tendenze dell`industria italiana del cemento
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tendenze dell`industria italiana del cemento
TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC numero 6 Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC w w w . a i te c w e b . c o m - u ffi c i o stu d i @ a i te c w e b . c o m Iscrizione al Tribunale Civile di Roma n. 382/2011 del 12/12/2011 IV TRIMESTRE 2012 Il perdurare della crisi del mercato delle costruzioni ha espulso, considerando anche l’indotto dei materiali, quasi 550 mila addetti in 5 anni di contrazione del mercato. L’imposizione fiscale sulle costruzioni è inoltre in continuo aumento: l’IMU, rincarata e reintrodotta sulle prime case, ha portato la pressione fiscale relativa alle rendite da locazione intorno a valori “normali”, vicine al 40%. Si è così vanificato l’effetto incentivante, finalizzato all’emersione, perseguito con la cedolare secca introdotta solo qualche anno fa. La nostra proposta è che queste risorse, drenate dal settore immobiliare, debbano in qualche modo essere destinate al sostegno del mondo delle costruzioni! Abbiamo perciò stimato l’ipotetico impatto derivante dall’introduzione di uno strumento, il prestito a tasso zero, che in Francia ha avuto un notevole successo con una produzione di PIL incrementale molto elevata. Nella nostra analisi il moltiplicatore di espansione di questo strumento è molto elevato, superiore a 10 e il costo, nell’ipotesi più prudenziale, per le casse dello Stato si aggira intorno ai 3 mld di Euro. In questi giorni il Ministero dell’Economia ha comunicato un extra-gettito proprio dall’introduzione di questa nuova ICI, per un importo di circa 3 mld. Sarebbe auspicabile che questo tema di equità fiscale trovasse spazio nel dibattito politico che animerà la prossima campagna elettorale. CONSUMI NAZIONALI DI CEMENTO ANNI 2006 MAX raggiunto 46.879 33.926 -6,0% TRIMESTRI 2011 Var. % su (migliaia t.) 2010 III 2012 Var. % su (migliaia t.) 2011 -3,2% 32.850 6.309 -20,4 IV 2012 Var. % su (migliaia t.) 2011 6.245 40,0 0% 35,0 -5,0% 30,0 25,0 -10,0% 20,0 -15,0% -22,9% 2011 II III IV -23,2% I 15,0 -20,2% -20,4% -20,0% -25,0% -20,2 10.0 5,0 2012 II III IV Milioni di tonnellate Consumi 2010 Var. % su (migliaia t.) 2009 0 Prosegue anche nel III trimestre del 2012 la forte contrazione dei consumi di cemento con una flessione pari al 19,9%. Per il IV trimestre 2012 le aspettative sui consumi di cemento sono di un ulteriore calo pari al 19,2%. Il dato conferma il trend negativo che ha caratterizzato tutto il corso del 2012 come diretta conseguenza delle persistenti difficoltà del mercato delle costruzioni. La performance complessiva attesa per il 2012 è di un consumo di cemento pari a 25,7 mt (-22% sul 2011 e - 45% rispetto all’apice del 2006). AITEC TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] IL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO Secondo i dati del 20° Rapporto Cresme sul mercato delle costruzioni, a novembre 2012 il valore del patrimonio immobiliare italiano era pari a circa 5.947 miliardi di euro, in netta diminuzione dal 2007 ad oggi. Ciò nonostante rispetto al 1997 il valore degli immobili sul territorio italiano è quasi raddoppiato (+95%). Quello che il CENSIS ha definito processo di patrimonializzazione familiare ha determinato un’espansione senza precedenti del mercato residenziale consentendo l’accesso all’abitazione ad una platea di soggetti fortemente motivata all’acquisto. Esiste ancora una domanda di abitazioni? Nonostante la crescita del mercato immobiliare degli ultimi anni, non è azzardato sostenere l’esistenza di una forte domanda abitativa potenziale. Annualmente in Italia si formano (senza considerare le unioni libere e i singles che vanno a vivere da soli) circa 300 mila nuovi nuclei familiari. Anche se l’andamento è decrescente, negli ultimi cinque anni in Italia sono nate 1,5 milioni di nuove famiglie (portando il totale nazionale a 24,8 milioni). A tutto ciò va aggiunto il contributo dato dall’evoluzione quantitativa e qualitativa fornito dall’immigrazione. Secondo dati Istat, da qui al 2020 l’Italia crescerà ancora come numero di residenti, passando dagli attuali 60 milioni di abitanti a circa 63 milioni. Nonostante quindi l’economia italiana attraversi una fase fortemente recessiva tale da intaccare la condizione reddituale delle famiglie, le dinamiche sociali e demografiche indicano che è ancora attuale la necessità di accedere a nuovi alloggi. Sebbene i prezzi delle abitazioni stiano scendendo, la capacità di acquisto sta rallentando fortemente negli ultimi anni. La crescita dei redditi ha cominciato a rallentare già a partire dal 2006, stabilizzandosi poi su trend decrescenti.Anche l’accesso al credito è notevolmente peggiorato, in seguito all’intensificarsi della crisi finanziaria internazionale che ha imposto agli istituti di credito l’adozione di criteri maggiormente restrittivi nelle erogazioni di mutui. Nuove politiche per il rilancio della casa È evidente che occorrono nuove politiche di rilancio per il comparto residenziale che da un lato