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26/08/2010 : Notizie di oggi
Centro, Il
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Corriere di
Bologna
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Daily
Yomiuri,
The
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pensioni e tasse, freno alla stangata - roberto
raschiatore
«Famiglie in difficoltà, investimenti fermi»
Battle over pension records/ Internal affairs, welfare
ministries each want other to handle cleanup
Giornale di
Brescia
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Gargnano Pensionata salvata dalle acque del lago
Italia Oggi
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Le assicurazioni scansano la svalutazione
Italia Oggi
(Lavoro e
Previdenza)
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Casse, autonomia da riaffermare
Sole 24 Ore
Online, Il
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Notai, avvocati e tecnici i primi a vedere gli effetti
della crisi su redditi e pensioni
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Centro, Il
"pensioni e tasse, freno alla stangata - roberto raschiatore"
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Data:
26/08/2010
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Pagina 7 - Altre Pensioni e tasse, freno alla stangata L’Inpdap rivede le modalità di recupero: niente
prelievi sulle tredicesime La nuova nota prevista fra oggi e domani Il direttore Pianese: «Ci
saranno più rate» ROBERTO RASCHIATORE
L’AQUILA. L’istituto di previdenza Inpdap frena sulla stangata ai pensionati. Oggi o al
massimo domani verrà firmata la nuova nota, in accordo con l’Agenzia delle entrate, che
rivedrà le modalità di recupero dell’Irpef per gli oltre 10mila anziani residenti nei comuni fuori
cratere.
Le polemiche di questi giorni hanno spinto l’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell’amministrazione pubblica a correre ai ripari.
«Ci sarà una revisione delle modalità di recupero dell’Irpef», anticipa Vittoriana Saltarelli,
direttrice degli uffici Inpdap dell’Aquila. Da Roma, Massimo Pianese, direttore generale dello stesso
istituto, in una nota trasmessa alle organizzazioni sindacali, ha garantito che è in previsione una
«maggiore rateizzazione» per garantire il minimo vitale di pensione. Il nuovo documento è atteso fra
oggi o domani e dovrebbe essere in vigore da settembre.
Da definire le nuove modalità di riscossione decise dall’istituto di previdenza: se per esempio con
una maggiore dilazione o solo per determinate fasce.
«Di certo non andrà a incidere sulle tredicesime», rassicura la direttrice degli uffici dell’Aquila.
Rassicurazioni che frenano le proteste - a Sulmona si sta approntando un ricorso e nella Marsica è
nato un comitato di pensionati - esplose in questi giorni, con l’arrivo delle pensioni. In pratica,
l’Inpdap, in qualità di sostituto d’imposta, ha deciso di avviare una serie di azioni a partire dallo
scorso 16 agosto. Da questa data nei comuni fuori cratere sono state riattivate e regolarmente versate
le ritenute Irpef e le addizionali sospese dal 2009. Ma non solo. L’istituto previdenziale ha iniziato a
recuperare ad agosto anche le somme non trattenute sulle pensioni erogate nel periodo gennaio-luglio
2010. Nei prossimi cinque mesi, quindi, i pensionati Inpdap residenti nella Marsica, in Valle Peligna
e nell’Alto Sangro - oltre 10mila secondo le stime sindacali - dovranno rimborsare l’Irpef non
trattenuta in sette mesi. Così si paga l’Irpef vecchia e nuova e migliaia di pensioni stanno arrivando
dimezzate.
Ieri, dopo l’articolo sulla stangata dell’Inpdap, la redazione del Centro è stata tempestata di
telefonate di anziani.
Due casi su tutti. «Questo mese ho percepito 250 euro di pensione», commenta un cittadino della
Valle Peligna, «soldi che mi bastano a malapena per fare la spesa. Come pagherò le bollette? È vero
che non prenderò neanche la tredicesima? Dopo il terremoto, con questa storia dell’Irpef e tutta la
confusione sulle tasse siamo diventati poveri all’improvviso».
L’altra storia arriva da Capistrello.
«Ho chiamato il numero verde dell’Inpdap a Roma per avere delle spiegazioni», racconta Carlo, 65
anni, «mi hanno detto che se non riescono a recuperare tutta l’Irpef mi toglieranno la tredicesima.
