Andrea Luchesi
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Andrea Luchesi
Amadeus Andrea Luchesi (Motta di Livenza, 23/5/1741 - Bonn, 21/3/1801) Sei Sonate op. 1 Sonata I in sol maggiore (13'34) 1 Allegro4'35 2 Andante6'10 3 Presto2'48 Sonata II in do maggiore (9'47) 4 Allegro molto 2'56 5 Andante5'39 6 Allegro molto 1'10 Roberto Plano, pianoforte Viva Std = F ITC Benguiat = Amadeus Neuzeit Std = per la diffusione Fondazione T. T.: 74'33 Sonata VI in re maggiore (14'37) br Allegro molto 3'42 bs Andante5'37 bt Menuetto con variazione 5'22 non in vendita separatamente da amadeus Sonata III in la maggiore (10'28) 7 Allegro4'58 8 Menuetto/Trio2'40 9 Allegro molto 2'48 Sonata IV in fa maggiore (11'52) bl Andante5'41 bm Allegro molto 3'41 bn Allegro assai 2'30 Sonata V in do maggiore (14'08) bo L’Harmonique 7'27 bp Menuetto/Trio 4'04 bq Rondeau (Allegro) 2'35 Andrea Luchesi Sei Sonate op. 1 Roberto Plano, pianoforte prima REGISTRAZIONE assoluta CopRetro0713.indd 2-3 Amadeus Amadeus AM 284-2 10/06/13 10.36 ANDREA LUCHESI (Motta di Livenza, 23/5/1741 - Bonn, 21/3/1801) Sei Sonate op. 1 Sonata I in sol maggiore 1 Allegro (4'33) • 2 Andante (6'10) • 3 Presto (2'44) Sonata II in do maggiore 4 Allegro molto (2'55) • 5 Andante (5'39) • 6 Allegro molto (1'06) Sonata III in la maggiore 7 Allegro (4'57) • 8 Menuetto/Trio (2'40) • 9 Allegro molto (2'43) Sonata IV in fa maggiore bl Andante (5'41) • bm Allegro molto (3'41) • bn Allegro assai (2'25) Sonata V in do maggiore bo L’Harmonique (7'26) • bp Menuetto/Trio (4'04) • bq Rondeau (Allegro) (2'32) Sonata VI in re maggiore br Allegro molto (3'39) • bs Andante (5'36) • bt Menuetto con variazione (5'22) Titolo Sei Sonate per il cembalo Dedica “Composte e dedicate a S. A. E. E. Elletor di Colonia da Andrea Lucchesi Maestro di Cappella di detta S.A.E.E.” Edizione “Bonn, chez Ferdinand Rommer’s Kirchen Imprimeur de la Cour” ecniche zio delle ediante i o. del lmente Roberto Plano, pianoforte (Steinway & Sons Grancoda) 3 bookletCD0713.indd 2-3 13/06/13 09.22 Guida all’ascolto Guida all’ascolto Guida all’ascolto Andrea Luchesi motivica come gocce traslucide d’acqua. Un secondo elemento definisce toni di sentimentale romanza pronunciata in si bemolle maggiore. Nella parte centrale l’idea in morbida sincope che aveva aperto l’Andante si presenta variata e ancora una volta disegna nuovi spunti, mentre la seconda idea dell’Andante è pronunciata, anziché in modo maggiore, in un affascinante sol minore che conferisce un tono “sentimentalissimo” al brano. Con l’ultimo tempo, il Presto 3, Luchesi ci presenta un tema robusto nel tono d’impianto di sol maggiore tutto giocato su risonanze, echeggianti frasette, brillanti corse scalari. Poco dopo si inserisce un episodio di diversivo in modo minore basato sul calco del refrain cui si aggiungono altri spunti “tecnici” come arpeggi spezzati su doppie note, scorrevoli progressioni, echeggianti asserzioni che concretizzano un panorama sonoro gioioso e tintinnante in grado di concludere con soave leggerezza la Sonata. Un solare do maggiore apre la Sonata II nel tempo di Allegro molto 4. Il tema è netto e brillante e veleggia su ariose sventagliate di biscrome in levare che conferi- Sei Sonate op. 1 di Marino Mora L a Sonata I delle Sei sonate di Andrea Luchesi (o Lucchesi, secondo diverse fonti dell’epoca) apre con un Allegro 1 dal bel tema in sol maggiore tutto scalette, gioiosi respiri e abbellimenti, frasi addolcite da volatili movenze che valorizzano le morbidezze timbriche del tocco. Il secondo tema ondeggia su deliziose appoggiature sospese tra sol maggiore e mi minore conferendo alla pagina un carattere delicatamente sentimentale. Segue una seconda parte in cui il tema riprende con alcune varianti. Nell’Andante 2, inquadrato nello scenario di un melanconico sol minore, assistiamo a un meraviglioso tramonto di iridescenti armonie