Rcs dice no a Cairo e nì a Murdoch
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Rcs dice no a Cairo e nì a Murdoch
Mercati 14 Mercoledì 21 Maggio 2014 L’AD DEL GRUPPO DI VIA RIZZOLI ESCLUDE LA FUSIONE CON LA SOCIETÀ CHE CONTROLLA LA7 Rcs dice no a Cairo e nì a Murdoch Il ceo Jovane apre al tycoon di News Corp. E di fatto anche al cambio di direzione al CorSera Sulla quale la Fiat, seppure socio di peso, non decide. Ma potrebbero essere altre le priorità sul tavolo di Andrea Montanari D avanti alle telecamere della Rai (il programma di economia 2Next condotto da Annalisa Bruchi andato in onda ieri in terza serata), l’amministratore delegato di Rcs Mediagroup, Pietro Scott Jovane, è più loquace che durante l’assemblea dei soci. Incalzato dalla giornalista risponde senza mezzi termini. Dettando chiaramente la linea: no a Cairo, nì a Murdoch, sì al cambio di direzione al Corriere della Sera, stretta sulle cessioni a partire dalla partecipazione nel gruppo radiofonico Finelco e in Spagna. Una lunga chiacchierata nella quale il manager arrivato due anni fa da Microsoft non si risparmia. Come sul ventilato progetto d’integrazione con la Cairo Communication del socio Urbano Cairo (3,7%): «Sono del tutto infondate le voci» relative alla possibile fusione tra i due gruppi. Un piano che non dispiacerebbe nemmeno all’azionista Diego Della Valle (8,99%) - che pare abbia fatto pace con la Fiat (20,55%) - tanto da aver già candidato pubblicamente lo stesso Cairo alla guida operativa del gruppo di via Rizzoli. Semmai, Jovane apre a una partnership internazionale. «Non mi risulta un interesse di Rupert Murdoch» ha replicato ai microfoni Rai alla domanda su un eventuale merger con News Corp (nel cui board siede John Elkann, presidente di Exor, Fiat e dell’Editrice La Stampa, nonché grande sponsor dell’ad di Rcs). Resta il fatto che il tycoon australiano, «se dovesse arrivare è benvenuto, come gli Tripitaly.it, arriva l’app per i turisti stranieri in Italia di Andrea Pira resentato ieri in occasione della ConferenP za Italiana del Turismo, Tripitaly.it sarà il primo hub dedicato agli stranieri che visitano l’Italia. Lo sviluppo della piattaforma, che coinvolge Confturismo, gruppo Uvet e l’incubatore di start-up Digital Magics, sarà completato entro l’anno, in tempo per Expo 2015. Il progetto è aperto alle start-up che presenteranno domanda a Digital Magics, affianca sito internet e applicazione mobile, con l’obiettivo di fornire ai turisti «un punto di riferimento unico» per organizzare le RCS MEDIAGROUP quotazioni in euro 1,8 1,7 1,6 1,5 1,4 Pietro Scott Jovane Surface Pro 3, Microsoft scommette sui super tablet di Davide Fumagalli on una mossa a sorpresa Microsoft ha rilanciato la propria straC tegia di convergenza tra tablet e pc con il lancio di Surface Pro 3, un dispositivo rivolto a professionisti e creativi che desiderano avere sempre a portata di mano un device senza le limitazioni tipiche di un tablet. Delusione quindi per chi attendeva invece Surface Mini, versione (ridotta nelle dimensioni e con un prezzo molto aggressivo) degli attuali dispositivi della famiglia di tablet Microsoft, mentre il nuovo prodotto si pone al vertice della categoria per le prestazioni elevatissime così come per il prezzo, che parte dai 799 dollari per superare i 2.000 nella versione top con tutti gli accessori. Surface Pro 3 si presenta infatti con un display di ben 12 pollici, ideale anche per svolgere compiti impegnativi come il fotoritocco o l’elaborazione di fogli di calcolo Excel, caratterizzato da un’elevatissima risoluzione (2.160 x 1.440 punti) e dalla possibilità di utilizzare una speciale penna, che consente di appoggiare il palmo della mano sul display senza creare interferenze. Il vero punto di forza del Surface Pro 3 sono però le prestazioni, che nei modelli top possono contare su processori potenti come i Core i7 di Intel affiancati da 8 Gb di ram e 512 Gb di disco a stato solido, concentrati in un elegante e sottile telaio in magnesio con un peso di soli 800 grammi. Microsoft ha inoltre studiato un sistema di raffreddamento a ventole che non produce alcun rumore ed è in grado di smaltire il calore del processore in modo impercettibile all’utente, attenuando in questo modo i fastidi rispetto ai tablet con processori meno potenti e quindi privi di sistemi di raffreddamento dedicati. Microsoft ha inoltre migliorato la tastiera dedicata al Surface Pro 3, venduta però come accessorio, che presenta ora un touchpad più sensibile e un sistema di aggancio magnetico che rende più agevole e confortevole tenere il dispositivo sulle ginocchia, come un vero notebook. Surface Pro 3 sarà disponibile da fine giugno negli Stati Uniti nella configurazione base, mentre in agosto sarà commercializzata la gamma completa anche in Italia (riproduzione riservata) 1,3 IERI 1,42 € -2% 20 feb ’14 20 mag ’14 proprie vacanze. I visitatori potranno infatti usare il servizio per pianificare e