siano in grado di integrare e garantire il credito a quelle famiglie oggi bloccate dalla diminuzione dei redditi e dalle strette creditizie e dall’altro di perseguire un miglioramento anche della struttura urbana delle città perseguendo criteri di efficienza energetica. A tal proposito abbiamo pensato ad uno strumento (il PTZ) già adottato con successo fuori dall’Italia che ha permesso un notevole ampliamento della platea di soggetti acquirenti un’abitazione consentendo allo stesso tempo un notevole rilancio del settore delle costruzioni. Cos’è il PTZ Il PTZ, (Prestito a Tasso Zero) adottato in Francia nella seconda metà degli anni novanta e più volte rivisitato, mirava principalmente ad aumentare il numero di proprietari in un paese dove il tasso di proprietà era ancora basso rispetto al resto dell’Europa. In sostanza si tratta di uno strumento che permette ai cittadini francesi, indipendentemente dal reddito disponibile, di acquistare la casa accendendo un mutuo ad un tasso zero, con gli interessi che vengono pagati anticipatamente dallo Stato sottoforma di crediti di imposta alle banche erogatrici. Ovviamente sono presenti delle condizioni (indispensabili) per accedere al PTZ. Innanzitutto deve trattarsi di prima e non di seconda casa. L’incentivo poi è diverso a seconda della classe energetica con cui l’abitazione è stata registrata (premiando quindi la maggiore efficienza). La composizione del nucleo familiare dell’acquirente pesa notevolmente, favorendo quelli più numerosi. Infine, le agevolazioni possono variare sensibilmente anche su base territoriale, penalizzando le zone rurali, laddove il tasso di proprietà risulta già più elevato. Ipotesi di lavoro Sulla base dell’esperienza francese si è voluta ipotizzare l’adozione di questo strumento nel nostro paese misurandone i costi e le opportunità per le finanze pubbliche. Ovviamente trattasi di un’ipotesi di lavoro che per avere i crismi della scientificità, necessiterebbe di ulteriori ap2 AITEC TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] profondimenti. L’obiettivo è però quello di mostrare come un provvedimento di questo tipo potrebbe permettere a tante giovani coppie l’accesso alla casa, primo e indispensabile tassello per una serena convivenza, e contemporaneamente rilanciare un settore, quello delle costruzioni, da anni in crisi profonda. I dati e le variabili presi in considerazione sono i seguenti: • • • • • • • • • • • il numero di matrimoni (indicativo delle nuove famiglie) l’importo medio dei mutui erogati (ipotizzando l’80% del valore immobiliare) il tasso di interesse medio applicato ai mutui gli oneri per interessi anticipati per un mutuo di 30 anni (ammortamento tedesco) gli investimenti aggiuntivi in edilizia e per ogni nuova abitazione (sulla base di precisi indicatori Istat) la variazione degli altri settori attivati dal moltiplicatore della spesa delle famiglie la pressione fiscale l’imposta di registro sulle prime case l’IVA sui materiali e sui trasporti il montante aggregato dei contributi sociali aggiuntivi l’irpef dei lavoratori del comparto edile Tre scenari di riferimento SCENARIO 1 Matrimoni di persone single (nuove famiglie) % di nuove famiglie oggetto del provvedimento SCENARIO 2 2013 Matrimoni di persone single (nuove famiglie) 300.000 % di nuove famiglie oggetto del provvedimento 50% 2013 300.000 50% Nuove famiglie oggetto del provvedimento 150.000 Nuove famiglie oggetto del provvedimento 150.000 Importo acquisto prima casa 300.000 Importo acquisto prima casa 275.000 Importo medio mutuo compravendita (80% del valore medio) 240.000 Importo medio mutuo compravendita (80% del valore medio) 220.000 Nuove erogazioni agevolate (milioni di euro) Tasso interesse mutuo Onere per interessi anticipati per un mutuo trentennale Nuove erogazioni agevolate (milioni di euro) 36.000 Tasso interesse mutuo 5,0% Onere per interessi anticipati per un mutuo trentennale 17.553 33.000 5,0% 16.090 Rata calmierata 667 Rata calmierata 611 Rata di mercato 1.272 Rata di mercato 1.166 Investimento per ogni nuova abitazione (euro) 210.000 Investimento per ogni nuova abitazione (euro) 192.500 Investimenti aggiuntivi edilizia (milioni di euro) 31.500 Investimenti aggiuntivi edilizia (milioni di euro) 28.875 Entrate incrementali dirette 2013 Entrate incrementali dirette Imposta registo (tutte prime case) 1.350 Imposta registo (tutte prime case) IVA sui materiali 718 IVA sui materiali IVA sui trasporti 416 IVA sui trasporti 2013 1.238 658 381 Irpef lavoratori edili 5.103 Irpef lavoratori edili Contributi previdenziali 2.552 Contributi previdenziali 2.339 Totale incremento entrate 9.294 Totale incremento entrate 10.139 4.678 Entrate incrementali indirette 2013 Entrate incrementali indirette 2013 Variazione degli altri settori attivati dal moltiplicatore della spesa delle famiglie 1,31 Variazione degli altri settori attivati dal moltiplicatore della spesa delle famiglie 1,31 PIL incrementale al netto dell'incremento diretto tassato sulle imprese PIL incrementale 41.265 al netto dell'incremento diretto tassato sulle imprese 9.765 37.826 8.951 