My Space Che ruolo giocano le reti sociali nelle vite

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My Space Che ruolo giocano le reti sociali nelle vite
My Space
Che ruolo giocano le reti sociali nelle vite degli avventisti?
Dopo GIGANTI QUALI YAHOO, YOUTUBE, Windows Live, e Google, riuscite ad indovinare quale
sia il quinto sito web più visitato in Internet? Se avete pensato ad eBay.com, l’enorme sito di
aste in rete, vi siete sbagliati; si tratta del ventitreesimo. Se avete pensato a Wikipedia,
l’enciclopedia on-line, anche questa risposta sarebbe stata sbagliata; occupa la posizione
numero 9. E che dire di Amazon.com? No, è al numero 43. Microsoft.com? Sbagliato ancora;
questo sito è alla posizione 18. La risposta corretta è il sito della rete sociale MySpace.com; ed
il suo concorrente, Facebook.com, è di poco indietro, al numero 6. Di fatto, quattro dei dieci
siti web più visitati sono dedicati alle reti sociali, di cui i più popolari in rete sono MySpace e
Facebook.1
I siti web delle reti sociali stanno diventando sempre più delle pietre angolari dell’esperienza
Internet, almeno per le nuove generazioni, e gli avventisti non fanno eccezione. Siccome
sempre più giovani si accalcano su questi siti per creare le proprie comunità on-line, le chiese e
le scuole avventiste stanno cominciando a riconoscere l’importanza che questo mezzo ricopre
nelle vite dei propri membri e studenti.
Un Mondo Completamente Nuovo
Doug Brown, preside della Lodi Adventist Academy di Lodi, in California, ha recentemente
espresso la sua preoccupazione circa le vite isolate che i giovani conducono oggi. “Quando io
ero giovane, i genitori controllavano la musica che ascoltavamo, così come le nostre telefonate
e conoscevano i nostri amici,” ha detto. “Non c’era nulla che i nostri genitori non sapessero.
Adesso con l’ausilio di iPods, Internet, telefoni cellulari e MySpace, i ragazzi possono condurre
una vita completamente distaccata da quella dei propri genitori. È una cosa che fa paura ed
alcuni genitori sono estremamente perplessi.”
Il fatto che Brown non sia l’unico ad essere preoccupato riguardo a questi siti web è solo uno
degli indicatori di quanto queste reti sociali on-line siano diventate famose. Come per ogni
strumento, il potenziale positivo cammina mano nella mano con quello negativo. E con questi
outlet sociali sempre in crescita, gli avventisti hanno il dovere di esaminare i vantaggi e gli
svantaggi che comportano.
Lo scopo principale di questi siti è quello di permettere agli utenti di tenersi in contatto con i
propri amici; un processo che richiede agli utenti di mandare una richiesta che deve essere
accettata per diventare un “amico” MySpace o Facebook. MySpace, con il suo slogan “un luogo
per amici,” rende facile ai suoi utenti vedere cosa sta succedendo nelle vite degli altri.
Facebook, “un servizio sociale che ti connette alle persone intorno a te,” permette di scegliere
dei gruppi on-line ai quali si vuole appartenere, sia che la scelta sia influenzata da scuola,
geografia, religione, ecc.
Sebbene varie tragedie, come il suicidio2, siano state collegate alle reti sociali, la stragrande
maggioranza delle interazioni sembrano essere piacevoli per gli utenti, e molti giovani
avventisti, così come i loro compagni non avventisti, hanno abbracciato questi siti. Chiedete a
dei giovani avventisti se hanno una pagina su MySpace o Facebook e probabilmente vi
risponderanno che ne hanno una per entrambi, e alcuni addirittura saranno in grado di dirvi
esattamente quanti amici hanno on-line.
Su questi siti gli utenti possono caricare foto, musica, video, scambiarsi messaggi, pubblicare
post e condividere i propri pensieri riguardo a vari argomenti che includono film preferiti,
programmi televisivi, libri, hobby, scuola, status sociale, orientamento sessuale, caratteristiche
fisiche, città di provenienza, storia professionale, e naturalmente, le loro sensazioni riguardo
alla religione. Essi offrono agli utenti la libertà di uscire dalle proprie sfere personali di iPod e
cellulari, mostrando al mondo chi sono veramente.
