Machiavellismo e machiavellismi

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Machiavellismo e machiavellismi
Anglo-american faces of Machiavelli. Machiavelli e machiavellismi nella cultura politica
anglo-americana (secoli XVI-XX), a cura di A. Arienzo e G. Borrelli, Monza, Polimetrica,
2009, pp. 23-48.
A. Enzo Baldini
Machiavellismo e machiavellismi: progetto di ricerca e
messa a punto di un concetto
Non poteva mancare il Machiavelli per professori universitari con cariche di governo
nell’università, o per semplici cattedratici (ma con l’animo di baroni), per l’appunto per i
“principi” e i “nobili” del mondo accademico, come si legge in The Academic Prince,
versione non banale e non beffarda di un nuovo Principe machiavelliano da usare come
utile manuale per Rettori, Decani, Presidi di Facoltà e Direttori di Dipartimento sempre
meno supportati da effettivo potere e proprio per questo necessitati a ottenere il “rispetto”
di colleghi, allievi, collaboratori e nemici per costruirvi sopra (ma senza improvvisazione)
il proprio ruolo accademico.
L’ha scritto, con incisiva sobrietà oltre che con l’ironia che si conviene, un professore di
medicina canadese, cardiologo, al termine del proprio mandato di Preside della Facoltà di
medicina della McGill University di Montréal, cercando di immaginarsi quello che avrebbe
potuto scrivere Machiavelli in persona. Grande vecchio saggio, anzi, emerito, quindi
machiavellicamente al riparo da eventuali ritorsioni sulla propria carriera1. Lo ha pensato
per i suoi colleghi di medicina, ma è facilmente estendibile a tutto il mondo accademico.
When, many years ago, I started a term as dean of my medical school, my predecessor wished me luck and
gave me two gifts, Robert’s Rules of Order and Machiavelli’s The Prince. The former, a how-to guide for
conducting meetings, was as valuable as a good operators’ manual in a car breakdown far from help. The
Prince, written in 1513 as a how-to book for ruling over medieval principalities, is still a must for captains of
industry, and needs only a little revision to become relevant for the leaders of our contemporary academic
world. Perhaps if Machiavelli were to write a modern academic version of The Prince for todays’ chairs and
deans – the nobles and princes of our medical schools – it might be along the following lines.
Seguono i precetti dettati da Machiavelli (o da una delle tante maschere messe sul suo
volto) ad un principe-accademico-medico di buone ed essenziali frequentazioni letterarie,
ma non storico, ovviamente. Eppure, queste frasi introduttive sono per certi aspetti
illuminanti, fanno capire quanto Machiavelli e la sua opera siano materialmente presenti
negli ambienti più diversi (meglio se a contatto con pratiche di governo e di potere), come il
Principe venga usato da navigati conoscitori di vicissitudini pubbliche e private per
svezzare i loro successori ancora alle prime armi.
Subito la mente corre all’atto conclusivo della dura selezione che permette all’élite dei
combattenti di entrare nella Delta Force, il corpo speciale antiterrorismo dell’esercito
americano. Anche allora pare che – dopo inenarrabili prove fisiche e psichiche – l’esame
ultimo avvenga sul “testo” del Principe di Machiavelli2. Al termine di una massacrante
1
M. McGregor, The Academic Prince, “Academic Medicine”, 2002, vol. 77, P. 1, pp. 1221-1222.
M. Ledeen, Machiavelli on modern Lesdership: why Machiavelli Iron’s Rules are timely and important
today as five Centuries ago, New York, Truman Talley Books - St. Martin’s Press, 1999, pp. vii-ix. Di seguito
cito dalla tr. it., per la verità in alcuni punti non sempre fedele (ma non in quelli qui usati) e dal singolare
titolo: Il “Principe” dei neocons. Un Machiavelli per il XXI secolo, Roma, Nuove Idee, 2004, pp. 17-18. Cfr.
G. Procacci, Un Machiavelli per la Delta Force, “Passato e presente”, XXIII, n. 65, 2005, pp.109-114.
2
marcia affardellata di oltre 40 miglia, che costituisce l’ultimo impegno fisico richiesto,
viene infatti consegnato a quei “quasi superuomini” (per riprendere l’espressione di
Michael Ledeen) niente meno che il Principe di Machiavelli insieme con un test che
dovranno compilare dopo la lettura del piccolo trattato. Hanno 18 ore di tempo “per
convincere i loro esaminatori di aver compreso la saggezza contenuta nel libro che gli è
stato ordinato di leggere e, sebbene esausti nella mente e nel corpo, di saperla applicare
nelle dure e odiose missioni che dovranno compiere”3. È il Machiavelli lucidamente
spietato e muscolare assurto negli ultimi decenni ad una sorta di vessillo per gli assertori di
un inevitabile conflitto permanente, ed è comunque il Machiavelli che avrebbe partorito
“regole di ferro” valide oggi “esattamente” come lo sono state “cinque secoli fa”4.
Stranezze? Mistificazioni? Certamente, ma non del tutto e comunque da non
sottovalutare. Così come è stato usato già pochi anni dopo la sua morte in agoni politici e
militari, come è stato scagliato dagli ugonotti contro i cattolici, dai cattolici contro gli
ugonotti, come è stato utilizzato in testi teatrali o in diatribe filosofiche, Machiavelli è
diventato addirittura maestro di vita quotidiana, di “come vivere meglio”5.
Già era stato abbondantemente adoperato per insegnare a diplomatici (e poi a manager)
a convivere coi conflitti, a minimizzarli e sfruttarli, siano essi internazionali, locali o
personali6, ma anche per portare l’arte della politica nel mondo dell’impresa7, per trovare le
modalità più funzionali ad imporsi sugli altri (dipendenti, pari grado o persino superiori,
non importa) nei più diversificati ambiti lavorativi, ma soprattutto quelli in cui è previsto un
ruolo di comando o di raffinato (e subdolo) condizionamento degli altri8. Un atteggiamento,
questo, che però alla lunga può diventare un disturbo della personalità, una dipendenza, una
malattia, e allora ecco puntualmente codificata e definita la patologia “Machiavellianism”
(machiavellismo, per l’appunto), come subito è stata chiamata da psicologi
comportamentisti americani, che consiste in una condotta malata e compulsiva propria di
chi abitualmente si comporta come se ogni sua azione fosse destinata a sopraffare e
manipolare, con finalità di interesse e di profitto, coloro con i quali entra in contatto
(meglio sarebbe dire in conflitto), siano essi figli, consorti, amici, studenti, clienti o
competitori politici9.
Tutto questo non ha nulla a che vedere con Machiavelli e col Machiavellismo, protesta
il rigoroso storico delle idee aduso a confrontarsi con testi e documenti. Ne siamo proprio
certi? Sicuramente tutto questo non ha nulla a che vedere col Machiavelli storico, col
Machiavelli vissuto a Firenze tra Quattro e Cinquecento e autore di opere che hanno
alimentato e continuano ad alimentare la storia del pensiero politico e la filosofia politica.
3
Ivi.
Ivi.
5
J. Midas, The Modern Prince: better Living through Machiavellianism, El Paso, Midasjones.com, 2006.
6
R. Fisher, E. Kopelman, A. Kupfer Schneider, Beyond Machiavelli. Tools for Coping with Conflict,
Cambridge, Ma. - London, Harvard University Press, 1994.
7
A. McAlpine, The new Machiavelli. The Art of Politics in Business, New York, John Wiley & Sons Inc.,
1998 (tr. sp.: El nuevo Maquiavelo: “realpolitik” renacentista para ejecutivos modernos, Barcelona, Editorial
Gedisa, 1999).
8
W. Schwanfelder, Machen macht mächtig. Überzeugend führen mit Machiavelli, Heidelberg, Redline
Wirtschaft, 2005.
9
R. Christie, F.L. Geis, Studies in Machiavellianism, New York - London, Academic Press, 1970; J. Sutton,
E. Keogh, Social competition in school: relationships with bullying, Machiavellianism and personality, “The
British journal of educational psychology”, 70, 2000, pp. 443-456; K. Bedell, S. Hunter, A. Angie, A. Vert, A
Historiometric Examination of Machiavellianism and a New Taxonomy of Leadership, “Journal of Leadership
& Organizational Studies”, 12, n. 4, 2006, pp. 50-72; H. Ojha, Machiavellianism in Parents and their
Children, “Journal of the Indian Academy of Applied Psychology”, 2007, 33, n. 2, pp. 285-289.
4
2
Siamo però certi che quanto ho appena sommariamente delineato sia totalmente estraneo al
Machiavellismo? Mi riferisco, non senza azzardo, al Machiavellismo più classico, quello
che viene solitamente identificato con la fortuna, la circolazione e l’uso più o meno
nascosto delle opere di Machiavelli e della sua figura10, non al Machiavellismo sinonimo di
una politica del tutto avulsa dalla morale, o addirittura immorale.
Nel nome di Machiavelli sono state compiute operazioni culturali e politiche di
altissimo profilo, ma anche di bieco squallore, se vogliamo usare in maniera scoperta
giudizi di valore. Gli specialisti sanno bene che Machiavelli è diventato una leggenda
(nera), ma anche una bandiera, un mito, un personaggio diabolico, un nemico irriducibile,
in particolare dell’ortodossia religiosa sia cattolica che protestante. Si potrebbe continuare a
lungo nell’elencare le numerosissime maschere messe di volta in volta a Machiavelli nel
corso della storia11.
