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Con sette premi “La La Land”
sbanca i Golden Globes. Ecco tutti i
vincitori
Il premio più importante della serata è andato un po’ a sorpresa al piccolo film indipendente Moonlight, miglior film
drammatico
PUBBLICATO IL 09/01/2017
ULTIMA MODIFICA IL 09/01/2017 ALLE ORE 13:32
La La Land si conferma essere il film dell’anno. Alla 74esima edizione dei Golden Globes ha
vinto tutto quello che poteva vincere. Sette candidature aveva e sette premi ha portato a casa:
migliore film brillante, migliori attori protagonisti, Emma Stone e Ryan Gosling, migliore
sceneggiatore e miglior regista, il giovane Damien Chazelle, migliore colonna sonora e migliore
canzone,City of Stars. Ha battuto ogni record: è il film che ha vinto più premi nella storia dei
Golden Globes, (meglio dei sei premi raggiunti da Qualcuno volò sopra il nido del cuculo nel
1975, confermando la vera e propria passione per i musical dei giornalisti dell’Hollywood Foreign
Press Association, la stampa straniera di Hollywood, sin da quella prima edizione del 1952, quando
a vincere fu Un americano a Parigi di Vincente Minnelli. Il film racconta la storia di Mia, giovane e
aspirante attrice, e Sebastien, un jazzista, che si conoscono a Los Angeles e rincorrono i propri
sogni, ma al tempo stesso devono fare i conti con la frustrazione degli esordi.
I premi che “spianano la strada” verso gli Oscar
Tutto si è svolto secondo le previsioni dunque, nella serata dei premi assegnati dai
giornalisti stranieri di stanza a Hollywood. Almeno nelle categorie dedicate al cinema
brillante. Le poche sorprese sono infatti arrivate dai premi riservati ai drammi. Casey
Affleck, fratello del più famoso Ben, ha vinto il premio al migliore attore drammatico
per la sua interpretazione in Manchester by the Sea, film che, nonostante le previsioni a
suo favore, non è risultato essere il miglior film drammatico. Il premio più importante
della serata infatti è andato un po’ a sorpresa al piccolo film indipendente Moonlight,che
si è rifatto in zona Cesarini di una serata no. Nonostante le sei candidature in tasca
infatti, ha portato a casa solo quell’unica statuetta. I Golden Globes sono spesso
imprevedibili ma hanno fama di riuscire a spianare la strada al film che vincerà l’Oscar.
Se così fosse allora Moonlight potrebbe percorrere lo stesso sentiero che nel 2014 portò
12 anni schiavo alla vittoria dell’Oscar per il miglior film.
Parola d’ordine, “diversità”
Un’altra sorpresa, nella notte un po’ noiosa dei Golden Globes, è arrivata da Isabelle
Huppert eletta migliore attrice drammatica con Elle, di Paul Verhoeven. Il film, in
francese, ha vinto anche nella categoria miglior film in lingua straniera. “Diversità” è
forse la parola che ha contraddistinto questa 74ma edizione. Probabilmente per porre
rimedio a quel che successe durante la scorsa stagione dei premi, finita con la
contestazione per gli Oscar «troppo bianchi», i membri dell’Hfpa hanno premiato molti
attori di colore: Viola Davis è risultata essere la migliore attrice non protagonista per
Fences, Tracee Ellis Ross migliore attrice in una serie brillante per Black-ish, Donald
Glover migliore attore in una serie comica per Atlanta, premiata anche come migliore
serie brillante, mentre la migliore serie drammatica è The Crown, che ha visto vincere
anche Claire Foy per la sua interpretazione della regina Elisabetta II. American Crime
Story, People vs OJ Simpson sul caso di cronaca giudiziaria che negli anni Novanta vide
il campione di football accusato dell’omicidio della moglie e di un amico, è il migliore
film per la tv e Sarah Paulson, che interpreta il pubblico ministero che accusò il
campione di foodball, è la migliore attrice per la categoria. L’ex dottor House, Hugh
Laurie, si è portato a casa l’analogo premio maschile per The Night Manager.
Maryl Streep e la dedica a Carrie Fisher
Poche le battute comiche della serata, quasi tutte con un unico bersaglio, Donald Trump.
Molti invece i discorsi toccanti. Tom Hiddleston ha raccontato della sua esperienza in
Sudan fra i volontari di “Medecin sans frontiere”, Ryan Gosling ha dedicato il premio al
fratello della sua compagna, Eva Medenz, morto recentemente di cancro. Ma è toccato a
Meryl Streep - che ha ottenuto il premio alla carriera “Cecil B. DeMille” - il compito di
fare il discorso più importante, più duro. L’attrice ha sottolineato l’importanza della
diversità nel mondo dell’arte: «Se a Hollywood mandassimo via tutti quelli che non sono
nati qui non ci resterebbe nulla da guardare se non il football e le arti marziali, che non
sono propriamente arte». Poi, senza nominarlo, ha ricordato di quando Donald Trump
durante la campagna elettorale, scimmiottò un giornalista disabile, infine ha concluso
con le parole della sua compianta amica e collega Carrie Fisher: «Prendi il tuo cuore
spezzato e fallo diventare arte».