Giornalisti n.84 - Ordine Giornalisti Emilia

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Giornalisti n.84 - Ordine Giornalisti Emilia
oRdinE
IORNALISTI
www.odg.bo.it
Emilia-Romagna
Va tutto bene?
SPECIALE Informazione e politica
84
NOVEMBRE 2012
Anno XXVII - N. 84
Poste Italiane Spa
Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
(convertito in L. 27/2/2004 n. 46)
Art. 1 Comma 1 - Bologna
rivista trimestrale
d’informazione
e dibattito
2 . GIORNALISTI / novembre 2012
sommario
84
G
EDITORIALE
SPECIALE
■
speciale / da pag. 6
Articoli di
Daniel Agami
Argia Granini
Franca Silvestri
Giorgio Tonelli
Opinioni di
Gianluca Gardini
Angelo Panebianco
Cristian Vaccari
Immagini di
Pasquale Spinelli
Vignette di
Carlo Mantovani
informazione
e politica
■
■
■
Va tutto bene?
Il prezzo dell’informazione
Più forza al diritto
di essere informati
Ecologia ed etica
nella comunicazione
4
6
7
9
11
S
empre più spesso il cittadino vede leso il suo
diritto, costituzionale e sacrosanto, a essere
informato con correttezza, trasparenza,
autenticità. Di chi è la “colpa”? Certo,
l’informazione giornalistica con le sue fragilità
deontologiche e le oggettive difficoltà professionali (il
modo convulso di lavorare, lo sfruttamento, i compensi
miserrimi) contribuisce a indebolire questo diritto. Ma le
responsabilità sono anche di editori, direttori, sindacati e
politici, che dovrebbero fare la loro parte. Ad esempio, non
utilizzando i giornalisti solo per fare numero e ottenere
così le sovvenzioni. O vigilando sulla correttezza
dell’informazione fornita dalle testate e lasciando meno
soli i giornalisti non tutelati dal contratto. Nessuno,
soprattutto la politica, che come la stampa ha una grossa
responsabilità nei confronti del cittadino, può sottrarsi al
dovere di verità e di impegno etico.
Direttore responsabile: Gerardo Bombonato
Redazione: Emilio Bonavita, Roberto olivieri, Franca Silvestri
Segretaria di redazione: Argia Granini
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Ma il telecomando
chi lo manovra
La politica nei palinsesti
La dubbia credibilità
dei giornalisti
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PREMIO ILARIA ALPI
MEDIA E CARCERE
INIZIATIVE
PERIODICI
RASSEGNE
ORDINE
RubRIChE
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In libreria
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novembre 2012 / GIORNALISTI . 3
di Gerardo Bombonato
A
Aspettavamo
una riforma
ne è arrivata
solo mezza
spettavamo una riforma, è
arrivata una mezza riforma.
E anche meno. Col rischio
di buttare a mare definitivamente, o chissà per quanti
anni ancora, quei timidi passi avanti che
pure si erano fatti con la parziale approvazione alla Camera dell’accesso e della
riduzione dell’elefantiaco e, francamente, imbarazzante Consiglio nazionale.
Insomma, invece che risolvere i nodi di
un Ordine, a detta di tutti da snellire e
modernizzare, si sono complicate e cristallizzate situazioni anacronistiche e
paralizzanti. Per un anno si è fatto del
terrorismo nei confronti dei pubblicisti
dicendo che avrebbero dovuto sostenere
l’esame professionale (e già c’era chi
minacciava la secessione), si è sbandierato l’obbligo della laurea per i nuovi
professionisti, la necessità urgente di
una costosa assicurazione, si sono dipinti scenari di rigore e… alla fine la
montagna ha partorito il topolino. Un
dpr agostano costruito più sulle altre
professioni che sulle esigenze dei giornalisti, che tralascia le vere questioni
intorno alle quali l’istituzione ordinistica si attorciglia.
Ma di che riforma parliamo? Di un’anatra zoppa che si limita a normare solo la
disciplina e la formazione. A peggiorare
le cose ci si è messo il Consiglio nazionale che ha votato (presenti poco più
della metà dei membri, e anche questo la
dice lunga sulla sensibilità prestata a temi
vitali per l’Ordine) un regolamento non
solo illogico, ma in aperto contrasto con
le indicazioni unanimi della Consulta dei
presidenti e vicepresidenti dei Consigli
regionali.
4 . GIORNALISTI / novembre 2012
DISCIPLINA. Il dpr 137/2012 di agosto
affida a un organo terzo rispetto all’Ordine (il Consiglio di disciplina territoriale)
il compito di istruire i procedimenti e
arrivare a giudizio. Con buona pace del
principio di terzietà che invochiamo da
lustri ma tant’è… È comunque una garanzia in più, esterna al Consiglio
dell’Ordine, che è organo elettivo, e si
tratta comunque di un organismo di nomina del presidente del Tribunale. È
convinzione dei Consigli regionali, suffragati da due autorevoli consulenze legali (una delle quali richiesta dallo stesso
Consiglio nazionale), che il compito di
vigilanza, così come recita la legge istitutiva del 1963, resti in capo ai Consigli
regionali. Ai quali perciò spetta il compito di segnalare i fatti ai Consigli di disciplina cui è riservato il potere istruttorio e
decisorio. Posizione legittima e riconosciuta dallo stesso Ministero della Giustizia in risposta a un quesito sull’argomento posto dal presidente Iacopino. Questo
il testo letterale: “È possibile conservare
ai consigli regionali dell’Ordine le funzioni concernenti l’accertamento di fatti
e comportamenti rilevanti sotto il profilo
deontologico non in funzione decisoria,
ma con la finalità di denuncia al Consiglio territoriale di disciplina”. Più chiaro
di così!
Ma c’è chi a Roma non vuole sentir
ragioni e insiste nel voler svuotare i
Consigli regionali del loro ruolo istituzionale a scapito del concetto di terzietà per il quale era nata la riforma. I
Consigli di disciplina, senza il contributo dell’Ordine, diventerebbero cioè
un apparato parallelo che svolgerebbe
le stesse mansioni oggi affidate ai Con-
Lezione di giornalismo (foto Spinelli)
sigli dell’Ordine. Con la stessa commistione di fase istruttoria e fase giudicante. Solo con costi economici in più,
al momento tutti da quantificare in
spese logistiche e di personale. Ne valeva la pena?
FORmAzIONe. Il dpr rende obbligato-
ria e permanente la formazione professionale. Intuizione meritoria e sacrosanta: ci mette alla pari di altri Ordini professionali che la attuano da anni. Un terreno
sul quale l’Ordine dell’Emilia-Romagna
ha investito da tempo con notevole impegno e per il quale ha varato un’apposita
Fondazione che sta raccogliendo ovunque consensi, apprezzamenti e una lusinghiera partecipazione. Un’attività che
costa fatica, energie, personale dedicato
e risorse economiche. Lo diciamo quindi
con cognizione di causa ed esperienza
sul campo: non siamo convinti che il
Consiglio nazionale, nel varare quel burocratico e rigido regolamento, sia consa-
editoriale
saranno in grado di farvi fronte. E non ho
riscontri che al Consiglio nazionale abbiano neppure cominciato a porsi il problema.
Disciplina e formazione: due questioni
pesanti con tutte le conseguenze a seguire. Ma il raggiungimento, seppur malfermo e tutto da verificare nell’applicazione, di questi due decennali obbiettivi non
può far tralasciare la battaglia per una
vera globale riforma del sistema ordinistico. Anche le buone intenzioni, disgiunte dal resto, rischiano di naufragare
in un mare inquinato e infido. Se non si
risolvono le questioni strutturali dalle
fondamenta non si danno certezze e futuro a chi si affaccia oggi alla professione
in un quadro come non mai confuso e
sempre più precario. Il rinnovamento
comincia anche da questo, dalla credibilità.
Auguriamoci che almeno questi due capisaldi (disciplina e formazione, altri non
ne teniamo per ora) vengano affrontati
con tempestività, ingegno e realismo.
Tutti insieme e non, come troppo spesso
avviene, senza un’adeguata consultazione e condivisione con i Consigli regionali che sul territorio vivono quotidianamente problemi e possibili soluzioni. A
meno che a Roma non siano già cominciate le “grandi manovre” per le prossime elezioni di maggio…
pevole di cosa significhi per gli Ordini
regionali, grandi e piccoli, fare formazione per tutti gli iscritti in termini di numeri e di costi. Mancano le risorse. Non è
auspicabile un aumento della quota di
iscrizione che la categoria non comprenderebbe, specie in questo momento economico. È un problema questo che il
Nazionale non si è assolutamente posto,
o forse non lo ha proprio sfiorato. Ho
avuto modo di rammentarlo personalmente in una Consulta dei presidenti e
vice a Roma, certo in modo provocatorio, forse brutale, ma di sicuro realistico:
o gli Ordini regionali diminuiscono la
parte della quota destinata a Roma (ora al
50% dei versamenti degli iscritti) o si
costituisce un fondo a sostegno delle
spese per la formazione. La gestione
della formazione, quando sarà a pieno
regime, metterà a dura prova le strutture,
il personale e le casse dei Consigli regionali. Dubito che anche gli Ordini con più
esperienza e professionalità in materia
il Ministro Severino e il Presidente della Repubblica
novembre 2012 / GIORNALISTI . 5
Informazione e politica
D
Questa immagine
è stata dipinta
sul Muro di Berlino
6 . GIORNALISTI / novembre 2012
Va tutto
bene?
obbiamo rassegnarci a un
certo tipo di informazione o
dobbiamo cercare di mettere
in campo tutti gli strumenti
possibili per migliorarla? A
chi spetta il compito di garantire un’informazione corretta al cittadino? L’Italia
è un paese estremamente politicizzato.
E il rapporto fra informazione e politica
è da sempre molto stretto. Lo affermano
sia Angelo Panebianco che Cristian
Vaccari.
I politici sono presenti nei tg, nei talk
show ma anche nelle trasmissioni di intrattenimento.
Un bombardamento mediatico che evidentemente non dispiace ai cittadini se,
come sostiene Panebianco, non cambiano canale appena vedono i politici provocando quei crolli dell’audience che
costringerebbero le tv a modificare i
palinsesti.
Però, anche se i telespettatori amano la
politica sul piccolo schermo, avrebbero
diritto a ricevere una informazione corretta, distinta dal messaggio pubblicitario o di propaganda.
Le regole ci sono, sostiene Gianluca
Gardini, ma sono poco adeguate e difficilmente applicabili a casi di commistione tra informazione e politica, come
quelli che si sono verificati in EmiliaRomagna.
Per risolvere la questione possono bastare i codici di autoregolamentazione
suggeriti da Gardini a giornalisti, editori
e imprese radiotelevisive oppure sono
necessarie norme specifiche sulla materia? Per quanto riguarda la categoria dei
giornalisti ci sono già codici e carte
deontologiche chiare e l’Ordine è
impegnato a farle rispettare, anche ai
direttori.
Mentre per gli editori e per i politici
forse qualche regola più esplicita sarebbe auspicabile.
Perché questa informazione poco limpida finisce per danneggiare la professione giornalistica, ma soprattutto è poco
rispettosa del cittadino.
E oggi, che agli strumenti tradizionali di
comunicazione si aggiunge anche la
Rete (dove i politici hanno un filo diretto con la gente), è ancora più importante
quel ruolo di mediazione distante dagli
interessi della politica e dalle compromissioni del mercato editoriale.
Argia Granini
speciale
il prezzo
dell’informazione
uN DIbATTITO ORGANIZZATO DA FNSI E ASER SuL TEMA
DELLE COMPARSATE DEI POLITICI IN TV
L
e “relazioni pericolose tra giornalismo, pubblicità e propaganda politica” sono state al centro
di un dibattito aperto al pubblico che si è svolto all’Hotel Europa di Bologna. Un incontro dal titolo
amaro-ironico (Il prezzo dell’informazione), organizzato da Fnsi e Aser «per
mettere a confronto i soggetti interessati
e rispondere alle domande dei cittadini
dopo lo scandalo delle interviste televisive a pagamento». Una vicenda «che ha
scosso la categoria dei giornalisti mettendone in discussione la correttezza deontologica» ma che ha sollevato pure molti
dubbi rispetto alla buona fede dei politici, alla trasparenza degli editori e all’efficacia della normativa vigente in materia.
Oltre alla Fnsi, rappresentata dal segretario generale Franco Siddi e dal presidente Roberto Natale, sono intervenuti il
presidente del Corecom Emilia-Romagna Gianluca Gardini, il coordinatore
nazionale dei Corecom Filippo Lucci, il
presidente dell’Ordine Giornalisti Emilia-Romagna Gerardo Bombonato. E in
rappresentanza degli editori televisivi:
Fabrizio Berrini per Aeranti-Corallo e
Rosario Alfredo Donato per Frt.
Ha coordinato i lavori il presidente
dell’Aser Serena Bersani, che riferendosi al titolo del convegno ha puntualizzato: «è un ossimoro perché l’informazione è uno di quei beni che non hanno
prezzo e dunque non dovrebbe in alcun
modo essere oggetto di mercimonio». Ha
pure ricordato che l’esigenza di questo
incontro è nata dopo l’inchiesta di Repubblica dell’agosto scorso sulle ospitate
a pagamento dei politici in trasmissioni
di carattere giornalistico.
«Quello di cui parliamo oggi è un prezzo
vile, che disonora la categoria e la squalifica. Se verranno provate le responsabilità dei giornalisti, questi saranno puniti e
sanzionati. La commistione fra informa-
il tavolo dei relatori
Un momento del convegno
zione e pubblicità non fa parte di questo
mestiere. In questa occasione, avrei preferito parlare del prezzo pagato da colleghi che si occupano di guerra e di mafia.
O dei precari che per gli editori hanno un
prezzo irrisorio». Con queste parole ha
esordito Gerardo Bombonato. Sull’inchiesta che l’Ordine ha aperto il 24 agosto scorso e sui procedimenti all’esame
del Consiglio regionale ha precisato di
non poter per il momento fare rivelazioni. «Siamo stati tirati per la giacca in
molti modi - ha detto - con una richiesta
di giustizialismo fuori luogo. È superfluo
ricordare che il diritto alla difesa deve
essere garantito a tutti. Mentana chiedeva
la sospensione dei colleghi coinvolti nella vicenda, ma l’Ordine deve rispettare
tempi e modi fissati dalla legge. L’ambizione di questo consiglio è di “riuscire a
moralizzare, senza fare i moralisti”. Ci
auguriamo che questo “scandalo”, serva
a fare chiarezza e un po’ di pulizia, non
solo nella nostra regione ma a livello
nazionale». Ha sottolineato che, comunque, non è solo un problema deontologico dei giornalisti: il sistema è marcio e
dunque è una questione etica che riguarda anche politici, direttori ed editori.
«C’è un rapporto insano fra giornalisti e
politica, ma non vorrei che alla fine a
pagare fosse solo la nostra categoria perché ha un codice deontologico». Questa
la sintesi del presidente che ha rammentato di avere inviato lettere agli editori e a
tutti i capigruppo dell’Assemblea legislativa della Regione per chiedere la documentazione in loro possesso. Finora,
purtroppo, hanno risposto in pochi: «Non
abbiamo il potere ispettivo di una procunovembre 2012 / GIORNALISTI . 7
Informazione e politica
ra dunque la collaborazione di editori e
capigruppo è indispensabile». In conclusione, si è chiesto se la vicenda che coinvolge le tv non riguardi anche la carta
stampata, dove non mancano le commistioni tra informazione e pubblicità. In
fondo, la vera vittima è il telespettatore/lettore che vede leso il suo diritto a
essere informato correttamente.
Per Franco Siddi le questioni deontologiche non sono solo un problema
dell’Ordine ma anche del sindacato,
poiché il lavoro del giornalista deve essere indipendente e professionalmente
libero. «Il giornalista - ha detto - deve
fare il giornalista, non il procacciatore
d’affari. Un’informazione non etica è
una truffa nei confronti del cittadino».
Del resto l’articolo 2 della legge ordinistica e il contratto di categoria richiamano al dovere di promuovere la fiducia
fra stampa e lettore. Occorre riflettere
sulle responsabilità, ma anche sulle regole di questo sistema, che sono saltate,
ha puntualizzato. «Giornalisti ed editori
devono essere lucidi rispetto alla comunicazione politica. Perché si sopravvive
soprattutto con la buona informazione.
E chi fa informazione non deve fare altro». Ha poi auspicato che siano dati
maggiori poteri ai Corecom con regole
più stringenti, anche se questo potrebbe
ridurre il numero delle emittenti: sul
mercato si deve stare con trasparenza e
libertà professionale. Insomma il sistema deve “rigenerarsi” da un punto di
vista etico. Una raccomandazione per i
colleghi: non ci si deve rassegnare ad
accettare tutto “per fame”. Ma anche
per gli editori: i giornalisti non possono
essere utilizzati dalle aziende editoriali
e dalle emittenti per fare numero, per
aumentare i parametri per i contributi. E
ha concluso: «Il giornalista non si adegua al mercato ma all’etica, non si addomestica l’informazione per guadagnare lo stipendio».
Gianluca Gardini ha sottolineato che
questa vicenda ha rilevanza politica, etica
e deontologica, mentre dal punto di vista
giuridico ha un rilievo meno evidente. Si
tratta infatti di una materia che raggruppa una serie di diritti costituzionali (di
impresa, di voto, di partecipazione democratica alla vita pubblica) che si incrociano continuamente e sono regolati da
una normativa imperfetta, che si è “stratificata” male. Nello specifico non c’è
8 . GIORNALISTI / novembre 2012
una norma che impedisca di mandare in
onda messaggi a pagamento. E se non
c’è un divieto di legge, non c’è reato.