Pressione fiscale 2012 44,7% Pressione fiscale 2012 44,7% Totale entrate indirette 4.365 Totale entrate indirette 4.001 Oneri per le casse dello Stato (mil €) 3.050 Oneri per le casse dello Stato (mil €) 2.795 3 AITEC TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] La netta ripresa del settore residenziale francese registrata negli ultimi anni, attuata attraverso strumenti efficaci come il PTZ, rappresenta un esempio di efficace utilizzo della leva finanziaria come strumento di sostegno all’attività del settore delle costruzioni, per favorire l’accesso alla proprietà immobiliare. Grazie a questo (e ad altri provvedimenti simili) in Francia, nel periodo marzo 2010-febbraio 2011, il numero delle abitazioni cantierate ha infatti registrato un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Non sarebbe certo controproducente l’adozione di uno strumento simile anche in Italia, in cui tutta la filiera dell’edilizia sta attraversando una fase di forte contrazione da ormai 5 anni e che registra in termini occupazionali una perdita di circa il 15% degli addetti. Non dimentichiamo che il settore delle costruzioni è di vitale importanza per l’economia del nostro paese ed è stato protagonista assoluto della (seppur poca) crescita della nostra economia nell’ultimo decennio. SCENARIO 3 Matrimoni di persone single (nuove famiglie) % di nuove famiglie oggetto del provvedimento 300.000 50% Nuove famiglie oggetto del provvedimento 150.000 Importo acquisto prima casa 250.000 Importo medio mutuo compravendita (80% del valore medio) 200.000 Nuove erogazioni agevolate (milioni di euro) Tasso interesse mutuo Onere per interessi anticipati per un mutuo trentennale Il nodo risorse 2013 30.000 5,0% 14.628 Rata calmierata 556 Rata di mercato 1.060 Investimento per ogni nuova abitazione (euro) 175.000 Investimenti aggiuntivi edilizia (milioni di euro) 26.250 Entrate incrementali dirette 2013 Imposta registo (tutte prime case) 1.125 IVA sui materiali 599 IVA sui trasporti 347 Irpef lavoratori edili 4.253 Contributi previdenziali 2.126 Totale incremento entrate 8.449 Il nodo principale rimane il finanziamento di simili inEntrate incrementali indirette 2013 terventi. Variazione deg li altri settori attivati dal moltiplicatore 1,31 Nell’ipotesi del primo scenario, ad esempio, in cui si della spesa delle famiglie prevede il rimborso degli interessi a copertura di un PIL incrementale 34.388 mutuo per l’acquisto di un’abitazione del valore di al netto dell'incremento diretto tassato sulle imprese 8.138 300 mila, il costo netto per lo Stato sarebbe di circa 3 Pressione fiscale 2012 44,7% miliardi. Non si tratta di cifre impossibili visto che, ad Totale entrate indirette 3.637 esempio, sempre la Francia ha annunciato un interOneri per le casse dello Stato (mil €) 2.541 vento di 20 miliardi per favorire la competitività delle sue imprese. Ovviamente se non ci fossero i vincoli imposti dall’entità del debito pubblico la copertura potrebbe arrivare automaticamente grazie all’impatto sulla congiuntura economica e quindi sulle entrate pubbliche. Ma altre strade sono percorribili. Innanzitutto le risorse recuperate con la spending review. In aggiunta, si potrebbero utilizzare i fondi recuperati attraverso il programma di dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato (15-20 miliardi all’anno secondo una recente stima del Ministero dell’Economia). 4 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] L’IMU può far scendere i valori immobiliari e riporta la pressione fiscale sulle rendite da locazione vicino al 40%. Il caso di Roma L’introduzione dell’Imu che da quest’anno è tornata a colpire le abitazioni degli italiani ha portato alla ribalta la questione delle quotazioni immobiliari, con importanti riflessi sull’andamento del mercato immobiliare residenziale in Italia. Da un’attenta analisi sembrerebbe infatti che nel breve periodo, nella sfida dei rendimenti, il real estate soccomba nel confronto con altri prodotti finanziari. Questa nuova ICI che grava sulle prime case e si gonfia per le seconde abitazioni con un’aliquota base dello 0,76% (ampliabile dai Comuni fino all’1,06%) fornisce un contributo senza dubbio rilevante nella partita doppia costi/benefici per coloro i quali possiedono uno o più immobili da mettere a reddito. Ovviamente occorre considerare anche altre variabili di costo come ad esempio la cedolare secca (21% dell’affitto, il 19% in caso di canone concordato), ma emerge con chiarezza come il settore immobiliare soffra la concorrenza di altri strumenti finanziari. Prendiamo ad esempio la situazione di Roma, la più importante piazza italiana per il real estate residenziale. Qui il rendimento medio lordo annuo di un immobile residenziale in affitto si è attestato nella prima metà del 2012 al 4,5% (4,36% la media nazionale secondo Nomisma). Tutto ciò equivale a un rendimento annuale netto (applicando la cedolare secca con aliquota al 21%) del 3,1%. Se invece guardiamo all’offerta di altri strumenti finanziari come i rendimenti annuali lordi pagati sulla liquidità vincolata sino a 24 mesi su un conto