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IAB ITALIA
Rassegna Stampa del 12/03/2015
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INDICE
IAB ITALIA
12/03/2015 Pubblicita Today
Eletto Prodotto dell'Anno, 45 vincitori per il decennale del riconoscimento
10
12/03/2015 Pubblicom Now
Cresce l'awareness di "Eletto Prodotto dell'Anno" che quest'anno celebra i primi 10
anni
11
ADVERTISING ONLINE
12/03/2015 ItaliaOggi
Il marketing sbarca in borsa Già 8 le aziende quotate
13
12/03/2015 ItaliaOggi
Google apre a Londra il primo monomarca
15
12/03/2015 ItaliaOggi
E-commerce, l'82% degli italiani usa il pc, cresce l'integrazione online-of ine
16
12/03/2015 ItaliaOggi
CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA
17
12/03/2015 ItaliaOggi
Fenomeno virale lo spot di Casta Diva per Samsung
19
12/03/2015 Brand News Today
Social che moltiplica i canali, click and collect che facilita la vita dai retailer top nel
digitale
20
12/03/2015 Brand News Today
E3 vince la gara per la gestione dei social media di Peugeot Italia
21
12/03/2015 Brand News Today
Cosa e come comprano online gli italiani secondo Nielsen
22
12/03/2015 Brand News Today
Fastweb rinnova il portale web
23
12/03/2015 DailyMedia
RCS MediaGroup: nel 2014 la raccolta pubblicitaria si è attestata al +3,2%, ma l'Italia
perde il 6,3%
24
12/03/2015 DailyNet
Presentata al mercato Smart@Shop
27
12/03/2015 DailyNet
Italia: un utente su tre utilizza i social prima di comprare online
29
12/03/2015 DailyNet
E3 vince la gara per social media, blog e digital pr di Peugeot Italia
31
12/03/2015 DailyNet
Nuovo record per ilfattoquotidiano.it: 931.521 u.u. a febbraio
32
12/03/2015 DailyNet
Mobile Adv: Google tratta l'acquisizione della startup indiana InMobi
33
12/03/2015 DailyNet
Atena Trading, è pronta la app realizzata insieme a Seat PG
34
12/03/2015 DailyNet
Tradelab è il primo trading desk che aderisce all'Arpp
35
12/03/2015 Pubblicita Today
A OMD la gestione del digital marketing di Renault Italia per 3 anni
36
12/03/2015 Pubblicita Today
e3 Guida PeuGeot sui social media
37
12/03/2015 Pubblicita Today
nielsen studia l'e-commerce in italia e nel mondo
38
12/03/2015 Pubblicita Today
ilFattoquotidiano.it Punta al milione di Browser unici e lancia nuove sezioni
39
12/03/2015 Pubblicita Today
Google apre il primo negozio monomarca
40
12/03/2015 Pubblicom Now
A OMD il digital marketing di Renault Italia
41
12/03/2015 Pubblicom Now
E-commerce, in Italia si compra soprattutto da pc
42
12/03/2015 Pubblicom Now
Peugeot
43
11/03/2015 360com
A Leroy Merlin Solbiate Arno si vive un esperienza spettacolare grazie al lavoro di
Publicis Italia
44
11/03/2015 360com
Tradelab aderisce ad ARPP, lo IAP francese
45
11/03/2015 360com
L'autoironia di Google sullo skip
46
11/03/2015 360com
L'appuntamento è fissato per le ore 8:30, presso il palazzo dei gruppi (aula dei gruppi
parlamentari)
47
11/03/2015 ADV Express
Campagna integrata per il lancio del phablet TRiO Pulsar Sparkle
48
11/03/2015 ADV Express
'Conta su di me', l'invito di Toyota e S&S
49
11/03/2015 ADV Express
LO STORYTELLING DI FILMGOOD: CONVERSE Made By You
50
11/03/2015 ADV Express
E3 vince la gara e guida Peugeot sui social media
51
11/03/2015 e20express.it
Marzo al top per il Palacongressi Rimini: 12 eventi per 12mila partecipanti
52
11/03/2015 Engage.it
Con Smart@Shop, digital meets physical: nuova piattaforma di shopper marketing
53
11/03/2015 Engage.it
OMD vince la gara e diventa il nuovo partner digital di Renault Italia per i prossimi tre
anni
54
11/03/2015 Engage.it
E3 vince la gara e diventa partner di Peugeot Italia per la comunicazione sui social
55
11/03/2015 Engage.it
E-commerce: si fa largo l'interconnessione tra fisico e virtuale. L'82% degli italiani
acquista da pc
56
11/03/2015 Engage.it
LinkedIn: 8 milioni gli iscritti in Italia. Rinnovato intanto il prodotto pubblicitario
Sponsored InMail
58
11/03/2015 Engage.it
Google tratta l'acquisizione di InMobi per rafforzarsi nel mobile adv
59
11/03/2015 Pubblicitaitalia.it 11:44
Tenerità si riposiziona con Dolci Advertising
60
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Coppi: l'ho sempre detto ci si difende nei processi
62
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
«Io non faccio correnti» Verdini vicino al divorzio Le richieste per non lasciare
64
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
«L'assoluzione? Va presa con rispetto La sua storia non si riduce ai processi»
66
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
L'ira di Tosi: «Salvini dittatore» E progetta di correre senza partiti
68
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
«È un laboratorio del bello dove ogni Paese si ritrova»
70
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Popolari, Serra (con le stampelle) in audizione alla Consob
72
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Intesa, gran consulto sulla governance Tre banchieri al tavolo con Bazoli
73
12/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Saipem, per il rilancio Descalzi punta sul ritorno di Cao
75
12/03/2015 Il Sole 24 Ore
Il bacino di Fi prosciugato dai due Matteo
76
12/03/2015 Il Sole 24 Ore
Il dividendo delle riforme
77
12/03/2015 Il Sole 24 Ore
Tanti annunci, tante leggi, pochi fatti
79
12/03/2015 Il Sole 24 Ore
Uno stimolo a politiche comuni
81
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
Un rito senza folla "Rivoglio il partito"
83
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
"Una parte di Forza Italia voterà le riforme al Senato Silvio torni moderato"
85
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
Rai, Renzi insiste sul manager unico "Canone da abolire" Una rete senza spot
86
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
"Per disfarsi di me Salvini rischia il Veneto alle ultime europee il più votato ero io"
88
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
"I limiti sono giusti aprire ai non sposati significa favorire i gay"
90
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
"Così diamo una famiglia a migliaia di bambini ma si poteva fare di più"
91
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
"Quello dei collettivi un atto squadrista così si mette in pericolo la democrazia"
92
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
"Il diritto al cibo è l'emergenza globale così Expo diventerà un tavolo della pace"
94
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
Montezemolo attacca le Fs "Contro Ntv una strategia per farci morire"
96
12/03/2015 La Repubblica - Nazionale
Conti correnti trasferiti in dodici giorni gratis o multe salate ai bancari
97
12/03/2015 La Stampa - Nazionale
Ma per l'ex premier cade l'alibi dei processi
98
12/03/2015 La Stampa - Nazionale
"Dopo questa sentenza più difficile la condanna per concussione"
100
12/03/2015 La Stampa - Nazionale
Pronta la Rai modello Renzi un solo capo scelto dal governo
102
12/03/2015 La Stampa - Nazionale
"A Zaia stringerei la mano A Salvini no: colpa sua"
103
12/03/2015 La Stampa - Nazionale
Scalfarotto:"Sui nuovi diritti la legge arriverà a maggio Ncd se ne faccia una ragione"
104
12/03/2015 La Stampa - Nazionale
Fondazioni, si cambia Meno peso nelle banche
105
12/03/2015 Il Messaggero - Nazionale
Berlusconi fa festa e ringrazia i giudici: io di nuovo in campo il partito torna unito
106
12/03/2015 Il Fatto Quotidiano
" A furia di tagliare il salamino, Silvio ha solo il culetto "
109
12/03/2015 Il Fatto Quotidiano
"Attore in declino, ma gli rimane un pezzo d'Italia"
110
12/03/2015 Il Manifesto - Nazionale
In Turchia è campagna elettorale, sulle spalle della popolazione kurda
111
12/03/2015 Libero - Nazionale
E dopo l'espulsione scatta la festa
113
12/03/2015 ItaliaOggi
Il 730 a casa, un op di politici superfi ciali e di burocrati inetti
114
12/03/2015 ItaliaOggi
Clamoroso divorzio in casa delle Moto Morini
115
12/03/2015 MF - Nazionale
Serra si spiega sulle popolari
117
12/03/2015 MF - Nazionale
Un terzo dell'attivo è un limite di partecipazione giusto
118
12/03/2015 MF - Nazionale
Draghi proclama: il Qe funziona
119
12/03/2015 MF - Nazionale
Poste, incontro decisivo tra Caio e Padoan
120
12/03/2015 MF - Nazionale
Campari: pronti al superdollaro
121
12/03/2015 Financial Times
Vatican in talks to end decades of secret banking
123
12/03/2015 Financial Times
'I am back,' says Berlusconi after court victory
124
12/03/2015 International New York Times
Top court backs acquittal for Berlusconi in sex case
125
12/03/2015 International New York Times
In Italy, an oversupply of architects
126
12/03/2015 The Guardian
UN's radical strategy to relocate Syrian refugees all over Europe
127
12/03/2015 The Guardian
Britain using EU rule to eject vulnerable asylum seekers
128
12/03/2015 The Times
Italy wants asylum-processing camps in Africa
130
12/03/2015 The Times
Cleared Berlusconi plans return
131
12/03/2015 Le Figaro
Berlusconi definitivement blanchi dans le "Rubygate"
132
12/03/2015 Le Figaro
Le Club Med veut « rattraper le temps perdu »
133
12/03/2015 Le Figaro
Matteo Renzi propose une réforme de la RAI
134
12/03/2015 Le Figaro
RCS réduit ses pertes
135
12/03/2015 Le Monde
" Rubygate " : Berlusconi définitivement acquitté
136
12/03/2015 Les Echos
Drone européen : Le Drian promet le lancement des études pour le Bourget
137
12/03/2015 Liberation
Rubygate : les plaisirs innocentés de Berlusconi
138
12/03/2015 Wall Street Journal
Migrant Surge Exposes EU Policy Discord
139
12/03/2015 Wall Street Journal
German Utilities Expect Dim Year
141
12/03/2015 Panorama
Dove arriva la tela di Bassanini
142
12/03/2015 Panorama
scommetto 37 miliardi sull'italia
144
IAB ITALIA
2 articoli
12/03/2015
Pubblicita Today
Pag. 1
Eletto Prodotto dell'Anno, 45 vincitori per il decennale del riconoscimento
Nell'intervista a Simonetta Flores, amministratore unico Marketing e Innovazione Italia, il bilancio dei primi 10
anni di vita del Premio [ pag. 14 ] Si è celebrato ieri sera all'Alcatraz di Milano l'appuntamento che premia un
percorso di attenzione all'innovazione e valorizzazione dei desideri del consumatore. Eletto Prodotto
dell'Anno , Premio di Marketing e Innovazione Italia, nel nostro Paese compie 10 anni e ha visto sfilare sul
palco 45 referenze, scelte da una 'giuria' di oltre 12.000 consumatori, che compongono il panel della ricerca
che in Italia è svolta da IRI . La serata di premiazione, patrocinata dalla Rappresentanza a Milano della
Commissione Europea , ECR Italia , UPA , IAB , IAA e UNICOM , che ha coinvolto le maggiori personalità del
mondo dell'industria, della distribuzione, della stampa e della comunicazione. Tra le novità di questa edizione
hanno figurato nuove categorie di prodotto, che rispondono a specifiche richieste e bisogni dei consumatori,
come i prodotti senza lattosio, le bevande analcoliche premiscelate oltre i collant e i grandi e piccoli
elettrodomestici. Inoltre sono presenti anche le categorie di prodotti venduti nei canali farmacia e
parafarmacia. TVN Media Group , editore da sempre attento all'evoluzione del settore, anche quest'anno ha
scelto di aancare Eletto Prodotto dell'Anno in qualità di media partner, per raccontare attraverso i suoi canali i
protagonisti del mercato che fanno dell'innovazione una scelta che guida il business delle proprie aziende.
Today Pubblicità Italia ha intervistato Simonetta Flores , amministratore unico di Marketing e Innovazione
Italia, per tracciare un bilancio di questi primi 10 anni di Eletto Prodotto dell'Anno e per dare un quadro di
come stia cambiando l'approccio dei consumatori nei confronti dell'innovazione. Qual è la percentuale di
aziende che ha confermato il proprio interesse e quanti sono stati i prodotti nuovi? Il 65% delle aziende ha
confermato la propria presenza, il 35% è formato da nuove realtà. Le imprese valorizzano l'esperienza
accumulata nelle partecipazioni precedenti e ne fanno tesoro. Quali sono le categorie con più iscrizioni? Sono
felice di confermare che nell'anno di Expo Milano è proprio il food la categoria più rappresentata, con il 45%
di iscrizioni. Seguono: non food con il 35%, personal care con il 15% ed electronics con il 6%. Continua a
crescere l'awareness di Logo Eletto Prodotto dell'Anno che quest'anno è giunta all'82% (+9% nel 2014 sul
2013): come spiegate questa accelerata? Il consumatore è più attento a come 'parla' il prodotto, quindi
all'informazione che si trova sul pack. Si confronta e si informa sui social network, tanto è vero che la fiducia
nel Logo ha raggiunto il 76% del pubblico. I consumatori vedono il Logo per il 43% sui prodotti, per il 36% su
internet e per il 22% sullo scaale. Anche se il 2015 non sembra ancora essere l'anno della tanto attesa
'ripresa', un cauto ottimismo sembra riaacciarsi: voi che avete il polso della situazione cosa ne pensate? È
giusto parlare di cauto ottimismo: una ripresa c'è ma è ancora 'prudente'. Per quanto riguarda Eletto Prodotto
dell'Anno, le 45 categorie del 2015 parlano da sole. Nascendo, infatti, dalla fiducia dei consumatori, le
aziende lo ritengono uno strumento consolidato e di sicuro successo.
Foto: Simonetta flores per lo Speciale Today Eletto Prodotto dell'Anno 2015 CLICCA QUI
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 12/03/2015
10
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ieri sera all'Alcatraz di Milano
12/03/2015
Pubblicom Now
Pag. 20
Cresce l'awareness di "Eletto Prodotto dell'Anno" che quest'anno celebra i
primi 10 anni
Si è tenuta ieri sera all'Alcatraz di Milano la serata dedicata a "Eletto Prodotto dell'Anno" manifestazione che
quest'anno compie i suoi primi 10 anni, un percorso che ha portato il premio a diventare punto di riferimento
per tutti i consumatori attenti all'innovazione. La serata di premiazione, patrocinata dalla rappresentanza a
Milano della Commissione Europea, ECR Italia, Upa, IAB, IAA e Unicom, ha coinvolto diverse personalità del
mondo dell'industria, della distribuzione, della stampa e della comunicazione, come ad esempio Alberto
Bombassei, fondatore di Brembo, il presidente della Camera della Moda Mario Boselli, Guido Martinetti, cofounder di Grom, e per questa edizione speciale Marco Balich, alla guida della Balich Worldwide Shows, e
Riccardo Donadon, fondatore e a.d. di H-Farm. L'edizione 2015 del premio ha visto la creazione di nuove
categorie di prodotto che rispondono a richieste e bisogni specifici che arriva no dal target dei consumatori.
Ne sono un esempio i prodotti senza lattosio, le bevande analcoliche premiscelate, i collant, i grandi e piccoli
elettrodomestici. Il logo di "Eletto Prodotto dell'Anno" è una guida che permette di riconoscere velocemente a
scaffale l'innovazione e di scegliere un prodotto fidandosi della preferenza di oltre 12.000 consumatori che lo
hanno eletto attraverso la più importante ricerca sull'innovazione, svolta in Italia da IRI, player mondiale del
settore e presentata ieri sera. In un decennio sono oltre 350 i prodotti eletti in Italia e Prodotto dell'Anno ha
registrato una crescita importante dell'awareness del logo, che quest'anno ha raggiunto l'82% (fonte IRI
settembre 2014). Utilizzato inizialmente sui mezzi classici (pack, tv, radio, stampa e affissioni), negli ultimi
anni il logo è stato impiegato in modo strategico anche sul web e i social. Il logo di "Eletto Prodotto dell'Anno"
valorizza i prodotti innovativi e amplifica l'effetto della pubblicità ge nerando più fiducia (76%) e maggiore
credibilità rispetto alla semplice indicazione di "nuovo" sul pack (67% contro 54%). "Eletto Prodotto dell'Anno"
è stato protagonista di un'intensa campagna di comunicazione pianificata da IGPDe caux sui mezzi pubblici
di Milano e Roma, sulla stampa periodica ("Donna Moderna" e "Starbene"), su Radio 101, oltre al web con
banner, campagne online e volantini digitali e alla comunicazione instore. (b.t.)
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 12/03/2015
11
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premi
ADVERTISING ONLINE
41 articoli
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Il marketing sbarca in borsa Già 8 le aziende quotate
CLAUDIA CERVINI
Cervini a pag. 17 Il marketing sbarca in borsa Già 8 le aziende quotate Venerdì ha debuttato Mobyt, società
emiliana specializzata in mobile marketing (soluzioni di messaggistica). Presto toccherà a Digitouch
(marketing digitale e advertising). Un numero crescente di società specializzate in marketing e pubblicità sta
approdando all'Aim Italia, il listino di Piazza Affari dedicato alle piccole e medie imprese. C'è chi sbarca per
raccogliere capitali utili all'internazionalizzazione (come fece Expert System ), chi per fare shopping (questo
l'obiettivo di Mobyt) e chi per sviluppare i propri sistemi di promozione, come nel caso di Digitouch: la società
italiana grazie all'ipo punta, infatti, a sviluppare Audiens, una piattaforma di gestione dei dati che, sulla scia
delle sperimentazioni in corso negli Stati Uniti, metterà in comunicazione operatori di telecomunicazioni e
brand, offrendo loro i dati degli utenti sulla base dei quali i marchi potranno sviluppare campagne pubblicitarie
e commerciali ad hoc. Le aziende citate sono in buona compagnia: otto società di marketing ( Mail Up, Mp7,
Triboo Media, VrWay Communication, Primi sui Motori, Expert System e Mobyt) sono già presenti sul listino
dedicato alle pmi su un totale di 58 aziende quotate. E altre, come dimostra il caso Digitouch, stanno invece
preparando lo sbarco. «La quotazione in borsa si sta rivelando per le aziende che operano nel digital
marketing e advertising una scelta strategica poiché consente di reperire capitali per lo sviluppo, favorire
l'internazionalizzazione e migliorare la propria visibilità», spiega Anna Lambiase, amministratore delegato di
IR Top, società di consulenza specializzata in investor relations. Secondo lo studio Ir Top Digital Economy on
Capital Markets, le società italiane del settore quotate su Aim Italia nel 2013 hanno registrato una crescita
dell'ebitda del 13%, rispetto all'8% delle quotate di Aim Londra, il mercato di riferimento in Europa, attirando il
crescente interesse anche di investitori stranieri. Le motivazioni di questa nuova primavera del marketing in
borsa sono più d'una. Da un lato l'Aim sta vivendo un momento di fermento in tutti i comparti industriali
complice la diffi coltà di reperire credito attraverso i canali più tradizionali (uno su tutti quello bancario). Basti
pensare che nel 2014 sul listino delle pmi si sono verifi cate ben 22 ipo (+47% rispetto al 2013) che hanno
permesso di raddoppiare la capitalizzazione del segmento portandola a superare quota 2 miliardi. Dall'altro
lato le società specializzate in digitale, anche in Italia, hanno cominciato a credere nella borsa sbarcandovi in
cerca di capitali per sviluppare software e per presentarsi ai clienti di Oltreoceano in maniera più credibile.
«La quotazione ci ha dato uno standing di credibilità e trasparenza all'estero», spiega Stefano Spaggiari, ceo
di Expert System, gruppo attivo nell'analisi semantica che attraverso la controllata AdmantX gestisce big data
utilizzati in seguito dai brand nelle campagne di advertising. «I clienti maturano una maggior fiducia
nell'impresa (e nella sua gestione), perciò si saltano i preliminari e si inizia subito a parlare di business». Nel
caso di Mobyt la liquidità servirà per fare shopping. «Grazie ai fondi raccolti dal mercato e del surplus di
cassa generata, porteremo avanti un piano di acquisizione di società operanti nel nostro settore o in settori
complementari», spiega Giorgio Nani, amministratore delegato di Mobyt. «Allo stesso tempo prevediamo un
piano di integrazione delle nostre linee di business e lo sviluppo di network proprietari», prosegue. «Il
mercato del digitale sta crescendo a doppia cifra di anno in anno. Le aziende hanno iniziato a utilizzare
internet come canale di vendita e come punto di riferimento per il proprio business, in sinergia con i canali
tradizionali», prosegue Nani. «Poter contare su risorse aggiuntive per andare incontro alle sempre più
imponenti richieste del mercato e assicurare all'azienda una crescita superiore rispetto al trend di mercato ci
è sembrata la scelta giusta da prendere». Expert System punta a crescere all'estero, «in particolare
attraverso partnership negli Usa e anche in Germania e Austria», afferma Spaggiari. «In questo momento ci
stiamo focalizzando sull'analisi semantica dei media in cui il messaggio pubblicitario verrà proposto: troppo
spesso si verifi ca, infatti, un'asimmetria tra lo spot e il contenuto della pagina in cui viene proposto creando
disagio nel consumatore». © Riproduzione riservata
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
13
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LISTINO DELLE PMI
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: Stefano Spaggiari, ceo di Expert System Anna Lambiase, amministratore delegato di Ir Top
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
14
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Ha aperto a Londra il Google Shop, il primo negozio monomarca della società internet su Tottenham Court
Road, all'interno di Currys Pc World, uno dei brand della catena Dixons Carphone. All'interno del negozio ci
sarà un enorme schermo «avvolgente» che consentirà ai clienti di volare da una parte all'altra del globo
grazie a Google Earth. Ci sarà anche un muro dove le persone potranno dipingere con bombolette spray la
propria versione del logo di Google, per poi condividerla sui social media. Nei Google Shop si troveranno
anche le linee di smartphone e tablet con sistema operativo Android, i laptop Chromebook e i dispositivi
Chromecast. «Il ritmo dell'innovazione dei device che tutti usiamo è incredibile», ha detto James Elias,
direttore marketing di Google nel Regno Unito, «mentre il modo in cui sono venduti è rimasto lo stesso per
anni. Con il Google Shop vogliamo offrire alle persone un posto dove possono giocare, sperimentare e
imparare tutto quello che Google ha da proporre».
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
15
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Google apre a Londra il primo monomarca
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
L'e-commerce in Italia si fa ancora nella maggior parte dei casi da pc: l'82% degli utenti acquista da una
postazione fi ssa, seguito dal cellulare al 36% e dal tablet al 25%. In realtà, anche il dato globale vede il pc
sempre largamente in testa sugli acquisti online, 80%, ciò che cambia è la fetta maggiore guadagnata da
smartphone (44%) e da tablet (31%). Sono alcuni dei dati che emergono dalla «Nielsen Global Marketing
Effectiveness in the retailer landscape and the impact of e-commerce», una ricerca eseguita su un campione
di 30 mila individui in 60 paesi. In Italia il 42% della popolazione è propenso ad acquistare online voli aerei e
l'8% è favorevole a comperare prodotti alimentari, vini e liquori attraverso l'e-commerce, in linea con la media
europea fatta eccezione per l'Inghilterra dove è il 26% che predilige l'online per i prodotti alimentari. A livello
globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la graduatoria degli acquisti via web, mentre in Italia
questa tipologia merceologica è acquistata online solo per il 30%, posizionandosi al quarto posto dopo la
prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%). L'elettronica di consumo è acquistata online dal 24%
della popolazione. Secondo la ricerca, il 21% degli italiani compra online gli ebook, mentre i prodotti di
cosmesi o per l'igiene personale sono al 17%, benché ricercati in internet dal 19% della popolazione. Per
quanto concerne auto e moto accessori, solo l'8% degli intervistati acquista online. In Europa si riscontra la
medesima tendenza, salvo in Inghilterra, dove il 19% fa ricerca su internet mentre il 17% compie l'acquisto
online. «A partire dai dati della survey che abbiamo realizzato a livello global sul tema dell'e-commerce», ha
dichiarato l'a.d. di Nielsen Italia Giovanni Fantasia, «emerge che in Italia ci sono ancora ampi margini di
sviluppo del mercato dell'online visibili soprattutto negli acquisti di alimentari o prodotti per la persona. È
sintomatico il fatto che la maggior parte degli acquisti in rete venga fatta da pc, a differenza di ciò che avviene
in quelle aree con uno sviluppo tecnologico più recente (soprattutto Asia), dove l'acquisto online si espleta in
movimento (cellulari e tablet). D'altra parte, anche in Italia si sta affermando una politica di vendita integrata,
che vede il web giocare un ruolo complementare al negozio fi sico. Occorre, dunque, accelerare un circolo
virtuoso tra punto di vendita e Rete, poiché se da una parte quest'ultima può sostituire il negozio,
contemporaneamente risulta essere lo stimolo a visitare il punto vendita. In sintesi, esiste ormai una
interconnessione completa tra fi sico e virtuale: le leve di marketing, dunque, verranno valorizzate se saranno
il frutto di una concezione integrata del rapporto consumatore/retailer». Per il 58% degli intervistati, la ragione
per cui si ricorre all'online è la comodità (media globale 76%, media Ue 70%, Inghilterra 75%), anche se il
42% non si fi da a dare le informazioni della carta di credito (media Ue 41%). Prima di procedere all'acquisto
online il 60% degli italiani legge recensioni del prodotto/servizio. La percezione dei prezzi in rete si rivela
positiva. Infatti, il 52% pensa sia più conveniente fare acquisti sul web che in negozio, e il 50% di potere
benefi ciare del prezzo migliore. Le spese di spedizione, d'altra parte, costituiscono ancora una barriera allo
shopping online. Il 36% degli italiani vorrebbe che questa voce venisse eliminata dalle offerte dei vari prodotti.
In Europa il valore oscilla tra il 30% della Germania e il 38% della Francia.
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
E-commerce , l'82% degli italiani usa il pc, cresce l'integrazione online -of
ine
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 5
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Univision punta a un'ipo da un miliardo a Wall Street. La maggiore emittente americana in lingua spagnola
pensa alla quotazione a Wall Street con un'ipo da oltre un miliardo di dollari. Una raccolta di questo genere
farebbe salire la sua valutazione a 20 miliardi di dollari, debito incluso. La quotazione arriverà in un momento
in cui l'emittente sta crescendo, di pari passo con l'aumento della popolazione ispanica negli Stati Uniti (+43%
a 50 milioni di persone tra il 2000 e il 2010 e dovrebbe arrivare a 106 milioni nel 2050). Univision sta
cominciando a essere un concorrente per rivali in lingua americana del calibro di Abc, Cbs, Fox e Nbc.
L'emittente era stata rilevata nel 2007 per 12,3 miliardi di dollari da una cordata di private equity, che dopo la
crisi ha più volte tentato di vendere, senza mai arrivare a chiudere l'accordo. Mondadori porta Il Mio Papa in
Centro America. Mondadori ha siglato un accordo di licensing con il Grupo Cerca, casa editrice che opera in
Centro America e Repubblica Dominicana, per il lancio a partire dalla fi ne di marzo di Il Mio Papa in Costa
Rica, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Dopo l'annuncio
della pubblicazione in Brasile, Polonia e Germania, con distribuzione anche in Austria, Svizzera tedesca e
Liechtenstein, il magazine prosegue quindi la sua espansione sui mercati esteri, raggiungendo
complessivamente ogni mese i lettori di 13 Paesi del mondo, oltre all'Italia. Le nuove edizioni in lingua
spagnola di Il mio Papa avranno una foliazione di 60 pagine e la stessa formula editoriale del giornale italiano
diretto da Aldo Vitali. Pubblicità, Google vuole acquisirà la start-up indiana InMobi. Google sta negoziando
l'acquisto della start-up indiana InMobi, specializzata nella pubblicità per i cellulari. Fondata nel 2007 è
valutata oltre un miliardo di dollari e può contare su un miliardo di clienti in 200 paesi. Attualmente il 43% dei
clienti di InMobi si trova in Usa e in Europa e solo il 38% in Asia. In India, la maggior parte dei 240 milioni di
utilizzatori di Internet si serve del mobile per connettersi alla rete. Non si tratta della prima acquisizione nel
settore per Google che nel 2010 ha già acquistato per 750 milioni di dollari la società di mobile advertising
AdMob. Apple, iTunes e App Store bloccati. Per gran parte della giornata ieri gli utenti di Apple in tutto il
mondo non hanno potuto accedere a iTunes, App Store e iBooks a causa di un blocco. Il problema, ha
spiegato Cupertino sul suo sito, è iniziato alle 9 di mattina ora italiana e ancora in serata non si era risolto. Il
blocco ha coinvolto più di 40 paesi nel mondo, Italia compresa. ilmiolibro.it arriva a 300 mila utenti e oltre 30
mila titoli. Il sito di self-publishing del gruppo Espresso taglia il traguardo dei 300 mila utenti registrati che
formano una vasta community di appassionati alla scrittura che nel corso degli anni ha messo online oltre 100
mila documenti. Al catalogo di oltre 30 mila titoli, tutti in self publishing, si aggiunge in questi giorni il nuovo
libro dello scrittore e regista Roberto Faenza, un saggio dedicato alla Rai con prologo di Franco Battiato.
ilmiolibro.it consente di pubblicare libri sia in edizione cartacea sia in formato digitale e di distribuire in ecommerce, in libreria con laFeltrinelli e negli ebook store italiani e internazionali come Amazon, Apple e Ibs.
Offre inoltre agli autori, spiega una nota del gruppo, «velocità e percentuali di guadagno più alte e tempi di
pagamento più rapidi di quanto possa fare l'editoria tradizionale». Abruzzo, una fi lm commission e una
norma a sostegno dell'audiovisivo. La costituzione di una fi lm commission regionale e una norma finanziaria
che preveda un fondo per l'audiovisivo. Sono queste le iniziative della regione Abruzzo per sostenere il
cinema e l'audiovisivo annunciate ieri a Roma in vista del IV Meeting internazionale dei giovani produttori
indipendenti in programma da oggi fi no a domenica a Pescara. Facebook chiude FriendFeed. Chiude la
piattaforma che aggregava i post dei blog e dei social network nata nel 2007 e acquisita da Facebook nel
2009 per 50 milioni di dollari. Il motivo, ha spiegato un portavoce di Facebook, è la scarsità di utenti, diminuiti
nel tempo con l'emergere e il rafforzarsi degli altri social network. FriendFeed chiuderà i battenti defi
nitivamente il 9 aprile ma già ha chiuso le iscrizioni. Fastweb: accordo con Dropbox, un terabyte spazio gratis
a clienti. Fastweb e Dropbox hanno siglato un accordo per offrire Dropbox Pro ai nuovi clienti senza costi
aggiuntivi. Come parte dell'accordo, la nuova offerta SuperJet di Fastweb per la casa e la nuova offerta
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CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA
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ItaliaOggi
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Business Class per le Partite Iva, con Internet fi no a 100 megabit al secondo illimitato e telefonate verso fi ssi
e mobili nazionali illimitate, includeranno l'abbonamento gratis per 18 mesi a Dropbox Pro. Oltre a offrire un
terabyte di spazio a disposizione, Dropbox Pro consente alle persone di condividere informazioni e
collaborare pur mantenendo il pieno controllo dei propri dati.
12/03/2015
ItaliaOggi
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(diffusione:88538, tiratura:156000)
Uno spot che varca i confini della pubblicità e del paese in cui è stato lanciato diventando virale e
commuovendo il web. Si tratta del filmato realizzato per Samsung Turchia dalla sede di Istanbul di Casta Diva
Pictures, parte del gruppo Casta Diva fondato da Andrea De Micheli e Luca Oddo, in collaborazione con Leo
Burnett Turchia. A distanza di poche settimane dalla sua pubblicazione sulla pagina Facebook dell'azienda il
video è stato visto da 7.627.592 persone. Lo spot, intitolato Hearing Hands (su
www.youtube.com/watch?v=otUJzNtRPhw), ha lo scopo di annunciare un nuovo servizio sociale di Samsung
dedicato ai non udenti: un video call center e mostra, nello stile delle candid camera, la sorpresa e l'emozione
reali di Muharrem, un ragazzo sordomuto, quando si accorge che tutte le persone che incontra nella giornata
si rivolgono a lui con il linguaggio dei segni. La sua realizzazione ha richiesto un mese di preparazione che ha
compreso posizionamento di telecamere nascoste e corsi intensivi di linguaggio dei segni per tutti gli attori,
mentre Muharrem era stato selezionato grazie alla collaborazione con l'Associazione turca dei sordomuti ed
era stato tenuto all'oscuro di tutto.
Foto: Un frame dello spot di Samsung Turchia
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Fenomeno virale lo spot di Casta Diva per Samsung
12/03/2015
Brand News Today
Pag. 1
Social che moltiplica i canali, click and collect che facilita la vita dai
retailer top nel digitale
Il think tank L2 ha analizzato il 'digital index' dei principali department store per capire le strategie vincenti sul
digitale A pag. 16 Il think tank L2 ha analizzato il 'digital index' dei principali department store per capire quali
strategie possono adottare per mantenere la loro rilevanza nel mondo fisico e come capitalizzino la presenza
dei negozi nelle città. Dall'indice di L2 e dalla top ten dei retailer è subito evidente che la maggior parte degli
investimenti si concentri nella costruzione di esperienze che miscelano le giuste dosi di on e offline. Metà del
campione analizzato (56 brand tra mass market e alto di gamma), per esempio, offre ai clienti l'opzione 'clickand-collect', ovvero l'acquisto online e il ritiro in negozio, tendenza in crescita del 17% rispetto all'anno
precedente. Nella top ten di L2 la prima posizione è occupata da Nordstrom , in particolare grazie a ingenti
investimenti sui social media, a cominciare da Pinterest e Wanelo, e alla creazione di un negozio su
Like2Buy, che permette l'acquisto diretto da Instagram e i cui contenuti sono personalizzati per gli utenti
registrati. Secondo classificato è Macy's , grazie al portafoglio digitale che consente ai clienti di fare acquisti
dall'app mobile, che integra anche i programmi fedeltà di Macy's e presenta le offerte in negozio e online. Il
programma di email marketing viene utilizzato per promuover la consegna in negozio e le spedizioni gratuite
e per offrire buoni sconto. Sears è in terza posizione: oltre al servizio 'click-and-collect', il sito ospita video dei
prodotti, dettagli sulle taglie e opzioni per l'utilizzo dei punti-fedeltà. Sears ha anche una gamma di app per
rispondere a differenti esigenze e gestire il servizio clienti. Il britannico Marks & Spencer fa un largo uso dei
tablet in negozio, per incoraggiare i clienti a curiosare tra le offerte e ordinare direttamente dal sito, e offre caso non molto diffuso - la spedizione gratuita. I camerini virtuali utilizzano la realtà aumentata per le prove a
distanza di abiti e accessori e condividere le foto su Facebook. JCPenney spicca per la capacità di sfruttare
l'alto volume di commenti e voti da parte degli utenti e di realizzare operazioni di marketing in tempo reale Mondiali di Calcio e Super Bowl - per ampliare la propria audience su Twitter. Al sesto posto, Bloomingdale's
coinvolge i clienti con importanti iniziative sui social media sfruttando feedback e contenuti generati dagli
utenti. Fa anche largo uso di email marketing, segnalando a chi non ha concluso acquisti online le offerte e
una lista di prodotti che potrebbe interessare. Pinterest è al centro dell'email marketing di Kohl's che segnala
così prodotti 'pinnati' dagli utenti, mentre le pagine dei risultati di ricerca sul sito mobile mostrano le diverse
opzioni di colore degli abiti e usano i commenti degli utenti senza dover cliccare la pagina del prodotto. Saks ,
invece, fa un larghissimo uso dei video sulle pagine dei prodotti e si promuove aggressivamente via sms ed
email con sconti consistenti. John Lewis punta gran parte del suo sforzo digitale nell'offerta 'click-and-collect'
che ha allargato ora a 300 negozi, grazie anche all'accordo con la catena di grocery Waitrose. Ultimo della
lista è Neiman Marcus , per l'opzione di personalizzazione dei prodotti e per aver sperimentato l'app di Visa
per i pagamenti contactless.
Foto: Le funzioni più usate nelle app dei retailer. Clicca per scaricare la tavola
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RETAIL
12/03/2015
Brand News Today
Pag. 5
E3 vince la gara per la gestione dei social media di Peugeot Italia
E3 ha vinto la gara per la gestione strategica e operativa della comunicazione sui social media di Peugeot
Italia. L'incarico è una conferma importante per l'agenzia che nel 2014 si era già aggiudicata, a seguito di una
consultazione, il progetto di sviluppo delle digital pr della casa automobilistica francese. In aggiunta ai social
media E3 gestirà anche il blog di Peugeot Italia, raggiungibile all'indirizzo http://blog.peugeot.it/. L'intervento
dell'agenzia prevede un approccio multicanale e integrato con le strategia di marketing, pr ed eventi
dell'azienda. Facebook, Twitter, Instagram, Google+ e Youtube vengono utilizzati in modo sinergico con
l'obiettivo di aumentare l'engagement con la customer e prospect base.
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ITALIA NUOVI INCARICHI SOCIAL
12/03/2015
Brand News Today
Pag. 14
Cosa e come comprano online gli italiani secondo Nielsen
Da un'indagine emerge come in Italia ci siano ancora ampi margini di sviluppo del mercato dell' online
soprattutto negli acquisti di alimentari o prodotti per la persona. La maggior parte degli acquisti dal PC
In Italia il 42% della popolazione è propenso ad acquistare online voli aerei e l'8% è favorevole a comperare
prodotti alimentari, vini e liquori attraverso questo canale (in linea con la media europea fatta eccezione per
l'Inghilterra dove è il 26% che predilige l'online per i prodotti alimentari). A livello globale vestiti, accessori e
scarpe con il 46% guidano la graduatoria degli acquisti via web, mentre in Italia questa tipologia merceologica
è acquistata online solo per il 30%, posizionandosi al quarto posto dopo la prenotazione di alberghi (35%) e i
libri cartacei (32%) . L'elettronica di consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. I dati emergono
dalla survey "Nielsen Global Marketing Effectiveness in the retailer landscape and the impact of e-commerce
" eseguita su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi. I social network costituiscono buone opportunità di
veicolare prodotti online , essendo impiegati da un italiano su tre (32%) per tenersi aggiornato sul business in
Rete. Il 21% degli italiani, prosegue la ricerca, compra online gli ebook, mentre i prodotti di cosmesi o per
l'igiene personale sono al 17%, benché ricercati in internet dal 19% della popolazione. L'82% acquista da PC
(80% dato globale) seguito dal cellulare al 36% (44% globale) e dal tablet al 25% (31% globale). Per quanto
concerne auto e moto accessori, solo l'8% degli intervistati acquista online. In Europa si riscontra la
medesima tendenza, salvo in Inghilterra, dove il 19% fa ricerca su internet mentre il 17% compie l'acquisto
online. Tre italiani su 4 dichiarano di preferire una ricerca di persona per giochi e prodotti per l'infanzia. Per il
58% degli intervistati, la ragione per cui si ricorre all'online è la comodità (media globale 76%, media UE 70%,
Inghilterra 75%), anche se il 42% non si fida a dare le informazioni della carta di credito (media UE 41%).
Prima di procedere all'acquisto online il 60% degli italiani legge recensioni del prodotto/servizio. La
percezione dei prezzi in Rete si rivela positiva. Infatti, il 52% pensa sia più conveniente fare acquisti sull'web
che in negozio, e il 50% di potere beneficiare del prezzo migliore. Le spese di spedizione, d'altra parte,
costituiscono ancora una barriera allo shopping online. Il 36% degli italiani vorrebbe che questa voce venisse
eliminata dalle offerte dei vari prodotti. In Europa il valore oscilla tra il 30% della Germania e il 38% della
Francia. I l marketing diretto è una leva importante utilizzata nel commercio online : il 42% del campione
accoglie favorevolmente le email del retailer e il 38% ne chiede l'iscrizione per tenersi aggiornato. Si è più
cauti nell'utilizzo delle app, poichè se il 32% ne fa uso per la pianificazione delle spese, solo il 21% gestisce
la spesa nel negozio con un tool online. Il 27% pensa che i siti dei retailer non siano di immediato utilizzo. La
ricerca di Nielsen prosegue mettendo a c onfronto la modalità di acquisto online con quella tradizionale nel
negozio. Ne emergono spunti per individuare un mix virtuoso tra le due tipologie di canali. Si registra che gli
italiani approcciano le novità di prodotto grazie alle promozioni (53%) o ad uno sconto tramite coupon (35%),
ma anche per provare qualcosa di nuovo (41%) o un gusto nuovo (32%). Il campione gratuito nel negozio
funziona solo per il 17% dei consumatori, mentre il display scende al 13%. Il 24% dei rispondenti è motivato
all'acquisto ancora dalle formule pubblicitarie classiche (giornali, tv, outdoor), il 18% da un packaging
rinnovato. La leva prezzo spinge il 61% degli italiani a visitare un nuovo punto vendita (media UE 70%, global
68%). Anche se le promozioni speciali attirano nuovi acquirenti (47%), il 55% dei consumatori sceglie il
negozio/supermercato in funzione della comodità (vicinanza). La qualità del prodotto motiva il 41% degli
acquirenti, mentre il 31% è sensibile all'assortimento dell'offerta. Il 35% sottolinea che il punto vendita deve
essere ordinato e pulito mentre il 22% sottolinea l'importanza della presenza di uno staff professionale nel
momento dell'acquisto. In sintesi, i consumatori chiedono la stessa cosa on e offline: buoni prezzi, comodità
di utilizzo (sito facile, negozio comodo e ordinato) e un rapporto di fiducia e professionalità.
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ITALIA E-COMMERCE
12/03/2015
Brand News Today
Pag. 17
Fastweb rinnova il portale web
Fastweb ha rinnovato il portale www.fastweb.it , che si presenta ora con una veste grafica completamente
nuova. Grazie al riconoscimento automatico dell'utente il sito propone due versioni, una per i già clienti e
l'altra per chi ancora non lo è. Nuova veste grafica e un nuovo nome, Digital Magazine, anche per i contenuti
giornalistici di fastweb.it. Digital Magazine esplorerà come sempre il tema dell'innovazione declinata nelle sue
sezioni (Web&Digital, Social, Internet, Smartphone&Gadget, Agenda Digitale e Videogames).
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ITALIA WEB
12/03/2015
DailyMedia
Pag. 1.18.19
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Silvia Antonini
Il merito di questo andamento è del mercato spagnolo; complessivamente il Gruppo perde ricavi ma migliora
il risultato netto consolidato; per quest'anno l'attesa è ancora negativa relativamente all'adv sul fronte interno
18 Nel 2014 RCS MediaGroup perde qualcosa in termini di ricavi consolidati ma cresce nella raccolta
pubblicitaria, soprattutto per merito del mercato spagnolo che complessivamente è cresciuto del 5% rispetto
al 2013, con la stampa quotidiana a +9,3%, la periodica a +2,2% e il web a +12,7%. La società guidata
dall'amministratore delegato Pietro Scott Jovane ha chiuso l'esercizio a quota 1279,4 milioni di euro, in calo
del 2,6% per via della cessione o sospensione di alcune testate periodiche no-core, nonché all'effetto delle
cessioni di società e rami d'azienda, mentre i fatturati pubblicitari aumentano del 3,2% e si attestano a quota
491,2 milioni di euro. Va bene la Spagna, si diceva, mentre in Italia la raccolta pubblicitaria è pari a 219,5
milioni di euro, in calo del 6,3% rispetto all'anno precedente. Per quest'anno Scott Jovane si attende un calo
complessivo tra l'8% e il 9% dell'adv stampa italiano, e per quanto riguarda RCS «non prevediamo di fare
meglio». Nel dettaglio, il bilancio di Gruppo segnala che i ricavi da digital, oltre 160 milioni, rappresentano il
12,6% del totale, +8,7% rispetto al 2013. I ricavi diffusionali ammontano a 658,5 milioni di euro (-4,2% a
perimetro omogeneo rispetto al 2013), registrando un calo dell'8,5% attribuibile principalmente all'attuazione
del piano di cessioni e all'andamento delle diffusioni sul mercato spagnolo. L'adv complessivo cresce di 15,1
milioni raggiungendo i 491,2 milioni di euro, con un trend migliore del mercato sia in Italia, sia in Spagna
(+9,9 milioni di euro). Nel quarto trimestre 2014 i ricavi pubblicitari di Gruppo crescono dell'8,5%. I ricavi
editoriali diversi presentano un incremento netto di 11,6 milioni, principalmente riconducibile al moltiplicarsi
degli eventi sportivi, tra cui il Dubai Tour e la Final Four di Eurolega di basket, nonché a maggiori ricavi legati
al Giro d'Italia. Le azioni di efficienza sui costi hanno generato benefici per 72 milioni di euro superando
ampiamente gli obiettivi iniziali fissati per il 2014 tra i di 50 e 60 milioni. L'ebitda pre oneri e proventi non
ricorrenti è positivo per 70,1 milioni di euro, migliorando di 43 milioni per l'andamento positivo delle principali
aree di business. Continuano gli investimenti del Gruppo in immobilizzazioni materiali e immateriali, che nel
corso dell'anno sono circa 66 milioni di euro, oltre la metà dei quali investiti principalmente in area digitale, in
particolare per le nuove versioni dei principali siti del gruppo, tra cui corriere.it e gazzetta.it, e per la
realizzazione del nuovo formato del Corriere della Sera. Il risultato netto dell'esercizio è negativo per 110,8
milioni di euro, contro i -218,5 milioni nel 2013, evidenziando un miglioramento di circa 108 milioni di euro
rispetto all'anno precedente. La posizione finanziaria netta nel quarto trimestre si riduce di 32,8 milioni di
euro, chiudendo l'anno a -482,5 milioni (-474,3 milioni al 31 dicembre 2013), performando meglio rispetto al
target previsto per il 2014 e confermando l'obiettivo di riduzione del debito a fine 2015. L'organico puntuale al
31 dicembre 2014 è pari a 3.940 risorse registrando un calo di 13 unità rispetto al 2013. Per quanto riguarda
il mercato italiano (area Media Italia) i ricavi si attestano a 531,9 milioni di euro (-4,5% rispetto al 2013): i
ricavi digitali rappresentano il 13,8% dei ricavi complessivi dell'area. Escludendo dal perimetro 2013 le testate
periodiche cedute, la flessione si attesta a 9,4 milioni (-1,7%), per la contrazione della raccolta pubblicitaria e
delle vendite in edicola. I ricavi editoriali sono pari a 287,8 milioni di euro, praticamente in linea a perimetro
omogeneo rispetto all'anno precedente (-0,2%). In particolare i ricavi editoriali del Sistema Corriere e del
Sistema Gazzetta evidenziano un trend in crescita rispetto al 2013, sostenuti dal positivo effetto dell'aumento
del prezzo di copertina e dal buon andamento di opere collaterali. L'adv online raggiunge circa il 21,5% dei
ricavi pubblicitari dell'area. I ricavi editoriali diversi ammontano a 24,6 milioni, in lieve aumento rispetto al
2013. Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport confermano la posizione di leadership diffusionale nei
settori di riferimento, la prima attestandosi a 461mila copie medie diffuse (-5,5%) con 126mila copie digitali, in
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
RCS MediaGroup: nel 2014 la raccolta pubblicitaria si è attestata al +3,2%,
ma l'Italia perde il 6,3%
12/03/2015
DailyMedia
Pag. 1.18.19
(diffusione:15000, tiratura:15000)
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
crescita del 24,8% rispetto al 2013. La Gazzetta dello Sport diffonde 276mila copie medie (-1,4%), mentre le
copie digitali sono pari a 54mila, in crescita del 31,7%. I siti corriere.it e gazzetta.it vantano 45,6 milioni di
browser unici medi mensili non duplicati (+14% rispetto al 2013) e le edizioni digitali dei due quotidiani hanno
superato i 180mila abbonamenti attivi, con una crescita del 27% rispetto al 2013. Nel 2014 sono state
scaricate complessivamente 2,9 milioni di edizioni digitali, in crescita del 37,9% rispetto al 2013 (fonte
interna). Per quanto riguarda le versioni mobile dei due siti, nel 2014 Corriere Mobile ha registrato 6,9 milioni
di browser unici (+126,2% rispetto al 2013) e anche Gazzetta Mobile ha raggiunto nel 2014, 4,9 milioni di
browser unici (+128,7% rispetto al 2013) (Fonte: Adobe SiteCatalyst). Continua la crescita dei siti web del
Sistema Verticali. L'ebitda del 2014, positivo per 60,1 milioni di euro, migliora di 81,1 milioni rispetto ai -21
milioni del pari periodo 2013. L'area Media Spagna registra ricavi per 358,1 milioni di euro rispetto ai 371,7
milioni del pari periodo 2013, con il digital al 14,1% del complessivo, con una crescita del 14,9% rispetto al
pari periodo 2013. I ricavi pubblicitari sono pari a 156,7 milioni, segnando un incremento del 6,6% rispetto al
2013. Buon andamento anche della raccolta sui mezzi on-line, che si attesta al 25% dei ricavi pubblicitari
complessivi netti. I ricavi editoriali dell'esercizio 2014 raggiungono i 158 milioni, in decremento di 21,5 milioni
per una generale flessione delle diffusioni e per minori ricavi dei prodotti collaterali, in parte compensati
dall'area digitale. I ricavi diversi, pari a 43,4 milioni, presentano un decremento rispetto al 2013 di 1,8 milioni
dovuto principalmente ai ricavi dell'area Tv, parzialmente compensato dal positivo andamento dei ricavi
dell'area digitale e dagli eventi sportivi. L'area Libri si attesta a 222,6 milioni di euro, in riduzione di 28,5
milioni (-11,4%) rispetto all'esercizio 2013; a perimetro omogeneo, la flessione dei ricavi si riduce a 4,5 milioni
(-2%), evidenziando un incremento significativo dei ricavi digitali (+32%). Per l'anno 2015 RCS prevede per
l'anno 2015, nel complesso ed a perimetro omogeneo, ricavi consolidati in lieve crescita rispetto al 2014,
anche per effetto di iniziative specifiche, tra le quali lo sviluppo previsto nei servizi B2B di consumer
engagement complementari alla pubblicità e lo sviluppo di eventi sportivi a livello internazionale, nonché il
lancio del canale digitale terrestre GazzettaTV. Sono previsti inoltre in contenuta crescita i ricavi pubblicitari
per la ripresa del mercato in Spagna, mentre i ricavi diffusionali - pur con volumi in calo - potranno essere
parzialmente compensati grazie a prezzi in aumento. I ricavi dell'area Libri sono complessivamente attesi in
lieve crescita, principalmente per effetto della componente digitale. Per quanto riguarda le efficienze, anche
per il 2015 si prevede di proseguire nelle azioni di efficienza per raggiungere i 220 milioni al termine del piano
triennale di sviluppo. L'azienda prevede un ebitda consolidato in crescita fino al raggiungimento di una
marginalità (ante oneri non ricorrenti) pari a circa il 9% sui ricavi del 2015, sempre che non si verifichi, in
particolare in Italia, una ulteriore e significativa contrazione del mercato pubblicitario rispetto alla flessione
comunque già prevista per il 2015. A seguito di oltre due anni di riequilibrio della struttura finanziaria del
Gruppo e focalizzazione sui core business, il Gruppo RCS ha individuato alcune aree di potenziale sviluppo
per le quali dispone di significative competenze ed esperienza.Oltre ad un significativo rafforzamento della
sua forte presenza nel settore News il Gruppo dispone di forti e radicate competenze anche nel settore Sport,
che evidenzia un grande potenziale di crescita internazionale ed eccellenti prospettive di sviluppo attraverso i
brand leader La Gazzetta dello Sport, Marca, RCS Sport e Last Lap. Grazie allo sviluppo di questi due core
business, unitamente al rafforzamento dell'offerta di soluzioni B2B di comunicazione integrata, RCS punta ad
un diverso mix di ricavi per una reddittività sostenibile e ad una profittabilità in linea con quella dei migliori
operatori internazionali del settore (oggi al 15%), traguardando un nuovo modello di efficienza operativa.
compila e spedisci al fax n. 0253598330 oppure via e-mail: [email protected] Dati personali
azienda settore attività partita iva sito azienda indirizzo città prov. telefono fax nome e cognome e-mail posiz.