Sono un pensionato disabile e vivo con poche centinaia di euro al mese. Va trovata una soluzione».
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Corriere di Bologna
"«Famiglie in difficoltà, investimenti fermi»"
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Data:
26/08/2010
Stampa
26 ago 2010
Bologna
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«Famiglie in difficoltà, investimenti fermi»
«Dire che non è un buon momento è quasi un eufemismo. Le famiglie hanno
sempre meno soldi e, di conseguenza, hanno sempre meno propensione a
investire. Rispetto a qualche anno fa per chi fa il mio lavoro i margini di
guadagno si sono dimezzati». Giuseppe Cannistraro ha 27 anni, un diploma da
ragioniere e di mestiere fa il consulente finanziario, da libero professionista con
la partita Iva «perché le compagnie con le quali ho lavorato difficilmente ti
assumono come dipendente dunque l'unica possibilità è quella aprire la partita
Iva». Una parte piccola dello stipendio è fissa (con relativa ritenuta d'acconto) e
il resto si mette da parte attraverso le provvigioni. Lui si occupa della gestione
del risparmio e dei fondi comuni. Ma il mercato è quello che è perché tra le
famiglie la fetta del risparmio è diventata sempre più piccola e quindi il lavoro di
Giuseppe s'è fatto più difficile. «Io l'anno scorso più o meno ho fatturato 17 mila
euro. Non è tanto ma sono giovane e quindi il mio portafoglio di clienti non è
enorme ma sta crescendo. Il problema però è che di quei soldi circa 2.800 euro
li devo pagare all'Inps e altri 4.000 li pago di tasse. Poi c'è l'iscrizione all'albo, la
macchina, il telefono e tantissime altre spese che difficilmente si riescono a
scaricare. Quindi, alla fine dei conti, di soldi in tasca devo dire che ne rimangono
molto pochi». Il paradosso è che lui che si occupa di fondi pensione, come tutti
gli altri liberi professionisti, ha la sicurezza di non avere la pensione: «Per
questo motivo già da diverso tempo mi sono buttato sulla previdenza
integrativa. Magari quando uno è giovane non ci pensa, però, questo per me è
l'unico modo per mettere qualche soldo da parte per quando sarò più vecchio. Il
problema è che insieme all'affitto la previdenza complemetare è un costo che si
fa fatica a sostenere tutti i mesi».
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Daily Yomiuri, The
"Battle over pension records/ Internal affairs, welfare ministries
each want other to handle cleanup"
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Data:
26/08/2010
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The Internal Affairs and Communications Ministry is warring with the Health, Labor and Welfare
Ministry, with each saying the other should be responsible for correcting the errors in millions of
public pension records.
The enormous blunders made by the former Social Insurance Agency involving about 50 million
public pension records were brought to light three years ago. Since June 2007, the Third-Party
Committee to Check Pension Records--an investigative panel belonging to the internal affairs
ministry--has overseen the task of verifying data regarding the payment of pension premiums.
However, the internal affairs ministry says the panel's verification work requires enormous manpower
and funding and insists that it should be handled by the welfare ministry because the latter is
primarily responsible for pension affairs.
The third-party panel, which includes experts on the public pension system and information systems,
decides whether retirees whose records have been mixed up are eligible for pension benefits.
It was established within the internal affairs ministry in the belief that the public would not trust the
welfare ministry to tackle the problem because it was the parent body of the Social Insurance
Agency, which caused the pension record debacle in the first place.
In its platform for the House of Councillors election in July, the Democratic Party of Japan
committed itself to "aggressively addressing the task of resolving the pension records problem by the
end of fiscal 2011."
The bickering between the two ministries, however, seems to indicate that government officials now
find the pension problem less urgent than before, analysts said Friday.
Internal Affairs and Communications Minister Kazuhiro Haraguchi met Wednesday with Health,
Labor and Welfare Minister Akira Nagatsuma at the former's ministry. Haraguchi was quoted as
urging Nagatsuma to have the welfare ministry assume the responsibilities of the third-party
committee from fiscal 2011.
Haraguchi was also cited as telling Nagatsuma that the work undertaken by the panel had adversely
affected the duties the internal affairs ministry was primarily responsible for, especially policy
evaluations to assess the efficiency of ministries and agencies' administrative services.
