indicati nella
tabella seguente:
Sigla
Provenienza
emissione
Parametri
Sistema
utilizzato
Frequenza
Metodi di
rilevamento
Unità di
misura
Laboratorio di
Analisi
Accreditato
Bimestrale
Misure dirette
discontinue
mg/l
Sol. Sosp. Totali
COD
ClS1
Intero impianto
Smet
Acque Meteo
Sind
Scarico Industriale
NH4+
HC Totali
Fenoli
Solv. Org. Arom.
Tensioattivi
MBAS
Tensioattivi PPAS
Metodi standard di riferimento
Per le metodiche analitiche emissioni in atmosfera il gestore utilizzerà i metodi analitici riportati
nell’allegato C3 del Decreto Regionale del Dirigente della PF VAA n. 8 del 26.01.2012. L’utilizzo di una
metodica analitica differente, sarà giustificato da un rapporto che ne dimostri l’equivalenza con quella
di riferimento di cui all’allegato C3 del sopracitato decreto.
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1.9 Suolo e Acque sotterranee
I campionamenti si faranno:
Sulle acque sotterranee nei piezometri attrezzati, secondo quanto indicato nella seguente tabella:
Parametri da monitorare
pH
Conducibilità
Metalli
Alifatici
clorurati
cancerogeni
Alifatici
clorurati non
cancerogeni
Solventi
Aromatici
Clorobenzeni
Fenoli e
Arsenico
Cadmio
Cromo tot
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
Stagno
Zinco
Clorometano
Triclorometano
Cloruro di vinile
1,2-dicloroetano
1,1-dicloroetilene
tricloroetilene
tetracloroetilene
esaclorobutadiene
1,1-dicloroetano
1,2-dicloroetilene
1,2-dicloropropano
1,1,2-tricloroetano
1,2,3-tricloropropano
1,1,2,2,- tetracloroetano
Benzene
Etilbenzene
Stirene
Xilene (m,p)
Xilene (o)
Toluene
Monoclorobenzene
1,2 Diclorobenzene
1,4 Diclorobenzene
1,2,4 Triclorobenzene
1,2,4,5 Tetraclorobenzene
Pentaclorobenzene
Esaclorobenzene
2-clorofenolo
Metodiche
analitiche
APAT C.N.R IRSA
2060 Man 29 2003
APAT C.N.R IRSA
2030 Man 29 2003
Punti di
prelievo
Modalità di
campionamento
Periodicità
(frequenza)
APHA –“Standard
Methods” metodo
3125
APHA-“Standar
Methods” metodo
6200-B
Pz1
Pz2
S5
S6
S7
APHA-“Standar
Methods” metodo
6200-B
APHA-“Standar
Methods” metodo
6200-B
APHA –“Standard
Methods” metodo
6200-B
APAT C.N.R IRSA
I piezometri
saranno spurgati
preliminarmente al
campionamento fino
all’ottenimento di
acqua chiara.
Il campionamento
della falda idrica
sotterranea avverrà
secondo il metodo
dinamico ossia
tramite spurgo
preliminare low flow
e campionamento in
continuo.
Biennale
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Metodiche
analitiche
5070-B Man 29
2003
Parametri da monitorare
clorofenoli
2,4 Diclorofenolo
2,4,6 Triclorofenolo
Pentaclorofenolo
Punti di
prelievo
Modalità di
campionamento
Periodicità
(frequenza)
Campionamenti sul terreno secondo quanto indicato nella seguente tabella:
Parametri da
monitorare
Metodiche
analitiche
Punti di
prelievo
A1
A2
COV
EPA 5035A:2002 +
APHA
“standard
Methods” 21
th Ed. 2005
metodo
6200-B
Come indicati
nella relazione
“GEN.15
Proposta di
indagine della
matrice terreno
in relazione alle
emissioni in
atmosfera”
(rev.0 gennaio
2014)
Modalità di campionamento
Decorticazione del tappeto
erboso/vegetale eventualmente presente:
Prelievo di materiale dalla porzione più
superficiale del suolo (entro i primi 10,00
cm di profondità) per un’area di circa 0,01
2
m (0,10 X 0,10) in modo tale che il
campione sia rappresentativo dell’intera
zona indagata;
Scarto manuale della frazione di
materiale maggiore di 2 cm;
Inserimento del materiale prelevato in
un barattolo di vetro con tappo in alluminio
avvitabile da 0,50 kg, per la ricerca dei
composti non volatili.