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Foto: Pietro Scotto Jovane, a.d. di RCS MG
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Presentata al mercato Smart@Shop
giacomo broggi
3è una piattaforma di shopper marketing digitale al100% nata dalla collaborazione di sei grandi strutture
Presentata al mercato la prima soluzione della collaborazione tra Ogilvy & Mather Italy, Geometry Global,
Quarkode, Zucchetti TCPOS, ADSolutions e Futur 3 - Free Luna, che strizza l'occhio di aziende, retailer e
consumatori. E che sfrutta in ottica integrata le competenze marketing, branding, reatil activation e
tecnologiche degli attori coinvolti esplorare le infinite possibilità offerte dallo smartphone in termini di digital
shopping experience e metterle al servizio di aziende, retailer e consumatori. si focalizza proprio su questo
smart@ shop, piattaforma di shopper marketing nata dalla collaborazione tra ogilvy & mather italy, geometry
global (entrambe parte di Wpp), Quarkode, zucchetti tcPos, adsolutions e futur 3 - free luna. «Partendo
dall'analisi delle nuove dinamiche dello shopping e dall'evoluzione della relazione tra retail fisico e mondo
digital, abbiamo dato vita alla nostra prima soluzione: una piattaforma di ecouponing intelligente che unisce le
competenze marketing, branding, retail activation e tecnologiche delle aziende coinvolte, sfruttando
l'interazione tra smartphone, tecnologia beacon e qr-code - ha affermato stefano rossi, general manager di
geometry global, nel corso di un evento stampa che si è svolto ieri a milano -. si tratta di un servizio unico nel
suo genere forte di una gestione integrata, che va dalla definizione della strategia delle campagne, compresi
gli elementi creativi, all'implementazione sul punto vendita, fino al monitoraggio sull'andamento delle
campagne, con la possibilità di conoscere se i coupon siano stati effettivamente acquisiti e utilizzati e di
esaminare la redemption per singolo canale. tutto ciò ha un riflesso sui costi, che diminuiscono. Questa
iniziativa si differenzia dagli aggregatori presenti sul mercato perché offre un'esperienza 100% digitale e non
necessita di applicazioni esterne ma è legata ad app native come Passbook (apple, ndr) o google Wallet. la
veicolazione dei coupon può avvenire in svariati modi: banner, email, sms, social media, sono solo alcuni dei
touch point su cui gli utenti potranno scaricare i coupon. il prodotto è già stato utilizzato con successo da
ristò». e non offrirà solo sconti ma anche carte fedeltà, biglietti per concerti, voli, treni e contenuti. «obiettivo
di fondo di smart@shop è semplificare l'esperienza dei consumatori, delle aziende e dei retailer. i primi hanno
a disposizione un servizio 100% digitale che attraverso un sistema interattivo si pone come facilitatore,
eliminando le problematiche legate al couponing cartaceo. le aziende hanno invece il pieno controllo sul
budget, con la possibilità di aggiustare in tempo reale le proprie campagne», ha proseguito rossi. i ricavi di
smart@ shop provengono dalla consulenza strategica, dall'ideazione delle campagne ma anche
dall'acquisizione del cliente e dalla gestione del media sul punto di vendita. c'è poi la possibilità di profilare i
consumatori, nel momento in cui questi sono legati all'azienda, «il tutto con una grande attenzione nei
confronti della privacy, ha puntualizzato rossi. «smart@ shop ha una spiccata anima tecnologica, in cui un
ruolo di primo piano è giocato da qr-code e beacon - ha aggiunto Pierluigi cremonesi, ceo di Quarkode -.
l'interazione con i beacon avviene in due casi: quando l'utente ha manifestato interesse nei confronti di un
coupon e l'ha salvato nel suo wallet. si tratta di una modalità che non richiede l'installazione di altre app e che
invia un notifica allo smartphone; e quando, invece, l'interazione è spinta da app esterne, per esempio quelle
di retailer e aziende, con l'interazione che avviene tramite queste piattaforme. ci tengo a precisare che chi
utilizza i beacon deve fare particolare attenzione e non essere invadente: rischierebbe seriamente di rovinare
il rapporto con i cosumatori. e quando apple Watch sbarcherà in italia, sarà possibile fare tutto ciò
direttamente dal proprio polso». alla fine dell'incontro la sede di ogilvy & mather è stato il palcoscenico di una
dimostrazione pratica delle potenzialità di smart@shop e i presenti hanno potuto vivere un'esperienza 100%
digitale, scaricando coupon con i qr-code del "supermercato" messo a punto per l'evento. e hanno interagire
con i beacon, pagando direttamente in cassa. <
Le aziende coinvoLte ogilvy & mather italy: uno dei maggiori network di comunicazione al mondo.
www.ogilvy.it geometry global: network internazionale specializzato in brand activation. www.geometry.com
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Tecnologia
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Quarkode: mobile Wallet, Proximity marketing e Qrcode management. www.quarkode.it zucchetti tcPos:
soluzioni di smartPos per hospitality e retail. www.tcpos.com/it adsolutions: concessionaria di pubblicità,
gestisce spazi di comunicazione all'interno di punti vendita della cdo e nei centri commerciali; copre l'ultimo
miglio del processo d'acquisto. www.adsolutions.it. futur 3-free luna: la più grande ed estesa rete di wifi in
italia. 880.000 registrati e 5.300 access point installati, una piattaforma di comunicazione esclusiva,
innovativa, geolocalizzata e profilata. www.freelu na.it
Foto: da sinistra: claudia cisaro di adsolutions, stefano rossi e pierluigi cremonesi
Foto: da sinistra: claudia cisaro di adsolutions, stefano rossi e pierluigi cremonesi
12/03/2015
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Italia: un utente su tre utilizza i social prima di comprare online
lo afferma l'ultimo studio realizzato da nielsen sul tema del commercio elettronico globale 11 il commercio
elettronico è una tematica sempre più calda e in crescita. anche nel nostro Paese, dove tra cronici problemi di
banda larga e poca confidenza con gli acquisiti online, l'ecommerce sta assumendo sempre maggiore peso,
arrivando a raggiungere i 13 miliardi di euro nel 2014. e con la componente mobile in arrestabile ascesa.
anche nielsen ha indagato questo fenomeno nella survey "nielsen global marketing effectiveness in the
retailer landscape and the impact of e-commerce" eseguita su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi.
ALIMENTARI, ANcORA POcA L'INcIDENzA DELL'EcOMMERcE in italia il 42% della popolazione è propenso
ad acquistare online voli aerei e l'8% è favorevole a comperare prodotti alimentari, vini e liquori attraverso
questo canale (in linea con la media europea fatta eccezione per l'inghilterra dove è il 26% che predilige l'
online per i prodotti alimentari). a livello globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la graduatoria
degli acquisti via web, mentre in italia questa tipologia merceologica è acquistata online solo per il 30%,
posizionandosi al quarto posto dopo la prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%). l'elettronica di
consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. i social network costituiscono buone opportunità di
veicolare prodotti online, essendo impiegati da un italiano su tre (32%) per tenersi aggiornato sul business in
rete. l'82% degli acquisti avviene via pc; l'80% a livello globale il 21% degli italiani, prosegue la ricerca,
compra online gli ebook, mentre i prodotti di cosmesi o per l'igiene personale sono al 17%, benché ricercati in
internet dal 19% della popolazione. l'82% acquista da pc (80% dato globale) seguito dal cellulare al 36%
(44% globale) e dal tablet al 25% (31% globale). Per quanto concerne auto e moto accessori, solo l'8% degli
intervistati acquista online. in europa si riscontra la medesima tendenza, salvo in inghilterra, dove il 19% fa
ricerca su internet mentre il 17% compie l'acquisto online. e 3 italiani su 4 dichiarano di preferire una ricerca
di persona per giochi e prodotti per l'infanzia. giovanni fantasia: "occorre accelerare un circolo virtuoso tra
punto di vendita e rete" "a partire dai dati della survey che abbiamo realizzato a livello global sul tema dell'ecommerce - ha dichiarato l'ad di nielsen italia giovanni fantasia - emerge che in italia ci sono ancora ampi
margini di sviluppo del mercato dell'online visibili soprattutto negli acquisti di alimentari o prodotti per la
persona. e' sintomatico il fatto che la maggior parte degli acquisti in rete venga fatta da pc, a differenza di ciò
che avviene in quelle aree con uno sviluppo tecnologico più recente (soprattutto asia), dove l'acquisto online
si espleta in movimento (cellulari e tablet). d'altra parte, anche in italia si sta affermando una politica di
vendita integrata, che vede il web giocare un ruolo complementare al negozio fisico. occorre, dunque,
accelerare un circolo virtuoso tra punto di vendita e rete, poiché se da una parte quest'ultima può sostituire il
negozio, contemporaneamente risulta essere lo stimolo a visitare il punto vendita. in sintesi, - ha concluso
fantasia - esiste ormai una interconnessione completa tra fisico e virtuale: le leve di marketing, dunque,
verranno valorizzate se saranno il frutto di una concezione integrata del rapporto consumatore/retailer".
cOMODITà fA RIMA cON ONLINE MA LE SPESE DI SPEDIzIONE SONO ANcORA uNA BARRIERA Per il
58% degli intervistati, la ragione per cui si ricorre all'online è la comodità (media globale 76%, media ue 70%,
inghilterra 75%), anche se il 42% non si fida a dare le informazioni della carta di credito (media ue 41%).
Prima di procedere all'acquisto online il 60% degli italiani legge recensioni del prodotto/servizio. la percezione
dei prezzi in rete si rivela positiva. infatti, il 52% pensa sia più conveniente fare acquisti sul web che in
negozio, e il 50% di potere beneficiare del prezzo migliore. le spese di spedizione, d'altra parte, costituiscono
ancora una barriera allo shopping online. il 36% degli italiani vorrebbe che questa voce venisse eliminata
dalle offerte dei vari prodotti. in europa il valore oscilla tra il 30% della germania e il 38% della francia.
MARkETING DIRETTO: uNA LEvA IMPORTANTE PER L'EcOMMERcE il marketing diretto è una leva
importante utilizzata nel commercio online: il 42% del campione accoglie favorevolmente le email del retailer
e il 38% ne chiede l'iscrizione per tenersi aggiornato. si è più cauti nell'utilizzo delle app, poichè se il 32% ne
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Ecommerce
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fa uso per la pianificazione delle spese, solo il 21% gestisce la spesa nel negozio con un tool online. il 27%
pensa che i siti dei retailer non siano di immediato utilizzo. in sintesi, i consumatori chiedono la stessa cosa
on e oine: buoni prezzi, comodità di utilizzo (sito facile, negozio comodo e ordinato) e un rapporto di fiducia e
professionalità.
Foto: giovanni fantasia
Foto: giovanni fantasia
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E3 vince la gara per social media, blog e digital pr di Peugeot Italia
l'agenzia svilupperà la strategia per facebook, twitter, instagram e google+ 8 e3 ha vinto la gara per la
gestione strategica e operativa della comunicazione sui social media di Peugeot italia. l'incarico è una
conferma per l'agenzia, che nel 2014 si era già aggiudicata, a seguito di una consultazione, il progetto di
sviluppo delle digital pr della casa automobilistica, con l'obiettivo di instaurare relazioni durature con blogger e
influencer, creando valore aggiunto per il cliente. e3 gestirà anche il blog di Peugeot italia. il progetto social
media sviluppato dalla struttura prevede un approccio multicanale e integrato con le strategia di marketing, pr
ed eventi dell'azienda. facebook, twitter, instagram, google+ e Youtube vengono utilizzati in modo sinergico
con l'obiettivo di aumentare l'engagement con la customer e prospect base, mettendo l'innovazione e
l'ascolto dei consumatori al centro del progetto. l'obiettivo è quello di trasformare le conversazioni in
conversioni, intese come test drive e richieste di preventivo. l'agenzia è stata incaricata anche di sviluppare
un progetto strategico di reputation management e web monitoring per intercettare, verificare e classificare le
conversazioni sociali e i contenuti ugc (in particolare commenti) postati dai consumatori al di fuori dei canali
social. l'analisi qualitativa dei contenuti permette di classificarli in base al coefficiente effettivo del rischio
reputazionale, di distribuire le conversazioni per categorie di analisi e di mappare le property in cui si parla di
Peugeot in modo positivo, neutro o negativo. l'analisi reputazionale è estesa anche al sentiment in rete
rispetto a lanci di nuovi modelli. e permette infine di gestire interventi di risposta in ottica di social care.
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Budget
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Nuovo record per ilfattoquotidiano.it: 931.521 u.u. a febbraio
Editoria Nuovo record per ilfattoquotidiano.it: 931.521 u.u. a febbraio 26 ilfattoquotidiano.it ha accelerato nel
primo bimestre del 2015. la testata web si è resa protagonista di grandi risultati, certificati dalle rilevazioni
audiweb: la media degli utenti unici giornalieri di gennaio è stata la migliore di sempre con 864.292 browser
registrati, superata solo dai 931.521 del mese successivo. a svelarlo è proprio Peter gomez, direttore de
ilfattoquotidiano. it, in un articolo pubblicato ieri. una parte del merito è del modo di raccontare il mondo, delle
inchieste e dei servizi in esclusiva, un'altra parte, invece, è di fqmagazine, "il nostro neonato rotocalco virtuale
sta riscuotendo grande interesse: nel giro di 20 giorni le pagine viste sono state 10milioni e gli utenti unici 4 e
mezzo (dati google analytics)" scrive il direttore. i risultati positivi, però, non sono un letto su cui sdraiarsi a
riposare e Peter gomez lo sa bene: "nel nostro sito molto ancora non funziona e molto è da cambiare e
migliorare. anche per questo da oggi (ieri n.d.r.) chi vuole può rispondere a un questionario che ci servirà per
comprendere cosa fare e come farlo".
Foto: peter gomez
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12/03/2015
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Mobile Adv : Google tratta l'acquisizione della startup indiana InMobi
Mercato Mobile Adv: Google tratta l'acquisizione della startup indiana InMobi 28 dopo aver ufficializzato le
partnership con starcom mediaVest group e rubicon Project, inmobi torna a far parlare di sé. Questa volta
però la startup indiana, fondata nel 2007 a bangalore, è balzata agli onori della cronaca perché, stando a
quanto riportato da reuters, sarebbe finita nel mirino di google, che avrebbe avviato delle trattative preliminari
per acquisirla. la valutazione dell'azienda, secondo la fonte citata dall'agenzia di stampa, sarebbe valutata
attorno a 1 miliardo di dollari. tra i suoi investitori figurano la società di venture capital sherpalo e la
giapponese softbank. inmobi si caratterizza per la capacità di analisi dell'utenza, la variegata offerta in termini
di formati, l'erogazione di advertsing mirata e la sua "grandezza". l'azienda, infatti, è in grado di raggiungere
circa 1 miliardo di utenti in oltre 200 Paesi ed è presente in asia e soprattutto in india, un mercato dove a
dicembre erano circa 240 milioni le persone attive online via mobile. un piatto davvero goloso per google, che
fonda il suo business sulla pubblicità e non può permettersi di fermarsi un attimo. d'altra parte lo spostamento
dell'audience verso smartphone e tablet è una realtà assodata e proprio questo fattore ha provocato timori
durante l'ultima trimestrale del colosso californiano. che non sarebbe nuovo ad acquisizioni di questo genere:
nel 2010, infatti, big g ha sborsato 750 milioni di dollari per assicurarsi admob. Vedremo, dunque, se google
riuscirà a mettere le mani su inmobi e a rendere più solido il suo business su mobile, continuamente minato
da una concorrenza sempre più affollata e competitiva. e, soprattutto, da facebook.
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Mercato
12/03/2015
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Atena Trading, è pronta la app realizzata insieme a Seat PG
Atena Trading App è disponibile da ieri sugli store di Android e iOS e offre informazioni e servizi sulle
forniture di gas ed energia elettrica attraverso un'interfaccia veloce
atena trading in collaborazione con seat Pg ha realizzato la nuova app che offre informazioni e servizi sulle
forniture di gas ed energia elettrica attraverso un'interfaccia veloce. tutto quello che c'è da sapere in un'app
gratuita, scaricabile da ieri sugli store di android e ios. atena trading app propone offerte di energia elettrica e
gas, informazioni sulle attivazioni di forniture dell'acqua, sul servizio di ricalcolo in caso di perdite occulte,
reclami, orari, notizie e area "fai da te". Per conoscere meglio il mercato dell'energia e per leggere i dettagli
delle bollette sono disponibili alcuni video tutorial. infine, è possibile ricercare tutte le sedi di atena trading
nella provincia di Vercelli con gli orari di apertura, i numeri di telefono e gli indirizzi. "sempre più spesso gli
italiani utilizzano le applicazioni da mobile per reperire informazioni utili alla loro vita quotidiana. in questo
contesto, seat Pg è orgogliosa di aver offerto tutta la sua esperienza a servizio di una delle più importanti
aziende dell'energia in Piemonte- dice Paolo Portioli, direttore marketing di seat Pg - . grazie all'atena trading
app, sviluppata da noi, è possibile in real time far comunicare, direttamente da mobile, ovunque siano, i clienti
con il proprio fornitore di energia e di acqua, riducendo così le distanze tra consumatori e impresa di servizi in
un'ottica di sempre maggiore digitalizzazione del Paese".
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Energia
12/03/2015
DailyNet
Pag. 28
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Tradelab è il primo trading desk che aderisce all'Arpp
Entrambe le autorità hanno come missione un tipo di comunicazione commerciale onesta, veritiera e corretta
tradelab, ha scelto di aderire all'autorità di regolamentazione professionale della Pubblicità (arpp). Per la
prima volta un player indipendente che opera nel campo del programmatic e del rtb ha deciso di far parte di
un'organizzazione che corrisponde all'italiano iap. entrambe le autorità hanno come missione una
comunicazione commerciale onesta, veritiera e corretta nei confronti degli editori, degli inserzionisti e
dell'audience. Questo sodalizio si concretizza nel supporto che una decina di giuristi forniranno a tradelab in
materia di comunicazione pubblicitaria digitale, di problematiche di targeting comportamentale o di
retargeting, dando una sicurezza in più ai clienti del trading desk. da parte sua, anche tradelab darà un
concreto contributo all'arpp, mettendo a disposizione la propria expertise.
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francia
12/03/2015
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Pag. 22
A OMD la gestione del digital marketing di Renault Italia per 3 anni
Nuovo incarico per omd , scelto come partner digital di renault italia per tutto il prossimo triennio, con
l'obiettivo di sostenere e incrementare l'engagement online del suo pubblico. Al termine di una gara che ha
visto coinvolte importanti sigle, tra cui le agenzie Publicis Group e AmmiroY2K, OMD Italia, agenzia di
comunicazione e media di omnicom media Group , si è aggiudicata il budget per la gestione di tutte le attività
di marketing e strategia digitale - canali social e di activation CRM compresi - di Renault Italia, già cliente
dell'agenzia dal 2009 per tutte le attività di media strategy, planning & buying. L'acquisizione è
particolarmente importante se si considera che riguarda un insieme di servizi specifici dedicati al mondo
digitale, che si vanno ad aggiungere alla semplice gestione delle campagne di digital adv già curate da OMD:
si tratta delle opportunità di comunicazione real time e personalizzata, in genere affidate ad agenzie
specializzate in maniera verticale. Quella di Renault è la prima importante acquisizione in ambito digitale
dopo la recente riorganizzazione di Resolution, unit del gruppo dedicata ai big data e al digital marketing, di
cui odoardo ambroso è Head of Data and Digital Communication. continua a pag 24 ( Segue dalla prima ) Per
renault italia le attività digital rappresentano una fetta sempre più dominante del proprio media mix e la parola
chiave della sua strategia di comunicazione è integrazione. "Un passo importante per Renault Italia, una
scelta lungimirante, la cui ambizione è quella di realizzare insieme a omd sinergie in termini di tecnologia e
processi e una comunicazione sempre più a 360° integrata negli ambiti media, digital e social", ha affermato l'
Advertising & CRM Manager elisabeth leriche . L'opportunità di far gestire tutta la comunicazione da un'unica
realtà garantisce invece una vera integrazione basata sulla complementarietà di mezzi off line e digitali,
salvaguardando la coerenza del messaggio. Inoltre verrà implementata un'unica Data Management Platform
come punto di integrazione tra CRM e planning. "Questa nuova acquisizione è un'ulteriore conferma del fatto
che sempre di più il nostro lavoro trascende i classici confini dell'agenzia media - ha commentato Francesco
Blini , general manager di OMD Roma -. Crediamo fortemente nei valori messi a disposizione dal digitale e
nell'interpretazione dei dati: per questo Renault Italia ci ha dato fiducia, con la consapevolezza che questo
tipo di integrazione porti ad una massimizzazione dell'efficacia ed efficienza di tutto il processo di
comunicazione". "La nostra missione è raccogliere la sfida di oggi di utilizzare i dati per incrementare il
business dei nostri clienti, integrando la comunicazione classica con il social e con il CRM, nella convinzione
che fan o follower non siano persone diverse dai nostri clienti e prospect", ha aggiunto odoardo ambroso ,
Head of Data and Digital Communication.
Foto: odoardo ambroso
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LA CENTRALE DI OMNICOM MEDIA GROUP VINCE IL PITCh
12/03/2015
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e3 Guida PeuGeot sui social media
e3 ha vinto la gara per la gestione strategica e operativa della comunicazione sui social media di Peugeot
italia . L'agenzia nel 2014 si era già aggiudicata il progetto di sviluppo delle digital pr della casa
automobilistica francese, con l'obiettivo di instaurare relazioni durature con blogger e inuencer. Il progetto
social media sviluppato da E3 prevede un approccio multicanale e integrato con le strategia di marketing, pr
ed eventi dell'azienda. Facebook, Twitter, Instagram, Google+ e YouTube vengono utilizzati in modo
sinergico con l'obiettivo di aumentare l'engagement con la customer e prospect base, mettendo l'innovazione
e l'ascolto dei consumatori al centro del progetto. L'obiettivo è infatti quello di trasformare le conversazioni in
conversioni, intese come test drive e richieste di preventivo. In aggiunta ai social media E3 gestirà anche il
blog di Peugeot Italia. L'agenzia è stata incaricata anche di sviluppare un progetto strategico di reputation
management e web monitoring per intercettare, verificare e classificare le conversazioni sociali e i contenuti
UGC (in particolare commenti) postati dai consumatori al di fuori dei canali social. L'analisi qualitativa dei
contenuti permette di classificarli in base al coefficiente effettivo del rischio reputazionale, di distribuire le
conversazioni per categorie di analisi e di mappare le property in cui si parla di Peugeot in modo positivo,
neutro o negativo. L'analisi reputazionale è estesa anche all'analisi del sentiment in rete rispetto alle
campagne di comunicazione e lanci di nuovi modelli. Un apposito modulo della piattaforma reputation
manager permette inoltre di gestire e programmare interventi di risposta in ottica di social care.
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A SEGUITO DI UNA GARA
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nielsen studia l' e-commerce in italia e nel mondo
In Italia il 42% della popolazione è propenso ad acquistare online voli aerei e l'8% è favorevole a comperare
prodotti alimentari, vini e liquori attraverso questo canale (in linea con la media europea fatta eccezione per
l'Inghilterra dove è il 26% che predilige l'online per i prodotti alimentari). I dati emergono dalla survey 'Nielsen
Global Marketing Effectiveness in the retailer landscape and the impact of e-commerce' eseguita su un
campione di 30.000 individui in 60 Paesi. A livello globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la
graduatoria degli acquisti via web, mentre in Italia questa tipologia merceologica è acquistata online solo per
il 30%, posizionandosi al quarto posto dopo la prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%).
L'elettronica di consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. I social network costituiscono buone
opportunità di veicolare prodotti online, essendo impiegati da un italiano su tre (32%) per tenersi aggiornato
sul business in Rete. Il 21% degli italiani, prosegue la ricerca, compra online gli ebook, mentre i prodotti di
cosmesi o per l'igiene personale sono al 17%, benché ricercati in internet dal 19% della popolazione. L'82%
acquista da pc (80% dato globale) seguito dal cellulare al 36% (44% globale) e dal tablet al 25% (31%
globale). Per quanto concerne auto e moto accessori, solo l'8% degli intervistati acquista online. In Europa si
riscontra la medesima tendenza, salvo in Inghilterra, dove il 19% fa ricerca su internet mentre il 17% compie
l'acquisto online. 3 italiani su 4 dichiarano di preferire una ricerca di persona per giochi e prodotti per
l'infanzia. "A partire dai dati della survey che abbiamo realizzato a livello global sul tema dell'e-commerce - ha
dichiarato l'ad di nielsen italia Giovanni Fantasia - emerge che in Italia ci sono ancora ampi margini di
sviluppo del mercato dell'online visibili soprattutto negli acquisti di alimentari o prodotti per la persona. E'
sintomatico il fatto che la maggior parte degli acquisti in rete venga fatta da pc, a differenza di ciò che avviene
in quelle aree con uno sviluppo tecnologico più recente (soprattutto Asia), dove l'acquisto online si espleta in
movimento (cellulari e tablet). D'altra parte, anche in Italia si sta affermando una politica di vendita integrata,
che vede il web giocare un ruolo complementare al negozio fisico. Occorre, dunque, accelerare un circolo
virtuoso tra punto di vendita e rete, poiché se da una parte quest'ultima può sostituire il negozio,
contemporaneamente risulta essere lo stimolo a visitare il punto vendita. In sintesi esiste ormai una
interconnessione completa tra fisico e virtuale: le leve di marketing, dunque, verranno valorizzate se saranno
il frutto di una concezione integrata del rapporto consumatore/retailer".
Foto: giovanni fantasia
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I RISULTATI DELLA SURVEy CONDOTTA SU UN CAMPIONE DI 30.000 INDIVIDUI IN 60 PAESI
12/03/2015
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ilFattoquotidiano.it Punta al milione di Browser unici e lancia nuove
sezioni
Gennaio e febbraio da record per ilfattoquotidiano. it . "Dopo le vacanze di Natale il nostro web giornale ha
viaggiato, secondo le rilevazioni censuarie di Audiweb, a una media di 864.292 browser unici al giorno. Il
miglior risultato di sempre poi superato nel mese successivo quando la media è salita a 931.521 unici
quotidiani. Nelle prossime settimane qui in redazione faremo di tutto per confermare questi risultati e magari
per infrangere stabilmente la barriera del milione", scrive Peter Gomez , direttore del sito. In cantiere, per la
versione online del quotidiano diretto da marco travaglio , ci sono nuove sezioni e lo sviluppo di numerosi
progetti. "Per ora le statistiche ci dicono per esempio che Fqmagazine ( vedi notizia ), il nostro neonato
rotocalco virtuale, sta riscuotendo grande interesse: nel giro di 20 giorni le pagine viste sono state 10milioni e
gli utenti unici 4 e mezzo (dati Google analytics). Ma i numeri, da soli, non bastano per capire. Nel nostro sito
molto ancora non funziona e molto è da cambiare e migliorare. Anche per questo da oggi (ieri per chi legge,
ndr ) chi vuole può rispondere a un questionario che ci servirà per comprendere cosa fare e come farlo". Il
questionario, commissionato all'istituto Gfk , punta a sondare - tra le altre cose - il gradimento degli utenti nei
confronti delle nuove iniziative che la redazione sta studiando come, per esempio, l'introduzione di una web
radio, di un magazine di approfondimento su temi di cultura e spettacolo, di una rubrica 'Lettere al direttore'.
Quest'ultima è già sulla rampa di lancio e sarà online a breve. Quotidianamente saranno pubblicate le missive
più interessanti inviate alla casella mail di Peter Gomez, che risponderà una volta al giorno a uno dei lettori.
La raccolta pubblicitaria del sito ilfattoquotidiano.it è stata affidata, da gennaio 2015, alla concessionaria Hi
media ( vedi notizia ).
Foto: peter gomez
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
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GENNAIO E fEbbRAIO DA RECORD PER IL SITO DIRETTO DA PETER GOMEZ. DA IERI UN
QUESTIONARIO PER I LETTORI
12/03/2015
Pubblicita Today
Pag. 30
Google apre il primo negozio monomarca
Google ha aperto a Londra il suo primo negozio monomarca. Il Google Shop è stato inaugurato all'interno di
Currys Pc World (Tottenham Court Road) , uno dei brand della catena dixons carphone . "Il ritmo
dell'innovazione dei device che tutti usiamo è incredibile, mentre il modo in cui sono venduti è rimasto lo
stesso per anni. Con il Google Shop vogliamo offrire alle persone un posto dove possono giocare,
sperimentare e imparare tutto quello che Google ha da proporre", ha detto James elias , direttore marketing
di Google Uk. All'interno del negozio si potranno acquistare le linee di smartphone e tablet con sistema
operativo Android, i laptop Chromebook e i dispositivi Chromecast. Ad accogliere i visitatori ci sarà un
enorme schermo 'avvolgente', come lo ha definito la società, che consentirà ai clienti di 'volare' da una parte
all'altra del globo grazie a Google Earth. Ci sarà anche un muro dove le persone potranno dipingere con
bombolette spray la propria versione del logo di Google, per poi condividerla sui social media.
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Il colosso sbarca a Londra
12/03/2015
Pubblicom Now
Pag. 1
A OMD il digital marketing di Renault Italia
Al termine di una gara che ha visto coinvolte importanti sigle, tra cui le agenzie Publicis Group e AmmiroY2K,
OMD Italia è stata scelta come partner digital di Renault Italia per tutto il prossimo triennio, con l'obiettivo di
sostenere e incrementare l'engagement online del suo pubblico. pagina 13 Nuovo incarico per OMD, scelto
come partner digital di Renault Italia per tutto il prossimo triennio, con l'obiettivo di sostenere e incrementare
l'engagement online del suo pubblico. Al termine di una gara che ha visto coinvolte importanti sigle, tra cui le
agenzie Publicis Group e AmmiroY2K, OMD Italia, agenzia di comunicazione e media di Omnicom Media
Group, si è aggiudicata il budget per la gestione di tutte le attività di marketing e strategia digitale - canali
social e di activation CRM compresi - di Renault Italia, già cliente dell'agenzia dal 2009 per tutte le attività di
media strategy, planning & buying. L'acquisizione è particolarmente importante se si considera che riguarda
un insieme di servizi specifici dedicati al mondo digitale - che si vanno ad aggiungere alla semplice gestione
delle campagne di digital adv già curate da OMD: si tratta delle opportunità di comunicazione real time e
personalizzata, in genere affidate ad agen zie specializzate in maniera verticale. L'opportunità di far gestire
tutta la comunicazione da un'unica realtà garantisce invece una vera integrazione basata sulla
complementarietà di mezzi off line e digitali, salvaguar dando la coerenza del messaggio. Inoltre verrà
implementata un'unica Data Management Platform come punto di integrazione tra CRM e planning. Si tratta
della prima importante acquisizione in ambito digitale dopo la recente riorganizzazione di Resolution, unit del
Gruppo dedicata ai big data e al digital marketing. Per Renault Italia le attività digital rappresentano una fetta
sempre più dominante del proprio media mix e la parola chiave della sua strategia di comunicazione è
integrazione. Francesco Blini, general manager di OMD Roma, commenta: «Questa nuova acquisizione è
un'ulteriore conferma del fatto che sempre di più il nostro lavoro trascende i classici confini dell'agenzia
media. Crediamo fortemente nei valori messi a disposizione dal digitale e nell'interpretazione dei dati: per
questo Renault Italia ci ha dato fiducia, con la consapevolezza che questo tipo di integrazione porti ad una
massimizzazione dell'efficacia ed effi cienza di tutto il processo di comunicazione». Odoardo Ambroso, head
of data and digital communication, aggiunge: «La nostra missione è raccogliere la sfida di oggi di utilizzare i
dati per incrementare il business dei nostri clienti, integrando la comunicazione classica con il social e con il
CRM, nella convinzione che fan o follower non siano persone diverse dai nostri clienti e prospect». Elisabeth
Leriche, advertising & CRM manager di Renault Italia, conclude affermando: «Un passo importante per
Renault Italia, una scelta lungimirante, la cui ambizione è quella di realizzare insieme a OMD sinergie in
termini di tecnologia e processi e una comunicazione sempre più a 360° integrata negli ambiti media, digital e
social». Odoardo Ambroso
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digital
12/03/2015
Pubblicom Now
Pag. 1
In Italia il 42% della popolazione è propenso ad acquistare online voli aerei e l'8% è favorevole a comperare
prodotti alimentari, vini e liquori attraverso questo canale (in linea con la media europea fatta eccezione per
l'Inghilterra dove è il 26% che predilige l'online per i prodotti alimentari). I dati emergono dalla survey "Nielsen
Global Marketing Effectiveness in the retailer landscape and the impact of e-commerce" eseguita su un
campione di 30.000 individui in 60 paesi. A livello globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la
graduatoria degli acquisti via web, mentre in Italia questa tipologia merceologica è acquistata online solo per
il 30%, posizionandosi al quarto posto dopo la prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%).
L'elettronica di consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. I social network costituiscono buone
opportunità di veicolare prodotti online, essendo impiegati da un italiano su tre (32%) per tenersi aggiornato
sul business in Rete. «Dalla survey - ha commentato l'a.d. di Nielsen Italia Giovanni Fantasia - emerge che in
Italia ci sono ancora ampi margini di sviluppo del mercato dell'online visibili. È sintomatico il fatto che la
maggior parte degli acquisti venga fatta da pc, a differen za di ciò che avviene in quelle aree con uno sviluppo
tecnologico più recente (soprattutto Asia), dove l'acquisto online si espleta in movimento (cellulari e tablet)».
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E-commerce , in Italia si compra soprattutto da pc
12/03/2015
Pubblicom Now
Pag. 1
Peugeot
social #e3 pagina 14 L'agenzia milanese E3 ha vinto la gara per la gestione strategica e operativa della
comunicazione sui social media di Peugeot Italia. In aggiunta ai social E3 gestirà anche il blog di Peugeot
Italia. Nel 2014 E3 si era già aggiudicata, a seguito di una consultazione, il progetto di sviluppo delle digital pr
della casa automobilistica francese, con l'obiettivo di instaurare relazioni durature con blogger e influencer,
creando valore aggiunto per il cliente. Il progetto sviluppato da E3 prevede un approccio multicanale e
integrato con le strategia di marketing, pr ed eventi dell'azienda. Facebook, Twitter, Instagram, Google+ e
Youtube vengono utilizzati in modo sinergico con l'obiettivo di aumentare l'engagement con la customer e
prospect base, mettendo l'innovazione e l'ascolto dei consumatori al centro del progetto. L'obiettivo è infatti
quello di trasformare le conversazioni in conversioni, intese come test drive e richieste di preventivo.
L'agenzia è stata incaricata anche di sviluppare un progetto strategico di reputation management e web
monitoring per intercettare, verificare e classificare le conversazioni sociali e i contenuti UGC (in particolare
commenti) postati dai consumatori al di fuori dei canali Social. L'analisi qualitativa dei contenuti permette di
classificarli in base al coefficiente effet tivo del rischio reputazionale, di distribuire le conversazioni per
categorie di analisi e di mappare le property in cui si parla di Peugeot in modo positivo, neutro o negativo.
L'analisi reputazionale è estesa anche all'analisi del sentiment in rete rispetto alle campagne di
comunicazione e lanci di nuovi modelli. Un apposito modulo della piattaforma reputation manager permette
inoltre di gestire e programmare interventi di risposta in ottica di social care.
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Tag News
11/03/2015
360com
Pag. 7
A Leroy Merlin Solbiate Arno si vive un esperienza spettacolare grazie al
lavoro di Publicis Italia
In attesa della campagna nazionale, la comunicazione per il rinnovo del negozio nei pressi di Varese è
supportata da un media mix che comprende volantino, materiali in store, stampa quotidiana, affissione, radio
locali, attività di direct marketing e sul web sia in display che sul social Facebook
sn attesa della prossima campagna integrata nazionale che sarà on air tra maggio e giugno, Publicis Italia
firma la comunicazione per il rinnovo del negozio Leroy Merlin Solbiate Arno con un key visual iconico e forte.
Comunicare un negozio fatto di aree ispiring, simulazioni di ambienti e zone interattive, disponibilità e ampia
scelta di soluzioni e coordinabilità fra i prodotti, con reparti specializzati del mondo tecnico e gamme di qualità
esposte: da questo concetto è stata realizzata una campagna dove i prodotti e i progetti per rinnovare la casa
diventano parte integrante dell'idea creativa dando vita a spettacolari fuochi d'artificio. Il concept innovativo
del nuovo negozio è volto, infatti, a valorizzare l'esperienza di acquisto, la relazione e l'approccio
personalizzato con il cliente facendolo sentire come a casa propria. "Un'esperienza spettacolare", questo il fil
rouge di tutta la campagna che, declinata su affissione, stampa e radio, vive anche durante una giornata
evento all'interno del negozio e che ha coinvolto i clienti e la Pallacanestro Varese, di cui Leroy Merlin
Solbiate Arno è sponsor. Un evento affollatissimo e spettacolare durante il quale i giocatori hanno insegnato
ai clienti come realizzare un perfetto tiro da tre. La campagna è supportata da un media mix che comprende
volantino, materiali in store, stampa quotidiana, affissione, radio locali, attività di direct marketing e sul web
con campagna display e social su Facebook. La pianificazione è a cura di Maxus. Il team di Publicis Italia che
ha ideato e coordinato il progetto è composto da Stefano Battistelli, direttore creativo associato, Francesco
Epifani, creative supervisor, Enrico Bellini art director e Beatrice Mari copywriter. La direzione creativa
esecutiva è di Bruno Bertelli e Cristiana Boccassini. come se il cliente fosse a casa sua il concept innovativo
del negozio è volto a valorizzare l'esperienza d'acquisto, la relazione e l'approccio personalizzato con ogni
acquirente
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caMpagNe
11/03/2015
360com
Pag. 14
Tradelab aderisce ad ARPP, lo IAP francese
per La prima voLta un pLayer indipendente che opera neL programmatic e neL reaL time bidding dec ide di
far parte di questo tipo d'or ganizzazione
Tradelab, trading desk francese, ha scelto di aderire all'Autorità di Regolamentazione Professionale della
Pubblicità (ARPP). Per la prima volta, infatti, un player indipendente che opera nel campo del Programmatic e
del Real Time Bidding ha deciso di far parte di un organizzazione che, nel nostro Paese, trova l'esatto
equivalente nello IAP - Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria. Entrambe le autorità hanno come missione
una comunicazione commerciale onesta, veritiera e corretta nei confronti degli editori, degli inserzionisti e
dell'audience. Il 66,7% degli advertiser francesi dichiara di utilizzare il Real Time Bidding per gli acquisti
media, trasformando così il programmatic in un « must » all'interno dei piani media in qualsiasi settore.
Questo forte incremento degli investimenti nell'RTB, s o l u z i o ne che il 30% degli inserzionisti preferisce
rispetto ad altri strumenti come la display tradizionale (nel 70% dei casi), porta inevitabilmente alla luce nuove
problematiche riguardo la normativa vigente e le attuali guideline che si devono confrontare con un nuovo
ecosistema che opera sempre di più in tempo reale. Tradelab, piattaforma di acquisto programmatico da
sempre in prima linea per una pubblicità appropriata e rispettosa dei contratti di lettura che coinvolgono gli
editori, gli inserzionisti e l'audience, apre dunque la strada all'adesione all'Autorità di regolamentazione
professionale della Pubblicità (ARPP) per le realtà indipendenti, confermando nuovamente il suo sostegno
giuridico e deontologico in favore della sicurezza delle comunicazioni dei propri clienti in ogni settore. Questo
sodalizio si concretizza nel supporto che una decina di giuristi forniranno a Tradelab in materia di
comunicazione pubblicitaria digitale, di problematiche di targeting comportamentale o di retargeting, dando
una sicurezza in più ai clienti del Trading Desk. Da parte sua, anche Tradelab darà un concreto contributo
all'ARPP, mettendo a disposizione la propria expertise acquisita grazie alle oltre 3000 campagne gestite,
testimoniando così il suo supporto all'attualizzazione e all'elaborazione di regolamentazioni professionali.
Gaetano Polignano, Country Manager di Tradelab Italia, commenta a proposito della partnership: «Mi auguro
che ben presto anche in Italia si raggiunga questo livello di maturità del mercato. La trasparenza e la
correttezza non solo sono in grado di portare valore a tutti gli attori del mercato, ma coincidono con i principi
sposati e promossi da Tradelab. Anche il digitale, infatti, deve avere regole chiare e condivise». un contributo
di reciprocità tradelab darà un concreto aiuto all'arpp, grazie all'expertise acquisita con le 3.000 campagne
che gestisce
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La struttura "sposa" L'autorità di regoLamentazione deLL a pubbLicità
11/03/2015
360com
Pag. 27
L'autoironia di Google sullo skip
Quante volte abbiamo cliccato il pulsante "skip" per saltare la pubblicità prima di un video su YouTube?
Google ci conosce bene e allora si diverte a fare dell'autoironia con questo annuncio, pensato per essere
inserito prima della visione di un filmato. I personaggi, con le sembianze caratteristiche del robottino di
Android, fanno di tutto per indurre lo spettatore a premere "skip": il pulsante appare solitamente cinque
secondi dopo l'inizio della pubblicità. Ma il risultato è così divertente che lo spot si trasforma in uno sketch
comico. REPUBBLICA.IT
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spot
11/03/2015
360com
Pag. 32
L'appuntamento è fissato per le ore 8:30, presso il palazzo dei gruppi (aula
dei gruppi parlamentari)
Il tema della semplificazione è al centro delle politiche del Governo, degli enti territoriali, ma anche delle
istituzioni che vedono in tale scelta, una via fondamentale per accelerare la competitività del Paese e tornare
a crescere. Questa, che può essere realizzata solo a partire da un impegno comune di tutte le
amministrazioni, non può che passare da una revisione dei processi organizzativi, tecnologici e normativi,
riducendo concretamente tempi e costi, dando dignità ai cittadini e alle imprese e migliorando la qualità di vita
generale. Questo è l'obiettivo che si pone l'Agenda per la semplificazione 2015-2017 che segna l'impegno del
Governo ad andare nella direzione di voler assicurare al Paese una dimensione sociale di miglioramento del
benessere, che manca ormai da tempo nel paese nostrano, affinchè la pubblica amministrazione possa
riconfigurarsi come stimolo per l'innovazione, crescita economica e benessere. E Forum Public Affairs vuole
essere una giornata ricca di appuntamenti dove imprenditori, top manager, rappresentanti istituzionali e
professionisti della comunicazione si incontrano per confrontarsi e capire insieme come valorizzare il
patrimonio economico, sociale e culturale, partendo dalla trasparenza. Dall'innovazione all'agenda digitale,
dal lavoro alla mobilità e sostenibilità ambientale, dal turismo all'arte e alla cultura.
