Fabbisogno professionale e formativo dei servizi linguistici
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Fabbisogno professionale e formativo dei servizi linguistici
Fabbisogno professionale e formativo dei servizi linguistici nelle imprese Progetto FSE “Comunicazione d’impresa: verso nuovi orizzonti competitivi” (2/211/2010) Progetto realizzato grazie al finanziamento dell’Unione Europea - Fondo Sociale Europeo, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Provincia autonoma di Bolzano. 1 Indice 1. Introduzione ............................................................................................................. 4 2. Accogliere in tirocinio studenti e laureati ........................................................................... 6 2.1. Il tirocinio a studenti/laureati in lingue/traduzione ............................................................... 6 2.2. Il tirocinio a studenti/laureati stranieri ............................................................................. 7 2.3. Come offrire un posto di tirocinio .................................................................................... 8 3. L’importanza di conoscere le lingue ................................................................................. 9 4. Promozione della formazione linguistica .......................................................................... 11 4.1. Formazione linguistica formale ..................................................................................... 12 4.2. Formazione linguistica informale ................................................................................... 13 5. Traduzioni .............................................................................................................. 14 5.1. Formare il proprio personale ........................................................................................ 15 5.2. Traduttori/interpreti in-house ...................................................................................... 15 5.3. Traduttori/interpreti esterni (outsourcing) ....................................................................... 16 6. Strumenti software ................................................................................................... 19 6.1. Traduttori automatici ................................................................................................ 19 6.2. Memorie di traduzione (translation memory) ..................................................................... 19 6.3. Sistemi per assicurare la qualità (sistemi QA) .................................................................... 20 7. Glossari ................................................................................................................. 22 7.1. Per quale motivo è importante la terminologia? ................................................................. 22 7.2. Come organizzare la terminologia? ................................................................................. 23 8. Fabbisogno formativo ................................................................................................. 25 9. Riferimenti ............................................................................................................. 26 10. Contatti................................................................................................................. 27 2 Se non si assumono le persone giuste […] e non si provvede alla loro formazione e se non ci si concentra sul modo in cui generare percezione positiva dell’azienda sul mercato, nemmeno un ottimo rapporto qualità/prezzo garantirà risultati brillanti nel settore delle esportazioni. (La guida linguistica delle imprese europee 2011: 12) 3 1. Introduzione Molte aziende altoatesine sono quotidianamente chiamate a comunicare e, spesso, anche a gestire le proprie attività, nelle due lingue ufficiali della Provincia. Rispetto alle aziende concorrenti site in zone monolingui, le aziende altoatesine devono dunque interrogarsi sul concetto di lingua e su come gestirla già solo per operare a livello locale. A ciò si aggiungono frequenti contatti con l’estero per le ditte che importano e/o esportano i propri prodotti. Se dal mercato locale si passa poi a mercati esterni all’area italofona e germanofona, si rende ancor più necessario sviluppare una strategia per gestire al meglio eventuali diversità linguistiche e culturali e, in generale, la propria conoscenza aziendale. Le barriere linguistiche e interculturali rappresentano infatti un ostacolo notevole al commercio. A tal riguardo lo studio ELAN (2006: 5) condotto su circa 2000 PMI dell’Unione europea attesta che in Europa l’11% delle aziende intervistate (195 PMI) ha affermato di aver perso un contratto per mancanza di competenze linguistiche. Data la particolare situazione territoriale e linguistica della Provincia Autonoma di Bolzano, le imprese altoatesine dovrebbero pertanto partire da una posizione avvantaggiata rispetto alle imprese collocate fuori Provincia. In particolare, grazie al vantaggio competitivo del bilinguismo dovrebbero essere in grado di cogliere più facilmente le opportunità che offre il mercato internazionale. Purtroppo, anche nel corso della presente indagine si è confermato che il potenziale linguistico delle aziende altoatesine sembra non essere pienamente sfruttato. Inoltre, l’alto volume di documentazione interna ed esterna (manuali, siti web, contratti, rapporti, bilanci, ecc.), nonché la quantità di traduzioni di ogni tipo che le aziende debbono gestire, pone delle notevoli sfide in chiave di gestione della conoscenza, che andrebbe razionalizzata e organizzata secondo linee guida chiare, univoche e coerenti, al fine di ottimizzare e velocizzare la comunicazione e i processi aziendali, ma anche di proiettare un’immagine forte e unitaria dell’azienda verso l’esterno. Le presenti linee guida sono state realizzate nell’ambito del progetto FSE condotto da EURAC e TIS “Comunicazione d’impresa: verso nuovi orizzonti competitivi”1 (fasc. n. 2/211/2010) con l’obiettivo di proporre soluzioni e strategie per problemi legati alla gestione del multilinguismo, della traduzione e della terminologia all’interno delle imprese altoatesine. La proposte si basano sui risultati di un sondaggio online a cui hanno risposto 443 imprese altoatesine tra l’inverno del 2012 e la primavera dell’anno seguente. I dati raccolti indicano che la comunicazione e il trasferimento di conoscenza in Alto Adige andrebbero potenziati e che la gestione multilingue della conoscenza potrebbe avvenire in maniera più efficiente. La 1 Il progetto è stato realizzato grazie al finanziamento dell’Unione Europea - Fondo Sociale Europeo, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Provincia autonoma di Bolzano. Per maggiori informazioni consultare http://www.eurac.edu/it/research/institutes/multilingualism/Projects/ProjectDetails.html?pid=9497. 