Tutte maschere pienamente comprensibili, anzi, molto eloquenti, specie per gli studiosi
di storia delle idee e soprattutto se ricostruite e analizzate nel clima culturale che le ha
generate (e che riusciamo così a penetrare e capire meglio): da quello della Chiesa romana
della Controriforma, a quello dei repubblicani inglesi del Seicento, a quello del nostro
Risorgimento col suo esaltante sogno dell’unità d’Italia. Né questo deve stupirci, visto che
la maggior parte delle traduzioni delle opere di Machiavelli – sino a quando la filologia ha
imposto un minimo di ritegno – sono state fatte per gettarle nella mischia politica del
tempo, e sulla loro scia è nato un Machiavelli usato di volta in volta da potentati politici, da
letterati al servizio di potentati politici, da filosofi o da uomini d’azione, con l’intento di
giustificare scelte ben precise, oppure per condannare l’operato altrui, o per mettere a punto
raffinate teorie del potere, o per infiammare gli animi di fronte a imprese nobili o additate
come tali.
Certamente, altra cosa è il Machiavelli ridotto ad aforismi, a pillole di saggezza per tutti
gli uomini e per tutti i tempi, a precetti scardinati da ogni contesto storico. Ma forse chi tra
qualche secolo, o anche prima, guarderà da lontano questo nostro tempo scriverà
probabilmente un capitolo sull’uso che vi viene fatto di Machiavelli per dare i voti ai
politici viventi (ovviamente sulla base di scelte di campo ben precise operate da chi si erge
a giudice esaminatore o per conto di potenti che queste scelte le hanno fatte con soppesato
realismo), o per insegnare il corretto comportamento manageriale, la cultura d’impresa, la
“corporate culture”, sino ad arrivare al Machiavelli guida per bambini nel loro ingresso in
perigliose classi scolastiche o al Machiavelli mentore e baluardo per popolazioni private per
decenni della loro libertà e ora facili prede di una società capitalista tentacolare12.
Si tratta di tematiche e di mode salottiere, di tendenze talora aberranti, ma anche di
sottili e raffinati percorsi culturali, di rivoli carsici che ancora devono essere debitamente
ricostruiti e analizzati. Praticamente non c’è stato pensatore politico di qualche spessore che
non si sia misurato con Machiavelli, che non abbia costruito il proprio Machiavelli, che non
abbia preso Machiavelli come punto di riferimento per mettere meglio a fuoco le proprie
teorie politiche. Ogni generazione ha costruito un suo Machiavelli, ovviamente, con tutte le
10
G. Procacci, Machiavelli nella cultura europea dell’età moderna, Roma-Bari, Laterza, 1995.
È d’obbligo il riferimento al volume di M. Bergès, Machiavel un penseur masqué?, Bruxelles, Éditions
Complexe, 2000.
12
C. Hart, A Child’s Machiavelli a kid’s book for adults, after Niccolò Machiavelli, Berlin, Neue Ges. für
Bildende Kunst, 1995, libro d’artista (A child’s Machiavelli: a primer on power, expanded ed., New York,
Penguin Studio, 1998; tr. ted.: Machiavelli für Kids, Nachw. von H. Fricke, 1. Aufl., Hamburg, Nautilus,
1996; tr. fr.: Le petit Machiavel illustré: Manuel de tyrannie à l’usage des débutants, New York - Paris,
Abbeville Press, 1998).
11
3
diversificazioni e le sfumature dettate da ambiti nazionali, regionali, linguistici o dalle
comunità d’appartenenza.
Ricerche sempre più sistematiche in questa direzione hanno gettato negli ultimi anni
fasci di luce su realtà che non finiscono di sorprenderci. L’ultimo nato è (forse) il volume di
Alessandra Petrina su Machiavelli nel mondo britannico in epoca Stuart13, ma è già in
arrivo quello di Thierry Ménissier sulla “politica del Centauro” e che allarga lo sguardo ad
ambiti e segmenti storici molto più vasti14; e così siamo tornati nella storia, ma non certo al
Machiavelli storico. La circolazione di Machiavelli ha sovente poco a che vedere con
Machiavelli ma, almeno agli studiosi delle idee politiche (e sono tra questi), fa respirare
un’aria decisamente più familiare, il profumo gratificante delle ricostruzioni
scientificamente fondate e ricondotte a ben precisi contesti storici.
Eppure, in questo gioco delle maschere, basta un piccolo spostamento ed eccoci
catapultati di fronte alla vasta letteratura di vago sentore politologico sul leader politico e
sul Machiavelli per la leadership politica, per non dire del Machiavelli che già a fine
Ottocento era stato preso come guida per insegnare a governare le città americane e New
York in particolare15. E poi ancora l’eterno Machiavelli che insegna l’arte di conquistare e
conservare il potere ai politici del nostro tempo, proprio come l’ha insegnata a folle
sterminate di uomini politici in età moderna e contemporanea. Di nuovo un Machiavelli un
po’ nella storia, ma di fatto fuori dalla storia16.
***
Non si capisce però molto, e non si aiuta a capire, mettendo tutto questo in un grande e
caotico contenitore al quale assegnare il nome di Machiavellismo. Meglio ricostruire
rigorosamente quanto è avvenuto nelle diverse epoche storiche e in ambiti ben definiti, per
poi tentare una ricomposizione teorica e un’analisi complessiva di tutto quello che va
comunemente sotto il nome di Machiavellismo.
Proprio per questo è nato il Progetto “Machiavellismo e Machiavellismi nella tradizione
politica occidentale (secoli XVI-XX): Rete internazionale di ricerca e di dibattito in
presenza e su Internet (2007-2013)”, che sto coordinando ormai da quasi quattro anni. Il
Progetto si propone infatti di ricostruire in maniera dettagliata la circolazione, l’influsso,
ma anche l’uso strumentale di Machiavelli, della sua immagine e delle sue opere nella
cultura politica occidentale dal Cinquecento al Novecento: una parte significativa del
dibattito politico, quindi, oltre che un’utilizzazione talora non propriamente scientifica del
Segretario fiorentino da parte di intellettuali e uomini politici.
La prima iniziativa ufficiale del Progetto ha avuto luogo a Napoli nei giorni 26 e 27
febbraio 2007 con il convegno internazionale del quale vengono ora pubblicati gli Atti; ne
sono stati generosi ed efficienti coordinatori Alessandro Arienzo e Gianfranco Borrelli. Era
quindi più che doveroso da parte mia ringraziare i due amici e colleghi che si sono fatti
carico di un’iniziativa tanto onerosa quanto feconda di risultati. E la mia gratitudine è
grande anche perché proprio loro, e non a caso, hanno tenuto a battesimo il Progetto.
13
A. Petrina, Machiavelli in the British Isles: two early modern translations of The prince, Farnham, Ashgate,
nov. 2009.
14
Th. Ménissier, La politique du Centaure. Machiavel et le machiavélisme dans la culture occidentale, Paris,
Hermann, nov. - dic. 2009.
15
H. Champernowne [i.e. David MacGregor Means], The Boss: an Essay upon the Art of governing American
Cities, New York, G. H. Richmond & co., 1894
16
L. Lefroid, Machiavel et le Machiavélisme, Toulon, Les Presses du Midi, 2007.
4
Le Unità di ricerca che si sono costituite all’interno del Progetto, per farlo vivere e
crescere, sono diventate 27 e operano in 14 Paesi occidentali: da Israele al Portogallo,
dall’Ungheria agli Usa e al Brasile, passando, ovviamente attraverso quasi tutti i paesi
europei17. Nei primi due anni di vita (2007 e 2008) il Progetto si è materializzato in
numerose iniziative scientifiche e in particolar modo in dieci convegni internazionali18.
17
Ogni Unità di ricerca si è impegnata a organizzare almeno un convegno internazionale, oltre che a
collaborare per la messa a punto dei materiali scientifici da inserire nel portale Hypermachiavellism di cui dirò
tra breve. Ne do un elenco molto essenziale, limitandomi a citare la sede universitaria l’argomento di ricerca
(oggetto poi del convegno) e i coordinatori scientifici, con l’avvertenza che alcune Unità sembrano aver
diminuito la loro operatività nel corso degli ultimi tre anni. Univ. Torino e Fondazione Luigi Firpo:
Machiavellismo e guerre di religione nell’Europa dell’età moderna; Machiavellismo, Platonismo ed
“eterodossia culturale” in Italia nell’età moderna; Machiavelli per la “corporate culture” e per la vita
moderna; coordinamento del Progetto di Rete di ricerca; progettazione, costruzione e gestione del portale
Hypermachiavellism (Enzo Baldini). Univ. Federico II Napoli: Machiavelli e il machiavellismo nella cultura
politica inglese e statunitense (Gianfranco Borrelli e Alessandro Arienzo). Univ. Reims: Machiavellismo e
anti-machiavellismo in Francia (Jean Balsamo). Univ. München e Univ. Bochum: Machiavelli in Germania
(Annette Meyer e Cornel Zwierlein). Univ. Complutense Madrid: Machiavellismo in Spagna (Juan Manuel
Forte Monge). Univ. Rotterdam - Erasmus Center for Early-modern Studies: Machiavellismi in Olanda (Hans
Blom). Univ. Genova: Il “Principe” di Machiavelli nelle traduzioni europee dal XVI al XX secolo (Roberto
De Pol). Univ. Suor Orsola Benincasa Napoli e Univ. Torino: I Classici in Machiavelli e nel Machiavellismo
in età moderna (Gennaro Carillo, Francesca Russo e Enzo Baldini). Univ. Chicago e Univ. Reims:
Machiavellismo e guerre di religione nell’Europa dell’età moderna (Philippe Desan e Jean Balsamo). Central
European University Budapest: Machiavellismo nei Paesi danubiani dell’Europa dell’est (Balázs
Trencsényi). Univ. Trento e Univ. Paris VIII: Connessioni tra Machiavellismo italiano e francese (Paolo
Carta e Jean-Louis Fournel). Univ. di Bucarest: Momenti del Machiavellismo in Romania (Gheorghe L.
Stoica). Biblioteca Ambrosiana, Milano: Machiavellismo e seconda Scolastica (Franco Buzzi). Univ.
