Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Comunicazione e

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Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Comunicazione e
Struttura, interazione, narrazione
nel talk show televisivo
Giornalismo Radiotelevisivo
Prof. Christian Ruggiero – a.a.2015-2016
Talk, Italia
Pezzini (1999) offre una tipizzazione del formato talk
(politico e non politico) basata su un’analisi di tipo
conversazionale.
• Il quadro comunicativo della conversazione
televisiva » setting + purpose
• Il quadro partecipativo della conversazione
televisiva » “ratified participants” vs “bystanders”
conduttore “vs” publico
Il setting
Cornice implicita: l’essere in televisione.
Le regole dell’interazione discorsiva rimangono valide,
ma sono calate entro un contesto comunque artificiale,
Cornice esplicita: la costruzione della scenografia.
Il fatto che il talk sia ambientato in un salotto piuttosto
che in una piazza, in uno studio che si dichiara
apertamente televisivo o che cerca di riprodurre nella
maniera più fedele possibile un luogo dell’interazione
quotidiana incornicia l’interazione in modo esplicito
Il setting
Ricostruire la scena di un luogo fisico,
identificabile all’interno della concreta esperienza
quotidiana dello spettatore (piazza o salotto)
 informazioni esperibili sul tipo di conversazione
messa in scena immediatamente rilevabili;
 competenze dello spettatore (o dell’analista
televisivo) immediatamente attivate in un processo
di cooperazione semiotica che lega la piazza ad un
confronto animato e “pubblico”, il salotto ad un
dibattito rilassato ed “intimo”, etc.
Il setting
Evidenziare la cornice dell’enunciazione
televisiva, attraverso una strategia di astrazione:
 lo spazio del programma è costruito ed arredato per
essere anzitutto uno studio televisivo, un luogo a
metà tra il contesto di produzione e di ricezione;
 le distanze tra la regia del programma, o la
redazione giornalistica che ne produce e ne cura i
contenuti, e lo spettatore, sono ridotte al minimo;
 una sovrabbondanza di monitor, schermi, postazioni
multimediali gestiscono un flusso di dati in entrata e
in uscita.
Lo scopo (purpose)
Un talk condotto in un «salotto» avrà lo scopo di
mettere in luce gli aspetti più privati dei protagonisti
della “chiacchierata” (Amici, ma anche Porta a Porta).
Un talk condotto in una «piazza» darà maggior spazio
al confronto con le voci del pubblico in studio e a casa,
e quindi, potenzialmente, al conflitto tra la Piazza e il
Palazzo (Michele Santoro, Gad Lerner).
Un talk che avvenga in uno studio marcatamente
televisivo giocherà su accorgimenti tecnici che
enfatizzino il ruolo e la potenza del mezzo (Mixer).
«Ratified participants» vs «bystanders»
I partecipanti alla discussione possono essere o no
“ufficialmente” ammessi a farne parte;
 nel primo caso, Goffman (1987) parla di ratified
participants (partecipanti riconosciuti)
 nel secondo, di bystanders (astanti).
NB. laddove i ratified participants occupano uno spazio
ben definito sulla scena, separato da quello del
pubblico e collocato in posizione utile per dialogare
con il conduttore, i bystanders, per accedere alla
discussione, devono essere introdotti
«Ratified participants» vs «bystanders»
La «presa di parola» del pubblico può essere gestita
dal conduttore secondo tre strategie:
 riconoscendo il “disturbatore” come partecipante alla
discussione e inserendolo nel circuito delle prese di
parola (Dimbleby);
 blandendolo per indurlo a rientrare nel suo ruolo,
attraverso l’arma dell’ironia (Costanzo);
 censurando il suo intervento e rivendicando il
proprio ruolo di autorità garante del rispetto delle
regole della conversazione (Vespa).
Tipi conversazionali
1/2
Conversazione: colloquio amichevole o familiare […]
breve discorso a carattere divulgativo diretto ad un
pubblico;
Discussione: esame approfondito di una questione da
parte di due o più presone che espongono ciascuna le
proprie vedute;
Dibattito: pubblica discussione su argomenti
prestabiliti, a proposito dei quali sia concesso a ogni
partecipante di esprimere e motivare il proprio giudizio;
Tipi conversazionali
2/2
Colloquio: scambio di idee e di opinioni col fine più o
meno esplicito di un avvicinamento o un accordo tra
correnti, partiti politici, etc.;
Incontro: relazione casuale o volontaria di
avvicinamento e contatto, suscettibile di sviluppi o
definizioni nell’ambito di rapporti o significati particolari;
Intervista: colloquio tra una persona ritenuta
importante o interessante e un giornalista, a scopo
informativo o anche reclamistico.