The third-party panel was launched in early June 2007, under the direction of then Prime Minister
Shinzo Abe. Its headquarters were set up in the internal affairs ministry's Administrative Evaluation
Bureau and local branches in 50 locations across the country.
About half of the 1,300 members of the bureau and its local branches have been assigned to handling
affairs related to the third-party panel. The panel's personnel costs and travel expenses are expected to
total about 12.6 billion yen in fiscal 2010 alone, according to the internal affairs ministry, and the
ministry has complained about having to set aside such a hefty sum each year.
There have so far been about 180,000 applications from people asking for corrections to their pension
premium payment records, and new requests continue to come from about 1,000 people every week,
the ministry said.
According to high-ranking officials of the internal affairs ministry, the workload of running the panel
has reduced to just six the number of its yearly projects to issue recommendations to various
ministries and agencies on improving their administrative services. Before the third-party panel was
launched, the annual number stood at around 12, the officials said.
The welfare ministry, for its part, has reacted strongly to the demand from the internal affairs
ministry.
"Given that the task of solving the public pension records problem has just begun to get on track, any
review of the third-party committee's organizational status would be certain to lead to stagnancy and
even confusion of the problem-solving efforts," one welfare ministry official said.
The argument between the two ministries seems difficult to resolve, as some government leaders fear
switching the functions of the third-party panel to the welfare ministry could damage the fairness and
objectivity of the panel's judgments.
(Aug. 14, 2010)
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Giornale di Brescia
"Gargnano Pensionata salvata dalle acque del lago"
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Gargnano
Pensionata
salvata dalle
acque del lago
GARGNANO Tragedia
Data:
26/08/2010
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sfiorata ieri mattina a Villa
di Gargnano, dove una
pensionata di 63 anni ha
rischiato di annegare nelle
acque antistanti la piccola
spiaggia della «Colletta».
Se oggi la donna ha salva
la vita lo deve a due
persone, due angeli
custodi che hanno evitato
l'ennesima disgrazia
balneare dell'estate 2010:
una giovane turista
tedesca che dal balcone
dell'hotel in cui era
alloggiata ha notato la
donna annaspare in
acqua, precipitandosi poi
a recuperarla, e
un'infermiera
professionale che
casualmente si trovava
nelle vicinanze della
spiaggia che, prontamente
intervenuta, ha rianimato
la pensionata che ormai
presentava gravi sintomi
da annegamento.
Questi i fatti: erano da
poco passate le 11
quando la donna,
residente in via Colletta a
Villa di Gargnano, in un
appartamento delle casa
popolari situate di fronte
l'Hotel Gardenia, si è
recata nella spiaggetta cui
si accede attraverso un
angusto viottolo che
scende a lago a fianco
della struttura alberghiera.
Benché non sapesse
nuotare, la donna ha
cercato un po' di refrigerio
entrando in acqua,
tenendosi stretta ad una
tavoletta galleggiante.
D'un tratto la donna deve
aver perso la presa e la
tavola è scivolata via dalle
mani. La pensionata ha
annaspato cercando di
rimanere in superficie, ma
in pochi istanti è stata
inghiottita dalle acque.
Fortuna a voluto che una
giovane turista tedesca,
seduta su un balcone
dell'Hotel Gardenia, si sia
accorta di quanto stava
per accadere.
La ragazza è corsa al
piano terra ed ha
raggiunto la spiaggia
seguita dal titolare
dell'hotel, quindi si è
prontamente tuffata per
recuperare la donna.
Quando è stata
faticosamente trascinata a
riva, la pensionata
presentava già evidenti
sintomi da annegamento.
Aveva ingerito molta
acqua ed era rimasta a
lungo senza ossigeno. Ma
ancora una volta, il
destino è corso in suo
aiuto. Combinazione
fortuita ha voluto che
Francesca Manini,
infermiera 39enne del
Pronto Soccorso di
Desenzano (tra l'altro
moglie del consigliere
comunale desenzanese
Rino Polloni), si trovasse
proprio in via Colletta, a
due passi dalla spiaggia,
ospite dei genitori per
qualche giorno di riposo
prima di riprendere le notti
di lavoro in ospedale. Le
urla e le richieste d'aiuto
della gente hanno
richiamato l'attenzione
dell'infermiera, che si è
precipitata in strada e,
imboccando la viuzza che
scende a lago, ha
raggiunto la spiaggia dove
stava per consumarsi la
tragedia.