4 guida intende dunque offrire raccomandazioni pratiche su come affrontare alcune sfide relative al multilinguismo e alla comunicazione, in particolare in merito a: i tirocini per studenti e laureati, l’importanza di conoscere le lingue per svolgere le proprie attività, la promozione della formazione linguistica in azienda, il processo di traduzione, gli strumenti software di supporto al processo traduttivo e comunicativo, i glossari multilingui e la gestione della terminologia aziendale. Per la redazione della guida si è tenuto conto anche di alcuni studi precedentemente condotti in altre zone nell’ambito della gestione linguistica e documentativa nelle imprese (vedi cap. 9). 5 2. Accogliere in tirocinio studenti e laureati Oltre la metà delle aziende che hanno partecipato al sondaggio online afferma di aprirsi al pubblico, ad esempio per promuovere le proprie attività, accogliere studenti, ecc. In particolare, accogliere in tirocinio studenti o neolaureati può presentare notevoli vantaggi per l’azienda, poiché permette di: assegnare al tirocinante diverse attività di supporto che il personale aziendale deve rimandare per mancanza di tempo o risorse (es. sistematizzazione e aggiornamento di archivi cartacei e/o elettronici, ecc.); cogliere l’opportunità di individuare potenziali candidati all’assunzione valutandone le abilità, le competenze tecniche e relazionali; avere l’occasione per attingere al “potenziale ancora intatto di innovazione, creatività e motivazione presente nei giovani ancora inseriti nell’ambiente formativo, contribuendo al contempo ad un’efficace azione culturale di integrazione e scambio con il mondo formativo” (Il manuale del tirocinio: 9); promuovere l’immagine dell’azienda, presentando le proprie attività e stringendo rapporti con i giovani, la forza lavoro del futuro. Per ottimizzare le modalità comunicative dell’azienda in chiave multilingue e interculturale, è consigliabile offrire tirocini a studenti/laureandi o neolaureati in lingue/traduzione o a studenti stranieri. Ciò vale sia per le aziende piccole che non hanno la possibilità di impiegare personale con una formazione specifica, sia per quelle un po’ più grandi che si sono dotate di un responsabile o di un team addetto alla comunicazione, a cui tuttavia mancano specifiche competenze traduttive, di mediazione culturale e di gestione della terminologia aziendale. 2.1. Il tirocinio a studenti/laureati in lingue/traduzione Uno studente (es. laureando) o un laureato in lingue/traduzione2 porta all’azienda “le competenze linguistiche acquisite durante lo studio e l’informazione e la competenza nell’uso 2 In merito ai tirocini, la riforma universitaria (DM 509/99) prevede delle attività formative “volte ad acquisire ulteriori conoscenze linguistiche, nonché abilità informatiche e telematiche, relazionali, o comunque utili per l’inserimento nel mondo del lavoro, nonché attività formative volte ad agevolare le scelte professionali, mediante la conoscenza diretta del settore lavorativo cui il titolo di studio può dare accesso, tra cui, in particolare, i tirocini formativi e di orientamento […] (DM 509/99, art. 10, co. 1, lett. f). In questo senso l’Università fornisce alle aziende interessate una selezione dei profili professionali ricercati. Solitamente viene redatta una convenzione tra l’Università e l’azienda ospitante in cui vengono definiti una serie di criteri (es. progetto formativo, durata del tirocinio, copertura assicurativa, ecc.). 6 di tecnologie più avanzate per la professione” (Progetto ELIA 2012: 8). L’azienda può dunque avvalersi di simili figure, soprattutto per: redigere testi nella propria lingua e/o tradurre in diverse lingue; rivedere, ottimizzare o redigere la manualistica (in cooperazione con i tecnici); localizzare le pagine web e qualsiasi altro materiale per il mercato di destinazione; assistere in qualità di mediatore le interazioni verbali tra il personale aziendale e gli interlocutori stranieri; sistematizzare la documentazione e la terminologia aziendale; far conoscere all’azienda i più moderni strumenti software di supporto alla traduzione e al controllo della qualità dei testi. 2.2. Il tirocinio a studenti/laureati stranieri Secondo alcuni studi europei3, molte imprese dell’UE offrono tirocini, in particolare a studenti stranieri4. L’offerta di tirocinio a questo tipo di destinatari può contribuire all’apertura di nuovi mercati e allo sviluppo di un atteggiamento positivo del personale aziendale in un’ottica di interculturalità. In tal senso l’impresa ospitante può: 3 entrare in contatto con i programmi europei e con le opportunità fornite da questo tipo di finanziamenti. Ad esempio, il programma Leonardo da Vinci5 copre i costi di vitto, alloggio e assicurazione degli studenti per tutta la durata del tirocinio, nonché i costi di trasporto verso la destinazione del tirocinio (andata e ritorno), ecc.; arricchire il proprio team e confrontarsi con le realtà di altri Paesi; introdurre nuove competenze linguistiche; fare rete con aziende in tutta Europa; Tra cui lo studio PIMLICO (2011) e La guida linguistica per le imprese europee (2011: 21). 