Vita su un altro pianeta

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Vita su un altro pianeta
La biblioteca di Florianopolis
di Patrizio S.
Vita su un altro pianeta
Graphic Novel di Will Eisner
Ecco un nuovo volume da inserire prontamente negli scaffali impolverati della Biblioteca di
Florianopolis. Si tratta di una delle prime graphic novels che la letteratura ha conosciuto, Vita su un
altro pianeta, opera di Will Eisner pubblicata per la prima volta in America nel 1978, che ha
raggiunto i nostri negozi grazie alla Kappa Edizioni nel 2004, con la traduzione di Andrea Plazzi e
di Ketty Ortolani. Una serie di nomi e cognomi che per motivi differenti potrebbero suonare già
sentiti ai lettori di fumetti. Will Eisner infatti è stato un fumettista americano, sicuramente uno dei
più amati e seguiti, creatore del leggendario Spirit, un supereroe umano che ha visto la sua
pubblicazione negli ormai lontani anni '40, le cui storie poliziesche, concise, movimentate e
fantasiose, hanno gloriosamente sorpassato il cambio di millennio attraverso numerose e pregiate
edizioni. Oltre a questo Eisner è l'autore a cui va il merito di aver realizzato la prima Graphic
Novel, quello che in Italia è conosciuto come romanzo a fumetti, con Contratto con Dio nel 1978, e
di aver dato al fumetto la fortunata definizione di arte sequenziale. I suoi lavori sono tra quelli che
più di tutti hanno dato nuovo impulso alle capacità narrative della nona arte, affrontando temi
inconsueti e dotandosi di una struttura grafica innovativa curata ed efficace. Grande conferenziere,
saggista e critico ha avuto anche il merito di operare una costante divulgazione delle sue
conoscenze, tanto da renderlo agli occhi di grandi autori di oggi come Frank Miller e Alan Moore,
un vero e proprio maestro. Come se ciò non bastasse e a dimostrazione del debito che tutto il mondo
del fumetto, in particolare quello anglosassone, sente di avere nei suoi confronti, a lui è intitolato il
premio più ambito nell'ambito dei balloons americani, l'Eisner Award, istituito, fatto unico nella
storia, quando egli era ancora in vita. Per quel che riguarda invece Andrea Plazzi e Ketty Ortolani,
meno famosi di Eisner ma comunque meritevoli per la loro ottima traduzione, c'è da fare un curioso
appunto: il pr–imo infatti, oltre ad essere uno dei massimi esperti in Italia per quel che riguarda
l'arte di Will Eisner, è amico di Leonardo Ortolani, autore dello splendido fumetto umoristico
italiano Rat-Man, di cui Andrea Plazzi è stato il primo scopritore e curatore, e in cui spesso appare
con divertentissimi cammei. Per quel che riguarda la Ortolani, invece, si tratta solo di un caso, e il
caso è proprio strano a volte, che possegga lo stesso cognome dell'omonimo fumettista nostrano.
Ketty Ortolani infatti è una delle più attive traduttrici di Eisner in Italia, che in coppia con Plazzi, ha
lavorato a ben 11 storie dell'autore americano, di cui Vita su un altro pianeta non è che l'ultima.
Queste curiosità danno ad intendere quanto il volume di Vita su un altro pianeta, pubblicato in una
edizione come quella della Kappa Edizioni sia una chicca imperdibile, e per quelli che si sentono
spaesati davanti a una vignetta rappresenta comunque un buon punto di partenza per esplorare il
vario e vasto mondo dei fumetti.
Storie del nostro pianeta
La storia di Vita su un altro pianeta è estremamente complessa nel suo svilupparsi, quanto è
semplice la scintilla che la innesca: ai radiotelescopi di un osservatorio radioastronomico americano
giunge un segnale radio dallo spazio, precisamente dal pianeta denominato Bernard, che
incontestabilmente rappresenta la prima comunicazione di una forma di vita intelligente
extraterrestre verso l'uomo. Dopo averci lanciato nel freddo spazio interstellare con un tema caro
alla fantascienza, che introduce la prospettiva dell'incontro con fiorenti civiltà su pianeti distanti
anni luce, poi però Will Eisner ci riporta decisamente coi piedi per terra, per mostrarci con
straordinaria credibilità quale si possa dimostrare la nostra civiltà, se messa di fronte a un'occasione
del genere.