L’Agcom afferma che sopravvive un
principio generale che va in senso contrario. «Io non sono del tutto d’accordo
- ha detto Gardini - ma applicherò la
norma con serietà, convinzione e accuratezza. Resto però convinto che questa sia
una materia complessa e scivolosa che
deve fare i conti con molteplici diritti
costituzionali». E sui contributi pubblici
all’emittenza privata? «Se vogliamo
un’informazione pluralista, più testate e
più tv - ha concluso - dobbiamo finanziarle con contributi pubblici, altrimenti
avremmo un monopolio o un duopolio di
Stato. Se le tv locali smettessero di fare
informazione politica, non sarebbe un
bene per nessuno. Certamente i contributi vanno assegnati in maniera corretta e
con giusti criteri».
Il sistema dei Corecom in questi anni ha
fatto un buon lavoro per salvaguardare il
pluralismo dell’informazione consentendo ai cittadini di conoscere la propria realtà territoriale. Questa l’opinione di Filippo Lucci che ha anche ribadito che i
Corecom sono punti di riferimento per
tutta l’informazione, non solo per le
emittenti televisive. Ha annunciato che
da gennaio 2013 verrà monitorata tutta
l’informazione delle emittenti: «I Corecom vogliono dare un loro contributo a
sostegno di chi fa una buona informazione».
Fabrizio Berrini ha espresso disappunto
per come i giornali hanno “massacrato”
per settimane le emittenti locali (anche se
qualcuno ha poi dovuto fare marcia indietro). «È chiaro - ha detto - il rapporto
tra fornitore e fruitore dell’informazione
deve essere trasparente. Bisogna che tutto sia regolarizzato con contratti e negli
spazi informativi non deve entrare la comunicazione politica a pagamento». Comunque, ha difeso il sistema delle televisioni locali: «non credo sia diventato una
sorta di girone infernale e penso sia difficile assegnare contributi pubblici in
base al criterio, opinabile, della buona
informazione». Ha poi ricordato che le tv
locali stanno vivendo un momento di
crisi terribile con cassa integrazione e licenziamenti dei dipendenti perché “non
girano più soldi”. E in riferimento ai
contributi: «non bisogna concentrarsi
solo sulle tv locali (li ricevono anche le
maggiori testate nazionali!), ma prendere
in considerazione tutto il sistema».
Per l’altro rappresentante dell’emittenza
privata, Rosario Alfredo Donato, i criteri con cui vengono assegnati i contributi
pubblici possono essere rivisti. Rispetto
ai fatti accaduti in Emilia-Romagna ha
puntualizzato che nella vicenda sono
coinvolti tre soggetti (giornalisti, editori,
politici) e che tutti hanno responsabilità
etiche. Dopo aver premesso che dei giornalisti si occuperà l’Ordine ed eventualmente la magistratura , si è chiesto se dal
punto di vista legale sia corretto che i
politici utilizzino denaro pubblico per la
comunicazione. «I politici - ha detto hanno obblighi morali e di legge: possono farlo, ma devono renderne conto». E
alle emittenti è vietato prendere soldi per
la comunicazione politica? «Esiste una
normativa incentrata sul principio del
pluralismo. Ma anche sulla trasparenza.
Ed è su questo punto che le emittenti
dovranno rispondere. Siamo totalmente
disponibili a collaborare alle inchieste
che ci saranno».
Le responsabilità della politica passano
sotto silenzio perché i giornalisti non le
raccontano, perché non fanno domande,
non pungolano i politici e contribuiscono
così alla sopravvivenza di un “sistema
marcio”. Questo in sintesi il pensiero di
Roberto Natale che ha lanciato un monito: «in questo clima di sentimenti grossolani corriamo il pericolo di essere tutti
travolti e noi giornalisti rischiamo di
scomparire perché non siamo più credibili». Ha comunque ribadito che occorre
aiutare l’emittenza privata, anche se non
è tollerabile che vadano in onda comunicazioni politiche a pagamento senza che
ciò sia dichiarato. Ha concluso dicendo
che bisogna invece immaginare un diverso assetto della comunicazione, che riprenda la questione dell’emittenza locale
ritagliandole maggior spazio e garantendo ai cittadini più trasparenza. Insomma,
occorre evitare che le tv locali diventino
una gamba fragile del sistema della comunicazione italiana.
Rispondendo a una domanda del pubblico, Natale ha detto: «forse la legge
sull’equo compenso è alle soglie dell’approvazione. Certo, non è la bacchetta
magica, ma contiamo che abbia una funzione di stimolo per gli editori, soprattutto per quelli inclini alla pirateria».
(ag / fs)
speciale
Più forza al diritto
di essere informati
bISOGNA POTENZIARE LA SENSIbILITà DI TuTTI
AFFINChé I CITTADINI RICEVANO uN’INFORMAZIONE CORRETTA
E DISTINTA DAL MESSAGGIO PubbLICITARIO
inTERViSTA A GIANLuCA GARDINI
A
bbiamo approfondito alcune tematiche con il professor Gianluca Gardini, presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni dell’Emilia-Romagna.
(foto Spinelli)
Organismi e meccanismi di controllo
sui rapporti fra media e politica sono
sufficienti e adeguati?
«È una domanda complessa, che richiede
un’analisi delle vicende accadute nella
nostra regione. Intanto, va detto che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove
c’è un ordine dei giornalisti, che esercita
una funzione di controllo deontologico e
disciplinare sugli iscritti con un’azione
capillare e puntuale. È un elemento positivo, uno strumento adeguato perché garantisce il rispetto dei criteri di professionalità dei giornalisti. In questo sistema di
controllo c’è poi la magistratura che - come si è visto - si è prontamente attivata
per quanto riguarda l’uso del denaro
pubblico da parte dei politici. E pure la
Corte dei Conti, che mi sembra un valido
strumento di garanzia per il funzionamento corretto delle istituzioni. Forse rimane un po’ scoperto il versante delle
imprese editoriali, che sono controllate
da un’autorità nazionale, l’Agcom, che si
avvale dei comitati regionali per le comunicazioni, i Corecom, per quanto riguarda l’emittenza locale. Ciò che è
emerso da questa vicenda è che i controlli sono senz’altro efficaci e penetranti,
mentre la normativa attuale - quella in
vigore sulla par condicio - non è del tutto
adeguata per prevenire questo tipo di
comportamenti».
Cosa prevedono le leggi sulla par condicio?
«Sono norme pensate sostanzialmente
novembre 2012 / GIORNALISTI . 9
Informazione e politica
per garantire il pluralismo, un pari trattamento dei soggetti politici da parte dei
media, ma l’insieme delle norme non è
espressamente rivolto a evitare comportamenti di questo genere perché non esiste una esplicita “lista” di ciò che è consentito e ciò che non lo è. Detto in altro
modo: c’è una norma chiara per quanto
riguarda la televisione locale, che consente messaggi politici autogestiti a pagamento, cioè comunicati con la scritta
in sovraimpressione. In questo caso hanno una lunghezza predefinita e il sottopancia che scorre. Nella normativa, secondo me, manca una disposizione che
stabilisca che questa è l’unica forma
consentita di comunicazione politica a
pagamento. È questa la zona d’ombra:
nel silenzio della legge, molte imprese
radiotelevisive hanno iniziato a fare contratti con i politici, più o meno in buona
fede, sapendo che la normativa non è
così stringente. Si è creato un sistema di
gestione degli spazi televisivi con “ospitate” a pagamento anche all’interno di
talk show, dibattiti e, ancor peggio, in
programmi di informazione. Quest’ultimo tipo di ospitate, secondo me, dovrebbe essere assolutamente vietato».
Insomma, il sistema normativo attuale
non è lineare, chiaro e completo.
«Sì, è così. Agcom ha ricavato in via interpretativa - e lo sottolineo - un divieto
d’acquisto di spazi diversi dai messaggi
politici autogestiti concludendo che ogni
altro tipo di trasmissione (a maggior ragione l’informazione) non può essere
acquistato. È un principio che mi vede
assolutamente d’accordo, in linea generale e da un punto di vista valoriale, resta
però il problema che si tratta di un’interpretazione, non di una norma. Agcom
l’ha desunta da un principio generale
10 . GIORNALISTI / novembre 2012
contenuto nell’articolo 11-quater della
Legge 28/2000 sulla par condicio. L’articolo stabilisce che le emittenti radiofoniche e televisive locali devono garantire il
pluralismo, attraverso la parità di trattamento, l’obiettività, l’imparzialità e
l’equità sia nei programmi di informazione che in quelli di comunicazione
politica. È certamente un principio importante, assolutamente condivisibile,
ma ciò che mi lascia perplesso è la possibilità di ricavare da una norma generale
un divieto così puntuale e specifico».
Allora, i dubbi restano?
«Il parere di Agcom è che, alla luce del
quadro normativo vigente, l’unica forma
possibile di comunicazione politica a titolo oneroso sulle emittenti locali è rappresentata dai messaggi politici autogestiti. Questa è l’interpretazione che dà
Agcom per tutto il territorio nazionale e
quindi per noi Corecom è la regola, un
criterio che applicheremo in modo uniforme con grande scrupolo e rigore. In
Emilia-Romagna stiamo già facendo
un’istruttoria capillare su tutte le principali radiotelevisioni locali. Tutto ciò che
non è messaggio politico autogestito e
che è oggetto di “mercimonio” lo segnaleremo ad Agcom, che valuterà se sanzionare».
Dunque, questa è la situazione.
«Sì, però non significa che la normativa
sia perfetta e del tutto limpida. Come ho
sottolineato anche nell’incontro Il prezzo
dell’informazione - proprio perché si
tratta di materie sul cui sfondo scorrono
libertà e diritti costituzionali, sarebbe più
opportuno che ci fosse una legge chiara
che dicesse esattamente cosa si può e
cosa non si può fare, e non che tutto resti
affidato a un’autorità indipendente che,
per quanto qualificata, fornisce pur sempre un’interpretazione. Questo non vuol
dire che io non sia d’accordo in linea di
principio con quanto afferma l’Agcom,
cioè da un punto di vista etico è sbagliatissimo pagare per le interviste. Dovrebbe essere bandita qualsiasi forma di pagamento per l’informazione, però vorrei
che fosse chiaro che sto separando il
piano etico da quello normativo. Il ragionamento giuridico, lo ribadisco, non mi
permette di individuare chiaramente una
norma esplicita che indichi cosa è vietato».
Il cittadino ha gli strumenti giusti per
capire che cosa sta guardando?
«Per la fumosità della norma ma anche
per il comportamento non sempre chiarissimo dei giornalisti e delle radiotelevisioni, il cittadino spesso non è in condizione di sapere esattamente se l’informazione o il programma che sta vedendo sia
stato liberamente realizzato dalla redazione giornalistica o sia stato pagato. Il
vero problema è tutelare il cittadino. Per
questo dicevo che la norma utilizzata
(quella sulla par condicio) non è perfettamente calzante con questa finalità. Questa vicenda ha fatto emergere la scarsa
trasparenza nel rapporto tra media e cittadini. Allora, se il problema è garantire
il diritto a essere correttamente informati, in modo obiettivo, imparziale, trasparente, professionale, bisogna che tutti gli
organismi di controllo facciano bene il
loro lavoro. E mi pare che lo stiano facendo».
Cosa si può fare per migliorare la situazione?
«Credo sia necessario intervenire con
qualche norma in più che specifichi meglio cosa è vietato e cosa è consentito
(anche se queste regole devono avere una
solida legittimazione democratica). Non
c’è nulla di peggio che la vaghezza in
campo giuridico e normativo, perché è
all’interno dei coni d’ombra che agiscono i più spregiudicati. Nel fare questa
affermazione sono combattuto, perché
ho sempre pensato che meno regole vengono scritte, tanto più libera è la stampa
e la manifestazione del pensiero. Mettere
norme troppo pesanti sulla libertà di
stampa significa inevitabilmente comprimerla. Sarebbe preferibile che giornalisti, imprese radiotelevisive ed editori si
dotassero di codici di autoregolamentazione, perché in un settore come questo,
costellato di libertà fondamentali, è meglio che siano gli stessi protagonisti a
fare un gesto di self restraint».
Per proteggere meglio il cittadino si
dovrebbe riscrivere l’articolo 21 della
Costituzione?
«L’articolo 21 va bene così, però bisognerebbe aumentare il grado di sensibilità rispetto al diritto di essere informati (il
risvolto passivo dell’articolo 21), che
non è certamente inferiore al diritto attivo di informare. Questa vicenda ha messo ben in evidenza il problema: qui è il
cittadino a non essere stato informato
correttamente».
Franca Silvestri
speciale
Ecologia ed etica
della comunicazione
TuTTI DEVONO VIGILARE: GIORNALISTI, POLITICI
E CITTADINI. E SERVE uNO “SCIENZIATO POLITICO”
ChE FACCIA CAPIRE LE CONSEGuENZE
DELLE DIVERSE SCELTE DI GOVERNO
I
inTERViSTA A CRIStIAN VACCARI
l professor Cristian Vaccari, esperto
di comunicazione politica, analizza
gli aspetti storici e attuali del rapporto tra media e politica.
Un corso istituzionale e un seminario
dedicati al rapporto tra mass media e
politica, o meglio, tra informazione
giornalistica e comunicazione politica.
È una relazione da sempre di interesse
per il suo corso di laurea oppure oggi
l’esigenza di approfondire questo argomento è più stringente?
«L’interesse c’è sempre stato. Da decenni
ormai la politica ha bisogno dei mass
media per comunicare. E i cittadini hanno bisogno dei mass media per sapere
cosa fa la politica. Ma, anche per effetto
Marco Pannella
delle nuove tecnologie, questa relazione
sta cambiando costantemente. Ed è per
questo che va tenuta sotto costante osservazione».
Non pensa che il rapporto fra giornalismo e politica sia diventato troppo
stretto?
«Che il rapporto tra giornalismo e politica sia molto stretto gli studiosi lo dicono
da decenni. I giornali italiani non hanno
mai avuto un pubblico di massa (come
invece accade in altri paesi europei) di
conseguenza si rivolgevano soprattutto
alle elite politiche e non facevano profitti ma perdite. Gli unici che avevano interesse a stamparli erano i partiti politici
(dalla seconda metà del ‘900, ma anche
prima, durante la grande stagione della
stampa di partito). Gli altri soggetti che
avevano interesse a stampare giornali
erano imprenditori o gruppi imprenditoriali che volevano utilizzare la stampa
come strumento di pressione sulla politica. Quindi, da subito, il giornalismo italiano nasce con una forte relazione con la
politica. Relazione che continua nell’era
televisiva».
A partire dalla Rai?
«Essendo gestita dai partiti attraverso la
lottizzazione, la Rai diventa il canale con
cui i partiti comunicano con gli elettori.
Prima soltanto la Democrazia Cristiana
poi anche gli altri partiti maggiori acquisiscono potere dentro la tv di Stato. La
Rai non funziona come la Bbc in Inghilterra, cioè non è indipendente ma è colonizzata dai partiti: è sotto gli occhi di
tutti da diversi decenni. Il passaggio ulteriore è quello dell’entrata in politica del
maggior imprenditore della tv italiana:
da quel momento anche le reti commerciali, che avevano sempre pensato ad
aggiungere audience e fare ascolti per la
pubblicità, si politicizzano. Ma, ribadisco, questo fenomeno di intreccio fra
media e politica non è assolutamente una
novità e ha radici molto forti nel nostro
paese».
Ma si è ulteriormente deteriorato, pare di capire.
«Diciamo che a ogni evoluzione nel sistema dei media è seguito un adattamento di questa logica, per cui la politica e i
media si sono intrecciati ulteriormente
rispetto a quanto già succedeva prima».
Nel libro La politica online. Internet,
partiti e cittadini nelle democrazie occidentali lei parla di comunicazione politica senza mediazione e di un rapporto diretto fra cittadino e politico. Crede
novembre 2012 / GIORNALISTI . 11
Informazione e politica
che con web e social network si potrà
in futuro fare a meno della figura del
giornalista?
«Credo di no. Penso che la funzione del
giornalismo sia fondamentale. Soprattutto adesso che ci sono così tante fonti di
informazione è indispensabile una funzione di selezione che ci aiuti a capire
cosa è importante, a districarci in questa
marea di notizie. In secondo luogo (e qui
forse il giornalismo italiano ha un po’ di
strada da fare, di terreno da recuperare)
deve avere un ruolo “di arbitrato” su ciò
che è vero e ciò che non lo è. Oggi siamo
di fronte a informazioni contraddittorie
anche su questioni di grande rilevanza e
avremmo bisogno di qualcuno che facesse il lavoro della verifica dei fatti: questo
è uno dei grandi compiti del giornalismo».
E proprio a questo proposito le chiedo:
secondo lei il politologo esiste ancora
oggi? Il politologo inteso come lo studioso che possa divulgare sui media
un’interpretazione della politica.
«Certamente, tra l’altro in Italia è una
figura che ha una storia autorevole e di
cui c’è ancora tantissimo bisogno. Faccio
un esempio: nel dibattito eterno sulla
legge elettorale si leggono una serie di
inesattezze molto gravi sulle quali c’è
Bettino Craxi
Achille ochetto
12 . GIORNALISTI / novembre 2012
bisogno di fare chiarezza. Spesso i politici cercano di manipolare l’opinione pubblica sostenendo che un certo sistema
elettorale porterà a un determinato risultato mentre in realtà la loro intenzione è
quella di conquistare un vantaggio per il
loro schieramento politico. Sotto questo
profilo lo “scienziato-politico” ha un
compito molto importante: utilizzare la
ricerca e la scienza per far capire quali
saranno le conseguenze delle diverse
scelte e indicare quale sia il sistema elettorale migliore per il nostro paese. Inoltre
penso che ci sia un grande bisogno di
interpretare una realtà politica che sta
cambiando molto profondamente sul
piano del rapporto fra stati nazionali,
mercato e entità sovranazionali. Assistiamo a una situazione nella quale le
decisioni del governo nazionale sono
fortemente condizionate dall’Unione Europea e dai mercati. A cui si sovrappongono tutta una serie di istituzioni come la
Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale e le agenzie di rating.
