DIVERSITÁ: QUESTA PAROLA NON ESISTE NEL MIO

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DIVERSITÁ: QUESTA PAROLA NON ESISTE NEL MIO
DIVERSITÁ: QUESTA PAROLA NON ESISTE NEL MIO VOCABOLARIO!
Questa è la storia di Amèlie Bernard, una sedicenne di origini francesi da parte di padre, ma italiane
da parte di madre. Nata in Francia, si trasferì a soli tre anni a Venezia. Dopo un incidente in
autostrada, la sua vita sembrava per sempre rovinata, o almeno pensava. I genitori decisero di farle
dimenticare quel brutto evento e … quale rimedio migliore di cambiare aria? Considerando l’amore
che la figlia provava per la letteratura e la sua ammirazione verso Dante Alighieri, i Bernard decisero
di trasferirsi a Firenze e nonostante i sacrifici riuscirono nel loro intento. La famiglia abbandonò le
proprie abitudini: papà Giulièn, da capo direttore di un’importante impresa, divenne impiegato in un
supermercato a Fiesole, piccolo comune in provincia di Firenze; mamma Miranda, da infermiera,
divenne una semplice casalinga. Questi però sono piccoli ostacoli che fanno parte della vita e che
devono essere superati. Amèlie, in realtà, aveva problemi molto più grossi: il primo di tutti, la sua
enorme depressione. Grazie agli insistenti consigli di Miranda, la sedicenne partecipa a degli incontri
con persone come lei, anzi, come tutti, solo un po’ più speciali, e lì per fortuna incontra Adele e Marisa
che l’aiuteranno a sopportare i problemi e anche una piccola cotta, apparentemente impossibile da
risolvere.
Vi avviso: all’ inizio troveremo pagine del suo diario, dopo di che parlerò io, perché credo di sapere
spiegare la storia meglio di un diario. BUONA LETTURA!
21 giugno
Caro diario,
per volontà di mia madre, da domani comincerò ad andare a quegli incontri per persone “SPECIALI”.
Ma per favore! Fosse stato per me mi sarei chiusa, anzi sigillata in ospedale a prendere antidepressivi, ma
alla faccia della democrazia, sono costretta ad andare lì, in quello schifo di posto con persone come me….
DIVERSE e non SPECIALI.
Bello! M’immagino lì, in quel posto deprimente, con persone depresse, circondate da persone più depresse
di me. Perché? Perché provano pena. Certo è facile provare pena, ma dimostrarla lo è di meno: se una
persona ti fa veramente pena, non l’ abbandoni perché a causa di un incidente non ha più le gambe. Bho!
Chi le capisce certe persone. Un incidente ti fa perdere le gambe; una persona ti fa perdere il cuore. Eh si
parlo proprio di Federica, stronza! Migliore amica un cavolo!
22 GIUGNO
Caro diario,
augurami buona fortuna! Tra un ora iniziano gli incontri, che a me sembrano più riunioni per dare qualche
falsa speranza a ragazzi come me, che si illudono di poter vivere una vita come gli altri.
Alla fine chi sono io per giudicarli? Anche a quelli come noi, è permesso di sognare. Non penso che ci
tolgano anche questo diritto. *ALMENO SPERO.
Forse, l’unica da giudicare sono io. Si proprio io, la ragazza che si è rovinata la vita in uno stupido
incidente, e che ha perso la voglia di vivere lasciandosi ogni speranza alle spalle.
In effetti potrei scrivere un’autobiografia. Sarebbe un libro perfetto per persone afflitte, che si
rispecchierebbero in me. Allora io vado, mia mamma urla come una forsennata dal piano inferiore. Almeno
lei è contenta. Meglio che scendo con un sorriso forzato, prima che le faccia perdere il suo. A dopo! Sempre
se non mi taglio le vene…
22 GIUGNO
Caro diario
Sono tornata! Sai com’ è andata? Suppongo di no. Lo vuoi sapere? Suppongo di sì, visto che voi pezzi di
carta messi insieme servite a questo. Allora :
Edificio: accettabile;
Tutor Melissa (parlo della ragazza che gestisce gli incontri): accettabile.
Amico di Melissa: più che accettabile.
Adesso parlo di Alex. un ragazzo senza problemi “NORMALE”, che aiuta Melissa , amico, solo suo amico o
almeno spero. Se così non fosse, come dargli torto? Melissa è stupenda, gentile, favolosa, bellissima,… e
potrei continuare ancora. Ha solo un difetto, e sottolineo “un”: se è più alta di 1,50m, già è tanto! Mah,
come sono dolce! Peccato che ho scambiato sale e zucchero: apparentemente uguali, completamente l’
opposto.
Buona notte!
23 GIUGNO. 11:36
Buon giorno! In un blog ho letto che è una cosa banale scrivere “caro diario”, e perciò d’ora in poi si
cambia modo di scrivere. Allora, prima di tutto si mette l’ ora accanto alla data. Potrai ben capire che oggi
mi sono svegliata con comodo… ho sognato tutto il tempo Alex. Non vedo l’ora di vederlo. Comunque per
qualche giorno non mi farò sentire perché sinceramente, scrivere sempre le stesse cose non è molto
entusiasmante: mi fa riflettere sul fatto che non mi succede mai niente di interessante.