minori, quasi un arcobaleno luccicante fatto di tranquille note che scivolano dentro la trama 4 bookletCD0713.indd 4-5 scono spinta alla partitura; il secondo tema è un gioviale gioco di allitterazioni, lieve e squillante sopra rotondi abbellimenti ed è presentato nella solare tonalità di sol maggiore, mentre brilla per la tecnica agilissima esibita su note ribattute e veloci arpeggi. Un delizioso epilogo funziona da frase di chiusa sfruttando elementi del primo tema mentre una codetta conclude la prima parte su agile frase cadenzante. Nella seconda parte torna il profilo del primo tema, ma sottoposto a varianti tonali soprattutto orientate al modo minore che conferiscono alla pagina un carattere nettamente rielaborativo. Interviene ora una nuova idea che crea un momento sospeso e un po’ lirico. Per un attimo la musica rimane in levitazione, sino a quando una bella progressione si incarica di condurre alla ripresa degli elementi. L’epilogo “carica” ulteriormente di nervatura ritmica la trama conducendo brillantemente il movimento a conclusione. Con il secondo tempo, un delicato Andante 5, entriamo nelle più recondite magie sonore che il genio di Luchesi sa imprimere alla pagina, trasformandola in un incantato notturno. Una melodia discendente d’impianto vocale fa sentire la sua sospirante traccia melodica. Il tempo pare fermarsi, mentre le armonie sono ardite sopra accordi diminuiti e mostrano, dentro le spigolosità arrotondate dalla melodia, la loro bellezza. Una seconda idea in maggiore, sopra mansueti bicordi che lentamente si muovono per doppie terze, costituisce un tranquillo diversivo. La seconda parte è un’elaborazione delle due idee principali che mantengono il tono di fondo di un quieto peregrinare dal citaristico afflato poetico. Con l’Allegro molto 6 si chiudono i giochi. Una squillante carica ci annuncia il robusto tema refrain di questo rondò in nuce, che procede deciso per robuste terze sopra svettanti trilli, alternandosi ad altri piccoli spunti. Tutto si svolge in pochi attimi, come una scena di piazza che velocemente si anima: sentiamo dei veri e propri cicaleccii musicali, frasi che paiono quasi un parlato, schiamazzanti onomatopee, note per terze, scalette e note in ottava ribattute che conferiscono alla pagina un sapore di immediatezza popolare. La Sonata III si apre con un Allegro 7 formato da tante immagini come collegate in un elegante collage. Proviamo a riassumer5 13/06/13 09.22 Guida all’ascolto Guida all’ascolto le: dopo un primo tema nel tono di la maggiore dal carattere carezzevole, giocato su delicati rintocchi in sincope, che creano un effetto rimbalzante, ecco formarsi una svettante idea tipicamente galante, sostenuta nella mano sinistra da uno scorrevole basso albertino; riprende alla dominante mi maggiore il tema carezzevole delle sincopi, cui ancora una volta succede un’inedita idea vivace sul repentino correre del basso; di seguito ecco il brillantissimo epilogo, basato su fulminee quartine della mano destra che scorrono sopra un bel basso discendente in ottava della mano sinistra che sostiene in profondità la melodia. Nella seconda parte ecco la ripresa del primo tema, ma, espressa in modo minore; è la variazione e l’elaborazione il centro di questa sezione, dove riemergono, sapientemente trattati da Luchesi, vecchi e nuovi elementi magistralmente sviluppati. Il secondo movimento è un delizioso Menuetto con Trio 8 in mi maggiore. Il tema pare un meraviglioso carillon meccanico; il Trio fa sentire uno spunto in fa diesis minore dal tono sentimentale, prima del ritorno del tema di minuetto. Di colpo irrompe l’Allegro molto 9. Un tema rustico che richiama scene di danza o di caccia è pronunciato in la maggiore e concluso da accordi cadenzanti che paiono come “stopparlo”; ad esso succede una seconda brillante idea in mi maggiore, solcata da repentine scalette arpeggiate