Periodicità
(frequenza)
biennale
1.10 Rumore
Sarà eseguita la verifica annuale della situazione generale al fine di individuare eventuali modifiche agli
impianti, inserimenti di nuove attrezzature o interventi che possono aver avuto influenza sulle emissioni
sonore e saranno effettuati nuovi rilievi strumentali in base alle risultanze delle verifiche annuali.
La valutazione strumentale sarà conservata presso l’azienda, mentre un estratto, con evidenziate
eventuali criticità, sarà trasmesso all’Autorità Competente nell’ambito della comunicazione dei risultati
del piano di monitoraggio e controllo trasmesso annualmente entro il 30/05 dell’anno successivo.
Altresì, entro il termine di validità dell’autorizzazione, il gestore provvederà ad effettuare una campagna
di misurazioni fonometriche su tutto il perimetro del sito produttivo nei punti indicati dalla tabella
seguente.
Tabella rumore – Sorgenti rumore
Sorgente
prevalente
Punto di misura
degli effetti della
emissione
Descrizione
Frequenza del
controllo
Reporting
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Area Produzione
2
Area Centrale Idrica e
Postcombustore
3
Area agitazione
serbatoi bacino M5
4
Area Cogenerazione
Da effettuare
(Impianto non
ancora a regime)
Area locale
lavaggio contenitori
6
Confine lato
Strada (nord)
1e7
Confine ovest, area di
produzione durante le
normali attività
Confine sud-ovest, area
centrale idrica e
postcombustore
Confine sud, lato fiume
Tronto e agitazione serbatoi
bacino M5
Confine sud-est, area
Cogenerazione durante le
normali attività
Confine est, area lavaggio
contenitori durante le normali
attività
Confine nord, lato Strada
Zona Ind. Campolungo
Almeno entro
termine validità AIA
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità AIA
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità AIA
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità AIA
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità AIA
Cartaceo/
informatico
Almeno entro
termine validità AIA
Cartaceo/
informatico
Una copia del rapporto di rilevamento acustico sarà conservata presso l’azienda, ed una sintesi sarà
trasmessa nell’ambito dei risultati del piano di monitoraggio e controllo inviato all’autorità competente.
1.11 Rifiuti
Per i rifiuti in uscita si procede:
•
•
•
alla verifica della classificazione di pericolosità mediante analisi di laboratorio, ove pertinenti,
che saranno effettuate con frequenza almeno annuale, ovvero in caso di modifica dell’attività di
provenienza;
alla verifica delle caratteristiche di idoneità ammesse per il sito di destinazione
(caratterizzazione del rifiuto);
alla verifica dell’idoneità amministrativa degli impianti di smaltimento/recupero di destinazione
dei rifiuti prodotti, con archiviazione in cartaceo o sul sistema informatico degli estremi delle
autorizzazioni di tutti i soggetti terzi.
I certificati di analisi firmati da tecnico abilitato saranno conservati presso la sede della Ditta e
trasmessi entro il 30/05 di ogni anno successivo.
Sarà incentivato l’avvio dei rifiuti al recupero piuttosto che allo smaltimento, anche migliorando la
raccolta differenziata all’interno della ditta.
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Controllo qualità e quantità rifiuti in uscita _____
Tipologia del rifiuto
Quantità prodotta
Descrizione rifiuto
Smaltimento Recupero
t/anno
t/anno
Attività di
Codice
provenienza
C.E.R.