Grazie al suo
provvidenziale intervento
la donna è stata rianimata
e pian piano ha ripreso
coscienza. Sul posto sono
quindi giunti, a bordo
dell'eliambulanza, i
soccorritori del 118, che
hanno stabilizzato i
parametri vitali della
donna, poi trasportata in
elicottero al Civile di
Brescia. Le sue condizioni
sono ora al vaglio dei
medici, ma non sembrano
destare eccessive
preoccupazioni. Se la
tragedia è stata solo
sfiorata, il merito va tutto
alla turista tedesca e
all'infermiera
desenzanese. Sono
intervenuti i Carabinieri di
Gargnano e i marinai della
Guardia Costiera di stanza
a Salò.
Simone Bottura
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Italia Oggi
"Le assicurazioni scansano la svalutazione"
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Data:
26/08/2010
Stampa
ItaliaOggi
sezione: Diritto e Impresa data: 26/08/2010 - pag: 24
autore: Fabrizio G. Poggiani
In gazzetta un provvedimento isvap conferma la deroga sull'attivo
circolante 2010
Le assicurazioni scansano la
svalutazione
Evitato il deprezzamento di investimenti non durevoli in titoli. Il
valore è intatto
Per le imprese assicurative confermata la possibilità di non svalutare gli
investimenti non durevoli in titoli, mantenendo i valori originari di acquisto, nella
relazione semestrale 2010 e nel bilancio riferito all'esercizio in corso (2010). Con
un provvedimento dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e
d'interesse collettivo (Isvap) dello scorso 6 agosto, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 24/08/2010 n. 197, si conferma la deroga anche per il 2010 (semestrale e
bilancio) alla valutazione dei titoli appostati nell'attivo circolante dalle imprese
assicurative.Il provvedimento interviene modificando i riferimenti temporali indicati
dal regolamento 17/02/2009 n. 28, già modificato dal n. 2727 del 27/07/2009,
concernente l'attuazione delle disposizioni per la valutazione degli elementi
dell'attivo non destinati a permanere durevolmente nel patrimonio dell'impresa, di
cui ai commi da 13 a 15, dell'art. 15, dl 185/2008 ed al comma 1-bis, dell'art. 52,
del dl n. 78 del 2010.Di conseguenza, le disposizioni del decreto anticrisi che
permettevano di derogare ai criteri di valutazione per gli investimenti non durevoli
in titoli, per i soggetti che non adottano i principi contabili internazionali (non IAS
adopter), tra i quali anche le imprese di assicurazione, potranno essere applicate
anche alla relazione semestrale del giugno 2010 (30/06/2010) ed al bilancio che si
chiuderà, per i contribuenti «solari», il prossimo 31 dicembre, sulla base di tale
provvedimento, ai sensi del comma 14, dell'art. 15 del decreto legge n. 185/2008.
La procedura prevede il mantenimento del valore di bilancio di questi titoli non
immobilizzati (c.d. «titoli non durevoli» - classi C.II e C.III dello stato patrimoniale
attivo – allegato «1» – regolamento 4/04/2008 n. 22) al valore di iscrizione (in
generale, di acquisto), come risultante dall'ultimo bilancio (o relazione semestrale)
approvato, disapplicando la valutazione basata sull'andamento del mercato e fatto
salvo il caso di perdite di carattere durevole (procedure concorsuali, in primis); di
fatto, tale facoltà permette di non realizzare perdite in presenza di una schizofrenia
del mercato, che potrebbero impattare negativamente sul risultato di esercizio, con
possibili conseguenze anche sul capitale della società.Si ricorda, inoltre, che il
regolamento del febbraio 2009, all'art. 5, anch'esso modificato nel riferimento
temporale, dispone l'obbligo, per chi si avvale della facoltà, di mantenere i valori
costanti dei titoli non durevoli, di accantonare una quota di utili pari all'ammontare
della differenza tra i valori di bilancio e quelli desumibili dal mercato, con espresso
riferimento a quelli per cui detta facoltà sia stata esercitata. Per quanto concerne il
monitoraggio, si conferma l'obbligo mensile di rilevazione dei valori, mentre il
nuovo provvedimento interviene sul comma 4, dell'articolo 6 (attivi a copertura
delle riserve tecniche) fissando al 30 settembre 2011 (e 30 settembre prossimo per
le imprese che non si sono avvalse della facoltà) la verifica della differenza di
valore, tra quella indicata nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2008 ed il valore di
mercato di ciascun titolo per il quale la facoltà è stata esercitata, ponendo l'obbligo
della presentazione all'Isvap di un piano di rientro, a copertura delle riserve
tecniche, entro i 30 giorni successivi in presenza di valori immutati.Infine,
modificati anche i riferimenti temporali per quanto concerne i margini di solvibilità,
di cui all'articolo 7 e 8, restando totalmente inalterate le disposizioni riferite
all'informativa di vigilanza, di cui all'art. 9 del citato regolamento.