deposito, notiamo come è facile trovare percentuali vicine al 5% che, al netto della ritenuta fiscale del 20% applicata sui depositi bancari, equivalgono a rendimenti annuali del 4%. Il rischio concreto è che i proprietari di immobili possano optare per la dismissione dei propri asset nei prossimi 8-12 mesi rinunciando a un rendimento netto da locazione di poco superiore al 3% per poi investire la liquidità con un rendimento netto da conto deposito pari al 4%. Proviamo a fare un esempio. Prendiamo un immobile da 300mila € situato in zona centrale a Roma, da cui il proprietario ricava un canone di locazione, al netto della cedolare secca, di circa 13.100. A questa cifra occorre però sottrarre il valore dell’IMU (per la seconda casa a Roma l’aliquota è pari all’1,06%) e la cedolare secca, che portano il rendimento netto a circa 8.800 euro. Uno stesso investimento in uno dei conti deposito più convenienti oggi (che possono tranquillamente spuntare un rendimento del 3,9% al netto della ritenuta fiscale) frutterebbe invece 11.700 euro con una differenza netta di 2.900. Da considerare anche che il possessore di immobili deve fronteggiare l’ammortamento delle spese di ristrutturazione dell’abitazione di proprietà quantificabile in 1% annuo del valore di mercato dell’immobile (calcolato considerando una ipotetica ristrutturazione ventennale pari al 20% del valore della casa stessa). Locazione netta (tolte la cedolare secca 21% e l’IMU) 3 19,36 3.254 2,87 17,45 2,94 32,7 A2 3 16,49 2.772 2,44 10,42 2,79 36,4 Classe Pressione fiscale effettiva A2 4,4 Rendimento netto 4,37 IMU mensilizzata 2a casa aliq.1,06% 25,4 16,3 Tariffe estimo a mq 7.067 4.446 Categoria Centrale Semicentrale Zone Roma Rendimento lordo Valore al mq catastale Rivalutazione 5% e coefficiente catastale 160 Fonte: Elaborazione AITEC su dati Agenzia del Territorio Locazione lorda mese/ mq Costo acquisto medio al mq Abitazioni civili in normale stato di manutenzione - Roma Periferica 3.529 13,1 4,46 A2 3 14,91 2.507 2,21 8,16 2,76 38,2 Suburbana 2.920 11,3 4,63 A2 3 5,59 0,83 0,83 8,05 3,3 28,6 5 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] Le famiglie italiane: la crisi del risparmio Se è ormai consolidato il pensiero che le imprese italiane vivono un momento di forte difficoltà con una significativa diminuzione dei margini di profitto, un peggioramento delle condizioni di finanziamento e un incremento di forme gravi e irreparabili di crisi come il fallimento, altrettanto può dirsi - sebbene con caratteristiche differenti - per le famiglie. I recenti dati dell’Istat fotografano, infatti, le famiglie italiane alle prese con la contrazione del reddito disponibile, strette tra il calo dei consumi e la compressione della propensione al risparmio. Propensione al risparmio, potere d’acquisto e consumi reali delle famiglie – I trim. 2011 – II trim. 2012 (valori percentuali e indici base 2001=100) Propensione al risparmio (sc.dx) Potere d’acquisto Consumi reali 110 20 105 15 100 10 95 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 5 Fonte: Istat Si può osservare il forte calo che ha interessato il potere d’acquisto delle famiglie (inteso come reddito disponibile al netto dell’inflazione) a partire dalla fine del 2008, che ha ridotto il reddito reale a un livello inferiore rispetto a quello del 2001 (cfr. grafico). Se si osserva la dinamica dei consumi reali, a un primo riallineamento immediatamente successivo all’esplosione della crisi segue un assestamento e poi, addirittura, una ripresa che si arresta a partire dalla seconda metà del 2011, quando le famiglie hanno iniziato a percepire la crisi come permanente e non temporanea. In presenza di un potere d’acquisto in calo l’unica maniera di mantenere invariato il livello dei consumi è quella costituita dall’intaccamento della quota di reddito destinata al risparmio. In effetti, a partire dal II trimestre 2009 si assiste a un divaricamento delle curve di consumo e di reddito disponibile delle famiglie che conduce a una contrazione della propensione al risparmio che tocca nel II trimestre 2012 un valore pari all’8,1%. Tale valore costituisce un minimo storico, ma è ancora più impressionante pensare che nei primi anni ’90 la propensione al risparmio in Italia oscillava tra il 20 e il 22%. Le famiglie italiane, dunque, che negli anni passati si distinguevano in Europa e nel mondo per l’elevata propensione a risparmiare, presentano oggi un tasso di risparmio ridotto. Il parallelo tra i livelli di consumo delle famiglie italiane e americane, in realtà, si arresta al mero dato numerico. I modelli economici e di consumo sottostanti, infatti, sono radicalmente differenti. Negli Stati Uniti si è storicamente assistito al consolidamento di un modello di consumo basato sul debito, con le famiglie mediamente indebitate oltre la propria capacità di generare reddito. Non è un caso che la prima carta di credito sia stata creata in USA a supporto del credito al consumo e non va dimenticato che l’odierna crisi economico-finanziaria è esplosa a seguito dello scoppio della bolla immobiliare americana, che aveva