Grenoble II: Aspects du machiavélisme français s. XVI-XVII (Giuliano Ferretti e Thierry Ménissier). Instytut
Badań Literackich PAN, Warszawa: La ricezione delle opere di Machiavelli in Polonia e Lituania nel
Rinascimento (Anna Grześkowiak-Krwawicz). Univ. Lisboa: Machiavelli dissimulato. Ricezione e
reinvenzione di Machiavelli nel spazio politico portoghese, secoli XVI-XX (Ângela Maria Barreto Xavier).
Univ. Federal Fluminense, Niterói - RJ, Brasile e Univ. Padova: Ricezione di Machiavelli in Brasile (Rodrigo
Bentes Monteiro e Sandra Bagno). Seton Hall Univ. e Rutgers-Camden Univ.: Machiavelli e il
machiavellismo negli Stati Uniti d’America (William J. Connell e Jacob Soll). Univ. Palermo: Aspetti del
Machiavellismo e dell’Antimachiavellismo in Italia e Francia nel pensiero cattolico dell’Ottocento (Eugenio
Guccione). Univ. Napoli L’Orientale: Machiavelli nel mondo arabo-islamico: idee politiche a confronto con
la tradizione occidentale (Massimo Campanini). Univ. Barcellona, Maquiavelismo y antimachiavelismo en
España, siglos XVI-XX (Helena Puigdomènech-Forcada,). Univ. del Molise Campobasso: Il pensiero politico
spagnolo di fronte alle vicende italiane: machiavellici e antimachiavellici, sec. XVI-XVIII (Walter Ghia).
Univ. Federico II Napoli e Univ. Palermo: Machiavellismo nell’Italia meridionale (Gennaro Barbuto,
Gianfranco Borrelli, Dario Caruso e Giorgio Scichilone). Ben-Gurion University Beer-Sheva: Machiavelli e
la tradizione politica giudaica, 1650-2000 (Hillay Zmora). Univ. Padova e Univ. Napoli: Machiavelli e il
machiavellismo nell’Inghilterra Tudor e Stuart (Alessandra Petrina e Alessandro Arienzo). Tufts Univ., Ma.,
and Univ. of Sussex: Anti-Machiavellian Machiavellism (Ioannis D. Evrigenis e Mark Somos). Bahcesehir
Univ. Istanbul e Bilgi Univ. Istanbul: Machiavélisme en Turquie (Süheyl Batum, Cemal Bali Akal e Günes
Kalyoncu).
18
Machiavelli e il machiavellismo nella cultura politica inglese e statunitense (sec. XVI-XX), Napoli 26-27
febb. 2007 (organizzatori Alessandro Arienzo e Gianfranco Borrelli, entrambi Univ. Napoli); Machiavélisme antimachiavélisme: figures françaises, sede di Parigi dell’Univ. of Chicago 8 giu. 2007 (org. Jean Balsamo,
Univ. Reims); Machiavellismus in Deutschland - Chiffre von Kontigenz, Herrschaft und Empirismus in der
Neuzeit, München, 25-28 sett. 2007 (org. Annette Meyer, Univ. München, e Cornel Zwierlein, Univ.
Bochum); Maquiavelo y maquiavelismo en el pensamiento político español de los siglos XVI y XVII:
filtración y crisis, Madrid, 26-27 nov. 2007 (org. Juan Manuel Forte Monge, Univ. Complutense Madrid);
Machiavelli in the (Dutch) Republic: Machiavellianism 1590-1730, Rotterdam il 25 apr. 2008 (org. Hans
Blom, Univ. Rotterdam); Machiavelli e le Guerre di religione di età moderna. Giornata di studio e
discussione di recenti opere di Corrado Vivanti, Torino 15 mag. 2008 (org. Enzo Baldini, Univ. Torino;
incontro introduttivo al conv. di Torino del 26-27 sett. 2008); Machiavellismo e guerre di religione
5
Tutti i convegni si tradurranno in volumi a stampa di Atti, alcuni dei quali sono già stati
pubblicati, gli altri sono in corso di pubblicazione o di preparazione19. Molti colleghi da me
coinvolti in questa sconsiderata e forse troppo ambiziosa avventura si augurano a questo
punto che – per i motivi più nobili e comunque solo positivi – qualcuna delle Unità di
ricerca possa perdere nei prossimi anni spinta propulsiva. In ogni caso, numerosi altri
convegni avranno luogo sino al 2013 nelle varie sedi accademiche delle Unità di ricerca.
Nel 2013 cade infatti il Cinquecentenario della prima stesura del Principe di
Machiavelli, annunciata dal pensatore politico fiorentino a Francesco Vettori nella ben nota
lettera del 10 dicembre del 1513. Una ricorrenza che non può certo essere ignorata dagli
studiosi di pensiero politico e che può diventare occasione e pungolo per una ricerca e per
un dibattito di ampia portata, cioè in grado di coinvolgere per un adeguato arco temporale
(2007-2013) numerosi specialisti italiani e soprattutto stranieri, con l’intento di ricostruire e
analizzare (auspicabilmente a tutto tondo) la straordinaria circolazione delle opere e delle
idee di uno dei più grandi e noti pensatori politici italiani nella storia e nella cultura del
variegato mondo occidentale. Ma anche l’uso strumentale che è stato fatto delle sue opere,
del suo pensiero, della sua immagine.
Per coordinare l’operato delle Unità di ricerca che partecipano al Progetto si è
proceduto a progettare e realizzare un ipersistema telematico, Hypermachiavellism, del
quale dirò meglio tra poco, che sarà presto ospitato sul portale di Ateneo dell’Università di
Torino, dove il Progetto è già presente nelle sue articolazioni e nelle sue tappe tra gli
“Speciali di Unito”20.
Tutto è nato nel 2005. Due convegni organizzati a Torino – rispettivamente su
“Platonismo, neoplatonismo, ermetismo tra Umanesimo e Controriforma” (28-29 ottobre
2004) e su “Machiavellismo e Machiavellismi nella tradizione politica europea (sec. XVIXIX): una prima ricognizione” (8-9 settembre 2005) – avevano infatti confermato in
maniera inconfutabile la presenza di illuminanti connessioni tra le problematiche in essi
affrontate; ma hanno parimenti mostrato come tali problematiche si collochino alla base di
aspetti significativi della cultura moderna e non solo della “modernità politica”21.
nell’Europa dell’età moderna, conv. in onore di Corrado Vivanti, Torino 26-27 sett. 2008 (org. Enzo Baldini,
Univ. Torino), Traduzione e divulgazione: le prime versioni del “Principe” in età moderna, Genova, 30 sett.
2008 (org. Roberto De Pol, Univ. Genova); I Classici in Machiavelli e nel Machiavellismo in età moderna,
conv. in memoria di Anna Maria Battista a 20 anni dalla morte, Napoli 16-17 ott. 2008 (org. Gennaro Carillo,
Univ. Suor Orsola Benincasa Napoli, Francesca Russo, Univ. Suor Orsola Benincasa Napoli, Enzo Baldini,
Univ. Torino); Machiavel et les guerres de religion, giornata di studio in onore di Corrado Vivanti, sede di
Parigi dell’Univ. of Chicago 31 ott. 2008 (org. Philippe Desan, Univ. of Chicago, e Jean Balsamo, Univ.
Reims; continuazione del conv. di Torino del 26-27 sett. 2008).
19
J. M. Forte Monge y P. López Álvarezed, eds., Maquiavelo y España: maquiavelismo y antimaquiavelismo
en la cultura española de los siglos XVI y XVII, Madrid, Biblioteca Nueva, 2008; J. Balsamo, ed.,
Machiavelisme - anti-machiavelisme: figures françaises, Journée d’étude, Paris, University of Chicago Center in Paris 8 juin 2007, “Cahiers parisiens / Parisian Notebooks”, IV, 2008, pp. 443-521; A. Meyer und
C. Zwierlein, hrsg., Machiavellismus in Deutschland, Beiheft der “Historischen Zeitschrift” (in stampa); R.
De Pol, ed., The First Translations of Machiavelli’s Prince. From the Sixteenth to the first Half of the
Nineteenth Century, Amsterdam, Rodopi (in stampa); H. Blom, ed., Machiavelli in the (Dutch) Republic:
Machiavellianism 1590-1730 (in preparazione); Enzo Baldini, ed., Machiavellismo e guerre di religione
nell’Europa dell’età moderna (in preparazione); G. Carillo, F. Russo, E. Baldini, eds., I Classici in
Machiavelli e nel Machiavellismo in età moderna (in preparazione); Ph. Desan, J. Balsamo, eds., Machiavel
et les guerres de religion (in preparazione).
20
http://www.unito.it/machiavelli.htm
21
Gli Atti di entrambi i convegni, a cura mia, sono in stampa e sono destinati alla Collana della Fondazione
Luigi Firpo (Olschki editore).
6
In particolar modo il convegno su “Machiavellismo e Machiavellismi” ha evidenziato
quanto ampia fosse la mole di lavoro ancora da svolgere per mettere a punto una
sistematica mappatura della presenza e del ruolo del Machiavellismo nelle diverse realtà
culturali italiane e dei Paesi occidentali in età moderna e contemporanea. Si è avuta cioè
un’ulteriore conferma dell’utilità di un’indagine di vasto respiro e corale (di “Rete”, per
l’appunto) sulla circolazione, prevalentemente sotterranea e strumentale delle teorie di
Machiavelli, oltre che sull’uso più o meno distorto e simulato delle sue opere e della sua
figura. Si è capita l’utilità di un’indagine accuratamente pianificata con l’intento di investire
anche gli attori di tutto questo, vale a dire i potentati politici, economici o religiosi, i
consiglieri di principi e non soltanto i letterati, poligrafi, pensatori politici, traduttori e i
circoli culturali o salottieri. Si è avuta cioè l’immediata percezione dello spessore e
dell’importanza di obiettivi e di percorsi che potevano essere alla portata solo di una Rete di
ricercatori di vari Paesi, decisi ad avviare in maniera coordinata nuovi studi su archivi e
fondi manoscritti, su epistolari e opere a stampa sino ad ora trascurate o non
sufficientemente studiate con l’obiettivo di cogliervi significative presenze machiavelliane.
