Testo di Cosimo Bracci Torsi

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Testo di Cosimo Bracci Torsi
 Fra otto e novecento, per circa un secolo, Parigi è stata la capitale mondiale delle arti figurative; lì sono nati i movimenti che hanno rivoluzionato l’espressione artistica in Occidente, dall’Impressionismo al Cubismo e si sono affermate nuove teorie estetiche e nuove tecniche, e lì sono giunti artisti da tutta Europa. In questa straordinario contesto è vissuto ed ha lavorato Henri de Toulouse Lautrec, un grande artista che, con il suo stile originale, è divenuto uno dei pittori più famosi ed amati di quel periodo. Dotato di un incredibile talento naturale per il disegno, formato nell’accademia, Henri si trasferì presto a Parigi, dove nell’ambiente bohemien di Montmartre, conobbe il tramonto dell’Impressionismo, ammirando Degas (un raffronto con il quale è presente in mostra), i colori di Gauguin e van Gogh, del quale fu amico, vide il Fauve e il Simbolismo, l’Art Nouveau e l’arte giapponese. Da ognuno di questi movimenti, senza mai aderire ad alcuno di essi, colse elementi da inserire nella sintesi del suo originalissimo stile, fatto di disegno limpido ed efficace e di un uso personale del colore, talvolta a pennellate diluite, talvolta denso ed uniforme. Una grande, e in qualche modo solitaria figura, che nasce con l’Impressionismo e muore a trentasei anni, soltanto sei anni prima che Picasso dipinga le Demoiselles d’Avignon. Nei decenni fra la Commune e la Grande Guerra, in quella che è stata poi nostalgicamente definita la Belle Epoque, Parigi è stata anche, come ricorda uno splendido Bonnard, la capitale mondiale delle mode e dei divertimenti liberi e trasgressivi, frequentata da granduchi russi e dal futuro Edoardo VII, ma è stata anche la capitale della modernità e del progresso simboleggiati dalla Tour Eiffel e dal Ballo Excelsior. Erede di una ricchissima famiglia fra le più nobili e tradizionaliste di Francia, affetto da gravi malformazioni fisiche ma affamato di vita, Henri de Toulouse Lautrec visse fra le luci dei Cafés‐Concerts e le ombre delle Maisons closes di Montmartre, frequentando prostitute e attori, che ritrasse insieme a personaggi e spettatori del circo ed ai jokeys dei campi di corse. Di questo mondo, con i suoi splendidi ed efficaci affiches, che ne innovarono le tecniche di comunicazione, Henri fu anche il geniale pubblicitario e ne divenne poi un personaggio simbolo. Una vita trasgressiva fra alcolismo e sifilide, ed una morte precoce ne hanno fatto anche un artista “maledetto” vicino per molti aspetti a quel Maudi, che, giunto a Parigi cinque anni dopo la sua morte, ne fu un grande ammiratore ed è stato il protagonista della nostra ultima mostra. La mostra, curata da Maria Teresa Benedetti, attraverso una cospicua serie di opere provenienti, fra gli altri, dal Musée Toulouse Lautrec di Albi, dal Musée des Augustins e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa, dalla Kunsthalle di Brema, dal Puskin di Mosca dalla galleria d’arte Moderna di Ferrara e da quella di Milano, oltre che da collezioni private, illustra i soggetti, i modelli e le atmosfere di Toulouse Lautrec e le diverse tecniche da lui usate. Una interessante ed originale sezione presenta gli “Italiens de Paris” di quel periodo, attraverso alcune bellissime opere di pittori come Zandomeneghi, Cappiello, Signorini, che rispecchiano la stessa Parigi della Belle Epoque e risentono dell’influenza di questo grande artista. Cosimo Bracci Torsi Presidente Palazzo Blu