È molto importante che la società e l’opinione pubblica riflettano su cosa questo
voglia dire per la nostra democrazia . Ma
anche su come la “nuova” democrazia si
debba adattare a questi cambiamenti e su
come la sovranità debba passare sempre
più, dal livello nazionale a quello sovranazionale ma nel contempo rimanere
sovranità. Sono tutti dibattiti da fare. Ma
dobbiamo farli nel modo giusto e soprattutto sapendo a cosa andiamo incontro.
Non per slogan insomma»
A chi spetta oggi il compito di garantire un’informazione corretta al cittadino?
«Alcuni sociologi parlano di un’ecologia della comunicazione altri di un’etica
della comunicazione. In ogni caso riguarda tutti. Da un lato ci sono i politici
che se mentono, se manipolano l’opinione pubblica, se si comportano in
maniera scorretta nei confronti dei giornalisti possono avere un vantaggio immediato ma alla lunga creano un danno
al sistema in cui operano: segano il ramo su cui sono seduti. Se i politici si
abituano a dire cose che non pensano
soltanto per vedere l’effetto che fa sui
media per poi, magari, ritrattare è chiaro che è la loro credibilità a essere danneggiata. I giornalisti sono chiamati
anche loro a fare un grande sforzo di
professionalità. E soprattutto a recuperare quella funzione di cui parlavo prima: distinguere il vero dal falso. Non è
facile, ma è una delle missioni della
professione che a volte si perde, non
tanto nella malafede ma soprattutto a
causa del ritmo di lavoro che è diventato
molto frenetico».
Oltre che frenetico, pochissimo pagato.
«Esatto, poi c’è un problema economico
molto serio a fronte di un lavoro sempre
più complesso. Il terzo soggetto sono i
cittadini che devono essere consapevoli
che è anche compito loro tenere “alla
briglia” politici e media rifiutandosi di
credere a quelle testate che non forniscono un’informazione corretta o a quei
politici che non si comportano onestamente».
Insomma un compito di tutti.
«Si, però il giornalista ha il compito più
importante: quello cioè di arbitrare la
partita, di definire il perimetro entro cui
si possono dire le cose. Può anche valere
la pena riferire una falsità ma occorre
dire che è, appunto, una falsità. Non bisogna lasciare quella dichiarazione, quella notizia, da sola come se fosse automaticamente chiaro al cittadino che si riporta una notizia non vera».
Argia Granini
speciale
Ma il telecomando
chi lo manovra?
SE I TELESPETTATORI CAMbIASSERO CANALE quANDO VEDONO
I POLITICI, IL NuMERO DELLE LORO APPARIZIONI SI RIDuRREbbE
inTERViSTA A ANGELO PANEBIANCO
S
ui complessi legami fra
media e politica abbiamo
sentito Angelo Panebianco,
politologo esperto di analisi politica sul Corriere
della sera.
(foto Spinelli)
Gli episodi delle cosiddette “comparsate” dei politici in tv hanno mostrato
che, pur di apparire sui media, i politici sono disposti anche a pagare. Non
bastava vederli nei talk show e nelle
trasmissioni di intrattenimento, ora si
comprano persino gli spazi informativi. Perché hanno questa necessità di
entrare quotidianamente nella vita
della gente?
«Non sono così sicuro che i politici che
pagano siano gli stessi che stanno nei talk
show. Credo che siano quelli che non
vengono invitati, altrimenti non avrebbero bisogno di pagare. Questo significa
che c’è una gerarchia tra i politici: quelli
che vanno nei talk show e quelli che non
ci vanno e si devono arrangiare, per
quanto si vede, in questa maniera. Ovunque i politici devono apparire sui mezzi
di comunicazione perché è l’unico modo
che hanno per entrare in contatto con il
pubblico. Adesso ci sono i nuovi mezzi:
la Rete e i vari strumenti che la Rete
mette a disposizione. Alcuni di loro, i più
bravi, li utilizzano. È inevitabile che debbano apparire. Che poi questo piaccia o
meno dipende dal fatto che ci sono fasi in
cui la politica genera profonda insofferenza in ampi settori del pubblico. Oggi,
l’apparizione del politico è vissuta con
fastidio perché siamo in un momento in
cui c’è un forte rigetto per la politica. È
possibile che in altre fasi la cosa cambi».
Un tempo i politici riservavano la loro
presenza e l’esposizione dei programnovembre 2012 / GIORNALISTI . 13
Informazione e politica
mi alle tribune elettorali, ora invece
sembra di vivere in un perenne clima
elettorale. Questo continuo supporto
mediatico serve a raccogliere consensi
fra i cittadini oppure a creare (se non
a distruggere) alleanze fra gli schieramenti?
«Serve soprattutto a dare visibilità al
politico all’interno della classe politica.
L’impatto sull’elettorato è sempre incerto. Normalmente i politici di professione
hanno altri modi per entrare in contatto
con i loro elettori. Il supporto mediatico
serve fondamentalmente per raggiungere un pubblico generico, al quale non
potrebbero arrivare con altri strumenti. E
poi dipende dal politico, dalle sue caratteristiche, da quello che dice e non dice:
non sono tutti uguali, i loro messaggi
non hanno lo stesso impatto né creano
necessariamente lo stesso disgusto. Non
si può fare di ogni erba una fascio: alcuni sono dei mestieranti, altri no, o non
danno questa impressione. Quindi, l’impatto sul pubblico è differente».
Complessivamente si ha la sensazione
di assistere a una deriva politico-mediatica. In che misura è responsabilità
dei giornalisti?
«In Italia esiste un rapporto molto stretto
tra media e politica. È un legame antico,
che fa parte della nostra storia. Un tempo c’era fra i giornali e la politica, ora si
è trasferito sulle televisioni. Nei paesi
meno politicizzati c’è in misura minore
questo aspetto. Il nostro è un paese estremamente politicizzato, anche nelle fasi
di disgusto per la politica (che poi è
un’altra forma di politicizzazione) e
quindi c’è una fortissima presenza dei
politici sui media. Ma i mezzi di comunicazione rispondono alle esigenze del
pubblico. Se i telespettatori cambiassero
canale appena vedono i politici, il numero delle loro apparizioni si ridurrebbe.
Mi sembra evidente. Sarebbe un suicidio
mettere i politici in televisione con crolli
drammatici dell’audience. Quindi, se
continuano ad apparire in tv, significa
che questi crolli non ci sono».
E la Rete, quali opportunità offre alla
politica?
«La Rete è molto diversa e consente ai
politici più abili, che spesso sono anche
i più giovani, di curare un rapporto con i
frequentatori del Web, cioè con fasce
abbastanza giovani e relativamente istruite di pubblico. Però utilizzare la Rete è
14 . GIORNALISTI / novembre 2012
cosa diversa dal mandare messaggi generici in televisione: richiede più competenza o, quanto meno, una maggiore
capacità di mettersi in sintonia con un
pubblico tendenzialmente giovane e mediamente più istruito di quello che guarda la televisione».
Anche perché nella Rete non c’è la
mediazione giornalistica, c’è un contatto diretto.
«Appunto, c’è un contatto immediato,
che richiede molta abilità da parte del
politico o quanto meno del suo staff. Per
utilizzare la Rete occorrono competenze
specifiche. Comunque, bisogna tenere
presente che non c’è la mediazione dei
giornalisti, ma c’è quella di addetti alla
comunicazione dello staff del politico.
Qualche professionista dell’informazione che media c’è sempre».
Esiste ancora la figura del politologo?
«La parola politologo ha molti significati. Io sono un politologo di professione e
un politologo accademico e in più scrivo
su un giornale. Il pubblico mi riconosce
come politologo perché scrivo su un
quotidiano, ma in realtà lo sono perché
faccio un lavoro accademico di ricerca,
che ovviamente la gente non conosce
perché è un’attività per addetti ai lavori.
Il politologo è come il sociologo o lo
psicologo: è un tale che fa un lavoro
specialistico. Qui però si crea confusione perché ci sono politologi di professione come me che fanno anche gli analisti
sui giornali, esattamente come quei giornalisti che non sono politologi ma fanno
analisi politica. Quindi, è un termine che
crea confusione».
Le due figure che lei ha distinto compiono un’azione differente, con una
diversa competenza.
«Certo, sono figure molto diverse. Il
politologo che scrive su un giornale sta
facendo esattamente quello che fa uno
psicologo che tiene una rubrica sulla
carta stampata. È la stessa cosa. Però
quando fa commento politico deve adattarsi alle regole del mezzo, deve semplificare al massimo il messaggio per essere leggibile: deve fare l’analista politico,
più che il politologo. Ecco perché, come
dicevo, la parola politologo è ambigua
ed è meglio eliminarla. Io faccio due
mestieri: il politologo accademico e
l’analista politico su un giornale. Nel
ruolo di analista devo tener conto che mi
rivolgo a un grande pubblico e quindi
devo semplificare il linguaggio, cioè
devo rispettare le regole del mezzo su
cui sto scrivendo, altrimenti divento incomprensibile».
Ma le analisi politiche condotte sui
giornali o sugli altri mezzi di comunicazione sono ancora efficaci come
strumento di orientamento del pubblico?
«Non lo so. Penso che in prospettiva non
possa finire il ruolo dell’esperto, perché
soprattutto la Rete - che diventa sempre
più protagonista - mette in giro qualunque cosa. E allora occorrono dei “marchi
di qualità”, cioè dei contenitori in grado
di segnalare che chi scrive è un esperto,
non un opinionista improvvisato. Secondo me, una parte ampia della gente raccoglierà le informazioni dove e come
capita affidandosi ai mille commenti che
appaiono in Rete. Ma ci sarà anche un
pubblico più selezionato, che vuole avere
delle garanzie sulla fonte del commento.
Credo che questo resterà, però per pubblici molto selezionati, molto ristretti».
Alla fine chi ci rimette è il cittadinofruitore. Anche alla luce delle recenti
vicende di malcostume televisivo,
spesso ci si chiede chi dovrebbe tutelarlo. Il politologo può dare un contributo in questo senso?
«La tutela del cittadino è affidata agli
organi di controllo e a leggi fatte bene,
perché se non ci sono quelle non si fa
niente. Il politologo (o l’analista politico
o chi commenta le vicende) fa una cosa
molto più modesta, anche se essenziale:
offre un’opinione informata e abbastanza solida che può servire al cittadino per
orientarsi. Naturalmente il cittadino-lettore ne fa quello che vuole. Nei regimi
autoritari non esiste l’opinione pubblica
perché c’è una sola fonte di informazione, compatta e coerente. Sorge invece
dove c’è dibattito tra le opinioni, dove il
cittadino-lettore può vedere opinioni diverse a confronto e quindi farsi una sua
idea su come stanno le cose. E questo
confronto tra opinioni diverse il cittadino lo trova sui mezzi di comunicazione.
Si spera e si suppone che chi offre analisi e commenti abbia anche una solida
competenza per farlo. Non è sempre
vero e comunque è il mercato dell’opinione che decide chi ha un po’ di seguito
e chi non ce l’ha».
Franca Silvestri
speciale
La politica
nei palinsesti
È
TRA LA FINE DEGLI ANNI ‘50
E L’INIZIO DEI ‘60 I POLITICI SCOPRONO
L’IMPORTANZA DI APPARIRE
dalla fine degli anni ’50 che la
politica è presente nei palinsesti: Oggi al Parlamento approda sul piccolo schermo nel
1959. È curato, come la versione radiofonica in onda dal ‘46, dal giornalista bolognese Jader Jacobelli. Alla
fine del 1960 arriva Tribuna Elettorale
ma anche il Messaggio del Presidente
della Repubblica agli italiani per il nuovo anno che, dopo undici passaggi alla
radio, con Giovanni Gronchi unisce alle
parole le immagini. Nel 1961 comincia
Tribuna Politica, curata e moderata da un
altro giornalista bolognese, Giorgio Vecchietti. In seguito né la politica né la televisione saranno più le stesse. Forse è vero, come sottolinea Davide Camera, che
i politici “non erano abituati all’occhio
della telecamera” e il cosiddetto “telepanico” rischiava talvolta di colpire anche
loro. Ma accanto ai più intimiditi o involuti (celebre il lessico criptico di Aldo
Moro, che sarà oggetto di uno studio
linguistico di Pier Paolo Pasolini), emergono leader al cui carisma contribuisco-
Bontà loro di Maurizio Costanzo
no la telegenia e la dialettica. Gli anni ’70
vedono la crisi della televisione e dei
partiti, ma anche la nascita di un’alternativa televisiva (le tv private) e politica (i
movimenti extraparlamentari).
Nel 1975 con la Riforma Rai si tenta di
svecchiare il linguaggio televisivo. Il
personale diventa politico: per la prima
volta, un presidente del consiglio (Giulio
Andreotti) partecipa a una trasmissione
parlando della sua vita privata e il ministro Tina Anselmi deve raccontare come
mai non si sia sposata. Accade a Bontà
Loro di Maurizio Costanzo, “scompaginando confini fino ad allora nettissimi”,
come ricorda Aldo Grasso. I politici iniziano a misurarsi con interviste più spettacolari, spregiudicate e politicamente
scorrette, come succede ad esempio nella
rubrica del Tg2 non a caso chiamata
Ring. E soprattutto, negli anni ’80, a Mixer di Minoli, nei cui faccia a faccia le
elezioni si vincono anche con le smorfie
di un viso ingigantito sullo sfondo. Il
consenso si incrementa con la spettacolarizzazione e le performance: Pannella, a
Enzo Tortora
Tribuna Referendaria del 1978, tiene la
scena per venticinque interminabili minuti in silenzio, legato e imbavagliato. La
metamorfosi è in atto, i politici, da ingenui ospiti degli esperti della tv, diventano
a loro volta consapevoli fruitori, superando i generi come a Cipria di Enzo Tortora, dove si mettono a cantare nella rubrica “Le tonsille del Palazzo”.
Gli anni ’90 segnano un ulteriore passo
nell’informalità: tra le ceneri di Tangentopoli e di un giornalismo televisivo che
ha i partiti come editori, i politici fanno
notizia se si misurano con la satira, apparendo everyman. Capita così che un presidente della Repubblica, carica istituzionale solitamente non intervistabile, si
faccia fermare per caso da un comico
(succede a Cossiga con Chiambretti) e
che molti altri politici vengano fermati
dagli inviati delle Iene o di Striscia la
notizia: i più spaesati reagiscono con
rabbia, i più accorti cavalcano quelle occasioni di visibilità per raggiungere nuovi elettori.
Nel 1994 la candidatura di Berlusconi, il
maggior editore televisivo (avvenuta non
a caso con un videomessaggio spedito
alle redazioni dei notiziari) e il passaggio
al sistema maggioritario, segnano lo
spartiacque per il racconto televisivo
della politica. Così il bipolarismo in televisione si traduce in due file di poltrone
messe una di fronte all’altra, a rappresentare i due opposti schieramenti, e al rapporto sempre più intrecciato tra politica e
rappresentazione televisiva si risponde
aumentando le trasmissioni della “scienza di governo”, che da nicchia di approfondimento diventano fenomeni di massa
(e ascolti). I politici per farsi notare (e
votare) adottano linguaggi incandescenti
in trasmissioni che diventano evento come quelle di Santoro; gli avversari sono
nemici e spesso lo sono gli stessi giornanovembre 2012 / GIORNALISTI . 15
Informazione e politica
listi, che siano Giuliano Ferrara e la sua
Istruttoria o Gad Lerner con Pinocchio.
Ci si avvia alla fase clou della spettacolarizzazione: i politici vanno a cucinare a
Porta a Porta e a prendersi torte in faccia
al Bagaglino (per poi, magari, scappare
dalle telecamere di Report di Milena
Gabanelli).
Col nuovo secolo, le trasmissioni politiche sono presenti tutti i giorni, dalla
mattina fino a notte fonda «un’anomalia
assolutamente italiana che non esiste né
in Europa, né nel mondo» ha affermato
il giornalista Massimo Bernardini. Le
dichiarazioni dei politici, talvolta rilasciate davanti a una telecamera a Montecitorio (senza neanche un intervistatore giornalista) ai tecnici e cameramen
dei tg, affrontano qualsiasi argomento,
dagli interni agli esteri, dallo spettacolo
allo sport. E non mancano i gesti plateali come gli abbandoni in trasmissione e
le telefonate in diretta. Non si disdegnano neppure le ospitate da Crozza e al
Festival di Sanremo, e mentre si fa notizia in trasmissioni di giornalismo satiri- Una tribuna elettorale del 2011
co in radiovisione
(Un giorno da peA tutti noi è capitato di passare
cora) si avanza dimomenti difficili, anche dal punto
ritto di replica nei
di vista economico, come sta passando
varietà (Vieni via
l’italia: uno non ci dorme la notte,
con me).
si ingegna per uscire fuori dalla
Ma con il nuovo
decennio Internet
situazione, e questi non trovano niente
scompagina
le
di meglio che andare sempre
campagne elettorain televisione (Aldo Grasso)
Umberto Bossi
li: facebook diventa luogo di propaganda mentre siti e weblog sono utilizzati sempre più dagli uffici stampa dei politici. Ma è twitter il social network con
cui comunicano maggiormente, senza
mediazioni, utilizzandolo come una sorta
AVVERTENZE 1) I telespettatori ai quali vi rivolgete sono sempre,
in maggioranza, elettori di altri partiti o indifferenti.
di Ansa personale. Il linguaggio televisiE CONSIGLI
vo va oltre la televisione come mezzo e si
SEMISERI 2) Alla tv non parlate a centinaia di migliaia di persone
ma a tante singole persone.
trasforma in propaganda personale su
PER I
Internet, web tv e varianti di youtube.
POLITICI 3) Alla tv non si può dire tutto e non più di una - due
cose per volta.