Ovviamente, senza pregiudizi e limitazioni per quel che riguarda scuole di pensiero e
correnti interpretative, ma con la prioritaria istanza di avviare ricerche innovatrici e
rigorosamente scientifiche.
È quanto scrivevo nel primo progetto dell’impresa, aggiungendo però subito che doveva
trattarsi di un’indagine sistematica, condotta a diversi livelli, che avrebbe richiesto
inevitabilmente coordinate metodologiche sempre più raffinate e che si sarebbe in ogni caso
basata sulla ricostruzione storica degli eventi, degli elementi testuali e degli aspetti teorici
presi in esame: precisazione, questa, dettata non solo da alcune teorizzazioni tanto
accattivanti quanto carenti di fondamenti documentari, ma anche da un uso sempre più
estensivo e disinvolto del termine “Machiavellismo”.
In chiusura dell’incontro torinese su “Machiavellismo e Machiavellismi” del 2005 di
cui ho detto, era prevista una sezione destinata a organizzare nuove ricerche e ulteriori
momenti di dibattito sulle tematiche del convegno. Il successo di tale sezione ha fatto sì che
il Progetto del convegno si trasformasse in un Progetto di Rete di ricerca, in nuovi
argomenti d’indagine e, ben presto, in un fitto calendario di seminari e convegni destinati a
coprire le varie aree geopolitiche dell’Occidente moderno e contemporaneo.
Si stava cioè profilando qualcosa di analogo a quanto realizzato a partire dal 1990 sulla
tematica della Ragion di Stato; anche allora in prevalenza sullo slancio di una serie di
incontri scientifici organizzati inizialmente a Torino nel nome di Luigi Firpo e presso la
Fondazione che porta il nome dell’illustre maestro (il primo in sua memoria a un anno dalla
morte avvenuta nel 1989), e poi a Napoli, a Parigi e in numerosi centri universitari italiani
ed europei22.
22
Oltre a Botero e la ‘Ragion di Stato’, Atti del conv. in memoria di Luigi Firpo, Torino 8-10 mar. 1990, a
cura di A. E. Baldini, Firenze, Olschki, 1992, cfr. Raison et déraison d’Etat. Théoriciens et théories de la
raison d’Etat aux XVIe et XVIIe siècles, sous la direction de Y.Ch. Zarka, Paris, Puf, 1994; Aristotelismo
politico e ragion di Stato, Atti del conv. internaz. di Torino, 11-13 febb. 1993, a cura di A. E. Baldini,
Firenze, Olschki, 1995; Repubblica e virtù. Pensiero politico e monarchia cattolica tra XVI e XVII secolo, a
cura di C. Continisio, C. Mozzarelli, Roma, Bulzoni, 1995; Il pensiero politico in Italia e in Polonia nei secoli
XV-XVII, Atti del conv. Radziejowice 21-23 sett. 1993, “Odrodzenie i Reformacja w Polsce”, 39, 1995;
Ragion di Stato e ragioni dello Stato (secoli XV-XVII), Atti del conv. Napoli 9-10 lug. 1990, a cura di P.
Schiera, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - L’Officina Tipografica, 1996; Jean Bodin. Nature,
histoire, droit et politique, sous la direction de, Y.Ch. Zarka, Paris, Puf, 1996; Jean Bodin a 400 anni dalla
morte: bilancio storiografico e prospettive di ricerca, Atti del conv. internaz. Torino 6-7 dic. 1996, a cura di
7
Il gruppo di specialisti di settori disciplinari molto variegati, che avevano animato quella
feconda stagione di ricerche e che avevano col tempo imparato a confrontarsi apertamente e a
condividere metodologie e contenuti di ricerca, hanno costituito per larga parte il nucleo
originario della nuova e articolata compagine, permettendo che il Progetto fosse già operativo
un anno più tardi, nel 2006. Ad essi si sono aggiunti specialisti europei e americani, tutti con
l’obiettivo di una puntuale ricostruzione del Machiavellismo negli ultimi cinquecento anni e di
una conseguente messa a punto di nuove categorie interpretative per lo studio delle idee e del
dibattito politico in età moderna e contemporanea.
Ecco perché forse nessuno degli studiosi che si stanno impegnando in questa corale e
vasta iniziativa di ricerca e di dibattito si stupirà se (come già è avvenuto per la Ragion di
Stato) risultasse che anche il “Machiavellismo” sia stato capace non solo di generare scontri
e polemiche nelle diverse realtà culturali e politiche occidentali, ma anche di favorire e
perpetuare il dialogo tra la cultura italiana e il resto d’Europa, persino nei tempi più difficili
per la trasmigrazione di idee e problematiche politiche, e – andando oltre la mera patina
polemica – addirittura di incunearsi nel dibattito politico europeo, fungendo da
“propulsione dinamica”, per usare un’espressione cara ad Anna Maria Battista.
Le Unità di ricerca del Progetto non hanno avuto problemi nell’individuare gli
argomenti d’indagine, vista la dovizie delle tematiche che ancora attendono studi
approfonditi. Tutti gli studiosi che sono entrati a far parte del Progetto si attendono ora di
operare in maniera coordinata, in un’autentica logica di Rete. Anche per facilitare ciò, tutto
il Progetto “Machiavellismo e Machiavellismi” procederà parallelamente alla costruzione e
gestione del portale Hypermachiavellism, progettato per il perseguimento di una serie di
obiettivi che vanno ben oltre la messa online di un corpus di testi di Machiavelli e su
Machiavelli, o di un ben più robusto corpus di opere di e su autori connessi col
Machiavellismo. Il portale dovrà, infatti, contenere manoscritti, immagini, materiali audio e
video, testi di vario tipo (anche in forma di papers), tesi di dottorato, conferenze, relazioni
presentate a seminari e convegni, progetti e programmi di ricerca, bibliografie primarie e
secondarie, insieme con link a siti Internet di pari rigore scientifico, vale a dire siti di
banche dati, di archivi di riviste online, di cataloghi di biblioteche, di manoscritti digitali, di
fondi digitali d’archivio: il tutto, strutturato e indicizzato in maniera tale da poter essere
facilmente sottoposto ad interrogazioni incrociate e complesse, in grado cioè di permettere
e agevolare ricerche non solo di ordine lessicale e linguistico, ma contenutistico e, pur se
con i dovuti accorgimenti del caso, persino concettuale.
Il sistema digitale online di cui sto parlando è già stato progettato e realizzato nelle sue
componenti e articolazioni dall’Unità di ricerca dell’Università di Torino, che coordina
A. E. Baldini (Firenze, Olschki, 1997, fasc. monografico della riv. “Il Pensiero politico”);
L’antimachiavélisme de la Renaissance aux Lumières. Actes du Colloque de Bruxelles 9-10 mai 1996, éd. par
A. Dierkens, “Problèmes d’histoire des religions”, 8, 1997; La ragion di Stato dopo Meinecke e Croce.
Dibattito su recenti pubblicazioni, Atti del seminario Torino 21-22 ott. 1994, a cura di A. E. Baldini, Genova,
Name Edizioni, 1999 (2ª ed. 2001); Prudenza civile, bene comune, guerra giusta. Percorsi della ragion di
Stato tra Seicento e Settecento, Napoli 22-24 mag. 1996, a cura di F. Borrelli, Napoli, Archivio della Ragion
di Stato, 1999; Machiavelli e la cultura politica del meridione d’Italia, Atti del conv. Napoli, 27-28 nov.
1997, a cura di G. Borrelli, Napoli, Archivio della ragion di Stato, 2001; Tacito e tacitismi in Italia da
Machiavelli a Vico, Atti del conv. Napoli 18-19 dic. 2001, a cura di S. Suppa, Napoli, Archivio della Ragion
di Stato, 2003; Langues et écritures de la République et de la guerre. Études sur Machiavel. Sous la direction
de A. Fontana, J.-L. Fournel, X. Tabet, J.-C. Zancarini, Genova, Name Edizioni, 2004; Rivolte, ragion di
Stato e ordine politico tra Cinque e Seicento, Atti del conv. Torino 16-17 ott. 2001, a cura di A. E. Baldini,
Milano, Angeli (in stampa).
8
l’intero Progetto ed è ora pubblicato online nella sua versione pilota
(www.hypermachiavellism.com). Va da sé che il lavoro di ulteriore perfezionamento,
ampliamento e di costruzione dei contenuti si protrarrà nei prossimi anni e coinvolgerà non
solo coloro che hanno assunto il compito di dirigere il portale o che hanno accettato di far
parte della redazione che si è costituita presso il Dipartimento di Studi politici
dell’Università di Torino, ma si estenderà a tutti gli studiosi che fanno parte delle Unità di
ricerca operanti all’interno del Progetto Rete “Machiavellismo e Machiavellismi”23. Tutte le
Unità di ricerca contribuiranno infatti (come già sta avvenendo) a fornire materiali e testi di
bibliografia primaria e secondaria relativi in particolar modo alle aree tematiche da loro
prescelte, contribuendo così a dare crescente spessore e consistenza scientifica al portale,
inteso sia come nucleo di coordinamento organizzativo (ovviamente in aree riservate ai
gruppi di lavoro e alle Unità di ricerca), sia come contenitore di preziosi materiali di studio.
Insomma, uno strumento di ricerca, di dibattito e di edizione messo a disposizione
dell’intero Progetto e dei singoli studiosi che ne fanno parte, alimentato da ognuno di loro,
ma reso parimenti disponibile in Internet per l’intera comunità scientifica.