La notizia del segnale radio viene subito nascosto dagli scienziati che per primi lo intercettano per
cercare di sfruttarlo in visione di fama e successo. Fra di loro però c'è una spia del KGB che però
non riesce a fare rapporto, visto che viene subito ucciso dagli altri scienziati. Al
suo posto
nell'osservatorio viene inviato dalla CIA l'astrofisico Bludd, affinché scopra il segreto che si cela
dietro quella morte. Bludd non fa in tempo a rendersi conto della scoperta del segnale che il KGB
rapisce i suoi colleghi per farli lavorare al progetto per conto dell'Urss e tenta di ucciderlo. Intanto
la notizia del segnale extraterrestre raggiunge la stampa e fa sì che un ubriacone ne venga folgorato
e si convince a fondare una setta chiamata il Popolo delle Stelle che ha come fine quello di fare
emigrare i suoi adepti sul nuovo pianeta. In questo momento entra in gioco Macredy, capo della
Multinational Corporation, immensa multinazionale con le mani in pasta ovunque e con sede in
America, del tutto intenzionata a spingere il governo degli Stati Uniti a investire in un programma
spaziale del quale controlla gli appalti. Intanto in uno studio di genetica, una equipe di scienziati che
è venuta a sapere del segnale, decide di impegnarsi completamente nel tentativo di realizzare una
cellula resistente e intelligente, sul quale basare la creazione di una forma di vita capace di
affrontare un viaggio interplanetario di una decina di anni.
L'azione si sposta facilmente tra uffici e bassifondi di Russia, Usa e Sidiami, uno staterello africano
con a capo uno spietato militare che dichiara secessione dal pianeta terra per sfuggire ai debiti, e che
ospita una base spaziale per il lancio verso il pianeta Bernard. Nel marasma che si viene a creare
Bludd è spesso al centro dell'azione, senza però avere il quadro complessivo dei giochi economici e
politici che si muovono attorno a lui, ora al soldo degli Usa ora collaboratore del KGB, ora
appoggiando cause pseudo umanitarie ora cercando solo di salvarsi la vita. La storia poi continua a
complicarsi con l'aggiunta di numerose altre vicende che si intrecciano fino a creare un groviglio
incredibilmente credibile, dove fra politici, industriali, dittatori, scienziati, visionari, spie, mafiosi, e
povera gente, si contano sulle dita di una mano quelli che perseguono un interesse che vada al di là
di quello meramente economico. C'è spazio infatti per storie d'amore, per scoperte innovative, per
nobili sacrifici, per ottime intenzioni, ma quello che emerge dall'umanità descritta da Vita su un
altro pianeta resta comunque l'ingordigia, la meschinità, il doppiogiochismo, la crudeltà e
l'arrivismo a qualsiasi costo. Bludd, il nostro eroe, va così piano piano perdendo ogni incanto
riguardo alle capacità umane di sfruttare in maniera saggia e nel comune interesse la grande
opportunità rappresentata da una comunicazione extraterrestre, e alla fine della storia, quando avrà
la possibilità di agire per conto proprio, prenderà un'irremovibile quanto drastica decisione.
Dunque quello di Eisner è un grandioso affresco della situazione del mondo negli anni '70, non
tanto diverso da quello di oggi, che parte dalla fatidica domanda Cosa succederebbe se..., quel What
If che è alla base di moltissime storie di fantascienza e fantapolitica, come per esempio il Doctor
Strangelove di Stanley Kubrick. L'atmosfera a volte tragica a volte comica, ricca di cambi di
ambiente e colpi di mano, con una costante tensione che tiene alto il livello di attenzione, accomuna
le due opere, entrambe espressioni del particolare momento vissuto dall'umanità rappresentato dalla
cosiddetta Guerra Fredda, e in questo senso Vita su un altro pianeta è una testimonianza esemplare.
Verosimili intrichi di vite
Ciò che nel giallo tiene il lettore incollato alla pagina è un intreccio particolarmente vasto e
misterioso, in cui gli elementi sembrano essere molto distanti tra loro, quando poi lo svolgersi della
vicenda rappresenterà proprio l'assembramento di queste particelle narrative in un'unica conclusione
definitiva. Eisner doveva conoscere bene questa tecnica, che mette in condizione il lettore di
interpretare l'affascinante ruolo dell'investigatore. In Vita su un altro pianeta in poco più di 120
pagine, e manca completamente la numerazione, forse per rendere omogenea una lettura che non si
può interrompere pena la perdita dei preziosi ed esili fili conduttori, vengono narrate le azioni di
una decina di personaggi primari, più una trentina di figure secondarie, che fra loro intrecciano una
fittissima rete di azioni, di reazioni, di corruzioni e collaborazioni, tutte allo stesso modo
fondamentali per il progredire della storia.