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Italia Oggi (Lavoro e Previdenza)
Data:
26/08/2010
"Casse, autonomia da riaffermare"
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ItaliaOggi
Numero 202 pag. 25 del 26/8/2010 | Indietro
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LAVORO E PREVIDENZA
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Il
presidente
dell'Adepp
annuncia
l'appello
sulla
sentenza
del Tar
Lazio:
non
siamo
organismi
pubblici
Casse, autonomia da riaffermare
Camporese: il legislatore chiarisca definitivamente l'equivoco
di Ignazio Marino
Lo stato chiarisca una volta per tutte che le casse di previdenza dei professionisti sono enti di
diritto privato. E che il fatto di riscuotere dei contributi per pagare delle pensioni non può
qualificarle come organismi di diritto pubblico. È questo l'appello di Andrea Camporese,
all'indomani della pubblicazione della sentenza del Tar Lazio 30034/2010 che ha annullato una
delibera dell'Enpam perché non ha rispettato il codice degli appalti pubblici (si veda ItaliaOggi di
ieri).
Il presidente dell'associazione degli istituti
previdenziali dei professionisti è arrivato solo da
qualche settimana al vertice dell'Adepp ma conosce
da tempo «l'equivoco di fondo» che rende difficile la
vita al comparto. Per questo, ancora una volta
l'associazione porterà avanti un appello al consiglio
di stato. Ma solo il legislatore potrà chiarire la
vicenda una volta per tutte.
Domanda. Presidente Camporese, dunque ancora
una volta l'autonomia delle casse è stata messa in
discussione. Cosa ne pensa?
Risposta. Questa sentenza non aiuta un processo di
definizione ulteriore, rispetto alle leggi 509/94 e 103/96, della nostra natura privatistica che
riteniamo necessario e urgente. Il Tar ipotizza una attrazione nel pubblico da parte del nostro
sistema, per quanto concerne il Codice degli Appalti, a partire da un assioma di base a mio
parere inaccettabile e infondato. Considerare i contributi dei nostri iscritti alla stregua di
finanziamenti pubblici confligge con le leggi di privatizzazione che vietano l'intervento dello Stato,
in ogni caso, anche in presenza di disavanzi di gestione che ricadono tutti sulla responsabilità
oggettiva dell'Ente privato. Siamo tenuti a mantenere il sistema previdenziale in equilibrio, ad
assumere autonomamente tutte le decisioni, giustamente vigilato dai Ministeri competenti, a
vivere in un ambito di autosufficienza senza gravare sulla collettività: dove sta la dimensione
pubblica? Quella delle Casse privatizzate è una finalità pubblica, pagare le pensioni, con una
gestione corretta e trasparente. È su questo clamoroso equivoco che si incardina la sentenza del
Tar. E poi, a cosa servirebbero, se non nella logica che ho esposto, i controlli della Corte dei
Conti, della Commissione Bicamerale di Vigilanza, dei Ministeri, degli stessi rappresentanti
ministeriali all'interno dei nostri Cda?
D. Solo di recente la manovra finanziaria, per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, vi ha tolto
un po' di autonomia obbligandovi a chiedere l'autorizzazione ai ministeri vigilanti. Oggi una nuova
sentenza dice che per gli appalti le casse devono rispettare il codice dei contratti pubblici. È in
atto un ritorno delle casse nella sfera pubblica?