In qualsiasi parte del mondo risiedano i singoli studiosi che hanno accettato di far parte
del Progetto, il portale permetterà loro di operare con rigore scientifico in una dimensione
pienamente cooperativa e cumulativa. Hypermachiavellism potrà infatti fornire un
significativo aiuto alle loro ricerche, ma permetterà anche di pubblicare in modalità digitale
i risultati delle loro attività di studiosi e ricercatori (il che non esclude, ovviamente, la
tradizionale e insostituibile stampa cartacea), dando così a tali risultati un’immediata
diffusione planetaria.
Inevitabilmente, Hypermachiavellism sarà di continuo rielaborato sulla base delle nuove
e cresciute esigenze della Rete di ricerca oltre che delle innovazioni offerte da Internet.
Dovrà, insomma, diventare il supporto basilare di tutto il Progetto nelle sue molteplici
articolazioni, oltre che uno strumento di dialogo e di dibattito tra gli studiosi: costoro
potranno così continuare a confrontarsi sia all’interno di specifici gruppi di lavoro online,
sia in una più vasta comunità online, che coinvolgerà stabilmente tutti i membri delle varie
Unità di ricerca, ben al di là dei pur numerosi incontri “frontali” organizzati sotto forma di
seminari o convegni dal 2007 al 2013. In ogni caso, anche dopo che il Progetto sarà giunto
a termine, è auspicabile che Hypermachiavellism possa continuare ad essere fruibile come
deposito di materiali scientifici, come base per ulteriori ricostruzioni storiche e definizioni
teoriche del Machiavellismo, oltre che come centro di orientamento per la ricerche
scientifiche in Internet.
Del resto, già ora, agli albori del terzo Millennio, su tutta questa magmatica realtà che
usa (e usurpa) il nome di Machiavelli troviamo in Internet testimonianze e documenti in
quantità debordante; testi sovente intrisi (com’è ovvio) in maniera più o meno manifesta di
posizioni ideologiche e di parte. In Internet troviamo però anche materiali di notevole
livello scientifico sul Machiavellismo che ci interessa maggiormente, quello che si colloca
23
Ho la direzione del portale Hypermachiavellism e della rivista online che sta per essere creata al suo
interno; sono però affiancato da un direttivo competente e dinamico, del quale fanno parte, insieme con me,
Giulio Lughi (Univ. Torino) e Alessandro Arienzo (Univ. Napoli Federico II). La Redazione è composta da
Claudia Favero (segretaria), Matteo Salvetti, Alessandra Suppini e Giuseppe Sciara. Nella costruzione del
portale cercherò di fare tesoro delle esperienze acquisite sul campo, in particolar modo nella progettazione e
nella costruzione della Biblioteca Italiana Telematica (www.bibliotecaitaliana.it) e nel ben altrimenti
impegnativo portale ICoN - Italian Culture on the Net (www.italicon.it), gestito da un consorzio di 21
università italiane che eroga un corso di laurea triennale di “Lingua e cultura italiana per studenti stranieri”,
insieme con master e corsi di lingua italiana, tutti rigorosamente e interamente online e impartiti in modalità
e-learning.
9
in contesti storici e politici circoscritti. Proprio come vi troviamo un Machiavelli
trasformato in emblema e usato come strumento di comunicazione multimediale, oppure
ridotto a espressione della durezza del vivere quotidiano, a rifiuto di ogni forma di
conformismo, a baluardo di difesa dalle continue sopraffazioni, a strumento di riscatto da
prove esistenziali estreme, come quello assimilato e usato nella musica rap,
nell’underground hip hop, o anche nella musica rock24. Un Machiavelli che raggiunge i
giovani in maniera sicuramente più incisiva e dura che non quello dei testi accademici.
***
Nell’accezione più condivisa, Machiavellismo indica dunque la circolazione delle idee e
delle opere di Machiavelli in forma manoscritta o a stampa, la loro utilizzazione in scritti
politici, militari, religiosi, teatrali e letterari in genere: vale a dire la loro “fortuna” nel corso
dei secoli in diversi ambiti culturali e in peculiari situazioni storiche e politiche. Indica però
anche l’uso di Machiavelli e delle sue dottrine (o di dottrine a lui attribuite) nella pratica e
nella lotta politica, soprattutto per giustificare scelte e comportamenti sovente riprovevoli e
per attaccare o demonizzare quelli degli avversari.
Com’è agevole dedurre da quanto sopra delineato, Machiavellismo è un termine
ambiguo e sfuggente, che si lascia delimitare con molta difficoltà. Lo attestano le molteplici
definizioni concettuali che ha ricevuto e continua a ricevere anche dagli specialisti. Il tutto
si complica ulteriormente se si considerano le variazioni presenti nei vari ambiti linguistici
e nelle differenti tradizioni culturali, espressione anche degli orientamenti religiosi, politici
e culturali assunti di volta in volta nei confronti di Machiavelli in diversi momenti storici e
in diverse aree geopolitiche. Del resto, ogni generazione di studiosi (e di politici) ha letto e
reinterpretato Machiavelli “alle luce degli eventi di cui è stata testimone”25.
In ogni caso, con Machiavellismo si designano di solito le argomentazioni teoriche e i
comportamenti politici che, nel corso dei secoli, hanno fatto e fanno riferimento alla
dottrina di Machiavelli e alle sue opere. Le varianti sono però numerose; mi limito qui a
fornire qualche esempio tratto dall’ambito culturale italiano. Machiavellismo è stato
identificato tout court con la dottrina di Machiavelli26, o è stato ridotto ad espressione del
linguaggio ordinario per indicare un comportamento spregiudicato e privo di scrupoli27, o
anche identificato con la “Ragion di Stato” qualora il soggetto operativo sia un’istituzione
politica28 e, va da sé, con una politica priva di ogni vincolo morale.
24
Mi limito a citare la canzone Machiavellism dei Dir en grey, gruppo musicale rock giapponese, e a
rimandare a “Makaveli”, uno dei nomi che si è dato il rapper americano Tupac Amaru Shakur (1971-1996),
con esplicito e dichiarato riferimento a Machiavelli.
25
P. Carta, Paolo e X. Tabet, Xavier, Introduzione: Interpretazione e “usi” politici del Machiavelli, in:
Machiavelli nel XIX e XX secolo / Machiavel aux XIXe et XXe siècles, Giornate di studio Lione, 3-4 giu. 2003,
Parigi, 5-7 giu. 2004, a cura di P. Carta e X. Tabet, Padova, Cedam, 2007, p. 4.
26
N. Abbagnano, Dizionario di filosofia, 2. ed. riveduta e accresciuta, Torino, Utet, 1971, pp. 552-554 (3. ed.
aggiornata e ampliata da G. Foriero, Torino, Utet Libreria, 2001).
27
S. Pistone, Machiavellismo, in: Dizionario di politica, dir. da N. Bobbio, N. Matteucci e G. Pasquino, 2. ed.
interamente riveduta e ampliata, Torino, Utet, 1983, p. 623.
28
G. Procacci, Machiavellismo e antimachiavellismo, in: Cultura e scrittura di Machiavelli. Atti del conv.
Firenze-Pisa 27-30 ott. 1997, Roma, Salerno ed., 1998, pp. 393; cfr. anche il suo fondamentale volume
Machiavelli nella cultura europea dell’età moderna, cit., p. vi. È sicuramente utile riflettere sulla seguente
affermazione di Procacci: “Se è vero che i termini ‘machiavellico’, ‘machiavellismo’ e ‘antimachiavellismo’
sono entrati nell’uso corrente e che chi si proponesse di bandirli ingaggerebbe una battaglia con i mulini a
vento, è anche vero che agli studiosi del Machiavelli essi appaiono come dei residuati storici, che non hanno
molto maggior senso dei contrasti tra petrarchisti e antipetrarchisti o di quelli tra partigiani dell’Ariosto o del
10
Prima di procedere oltre, si rendono però indispensabili alcune precisazioni preliminari
che, purtroppo, non sono così banali e scontate come potrebbero apparire ad un esame
sommario. Machiavelli, o meglio, la ricerca d’ogni ordine e tipo su Machiavelli (da quella
filologica a quelle teorica) ha poco o nulla a che vedere con il Machiavellismo. Si tratta di
due dimensioni completamente diverse, di prospettive storiografiche che si collocano su
piani ben differenziati; eppure anche qui bisogna procedere con cautela, come ben mostrano
alcuni studiosi delle idee e delle dottrine di Machiavelli che si servono delle proprie
argomentazioni sul Segretario e sulle sue teorie per ribadire o supportare le proprie
personali riflessioni, le proprie teorie politiche, la propria “visione” dell’uomo o del mondo,
o addirittura del ruolo di singoli Stati, o di un nuovo ordine globale.
Questa prima (e rudimentale) puntualizzazione ci permette di operare una
differenziazione tra “Machiavelliano” e “Machiavellismo”. Una teoria “machiavelliana” è,
evidentemente, “di” Machiavelli, mentre con “Machiavellismo” indichiamo solitamente un
recupero, una rielaborazione, un’utilizzazione delle teorie, delle opere e della figura di
Machiavelli. Tuttavia, anche questa partizione sembra funzionare solo quando ci riferiamo,
ad es., a ricostruzioni filologiche e storiche relative a Machiavelli, o a coloro che lo hanno
tradotto e fatto circolare in maniera più o meno fedele in vari contesti storici.
A complicare il tutto ci si mettono poi i termini “machiavellico” e “machiavellista”, il
primo usato nel linguaggio comune per indicare un comportamento astuto e subdolo
contrassegnato da trame nascoste, intrighi e simulazione, mentre col secondo si stigmatizza
(soprattutto in età moderna) un degno seguace di Machiavelli, che mette in pratica il suo
insegnamento, o meglio, il suo presunto insegnamento, senza porsi problemi d’ordine
morale e mirando esclusivamente al perseguimento del proprio interesse.