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23 apriLe - camera dei deputati @ roma for human la smartability come leva di innovazione sociale
11/03/2015
ADV Express
Sito Web
Campagna integrata per il lancio del phablet TRiO Pulsar Sparkle
La campagna di comunicazione, della durata di due mesi, prevede, oltre alle attività di PR e Media Relation,
una pianificazione di advertising online e offline su riviste lifestyle e femminili. Ulteriori azioni a supporto sono
la distribuzione di Promocard e l'affissione di manifesti nei principali capolouoghi del terriorio nazionale. Con
riferimento al mondo dei Social Network, si è invece sviluppato un programma di iniziative il cui obiettivo è
generare interzione con la propria community e fans.In occasione della festa della donna che si festeggia
tradizionalmente l'8 marzo, TRiO, azienda specializzata in soluzioni per il mondo mobile, lancia una
campagna di marketing e comunicazione dedicata all'universo femminile. La campagna ha come oggetto il
lancio di un'edizione limitata di TRiO Pulsar Sparkle, phablet da 5.5 pollici che sarà disponibile fino all'8
maggio sul sito di TRiO (www.triohq.com) e che propone accessori e app 'in rosa'. Partendo dalla
considerazione che il phablet sia un dispositivomobile particolarmente richiesto e apprezzato dal pubblico
femminile perché pratico da portare in borsa, TRiO ha dato vita a una campagna dedicata proprio alle
donne...sempre più 'geek' ma senza perdere il loro tocco glamour. "Recenti dati di mercato hanno confermato
una particolare predilezione e fruizione dei phablet da parte del target femminile, in particolare per il grande
display capacitivo che permette di svolgere attività ludiche e lavorative con molta praticità - commenta
Giovanna Vitacca, Marketing & Communication Director TRiO -. Noi donne ci lamentiamo spesso per le
dimensioni delle nostre borse: sempre pienissime, pesanti e in cui è spesso impossibile trovare quello che
cerchiamo: il phablet racchiude in un solo oggetto tutto quello che serve: l'agenda, il telefono, la macchina
fotogrtafica, la nostra musica preferita o il libro che stiamo leggendo". Per l'occasione TRiO metterà in
vendita, in esclusiva sul sito (www.triohq.com), un'edizione limitata del suo modello di phablet, TRiO Pulsar,
che per l'occasione acquisisce l'aggettivo 'Sparkle'. Unico e originale il dispositivo avrà installate di serie app
al femminile - tra cui La Spesa Felice e Dizionazioni Alimentare - e abbonamenti pre-pagati ad alcune riviste
di moda, cucina e benessere. Inoltre avrà accessori di stile come la flip cover attiva e la touch pen, entrambi
decorati a mano con cristalli swarowsky. La campagna di comunicazione, della durata di due mesi, prevede,
oltre alle attività di PR e Media Relation, una pianificazione di advertising online e offline su riviste lifestyle e
femminili. Ulteriori azioni a supporto sono la distribuzione di Promocard e l'affissione di manifesti nei principali
capolouoghi del terriorio nazionale. Con riferimento al mondo dei Social Network, si è invece sviluppato un
programma di iniziative il cui obiettivo è generare interzione con la propria community e fans. Oltre a un video
morfing che verrà viralizzato sul web (Youtube), tra le azioni più interessanti vi è la promozione di un
un'indagine, rivolta al pubblico femminile per valutare il rapporto delle donne con la tecnologia, i dispositivi
mobile, l'utilizzo delle applicazioni. Fino a fine aprile, sulla pagina Facebook di TRiO sarà pubblicata ogni
settimana una domanda diversa e si inviteranno le utenti a dare la loro personale testimonianza o commento.
Al termine dell'indagine i dati verranno consolidati e analizzati da un team di esperti e successivamente
presentati in occasione dell'evento di chiusura della campagna, la cui data e luogo sono ancora da definire.
SP
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11/03/2015
ADV Express
Sito Web
'Conta su di me', l'invito di Toyota e S&S
Lo spot racconta il profondo legame che unisce le auto Toyota e le persone, una fiducia che il brand ha
costruito nel tempo e che si basa sui valori fondamentali del marchio. La campagna è stata preceduta da una
attività social sulla pagina ufficiale Twitter di Toyota Motor Italia, suscitando l'immediata curiosità da parte di
tutti i followers.Toyota è in onda con la nuova campagna 'Conta su di me' sulle principali emittenti tv nazionali.
Una storia che racconta il profondo legame che unisce le auto Toyota e le persone, una fiducia che il brand
ha costruito nel tempo e che si basa sui valori fondamentali del marchio. Affidabilità e qualità sono gli
elementi che da sempre contraddistinguono le auto della casa giapponese, che da generazioni
accompagnano tutti i momenti della nostra vita, da quelli quotidiani a quelli più speciali, grazie alla ricerca del
miglioramento continuo secondo la filosofia 'Always a better way'. L'affidabilità garantita dal brand Toyota
garantisce a tutti i suoi clienti la sicurezza di poter contare sulla propria auto in ogni contesto insieme ad un
piacere di guida totale. La campagna, firmata da Saatchi & Saatchi, è stata preceduta da una attività social
sulla pagina ufficiale Twitter di Toyota Motor Italia, suscitando l'immediata curiosità da parte di tutti i followers.
L'iniziativa, nata da una serie di tweet apparentemente bizzarri, è riuscita a catturare l'attenzione dei
numerosi utenti che hanno dovuto cimentarsi nella risoluzione di vari anagrammi per scoprire a chi appartiene
la voce della nuova campagna. Per dare voce a questa realtà, Toyota ha scelto uno dei più grandi rapper
italiani, autore e compositore, Frankie hi-nrg mc che, proprio come Toyota, è da sempre particolarmente
sensibile alle tematiche sociali, ed attivamente coinvolto nella realizzazione di importanti progetti nell'ambito
della sostenibilità ambientale. Sarà possibile scoprire e provare la gamma Toyota già dal prossimo Open
Weekend previsto il 14-15 marzo. SP
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11/03/2015
ADV Express
Sito Web
LO STORYTELLING DI FILMGOOD: CONVERSE Made By You
Nel video di oggi del servizio di FILMGOOD sullo storytelling nell'audiovisual content, il crowdsourcing trova i
suoi poeti. CONVERSE Made By You Regia di We Are From LA (Iconoclast, Paris) Guarda il video anche su
http://www.adlab.tv E iscriviti alla newsletter giornaliera di contagio creativo. Con la creatività dell'agenzia
Anomaly (New York), la nuova campagna Made By You per Converse è stata ispirata dalle migliaia di foto
che sono condivise tutti i giorni dai fans dello sneaker iconico, il Chuck Taylor. Il spot, che celebra
l'espressione della propria personalità in tutto il mondo, è stato realizzato a Londra, Los Angeles e Shanghai
dalla coppia di registi francesi We Are From LA (Pierre Dupaquier e Clement Durou ), creatori del clip Happy
di Pharrell Williams . Guarda il video Girato ed editato divinamente sulla musica electro-pop del deejay
parigino SebastiAn , il film è un crowdsourced affresco di tatuatori in Cina, graffitari a Los Angeles,
breakdancers a Londra e presenta giovani, vecchi, artisti, musicisti, attori e "eclectic energetic nerds" . VOICE
OVER How would I describe me? In one sentence? I don't know, man. Friends would call me a cackling hogman. I can be quite lazy. He knows an illegal vandal, whatever guy. I love junk food. A secret? Hmmm! Well,
I've had love-handles since I was a baby. I have a speech impediment. I studied at a nunnery. I did have a
secret for a long time. On my 26 th birthday, my cousin came to the table, and basically outed me. It was the
best thing It was the best thing she could have done. I get along without you very well. I was defeated as a
kid. I was told that I was never going to be anything in life. That I wasn't valuable enough, you know!
Everybody is valuable. Some people give up. Some people fight. I choose to fight. My name's Terry, not
John. And I don't want to be a John. I am an eclectic energetic nerd. That's who I am. That's me. Das ist was
ich bin. (That is what I am.) Everyone just has to be themselves, man. And that's it! Richard Ronan
FILMGOOD [email protected]
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11/03/2015
ADV Express
Sito Web
E3 vince la gara e guida Peugeot sui social media
L'agenzia si è aggiudicata l'incarico per lo sviluppo della strategia Social Media di Peugeot Italia. Ad E3
anche i servizi di Reputation management e Digital PR. Il progetto Social Media sviluppato da E3 prevede un
approccio multicanale e integrato con le strategia di marketing, PR ed eventi dell'azienda. Facebook, Twitter,
Instagram, Google+ e Youtube vengono utilizzati in modo sinergico con l'obiettivo di aumentare l'engagement
con la customer e prospect base.E3, agenzia milanese certificata da Facebook come 'Preferred Marketing
Developer', ha vinto la gara per la gestione strategica e operativa della comunicazione sui Social Media di
Peugeot Italia. L'incarico è una conferma importante per E3 che nel 2014 si era già aggiudicata, a seguito di
una consultazione, il progetto di sviluppo delle Digital PR della casa automobilistica francese, con l'obiettivo di
instaurare relazioni durature con blogger e influencer, creando valore aggiunto per il Cliente. In aggiunta ai
Social Media E3 gestirà anche il blog di Peugeot Italia, raggiungibile all'indirizzo http://blog.peugeot.it/. Il
progetto Social Media sviluppato da E3 prevede un approccio multicanale e integrato con le strategia di
marketing, PR ed eventi dell'azienda. Facebook, Twitter, Instagram, Google+ e Youtube vengono utilizzati in
modo sinergico con l'obiettivo di aumentare l'engagement con la customer e prospect base, mettendo
l'innovazione e l'ascolto dei consumatori al centro del progetto. L'obiettivo è infatti quello di trasformare le
conversazioni in conversioni, intese come test drive e richieste di preventivo. I Key Performance Indicators
dei canali Social Peugeot vengono misurati utilizzando Socialbakers, piattaforma di Social Media Analytics di
cui E3 si avvale già da diversi anni. Tramite il modulo EdgeRank Checker, inoltre, con Socialbakers è
possibile ottimizzare l'engagement sul news feed misurando la performance del contenuto nel tempo,
effettuando anche benchmark nel settore automotive, con l'obiettivo di massimizzare l'esposizione di Peugeot
Italia su Facebook rispetto ai competitors. L'agenzia è stata incaricata anche di sviluppare un progetto
strategico di Reputation management e Web monitoring per intercettare, verificare e classificare le
conversazioni sociali e i contenuti UGC (in particolare commenti) postati dai consumatori al di fuori dei canali
Social. L'analisi qualitativa dei contenuti permette di classificarli in base al coefficiente effettivo del rischio
reputazionale, di distribuire le conversazioni per categorie di analisi e di mappare le property in cui si parla di
Peugeot in modo positivo, neutro o negativo. L'analisi reputazionale è estesa anche all'analisi del sentiment
in rete rispetto alle campagne di comunicazione e lanci di nuovi modelli. Un apposito modulo della
piattaforma Reputation Manager permette inoltre di gestire e programmare interventi di risposta in ottica di
Social Care. SP
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Lowe Pirella, Publicis e Ogilvy in gara per la creatività di Levissima
11/03/2015
e20express.it
Sito Web
In cartellone, convegni e meeting di associazioni professionali e imprese, la presentazione del rapporto
sull'economia della Provincia di Rimini e 700 studenti delle scuole superiori che incontreranno l'inviato del
quotidiano 'La Stampa', Domenico Quirico.
apri la gallery fotografica Pieno lavoro per strutture e servizi del centro congressuale riminese. In particolare
per i quattro parcheggi sotterranei, posti a ognuno dei due lati principali della struttura con 500 posti auto
complessivi e per le aree che offrono ai pullman la possibilità di fare scendere i passeggeri davanti agli
ingressi, grazie a un accesso dedicato al carico e scarico dei partecipanti e di parcheggiare a 50 metri dalla
struttura un numero di mezzi molto elevato. Un notevole e costante flusso di persone che non impatta sul
quartiere e sulla viabilità attorno al Palacongressi. "La dotazione dei posti auto e l'organizzazione dei
parcheggi - spiega il presidente di Rimini Fiera , Lorenzo Cagnoni - ha raggiunto un livello di efficienza tale
che il Palacongressi, pur ospitando più eventi in contemporanea e con qualche migliaia di persone, addirittura
sembra vuoto. Non è un paradosso, ma è la testimonianza spontanea che molti residenti ci hanno dato, in
queste ultime settimane: è una conferma della qualità del progetto della struttura e che i flussi di merci e
persone ipotizzati in fase di progettazione sono stati valutati correttamente". "Durante gli eventi, oggi anche
le auto pubbliche stazionano permanentemente davanti al Palacongressi - conclude Stefania Agostini ,
direttore Business Unit Congressuale Rimini Fiera spa - riconoscendolo come uno dei principali luoghi di
traffico passeggeri della città e i conducenti si sono anche resi disponibili, in collaborazione con gli hotel, a
favorire l'utilizzo multiplo di autovetture (taxisharing, ndr). Speriamo di attivare presto un servizio 'on demand'
di mezzi pubblici con l' Agenzia di Mobilità, per aumentare frequenza e portata dei collegamenti con il
Palacongressi durante i grandi eventi, nelle fasce orarie di arrivo ai meeting e in quelle di rientro in albergo o
stazione". Nel mese di marzo sono complessivamente in programma 12 eventi congressuali. Ai meeting già
annunciati come l'appuntamento internazionale di web marketing 'BE - Wizard! Human to Human' (20-21
marzo), il Congresso Internazionale della Società Italiana di Parodontologia , il convegno Anter,
l'Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili, si aggiungono l'Expo-conference della Disinfestazione
italiana, Disinfestando 2015, (oggi, 11 marzo), i due seminari degli ordini degli architetti e degli ingegneri della
Repubblica di San Marino e della provincia di Rimini (13 e 19 marzo), un meeting degli installatori Daikin Air
Conditioning Italy, una convention di una grande azienda (26 e 27 marzo), seguita dal convegno Comilva
Onlus (28 marzo), dall'assemblea soci della Banca Malatestiana (29 marzo) e dalla presentazione del
Rapporto sull'economia della provincia di Rimini (30 marzo) organizzata da Camera di commercio e
Fondazione Cassa di risparmio. Senza dimenticare l'incontro sul tema Medio Oriente e califfato Is tra
l'inviato del quotidiano 'La Stampa', Domenico Quirico, e 700 studenti delle scuole superiori del territorio (21
marzo). Incontro organizzato dall'Ufficio Scolastico Provinciale e dalla consulta cittadina degli studenti. Tali
eventi consentiranno al Palacongressi di superare , nel mese di marzo, le 12mila presenze.MG
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Marzo al top per il Palacongressi Rimini: 12 eventi per 12mila partecipanti
11/03/2015
Engage.it
Sito Web
Con Smart@Shop, digital meets physical: nuova piattaforma di shopper
marketing
Il servizio nasce dall'unione delle competenze tecnologiche, di branding e di retail activation di diverse
aziende: Ogilvy & Mather Italy, Geometry Global, Quarkode, Zucchetti TCPOS, ADSolutions, Futur 3 - Free
Luna
L'utilizzo dello smartphone ha cambiato la shopping experience non soltanto sul web ma anche all'interno dei
negozi tradizionali: i device vengono usati per confrontare i prezzi, ricevere consigli e scattare foto ai prodotti.
Come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, questo fenomeno è stato analizzato da GfK, in uno studio
presentato al Mobile World Congress di Barcellona.Per rispondere a questo nuovo fenomeno, è stata ideata
Smart@shop, una piattaforma di shopper marketing che, partendo dall'analisi delle nuove dinamiche di
comportamento degli shopper in relazione a brand, prodotti e punti vendita, si pone l'obiettivo di sperimentare
le nuove opportunità offerte dalle più recenti tecnologie, trasformandole in prodotti e servizi utilizzabili da tutti
gli operatori del settore.Il servizio nasce dall'unione delle competenze tecnologiche, di branding e di retail
activation di diverse aziende: il network di comunicazione Ogilvy & Mather Italy, Geometry Global, network
internazionale specializzato in brand activation, Quarkode, operante nel settore dei mobile wallet, proximity
marketing e QRCode management, Zucchetti TCPOS, con le sue soluzioni di SmartPOS per hospitality e
retail, ADSolutions, concessionaria di pubblicità che gestisce spazi di comunicazione all'interno di punti
vendita della GDO e nei centri commerciali, la rete wi-fi Futur 3 - Free Luna.La prima soluzione generata da
Smart@shop è una piattaforma di e-couponing intelligente, grazie a un percorso interattivo che coinvolge
l'utilizzo di smartphone, tecnologia iBeacon e QR-code.Il primo vantaggio è il contatto in mobilità, già
all'esterno del punto vendita, con il cliente. Poi i vari media, presenti lungo la purchase decision journey,
accompagnano lo shopper fino allo scaffale, che diventa parlante, veicolando contenuti e offerte
personalizzati e mirati, creati ad hoc per brand e singoli retailer.
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Tecnologia
11/03/2015
Engage.it
Sito Web
OMD vince la gara e diventa il nuovo partner digital di Renault Italia per i
prossimi tre anni
La centrale, già riferimento del brand automobilistico per media strategy, planning e buying, ora seguirà
anche tutte le attività di marketing e strategia online , inclusi canali social e di activation CRM. In foto,
Odoardo Ambroso, head of Data and Digital Communication di Omnicom Media Group
New business per OMD che, al termine di una gara, è stata selezionata da Renault Italia come nuovo partner
digitale per i prossimi tre anni.La centrale non è nuova alla casa automobilistica francese, di cui già dal 2009
curava tutte le attività di media strategy, planning e buying. Adesso, col nuovo incarico, seguirà anche tutte le
attività di marketing e strategia online, canali social e di activation CRM compresi, con obiettivo di sostenere e
incrementare l'engagement in rete del brand.L'agenzia è uscita vincitrice da una gara che ha visto coinvolte
importanti sigle, tra cui le agenzie Publicis Group e AmmiroY2K."L'acquisizione è particolarmente importante
se si considera che riguarda un insieme di servizi specifici dedicati al mondo digitale, che si vanno ad
aggiungere alla semplice gestione delle campagne di digital ADV già curate da OMD - si legge sulla nota con
cui OMD ufficializza l'incarico -: si tratta delle opportunità di comunicazione real time e personalizzata, in
genere affidate ad agenzie specializzate in maniera verticale. L'opportunità di far gestire tutta la
comunicazione da un'unica realtà garantisce invece una vera integrazione basata sulla complementarietà di
mezzi off line e digitali, salvaguardando la coerenza del messaggio. Inoltre verrà implementata un'unica Data
Management Platform come punto di integrazione tra CRM e planning".Un incarico ancora più importante per
la centrale di Omnicom Media Group, se si considera che si tratta della prima importante acquisizione in
ambito digitale dopo la recente riorganizzazione di Resolution, unit del Gruppo dedicata ai big data e al digital
marketing.Per Renault Italia le attività digital rappresentano una fetta sempre più dominante del proprio media
mix e la parola chiave della sua strategia di comunicazione è integrazione, come sottolinea Elisabeth Leriche,
Advertising & CRM manager di Renault Italia: «Un passo importante per Renault Italia, una scelta
lungimirante, la cui ambizione è quella di realizzare insieme a OMD sinergie in termini di tecnologia e
processi e una comunicazione sempre più a 360° integrata negli ambiti Media, Digital e Social».«Questa
nuova acquisizione è un'ulteriore conferma del fatto che sempre di più il nostro lavoro trascende i classici
confini dell'agenzia media - commenta Francesco Blini, general manager di OMD Roma -. Crediamo
fortemente nei valori messi a disposizione dal digitale e nell'interpretazione dei dati: per questo Renault Italia
ci ha dato fiducia, con la consapevolezza che questo tipo di integrazione porti ad una massimizzazione
dell'efficacia ed efficienza di tutto il processo di comunicazione».«La nostra missione - aggiunge Odoardo
Ambroso, head of Data and Digital Communication di OMG - è raccogliere la sfida di oggi di utilizzare i dati
per incrementare il business dei nostri clienti, integrando la comunicazione classica con il social e con il CRM,
nella convinzione che fan o follower non siano persone diverse dai nostri clienti e prospect».
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Tecnologia
11/03/2015
Engage.it
Sito Web
E3 vince la gara e diventa partner di Peugeot Italia per la comunicazione
sui social
L'agenzia, che gestirà anche il blog della casa automobilistica, ha messo a punto una strategia multicanale e
integrata con le strategia di marketing, PR ed eventi dell'azienda
E3 amplia la sua collaborazione con Peugeot Italia, diventando, dopo aver vinto una gara, il partner di
riferimento della casa automobilistica per la gestione strategica e operativa della comunicazione sui social
media.L'incarico è una conferma importante per l'agenzia milanese che nel 2014 si era già aggiudicata, a
seguito di una consultazione, il progetto di sviluppo delle Digital PR della casa automobilistica francese, con
l'obiettivo di instaurare relazioni durature con blogger e influencer, creando valore aggiunto per il cliente.In
aggiunta ai Social Media E3 gestirà anche il blog di Peugeot Italia, raggiungibile all'indirizzo
http://blog.peugeot.it/.Il progetto Social Media sviluppato da E3 prevede un approccio multicanale e integrato
con le strategia di marketing, PR ed eventi dell'azienda. Facebook, Twitter, Instagram, Google+ e Youtube
verranno utilizzati in modo sinergico con l'obiettivo di aumentare l'engagement con la customer e prospect
base, mettendo l'innovazione e l'ascolto dei consumatori al centro del progetto. L'obiettivo è infatti quello di
trasformare le conversazioni in conversioni, intese come test drive e richieste di preventivo.I Key
Performance Indicators dei canali Social Peugeot vengono misurati utilizzando Socialbakers, piattaforma di
Social Media Analytics di cui E3 si avvale già da diversi anni. Tramite il modulo EdgeRank Checker, inoltre,
con Socialbakers è possibile ottimizzare l'engagement sul news feed misurando la performance del contenuto
nel tempo, effettuando anche benchmark nel settore automotive, con l'obiettivo di massimizzare l'esposizione
di Peugeot Italia su Facebook rispetto ai competitors.L'agenzia è stata incaricata anche di sviluppare un
progetto strategico di Reputation management e Web monitoring per intercettare, verificare e classificare le
conversazioni sociali e i contenuti UGC (in particolare commenti) postati dai consumatori al di fuori dei canali
Social. L'analisi qualitativa dei contenuti permette di classificarli in base al coefficiente effettivo del rischio
reputazionale, di distribuire le conversazioni per categorie di analisi e di mappare le property in cui si parla di
Peugeot in modo positivo, neutro o negativo.L'analisi reputazionale è estesa anche all'analisi del sentiment in
rete rispetto alle campagne di comunicazione e lanci di nuovi modelli. Un apposito modulo della piattaforma
Reputation Manager permette inoltre di gestire e programmare interventi di risposta in ottica di Social Care.
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Tecnologia
11/03/2015
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Sito Web
E-commerce : si fa largo l'interconnessione tra fisico e virtuale. L'82%
degli italiani acquista da pc
I risultati della ricerca Nielsen Global Marketing Effectiveness in the retailer landscape and the impact of ecommerce . 1 italiano su 3 usa i social network prima di comprare in rete
Torniamo a parlarvi di e-commerce con i risultati della ricerca Nielsen Global Marketing Effectiveness in the
retailer landscape and the impact of e-commerce eseguita su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi.«A
partire dai dati della survey che abbiamo realizzato a livello global sul tema dell'e-commerce - ha dichiarato
l'ad di Nielsen Italia Giovanni Fantasia - emerge che in Italia ci sono ancora ampi margini di sviluppo del
mercato dell'online visibili soprattutto negli acquisti di alimentari o prodotti per la persona. E' sintomatico il
fatto che la maggior parte degli acquisti in Rete venga fatta da PC, a differenza di ciò che avviene in quelle
aree con uno sviluppo tecnologico più recente (soprattutto Asia), dove l'acquisto online si espleta in
movimento (cellulari e tablet). D'altra parte, anche in Italia si sta affermando una politica di vendita integrata,
che vede il web giocare un ruolo complementare al negozio fisico. Occorre, dunque, accelerare un circolo
virtuoso tra punto di vendita e rete, poiché se da una parte quest'ultima può sostituire il negozio,
contemporaneamente risulta essere lo stimolo a visitare il punto vendita. In sintesi, esiste ormai una
interconnessione completa tra fisico e virtuale: le leve di marketing, dunque, verranno valorizzate se saranno
il frutto di una concezione integrata del rapporto consumatore/retailer».In Italia il 42% della popolazione è
propenso ad acquistare online voli aerei e l'8% è favorevole a comperare prodotti alimentari, vini e liquori
attraverso questo canale, in linea con la media europea fatta eccezione per l'Inghilterra dove è il 26% che
predilige l'online per i prodotti alimentari. A livello globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la
graduatoria degli acquisti via web, mentre in Italia questa tipologia merceologica è acquistata online solo per
il 30%, posizionandosi al quarto posto dopo la prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%).
L'elettronica di consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. Il 21% degli italiani compra online gli
ebook, mentre i prodotti di cosmesi o per l'igiene personale sono al 17%, benché ricercati in internet dal 19%
della popolazione. Per quanto concerne auto e moto accessori, solo l'8% degli intervistati acquista online. In
Europa si riscontra la medesima tendenza, salvo in Inghilterra, dove il 19% fa ricerca su internet mentre il
17% compie l'acquisto online. 3 italiani su 4 dichiarano di preferire una ricerca di persona per giochi e prodotti
per l'infanzia.I social network costituiscono buone opportunità di veicolare prodotti online, essendo impiegati
da un italiano su tre (32%) per tenersi aggiornato sul business in Rete.L'82% acquista da PC (80% dato
globale) seguito dal cellulare al 36% (44% globale) e dal tablet al 25% (31% globale).Per il 58% degli
intervistati, la ragione per cui si ricorre all'online è la comodità (media globale 76%, media UE 70%, Inghilterra
75%), anche se il 42% non si fida a dare le informazioni della carta di credito (media UE 41%). Prima di
procedere all'acquisto online il 60% degli italiani legge recensioni del prodotto/servizio.La percezione dei
prezzi in Rete si rivela positiva. Infatti, il 52% pensa sia più conveniente fare acquisti sull'web che in negozio,
e il 50% di potere beneficiare del prezzo migliore. Le spese di spedizione, d'altra parte, costituiscono ancora
una barriera allo shopping online. Il 36% degli italiani vorrebbe che questa voce venisse eliminata dalle
offerte dei vari prodotti. In Europa il valore oscilla tra il 30% della Germania e il 38% della Francia.Il marketing
diretto è una leva importante utilizzata nel commercio online: il 42% del campione accoglie favorevolmente le
email del retailer e il 38% ne chiede l'iscrizione per tenersi aggiornato. Si è più cauti nell'utilizzo delle app,
poichè se il 32% ne fa uso per la pianificazione delle spese, solo il 21% gestisce la spesa nel negozio con un
tool online. Il 27% pensa che i siti dei retailer non siano di immediato utilizzo.La ricerca di Nielsen prosegue
mettendo a confronto la modalità di acquisto online con quella tradizionale nel negozio. Ne emergono spunti
per individuare un mix virtuoso tra le due tipologie di canali.Si registra che gli italiani approcciano le novità di
prodotto grazie alle promozioni (53%) o ad uno sconto tramite coupon (35%), ma anche per provare qualcosa
di nuovo (41%) o un gusto nuovo (32%). Il campione gratuito nel negozio funziona solo per il 17% dei
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11/03/2015
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consumatori, mentre il display scende al 13%. Il 24% dei rispondenti è motivato all'acquisto ancora dalle
formule pubblicitarie classiche (giornali, tv, outdoor), il 18% da un packaging rinnovato.La leva prezzo spinge
il 61% degli italiani a visitare un nuovo punto vendita (media UE 70%, global 68%). Anche se le promozioni
speciali attirano nuovi acquirenti (47%), il 55% dei consumatori sceglie il negozio/supermercato in funzione
della comodità (vicinanza). La qualità del prodotto motiva il 41% degli acquirenti, mentre il 31% è sensibile
all'assortimento dell'offerta. Il 35% sottolinea che il punto vendita deve essere ordinato e pulito mentre il 22%
sottolinea l'importanza della presenza di uno staff professionale nel momento dell'acquisto.In sintesi, i
consumatori chiedono la stessa cosa on e offline: buoni prezzi, comodità di utilizzo (sito facile, negozio
comodo e ordinato) e un rapporto di fiducia e professionalità.
11/03/2015
Engage.it
Sito Web
LinkedIn: 8 milioni gli iscritti in Italia. Rinnovato intanto il prodotto
pubblicitario Sponsored InMail
Il social network, che conta ben 2 milioni di gruppi di discussione e 3 milioni di profili aziendali, ha inaugurato
la nuova sede milanese. Tra le novità della soluzione pubblicitaria, il coinvolgimento dei soli utenti attivi e
parametri di targeting più avanzati
A Milano, i dipendenti di LinkedIn possono godere non solo di un bel panorama, visibile dalle finestre del
19esimo piano di uno dei grattacieli della nuova zona Garibaldi, ma anche di un enorme touchscreen
all'entrata, per fissare riunioni, prenotare le conference rooms o organizzare i propri impegni della giornata,
oltre che di un teatro, un ristorante, una cantina, una sartoria e un giardino segreto.Ci stupiamo, ma non
troppo, visto che si sta parlando del social network professionale per antonomasia, che conosce bene il
mondo del lavoro e le esigenze e i bisogni di chi di quel mondo fa parte.Le porte della nuova sede milanese
di LinkedIn sono state aperte ad alcuni giornalisti martedì 11 marzo, in occasione di un incontro in cui il
management italiano del network, capitanato da Marcello Albergoni, head of Italy in LinkedIn, ha snocciolato
anche alcuni importanti numeri relativi alla piattaforma in Italia.Innanzitutto il numero di iscritti, 8 milioni in
tutto. Cifre ben lontane, naturalmente, da quelle ad esempio di Facebook, che ogni giorno conta 20 milioni di
utenti in Italia, anche se è d'obbligo la precisazione che si sta parlando di piattaforme utilizzate per motivi
completamente diversi. E a proposito di motivazioni d'uso, il management ha sfatato il mito che vuole
LinkedIn usato solo da chi cerca un lavoro: solo il 20% degli iscritti a LinkedIn è infatti alla ricerca attiva di un
lavoro, mentre gli altri lo usano solo per fare networking.Globalmente, LinkedIn conta 347 milioni di iscritti, in
crescita alla velocità di 2 iscritti nuovi al secondo, e ben 2 milioni di gruppi di discussione. In crescita l'utilizzo
da parte delle imprese: 3 milioni di aziende, infatti, hanno una propria pagina.Intanto, proprio in questi giorni,
LinkedIn ha annunciato importanti novità sul fronte pubblicitario, che nel Q4 2014 ha toccato quota 153
milioni di dollari, in crescita del 56%. Il social network ha infatti annunciato ufficialmente, con un post sul suo
blog ufficiale, di aver rinnovato il proprio prodotto pubblicitario Sponsored InMail.Un formato che il social
network definisce "un modo diretto e personalizzato per gli inserzionisti di raggiungere la propria audience
nella loro inbox di LinkedIn sia su desktop che su mobile", e che rappresenta una parte significativa della
nuova offerta di prodotti lanciata lo scorso mese nell'ambito della divisione Marketing Solutions.Tra le novità
principali del rinnovato Sponsored InMail, il fatto che gli annunci verranno spediti solamente a quei membri di
LinkedIn che sono attivamente sulla piattaforma.L'email è una canale critico per gli inserzionisti - scrive
Russell Glass, head of Products, LinkedIn Marketing Solutions sul blog post - ma non è privo di sfide. Liste di
contatti antiquate, una gestione degli asset creativi complicata, e l'ottimizzazione dei contenuti per il mobile
sono tra gli ostavoli che abbattono le performance di questo tipo di campagne. Stando a uno studio di
SiriusDecisions, solo circa il 20% dei prospect attualmente apre le email degli inserzionisti. Il nostro obiettivo
è offrire una soluzione più efficace.Tra le altre novità, parametri di targeting più avanzati, che terranno conto
delle dimensioni delle aziende, dell'industry di riferimento, dell'anzianità e così via, e template ottimizzati per
mobile.Ed evidententemente la rinnovata soluzione ha una formula che funziona, visto che gli inserzionisti
pilota, tra cui Cisco, Salesforce, University of Southern California e Wisconsin School of Business, hanno
registrato risultati soddisfacenti, 2-3 volte superiori alle performance messe a segno con la versione
precedente.Nella gallery di seguito, alcune immagini dei nuovi uffici milanesi di LinkedIn.
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11/03/2015
Engage.it
Sito Web
Google tratta l'acquisizione di InMobi per rafforzarsi nel mobile adv
Con 2,5 miliardi di valutazione e circa 400 milioni di fatturato annuo, la società indiana è tra le maggiori realtà
indipendenti nella pubblicità mobile con una piattaforma capace di raggiungere un miliardo di utenti, anche
con formati evoluti
Google, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, starebbe trattando l'acquisizione dell'indiana InMobi per
rafforzare la sua offerta nella pubblicità mobile.Fondata nel 2007 a Bangalore come motore di ricerca per
mobile, InMobi si è poi specializzata nell'analisi degli utenti e nell'erogazione di pubblicità mirata online,
diventando uno dei grandi protagonisti del mobile advertising globale. La sua piattaforma, secondo quanto
riportato dalla stessa società, sarebbe in grado di raggiungere oltre un miliardo di utenti in 200 Paesi.La
valutazione di InMobi, secondo un recente studio del Dow Jones VentureSource, sarebbe attorno ai 2,5
miliardi di dollari, con un fatturato annuo non distante dai 400 milioni, il che ne fa una delle società dell'adtech maggiori tra quelle non quotate.Tra i punti di forza di InMobi, oltre all'ampiezza del network e alle
capacità di analisi, c'è l'ampio spettro di formati pubblicitari supportati, che includono video, native e full
screen, ampiamente riconosciuti dalla industry e quindi molto appetibili per i marketer. Dalla fine dello scorso
anno, attraverso l'InMobi Ad Exchange è possibile inoltre raggiungere in maniera programmatica il proprio
target anche su mobile app.Negli ultimi mesi, diversi sono gli accordi che inMobi ha stretto con altri player del
settore pubblicitario, da Rubicon Project per l'apertura di un ad exchange per il native adv a Starcom
Mediavest Group, con cui è stata estesa all'Europa una partnership già attiva in Nord America grazie alla
quale inMobi sarà la porta d'accesso principale al mobile adv per i clienti di Starcom e Mediavest.Per Google,
l'acquisizione di inMobi significherebbe non solo annettere un temibile concorrente, ma anche mettere le mani
su una tecnologia innovativa con cui rafforzarsi ulteriormente nel settore mobile mandare un segnale
rassicurante ai suoi investitori.Al mercato non è infatti sfuggito il raffreddamento della crescita del giro d'affari
di Google legato all'advertising, con un calo del "cost per click" medio che si è ripercosso sugli ultimi dati
finanziari, giudicati "deludenti" dagli analisti nonostante oltre 18 miliardi di dollari di ricavi trimestrali. Proprio
oggi inoltre, con un post a sorpresa su Google+, Patrick Pichette, capo delle finanze nonché vice presidente
di Google, ha annunciato l'addio al gruppo per dedicarsi alla famiglia. Intanto, Google ha aperto a Londra il
suo primo negozio monomarca, il Google Shop, su Tottenham Court Road, all'interno di Currys Pc World, uno
dei brand della catena Dixons Carphone."Il ritmo dell'innovazione dei device che tutti usiamo è incredibile,
mentre il modo in cui sono venduti è rimasto lo stesso per anni. Con il Google Shop vogliamo offrire alle
persone un posto dove possono giocare, sperimentare e imparare tutto quello che Google ha da proporre",
ha detto James Elias, direttore marketing di Google nel Regno Unito, secondo quanto riporta l'agenzia
Askanews.All'interno del negozio ci sarà un enorme schermo "avvolgente", come lo ha definito la società, che
consentirà ai clienti di "volare" da una parte all'altra del globo grazie a Google Earth. Ci sarà anche un muro
dove le persone potranno dipingere con bombolette spray la propria versione del logo di Google, per poi
condividerla sui social media. Il "negozio dentro un negozio", come lo ha definito Google, rappresenta un
nuovo capitolo della sfida a Cupertino e ai suoi Apple Store. Nei Google Shop si troveranno le linee di
smartphone e tablet con sistema operativo Android, i laptop Chromebook e i dispositivi Chromecast.
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11/03/2015
11:44
Pubblicitaitalia.it
Sito Web
Tutte le News
Tenerità, brand icona dell'eccellenza pasticcera campana, ha scelto Dolci Advertising per la nuova strategia
di posizionamento. L'agenzia è stata incaricata di ridisegnare l'architettura di marca, di progettare la
collezione Natale e tutti gli strumenti di comunicazione offline e online. Il progetto di comunicazione si
inserisce in una più ampia pianificazione di marketing che prevederà l'ingresso in nuovi mercati e il debutto in
nuovi canali distributivi. "Abbiamo scelto Dolci Advertising per la sensibilità che hanno già espresso su
progetti importanti - afferma Giuseppe Tamburro, ceo di Tenerità - e ci ha convinto la loro capacità di visione
e riflessione su tutti gli elementi del marketing mix. Non cercavamo semplici pubblicitari, ma partner di un
progetto, con competenze trasversali dal prodotto alle logiche di valore, dalla marca alla relazione con il
trade". Dolci Advertising ha già collaborato con molte firme del settore dolciario tra cui Sperlari, Domori,
Dammann Frères, Agrimontana, Gruppo Illy, Esperya, Strega, e molti altri. Lo sviluppo creativo sarà curato
interamente da Dolci Advertising e vedrà la luce tra pochi mesi. Condividi
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Tenerità si riposiziona con Dolci Advertising
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO
59 articoli
12/03/2015
Corriere della Sera
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Coppi: l'ho sempre detto ci si difende nei processi
Virginia Piccolillo
L'avvocato Franco Coppi spiega così la sua vittoria: «Ci si difende nei processi, non dai processi». a pagina 5
ROMA Non ha parlato di cene eleganti, né difeso la morigeratezza di Ruby e le altre. Ha affrontato di petto la
realtà di quelle serate «pay» ad Arcore, ma è riuscito comunque a tirar fuori Silvio Berlusconi, da tutte le
accuse. Soprattutto la più temuta: prostituzione minorile. E la cancellazione della condanna a 7 anni è stata
confermata.
Professor Franco Coppi, pochi credevano che per lei potesse finire bene.
«Per me è finita malissimo. Non vede? Ho un braccio ingessato, sei chiodi in una spalla, escoriazioni».
Scherzi a parte, in Cassazione dicono che la differenza per un esito in bilico l'ha fatta la sua arringa senza
infingimenti. Almeno sulle cene.
«Il ricorso non lo avevamo presentato noi, ma l'accusa, che aveva sostenuto non fossero cene eleganti. Si
ripartiva da lì. A quel punto discutere se le signorine fossero più o meno disinvolte non aveva molto senso,
meglio concentrarsi sul fatto che non si sapesse della minore età di Ruby».
Ma Berlusconi ha sempre negato la prostituzione ad Arcore.
«Certo, per il piacere del cliente avrebbe avuto senso contestare che fossero prostitute, ma io lì dovevo
economizzare».
Economizzare?
«Il tempo. Non si può parlare molto in Cassazione. La mia ora e mezzo è stata quasi da record. Ai fini suoi
non interessava, se la vedrà in confessionale. A quelli del processo sarebbe stato addirittura stupido: difficile
dimostrare che si parlasse di Dante o Benedetto Croce».
Era difficile anche sostenere che Berlusconi non sapesse di Ruby minorenne.
«Questo no. All'epoca la ragazza aveva 17 anni e 10 mesi, non 12. Fin dall'inizio aveva detto di averne 24 e
in ragione del suo fisico era plausibile».
Plausibile come che fosse la nipote di Mubarak?
«Anche di questo si vantava lei. Diceva di essere la figlia di una cantante che aveva un grado di parentela
con Mubarak. E in una cena Mubarak, pensando alla cantante, confermò. Altrimenti a Berlusconi come
poteva venire in mente?».
Un premier ha a disposizione diplomazia, intelligence...
«Queste cose Berlusconi se le risolve da solo».
Contro l'accusa di concussione dicono che ha vinto grazie alla legge Severino che ha modificato il reato.
«Manco per niente. Il reato è solo stato diviso in due ipotesi, ma ci sono entrambe: la costrizione e
l'induzione. È stata fatta una scelta. Ma mancavano gli elementi costitutivi: è difficile promettere qualcosa in
un colloquio di 8 minuti».
Anche se ricevere una telefonata dal premier può incutere timore.
«Certo. Può anche far piacere fare un favore a un uomo potente. Ma non è concussione».
La vicenda non è chiusa.
«Come no? Io malgrado fossi caduto e fossi stato operato due giorni prima non ho chiesto un rinvio per
evitare polemiche. È chiusa. Non se ne parlerà più».
Ci sono ancora le accuse di aver corrotto le ragazze per mentire ai giudici.
«Ma lì si ricomincia da capo. Io non ci sono in quel processo. E non smanio per esserci».
Cosa le ha detto Berlusconi
«È stato molto cortese».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
62
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INTERVISTA La seconda vittoria
12/03/2015
Corriere della Sera
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
63
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Ghedini?
«Era a Napoli per De Gregorio, non ci siamo sentiti».
Alla fine ha vinto la sua linea di «colomba».
«Non so. Io ho sempre sostenuto che ci si difende nei processi e non dai processi».
Non sarà stato Ghedini a ridurla così?
«Invece sì - scherza -. Ma non sa come l'ho ridotto io...».
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Le tappe
Martedì
in Cassazione la requisitoria
è stata affidata al procuratore generale Eduardo Scardaccione. Mentre
la difesa di Berlusconi era composta da Franco Coppi e Filippo Dinacci Scardaccio-ne ha chiesto
l'annullamento della sentenza di secondo grado che assolveva l'ex premier. Per
il pg Berlusconi aveva esercitato una «pressione irresistibile» (il 27 maggio 2010) su un funzionario della
Questura di Milano per ottenere l'affidamento di Ruby all'allora consigliera regionale lombarda Nicole Minetti
e occultare così la presunta relazione con la minorenne Coppi ha chiesto la conferma dell'assoluzio-ne. «Non
c'è stata né minaccia né ordine» nella telefonata dell'allora premier in questura, ha detto Coppi, aggiungendo
che Berlusconi seppe della minore età di Ruby solo la sera in cui telefonò alla polizia presso cui la ragazza si
trovava in stato di fermo L'avvocato Filippo Dinacci ha invece chiesto che la Cassazione sancisse
l'inammissibili-tà del ricorso presentato dalla Procura generale di Milano, e quindi di rigettarlo
Foto: Dall'ex premier L'avvocato Franco Coppi
( primo a sinistra ) con Gianni Letta ( di fianco ) ieri all'arrivo a Palazzo Grazioli per una cena con Silvio
Berlusconi
(foto Benvegnù - Guaitoli)
12/03/2015
Corriere della Sera
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«Io non faccio correnti» Verdini vicino al divorzio Le richieste per non
lasciare
La lista Chiesto un dietrofront sulle riforme, la gestione collegiale e uno stop a Brunetta
Tommaso Labate
ROMA «Oh, io alla festa a sorpresa per Silvio ci vado di corsa. Ma nei prossimi giorni aspetto da lui delle
risposte. Altrimenti tutti noi dovremmo regolarci di conseguenza». Dietro il «tutti noi» pronunciato da Denis
Verdini nel primo pomeriggio, quando insieme a una pattuglia di fedelissimi viene raggiunto dall'invito a
festeggiare il ritorno di Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, ci sono i 17 deputati firmatari della lettera proriforme di ieri l'altro e una quindicina di senatori pronti a disubbidire ai diktat di Arcore pur di salvare la
legislatura.
Dietro il «regolarci di conseguenza», invece, c'è quella parola che i forzisti stanno lentamente trasportando
dal «dietro le quinte» al proscenio. Non la parola «correnti», visto che - dice il senatore toscano - «io non
faccio correnti». Ma la parola «scissione».
Perché nelle prossime ore o giorni, quando torneranno a trovarsi faccia a faccia, Verdini sottoporrà a
Berlusconi un foglietto con tre richieste. La prima è il ritorno alla «gestione collegiale» del partito. Tradotto dal
politichese, significa che il senatore toscano ha voglia di recuperare il suo ruolo di uomo-macchina dentro
Forza Italia e di uscire dalla penombra in cui è stato messo.
La seconda è una messa in discussione della linea del no alle riforme. Perché «la gioia e l'affetto per
Berlusconi sono alle stelle. Ma non possiamo mica smentire quello che abbiamo scritto nella lettera di ieri»,
sussurra a un collega il verdiniano Ignazio Abrignani. C'è una terza richiesta. E rimanda al ruolo di Renato
Brunetta, che ancora ieri - a Radio anch'io - ha attaccato i ribelli sostenendo che «quando comandava Verdini
tutti zitti, adesso che la linea è cambiata tutti chiedono discussioni». Sul capogruppo, il senatore toscano si
aspetta «una presa di posizione» da parte di Berlusconi, sulla falsariga della nota al vetriolo che due mesi fa
arrivò da Arcore per smentirne le interviste.
Tre richieste chiare. Tre richieste che Berlusconi potrebbe accettare in blocco solo bevendo l'amaro calice di
rinnegare se stesso. Altrimenti, è il sottotesto di Verdini, «tutti noi dovremmo regolarci di conseguenza». La
rottura irreparabile. Il divorzio. La scissione, insomma.
Ma ieri pomeriggio, quando Berlusconi se li ritrova tutti a Palazzo Grazioli, l'atmosfera di guerra lascia il
campo al finto armistizio. «Sapete perché non ho il gesso?», chiede l'ex premier indicando il malleolo.
«Perché la frattura si è composta. E spero che sarà così anche per noi». Un secondo dopo, come per magia,
Brunetta e Verdini si abbracciano. «Sì, l'ho abbracciato», confesserà più tardi il capogruppo, «perché ho
stima di lui».
Anzi, aggiunge, «non solo stima. Anche amicizia, affetto e tanti altri sentimenti belli. Denis ci mette la faccia.
Non è colpa sua, è solo che è una vittima di Renzi». Gianfranco Rotondi, altra colonna del neoverdinismo, un
altro di quelli indiziati di fare le valigie (per entrare in maggioranza) in caso di rottura, uscendo da Palazzo
Grazioli evocherà l'«antica perdonanza». «Il presidente», sorride, «ci ha perdonati per quella lettera. Ma il suo
contenuto purtroppo rimane. Abbiamo anche suggellato il tutto con un brindisi senz'alcol, visto che non c'era
nulla da bere...».
All'ora di cena Brunetta, capogruppo sotto attacco, si abbandonerà su una sedia scandendo: «Che ci volete
fare? Sono un inguaribile ottimista, io. E voglio credere che, ritrovando Berlusconi, noi abbiamo ritrovato noi
stessi». Le tre condizioni poste da Verdini all'ex premier, però, possono cambiare l'happy end. E anche i
numeri di Renzi, che accoglierebbe in maggioranza una trentina di forzisti. Col condizionale, quanto mai
obbligato.
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Il retroscena
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Foto: La festa 1. La folla di sostenitori attende l'arrivo di Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli dopo la sentenza
di assoluzione in Cassazione sul processo Ruby ( foto Ansa ) 2. Francesca Pascale con Mariarosaria Rossi (
foto Benvegnù - Guaitoli ) 3. Il leader di Forza Italia viene festeggiato a sorpresa dai suoi parlamentari
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«L'assoluzione? Va presa con rispetto La sua storia non si riduce ai
processi»
Il pm Sangermano: da parte nostra nessuna aggressione, rifarei tutto Politica I magistrati non si devono
preoccupare delle conseguenze politiche del loro lavoro
Giuseppe Guastella
MILANO Quando era sostituto a Milano, Antonio Sangermano (ora procuratore capo reggente a Prato) ha
condotto l'inchiesta Ruby con gli aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno.
Un'assoluzione che brucia?
«Le sentenze si rispettano sempre, non secondo le convenienze. Totale rispetto va ai giudici di primo grado
che hanno condannato Berlusconi così come a tutti quelli che lo hanno assolto in procedimenti ineccepibili.
Era presunto non colpevole prima della assoluzione definitiva ed è un innocente oggi. È la legge».
C'è chi grida allo scandalo e chi dice che il processo non doveva nemmeno iniziare.
«L'inchiesta nasce dalle relazioni di servizio di due poliziotti che evidenziavano anomalie nella gestione di
una minorenne sospettata di avere commesso un furto, e da segnalazioni del Tribunale per i minori. La
Procura si è attivata dopo una notizia di reato e le indagini hanno fatto ritenere che Ruby si prostituisse, che il
suo trattamento in questura la notte del 27 maggio 2010 fosse stato pesantemente condizionato dal rapporto
con Berlusconi e che alcune persone, poi imputate, favorissero sistematicamente la prostituzione di un
gruppo di ragazze maggiorenni. Legalità e obbligatorietà dell'azione penale sono principi fondamentali dello
Stato di diritto».