4 Per quanto riguarda l’offerta di tirocinio a studenti stranieri extracomunitari vale l’art. 27, lett. f del DLgs 286/1998: “[I]l regolamento di attuazione disciplina particolari modalità e termini per il rilascio delle autorizzazioni al lavoro, dei visti di ingresso e dei permessi di soggiorno per lavoro subordinato, per ognuna delle seguenti categorie di lavoratori stranieri: […] f) persone che, autorizzate a soggiornare per motivi di formazione professionale, svolgano periodi temporanei di addestramento presso datori di lavoro italiani, effettuando anche prestazioni che rientrano nell’ambito del lavoro subordinato […]”. 5 http://www.programmaleonardo.net 7 internazionalizzarsi, compiendo un processo importante sia per le imprese locali in fase di crescita sia per lo sviluppo del territorio in generale. Offrire un tirocinio a studenti stranieri e/o a studenti/neolaureati in lingue/traduzione può costituire un valore aggiunto per l’azienda in termini di strategia linguistica e interculturale. 2.3. Come offrire un posto di tirocinio L’azienda che desideri inserire nuove risorse attraverso l’esperienza del tirocinio può: contattare le Università (es. http://www.unibz.it/it/students/internships/default.html; http://www.scuolalingue.unibo.it/it/tirocinio-currriculare?target=studenti-iscritti); rivolgersi a enti di formazione che organizzano corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo; registrarsi nella banca dati tirocini della Camera di Commercio della Provincia Autonoma di Bolzano (http://www.camcom.bz.it/itIT/IRE/Scuola_ed_economia/banca_dati_tirocini.html?search=stage&idblock=1039); consultare l’Ufficio Servizio lavoro della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige (categoria “Tirocini di formazione e di orientamento”: http://www.provincia.bz.it/it/servizi/servizi-categorie.asp?bnsvf_svid=1004380). 8 3. L’importanza di conoscere le lingue Secondo lo studio ELAN, tra le quasi 200 imprese che hanno dovuto rinunciare a potenziali contratti a causa della manca[ta conoscenza] di lingue straniere, 37 attribuivano ai contratti sfumati un valore compreso fra 8 milioni e 13,5 milioni di euro. Altre 54 imprese si erano lasciate sfuggire contratti per un valore compreso fra 16,5 milioni e 25,3 milioni di euro e dieci imprese [contratti] per un valore superiore a un milione di euro. (La guida linguistica per le imprese europee 2011: 4) I rispondenti al sondaggio online che lavorano prevalentemente con il mercato italiano e con i mercati dell’area tedescofona ritengono molto importante la conoscenza della seconda lingua e meno significativa la conoscenza di lingue straniere. Al contrario, le aziende che operano in mercati esterni all’area italofona e germanofona conferiscono un’importanza nettamente maggiore alla conoscenza delle lingue straniere. Proprio questo tipo di azienda si avvale di collaboratori di lingua straniera a seconda del mercato di destinazione. La strategia adottata da questo tipo di aziende rientra nelle buone prassi delle imprese europee (vedi studio ELAN 2006): per operare in contesti diversi dal proprio occorre essere consapevoli delle differenze culturali, che non si limitano solo al livello interpersonale ed interazionale, ma comprendono anche lo stile e la concezione dei processi aziendali. Ad esempio, il modo in cui è impiegata la grafica o la scelta di un determinato nome per un dato prodotto potrebbero essere fattori sensibili da un punto di vista culturale. Esigenze linguistiche e culturali possono presentarsi in varie situazioni, come ad esempio per (La guida linguistica per le imprese europee 2011: 5): la redazione delle pagine web dell’azienda; la comprensione della legislazione e della normativa locale; la presentazione di offerte per appalti pubblici e altri tipi di contratti; la redazione di contratti in uno stile adeguato e in conformità alle normative del mercato di destinazione; la pubblicità e le campagne di lancio dei prodotti all’estero; la conduzione di trattative su progetti e iniziative comuni; … In questo senso, la presenza di stranieri in azienda può favorire lo sviluppo di competenze linguistiche, una maggiore attenzione verso gli aspetti del multilinguismo e dell’interculturalità e il rispetto tra colleghi di diverso background culturale. 9 Tuttavia, laddove per varie ragioni risulti difficile assumere personale madrelingua dei Paesi in cui l’azienda opera, è consigliabile accogliere laureati in lingue/traduzione in possesso delle competenze linguistiche necessarie. Questo tipo di figura, oltre ad assolvere mansioni di cui al punto 2.1, può aiutare l’azienda a verificare l’adeguatezza linguistica e culturale della documentazione commerciale e pubblicitaria, della corrispondenza, del materiale da mettere a disposizione in caso di visita aziendale (e occuparsi della relativa accoglienza), verificare la conformità dei testi alle normative locali, ecc. Assumere personale madrelingua e/o laureati in lingue/traduzione può fare la differenza! Secondo La guida linguistica delle imprese europee (2011: 20), assumere questo tipo di figure porta ad un tasso di esportazione notevolmente maggiore rispetto alle imprese che non adottano questa strategia (pari al 23% di esportazioni in più). 10 4. Promozione della formazione linguistica La maggior parte delle aziende altoatesine indagate non organizza corsi per migliorare le competenze linguistiche e/o comunicative dei propri collaboratori; il dato è in linea con i risultati emersi dallo studio ELAN (2006: 42) in cui solo il 35% delle imprese europee organizza corsi di lingua per il proprio personale e con lo studio condotto dalla Camera di Commercio di Bolzano nel 2011 (Laboratorio sul futuro 2012). Nella ricerca relativa alle Competenze linguistiche sul mercato del lavoro in Alto Adige (2009: 24) tale situazione si spiega con il fatto che nelle aziende altoatesine sono presenti un certo numero di realtà monolingui: la distribuzione geografica delle aziende (centri cittadini vs. periferia) e la scarsa mobilità dei lavoratori determinano la localizzazione delle aziende in comuni in cui si parlano prevalentemente l’italiano o il tedesco e favoriscono l’assunzione di personale della stessa madrelingua. Anche il mercato di destinazione svolge in questo contesto un ruolo non indifferente. Spesso, infatti, le aziende caratterizzate da una realtà monolingue operano anche in mercati linguisticamente uniformi (Ibid. 2009: 33): le