generato anomali fenomeni di concessione di mutui pari anche al 120%-130% del valore degli immobili finanziati. In Italia il modello di consumo è sempre stato basato sulla disponibilità di reddito a sostegno dei consumi stessi, considerando quanto residuava in termini 6 AITEC TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] di reddito reale dopo aver accantonato una quota significativa da dedicare al risparmio. In effetti l’Italia è uno dei paesi con la maggior quota di proprietari di immobili in quanto, alla naturale propensione a risparmiare, si è accompagnata una storica tendenza alla patrimonializzazione del risparmio. L’odierno scenario di contrazione dei livelli di risparmio delle famiglie italiane non evidenzia, al momento, uno spostamento verso un modello di consumo di tipo “americano”; gli stili di consumo delle famiglie italiane, infatti, sono sempre “da formica”, ma con un reddito reale in costante diminuzione nell’ultimo decennio gli italiani fanno adesso più fatica a risparmiare. Come confermato dalla recente indagine Istat “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita”, le famiglie italiane hanno acquisito consapevolezza della gravità del momento economico e hanno peggiorato la percezione della propria situazione economica. Dall’indagine emerge, infatti, che il 55,8% delle famiglie intervistate giudica la propria situazione economica attuale peggiorata rispetto al 2011, una quota in sensibile aumento rispetto al 43,7% rilevato solo un anno fa. Quali sono i fattori di rischio e gli impatti diretti sul settore delle costruzioni? Innanzitutto, a causa della crescente situazione di disagio finanziario dichiarata dalle famiglie, potrebbe proseguire la riduzione della propensione al risparmio per attenuare l’effetto della riduzione del reddito e assicurare il livello minimo dei consumi. Ciò significherebbe continuare ad erodere una quota di reddito che altrimenti, in uno scenario di crescita, sarebbe stata potenzialmente destinata a spese per la manutenzione della propria abitazione e/o a spese di investimento per l’acquisto di immobili. L’impatto complessivo sarebbe, dunque, di natura depressiva sul settore delle costruzioni e, di conseguenza, sull’intero Prodotto Interno Lordo. Uno scenario ancora più preoccupante potrebbe essere rappresentato dall’ipotesi di un radicale cambiamento dei modelli di consumo delle famiglie italiane, con un progressivo scivolamento verso un modello di tipo “americano”. A fronte della costante erosione del reddito disponibile e del contestuale decremento del risparmio, infatti, è possibile prefigurare uno scenario nel quale le famiglie siano costrette a ricorrere all’indebitamento per far fronte ai propri consumi correnti. Si tratterebbe di uno scenario profondamente differente da quello storico nel quale l’indebitamento delle famiglie italiane era principalmente legato a investimenti immobiliari. 7 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] ANALISI TERRITORIALE DEL CONSUMO DI CEMENTO NEL CENTRO CENTRO: STRUTTURA DELL’OFFERTA REGIONI: TOSCANA, LAZIO, UMBRIA, MARCHE Superficie Centro 58.052 km² Italia 301.340 km² Stabilimenti ciclo completo 9 Centri macinazione 5 ANALISI RIPARTIZIONE TERRITORIALE INDICATORI DEMOGRAFICI Nel Centro è stato registrato un forte incremento dei cittadini stranieri: dal 2003 al 2011 sono aumentati di oltre 700.000 unità. All’aumento ha contribuito in particolare il Lazio dove gli stranieri residenti sono aumentati negli otto anni di circa 380.000 unità. Popolazione Peso % su totale ITALIA: 19,6% - Densità abitativa (ab/km2) Centro: 205 - ITALIA: 201 Popolazione residente 2002 milioni 5,1 5,8 Toscana 2012 2002 milioni 3,5 3,8 Marche 2012 2002 milioni 1,5 1,6 Umbria 2012 2002 milioni 0,8 0,9 CENTRO 2012 2002 milioni 10,9 Fonte: ISTAT 12,0 1,4 Var % 2012/2002 Cittadini stranieri residenti nel Centro Centro Lazio Toscana Fonte: ISTAT Marche Umbria 1,2 13,7 Var % 2012/2002 1,0 8,6 0,8 Var % 2012/2002 Milioni Lazio 2012 6,7 0,6 Var % 2012/2002 0,4 0,1 Var % 2012/2002 10,1 0,2 0 2003 2004 8 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] CENTRO: credito alle imprese Erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni I semestre 2011- I semestre 2012 (milioni euro) REGIONE 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Toscana 4.137 4.689 3.879 4.656 2.982 2.017 Marche 1.420 2.189 1.503 1.646 1.223 1.080 Umbria 841 903 911 625 614 583 7.282 7.940 9.589 5.613 5.245 4.869 13.680 15.721 15.883 12.540 10.065 8.548 REGIONE Var. % Var. % Var. % Var. % Var. % Toscana 13,4% -17,3% 20,0% -36,0% -32,4% Marche 54,2% -31,3% 9,5% -25,7% -11,7% Lazio TOTALE CENTRO Umbria 7,4% 0,9% -31,4% -1,7% -5,1% Lazio 9,0% 20,8% -41,5% -6,5% -7,2% 14,9% 1,0% -21,0% -19,7% -15,1% TOTALE CENTRO Fonte: Banca d’Italia Le erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni nel Centro hanno registrato un forte calo a partire dal 2009. Rispetto al massimo raggiunto nel 2008 le erogazioni hanno subìto una perdita complessiva di circa il 37%. Il Lazio, che è la regione con il maggior flusso di erogazioni nella ripartizione, ha subìto