Classificazione
Frequenza
analisi o
classificazione
Annuale
Modalità di
registrazione dei
controlli effettuati
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1.12 GESTIONE DELL’IMPIANTO
Area Esondabile
L’azienda proporrà all’Autorità Competente entro 120 giorni dal rilascio dell’Autorizzazione Integrata
Ambientale un piano di monitoraggio delle condizioni dell’Argine sulla sponda nord del Fiume Tronto
realizzato a protezione dell’area sulla quale sorge lo stabilimento della società. L’esecuzione di tale
piano prevedrà un’attività iniziale di verifica della stabilità dell’Argine stesso ed il monitoraggio annuale,
o comunque dopo ogni evento naturale di magnitudo anomala, dello stato dell’argine stesso.
Il piano di monitoraggio dovrà essere condiviso con l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume
Tronto, col Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino - Piceno
Consind, con il Comune di Ascoli Piceno e potrà essere realizzato con il preventivo benestare della
Provincia di Ascoli Piceno.
A seguito dei monitoraggi proposti, in caso di evidenza di anomalie dello stato dell’argine, l’azienda
provvederà ad avvisare immediatamente tutti gli enti sopracitati.
I monitoraggi effettuati saranno registrati con apposito software gestionale interno. I dati sono registrati
e saranno tenuti a disposizione dell’Autorità Competente per un periodo di almeno cinque anni.
Gestione delle fasi critiche dell’impianto
Controllo fasi critiche, manutenzioni, depositi
L’azienda effettua autonomi controlli sul ciclo produttivo e sulle sue fasi critiche attraverso procedure e
moduli di controllo di gestione.
Il Controllo delle fasi critiche è effettuato in modo continuo con sistema elettronico DCS.
Controlli e manutenzioni sui macchinari
I controlli e le manutenzioni sui macchinari sono gestiti e registrati con apposito software a disposizione
del reparto manutenzione. I dati sono registrati e saranno tenuti a disposizione dell’Autorità
Competente per un periodo di almeno cinque anni.
In caso di arresto di impianto rilevante ai fini ambientali per l’attuazione di interventi di manutenzione
straordinaria, si darà comunicazione con congruo anticipo all’Autorità Competente e all’ Ente di
Controllo a mezzo raccomandata che potrà essere inviata anche per via informatica.
Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, bacini di contenimento, piazzali, etc.)
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GIUNTA REGIONALE
Sono condotte operazioni periodiche di controllo delle strutture adibite allo stoccaggio (serbatoi oli,
emulsioni e acidi, container metallici e relativi coperchi ove presenti) e relative parti accessorie.
il Gestore trasmetterà, all’Autorità Competente e di Controllo, una relazione di sintesi sulle attività
effettuate definendo eventuali successivi interventi con l’obiettivo di definire un piano di gestione
dell’integrità delle strutture adibite allo stoccaggio;
In caso di evidenza di anomalie si provvederà alla immediata messa in sicurezza mediante operazioni
di sostituzione o riparazione delle strutture danneggiate.
Tutti gli interventi effettuati saranno registrati su supporto cartaceo e/o informatico su sistema
gestionale interno. I dati registrati saranno tenuti a disposizione dell’Autorità Competente per un
periodo di almeno cinque anni.
Malfunzionamenti
In caso di malfunzionamento di impianto rilevante ai fini ambientali, sarà registrato l’evento saranno
analizzate le cause ed adottate le eventuali azioni correttive, rendendone pronta comunicazione
all’Autorità Competente e all’ Ente di Controllo a mezzo raccomandata che potrà essere inviata anche
per via informatica.
Gli interventi effettuati saranno registrati su supporto cartaceo e/o informatico su sistema gestionale
interno. I dati registrati saranno tenuti a disposizione dell’Autorità Competente per un periodo di almeno
cinque anni.