Con Forno avete interrogato Ruby, le impressioni?
«Una ragazzina intelligente, furba e sofferente, ma sempre una ragazzina».
Da anni negli ambienti berlusconiani si parla di persecuzione. Ora è pacificazione?
«Non c'è stata alcuna aggressione e i magistrati non si devono preoccupare delle conseguenze politiche del
loro lavoro, l'essenziale è che non agiscano con finalità politiche, e così non è stato. Le sentenze divergenti
dimostrano quanto fosse complessa la questione. Un'assoluzione va presa con rispetto e coscienza, ma ciò
non rende automaticamente superfluo l'intero processo, anche se mi rendo conto che questo è un concetto
difficile da metabolizzare per il cittadino e tanto più per l'imputato. Non mi piace poi il concetto di
pacificazione, perché presuppone che prima ci sia stato uno scontro tra fazioni. Diverso è il ragionamento
sulla ricerca di soluzioni equilibrate e condivise, che compete alla politica di individuare, che tengano
presente l'oggettiva valenza di una storia e di un percorso. Il rispetto per le persone non deve mai venire
meno, siano magistrati o imputati, e la storia di Silvio Berlusconi non è comunque riducibile solo ai processi. Il
dibattimento Ruby è stato esemplare nella conduzione del Tribunale. È davvero inaccettabile la prospettiva di
quanti considerano, con una concezione utilitaristica della giustizia, il giudice imparziale solo quando assolve,
prevenuto e accanito quando condanna».
Era in udienza quando i parlamentari del Pdl arrivarono a Palazzo di giustizia. Cosa ricorda?
«La forte contrapposizione tra quell'atto e l'atteggiamento dialogante degli avvocati di Berlusconi. Di fatto
quella manifestazione di solidarietà politica, per quanto dai metodi non condivisibili e con la partecipazione di
parlamentari ed ex ministri della Giustizia, non condizionò niente e nessuno».
Confronto forte con gli avvocato che più volte hanno ricusato i giudici.
«E la storia li ha smentiti. Io non condivido le impostazioni pregiudiziali e ideologiche, da chiunque arrivino.
Con gli avvocati Ghedini e Longo, persone gentili e tecnicamente avvezze, non c'è stata mai
personalizzazione della vicenda. Non considero il difensore, e tanto meno l'imputato, un nemico».
Mai tensioni tra voi pm?
«Solo una dialettica fisiologica e corretta, ma nessuno scontro nella gestione del processo. Ognuno poi si
assume la responsabilità degli atti che sottoscrive. Solo questo conta. Trovo davvero ingiusti gli attacchi che
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L'intervista/2
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riceve Ilda Boccassini. L'azione penale è prerogativa dell'intero ufficio, non di un singolo magistrato».
Con la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, ora rifarebbe i processi Ruby?
«Non c'è da temere nell'adempiere ai propri doveri. Rifarei tutto, ma trovo profondamente sbagliata quella
legge e condivido l'atteggiamento fermo dell'Anm, anche se nell'operato del governo sulla giustizia vedo un
impegno apprezzabile. A volte sembra che in questo Paese il problema non sia la criminalità, ma i pubblici
ministeri. È una distorsione intollerabile che alimenta un clima di sfiducia verso la giustizia. L'autonomia e
l'indipendenza della magistratura sono una garanzia per tutti».
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Chi è
Antonio Sangermano, 50 anni, è in
magistratura dal 1995 Da sostituto procuratore
ha condotto l'inchiesta Ruby con Boccassini
e Forno. Ora
è procuratore capo reggente a Prato
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L'ira di Tosi: «Salvini dittatore» E progetta di correre senza partiti
Il sindaco: «Ho sempre proposto come Liga la sfida solitaria, calpestati da Milano» Il futuro Continuerò le
battaglie leghiste e con la volontà di far vincere dovunque il centrodestra L'errore Ho sbagliato a fidarmi del
segretario, ma era un rapporto d'amicizia e su quella non discuto
Marco Cremonesi
MILANO Tosi contro tutti. Tosi per il Veneto. In politica, l'aritmetica serve poco a far di conto: le azioni vanno
ponderate. Ma all'indomani della sua cancellazione dal libro soci della Lega, avvenuta via mail alle 22.18 di
martedì sera, il sindaco di Verona ed ex segretario della Liga veneta deve prendere le sue decisioni: «Oggi
sono frastornato, mi prenderò due o tre giorni per decidere. Devo mettere in ordine i fatti e le cose, parlare
agli amici. Tutto mi sarei aspettato tranne quello che è accaduto. Ci vuole lucidità».
Il primo slancio, probabilmente, sarebbe di annunciare la sua candidatura contro il governatore uscente Luca
Zaia. Con chi ci sta, e puntando a fare più male possibile. Ma lui sembra volerselo dire da solo: «Qualsiasi
decisione prenderò nei prossimi giorni, non agirò per vendetta». C'è però un punto di partenza: «In Veneto
alle elezioni europee ho preso 80 mila voti. Il primo, dopo Alessandra Moretti. Ma lei aveva dietro un Partito
democratico al quaranta per cento». E questo personale consenso è il dato a cui ancorare il seguito del
ragionamento. La scelta scontata sarebbe quella di fare fronte con il Nuovo centrodestra, a oggi
irriducibilmente non componibile con la Lega. Eppure, a Tosi l'idea di una corsa da solo - anzi, sostenuto
magari da altre liste civiche - non dispiace affatto: «Beh, è quello che io ho sempre proposto come Liga. Poi,
tutto è stato calpestato da Milano. Ma la mia idea, in un'ottica soltanto veneta, era quella». Del resto, è quello
che lui stesso ha fatto nella sua corsa alla riconferma di sindaco di Verona: «Ho sempre pensato che bisogna
partire dalle proprie forze, quelle vere. Anche perché oggi la politica romana è vista come qualcosa di
davvero molto distante». E dunque, in pura ipotesi, «se uno decidesse di fare quel tipo di corsa», quella a
governatore, «sarebbe molto meglio ragionare sul territorio». Poi, il segretario «cancellato», lo dice: «A
Verona, nella lista Tosi, trovarono collocazione due terzi dell'amministrazione uscente. Tutti gli esponenti del
centrodestra più legati al territorio che ai partiti romani». Insomma, secondo Flavio Tosi, c'è spazio. E sembra
ricordarlo non solo a tutti coloro che oggi hanno dubbi, magari un po' da «tengo famiglia», riguardo il fronte su
cui schierarsi. Ma rivolgendosi anche a chi conserva le primigenie suggestioni leghiste e venetiste: non per
nulla cita «un grande segretario della Liga allontanato prima di me, Franco Rocchetta».
È vero però che questi giorni serviranno a fare la conta di chi seguirà il sindaco veronese nella sua possibile
corsa. In Parlamento, Tosi può contare sulle due senatrici (Bisinella e Munerato) e sul deputato Matteo
Bragantini. Gli altri, è ancora da capire.
Resta il fatto che Tosi si sente vittima, soprattutto, di un Matteo Salvini che «voleva il controllo dittatoriale
della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità». La risposta del segretario punta a tagliar corto:
«Non rispondo a chi insulta».
Ma ora che succederà? Luca Zaia ha fissato per sabato un appuntamento da campagna elettorale classica
(di solito non ne fa): l'inaugurazione di una sezione a Campo San Martino, nel Padovano, insieme con
Salvini. Se Tosi decidesse, trascorsi i giorni di riflessione, di annunciare la sua corsa, quello potrebbe essere
il giorno della sua prima iniziativa da candidato governatore. Del resto, anche Alessandra Moretti, la sfidante
del Pd, ha scelto sabato e Padova per presentare la sua campagna elettorale.
Il Nuovo centrodestra, se l'ex segretario dovesse scegliere la corsa «civica», resterebbe probabilmente
deluso. O dovrebbe, forse, trasformarsi in qualcosa di meno «nazionale». In ogni caso, dice il fondatore di
Ncd Angelino Alfano, «se Flavio Tosi si candida è una chance che tutti dovremo valutare con grande
attenzione».
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Il retroscena
12/03/2015
Corriere della Sera
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Foto: Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, a poche ore dalla cacciata dalla Lega, ha convocato i giornalisti in
Comune per spiegare il suo stato d'animo e commentare il provvedimento adottato da Matteo Salvini,
segretario federale del movimento in cui ha militato per oltre 35 anni. «È una brutta botta, anche sul piano
personale - ha detto - ma reagirò presto» (Ansa)
12/03/2015
Corriere della Sera
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«È un laboratorio del bello dove ogni Paese si ritrova»
Luisa Collina La docente del PoliMi: «Colpita dal padiglione olandese, sorprese anche da Marocco e Turchia»
Elisabetta Soglio
Si divide fra cantiere e università, fra docenti e operai, studenti e ingegneri. Luisa Collina, architetto e
professore ordinario di design al Politecnico, è la delegata del rettore per Expo e i grandi eventi.
Cerca, insomma, di creare un collegamento e un coordinamento tra l'ateneo e le tematiche dell'evento su
Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita, sia in termini di contenuti che di realizzazioni. Poi, appunto, segue i
lavori sul posto, si informa, cerca di capire, organizza incontri con altri colleghi. Vive già l'Expo, insomma.
Un'impresa possibile, professoressa?
«Soprattutto una bella avventura. Il Politecnico ha gestito diversi progetti per questa esposizione, a partire dal
coordinamento scientifico dei nove cluster, gli spazi dove più Paesi raccontano un prodotto o un'area
geografica. Un modo innovativo di fare un'Expo, una sfida partecipativa visto che abbiamo avuto i contributi di
17 fra le più affermate facoltà del mondo».
Con il Politecnico avete anche progettato gli spazi interni dell'Expo Village, a Cascina Merlata, dove vivranno
le delegazioni dei paesi partecipanti: che criteri avete seguito?
«Abbiamo cercato di allestirli in modo temporaneo ma accogliente e capace i esprimere i valori del Made in
Italy usando attrezzature e sistemi di arredo sostenibili: in grado di essere facilmente smontati o integrati dai
futuri abitanti».
La sostenibilità ambientale sarà al centro?
«Sicuramente sì. Un altro dei progetti che abbiamo seguito riguarda proprio la valutazione dei padiglioni base
della sostenibilità ambientale: più carbonio c'è e peggio fa all'ambiente, quindi si valuta come mitigare
l'effetto».
Lo dica da architetto e da esperta del cantiere: vedremo cose belle dal primo maggio?
«Sono convinta che ciascuno troverà qualcosa di interessante e di proprio gusto. Nel complesso, direi che
alcuni padiglioni hanno un ottimo livello progettuale, penso ad esempio a quello del Cile. Così come sono di
grande impatto le strutture progettate da De Lucchi, a partire dal padiglione Zero: questi grandi paesaggi che
diventano architettura, che sono sintetici e trasmettono un'immagine chiara e molto forte. È interessante
anche il padiglione del Bahrein, perché rappresenta un paesaggio di oasi, con spazi verdi delimitati da pareti
ondulate di calcestruzzo armato, con un mix molto efficace. Tra l'altro, è stato predisposto in modo da poter
venire riportato in patria per diventare un giardino botanico. Bello anche quello dell'Angola, tecnologicamente
complicato. Molto affascinante».
È la sua «top three»?
«Non faccio classifiche. Ci sono davvero tante cose che, per motivi diversi, colpiscono. Lieve ma molto a
tema uno degli ultimi arrivati, il padiglione dell'Olanda con le giostre: è l'idea che l'Expo è anche una festa e il
tema dell'effimero viene interpretato in modo gioioso ma anche sofisticato. Mi incuriosisce quello dell'Austria,
una cassa armonica intorno ad una foresta. E il Brasile, con il concept della rete: i visitatori cammineranno su
una rete sospesa sopra una pavimentazione piantumata, per dare l'idea della difficile sostenibilità ambientale.
Poi qualcuno è un po' in ritardo, ma potrebbe riservarci sorprese: il Marocco, la Turchia...».
Tanti spunti, insomma?
«Il livello complessivo è davvero alto e articolato. Ci sono operazioni di valore anche nei padiglioni corporate:
lo spazio di Slow Food, ad esempio, è di una semplicità poetica. Save the Children ha usato pannelli di
bambù fatti dai ragazzi durante un periodo difficile della loro vita in una sorta di laboratorio di autocostruzione:
alcune volte l'innovazione non è il brevetto ma il metodo».
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INTERVISTA Il personaggio
12/03/2015
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Chi è
Luisa Collina è ordinario di Design presso il dipartimento di Design del Politecnico di Milano, nonché
responsabile delle relazioni internazionali della facoltà del Design. È anche delegata del rettore
per Expo e i Grandi eventi Il PoliMi ha gestito diversi progetti per questa esposizione,
a partire dal coordinamento scientifico
dei 9 cluster,
gli spazi dove più Paesi raccontano
un prodotto
o un'area geografica. Il Polimi ha avuto i contributi di 17 facoltà di vari atenei
nel mondo
Foto: Il cantiere di Expo 2015 e il Monte Rosa come fondale.
A cinquanta giorni dal via la foto (Maurizio Maule per Fotogramma) rende evidente il profilo del grande «Expo
Centre» le cui cupole, come quelle del Padiglione Zero di fronte all'ingresso, richiamano le Alpi. In primo
piano le «vele» di tela che coprono il Decumano, via maestra del sito
Foto: Decisioni Luisa Collina con Romano Bignozzi (responsabile dei Lavori Expo)
12/03/2015
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Popolari, Serra (con le stampelle) in audizione alla Consob
Federico De Rosa
La Consob ha ascoltato Davide Serra per i movimenti sulle banche popolari. Il finanziere genovese residente
a Londra, stimato e ascoltato dal premier Matteo Renzi, era stato convocato dai tecnici di Giuseppe Vegas,
fin dall'avvio delle indagini sul possibile abuso di informazioni privilegiate dopo l'exploit in Borsa dei titoli delle
popolari in seguito al varo del decreto del governo che ha imposto ai dieci maggiori istituti di trasformarsi in
Spa. Serra, che attraverso il fondo Algebris era uscito allo scoperto dichiarando di aver operato sulle popolari,
ma prima che venisse annunciato il decreto, nelle scorse settimane si è anche fatto avanti con una proposta
per la Popolare dell'Etruria, finita nel mirino sia per il maxirialzo di Borsa sia perchè il vicepresidente è
Pierluigi Boschi, il padre del ministro delle Riforme, Maria Elena. A causa di un incidente sulla neve avvenuto
nelle scorse settimane il finanziere era stato costretto a concordare uno slittamento, facendo comunque
sapere di essere «più che pronto» a «chiarire la sua totale estraneità». E ieri, sorreggendosi sulle stampelle,
è arrivato in via Giovanni Battista Martini.
«Posso dire - ha detto all'uscita - che siamo solo contenti che le autorità controllino tutto in maniera veloce e
corretta».
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La Lente
12/03/2015
Corriere della Sera
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Ghizzoni, Massiah e Valeri «relatori» per la commissione che riscriverà lo statuto I tempi Entro giugno sarà
individuato il modello più adatto. Quindi il confronto con i soci
Fabrizio Massaro
MILANO Il lavoro è lungo e complesso: mettere a punto il nuovo sistema di governo di Intesa Sanpaolo, una
delle più grandi banche d'Europa, che in Borsa ha appena superato la soglia dei 3 euro che non vedeva da
fine 2009 arrivando a una capitalizzazione di oltre 50 miliardi. Per mettere a punto il modello più adatto
all'istituto rispetto all'attuale governance duale che risale ai tempi della fusione tra Intesa e il Sanpaolo-Imi del
2006, il presidente Giovanni Bazoli non ha avuto dubbi a chiedere una mano anche ai diretti concorrenti. Così
nei prossimi giorni, davanti alla commissione governance istituita all'interno del consiglio di sorveglianza di
Intesa Sanpaolo, sfileranno tre top banker come Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit,
Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi Banca, e Flavio Valeri, chief country officer di Deutsche Bank in
Italia.
Le audizioni dei tre banchieri cominceranno nei prossimi giorni davanti alla commissione presieduta da Bazoli
e di cui fanno parte i consiglieri Gianluigi Baccolini, Mario Bertolissi, Francesco Bianchi, Gianfranco
Carbonato, Rosalba Casiraghi, Rossella Locatelli e Marcella Sarale. I tre manager illustreranno i modelli di
governance adottati nelle banche da loro guidate e i rapporti tra management e le strutture di monitoraggio
sulla gestione. Gli istituti sono stati individuati per le caratteristiche della loro governo societario - Unicredit
per il modello tradizionale di consiglio e collegio sindacale, Ubi per il duale italiano (sia pure modulato
diversamente da Intesa Sanpaolo) e Deutsche Bank per il duale tedesco - dopo un lavoro preparatorio di
comparazione tra i modelli di governance in Europa condotto dal professor Guido Ferrarini, ordinario di diritto
commerciale all'università di Genova.
Fra i vari sistemi esistenti, quelli di Unicredit, Ubi e Deutsche Bank sono stati considerati quelli più vicini alla
realtà aziendale di Intesa Sanpaolo. I banchieri sarebbero stati contattati direttamente da Bazoli, sfruttando
anche l'occasione degli incontri al Forex a Milano dello scorso febbraio. Lì sarebbe stata sondata la loro
disponibilità. Quindi si è passati alla messa a punto delle agende.
La commissione governance di Intesa Sanpaolo è stata costituita poco prima di Natale 2014, dunque è al
lavoro da appena tre mesi. L'obiettivo è individuare un modello e un conseguente schema organizzativo che
corrisponda al meglio alle funzioni che il nuovo regolatore unico, la Banca centrale europea, richiede alle
banche di svolgere. Intesa Sanpaolo attualmente è gestita con un modello duale che prevede un consiglio di
gestione - con capoazienda l'amministratore delegato Carlo Messina - e un consiglio di sorveglianza, ma da
tempo si discute sulla possibilità di cambiare tale assetto, con un duale modificato o con il ritorno al sistema
classico. «Il duale funziona ma come tutte le cose è perfezionabile», aveva detto lo scorso dicembre il
presidente del consiglio di gestione di Intesa, Gian Maria Gros Pietro. Ed era stato lo stesso Bazoli ad
annunciare che l'istituto aveva «cominciato a guardare come funzionano anche le altre banche europee».
Il lavoro è comunque ancora nella fase preliminare. La commissione dovrebbe proseguire nello studio fino a
giugno, in modo da portare avanti le consultazioni con in soci durante l'estate. E forse non sarà trascurata la
circostanza che entro pochi anni - come prevede il protocollo definito proprio ieri tra ministero dell'Economia e
Acri - le fondazioni bancarie dovranno diminuire gradualmente la presenza dentro le ex banche conferitarie.
Successivamente ci saranno da affrontare i passaggi in Bce, quindi dovrà essere convocata l'assemblea
straordinaria per il cambio dello statuto, in autunno o all'inizio del 2016 a seconda che le modifiche incidano o
meno su struttura dei consigli e presentazione delle liste.
fabriziomassar0
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Intesa, gran consulto sulla governance Tre banchieri al tavolo con Bazoli
12/03/2015
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Così in Borsa Gli azionisti Fonte: Borsaitaliana d'Arco Compagnia di San Paolo BlackRock Inc. Fondazione
Cariplo Fondazione C.R. Padova e Rovigo Ente C.R. Firenze Norges Bank Mercato 71,315% 9,506%
4,897% 4,840% 4,162% 3,248% 2,032% 2,87 2,72 2,56 2,41 2,25 +1,48% 2014 2015 3,018 € 22 dic 12 gen
26 gen 9 feb 23 feb 9 mar
Il profilo
Giovanni Bazoli,
82 anni, presidente
del Consiglio
di sorveglianza
di Intesa Sanpaolo 50 miliardi
di euro la capitalizzazio-ne di Borsa
di Intesa Sanpaolo.
Ieri il titolo
ha superato
la quota
di tre euro
per azione
12/03/2015
Corriere della Sera
Pag. 41
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Saipem, per il rilancio Descalzi punta sul ritorno di Cao
(fr.bas.) In vista dell'assemblea di Saipem convocata per il 30 aprile con all'ordine del giorno il rinnovo del
consiglio di amministrazione, è cominciato il toto nome su chi guiderà la società di ingegneristica e costruzioni
controllata al 42,9% dall'Eni e che ha come azionisti al 5,04% il fondo americano Dodge & Cox e al 2,03%
People Bank of China. Chi prenderà le redini dovrà traghettare la società in un momento delicato, visto che
non è un mistero che il Cane a sei zampe non consideri più Saipem strategica anche se al momento
invendibile data la caduta del valore del titolo per il crollo del prezzo del petrolio e lo stop al gasdotto South
Stream. In pole position ci sarebbe Stefano Cao, fino al 2008 direttore generale della divisione Exploration
and Production dell'Eni, ex-ceo di Sintonia ora consigliare di A2A, ma soprattutto un passato di 24 anni in
Saipem. La scelta, dicono fonti ben informate, sarebbe caduta su di lui per riportare Saipem a una cultura più
industriale e più orientata alla vocazione originaria del contrattista. La nomina del Ceo dipende dal socio di
maggioranza, ma non è escluso che il Tesoro voglia farsi sentire.
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Ilva, con Ranieri
la squadra ex Indesit
( a.d. ) Squadra che vince non si cambia. All'Ilva di Taranto il piano di rilancio dell'azienda è affidato a un
team che in passato ha lavorato insieme. Nei mesi scorsi il premier ha chiesto ad Andrea Guerra di occuparsi
del dossier relativo al gruppo siderurgico. Nel curriculum di Guerra, oltre a quella in Luxottica, c'è una
stagione alla guida di Indesit a fianco di Vittorio Merloni. La stessa azienda da cui proviene il direttore
generale dell'Ilva, Massimo Rosini, arrivato un mese fa dopo una lunga esperienza nell'azienda specializzata
in elettrodomestici. Una matrice identica a quella di Cesare Ranieri (foto) , nominato ieri nuovo direttore
centrale risorse umane dell'Ilva. Anche Ranieri ha all'attivo un passato in Indesit, dove è stato a capo del
personale al fianco di Guerra. Analoga origine professionale per Antonino Gambuzza, neo direttore
operations di Ilva.
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Le Ferrovie Nord
e la «miniscalata» dei pendolari
( f.ch ) Spese del management finite in procura (anche se la società parla di gestione rigorosa dei conti).
Vertici che devono essere rinnovati dall'azionista di controllo, la Regione Lombardia (57%). Eppure, le azioni
salgono. Soltanto ieri, Ferrovie Nord Milano ha messo a segno un rialzo del 4,43%. Ma sarebbe più giusto
dire che il titolo continua a salire, perché nell'ultimo mese la società che controlla Trenord è balzata di oltre il
20%. Che cosa sta succedendo? C'è chi non esclude che stia avendo successo l'iniziativa lanciata alla fine di
gennaio da Legambiente e che è rivolta ai 670mila pendolari lombardi: acquisire il 2% del capitale di Trenord
per avere voce in assemblea, o addirittura ottenere un posto nel nuovo consiglio. Da quando c'è stata la
fusione, due anni fa, i disagi e i disservizi sono aumentati, denuncia Legambiente. Come azionisti attivi i
pendolari puntano a entrare nella stanza dei bottoni.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Sussurri & Grida
12/03/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Il bacino di Fi prosciugato dai due Matteo
di Roberto D'Alimonte
pagina 8
Nel corso degli anni della Seconda Repubblica Silvio Berlusconi è stato costantemente sottovalutato. Dai suoi
avversari in primo luogo, da moltissimi osservatori delle nostre vicende politiche e in tempi più recenti anche
da una parte dei suoi stessi sostenitori. È naturale quindi che dopo la sua recente assoluzione molti tra coloro
che sono rimasti sorpresi in passato si chiedano oggi se Berlusconi-Lazzaro possa resuscitare di nuovo.
Grazie a una performance come quella di fronte ai piccoli e medi imprenditori di Vicenza nel 2006 o grazie a
una promessa eclatante sul fisco oppure grazie a un fazzoletto usato abilmente in una trasmissione
televisiva.
Questa volta non è così. Qualunque sorpresa ci sia ancora nel cilindro del cavaliere la sua parabola politica
non si invertirà. Lentamente ma inesorabilmente si sta chiudendo un ciclo. Il Berlusconi di oggi resta un
cavaliere dimezzato anche dopo la riconquistata libertà di azione. Gli errori politici accumulati dal 2008, le
vicende giudiziarie passate e quelle ancora in corso, l'età, la legge Severino ne hanno indebolito
irrimediabilmente la capacità di leadership. Ma quello che pesa di più è il fatto che è cambiato completamente
lo spazio della politica italiana. L'anti-europeismo e il renzismo, insieme al fenomeno Grillo, ne hanno
ridisegnato le dimensioni. E in questo nuovo contesto lo spazio per Berlusconi e il suo partito si è
drasticamente ristretto.
La politica è ricca di paradossi. Senza la sconfitta di Bersani, grazie anche a un resuscitato Berlusconi, Renzi
sarebbe ancora il sindaco di Firenze. Con Renzi invece è cambiato tutto. Anche il destino politico del
cavaliere. Bersani era ancora un "comunista", un amico dei sindacati. Uno incapace di allargare i consensi
per il Pd in aree importanti come Lombardia e Veneto. Renzi è tutta un'altra cosa. A partire dalla
comunicazione che è sempre stata una arma efficacissima nelle mani del cavaliere. Con Renzi il Pd è
diventato il punto di riferimento di un elettorato moderato che non aveva mai votato a sinistra, come si è visto
alle europee e come registrano i sondaggi.
Poi è arrivato Salvini che ha preso in mano una Lega Nord moribonda e l'ha resuscitata radicalizzando
efficacemente il messaggio su immigrazione ed euro. Inoltre c'è Grillo che non è una meteora come molti si
aspettavano e resta invece ancora il secondo partito italiano. Difficile per Berlusconi competere con questi
rivali. La maggioranza dei moderati vota Renzi. La protesta e la rabbia votano Grillo o Salvini. Chi si oppone
alla Unione europea vota Salvini o Grillo. A chi si può rivolgere Berlusconi? Con quali argomenti? E per di più
con un partito diviso.
I dati parlano chiaro. La media dei sondaggi delle ultime due settimane stima il Pd al 38,1%, il M5s al 18,1,
Lega Nord al 14,5, Forza Italia al 12,9. Nel sondaggio Demos del marzo 2015, commentato da Ilvo Diamanti
su Repubblica di domenica, in Veneto - non in Toscana - giudicano positivamente Renzi il 53 % degli elettori
contro il 41% Salvini e il 20% Berlusconi. In questa regione, da sempre roccaforte del centrodestra, i giudizi
positivi per Renzi sono addirittura più alti che a livello nazionale. Nel sondaggio Cise-Sole 24 Ore del
novembre 2014 è stato chiesto agli intervistati di indicare su una scala da 0 a 10 la probabilità di votare in un
futuro indeterminato per vari partiti. Si tratta di un indice che stima l'appetibilità dei partiti come possibili
alternative di voto e quindi il loro bacino potenziale. Solo il 21 % si è dichiarato propenso a votare Forza Italia
contro il 36% per il Pd, il 24% per la Lega Nord e il 20 % per Grillo. Dunque, il bacino della Lega è più ampio
di quello di Forza Italia. Ma c'è di più. Tra i potenziali elettori di Forza Italia il 36% prende in considerazione
l'idea di votare Pd e il 53% Lega Nord. Dunque, l'emorragia di voti da Forza Italia verso Pd e Lega potrebbe
non essere finita. Sono dati impietosi. La sentenza della Cassazione non li cambierà. Ci vuole ben altro.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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OSSERVATORIO POLITICO
12/03/2015
Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
Il dividendo delle riforme
di Dino Pesole
Nonostante la frenata della produzione industriale in gennaio, la felice combinazione di fattori in gran parte
esterni (il Quantitative easing della Bce, la quasi parità tra euro e dollaro, il crollo del prezzo del petrolio)
continua a giocare a nostro favore. Tanto che gli indicatori macroeconomici in via di revisione registreranno
un incremento del Pil nel 2015 nei dintorni dello 0,8%, contro lo 0,6% stimato a fine 2014, e una spesa per
interessi che evidenzia un incoraggiante risparmio di 2 miliardi. Continua pagina 2
Continua da pagina 1
In uno scenario di base decisamente più positivo rispetto a quanto era lecito prevedere non più di due o tre
mesi fa, al ministero dell'Economia si stanno già sostanzialmente definendo le prime "griglie" di riferimento
per il Def di metà aprile e per la prossima legge di stabilità. Obiettivo primario - lo ha confermato il ministro
Pier Carlo Padoan - è disinnescare le clausole di salvaguardia che si tradurrebbero in un aumento della
pressione fiscale per 16 miliardi nel 2016. Si fa conto sulla spending review, il cui obiettivo resta fissato a 32
miliardi nel triennio 2014-2016 (2 punti di Pil) e sul maggior risparmio sul versante degli interessi grazie al
calo dello spread e all'ulteriore contrazione dei tassi spalmato sull'intera struttura e composizione del debito
pubblico (si potrebbe raddoppiare il risultato del 2015).
Cifre alla mano, si può calcolare però fin d'ora che il simultaneo operare di tutte le variabili esogene nel corso
dell'anno non aprirà spazi aggiuntivi di spesa. Perché occorre far fronte alle clausole di salvaguardia,
appunto, e garantire che il deficit nominale si attesti quest'anno al 2,6% del Pil e all'1,8% nel 2016. Se la
crescita del 2015 virerà più verso l'1%, così da ipotizzare un incremento almeno all'1,5% nel prossimo anno,
non ci sarà bisogno di manovre correttive vecchia maniera. E qui entra in gioco l'altra partita che andrà
affrontata nei prossimi mesi con Bruxelles. Dal 2016 la riduzione del deficit strutturale chiesta all'Italia tornerà
ad attestarsi allo 0,5% del Pil, contro lo 0,25% previsto quest'anno. Poiché non potrà più scattare la clausola
di flessibilità che opera in presenza delle «circostanze eccezionali» riconosciute quest'anno al nostro paese,
occorrerà verificare con la Commissione europea se potranno scattare le altre due clausole di flessibilità
previste dalle nuove linee guida applicate da Bruxelles: la clausola degli investimenti produttivi, da applicare
sia alle risorse che confluiranno nel Fondo europeo, sia al cofinanziamento dei progetti di investimento
nazionali; la clausola di flessibilità sulle riforme. A patto che queste ultime siano «completamente attuate»,
con effetti diretti positivi a lungo termine sui conti pubblici. È da questa trattativa che potranno scaturire
margini aggiuntivi nel 2016, sia pur limitati a 2-3 miliardi. Se così stanno le cose, se ne desume che
difficilmente potranno essere soddisfatte gran parte delle spinte (in primis da parte della maggioranza in
Parlamento) per allentare i cordoni della borsa in occasione della prossima manovra di bilancio. La coperta
resta corta, fermo restando che se si riuscisse anche attraverso l'impulso delle riforme a conseguire tassi di
crescita più consistenti si amplierebbe il margine, in sostanza il dividendo da redistribuire soprattutto sotto
forma del taglio delle tasse e del finanziamento delle riforme in itinere (la scuola ad esempio) che dal 2016
richiederà uno stanziamento di 3 miliardi.
Il "dividendo" che va emergendo va gestito dunque con prudenza e massima attenzione ai rischi. Lo ha
ricordato ieri Padoan al Senato: il via libera dell'Unione europea ai conti italiani «non è un gentile regalo che
viene fatto al Paese». La regola del debito «viene considerata soddisfatta per il 2015 ma non per sempre».
Le incognite sono legate all'incerta evoluzione delle crisi greca e ucraina sul versante internazionale, ma
anche al possibile rallentamento del percorso delle riforme, su quello interno. I mercati e gli investitori
guardano alle prospettive di crescita di un paese, prima di tutto, e alla stabilità politica. Da questo punto di
vista, le simultanee spinte disgregatrici negli schieramenti, le incerte e variabili maggioranze che stanno
accompagnando l'iter delle riforme costituzionali (in attesa del rush finale sull'Italicum) non sembrano proprio
un bel biglietto da visita. La coesione politica va collocata in cima all'elenco, quando si prova a stimare
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CONTI PUBBLICI E RIPRESA
12/03/2015
Il Sole 24 Ore
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l'effetto delle riforme dal punto di vista dell'incremento del potenziale di crescita dell'economia. Al pari del
risultato conseguito nel 2014, anno in cui il deficit si è attestato al 3% nonostante la vistosa contrazione del
Pil (-0,4 per cento).
Il 2015 è dunque un anno di transizione verso uno scenario che sulla carta potrebbe essere finalmente
incoraggiante per il nostro paese. Sta a noi non sprecare l'occasione propizia.
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12/03/2015
Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
Tanti annunci, tante leggi, pochi fatti
Giorgio Santilli
Da quando è entrato in vigore, nel 2006, il codice degli appalti ha subito 600 modifiche che sono intervenute
su 257 articoli legislativi e 359 regolamentari. Negli ultimi tre anni questa bulimìa legislativa si è confermata
con oltre 200 modifiche. Non bastassero, si sono annunciate e approvate numerose misure per i lavori
pubblici fuori del codice degli appalti: decreti del fare, sblocca-cantieri, sblocca-Italia che hanno moltiplicato la
produzione legislativa ma non hanno risolto il problema di una burocrazia asfissiante, di una pubblica
amministrazione spesso irresponsabile, di regole che favoriscono l'inerzia più che l'azione, di finanziamenti
"stop and go", di progetti carenti, di programmi scarsamenti selettivi e votati all'effetto-annuncio più che a una
cernita di opere utili.
Sarebbe ingeneroso negare che qualche effetto positivo ci sia stato nelle misure varate (i ministri Padoan e
Lupi hanno appena ripartito gli ultimi due miliardi dello sblocca-Italia) ma oggi serve qualcosa di più deciso
per superare la stagnazione.
Gli esempi ultimi di ritardi, anche clamorosi - quelli dell'edilizia scolastica, delle piccole opere urbane e del
dissesto idrogeologico su cui pure il premier Matteo Renzi aveva scommesso - confermano che c'è bisogno
di un rinascimento capace di superare una brutta contiguità con il passato puntando su semplificazione e
innovazione. A confermare tutti i mali di un passato che non passa ieri è stato presentato alla Camera il 9°
Rapporto sullo stato di attuazione della legge obiettivo che in 14 anni è riuscita a portare a termine l'8% delle
opere programmate.
I finanziamenti pubblici sono scesi nell'ultimo decennio in senso inversamente proporzionale alla produzione
legislativa. Dal 2007 il taglio alle risorse pubbliche destinate agli investimenti è stato del 30%.
Continua pagina 3
Continua da pagina 1
Segnali come quelli arrivati negli ultimi giorni da Bruxelles (e da Roma) con il piano Juncker sono positivi se
puntano a favorire un maggiore investimento privato in prospettiva, ma deboli se si vuole accelerare la
crescita nei prossimi mesi. Le politiche per la crescita richiedono tenacia e costanza nel tempo, in modo da
favorire un quadro certo per gli investimenti pubblici e privati.
Un appuntamento decisivo è il recepimento delle direttive Ue in materia di appalti e concessioni.
Un'occasione storica che altri Paesi come Francia, Germania e Regno Unito stanno già cogliendo. Il governo
italiano si era mosso per tempo da giugno 2014 ma il Ddl delega approvato a fine agosto è rimasto fermo in
qualche cassetto per quattro mesi per poi partire in Parlamento a 2015 già iniziato. Otto mesi fa si aveva
l'impressione che il governo lo considerasse una priorità, ora prevale il disorientamento.
Bisogna comunque cogliere l'occasione puntando su alcune innovazioni radicali. La prima è disboscare la
normativa con un'operazione di semplificazione radicale. Se non siamo capaci di farlo, limitiamoci a
trascrivere le norme Ue e lasciamo poi - questa è la seconda innovazione - all'Autorità guidata da Raffaele
Cantone ampi poteri regolatori. L'ex magistrato napoletano ha già dimostrato in questi mesi - con le misure
sulle varianti per esempio - di aver colto le criticità del settore. Non è solo la lotta alla corruzione che pure è la
priorità in un Paese che di tangente vive (e muore). L'Anac può avere un ruolo nel disboscamento normativo
con un forte potere regolatorio che controbilanci un quadro legislativo asciutto.
La terza occasione che può venire dal recepimento delle direttive Ue è un cambiamento di passo tecnologico
del settore. C'è una quarta rivoluzione industriale che con la digitalizzazione spinta si affaccia al settore dei
lavori pubblici: il Bim (Building Information Modeling) consente risparmi di costi del 30% e un efficientamento
del processo produttivo. Gli altri Paesi corrono. Noi non possiamo dormire. Le nostre imprese e i nostri
progettisti saranno in grado di fare il salto se avranno indicazioni certe e chiare.
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POLITICA E INFRASTRUTTURE
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Il Sole 24 Ore
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Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Uno stimolo a politiche comuni
di Carlo Bastasin
Gli effetti iniziali del programma della Bce di acquisto di titoli pubblici sembrano molto più vigorosi del
previsto. A fine 2014 solo il 3% degli analisti prevedeva che l'euro si avvicinasse nel 2015 alla parità con il
dollaro. Ora è un'eventualità che tutti tengono in considerazione. Il capitale quotato di grandi imprese è
aumentato nei primi mesi dell'anno ben oltre ogni attesa. Continua pagina 4
Continua da pagina 1
I tassi sui titoli sovrani sono precipitati. La speranza è che attraverso vari canali finanziari lo stimolo della Bce
arrivi all'economia reale. Proprio ieri Mario Draghi ha detto che la crescita economica ha già smesso di
scendere.
Dopo tanti squilibri causati dall'euforia finanziaria, qualcuno può sentirsi sconcertato dal fatto che uno stimolo
monetario possa avere effetti rapidi e permanenti sull'economia e addirittura sulla politica. Ma talvolta per
sopravvivere è necessaria una volontaria sospensione dello scetticismo: l'aumento dei prezzi può stabilizzare
i debiti pubblici in molti paesi in difficoltà; al culmine della crisi greca, inoltre, l'intervento della Bce ha
annullato il temuto rischio di contagio; politiche unilaterali e non cooperative, ad Atene e altrove, sono state
per ora disinnescate. Si potrebbe dire che l'intera crisi poteva essere contenuta molto tempo fa se si fossero
create le condizioni "politiche" per utilizzare gli strumenti disponibili nel governo comune dell'euro-area.
Entrando nel dettaglio degli effetti del Qe l'immagine diventa però più sfuocata: l'efficacia è confermata, ma gli
effetti non appaiono omogenei nei vari paesi. Ci saranno vincitori e perdenti e sarà necessario riorganizzare
la governance dell'euro area per evitare che tornino dubbi sulla sua tenuta.
Acquistando titoli sovrani, la Bce prosegue nel ridurre i tassi d'interesse di lungo termine. Il costo dei prestiti
alle imprese e dei mutui alle famiglie è infatti sceso fin dai primi annunci del programma, con segnali di
convergenza anche da Italia e Spagna. Anche i volumi di credito bancario sono tornati a crescere da gennaio
grazie al costo di finanziamento bancario più basso. C'è cioè qualche segnale di trasferimento della liquidità
bancaria all'economia che in passato era mancato. Tra gli istituti di credito si sta creando un po' di pressione
competitiva che li spinge a non sedersi sul denaro, ma a competere per prestarlo, come testimonia la
riduzione dei margini. Le banche attribuivano la loro riluttanza a offrire credito alla carenza di domanda.
Secondo la Bce invece, l'allargamento dei cordoni delle banche ha resuscitato la domanda di credito in quasi
tutti i paesi dell'area euro fin dall'ultimo trimestre del 2014. Nelle banche è in atto una ricomposizione dei
portafogli, escono i titoli pubblici di cui calano i rendimenti ed entrano attività più rischiose. Riducendo il costo
del credito si aumenta il numero di investimenti il cui rendimento supera il costo del finanziamento e così si
stimola l'attività economica.
Oltre ai tassi d'interesse, l'impatto sull'economia transita dal calo dell'euro. Il tipo di investimento che viene
finanziato come conseguenza del Qe è importante proprio per sfruttare il deprezzamento del cambio. L'effetto
duraturo verrà infatti dal cambio reale, una volta cioè tenuto conto dell'aumento dei prezzi delle importazioni.
Si apre una finestra di tempo che deve essere sfruttata per investire in tecnologia e migliorare la produttività
così da preservare il temporaneo guadagno di competitività.
Altri effetti positivi del Qe vengono dall'effetto-ricchezza che vede aumentare i patrimoni in parallelo con la
discesa dei rendimenti e dall'effetto-fiducia che viene dall'intervento di un'istituzione europea a difesa della
tenuta dell'economia, sia a sostegno dell'economia sia a contrasto del calo dell'inflazione che avrebbe
aumentato il valore reale dei debiti e avviato una spirale deflazionistica.
Se si guardano tutti questi canali, si vede che non tutti hanno effetti omogenei nei diversi paesi. Gli effetti
iniziali favoriscono i paesi più deboli, come dimostra il calo degli spread. Ma gli effetti strutturali, quelli che
determinano il finanziamento di investimenti e che quindi spingono la crescita, favoriscono i paesi più forti.
Dipendono dalle condizioni del sistema bancario e dal dinamismo imprenditoriale di ogni paese. Gli occhi in
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GOVERNANCE EUROPEA
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questo caso sono puntati su Italia e Francia. Si spiega così l'insistenza con cui l'intervento della Bce è
accompagnato da una formula quasi rituale: il Qe funzionerà se i governi ne approfitteranno «per realizzare le
riforme strutturali nonché politiche di bilancio favorevoli alla crescita ma rispettose del patto di stabilità».
Non ci si può illudere, dopo anni di crisi gli squilibri accumulati sono enormi: i debiti pubblici e privati sono
altissimi, la disoccupazione anche. I paesi più indebitati devono aumentare la crescita potenziale per
assorbire il debito. Ma il Qe dimostra l'efficacia di interventi comuni che consolidino la fiducia nell'euro-area.
Di solito più si allontana la crisi e meno si affrontano i problemi nazionali. Bisognerebbe dunque legare gli
interventi comuni agli impegni nazionali, sviluppare cioè una governance comune dotata di obiettivi e di
strumenti condivisi.
È questo l'obiettivo delle riflessioni in atto sul governo futuro dell'euro-area. Entro giugno un documento
firmato dai "quattro presidenti" (Juncker, Draghi, Dijsselbloem e Tusk) dovrà essere pubblicato. Può essere
un passaggio decisivo a cui i governi e i parlamenti devono partecipare con convinzione. Un'illusione?
L'euforia finanziaria non è mai buona consigliera, ma per una volta lasciatemi sospendere volontariamente la
naturale incredulità.
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Più integrazione nell'eurozona. Jean-Claude Juncker
12/03/2015
La Repubblica
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(diffusione:556325, tiratura:710716)
Un rito senza folla "Rivoglio il partito"
TOMMASO CIRIACO CARMELO LOPAPA
IL VOLTO di Silvio Berlusconi è stropicciato, nonostante il trucco. Sembra quasi trasfigurato, mentre si
affaccia al cancello di Palazzo Grazioli. «Speriamo che gli italiani si accorgano di quello che ci hanno fatto».
Alza il braccio, lo fa oscillare con il resto del corpo. È rigido, i movimenti sono più faticosi del solito. Se ne
accorgono anche i pochi fan che lo acclamano. «Oh, quanto è invecchiato però...».
ALLE PAGINE 2 E 3 CON UN ARTICOLO DI BEI ROMA. Il volto di Silvio Berlusconi è stropicciato,
nonostante il trucco. Sembra quasi trasfigurato, mentre si affaccia al cancello di Palazzo Grazioli. «Speriamo
che gli italiani si accorgano di quello che ci hanno fatto». Alza il braccio, lo fa oscillare con il resto del corpo. È
rigido, i movimenti sono più faticosi del solito. Se ne accorgono anche i pochi fan che lo acclamano.
«Oh, quanto è invecchiato però...». Circondato dai parlamentari cerca disperatamente nuovi stimoli, ma
attinge solo a vecchi slogan: «Devo recuperare il tempo perduto. Tornare in tv, raccontare, riprendermi il
partito». È un attimo, poi la realtà lo travolge: « Guardate però come sono ingrassato, dovrei prima buttare giù
qualche chilo...».
La grande fiction va in onda all'ora del the. Il cortile diventa il palco in cui si simula l'impossibile risorgimento
del berlusconismo.
Cento parlamentari, un altro centinaio di militanti (soprattutto i giovani di Annagrazia Calabria, qualcuno dei
club di Fiori). Poche bandiere, qualche coretto sfiatato "Silvio, Silvio" per rallegrare l'assolto. Un tassista che
urla "daje, Silvio". Ma è l'unico. Cartelli contro i giudici di Milano. «Vedete- sorride- c'è anche qualche
limitatissima frangia della magistratura che ha la schiena dritta...». I tempi delle folle oceaniche sono lontani
anni luce. I pochi intimi rimasti circondano il Capo come se fosse un totem.
Per un'ora anche la guerra azzurra è congelata, tutti depongono le armi. Un'altra delle finzioni destinate a
evaporare. «E perché non sarei dovuto venire- finge stupore Denis Verdini - per il documento? Fantasie, solo
vostre fantasie». Manca Raffaele Fitto, non i fittiani: sono solo un po' mimetizzati. Il massimo dell'euforia,
allora, è Renato Brunetta che festeggia avvinghiandosi a Maria Rosaria Rossi.
Bisogna essere felici, comunque. E allora baci, abbracci e abiti scuri per la festa. Tutto è studiato per
raccontare l'ennesima discesa in campo di Silvio Berlusconi.
L'attesa, i fan, il ritardo studiato a tavolino. I giornalisti assediano il Palazzo, spingono ai cancelli, si
arrampicano sulle fioriere. All'improvviso il neon blu del furgoncino di scorta annuncia il ritorno a casa del
leader. Percorre sparato via del Plebiscito, subito dietro c'è l'Audi blindata dell'ex premier.
Siede in mezzo tra Francesca Pascale e la senatrice Rossi. Prima sorpresa: dribbla le telecamere e sceglie
l'ingresso posteriore. Un piede fuori dall'auto e scatta l'applauso. Subito Brunetta lo prende in custodia: non lo
lascerà neanche un minuto. "Un presidente, c'è solo un presidente". Sorride felice. «Basta un'assoluzione per
farvi fare vacanza dal Parlamento...». Sembra Capodanno, ma è solo un party pomeridiano a tinte pastello:
avorio come il volto di Verdini, arancione come la chioma di Paolo Berlusconi, cremisi come le gote del
frizzantissimo capogruppo della Camera. «Sono felice - si emoziona il fratello del capo - Dal '94 ad oggi ci
sono stati vari tentativi di golpe, una cosa incredibile». La più sorridente di tutti è la fidanzata Francesca
Pascale. Alla faccia di chi parla di crisi: «Dopo anni di calunnie e fango mediatico, ha vinto la verità. Sono
onorata di stargli accanto».
Anche i pochi militanti vorrebbero farlo. Sarebbe previsto un passaggio rapido tra due ali di folla in tripudio.
Sarebbe, perché manca la folla e tutto si riduce a cinque metri di camminata fuori dal portone. «Il futuro è
nelle vostre mani - dice ai supporter - Io ho la saggezza che deriva da una vita intensa». Le antiche passioni
riemergono però un istante dopo, con una battutaa due giovani ventenni: «Siete qui per il bunga bunga? Ma
vi deluderebbe molto...».
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La Repubblica
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Festini, processi, la battaglia contro Ilda Boccassini: tutto finisce nel frullatore di Grazioli. Scorazza Dudù,
mentre Berlusconi non si trattiene: «Porterò per sempre nel cuore questo ricordo - giura ai parlamentari - Ora
però basta commozione... bunga bunga per tutti». L'ex Cavaliere ha preparato anche una barzelletta per la
sua grande accusatrice. «E allora c'è la Boccassini che...». «Alt, noooo!», lo zittisce Brunetta. Ma partono gli
insulti verso la magistrata dalla platea dei parlamentari.