Come già accaduto in passato per il ParIN TV
4) Moderate i toni e i gesti perché la tv
tito Radicale e Lega Nord, oggi i moviè un amplificatore. Enfatizza tutto.
menti che polemizzano con la televisio5) La televisione non è un balcone, né un podio,
ne, cercando di restarne fuori o ai marginé una cattedra, parlate al telespettatore come
ni, ottengono un altro tipo di visibilità e
al vostro migliore amico.
popolarità, come è il caso del Movimen6) Se si sorride sempre si svaluta il sorriso.
to 5 stelle organizzato da Beppe Grillo. Il
7) Se si è sempre cupi non si dimostra serietà
web ha aumentato le potenzialità dei
ma preoccupazione.
politici facendoli diventare ovunque rag8) Non ci si deve arrabbiare o alzare la voce. Si danno
giungibili.
Un “ventalogo”
Daniel Agami
16 . GIORNALISTI / novembre 2012
speciale
La dubbia credibilità
dei giornalisti
uN CONVEGNO DELL’uCSI Su VERITà E MENZOGNA
D
a sempre le notizie si confondono con le opinioni, ma non è raro
il caso in cui ciò che è venduto
per notizia equivalga a una menzogna.
«Ma la menzogna - chiarisce Stefano
Caracciolo, ordinario di psicologia clinica all’Università di Ferrara, nella
bella Sala Farnese di Bologna - non è
un errore, né una finzione, è legata
all’intenzione di ingannare, cioè di
scrivere e dire una cosa che è completamente falsa». Mentre per il teologo
domenicano, Padre Giuseppe Barzaghi: «La menzogna è il modo in cui la
nostra mente cerca di aggiustare a proprio vantaggio la realtà. E se la menzogna è una falsificazione, madre della
menzogna è l’invidia e madre dell’invidia è la superbia». Del resto anche
sulla Bibbia è scritto che “ne uccide
più la lingua della spada”. Il tema della
menzogna è dunque antico come l’uomo, ma la moltiplicazione degli strumenti di comunicazione ne fa oggi
un’arma di distruzione potentissima,
poiché ne amplifica enormemente l’effetto come è stato anche ricordato al
convegno Verità e menzogna. Esistono
9)
10)
11)
12)
13)
14)
ancora i fatti nel tempo dell’interpretazione?, promosso dall’Unione Cattolica Stampa Italiana.
Per Claudio Santini, direttore della
formazione alla Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, i giornalisti dicono “parzialmente
la verità”. Del resto: «Così è previsto
sia dalla legge dell’Ordine che dalla
Giurisprudenza. Infatti la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti parla di
“verità sostanziale dei fatti” e del “diritto di critica”, mentre la Giurisprudenza da tanto tempo prevede la cosiddetta “verità putativa”». E dunque?
«C’è solo un rimedio - conclude Santini - affidarsi alla lealtà e alla buona
fede del giornalista insieme a una accurata verifica delle fonti». Molte volte
infatti è la fonte stessa a essere interessata a far uscire determinate notizie e
quindi le “confeziona” ad arte, rendendole verosimili anche quando non sono
vere.
Casi di questo tipo abbondano nelle
storia del giornalismo e provocano,
insieme al discredito per la categoria
dei giornalisti, anche una conseguente
punti all’avversario e si dimostra di essere in
difficoltà.
Evitate di utilizzare appunti. Se necessario, fatelo il
meno possibile. Se dovete presentare cifre,
arrotondatele. Se dovete leggere, fatelo senza pudori.
Evitate vestiti a quadrettini. La telecamera non li
legge e si ottiene un brutto effetto di “fibrillazione”.
Evitate di vestire di “bianco” perché in tv “spara”.
Meglio giacca blu, calzoni grigi, camicia azzurra.
Se non siete eccentrici, evitate calzini bianchi o
eccessivamente colorati. Distraggono inutilmente.
Se si è appoggiati a un tavolo, attenzione ai polsini.
Possono provocare l’entrata nel microfono di rumori
sgradevoli.
Guardate sempre nell’obiettivo della telecamera se
siete soli. Quello è l’occhio del pubblico. Ma se
qualcuno vi rivolge una domanda rispondete a lui,
non siate esibizionisti.
emorragia di lettori. Difende la categoria Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa: «Non c’è più
tempo per pensare, per verificare, per
approfondire e - aggiunge - le norme
sono vecchie. Da anni chiediamo un
giurì che garantisca rettifiche e riconoscimenti della verità. Inoltre in Italia quasi sempre le proprietà editoriali
sono riconducibili alla politica o a
grandi soggetti economici con altri
interessi in campo».
Monsignor Ernesto Vecchi, Angelo
Scivoletto, Matteo Billi e il presidente
dell’Ucsi regionale Antonio Farnè,
con accenti diversi, sottolineano l’esigenza di un’etica della comunicazione
al servizio dei cittadini. Poichè solo
attraverso una corretta informazione
può esserci una vera partecipazione
alla vita sociale e politica del Paese.
Ma occorre fare presto. Tanta è la distanza fra il Paese reale e i cittadini. E
il giornalismo italiano, più che al cane
da guardia del Potere, assomiglia troppo al cane da compagnia.
Giorgio tonelli
15) Chi vi dice che alla tv per diventare simpatici bisogna
cantare, ballare e saltare è un vostro nemico.
16) L’efficacia delle risposte è direttamente proporzionale
alla provocazione delle domande. Glissate le domande
compiacenti. Compromettono e soprattutto sono
inutili.
17) Il politico non è un attore e tuttavia un tono troppo
monocorde ammazza anche le più belle idee.
18) Non sforzatevi di camuffare un difetto di pronuncia che
potrebbe funzionare benissimo come elemento
personalizzante.
19) Nell’eventualità, riferitevi esplicitamente ad interventi
precedenti degli avversari. un po’ di polemica garbata
e di competitività servirà a ravvivare l’atmosfera e a
stimolare l’attenzione degli spettatori.
20) Attenzione alla sovraesposizione. Il gradimento
televisivo è infatti inversamente proporzionale al tempo
di esposizione. (gt)
novembre 2012 / GIORNALISTI . 17
G PREMIO ILARIA ALPI
Lucia Annunziata
informazione
musica e teatro
al Premio Alpi
uN’EDIZIONE ALL’INSEGNA DEGLI EVENTI CuLTuRALI
IN COLLAbORAZIONE CON RICCIONE 90
isabella Ragonese legge
il testo de "Lo Schifo" di Stefano Massini
a diciottesima edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi si è chiusa con successo
e con un evento extra. Nonostante la crisi e grazie alla collaborazione con Riccione 90 (progettoevento per i festeggiamenti della ricorrenza per la nascita del comune autonomo), il Premio Alpi ha regalato alla città
uno spettacolo inedito: il cantautore Vinicio Capossela e il giornalista emiliano Alberto Nerazzini per la prima volta
insieme in un reading tra parole e musica
dedicato alla Grecia.
Una serata singolare che ha chiuso l’edizione 2012. «Gli eventi da ricordare sarebbero troppi - ha detto il direttore organizzativo Francesco Cavalli -. Di certo,
anche l’edizione di quest’anno ha confermato che è un appuntamento in cui si
fanno approfondimenti e riflessioni in un
clima di scambio e condivisione». Il Premio, ancora una volta, ha portato tra i
cittadini e i turisti di Riccione le migliori
firme del giornalismo internazionale.
un’edizione di contaminazioni, in cui il
giornalismo più rigoroso si è mescolato
con musica e teatro. E la formula ha funzionato: Isabella Ragonese con la sua
emozionante lettura scenica del testo di
Stefano Massini Lo schifo e l’appuntamento sulla Grecia con Capossela e Nerazzini hanno arricchito il Premio, riuscendo a portare argomenti “alti” a un
pubblico ampio e vario. Importante per la
manifestazione è stato il contributo dei
volontari, che con una cronaca non stop
hanno raccontato il Premio su web e social network.
Questa edizione è rientrata nei festeggiamenti per i novant’anni dell’istituzione
del Comune autonomo. «Ottimo il riscontro di pubblico - ha detto Simone
Bruscia, direttore di Riccione 90 e Riccione Teatro - un pubblico inedito, impegnato, dalla forte consapevolezza critica.
Un’occasione che ha trasformato Riccione in un osservatorio del giornalismo
d’inchiesta e dei grandi temi della politica internazionale». (bb)
L
18 . GIORNALISTI / novembre 2012
L’apertura è stata affidata ai conduttori
di CaterpillarAM (programma di Radio
Due) che ogni mattina propone la sua
rassegna stampa con un taglio decisamente ironico.
Poi ci sono stati gli incontri con Antonio
Ingroia e Saverio Lodato, le interviste di
Andrea Vianello a Lucia Annunziata e
Serena Dandini, le presentazioni dei libri
di Walter Veltroni, Attilio Bolzoni, Paolo
Bolognesi e Roberto Scardova, gli show
di Zoro. E non sono mancati arrivi a
sorpresa come quello della neoconduttrice di CaterpillarAM Natasha Lusenti e
della consigliera Rai Benedetta Tobagi e
le grandi mostre fotografiche di Letizia
Battaglia e Fabio Bucciarelli.
Non sono stati dimenticati i colleghi
scomparsi, come Roberto Morrione e il
giornalista francese Gilles Jacquier. I
dibattiti sulla situazione in Siria, sulla
crisi economica e, naturalmente, sul caso
Alpi-Hrovatin hanno rappresentato importanti momenti di confronto. Ma quella di quest’anno è stata soprattutto
Roberto Morrione
Un concorso
per il giornalismo
d’inchiesta
INTITOLATO A RObERTO MORRIONE: TRE I VINCITORI
DELLA PRIMA EDIZIONE. PRESENTATO IL bANDO 2013
I
l Tabacco che uccide senza fumarlo è
il titolo del progetto vincitore della
prima edizione del Premio per i giornalismo investigativo dedicato a Roberto Morrione. Autore il giovane
giornalista umbro Francesco De Augustinis che ha proposto un’inchiesta sui
veleni utilizzati nella coltivazione del
tabacco. Secondi ex equo i progetti
Mani Pulite 2.0 e Miniere di Stato. Il
primo presentato dalle giornaliste modenesi Felicia Buonomo e Elena Borromeo, riguarda la corruzione in politi-
ca, mentre Miniere di Stato di Saul
Caia e Rosario Sardella tratta del traffico di rifiuti radioattivi provenienti
dalla Sicilia. Dopo il successo di questa prima edizione (oltre 90 progetti e
120 iscritti) il premio si apre ancora di
più agli aspiranti giornalisti. La seconda edizione, presentata in anteprima il
7 ottobre alla Festa di Internazionale a
Ferrara, sarà rivolta ai giovani sotto i
trent’ anni. Il premio Morrione finanzia la realizzazione di progetti di video
inchieste su temi di cronaca rilevanti
per la vita sociale e ha deciso di abbassare, da 35 a 30, l’età dei partecipanti
per dare nuove opportunità di formazione e aiuto alla produzione d’inchieste di giovani giornalisti. Per i tre finalisti il premio vuole essere anche occasione di formazione: saranno infatti
affiancati da un tutor e potranno seguire incontri formativi.
Roberto Morrione è stato uno dei più
brillanti giornalisti di inchiesta. Ha lavorato per la Rai (vicedirettore del Tg1 e
del Tg2, collaboratore del Tg3 dove ha
firmato editoriali e inchieste sulla mafia), ha fondato RaiNews24, è stato
presidente di Libera informazione e per
anni componente della Giuria del Premio Ilaria Alpi. Scomparso l’anno scorso, Morrione ha trascorso la vita lottando per un’ informazione coraggiosa e
pulita, innovativa e sociale. Ha sempre
avuto grande attenzione per la formazione dei giovani.
Il bando del Premio è reperibile sul web:
www.premiorobertomorrione.it. (bb)
novembre 2012 / GIORNALISTI . 19
G PREMIO ILARIA ALPI
Alto il livello qualitativo
IL LAVORO DELLA GIuRIA È STATO DIFFICILE.
PER IL VICEPRESIDENTE LuCA AjROLDI
TuTTI I FINALISTI SAREbbERO STATI DEGNI DI MENZIONE
S
ono di network stranieri e di televisioni locali, di web-tv e di emittenti nazionali, i video che hanno
vinto la diciottesima edizione del Premio Alpi. I vincitori, scelti da una giuria
presieduta da Italo Moretti e composta
dai più famosi giornalisti italiani, sono
stati premiati l’8 settembre scorso al
Palacongressi di Riccione, in una serata
condotta daTiziana Ferrario.
«Elemento comune dei lavori è un esercizio del giornalismo che non ha più
differenze tra emittenti locali, nazionali
e web: è giornalismo punto e basta» ha
detto Luca Ajroldi, una vita alla Rai come inviato di guerra, caporedattore agli
esteri e vicedirettore del Tg2, quindi direttore del tg di Telemontecarlo e della
testata online Il Journal, da sempre nella
giuria del Premio e ora vicepresidente.
«Qualche differenza naturalmente c’è:
nel linguaggio, nelle tecniche di realizzazione visiva, nella costruzione del
racconto. Abbiamo trovato video di alto
livello qualitativo e di grande interesse
giornalistico, il lavoro della giuria è stato
difficile, quasi doloroso, tutti i finalisti
sarebbero stati degni di menzione».
Il premio al miglior servizio da tg va a
Giulio De Gennaro del Tg5, autore di
Caccia ai nazisti video che si conclude
con un’intervista a Werner Bruss, il responsabile dell’eccidio di Sant’Anna di
Stazzema.
Emilio Casalini di Report ha vinto nella
sezione miglior reportage breve (sotto i
quindici minuti) con Spazzatour: il viaggio, andata e ritorno, dei rifiuti tossici
che partono dall’Italia, arrivano in Cina
(dove vengono lavorati e riutilizzati nella
fabbricazione di giocattoli) e infine tornano “nelle mani dei nostri figli”.
C’è la vita di detenuti e agenti all’interno
dei penitenziari italiani in Fratelli e Sorelle. Storie di carcere di Barbara Cupisti. Il documentario, andato in onda
su Rai Tre, è una produzione Clipper
Media in collaborazione con Rai Teche e
Rai Cinema e si è aggiudicato il premio
per il miglior reportage lungo.
Sempre sulle condizioni dei penitenziari
20 . GIORNALISTI / novembre 2012
italiani è anche Il carcere di San Vittore.
Il servizio di Alessandro Hielscher del
Tg2, vincitore del premio Miran Hrovatin riservato ai telecineoperatori, è un
racconto per immagini all’interno del
penitenziario milanese.
Emiliano Bos e Paul Nicol della Radiotelevisione Svizzera si sono aggiudicati
il premio al miglior reportage internazionale. Il loro Mare deserto è una storia
di immigrazione e disperazione: un
gommone alla deriva per 15 giorni e 63
morti nell’indifferenza delle forze Nato
di pattuglia sul Mediterraneo.
La Puglia è protagonista del miglior
servizio di televisioni locali e regionali:
l’autrice, Lucia Portolano della salentina Telerama, in Mesagne e la Scu descrive il rapporto tra la comunità di Mesagne e la sacra corona unita, come la città
ha reagito negli anni e cosa esiste ancora
della Scu dopo le rivelazioni dell'ultimo
pentito.
Per la nuova sezione miglior servizio
delle web-tv vincono a pari merito: Attilio Bolzoni con I nuovi signori di Sabaudia (inchiesta realizzata per Repubblica.it, che racconta le infiltrazioni camorristiche nell’Agro Pontino) e il lavoro di Claudio Papaianni e Andrea Postiglione del sito dell’Espresso dal titolo Il
bacio del padrino: durante la Festa dei
Gigli nel quartiere Barra, i boss arrivano
su una Rolls Royce bianca, in un tripudio di palloncini, musica e applausi.
È invece inedito Kome un palloncino, il
video di Massimiliano Cocozza sull’eroica lotta delle persone affette dalle malattie neoplastiche, che vincendo il premio
IA Doc Rai si guadagna la messa in onda su Doc3 (Rai 3) e su Rainews.
Per il premio della critica, assegnato da
una giuria composta da Paolo Ojetti (Il
Fatto Quotidiano), Riccardo Bocca (l’Espresso), Alessandra Comazzi (La
Stampa), Antonio Dipollina (La Repubblica), Francesco Specchia (Libero), Maurizio Turrioni (Famiglia Cristiana) e Mirella Poggialini (TV Sorrisi e
Canzoni), vincono Alessandro Sortino e
Lorenzo De Giorgi di Piazza Pulita con
Un momento della premiazione
Tiziana Ferrario e i premiati
Schiavi del lavoro, un’inchiesta girata a
Taranto, città divisa tra salute e lavoro,
dove la gente deve scegliere “se morire
di fame o morire di cancro”.
Il Premio Speciale Ilaria Alpi quest’anno è invece andato al giornalista Paul
Moreira, firma di prestigio del giornalismo d’inchiesta in Europa. Nel reportage Toxic Somalia, Moreira ha intervistato i pirati somali (che accusano
l'Occidente di scaricare nelle loro acque rifiuti tossici) e ha documentato
l’aumento di infezioni e malattie (triplicate in 20 anni), seguendo la strada
aperta da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
sul traffico dei rifiuti tossici e ricostruendo i rapporti segreti tra il mondo
degli affari e quello della criminalità.
(bb)
G MEDIA E CARCERE
Un racconto
che non corrisponde
alla realtà
SPESSO L'INFORMAZIONE FORNISCE
uN'IMMAGINE FALSATA DEL CARCERE. LE PAROLE ChIAVE
AL FESTIVAL DEL DIRITTO A PIACENZA
«N
oi giornalisti spesso usiamo stereotipi, non sempre pesiamo le parole:
per questo esiste un Ordine che vigila sulla deontologia professionale, visto
che la regola del buon senso non sempre
funziona». Gerardo Bombonato, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’EmiliaRomagna, introduce così il dibattito La
corretta informazione: una sosta forzata
per condividere alcune parole chiave sulla
pena e sul carcere, che si è svolto lo scorso
29 settembre durante l’ultima edizione del
Festival del Diritto di Piacenza.