aziende di lingua tedesca si rivolgono ai mercati germanofoni, quelle italiane e ladine puntano maggiormente al mercato italiano (Ibid. 2009: 35). A questo quadro si aggiunge un’ulteriore considerazione: le imprese sono sì consce della necessità di “investire nella formazione di competenze linguistiche, ma tendono a non adottare le iniziative necessarie per colmare questo fabbisogno, accontentandosi di quanto fornito dal sistema di istruzione e formazione altoatesino” (Ibid. 2009: 55). Arrangiarsi con il proprio livello di conoscenza della seconda lingua o di altre lingue alla lunga può risultare controproducente per l’azienda stessa. Formare il personale aziendale è importante per ottenere risultati migliori rispetto alle concorrenti che non lo fanno. La formazione non dovrebbe quindi avere un valore residuale o marginale, ma dovrebbe diventare una priorità aziendale e uno strumento strategico per acquisire le abilità e le competenze necessarie per aprirsi a nuovi settori e/o mercati. Assumere personale qualificato e competente non basta! Al personale deve essere anche offerta la possibilità di seguire una formazione continua per rinsaldare e accrescere le proprie competenze e mantenere alta la motivazione. La formazione linguistica, che non necessariamente si limita ai corsi di lingua straniera, ma può comprendere anche corsi di scrittura professionale e redazione tecnica nella propria madrelingua, può essere offerta a più livelli, in base alle risorse temporali e finanziarie dell’azienda. Sono inoltre possibili due tipi di formazione, ossia: la formazione linguistica formale e 11 la formazione linguistica informale. 4.1. Formazione linguistica formale Potenziare le competenze linguistiche dei dipendenti e quindi dell’impresa non significa, come spesso succede, limitarsi ad organizzare periodici corsi di lingua, anche se “specialistici” e più o meno mirati alle esigenze dei diversi ruoli. (Competenze linguistiche sul mercato del lavoro in Alto Adige 2009: 74) La formazione linguistica in azienda può essere a breve (es. mezza giornata) o a lungo termine (es. un’ora alla settimana per tre mesi), a seconda delle esigenze dell’azienda e in funzione dei vari compiti e mansioni dei ruoli aziendali (es. mansioni dirigenziali, segreteria, reception). Al fine di evitare inutili sprechi in termini di tempo e denaro, è consigliabile individuare il fabbisogno linguistico dell’azienda (ad es. in base alle proprie strategie di mercato attuali e future), per esempio attraverso colloqui individuali o un’indagine a più ampio respiro a livello aziendale. Definire gli obiettivi è il secondo passo necessario per poter organizzare interventi mirati. Pertanto, prima di attuare un piano di formazione linguistica aziendale, sarebbe opportuno: analizzare i bisogni linguistici dell’azienda al fine di ottenere una visione d’insieme delle risorse di cui dispone, quali esigenze riesce a coprire e quali invece sarebbero da sviluppare (es. Quali lingue vengono parlate in azienda e a quali livelli? È necessario che il personale disponga di competenze sia scritte sia orali? Quali tecnologie linguistiche potrebbero essere necessarie per l’azienda? Sono necessari degli approfondimenti di tipo interculturale, ad es. dovuti alla presenza di personale straniero in azienda o al desiderio di investire su un nuovo mercato?); definire gli obiettivi formativi da raggiungere (es. acquisizione di competenze per comunicare al telefono, elaborare presentazioni in lingua straniera, aggiornare il personale sui nuovi strumenti in campo traduttivo); monitorare l’intervento formativo per controllare se sono necessari eventuali cambiamenti o aggiustamenti in itinere. Poiché organizzare corsi richiede tempo, denaro e impegno da parte del personale chiave, una soluzione potrebbe essere quella di sostenere altre tipologie di apprendimento, come ad es. il teleapprendimento o la formazione a distanza tramite piattaforme web di e-learning, viaggi studio, summer school, master o corsi organizzati da enti di formazione. 12 4.2. Formazione linguistica informale Non sempre le aziende, specie quelle di minori dimensioni, sono propense ad investire nella formazione linguistica di tipo formale, ossia in corsi, anche per la mancanza di risorse necessarie. Se un’azienda è caratterizzata da un ambiente linguisticamente differenziato, in cui persone di lingua diversa lavorano a stretto contatto, per il personale potrebbe però sussistere l’occasione di apprendere o migliorare le proprie competenze in modo informale. Ciò può avvenire ufficiosamente (i collaboratori alternano a proprio piacimento l’uso delle lingue), oppure ufficialmente. A tal proposito l’azienda potrebbe incoraggiare i propri collaboratori fissando, ad esempio, un giorno della settimana da dedicare ad una specifica lingua oppure alternando le lingue nei momenti di incontro (es. nelle riunioni). Naturalmente questo tipo di formazione aiuta il personale a mantenere e migliorare le proprie competenze linguistiche, ma non è pensato per produrre un livello di competenza tale da sostituire il lavoro di mediatori linguistici professionisti (traduttori, interpreti). 13 5. Traduzioni Lo studio condotto tramite sondaggio online mostra che la maggior parte delle aziende altoatesine indagate ricorre spesso al personale interno per stilare traduzioni. Questo compito è sovente affidato a collaboratori con competenze linguistiche, ad esempio a una persona bilingue o a un dipendente che proviene dal Paese in cui si parla la lingua richiesta (vedi Chiocchetti 2011: 10), ma che sono privi di specifiche competenze in ambito traduttivo. A livello europeo invece circa l’80% delle imprese si rivolge a professionisti esterni per le traduzioni; quasi la metà delle imprese (47%) lo fa su base regolare (Studio ELAN 2006: 57). Nella Provincia Autonoma di Bolzano il discrimine è rappresentato dalla situazione di bilinguismo del territorio, in base a cui spesso vige la falsa credenza che basti conoscere abbastanza bene entrambe le lingue ufficiali o una qualsiasi altra lingua per essere in grado di tradurre qualsiasi tipo di testo, anche specialistico (vedi Chiocchetti 2011: 11). È