In questa sommaria carrellata preliminare s’impone ancora una riflessione sul
Machiavelli “inventore” della Realpolitik, o di quel realismo politico che, se trasferito al
livello dei rapporti tra gli Stati, prenderebbe secondo alcuni il nome di Ragion di Stato. In
realtà, l’identificazione tout court di realismo politico col Machiavellismo – che pure ha
fatto versare fiumi d’inchiostro – non aiuta molto in termini concettuali. Ancor meno utile è
l’assimilazione con la Ragion di Stato, che è, anzi, destinata a creare ulteriore confusione e
che è per buona parte priva di fondamento storico, soprattutto se per Ragion di Stato si
intende la corrente di pensiero e la fitta trattatistica affermatasi in Italia negli ultimi due
decenni del Cinquecento. Machiavelli, com’è noto, non ha mai usato l’allocuzione “ragion
di Stato”; lo hanno fatto invece i pensatori politici dell’età della Controriforma – da
Giovanni Botero (1589) a Scipione Chiaramonti (1635) per limitarci all’Italia – con
l’intento (almeno dichiarato) di voler distinguere la loro “pia e corretta” Ragion di Stato da
quella “empia e tirannica” attribuita al pestifero ed empio Segretario fiorentino29. Queste
Tasso. La storia della critica machiavelliana sviluppatasi da quando disponiamo del corpus della sua opera e
di una ricostruzione attendibile della sua biografia, il che è acquisizione relativamente recente, è cosa diversa
dalla storia della sua fortuna, meno volubile e meno faziosa. Per quanto diverse possano essere le loro letture
e le loro interpretazioni, per gli addetti ai lavori non vi può essere altro approccio che quello storicofilologico. Nessuno oggi si sognerebbe di rubricare e di arruolare nelle file dei ‘machiavellici’ e degli
‘antimachiavellici’ questo o quello studioso del Machiavelli” (Machiavellismo e antimachiavellismo, cit., p.
396).
29
Per ulteriori riflessioni mi permetto di rimandare ai miei contributi L’antimachiavélisme en Italie au début
de la littérature de la raison d’Etat, in: L’antimachiavélisme de la Renaissance aux Lumières, cit., pp. 15-30;
Die politische Philosophie: Staatsräson, Tacitisme, Machiavellismus, Utopie, in: Grundriss der Geschichte
der Philosophie, begründet von Fr. Ueberweg, völlig neubearb. Ausg.: Die Philosophie des 17. Jahrhunderts,
Bd. I, hrsg. J.-P. Schobinger, Basel, Schwabe, 1998, pp. 545-568, 605-615 (contributo steso insieme con Anna
Maria Battista, pubbl. anche in versione italiana ampiamente riveduta dal titolo Il dibattito politico nell’Italia
della Controriforma: Ragion di Stato, tacitismo, machiavellismo, utopia, “Il Pensiero politico”, XXX, 1997,
11
precisazioni fanno capire come non sia stato arduo compiere un passo ulteriore per arrivare
ad affermare che il Machiavellismo è un “principio politico” secondo il quale è pienamente
lecito ogni atto dello Stato (o del detentore del potere) ritenuto vantaggioso per il Paese,
specie se è assunto nei riguardi di altri Stati. Per non dire poi dell’identificazione di
Machiavellismo con la “summa” della dottrina di Machiavelli ampiamente diffusa e abusata
nel linguaggio comune, vale a dire l’espressione “il fine giustifica i mezzi”, peraltro mai
usata da Machiavelli e comunque priva di senso se decontestualizzata e riferita a qualsiasi
“fine”, non solo alla costruzione e conservazione dello Stato.
***
Anche se assumiamo il concetto nella sua accezione minimale, vale a dire come ripresa
strisciante e sotterranea della dottrina di Machiavelli e come "fortuna" sua e delle sue opere,
il Machiavellismo è tutt’altro che una corrente di pensiero o una realtà uniforme; anzi, i
Machiavellismi sono molteplici e proprio all’individuazione delle caratteristiche delle
variegate forme di Machiavellismo espresse nelle diverse culture occidentali e nei vari
periodi storici è dedicato il lavoro della Rete di ricerca internazionale di cui ho detto.
Accurate e approfondite ricerche permetteranno di ricostruirne sempre meglio singole
manifestazioni storiche e illuminanti percorsi, oltre che di coglierne significative presenze
in singoli autori e in fasi storiche ben definite. Il Machiavelli di Ugo Foscolo che
“temprando lo scettro a’ regnatori | gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela | di che lagrime
grondi e di che sangue”, è certamente espressione di una ben precisa congerie storica, ma è
forse anche frutto di un lungo cammino di idee che verosimilmente parte dal “plagio”
messo in pratica dall’aristotelico Agostino Nifo col suo trattato De regnandi peritia (15221523) quando Machiavelli era ancora in vita, per passare poi attraverso la ristampa fatta da
Naudé di questo trattato che disvela al popolo la tirannide dei potenti, per arrivare sino
all’interpretazione di Rousseau e oltre30. A questa lettura “obliqua” di Machiavelli, va
aggiunta quella “repubblicana” che tanta fortuna ha avuto nel mondo anglosassone a partire
dall’Inghilterra delle rivoluzioni secentesche per arrivare ai giorni nostri (al riguardo è
sufficiente citare i nomi di John Pocock e Quentin Skinner)31.
n. 3, pp. 393-439); Le ricerche sulla Ragion di Stato: situazione e prospettive, in: La ragion di Stato dopo
Meinecke e Croce, cit., pp. 7-31 (2ª ediz. cit., pp. 9-33); Ragion di Stato, Tacitismo, Machiavellismo e
Antimachiavellismo tra Italia ed Europa nell’età della Controriforma. Bibliografia (1860-2001), ivi, pp. 223265; Il Machiavelli di Firpo, in: Machiavelli nella storiografia e nel pensiero politico del XX secolo, Atti del
conv. Milano 16-17 mag. 2003, a cura di L. M. Bassani e C. Vivanti, Milano, Giuffrè, 2006, pp. 139-166;
Machiavellism and anti-Machiavellism between France and Italy in the last years of the wars of religion, in:
Machiavelisme - anti-machiavelisme: figures françaises, cit., pp. 451-464; Machiavellismo, in: Gli “Ismi”
della Politica. Cinquantadue voci per ascoltare il presente, a cura di A. D’Orsi, Roma, Viella, 2009 (in
stampa).
30
Cfr. P. Cosentino, Un plagio del Principe: il De regnandi peritia di Agostino Nifo, in: R. Gigliucci, ed.,
Furto e plagio nella letteratura del classicismo, Roma, Bulzoni,1998, pp. 139-160; D. Caruso, Il ‘De regnadi
peritia’ di Agostino Nifo: plagio o censura?, in: Machiavelli e la cultura politica del meridione d’Italia, cit.,
pp. 6-22; C. Del Vento, Le considerazioni di Ugo Foscolo, in: Scritti sul Principe di Niccolò Machiavelli, a
cura di P. Carta, C. Del Vento e X. Tabet, Rovereto, Nicolodi, 2004, pp. 31-57; S. Anglo, Machiavelli: The
First Century. Studies in Enthusiasm, Hostility and Irrelevance, Oxford - New York, Oxford University Press,
2005, pp. 42-84; C. Zwierlein, Dal tiranno al despota: prospettive antimonarchiche di Agostino Nifo e difesa
della “pluralitas principatuum”, 1523-1526, in: Tirannide e dispotismo nel dibattito politico tra Cinque e
Seicento, IX Giornata L. Firpo, Atti del conv. Torino 27-28 sett. 2002, a cura di A. E. Baldini, Firenze,
Olschki (in stampa).
31
L. M. Bassani, Bürgerhumanismus e repubblicanesimo: il Machiavelli di Hans Baron e John Pocock, in:
Machiavelli nella storiografia e nel pensiero politico del XX secolo, cit., pp. 299-327; G. Borrelli,
12
C’è poi il Machiavellismo delle guerre di religione francesi del Cinquecento, quando
cioè (come Anna Maria Battista ha lucidamente mostrato) i Ligueurs e gli Ugonotti
utilizzavano Machiavelli come arma contundente gli uni contro gli altri32. E addirittura il
Machiavelli strettamente connesso col platonismo e non soltanto nelle opere di Francesco
Patrizi da Cherso33, e, ovviamente, quello che appartiene alla storia delle teorie
dell’assolutismo, oggetto di indagini sempre più raffinate34. E ancora il Machiavelli
dell’Illuminismo 35 e tutta la variegata tradizione della fortuna e dell’utilizzazione di
Machiavelli nell’Ottocento e nel Novecento, sempre più oggetto di indagini puntuali36;
mentre un numero crescente di studiosi si sta occupando con risultati di indubbio spessore
scientifico della presenza, diffusione e uso di Machiavelli in differenti periodi storici e in
ben precisi ambiti culturali, mostrando forme talora insospettabili di Machiavellismo37.
Repubblicanesimo e teoria dei conflitti in Machiavelli. Note su un dibattito in corso, ivi, pp. 329-347, M.
Geuna, Skinner, pre-humanist rhetorical culture and Machiavelli, in: Rethinking the Foundations of Modern
Political Thought, ed. A. Brett, J. Tully, H. Hamilton-Bleakley, Cambridge – New York, Cambridge
University Press, 2006, pp. 50-72; Id., The Republican Tradition and the Scottish Enlightenment, relazione
tenuta al conv. “The Limits of the Atlantic Republican Tradition”, Los Angeles 17-18 apr. 2009.
32
A. M. Battista, Politica e morale nella Francia dell’età moderna, a cura di Anna Maria Lazzarino Del
Grosso, Genova, Name Edizioni, 1998. Cfr. anche A. E. Baldini, A. M. Battista, Die politische Philosophie:
Staatsräson, Tacitisme, Machiavellismus, Utopie, cit., pp. 545-568, 605-615; A. E. Baldini, Le guerre di
religione francesi nella trattatistica italiana della ragion di Stato: Botero e Frachetta, “Il Pensiero politico”,
XXII, 1989, pp. 301-324. Cfr. anche C. Zwierlein, Discorso und Lex Dei. Die Entstehung neuer Denkrahmen
im 16. Jahrhundert und die Wahrnehmung der französischen Religionskriege in Italien und Deutschland,
Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2006.