Uno Strumento di Testimonianza?
I pastori hanno riconosciuto l’opportunità di connettersi con i propri membri attraverso queste
comunità virtuali e perciò hanno creato le proprie pagine personali in queste reti sociali. Ma la
vista di alcuni materiali espliciti che le persone mostrano sulle proprie pagine può essere
scioccante per i ministri. Tim Mitchell, pastore principale della chiesa del Pacific Union College
ad Angwin, in California, controlla la sua pagina circa quattro volte a settimana e delle volte è
rimasto sorpreso dalle cose che ha visto pubblicate. Sebbene alcuni scelgano di mostrare
materiale inappropriato, altri sono molto religiosi. Talvolta Mitchell ritrova sulle loro pagine un
misto di materiale religioso e secolare. “Camminano in due mondi molto meglio di quanto non
facciamo noi,” ha detto.
Sebbene alcuni dei contenuti delle pagine dei propri membri non rappresentino uno stile di vita
che approverebbero, questo reame di autentica espressione di sé offre ai pastori l’opportunità
di rispondere a bisogni dei propri membri di cui erano precedentemente all’oscuro. “In quanto
cristiani, siamo così abituati a nascondere le cose che forse questo è un aspetto positivo; le
persone sono messe male, ma almeno lo ammettono,” ha detto Jon Cicle, pastore della Vallejo
Central Adventist Church a Vallejo, in California. “C’è una condivisione di vita vera e questo
può essere un fattore positivo quanto negativo.”
Tracy Baerg, assistente pastorale della Lodi-Fairmont Adventist Church, è entrato a far parte
del mondo MySpace tre anni fa e controlla la sua pagina personale più volte al giorno per gli
ultimi aggiornamenti. Ha notato che i giovani si servono di questi siti e quindi egli li usa per
raggiungerli. “Voglio essere lì, nella community dove sono i giovani,” ha detto. “Questi siti sono
uno strumento.”
Ad ogni modo, anche se è un pastore, Baerg non crede che tutta la sua pagina debba
riguardare il cristianesimo. “Posso usare MySpace come un ponte. Sulla mia pagina, mostro
loro prima il materiale cristiano. Ma alcuni ragazzi non sono per niente interessati al
cristianesimo, e quindi uso altro materiale per dar loro qualcosa con la quale identificarsi.”
Anche Scott Ward, assistente pastorale della Lodi-English Oaks Adventist Church, sta usando al
momento la sua pagina su MySpace come un ponte, non solo per raggiungere i giovani
dell’accademia avventista locale, ma anche quelli che frequentano la locale scuola superiore
pubblica. “ Il sito di MySpace è parte integrante del processo di “costruzione della comunità”
nel nostro club. Visito le pagine degli studenti per conoscerli meglio. Quando aggiungo i ragazzi
alla mia lista di amici, alcuni di loro ne sono davvero contenti e cominciano anche a parlarmi di
più a scuola. Siccome siamo “amici”, le mie sono quasi come delle visite on-line.”
Baerg ritiene importante che le chiese, le scuole e le famiglie comincino ad usare siti come
questo. Circa un anno fa, insieme ad alcuni genitori, il pastore ha organizzato un seminario su
MySpace. Uno dei partecipanti ha spiegato che i genitori possono aprire una propria pagina sul
sito così da poter essere meglio informati su ciò che fanno i figli. Baerg ha sottolineato che
sebbene questi siti possano essere divertenti, bisogna comunque riflettere su ciò che si
esibisce. “Gli utenti devono pensare a cosa stanno mostrando.”
“NEL” ma NON “DEL”
Quando si ha a che fare con questi siti mondani bisogna necessariamente porsi domande quali:
“come dovrebbero mostrarsi gli avventisti in rete” oppure “come dovrebbero mescolarsi
avventismo e temi secolari”?. “La questione riguarda il principio come essere nel mondo ma
non del mondo,” ha detto Cicle. “Ognuno è giudice di se stesso.”