tuttavia opportuno tenere presente che una comunicazione qualitativamente elevata ed efficace può costituire uno strumento vantaggioso e competitivo. Se gestita in modo efficiente, una comunicazione aziendale ben concepita può infatti rafforzare l’immagine dell’azienda, nonché la sua presenza sui mercati. Al contrario, se gestita in maniera inadeguata e poco sistematica, possono esserci ripercussioni negative sull’immagine dell’azienda, se non addirittura costi aggiuntivi. Ad esempio, gli errori di traduzione possono essere concausa di incomprensioni ed errate interpretazioni, portare a ripetute richieste di chiarimenti e persino di risarcimenti. La guida linguistica delle imprese europee (2011: 23) elenca le seguenti motivazioni per porre l’accento sull’importanza delle traduzioni di alta qualità: La traduzione accurata e puntuale di tutte le informazioni commerciali e tecniche destinate ai clienti conferisce all’azienda un grande vantaggio sulla concorrenza. L’azienda dovrebbe aspirare a “contestualizzare” tutto il materiale destinato ai clienti. In caso contrario, sussiste il rischio che le informazioni fornite dalla concorrenza sembrino migliori. La credibilità e la stima accordata all’impresa dai propri clienti e acquirenti esteri rispecchiano la qualità delle comunicazioni scritte e verbali intercorse con loro. A titolo esemplificativo, nella redazione di contratti si deve tenere conto delle disposizioni normative vigenti nel Paese a cui sono destinati, nei testi di marketing delle convenzioni e delle aspettative dei destinatari, nella localizzazione di prodotti software delle differenze tra le lingue (es. lunghezza e stile dei messaggi, ambiguità di alcune formulazioni, diversità dei contesti d’uso, ecc.). 14 La qualità della traduzione è un imperativo per le aziende che operano su mercati stranieri, soprattutto se si tratta di documentazione legale, tecnica o di marketing. Per tradurre bene sono necessarie competenze fondate e una specifica expertise. In base al fabbisogno e alle risorse di cui dispone, un’azienda può scegliere di: formare il proprio personale interno; assumere personale laureato in traduzione/interpretazione; rivolgersi a traduttori/interpreti esterni (outsourcing). 5.1. Formare il proprio personale Se l’azienda, per varie ragioni, non ha interesse o non dispone delle risorse necessarie per avvalersi di traduttori/interpreti esterni o in-house, può offrire dei corsi di formazione ai collaboratori che si occupano di redigere e tradurre i testi senza però avere una specifica formazione in materia. Il mercato offre corsi di formazione in ambito traduttivo a vari livelli e su vari settori (vedi anche sez. 4.1). Esistono master in traduzione specialistica in cui si cerca di dare un orientamento e fornire degli approfondimenti in una determinata materia oppure seminari della durata di poche ore su strumenti software dedicati alla traduzione. Informazioni su questo genere di corsi sono reperibili presso: enti formatori: es. EURAC, UPAD per la Provincia di Bolzano, l’Università degli studi di Trento; diverse università per traduttori e interpreti (es. http://terminologia.sslmit.unibo.it, http://transvienna.univie.ac.at); enti di formazione che organizzano corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo; le associazioni di categoria (es. http://www.aiti.org). Si tenga inoltre presente che, grazie all’odierna tecnologia è possibile prendere parte a corsi sui sistemi di supporto alla traduzione anche via web (es. http://www.cat-trainer.eu). In tal caso i costi diretti per l’azienda si limiterebbero all’iscrizione al corso. 5.2. Traduttori/interpreti in-house Se un’azienda decide di avere traduttori o interpreti direttamente in-house è bene avere le idee chiare su cosa può o non può fare l’una e l’altra figura professionale. Entrambe 15 possiedono ottime competenze nella madrelingua e nella lingua straniera e sono consapevoli delle differenze interculturali ed intraculturali che esistono tra le culture in cui si parlano le lingue richieste. La diversità si attua a livello pratico: l’interprete ha familiarità con gli impianti e le tecnologie dedicate ai servizi di interpretazione (interpretazione simultanea6, interpretazione consecutiva7); in base alle strategie e agli obiettivi aziendali, si può correre il rischio che questa figura risulti troppo qualificata per alcuni tipi di interpretazione (es. interpretazione di trattativa nei casi di visite aziendali). Il traduttore conosce invece gli strumenti software dedicati alla traduzione e alla redazione di testi (es. memorie di traduzione, programmi per il controllo della qualità), tuttavia, per formazione non è in grado di svolgere servizi di interpretazione simultanea o consecutiva. Sia gli interpreti sia i traduttori non sono necessariamente specializzati nell’interpretazione e traduzione in tutti i tipi di testi e devono apprendere la terminologia e il linguaggio specifico di ogni ambito in cui si trovano a operare. Queste figure possono contribuire alla gestione linguistica e comunicativa aziendale sia nei modi elencati al punto 2.1, sia organizzando il workflow redazionale e traduttivo, coordinando le attività di traduzione e migliorandone la qualità. Affinché queste figure possano svolgere al meglio le proprie mansioni, è consigliabile che l’azienda: fornisca gli strumenti software necessari per svolgere l’attività di traduzione (es. translation memory, sistemi QA, sistemi di gestione della terminologia); favorisca l’elaborazione di una terminologia aziendale ai fini di uniformità e coerenza; garantisca l’aggiornamento continuo, soprattutto in merito a nuovi prodotti che possano contribuire a snellire e ottimizzare il workflow traduttivo. 5.3. Traduttori/interpreti esterni (outsourcing) Se l’azienda decide di rivolgersi a traduttori/interpreti esterni è consigliabile seguire alcuni accorgimenti: 6 Nell’interpretazione simultanea gli interpreti lavorano in una cabina isolata acusticamente, dove ricevono la voce dell’oratore attraverso le cuffie e traducono il discorso quasi simultaneamente, parlando a loro volta al microfono. L’uditorio in sala può così ascoltare l’interpretazione nella lingua desiderata attraverso un apparecchio ricevente (vedi http://ec.europa.eu/dgs/scic/what-is-conference-interpreting/simultaneous/index_it.htm:03/06/2013). 