33
Cfr. C. Vasoli, Francesco Patrizi da Cherso, Roma, Bulzoni, 1989; A. E. Baldini, Aristotelismo e
platonismo nelle dispute romane sulla ragion di Stato di fine Cinquecento, in: Aristotelismo politico e ragion
di Stato, cit., pp. 201-226; M. Muccillo, Platonismo, Ermetismo e “prisca theologia”. Ricerche di
storiografia filosofica rinascimentale, Firenze, Olschki, 1996; A. E. Baldini, Ragion di Stato e platonismo nel
dibattito politico italiano di fine Cinquecento, in: Studi in memoria di Enzo Sciacca, vol. I: Sovranità,
Democrazia, Costituzionalismo. Atti del conv. Catania 22-24 febb. 2007, a cura di F. Biondi Nalis, Milano,
Giuffrè, 2008, pp. 57-70. Cfr. anche Platonismo, neoplatonismo, ermetismo fra Umanesimo e Contriforma,
Atti del conv. Torino, 28-29 ott. 2004, a cura di A. E. Baldini, Firenze, Olschki (in stampa). Alla ricostruzione
di queste tematiche è dedicato l’incontro scientifico “Machiavellismo, Platonismo ed ‘eterodossia’ culturale in
Italia nell’età moderna”, conv. in memoria di Luigi Firpo a 20 anni dalla morte (Torino, 25-26 sett. 2009).
34
I. D. Evrigenis, Fear of Enemies and Collective Action, Cambridge - New York, Cambridge University
Press, 2008, G. Borrelli, Il lato oscuro del “Leviathan”. Hobbes contro Machiavelli, Napoli, Cronopio, 2009.
Ma in questa scarna citazione rinvio doverosamente a L. Firpo, Scritti sul pensiero politico del Rinascimento e
della Controriforma, Torino, Utet-Libreria, 2005.
35
N. Ben Saad, Machiavel en France: Des Lumières à la Révolution, Paris, L’Harmattan, 2007.
36
G. Calabrò, Machiavelli in Italia tra le due guerre. Echi di un dibattito, Napoli, Istituto Italiano per gli studi
filosofici, 2005; Machiavelli nella storiografia e nel pensiero politico del XX secolo, cit.; Machiavelli nel XIX
e XX secolo / Machiavel aux XIXe et XXe siècles, cit.
37
Per questa vasta produzione – all’interno della quale il punto di riferimento obbligato continua ad essere G.
Procacci, Machiavelli nella cultura europea dell’età moderna [1995], cit. – mi limito a qualche titolo recente:
H. Puigdomenech Forcada, Maquiavelo en España: presencia de sus obras en los siglos XVI y XVII,
Fundacion Universitaria Española, Madrid, 1988; S. Bagno, Il machiavellismo nella società brasiliana di fine
‘800: una lettura della Teoria do Medalháo di Machado de Assis, in: Scrittori “contro”: modelli in
discussione nelle letteratura iberiche. Atti del conv. Roma 15-16 mar. 1995, Roma, Bulzoni, 1996, vol. I, pp.
427-436; M. A. Youssim, Makiavelli v Rossii: Moral’ i politika na protiaženii pjati stoletij, Moskva, Institut
Vseobščej Istorii RAN, 1998; A. Polcar, Machiavelli-Rezeption in Deutschland von 1792 bis 1858. Sechzehn
Studien, Aachen, Shaker, 2002; E. A. Rees, Political thought from Machiavelli to Stalin: revolutionary
Machiavellism, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2004; M. B. Arbulu Barturen e S. Bagno, La receción de
Maquiavelo y Beccaria en el ámbito iberoamericano, Padova, Unipress, 2006; I. Radrizzani, Hrsg., Fichte
lecteur de Machiavel. Un nouveau “Prince” contre l’occupation napoléonienne, Basel, Schwabe, 2006; M.
de Albuquerque, Maquiavel e Portugal. Estudios de História das Ideias Políticas, Lisboa, Alêtheia, 2007; A.
13
Torna cioè alla luce il Machiavelli che ogni generazione ha letto e usato sulla base degli
stimoli e delle peculiarità del proprio tempo: dal Machiavelli delle guerre di religione
europee, a quello connesso con la nascita dello Stato moderno, con la rivoluzione inglese,
con quella americana e con quella francese, con il Risorgimento e i movimenti di
liberazione nazionale, con i nazionalismi e i totalitarismi, e persino con espressioni di
antitotalitarismo e princìpi di liberalismo, come nel caso di Isaiah Berlin e Raymond
Aron38.
Sono queste solo alcune delle molteplici facce del Machiavellismo, delle sue
manifestazioni tutt’altro che agevoli da ripercorrere, ricostruire e interpretare. Un
Machiavellismo che, quindi, va ben oltre la “fortuna” di Machiavelli e delle sue opere, e
che cerca sempre di mascherare la propria dimensione strumentale e opportunistica, sia essa
di ordine culturale o politico.
Innumerevoli sono stati gli uomini politici e di governo che non hanno esitato a
riprendere senza infingimenti le idee e l’immagine del Segretario fiorentino, oppure a
servirsene in qualche modo per i propri obiettivi: da Federico II di Prussia a Napoleone (o
meglio il “falso Napoleone”)39, per arrivare al Machiavelli di Lenin, di Trotskij e di Stalin.
Vale forse la pena di ricordare che in una direttiva segreta a Molotov del 1922 Lenin
riprendeva in maniera quasi letterale il cap. VIII del Principe, pur senza alcun riferimento
esplicito all’opera e all’autore, né il suo era un caso isolato40. Sappiamo infatti ora con
certezza che pure Stalin era stato lettore attento e non propriamente critico del Principe,
come attesta l’esemplare dell’opera di Machiavelli da lui accuratamente sottolineato, ma
sappiamo parimenti che il suo “Machiavellismo” ebbe manifestazioni per certi aspetti
emblematiche e inquietanti: lo mostra la condanna a morte di Lev Kamenev nella grande
purga del 1936 accusato, tra l’altro, dal procuratore generale Vyshinskij di essere un degno
ed esecrabile discepolo di Machiavelli41. Un uso, quindi di Machiavelli come guida per la
costruzione di uno stato nuovo e rivoluzionario e per la gestione spietata del potere, ma nel
Petrina, Machiavelli in the British Isles: two early modern translations of The prince [2009], cit.; Th.
Ménissier, La politique du Centaure. Machiavel et le machiavélisme dans la culture occidentale [2009], cit.
38
I. Berlin, The originality of Machiavelli, in: Studies on Machiavelli, ed. M. P. Gilmore, Firenze, Sansoni,
1972, pp. 149-206 (poi in: I. Berlin, Against the Current, Oxford, Hogart Press, 1979; tr. it.: Controcorrente,
Milano, Adelphi, 1997; era stato presentato come paper nel 1953 ad una riunione della sezione britannica
della “Political Studies Association”, dove aveva ricevuto, tra gli altri, i preziosi commenti di Alessandro
Passerin d’Entrèves, allora docente di studi italiani a Oxford); R. Aron, Machiavelli e le tirannie moderne,
intr. di D. Cofrancesco, Roma, Seam, 1998. Cfr., tra l’altro, A. E. Baldini, Berlin e Machiavelli, “Il Pensiero
politico”, XXXI, 1998, n. 1, pp. 124-129; G. M. Barbuto, Machiavelli e i totalitarismi, Napoli, Guida, 2005,
pp. 119-133; S. Suppa, Riflessioni sul Machiavelli di Leo Strauss, Isaiah Berlin e Raymond Aron, in:
Machiavelli nella storiografia e nel pensiero politico del XX secolo, cit., pp. 277-298; G. Manselli, Isaiah
Berlin e lo scioccante pluralismo di Machiavelli, in stampa questo volume.
39
G. Procacci, Machiavelli nella cultura europea dell’età moderna, cit., pp. 288-295, 356. Le “annotazioni”
attribuite a Napoleone sono in realtà dell’abate Aimé Guillon. Cfr. anche N. Machiavelli, Il Principe annotato
da Napoleone Buonaparte, Milano, Silvio Berlusconi editore, 1993 (Premessa di S. Berlusconi, pp. ix-xv, e
Saggio introduttivo di V. Branca da titolo: Una proposta di lettura del “Principe”. Machiavelli e la tradizione
mercantesca, pp. xvii-xliii).
40
Nella lettera a Molotov Lenin scriveva: “Un intelligente scrittore di questioni statali dice giustamente che,
se per attuare un certo fine politico è necessario commettere una serie di crudeltà, bisogna commetterle nel
modo più energico e nel più breve tempo possibile, poiché una prolungata applicazione di crudeltà non è
tollerata dalle masse popolari”. Il trasparente riferimento è al cap. VIII del Principe, anzi, a una delle parti più
“scellerate” di questo scellerato capitolo (cfr. M. A. Youssim, Makiavelli v Rossii, cit.; E. A. Rees, Political
thought from Machiavelli to Stalin, cit., p. 112). Uso la tr. italiana di V. Strada, Una biografia in Russia. Così
Machiavelli annunciò Stalin, “Il Corriere della Sera”, 22 aprile 2000, p. 33.
41
E. A. Rees, Political thought from Machiavelli to Stalin, cit., pp. 143-236; P. Carta, Machiavelli in Russia,
in: Machiavelli nel XIX e XX secolo, cit., pp. 277-382.
14
contempo, sempre da parte di Stalin, l’utilizzazione dell’immagine sulfurea del beffardo e
“pericoloso” Segretario per condannare un avversario politico.