Durante un sermone nel novembre del 2007, Dwight Nelson, pastore anziano della Pioneer
Memorial Church a Berrien Springs, nel Michigan, ha sottolineato che gli utenti di queste reti
sociali devono fare attenzione a come si presentano su questi siti. “Vi rendete conto di quanto
vi esponete al mondo con le foto che pubblicate su MySpace?” ha chiesto. “Capite? Il mondo vi
guarda.”
Alcuni avventisti credono che sia quasi impossibile non essere del mondo se si è membri di una
rete sociale on-line. Tony Nxumalo, insieme ad altri giovani della Stratford Adventist Church a
Londra, ha dato inizio ad Adventplanet.com per offrire un’alternativa avventista ai siti
mondani. Lo scopo di Adventplanet non è soltanto fuggire la natura potenzialmente scandalosa
degli altri siti, ma è anche quello di proporre intenzionalmente la spiritualità fra i suoi membri.
“Molti appartenenti alla famiglia avventista, sia maschi che femmine, si mostrano nei loro
profili personali scarsamente vestiti o attraggono i lettori del proprio profilo con linguaggi e
pose provocatori e seduttivi,” ha detto Nxumalo. “La Bibbia ci insegna ad essere umili, ma
abbiamo scoperto che molti dei nostri ricercavano l’autoesaltazione on-line, cosa che distrae
molto quando si cerca di condividere un’esperienza spirituale.”
In un breve sondaggio portato avanti su avventisti che fanno uso di tali siti mondani, gli
interrogati, di cui la maggior parte ha voluto rimanere anonima, hanno espresso opinioni forti
riguardo a come gli avventisti dovrebbero usare questi siti. Le loro risposte rispecchiavano
attitudini differenti, che possono essere riscontrate nelle pagine personali di ogni singolo
utente.
Alcuni credono che questi siti di reti sociali servano soltanto a connettersi con gli amici e che
dunque non dovrebbe esserci alcuna componente evangelistica implicata. “Credo che dovrebbe
essere utilizzato per aiutare la gente a socializzare, non necessariamente per promuovere un
determinato credo,” ha scritto uno.
“Le reti sociali sono soltanto un modo per restare in contatto con gli amici. Se riesci a portare i
tuoi amici al Cristo è stupendo. Ma lo scopo di questi siti è soltanto quello di connettere amici,”
ha scritto un altro.
Alcuni hanno menzionato l’aspetto positivo del connettersi con giovani avventisti, considerando
che alcuni vivono in luoghi dove gli avventisti non sono molti. “Credo sia un’ottima maniera per
restare in contatto con i miei vecchi amici che oramai non abitano più abbastanza vicino per
potersi vedere frequentemente. Non ci sono molti avventisti della mia età dove abito, quindi le
reti sociali sono un grande supporto,” ha detto un utente di MySpace che controlla la sua
pagina personale ogni giorno.
Stephanie Jordan, che aiuta a coordinare gli eventi per i giovani presso la chiesa avventista di
Berkeley, in California, ha aggiunto, “Le reti sociali dovrebbero aiutare gli avventisti di tutto il
mondo a mettersi in contatto fra di loro.”
Ci sono altri utenti che supportano le ottime opportunità di testimoniare che questi siti offrono.
“Le reti sociali dovrebbero completare il nostro stile di vita ed essere uno strumento efficace
per testimoniare,” ha scritto un utente di MySpace.
“Il cristianesimo è uno stile di vita, non un’abitudine settimanale. Le reti sociali rientrano
automaticamente a far parte dello stile di vita delle persone e se uno è cristiano, le proprie reti
sociali dovrebbero rifletterlo,” ha scritto un altro.
Un'altra risposta è venuta da un’altra persona che utilizza MySpace, Facebook e Friendster (un
altro sito di reti sociali): “Il web è un ottimo strumento per testimoniare. Se si cerca di
raggiungere qualcuno mentre si condivide qualcosa di noi stessi, essere coerenti aiuta, in
questo modo gli altri verranno a conoscenza di ciò che dichiariamo essere il nostro credo,
senza però rimanere confusi riguardo a ciò in cui crediamo.”