7 Nell’interpretazione consecutiva l’interprete inizia a tradurre dopo che l’oratore ha finito di parlare. Solitamente l’interprete siede insieme agli oratori, ascolta il discorso e, alla fine, lo riproduce in un’altra lingua, in genere con l’ausilio di appunti ( vedi http://ec.europa.eu/dgs/scic/what-is-conferenceinterpreting/consecutive/index_it.htm: 03/06/2013). 16 è necessario richiedere il servizio per tempo; per traduzioni che si prevede saranno da stilare con urgenza è utile preavvertire i traduttori, in modo che possano riservarsi il tempo necessario o creare dei gruppi di lavoro; per traduzioni urgenti viene solitamente applicata una maggiorazione, ossia una tariffazione che può essere anche considerevolmente superiore a quella standard; si tenga altresì presente che i prezzi delle traduzioni possono variare a seconda della tipologia dei testi e delle lingue richieste; per esempio, una traduzione altamente specialistica di tipo giuridico/legale (es. contratti, atti costitutivi, bilanci) potrebbe avere costi maggiori rispetto ad una traduzione commerciale (es. cataloghi, siti web); rivedere il testo da tradurre e renderlo definitivo prima di inviarlo al traduttore in modo da consegnargli un testo finalizzato: la traduzione su testi originali non definitivi o contenenti incongruenze ed errori di carattere grammaticale, sintattico o terminologico, che, quindi, devono essere rivisti anche più volte dopo essere stati tradotti, comporta un notevole dispendio di energie e risorse, sia economiche sia umane8; al traduttore dovrebbe essere permesso di prendere visione anticipatamente del testo da tradurre in modo che egli possa valutare il tipo di lavoro richiesto, e quindi capire i tempi, le risorse e gli ausili necessari (es. documentazione interna di riferimento); un buon traduttore valuterà anche l’opportunità di accettare incarichi di traduzione non afferenti alla propria specializzazione e in caso proporrà dei colleghi con le competenze specifiche adeguate; sarebbe opportuno fornire al traduttore eventuale documentazione (es. testi già tradotti o disponibili in più lingue, glossari multilingui o liste interne di termini aziendali, report delle attività dell’azienda, ecc.) disponibile sull’argomento in modo che possa acquisire familiarità con la terminologia e lo stile comunicativo dell’azienda; essere disponibili a chiarire eventuali difficoltà (es. terminologiche, stilistiche) direttamente o tramite esperti dell’azienda; è bene indicare al traduttore una persona in azienda da contattare in caso di domande; fornire un feedback sulla traduzione consegnata, specie se sono stati riscontrati errori o l’uso di una terminologia che si discosta da quella preferita dall’azienda; in tal modo si può evitare che gli stessi errori si ripetano involontariamente in occasione di incarichi futuri, risparmiando il tempo necessario per la correzione e migliorando man mano la qualità delle traduzioni fornite; 8 Si stima che cambiare la terminologia relativa a un prodotto (es. nome delle parti, dei procedimenti di produzione, delle funzioni che svolge) alla fine del suo sviluppo rappresenti un costo 10 volte superiore rispetto alla modifica attuata in fase di sviluppo (Ciola 2011). 17 evitare di cambiare traduttore ogni volta che si renda necessaria una traduzione: instaurare un rapporto continuativo con uno stesso traduttore consente a quest’ultimo di garantire, oltre alla qualità, anche l’uniformità/omogeneità delle traduzioni nel lungo periodo, nonché di acquisire dimestichezza con il linguaggio dell’azienda. Come e dove trovare traduttori/interpreti in Provincia di Bolzano? Unione provinciale traduttori (http://www.unionetraduttori.org) Associazione interpreti Bolzano (http://www.interpretibolzano.org) Banca dati traduttori-interpreti della Camera di Commercio di Bolzano (http://www.eos-export.org/it/export-alto-adige/export-helpdesk/paesi-emercati/traduttori-interpreti.html) 18 6. Strumenti software In linea con lo studio ELAN (2006: 58), anche le aziende altoatesine che hanno partecipato al sondaggio online fanno poco uso di traduttori automatici. Se da un lato il dato è incoraggiante (una macchina non può sostituire perfettamente un traduttore umano), dall’altra rivela una certa diffidenza nei confronti di questo genere di strumenti. Su questo tema è opportuno illustrare alcuni strumenti di cui può avvalersi un’azienda per ottimizzare i processi traduttivi. 6.1. Traduttori automatici I traduttori automatici forniscono una traduzione “approssimativa” del testo originale prodotta da un computer. Il mercato ne offre una vasta gamma, da strumenti gratuiti online a strumenti commerciali. È bene però tenere presente che sistemi di questo tipo hanno delle limitazioni: più il testo di partenza è complesso, più il testo tradotto rischia di discostarsi dalla corretta trasposizione linguistica; non sono in grado di riconoscere le particolarità stilistiche, le ambiguità semantiche e simili finezze. I traduttori automatici lavorano però discretamente su testi altamente tecnici. Proprio per queste loro caratteristiche sono utilizzati soprattutto per (cfr. http://www.cattrainer.eu:17/05/2013 e Cesari 2009: 87 ss.): tradurre velocemente testi scritti in lingua straniera per coglierne il senso generale (es. un’e-mail); tradurre automaticamente milioni di parole a buon mercato e far poi rivedere il testo tradotto. I risultati forniti da traduttori automatici devono essere tuttavia sempre rivisti da un esperto/linguista. 6.2. Memorie di traduzione (translation memory) In parole molto semplici, un sistema di translation memory consente di “riciclare” vecchie traduzioni secondo il principio non tradurre due volte ciò che è stato già tradotto una volta. 