Verdini chiacchiera poco.
Ascolta il Capo, resta in un angolo.
Dicono sia furioso, ma oggi - o al massimo domani - sarà ricevuto da Berlusconi. I nemici profetizzavano la
sua diserzione alla festa: «E invece ci sono, questa è la realtà». Unità, predica Berlusconi. Nonostante una
Forza Italia tripartita, sfibratae sprofondata nel crepaccio con un impietoso 11% nei sondaggi. «Non caccio
nessuno, uniti vinceremo. Ricostruirò il centrodestra. Mi sono tolto il gesso dieci giorni prima, la sentenza ha
sanato tutte le fratture, anche nel partito». Promette una «rivoluzione», sarà l'ennesima trasformazione verso
"Forza Silvio". Tanta tv, piazze (a Roma) e teatri per riavvicinarsi nei consensi alla Lega. «Non sono morto.
Chi voleva spartirsi la mia eredità politica ha fatto male i conti. Compreso Renzi, lo faremo cadere». Benedice
la candidatura di Stefano Caldoro in Campania. «E verrà tre volte in Puglia per Schittulli», giura l'anti fittiano
Luigi Vitali.
Qualche improbabile curioso provaa entrarea Grazioli. Chi non ha bisogno di bussare è invece Noemi
Letizia, amica per la pelle di Pascale. È accolta con tutti gli onori. Né può mancare Fedele Confalonieri:
«Meno male che è andata così», sospira. C'è anche Gianni Letta, si ferma a cena con Niccolò Ghedini e lo
staff di avvocati. Guidati dalla vera star del giorno: Franco Coppi. Nessuno pensa davvero di trovarsi di fronte
all'ennesimo "rieccolo" dell'ex Cavaliere. Pesano gli anni e una sfilza di procedimenti giudiziari.
Certo, ci sarebbe la Corte di giustizia europea alla quale il leader si aggrappa, nonostante la prudenza dei
suoi legali. Sperare costa poco, in fondo.
REGIONALI Massimo impegno per limitare i danni alle Regionali: è quanto ha chiesto Berlusconi, che andrà
in Campania e Puglia TV E CONVENTION Campagna tv per spiegare agli italiani l'assoluzione e alcune
convention.
Una è prevista a Roma CORTE EUROPEA Berlusconi insiste nel dire che la Corte europea dei diritti
dell'uomo gli restituirà la piena agibilità politica "FORZA SILVIO" L'ultimo passo sarà la rivoluzione nel partito:
chiusa Forza Italia, nascerà "Forza Silvio". Fuori i dissidenti I PUNTI
I PERSONAGGI LA GIOVANE NOEMI Anche Noemi Letizia è a Palazzo Grazioli per festeggiare
l'assoluzione BIANCOFIORE Non poteva mancare la pasionaria berlusconiana Michaela Biancofiore
Foto: LA FESTA DEI MILITANTI In alto Francesca Pascale, la compagna di Silvio Berlusconi Sotto i militanti
esultano davanti a palazzo Grazioli dopo l'assoluzione in Cassazione per il caso Ruby
Foto: NEL PARLAMENTINO Silvio Berlusconi saluta i parlamentari nell'aula del parlamentino di palazzo
Grazioli C'È ANCHE IL FRATELLO PAOLO Paolo Berlusconi a Palazzo Grazioli: si è soffermato a parlare
con i cronisti L'INCONTRO CON VERDINI Fra oggi e domani è previsto il faccia a faccia fra Berlusconi e
Denis Verdini
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 3
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Una parte di Forza Italia voterà le riforme al Senato Silvio torni moderato"
Salvini può essere un compagno di strada ma non può fare l'allenatore che decide la strategia
FRANCESCO BEI
ROMA. «Finalmente Berlusconiè libero, soprattutto libero di riprendersi il suo ruolo naturale di leader di un
centrodestra moderato e riformista». Laura Ravetto, una dei 17 firmatari della lettera aperta a Berlusconi sulle
riforme, non è andata a brindare a palazzo Grazioli.
Perché non era a festeggiare l'assoluzione con gli altri parlamentari? «Sarei andata volentieri, purtroppo
nessuno mi ha avvertita. Comunque mentre altri brindavano io ero in televisione a difendere Berlusconi».
Lei spera in un Berlusconi "moderato e riformista". Negli ultimi tempi si è vista invece una Forza Italia
piuttosto subalterna alla Lega non crede? «Proprio così. Salvini può essere un compagno di squadrae se
gioca bene sono la prima a esserne contenta. Ma non può fare l'allenatore che decide la strategia per tutti.
Questo naturalmente vale anche per Alfano. Il tema che pongo è quello di tornare alla centralità di Forza Italia
e, con Berlusconi di nuovo in campo, ce la possiamo fare».
Il partito sembra piuttosto alla frutta. Sarà dura...
«Io non credo nei partiti novecenteschi. Da noi c'è Berlusconi e sotto di lui è bene che resti il "casino
virtuoso" che c'è stato finora. Personalmente ho difficoltàa riconoscere legittimità alle varie gerarchie, a tutti
questi coordinatori e generali». Ma li ha nominati Berlusconi! «A volte penso che lo abbia fatto più per farli
contenti che non per reale convincimento. Il primo movimentista è proprio lui».
La ministra Boschi sostiene che molti di Forza Italia voteranno le riforme in Senato. È così? «Sono d'accordo
con Boschi. La riforma è cambiata molto rispetto a come la voleva il governo: al Senato c'erano 100 sindaci e
non ci sono più, c'erano 21 senatori nominati dal capo dello Stato e non ci sono più, lo stesso procedimento
legislativo è stato completamente stravolto. Non sono una benaltrista, questa riforma è un netto passo
avanti».
Capitolo Brunetta. Volete farlo fuori da capogruppo con un voto? «Il tema non è la persona Brunetta ma chi
decide la linea del gruppo. Non vorrei che Renato facesse l'errore di prendersela con chi chiede
semplicemente più democrazia, preferendo circondarsi di quelle persone che gli dicono "bravo" e poi, dietro
le spalle, lavorano per essere nominati al suo posto».
PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.forzaitalia.it
Foto: IBELLE Laura Ravetto, ha firmato la lettera per manifestare dissenso sul no alle riforme
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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L'INTERVISTA/ LAURA RAVETTO
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 6
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Rai, Renzi insiste sul manager unico "Canone da abolire" Una rete senza
spot
Oggi al Consiglio dei ministri le linee guida Cda a sette: tre scelti dal Tesoro, tre dalle Camere, uno dai
dipendenti. "Serve un capo vero"
ANNALISA CUZZOCREA
ROMA. Un consiglio di amministrazione composto da sette persone, al posto delle nove di oggi.
E nominato da più fonti: tre membri - uno dei quali sarà l'amministratore delegato - saranno scelti dal
ministero dell'Economia, di fatto l'azionista di viale Mazzini. Tre saranno eletti dalle Camere in seduta
comune, come avviene per gli organi di garanzia, Corte Costituzionale e Csm (uno di questi sarà il
presidente). Mentre l'ultimo componente del cda dovrebbe essere il rappresentante dei dipendenti Rai, una
novità assoluta in Italia, sul modello di quanto avviene nelle aziende tedesche. Quanto alla commissione di
Vigilanza, resterebbe in vita come organismo di controllo, senza i poteri di nomina attuali. Mentre sul canone,
resta l'idea del sottosegretario Antonello Giacomelli di dimezzarlo collegandolo alla bolletta elettrica. Ma ne
spunta una nuova di Matteo Renzi: abolirlo del tutto.
È questo il cuore della bozza di riforma della radiotelevisione pubblica che nel pomeriggio arriverà sul tavolo
del Consiglio dei Ministri in forma di linee guida, e che presto si trasformerà in un disegno di legge da
sottoporre al Parlamento. Nel documento che gira a palazzo Chigi si legge che «riformare il servizio pubblico
significa mettere la Rai nelle condizioni migliori per "informare, educare, divertire", per poter essere la più
innovativa azienda culturale italiana e riscoprire quel ruolo divulgativo che ne ha segnato il primo vero
successo».
È per questo che va cambiata. Ed è in questo senso che, secondo il governo, la legge Gasparri non
funziona. «La Rai ha raccontato e costruito l'identità culturale e sociale del nostro Paese, ma con gli anni la
morsa della burocrazia e dei partiti ha ridotto fortemente la sua capacità di competere, soprattutto a livello
internazionale, indebolendo l'azienda». Quel che viene messo in evidenza è che non essendo «una
municipalizzata di provincia, la prima industria culturale italiana non può sottostare a procedure cavillose
chilometriche o avere l'incubo della Corte dei Conti.
La nostra creatività e professionalità ha le carte in regola per gareggiare con i grandi network a livello
mondiale, per entrare nei mercati internazionali delle produzioni di eccellenza, per esportare all'estero le
fiction che raccontano l'Italia, ma deve essere messa nelle condizioni di farlo.
La Legge Gasparri va esattamente nella direzione opposta, condannando la Rai a subire spaccature e
rissosità del Parlamento».E quindi, noa nuove «architetture barocche» e via a una «guida manageriale vera,
come quella di ogni grande player internazionale». Un capo che decida senza incappare in lungaggini e
pastoie burocratiche.
«Sicuramente la linea è che la governance della Rai deve essere forte, sulla base del merito», ha detto a
Ottoe mezzo il ministro Maria Elena Boschi. «Pensiamo che debbano andarci i più bravi, poi è normale che
l'azionista decide chi deve guidare la società». Altra idea è quella di caratterizzare diversamente i tre canali
principali, lasciandone uno generalista, uno per la sperimentazione, e uno culturale che andrebbe liberato
dalla pubblicità. «Su questo il tema è molto legato al piano editoriale- spiega il deputato pd in Vigilanza Rai
Vinicio Peluffo - devi dare una direzione di marcia, poi saranno i nuovi dirigenti a trasformarla in progetto
credibile».
Di tutto questo Peluffo - che è un po' l'"emissario" di Renzi in Parlamento sulla questione Rai ha parlato
martedì con Roberto Fico. Il presidente della Vigilanza segue la vicenda per i 5 stelle, ha scritto la bozza di
riforma del Movimento ed è stato incaricato a cercare una mediazione da parte dello stesso Grillo. I punti di
partenza dei due progetti appaiono distanti: in quello del Pd c'è un forte ruolo del governo, che ai grillini non
piace. Ma Peluffo è convinto che su molti punti si possa lavorare: «Oltre ai criteri di incompatibilità - spiega
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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La tv di Stato
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 6
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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stiamo ragionando insieme su quelli in positivo, ovvero su quale sia il profilo delle persone che dovrebbero
entrare nella dirigenza Rai. In questo il progetto dei 5 stelle è interessante, e lo è anche quando individua un
processo di controllo del Parlamento, con un'audizione pubblica dei nuovi componenti del cda nelle
commissioni competenti, come avviene per i commissari europei». Quanto alla trasparenza, «ho spiegato a
Fico che portando la Rai sul terreno del codice civile, come noi vogliamo fare, automaticamente dovrà
sottostare alle regole che valgono per tutte le aziende. Non sarà anfibia come oggi. Edè anche per questo
che l'amministratore delegato dovrà essere scelto dal governo». I 5 stelle vorrebbero fosse nominato da un
nuovo cda eletto per sorteggio a partire da una rosa scelta dall'Agcom: «Ma l'Agcom è un ente regolatore,
non di nomina, e l'idea del sorteggio proprio non va. E poi, un amministratore delegato in qualunque azienda
deve avere un mandato preciso, non può essere scelto indistintamente tra i membri di un collegio estratto a
sorte. Il nuovo ad avrà un ruolo forte, molto più dell'attuale direttore generale, che deve andare ogni volta a
trovarsi una maggioranza nel cda di cui non fa parte».
I TEMI MANAGER UNICO Il nuovo amministratore delegato della Rai sarebbe scelto dal ministero
dell'Economia, insieme ad altri due esponenti del nuovo consiglio di amministrazione DIPENDENTI Il settimo
componente del cda dovrebbe essere il rappresentante dei dipendenti Rai, sul modello della Mitbestimmung,
il modello di governance delle aziende tedesche IL CANONE All'idea del sottosegretario Antonello Giacomelli
di collegare il canone alla bolletta elettrica se ne aggiunge una nuova del premier Matteo Renzi: l'abolizione
dell'imposta tout court PRESIDENTE La figura del presidente dovrebbe invece essere individuata tra i tre
consiglieri nominati dalle Camere in seduta comune, come avviene nell'elezione di Consulta e Csm
L'ANTICIPAZIONE Lunedì scorso Repubblica ha anticipato la riforma della Rai volta a superare la legge
Gasparri: un amministratore delegato nominato manager unico a capo dell'azienda. Al Parlamento
demandate mere funzioni di controllo. SU REPUBBLICA
Foto: LINEE GUIDA Matteo Renzi sulla Rai segue il modello usato per la scuola, prima le linee guida, poi un
ddl da presentare in Parlamento. Ma vuole l'approvazione entro l'estate, in tempo per eleggere il nuovo cda
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 11
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"Per disfarsi di me Salvini rischia il Veneto alle ultime europee il più votato
ero io"
Candidarmi? Mi prendo ancora un paio di giorni per decidere. Sono troppo scosso, è stata una botta
tremenda Con l'Ncd contatti ufficiali non ne ho avuti. Non pensavo finisse così. E quella dell'alleanza con
Passera è una bugia Una Lega alleata con l'estrema destra, che tradisce gli ideali del federalismo, spacca il
centrodestra e favorisce Renzi
RODOLFO SALA
MILANO. «Ricordo che alle ultime europee nel Veneto sono stato il candidato più votato della Lega, con oltre
80mila preferenze. Meglio di me solo Alessandra Moretti, ma lei sta in un partito che ha il 40 per cento».
Annotazione maliziosa, quella di Flavio Tosi, il leghista cacciato dal «dittatore» Salvini (così adesso il sindaco
di Verona definisce il suo ormai ex segretario federale) e sempre più in procinto di compiere il passo da lui più
volte annunciato: candidato governatore del Veneto contro Luca Zaia.
Tosi, allora è fatta: lei scende in campo...
«Mi prendo ancora un paio di giorni per decidere. Sono troppo scosso per quello che è successo, è stata una
botta tremenda».
Dica la verità, lei ha già deciso...
«Devo riflettere, sono in una situazione incredibile. Dopo 25 anni di militanza nella Lega ti trovi all'improvviso
fuori da casa tua. È come prendere un pugno nello stomaco».
Però l'aveva messo in conto, lo sapeva che l'avrebbero cacciata. Anzi voleva che finisse così.
«Fino a martedì sera no, pensavo che si potesse ancora fare una mediazione ragionevole, ma poi è arrivato
l'ordine da Strasburgo: mi hanno addirittura cancellato dall'elenco degli iscritti alla Lega, è molto peggio
dell'espulsione: Salvini si è comportato come un dittatore».
Caino e dittatore...
«È tutta colpa sua. Salvini ha messo in conto la possibilità che io mi candidi dopo questa cacciata. È
disposto a correre un grande rischio alle elezioni in Veneto pur di liberarsi di Tosi, che è un uomo scomodo.
Se questa non è una gestione dittatoriale del partito... Lo è molto di più rispetto ai tempi di Bossi».
Addirittura.
«Umberto cercava sempre di mediare, lo ha fatto anche in questa vicenda, nonostante la forte antipatia che
nutre nei miei confronti. Salvini no: non ha voluto la mediazione perché il suo obiettivo era liberarsi di me».
E adesso muoia Sansone con tutti i flilstei, non le rimane che cercare di far perdere Zaia.
«Ripeto, non ho ancora deciso.
Ma qualsiasi scelta io faccia, non sarà dettata da spirito di vendetta». Però le piace ricordare i consensi presi
alle europee: sembra un annuncio, oltre che una minaccia rivolta a Salvini e Zaia. Ma lei quanto vale adesso,
in terra veneta? «Francamente non lo so. Di sicuro sono abbastanza conosciuto, spero e penso di avere un
buon consenso per quello che ho fatto da sindaco. E i dati delle europee sono lì, tutti possono vederli». Tosi,
se lei si candida dividerà il centrodestrae contribuiràa far vincere la Moretti, non pensa? «Al di là di quel che
farò io la responsabilità di questa situazione ricade tutta sulle spalle di chi l'ha creata: Matteo Salvini».
Lei è da tempo che si guarda attorno. Contatti con il Nuovo centrodestra, il suo feeling con Corrado
Passera...
«Con l'Ncd contatti ufficiali non ne ho avuti. Non pensavo finisse così. E quella dell'alleanza con Passera è
una grossa bugia messa in giro da qualcuno che sta nella Lega».
Ma con l'ex ministro di Monti lei intrattiene rapporti più che buoni. Ed è ricambiato...
«Il partito di Passera non parteciperà alle elezioni nel Veneto, è stato lui stesso a escluderlo».
Però con i centristi di Area popolare - Ncd e Udc - il dialogo è aperto, non è così? «Prima devo decidere se
candidarmi o meno. E se così fosse, dovrei basarmi innanzitutto sulle mie forze».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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INTERVISTA Flavio Tosi "Mi cacciano dopo 25 anni nel movimento è come prendere un pugno nello stomaco
questa è una gestione dittatoriale del partito"
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 11
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
89
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Cioè ripartire dalla lista Tosi, quella che l'ha fatta rivincere a Verona senza l'allora Pdl? «Vedremo. La
leadership di Salvini è basata sull'idea che la Lega sia un contenitore di destra dove si urla contro l'euro
senza proporre una visione più utile dello stare all'opposizione. Una Lega alleata con l'estrema destra, che
tradisce gli ideali del federalismo e in cui non ci può essere spazio per la voce critica di Tosi. Tutto questo
divide il centrodestra e nella prospettiva nazionale non fa altro che favorire Renzi». Quindi che cosa bisogna
fare? «Io cerco di aggregare tutto il centrodestra, partendo dal centro per poi includere anche forze più
radicali. Solo così si può sperare di competere con Renzi».
E si può cominciare nel Veneto, con la sua candidatura a governatore...
«Prima della frattura era un'ipotesi impossibile. C'era la candidatura unica di Zaia, e io ero d'accordo, purché
fosse rispettata l'autonomia della Liga veneta. Adesso il sottoscritto valuta qualsiasi possibilità. L'avevo già
detto: se non sono più segretario della Liga, liberi tutti» Tosi candidato, quante possibilità ci sono da uno a
dieci? «Non do i numeri, non siamo alla lotteria. «.
Salvini dice che Zaia vincerà anche contro Gesù bambino...
«Stia attento, mai abbandonarsi a gufate così clamorose».
Ma secondo lei la Lega è finita? «Non è più quella che io ho conosciuto».
I PERSONAGGI SALVINI L'eurodeputato e segretario della Lega l'altro ieri ha "preso atto" della decadenza di
Flavio Tosi dal partito BOSSI L'ex leader della Lega, Umberto Bossi, ha accusato Tosi di avere da tempo un
accordo segreto con Corrado Passera ZAIA Il presidente del Veneto, Luca Zaia, succeduto a Galan, è a
caccia del secondo mandato. Lo sfida Alessandra Moretti del Pd
SUL VENERDÌ I VITALIZI DELLA SICILIA Domani, sul Venerdì , un servizio sui vitalizi infiniti concessi
dall'Assemblea regionale siciliana agli eredi dei deputati
Foto: IN CAMPO Flavio Tosi, sindaco di Verona, appena espulso dalla Lega
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 12
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"I limiti sono giusti aprire ai non sposati significa favorire i gay"
Assurdo pensare che attraverso l'affido gli omosessuali possano aggirare la legge Ma sul divorzio voteremo
contro: il matrimonio è una cosa seria, non ci si lascia da un giorno all'altro
(m. n. d. l)
ROMA. Il senatore Carlo Giovanardi è soddisfatto: «Abbiamo aperto alle coppie affidatarie la possibilità di
adottarei bambini a cui già fanno da genitori, ma abbiamo fermato ogni tentativo di accesso per i single, o
magari per i gay...». Esponente di Ncd, membro della commissione Giustizia del Senato, Giovanardi, afferma
di aver difeso, ieri «il principio della famiglia tradizionale». La famiglia composta cioè da madre e padre
«Naturalmente, non ne esiste un'altra. Il luogo migliore dove un bambino può crescere».
Ma non le sembra una discriminazione? Oltre la metà dei genitori affidatari sono single. Anche i bambini che
vivono in queste famiglie hanno diritto alla "continuità di affetti".
«E infatti la possono avere attraverso l'adozione speciale. come già avviene. Ma devono essere casi
attentamente valutati dai giudici. Perché non si creino scorciatoie pericolose. L'affido è una strada difficile».
I bambini si sentono "sospesi" tra due famiglie? «Sì, ci vuole grande equilibrio. Il principio deve essere quello
del ritorno del minore nella sua famiglia d'origine. Ma spesso non accade, anche se ci sono le condizioni,
perché magari i bambini si sono ormai abituati ad altri affetti. Insomma ci vuole cautela».
Oggi si voterà il "divorzio breve". Che farete? «Voteremo contro. Per due motivi. Siamo fortemente contrari
all'emendamento Filippin che propone il "divorzio immediato", quello senza separazione, dove ci si sposa il
lunedì e si può divorziare il martedì. Ma riteniamo anche che i tempi tra la separazione e il divorzio, previsti
dal testo approvato in commissione, siano troppo brevi».
Probabilmente il "divorzio immediato" verrà stralciato...
«Una decisione giusta. Sembrava un specie di "matrimonio in prova". Resta il testo base, sul quale non
siamo d'accordo. Infatti presenteremo un emendamento: in caso di separazione giudiziale e in presenza di
figli, devono passare diciotto mesi, non meno di un anno se consensuale». Lei sa che decisa la separazione
quasi nessuno ci ripensa. A che servono tempi più lunghi? «A tutelare i figli ad esempio.
Ea ribadire che la famigliaè una cosa seria e non è giusto divorziare da un giorno all'altro. Non mi sembra
poco».
Foto: DEMOCRAT
Foto: CENTRISTA Carlo Giovanardi è senatore dell'Ncd
Foto: Francesca Puglisi è stata eletta al Senato nelle liste del Pd
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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L'INTERVISTA /1 GIOVANARDI (NCD)
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Così diamo una famiglia a migliaia di bambini ma si poteva fare di più"
(m.n.d.l)
ROMA. Francesca Puglisi, senatrice Pd, e prima firmataria della legge sulla «continuità degli affetti», non
nasconde quanto per lei quel testo fosse importante. «Ci sono state troppe storie di sofferenza dietro affidi
che non potevano diventare adozioni, di genitori che perdevano, per sempre, le tracce dei bimbi che avevano
allevato per anni... Ora finalmente abbiamo fatto un passo in avanti verso i diritti dei più piccoli».
Lei però ha dovuto ritirare l'emendamento che allargava ai genitori single la possibilità di adozione. Una
sconfitta? «No, ho fatto un passo indietro per far fare un passo in avanti ai bambini. A volte il meglio è nemico
del bene. Quando ho capito che per quella norma sui single, il testo non sarebbe passato, ho preferito far
approvare la legge». Ma perché tanta paura dei single? In molti casi sono i tribunali stessi a concedere loro la
possibilità di adottare...
«Infatti, e speriamo che i giudici incentivino l'uso delle "adozioni speciali". Ma la verità è che la parola single
evoca la parola gay» E allora? «C'è una sorta di terrore, trasversale, sul fatto che attraverso l'istituto
dell'affido le persone omosessuali possano aggirare la legge sulle adozioni.
Un'assurdità». Però lei ha scelto il compromesso. «Sì, perché così posso già tutelare migliaia di bambini.
Oggi nessun affido dura i due anni previsti, i minori restano sospesi per anni. E ce ne sono ancora
quattordicimila fuori dalle famiglie. Ma credo che sull'ostilità ai single abbia pesato anche il dibattito sulle
unioni civili». In che senso? «Il testo sulle unioni civili prevede la stepchild adotion, cioè la possibilità di
adozione all'interno della coppia omosessuale. Credo che la diffidenza verso quel provvedimento si sia
riverberata anche sugli affidi».
Oggi si vota il divorzio breve.
Anche qui il Pd dovrà fare una retromarcia sul "divorzio immediato".
«Il testo uscito dalla Camera è ottimo. L'importante è approvare una legge che l'Italia aspetta da trent'anni e
che cambierà la vita di migliaia di famiglie. Il "divorzio immediato" verrà stralciato».
Ce la farete anche con l'opposizione di parte della Destra? «I voti ce li abbiamo. Possiamo farcela.
Speriamo».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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L'INTERVISTA /2 PUGLISI (PD)
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 18
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Quello dei collettivi un atto squadrista così si mette in pericolo la
democrazia"
L'ex procuratore di Torino si definisce disgustato "Giustificano l'illegalità e attaccano me e gli intellettuali
invece di dire basta stanno zitti" "Non potevo mettere a rischio la sicurezza di tanti giovani che volevano un
libero confronto "L'Alta velocità è diventata un feticcio per contrabbandare nefandezze assortite, violenze
comprese
MARIO NERI
C A S E L L I , " t o r t u r a t o r e " , "boia", un "complice" della strategia della tensione e della P2: gli studenti
del Collettivo la accusano di ogni nefandezza. ? «Sono disgustato e preoccupato perché questi studenti dei
Collettivo sono ignoranti, idioti e pericolosi, per la democrazia e la libertà degli altri. Sono preoccupato perché
oltre ad essere dei violenti, distorcono la realtà a loro uso e consumo per giustificare quello che non è altro
che squadrismo di marca tipicamente fascista».
Perché ha deciso di rinunciare alla lezione? «Per non mettere a rischio la sicurezza di tanti giovani, uomini e
donne, che a Firenze avrebbero voluto partecipare a un libero confronto. Questi poveri ignoranti non hanno
rispetto neppure per le vittime di mafia e per coloro che vogliono ricordarle».
È convinto che ci fossero veramente rischi per la sicurezza? O presentarsi le è stato sconsigliato dalla
polizia? «No, le forze dell'ordine si sono dimostrate attente. Il problema non è che non mi sentissi abbastanza
protetto, il problema è un altro. Sono in pericolo libertà e diritti fondamentali, qe quindi la democrazia, non ne
faccio una questione personale».
Che cosa più la sorprende in quello che è accaduto? «Sostenere che la strategia sanguinaria e bestiale delle
Brigate Rosse e di Prima linea sia stata invece un 'movimento sociale di operai e contadini verso una società
più giusta',è un'affermazione semplicemente idiota. Sostenere che durante la mia esperienza a Palermodove sono andato volontariamente dopo la morte di Falcone e Borsellino per servire il mio Paese - avrei
rinunciato all'intransigenza legalitaria. Anche questa, di nuovo, è una colossale idiozia. Basterebbe ricordare i
650 ergastoli e l'infinità di anni di reclusione inflitti a centinaia di mafiosi, senza contare i processi contro
imputati eccellenti come Andreotti e Dell'Ultri. Per il Collettivo niente di tutto questo è avvenuto, anzi per loro
io avrei "sposato completamente la ragion di Stato".I Collettivi avrebbero la pretesa di non far applicare la
legge a chi commette reati nell'ambito del movimento contro la Tav.
Una pretesa antidemocratica e assurda, salvo considerare la legalità come un paio di ciabatte da indossare
solo quando fa comodo».
È la prima volta che subisce contestazioni così forti? «Da questi ambienti incivili è arrivato di tutto. Tra l'altro
osservo che, mentre a Firenze questi scalmanati si esercitavano in intimidazioni fasciste, a Torino i loro
compari imbrattavano un'aula intitolata a Borsellino all'università. Dovrebbero essere gli intellettuali a dire
basta e invece sempre più spesso stanno zitti. E così lasciano campo all'intolleranzae alla prepotenza, senza
rendersi conto che è in pericolo la democrazia».
Che effetto le fa pensare al fatto che antagonisti, collettivie alcune frange della galassia No Tav in Italia si
accreditino come un movimento di sinistra? «Senza nessun parallelismo, ci mancherebbe, mi sembra di
ricordare che ragionassero, si fa per dire, così anche i brigatisti rossi. Penso al vecchio detto che il sonno
della ragione genera mostri».
Questi studenti la descrivono come "un inquisitore che ha dedicato l'intera vita alla difesa degli interessi
economici e politici dominanti, sia legali che illegali, contro i movimenti politici e sociali". Che idea si è fatto lei
della questione Alta velocità? «Si inventano una storiae se la raccontano a proprio piacere. La Tav non
c'entra, è diventata un feticcio buono per contrabbandare nefandezze assortite. La realtà incontrovertibile è
questa: è più che legittimo discutere dei costi, dell'opportunità e dell'impatto ambientale dell'opera ma i reatie
la violenza sono sempre fuori della democrazia, specie se si rivolgono contro gli inermi lavoratori del cantiere
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
92
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
INTERVISTA
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 18
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che sono lì per guadagnarsi la giornata».
Foto: INSULTI Le scritte intimidatorie contro Caselli. Sotto, studenti imbavagliati in difesa dell'ex pm
Foto: MAGISTRATO Gian Carlo Caselli, ex procuratore di Torino: ha indagato sui No Tav
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La Repubblica
Pag. 20
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"Il diritto al cibo è l'emergenza globale così Expo diventerà un tavolo della
pace"
La Carta di Milano chiamerà in causa tutti nella lotta allo spreco e nell'educazione alimentare
ORIANA LISO
"MILANO. «Durante i sei mesi di Expo arriveranno a Milano cinquanta leader da tutto il mondo: in questi anni
tutti i focolai di crisi e di guerra hanno sempre avuto a che vedere con questioni alimentari. Anche per questo
Expo potrà essere un momento di confronto e di lavoro diplomatico importantissimo».
Maurizio Martina, ministro all'Agricoltura con delega ad Expo: pensa davvero che l'Esposizione che si
inaugura tra 50 giorni possa servire per un confronto politico tra i leader mondiali? «Da Milano lanceremo la
sfida ai governi sulla questione del diritto al cibo.
Ma sono certo che potrà esserlo anche per un confronto più ampio tra i Paesi partecipanti: ci saranno il
presidente russo Vladimir Putin, il premier giapponese Shinzô Abe, leader tedeschi, spagnoli, africani,
l'amministrazione americana sarà rappresentata ai massimi livelli. Non riesco a pensare a un altro evento che
possa consentire un'operazione di questo tipo».
I leader mondiali non saranno tutti insieme a Milano, però. «Arriveranno nell'arco del semestre, ma Expo
sarà il contenitore di un confronto mondiale. Un progetto che per noi parte dalla Carta di Milano: il 28 marzo a
Firenze avremo il secondo appuntamento per raccogliere le idee su questo protocollo, che consegneremo il
16 ottobre al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.A Firenze saranno in tantia dare il loro contributo ad
Expo: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Romano Prodi, da Emma Bonino fino al premio
Nobel Aung San Suu Kyi».
Qual è l'obiettivo della Carta di Milano? «Vogliamo fare dell'Italia la patria non solo del buon cibo, ma
soprattutto del diritto al cibo. A Roma abbiamo già la Faoe altri organismi internazionali legati a questo tema:
con Expo imporremo la nostra leadership. La Carta conterrà gli obiettivi che le Nazioni Unite dovranno
perseguire, come impegni prioritari, nel prossimo millennio, chiamerà in causa istituzioni, imprese e singoli
nella lotta allo spreco, nell'educazione alimentare, nella salvaguardia del suolo e nel contrasto alle
speculazioni». Sembra un grande libro dei sogni, non crede? «No: è già in atto a livello mondiale una
mobilitazione delle coscienze - dei singoli, dei governi, delle aziende - su temi come la contraffazione del
cibo, la sua tracciabilità. Anche paesi come il Giappone, che fino a un anno fa non voleva sentir parlare di
questi temi, ora si stanno aprendo, perché capiscono che non possono sottrarsi a questa sfida per il futuro.
Quando dicono che Expo non ha contenuti, rispondo: eccoli, sono questi». Molti considerano Expo un grande
luna park, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, una torta da spartire per affari illeciti.
«Il lavoro di quest'ultimo anno sta facendo la differenza, tante delle critiche si stanno svuotando davanti ai
contenuti che presentiamo. Anche gli interventi di Papa Francesco e del presidente Lula hanno dimostrato
che Expo non è il luna park che qualcuno pensa. Quando poi abbiamo deciso di scegliere l'Autorità
anticorruzione come soggetto forte di controllo abbiamo dimostrato come volevamo fermare gli interessi
illeciti su Expo, tanto che adesso il modello di collaborazione che abbiamo creato verrà utilizzato per il
futuro».
A questo punto mancano 50 giorni all'inaugurazione, ci sono dei ritardi evidenti. Pensate di essere pronti?
«Si lavora a oltranza per questo e si lavorerà fino all'ultimo, guai a chi pensa che la strada sia in discesa.
Anche il commissario Giuseppe Sala ha ricordato che le Expo recenti, come quella di Shanghai, hanno
aperto con qualche padiglione non ancora ultimato, ma nel complesso saremo prontissimi».
È arrivato il momento per il premier Matteo Renzi di pensare davvero ad Expo? Finora non è sembrato un
tema importante, nella sua agenda.
«È un'impressione sbagliata, ha lavorato per risolvere tanti passaggi delicati e per portare a casa
personalmente alcune adesioni, l'ultima, l'Olanda. E domani saremo sul sito di Expo per ringraziare quegli
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L'INTERVISTA
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 20
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oltre 5mila operai che lavorano giorno e notte con passione ed entusiasmo».
Foto: LE APERTURE La Certosa di Trisulti a Collepardo (Fr), il Palazzo Ducale di Sassuolo (Mo) e la Cantina
Spagnola di Laterza (Ta)
Foto: Il ministro Maurizio Martina
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 26
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Montezemolo attacca le Fs "Contro Ntv una strategia per farci morire"
Ascoltato a Viareggio con Della Valle "Mauro Moretti dominus assoluto con cultura da monopolista"
FRANCA SELVATICI
CHE non corresse buon sangue tra Ntv e Ferrovie lo si sapeva da tempo. Per la precisione fin dal 2006, anno
di nascita del primo concorrente privato a correre sull'alta velocità. Da allora gli scontri, le polemiche, fino alla
carta bollata, si sono alternati senza tregua. E ieri, si è raggiunto un nuovo picco nel corso della
testimonianza di Luca di Montezemolo, ex presidente di Ntv e azionista del vettore ferroviario: «Le Fs ci
dovrebbero ringraziare perché è arrivata la concorrenza e l'alta velocità è molto migliorata» ha detto ieri nel
corso della testimonianza a Lucca, con Diego Della Valle e con l'ex ad Giuseppe Sciarrone, al processo per
la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, costata la vita a 32 persone, morte carbonizzate o
dilaniate dalle esplosioni del gpl.
I tre testi erano stati convocati per ricostruire il ruolo dell'ex capo di Ferrovie Mauro Moretti, uno dei 33
imputati, ritenuto dalla procura il dominus assoluto di tutte le società della holding.
Montezemolo, Della Valle e Sciarrone hanno ricostruito «l'ostruzionismo continuo» di Ferrovie. «E' stata una
guerra», ha ammesso l'avvocato di Moretti, Armando D'Apote, attribuendo però la resistenza di Ferrovie alla
«sacrosanta preoccupazione per la sicurezza». Usando un linguaggio preso in prestito dal calcio,
Montezemolo ha spiegato: «Era come se l'allenatore della squadra concorrente fosse anche l'arbitro». Tutti
hanno riconosciuto la grande competenza di Moretti, ricordando però «la sua cultura monopolista», il suo
metodo («tentare di intimorire chiunque lo attaccasse»), «il consenso politico trasversale» di cui godeva, il
suo atteggiamento «ai limiti dell'offensivo» sulla qualità dei treni Italo («i treni più moderni prodotti dall'azienda
più importante del mondo», ha detto Montezemolo) e sulle dimensioni finanziarie di Ntv. E «i fortissimi
disturbi»: le difficoltà frapposte alle prove dei nuovi treni ai fini dell'omologazione, le tariffe da dumping sulle
tratte in concorrenza, la cancellata alla stazione Ostiense che costringeva i passeggeri di Italo a un lungo e
tortuoso percorso.
Foto: AL VERTICE Luca Cordero di Montezemolo è stato presidente di Ntv e ne è tuttora socio
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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IL PUNTO
12/03/2015
La Repubblica
Pag. 26
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Nel decreto Popolari nuove norme sulla portabilità dei c/c Previste sanzioni fino a 64.500 euro per dirigenti e
impiegati M5S chiede un'indagine conoscitiva con l'appoggio di Fi, Lega, Sel e minoranza Pd Bcc, oggi
riunione di Federcasse Davide Serra in Consob
VITTORIA PULEDDA
MILANO. Disco verde della Camera ai singoli articoli del decreto legge sulle Popolari, che in realtà contiene
anche le nuove regole sulla portabilità dei conti correnti, sulla Sace e sulle start up innovative. Oggi in
mattinata è programmato il voto finale sul decreto legge, che poi passerà al Senato.
Poche le modifiche apportate al testo varato in commissione e nessuna al famigerato articolo 1 del decreto,
quello sulla trasformazione in spa delle popolari con attivi superiori agli otto miliardi. La Camera ha approvato
il testo varato in commissione, che mette un tetto temporaneo (24 mesi) al 5% ai diritti di voto negli istituti
appena trasformati in società per azioni e bocciato tutti gli altri emendamenti presentati in Aula.
L'altro punto forte del decreto, che impatta direttamente sulla vita dei consumatori, è la portabilità del conto
corrente.
La Camera ha votato all'unanimità il nuovo testo, ora in sintonia con quanto previsto dalla Direttiva
comunitaria del 23 luglio scorso. Ebbene, d'ora in poi cambiare banca e trasferire il conto (comprensivo di tutti
gli annessi, dagli ordini permanenti di bonifico, agli addebiti diretti ricorrenti) sarà interamente gratuito e il
processo dovrà avvenire al massimo entro «dodici giorni lavorativi dalla ricezione dell'autorizzazione del
consumatore».
Non solo: chi sbaglia - nelle banche - paga: al consumatore andrà un indennizzo (da stabilire con i decreti
attuativi) in caso di inadempienza, mentre per i dirigenti e i dipendenti delle banche scatteranno multe
comprese tra 5 mila a 64 mila euro.
Banche e intermediari finanziari avranno tre mesi di tempo per adeguarsi alle nuove norme.
«Sono soddisfatto - spiega Marco Causi, relatore alla Camera del provvedimento - abbiamo un intervento
sulle Popolari che si aspettava da tanti anni e sulla portabilità dei conti di pagamento abbiamo recepito
interamente la direttiva comunitaria e abbiamo inserito elementi aggiuntivi migliorativi». In particolare, la
portabilità è stata estesa ai dossier titoli, è stato previsto un indennizzo in caso di mancato rispetto delle
regole e sono stati ampliatii parametri di trasparenza informativa.
Dopo il voto di stamane si passerà al Senato. La contrarietà alle norme sulle popolari non è certo
scomparsa: ieri in un'audizione a Palazzo Madama, Assopopolari è tornata a parlare di «evidenti elementi di
incostituzionalità». E il Movimento 5 Stelle chiede un'indagine conoscitiva che, ha detto Alessio Villarosa,
verrà sottoscritta anche da FI, Lega, Sel e dalla minoranza Pd, come ha confermato in serata Stefano
Fassina. Sempre in tema di popolari, ieri il finanziere Davide Serra è stato sentito in audizione dalla Consob,
che ha acceso un faro sull'andamento dei prezzi delle popolari quotate.
Ma c'è un altro pezzo di sistema bancario in movimento, quello delle Bcc. Oggi si terrà il consiglio di
Federcasse, l'associazione di categoria, per varare il progetto di autoriforma. Secondo gli umori della vigilia,
tuttavia, l'ok definitivo potrebbe slittare, perché le varie anime delle 380 Bcc non hanno ancora trovato
unanimità di intenti.
Apple BLACK-OUT ALLO STORE Per ore, ieri, si sono bloccati i servizi iTunes e App Store di Apple per
un'avaria tecnica che ha costretto la società di Cupertino a scusarsi "Si tratta di un errore interno Dns". I due
servizi generano, in media, entrate per 50 milioni di dollari al giorno. La grave avaria, a due giorni dal lancio
dell'Apple Watch
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Conti correnti trasferiti in dodici giorni gratis o multe salate ai bancari
12/03/2015
La Stampa
Pag. 3
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Ma per l'ex premier cade l'alibi dei processi
Adesso tutti i nodi politici vengono al pettine
UGO MAGRI ROMA
Alla domanda su quanto cambierà la politica italiana, dopo che Berlusconi è stato ri-assolto, la risposta quasi
corale è: «Poco o nulla». Lo sostengono gli avversari interni, incominciando da Fitto che alza le spalle e
confida: «I nodi da sciogliere rimangono esattamente gli stessi di prima». E pure gli amici del Cav, quelli
meno inclini alla propaganda, riconoscono che la sentenza gli innalzerà il morale, ma di qui a promettere un
nuovo inizio, a immaginare il principio della riscossa, addirittura un bis della discesa in campo, beh, ne corre
parecchio. Al massimo profetizzano un mini-rimbalzo nei sondaggi, come del resto era accaduto dopo la
prima assoluzione in Corte d'Appello 8 mesi fa: quasi 2 punti guadagnati di colpo e andati persi altrettanto in
fretta poiché ciò che gli elettori di centrodestra rimproverano a Berlusconi (ecco cosa risulta dalle rilevazioni
riservate sul suo tavolo) non ha nulla a che vedere con le vicende giudiziarie e molto ne ha semmai con la
carenza di idee originali, con gli ondeggiamenti pro e contro Renzi, con l'immagine berlusconiana di leader
debole in un partito mai così litigioso... Per uno strano paradosso su cui tutti i sondaggisti convengono, il
rischio da cui l'ex premier dovrà guardarsi d'ora in avanti consiste proprio nella fine della «persecuzione
giudiziaria», che priva Berlusconi dell'alibi fin qui sempre sbandierato per motivare il crollo nei consensi:
«Sfido io che perdiamo voti», sosteneva, «è perché ho le mani legate, perché sto scontando i servizi sociali,
perché passo tutto il mio tempo con gli avvocati e non ho la testa per la politica...». Ecco, questa
giustificazione non funzionerà più. Ormai lui è libero di spostarsi e, tempo qualche settimana, gli verrà
restituito pure il passaporto. Per andare dove? «In vacanza», ci scherza sopra. Non è che ai vertici Ppe lo
attendano in ansia, anzi si può immaginare l'espressione di Frau Merkel quando se lo ritroverà davanti. Con
Putin e con il turco Erdogan l'ex premier ha mantenuto i legami, ma la grande politica internazionale è un'altra
cosa. Lancerà la rimonta già dalle prossime Regionali, garantisce convinta la portavoce Deborah Bergamini.
Sapendo però che la strada è erta come una salita, se Forza Italia riuscirà a strappare un solo governatore su
7 sarà già un trionfo. Di viaggiare su e giù per la Penisola non se ne parla nemmeno, troppo faticoso a quasi
80 anni, tutt'al più un paio di comizi e tanta televisione. Ma la crisi dei talk-show non lo aiuta, «bucare» il
piccolo schermo sarà più difficile che nelle edizioni passate. Né Silvio appartiene alla generazione della rete e
dei tweet, lui che è di un'altra era rispetto per esempio a Salvini. Il quale saluta con gioia l'assoluzione, ma
privatamente si domanda se dietro il verdetto non ci sia l'«aiutino» dei poteri forti, e scommette che tempo
pochi mesi Silvio tornerà a trescare con l'altro Matteo, quello di Palazzo Chigi... Le alleanze sono come una
tela che continuamente si disfa. Forza Italia, invece, è un insulto all'idea di partito che Berlusconi ha sempre
vaticinato. «Ora finalmente me ne occuperò a fondo», è il suo motto di queste ore. Ma il lunedì resta dedicato
ai figli e all'azienda, dal martedì al giovedì calerà a Roma come del resto ci veniva già prima, al massimo in
futuro si tratterrà nella Capitale la mattina del venerdì. Basteranno quattro ore in più di colloqui ogni settimana
per rimettere in riga i fittiani, scompaginare le truppe di Verdini e sconfiggere l'esercito sterminato dei
malpancisti? Gasparri, che conosce l'ambiente, pensa positivo. E segnala: «Almeno questa sentenza ci dà il
tempo per un nuovo tentativo, in caso di condanna sarebbe stata una tragedia». Tra tirare a campare e tirare
le cuoia, avrebbe detto Andreotti, meglio la prima delle due.
Tre potenziali delfini Brunetta Il capogruppo di Forza Italia alla Camera ha incassato una vittoria riuscendo a
portare tutto il gruppo a non votare il ddl Boschi Verdini Il plenipotenziario di Berlusconi per le riforme, nonché
loro coautore con Renzi, è finito isolato, ma ha una truppa ancora forte nel gruppo Fitto Da sempre avverso al
dialogo con Renzi, ha previsto che il dialogo si sarebbe rotto, ma non ne ha incassato il dividendo
Foto: ANSA
Foto: ANSA
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Retroscena
12/03/2015
La Stampa
Pag. 3
(diffusione:309253, tiratura:418328)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Foto: Scenari Alla domanda su quanto cambierà dopo che Berlusconi è stato ri-assolto, la risposta quasi
corale in Forza Italia è: «Poco o nulla»
Foto: Fitto Per il leader della minoranza interna le cose restano come sono «I nodi da sciogliere rimangono
esattamente gli stessi di prima»
Foto: Sondaggi Tutti i sondaggisti convengono, il rischio da cui l'ex premier dovrà guardarsi d'ora in avanti
consiste proprio nella fine della «persecuzione giudiziaria»
12/03/2015
La Stampa
Pag. 5
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"Dopo questa sentenza più difficile la condanna per concussione"
Tranfa, il giudice che si dimise in dissenso dall'assoluzione "Vorrei sapere se la Cassazione ha deciso
all'unanimità"
PAOLO COLONNELLO MILANO
In fondo se c'è una persona cui la sentenza Berlusconi ha davvero cambiato la vita, questi è il giudice Enrico
Tranfa, il presidente della corte d'Appello che un minuto dopo aver depositato le motivazioni del verdetto con
cui il Cavaliere veniva prosciolto, si dimise in dissenso con la decisione da lui stesso firmata. Ora si gode la
pensione e osserva da lontano i mal di pancia dei colleghi. Dunque, dottor Tranfa, dopo la decisione dell'altra
sera della Cassazione, possiamo dire che le sue dimissioni sono state inutili? «No, io ho fatto solo una
personale scelta di vita». Che non fu legata all'esito della sentenza? «Questo è un dato che non interessa,
potrebbe essere legata oppure no». Veniamo al dunque: è stato giusto assolvere definitivamente Berlusconi?