Incontro/conversazione
Setting: salotti più o meno artificialmente borghesi
Quadro partecipativo: conduttore centrale, con
adiuvanti il cui ruolo è sempre molto ben definito
Modelli di interazione: colloquialità a vari grado,
modello dominante cooperativo-consensuale
Esempi: Maurizio Costanzo Show, Harem
Incontro/discussione
Setting: studi televisivi, di cui talvolta viene svelato il
retroscena, es. la cabina di regia
Quadro partecipativo: ruolo dominante del
conduttore, che riconosce l’importanza dell’esperto o
del leader d’opinione
Modelli di interazione: simmetria degli scambi
presentata come un valore; conflittualità solo evocata
Esempi: Funari News, Uomini e donne
Incontro/intervista
Setting: salotti virtuali, incontri al caffè, semplici sedie
in ambiente neutro
Quadro partecipativo: intervistatori-conduttori, il cui
ruolo è dar spazio agli ospiti, che siano personaggi
pubblici o “testimoni comuni”
Modelli di interazione: atmosfera colloquiale; modello
dominante cooperativo, effetti passionali ricercati e
stimolati nel pubblico
Esempi: Le news di Funari, I fatti vostri
Faccia a Faccia
Setting: ambientazioni neutre volte a confermare il
pubblico come destinatario reale dell’interazione
Quadro partecipativo: protagonismo dei partecipanti,
conduttori che abdicano al ruolo di moderatori per
divenire interlocutori
Modelli di interazione: dissimmetria stabilita per
contratto, mantenuta o meno in funzione del tono
generale da dare all’incontro
Esempi: Mixer, Braccio di ferro
Dibattito
Setting: spazi semicircolari che enfatizzano la loro
natura di spazi televisivi
Quadro partecipativo: forte autorialità del conduttore
verso la trasmissione e la conduzione del dibattito
Modelli di interazione: controllo dell’interazione
affidato a “custodi del dibattito” o “padroni di casa”
Esempi: Il rosso e il nero, Porta a Porta
Allocuzione/Invettiva
Setting: spazio fortemente figurativo, che cerca una
connotazione precisa
Quadro partecipativo: conduttori soli o assistiti da
astanti destinati a tacere anche se interpellati
Modelli di interazione: valorizzazione della
competenza dell’enunciatore
Esempi: Cartolina, Sgarbi quotidiani
Una proposta di ri-lettura
Incontro conversazione
Incontro discussione
Dibattito
Incontro intervista
Faccia a faccia
Pezzini (1999)
Bionda et alii (1998)
C. Ruggiero, La macchina della parola, 2014
Un modello di analisi testuale del talk show televisivo
C. Ruggiero, La macchina della parola, 2014
Il salotto
Porta a Porta, di Bruno Vespa
Nato dall’esplicita volontà di mettere in scena la commistione tra
informazione politica e intrattenimento, declina in forma
spettacolare e personalistica elementi del discorso informativo quali
l’intervista, la testimonianza e la biografia
L’incipit: attenzione al programma, alla capacità spettacolare del
mezzo, all’istanza autoriale del conduttore
Il setting: Il tavolo stile notiziario televisivo implica un riconoscimento
della professionalità di Vespa come giornalista, le poltroncine e la
presenza di un maggiordomo rimandano all’interazione amichevole
tipica di un talk show
Il salotto
Porta a Porta, di Bruno Vespa
Un modello narrativo così riassumibile:
«un protagonista (la Tv, il conduttore), ospita un soggetto che
diviene co‐protagonista (il politico) e lo mette in scena in un
confronto con degli antagonisti (altri politici, i giornalisti) e degli
adiuvanti (i testimoni) perché mostri le sue competenze, che
sono soprattutto competenze televisive (saper rispettare le
regole, sapersi mettere in gioco) di fronte a un pubblico che
osserva con attenzione e valuterà personalmente in un futuro
(con il suo voto)»
M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica,
ERI, 1998, p. 84
Tre modelli di giornalismo e politica
Bruno Vespa
Il giornalismo: è pacatezza, sorriso sulle
labbra, educazione verso l’intervistato
 mix di infotainment e tv anni Ottanta
La politica: è quella del salotto buono,
ha per protagonisti “vip” politici e non, si
basa sui retroscena, sull’aneddotica
 Porta a Porta è una finestra su questo
salotto, uno scorcio del retroterra umanomondano dei protagonisti
La macchina della verità
Mixer, di Giovanni Minoli
Incipit: nella sigla compare il nome del