19 Il mercato offre molti prodotti di questo tipo, sia commerciali sia open-source. Un’azienda che intenda avvalersi di questo genere di strumento deve avere le idee chiare in merito a ciò che una memoria di traduzione può fare o non fare, infatti: non può far fronte a tutte le esigenze traduttive dell’azienda; è utile solo in caso di testi con un alto grado di ripetizioni (almeno il 50%); è indicata per testi che appartengono ad una stessa tipologia testuale (es. istruzioni per l’uso, manuali tecnici, ecc.); è indicata per prodotti con limitato ciclo di vita, ad esempio, per aggiornare pagine web, regolamenti o atti di vario genere); è indicata anche nei casi in cui le traduzioni siano eseguite da più traduttori contemporaneamente; garantisce uniformità stilistica, linguistica e terminologica. Trattandosi perlopiù di strumenti commerciali, l’azienda deve tener presente che l’impegno iniziale non è indifferente in termini di risorse umane e finanziarie. Indagini condotte hanno però rilevato che, se usata bene, una translation memory può comportare un incremento della produttività del processo di traduzione dal 30 al 50% (Muzii 2001: 9). 6.3. Sistemi per assicurare la qualità (sistemi QA) Si tratta di sistemi che è consigliabile utilizzare per verificare se il testo prodotto (non necessariamente tradotto) sia corretto da un punto di vista formale e terminologico. Consentono di controllare, per esempio: la correttezza della terminologia; spazi, punteggiatura, caratteri speciali, cifre, formule, ecc.; se ci sono incoerenze da un punto di vista traduttivo; se ci sono omissioni (es. parti di testo non tradotte). Anche in questo caso il mercato offre una vasta gamma di risorse e strumenti di questo tipo, la cui scelta deve essere ponderata con cura dall’azienda in base a proprio fabbisogno. 20 Il mercato offre una vasta gamma di strumenti e risorse dedicate al lavoro traduttivo. La scelta deve orientarsi al fabbisogno e alle esigenze dell’azienda, ossia risorse economiche, tipologia di attività, carico di lavoro, produttività media. Se l’azienda non possiede già al suo interno le dovute competenze, sarà necessario prevedere dei corsi di formazione per l’utilizzo di strumenti di questo tipo. Per ulteriori informazioni consultare: http://www.cat-trainer.eu http://translationjournal.net/journal 21 7. Glossari Nei risultati del sondaggio incuriosisce un commento lasciato da un’azienda che, alla domanda sul perché non venissero mai stilati glossari o liste di traduzioni interne, ha semplicemente indicato “non ci avevo mai pensato!” Un’ altra motivazione, particolarmente frequente, è la mancanza di tempo. La maggior parte delle aziende coinvolte nell’indagine ha dichiarato di non compilare quasi mai glossari, non solo per la mancanza di tempo, ma anche perché non ne viene immediatamente sentita la necessità, poiché ci si affida al bilinguismo del personale. È opinione condivisa da molte aziende che creare liste di parole sia una perdita di tempo. Tuttavia, si tralasciano così i vantaggi che in realtà tali liste potrebbero portare a lungo termine. Un’azienda che decida di sistematizzare, vale a dire analizzare, selezionare e organizzare la propria terminologia, deve prevedere un investimento iniziale di risorse umane ed economiche; tuttavia, secondo l’indice ROT (Return on terminology) dopo un anno i costi si ammortizzano. Inoltre, ci sono vari modi per iniziare a gestire la propria terminologia che non richiedono alcun investimento per l’acquisto di software specifici. 7.1. Per quale motivo è importante la terminologia? Una terminologia corretta e uniforme è fondamentale per: agevolare la comunicazione, evitare incomprensioni, mettere in atto gli obiettivi che il testo si propone. Una terminologia aziendale ben gestita costituisce quindi un requisito fondamentale per una buona documentazione e anche per una buona immagine dell’azienda. Nei casi in cui la terminologia non risultasse chiara, l’utente finale potrebbe avere delle perplessità sul prodotto oppure non essere in grado di usarlo correttamente, con il risultato di dover contattare l’assistenza o il servizio clienti (se presente), con conseguente necessità da parte dell’azienda di investire tempo e risorse per la risoluzione del problema. In termini economici ciò porta a costi aggiuntivi diretti e indiretti per l’azienda che si possono evitare con un impegno mirato in ambito terminologico e traduttivo. 22 7.2. Come organizzare la terminologia? Ci sono vari modi per organizzare la propria terminologia aziendale che si possono commisurare in base alle necessità e possibilità economiche dell’azienda. a) Programmi standard di elaborazione testi e di calcolo Si possono creare dei glossari usando programmi d’uso comune per l’elaborazione di testi o i fogli di calcolo, come, ad esempio, Microsoft Word e Excel. Ciò permette di evitare formazioni specifiche e acquisizioni di altro software. I vantaggi di utilizzare questi programmi per un’azienda sono i seguenti. non è necessaria una formazione; i programmi fanno parte del pacchetto base installato su molti computer; sono facili da compilare, aggiornare e condividere con altri colleghi; sono facili da leggere; è semplice creare delle tabelle; in caso di liste lunghe, si può utilizzare la funzione di ricerca; si possono creare file diversi per ogni tematica (es. glossario relativo alla denominazione dei reparti aziendali, glossario sui prodotti); i programmi di elaborazione testi hanno una funzione di revisione che consente di inserire e visualizzare commenti o modifiche al testo; il fogli di calcolo sono convertibili in formato XML e importabili in strumenti dedicati alla gestione terminologica attraverso appositi programmi nel caso si decidesse di passare a strumenti professionali per la gestione di terminologia in un secondo momento. Questi programmi hanno però alcuni svantaggi di cui tenere conto: i sistemi di elaborazione testi non sempre gestiscono bene tabelle troppo lunghe; non sono adatti per gestire un’elevata quantità di dati; è difficile gestire più di due lingue; sono poco flessibili nella gestione dei campi: se la lista consta non soltanto di coppie di termini, ma anche di campi aggiuntivi (es. definizioni, sinonimi, ecc.) la gestione può rivelarsi più complessa; 23 i fogli di calcolo non sono predisposti per il controllo ortografico; è impossibile far accedere simultaneamente più di una persona ai file in modalità di scrittura; a