la maggiore perdita, superiore ai 3.000 milioni di euro. Erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni I semestre 2011- I semestre 2012 (milioni euro) REGIONE I Semestre 2011 I Semestre 2012 Var 2012-2011 Toscana 1.161 694 -40,3% Marche 542 399 -26,3% Umbria 309 178 -42,2% Lazio 2.376 1.864 -21,5% TOTALE CENTRO 4.388 3.136 -28,5% Fonte:Banca d’Italia Nel primo semestre 2012 la situazione si è ulteriormente aggravata registrando in alcune regioni livelli di erogazioni minimi che non permettono di sviluppare investimenti in costruzioni. In particolare rispetto al massimo storico del 2007 la caduta globale dell’area ammonta a oltre 5 miliardi di euro. 9 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] FOCUS PER REGIONE LAZIO: il settore delle costruzioni Nel settore delle costruzioni l’attività’ economica ha continuato a ridursi nel 2011, con tendenze negative sia nel comparto residenziale, sia in quello delle opere pubbliche. ● Edilizia residenziale – Secondo l’ANCE Lazio-Urcel nel 2011 gli investimenti in edilizia residenziale nel Lazio si sono ridotti del doppio della media nazionale; la caduta nella realizzazione di nuove costruzioni a uso residenziale sarebbe stata superiore al 10%. ● Per le opere pubbliche tende a ridursi ulteriormente la disponibilità di finanziamenti da parte delle Amministrazioni Locali, facendo rallentare l’avanzamento di lavori già avviati. ● La redditività delle imprese edili si è fortemente ridotta. ● Nel mercato immobiliare sono rimaste stagnanti sia le compravendite sia i prezzi delle abitazioni. Le indagini presso le agenzie immobiliari del primo trimestre del 2012 segnalano un allungamento dei tempi di vendita. Fonte: Banca d’Italia ROMA: un confronto con altre città – c’è ancora molto da fare Il grafico espone la percentuale di cittadini insoddisfatti dai servizi pubblici. A Roma mancano ospedali, infrastrutture di trasporto, scuole, palestre ecc. I livelli di insoddisfazione rendono Roma più vicina a Bucarest che a Madrid e Parigi. Public transport Schools Internet access at home Hospitals Public-internet 0 10 Doctors 20 Culturalfacilities 30 40 50 Cinemas Greenspace 60 70 Sportfacilities Fonte: Eurostat Madrid Paris Roma 10 Bucuresti AITEC TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] TOSCANA: il settore delle costruzioni • Nel 2012 prosegue la contrazione dell’attività nel settore edile, con significativi riflessi occupazionali. La fase recessiva del settore delle costruzioni è riconducibile a una flessione sia nel comparto dell’edilizia privata sia in quello delle opere pubbliche. • Nel comparto privatol’attivitàèstata frenata da una domanda rimasta debole a causa dell’incertezza connessa con le negative prospettive economiche. I flussi di nuovi finanziamenti erogati nell’anno per gli investimenti in costruzioni si sono ridotti di circa un terzoe i mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie di oltre un quinto. • Nel comparto delle opere pubbliche l’attivitàpotrebbe trarre impulso dall’aumento del valore dei bandi riconducibile ad alcuni procedimenti relativi a grandi opere (cfr. Osservatorio grandi lavori). La difficoltàper le imprese provengono dai lunghi tempi di pagamento delle opere. Oltre il 70% delle imprese del campione ANCE ha riscontrato ritardi nei pagamenti; il ritardo medio èdi poco inferiore agli 8 mesi. • In base ai dati dell’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia del territorio le transazioni sugli immobili residenziali hanno appena superato le 38.000 unità riducendosi di circa un terzo rispetto al picco del 2006. Fonte: Banca d’Italia MARCHE: il settore delle costruzioni • Il trend negativo dell’edilizia nelle Marche sta accelerando. Nel primo semestre 2012 i livelli di produzione registrano un forte rallentamento in tutti i comparti. • La flessione del comparto dell’edilizia residenziale ha trascinato su valori negativi l’intero settore delle costruzioni. Investimenti in costruzioni – Var. % semestre anno precedente Edilizia residenziale Edilizia non residenziale Opere pubbliche Totale I SEMESTRE 2012 -7,2 -22,1 -14,1 -10,7 II SEMESTRE 2011 -5,5 -5,6 -14,6 -8,1 Fonte:Banca d’Italia Credito e ritardi nei tempi medi di pagamento • Le condizioni del mercato del credito nelle Marche mostrano una situazione difficile, in particolare sul fronte della disponibilità di risorse finanziarie: • l’84% delle imprese di costruzione dichiara di avere difficoltà di accesso al credito; • l’87% delle imprese di costruzione ritiene elevato il costo del credito; • i tempi medi di pagamento ammontano a circa 138 giorni. 