Quindi, fino a quando non succede qualcosa… addio!
I giorni passano, Amelie fa amicizia con due ragazze simpaticissime: Adele e Marisa.
Adele soffre di un lieve tumore al cervello (roba da niente), mentre Marisa soffre di una di quelle
malattie ancora sconosciute (in tutto il mondo sarà l’unico caso. Sono tutte così fortunate!). A parte
questo, agli incontri sembra andare tutto molto bene: Alex e Melissa non stanno più insieme e la
nostra ragazza ha fatto amicizia con altre persone che la capiscono, e sempre parlando di Alex … Qui
sotto troveremo ancora pagine di diario!
3 LUGLIO, 17:35
Salve mio piccolo confidente! Ti dirò, quando ho detto “scriverò quando mi succederà qualcosa di
entusiasmante” (non ricordo esattamente le parole) pensavo seriamente che non mi sarei più fatta viva. E
invece no! Eccomi qui con una notizia bomba: faremo una gita col gruppo di sostegno, e andremo al Duomo
di Firenze! Bhe, non è tanto questo che mi emoziona, il fatto è che… io, Adele, Marisa, Angelo e Adam,
saremo affidati a Alex che si è appena lasciato con Melissa (che stupida! Lo ha tradito con Filippo, il
migliore amico di Alex). Parlando di Alex … Come si può lasciare uno così? Bho! Chi le capisce a loro
“normali”. Naturalmente porterò te e il mio adorato libro di letteratura con me in gita e ti aggiornerò per
ogni cosa che accadrà. Giuro!
Finalmente è arrivato il grande giorno! Fra qualche ora arriveranno alla metro che li porterà prima
ad un museo e poi al duomo. Amelie, Adele e Marisa non fanno altro che ridere e parlare. Loro sì che
sono vere amiche. Avete presente quelle ragazze che si capiscono con uno sguardo? Quelle che
piangono perché ce n’è una che piange per i fatti propri? Quelle che ridono rileggendo semplicemente
i messaggi? Quelle che ci sono sempre l’una per l’altra? Quelle che fanno i salti mortali per
accompagnarsi a comprare un vestito? Quelle che stanno tre ore a parlare al telefono perché non si
sono potute vedere solo per un giorno? Quelle che se hai solo un po’ di influenza, sarebbero capaci di
chiamare il 118? Quelle che non si possono non definire sorelle soltanto perché non hanno un legame
di sangue? Le avete presenti? Bene. “Quelle” portano i nomi delle nostre tre ragazze!
#NON CONTA CHI CON LA PIOGGIA SCAPPA, MA CHI CON LA TEMPESTA RESTA!
Ricordate quando Amelie vi aveva giurato che avrebbe scritto tutto sul suo diario…? L’ha perso!
Quindi da ora in poi la storia la racconterò io. Mentre la ragazza ammirava il Duomo in tutto il suo
splendore, teneva stretto a sé il libro di letteratura, con la pagina di Paolo e Francesca… “Quali
colombe dal desio chiamate, con l’ali spezzate e ferme al …” La ragazza, girandosi di scatto, fermò il
recitare della voce. Dietro di lei era Alex. Lo stesso Alex che prima la guardò negli occhi, ma che poi
continuò: “Paolo e Francesca, vero? E’ il mio canto preferito. Ora più che mai mi rispecchia. Al dolce
nido vengon per l’aere, dal voler portate. Cotali usciro de la schiera…”. La dolce voce della fanciulla si
fermò: “Che faccio? Continuo?”. “Scommetto che sai solo fino a qui” fu la risposta. La ragazza
continuò fino a quando fu fermata da un “OK OK, la sai”. Alex fu molto sorpreso dalla profondità
della ragazza e dal suo modo di recitare quei versi, che gli venne così naturale abbracciarla e farla
arrossire. Lei ormai era cotta di lui e mi sa proprio che dopo quell’abbraccio fu pienamente
ricambiata!
Con questa storia voglio farvi capire che una disabilità non può impedire di vivere pienamente, perché
non conta ciò che hai fuori, ma ciò che hai dentro.
#NON CHIAMARE UNA PERSONA “DIVERSA”, RICORDA: QUELLA CHE NOI CHIAMIAMO
ROSA NON PERDEREBBE IL SUO PROFUMO SE AVESSE UN ALTRO NOME.
Bhe, pensate ciò che volete. Pensate pure che questa storia è stata modificata nel corso del tempo per
renderla più interessante. Io però credo di sapere meglio di tutti come è andata perché Amelie, la
povera ragazza depressa che ha vissuto una vita straordinaria, è proprio colei che in questo momento
sta digitando su una tastiera per scrivere un finale perfetto per una storia perfetta: la mia! E tu,sì,
proprio tu che stai leggendo, se mai sarai demoralizzato, se lem persone che ami ti tradiscono, ricorda:
NON ABBATERTI, ABBATTILI! #NON ROVINARE MAI IL TUO PRESENTE, PER UN
PASSATO CHE NON HA FUTURO, PERCHÉ NON PUOI INIZIARE UN NUOVO CAPITOLO
DELLA TUA VITA SE CONTINUI A GUARDARE L’ ULTIMO.