Scheda film - Cineteatro Baretti

Transcript

Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
CALENDARIO GENNAIO - MARZO 2011
15 febbraio 2011
11 gennaio
COSMONAUTA di Susanna Nicchiarelli
18 gennaio
IN QUEI GIORNI [In jenen Tagen] di Helmut Käutner
Film in tedesco sottotitolato in italiano
25 gennaio
SOFFIO di Kim Ki-Duk
1 febbraio
FUGA DAL CALL CENTER di Federico Rizzo
E’ prevista la presenza in sala
della protagonista, Isabella Tabarini
8 febbraio
BEN X di Nic Balthazar
15 febbraio
L A PICCOL A LOL A di Bertrand Tavernier
22 febbraio
L A FEBBRE DEGLI SCACCHI di Šachmatnaja Gorja
Gorjačka
ka
L A FELICITA’ di Aleksandr Medvedkin
1 marzo
TUTTO IL BENE DEL MONDO di Alejandro Agresti
8 marzo
SETTIMO CIELO di Andreas Dresen
15 marzo
STELL A di Sylvie Verheyde
Consegnando questo depliant alla cassa avrai diritto a
due ingressi ridotti per il film programmato nel weekend il
19 e 20 febbraio 2011, in qualsiasi orario:
PRECIOUS di Sam Mendes
[U.S.A., Regno Unito, 2009, 98’]
Sabato 19/2: ore 20.30
Domenica 20/2: ore 18.00 e 20.30
PORTOFRANCO è realizzato:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino - A ssociazione culturale Russkij Mir
Wic.it - Web Image Communications - Libreria Gulliver
Con il sostegno di:
Circoscrizione 8
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
di Bertrand Tavernier
19 e 20 febbraio 2011
Con il contributo di:
LA PICCOLA LOLA
Con:
Jacques Gamblin, Isabelle Carré, Bruno Putzulu,
Lara Guirao, Frédéric Pierrot, Maria Pitarresi
Durata:
128 minuti
Genere:
Drammatico
Nazionalità:
2005, Francia
Sceneggiatura: Dominique Sampiero, Bertrand e Tiffany Tavernier
Fotografia:
Alain Choquart
Musiche:
Henri Texier
Montaggio:
Sophie Brunet
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
w w w.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Vive la France?
Ammettiamolo: noi italiani, e in
particolare gli amanti del cinema,
soffriamo di un certo senso di inferiorità
nei confronti dei cugini francesi che in
generale riteniamo più raffinati, colti
e capaci di esaltare le proprie risorse
culturali per rappresentare al meglio il
proprio paese agli occhi del resto del
mondo.
Il risultato negativo del referendum
francese sulla ratifica della costituzione
europea, in cui si è imposta una
maggioranza della popolazione
transalpina che teme un’Europa
allargata non franco-centrica e non
contrapposta agli USA, ci rivela che
forse molti francesi hanno oggi una
visione del mondo piuttosto miope e
piatta, nient’affatto colta e poco
rispettosa delle diversità economiche
e culturali. La Piccola Lola può essere
considerata in un certo senso un
esempio in immagini delle contraddizioni
culturali della Francia odierna.
Il film prende spunto da un soggetto
certamente originale scritto dalla figlia
di Bertrand Tavernier,
Tavernier, regista del film.
Una coppia di coniugi francesi (Pierre,
medico e Geraldine, insegnante, residenti in montagna, lontano dai grandi
centri) arrivano in Cambogia con tutto
il loro ingenuo ottimismo e un lacerante
bisogno di adottare un bambino.
In seguito ad una lunga trafila burocratica in Francia, la coppia è stata
ritenuta adatta all’adozione (i due
non possono avere figli). Anziché
attendere qualche anno per ottenere
l’affidamento di un orfano francese,
la coppia ha deciso di partire per la
Cambogia dove, a causa della povertà,
delle malattie e delle recenti guerre,
l’offerta di bambini abbandonati è
molto alta.