conduttore, elemento non solo di
riconoscibilità ma di garanzia e fiducia
Modalità interattiva prevalente: il faccia a
faccia, l’intervista incalzante
L’escamotage spettacolare: l’immagine
del politico riflessa nel videowall
La macchina della verità
Mixer, di Giovanni Minoli
Minoli si pone come l’unico attore sulla scena in grado di
chiarificare la realtà della politica, l’unico nel diritto di controllare la
punteggiatura della trasmissione
Al politico è richiesto «di fare da vittima, di esporsi allo sguardo:
non gli si chiede una vera competenza ma soltanto di esserci e si
getta poi questa sua nuda presenza interamente sul palcoscenico»
M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica,
ERI, 1998, p. 103
Tre modelli di giornalismo e politica
Giovanni Minoli
Il giornalismo è aggressività formale,
ritmo incalzante, uso strumentale dei
primi piani
 new journalism, enfasi sul personaggio
come cavia per verificarne le reazioni
La politica: è i suoi protagonisti, è un
conflitto di individualità, basato sul
capacità di reazione e tempi rapidi
 Mixer è la vetrina in allestimento di
queste parole d’ordine
La macchina della verità
Linea3, di Lucia Annunziata
Il setting: la presenza di schermi televisivi,
di un telefono e delle poltroncine rosse
destinate agli ospiti rimandano alla
costruzione di uno spazio marcatamente
televisivo
La redazione del programma, visibile
attraverso la parete di vetro che costituisce il
fondo della visione prospettica dello
spettatore, indica la volontà di invocare una
istanza autoriale diffusa
La macchina della verità
Linea3, di Lucia Annunziata
«La mossa strategica del testo sta nel raccogliere con
certosina pazienza tutte quelle informazioni utili per
comprendere l’agire politico, le sue decisioni. Il luogo della
raccolta è l’arena mediale, è qui che si può (si deve?) andare
a caccia di informazioni, non altrove»
M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica,
ERI, 1998, p. 116
Tre modelli di giornalismo e politica
Lucia Annunziata
Il giornalismo è interpretazione,
ragionamento, indagine; il giornalista è
politico quanto il politico, è un critico
letterario i cui testi sono i fatti del giorno,
della settimana, dell’anno
La politica è strategie di lungo respiro, una
scacchiera in perenne evoluzione senza
spazio per le semplificazioni
 Linea Tre è una ristretta agorà su cui si
affaccia lo spettatore per lanciare un grido
La piazza
Il setting: il quadro comunicativo genera
spettacolarità
• richiamando luoghi reali come la piazza
(ma anche il cantiere) e quindi stili
conversazionali non regolati;
• introducendo diverse gerarchie di
partecipanti ratificati, fisicamente dislocati a
distanze diverse dal centro dell’azione.
La piazza
Le gradinate de Il Rosso e il Nero rendono
virtualmente possibile al conduttore
introdurre nel dibattito almeno gli spettatori
delle file più interne.
L’emiciclo a più livelli de Il Raggio Verde
disloca gli ospiti stessi su piani diversi, a
seconda del segmento di trasmissione nei
quali sono chiamati a intervenire, o del ruolo
a loro riservato,
La piazza
•
•
•
•
Il quadro partecipativo è animato
dalle diverse gerarchie attribuite agli ospiti;
dall’uso della diretta come segno
dell’immediatezza della ricezione delle
sollecitazioni esterne;
dal massimo coinvolgimento possibile del
pubblico
dalla scelta del moderatore di assumere un
ruolo sempre più “d’opinione” e sempre
meno “di mediazione”.
La piazza
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•
Il quadro partecipativo è animato
dalle diverse gerarchie attribuite agli ospiti;
dall’uso della diretta come segno
dell’immediatezza della ricezione delle
sollecitazioni esterne;
dal massimo coinvolgimento possibile del
pubblico
dalla scelta del moderatore di assumere un
ruolo sempre più “d’opinione” e sempre
meno “di mediazione”.
Vitalità della piazza e crisi del faccia a faccia
La telepolitica in Italia, 2001-2006
Porta a Porta: la terza Camera della Repubblica
L’8 maggio 2001, lo studio subisce
una radicale trasformazione: via la
postazione centrale e le poltroncine,
per far spazio alla scrivania di ciliegio
su cui Silvio Berlusconi firma, alla
presenza del notaio Vespa, il
Contratto con gli Italiani.