Proprio come Mitchell ha detto riferendosi ai due mondi nei quali i giovani vivono, l’83 per
cento degli intervistati crede non ci sia nulla di incoerente nel mostrare sulla propria pagina
materiale sia mondano che religioso. Yahea Abdulla controlla le sue pagine MySpace e
Facebook ogni giorno e ha scritto, “La roba del mondo non è necessariamente malvagia. Se
sulla tua pagina ci sono cose che vanno contro i tuoi valori, forse la priorità dovrebbe essere
quella di estrometterle dalla tua vita piuttosto che essere un ipocrita on-line.”
Mentre Abdulla crede sia sano mescolare un po’ di cristianesimo con temi secolari, un altro
intervistato ha offerto il punto di vista diametralmente opposto: “Se sulla tua pagina scrivi che
sei un cristiano o un avventista del settimo giorno e poi ci carichi immagini, musica o cose che
possono davvero portare le persone a pensare che forse non lo sei affatto, ciò potrebbe far loro
dubitare del fatto che i cristiani siano davvero ciò che dicono di essere: persone che vivono per
Dio.”
Amanda Newton, che lavora per il Glendale Adventist Medical Center di Glendale, in California,
talvolta include riferimenti religiosi sulla sua pagina di Facebook. Ma crede che le persone non
debbano fare una scelta fra una cosa o l’altra. Piuttosto, riguardo al tipo di materiale mondano
che si pubblica. “Sol perché si segue una religione ciò non significa che non si possa godere di
ciò che è secolare ed in linea con il proprio credo,” ha scritto Newton. “Noi dobbiamo essere IN
questo mondo, non DI questo mondo. E credo che ciò includa avere degli interessi per delle
cose di questo mondo, senza però permetter loro di definirci.”
Baerg fa la stessa distinzione nel parlare ai giovani. “Le cose diventano inappropriate quando
entrano in conflitto con la relazione che abbiamo con il Cristo.” Sebbene vedere alcuni dei
contenuti delle loro pagine sia stato per lui difficile, Baerg si sta impegnando a cambiare
questa cosa. “Cercheremo di avere un impatto sulla comunità in maniera positiva,” ha detto.
“Questi siti sono solo degli strumenti che hanno bisogno di un po’ di giudizio in più.”
È evidente che i siti di reti sociali hanno alcuni svantaggi, ma sono anche dei potenti strumenti
per fare del bene: dalla semplice funzione di tenerci in contatto con gli amici, al compito divino
di divulgare l’evangelo. E con la popolarità sempre in crescita di questi siti sta diventando
imperativo per tutti venire a conoscenza delle cose indecorose che si trovano su queste pagine,
rimanendo però concentrati sugli aspetti incredibilmente positivi che questo mezzo
relativamente nuovo mette a disposizione dell’opera evangelistica.
“È facile soffermarsi sullo scandaloso, ma ho letto delle cose davvero meravigliose, cose come
le rivelazioni che un giovane ha avuto in un viaggio missionario: [scoperte] che sono molto
profonde,” ha detto Cicle. “Questo mezzo ci offre un’ampia comprensione della molteplicità
delle nostre vite. Chi è alla ricerca di scandali, resterà scandalizzato. Chi è alla ricerca di una
ispirazione, sarà ispirato.”
__________
Stephanie Kinsey lavora come direttrice del Dipartimento delle Comunicazioni per la
Conferenza della California del nord. Tyler Kraft, suo assistente, frequenterà il prossimo
autunno un seminario presso la Andrews University. Questo articolo è dedicato a Sharon Kraft,
che ha perduto la sua battaglia contro il cancro lo scorso novembre e avrebbe festeggiato il
suo prossimo compleanno in concomitanza con la pubblicazione di questa edizione.
1
1Alexa: The Web Information Company, “Alexa Top 500 Sites,”
www.alexa.com/site/ds/top_sitests_mode=global&lang=none; accessed March 19, 2008.
2
2Christopher Maag, “A Hoax Turned Fatal Draws Anger but No Charges,” New York Times,
November 28, 2007,
www.nytimes.com/2007/11/28/us/28hoax.html?_r=2&oref=slogin&oref=slogin; accessed
March 20, 2008.