R. Se fosse così sarebbe molto grave, oltre tutto incomprensibile rispetto alla stratificazione
legislativa degli ultimi decenni, anche nell'ambito delle procedure di appalto, tutta indirizzata al
consolidamento della natura privatistica delle Casse e ad una definizione più precisa del rapporto
del nostro mondo con quello pubblico. Gli stessi Ministri Tremonti e Sacconi non hanno mai
messo in dubbio la nostra natura e autonomia. Ecco, la sfida del futuro è proprio questa. Mettere
la parola fine all'eterna diatriba tra pubblico e privato, non mettere più in discussione la nostra
autonomia e allo stesso tempo trovare un punto di accordo su temi come il controllo degli
investimenti finanziari o immobiliari. Il primo banco di prova è proprio l'applicazione della norma
della manovra finanziaria che ci impone l'autorizzazione preventiva ministeriale sulle operazioni
immobiliari. Ferma la nostra contrarietà totale alla norma, stiamo verificando la disponibilità dei
Ministeri a ragionare su una attuazione che ci lasci una reale libertà di scelta degli investimenti.
D. Pensa che l'Adepp dovrebbe impugnare questa sentenza al Consiglio di Stato?
R. Proporrò alla prossima assemblea dei 20 presidenti che fanno parte dell'Adepp di affiancare
Enpam in un eventuale ricorso al Consiglio di Stato che ritengo inevitabile, nel rispetto della libera
determinazione dell'Ente dei medici. Applicare a noi pedissequamente il Codice degli Appalti
significherebbe di fatto impedire alle Casse di operare nella maniera più conveniente e più
consona alle proprie esigenze strutturali e di bilancio. Ovviamente dobbiamo agire in massima
trasparenza e nel rispetto delle leggi, ma l'impianto pubblico in questa materia comporterebbe
tempi e costi molto superiori a quelli attuali, non dimenticando le opportunità positive che
possono essere colte in processi di gara privatistici che valorizzano maggiormente le opportunità
di mercato che via via si presentano. Pensiamo ad un caso banale. Un piccolo intervento di
manutenzione necessario per l'utilizzo dei locali. Se applicare il Codice costringe l'Ente a
realizzarlo in un anno, anziché in un mese, il mancato introito derivante dal ritardo è un bene per
gli iscritti?
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Sole 24 Ore Online, Il
"Notai, avvocati e tecnici i primi a vedere gli effetti della crisi su
redditi e pensioni"
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Data:
26/08/2010
Stampa
25 agosto 2010
Notai, avvocati e tecnici i primi a vedere gli effetti della crisi
su redditi e pensioni
di Marco Bellinazzo e Francesca Milano
Professionisti al tempo della crisi. Fatturati in calo e assegni previdenziali in sofferenza. Lo scenario
che lasciano intravedere i dati della casse professionali, fotografato al dicembre 2008, alle prime
avvisaglie della crisi finanziaria ed economica che ha colpito il sistema produttivo mondiale negli
ultimi due anni, è tuttavia molto chiaro. I trend sono emblematici ed è purtroppo facile analizzarli in
prospettiva.
Per gli ingegneri il calo dei redditi, ad esempio, si è attestato nel 2008 all'1,5 per cento. «Ma il dato
relativo ai fatturati è in realtà solo l'inizio di una diminuzione che si è andata accentuando con il
trascorrere dei mesi», spiega il presidente del Consiglio nazionale Giovanni Rolando. «Mi aspetto un
calo ancora maggiore dai dati relativi ai redditi 2009 e a quelli 2010, perché i professionisti sono
ancora in crisi». Le difficoltà negli studi degli ingegneri sono cominciate alla fine del 2008, quando la
recessione ha bloccato il settore del mattone. «Alla frenata busca del mercato edilizio privato –
continua il presidente del Cni – si aggiunge anche la crisi delle opere pubbliche. Si lavora meno, e
quando si lavora si fa una gran fatica a farsi pagare».
