Il teatro elisabettiano - Filarmonica della Scala
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Il teatro elisabettiano - Filarmonica della Scala
Il teatro elisabettiano “(…) Può quest'arena da galli contenere i campi sterminati di Francia? O possiamo noi stipare dentro a questa “O” di legno anche i soli cimieri che atterrirono l'aria di Agincourt? Perdonateci! E come uno sgorbio può rappresentare un milione in poco spazio, così consentite a noi, zeri di questo conto immenso, di agire sulle forze della vostra fantasia (...)” La “fantasia” invocata dal primo coro dell'Enrico V di Shakespeare è il cuore del teatro elisabettiano, che nella povertà ha scoperto una grande ricchezza: la magia della parola e la forza dell'immaginazione. Era la fine del 1500 e l'Inghilterra sotto il regno di Elisabetta I viveva un momento di grande splendore economico e culturale. Non è un caso dunque che il primo teatro autonomo dell'Europa moderna sia nato proprio a Londra! A costruirlo fu l'attore James Burbage, padre di Richard, l'attore più vicino a Shakespeare; l'edificio, chiamato “The Theatre”, venne costruito in periferia a causa dell'ostilità dei puritani, ma gli affari andavano talmente bene che in pochi anni l'esempio di Burbage fu imitato da altri aspiranti imprenditori teatrali che si contendevano il pubblico londinese. Nacque così il “Rose”, a cui succedettero ben presto il “Globe”, il “Fortune” e infine “The Hope” letteralmente: La Speranza. Speranza che fu ben presto infranta dalla rivolta dei puritani che fecero del teatro uno dei temi centrali della loro contestazione al potere della corona. Le accuse, oltre a quelle pratiche legate a motivi di ordine pubblico (grandi assembramenti popolari che provocavano risse) o a motivi di profilassi contro le epidemie (come la peste, assai diffusa in quell’epoca), erano soprattutto ideologiche, che muovevano sempre dall’idea di una inspiegabile, pericolosa influenza della finzione, in grado di trasformare ed impossessarsi del pubblico, specialmente dei giovani. L'attacco dei puritani raggiunse l'apice nel 1642, anno in cui Lord Protector Oliver Cromwell fa decapitare re Carlo I e instaura la dittatura borghese e puritana. Purtroppo nessun esempio di teatro elisabettiano è giunto fino a noi, queste strutture rimasero chiuse per vent'anni e nessuna superò la prova dei secoli. Al ritorno sul trono d'Inghilterra di Carlo II Stuart, cominciò il periodo della restaurazione, si tentò il recupero, un tale William Davenant, si professò addirittura figlio di Shakespeare, ma riuscì solo a compiacere la corte, ma non certo a recuperare le antiche tradizioni, ormai il cristallo si era irrimediabilmente frantumato, quello che era stato lo spettacolo elisabettiano non era che un vago ricordo, troppo lontano per riuscire a rievocarlo. E' certo che per scatenare una simile reazione da parte dei puritani, quegli spettacoli dovevano avere una grande forza... La forza della fantasia! Eppure si parla di un teatro popolare, nato tra le mura dei cortili e con pochi mezzi... Ma dove nacque questa energia capace di coinvolgere il cuore del popolo e scatenare la paura dei potenti? Le compagnie di attori inizialmente recitavano nei cortili delle locande, o nelle arene destinate al combattimento degli animali e furono tali strutture a fornire il modello per l'edificio teatrale elisabettiano; non vi erano donne tra loro e le parti femminili venivano affidate agli uomini. Il pubblico elisabettiano non era semplice spettatore ma partecipava attivamente alla rappresentazione e gli attori non recitavano davanti ad esso ma su di un palcoscenico circondato su tre lati dalla platea. La rappresentazione si svolgeva alla luce del sole, senza l'uso di luci e di grandi scenografie; con solo pochi oggetti significativi l'attore sapeva creare mondi infiniti attraverso un'affinata capacità mimica e l'uso della parola. Un po' come avviene oggi per la radio rispetto alla televisione, ciò che “mancava” veniva descritto dall'attore che, libero dalle costrizioni di una messa in scena complicata, non aveva limiti e con l'aiuto della fantasia di chi lo ascoltava poteva andare ovunque, anche compiere un viaggio nel bosco incantato del Sogno di una notte di mezza estate... La stessa natura del palcoscenico veniva in aiuto: in alto la gallery serviva per le scene di assedi, o come balcone e finestra, in basso il discovery place veniva usato per le scene di interni; l'attraversamento del palco poteva significare il passaggio da due luoghi anche lontanissimi, una candela accesa o una torcia indicava la notte... Come potremmo, anche noi in una classe illuminata fingere che sia notte? Basterebbe camminare scontrando gli oggetti, come se non si potessero vedere e creare così il buio... e anche un semplice banco può essere una casa se ci si sta sotto, o trasformarsi in una zattera per un naufragio se vi ci sediamo sopra..insomma tutto si può fare, che non ci siano limiti alla fantasia! Il teatro elisabettiano è alla base di molte esperienze di teatro contemporaneo e anche noi partiremo alla sua scoperta, rivivendo i momenti più importanti della storia dei quattro innamorati: Ermia, Lisandro, Elena e Demetrio. Come il pubblico elisabettiano porteremo con noi la nostra immaginazione ma anche un altro bagaglio, un kit di oggetti significativi costruiti dai bambini stessi... In viaggio dunque!