di semicrome e conclusa da una simpatica, ancheggiante codetta. Nella seconda parte è sviluppata in modo minore proprio questa seconda, spiritosa idea, di nuovo proseguita su brucianti scalette e conclusa da una variante della saltellante codetta. Dopo di essa Luchesi decide di far sentire quegli accordi che avevano come “stoppato” in cadenza il primo tema e infine ecco riemergere le repentine scalette arpeggiate di semicrome e l’ironica codetta. Come si vede il compositore, con grande maestria, mette insieme i pezzi del suo quadro utilizzando elementi precedenti e proponendo soluzioni inedite e sorprendenti. La Sonata IV in fa maggiore si apre con un Andante bl dal tema tenue su note che compiono una mansueta corona fraseologica per terze; questa idea è rielaborata e proseguita linearmente per diminuzione, ovvero con valori più veloci di semicrome in levare che formano corone di eleganti note in progressione; a sua volta questo 6 bookletCD0713.indd 6-7 passo si evolve in una successiva versione echeggiante per ritornare poi alle semicrome in levare chiuse da una morbida coda. La seconda parte prosegue con una sezione elaborativa con una bella sequenza di crome in levare; dopo una digressione ecco riemergere il passo echeggiante della prima parte, conclusa dalle semicrome in levare e dalla coda. L’Allegro molto bm in fa maggiore è dominato da un tema gustoso ricco di svolazzi, trilli, notine di sfuggita. Il suo enunciato è febbrile, sostenuto dal flusso velocissimo di un basso albertino sottostante. Una frase cadenzante lo porta a compimento, mentre un passo in modo minore prepara l’avvento di un secondo elemento alla dominante do maggiore, che funziona però in realtà da brillante epilogo. Inizia la seconda parte e subito si sente il profilo melodico stralciato e variato dal primo tema rielaborato armonicamente per via di intense modulazioni. Il ritorno della frase cadenzante conclude la sezione, prima di risentire in fa maggiore il passo velocissimo di epilogo. È un simpatico Allegro Assai bn il tempo conclusivo della Sonata, un bel rondò carico di verve in cui al refrain si alternano deliziosi episodi. Tutto scorre veloce verso il finale mantenendo uno spirito spensierato. La Sonata V apre il primo tempo “L’Harmonique” bo con un tema in do maggiore sopra deliziose appoggiature e trilli; l’ambientazione, gli abbellimenti, la grazia espresse riconducono a uno stile galante confermato anche dal secondo tema, che prosegue di seguito al primo in sol maggiore concludendosi pacatamente su deliziose note in appoggiatura e una codetta di annuenti note in eco. Nella seconda parte si ripresenta il primo elemento con poetiche elaborazioni e sentimentali nouance in minore, prima che torni in modo letterale il primo tema. Il Menuetto bp coincide con un tema robusto di danza cui segue un secondo elemento di raffinata eleganza. Dopo il delicato Trio dal tema che pare quasi un orologio meccanico, torna il gioco in tondo del circolare tema di Minuetto. Il Rondeau bq in tempo Allegro brilla per il suo brillante refrain un po’ metronomico, inframmezzato a poetici episodi anche in modo minore. La Sonata VI in re maggiore apre con un gioioso Allegro molto br fatto di scorrevolissime scalette inanellate una dopo 7 13/06/13 09.22 Guida all’ascolto Interpreti l’altra. Lo stile è brillante, determinato e toccatistico, mentre un turbinoso ponte modulante corre veloce a preparare la tonalità di dominante del secondo spunto, rotondo e tutto stretti respiri. Tutto scorre, diremmo, “sulle punte” e nella seconda parte, con la ripresa, sentiamo di nuovo il rutilante profilo del tema con caratteristiche di sviluppo, dipinto com’è su nuovi sentieri tonali. Compare anche il secondo tema, ma in altra tonalità e ammorbidito da venature in tono minore. Il successivo Andante bs è un’oasi serena dopo i turbamenti precedenti ed è rappresentato