Insieme al presidente Bombonato, sono
intervenuti Carla Chiappini, vicepresidente dell’Odg regionale e direttore responsabile della rivista Sosta Forzata (giornale
che dal 2003 esce dal carcere per dialogare
con la città), Brunello Buonocore operatore sociale che lavora da molti anni su progetti a favore di persone in stato di disagio
(soprattutto nelle realtà dei dormitori e
delle carceri) e diversi redattori-detenuti
che hanno raccontato cosa significa per
loro la possibilità di esprimere in prima
persona le emozioni e i pensieri che coltivano nella dura realtà del carcere.
La tavola rotonda voleva stimolare un
confronto sulla correttezza delle parole e
delle informazioni alla ricerca di un modo
più civile per parlare di carcere. «Spesso
basterebbe il rispetto - ha detto Bombonato riferendosi a chi scrive di temi delicati
che attengono ai diritti fondamentali della
persona - ma siccome siamo umani e quindi fallibili, l’Ordine si è dotato di parecchie carte deontologiche che prescrivono
come parlare di minori, immigrati e soggetti deboli. Ma durante i procedimenti
disciplinari ho notato che spesso i colleghi
le ignorano».
Carla Chiappini, che conosce la vita quotidiana dei detenuti perché ogni mercoledì
è con loro a lavorare alla rivista, è consapevole della discrepanza tra come viene
raccontata sui giornali la realtà del carcere
e quello che davvero succede “dentro
quelle mura”. «Devo cercare di non irritarmi - ha affermato - se qualcuno, fuori,
pensa ancora che ozio e televisione siano
una vita decente per i detenuti e non un
lentissimo incubo».
Che obiettivo si pone una redazione che
lavora nel carcere? Carla Chiappini non ha
dubbi: «Dare voce a chi non ce l’ha».
Missione per nulla facile, perché i detenuti devono fare i conti con sentimenti non
semplici da gestire: il senso di colpa e di
fallimento, cui si aggiunge la sensazione
di essere vittime di ingiustizia. «Come può
la legge essere giusta - ha chiesto Livio quando, nelle carceri in cui siamo reclusi
per espiare pene ritenute eque per i nostri
reati, non si rispettano le norme imposte
dall’ordinamento penitenziario e dalla
stessa Europa? Ci si nasconde dietro il
problema del sovraffollamento, delle strutture inadeguate, della carenza del personale di sorveglianza. Credo che ciascuno di
noi potrebbe trovare motivazioni altrettanto efficaci per giustificare i propri reati.
Ma le nostre scuse, nei Tribunali, non val-
gono niente». Ma se lo scopo è quello di
avvicinare virtualmente le persone che
stanno “fuori” per far loro conoscere una
realtà che non viene quasi mai narrata dai
diretti interessati, ciò «non può avvenire
attraverso la mera lagnanza» ha chiarito
Carla Chiappini.
Herald, il redattore “più anziano” di questo
straordinario gruppo di lavoro parla della
sua esperienza come «una speranza, un
obiettivo da pormi per dare un senso alle
lunghe e vuote giornate dietro le sbarre».
Lo scopo che si è posto Herald è quello di
cercare di far comprendere che chi finisce
“dentro” è un uomo come gli altri, forse
più fragile, certamente più sfortunato.
Molto spesso, infatti, chi finisce in carcere
appartiene alle fasce più deboli della società: un licenziamento inaspettato, uno sfratto per morosità, un datore di lavoro che non
ti paga perché tanto sei immigrato (dunque
“ricattato” dal permesso di soggiorno) travolgono l’esistenza e non si riesce a porre
un argine alla discesa agli inferi. Anche il
momento in cui si avvicina la libertà non è
facile, come ha spiegato Halla - prossimo
all’uscita per fine pena e proprio per questo
divorato dall’angoscia - che con occhi spalancati dallo smarrimento racconta: «Dormo poco ultimamente perché sono ossessionato dal pensiero di quello che mi
aspetta fuori, temo che nessuno accetterà di
darmi un lavoro perché sono stato in prigione. Come farò a mangiare e a trovare un
alloggio?». A questa domanda purtroppo,
lo Stato italiano è incapace di dare risposte,
e queste persone rischiano di ricadere nel
crimine per il solo fatto che nessuno è disposto a dare una chance per un’esistenza
nuova e dignitosa.
Valeria tancredi
novembre 2012 / GIORNALISTI . 21
22 . GIORNALISTI / novembre 2012
novembre 2012 / GIORNALISTI . 23
G INIZIATIVE
L’immaginazione:
disponibile e gratuita
uNA RADIO DI GIOVANISSIMI NATA
NEL 2010 A CASTEL GuELFO DI bOLOGNA.
OGGI hA INVIATI IN TuTTA ITALIA
E IN CANTIERE uN PROGETTO DI TEATRO.
«u
n’antenna puntata in alto per ricevere e trasmettere i segnali di
un mondo che verrà». Questo il
motto di Radioimmaginaria, la prima
radio italiana che non si limita a parlare
agli adolescenti, ma gli dà voce. La radio dei giovani per i giovani è nata nel
2010 a Castel Guelfo, in provincia di
Bologna, e va in onda tutti i lunedì sulla
piattaforma Spreaker.com, con un programma interamente pensato e gestito
da ragazzi tra gli undici e i diciassette
anni, che oggi conta oltre 10 mila ascoltatori a puntata. I giovanissimi speaker
che si alternano al microfono di Radioimmaginaria hanno rapidamente conquistato il pubblico di guelfesi, e in
questi anni la radio è cresciuta esponenzialmente: sia come pubblico sia come
redazione. Oggi ha un respiro nazionale, con una ventina di inviati da tutta
Italia, e si è arricchita di una nuova sede
fondata a San Giovanni in Persiceto. Ad
ascoltarla sono soprattutto i giovani, che
ogni giorno interagiscono sui social
network con richieste e commenti sulle
puntate. Ma anche gli adulti si sono rapidamente interessati all’innovativo
progetto che per la prima volta non si
limita a parlare ai giovani, ma lascia
La redazione di radio immaginaria
spazio al loro punto di vista.
«I temi affrontati non sono tanto diversi
da quelli di altri programmi condotti e
gestiti da adulti, perché coprono un po’
tutti gli argomenti trattati da altre radio.
Quello che cambia è il punto di vista, ed
è questo a rendere interessante i programmi anche per gli adulti», spiega
Giulia De Dominicis, giovane ricercatrice ed esperta di radio e comunicazione
che fa parte dello staff di sette adulti,
che aiutano e supportano i ragazzi negli
Una professione in via d’estinzione
S
i è svolto a Roma il 23 ottobre sione sui rapporti che i fotografi hanno
scorso, nelle sale del Consiglio con gli editori e con la linea di comando
Nazionale dell’Ordine dei Giorna- delle redazioni giornalistiche. Problemi
listi, la seconda edizione di Airf Focus, per i quali il presidente nazionale
iniziativa organizzata dall’Associazione dell’Odg Enzo Iacopino aveva già lo
Italiana Reporter Fotografi.
scorso anno manifestato la sua sensibiliAd un anno esatto dal primo incontro
nazionale di Bologna, nel quale ci si era
Elisabetta Villa, presidente FPA
Fotoreporter Professionisti
domandati quale futuro potesse esserci
per la professione, l’appuntamento di Associati, Enzo iacopino, presidente
Roma ha voluto ribadire come, senza nazionale odG e Mario Rebeschini,
presidente Airf. nell'altra foto,
opportune e urgenti tutele per il lavoro
Marco Capovilla, presidente
dei fotografi italiani, quella del fotoreFotografia & informazione e
porter sia ormai una professione in via di
Pasquale Spinelli, consigliere Airf
estinzione.
(foto Michela De Nicola)
Particolarmente accesa è stata la discus24 . GIORNALISTI / novembre 2012
tà, ma che sono purtroppo rimasti insoluti nei fatti.
Il Focus di Roma è comunque riuscito a
fare il punto della situazione e a creare una
nuova unità di intenti tra Airf (associazione nazionale dei fotografi), Fotografia &
La conferenza stampa di presentazione
aspetti organizzativi e burocratici, guidandoli con piccoli suggerimenti e consigli. «Si tratta però di interventi ridotti
al minimo spiega, la filosofia di Radio
immaginaria è dare spazio ai ragazzi, e
non si interviene mai sui contenuti, che
sono sempre il risultato delle loro proposte». Al centro degli interessi dei
cronisti “immaginari” c’è naturalmente
il mondo della scuola e ci sono le loro
passioni: cinema, teatro, musica, sport,
ma anche attualità. A volte l’attenzione
ricade infatti su notizie che li colpiscono, come la ragazza uccisa dalla bomba
esplosa davanti alla scuola nel maggio
scorso a Brindisi, a cui hanno dedicato
una puntata.
Oltre alla programmazione ordinaria, la
radio ha realizzato alcuni speciali, tra
cui uno dedicato alla Notte dei Ricercatori di Bologna, un’intervista a Rita
Borsellino e un’altra, telefonica, con
Eumir Deodato da New York. Si aggiungono poi le rubriche, come “Cattivissi-
Informazione di Milano e Fpa (Fotoreporter Professionisti Associati) di Roma.
Ora il confronto sulla professione torna
nelle strade, negli studi fotografici e nel
lavoro quotidiano, ma è evidente che
serve una nuova determinazione del
ruolo dei fotoreporter nella filiera della
notizia e dell’informazione. Sono intervenuti: Mario Rebeschini, presidente
Airf, Marco Capovilla, presidente Fotografia & Informazione, Elisabetta Villa,
presidente Fpa, Mario De Renzis, fotoreporter e consigliere nazionale Ordine
dei Giornalisti, Alessandro Ruggeri e
Pasquale Spinelli, consiglieri Airf, Enzo
Iacopino, presidente nazionale Ordine
dei Giornalisti. Ha moderato l’incontro
il giornalista Andrea Dal Cero.
mo prof ”, in cui sono stati invitati in
sede alcuni professori per interviste in
diretta con domande serie e meno serie,
come quelle sul loro passato di studenti
(“Avete mai bigiato?”), rendendoli per
qualche ora molto più vicini di quanto
non siano in classe. Radioimmaginaria
è un luogo dove si impara, ci si diverte e
si cresce, personalmente e professionalmente, e dove si costruisce uno spazio
per i dubbi e le domande di una generazione, in una comunicazione che si
estende oltre le ore passate in redazione,
proseguendo su siti, blog e social network. I ragazzi continuano a discutere e
confrontarsi sui temi affrontati durante
le puntate, dando vita a una estesissima
rete di contatti e collaborazioni che, si
spera, possano far nascere nuove sedi in
altre città d’Italia. In poco tempo, i giovanissimi cronisti hanno saputo conquistare una certa visibilità e credibilità:
nel 2012 sono stati accreditati al Festival
di San Remo e al concerto per l’Emilia
a favore dei terremotati e sono mediapartner al fianco di Radio1 del Festival
europeo delle scuole di musica “Allegromosso”.
Ad agosto, inoltre, è stato realizzato a
Riccione il primo Radiocampo Immaginario, che ha avuto il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti di Bologna e del
Comune di Riccione: un grande meeting per confrontarsi con artisti, giornalisti e professionisti della comunicazionovembre 2012 / GIORNALISTI . 25
G INIZIATIVE
ne, ma anche per incontrarsi poiché gli
oltre quaranta speaker di Radioimmaginaria sono dislocati su tutta la penisola.
L’idea di una radio di giovanissimi è del
regista ed esperto di comunicazione
Michele Ferrari, autore del progetto e
presidente dell’associazione Radioimmaginaria MediaHub. Il proposito è di
offrire ai giovani un’opportunità di crescita, formazione e incontro.
il meeting di Riccione
Il futuro della radio, che ha saputo in poco
tempo conquistare la fiducia e l’interesse
dei suoi ascoltatori, va in due direzioni:
lavorare perché nascano nuove sedi, per
dare l'opportunità a quanti più giovani
possibile di partecipare a questa esperienza e creare nuove rubriche tematiche, in
cui i ragazzi possano impegnarsi e specializzarsi a seconda dei loro interessi. In
cantiere, ad esempio, c’è già un progetto
sul teatro: un radiodramma in cui libri selezionati vengono recitati in radio. Ed ecco che la radio torna alla ribalta. Grazie a
voci nuove, con semplicità, serietà e allegria, svela i gusti e le passioni di uno dei
soggetti più misteriosi e inespugnabili del
nostro tempo: l’adolescente. “L’immaginazione deve essere disponibile e gratuita
come l’aria che respiriamo”, spiegano i
ragazzi, lavorando con grande impegno e
concretezza per far crescere sempre più
questa speciale opportunità.
Francesca Poli
26 . GIORNALISTI / novembre 2012
Libri per i terremotati
RACCOLTI OLTRE 20MILA VOLuMI. L’IDEA LANCIATA VIA TWEET
DALLA GIORNALISTA FERRARESE CAMILLA GhEDINI
O
ltre 21mila libri (per la precisione dividerli fra nuovi, usati, fasce di età dei
21.328) sono stati inviati a Ferra- lettori e a confezionarli. Nelle prime setra come dono ai terremotati timane di ottobre è avvenuta la consegna
dell’Emilia-Romagna da parte di case alle amministrazioni, che li collocheraneditrici, associazioni, biblioteche civiche no secondo la loro discrezionalità: bie universitarie, librerie e privati da tutta blioteche, scuole, centri sociali, sale poliItalia.
valenti.
L'idea è stata lanciata via tweet e agenzie Lo scorso 9 ottobre, a Ferrara, alla predi stampa lo scorso 30 maggio, all’indo- senza dei vertici della Provincia e dei
mani della seconda scossa di terremoto sindaci del territorio, si è tenuta una conche ha piegato l’Emilia, da Camilla Ghe- ferenza stampa con l'illustrazione del redini (Ufficio Stampa Ferrara), giornalista port definitivo ed è stato anticipata la
free lance ferrarese, che ha voluto com- realizzazione di una biblioteca pronta a
battere la paura con la cultura, cercando partire in caso di calamità. Grazie all’Orcosì di allargare il concetto di solidarietà dine dei Medici di Ferrara, che hanno
a beni di norma non ritenuti indispensa- acquistato un modulo polifunzionale bibili nell’emergenza. Un’idea che subito blioteca/ambulatorio, l’iniziativa libri è
ha richiamato l’attenzione della stampa diventata così un vero e proprio progetto.
nazionale e ha raccolto importanti ade- Il modulo, unico nel suo genere, conterrà
sioni come quelle di Rcs Media Group, 1500 dei testi in questione, ed è stato
Condé Nast, Feltrinelli, Sellerio.
donato alla Provincia affinché lo metta a
Inizialmente destinata agli sfollati nelle disposizione della colonna mobile della
tendopoli, l’iniziativa è stata trasformata protezione civile dell’Emilia-Romagna.
in un progetto complessivo e più artico- Il container conterrà il nome di tutte le
lato visto il numero di volumi giunti. Dei case editrici che hanno aderito. Per i 200
21 mila testi, 8.298 sono stati portati ai privati, un ordine alfabetico simbolico e
centri del Ferrarese, Mantovano,
Modenese, Reggiano lo scorso
giugno, chiudendo
così la prima fase.
I rimanenti 12 mila, sono stati destinati al patrimonio
collettivo dei Comuni del Ferrarese
colpiti dal sisma
(Ferrara, Bonde- La presentazione del progetto
no, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico, Mirabello,
Sant'Agostino) e a
quello di Finale
Emilia.
L’estate è servita
per contrassegnarli con un timbro,
“Terremoto Emilia 2012. Per non
dimenticare”, sud- Camilla Ghedini e le casse di libri
G PERIODICI
una mappa dello Stivale, a indicare che la
generosità non ha avuto confini e limiti
di genere, età, condizione.
«Sono soddisfatta per aver mantenuto la
parola data agli aderenti, dalle case editrici ai privati - ha detto Camilla Ghedini - . Chi ha donato, lo ha fatto seguendo
un istinto, ma ha compiuto più azioni:
comprare un testo o sottrarlo alla propria libreria (quindi ai propri ricordi)
impacchettarlo e spedirlo spendendo
denaro. L’impegno di questi mesi è stato
sicuramente gravoso, anche fisicamente, ma lo rifarei. Ho avuto momenti di
grande sconforto soprattutto perché ho
verificato come la solidarietà sia spesso
di forma, o di pancia, o anche solo temporanea. O, in una parola, una vetrina.
Molti mi hanno suggerito di lasciare
perdere, di portare tutto alla protezione
civile. Avrei certamente finito prima,
ma volevo essere certa che i testi andassero al patrimonio collettivo. Anche per
questo ho fatto personalmente le consegne. In politica si spreca la parola trasparenza. Io ho voluto che tutto fosse
trasparente. Mi è costato fatica, ma mi
ha dato tanta soddisfazione. Questa iniziativa è la dimostrazione che si possono realmente fare cose di grande valore,
però vanno seguite, non demandate. Ed
è anche la conferma che in un periodo
in cui tutto si fa passare per i social network, apparente cartina di tornasole dei
sentimenti e delle opinioni, la voce che
ti risponde al telefono e la mail che ti
aggiorna su una tua donazione, ha ancora un senso. La fiducia si crea sulle relazioni vere, non basta cliccare mi piace o
“postare” l’iniziativa. Io credo nella parola data e nella responsabilità che ci si
assume quando si prende un impegno.