In questo groviglio oscuro e caotico, spicca l'azione disciplinata da una ferma volontà, quella di
Bludd, il protagonista che persegue un'ideale contrastante con tutto il marcio che lo circonda,
cercando giustizia per sé e per il mondo, a volte brancolando nel buio in quella che sembra un
nebulosa di giochi di potere che si muovono attorno a lui. La sua vicenda, per la quale in principio
non nasconde un forte senso di inadeguatezza, lui astrofisico a fare la spia, è disperata, avventurosa,
appassionante. Opposto a lui da antagonista, in uno scontro che non è mai fisico ma solo puro
conflitto di interessi, si trova Macredy, il ricco industriale, il calcolatore senza scrupoli, che dall'alto
delle sue più disparate conoscenze e influenze fa marciare le cose verso dove vuole lui, e pensa
sempre di avere tutto sotto controllo. Bludd in questo senso rappresenta la forza di volontà, contro
la quale non c'è strategia o opposizione che tenga, condensando nella sua figura degli alti ideali e
allo stesso tempo la più profonda umanità. Non si tratta dunque dello stereotipato eroe senza
macchia e senza paura, ma del più verosimile uomo reso eroe dalle circostanze, che mantiene pregi
e difetti della sua natura agendo con convinzione per quella che gli risulta essere la giustizia. Il
grandissimo valore dell'esperienza e di ogni singola vita umana, dell'autore è sottolineato in Vita su
un altro pianeta dal fatto che l'uomo qualunque, Bludd, in una guerra nel suo complesso deplorevole
della quale gli sfuggono i confini stessi, può riuscire infine moralmente vincitore. Le scelte di
Bludd, infatti sono forti di una certa ingenuità e sono in contrasto con quelle acutamente meditate
del presidente Macredy. Eisner dunque sembra affermare che non sia necessario sapere tutto per
operare il giusto, sottintendendo il grande valore che risiede nell'umiltà.
Il lavoro fatto da Will Eisner sulla verosimiglianza però non si esaurisce nei ruoli dei personaggi e
alle relazioni che intercorrono fra di loro. Per essere maggiormente convincente Eisner crea tutta
una serie di circostanze che già di per loro sono verosimili, specialmente considerando il periodo in
cui il libro è stato scritto. Il segnale dallo spazio ne è il primo esempio: esso contiene una
elementare nozione matematica, ovvero niente di più semplice per la prima manifestazione di una
civiltà extraterrestre. D'altronde lo spedire messaggi del genere è una delle principali attività di
sondaggio dello spazio attuate dall'uomo. E' qualcosa che però non va oltre il ci siamo e questo
sappiamo, il che permette all'autore di sorvolare completamente sull'origine del messaggio di cui
altro non si può sapere. Negli anni settanta poi, nel pieno sviluppo dell'immaginario collettivo
attorno all'idea di civiltà extraterrestri, era verosimile la fondazione di una setta di fanatici come il
Popolo delle Stelle, ne sono un esempio i numerosi gruppi nati in quel periodo, anche in Italia,
raggruppati sotto il nome di contattisti, che a tutt'oggi in parte sopravvivono. E' verosimile poi la
figura della spregiudicata Multinational Corporation, il cui nome ai lettori odierni può far sorridere,
che è uno dei primi casi in cui protagonista di una vicenda è un'azienda. Sono infine credibile lo
stato del Sidiami e il suo capo Ami, in un periodo in cui i confini territoriali dei neonati stati africani
ancora sanguinavano di fresco come ferite inferte da pugnali, in una situazione di totale carenza di
diritto, in cui le giunte militari, foraggiate da, e quindi spesso indebitate con, governi e banche
occidentali, facevano e disfacevano alleanze e guerre con il solo scopo di mantenere il potere
arricchendosi. Certo non manca la fantasia in un'opera tanto vasta come Vita su un altro pianeta, ma
la sua presenza è maggiore nell'articolazione degli elementi, più che negli elementi in sé, ed è
sempre strettamente legata ad una solida base possibilistica, che regge ancora oggi a trent'anni di
distanza.