11 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] UMBRIA: il settore delle costruzioni • Nel 2011 le difficoltà delle imprese edili, che perdurano già da quattro anni, si sono aggravate. • Nell’edilizia residenziale l’attività è stata frenata dalla debolezza della domanda, condizionata in particolare dalla dinamica del reddito disponibile e dalla maggiore selettività delle banche nella concessione dei mutui. • Secondo l’Agenzia del territorio nel mercato immobiliare è proseguito, anche nel 2011, il calo delle compravendite (-1,9%). • Le prospettive del comparto delle opere pubbliche restano legate soprattutto ai lavori per il collegamento viario del Quadrilatero Umbria-Marche. Fonte: Banca d’Italia Consumi di cemento Il consumo di cemento, in forte flessione da diversi anni, ha subìto nel periodo maggio-giugno un’ulteriore discontinuità a causa del peggioramento del quadro economico. L’area Centro ha accusato, in particolar modo, questa situazione con un crollo storico dei consumi. L’analisi delle destinazioni intermedie evidenzia un crollo del consumo di cemento nel calcestruzzo di circa il 50%, mentre nell’industria della prefabbricazione la discesa è di oltre il 70% (la prefabbricazione nel Centro rappresenta circa il 14% del mercato nazionale). Valori tendenzialmente positivi vengono, invece, registrati nei lavori di manutenzione. L’analisi per destinazione finale evidenzia che il settore delle opere pubbliche si sta gradualmente fermando, mentre nel settore non residenziale la situazione è particolarmente critica nell’edilizia industriale dove, per il prossimo triennio, non sono previsti progetti significativi. ITALIA 2005 2008 2012 2013 Valori (milioni) 46.052 41.814 25.800 22.700 Var. % 2013/2005 Pro-capite (kg/t) 789 697 430 380 -51,4% Fonte dati: stime Ufficio Studi Aitec 12 CENTRO Valori (milioni)/var.% 8.760 8.000 4.500 - 4.700 -11% / -15% Var. % 2013/2005 Pro-capite (kg/t) 730 667 388 333 -54,3 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] ANALISI TERRITORIALE DEL CONSUMO DI CEMENTO NEL SUD E NELLE ISOLE SUD e ISOLE: struttura dell’offerta REGIONI: ABRUZZO, MOLISE, PUGLIA, CAMPANIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA, SARDEGNA Superficie Sud e Isole: 123.024 km² Italia: 301.340 km² Sud Stabilimenti ciclo completo 17 Centri macinazione 4 Isole Stabilimenti ciclo completo 6 Centri macinazione 2 ANALISI RIPARTIZIONE TERRITORIALE SUD: INDICATORI DEMOGRAFICI Popolazione Peso % su totale ITALIA - SUD: 23,4% - Densità abitativa (ab/km2) SUD: 195 - ITALIA: 201 Popolazione residente Abruzzo 2012 2002 milioni 1,26 1,30 Molise 2012 2002 milioni 0,32 0,30 Campania 2012 2002 milioni 5,70 5,80 Var % 2012/2002 2002 3,2 4,02 Var % 2012/2002 2002 -6,3 0,60 Var % 2012/2002 2002 1,8 2,00 milioni 13,9 0,59 Calabria 2012 milioni milioni Fonte: ISTAT 4,10 Basilicata 2012 milioni SUD 2012 2002 Puglia 2012 14,1 13 Var % 2012/2002 1,4 2,00 Var % 2012/2002 2,0 Var % 2012/2002 -1,2 Var % 2012/2002 0,0 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] ISOLE: INDICATORI DEMOGRAFICI Popolazione Peso % su totale ITALIA - SICILIA: 8,4% - SARDEGNA: 2,8% Densità abitativa (ab/km2) SICILIA: 197 - SARDEGNA: 70 - ITALIA: 201 Popolazione residente Sicilia 2012 2002 milioni 4,96 Var % 2012/2002 2002 1,8 1,63 5,05 milioni ISOLE 2012 2002 6,6 1,68 Var % 2012/2002 3,1 Var % 2012/2002 milioni Fonte: ISTAT Sardegna 2012 6,7 2,1 Le isole presentano caratteristiche demografiche molto diverse: • la Sicilia presenta una significativa densità abitativa; • la Sardegna, nonostante l’estensione, presenta un basso numero di abitanti. Cittadini stranieri residenti nel Sud 450 SUD E ISOLE Campania Calabria Abruzzo Puglia Sicilia Molise Basilicata Sardegna 400 350 Migliaia 300 250 200 150 100 50 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: ISTAT Il Sud è l’area in cui si è registrato il minor incremento di cittadini stranieri principalmente a causa della bassa offerta di lavoro. Le regioni in cui è stato registrato il maggior incremento sono la Campania e la Sicilia dove gli stranieri residenti sono complessivamente aumentati negli otto anni di oltre 200.000 unità. 14 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] SUD: credito alle imprese Erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni 2006-2011 (milioni euro) REGIONE 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Abruzzo 1.191 1.271 1.200 1.085 1.060 9 98 196 173 159 128 138 1 28 Campania Molise 2.437 2.843 2.937 1.587 1.647 1 .344 Puglia 1.674 1.962 1.712 1.684 1.765 1 .354 694 733 790 588 459 3 70 Calabria Basilicata TOTALE SUD REGIONE Abruzzo Molise 213 221 226 144 159 1 16 6.405 7.203 7.026 5.215 5.228 4.310 Var. % Var. % Var. % Var. % Var. % 6,7 -5,6 -9,6 -2,3 -5,9 -12,1 -7,7 -19,7 7,8 -7,2 Campania 16,7 3,3 -46,0 3,7 -18,4 Puglia 17,2 -12,7 -1,7 4,9 -23,3 Calabria 5,6 7,7 -25,6 -21,9 -19,5 Basilicata 3,8 2,4 -36,5 10,3 -26,7 12,5 -2,5 -25,8 0,3 -17,6 TOTALE SUD Fonte: Banca d’Italia Le erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni nel Sud hanno registrato un forte calo nel 2009. Nel 2010, a differenza delle altre aree, il Sud ha complessivamente registrato una stabilità, ma nel 2011 si è nuovamente registrato un forte decremento. Rispetto al massimo raggiunto nel 2008 le erogazioni hanno subìto una perdita complessiva di circa il 39%. La Campania, che nel 2008 con circa 3 miliardi di euro rappresentava la regione con il maggior flusso di erogazioni nell’area, ha mostrato nel 2009 un cedimento con una perdita del 46% dei flussi di erogazione; dal 2009 si è così posizionata sul livello delle erogazioni di credito della Puglia. Erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni I semestre 2011- I semestre 2012 (milioni euro) REGIONE Abruzzo Molise Campania Puglia Calabria Basilicata TOTALE SUD I Semestre 2011 477 68 774 722 226 50 2.317 I Semestre 2012 413 44 324 498 83 47 1.408 Var 2012-2011 -13,4% -35,3% -58,2% -31,1% -63,4% -5,3% -39,2% Fonte: Banca d’Italia Nel primo semestre 2012 la situazione si è ulteriormente aggravata registrando in alcune regioni livelli di erogazioni minimi che non permettono di sviluppare investimenti in costruzioni. In particolare rispetto al massimo storico del 2007 la caduta globale dell’area ammonta a quasi 3 mld nel 2011 con un ulteriore peggioramento nel 2012. 