Ho lanciato il tweet, ma ho risposto ad
ogni telefonata e mail. In questa idea divenuta progetto a favore della collettività,
si è parlato il linguaggio comune, trasversale e democratico della cultura che
diventa solidarietà. E dell’amicizia. Perché ad aiutarmi sono stati gli amici, non
le istituzioni. Mi piace pensare che a
Ferrara, oggi, circolino le energie di tutti
quelli che hanno inviato i libri. Si è combattuta la paura con la cultura. Laddove i
monumenti si sono sbriciolati, i libri sono stati un po’ la nostra “ricostruzione
morale”. Spero che la mia città saprà essere loro riconoscente. Io so che Ferrara,
oggi, parla anche di loro».
i Comuni di carta
uNA RICERCA SuI PERIODICI DELLE AMMINISTRAZIONI
COMuNALI DELLA PROVINCIA DI bOLOGNA.
uN SETTORE VITALE NONOSTANTE LA CRISI
Periodici comunali
F
oglio o giornalino per i cittadini, periodico o rivista per le pubbliche
amministrazioni. Sempre al limite
tra informazione e propaganda, i giornali
editi dai Comuni non sempre sono visti di
buon occhio. Nella provincia di Bologna,
su 60 Comuni, 31 hanno un loro periodico
(Casalecchio ne ha addirittura due). È
quanto emerge dalla ricerca Comuni di
carta tra la via Emilia e l’Appennino,
condotta nei mesi scorsi dalla giornalista Mara Cinquepalmi e ora pubblicata
sul blog http://maracinque.wordpress.
com/2012/09/26/comuni-di-carta-trala-via-emilia-e-lappennino/.
Senza la pretesa di restituire dati scientifici, si tratta di un lavoro basato su un questionario di venti domande inviate ai direttori, alle redazioni, agli uffici stampa e
agli Urp dei Comuni della provincia e che
cerca di capire come questi periodici interagiscono nel sistema dei media di un
Comune, quali sono i modelli redazionali
(a partire da chi riveste la funzione di direttore responsabile), quanto la parte politica influisce nella gestione della redazione.
Al questionario hanno risposto 33 Comuni (tra questi anche Bologna e Borgo
Tossignano che non hanno un periodico).
I Comuni editano per lo più bimestrali e
trimestrali, soltanto quattro i mensili. Le
risorse finanziarie a disposizione pesano
non poco sulla programmazione delle
uscite. Quando i fondi scarseggiano, alcune testate ricorrono alle inserzioni pubblicitarie. Sedici dei 31 periodici censiti
ospitano pubblicità. La raccolta pubblicitaria richiede figure professionali ben
precise che le Amministrazioni non hanno
in organico. E così spesso si affidano a
società esterne.
Sedici dei periodici sono nati negli anni
’80 e soltanto quattro hanno visto la luce
nel Terzo Millennio (Loiano e Camugnano nel 2008, Marzabotto e Monteveglio
nel 2009). Si tratta, quindi, di prodotti
editoriali abbastanza recenti, ben radicati
nel territorio e che si affacciano al web
con la pubblicazione in pdf sui siti dei
Comuni. Almeno per ora, anche se con
risorse sempre più esigue, i Comuni non
rinunciano ai periodici perché arrivano
nelle case dei cittadini, raggiungono target
che hanno poca dimestichezza con il web
e parlano della comunità a cui si rivolgono. Ed è proprio il territorio, con i suoi
eventi e le notizie di interesse locale, ad
animare le pagine di questi giornali.
Più articolata è la questione dell'organizzazione redazionale. La presenza di direttori interni o esterni all'Amministrazione è
ripartita quasi in egual modo: 17 i direttori interni e 14 quelli esterni. Il dato relativo
a direttori dipendenti del Comune è abbastanza complicato e rivela la tendenza
novembre 2012 / GIORNALISTI . 27
G PERIODICI
della politica a entrare nella gestione di
cose più tecniche. La politica, però, è presente con comitati di redazione o dei garanti dei quali fanno parte rappresentanti
della Giunta o del Consiglio.
Se le redazioni sono quasi del tutto composte da personale interno (28 su 31 periodici), la parte grafica è affidata soprattutto
a professionisti esterni (24 su 31).
La ricerca mostra una situazione editoriale dei Comuni per molti aspetti interessante. Innanzitutto, per la quantità
(che 31 Comuni su 60 abbiano un giornale è un dato alto con pochi altri riscontri in Italia), poi per l’organizzazione
delle redazioni che tiene conto di difficoltà economiche, personale a disposizione, partecipazione della politica nelle
scelte editoriali.
I “Comuni di carta” nella provincia di
Bologna fanno parte di un sistema editoriale locale molto articolato e vivace, ma
appartengono alle comunità, a quel dialogo che le Amministrazioni cercano di
mantenere vivo.
L’interesse
per la storia locale
TRADIZIONI, CuLTuRA E NARRAZIONI IN uN SEMINARIO
DEDICATO A GIORNALISTI E STAMPA DEL SETTORE
Un po’ di numeri
33 su 60 i Comuni che hanno
risposto al questionario
31 su 60 i Comuni che hanno
un periodico
1 il Comune (Casalecchio di
Reno) che ne edita due
8 i bimestrali (la periodicità più
diffusa)
16 i periodici nati tra il 1981 ed
il 1990
17 i periodici che hanno un
direttore interno (in 3 casi è il
Sindaco)
15 i periodici che stampano
meno di 5000 copie
(soltanto Casalecchio e San
Lazzaro stampano tra le 15
e le 20mila copie)
28 le redazioni interne alle
amministrazioni comunali
24 i periodici che affidano la
grafica a ditte esterne
16 i periodici che ospitano
inserzioni pubblicitarie
7 le redazioni affiancate da un
comitato editoriale che tiene
conto della rappresentanza
politica
28 . GIORNALISTI / novembre 2012
Emanuela Caselli e Giorgio Gentilin
I
l quinto Convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di
cultura e storie locali, Media Memoriae, si è tenuto il 15 settembre scorso ad
Arzignano in provincia di Vicenza, organizzato, come sempre, dall’Ordine nazionale dei Giornalisti, unitamente
all’Odg del Veneto, all’Editrice Millenium e all’Arga Interregionale (giornalisti specializzati nell’agroalimentare, ambiente e territorio).
All’iniziativa hanno partecipato colleghi di diverse regioni italiane, in particolare emiliano-romagnoli, che sono
stati fra i principali promotori dell’evento. È da ricordare che la sede della prima edizione di Media Memoriae, di cui
è coordinatore nazionale il giornalista
reggiano Gino Badini, è stata proprio
Reggio Emilia, seguita poi da Brugnato, Castel Goffredo e Fucecchio. In
rappresentanza della città di Reggio è
intervenuta la presidente del Consiglio
comunale Emanuela Caselli che ha donato al sindaco di Arzignano, Giorgio
Gentilin, una copia del primo Tricolore.
Nel discorso di saluto la presidente ha
posto l’accento sull’importanza e sul
valore di questo “simbolo tangibile della democrazia conquistata” in quanto
“frutto della prima Costituzione in assoluto in Italia e probabilmente nell’Europa tutta”. Il Tricolore, “simbolo di unione e di memoria”, rappresenta inoltre
l’unificazione della cultura, degli ideali,
delle differenze di cui è composta la
nostra identità nazionale. Emanuela Caselli ha inoltre ricordato l’impegno profuso dalla città culla del Tricolore per le
celebrazioni dei 150 anni dell’Unità
d'Italia e l’intervento del presidente Napolitano a Reggio Emilia il 7 gennaio
dello scorso anno.
Nella seconda parte del convegno - moderato da Roberto Zalambani, delegato
alle specializzazioni del Consiglio nazionale - si sono alternati gli interventi
dei direttori e dei redattori delle riviste
partecipanti all’evento, con la presentazione, fra l’altro, delle testate dirette da
giornalisti reggiani, quali Reggio Storia
e Bollettino Storico Reggiano, concrete
dimostrazioni della passione e della cura
con le quali una città può impegnarsi nel
rispetto e nel rilancio del patrimonio
storico e culturale. Gino Badini ha messo in risalto come in generale l’interesse
per la storia locale non accenni affatto a
spegnersi - il che è dimostrato dai numerosi periodici del settore in continuo aumento su tutto il territorio nazionale ma che anzi ci sia l’intento di confermare la continuità delle tradizioni e di
mantenere il legame con le proprie origini.
Nel corso della giornata Lino Zonin ha
presentato il suo recente libro L’urlo di
Paperopoli, (il sottotitolo ,“Manuale di
sopravvivenza per giornalisti di paese”,
spiega efficacemente il contenuto). Al
termine della giornata si è reso omaggio
all’illustre pittore di Arzignano, Achille
Beltrame, con l’inaugurazione della mostra delle copertine apparse sulla Domenica del Corriere, alla presenza della
giornalista Francesca Visentin del Corriere del Veneto e di Fabio Benati, componente dell'Esecutivo del Consiglio
nazionale, che ha portato il saluto del
Presidente Enzo Iacopino. Nell’occasione, Giuseppe Adriano Rossi, presidente
dell’Associazione Stampa Reggiana, ha
consegnato copia del primo Tricolore al
Corriere della Sera.
Il convegno, vista la folta partecipazione
e l’importanza dei diversi interventi, ha
confermato la sua validità, conseguendo
l’intento che sta alla base di queste iniziative, e cioè l’incontro e lo scambio:
quasi un’interazione, tra giornalisti e
cultori di storia locale, in un intreccio
produttivo e fecondo di idee e programmi per il futuro.
Un dizionario
per salvare
il dialetto
u
no strumento moderno per difendere la tradizione e la storia dall’oblìo.
Anche il dialetto della Val Tassobio,
sull’appennino reggiano, come tutti i vernacoli è a rischio di estinzione. Savino
Rabotti, poeta e scrittore dialettale, nato a
Castellaro di Vetto d'Enza, prova a evitare
che la parlata della sua valle scompaia:
dopo aver pubblicato diversi libri, oggi lo
fa con un sito internet. Si chiama La Voce
del Tassobio, è stato realizzato con il figlio
Doriano, giornalista del Qs-Il Resto del
Carlino, e propone ai visitatori, tra le altre
cose, il dizionario della Val Tassobio con
oltre duemila vocaboli. Per ogni lettera è
stato realizzato anche un video. “Il dialetto
è principalmente oralità, in questo momento possiamo trasmettere e conservare non
soltanto la grafia delle parole, ma anche la
loro pronuncia”. Il sito è raggiungibile
all’indirizzo www.savinorabotti.it.
dieci anni di Ravenna e dintorni
S
i festeggiano i cinquecento numeri
(il primo è del gennaio 2002) del
settimanale Ravenna e dintorni.
Un periodico che ha seguito non tanto la
cronaca cittadina, ma che si è occupato
principalmente di politica, cultura ed
economia accompagnando (e coinvolgendo) i ravennati in dibattiti e ospitando opinioni anche fuori dal coro. Dieci
anni “vissuti appassionatamente” come
titola l’editoriale firmato dal direttore
Fausto Piazza.
Fabio Cocconcelli
novembre 2012 / GIORNALISTI . 29
G RASSEGNE
Celebrato a Conselice il sesto anniversario
del monumento alla libertà di stampa
gheta, mafia e camorra oltrepassano la
linea. Intermezzo con l’attrice Tiziana Di
Masi in frammenti di Mafie in pentola.
Libera terra. Sapore di una sfida. Lunedì
1 ottobre nella Piazza della Libertà di
Stampa a Conselice si è svolta la Cerimonia della Bandiera con il saluto del sindaco Maurizio Filipucci. Sono interventi il
segretario generale della Fnsi Franco Siddi, la presidente dell’Associazione dei
Giornalisti di Almeria Maria Covadonga
Porrùa Rosa, Giuseppe Masetti dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età
contemporanea di Ravenna e Provincia.
Le celebrazioni si sono concluse con l’intervento di Giuliano Poletti, presidente
nazionale LegaCoop.
i giornali che uscivano in clandestinità
P
residente e segretaria dell’Associazione Stampa di Almeria (nella
città andalusa si trova infatti l’altro
monumento europeo dedicato alla libertà
di stampa) hanno partecipato alle celebrazioni di quest’anno a Conselice (Ra).
Ricco il programma curato dal Comune di
Conselice in collaborazione con Regione
Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna,
Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Associazione Stampa dell’EmiliaRomagna, Federazione Nazionale della
Stampa, Ordine dei Giornalisti di Bologna, Istituto Scolastico Comprensivo e
Anpi. Il 30 settembre scorso al Teatro
Comunale di Conselice è stato presentato
il libro di Giovanni Tizian Gotica. 'ndran-
La formazione ambientale
nell’emergenza territorio
N
el report della Regione è evidenziato come Green Economy in
Emilia-Romagna comprenda
duemila imprese con 230 mila addetti e
valga 61 miliardi di euro di fatturato.
Numerose di queste aziende sono state
protagoniste in quattro manifestazioni
fieristiche svoltesi nelle scorse settimane con forti presenze della stampa
di settore: gli Energy Days di Forlì, il
Festival Green Economy del Distretto
ceramico (con al centro Sassuolo e
Fiorano), Eima Energy di Bologna e
Ecomondo di Rimini.
Nell’ ultima giornata di questa importante rassegna internazionale, il 10 novembre scorso, il doppio padiglione
dedicato alla Città sostenibile - la via
italiana alla Smart City ha ospitato la
seconda Giornata nazionale di formazione ambientale per operatori dell’informazione, promossa dal Consiglio
due momenti della manifestazione (foto Spinelli)
30 . GIORNALISTI / novembre 2012
G ORDINE
nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
attraverso il Gruppo di lavoro sulle
specializzazioni coordinato da Roberto
Zalambani.
Partner il Gruppo di specializzazione
Unaga della Fnsi rappresentato dal
presidente Mimmo Vita, dal vice Presidente vicario Roberto De Petro, dal
Direttore Efrem Tassinato, dai Presidenti di Veneto Trentino Alto Adige e
Marche Fabrizio Stelluto e Luana Spernanzoni.
Per la rete internazionale di comunicatori ambientali Greenaccord è intervento la Presidente dell’ Emilia-Romagna Luisella Meozzi; per il vertice del
Sindacato il Segretario generale aggiunto Giovanni Rossi, che ha tracciato
un quadro molto preoccupante della
situazione dell’ informazione regionale.
Il tema conduttore Emergenza territorio: sostenibilità ambientale e ricostruzione a misura d’uomo è stato
quello portato alla ribalta dalle catastrofi naturali degli ultimi mesi. Relatori competenti e appassionati hanno
preso parte a tre tavole rotonde, fra gli
altri: Gabriella Chiellino (eAmbiente),
Stefano Vaccari (Provincia di Modena), Masud Esmaillou (GreenHouse),
Paolo Giuntarelli (Fondazione Bioparco), Stefano Serafini (International Society of Biourbanis), Andrea Massarini
(Vannucci Group) e Stefano Pagnin
(Circuito Wigwam).
Alla giornata di formazione hanno partecipato, come uditori, giovani studiosi
e studenti della Bulgaria e del Montenegro.
novità dalla Casagit
uNA COPERTuRA SANITARIA INTEGRATIVA
PER PREVENZIONE, DIAGNOSI E CuRA
C
asagit si fa in quattro, ovvero,
accanto al primo profilo (che è la
principale e tradizionale forma di
assistenza della categoria), ne propone
tre nuovi dedicati a chi svolge comunque
attività giornalistica e questo per permettere ai colleghi di scegliere quello
che ritengono più adeguato alle proprie
esigenze. Ogni profilo ha costi e prestazioni diverse (la quota contributiva è
bloccata per tre anni). In sintesi, il profilo due garantisce una copertura di assistenza sanitaria in grado di alleggerire il
peso delle spese mediche: dal normale
ricovero all’intervento chirurgico, dalle
visite specialistiche agli accertamenti
diagnostici, dalle terapie fisiche alle cure odontoiatriche, dalle lenti alle prestazioni di assistenza in emergenza. È rivolto agli addetti stampa, ai free lance e
precari con maggiori disponibilità economiche e agli iscritti all’Ordine che
esercitano anche altre professioni. Ma
pure a tutti coloro che hanno contratti
sottoscritti dalla Fnsi che non prevedono
l’iscrizione automatica a Casagit. I profili tre e quattro propongono un piano
sanitario integrativo semplice, a sostegno di un eventuale mancato reddito e
per ammortizzare i costi relativi alle cure
più frequenti o gravi: un rimborso forfetario per ogni giorno di ricovero che
comporti intervento chirurgico, e poi un
concorso alle spese per accertamenti
diagnostici, cure odontoiatriche, lenti e
cure oncologiche. In questo caso lo
sguardo è rivolto a free lance e precari
che desiderano spendere poco ma essere
in Casagit. È previsto il passaggio da un
profilo all’altro.
Chi può aderire? Fino al dicembre 2013
si possono iscrivere i giornalisti, mai
iscritti alla Casagit ma anche quelli che
già lo erano e che sono decaduti (o recessi) entro il 31 dicembre 2012;
i figli precedentemente iscritti alla Casagit, e da cui erano usciti negli ultimi
dieci anni, e i loro familiari. Per familiari si intendono coniuge o convivente
more uxorio (anche dello stesso sesso) e
i figli o equiparati fino al ventiseiesimo
anno di età.
Perché conviene iscriversi? Partendo
dalla considerazione che la proposta
novembre 2012 / GIORNALISTI . 31
G ORDINE
Casagit non è paragonabile a quella di
un’assicurazione in quanto non ha finalità commerciali ma solo assistenziali,
Casagit offre differenti soluzioni di copertura sanitaria integrativa, non richiede visite mediche preliminari o la compilazione di questionari sanitari e mantiene l’assistenza sanitaria a qualsiasi età
e per tutta la vita. Non solo. Agli iscritti
a tutti i profili Casagit offre una carta
sanitaria gratuita per usufruire di prestazioni a tariffe agevolate nelle strutture
convenzionate su tutto il territorio nazionale che dispensano visite specialistiche,
analisi cliniche, accertamenti diagnostici, ricoveri e interventi chirurgici, cure
odontoiatriche. Infine, per gli iscritti è
altresì garantito il servizio di assistenza
in emergenza: 24 ore su 24, attraverso un
numero verde, senza costi per l’assistito,
si possono avere consulti medici telefonici, invio di un medico o ambulanza e
trasferimenti sanitari. Stessa assistenza
sanitaria anche per l’estero: trasferimento, rimpatrio sanitario e invio medicinali
urgenti. Opportunità in più che aumentano la tranquillità. Per informazioni consultare il sito www.casagit.it.