lungo termine potrebbe rivelarsi dispendioso e disorientante avere diversi file separati, anziché tutta la terminologia e tutte le lingue raccolte in un’unica banca dati. b) Sistemi di gestione terminologica Il mercato offre programmi che consentono di gestire i dati terminologici in più lingue sotto forma di glossari e/o banche dati. Sono solitamente usati all’interno di una stessa organizzazione per garantire uniformità terminologica, ossia per evitare incomprensioni ed errate interpretazioni, per redigere e aggiornare la documentazione in maniera sistematica e coerente, per garantire la chiarezza e uniformità delle traduzioni. Grazie a questi sistemi, l’azienda: ha la possibilità di condividere le risorse terminologiche con tutto il personale interno ed esterno; è facilitata nell’archiviazione, nell’aggiornamento e nel recupero dei dati; garantisce l’aggiornamento e l’aggiunta di terminologia con accesso multiplo simultaneo tramite rete locale o Internet; può recuperare velocemente i dati grazie a diverse modalità di ricerca; si assicura un uso corretto e coerente della terminologia a livello aziendale; può ridurre tempi e costi per la produzione della documentazione. Fra gli svantaggi che tali sistemi possono presentare si deve innanzitutto tenere conto dell’investimento iniziale che, a seconda dello strumento scelto, può rivelarsi alquanto oneroso. A questo si aggiunge la probabile necessità di prevedere dei corsi di formazione specifici. Il mercato offre una vasta scelta di strumenti e risorse dedicate al lavoro terminologico. La scelta deve orientarsi al fabbisogno e alle esigenze dell’azienda, ossia risorse economiche, tipo di attività e carico di lavoro. Se l’azienda non possiede già al suo interno le dovute competenze, sarà necessario prevedere dei corsi di formazione per l’utilizzo di strumenti di questo tipo. 24 8. Fabbisogno formativo Si riassumono di seguito le principali misure informative e formative che si suggeriscono di intraprendere per le imprese altoatesine: eventi informativi sui programmi di tirocinio in azienda previsti dalle università e sui relativi finanziamenti; eventi informativi sui servizi offerti da traduttori e interpreti e su come impostare una cooperazione; eventi informativi sulle strategie applicabili per ottimizzare i processi legati alla gestione della conoscenza aziendale, la comunicazione multilingue e la traduzione; eventi informativi sull’offerta di formazione linguistica presente sul territorio e sulle strategie di formazione informali; eventi informativi sulle potenzialità offerte dagli strumenti per la traduzione e terminologia; introduzione di “pillole” di metodologia della traduzione alle scuole superiori (es. liceo linguistico); corsi brevi di metodologia di traduzione per impiegati amministrativi, personale del marketing, ecc. corsi pratici di traduzione in ambiti specifici più approfonditi; introduzioni alla metodologia per l’elaborazione della terminologia aziendale; formazioni all’utilizzo di software per la traduzione e la terminologia; … 25 9. Riferimenti CELAN project - http://www.celan-platform.eu Cesari, A. (2009): Guida ai servizi linguistici. Risorse e consigli utili per traduttori e interpreti. Bari: Inprinting edizioni. Chiocchetti, E. (2011): Terminologia e gestione della conoscenza nelle aziende. Resoconto progetto di ricerca. Dipartimento degli Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture SITLeC – Università di Bologna. http://www.eurac.edu/en/research/institutes/multilingualism/Documents/Bericht_Chiocchetti2011_anonym.pdf Ciola, B. (2011): Incontro sulla terminologia. Dispensa del corso “Terminology management”, 27-28/06/2011, EURAC. Competenze linguistiche sul mercato del lavoro in Alto Adige. Le ripercussioni delle competenze linguistiche sulle opportunità dei lavoratori e delle lavoratrici sul mercato locale nonché sulla competitività delle imprese (2009). Ripartizione 19 - Lavoro – Provincia Autonoma di Bolzano. http://afi-ipl.org/files/it/ricerca/qualita-del-lavoro/RR2009-competenze-linguistiche-mercato-lavoro.pdf ELAN: Auswirkungen mangelnder Fremdsprachenkenntnisse in den Unternehmen auf die europäische Wirtschaft (2006). Commissione europea. http://ec.europa.eu/languages/documents/elan_de.pdf Il manuale del tirocinio – guida pratica per imprese ed enti formativi. http://www.aib.bs.it/allegati/2009/aib-%20il%20manuale%20del%20tirocinio.pdf AIB & ISFOR 2000. La guida linguistica per le imprese europee. Comunicazione efficace nel commercio internazionale (2011). Commissione europea. http://ec.europa.eu/languages/languages-mean-business/files/language-guide-foreuropean-business_it.pdf Muzii, L. (2001). Scegliere gli strumenti CAT. Criteri di valutazione. Dispensa del Seminario di introduzione all’uso di strumenti per la traduzione assistita: Déjà Vu, Star Transit e Trados Freelance Edition. Roma 10-11 febbraio 2001. A.I.T.I. sezione Lazio. Più lingue più affari – Le conoscenze linguistiche migliorano l’efficienza delle imprese. Raccomandazioni del Forum delle Imprese sul Multilinguismo a cura della Commissione europea (2008). Commissione europea. http://ec.europa.eu/education/languages/pdf/davignon_it.pdf Report on Language management Strategies and best Practice in European SMEs: The PIMLICO Project (2011). Commissione europea. http://ec.europa.eu/languages/languages-mean-business/files/pimlico-full-report_en.pdf Zorzi, D. et al. (2012). Progetto ELIA – Educazione Linguistica in Istituzioni e Aziende della provincia di ForlìCesena. Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture. Vol. 20. Bologna: Bononia University Press. Zukunftswerkstatt Südtirol - Sprachen Laboratorio sul futuro dell’Alto Adige - Lingue (20/11/2012). Camera di Commercio, Bolzano. 26 10. Contatti Per informazioni e approfondimenti contattare: Istituto di Comunicazione Specialistica e Plurilinguismo EURAC research Viale Druso 1 I-39100 Bolzano t +39 0471 055 100 f +39 0471 055 199 [email protected] http://www.eurac.edu/it/research/institutes/Multilingualism/default.html Data di pubblicazione 31 luglio 2013 Autrici Elena Chiocchetti, Natascia Ralli Revisori Isabella Stanizzi, Lorenzo Zanasi 27