Eventi incidentali
Il Gestore opera preventivamente per minimizzare gli effetti di eventuali eventi incidentali rilevanti ai fini
ambientali. A tal fine l’azienda si è dotata di apposite procedure per la gestione degli eventi incidentali,
anche sulla base della serie storica di episodi già avvenuti, ed in particolare dovrà prendere in esame
almeno le seguenti indicazioni: assenza di energia da rete, con riferimento alle emissioni idriche ed
atmosferiche ed al funzionamento dei relativi impianti di trattamento e delle altre utilities.
A tal proposito si considera una violazione di prescrizione autorizzativa il ripetersi di rilasci incontrollati
di sostanze inquinanti nell’ambiente secondo sequenze di eventi incidentali, e di conseguenza
malfunzionamenti, già sperimentati in passato e ai quali non si è posta la necessaria attenzione, in
forma preventiva, con interventi strutturali e gestionali;
Gli eventi incidentali di cui alla precedente prescrizione, sono oggetto di registrazione e di
comunicazione all’Autorità Competente, all’ Ente di Controllo e al Comune a mezzo raccomandata che
potrà essere inviata anche per via informatica.
Gli interventi effettuati saranno registrati su supporto cartaceo e/o informatico su sistema gestionale
interno. I dati registrati saranno tenuti a disposizione dell’Autorità Competente per un periodo di almeno
cinque anni.
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GIUNTA REGIONALE
2 – INDICATORI DI PRESTAZIONE
Monitoraggio degli indicatori di performance ambientali
Saranno verificati annualmente gli indicatori di performance ambientali classificabili come strumento di
controllo indiretto tramite indicatori di consumo di risorse.
Tali indicatori, rapportati alle tonnellate di manufatto prodotto nello stesso arco temporale dall’azienda,
saranno raccolti entro un report cartaceo ed informatico, conservato ed inoltrato entro il 30 maggio di
ogni anno con riferimento all’anno solare precedente.
In particolare si provvederà alla verifica degli indicatori di prestazione riferiti al consumo idrico del sito,
al consumo di combustibile, al consumo energetico, nonché al rapporto di recupero dei rifiuti.
Gli stessi indicatori saranno confrontati con quanto rilevato nei 3 anni precedenti al fine di verificare la
bontà della politica di miglioramento aziendale anche in termini di performance ambientali:
Indicatori di prestazione riferiti al Consumo Idrico del sito anno____
Tipologia
Anno di
riferimento
Tipologia
utilizzo
Consumo annuo totale
(m3/anno)
Fase di utilizzo
Consumo
annuo
specifico
% ricircolo
(m3/tonnellata
di prodotto)
Uso industriale:
Produzione di
vapore
Acqua Industriale
Uso industriale:
Raffreddamento
Uso igienicosanitario
Acqua Potabile
Indicatori di prestazione riferiti al Consumo di Combustibile anno_____
Tipologia
combustibile
Anno di
riferimento
Frequenza di
rilevamento
Metodo di
rilevamento
Consumo
totale
annuo
(mc/anno)
Metano
Annuale
Misura diretta discontinua
Consumo
annuo
specifico
(mc/ton. di
prodotto)
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GIUNTA REGIONALE
Indicatori di prestazione riferiti al Consumo Energetico anno____
Consumo di energia per unità di prodotto finito (MWh/ton)
Prodotto
termica
elettrica
totale
(MW th/ton)
(MWeh/ton)
(MWh/ton)
Energia / Prodotto finito
Indicatori di prestazione riferiti al Rapporto di Recupero dei Rifiuti anno_____
Rifiuti prodotti e destinati allo
smaltimento
Rifiuti prodotti e
destinati al recupero
ton/anno
ton/anno
Totale ton. Rifiuti
prodotti
Totale ton. Rifiuti prodotti ed
avviati al recupero /
Totale ton. rifiuti prodotti
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GIUNTA REGIONALE
PRESCRIZIONI NELL’ESECUZIONE DEL PIANO
RESPONSABILITA’ NELL’ESECUZIONE DEL PIANO
IX (gestione e comunicazioni dei risultati del monitoraggio)
a. Il gestore si impegna a conservare su idoneo supporto cartaceo tutti i risultati dei dati del
monitoraggio e dei controlli effettuati per un periodo non inferiore a 5 anni.
b. Per le misure dirette dei parametri monitorati è necessario indicare, oltre al metodo di prova
adottato, anche l’incertezza della misura legata al metodo.