Grande partecipazione
al convegno nazionale Gus
i partecipanti al convegno
P
orretta Terme capitale del giornalismo. Il 13 ottobre scorso i
maggiori esponenti del sindacato
della stampa nazionale e dei gruppi
specializzati si sono riuniti all’Hotel
Santoli di Porretta Terme per discutere
sulle opportunità professionali, proble-
omaggio dell’arte
alla libertà di espressione
L
a collezione d’arte sulla libertà di
stampa dell’Ordine dei giornalisti
delle Marche è arrivata nella Capitale. La mostra itinerante fa tappa a Roma (fino al 5 gennaio) nella prestigiosa
sede della Biblioteca nazionale centrale.
È il terzultimo appuntamento di un viaggio cominciato nel 2011 a Caldarola
(Macerata), che si concluderà nel nuovo
anno a Jesi, dopo la tappa di Pesaro nel
palazzo Ducale. La mostra riveste particolare importanza in questo momento
critico per il mondo dell’informazione,
nel quale una riflessione sul tema della
libertà di stampa è quanto mai opportuna. Durante il percorso itinerante la collezione si è notevolmente arricchita con
altre firme autorevoli. Le opere d’arte
sono una sessantina e a Roma ci saranno
novità: con la direzione della Biblioteca
si è deciso di inserire alcune copertine di
giornali che hanno subito censura. Gli
artisti: Mario Agostinelli, Vittorio Amadio, Renzo Barbarossa, Ezio Bartocci,
32 . GIORNALISTI / novembre 2012
Sirio Bellucci, Mauro Brattini, Ombretta
Buongarzoni, Erika Calesini, Patrizia
Calovini, Gaetano Carboni, Carlo Cecchi, Sauro Ciuffolotti, Luciano Collamati, Silvio Craia, Isabella Crucianelli, Giovanni Di Francesco, Anna Donati
(ISKRA), Fabio Esposito, Dante Fazzini,
Maria Cristiana Fioretti, Ferdinando
Franguelli, Giuliano Garattoni, Melita
Gianandrea, Franco Giuli, Andrea Granchi, Guelfo, Carlo Iacomucci, Stefano
Ianni, Floriano Ippoliti, Cristina Kanaan,
Lughia, Giannetto Magrini, Bruno Mangiaterra, Marisa Marconi, Alessandro
Marcucci Pinoli, Anna Massinissa, Franco Morresi, Leonardo Nobili, Corrado
Olmi, Luigi Pennacchietti, Monica Pennazzi, Riccardo Piccardoni, Annalisa
Piergallini, Nazareno Rocchetti, Simone
Salimbeni, Mario Sasso, Luca Sguanci,
Jonathan Soverchia, Mary Sperti, Stefano Tonti, Franco Torcianti, Josè Van Roy
Dalì, Luigi Eugenio Vigevano, Luca
Zampetti, Franco Zingaretti.
mi, formazione e assistenza sindacale
dei giornalisti. Un appuntamento di
grande rilievo durante il quale sono
intervenuti Serena Bersani, presidente
dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna; Gino Falleri, presidente nazionale dei Giornalisti Uffici Stampa,
Marco Gardenghi, fiduciario dell’Inpgi; Claudio Cumani, fiduciario della
Casagit; Giovanni Rossi e Camillo
Galba, rispettivamente segretario generale aggiunto e componente della giunta della Fnsi, Al dibattito, moderato da
Maria Luigia Casalengo, presidente
del Gus Emilia-Romagna, hanno partecipato anche Paolo Tonelli e Nicolò
Savigni, rispettivamente vicesindaco e
assessore al turismo del Comune di
Porretta Terme.
L’Ordine dei Giornalisti era rappresentato dai consiglieri nazionali Ugo Armati
(membro di Giunta) e Roberto Zalambani (responsabile delle specializzazioni) e
dal consigliere regionale Emilio Bonavita. La stampa turistica era rappresentata
dal delegato regionale Gist (Gruppo Italiano Stampa Turistica) Donatella Luccarini.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al
contributo dell’Hotel Santoli e Bcc Alto
Reno e a quello di numerose aziende
locali. Al termine del convegno, grazie
al contributo del progetto di promozione
turistica Vivi Appennino Bolognese, i
giornalisti hanno ricevuto una shopper
con all’interno materiali informativi del
territorio.
Enrico Della torre
G IN LIbRERIA
Di tutte le ricchezze
di Stefano Benni
Feltrinelli Editore
Di tutte le ricchezze è un romanzo in forma di prosimetro (che alterna cioè versi a
prosa). “I libri in fondo son
tutte fiabe”, scrive Benni ed è
proprio con una favola contemporanea che si cimenta, in
un libro che si articola attraverso un soliloquio con animali antropomorfici e un dialogo con la realtà. Benni riunisce i tanti se e sé del passato (dai temi del primo libro,
Bar Sport, a quelli del penultimo La traccia dell’angelo).
un figlio a cui scrivere, una
ragazza). “Non si guarisce
dalla propria ombra, le si affiancano soltanto nuove luci”: forse il suo libro più autenticamente letterario, quello
in cui esprime senza compromessi il proprio talento di
scrittore, in cui non si vergogna di omaggiare i romanzieri russi (Bulgakov) e nominare propri scrittori quali Gadda, Pasolini, Caproni (ma
anche i Beatles, Buscaglione,
De André). Pur lasciando incontaminato il proprio mondo interiore di simboli, visioni, reliquie del passato, allegrie e dolore, Benni non si
nasconde dietro essi e si confronta con la contemporaneità, fatta anche di spam, linkedin, facebook, di “Ipodi” e
“Ifoni” e anche della curiosità (non più solo della paura)
del futuro che ci resta. (da)
Gli intrighi di una
Repubblica.
San Marino
e Romagna,
ottant’anni di storia
raccontata dai
protagonisti
di Claudio Visani
Pendragon Editore
Racconta di un uomo che
parla con gli animali, per non
urlare alle bestie (apparentemente intellettuali e umane) e
l’incontro con una ragazza
proveniente dall’attualità rifiutata, è l’occasione per riconciliarsi coi propri “irrisolti” e affrontarli. Tra un mondo
fatto di cani che riflettono ad
alta voce e un mondo dove i
critici sono tombaroli letterari dei dolori altrui, gli omicidi
vengono fatti passare per suicidi e le discoteche chiudono
e riaprono per droga, il protagonista Martin B. preferisce
il primo. Ma tra la depressione e la speranza, preferisce la
seconda, in qualunque forma
sia (un foglio su cui scrivere,
Oggi pare la trama per una
spy story, ma per 12 anni, tra
il 1945 e il 1957, San Marino
fu l’avamposto del comuni-
speciale
smo in Occidente. Mentre in
Italia trionfava la Dc, sul Titano i social-comunisti continuavano a vincere tutte le
elezioni, ininterrottamente fino al 1955. La più antica
Repubblica del mondo diventò così uno dei simboli della
Guerra Fredda. Per abbattere
il “regime” sammarinese si
mobilitarono il Governo italiano, la Polizia di Scelba,
perfino gli Stati Uniti d’America e la Cia. Per difenderlo,
scesero in campo Piero Calamandrei, Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, i vertici del
Pcus, perfino Ho Chi Minh.
Oltre alla ricostruzione di
quel periodo e del “colpo di
Stato”, ai suoi risvolti sulla
situazione politica riminese,
che portarono al doppio commissariamento del sindaco
comunista Walter Ceccaroni,
Claudio Visani narra altri fatti salienti degli ultimi ottant’anni di storia sul Titano e
in Romagna. (ag)
Sant’Ellero
una memoria viva
di Paolo Poponessi
Edizioni nuova Grafica
La liberta dell’uomo religioso di fronte al potere, il
confronto fra i popoli e le
diverse culture, il ruolo delle
abbazie nella civilizzazione
dei territori. Sono alcuni dei
temi contenuti nel bel volume del giornalista Paolo Poponessi Sant’Ellero, una
memoria viva. Sant’Ellero è
una figura religiosa assai
popolare soprattutto in Romagna. È infatti patrono di
Lugo e Galeata, sull’Appennino forlivese. Nella sua vicenda si intrecciano storia e
tradizione. Giunto dalla Tuscia verso la fine del V secolo dopo Cristo, Ellero si insediò sul colle che domina
Galeata, fondando l’abbazia
della quale oggi resta la bella chiesa in mezzo al bosco.
Secondo la tradizione, Teodorico voleva costruire un
grande palazzo a Galeata,
costringendo la popolazione, compresi i monaci di
Ellero, a contribuire alla costruzione. Al rifiuto del Santo di obbedire, dopo un tentativo di arrestarlo andato a
vuoto, il re si recò personalmente per impartire una severa punizione. Ma giunto
nei pressi dell’Abbazia, Teodorico rimase pietrificato
sul suo cavallo, venendo poi
liberato proprio dal monaco
con conseguente abbraccio
di pace. L’episodio è rivisitato in un rilievo dell’ottavonono secolo, esposto al museo “Mambrini” di Galeata.
Recenti scavi a Galeata, località Saetta, hanno effettivamente portato alla luce la
pavimentazione di una grande villa dell’epoca di Teodorico. E anche gli archeologi,
per la ricchezza dei materiali utilizzati e per le dimensioni, non escludono che il
proprietario fosse effettivamente Teodorico, il re dei
Goti, all’epoca residente
nella vicina Ravenna.
È l’episodio più noto della
vita di Sant’Ellero (la cui
festa si celebra il 15 maggio) e la cui biografia è
proposta, nel libro di Paolo
Poponessi, attraverso anche
la ristampa di Vita di
Sant’Ilaro abate di Galeata
novembre 2012 / GIORNALISTI . 33
G IN LIbRERIA
e protettore di Lugo scritta
da Giacopo Sangiorgi e pubblicata a Faenza nel 1792.
Una leggenda racconta anche che un lupo feroce divorò l’asino che aiutava Ellero
nelle fatiche quotidiane. Allora il Santo (con la minaccia di allungargli a dismisura la coda) costrinse la bestia
al duro lavoro dell’asino.
Quando Ellero morì, il lupo
scomparve dei boschi. “Ma
si dice che ogni notte di Natale il lupo ritorni lasciando
le sue impronte davanti
all’ingresso della solitaria
chiesa, segno di una devozione e fedeltà senza fine”.
(gt)
tà. Tazzari ci mette in una
condizione visiva in cui la linea dell’orizzonte e il candore dell’immagine diventano
gli elementi predominanti.
Queste enormi distese di neve che contrastano con il grigiore del cielo lasciano pensare a un paesaggio artico.
Inizialmente non si percepisce alcuna forma, nessuna
presenza umana, poi qualche
elemento geometrico affiora
lasciando pensare all’intervento dell’uomo. Poco a poco
aumentano gli indizi che portano a riconoscere nel paesaggio le tracce di quelle
spiagge romagnole che Tazzari ha ampiamente esplorato
in Un’estate al mare (2005).
Le immagini di Mare d’inverno sono tratte dalla realtà
senza artifici, è proprio questo a renderle interessanti.
(ag)
degli amici che negli anni
hanno accompagnato questa
avventura. Una storia iniziata
con la passione di quattro
giovani alle soglie della vita
lavorativa a cavallo tra la fine
degli anni ‘60 ed i primissimi
‘70, che è cresciuta fino a diventare la storia di tante piccole realtà del Nord Italia.
L’opera propone anche una
vasta raccolta di immagini e i
documenti più importanti e
significativi che hanno scandito la vita della Cartografica. (fp)
L’Italia che vorrei.
un sogno verde
bianco rosso
di Antonio Ambrosino
Formato e-book
Adobe digital Editions
40° Cartografica,
1971/2011
La nostra storia dal
piombo al digitale
Mare d’inverno
Libro fotografico
di Luigi tazzari
damiani Edizioni
Le fotografie realizzate da
Luigi Tazzari per questo nuovo progetto si distinguono rispetto alla sua produzione
precedente (Villa Acquadella,
che riportava le immagini
suggestive delle abitazioni
dei pescatori di un comprensorio ravennate) in quanto
meno esplicite, questa volta
tolgono ogni elemento utile
alla collocazione geografica
del paesaggio. L’area fotografata è quella che l’autore ha
documentato più volte nel
corso della sua carriera, in
questa occasione però ne risulta difficile la riconoscibili34 . GIORNALISTI / novembre 2012
testi di Maria Cristina
Nascosi
Edizioni Cartografica
Il racconto dei quarant’anni
di attività della Cartografica
Artigiana, dal 1972 a oggi,
attraverso una raccolta di testimonianze e gli aneddoti
dei lavoratori, dei clienti e
Una raccolta divisa in tomi
per tracciare il possibile futuro legislativo ed economico
dell’Italia. Accanto alla presentazione di una serie di situazioni e problematiche del
nostro paese, l’autore, giornalista pubblicista ed ex dirigente Inps, propone una serie
di spunti e proposte di soluzioni, con l’obiettivo di avviare un dialogo per la definizione di un’Italia che rispecchi i desideri e le esigenze dei
suoi cittadini.
Una provocatoria rappresentazione del modo di pensare
della maggioranza degli italiani, che mira a risvegliare
l’orgoglio di un popolo che
dopo aver saputo dare al
mondo importanti lezioni di
economia, politica, scienza
e cultura, oggi si vergogna
di appartenere a questa nazione. L’autore invita i lettori a discutere e ragionare
insieme sul suo sito www.
italiachevorrei.com, con lo
scopo di creare una successiva raccolta che rispecchi
non solo il proprio pensiero,
ma anche quello degli italiani. (fp)
Fatti, misfatti, ritratti
di Odoardo Reggiani
di Odoardo Reggiani
Edizioni in.Edit
Il giornalista e appassionato
di ricerca storica Odoardo
Reggiani ci immerge con il
suo nuovo libro nei Fatti,
misfatti e ritratti di quello
straordinario e composito
mosaico che è stato il XX
secolo, attraverso le storie e
le personalità degli uomini e
delle donne che hanno partecipato alla costruzione di
quel periodo storico. L’autore inizia con alcuni ritratti
di figure centrali come Cavour, Mazzini, Emanuele II,
Pio IX e di donne del Risorgimento, come Cristina Trivulzio Barbiano di Belgioioso e contessa di Castiglione. La ricerca prosegue presentando personaggi oggi
leggendari, come Cagliostro, Rasputin, Casanova e
D’Annunzio. E storie di
giornalisti che attraverso la
cronaca hanno contribuito a
fare la Storia, tra cui Longanesi, Guareschi e Montanelli. L’ultimo capitolo è un
omaggio ad alcune personalità americane, come Porter,
Berlin e Gershwin, e conclude un lavoro che attraverso una pluralità di voci e
accenti traccia un periodo
storico complesso e fondamentale. (fp)
Risorgimento
epopea dei mille
i garibaldini curatori
dell’opera sono:
Mario Guidetti, Giuliano
Romani, Bruno Fantinelli,
Raoul Mecherini, Gianluigi
Pagano
Editore Asi Autoclub storico
italiano
e chi erano i componenti
della spedizione dei Mille?
Nel volume sono riportati,
regione per regione, i nominativi e dove è stato possibile le immagini. Ma al di là di
vittorie, sconfitte, condanne
a morte, gli eroi dell’unità
d’Italia avevano anche una
vita normale. Ogni tanto si
fermavano a una tavola, ricca o modesta che fosse, e
qualcosa mettevano sotto i
denti e dentro i boccali. Garibaldi era parco anche nel
cibo: prediligeva piatti spartani (pane, formaggio e fave), Mazzini adorava il cioccolato, Cavour amava tutta la
buona cucina. Il libro fornisce anche ricette regionali
accompagnate dai vini tipici.
(ag)
Marrakech, Dietro
le antiche porte
di Barbara Bertuzzi
Polaris Edizioni
Ridateci i nostri figli
Le sette vite
di penelope
di Eleonora Rossi
LietoColle
“Chi si circonda di significati
vorrebbe farne a meno di
tanto in tanto, liberarsi del
sangue versato che non trova
riscontro nella realtà: così Penelope di Eleonora Rossi.”
Questa la prefazione di Matteo Bianchi alla raccolta di
poesie della giornalista e insegnante alla sua opera prima. Un viaggio attraverso le
sette vite della protagonista
tra i gradini e le soglie che
incontra e affronta, per tornare a se stessa. Una vita dopo
l'altra, Penelope entra in una
nuova “pelle”: viandante, figlia, donna, madre, in un per-
di Nunzia Manicardi
Edizioni il Fiorino
L’autrice affronta, insieme
all’avvocato Francesco Miraglia, uno fra i temi di più
scottante e cruda attualità:
quello dei bambini sottratti
alle famiglie “senza giusta
causa” e “senza giusto motivo”, per decisione del Tribunale dei Minorenni. Il
volume raccoglie numerose
esperienze e opinioni, che
raccontano la storia incredibile di una burocrazia sorda
In occasione dei 150 anni
dell’Unità d’Italia l’Autoclub storico italiano e il
gruppo dei volontari Garibaldini hanno dato vita a un
volume che parla della storia
del Risorgimento, di Garibaldi, delle capitali d’Italia,
del tricolore, dell’inno nazionale, dei presidenti che si
sono succeduti nei settant’anni della nostra Repubblica. Da dove venivano
e insensibile. Partendo da
alcuni casi giudiziari trattati
dall’avvocato Francesco
Miraglia, la scrittrice modenese analizza e contesta la
ragionevolezza delle cause
che portano a scelte così
devastanti, per le famiglie e
per i bambini allontanati, a
partire dal Codice Civile e
dall’attuale diritto di famiglia. (fp)
Una guida che ci porta alla
scoperta di una città complessa, dai mille volti, pullulante di rumori e suoni, ricca
di colori e di affascinanti contrasti. Che non può essere
vissuta e capita attraverso gli
itinerari classici in cui fare il
pieno in poche ore, ma che va
assaporata con lentezza e con
sapienza. Dalla girandola di
strade fin dentro le caratteristiche case arabe con corte
alberata, dai quartieri medievali della medina, all’esplorazione di nuove, avventurose,
rotte lungo le sommità
dell’Atlas o ai confini del
deserto del Sud, l’autrice ci
conduce attraverso un mondo
inebriante, silenzioso, magico. (fp)
corso verso di sé fatto di attesa e di ascolto, attraverso ricordi e possibilità, verso la
propria storia, addomesticandola e lavorando per contrattare una sintonia con il tempo
che scorre. (fp)
Gente dell’aria 8
di Giorgio Evangelisti
iBn Editore
Ottavo volume della Collana
Gente dell’aria, dedicato ai
palloni volanti, alle mongolnovembre 2012 / GIORNALISTI . 35
G IN LIbRERIA
sù, da lui fondata nel 1958.
