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459.000 ore di lavoro Un compressore modello F120 a 7 bar, prodotto nel 1953 ed installato presso un’acciaieria, ha lavorato senza interruzioni fino al 2007. Quando è stato costruito, questo compressore rappresentava una soluzione rivoluzionaria per la produzione di aria compressa, in sostituzione di un compressore a pistoni con refrigerazione intermedia. Alla fine, dopo 54 anni di attività, il cliente ha deciso di acquistare un nuovo compressore Pneumofore. I compressori d’aria, prodotti fin dal 1923 a Torino da ingegneri svizzeri, sono stati i primi compressori rotativi monostadio al mondo. La missione di Pneumofore era di diffondere la tecnologia rotativa a palette a sostituzione di quella a pistoni. Come mostra il disegno qui di seguito, l’obiettivo era produrre macchine di dimensioni ridotte, con meno parti in movimento, una minore velocità di rotazione, meno esigenze di manutenzione ed una maggiore facilità di gestione, ma soprattutto macchine che offrissero prestazioni di efficienza più elevata. Grazie ad una velocità di 750 rpm, il compressore F120 non era esposto a stress meccanici ed era in grado di comprimere aria da pressione atmosferica a 7 bar, senza refrigerazione intermedia. L’accoppiamento diretto era una caratteristica chiave, non erano necessari gear box 85 anni fa. La tenuta attiva, tipica dei compressori a pistone, era riscontrabile anche in quelli rotativi, dato che la funzione dell’anello di tenuta del pistone corrisponde a quella delle palette. Se il compressore F120, un macchina termodinamica che converte energia da elettrica a pneumatica, fosse stato il motore di un’automobile in movimento ad una velocità media di 100 km/h, per 8.500 ore/anno, avrebbe percorso 46 milioni di km, pari a 1.146 volte il giro dell’equatore, che misura 40.055 km. Questa straordinaria affidabilità dimostrata nei decenni non costituisce un’eccezione se paragonata alla tecnologia a pistoni, ancora oggi utilizzata, nelle sue forme più evolute, in ogni motore d’auto. La semplice Comparazione tra un compressore a palette ed uno a pistoni nel 1923 geometria sia delle macchine a pistoni che rotative rende più facili le operazioni di revisione, nelle quali un tornio è sufficiente per eseguire anche i più importanti lavori di riparazione. Questo spiega perché alcuni compressori rotativi a palette Pneumofore sono installati in aree remote, dal cuore del Brasile al deserto della Libia, dove è essenziale che le macchine siano indipendenti dall’intervento del costruttore, dove solo i macchinari industriali più robusti sopravvivono per decenni, mentre le moderne e sofisticate apparecchiature elettroniche, con un elevato contenuto tecnologico, si danneggiano irrimediabilmente in caso di mancata assistenza. Scheda tecnica del compressore F120 no. 5835 Sfortunatamente, la tecnologia oggi più diffusa nei compressori è quella a vite. La geometria di una vite rende impossibile i lavori di manutenzione; generalmente dopo 50.000 ore di attività le viti devono essere sostituite, generando costi che arrivano fino al 50% del prezzo iniziale di acquisto. Le viti non hanno tenuta attiva, molti meccanismi sono a trasmissione ad ingranaggi e si possono contare almeno 6 se non 10 cuscinetti, mentre i compressori a pistoni e quelli rotativi ne hanno solo 2. Maggiore è il numero di parti in movimento e maggiore è il rischio di rotture, la semplicità degli affidabili e duraturi compressori rotativi a palette è superiore a quella dei compressori a vite, più moderni ed economici in fase di acquisto, ma più dispendiosi in termini di Costo Ciclo Vita. Pneumofore è sempre pronta a comparare l’efficienza delle proprie macchine con qualunque tecnologia alternativa, in una visione che copre decenni e non solo pochi anni, con attenzione alle limitate risorse del nostro pianeta. Pneumofore S.p.A. Via Natale Bruno 34 - 10098 Rivoli (TO) - Italy Tel: +39 011.950.40.30 - Fax: +39 011.950.40.40 [email protected] - www.pneumofore.com Internal use only filename: PN_casestudy_F120_it_nov09 LOCAL CONTACT 1/1 nov09