«Dicevano gli antichi che una sentenza definitiva non è quella più giusta ma semplicemente un punto fermo
su una vicenda. Questo fa la Cassazione, non vuol dire che sia condivisibile». Qui per mettere dei punti ci
sono volute 10 ore di camera di consiglio. Cosa significa? «Che la questione era ed è discutibile. In casi
come questo, per esempio, sarebbe molto meglio se ci fosse la possibilità di sapere cosa succede nelle
camere di consiglio, se ci sia stata decisione unanime oppure no. Insomma, credo che la segretezza oggi non
abbia più molto senso. Non vi sarebbero dietrologie di alcun tipo, comprese quelle per le mie dimissioni». Voi
in Appello, ad esempio, come decideste? Spaccandovi? «Mi spiace, ma il segreto vige tutt'ora e non ho
intenzione di violarlo». Domanda di riserva: era giusto assolvere così un premier che nel cuore della notte
aveva chiesto a un funzionario di polizia di liberare la «nipote di Mubarak» ben sapendo che si trattava di una
«balla colossale»? «Così hanno ritenuto i giudici. Soprattutto quando non c'è una prova scientifica o
testimoniale, si arriva a un punto in cui bisogna operare una scelta. Ma ci deve essere un dubbio ragionevole,
quindi se non si può condannare si deve assolvere. Una sentenza è sempre un atto di volontà e il fatto va
valutato nella sua interezza e logicità». In questo caso c'erano due verdetti contrapposti, due atti di volontà
ben diversi su un unico fatto storicamente accertato. «La differenza è questa: in primo grado, pur essendo
intervenuta la legge Severino sulla concussione, il tribunale ha ritenuto che quei comportamenti della notte
del maggio 2010, ovvero quanto ottenuto dalla Questura, fossero frutto di una pressione costrittiva. Invece la
corte d'Appello ha ritenuto esclusa l'esistenza di una minaccia esplicita perché nessuno ha mai dichiarato che
c'era stata una minaccia, e ha valutato che non fosse nemmeno implicita». Se la procura avesse indagato
anche i poliziotti, sarebbero cambiate le cose? «Non lo possiamo dire, certo rimane un'ombra sul
comportamento dei funzionari». Ci vollero 7 minuti per accertare che Ruby non era nipote di Mubarak. Perché
il dirigente della Questura non richiamò il premier avvertendolo dell'equivoco? «In aula ha raccontato di non
averci pensato». Non c'è un'altra logica? Il timore di un'ulteriore pressione? «Questo fa parte delle valutazioni
che poi uno opera». La sua personale? «Non posso dirlo, segreto». Come si dimostra a questo punto una
concussione? «Dopo la legge Severino è diventato un reato di difficile accertamento, perché al di là della
minaccia esplicita o implicita, non è comunque scontato che si possa dimostrare. Con questa sentenza poi...
Speriamo che le motivazioni chiariscano». Se il segreto non fosse esistito, possiamo pensare che avrebbe
rinunciato alla pensione ancora per un po'? «Lei è libero di pensarlo e non è un pensiero stravagante».
Le tappe n Silvio Berlusconi era stato condannato nel processo di primo grado a sette anni per concussione
e prostituzione minorile n Enrico Tranfa presiedeva la Corte d'Appello che ribaltò la prima sentenza,
assolvendo Berlusconi per entrambi i reati n Dopo aver depositato le motivazioni, Tranfa annunciò
pubblicamente le dimissioni dalla magistratura, in dissenso da quella sentenza di assoluzione Enrico Tranfa
Ex magistrato Dicevano gli antichi che una sentenza definitiva non è quella più giusta ma semplicemente un
punto fermo su una vicenda. Questo fa la Cassazione, non vuol dire che sia condivisibile
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Intervista
12/03/2015
La Stampa
Pag. 5
(diffusione:309253, tiratura:418328)
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Foto: In Aula Enrico Tranfa pronuncia la sentenza d'Appello sul caso Ruby
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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12/03/2015
La Stampa
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Pronta la Rai modello Renzi un solo capo scelto dal governo
La proposta in consiglio dei ministri: rappresentati Parlamento, Tesoro e per la prima volta anche i dipendenti
FABIO MARTINI ROMA
Questa sera, nel salone del Consiglio dei ministri, inizierà a calare il sipario sulla Rai che gli italiani hanno
conosciuto negli ultimi 40 anni, la Rai della epocale riforma del 1975: la Rai delle mille voci ma anche della
lottizzazione. Del Tg1 sempre filo-governativo e del Tg3 sempre di opposizione. Del canone pagato (ed
evaso) a macchia di leopardo. La Rai che passò dal controllo del governo a quello del Parlamento. Oggi il
presidente del Consiglio avvierà nel Cdm una discussione tra i suoi ministri attorno ad alcune linee-guide di
riforma, destinate a diventare un ddl governativo già da stasera o al massimo nei prossimi giorni. Ma la
decisione fondamentale sulla governance della "nuova" Rai è già presa e Matteo Renzi l'ha lasciato intendere
l'altra notte, nel corso di un incontro con i parlamentari pd del ramo comunicazione. Il presidente del Consiglio
vuole adottare un modello Spa, con un «capo azienda» (amministratore delegato o un direttore generale), di
nomina governativa, con un Cda di 7 membri: tre eletti in seduta comune dal Parlamento (tra questi sarà
scelto il Presidente), tre indicati dal ministero dell'Economia e uno in rappresentanza dei dipendenti Rai,
novità sul modello tedesco della mitbestimmung, la compartecipazione. Resterebbe la commissione di
Vigilanza come "cane da guardia" - non si sa ancora con quanti "denti" - del servizio pubblico. Il tutto è stato
chiarito in una bozza di documento preparata da Renzi per il Cdm di oggi: «La Rai non è una municipalizzata
di provincia: la prima industria culturale italiana non può sottostare a procedure cavillose o avere l'incubo
della Corte dei Conti», «la nostra creatività può gareggiare con i grandi network a livello mondiale, per entrare
nei mercati internazionali, per esportare all'estero le fiction che raccontano l'Italia». Per farlo «non servono
architetture barocche che complichino le cose, ma una guida manageriale, come quella di ogni grande player
internazionale, un capo che possa decidere», che sia messo al riparo dalle «dalle rissosità del Parlamento».
E quanto alle tre reti ammiraglie, si va verso una «specializzazione tematica». L'ipotesi sarebbe quella di una
RaiUno generalista, una RaiDue per innovazione e sperimentazione, e una RaiTre a carattere culturale,
preferibilmente senza pubblicità. Resta ancora aperto il dibattito sul canone tra l'ipotesi del collegamento con
la bolletta elettrica, in passato avanzata dal sottosegretario Antonello Giacomelli, e l'idea di Renzi della
eliminazione tout court dell'imposta. Consiglio dei ministri importante, quello di oggi ( si varerà anche il ddl
scuola) e nel corso del quale nessuno metterà in discussione l'architrave della Rai di Renzi, incardinata su un
"capo" di nomina governativa. Snodo controverso: si va verso una Rai sotto la tutela di palazzo Chigi?
Interrogativo legittimo agitato dalle opposizioni, ma che troverà una risposta soltanto quando il governo avrà
indicato il nome del prescelto. Una scelta che potrebbe alimentare le polemiche, ma potrebbe anche
spegnerle, in caso di nomina di alto profilo e di comprovata indipendenza.
La missione delle tre reti RAI 1 L'ammiraglia
L'ammiragli di casa Rai sarebbe la rete generalista, quella nazionalpopolare: obiettivo concentrarsi sul
pubblico più tradizionalista (e più numeroso, almeno per ora) e sulle famiglie
RAI 2 L'innovazione Rai Due punterebbe invece sulla sua vocazione di rete moderna: avrebbe il compito di
gestire la parte di programmazione dedicata all'innovazione e alla sperimentazione
RAI 3 La cultura A Rai Tre il compito che in qualche modo la rete in parte ha già assolto, almeno in passato:
una rete dedicata alla cultura, che a Palazzo Chigi sognano addirittura senza pubblicità
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Retroscena
12/03/2015
La Stampa
Pag. 7
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"A Zaia stringerei la mano A Salvini no: colpa sua"
Il sindaco: "Nessuno mi ha comunicato l'espulsione Ero pronto all'accordo. Ma avevano già deciso"
ALBERTO MATTIOLI INVIATO A VERONA
Nel day after dello scoppio dell'atomica salviniana, il sindaco di Verona Flavio Tosi, buttato fuori dalla Lega,
come dice lui, o esclusosi da solo, come dicono quelli che l'hanno buttato fuori, convoca una conferenza
stampa nel suo bellissimo Municipio. E regola un po' di conti in sospeso da troppo tempo. Dice che Salvini
«voleva il controllo dittatoriale della Lega», che il tema della Rip, la fondazione tosiana, «è stato usato
strumentalmente per eliminarmi», che il gran rivale Luca Zaia «si è sempre rifiutato di incontrarmi». Non dice,
Tosi, quel che tutti si aspettano, cioè se si candiderà alla Regione per provare non tanto a vincere quanto a
far perdere Zaia: «Devo riflettere, non è tempo di annunci. Mi prendo un paio di giorni». Ma pare proprio che
alla fine correrà. Poi, a quattr'occhi nel suo studio, fra la foto di Papa Francesco e la bandiera della California
(«Perché? Perché quello americano è il vero federalismo», dice, e comunque c'è anche il Tricolore), Tosi si
sfoga. È amareggiato e non lo nasconde: «La Lega era casa mia. Cacciato così, dopo 25 anni di onorato
servizio: umanamente, non è piacevole». Come l'ha saputo? «Da un suo collega, ieri sera dopo le dieci».
Salvini o Zaia si sono fatti vivi? «Macché. Dalla Lega non mi ha chiamato nessuno». E il suo amico Passera?
«No, che c'entra Passera? Insistete a tirarlo in ballo, ma alle regionali il suo partito non c'è». Poco prima lei
era in tivù a «Otto e mezzo» ed era sembrato a tutti che stesse ancora trattando... «Sembrava anche a me. In
mattinata avevo anche spedito per mail una proposta di compromesso. Ma evidentemente la decisione di
sbattermi fuori era già stata presa». Dice Salvini: non si può far politica allo stesso tempo nella Lega e nella
Rip. «Figuriamoci. Prima della fatwa quel progetto era stato approvato dalla Lega». Lo porterà avanti?
«Certo. Perché ne sono convinto. E perché lo devo a chi ci lavora e ci crede». Cosa resta oggi della Lega?
«La frattura è profonda. Gli amici restano amici, i miei ideali anche . Ma la ferita è aperta». Crede che potrà
rientrarci? «Mi sembra improbabile». Bossi si è speso per un compromesso. La stupisce? «No. So che non
mi ama. Ma non l'ha fatto per Flavio Tosi, l'ha fatto per la Lega. È un vero segretario federale». Sottinteso:
non come Salvini? «Salvini aveva deciso di farmi fuori e l'ha fatto. Tutto qui». Deluso da Maroni, che non l'ha
difesa? «No, perché la decisione l'ha presa Salvini». Perché la mediazione del tessitore Giorgetti non è
riuscita? «Perché non c'era nulla da mediare. Era già tutto deciso». Non ha peccato di ubris? Lei vuol fare il
leader del centrodestra, ma in fin dei conti è solo il sindaco di Verona. «Ma la decisione spetta agli elettori. E
il nome Flavio Tosi qualcosa in Veneto conta». Appunto: sa già quanti leghisti la seguiranno nella diaspora?
«No, anche perché se è una scelta dolorosa per me lo sarà anche per loro. Io non chiedo nulla a nessuno.
Chi vuole seguirmi lo faccia, a chi non vuole dico: amici come prima». Se si candiderà alle regionali, potrebbe
far vincere la sinistra... «Nel caso, la responsabilità ricadrebbe solo su chi ha creato questa situazione. Che
non sono certo io». Da osservatore: oggi fra Zaia e la Moretti chi vincerebbe? «Stando ai sondaggi, Zaia.
Ma...». Ma? «Ma i sondaggi lasciano il tempo che trovano. E due mesi, in politica, sono lunghissimi». Forza
Italia ha già detto che sosterrà Zaia. «Non mi stupisce. Io volevo andare alle urne con una lista leghista e
delle liste civiche, Salvini con la Lega più Fi. Dunque sono coerenti». E' vero che Zaia sta promettendo agli
azzurri posti e poltrone? «Lui, non so. Altri, certamente sì». A Zaia la mano la stringerebbe? «Sì». E a
Salvini? «No. A lui no».
Ha detto Il tentativo di conciliazione Martedì mattina ho mandato una mail con una proposta di mediazione
Non ho avuto risposta Le Regionali Se la mia candidatura facesse vincere il Pd non sarebbe colpa mia ma di
chi ha creato questa situazione
Foto: Ribelle Il sindaco di Verona, Flavio Tosi. Si prepara a correre alle regionali anche contro la Lega
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Intervista
12/03/2015
La Stampa
Pag. 15
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Scalfarotto:"Sui nuovi diritti la legge arriverà a maggio Ncd se ne faccia
una ragione"
Il sottosegretario: "Siamo più indietro dell'Alabama"
ILARIO LOMBARDO ROMA
Sottosegretario Ivan Scalfarotto, il Pd in Senato è stato obbligato a ritirare l'emendamento sull'adozione ai
single, tra l'esultanza di Ncd a cui non va bene nemmeno la norma sul divorzio breve. «Ho visto e ne sono
negativamente sorpreso. È anche vero però che nel testo sulle unioni civili è prevista l'adozione del figlio del
partner». Non è comunque una sconfitta? Sperare in un'altra legge per il riconoscimento di un diritto bocciato
in precedenza? «Indubbiamente è un percorso difficile, complicato. Ma Renzi nell'agenda dei mille giorni ha
fissato anche un pacchetto sui diritti che comprende unioni civili, lotta all'omofobia, cittadinanza e terzo
settore. Riforme che abbiamo promesso e che faremo». Quando? «Abbiamo detto dopo l'approvazione delle
riforme». Le riforme potrebbero slittare di molti mesi ancora. È in grado di fissare un termine più preciso?
«Intendo dopo l'ok all'Italicum alla Camera e la contestuale approvazione della riforma costituzionale in terza
lettura al Senato». Diciamo in autunno? «Molto prima: a maggio. Dopotutto, la legge sulle unioni civili è
incardinata in Senato». L'Ncd non sarà uno scoglio? «Potrebbe esserlo. Ma i colleghi dell'Ncd se ne
dovranno fare una ragione. Non possiamo permettere che la modernizzazione del Paese passi solo dal
mercato del lavoro e non da quei diritti che già esistono nel resto d'Europa. Qualche giorno fa la Slovenia ha
riconosciuto i matrimoni gay, e lo stesso ha fatto l'Alabama, uno degli Stati più conservatori in Usa. Con tutto
il rispetto, che l'Italia sia dietro Slovenia e Alabama è inaccettabile. Vorrà dire che come il Pd ha attraversato i
suoi travagli interni sul Jobs act, il Ncd li attraverserà su queste leggi». Il suo ddl contro l'omofobia giace
ancora in commissione, però. Che fine farà? «Bisogna chiederlo al presidente di quella commissione. Certo
non ha aiutato che il ddl sia stato attaccato anche dalle associazioni Lgbt. Quella bocciatura è stato un errore
politico: è la prima legge a favore delle coppie omosessuali». Intanto a Reggio Calabria il sindaco Falcomatà
e il suo partito, il Pd, hanno votato una mozione di Fi che difende la famiglia tradizionale contro «qualsiasi
disposizione che ne alteri la struttura». «Un errore gravissimo. A essere buoni, c'è stata una colpevole
sottovalutazione di una mozione omofoba. Mi aspetto una rettifica sostanziale e immediata da Falcomatà».
Ma questa non è la dimostrazione di come il Pd sui diritti civili sia costretto a compromessi radicali, come sta
avvenendo nella maggioranza di governo? «È ovvio che con un governo di coalizione devi fare i conti con chi
la pensa diversamente da te. Per questo io sono un sostenitore dell'Italicum: perché chi vincerà potrà
governare da solo. Detto questo, Renzi ha preso precisi impegni. È stato il primo premier, anche tra quelli di
sinistra, a parlare pubblicamente di unioni civili alla tedesca, che tutelerebbero pure gli omosessuali». La
principale accusa a Renzi da chi si aspetta il riconoscimento di questi diritti è "annunci spot e pochi fatti".
«Ovviamente i fatti valgono più di ogni altra cosa, ma non sono d'accordo con chi sostiene che dire certe
cose non conti nulla. Non è irrilevante che un premier vada in tv a sostenere pubblicamente che farà una
legge sulle unioni omosessuali. Aiuta le gente a interrogarsi su questi temi».
Foto: Ivan Scalfarotto Sottosegretario al rapporto con il Parlamento
Foto: ANSA
Foto: Pd diviso Il sindaco di Reggio Calabria Falcomatà (Pd) ha approvato con la sua maggioranza una
mozione di Fi per la difesa della famiglia tradizionale
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Intervista
12/03/2015
La Stampa
Pag. 19
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Fondazioni, si cambia Meno peso nelle banche
Conti correnti, multe salate a chi ostacola i trasferimenti
ALESSANDRO BARBERA ROMA
Dalla legge Ciampi e dalla fine dellameglio nota «foresta pietrificata» del credito sono passati quindici anni.
Oggi le banche sono entrate nell'era della vigilanza unica europea, eppure le conseguenze della
malagestione di molte Fondazioni sono cronaca di ieri. Mps, Carige, Carife, Banca Marche, per citare i casi
più noti. Di qui l'esigenza di «un nuovo impianto normativo», spiegano al Tesoro. In realtà di normativo non
c'è niente, almeno nulla di simile al decreto di riforma delle banche Popolari. Le Fondazioni bancarie si
impegnano per iscritto con il soggetto vigilante (il Tesoro stesso) a una «autoriforma » e a introdurre nei
propri statuti nuove regole. Due le più importanti: un tetto insuperabile per l'esposizione nei confronti di un
singolo soggetto - un terzo dell'attivo patrimoniale - e un tetto al compenso dei presidenti delle grandi
Fondazioni: 240mila euro. Guardacaso, lo stesso limite imposto ai vertici delle pubbliche amministrazioni.
Tempi lunghi Sulla carta di tratta di una rivoluzione, anche se i tempi per adeguarsi alle nuove regole sono
tutt'altro che drammatici: tre anni per le grandi fondazioni bancarie con partecipazioni in soggetti quotati,
cinque anni per le più piccole le quali, avendo partecipazioni in istituti non quotati, faranno più fatica a trovare
soggetti disponibili a rilevare le quote. Gli enti interessati a alle nuove regole sono molti - ben ottantotto - le
più grandi, tuttora con oltre il 50 per cento del patrimonio investito in una sola Banca sono due: Compagnia
San Paolo e CariVerona, azioniste rilevanti di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Le Fondazioni si impegnano
inoltre a «definire limiti alla permanenza in carica dei membri degli organi, assicurando il periodico ricambio
degli stessi». Arrivano le quote rosa e nuove regole per l'incompatibilità degli amministratori «al fine di
assicurare il libero ed indipendente svolgimento delle funzioni degli organi». Il protocollo d'intesa con il
ministero dell'Economia è stato approvato dal consiglio dell'Acri all'unanimità. Ora il documento, non ancora
reso pubblico, dovrà essere firmato da Padoan e dal presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti. La Consob sente
Serra La norma c'era già, nessuno si premurava di rispettarla. Ora si cambia: ieri l'Aula della Camera ha
votato sì all'emendamento al decreto sulle banche Popolari che riscrive le norme sulla portabilità dei conti
correnti. Le banche avranno dodici giorni per concederla, dopodiché scatteranno le multe: da 5 a 64mila euro.
In caso di inadempienza il testo prevede anche «indennizzi in misura proporzionale al ritardo e alla
disponibilità esistente sul conto al momento della richiesta di trasferimento». Gli indennizzi verranno
quantificati con un decreto del ministero dell'Economia da emanarsi «entro 120 giorni» e per adeguarsi alle
nuove regole le banche avranno fino a tre mesi di tempo. Le modifiche al decreto di riforma delle banche
Popolari promettono anche più trasparenza nelle comunicazioni con la clientela: «l'indicatore sintetico di
costo e il profilo dell'utente» dovranno essere rese disponibili anche attraverso il sito web della banca e gli
sportelli bancomat. Sempre ieri, nell'ambito della indagine della Consob sui presunti acquisti anomali nei
giorni precedenti il decreto sulle Popolari, la Consob ha sentito il numero uno di Algebris Davide Serra.
Twitter @alexbarbera
Foto: ANSA
Foto: La sede del ministero del Tesoro in via XX Settembre a Roma
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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GLI ENTI POTRANNO INVESTIRE IN UN SOLO ISTITUTO UN TERZO DEL PATRIMONIO
12/03/2015
Il Messaggero
Pag. 2
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Berlusconi fa festa e ringrazia i giudici: io di nuovo in campo il partito
torna unito
A palazzo Grazioli parlamentari in coda per celebrare l'assoluzione C'è anche Noemi Letizia. Il leader
scherza: «Bunga bunga per tutti» «CINQUE ANNI DI GOGNA MEDIATICA PER ME E LA MIA FAMIGLIA»
«ADESSO VOGLIO VEDERE COME FARANNO A PROCESSARMI PER CORRUZIONE DI TESTIMONI»
Marco Conti
R O M A «Questa assoluzione sana ogni frattura interna». Il brindisi è virtuale così come l'invito al «bungabunga per tutti». Così come la volontà di pacificazione che Silvio Berlusconi - appena giunto a Roma promette il giorno dopo l'assoluzione. «Io non caccio nessuno» sostiene riferendosi all'espulsione di Tosi
decisa da Salvini. «Questo è un giorno che mi rimarrà nel cuore», sostiene il Cavaliere mentre saluta
parlamentari e supporter nel parlamentino al piano terra di palazzo Grazioli. Un brindisi senza bicchieri né
bollicine. Un saluto in piedi che delude Noemi Letizia ma non il marito Vittorio Romano che - precisa «sono a
palazzo Grazioli come responsabile politiche sviluppo dei Club Forza Silvio del centro-sud Italia». CERCHIO
Berlusconi non ha però nessuna voglia di parlare di politica, "affare" che nelle ultime settimane ha affidato al
duo Pascale-Rossi. Alla prima il Cavaliere ha affidato le liste nella Campania di Caldoro. Alla senatrice
romana è toccata la trattativa in Veneto con lo spigoloso e un po' misogino Salvini. Ieri pomeriggio il "cerchio
magico" si è aperto consegnando per qualche ora il Cavaliere ai selfie di deputati e senatori che scattano
furiosi dopo lungo digiuno da incontri, cene e pizzette. Stavolta Berlusconi è lì davanti a loro, girocollo nero e
qualche chilo di troppo, ma non parla di politica, non attacca Renzi né il governo o «la giustizia ad
orologeria». Anche perché, stavolta, l'ombra della meridiana lo ha favorito facendo coincidere la fine dei
servizi sociali con l'assoluzione. Un timing perfetto considerando anche l'imminente avvio della campagna
elettorale per le elezioni regionali. Una coincidenza che spinge il Cavaliere a spendere parole al miele nei
confronti dei magistrati «che hanno fatto il loro dovere senza farsi condizionare dalle pressioni mediatiche e
dagli interessi di parte. Quello che in altri Paesi sarebbe scontato, in Italia è una prova di coraggio e di
indipendenza che merita rispetto e ammirazione». TELEFONATE L'emozione per l'assoluzione dopo «cinque
anni di gogna mediatica per me, la mia famiglia e tanti miei amici», si tramuta in convinzione di avere, dopo
anni di contrapposizione, le toghe dalla sua. Al punto da rivelare con estrema convinzione di essere in
possesso «di elementi e carte per dimostrare che ho ragione da vendere anche contro De Benedetti» nella
vicenda Cir-Mondadori. Chissà se la visita in serata dell'avvocato Coppi e di Gianni Letta è servita anche a
spegnere gli entusiasmi. Anche perché le "grane" giudiziarie non sono finite. «Voglio vedere come fanno a
processarmi per corruzione di testimoni quando sono stato assolto», sostiene l'ex premier che racconta
anche delle telefonate di solidarietà e complimenti ricevute «da importanti leader stranieri». Stringe mani e
saluta, deputati e giovani supporter che da via del Plebiscito sventolano bandiere e intonano cori. Quando poi
si stufa e risale nell'appartamento, è la Pascale che provvede a irrorare sorrisi e «grazie», mentre il senatore
Razzi scatta selfie e il collega Barani - socialista dal garofano sempre esposto - coglie l'occasione per
spiegare che in altri Paesi «i pm di Milano li avrebbero mandati ai for...nelli a gas». «Quelli della cucina»,
precisa per evitare equivoci. Al brindisi senza bicchieri non si sottrae nessuno, o quasi. Al punto che Rocco
Palese, costretto da Brunetta a restare alla Camera per far la guardia al bidone, chiede e ottiene dal suo
capogruppo «nota esplicativa dei motivi che mi hanno tenuto lontano da palazzo Grazioli». In piedi nel
parlamentino, ci sono anche coloro che ieri, poche ore prima della sentenza, minacciavano gruppi autonomi
mentre ora sono lì ad ascoltare colui che è pronto a ricandidarsi ancora nel 2018. «Nessuna corrente o
gruppo», sillaba Verdini mostrando il solito ghigno di chi sapendo che il mondo gira, è pronto a scommettere
che il Capo prima o poi gli farà comporre nuovamente il numero di palazzo Chigi. Magari dopo le elezioni
regionali. Magari quando a palazzo Chigi si discuteranno un paio di "cosucce" che interessano anche gli affari
di famiglia. Sulla riva del fiume il coordinatore toscano di FI è stato più volte, ma non intende essere confuso
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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IL RETROSCENA
12/03/2015
Il Messaggero
Pag. 2
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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con l'ala fittiana che piccona la leadership del Capo «mentre io l'ho rafforzata in tempi non facili».
SOFFERENZA L'ex ministro pugliese ieri era a Bruxelles ma non ha fatto mancare il suo commento e ha
spedito a Grazioli diversi parlamentari che al «io non caccio nessuno», pronunciato dal Cavaliere, hanno
incrociato le dita pensando a quei capilista bloccati contenuti nell'Italicum e che tanto piacciono a Berlusconi
e al suo cerchio magico che al Cavaliere sottrae tante grane e, per qualcuno, anche tanti consensi. «I
moderati in Italia sono la maggioranza», ha ricordato ieri pomeriggio Berlusconi cercando di lanciare ancora
una volta i suoi a caccia di astensionisti e delusi nella speranza di sottrarli al renzismo e di mettere fine alle
lacerazioni interne. Presto l'ex premier incontrerà Joseph Daul, leader dei popolari europei «attraverso il
quale - sostiene Mariastella Gelmini - possiamo ricucire insieme i popolari italiani». L'ottimismo continua però
ad essere merce rara. L'ex ministro Anna Maria Bernini lo sfoggia in serata a "Porta a Porta" e si chiede ora
«chi risarcirà Berlusconi della sofferenza e dei danni politici di questi anni». Più o meno lo stesso interrogativo
di Francesco Boccia (Pd) che invoca «le scuse» e si augura che il Cavaliere «rimetta un po' d'ordine nel
centrodestra» in modo - forse - che possa creare qualche problema in più a Renzi di quelli che provoca la
dissidenza interna al Pd. D'altra parte Boccia non è l'unico che conta sull'avversario. Ieri pomeriggio Paolo
Berlusconi, nel pieno dell'entusiasmo, ha ringraziato «un sindaco del Pd» (De Magistris ndr) che nella
battaglia per modificare la legge Severino «sta facendo molto bene». Visto che «quella legge non vale solo
per lui...».
HANNO DETTO
«Bene per lui, per noi nulla cambia dopo 20 anni dobbiamo uscire dall'ossessione di Berlusconi»
MARIA ELENA BOSCHI
«Ho sempre sperato che la sua vicenda giudiziaria finisse con l'assoluzione Ora non accetti diktat
dalla Lega»
«Non credo che la sentenza cambierà gli equilibri politici, ma sono contento per Berlusconi» PIER
FERDINANDO CASINI
Procedimenti in corso
L'agenda giudiziaria di B erlusconi
In attesa del Tribunale di Sor veglianza per estinzione pena principale
MEDIASET
Condanna definitiva per frode fiscale. Ha appena scontato 10 mesi ai ser vizi sociali
Prossimi giorni Prosegue dibattimento
COMPRAVENDITA SENATORI
Imputato per corruzione, processo in corso
18 marzo Riprende la causa cvile
LODO MONDADORI
Causa civile per danni non patrimoniali
31 marzo Ricorso in cassazione
NASTRO UNIPOL
Prescritto in appello*
10 aprile Seguito udienza preliminare
ESCORT BARI
Rinviato a giudizio per induzione a dire il falso
RUBY TER
Indagato per corruzione testimoni
DIVORZIO DA VERONICA LARIO
Causa civile, trattative sul mantenimento ANSA *80.000 euro a P. Fassino
Foto: Gli applausi dei parlamentari di Forza Italia a Silvio Berlusconi
12/03/2015
Il Messaggero
Pag. 2
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Foto: La festa azzurra a Grazioli
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Il Fatto Quotidiano
Pag. 2
(tiratura:100000)
" A furia di tagliare il salamino, Silvio ha solo il culetto "
Nanni Delbecchi
Vittorio Feltri, questa adunata dei fan di Silvio a Palazzo Grazioli che cosa le sembra: rinascita o funerale
politico? Né l ' una né l ' altro. Mi pare del tutto normale che un imputato assolto definitivamente festeggi l '
evento. Lui sì. Ma gli altri? Gli altri, pure. I tanti miracolati da Silvio hanno un ' occasione per dimostrare una
gratitudine che in Forza Italia è spesso mancata. Capisco che in tanti osservino questo fatto come se avesse
dei significati reconditi, ma io sinceramente non ce li trovo, anche perché non c ' è niente di fresco in Forza
Italia. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a uno sfarinamento del partito fino a ridurlo al lumicino. Quindi, c ' è
poco da festeggiare. Ci sarà almeno da sperare. Ma sì, che Berlusconi, assolto dall ' obbligo di assistere i
vecchietti a Cesano Boscone, possa dedicare più tempo al partito in maniera da rimettere insieme i cocci. Sa,
io tiro sempre fuori la metafora del salamino. Sarebbe? La prima fetta l ' ha tagliata Casini, la seconda l ' ha
tagliata Fini, la terza fetta l ' ha tagliata Alfano, una fettina l ' ha tagliata la Meloni, un ' altra fettina è sul punto
di tagliarla anche Fitto... è ovvio che a Silvio è rimasto solo il culetto. Difficile vincere le elezioni con un
culetto... I voti per avere un risultato brillante nel centrodestra ci sarebbero, ma non vedo chi sia in grado di
raccoglierli. Ma non è che tutte queste fette sono state tagliate perché Berlusconi non ha mai permesso l '
emergere di un delfino? Certo, c ' è anche questo. Se il partito si è spezzettato così, le prime responsabilità
sono del capo: qui non c ' è Cassazione che tenga. Però è anche vero che i leader non si trovano: emergono
da sé. Non è che Matteo Renzi sia stato trovato da Bersani. Si è imposto, è diventato segretario e poi
premier. Dobbiamo dedurne che in Forza Italia non c ' è mai stato uno con la forza di Renzi. Alfano ci ha
anche provato, ma si ricorda cosa disse Silvio il giorno della nomina a segretario del partito? " È un bravo
ragazzo, ma gli manca il quid " . Però, intendiamoci: non è che sia colpa di Berlusconi, se non c ' è uno in
grado di menare il torrone. Salvini ce l ' ha, il quid? Direi di sì. Anche lui non è mica stato nominato da Bossi.
Si è imposto da solo, e ha rivitalizzato una Lega che era con un piede nella fossa. E quindi Berlusconi deve
fare un bel Patto di via Bellerio? Non direi. Da segretario della Lega a capo del centrodestra di strada ce n ' è
da fare. Quanti sono gli elettori del Sud disposti a votare un centrodestra con le idee di Salvini? Mi pare che il
problema della leadership sia più aperto che mai. Certamente. Nel centrodestra c ' è Berlusconi, che a
settembre compirà 79 anni. Mi pare che abbia già dato abbastanza, ma un signore in grado di sostituirlo e di
fare il lavoro necessario per ricostruirlo io non lo conosco. Dobbiamo concludere che l ' unico vero erede di
Berlusconi sia Matteo Renzi? Al momento Renzi è riuscito a portare una ventata di pseudo aria fresca e non
ha praticamente rivali. Ma gli eredi devono avere il tuo Dna. E contrariamente a quel che si dice, io sono
convinto che Renzi non abbia nulla in comune con Berlusconi, se non la voglia di comandare e di imporre la
sua volontà. Per il resto i due hanno una visione completamente diversa del mondo e della vita. Ammesso
che Berlusconi ne abbia ancora una.
Foto: Il giornalista Vittorio Feltri Ansa
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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INTERVISTA ENNESIMA RINASCITA O GRANDE BLUFF? Da destra Vittorio Feltri
12/03/2015
Il Fatto Quotidiano
Pag. 2
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"Attore in declino, ma gli rimane un pezzo d'Italia"
Luca De Carolis
Il ritorno di Berlusconi a Palazzo Grazioli mi è parso una scena calcistica, quella di un capo che si concede ai
suoi tifosi dopo aver vinto una partita. Ma il campionato ormai l ' ha perso, e non potrà fermare il suo declino "
. Marco Belpoliti, scrittore e docente di letteratura italiana all ' università di Bergamo, ha dedicato al Caimano
un saggio diventato ormai un classico, Il corpo del capo (Guanda). L ' assoluzione in Cassazione ha fatto
ripetere a molti il consueto commento: Berlusconi se la cava sempre. C ' è chi lo descrive come trionfantet.
No, è un uomo che festeggia con quello che ha. La sua figura è appannata, non è più un punto di riferimento
neanche come icona. Le foto che lo ritraevano mentre entrava e usciva da Cesano Boscone erano quelle di
una persona che ha subito sconfitte, quasi umiliata. A Palazzo Grazioli però è stata apoteosi, con tanto di
bandiere . Anche all ' ultima squadra in classifica non si nega una tifoseria. Basta un gol e si tirano fuori le
bandiere. Non è un fatto così significativo. Ai suoi ha ripetuto l ' eterna battuta: " Ora bunga bunga per tutti " .
Quella è la sua vera natura. il suo carattere indelebile. Prima erano le vallette e le veline, a contorno dell '
imprenditore del mattone. Poi è stato il bunga bunga. Dubbio: se l ' avessero condannato, il Berlusconi
martire avrebbe guadagnato consensi. No, non sarebbe cambiato nulla. Non farebbe più differenza. Resta il
fatto che il capo di Forza Italia è ancora potente, a leggere le notizie economiche. Certo, cerca di comprare la
Rizzoli, ha le aziende ancora in piedi, è il presidente del Milan. Ma ormai è solo uno degli astanti, non è più il
soggetto principale. Quello ormai è Renzi. Ma ora cosa può fare sul piano politico o pubblico? È un attore in
declino, e deve gestirlo. Come gli altri astanti della politica si aggiungerà al trasformismo dilagante. Per
esempio la Lega Nord di Matteo Salvini si allea con i neo fascisti Casapound ma in Veneto sta anche con
Forza Italia, e a Messina cerca altri alleati. Perché? Perché Renzi è un asso pigliatutto, ma anche perché gli
altri sono calati. Eppure Salvini sembra ormai l ' indiscusso leader del centrodestra, in costante ascesa. Non è
Bossi, e il suo peso mi pare molto gonfiato da giornali. Non so che presa reale abbia sui territori. Berlusconi
deve fargli da portatore d ' acqua? E potrebbe ancora prendere tanti voti? Non lo so. Di certo Berlusconi ha
perso molta della sua base elettorale. Ma c ' è un ' Italia che gli è rimasta legata: quella dei rotocalchi, di
Canale 5. Un Paese variegato che va dalle casalinghe al piccolo imprenditore brianzolo, fino a tanti
pensionati. La vicenda Ruby non è ancora finita, almeno a livello processuale. Ma che segni lascerà nella
società italiana? Espressione come bunga bunga o cene eleganti sono entrate nel frasario comune. Questo è
indiscutibile, il bunga bunga ormai è uno stereotipo. Ma che tracce lascerà tutto questo è molto difficile da
dire. L ' Italia digerisce tutto, tranne se stessa. Rimane sempre quella. Berlusconi ricorda quei signorotti dell '
Italia del primo ottocento descritti da Stendhal. Il tipo umano è quasi identico. L ' ex premier Berlusconi non
può più vincere? Qualche partita. Il campionato non è più affar suo. Twitter @lucadecarolis
Foto: Il critico Marco Belpoliti Ansa
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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INTERVISTA Da sinistra / ENNESIMA RINASCITA O GRANDE BLUFF? Marco Belpoliti
12/03/2015
Il Manifesto
Pag. 9
(diffusione:24728, tiratura:83923)
In Turchia è campagna elettorale, sulle spalle della popolazione kurda
Dopo la censura della stampa critica vicina all'islamista Gulen, 4 studenti anti-Erdogan sono stati arrestati
Giuseppe Acconcia
Il pugno duro del presidente turco Erdogan non si placa. Dopo la censura della stampa critica, vicina a Gulen,
quattro studenti anti-Erdogan sono stati arrestati ieri nell'Università di Ege. Le parlamentari di giugno si
avvicinano e la strategia del leader dell'Akp mira a contenere ogni contestazione e includere i kurdi turchi
nelle istituzioni dello Stato. Sebbene Abdullah Ocalan, leader kurdo in prigione in Turchia dopo essere stato
estradato dall'Italia, abbia confermato la fine della lotta armata, nel caso venisse rispettato un decalogo per
l'inclusione progressiva dei kurdi, lo storico accordo suona a molti strumentale. «L'Akp cerca di estendere il
consenso elettorale tra i kurdi. Già alla vigilia delle presidenziali del 2014, l'allora ministro degli Esteri, Ahmet
Davutoglu, a Diarbakir ha detto che sarebbe stata insegnata la lingua kurda nelle scuole. Che si tratti di un
tentativo strumentale lo dimostra il mancato sostegno turco alla Repubblica di Rojava», spiega in un'intervista
al manifesto la nota attivista kurda e per la difesa dei diritti delle donne, Berivan Cizre. Sebbene Kobane sia
stata liberata con la forza dei combattenti kurdi delle Unità di protezione popolare, braccio armato del Partito
democratico unito (Pyd), aiutate dai kurdi di Ocalan, per questi attivisti si è aperta una ferita. «Quando il
Partito democratico kurdo iracheno (Pdk) di Mohamed Barzani ha lasciato Sinjar all'Isis, i kurdi siriani e turchi
hanno vissuto quella fase come un tradimento del popolo kurdo. Da allora, Barzani ha capito bene di aver
bisogno dei kurdi di Ocalan e dei kurdi siriani del Pyd. Mentre inviava i peshmerga a sostegno dei combattenti
kurdi siriani, è entrato nei campi profughi, si è seduto tra i rifugiati e ha ringraziato i comandanti del Pkk. In
ogni caso Barzani ha inizialmente tradito il popolo kurdo lasciando Sinjar a se stessa: questo nessuno potrà
mai dimenticarlo», prosegue Berivan. Anche i kurdi iracheni si sono trovati nel pieno del confronto politico tra
governo turco di Erdogan e i kurdi di Ocalan. Non solo loro, i primi a pagare le conseguenze dello scontro
politico in corso in Turchia è stata la diaspora in Europa e le tre attiviste kurde uccise a Parigi il 10 gennaio
2013: tra loro Sakine Cansiz, tra i fondatori del Pkk. «Il giorno prima del suo assassinio, Sakine doveva
andare sulle montagne kurde per recapitare le proposte dei kurdi che vivono nelle capitali europee in merito
ai colloqui per il cessate il fuoco con le autorità turche che sarebbero poi state condivise con Ocalan», ci
spiega l'attivista. «Sakine ha trascorso 22 anni in carcere: è uno dei simboli della resistenza delle donne
kurde, ha sostenuto con fermezza e convinzione la rivoluzione e l'identità del popolo kurdo, formandosi in
prigione. Uscita di prigione si rifugiò nelle montagne del Kurdistan e poi venne in Europa dove ottenne i
documenti come rifugiato politico in Francia. Sakine ha fatto parte della Commissione per il processo di pace.
E ha incontrato tante volte Ocalan nella valle della Bekaa in Libano», aggiunge. In particolare, l'assassinio di
Sakine sarebbe stato commissionato in Turchia. «I mandanti sono i servizi turchi, manovrati dal leader
radicale Fetullah Gulen che voleva sabotare il negoziato di pace per il cessate il fuoco tra autorità turche e
Pkk. I servizi segreti legati a Gulen avevano già tentato di sabotare i colloqui diffondendo informazioni sulla
stampa turca in merito agli incontri tra kurdi ed Erdogan: il suo scopo è stato di mettere in allerta l'opinione
pubblica turca contraria all'accordo con i kurdi», rivela l'attivista. «In un video riservato, Gulen dice
direttamente: 'bisogna tagliargli (Pkk, ndr ) la testa, sono miscredenti che divideranno la Turchia'», aggiunge
l'attivista. Nonostante questo i colloqui sono andati avanti e con la lettera del Newrooz 2013, Ocalan ha
dichiarato la fine del conflitto armato e ha chiesto il ritiro dei guerriglieri kurdi. «Chi ha ucciso materialmente
Sakine era il suo interprete e autista, Omer Guley (arrestato il 17 gennaio 2013 a Parigi). L'ha portata in
macchina nell'ufficio della rappresentanza dei kurdi. Prima di andare in ufficio Sakine si è fermata a prelevare
dei soldi in banca. Poi è salita in ufficio, le telecamere mostrano un uomo che entra e non esce». Con lei
sono state uccise anche Fidan Dogan, del Knk con base a Bruxelles e Leyla Soylemez, una giovane attivista.
«Sakine è stata uccisa dai servizi turchi ma i francesi non potevano non sapere. I kurdi che fanno politica
vengono seguiti dai servizi segreti francesi costantemente. Il turco che l'ha uccisa si era infiltrato nel
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Intervista / BERIVAN CIZRE, ATTIVISTA PER LA DIFESA DEI DIRITTI DELLE DONNE
12/03/2015
Il Manifesto
Pag. 9
(diffusione:24728, tiratura:83923)
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movimento tre o quattro anni prima», conclude Berivan.
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12/03/2015
Libero
Pag. 7
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E dopo l'espulsione scatta la festa
Il segretario ha silurato il «ribelle» proprio prima di brindare al suo compleanno a Strasburgo
MATTEO PANDINI
Appuntamento alle 21,30 in un ristorante nel cuore di Strasburgo, la Cloche à Fromage. Matteo Salvini è
atteso da una decina di amici per festeggiare il suo 42esimo compleanno (ha fatto gli anni lunedi 9). Ma col
passare delle ore, la giornata del leader leghista si complica ed entra nel vivo. In serata, quando lo attendono
a tavola, il clima politico s'infiamma. Per tutto il pomeriggio il capo lumbard non ha risposto alla raffica di
telefonate che gli volevano strappare qualche parola sulla trattativa con Flavio Tosi. E si è dedicato ad alcuni
incontri con dei partiti stranieri. Obiettivo: costruire il famoso gruppo eurocritico che non è riuscito a realizzare
con la La Pen all'indomani delle Europee 2014. Quando sale in macchina, accompagnato
dall'europarlamentare veronese Lorenzo Fontana, Salvini risistema gli appunti con la dichiarazione da dettare
alle agenzie. È quella che scrive la parola fine all'avventura del primo cittadino di Verona nelCarroccio. Dopo
25 anni. La scelta di certificare l'espulsione a tarda sera, dopo i telegiornali delle 20 e con la carta stampata
che sta per chiudere le prime edizioni, non è figlia dell'intervista delle 20,30 di Lilli Gruber al sindaco, ma dal
desiderio di non mettere in difficoltà alcuni leghisti - a partire da Massimiliano Fedriga - che erano a loro volta
in alcune trasmissioni e sarebbero stati mitragliati dalle domande sull'espulsione. «Mi dispiace, ma non
possiamo andare avanti così», spiega Salvini. Che ha ignorato la diretta del sindaco su La7 , limitandosi a
leggere le note di agenzia. Quando Tosi afferma: «Al momento sono ancora nel partito», il suo destino è già
segnato. Da alcune ore. Al telefono, Salvini detta la dichiarazione da far diffondere dall'ufficio stampa
leghista. «Scrivi che prendo atto che...Ecco, poi chiamami che la riguardiamo». Cerca al cellulare il figlio
Federico e s'informa con voce paterna: «Come è andata la tua giornata?». Quando termina la conversazione
il telefono squilla di nuovo. I giornalisti lo invocano ma lui niente, «tra poco esce il comunicato, dovete
aspettare, non dico nulla». Lo fa inviare pochi minuti dopo, seduto su una sedia di fortuna all'aperto e dove si
fa rileggere la bozza. In attesa che il ristorante prepari il tavolo. Quando finalmente si siede e ordina una birra
piccola, ha appena sganciato il siluro. Tosi espulso. Arriva del formaggio fuso. Affettati. Patate. Squilla il
cellulare. È Porta a Porta . Si alza, fa un intervento in diretta, rientra nel locale. Risuona il telefono. «Tosi mi
dà del Caino», annuncia alla tavolata senza non aggiungere altro. Scatta il brindisi per gli auguri. Tra i
commensali, oltre a Fontana e ad alcuni collaboratori e amici, c'è anche Armando Siri. Fondatore di Partito
Italia Nuova e sostenitore convinto della flat tax. Come dessert, il leader lumbard sceglie dell'ananas. Glielo
portano con una candelina che si spegne da sola in un minuto. «Buon compleanno Matteo!». Una voce:
«Guarda, si è spento il faro», cioè il simbolo della fondazione di Tosi Ricostruiamo il Paese e che Salvini ha
definito «un partito nel partito». Matteo allarga le braccia e afferra il telefono. «A Tosi mando un sms, gli
faccio i miei auguri sinceri. Ma ora lavoriamo solo per Zaia». Il sindaco non gli risponderà. Verso mezzanotte,
il segretario del Carroccio torna in hotel. Una coppia di amici gli fa trovare un regalo. Una giacca. Lui
ringrazia, ha gli occhi gonfi di sonno. «Sono stufo di parlare di litigi».
Foto: I festeggiamenti per la vittoria della Lega in Lombardia nel 2013 [Fotogr.]
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Il retroscena
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Il 730 a casa, un op di politici superfi ciali e di burocrati inetti
Invece di semplifi care si complicano gli adempimenti
EDOARDO NARDUZZI
Il bollino rosso sull'arretratezza digitale della burocrazia italiana è stato dato dalla stessa Eu. Siamo agli ultimi
posti europei per la capacità di offrire servizi ad imprese e cittadini usando le nuove tecnologie. Solo la solita
Grecia ci è dietro. Del resto, non potrebbe essere altrimenti: quando manca una visione strategica alta e tutto
è ridotto al presidio del binomio annunci per i media e svolgimento di modesti compitini burocratici la maglia
nera ti rimane sulle spalle per sempre. Allora non può sorprendere che anche la strombazzata novità del 730
precompilato inviato a casa a tutti i contribuenti è già l'ennesimo op dell'Italia digitale. Innanzitutto il 730
dematerializzato non arriverà a casa, perché non esiste una cassetta della posta individuale virtuale nel quale
recapitarlo. I contribuenti dovranno scaricarselo dal sito dell'Agenzia delle entrate. Ovviamente dopo essersi
dotati della ennesima password che per essere ottenuta necessita di una procedura ad hoc e di qualche
attesa, perché: o la si ritira personalmente presso gli uffici fi scali oppure si attende che ci venga recapitata a
casa. La password, badate bene, non il 730 precompilato. Ad oggi i cittadini che sono già dotati di password
e quindi che possono scaricarsi il 730 precompilato (mancano le spese mediche comunque e altre voci di
spesa) sono circa mezzo milione. Signifi ca che all'appello mancano ancora diciannove milioni e
cinquecentomila contribuenti che dovrebbero assoggettarsi alla procedura «richiesta password» nelle
prossime settimane. Troppi, ovviamente. Caf e patronati la faranno ancora da padroni e il 730 precompilato a
casa sarà un download per pochi early adopters. Cosa segnala l'ennesimo annunciato flop digitale? Due
cose su tutte. Primo, che se metti a gestire questioni tecniche quelli che sanno di estetica e comunicazione
ma non di tecnologia, ti ritrovi nella situazione nella quale, di fronte a un edifi cio complesso di dieci piani con
una grande hall nel cui mezzo c'è una non bella colonna di cemento armato, questi si concentrano sul come
eliminare la colonna senza capire che così cadrà l'edificio intero. Google e Oracle non sarebbero mai state
fondate da politici o da burocrati, perché servono comprovati ingegneri per realizzare infrastrutture complesse
e innovative. Secondo, che se l'Italia non si dota di una distribuita infrastruttura digitale i servizi innovativi
resteranno tante Pec o tante carte di identità elettroniche. Banali conferenze stampa seguite dal nulla. Matteo
Renzi fi nora in materia digitale ha preferito fare marketing politico di bassa qualità, poi non deve sorprendersi
se per contare i troppi op gli servirà un giga pallottoliere.