Tanto alta che molti sono gli aspiranti
genitori stranieri presenti nel paese
asiatico. Il film ci mostra in particolare la
folta comunità di coppie francesi che
tra ansie, gioie, invidie e isterismi di
v ar i o g e n e r e , s o n o c o s t r e tt e a
t r a s c o r r e r e alm e n o s e i m e s i in
Cambogia, prima di poter tornare
nell’agognata patria con un bebè.
Il vero problema è la grave corruzione
nella buro
b uro craz
crazia
ia c ambo
ambogiana
giana e
soprattutto il fatto che il bambino queste
coppie dovranno cercarselo da sole,
girando di persona negli orfanotrofi
di tutto il paese, in attesa della giusta
occasione.
Questa ricerca li metterà in contatto
con la dura realtà di uno dei paesi più
martoriati dalla storia. La Piccola Lola
è senz’altro un film ben girato e ottimamente confezionato. Partendo, come
spesso accade nei film di Tavernier, da
temi della vita quotidiana, a volte
leggeri, a volte anche scabrosi, il
regista riesce a raccontare una storia
di per sé dolorosa con modi leggeri,
passando con agilità dai toni della
commedia a quelli del dramma, dal
documentario al diario di formazione,
buttando qua e là anche qualche
spruzzata di suspance.
Molto ben diretto poi il cast di attori,
misto di professionisti e non. In particolare risulta azzeccata la scelta
narrativa di punteggiare qua e là il film
con le co
confessioni
nfe ssioni che P
Pierre
ier re e
Geraldine, in alcuni momenti di solitudine e sconforto, affidano al nastro
dei loro registratori, descrivendo al
loro futuro figlio tutto il sincero
desiderio di diventare genitori, tutti
gli affanni e i timori che stanno affrontando in quelle settimane di trepidazione, in attesa che il fato gli regali di
un bimbo da amare.
Il problema è che il film è “quadrato”,
impermeabile ai contesti esterni ai
protagonisti, chiuso in sé stesso e
girato da un solo punto di vista: quello
dei coraggiosi francesi alla ricerca di
un figlio per le impervie vie del mondo.
Pierre, Geraldine e gli altri adottanti sono
sostanzialmente tutte brave persone
e il loro desiderio di allevare un
bambino dovrebbe rendere giustificabile
agli occhi dello spettatore, azioni a
volte discutibili e una rappresentazione
della Cambogia tristemente didascalica.
La popolazione cambogiana è ritratta
come sostanzialmente buona e saggia,
ma sfortunata; purtroppo la povertà
costringe queste gentili persone ad
arrotondare le proprie entrate con
sistemi da bricconcelli (corruzione,
estorsione, rapimenti e compravendita
di minori).
Ma non si può fare a meno di venire in
contatto con questo lato fastidioso della
società cambogiana, quindi meglio
chiudere un occhio. Come purtroppo
non si possono evitare gli americani
che con la loro maggiore disponibilità
economica vanno a rompere le uova
nel paniere ai cittadini francesi, i quali
disponendo di meno s oldi per
corrompere le autorità, sono costretti
ad adottare bambini di seconda scelta.
E se qualcuno fa notare ai protagonisti
che questa razzia di bambini non fa
che precludere definitivamente un
futuro migliore alla Cambogia, loro si
scrollano via questi dubbi come inutili
intralci moralisti alla loro legittima
ricerca della felicità familiare.
Il risultato è che l’umanità e il desiderio
di diventare genitori espressi dai
personaggi risultano in fin dei conti
poco credibili, una sorta di capriccio
di un gruppo di europei viziati.
Insomma ne La Piccola Lola
Lola,, sotto le
vesti di un bel film popolare (cioè
rivolto al grande pubblico perché
affronta un tema di universale attualità),
ben confezionato, come sempre, dalle
abili mani dei registi francesi, si cela la
visione egocentrica e semplicistica
che la Francia di oggi ha del resto
mondo; un paese che dà l’impressione
di ritenere che libertà, uguaglianza e
fraternità siano valori di tutti, ma
innanzitutto del suo popolo.
Prossimo appuntamento
di PORTOFRANCO:
22 febbraio 2011
LA FEBBRE DEGLI SCACCHI
di Vsevolod Pudovkin
LA FELICITA’
di Aleksandr Medvedkin