X (comunicazione dei risultati del monitoraggio)
a. Entro il 31 dicembre di ogni anno, il gestore dell’impianto invia all’Autorità competente, al
Comune di Castelfidardo e all’ARPAM, un calendario dei controlli programmati all’impianto
relativamente all’anno solare successivo. Eventuali variazioni a tale calendario dovranno essere
comunicate tempestivamente agli stessi enti.
b. I risultati del monitoraggio sono comunicati all’Autorità competente e all’ARPAM con frequenza
annuale su supporto informatico. Entro il 30 maggio di ogni anno, il gestore, è tenuto infatti a
trasmettere una sintesi dei risultati del piano di monitoraggio e controllo raccolti nell’anno solare
precedente, corredati dai certificati analitici firmati da un tecnico abilitato, ed una relazione che
evidenzi la conformità dell’esercizio dell’impianto alle condizioni prescritte nell’Autorizzazione
Integrata Ambientale di cui il piano di monitoraggio è parte integrante.
c. Entro il 31 ottobre di ogni anno l’ARPAM verificherà gli autocontrolli relativi all’anno solare
precedente inviati dalla ditta ai sensi del precedente punto b), trasmettendo all’Autorità
competente l’esito di tale verifica che tenga conto dell’applicazione del Piano di Monitoraggio e
Controllo, ai sensi dell’art. 11 comma 6 del D.Lgs. 59/05.
XI (attività a carico degli Enti)
Tipologia di attività
Ente
competente
Frequenza
Monitoraggio
adeguamenti alle
BAT e visita in
esercizio
ARPAM
Triennale
Verifica dei risultati
degli autocontrolli
riportati nel PMC
ARPAM
Annuale
Totale
interventi nel
periodo di
validità del
piano
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285
GIUNTA REGIONALE
Tipologia di attività
Ente
competente
Frequenza
Campionamento e
analisi emissioni in
atmosfera
ARPAM
Triennale
Campionamento e
analisi rifiuti
ARPAM
Triennale
Campionamento
scarichi idrici
ARPAM
Triennale
Campagna di
valutazione impatto
acustico
ARPAM
In occasione di
modifiche
Totale
interventi nel
periodo di
validità del
piano
-
Le frequenze dei controlli potranno essere riviste nel caso di eventuali criticità riscontrate nella verifica
degli autocontrolli o in caso di richiesta da parte degli Enti di Competenza o nel caso di modifiche.
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286
GIUNTA REGIONALE
ALLEGATO D
PRESCRIZIONI AI FINI DELLA SICUREZZA E DELLA PREVENZIONE DEI RISCHI DI
INCIDENTE RILEVANTE
AI SENSI DELL’ART. 8 DEL D.Lgs 334/99,
MODIFICATO DAL D.Lgs 238/05
N.
Tipo
Descrizione della prescrizione
Scadenza
1
Prescrizione gestionale
Intervallo di test a cadenza almeno
semestrale per gli strumenti critici
30/04/2014
2
Prescrizione tecnica
Implementazione di uno switch di
altissima temperatura per il reattore
R4
30/04/2014
3
Prescrizione tecnica
Implementazione del sistema
overfilling sulle linee di
confezionamento
30/04/2014
4
Prescrizione tecnica
Realizzazione “fire- proofing” su rack
pompe bacino M
30/04/2014
Prescrizione gestionale
Il personale che potrà essere
soggetto ad esposizione accidentale
di rilasci di sostanze tossiche dovrà
essere dotato di idonei D.P.I. e
specificatamente formato sull’uso
degli stessi e sulle procedure
d’emergenza previste
30/04/2014
5
L’ottemperanza a tali prescrizioni sarà trasmessa nell’ambito dei risultati del piano di monitoraggio e
controllo inviato all’autorità competente.