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IL PUNTO
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 12
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Clamoroso divorzio in casa delle Moto Morini
Alceo Rapagna vota contro l'aumento di capitale Epic sim Iw Bank in Ubpi, entrambe controllate da Ubi
Banca La Fininvest perde con il suo elicottero
ANDREA GIACOBINO
Clamoroso divorzio nel mondo delle due ruote. Ruggeromassimo Jannuzzelli, dell'omonima dinastia
imprenditoriale già proprietaria della Camuzzi, ha dato le dimissioni qualche giorno fa dalla vicepresidenza di
Moto Morini. L'abbandono di Jannuzzelli è stato preceduto, poche settimane fa, dalle dimissioni dal consiglio
dell'ex chief financial officer Andrea Albonetti: così, in vista della prossima assemblea di bilancio del 9 marzo,
decade l'intero board dell'azienda motoristica di Casalecchio di Reno fondata oltre 75 anni fa e oggi
presieduto da Sandro Capotosti. Januzzelli e Capotosti, già presidente e padrone di Banca Profi lo, avevano
rilevato Moto Morini nel 2011 dopo che questa era stata portata al fallimento sotto la guida di Maurizio Morini,
nipote del fondatore, che aveva ricomprato il marchio dalla Ducati. L'azienda fu pagata 1,96 milioni di euro,
attraverso la newco Eagle Bike, creata ad hoc da Januzzelli e Capotosti che poi, successivamente
trasferirono il controllo alla lussemburghese Mmi. Jannuzzelli, entrato al 32% nella Mmi, ha poi
progressivamente incrementato la quota fi no al 50%. I bilanci 2012 e 2013 non sono stati entusiasmanti
perché Moto Morini ha perso quasi 5 milioni dopo che sono state immesse risorse da parte degli azionisti, in
larga parte Jannuzzelli, per oltre 7 milioni. Perché le due dimissioni? Tutto è dovuto a una lunga serie di
contrasti sulle strategie e sulle politiche bilancistiche fra il vicepresidente, responsabile del commerciale e
della comunicazione dell'azienda e il presidente, che sovrintende alla produzione. L 'operato di Jannuzzelli ha
svecchiato l'immagine di Moto Morini, che oggi vende 5 modelli di moto fi no a 1.200 cc, in una fascia di
prezzo dagli 11 ai 2 mila euro, ha puntato sul canale di vendita telematico. Ma, soprattutto, ha ottenuto per il
2015 l'aggiudicazione di un importante contratto con una multinazionale giapponese che avrebbe portato
ricavi per oltre 4 milioni di euro e l'azienda in sostanziale pareggio dopo che anche il 2014 si è chiuso con
perdite per circa 1,7 milioni. La situazione patrimoniale, però,è diventa pesante perché, ad esempio, in
presenza di perdite, il valore del marchio è stato mantenuto a soli 100 mila euro, mentre Capotosti è stato di
volta in volta venditore e compratore della quota di Jannuzzelli. Che ora ha deciso di lasciare. Un divorzio
clamoroso perché i due hanno fatto molte operazioni insieme attraverso il fondo di private equity Spinnaker e
sono stati insieme nel cda di Euro y, poi rilevata da Meridiana. Si vola di più in casa Berlusconi, ma ancora in
perdita. Il bilancio 2014 appena depositato del Consorzio Elicotteri Fininvest (Cefi n) attesta infatti che lo
scorso anno il velivolo di proprietà Agusta Westland 139 ha avuto un tempo di ore/volo pari a 72 ore e 35
minuti, in aumento rispetto alle 54 ore e 35 minuti dell'anno precedente.A parità di tariffa oraria praticata
(5.000 euro ora),i ricavi sono così saliti da 272.000 a 363.000 euro, ma il bilancio si è chiuso comunque in
perdita per oltre 15.000 euro. Il Cefin fa capo per il 79% direttamente a Fininvest e per il restante 22% alla
Dolcedrago ed è presieduto da Danilo Pellegrino, direttore generale della holding del Biscione. L'elicottero
Agusta Westland 139 è un concentrato di tecnologia che vanta tre ore di autonomia e un sistema avanzato
che gli consente di viaggiare di notte in condizioni di visibilità ridotta. Nel bilancio il costo originario del
velivolo di 7,5 milioni è diminuito a 1,6 milioni, al netto degli ammortamenti che si sono accumulati nel corso
degli anni. L'elicottero non viene usato soltanto dall'ex premier, ma anche da tutta una serie di manager di
Fininvest e Mediaset. In Cefi n, comunque, fi gurano oltre 7,7 milioni di crediti che per larga parte (7,3 milioni)
ri ettono il saldo del conto deposito di liquidità acceso presso il consorziato Fininvest, sul quale è stata
depositata la liquidità eccedente il normale fabbisogno di gestione. Rispetto al 2013 questa voce è salita di
oltre 1,1 milioni di euro derivante da depositi di liquidità (un milione) e per il residuo dall'accredito in conto
degli interessi maturati. Può decollare il nuovo progetto di integrazione tra banca online e rete di private
banker e promotori fi nanziari. Dopo ciò che è avvenuto in Bpm e Mps, infatti, è stato appena depositato il
progetto di fusione per incorporazione di Iw Bank in Ubi Banca Private Investment (Ubpi) entrambe
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CARTA CANTA
12/03/2015
ItaliaOggi
Pag. 12
(diffusione:88538, tiratura:156000)
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controllate da Ubi Banca. Il progetto spiega che i principali obiettivi della fusione sono quelli di «conseguire
una crescita dei volumi intermediati tramite la costituzione di un'entità attiva nella prestazione di un'ampia
gamma di servizi di livello elevato, operante tramite il canale telematico e con il supporto fondamentale del
canale promotori finanziari», ma anche «conseguire sinergie di costo e ricavo» e «semplifi care la struttura
del gruppo». Il progetto, fi rmato da Giovanni Lecchi presidente di Ubpi e Massimo Capuano presidente di Iw
Bank, spiega che la nuova entità assumerà il nome di Iw Bank (e non Iw Bank Private Investment come
indicato nei mesi scorsi) e trasferirà la propria sede legale da Brescia (sede di Ubpi) a Milano, sede di Iw
Bank. Sono stare inoltre varate altre modifi che statutarie: almeno un quarto dei componenti il consiglio
d'amministrazione dovrà essere indipendente ed è prevista la riduzione del numero massimo dei componenti
il board da 13 a 7. Poiché entrambe le società sono detenute da Ubi Banca la fusione avviene con procedura
semplifi cata, quindi senza fi ssare un rapporto di concambio. La nuova banca punta ad arrivare a 25 miliardi
di masse entro il 2018, servendo complessivamente 400mila clienti: bisognerò ora vedere chi sarà il futuro
capoazienda, considerate le due attuali fi gure guida, Cesare Colombi e Gianluca Bisognani, rispettivamente
direttore generale di Ubpi e Iw Bank. Banca d'Italia ha rilasciato l'autorizzazione alla fusione lo scorso 27
febbraio. Aumento di capitale con qualche diffi coltà per Epic sim, la piattaforma per le pmi fondata e guidata
da Andrea Crovetto, ex banker di Unicredit e Banca Finnat, che si prepara così ad accogliere fra i suoi
azionisti i venture capital Digital Magics, quotato, e Siamosoci, di cui azionista di riferimento è Azimut.
Qualche giorno fa, infatti,a Milano davanti al notaio Salvo Morsello si è svolta un'assemblea straordinaria di
Epic sim guidata dal presidente e azionista Guido Ferrarini. All'ordine del giorno una delega al consiglio
d'amministrazione per aumentare il capitale a pagamento da 1,29 a 2,09 milioni di euro mediante emissione fi
no a 800 mila nuove azioni, da sottoscrivere entro il 31 dicembre 2019. Ferrarini ha spiegato che la delega
assicura al board «la massima essibilità e tempestività nell'esecuzione dell'aumento di capitale». Inoltre il
presidente ha «di accompagnare il futuro aumento di capitale con una emissione di stock option da offrire ad
amministratori e dipendenti in coerenza con la proporzione del 20% del totale di nuove azioni emesse». Al
momento del voto, però, Alceo Rapagna, ex McKinsey ed Eni e oggi direttore marketing & new business di
Rcs, azionista col 10,4%, ha posto una serie di distinguo e alla fi ne ha votato contro. Così la
ricapitalizzazione è stata approvata dall'89,5% dei soci guidati da Crovetto (24,4%), Stefano Visalli (20,9%),
Ferrarini Guido e i fi glio Sergio ciascuno col 13,9%, l'ex banker di Unicredit Andrea Moneta (4,7%), Roberto
Crapelli (1,5%) amministratore delegato di Roland Berger Strategy Consultants, Valerio De Molli (3,1%) che
guida il gruppo consulenziale Ambrosetti, Prometeia (5,2%) e Simonfid (1,5%).
12/03/2015
MF
Pag. 1
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Serra si spiega sulle popolari
Filippo Buraschi e Andrea Montanari
Come anticipato da milanofi nanza.it il fi nanziere è stato ascoltato sui movimenti anomali dei titoli nei giorni
precedenti il decreto di riforma. Vegas vuole capire se siano circolate informazioni privilegiate (Buraschi e
Montanari a pagina 2) Un lungo confronto durato dalle 15,30 fino a sera. Il capo di Algebris, Davide Serra,
come ha anticipato il sito milanofinanza.it, è stato sentito ieri dagli sceriffi della Consob sui movimenti anomali
che hanno coinvolto le banche popolari nei giorni precedenti l'annuncio del decreto che impone la
trasformazione in spa e la cancellazione del voto capitario. Prima di far partire la lettera di convocazione, gli
uffici ispettivi dell'authority hanno ricostruito i picchi di scambi e valutazioni in borsa degli istituti coinvolti nella
riforma: le prime indiscrezioni hanno iniziato a circolare il 3 gennaio mentre Matteo Renzi ne ha parlato
apertamente venerdì 16 gennaio, a mercati chiusi, prima di licenziare il provvedimento nel consiglio dei
ministri del 20 gennaio, a quattro giorni di distanza e dopo due giorni di mercati aperti. Le anomalie erano
state sottolineate dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, già l'11 febbraio scorso in occasione
dell'audizione davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera riunite. Alcuni soggetti,
secondo quanto riferito, hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio, «eventualmente accompagnati da
vendite nella settimana successiva. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in
circa 10 milioni di euro», aveva detto Vegas. In effetti dal 3 gennaio al 9 febbraio 2015 i corsi delle banche
popolari erano saliti da un minimo dell'8% per Ubi a un massimo del 57% per Popolare Etruria; anche i volumi
negoziati avevano fatto registrare consistenti aumenti. Lunedì 19 gennaio in una seduta la Bpm aveva
guadagnato il 14,9%, Ubi il 9,7%, Creval il 9,63%, Bper l'8,5%, Banco Popolare l'8,3%, Etruria l'8,2% e
Sondrio l'8%. «Procederemo ad audizioni», aveva aggiunto Vegas, «nei confronti di alcuni soggetti rispetto ai
quali sono già emersi elementi che portano a ritenere necessarie indagini specifiche più approfondite». E uno
di questi soggetti è stato individuato proprio in Serra, finanziere vicino a Matteo Renzi che ha sempre
sostenuto di investire nelle Popolari ma che ha escluso in dichiarazioni pubbliche e in un comunicato ufficiale
di avere operato sui titoli nel periodo incriminato. Consob intendeva ricostruire se Serra fosse entrato in
possesso di informazioni privilegiato nel corso dell'elaborazione del provvedimento e se avesse poi operato
sul mercato di conseguenza lucrando sui maxi rialzi dei titoli coinvolti nella vicenda. «Posso dire che siamo
solo contenti che le autorità controllino tutto in maniera veloce e corretta», ha dichiarato ieri sera Serra
all'agenzia Ansa. «È andata perfettamente», ha concluso. (riproduzione riservata)
Foto: Davide Serra Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/popolari
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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CONVOCATO IN CONSOB L'ACCESO CONFRONTO È INIZIATO POCO PRIMA DELLE 16 E SI È
CONCLUSO IN SERATA
12/03/2015
MF
Pag. 5
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Un terzo dell'attivo è un limite di partecipazione giusto
Giuliano Segre*
Nel loro venticinquesimo anno di vita le Fondazioni di origine bancaria, quando avvertono le prime rughe,
quando ormai gli errori di gioventù li hanno commessi e li stanno scontando, quando peraltro hanno ormai
acquistato una matura consapevolezza sul da farsi e quindi possono pretendere che venga riconosciuto il
loro ruolo sussidiario nella società italiana, fanno una loro nuova remise en forme. Il Protocollo di intesa fra il
ministro vigilante e l'Associazione delle fondazioni è un atto che ha valenza politica e capacità organizzativa.
Sotto il primo aspetto si chiude una stagione di perplessità parlamentari sul ruolo delle fondazioni, sovente
interpretate come luogo della spartizione del potere locale (ora invece attribuito alla banche popolari) fino al
punto della promulgazioni di norme tanto incomprensibili quanto incostituzionali come la pretesa di introdurre
un misterioso interlocking fra fondazioni e altri soggetti finanziari che con esse non producono né possono
produrre comportamenti monopolistici lesivi della concorrenza. Sotto il secondo aspetto invece il «tagliando»
era ormai necessario. Il Protocollo quindi indugia parecchio sulla gestione delle poste finanziarie dell'attivo
fondazionale: per quanto erroneamente si parli di gestione del patrimonio in generale, in realtà vengono
modellati i percorsi di rischio della parte del patrimonio investita in asset finanziari. Il modello
rischio/rendimento sotteso è tipico delle gestioni conservative ed in effetti esso è esistenziale per ogni tipo di
fondazione, che nella vulgata è definita come «un patrimonio per uno scopo»; perso il primo il secondo non
può più essere conseguito. Il limite dell'esposizione al rischio verso un singolo soggetto al 33% del totale
dell'attivo, valutati entrambi a valori di mercato, è molto denso di significati e farà giustizia di molte situazioni
contabili ben diverse da una realtà che, per quanto autorizzata da norme del 2008, segna oggi una scala di
valori irrealistici, talvolta mascherati da strumenti finanziari ora vietati, così come sostenuti da un
indebitamento privo di senso economico. Poi il Protocollo mette ordine in una piattaforma di governo delle
fondazioni assai difficile da definire in maniera compiuta poiché qualche migliaio di persone dal Duemila
governa con ruoli diversi le 88 fondazioni: mentre le società che vi avevano creduto stanno abbandonando
nel nostro paese il sistema di governo duale, per le fondazioni di origine bancaria esso è invece obbligatorio e
si esprime attraverso percorsi talvolta contorti e assai densi. Una semplificazione in questo contesto sarebbe
necessaria, ma qui viene appena sfiorata, esaltando il ricambio accelerato dei protagonisti, che quindi
saranno sollevati più o meno quando avranno inteso bene il loro ruolo, che non dovrebbe essere politico, ma
amministrativo. Ma a rendere più dispersa la capacità di raccolta degli amministratori viene introdotta una
procedura «di piazza» tramite incontri pubblici locali, ampi nella convocazione e nella rendicontazione dei loro
lavori. C'è da preoccuparsi, anche se le finalità sono lodevoli. Soprattutto però il Protocollo è fondamentale
per il senso di cittadinanza che riapre alle fondazioni nella società italiana dopo che le sentenze della Corte
Costituzionale dei primi anni duemila sembravano annebbiate nella considerazione del paese verso questa
riforma delle banche pubbliche alimentata dal basso, che oggi potrebbe invece essere di guida nella nuova
sistemazione dell'altro ramo del sistema bancario italiano rappresentato dalla Banche Popolari. (riproduzione
riservata) *Presidente Fondazione Venezia
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INTERVISTA
12/03/2015
MF
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Draghi proclama: il Qe funziona
Il capo della Bce: gli acquisti di bond sovrani proteggono dal contagio greco. Btp a 30 anni sotto il 2% Per
Ubs il piano dell'istituto di Francoforte spingerà gli investitori a riversarsi sull'azionario europeo
Marcello Bussi
Al terzo giorno dall'avvio, Mario Draghi alla Goethe University di Francoforte ha dichiarato che «il Qe
funziona». Un'affermazione corroborata dalle performance della borsa tedesca, salita del 2,7% al nuovo
massimo di tutti i tempi a 11.806 punti. Il terzo giorno del Qe è stato vissuto in maniera euforica dai mercati di
Eurolandia nonostante le incertezze di Wall Street: Piazza Affari ha guadagnato il 2,2%, ai massimi dal
febbraio 2011, Parigi il 2,4% mentre il rendimento del Bund decennale tedesco è sceso allo 0,174% e quello
del Btp all'1,104%. E l'euro ha proseguito la sua marcia verso la parità con il dollaro, scendendo fino a
1,0528. Non stupisce che la borsa più pimpante sia stata quella di Francoforte. Il Qe avvantaggia in maniera
clamorosa la Germania, dove pure alberga il suo massimo oppositore, il presidente della Bundesbank Jens
Weidmann. Le scadenze fino a 7 anni dei titoli di Stato tedeschi hanno tutte rendimenti sotto zero e perfino il
decennale si sta avvicinando a questa soglia. Addirittura surreale l'esito dell'asta di ieri, in cui il Tesoro
tedesco ha collocato 4,09 miliardi di euro di Schatz a 2 anni con rendimento del -0,24%, quindi inferiore alla
soglia del -0,20% al di sotto della quale la Bce non compra bond. Cosa che non ha impedito di avere una
domanda 2,2 volte superiore all'offerta. Va bene anche all'Italia, ovviamente, con il rendimento del Btp
decennale che ogni giorno tocca nuovi minimi, mentre il Btp trentennale ieri è sceso per la prima volta nella
storia sotto il 2% all'1,98%. Il trend è inoltre destinato a durare. Come ha sottolineato Stephan Deo, strategist
di Ubs, le dimensioni del Qe della Bce (acquisti per 60 miliardi di euro al mese, pari a 720 miliardi in un anno)
ammontano al 7,2% del pil di Eurolandia, mentre il deficit pubblico aggregato dei Paesi aderenti all'euro
quest'anno è atteso al 2,2% del pil, pari a 205 miliardi. In breve, la Bce non sta solo acquistando la scorta
netta di titoli sovrani dell'area euro equivalente al deficit, ma sta anche comprando parte dello stock esistente.
Draghi ridurrà quindi il debito disponibile per gli investitori di 515 miliardi. Dalla Seconda Guerra mondiale non
era mai successo che il debito diminuisse. Questo costringerà gli operatori a puntare su altri asset e quindi
sull'azionario, compreso quello europeo verso cui stanno aumentando i flussi in arrivo dall'estero, in
particolare dagli Usa dove molti investitori puntano sui listini del Vecchio Continente in vista del rialzo dei
tassi d'interesse da parte della Federal Reserve. E così Draghi ha potuto fare la sua conferenza trionfale alla
Goethe University, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa: gli acquisti di asset, ha osservato
«hanno sempre fatto parte della politica» della Bce e anche la Bundesbank ha fatto ricorso a questo
strumento negli anni 70. Draghi ha quindi osservato che «assistiamo a un calo dei rendimenti sovrani a lungo
termine nonostante la nuova crisi in Grecia». Questo «ci suggerisce che il programma di acquisto di titoli
mette al riparo l'area euro dal contagio e che aiuta anche la Bce a raggiungere i suoi obiettivi di politica
monetaria». Meglio di così non potrebbe andare. (riproduzione riservata)
L'INDICE FTSE MIB 22.000 22.400 22.200 22.800 22.600 23.000 10 mar 9 mar 9.00 17.30 9.00 17.30 9.00
17.30 11 mar Intraday 22.833 +2,18% IERI
EURO/DOLLARO 1,04 1,06 1,08 1,10 10 mar 9 mar 9.00 17.30 9.00 17.30 9.00 17.30 11 mar Intraday
Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/bce
Foto: Mario Draghi
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BORSE EUFORICHE. FRANCOFORTE RECORD (+2,7%), MILANO +2,2%, AL TOP DAL FEBBRAIO 2011
12/03/2015
MF
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Poste, incontro decisivo tra Caio e Padoan
Anna Messia
Ci saranno la questione della Banca del Mezzogiorno e il nodo del servizio universale al centro del prossimo
incontro tra il numero uno di Poste Italiane, Francesco Caio e il ministro dell'Economia, Pier Calo Padoan.
Riunione che si ripetono con cadenza mensile e che hanno come obiettivo la quotazione del 40% del gruppo,
pilastro portante del piano di privatizzazioni annunciato dal governo di Matteo Renzi. All'orizzonte non sembra
esserci alcuna accelerazione rispetto all'obiettivo, che resta confermato, di realizzare l'ipo entro la fine
dell'anno. L'ipotesi sul tavolo resta quindi quella di sfruttare la finestra di ottobre novembre. Il prossimo
appuntamento tra il numero uno dell'azienda postale e il ministro dell'Economia si preannuncia però decisivo
per due questioni chiave. Perché dovrebbe essere finalmente definito il destino della Banca del Mezzogiorno,
l'istituto voluto dall'allora ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che dovrebbe essere ceduto a Invitalia, ma
su cui si stanno aprendo nuovi scenari. Ma soprattutto perché si dovrebbe addivenire a una soluzione per il
rinnovo del contratto di programma per il servizio universale, per il periodo 2015-2019, che dovrebbe essere
chiuso entro marzo e che rappresenta un tassello fondamentale per preparare Poste Italiane a Piazza Affari,
come anticipato da MF-MilanoFinanza il 7 marzo scorso. Perché, come illustrato ieri da Caio, chiamato in
audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato, così com'è oggi il servizio universale non è più
sostenibile dal punto di vista economico per Poste Italiane: il costo per il gruppo è di 1 miliardo mentre il
contributo dello Stato è di appena 340 milioni, scesi tra l'altro a 262,4 milioni con la legge di Stabilità 2015. I
numeri illustrati da Caio sono allarmanti: a causa della crisi del settore del recapito, senza interventi correttivi,
in un trend inerziale, nel 2019, Poste chiuderebbe con un Ebit negativo di 1,5 miliardi nel settore postale,
portando in rosso l'intero gruppo. Per di più le novità contenute nel ddl concorrenza, che prevedono l'apertura
del mercato della consegna delle multe e degli atti giudiziari dal 2016, ha spiegato Caio ai senatori, ha
l'effetto di aggravare il trend negativo. Serve quindi accelerare per trovare la quadra e bloccare il trend
negativo. A occuparsi della questione, come noto, è l'Agcom, chiamata a dare il via libera al repricing chiesto
dalla Poste Italiane, che prevede l'aumento a 1 euro per la posta ordinaria (reintrodotta per legge) e un costo
di 3 euro per quella prioritaria. Non solo. L'autorità dovrà anche approvare il piano di consegna a giorni
alterni, esteso dalla legge di Stabilità, a un quarto del territorio nazionale, rispetto a un ottavo precedente. Al
tavolo di via XX Settembre, cui venerdì 13 siederanno anche il capo della segreteria tecnica del ministero,
Fabrizio Pagani, e il cfo di Poste, Luigi Ferraris, si discuterà poi, come detto, anche del destino della Banca
del Mezzogiorno. Caio, a novembre scorso, ha detto senza mezzi termini che la missione di Poste Italiane
non passa per la presenza della Banca del Mezzogiorno e Padoan ha parlato di trattative con Invitalia. La
banca, nel frattempo, ha però chiuso il bilancio 2014 in utile per 40 milioni, il doppio di quanto previsto dal
piano industriale e il rischio sarebbe oggi di cederla a un prezzo inferiore al suo valore. Per qualche motivo si
starebbe ragionando su nuovo scenari che la valorizzino. Come la creazione di una newco con soci Poste,
Invitalia e un fondo di private equity, allargandone l'accesso della banca a un numero maggiore di sportelli di
Poste Italiane (oggi appena 250 su un totale di 13 mila sportelli). (riproduzione riservata)
Foto: Francesco Caio
Foto: Le anticipazioni di MF-MilanoFinanza
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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VENERDÌ 13 SI AFFRONTERÀ IL NODO BANCA SUD E SERVIZIO UNIVERSALE. CRUCIALE PER L'IPO
12/03/2015
MF
Pag. 13
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Campari: pronti al superdollaro
Il ceo: nel 2014 abbiamo lavorato molto sull'integrazione delle realtà acquisite. In questo modo ci siamo molto
rafforzati sul mercato americano. Buoni i risultati anche su quello russo. E il 2015 si presenta bene
Carlo Cerutti CLASS CNBC
Per Campari il 2014 è stato sostanzialmente un anno di transizione, in cui il management a tutti i livelli è stato
molto impegnato nell'integrazione delle realtà acquisite, Forty Creek, che ha consentito al gruppo di rafforzare
molto la presenza sull'altra sponda dell'Atlantico, e di Averna. Inoltre, non ha aiutato la situazione geopolitica
in Russia, dove il gruppo è molto presente. Ciononostante, il gruppo l'anno scorso è riuscito ad aumentare i
volumi di vendita del 2,4%, e del 4,2% nell'ultimo trimestre. Bene anche l'Italia, malgrado un terzo trimestre
«terribile» come lo definisce l'ad Bob Kunze Concewitz. E adesso il gruppo, come sottolinea l'ad in questa
intervista, si prepara a cogliere i frutti del lavoro svolto lo scorso anno. Domanda. Visti i risultati, come giudica
nel complesso il 2014 di Campari? Risposta. I numeri sono stati in linea con le attese. Il 2014 è stato un anno
molto intenso perché abbiamo fatto due acquisizioni, alcune ristrutturazioni e, allo stesso tempo, abbiamo
creato tre nuove società commerciali all'estero e anche messo a regime un nuovo impianto. L'anno scorso è
stato impiegato nel ricomporre il tutto e ci possiamo dire soddisfatti di come sia andato. D. In che modo le due
acquisizioni, Forty Creek e Averna, si sono inserite nelle vostre strategie? R. La prima è stata fondamentale
perché ci ha permesso di creare una piattaforma di distribuzione in Canada, che diventerà uno dei nostri
cinque mercati principali. Infatti, dal primo gennaio operiamo per conto nostro con un portafoglio di marchi
molto ampio e ci aspettiamo di accelerarne la crescita. Quanto ad Averna, è un marchio di eccellenza e
anch'esso è stato integrato, per cui dal primo gennaio lo commercializziamo tramite le nostre strutture. Siamo
ancora all'inizio di questa storia e abbiamo intenzione di sviluppare molto il business sull'estero. D. Andrete
avanti con queste acquisizioni mirate, funzionali alla vostra strategia e nella vostra operatività a medio
termine? Ci può dare qualche indicazione sul 2015 in tal senso, anche in termini di aree geografiche cui siete
interessati? R. La nostra strategia resta invariata, nel senso che il nostro obiettivo è ampliare la massa critica
sui mercati dove siamo presenti. Ormai abbiamo le nostre strutture in 18 mercati, dunque la scelta è vasta.
Detto questo siamo come sempre molto oculati e non siamo disposti a pagare qualsiasi prezzo. D. Dei 18
mercati che menzionava, uno molto importante è quello russo che sta attraversando una fase critica, vista
anche la svalutazione del rublo che riduce il potere di acquisto di questi importanti clienti. Quali sono le vostre
preoccupazioni riguardo questo mercato? State cercando di coprirvi dai possibili rischi? R. Lo scorso anno è
stato davvero molto positivo per la nostra attività sul mercato russo. Siamo cresciuti dell'11%, nonostante il
generalizzato calo. Per quello che riguarda quest'anno, l'obiettivo è di chiudere in linea con il 2014, che vuol
dire prendere tanta quota di mercato al leader, dunque non sarà una passeggiata. Detto questo, abbiamo tre
motivi per essere preoccupati. Da un lato il cambio. Tutto ciò che vendiamo in Russia viene importato in gran
parte dall'Europa, dunque il cambio incide parecchio. Ma una cosa che ci preoccupa forse un po' di più è la
liquidità dei nostri clienti. Un aspetto al quale siamo molto attenti. Se la situazione non è in regola i camion
non lasciano i nostri depositi. È per questo motivo che tra un mese e l'altro abbiamo avuto andamenti molto
volatili. Infine siamo un po' ansiosi riguardo le politiche di prezzo di adottate da qualcuno dei nostri
competitor, che sta facendo delle mosse non molto intelligenti. Vediamo quanto durerà. D. A livello globale
questa forte svalutazione dell'euro rispetto al dollaro vi avvantaggia oppure vi dovete coprire dal rischio di
cambio in Paesi nei quali la valuta non è l'euro? R. Bisogna considerare che abbiamo una rete di
distribuzione estesa a livello globale, che conta 17 impianti sparsi in diversi Paesi. Per esempio, il 95% di
quello che vendiamo in America viene prodotto in loco. Quindi l'effetto del cambio contro una valuta come il
dollaro avviene solo a livello della traduzione ai fini del bilancio, ma non ne ha a livello di transazioni
commerciali. D. Vedo tra i risultati che avete pubblicato un aumento dei ricavi in Italia del 9,4%, come giudica
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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INTERVISTA L'AD KUNZE CONCEWITZ: CRESCEREMO ANCHE CON ACQUISTI MIRATI, MA SENZA
STRAPAGARE
12/03/2015
MF
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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la situazione del settore nel Paese? R. Siamo cresciuti, senza acquisizioni, di circa il 3,5% in un contesto di
mercato che ha perso quasi il 2%. Quindi abbiamo continuato ad accrescere la nostra quota. Vediamo come
andrà quest'anno. L'anno scorso non è stato un anno normale perché abbiamo avuto un terzo trimestre
terribile, dovuto a una situazione climatica che è stata veramente atroce. Per quest'anno speriamo di avere in
quel periodo un tempo più clemente e soleggiato. D. I vostri volumi di vendita mostrano un'accelerazione nel
quarto trimestre. Questo lascia ben sperare anche per il 2015? R. Assolutamente. (riproduzione riservata)
CAMPARI 11 dic '14 11 mar '15 quotazioni in euro 4,5 5,5 5,0 6,0 6,5 6,4 € +3,47% IERI
Foto: Bob Kunze Concewitz
Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/campari
12/03/2015
Financial Times
Pag. 4
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Catholic Church
JAMES POLITI - ROME
The Vatican is in advanced talks with Italian authorities to end decades of secret banking in the city state, as
Pope Francis presses ahead with his efforts to clean up the finances of the Roman Catholic Church. The
move would mark the latest step in the reform of the Vatican Bank, known as the Institute for Religious Works
(IOR), which has been shrouded in controversy since its founding during the second world war. "The
negotiations are at a good point. There are shared objectives: transparency and information exchange. It's
reasonable to think we could close it by the end of the month," an official from the Italian finance ministry said
yesterday. For years, the IOR has been eyed with suspicion by Italian and global authorities, which viewed it
as a hub for illicit behaviour, from tax evasion to money laundering. But under intense pressure from
governments and other financial institutions, Pope Benedict XVI and Pope Francis have undertaken sweeping
changes to the IOR, closing as many as 3,000 accounts. Details of the agreement in the works with Italy
remain under wraps but Father Federico Lombardi, the Vatican spokesman, also said it would involve
"greater and more complete transparency and exchange of information for tax purposes". Matteo Renzi,
Italy's prime minister, said in a recent interview with L'Espresso magazine that any deal with the Vatican
would be modelled around similar ones agreed in recent weeks with Switzerland, Liechtenstein and Monaco,
tax havens close to home. If the Vatican agrees to sharing information with Italian tax authorities and antimoney laundering investigators, it would mark a further departure from days in which money could be easily
hidden within the walls of the Holy See, some analysts said. "It's good news that the Vatican is keeping up
with developments elsewhere, and [such a deal] is consistent with the reforms that have been going on
there," said Joshua Simmons, policy counsel at Global Financial Integrity, a Washington-based group that
seeks to curb illicit financial flows. The Vatican Bank has about €6bn in assets, with most of its 17,000-plus
clients being religious orders and Catholic charities operating across the world. Between 2013 and 2014 it
brought in Promontory, a Washington-based advisory group, to screen each of its clients for dubious activity
and it is now regulated by the Financial Information Authority, the Vatican financial regulator set up in 2010.
Since last year, the IOR has been led by Jean-Baptiste de Franssu, the French former senior executive at
Invesco, the fund manager. The biggest scandal almost certainly came in 1982 when Roberto Calvi, the
chairman of Banco Ambrosiano, in which IOR was a big shareholder, was found hanging from London's
Blackfriars bridge amid suspicions that he - also known as "God's banker" - was the victim of Mafia hitmen.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Vatican in talks to end decades of secret banking
12/03/2015
Financial Times
Pag. 4
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Italy's centre-right
JAMES POLITI - ROME
Italy's highest court handed Silvio Berlusconi a big legal victory, confirming his acquittal on charges of sex
with an underage prostitute and abuse of office, fuelling his supporters' hopes of an unlikely political revival.
The 78-year-old former prime minister and media tycoon had been initially convicted of paying for sex with
Karima "Ruby" El-Mahroug, a Moroccan nightclub dancer who was 17 at the time, and sentenced to seven
years in prison. But Mr Berlusconi was cleared on appeal last year, mainly on the grounds that he did not
know Ms El-Mahroug was a minor. That acquittal was confirmed for good last night. "Now that this sad
chapter is over, I am back on the pitch to build, alongside Forza Italia and the centre-right, an Italy that is
better, more just and more free," Mr Berlusconi said on his Face-book page yesterday. Mr Berlusconi was
forced to step down as prime minister in the middle of the eurozone crisis in November 2011 and his legal
travails, as well as the controversy over the so-called "bunga bunga" sex parties that he held throughout his
time in office, contributed to his downfall. Mr Berlusconi was also found guilty of tax fraud and sentenced to a
one-year term of part-time community service in an Alzheimer's clinic, which ended last week. Even so, Mr
Berlusconi has remained at the helm of the centre-right Forza Italia party, which he founded more than two
decades ago. But while it was once the dominant force in Italian politics, Forza Italia's support has declined
dramatically in recent years and it has been eclipsed on the right by a resurgence of the anti-immigrant, antieuro Northern League. Some Forza Italia politicians have already split from the party and others are openly
questioning Mr Berlusconi's leadership. Meanwhile, Italy's centre-left has taken advantage of the disarray on
the right, with Matteo Renzi rising to power last year on a platform of sweeping economic and political reform.
But the end of Mr Berlusconi's tax fraud sentence and his definitive acquittal in the "Ruby" case might mean
he will make a last-ditch attempt at a political comeback, however difficult it may be, with the first test coming
in May's regional elections. Mr Berlusconi remains banned from public office but has challenged the decision
at the European Court for Human Rights. "The acquittal is a victory for liberty and truth. Forza Italia can start
over now, stronger than ever, with its president," tweeted Andrea Mandelli, a senator from Mr Berlusconi's
party. Others were sceptical. Corrado Passera, a former Italian banker and government minister under Mario
Monti who is trying to create his own centre-right political movement, was dismissive. "The acquittal is good
for him but the political judgment should not change. He betrayed the liberal revolution and cannot be the new
voice that Italy needs," Mr Passera said, also on Twitter. Indeed, the high court ruling may have come too late
to restore Mr Berlusconi's standing, both domestically and internationally, a reality even he acknowledged in
his reaction. "I have nothing to blame myself for. . . but there is regret for the countless damage inflicted by
this story, not just on me and my family but all Italians, the public life of our country, and our image in the
world," Mr Berlusconi said.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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'I am back,' says Berlusconi after court victory
12/03/2015
International New York Times
Pag. 3
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BY JIM YARDLEY AND GAIA PIANIGIANI
''I won't get drunk, but this time we should toast.''Former Prime Minister Silvio Berlusconi has no shortage of
legal woes. His conviction on tax fraud was upheld last year, costing him a seat in Parliament. He remains
under investigation by one magistrate for witness tampering, while he is also on trial in Naples on charges of
political corruption.But Mr. Berlusconi, 78, did get some good news on Tuesday night when Italy's highest
court upheld his acquittal in a case in which he was accused of paying for sex with an underage Moroccan
prostitute during one of the infamous ''bunga bunga'' sex parties at his villa near Milan. Prosecutors alleged
that Mr. Berlusconi first paid the Moroccan, Karima el-Mahroug, then 17 and nicknamed Ruby Heart-Stealer,
for sex and later tried to pressure police to release her after she was arrested on suspicion of theft. The case
also helped erode Mr. Berlusconi's political standing and led to accusations by his supporters that the
proceeding was politically motivated.''A huge weight has been lifted from my heart,'' the Italian newspaper
Corriere della Sera quoted Mr. Berlusconi as saying late Tuesday. ''I won't get drunk, but this time we should
toast.''The immediate question is whether the acquittal will revive Mr. Berlusconi's political standing at a time
when his center-right party Forza Italia is divided and Italy's center-left prime minister, Matteo Renzi, has
emerged as the country's dominant political figure. Forza Italia is part of Italy's awkward left-right governing
coalition, but the party's influence has declined as Mr. Berlusconi has seemed distracted by legal and
business concerns.''Berlusconi's decline is well established,'' said Roberto D'Alimonte, a political analyst. ''It
matters for him because he ran the risk of going to jail. But politically, it doesn't matter.''The controversy over
the parties became public at the same time Mr. Berlusconi was in the midst of a political crisis in which he
was ultimately forced to resign as prime minister in 2011, at the height of the European financial crisis. Mr.
Berlusconi and Ms. Mahroug have denied ever having sex. Mr. Berlusconi has also argued that he was
unaware that she was a minor.The legal journey has been a circuitous one: Alower court initially convicted
Mr. Berlusconi in the case, sentencing him to seven years in prison, only to see that verdict overturned last
year on appeal. In upholding the appellate decision, the Italian high court apparently agreed with Mr.
Berlusconi's argument. A written judgment is expected in 90 days.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Top court backs acquittal for Berlusconi in sex case
12/03/2015
International New York Times
Pag. 13
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International New York Times
From the Pantheon to Brunelleschi's dome to Giò Ponti's pathbreaking Pirelli Tower, Italy has one of the
world's proudest architectural heritages. But has this rich tradition inspired too many architects for one country
to support? According to a new report from the Architects' Council of Europe, there are 153,000 licensed
architects in Italy - a huge sum representing 27 percent of all the architects on the Continent. That's 50,000
more architects than there are in the United States, and more than the number in Britain and Germany
combined. ''There are just too many of us, which makes for a very difficult working environment,'' said Luciano
Lazzari, an architect in Trieste who is also the president of the Architects' Council of Europe. ''I was in
Brussels recently and people asked me why we have so many architects. I honestly don't know why, apart
from the tradition. It's a profession that's always been highly regarded in the past, and it still sounds good
when you say it at parties, but in reality we are not well off.'' According to the Architects' Council report, which
surveyed about 18,000 architects in 26 countries, principals at Italian architecture firms charge on average
$39 an hour - about half the amount of their peers in Germany, France and Britain. Italian architects surveyed
also reported some of the lowest job satisfaction rates on the Continent. ''I think anybody here who's an
architect tries to tell his children not to become an architect,'' Mr. Lazzari said. ''That's something new.
Traditionally, it used to run in the family.'' Although there are efforts to globalize the perspective of Italian
architects - including a plan to offer advanced degrees in English at Milan's Politecnico, which has trained
famous architects like Ponti, Aldo Rossi and Renzo Piano - only 4 percent of Italian architects say they have
taken jobs outside of Italy in the past year, according to the survey. Mr. Lazzari said that Italian architects
faced fierce competition for jobs from their peers and from other professions - like engineers or surveyors,
who can also work on residential jobs. One reliable source of income, however, comes from maintaining
Italy's protected historical buildings, which by law only architects can work on. ''What you think an architect
does and what an architect actually does is far, far different,'' Mr. Lazzari said. ''Our biggest problem in Italy is
bureaucracy - this very, very complex system which all are a part of. It makes it very difficult to work. If you
spend 100 hours working, 98 will just be paperwork and bureaucracy. The fun part is very, very limited.''
STEPHEN HEYMAN
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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In Italy, an oversupply of architects
12/03/2015
The Guardian
Pag. 2
Richer EU nations pressed to take in asylum seekers Plan would resettle the displaced thousands
Harriet Grant
The UN has drawn up radical plans for an "orderly relocation" of thousands of Syrian refugees from southern
Europe to richer countries in the north, and is pressing the EU to agree to a year-long pilot programme.On the
eve of the fourth anniversary of the Syrian conflict, and with ever greater numbers of refugees arriving in
southern Europe , the UN refugee agency, the UNHCR, has approached senior EU figures to get backing for
its proposal.The plan, outlined in a letter to the EU foreign policy chief, Federica Mogherini, and the
commissioner for home affairs, Dimitris Avramopoulos, is a stark departure from EU policy, which forces
asylum seekers to apply in their first country of entry under the 2013 Dublin regulation.The director of the
UNHCR's Europe bureau, Vincent Cochetel, told the Guardian that new approaches were urgently needed
before the crisis intensifies. "We are concerned that when the boat arrivals resume on a large scale in April,
not all the lessons learned from last year have been drawn by EU member states," he said."More than twothirds of those disembarked in Italy moved on without fingerprinting or proper identification. At a time of
increased security concerns over movements from Libya, this situation is abnormal. Not all those saying that
they are Syrians or Palestinians are Syrians or Palestinians. And not all of them are refugees." The Syrian
conflict has exacerbated a refugee crisis in north Africa and the Middle East. More than 3 million people are
estimated to have fled the country in the past four years, and while most have remained in neighbouring
countries - Lebanon, Turkey and Jordan - thousands have tried to make the perilous journey to Europe.Most
who survive the Mediterranean crossing - and more than 3,000 died last year - end up in Italy and Greece.
More than 25,000 Syrians arrived in Italy in 2014 alone.Italy and Greece say the EU's Dublin rule that
migrants should apply for asylum in their country of arrival leaves them shouldering the burden. In practice,
many simply slip through the net and move illegally around Europe. Cochetel said that the huge numbers of
Syrians who choose to move irregularly across Europe could be reduced if people were allowed to legally
travel onwards to join their family or to relocate to countries where they have relevant language skills or work
opportunities."We need to convince them it is better to go legally, that there is an alternative to months of
suffering," he said. "When I see a Syrian arrive in Italy who has relatives in the Netherlands who are not close
enough to be eligible for reunion under the family directive, for example an 18-year-old with a brother in the
Netherlands, the choice for policymakers is that he either moves illegally or legally." The proposed relocation,
which would start as a one-year pilot, would focus only on Syrians who are recognised as refugees in Italy
and Greece and would depend on an initial voluntary commitment from member states.But previous attempts
to reform the Dublin rule have been met with fierce resistance during internal EU discussions. Britain and
other northern European countries have fought in domestic and European courts to defend the right to return
asylum seekers to their country of entry, despite lawyers and human rights groups arguing that protection and
accommodation in Italy and Greece are inadequate.Cochetel acknowledge d only a significant interest in a
new system would change desperate migrants' behaviour, but point ed out that pressure outside Europe's
borders made it an urgent task."Last month Turkey bec ame the largest country of asylum in the world. Very
few people take notice of this. [The project] will need to be large enough to constitute a credible alternative to
what we have experienced so far: massive irregular secondary movements feeding trafficking, leading to
human suffering and exploitation."Syria's civil war has killed 200,000 people and displaced 6.5 million within
the country. Vedi pagina 24
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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UN's radical strategy to relocate Syrian refugees all over Europe
12/03/2015
The Guardian
Pag. 24
UK exercises right to send Syrians to European country they arrived in, including new mother with mental
health problems
Harriet Grant
Da pagina 2 Britain is quietly ejecting Syrian refugees to the EU countries they first arrived in, and is making it
harder for Syrians to enter Britain legally, lawyers say.As the UN makes plans to funnel more Syrians from
overwhelmed southern Europe to the richer north, official figures show more than 30 people were removed
from Britain in the 12 months to mid-2014, while visa approvals fell from about 70% in 2010 to less than 40%
last year."I have many Syrian clients whom the secretary of state has tried to send ... to other countries," said
Greg Ó Ceallaigh, a barrister at Garden Court chambers. The Home Office was determined to send them
back to apply for asylum in the first European country they arrive in, such as Italy or Bulgaria, under an EU
rule known as the Dublin regulation."The worst case was an extremely vulnerable woman with a newborn
child and serious mental health issues whom [they] tried repeatedly to send to Bulgaria at a time when it was
well-known that the situation was very poor," he added.A freedom of information request found that between
January 2013 and the end of 2014, 50 Syrians were removed from Britain under the Dublin rule, 18 of them to
Italy. It is not known how many resisted removal, but Ó Ceallaigh said he had stopped several being removed
since the war began.Challenges have been made mainly on the grounds that reception and accommodation
conditions in Greece, Italy and Bulgaria are so poor they constitute a breach of article 3 of the European
convention on human rights, the right to freedom from inhuman and degrading treatment. Returns to Greece
were suspended across most of Europe in 2011, when the European court of human rights ruled conditions
there amounted to a breach of human rights. In 2014 the UN high commissioner for refugees called for a
moratorium on returns to Bulgaria from the rest of Europe because of conditions there, though that request
has now been lifted.A test case challenging removals to Italy is to be heard this month at the high court in
London. The people involved are not Syrian, but their case could be more generally applied to vulnerable
asylum seekers.After a ruling from the European court of justice in 2013, lone children cannot be removed
under the Dublin rule. Lawyers say such children from Syria face other obstacles in the UK. Deirdre Sheahan,
a solicitor at Paragon Law, said they faced removal proceedings when they neared 18 if they had trouble
proving they were Syrian. "In a decision we received for an 18-year-old adult Syrian male, the Home Office
believe he is from Egypt," she said. "When a person flees their country, stopping to gather documentation is
not always feasible nor something that would be a priority for them."I work with a lot of young Kurds from
Syria. They face particular difficulties because they were a persecuted minority under the Assad regime and
many never had official documentation."Syrians need visas to enter Britain legally. Applications have
remained steady at about 8,000 a year, but while 70% were granted in 2010, the figure had fallen to 50% by
2012, and 39% last year.Colin Yeo, who runs the Free Movement blog, said: "The immigration rules for visits
to the UK require the applicant to show an intention to return to the home country. The Home Office clearly
takes the view that people are unlikely to want to return to a war zone and therefore refuses the applications,
although often giving different reasons. The UK government seems hell-bent on keeping Syrians out."The
oldest of eight children, Khalil Ahmed, now 25, from Deraa, was studying in Britain when war broke out four
years ago, so was able to apply for asylum from within the country. After his father, Ibrahim, was detained
and tortured by Syria's security services, Khalil's family abandoned their home and went to Cairo. Family
reunification laws do not allow people to bring parents or siblings to Britain so Khalil paid for them to flee with
his wages as a supermarket delivery driver.Ibrahim set out to join Khalil, planning to use the reunification laws
to bring over his wife and other children. But when the Italian authorities rescued him in the Mediterranean,
they took his fingerprints. After smuggling himself into Britain and claiming asylum, he was told under the
Dublin rule he must go back to Italy.With his father fighting to stay in the UK, Khalil decided to bring his
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Britain using EU rule to eject vulnerable asylum seekers
12/03/2015
The Guardian
Pag. 24
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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mother, Amira, across the Mediterranean route. He spent $4,000 (£2,600) on smugglers' fees so she could
join him, leaving her five youngest children living in a Cairo mosque. "It took two months of thinking about it,
it's such a difficult journey. But we needed to be together."Amira made it to England and was given asylum.
Last month her children joined her on the reunification visa. Now they are all together but Ibrahim Ahmed is
still fighting for the right to stay. Khalil says they will be devastated if he is sent back to Italy. "I am responsible
for my family now. My parents are poor, rural people, they are not educated. My father is old and tired, he
knows nobody in Italy, he doesn't speak Italian. He loves my mother so much and cannot bear to be apart
from her - he has been married to her for nearly 30 years."A Home Office spokesperson dismissed the idea of
opening up legal routes from Italy and Greece. "The UK has been at the forefront of the international
response to the humanitarian crisis in Syria. We have pledged £800m, making us the second largest bilateral
donor in the world. Since the crisis began we have also given sanctuary to nearly 4,000 Syrian
nationals."However, we firmly believe in the established principle that those in need of protection should seek
asylum in the first safe country they enter. Not acting to prevent the secondary movements of asylum seekers
within the European Union is likely to lead to further flows to member states who are already under pressure,
and who would be seen as a gateway to other parts of the EU."