Finestre su un cielo stellato
Se quel che finora ho scritto di Vita su un altro pianeta poteva essere riferito a un qualsiasi romanzo
fantapolitico o fantascientifico, in questo paragrafo mi occupo di quella che più precisamente è stata
l'arte di Eisner, ovvero quella del fumetto, o come direbbe lui dell'arte sequenziale. Ciò che a un
primo sguardo viene fuori dalle grandi tavole di questa opera, è, come per la trama, una generale
confusione quasi fosse un lavoro sbrigativo, in cui le numerose figure vengono moltiplicate in varie
inquadrature e pose, in vignette ora piccole ora grandi, ora addirittura senza bordi o sullo sfondo,
disegnate a tre colori, bianco, nero e grigio, e con spessori di tratto misti.
Ma avvicinando lo sguardo alla pagina, e dando un'occhiata ai particolari si nota come niente venga
messo a caso, e come tutto rispetti le sue proporzioni, in una formazione solo apparentemente
disordinata. Il tratto di Eisner non ha quel tipo di ordine e precisione, tipici per esempio del nostro
Magnus, ma il fatto che sia apparentemente nervoso si coniuga perfettamente con la storia di Vita
su un altro pianeta in cui l'atmosfera, la tensione, il senso di precipitamento degli eventi, sono
costanti fondamentali. Ogni immagine è disegnata nel modo che più si addice al suo ruolo nel
racconto, e questo vale anche per le caratterizzazioni, degne del miglior Lombroso.
Gli sfondi davanti ai quali si muovono i personaggi sono minimali proprio perché il carico narrativo
è affidato ai corpi, ai loro movimenti, salvo quando, per esempio a un cambio di location, non sia
necessario contestualizzare e allora Eisner, come in un gioco, si sbizzarrisce usando lo sfondo non
solo come ultimo piano bensì rendendolo protagonista della tavola. E' questo un lavoro che fa
notare quanto niente per l'autore debba rimanere di mero riempimento, di inutile sottofondo,
nemmeno lo sfondo. Quando per esempio Eisner si avvicina su un particolare è per farlo entrare
nella storia, rendendolo per un momento protagonista vuole che l'attenzione del lettore ne venga
colpita, perché poi lo aiuterà a capire gli sviluppi successivi. L'opera è ricca di questi indizi, frutto
di grande ricercatezza e sapienza, perché la loro presenza incrementa la fantasiosità e il
coinvolgimento del lettore-investigatore nella storia.
Le inquadrature hanno quindi per Eisner un ruolo fondamentale, e lo hanno per tutto il fumetto.
Esse permettono di raccontare senza dire, senza allungare, e se non fosse che i dialoghi sono
bellissimi e fanno comprendere le sfumature delle personalità dei protagonisti, Vita su un altro
pianeta sarebbe godibile anche completamente muto. In questo credo che Eisner trovi la definizione
di fumetto come arte sequenziale, ovvero come mezzo di comunicazione che sfrutta e deve sfruttare
più di tutte, anche più del cinema avendo una carenza nel sonoro, la disposizione dell'azione in
sequenze. Fu prima di lui un certo e mai abbastanza ricordato Winsor McCay a usare al meglio
questa potenzialità per il fumetto, esempio ne sono le splendide strisce di Little Nemo in
Slumberland.
Ma nell'uso concettuale che Eisner fa delle sue tavole credo si trovi la più grande meraviglia. Come
per esempio è stato reso evidente anche da Andrea Pazienza l'oggetto su cui il grande fumettista
lavora non è la singola vignetta, bensì la tavola, per avere una profonda coscienza del risultato
effettivo del proprio lavoro, ovvero l'impaginazione in albi. E' infatti praticamente impossibile
estrapolare una vignetta di Vita su un altro pianeta dal suo contesto, non perché risulterebbe
incomprensibile, infatti ogni vignetta ha una valenza narrativa in sé, ma perché spesso la stessa
vignetta si trova ad avere una parte di un'altra sullo sfondo e fungere essa stessa da sfondo per
un'altra ancora, in una sequenza di incatenamenti continui all'interno della pagina. Questo crea
uniformità e compattezza nelle tavole, che divengono dunque i principali veicoli della
rappresentazione dell'atmosfera voluta dall'autore.
Fine della trasmissione
In conclusione Vita su un altro pianeta è uno di quei fumetti che fanno grande onore alla cosiddetta
nona arte, uno di quelli che permette di affiancarla senza complessi alle altre sorelle. Quest'opera
inoltre è un'ulteriore quanto innecessaria conferma della grandezza di Will Eisner, del suo lavoro, e
del corrispettivo vuoto che la sua recente dipartita ha lasciato nel mondo dell'arte.
Le immagini del fumetto provengono dall'edizione italiana: © 2004 Kappa Edizioni S.R.L.