Il ruggito del coniglio Radio
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Il ruggito del coniglio Radio
Televisione Sky Tg 24 ■ Sei anni fa sarebbero stati in pochi a scommettere su un futuro così luminoso. Eppure quel 1° settembre 2003, giorno del lancio del primo canale italiano all-news Sky Tg 24, rappresenta per la storia della nostra televisione una data importante. Emilio Carelli, già noto giornalista di Mediaset, lascia in quei mesi il Tg 5 per tenere a batte- simo la nuova creatura diventandone direttore. Le prime battute sono impacciate, le gaffe e le sgrammaticature dei suoi giornalisti sono da manuale, ma con decisione e pazienza, e soprattutto con molta professionalità, la redazione cresce e migliora, tanto che oggi può godere di una solida nicchia di telespettatori e di fan in Italia e all’este- ro, con tanto di blog e siti dedicati. Con la possibilità di essere visto in streaming sul proprio pc, e con la ripresa dei migliori servizi da parte di altri blog e siti d’informazione, Sky tg 24 è destinato a crescere d’importanza nel panorama della nostra informazione con il passaggio al digitale che interesserà tutta la penisola. Tutto questo non può che essere salutare, anche per la nostra democrazia, in tempi in cui i tg si assomigliano un po’ tutti e non informano più. Con un grande impegno in termini di copertura giornalistica e tecnica, Sky Tg 24 è un canale in grado di informare con le sue 39 edizioni quotidiane, gli approfondimenti, le inchieste e le interviste esclusive; i suoi corrispondenti sono dotati di uno speciale furgone satellitare che permette loro di essere sempre in collegamento e di trasmettere in tempo reale alla redazione centrale. La scenografia curata ed elegante, la doppia conduzione, il banner a scor- rimento con le principali notizie, elementi per l’utilizzo dei quali questo canale è stato fra i pionieri in Italia, ma anche il linguaggio dinamico e svelto, rendono il tg fortemente competitivo da ogni punto di vista. Non a caso in questi anni ha vinto numerosi premi come “migliore telegiornale”. E questo è dovuto anche alla scelta editoriale, supportata dalla possibilità tecnica di attingere alla struttura di Sky News, di offrire ai telespettatori uno sguardo all’attualità internazionale che è pressoché assente negli altri telegiornali nazionali, facendone talvolta l’unica voce autorevole sui principali avvenimenti d’attualità. La ricerca di completezza e di imparzialità dell’informazione, tutta anglosassone, è uno sforzo da apprezzare: permette al telegiornale di navigare in mare aperto, soprattutto qui in Italia dove gli altri, per la miseria di contenuto e scelte editoriali incomprensibili, navigano alla deriva dei reality show. Paolo Balduzzi Radio Il ruggito del coniglio Antonello Dose e Marco Presta, storici conduttori su Radio 2 de “Il ruggito del coniglio”. Sopra: Emilio Carelli, direttore di Sky Tg 24. Città nuova • n.24 • 2009 L’ultimo rapporto Anci (Associazione nazionale comuni italiani) ci informa, come se da soli non lo avessimo già notato, che le principali città italiane sono congestionate dal traffico. Ogni italiano passa in media, nelle 15 maggiori città della Penisola, due settimane intere in automobile all’anno. Tra i pochi risvolti positivi c’è la possibilità di ascoltare la radio e sintonizzarsi con il mondo esterno. Ogni mattina su Radio2, da 15 anni, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 10 Il ruggito del coniglio, programma famoso che non ha bisogno di presentazioni, fornisce la sua dose di umorismo quotidiano 68 che distende i nervi dell’automobilista perennemente irritato e ci permette di arrivare in ufficio con i livelli di dopamina innalzati e avendo, altresì, acquisito qualche battuta da rivendere ai i colleghi. In un mondo dei media, come ha ripetuto recentemente il papa, impegnato a fare da megafono al male, un programma leggero (ma non solo) come Il ruggito del coniglio legge l’attualità in modo ironico portando un piccolo contributo di ossigeno in mezzo all’aria scandalistica che respiriamo. Il male vende, si sa, e il bene non fa notizia. Eppure trasmissioni radio, come quella citata, sono campioni d’ascolti. Tra i difetti una certa caduta di stile, a volte irriverente e irrispettosa, anche verso i temi religiosi. Aurelio Molè