12/03/2015
The Times
Pag. 38
Tom Kington Rome
Italy is backing a controversial proposal to process asylum claims in purposebuilt centres in Africa, before
refugees risk the often fatal trip across the Mediterranean to Europe.Angelino Alfano, the interior minister, has
added his voice to those calling for the creation of "refugee camps in Africa where screening can be carried
out, so that there will be an equal distribution among European countries for those who have the right to
asylum".He added: "If it's 'no', we will say, 'stay there'." He will promote the idea at a meeting of European
interior ministers in Brussels today.Italian media reported that Niger, Sudan and Tunisia were candidates to
host the European-asylum-processing outposts.Italy is facing a second year of record numbers of migrants
setting sail for its shores from Libya. About 170,000 people made the trip last year, but more than 3,000 of
them drowned after the rickety boats in which they put to sea sank.More than 9,000 have already set sail this
year, far more than in the same period last year.About 67,000 migrants are now housed in temporary centres
in Italy. According to the UN, deaths at sea this year - 474 - are running at double the rate of last year. "It is
now more than five deaths every 100 who sail, compared with two and a half last year - there is a lot of
political embarrassment about this," Carlotta Sami, a spokeswoman for the UN High Commissioner for
Refugees, said.That embarrassment is being felt in Rome, but also in Brussels, where EU officials have also
proposed asylum-application processing in Africa to save refugees making the gruelling trip across the
Sahara, often enduring imprisonment and beatings at the hands of traffickers in Libya, before risking their
lives at sea.Natasha Bertaud, the EU migration spokeswoman, said on Friday that a test scheme was being
considered in Niger. Ms Sami said that the UN was "open to solutions", but that the scheme should be put in
place only if certain conditions were met. "The country where the application is made must be ready to create
a safe area for those requesting asylum, guarantee their rights and give them freedom of movement," she
said. "EU states must also make more places available - this scheme should be a stepping stone, not a
block."An Italian navy rescue operation has been replaced by a smaller EU patrol that does not operate in the
waters near Libya where many boats sink - leaving rescue operations to the Italian coastguard. "Cargo ships
that had stepped in to help rescues are being scared off by rumours that there are jihadists among the
migrants," Ms Sami added.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
130
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Italy wants asylum-processing camps in Africa
12/03/2015
The Times
Pag. 38
The Times
Silvio Berlusconi has vowed to return to the centre stage of Italian politics after he was definitively acquitted of
paying an underage prostitute for sex and seeking to cover it up (Tom Kington writes)."Finally the truth," the
former Italian prime minister said yesterday. "With this sad episode behind us, I amback in the field to build,
with Forza Italia and the centre right, a better Italy which is more just."On Tuesday, Italy's supreme court
upheld his successful appeal against a sevenyear sentence in 2013 for paying Karima el Mahroug, a
Moroccan dancer, for sex at one of his "bunga-bunga" parties when she was 17. However, his lawyer did
admit to the court that "acts of prostitution" had taken place at the parties.Mr Berlusconi, 78, has just
completed months of community service as part of a separate sentence for tax fraud and he continues to be
banned from elected office.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
131
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Cleared Berlusconi plans return
12/03/2015
Le Figaro
Pag. 8
RICHARD HEUZÉ ROME
ITALIE Cette fois, l'acquittement est définitif. Au terme d'un délibéré de dix heures, la Cour de cassation de
Milan a confirmé tard mardi soir le verdict du 18 juillet dernier, qui exonérait Silvio Berlusconi de relations
sexuelles tarifées « avec une mineure » et, alors qu'il est président du Conseil, de « concussion » sur un
fonctionnaire de la préfecture de police pour obtenir le 27 mai 2010 la libération de la jeune femme.« Je me
suis retiré une pierre de la poitrine », s'est écrié le Cavaliere (79 ans), qui a retrouvé sa pleine liberté d'action
politique le dimanche 8 mars, Journée de la femme, après avoir purgé huit mois de travaux d'utilité publique
auprès de malades d'Alzheimer pour expier une condamnation définitive pour fraude fiscale.C'en est donc fini
de l'interminable feuilleton judiciaire du « Rubygate ». Il aura duré 49 mois, depuis ce 15 février 2011 où
l'homme le plus puissant et, à l'époque, le plus riche d'Italie est mis en examen pour les soirées pimentées
qu'il avait organisées au cours des années 2009-2010 dans sa luxueuse villa privée d'Arcore, dans la
banlieue de Milan.Les cinq magistrats de la sixième section pénale de la Cour de cassation ont estimé
insuffisantes les preuves réunies pour affirmer que Silvio Berlusconi connaissait l'âge réel de Karima elMahroug, dite « Ruby », la jeune Marocaine de 17 ans avec laquelle il a eu des relations sexuelles lors des
soirées d'Arcore. Pour le tribunal, il aurait cru en toute bonne foi l'adolescente qui avait menti sur son âge réel
et prétendait être la « nièce » de l'exleader égyptien Hosni Moubarak. Et avec la même bonne foi, « pour
éviter un incident diplomatique » et « sans exercer de pressions excessives », il serait intervenu auprès de la
préfecture de police de Milan pour obtenir sa remise en liberté, après son arrestation pour grivèlerie.«
Troisième instruction »Silvio Berlusconi n'en a pas fini pour autant avec la justice. Le parquet de Milan vient
d'ouvrir une troisième instruction contre lui et contre 42 autres personnes pour « corruption judiciaire » et faux
témoignage sous serment. Les avocats du Cavaliere, une fournée de proches collaborateurs et un bataillon
de jeunes femmes ayant fréquenté les salons d'Arcore, dont Ruby, figurent sur la liste. Le ministère public
affirme que ces femmes auraient été « payées » par Silvio Berlusconi pour faire des déclarations «
mensongères » lors de ses procès. Il en veut pour preuve des aides financières et des compensations,
quelques appartements et voyages, dont elles auraient bénéficié. Dans une instruction parallèle à Bari
(Pouilles), l'accusation se fonde sur des écoutes téléphoniques pour le moins confuses dans lesquelles il
serait question, entre autres, de faire venir à dîner « deux bambine » (petites filles).Au plan politique, Silvio
Berlusconi, qui a été déchu de son mandat de sénateur, imagine son retour. « Je suis de nouveau en lice
pour construire avec Forza Italia et le centre droit une Italie meilleure », a-t-il déclaré mercredi. Mais il se
trouve dans une situation nouvelle et plutôt inconfortable. Après la rupture du dialogue privilégié qu'il a
entretenu pendant un an avec Matteo Renzi, il en est arrivé à appeler les siens à voter contre un projet de
révision constitutionnelle en cours de discussion au Parlement. Le texte a été adopté mardi en seconde
lecture (il faudra quatre navettes) par 357 voix contre 125, dont celles de Forza Italia. Mais dix-huit députés
sur les 70 de son groupe se sont rebellés par écrit, affirmant n'avoir voté contre le texte du gouvernement
que « par loyauté » envers leur leader.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Berlusconi definitivement blanchi dans le "Rubygate"
12/03/2015
Le Figaro
Pag. 26
Désormais contrôlé par Fosun, le groupe dirigé par Henri Giscard d'Estaing veut reprendre son
développement.
[email protected] BERTILLE BAYART
Du fait des opérations boursières, nos projets de développement ont été paralysés, surtout dans les dix
derniers mois. On a perdu du temps. Il faut le rattraper HENRI GISCARD D'ESTAINGTOURISME C'est enfin
l'épilogue pour le Club Med. Mardi soir, l'Autorité des marchés financiers (AMF) a révélé le verdict des urnes
boursières : les actionnaires du groupe français de tourisme ont apporté à 98,29leurs actions à l'OPA du
groupe chinois Fosun. Un score à la hauteur du prix qui leur était proposé - 24,60 euros par action, soit une
valorisation de 939 millions d'euros -- propulsé à des niveaux inespérés par la bataille qui a opposé Guo
Guangchang, le fondateur de Fosun, à l'Italien Andrea Bonomi.Un succès qui fait « la joie » d'Henri Giscard
d'Estaing, le PDG du Club, « soulagé » aussi « que l'avenir du groupe soit désormais assuré » , et «
conscient d'écrire une nouvelle page de son histoire » , soixante-cinq ans après sa création.Symboliquement,
le Club Med va en effet quitter la cote boursière parisienne, à l'issue de l'opération de retrait que va
désormais pouvoir engager Fosun. Un pincement au coeur chez certains, « une évidence » pour le PDG, qui
reconnaît qu'il lui appartient maintenant de « faire, avec Fosun, la démonstration de l'intérêt de cette
opération » .Henri Giscard d'Estaing veut en tout cas refermer cette parenthèse, « d'une longueur effrayante
de deux ans » , consacrée aux opérations boursières. Il a repris son rythme de voyages effréné, à Rome, à
Istanbul, en Chine, en Indonésie, pour négocier les futurs projets de l'entreprise et remobiliser les équipes. «
Soyons réalistes. Pendant deux ans, les équipes de direction et les partenaires du Club Med ont eu les yeux
rivés sur ces événements. Nos projets de développement ont été paralysés, surtout dans les dix derniers
mois. On a perdu du temps. Il faut le rattraper » , explique-t-il. Et ce d'autant plus que, pendant cette période,
la conjoncture s'est encore dégradée, surtout en Europe. Une situation à laquelle l'entreprise doit encore
s'adapter.Thomas Cook en renfortIl faut aussi apprendre à vivre avec une nouvelle donne. Le Club Med a
maintenant un nouvel actionnaire de référence, ce qu'il n'avait plus depuis le retrait d'Accor, il y a près de dix
ans. Et Henri Giscard d'Estaing a un patron. « Des patrons, j'en ai déjà eu !, sourit-il. Les Agnelli, les
dirigeants d'Accor, et un conseil d'administration qui a pleinement joué son rôle, vigilant, ces dernières
années. » Le patron du Club préfère voir avec enthousiasme s'ouvrir cette nouvelle époque. L'entrée il y a
quelques jours de Fosun au capital de Thomas Cook, grand partenaire du Club dans la commercialisation de
ses produits, est à cet égard encourageante.La suite des événements dépendra évidemment de la capacité
du Club à satisfaire son nouvel actionnaire. C'est un programme en cinq points qui s'engage maintenant. La
première priorité du groupe est de mettre le cap sur le digital, en particulier le mobile, pour attirer les clients et
gérer la relation avec eux à l'intérieur même des villages. Le Club travaille aussi à renforcer sa présence
commerciale. Le groupe va ensuite plancher - il réunira ses chefs de village à Opio fin mars dans ce but - à
l'amélioration de sa prestation hôtelière, challengée par une concurrence internationale toujours plus affûtée.
Autre chantier : « Simplifier l'organisation, pour être plus agile et plus réactif », explique Henri Giscard
d'Estaing.Enfin, cap sur le développement. Après Val Thorens et les Maldives, le Club a programmé sept
ouvertures dans les années qui viennent, et des chantiers de rénovation ou d'agrandissement à mener de
Cefalu, en Sicile, à Da Balaia, au Portugal, et Gregolimano, en Grèce, en passant par le Japon et la Chine
bien sûr... Il vient aussi de décrocher un accord de principe pour la participation du gouvernement indonésien
à un projet de nouveau village sur « un site magnifique » de l'archipel.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Le Club Med veut « rattraper le temps perdu »
12/03/2015
Le Figaro
Pag. 28
Son projet vise à donner au groupe audiovisuel public une plus grande autonomie.
RICHARD HEUZÉ À ROME [email protected]
AUDIOVISUEL Matteo Renzi veut doter la RAI, le groupe audiovisuel public italien, d'une « gouvernance
claire » et d'un administrateur « doté de larges pouvoirs qui puisse décider en toute autonomie » , sans «
devoir constamment faire des médiations avec son conseil d'administration » . Autrement dit, l'éloigner du
contrôle du Parlement et de la « Commission de vigilance » composée de 41 députés et sénateurs qui font la
pluie et le beau temps au sein de la télévision publique.C'est le sens du projet de loi qui sera adopté ce jeudi
en Conseil des ministres avant d'être soumis au Parlement. Fort de l'adoption mardi par la Chambre des
députés de son projet de révision constitutionnelle, Matteo Renzi espère encore une fois passer en force.
Mais son projet se heurte au scepticisme de nombreux observateurs et enregistre l'opposition de Forza Italia,
le parti de Silvio Berlusconi, et des centristes du NCD alliés au gouvernement.Avec ses 8500 salariés, ses
1581 journalistes à temps plein, ses 262 dirigeants et ses quatre journaux télévisés dotés d'autant de
rédactions qui se livrent une concurrence effrénée, la RAI (Radio Audizioni Italiane) apparaît comme un
diplodocus sans comparaison en Europe. Le Trésor, son actionnaire unique, en contrôle 99 %. Ces dernières
années, la RAI, concessionnaire unique du service public, a cependant réduit ses coûts et équilibré ses
finances, mais elle reste tributaire d'un endettement de plus de 440 millions d'euros.Le modèle de la
BBCDepuis la première loi réglementant le paysage audiovisuel de 1975, qui a sanctifié le « pluralisme » de
l'information télévisée tout en confirmant le monopole de l'État, plusieurs réformes ont été adoptées. En 1976,
les télévisions privées locales ont été autorisées à émettre des journaux télévisés. Mediaset, qui appartient à
Berlusconi, a diffusé le sien à partir de novembre 1980. En 1990, la loi Oscar Mammi a codifié les règles de
la concurrence télévisée. En mai 2004, avec la loi Maurizio Gasparri, le Parlement a renforcé ses pouvoirs de
contrôle.« On n'a pas besoin de quatre journaux télévisés pour garantir le pluralisme de l'information » ,
relève Milena Gabanelli, directrice du programme d'investigation « Report » de la troisième chaîne de la RAI,
qui vante le modèle de la BBC et de sa newsroom commune à toutes les chaînes d'information. D'autant, fait
remarquer le professeur de sociologie Michele Sorice, qu'en Italie « la loi de 1975 a été rapidement
contournée avec la pratique déplorable de la lottizzazione » . Le terme, intraduisible, consiste à attribuer à
chaque grand parti politique une chaîne d'information. Encore aujourd'hui, l'influence politique se fait
fortement sentir à l'intérieur de la RAI.De là à implanter un administrateur délégué nommé par le
gouvernement et responsable devant lui seul, il y a un risque. Michele Sorice le voit comme « une anomalie »
, un « retour aux années soixante » quand le service public, qui a commencé à émettre le 1er janvier 1954,
était « l'émanation directe du gouvernement » .Matteo Renzi s'en défend et affirme vouloir instaurer un
service public « plus alerte » , fonctionnant « comme tout groupe privé » et répondant mieux à sa mission. Le
débat parlementaire s'annonce ardu.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Matteo Renzi propose une réforme de la RAI
12/03/2015
Le Figaro
Pag. 28
Le Figaro
Le groupe italien de presse et d'édition, propriétaire du Corriere della Sera, a réduit ses pertes de moitié en
2014, à 110,8 millions d'euros contre 218,5 millions en 2013, en dépit d'un chiffre d'affaires de 1,27 milliard
d'euros, en baisse de 2,6 %.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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RCS réduit ses pertes
12/03/2015
Le Monde
Pag. 6
(diffusione:30179, tiratura:91840)
La Cour de cassation italienne a confirmé, mardi 10 mars dans la soirée, l'acquittement de l'ancien chef de
gouvernement Silvio Berlusconi dans le procès dit " Rubygate ", une décision définitive. Dans cette affaire, du
nom de la jeune danseuse marocaine Karima El-Mahroug, dite Ruby, 17 ans, M. Berlusconi, 78 ans, avait été
condamné en juin 2013, en première instance, à sept ans de prison et à l'interdiction à vie de mandat public
pour prostitution de mineure et abus de pouvoir. - (AFP.)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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" Rubygate " : Berlusconi définitivement acquitté
12/03/2015
Les Echos
Pag. 19
(diffusione:118722, tiratura:579000)
DEFENSE : Les premières études de faisabilité d'un drone MALE de renseignement européen seront
lancées lors du salon de Bourget en juin, a annoncé hier Jean-Yves Le Drian, le ministre de la Défense (lire
page 3). Financé par l'Allemagne, la France et l'Italie, ce drone pourrait être mis en service vers 2025, a-t-il
ajouté. Ces études satisferont Dassault, Airbus et Finmeccanica qui militent pour que l'Europe devienne
autonome en la matière. Faute de solutions disponibles, l'armée française a dû acheter des drones Reaper
américains. Elle doit en commander trois de plus à l'été sur la douzaine qu'elle envisage de détenir.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
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Drone européen : Le Drian promet le lancement des études pour le
Bourget
12/03/2015
Liberation
Pag. 9
Rubygate : les plaisirs innocentés de Berlusconi
Monde - De notre correspondant à Rome Éric Jozsef
Deux jours seulement après avoir fini de purger sa peine d'un an de travaux d'intérêt général à la suite de sa
condamnation pour fraude fiscale, Silvio Berlusconi peut pousser un nouveau soupir de soulagement. Lundi
soir, la Cour de cassation l'a en effet définitivement acquitté dans le scandale sexuel du «Rubygate», du
surnom de la danseuse Karima el-Mahroug,«Ruby, la voleuse de cœurs». L'affaire, qui avait éclaté en 2010,
avait défrayé la chronique et passablement affaibli le patron de la droite italienne, qui occupait alors le fauteuil
de président du Conseil. Berlusconi était soupçonné de «prostitution de mineure» et d'abus de pouvoir.
Concrètement, il était accusé d'avoir entretenu des relations sexuelles au cours des soirées sulfureuses dites
du «bunga bunga» avec Ruby, alors âgée de 17 ans et demi. Il lui était également reproché d'avoir fait
pression sur la préfecture de Milan pour faire libérer la jeune fille, au printemps 2010, alors que celle-ci venait
d'être appréhendée pour un petit larcin. En déplacement à Paris, Berlusconi avait téléphoné aux
fonctionnaires de police, les priant de relâcher Ruby pour éviter des ennuis diplomatiques. «C'est la nièce du
président égyptien, Hosni Moubarak», avait-il prétendu en substance. «Cette explication est digne d'un film
de Mel Brooks», a ironisé lundi le procureur de la Cour de cassation, qui a aussi évoqué au passage «la
passion dévastatrice» du quasi-octogénaire pour les adolescentes. Néanmoins, les juges de la juridiction
suprême italienne ont confirmé l'acquittement prononcé en appel, en juillet 2014, lequel avait totalement
renversé la condamnation, en première instance, à sept ans de réclusion. Casseroles. Pour la justice
italienne, il est donc définitivement établi que Silvio Berlusconi pouvait ne pas savoir que l'audacieuse Ruby
était mineure. «Les faits reprochés [la prostitution, ndlr] ne constituent donc pas un délit.» De même que la
recommandation effectuée auprès de la préfecture de Milan. «Je suis extrêmement heureux», a commenté
l'ancien président du Conseil, qui échappe aussi à une peine accessoire d'interdiction à vie de tout mandat
public. Il s'est déclaré plus que jamais déterminé à revenir dans le jeu politique : «Je suis de nouveau en lice
pour construire avec Forza Italia et le centre droit une Italie meilleure.» C'est oublier qu'il reste inéligible
jusqu'en 2018 à la suite de sa condamnation pour fraude fiscale et qu'il a encore d'autres casseroles
judiciaires. Mais surtout que son parti - en chute dans les sondages (13%) - est aujourd'hui en morceaux.
Collaboration. Certains de ses lieutenants préconisent une opposition frontale au gouvernement de centre
gauche de Matteo Renzi. D'autres plaident pour une collaboration avec le nouvel homme fort de la politique
italienne, notamment sur les questions économiques et institutionnelles. Berlusconi semble balancer au gré
de ses conseillers et des initiatives de Renzi, lequel n'a pas hésité à le rouler dans la farine, fin janvier, pour
choisir, seul, le nom du nouveau chef de l'Etat.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
138
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Retour sur. Accusé de prostitution de mineure, l'ex-président du Conseil italien a été acquitté.
12/03/2015
Wall Street Journal
Pag. 6
Record numbers attempt risky passage to Italy amid more limited rescue operations; smugglers' new, brutal
tactics
BY DEBORAH BALL AND GIOVANNI LEGORANO
LAMPEDUSA, Italy-On a recent chilly day, people smugglers loaded more than 3,800 Africans onto 20 flimsy
boats on beaches in Libya, forcing some aboard at gunpoint. They gave some of them satellite phones
programmed with the number of Italy's Coast Guard central command in Rome and then set them afloat.After
hours at sea in frigid temperatures, the migrants called the Italians for help. Over the next three days, the
command center orchestrated a nonstop rescue operation. At one point, near the Libyan coast, four
smugglers brandishing Kalashnikovs threatened a Coast Guard vessel with 247 migrants aboard, demanding
the sailors return one of the migrants' boats."We are facing an exodus of epic proportions," Adm. Giovanni
Pettorino, head of operations for the Coast Guard, said a few days later. "And it's becoming much more
difficult and dangerous for us. But we can't leave anyone to die."The large flow of boat people crossing the
Mediterranean this winter, a season that normally sees a sharp drop in such voyages, heralds what is likely to
be a recordbreaking year on one of the world's busiest and most dangerous migrant routes. Since Jan. 1,
about 9,500 migrants have attempted the passage to Italy, 70% more than in the same period last year. The
head of Frontex, the EU's border- control body, says hundreds of thousands of people in Libya could be
preparing to make the crossing.The surge exposes the burden Italy still shoulders in coping with the influx.
The fractious response from the EU to the tide of boats, meanwhile, reflects Europe's inability to craft a
coherent policy on migration. The result: a patchwork of conflicting immigration policies that has deepened
acrimony among member states.Last year, about 218,000 migrants crossed the Mediterranean by boat. At
least 3,500 died trying, making it the world's deadliest migration route. The vast majority departed from Libya
headed to Italy.After about 360 Africans drowned off the coast of Lampedusa in October 2013, Italy hastily
assembled an aggressive operation- dubbed Mare Nostrum-of Navy patrols that rescued more than 170,000
migrants last year.Last fall, after heavy criticism of Mare Nostrum by anti- immigrant groups, Rome persuaded
the EU to establish new sea patrols, dubbed Operation Triton, as a substitute for Mare Nostrum.But EU
members contribute voluntarily to Triton, and a reluctance to fund search- and- rescue operations left the
operation with a budget of just €2.9 million ($3.1 million) a month, a third of Mare Nostrum's. The operation,
which started Nov. 1, also has a mandate to go no further than 30 miles from the Italian coast.This winter has
quickly exposed the weaknesses of Triton. The expansion of Islamic State and the breakdown of law and
order in Libya is driving more people to flee to Italy. Meanwhile, Africa's swelling population means migration
to Europe has become a permanent phenomenon. "We've been managing this problem in a piecemeal way,"
says Alfonso Giordano, professor at Rome's Luiss University. "But this is a structural problem now."Matthew
Okosodo, a 26-year-old Nigerian, was working in Libya as a cleaner when the rising violence prompted him to
seek the help of people-smugglers to leave last month. When he saw the rough sea conditions at his
departure, he refused to board the flimsy inflatable dinghy the smugglers had organized. One pointed a gun
at his face and forced Mr. Okosodo and others, including two pregnant women, aboard."People were
screaming and vomiting on the boat," he recalled. "I was, too. We had no water or food." After a few hours,
the Italians rescued the group.The end of Mare Nostrum and the limited mandate of Triton have left the
Italians undertaking searchand-rescue operations that are riskier for the Coast Guard and for the migrants
themselves.The huge Navy ships involved in Mare Nostrum hewed close to the Libyan coast and reached the
migrant boats quickly. Now, much smaller Coast Guard cutters are dispatched from Sicily or Lampedusa,
taking longer to reach the boats. "With Mare Nostrum, it took half the time to reach these boats," Adm.
Pettorino said.The smugglers have also adopted new, more brutal tactics to bolster their revenue, migrants
and officials say. In early February, people smugglers forced young African migrants- clad in little more than
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
139
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Migrant Surge Exposes EU Policy Discord
12/03/2015
Wall Street Journal
Pag. 6
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 12/03/2015
140
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Tshirts and without food and water- to board an inflatable raft amid gale force winds and frigid temperatures.
Twenty-nine of them died of hypothermia.The situation has forced the Triton patrols to venture beyond their
30-mile perimeter, blurring its core mission. The Italians have repeatedly called on Triton vessels to assist in
rescue operations close to the Libyan coast. Triton, which cannot refuse a request for help, has helped save a
third of the 22,300 people rescued since November.The large numbers, as well as the deaths of at least 300
migrants last month, pushed the EU to extend Triton until at least the end of the year and give Rome more
money for its own search- and- rescue efforts. Dimitris Avramopoulos, the EU's migration commissioner, said
Brussels would react quickly should Italy want more help.Europe's stopgap response to the boat people
reflects the contradictions of the EU's approach to immigration in general. The abolishment of internal borders
piled the pressure on countries such as Greece, Spain and Italy. Meanwhile, radically different immigration
policies with the EU have opened deep rifts.The EU say 177,000 applications for asylum were filed in the third
quarter of 2014, 50% higher than the same period in 2013. But decisions on awarding asylum are undertaken
on a national basis, resulting in wildly different rates of accepting asylum claims. Many migrants head to
Germany and Sweden, which together make up about half of all asylum claims because of high acceptance
rates."We have 29 different asylum and immigration systems," says Elizabeth Collett, director of Migration
Policy Institute Europe. "Those tensions are increasing over time."Last week, EU officials said they aim to
have a pan-European agenda on immigration ready by May. This week, Italian officials began pushing for the
establishment of EU-backed reception centers in African countries where migrants could apply for asylum
Europe, thus discouraging them from making the dangerous passage.But most expect little real progress,
unless a surge in deaths in the Mediterranean forces the leaders to take action."No one expected such a big
number of arrivals this winter," says Eugenio Ambrosi, European regional director for the IOM. "The numbers
will increase with the summer. We'll have to see if that pushes the discussion ahead."
12/03/2015
Wall Street Journal
Pag. 21
BY NATALIA DROZDIAK
DÜSSELDORF, Germany- E. ON SE and RWE AG, Germany's top utilities and two of the world's biggest
power companies, face grim prospects, their chief executives said this week.Falling demand for power and
heavy government subsidies for renewable energy have so undermined the pair's traditional business model
that their earnings will be squeezed this year, they said. Both are struggling to cope with the upheaval.Their
troubles mark a sharp reversal for the companies, which until recently had swagger and global ambitions.
Just a few years ago, E.ON was a major investor in overseas energy ventures.RWE's market value has fallen
by half to roughly €14 billion ($15 billion), since mid-2010, when Germany announced new taxes on nuclear
plants. E.ON's market capitalization has fallen by 36% to roughly €28 billion over that period.E.ON on
Wednesday posted its largest-ever net loss of €3.2 billion for 2014. After switching tacks repeatedly over
recent years, the utility said in November that it would split into two companies, one focused on green energy
and the other on fossil fuels.RWE avoided posting a loss for last year but said this year's outlook was less
certain because of lost income at its conventional power plants. Chief Executive Peter Terium said Tuesday
that up to 45% of the company's conventional power plants weren't commercially viable because of low
wholesale electricity prices. RWE generates almost all of its power from coal, gas and nuclear energy.In
response, RWE is accelerating cost cuts.E.ON is moving more aggressively. The company has been
shedding its assets in Italy and Spain, where it expanded in 2007 and 2008 on expectations of robust
economic growth.The global financial crisis and the subsequent eurozone crisis upended that plan. E.ON said
Wednesday that part of the €4.5 billion impairment charges it posted for the fourth quarter, which led to last
year's net loss, were caused by its power-generation business in Italy.After E.ON's investments in Southern
European foundered, the company shifted to focusing on emerging markets outside Europe, including Russia,
Turkey and Brazil. The company anticipated fastergrowing demand for energy in those markets than in
Europe.But E.ON's luck turned sour in those markets as well. Last year's earnings were hit hard by the
Russian ruble's plunge. In Brazil, the company's Eneva SA joint venture filed for bankruptcy, leading to
significant write-downs.Eneva failed after the business empire of E.ON's partner, Eike Batista, collapsed in
2013. E.ON has been forced to invest about €1.3 billion in Eneva since entering the Brazilian market in 2012,
far more than originally planned. "We are not happy with the developments there," said CEO Johannes
Teyssen.Mr. Teyssen's response to E.ON's woes is to split the company. "The preparations are making good
progress," he said. E.ON will provide more details on the plan in the second quarter, by which time it hopes to
have set up management teams for both new companies.E.ON aims for both to be legally and operationally
independent by the end of this year, ahead of the formal shareholder vote to confirm the split scheduled for
June 2016, the company said.RWE, meanwhile, has focused on a more traditional restructuring that involves
cost cuts, divestments and lower investment. Last week, RWE completed the sale of its Dea oil and gas unit
for €5.1 billion to LetterOne, an investment fund led by Russian oligarch Mikhail Fridman. The sale is
expected to help RWE cut its €31 billion in debt.The company is targeting a total of €2 billion in savings by
2017 via cost cutting and other efficiency efforts. But even that won't be enough to offset losses this year,
RWE said. It wants to expand its gas and electricity supply, distribution networks and renewable-energy
businesses and continue developing home-efficiency products like smart meters.RWE plans to invest €1
billion in renewable energy between 2015 and 2017, the sum it spent last year, when costs exceeded
expectations at offshore wind projects in Germany and Britain.Despite pain at its conventional operations,
RWE doesn't plan to stop generating electricity from traditional energy sources. Mr. Terium, the CEO,
forecast that half of Germany's electricity in 2030 will still come from conventional sources.Analysts said Mr.
Terium must do more than retrench. "With a generation fleet that does not throw off any cash," said UBS
analyst Patrick Hummel, "we think RWE still lacks a clear answer about its long-term strategic positioning."
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German Utilities Expect Dim Year
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Dove arriva la tela di Bassanini
Socialista con Craxi, poi comunista e ora piddino, il presidente della ricchissima Cassa depositi e prestiti è al
centro di tutte le più importanti partite economiche. Anche perché serve a Matteo Renzi.
Stefano Cingolani
La rete a banda larga? Ci pensa la Cassa depositi e prestiti. Nazionalizzare l'Ilva? Nessun problema. Il piano
Juncker? Ecco qua otto miliardi di euro. Liquidare al più presto i debiti dello Statoe spendere per opere di
pubblica utilità? La Cdp era nata proprio per questo a Torino nel lontano 1850. L'ufficio studi ha calcolato che
senza di lei il prodotto lordo italiano sarebbe inferiore di due punti percentuali, forse anche di più con tutti gli
impegni che si è presa. Lei sempre lei, la caposala dello stato ospedale diventa volano della ripresa. Alla
guida di questo caterpillar delle partecipazioni statali c'è un banchiere che viene dal mondo privato, Giovanni
Gorno Tempini,e un professore, Franco Bassanini, 74 anni, giurista che ha attraversatoi mille sentieri della
politica, ex socialistae costruttore di complesse architetture istituzionali, come Alberto Beneduce, il
plenipotenziario economico di Mussolini, inventore dell'Iri. Bassanini, abbandonato il Psi in contrasto con
Bettino Craxi, ha aderito al Partito comunista nel 1981. Parlamentare di lungo corso; membro di una infinità di
commissionie consigli di amministrazione in Italia e in Francia, sua seconda patria che gli ha attribuito la
Legion d'onore; ministro nei governi Prodi, D'Alema e Amato. Ha cercato di semplificare la pubblica
amministrazione con alcuni risultati (l'autocertificazione)e ha lasciato un'impronta sulla riforma dell'articolo
quinto della Costituzione, che devolve parte del potere alle Regioni. Il suo pensatoio Astrid continuaa sfornare
proposte a tutto spiano alle quali attingonoi ministri, come Marianna Madia (Pubblica amministrazionee
semplificazione). La seconda moglie Linda Lanzillotta, anch'essa ex ministro ed esponente del Pd, è
vicepresidente del Senato: il suo nome era circolato quando si cercava una candidata per il Quirinale. Ma,
nonostante la vasta rete relazionale, Bassanini sarebbe rimasto un influente suggeritore se il casoe la
necessità non gli avessero messo tra le mani la Cassa. Tutto comincia nel 2003 con Giulio Tremonti.
L'introduzione del patto di stabilità interno che distribuisce le risorse agli enti locali, ha svuotato la Cdp. Un
peccato perché in Francia la sua sorella maggiore Caisse des dépôts era diventata la holding di tutte le
principali imprese pubbliche, mentre in Germania la Kreditanstalt für wiederaufbau fondata per gestire il piano
Marshall, aveva aggiunto una funzione in più: sostenere il mittelstand, le medie aziende industriali. Proprio
grazie a Cdc e Kfw i due Paesi hanno ottenuto di parcheggiare una fetta di debito fuori dal perimetro statale.
Tremonti, così, fa entrare nel capitale della Cdp le Fondazioni bancarie (oggi hanno il 18,4 per cento), un
escamotage per aumentare lo spazio di manovra delle finanze pubbliche. Quando scoppia la Grande crisi nel
2008, il palazzone di via Goito a Roma diventa una diga contro la tempesta. E qui arriva Bassanini, nominato
presidente come espressione delle Fondazioni bancarie grazie a Giuseppe Guzzetti, e di un milieu politicoculturale che ruota attornoa Giuliano Amato, vecchio amico fin dagli Anni 70. La Cdp ha molte braccia
operative: il Fondo strategico italiano, il Fondo per le infrastrutture, una società immobiliare. È la principale
azionista di Eni, Ternae Snam. Ha assorbito anche la Sace che assicura l'exporte Fintecna erede dell'Iri
attraverso al quale oggi passa il salvataggio Ilva. Come utilizzare questi strumenti? Nel quartier generale
romano hanno individuato tre missioni: 1) sostenere i settori industriali strategici; 2) consolidare le
infrastrutture produttive; 3) diventare la rete delle reti (gas, luce, telefoni). Tutti compiti che richiedono di
erogare il creditoe qui cominciano i problemi: chi paga e chi vigila? Se fosse un vera banca avrebbe bisogno
di rafforzare il patrimonio oggi pari a 19,5 miliardi. Per aumentare le munizionia valle, la Cdp ha stipulato
accordi con fondi strategici stranieri: con i cinesi nelle reti, coni russi per la cooperazione economica, con il
Kuwait e il Qatar per il Made in Italy. In tutto entrano oltre 4 miliardi. La Banca d'Italia preme e persino la
Corte dei conti chiede chiarezza. Bassanini si copre dietro le cugine d'Oltralpe, anch'esse creature dalla
doppia identità. Intanto, i ferti sono sostenuti dallo Stato. E adesso anche la Sace vuol fare la banca,
quotandosi in borsa. L'erogazione diretta di crediti darebbe una potenza di fuoco di 20 miliardi di euro e
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protagonisti
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l'innovazione è gradita alla Confindustria dalla quale proviene il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. Una
operazione del genere, però, verrebbe osteggiata dalle banche,e la stessa Cdp non vuol certo perdere un
anello importante della sua catena. Tanti ruoli, tante tensioni. Come quelle provocate nel settore alberghiero
per l'ingresso del Fondo strategico nella società inglese di Rocco Forte. Ma le più acute sono senza dubbio
nelle telecomunicazioni. Bassanini vuole collegare l'Italia con la fibra ottica. La Metroweb della quale è
presidente, è l'unica ad avere una vera rete soprattuttoa Milano. Quindi, può diventare il perno attorno al
quale far ruotare gli operatori privati. Sia Vodafone sia Wind sono interessati. Telecom Italia anche, ma solo
se comanda con il 51 per cento. La Cdp ribatte: prima gli investimenti poi si discute il controllo azionario. Il
governoè diviso, però le idee di Bassanini si sono fatte strada nel ministero dello Sviluppo e a palazzo Chigi.
Così sarebbe nata l'idea di un decreto che avrebbe dovuto metter fine alla rete in rame nel 2030. Telecom
Italia ha messo in moto la sua potenza di fuoco e ha stoppato la manovra. Per ora. Perché Matteo Renzi
vuole fare della banda larga un'altra medaglia da mostrarea Bruxelles. La Cdp, dunque, diventa uno
strumento prezioso e Bassanini che non fa parte della ristretta cerchia renziana, si piazza al centro per
recitare da protagonista, come i vecchi attori formatisi all'accademiae consumati da cento palcoscenici. bond
della Cassa italiana non entrano tra gli acquisti decisi da Mario Draghi, proprio ora che ha deciso di rivolgersi
direttamente ai piccoli risparmiatori. La Cdp emette buonie libretti collocati dalle Poste: sono 244 miliardi al 30
giugno 2014 su un totale di attività paria 344 miliardi. Da lunedì9 febbraio ha lanciato un'obbligazione rivolta
ai privati con tasso fisso dell'1,75 per cento nei primi due anni e variabile nei successivi cinque, garantendo
mezzo punto oltre l'Euribor, il tasso di riferimento europeo. Le banche ordinarie lamentano una concorrenza
sleale perché gli interessi of- Illustrazione di Stefano Carrara
Alberghi, energia e meccanica
La Cdp attraverso il Fondo strategico italiano, è presente in vari settori: alberghi, telecomunicazioni, energia,
alimentare, meccanica.
Ilva
La Cdp è coinvolta nel rilancio dell'Ilva con un finanziamento di 400 milioni.
Credito all'export
Sarà Cassa depositi e prestiti a supportare le aziende votate all'export e all'internazionalizzazione.
Banche
Raccoglie risparmio, lancia obbligazioni e i suoi prodotti godono di una tassazione agevolata: tanto basta per
far innervosire le banche.
Piano Juncker
Il governo mobilita la Cassa depositi e prestiti per finanziare i progetti selezionati dal Fondo strategico
europeo.
Reti Alla Cdp fa già capo Terna (rete elettrica) e Snam (gas). Ora la Cassa è stata tirata in ballo come
possibile azionista non privato della futuribile società delle reti di trasmissione di Rai, Mediaset e Telecom. E
sempre la Cdp potrebbe essere il perno di una società che sviluppi la rete in fibra ottica.
È sulla scena come i vecchi attori formatisi all'accademia e consumati da cento palcoscenici
Foto: Franco Bassanini, 74 anni, presidente della Cdp dal 2008.
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scommetto 37 miliardi sull'italia
«Grazie alla Bce e al ribasso dell'euro, questo sarà un anno unico per il nostro Paese» sostiene Carlo
Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo. Che preannuncia un forte aumento dei finanziamenti alle imprese.
E che, davanti a dossier come quello dell'Ilva, non si tira indietro.
Guido Fontanelli
Carlo Messina, 52 anni, dal settembre 2013 amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, la maggiore banca
italiana: «Dire che Google ci porterà via i clienti è poco realistico». Il 2015 sarà un anno unico per l'Italia, il
Paese metterà a segno il più forte miglioramento del Pil in Europa, passando da meno 0,5 a perlomeno più
0,6 per cento». L'elicottero di Mario Draghi ha appena iniziato a inondare di liquidità i mercati, l'euro è ai
minimi e nell'ufficio del più importante banchiere italiano sventola un ottimismo che quasi ti sorprende. Carlo
Messina, 52 anni, dal 2013 amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, è seduto a un tavolino rotondo di una
grande stanza che affaccia su via Monte di Pietà, nel centro di Milano. Davanti a lui una cartellina con gli
ultimi dati sul gruppo. Le sofferenze pesano ancora, ma la grande crisi sembra già finita. Sarà perché ha
archiviato il 2014 con utile netto che supera 1,2 miliardi di euro, sarà perché nei 17 mesi da quando è il
numero uno di Intesa Sanpaolo il titolo è cresciuto del 90 per cento facendo aumentare di oltre 20 miliardi il
valore per gli azionisti, sarà infine perché gli investitori esteri sono saliti al 56 per cento del capitale spingendo
la maggiore banca italiana al quinto posto nella graduatoria per capitalizzazione dell'eurozona, sta di fatto che
Messina ha buone ragioni per mostrarsi fiducioso. Il suo stile di management, lontano dai salotti buoni (uscirà
dalla Telecom, mentre dalla Rcs non aspetta altro che avere il rimborso dei crediti e non azioni) si è
concentrato su clienti, azionisti e dipendenti. E i risultati lo gratificano al punto da fargli dire che «Intesa
Sanpaolo è considerata dagli investitori istituzionali una delle migliori aziende europee». Bce, euro, petrolio:
quale di questi fattori aiuterà di più la ripresa dell'economia italiana? Sicuramente il ribasso dell'euro, che tra
l'altro è proprio uno degli obiettivi degli acquisti di titoli decisi dalla Banca centrale europea. Lei sostiene che
questo sarà un anno positivo per l'economia italiana: ha già dei segnali concreti dalle aziende vostri clienti?
Sì, sta migliorando la qualità del credito e c'è un aumento della richiesta di finanziamenti da parte delle
imprese. Un fenomeno tipico delle fasi di recupero dell'economia: le aziende vedono crescere la domanda
per i loro prodotti e quindi riprendono a investire. Intesa Sanpaolo ha erogato nel 2014 prestiti a medio-lungo
termine per 27 miliardi, la metà dell'intero sistema bancario. Per quest'anno prevediamo di erogarne ben 37
miliardi. L'equivalente, vorrei ricordare, di svariate manovre finanziarie. Siete sempre meno banca di sistema,
come si diceva tempo fa... Facciamo la banca. Sembra banale, ma ci concentriamo sul core business: sui
clienti cercando di sostenere al massimo le famiglie e le imprese di questo Paese; sugli azionisti creando
valore per chi investe nella banca; e sui dipendenti, motivandoli e trattenendo in azienda, unico caso in Italia,
4.500 persone che erano in esubero e che ora stanno generando nuovi ricavi dalla nostra clientela. Facendo
bene il nostro mestiere, grazie al contributo delle nostre persone, abbiamo creato un colosso europeo. Però
quando si è la più grande banca italiana, quando si dice che si vuole aiutare il Paese, non si finisce per subire
condizionamenti dalla politica? Non si rischia di dover ripeter operazioni come Alitalia? Dalla politica non
ricevo né richieste né condizionamenti. Se c'è un progetto industriale credibile, che può creare valore, allora
ci può interessare, altrimenti non si fa. Ha citato il caso Alitalia: un'operazione che non rinnego e che oggi,
grazie all'arrivo di un partner come Etihad, è diventata un investimento positivo in grado di creare valore
sostenendo l'occupazione. E l'Ilva? Anche qui, se c'è da giocare una partita che ci permette di recuperare una
grande azienda che ha un futuro, io me la gioco. Ora che sull'argomento c'è un po' meno emotività,
ammetterà che le banche hanno avuto una responsabilità nel bloccare il credito alle imprese? No, in realtà
non c'è stata una stretta da parte delle banche, ma un crollo di richieste di crediti da parte delle imprese. Poi,
ci sono stati anche casi di banche a corto di liquidità che magari hanno chiuso i rubinetti, ma certo non è stato
il caso di Intesa Sanpaolo: in Italia da luglio 2011 a fine 2014 abbiamo erogato 120 miliardi di nuovo credito a
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INTERVISTA economia reale
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medio lungo termine. Oggi la maggioranza del capitale di Intesa Sanpaolo è in mani straniere, ma la banca è
ancora molto, forse troppo, orientata sul mercato interno: quando crescerete anche all'estero? Oggi l'80 per
cento del nostro giro d'affari viene dall'Italia. In questo momento questo sbilanciamento ci dà una grande
forza, perchè potremo beneficiare del delta di crescita del Pil italiano che, non dimentichiamolo, è diminuito in
questi anni del 10 per cento con le conseguenze che può immaginare sui nostri conti. Per quanto riguarda il
futuro, sicuramente aumenteremo le nostra attività all'estero: valutiamo opportunità di crescita nel settore del
risparmio gestito e del private banking in Paesi solidi, a tripla A. Trattative in corso? Per ora nessuna. Come
giudica la riforma delle popolari? Le riporto l'impressione degli investitori internazionali, che è estremamente
positiva perché apre il mercato. Ci saranno aggregazioni, secondo lei? Ci saranno solo se saranno orientate
a creare valore per gli azionisti. E poiché per creare valore occorre spesso ridurre filiali e dipendenti, penso
che alcune aggregazioni saranno possibili, ma il processo sarà doloroso. Che cosa pensa del progetto di
creare un «Bad bank» dove piazzare le sofferenze bancarie? Per ora ho sentito solo slogan ma non ho visto
un vero e proprio progetto. E mi sembra che ormai siamo in ritardo rispetto per esempio alla Spagna che ha
già risolto questo problema. Comunque a noi di Intesa Sanpaolo la «bad bank» non interessa: il problema
delle sofferenze ce lo risolviamo da soli, cercando di riportare in bonis più clienti che possiamo. A Panorama
Cesare Geronzi ha detto che secondo lui il Monte dei Paschi andava nazionalizzato. Lei che opinione ha?
Negli Usa, nel Regno Unito e in Germania lo Stato è entrato nel capitale delle banche per risanarle: nei primi
due casi con un buon risultato, in Germania un po' meno. Ma sono Paesi con i conti pubblici che permettono
di condurre operazioni di quel tipo, a differenza dell'Italia. Non sono situazioni omogenee. Per quanto
riguarda in particolare il Monte, una nazionalizzazione si poteva anche fare, ma poi lo Stato deve essere
capace di creare valore e di non fare operazioni politiche. Molte banche stanno soffrendo: non ritiene che ci
sia non solo un problema congiunturale, ma anche una crisi strutturale? Le filiali sono sempre più vuote e
nuovi protagonisti come Google, Facebook o PayPal potrebbero diventare le banche del futuro... Dire che
Google ci porterà via i clienti è molto alla moda, ma poco realistico. Certo, in Intesa Sanpaolo abbiamo
dimezzato le nostre filiali, per arrivare a 3.300, siamo la più grande banca online con 5 milioni di clienti sul
totale di 11 milioni, ma la clientela non rinuncia alla relazione con le persone fisiche quando di parla di
risparmi o di mutui. Il fenomeno di disintermediazione è sicuramente più forte in mondi come l'Africa dove ci
sono molti più giovani, mentre in Europa sarà meno marcato. Nelle vostre filiali venderete altri prodotti, come
telefonini o televisori? Venderemo case, polizze danni, ma non diventeremo mai un supermarket. Quindi
niente telefonini, tablet o tapis roulant. Lei consiglierebbe a un giovane di entrare in banca? Gli consiglierei di
venire a lavorare da noi, perché potrebbe scegliere tra molti mestieri diversi all'interno di un'unica, grande
azienda. A lei piace Matteo Renzi? Sono l'amministratore delegato di una grande banca europea e non sono
abituato a questo tipo di commenti. Posso però dire che l'azione del governo in questo momento viene
valuata positivamente dagli investitori istituzionali internazionali e dai mercati per gli effetti che sta avendo
sull'economia e sul sistema bancario.
Capitalizzazione di borsa in miliardi di euro al 27 febbraio 2015.
LE MAGGIORI BANCHE DELL'AREA EURO
Santander (Spagna)
92
Bnp (Francia)
Bbva (Spagna)
Ing (Paesi Bassi)
65 56 52 50
Intesa Sanpaolo (Italia)
Deutsche Bank (Germania)
40
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BIO GRA FIA
UOMO DI BANCAE DI FINANZA. Carlo Messina, romano, classe 1962, entra nel 1987 nella Bnl. Nel 1995
passa al Banco Ambrosiano dove partecipa all'operazione di aggregazione con la Cariplo da cui nasce Banca
Intesa. E sempre Messina è considerato l'artefice della fusione tra Banca Intesa e il Sanpaolo di Torino,
avvenuta nel 2006. Dal 2008 chief financial officer e direttore generale di Intesa Sanpaolo, Messina viene
nominato amministratore delegato e chief executive officer il 29 settembre 2013.
Il padiglione di Intesa Sanpaolo all'Expo.
INTESA SANPAOLO A FINE 2014
18 marzo 2015 | Panorama Raccolta diRetta bancaRia 360 miliardi (-3,3%) impieghi 339 miliardi (-1,4%)
cRediti deteRioRati, esposizione netta 33,46 miliardi (+8%) clienti 19,5 milioni (di cui 11,1 in italia e 8,4
all'estero) dipendenti 89.486 (variazione rispetto al 2013)