15 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] ISOLE: credito alle imprese Erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni 2006-2011 (milioni euro) REGIONE 2006 2007 2008 2009 2010 2011 REGIONE 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Sardegna 1.046 1.262 997 844 946 575 Sicilia 1.428 1.607 1.604 1.205 1.465 1.137 TOTALE ISOLE 2.474 2.869 2.601 2.049 2.411 1.712 REGIONE Var. % Var. % Var. % Var. % Var. % Sardegna 20,6 -21,0 -15,3 12,1 -39,3 Sicilia 12,6 -0,2 -24,9 21,6 -22,4 TOTALE ISOLE 16,0 -9,3 -21,2 17,7 -29,0 Fonte: Banca d’Italia Le erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni nelle isole hanno registrato un forte calo a partire dal 2007. Rispetto al massimo raggiunto nel 2007 le erogazioni hanno subìto una perdita, confrontando i dati del 2011 complessiva di oltre il 40%. Erogazioni di credito alle imprese per investimenti in costruzioni I semestre 2011- I semestre 2012 (milioni euro) REGIONE I Semestre 2011 I Semestre 2012 Var 2012-2011 Sardegna 325 303 -6,9% Sicilia 609 366 -39,9% TOTALE ISOLE 935 669 -28,4% Fonte: Banca d’Italia Nel primo semestre 2012 la situazione si è ulteriormente aggravata registrando nelle Isole livelli di erogazioni minimi che non permettono di sviluppare investimenti in costruzioni. La flessione del primo semestre è stata pari al 28,4%. 16 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] SUD: occupazione nelle costruzioni Unità di lavoro totali - 1995-2011 (media annua in migliaia) Fonte: Istat 450,0 Abruzzo 400,0 Puglia 350,0 Molise Basilicata Campania TRE PERIODI: Calabria 1995-2000: Var. % +5,9% 300,0 Tasso medio annuo +1,2% 250,0 2000-2007: 200,0 Var. % +22,2% Tasso medio annuo +2,9% 150,0 2007-2011: 100,0 Var. % -12,3% 50,0 0,0 Tasso medio annuo -3,2% 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Nel Sud l’occupazione nel settore delle costruzioni ha raggiunto nel 2008 circa 420 mila unità. Le regioni che presentano il maggior numero di occupati nella ripartizione sono la Campania e la Puglia che hanno rispettivamente superato le 150 mila e le 140 mila unità. Nel 2011, rispetto al massimi raggiunto nel 2008, il settore delle costruzioni nel Sud ha perso complessivamente 48 mila occupati. L’analisi per periodi mostra come nel Sud il settore delle costruzioni nel periodo pre-crisi 2000-2007 abbia fatto registrare una forte espansione nella domanda di lavoro che si è poi vanificata nei cinque anni successivi. 200,0 Sicilia 180,0 Sardegna TRE PERIODI: 1995-2000: 160,0 Var. % +4,3% 140,0 Tasso medio annuo +0,8% 120,0 2000-2007: 100,0 Var. % +11,7% 80,0 Tasso medio annuo +1,6% 60,0 2007-2011: 40,0 Var. % -19,4% 20,0 Tasso medio annuo -5,3% 0,0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: Istat Nelle Isole l’occupazione nel settore delle costruzioni ha raggiunto nel 2008 oltre le 180 mila unità. La regione che presenta il maggior peso in termini di occupati è la Sicilia che nel 2008 ha superato le 130 mila unità. Nel 2011, rispetto al massimi raggiunto nel 2008, il settore delle costruzioni nelle Isole ha perso 38 mila occupati, ben 30 mila in Sicilia. La Sardegna ha perso circa 8 mila occupati che rappresentano il 20% dell’occupazione nel settore delle costruzioni. L’analisi per periodi mostra come nelle Isole, rispetto al Sud, il settore delle costruzioni nel periodo pre-crisi 20002007 sia cresciuto meno e nei cinque anni successivi abbia subìto un drastico e più significativo decremento. 17 TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO AITEC TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC www.aitecweb.com - [email protected] Consumi di cemento I consumi di cemento, in forte flessione da diversi anni, hanno subìto nel periodo maggio-giugno un’ulteriore discontinuità a causa del peggioramento del quadro economico. Il Sud e le Isole stanno hanno risentito di tale situazione registrando una forte contrazione nel 2012. L’analisi per destinazione finale evidenzia che il settore delle opere pubbliche ha sostenuto i consumi di cemento negli ultimi anni, ma si sta gradualmente fermando determinando così risultati molto negativi. ITALIA SUD e ISOLE Valori (milioni) Pro-capite (kg/t) Valori (milioni)/var.% 2005 46.052 789 13.700 2008 41.814 697 12.450 2012 25.800 430 7.700 - 7.900 2013 22.700 380 -12%/-14% Var. % 2013/2005 -50,7% Var. % 2013/2005 -49-52% Fonte dati: stime Ufficio Studi Aitec 18