Tornando all’Italia, due capi di governo del Novecento hanno introdotto edizioni del
Principe di Machiavelli: Benito Mussolini nel 1927 (l’introduzione era però del 1924)42e
Bettino Craxi nel 1986, che critica e “sviluppa” le interpretazioni di Gramsci (il “nuovo
Principe” è la democrazia e quindi “siamo noi”)43. Anche Silvio Berlusconi ha pubblicato
nel 1992 due successive premesse all’edizione del Principe, entrambe prive di connotazioni
“politiche”, brevi ma rigorosamente documentate; le ha scritte prima del suo ingresso in
politica, sottolineando peraltro, non a caso, l’utilità degli insegnamenti del Segretario
fiorentino per gli imprenditori44.
Poi c’è il Machiavelli, che già abbiamo intravisto, per manager, per venditori, per
litigiosi che imparano così a litigare meglio, per le donne nello scontro dei sessi, per chi
decide di farsi padrone del proprio destino, almeno per quello che può (Machiavelli für
Zeitgenossen:oder “Biete dem Schicksal die Stirn”), e anche un Machiavelli a fumetti “for
beginners”, per principianti, per l’appunto45. Ma non mancano espressioni di un
42
X. Tabet, Machiavel et le fascisme italien, in: Machiavelli nel XIX e XX secolo, cit., pp. 215-233.
N. Machiavelli, Il principe, Presentazione di B. Craxi, Milano, Mondadori, 1986. La Presentazione si legge
alle pp. v-ix.
44
Cfr. supra, nota 39 (vi precisa: “Devo però confessare che queste pagine, pur geniali e affascinanti, mi sono
parse troppo lucide e razionali, forse poco umane, e comprendo perché Machiavelli accanto agli entusiasti
sostenitori annoveri non pochi critici”). Le due Presentazioni sono rispettivamente alle pp. ix-xii e xiii-xv.
45
A. Jay, Management and Machiavelli, London, Hodder & Stoughton, 1967 (nuova ed. riveduta:
Management and Machiavelli. Discovering a New Science of Management in the Timeless Principles of
Statecraft, Johannesburg [South Africa] - San Diego, Calif. Pfeiffer & Co., 1994; tr. fr.: Machiavel et les
princes de l’entreprise, Paris, Laffont, 1968); R. H. Buskirk, Modern Management and Machiavelli, Boston,
Ma., Cahners Books, 1974; P. Noll, H. R. Bachmann, Der kleine Machiavelli. Handbuch der Macht für den
alltäglichen Gebrauch, Zürich, Oendo-Verlag, 1987; E. Spagnol, L. Spagnol, a cura di, Machiavelli per i
Manager, Prefazione di Piero Ottone, Milano, Longanesi, 1988 (nuova ed.: Machiavelli per i manager. Dalla
mente più acuta del Rinascimento, massime e sentenze a uso della vita moderna nelle aziende e fuori, Firenze,
Ponte alle Grazie, 1999; tr. ted.: Machiavelli für Manager. Sentenzen, München, Artemis und Winkler, 1991;
Insel Tachenbuch, 1. Aufl., 1995). G. R. Griffin, Machiavelli on Management. Playing and winning the
Corporate Power Game, New York, Praeger, 1991; L. Wallek, The Mafia manager: a guide to success,
Highland Park, Ill., December Press, 1991; P. Curry, O. Zerate, Machiavelli for beginners, Cambridge, Icon
Books, 1995 (a fumetti; nuova ed. col titolo: Introducing Machiavelli, Cambridge, Icon Books UK - New
York, Totem Books USA, Crows Nest, NSW Australia, Allen Unwin, 2000; nuova ed.: Icon Books UK,
2007); V., The Mafia Manager. A Guide to the coporate Machiavelli, New York, St. Martin Press, 1996 (1ª
ed. 1991; tr. coreana: Map’ia kyŏngyŏnghak: Sŏnggong haryŏmyŏn map’ia ka doera, Seul, Hwanggŭm kaji,
1996; tr. ted.: Der Mafia-Manager. Das Management-Lehrbuch der etwas anderen Art, Wien, SignumVerlag, 1997; tr. sp.: Maquiavelo en la empresa / Mafia & Management, Buenos Aires, Distal, 2003 [2ª ed.,
ivi, 2005]; tr. polacca: Mafijny menedżer: poradnik korporacyjnego Machiavellego, Warszawa, Książka i
Wiedza, 2003); H. Rubin, The Princessa. Machiavelli for Women, New York, Dell Publishing - London,
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und Taktik im Kampf der Geschlechter, Rheda Wiedenbrück, Bertelsmann-Club, 1998; nuova ed.: Frankfurt
am Main, Fischer Tachenbuch, 2000; 6. Aufl. Juni 2008; audiolibro: Machiavelli für Frauen. 4 CDs. Strategie
und Taktik im Kampf der Geschlechter, gelesen von Hannelore Elsner, Hörbuch, Universal Music Deutsche
Grammophon, 2008, 270’); Bing, Stanley, What Would Machiavelli do? The Ends justify the Meanness, New
York, HarperBusiness, 2000 (paperback ed., ivi, 2002; tr ted.: Was hätte Machiavelli getan? Bosheiten für
Manager, München, Econ, 2002); L. de Brabandere, J.-M. Besnier, Ch. Handy, Erasme, Machiavel, More:
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Borger, The corporate prince: Machiavelli’s timeless wisdom adapted for the modern CEO, Bloomington, In.,
1stBooks, 2002 ( 2. ed.: s.l., Authorhouse, 2005); I. Demack, The modern Machiavelli, Warriewood, NSW,
Business + Pub., 2001 (Crows Nest, NSW, Allen & Unwin, 2002; tr. sp.: El Maquiavelo moderno. Los 7
43
15
antimachiavellismo inteso non certo come avversione a Machiavelli, bensì allo stile di vita
e ai comportamenti codificati con un ricorso sempre più ossessionante alla precettistica e
agli aforismi estrapolati dalle opere machiavelliane da parte di chi ha messo sugli altari il
beffardo Segretario (o una delle sua tante maschere), elevandolo a divinità del nostro
tempo46.
Qui l’uso strumentale di Machiavelli passa dalla politica alla quotidianità, all’ambito
operativo dei singoli. Ipotizzo a questo punto una possibile chiave di lettura. Come si è
visto, si tratta di manuali per uomini e donne di successo, anzi, di una serie fortunatissima e
interminabile di raccolte di massime e precetti tratti dalle opere di Machiavelli (ordinati per
argomenti e sovente commentati) che si propagano, e questo è degno di nota, soprattutto
negli ultimi decenni, o meglio, in un periodo di liberismo trionfante e di crescente
individualismo (gli anni ‘80 e ancor più gli anni ‘90 del Novecento), di yuppies e di borse
rampanti, un periodo che prende corpo con l’“edonismo reaganiano”, con il lucido e duro
realismo “thatcheriano”, un periodo nel quale diminuisce lo spazio per la solidarietà sociale
e nel quale la competizione per emergere economicamente, e quindi socialmente, è senza
esclusione di colpi. E non stupisce che il fenomeno sia aumentato in maniera esponenziale
negli ultimi anni. Per questa realtà e per questi obiettivi le massime di Machiavelli
sembrano costituire una guida ideale; ovviamente, ridotte a precetti del tutto
decontestualizzati e privati di ogni riferimento storico, pure norme di comportamento per
conseguire il successo a qualsiasi costo, senza tener conto dei “mezzi” e dei percorsi usati
per raggiungere i “fini” ritenuti prioritari. E pare persino plausibile che questo Machiavelli
sia arrivato nel mondo dell’impresa e dell’aggressiva quotidianità debordando
dall’ambiente militare, dai durissimi corsi di selezione e di formazione (anche a livello
accademico) per i futuri combattenti, dove le opere del fiorentino sono usate da tempo
come insuperabili “manuali” di strategie e tattiche militari.
Se così fosse, non potrebbe questo uso distorto di Machiavelli (aberrante per gli studiosi
del suo pensiero) diventare una sorta di emblema di questo nostro periodo storico? Tutta
questa “letteratura” pubblicata sotto il nome di Machiavelli non potrebbe aiutarci a capire
meglio alcune dinamiche sociali e politiche di questi ultimi decenni? È il quesito dal quale
eravamo partiti. Forse, però, anche questa fitta produzione è veramente una forma di
Machiavellismo e forse non va liquidata con sdegno, bollandola come immeritevole di
commenti e di analisi di qualsiasi genere.
Principios del poder en los negocios, Panorama Editorial S.A. de C.V., Mexico City, 2004); C. Lord, The
modern prince: what leaders need to know now, New Haven, Conn. - London, Yale University Press, 2003;
C. Reinhardt, hrsg., Machiavelli für Zeitgenossen: oder “Biete dem Schicksal die Stirn”, mit Zeichnungen
von Luis Murchetz, München, Sanssouci, 2005; B. Heussen, Machiavelli für Streithammel. Lernen Sie die
Regeln der Macht kennen, Frankfurt am Main, Frankfurter Allgemeine Buch - F.A.Z. Institut für
Management-, Markt- und Medieninformationen, 2007. Cfr. anche supra, note 5, 6, 7, 8.
46
R. Berner, Machiavelli 2000: Ich bin der Boss und will es bleiben; ein heiter-ernste Führungs- und
Lebenshilfe für alternde Manager, Zürich, Verlag Organisator, 1985; B. A. Grimm, Macht und
Verantwortung: ein Anti-Machiavelli für Führungskräfte, Wiesbaden, Gabler, 1996; Id., Anti-Machiavelli für
Manager: Führung, Macht, Verantwortung, Niedernhausen Ts., Falken, 1999, P. Fidrich, Führen wie der Alte
Fritz. Der Anti-Machiavelli für Manager, Berlin, Econ, 2008.
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