acquistare il viaggio. Allo stesso tempo l’applicazione darà l’opportunità di avere informazioni aggiuntive; suggerirà attività culturali, promuoverà luoghi e Paesi vicini a quello in cui ci si trova, darà informazioni su ristoranti o musei e acquistare biglietti. Tripitaly.it punta anche a promuovere l’attività di tutte le piccole e medie imprese italiane associate a Confturismo. «Il digitale non rappresenta una minaccia per il nostro comparto», ha spiegato il presidente di Confturismo e Uvet, Luca Patanè. (riproduzione riservata) altri azionisti». Per Jovane, in particolare, «Murdoch ha costruito un impero attraverso acquisizioni e tutte le aziende sono potenzialmente un target». Sul mercato è noto l’interesse del patron di News Corp per il mercato editoriale e televisivo spagnolo. Vodafone paga la crisi ma alza il dividendo guerra dei prezzi sui servizi Lfattiae l’impatto regolatorio si sono sentire anche sui conti di Vodafone, che ha però gratificato i propri azionisti grazie alla vendita di Verizion Wireless. Nell’esercizio fiscale terminato il 31 marzo Vodafone ha infatti registrato un utile netto di 59,3 miliardi di sterline, beneficiando dalla contabilizzazione di 48,2 miliardi di sterline della Vittorio cessione della partecipazione Colao in Verizon Wireless. Il gruppo guidato da Vittorio Colao si è inoltre avvantaggiato nell’ultimo periodo di alcuni crediti fiscali. Il risultato operativo al netto delle poste legate alle operazioni straordinarie si è attestato a 7,87 miliardi di sterline, mostrando un calo del 37% rispetto all’esercizio precedente. Il dato riflette i risultati di Verizon, in precedenza consolidati, solo per i primi 5 mesi dell’esercizio. Vodafone aveva previsto che l’utile operativo adjusted si sarebbe fermato a 5 miliardi di sterline. In calo anche i ricavi, diminuiti dell’1,9% a 43,6 miliardi di sterline, contro i 43,4 miliardi stimati dal consenso. Le vendite organiche derivanti dalla prestazione di servizi hanno sofferto una flessione del 4,9%. A penalizzare il colosso delle telecomunicazioni è stato soprattutto il mercato europeo, verso cui il gruppo presenta una forte esposizione, mentre i Paesi emergenti, inclusi Turchia e India, continuano a mostrare risultati solidi. La compagnia telefonica ha registrato svalutazioni per 6,6 miliardi di sterline per alcune attività in Spagna, Portogallo, Romania, Repubblica Ceca e Germania. In Italia, Vodafone ha chiuso l’anno fiscale al 31 marzo 2014 con ricavi da servizi pari a 5.790 milioni di euro, registrando un calo organico del 12,8% al netto dell’impatto della riduzione delle tariffe di terminazione mobile (-17,1% includendo l’impatto delle terminazioni), ma il ceo, Vittorio Colao, guarda con fiducia al 2015 perché «si stanno cominciando a vedere i primi segnali incoraggianti». Vodafone ha alzato il dividendo per l’esercizio fiscale terminato a marzo dell’8% a 11 pence. Per il 2015, i vertici prevedono un ebitda compreso tra gli 11,4 e gli 11,9 miliardi di sterline e cash flow positivo. In calo del 5,5 % il titolo a Londra a 205,3 pence (riproduzione riservata) Dove Rcs ha la claudicante Unidad Editorial (El Mundo, Marca, Expansion) e al termine dell’ultima assemblea degli azionisti, lo stesso Jovane ha messo nel paniere delle possibili cessioni la televisione controllata dal gruppo iberico. Che le sue parole siano state un segnale d’apertura alla trattativa? Chissà. D’altronde Rcs deve vendere asset per 200 milioni come indicato nel piano industriale, anche per centrare i target finanziari e di debito. E tra le possibili dismissioni non c’è solo il 44,5% di Finelco (Rmc, 105 e Virgin Radio) - «c’è un processo di vendita aperto da diversi mesi ed è previsto che si concluda entro fine anno» -, o l’intera Digicast. Ma anche alcune attività in Spagna. Certo è che ora il tema più delicato è l’avvicendamento del direttore del Corriere della Sera. Tema che è di stretta competenza del cda, come ribadito da Jovane che ha comunque osservato come «in questa fase c’è in generale un grande fermento ai vertici dei quotidiani, dal New York Times a Le Monde, fino a El Mundo. Avviene in tutti i giornali, dunque non si esclude nessuno», ha sintetizzato l’ad di via Rizzoli con una battuta che in via Solferino, sede del CorSera, hanno interpretato come la parola fine alla telenovela relativa alla permanenza di Ferruccio de Bortoli. Uscita che potrebbe concretizzarsi entro luglio, e comunque dopo l’esito delle elezioni europee di domenica 25. Al momento la sfida per la sostituzione sarebbe tra Mario Calabresi, direttore de La Stampa della Fiat («non c’è dubbio che è un’azionista rilevante, di peso. Ma non comanda», ha detto Jovane), e Carlo Verdelli, già vicedirettore del quotidiano di via Solferino e anche della Gazzetta dello Sport. Ma tutto potrebbe slittare perché ora pare che il gruppo abbia un’altra priorità strategica. Al momento top secret. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/rcs