Il ritardo nei pagamenti non riguarda solo il settore privato («alcuni committenti sono addirittura
falliti e quindi il professionista non riceverà mai compenso») ma anche quello pubblico: «I comuni –
sottolinea Rolando – sono inchiodati al patto di stabilità e rimandano i pagamenti». Un'ulteriore
sforbiciata ai redditi deriva dall'abolizione delle tariffe minime imposta dalle "lenzuolate" dell'ex
ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani: «Se si aboliscono le tariffe in un momento in
cui c'è poco lavoro – puntualizza il presidente del Cni – si finisce per favorire la concorrenza sleale di
chi offre prestazioni a prezzi stracciati pur di lavorare».
Alla crisi del 2008 si aggiunge un incremento sproporzionato degli iscritti all'Albo: basti pensare che
la Francia ha un terzo degli ingegneri dell'Italia. Sono i giovani a vivere le difficoltà maggiori e
soprattutto pensando a loro Rolando chiede incentivi economici e un più facile accesso al credito.
«Ma serve anche un potenziamento delle società interprofessionali e un piano di investimenti
mirato», aggiunge.
Analoghe preoccupazioni accompagnano le valutazioni del Consiglio nazionale forense in vista di
una riforma professionale sempre più urgente. Il leggero calo dei redditi medi percepiti dagli avvocati
nel 2008 rispetto all'anno precedente va letto solo come un anticipo "statistico" dell'impatto, ben più
negativo, che la recessione ha avuto nel 2009 e nel 2010 sulla redditività della categoria. E a pagare
di più sono i circa trentamila giovani "imbarcati" ogni anno.
Ad ogni modo, il peso maggiore delle difficoltà economiche lo hanno sopportato (e lo stanno
sopportando) i notai che anche nel 2008 hanno visto assottigliarsi del 10% i propri introiti. «Una
contrazione di eguale misura – spiega Gabriele Noto, componente del Consiglio nazionale del
notariato – è stata riscontrata nel 2007 e nel 2006. Questo vuol dire che in pochi anni abbiamo subito
la perdita di poco meno di un terzo del nostro reddito. Per fortuna, la cassa professionale è stata
amministrata bene, non ha inglobato titoli tossici o perdite finanziarie». Le cause di questa riduzione?
«Oltre alla crisi che ha progressivamente tagliato il giro d'affari e il valore delle operazioni – precisa
Noto – scontiamo alcune modifiche legislative che hanno sottratto alcune materie alla nostra
competenza, dalle pratiche di trasferimento della proprietà delle auto alla cancellazione delle
ipoteche. Abbiamo tuttavia cercato di conservare i livelli occupazionali all'interno dei nostri studi per
non disperdere un personale altamente qualificato».
Secondo i dati di Inarcassa i redditi medi di ingegneri e architetti nel 2008 sono calati da 33.037 a
32.552 euro. Un dato “ottimistico” secondo Massimo Gallione, presidente del Consiglio nazionale
degli architetti: «La nostra professione risente della scomparsa dell'edilizia pubblica, settore in via
d'estinzione se si escludono le grandi opere». Secondo i dati degli architetti l'edilizia pubblica è calata
del 90% in dieci anni. «E l'edilizia privata non se la passa tanto meglio. Il piano casa che doveva
rilanciare l'economia del settore ha dato risultati limitati».
In discesa anche il fatturato dei geometri, che passano dai 22.695 euro annui del 2007 ai 22.506 euro
del 2008. «I redditi – avverte però il presidente del Consiglio nazionale Fausto Savoldi – vanno letti
scorporando l'età dei professionisti: la media non lo mostra, ma quelli in difficoltà sono soprattutto i
giovani, mentre i redditi dei geometri affermati sono stabili». Oltre al problema anagrafico c'è anche
da considerare il divario Nord-Sud: «Nel Meridione i tempi per i pagamenti si allungano – afferma
Savoldi – e i compensi diminuiscono. Mentre al Nord si è sempre cercato di tenere alti i compensi.
L'unica chance per chi si affaccia ora alla professione è specializzarsi con strumenti moderni che
magari gli “anziani” non sanno utilizzare».
ONLINE
IL DOSSIER SULLE CASSE DI PREVIDENZA CON I BILANCI 2008 RICLASSIFICATI E
I BILANCI PREVISIONALI 2010 DI TUTTI GLI ENTI PREVIDENZIALI
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25 agosto 2010