Un vero e proprio media event,
annunciato e posizionato con cura nel
palinsesto; la messa in scena del
simulacro degli «Italiani»
Vitalità della piazza e crisi del faccia a faccia
La telepolitica in Italia, 2001-2006
Il raggio verde,
di Michele Santoro
Le puntate settimanali prevedono
interviste in studio o in esterni,
servizi filmati, telefonate in
diretta, presentazione di
sondaggi, e tutti questi elementi
ruotano intorno alla figura di
Michele Santoro, che «controlla
con forza l’interazione
[...] sempre tesa e polemica,
spesso apertamente conflittuale»
A. Marioni, Il pubblico della telepolitica
in P. Mancini, La posta in gioco, 2003
Vitalità della piazza e crisi del faccia a faccia
La telepolitica in Italia, 2001-2006
«Lei adesso mi fa la cortesia di lasciarmi parlare, sennò mi
alzo e me ne vado»
Lucia Annunziata perde ogni interesse nei confronti della nutrita
scaletta della puntata, rifiuta di parlare della campagna elettorale
e pretende, formalmente, che Berlusconi ritiri la sua affermazione
«Che lei si alzi e se ne vada è una cosa che non può dire»
In Mezz’ora, 12 marzo 2006
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
Elezioni politiche del 2008: il Cavaliere inarrestabile e i
conduttori delegittimati
A Porta a Porta, giovedì 10
aprile, Berlusconi tende una
trappola spettacolare a Vespa:
lo invita a “sentire col naso”
la mano che gli tende, ed
esclama verso il pubblico
“è odore di santità”
C. Ruggiero, Le sorti della videocrazia, 2014
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
Elezioni politiche 2013: la precampagna
Il 23 dicembre 2012, Berlusconi è ospite de L’Arena, segmento
informativo di Domenica In condotto da Massimo Giletti
Lo scontro tra i due si consuma
ancora una volta sui toni del “mi alzo
e me ne vado”, con due differenze:
• il contesto di intrattenimento
• la gestione del conflitto da parte del
conduttore
C. Ruggiero, Le sorti della videocrazia, 2014
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
La gestione del conflitto. Giletti
rivendica, quasi come Annunziata nel
2006, il diritto del giornalista a fare delle
domande e a pretendere risposte, e il
rispetto dell’ospite in collegamento
(Massimo Franco), ma al tempo stesso
opera delle ritirate strategiche
esprimendo attraverso il linguaggio
verbale e non verbale un certo grado di
subordinazione al suo ospite, allo scopo
dichiarato di mantenere aperto il
processo di mediazione
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
Elezioni politiche 2013: la precampagna
Il 9 gennaio 2013, Berlusconi è a Porta a Porta
Stavolta, è il conduttore a mettere in campo una strategia
di delegittimazione del leader: chiesto a Berlusconi
perché non abbia provveduto alle riforme che chiede ora
nei suoi quattro anni di governo, e di fronte alla risposta
“standard” del Cavaliere, lo fronteggia con un ironico
“Lei muove la bocca e io ripeto”
a “dimostrazione” della perfetta sovrapponibilità della
funzione del giornalista a quella del politico-format
C. Ruggiero, Le sorti della videocrazia, 2014
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
“Lei muove la bocca e io ripeto”
è la “dimostrazione” della perfetta sovrapponibilità del ruolo del
giornalista a quello del politico-format
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
Elezioni politiche 2013: la precampagna
Il 10 gennaio 2013, Berlusconi è a Servizio Pubblico: è
la resa dei conti con Michele Santoro e Marco Travaglio
Il momento di maggiore spettacolarità avviene nella
seconda parte della puntata: dopo aver ascoltato il
monologo di Travaglio, Berlusconi ottiene di prendere il
suo posto alla scrivania, per leggere una lettera
C. Ruggiero, Le sorti della videocrazia, 2014
Stagnazione dei formati e tentativi di controrivoluzione
La telepolitica in Italia, 2008-2013
L’interazione con Santoro assume toni apertamente aggressivi
quando Berlusconi approfitta del palco appena conquistato per
un intervento tutto politico, sganciato dalle “accuse” di Travaglio
e dalle modalità discorsive “richieste” da quella postazione.
Il conduttore si infuria di fronte al mancato rispetto delle regole
concordate e allo “spreco” televisivo
(“Abbiamo buttato via un quarto d’ora di trasmissione”)
Alcune ipotesi interpretative
Rivendicazione della mediazione
giornalistica
Gestione aggressiva della
conversazione
Fallimento dell’interazione discorsiva
Rivendicazione della mediazione
giornalistica
Gestione alternata
aggressiva/remissiva della
conversazione
Felicità dell’interazione discorsiva
Alcune ipotesi interpretative
Manipolazione del setting della
trasmissione ad opera dell’ospite
Mancata cooperazione ospite/conduttore
Fallimento della
spettacolarizzazione televisiva
Manipolazione del setting della
trasmissione ad opera dell’ospite
Cooperazione ospite/conduttore
Felicità della spettacolarizzazione
televisiva