da un motivo che veleggia carezzevole sopra appoggiature, cadenze, abbellimenti; nella seconda parte il tema prosegue variato con ombreggiature in modo minore, prima di riprendere la strada maestra tornando alla tonalità d’impianto di re maggiore. La Sonata si conclude con un meraviglioso tema con variazioni (Minuetto bt). Ecco dunque l’esposizione del tema, un deciso motivo composto da due frasi con una bella digressione da re maggiore a mi minore. Nella Variazione I Luchesi si diletta in vigorose scale della mano destra sull’ancheggiante accompagnamento in arpeggio della sinistra compendiate da scampanellanti trilli, mentre nella II si invertono le parti ed è la sinistra a condurre profonde scale accompagnata dal riempimento armonico della mano destra. La III gioca su echeggianti rimbalzi di sincopi che rendono come luccicante lo spazio, sostenuto da un basso che prolunga le armonie, mentre la IV riprende il profilo del tema, ora però sostenuto da un fitto reticolo di rutilanti semicrome al basso. Infine la Variazione V produce prodigiose risonanze ed esprime una tecnica brillantemente cembalistica con il gioco di incrocio delle mani che crea profonde, tridimensionali prospettive su polifonie risonanti: a riempire di sgargianti colori lo spazio sonoro. 8 bookletCD0713.indd 8-9 Interpreti Roberto Plano Vincitore del Cleveland International Piano Competition e premiato ai Concorsi Van Cliburn, Honens, Dublino, Geza Anda, Valencia e Sendai, ha intrapreso una carriera internazionale che lo ha portato a esibirsi in sale quali Lincoln Center a New York, Herculessaal a Monaco, Wigmore Hall a Londra, Salle Cortot a Parigi e a essere invitato da prestigiosi Festival quali tra gli altri il Festival Michelangeli di Brescia e Bergamo, lo Chopin Festival di Duszniki (Polonia), il Ravinia Festival (Usa), il Bologna Festival Grandi Interpreti. Ha suonato come solista sotto la direzione di grandi direttori (Pinchas Zuckerman, Neville Marriner, James Conlon, Gianluigi Gelmetti, Donato Renzetti, Roberto Rizzi Brignoli), con orchestre quali gli archi dei Berliner Philharmoniker, la Houston Symphony, la RTE National Symphony Orchestra (Dublino), la Konzertverein Orchestra (Vienna), l’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano. Ha inciso per Sipario, Azica e Arktos e il suo nuovo disco dedicato alla musica di Andrea Luchesi e distribuito dalla Concerto – una prima incisione mondiale – è stato recensito con la massima valutazione (5 stelle) dal mensile Musica. Ha collaborato con celebri quartetti d’archi (Takacs, Vogler, Henschel, Fine Arts, St. Petersburg, Jupiter, Quartetto della Scala) e solisti (Enrico Bronzi, Gabriele Cassone, Pavel Berman, Amiram Ganz). È stato definito dal Chronicle il «Pavarotti del pianoforte» per il suo lirismo, giudicato l’erede di Rubinstein e Horowitz dal commentatore radiofonico di Chicago Paul Harvey e additato come uno tra i più grandi interpreti di Skrjabin dal critico americano John Bell Young. Già membro di giuria in svariati concorsi (tra i quali il Singapore Piano Competition), è stato invitato a far parte della commissione del prossimo Cleveland International Piano Competition, che si terrà negli Usa nell’agosto 2013. È Fondatore e Presidente dell’Associazione Musicale Alfred Cortot e dell’Accademia Musicale Varesina, presso la quale tiene un Corso Annuale di Perfezionamento Pianistico. 9 13/06/13 09.22 Amadeus n. 284 Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 e 2013 s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione 21 e 22 novembre 2012, BartokStudio, Bernareggio (MI) Ingegnere del suono e direzione artistica Raffaele Cacciola Coordinamento tecnico-artistico Federico Caldara In copertina e a pagina 10 Roberto Plano (foto di Roberto Cifarelli) N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201307.pdf 10 bookletCD0713.indd 10-11 11 13/06/13 09.22