Nel 1911 Don Lolli istituisce
un ambulatorio per i poveri
in via Paolo Costa, mentre
risale al 1931 la fondazione
della congregazione religiosa
Piccola Famiglia di Santa
Teresa del Bambin Gesù per
suore e confratelli, a favore
di malati e disabili. In queste
pagine, sono ricordate e raccontate le figure femminili
che furono le prime ed essenziali collaboratrici del sacerdote nella sua prima attività
caritativa, in un omaggio a
coloro che con impegno e
fiere e alla storia della loro
creazione ed evoluzione.
L’imponente opera del giornalista, pilota e storico Giorgio Evangelisti è il risultato
di vent’anni di ricerca dedicati all’aviazione italiana e
raccoglie oltre centoquaranta
biografie di progettisti, costruttori e tecnici, e la loro
grande passione per il volo.
Attraverso le storie di nomi
noti, come Costanzi, Colombo e Darbesio, ma anche di
progettisti e pionieri poco conosciuti, come Moncher,
Gallo e Queirolo, fino ai coraggiosi e fantasiosi autori di
iniziative personali, come il
monoplano di Ravaglia,
Evangelisti racconta il grande
sogno dell’uomo di librarsi in
aria. In questo volume sono
presentate ventidue biografie,
tra cui i grandi nomi dell’aerostatica italiana, come Zambeccari, Lunardi, Orlandi e
molti altri, e numerose illustrazioni di disegni e documenti. (fp)
Con don Lolli nella
vigna del Signore
di Giovanni Lugaresi
Editrice Shalom
Il giornalista Giovanni Lugaresi ripercorre la vita di don
Angelo Lolli e dell’Opera
Santa Teresa del Bambin Ge36 . GIORNALISTI / novembre 2012
tura giornalistica che guida
nell’apprendimento del mestiere e del suo linguaggio,
coniugando al rigore professionale gli strumenti pratici
che un buon giornalista deve
conoscere per potersi occupare con competenza di comunicazione, che si tratti di
intrattenimento televisivo o
della redazione di un giornale, cartaceo o web. L’autore,
Ugo Cardinale, ha insegnato
per molti anni Linguistica
Generale presso l’Università
di Trieste, dedicando alcuni
suoi corsi alla scrittura giornalistica. (fp)
devozione costituirono i punti di forza e le colonne portanti dell’Istituzione che oggi
è conosciuta e apprezzata in
tutta Italia. (fp)
soffrire e morire come Uomo. Qui sono il nostro passato e il nostro avvenire e
qui - non sulla Luna - bisogna cercare la soluzione dei
nostri problemi». Così parla
Giovannino Guareschi ne
La rabbia, in cui si confronta con Pier Paolo Pasolini
sulle ragioni dell’esplosione
di rabbia degli anni che stavano vivendo. Uomo di fede, reduce dall’internamento in un lager nazista, Guareschi si impegnò sempre
nel sociale e in politica, battendosi contro la società dei
consumi e contro la tv, in
una lotta per la libertà,
l’onestà e la giustizia sociale, contro la corruzione e la
concussione. (fp)
Guareschi
Fede e libertà
Manuale di scrittura
giornalistica
di Giovanni Lugaresi
MUP Editore
di ugo Cardinale
UTET Università
Un libro dedicato al giornalista, vignettista, umorista e
scrittore Giovannino Guareschi. In queste pagine si
approfondiscono la figura e
l’opera dell’autore della saga di “Mondo piccolo”, dalla quale sono stati tratti i
popolari film su don Camillo e Peppone. «È qui, su
questo pianeta, che il Figlio
di Dio ha voluto nascere,
Nonostante si pensasse che
l’era televisiva avrebbe soppiantato la comunicazione
scritta della notizia, la carta
stampata ha resistito e resiste. E quindi ancor più continua a essere necessario che i
giornalisti sappiano lavorare
con le parole e con il linguaggio. Da questa premessa nasce l’opera di Ugo Cardinale, un manuale di scrit-
Il riformismo
possibile
di Armando Sarti
di Carlo Vietti,
Franco Morelli, Giusy Ferro
Edizioni Tempinuovi
Il libro ripercorre non solo la
vita di Armando Sarti ma
anche quella del Partito comunista, delle istituzioni bolognesi e del grande impegno
profuso per le significative
realizzazioni compiute nel
campo politico, cooperativo,
economico, urbanistico e del
welfare. Armando Sarti, riformista bolognese di area
comunista, è stato uno dei
padri della cooperazione
imolese e ha lasciato segni
ciclopedia di testimonianze
dirette, interviste, immagini,
che documentano gli attimi e
le svolte che hanno trasformato e costruito Bologna. La
raccolta ripercorre e ricostruisce la storia della città attraverso un ventaglio di piccoli
e grandi episodi con aderenza
ai fatti. Insomma, è la proposta di sistematizzazione di un
percorso storico e filosofico.
Al progetto hanno collaborato l’Anpi, l’Archivio fotografico Cineteca, la Biblioteca
Comunale Sala Borsa, la Repubblica, la Fondazione Caprofondi in molte realtà, come Sacmi e Cooperativa Ceramica di Imola, nelle quali
ha anche ricoperto ruoli significativi. Una vita brillante
e concreta, percorsa da battaglie politiche: da partigiano
Tarzan a costruttore di cooperative, realizzatore dell’economia dei servizi e promotore di un nuovo welfare per la
vita e le città di qualità. A
raccontarla, il giornalista e
storico del riformismo Carlo
Vietti, la giornalista e insegnante Giusy Ferro e l’architetto Franco Morelli, collaboratore e amico fraterno di
Sarti. (fp)
Bologna 1900-2000.
Cronache
di un secolo
di Antonio Ferri
Bononia University Press
Cinquecento pagine per un
secolo di vita bolognese, raccontato dal giornalista Antonio Ferri insieme a un grande
pool di storici, giornalisti e
fotografi. Dal 1900 al 2000,
da Carducci a Guazzaloca,
passando per Zanardi e Arpinati, Kenzo Tange e Renzo
Imbeni. Cento anni di avvenimenti, fatti di cronaca e politica, di eventi sociali, economici, culturali, sportivi raccolti in una straordinaria en-
RiBo e il Gruppo Fotografico
Centro Ricreativo Santa Viola del Quartiere Reno. (fp)
In viaggio
con le amiche
La guida per donne
con la valigia
di Isa Grassano
newton Compton Editore
Vent’anni, quaranta o anche
sessanta: un esercito al femminile in giro per il mondo in
cerca di divertimento o di
semplice relax. Secondo le
statistiche ufficiali, le “ragazze con la valigia” sono sempre più numerose ed esigenti.
E allora ecco una guida che
segnala oltre 101 mete per
tutte coloro che vogliono
concedersi uno stacco dalla
vita quotidiana e godersi un
viaggio all’insegna dell’avventura: una pausa per riscoprire i piaceri dell’arte, un
tour verso destinazioni poco
note o anche un break di assoluto benessere in qualche
beauty farm. Da sole o con
un’amica, novelle Thelma e
Louise, inseguendo la libertà.
Senza trucco, senza tacchi,
senza orologio. O in gruppo,
purché tutto in rosa, alla ricerca di luoghi ideali, sicuri e
“al femminile”. Insomma,
partire per andare incontro
solo alle proprie esigenze, ricordando che “il viaggio è
solo ciò che ti conduce là
dove il tuo cuore è già arrivato”. (ag)
noti che gli alpini hanno effettuato in tempo di pace.
“Valoroso in guerra, generoso in tempo di pace”, la figura dell’alpino viene spesso
raccontata limitandosi al suo
ruolo nel periodo bellico e
trascurando il suo lavoro al
servizio della popolazione
durante i tempi di pace. Il
volume si apre con una breve
storia degli alpini e sottolinea
il significato delle adunanze
annuali e prosegue con una
serie di racconti e testimonianze: dalla ricostruzione
che ha seguito il drammatico
terremoto del Friuli agli interventi dopo le tragedie della
Versilia, dell’Umbria e della
Valtellina. Parla pure degli
interventi all’estero: Rossosch (Russia), Bosnia, Kenya, Congo, Francia, Tanzania.
Importanti storie di solidarietà che disegnano mezzo secolo di impegno civile. (fp)
Alpini di pace,
Mezzo secolo
sul fronte
della solidarietà
L’immagine
in movimento
di Giovanni Lugaresi
Casa Editrice il prato
di Vincenzo Basili
Pendragon Editore
Giunta alla quarta edizione,
la fortunata opera del giornalista Giovanni Lugaresi si arricchisce di sei nuovi capitoli.
L'autore racconta gli interventi eroici e quelli meno
È quasi un luogo comune affermare che siamo nella “società dell’immagine”. Pochi
in realtà conoscono i meccanismi tecnico-psicologici che
sovrintendono alla lettura delnovembre 2012 / GIORNALISTI . 37
G IN LIbRERIA
le immagini, specie se si tratta
di immagini in movimento.
Ma come fanno le immagini a
muoversi? Come si costruiscono? Come si realizza il
montaggio cinematografico e
televisivo? Che differenza c’è
fra montaggio discontinuo,
formale, connotativo o narrativo? E poi (e questo interessa
soprattutto i cronisti di news)
cos’è uno “stand up”? A questi e ad altri mille quesiti risponde il robusto volume
(846 pagine) scritto dal gior-
nalista Vincenzo Basili L’immagine in movimento. Teoria
e tecnica di produzione cinetelevisiva e news. Il libro,
pensato soprattutto per gli addetti ai lavori, è tuttavia di facile e immediata comprensione e può essere utilizzato anche da chi non si accontenta
dei pochi consigli contenuti
nel libretto delle istruzioni di
ogni telecamera. Lo sviluppo
delle tecnologie infatti consente oggi a chiunque la realizzazione di un discreto prodotto video, purchè ci sia
all’origine una buona idea e
qualche conoscenza di tecnica di ripresa e di montaggio.
Vincenzo Basili, attualmente
responsabile della produzione
news della sede Rai per
l’Emilia-Romagna e già autore di saggi sulla storia della
televisione in Italia, con questo volume spiega il “dietro
le quinte” di ciò di cui siamo
38 . GIORNALISTI / novembre 2012
spettatori sul grande o piccolo
schermo, ma soprattutto alimenta curiosità. Poco importa
se l’ambito in cui si opera è
professionale o amatoriale. Il
testo ambisce, in definitiva, a
far comprendere gli strumenti
attraverso i quali la società
comunica e a soddisfare il
piacere di conoscere. (gt)
Villa Acquedella
di Luigi tazzari
damiani Editore
Villa Acquadella è il catalogo
della mostra fotografica delle
opere di Luigi Tazzari, fotografo ravennate autore di reportage per riviste e periodici
nazionali e internazionali.
L'esposizione è il racconto
per immagini del comprensorio costituito dalla Pialassa
della Baiona e del Piombone,
a circa dieci chilometri da
Ravenna. La zona comprende circa duemila ettari di zone umide collegate al mare,
che l'occhio del fotografo descrive attraverso i volti dei
pescatori e le loro suggestive
abitazioni. Le immagini si
soffermano sulla dimensione
locale per andare oltre, superare la visione nostalgica, ed
enfatizzare il gusto estetico e
la spontaneità compositiva
che emerge dall'osservazione
delle baracche e degli spazi
in cui sono immerse. Un libro
fotografico che restituisce
uno spaccato della vita ravennate e dello spirito e la creatività dei suoi straordinari abitanti. (fp)
G RICORDI
CARLo BAdini
Serietà, rigore
e competenza
L
utto nel mondo del giornalismo ferrarese per la scomparsa di Carlo Badini, che per dieci anni era stato alla guida
della redazione locale del Carlino. Il suo arrivo negli
uffici locali del quotidiano risale al lontano 1957, quando Badini, proveniente dalla redazione di Forlì dove aveva maturato
le prime esperienze, venne nominato, a soli 29 anni, capo della
redazione estense, che a quei tempi era in via del Gambero ed
era in procinto di trasferirsi nel palazzo di viale Cavour 116.
Carlo Badini, rigoroso, esigente e di spiccata e signorile personalità, arrivato a Ferrara si trovò ad affrontare il non semplice compito di rifondare la redazione a seguito del passaggio
alla sede centrale di Bologna del capo cronista Franco Vanni,
del suo braccio destro Claudio Savonuzzi e di altri cronisti di
spicco come Valter Canti e Calimero Barilli. Diversi giovani
collaboratori si sono formati sotto la direzione di Badini, che
era nato a Venezia il 10 ottobre 1929. Tra i principali traguardi
del Carlino Ferrara di quegli anni c’era quello, in ambito commerciale, di strappare copie alla
concorrenza, anzitutto al quotidiano locale Gazzetta
Padana leader
nelle vendite. Altre redazioni nello
stesso periodo
erano
attive
all’ombra del Castello: quelle de
l’Unità e di Avvenire Padano, tutte
con ampi spazi di
cronaca ferrarese.
Carlo Badini ebbe
il merito, attraverso un serio impeCarlo Badini
gno professionale
di rilanciare la testata provinciale del Carlino. Si lega al nome del giornalista
scomparso anche la realizzazione dei primi inserti a colori
dedicati ai grandi avvenimenti ferraresi, come ad esempio
l’inaugurazione del Teatro Comunale dopo decenni di chiusura
e la prima edizione della Fiera internazionale Eurofrut. Dai
suoi collaboratori Carlo Badini pretendeva serietà e grande
accuratezza, mirando sempre al raggiungimento della veridicità dei fatti, che il “suo” giornale raccontava, senza mai fare
sconti a nessuno. Professionista dal 1958, Badini dopo dieci
anni di proficuo lavoro alla redazione locale, pur continuando
a vivere con la famiglia a Ferrara, passò a dirigere la redazione
Esteri, presso la sede centrale, dove è rimasto fino al pensionamento. Badini lascia la moglie e due figli.
Andrea Botti
odoARdo REGGiAni
GABRiELE PiERALLi
divulgatore di storie
del “Secolo breve”
Un regista con
lo sguardo sul mondo
L’
attività professionale di Odoardo Reggiani si è svolta
nel mercato dei cosmetici e delle cure, inizialmente nel
gruppo francese L’Oreal e poi nella Visconti di Modrone prima di ricoprire incarichi dirigenziali presso l’Istituto
Dermatologico Idim e nella multinazionale americana Revlon.
Una parentesi libero-professionale e poi la pensione ne hanno accentuato le doti innate di giornalista e di scrittore. La
collaborazione alle pagine culturali de L’Opinione di Milano
ne ha stimolato la forte propensione per la ricerca storica
relativa al secolo scorso che si è manifestata nei saggi e nelle cronache in periodici associativi, locali e tematici.
È il periodo dell’incontro con il presidente nazionale
dell’Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca e delle presentazioni dei suoi libri dissacratori dei Savoia e di una certa
agiografia del nostro Risorgimento.
Sposata con convinzione l’impostazione revisionista, è andato a indagare piccoli e grandi protagonisti per fornire ai
lettori la sua verità oltre le apparenze, con la forza dei documenti e del suo spirito libero.
Il risultato sono cinque libri, il più noto dei quali Luisa Ferida e Osvaldo Valenti: ascesa e caduta di due stelle del cinema è stato portato sullo schermo. Per In.edit ha scritto 18
storie del Novecento, 12 libere incursioni nel secolo breve e
il recentissimo Fatti, misfatti, ritratti (del quale parliamo
nella rubrica In libreria) presentato nel centro studi Giuseppe Guadagnini del
quale era
stato fondatore e animatore.
Per anni ha
portato
avanti
il
Premio Cavazza nelle
scuole della
sua città,
Castel San
Pietro Terme, e con la
famiglia, il
Premio Reggiani
in
onore del
fratello, arbitro di calcio che ha
calcato
i
campi della
odoardo Reggiani
Serie A. (rz)
b
attagliero, curioso, persuasivo, generoso. Nato a
Pavullo nel Frignano 68 anni fa, Gabriele Pieralli
univa tutte queste caratteristiche. Entra in Rai nel
1967 come montatore cinematografico, cambia mansione
con l’avvento dell’elettronica. Per diversi anni è segretario
di produzione fino
a diventare prog rammista-regista. Nel
1998 Pieralli
si
iscrive
all’Ordine come
giornalista pubblicista e
collabora
con
la
Gazzetta
di Modena. Dalla
seconda
metà degli anni
‘80 è fra
gli anima- Gabriele Pieralli
tori di Alfa Tape, un’esperienza di produzione culturale nata dall’entusiasmo di Pedrazzi, Pecci, Martinazzi e Baroni. Ricorda
il professor Luigi Pedrazzi che “Pieralli era un uomo che si
indignava ogni volta che vedeva un sopruso, un’ingiustizia”. Con Alfa Tape vengono realizzati alcuni libretti di
impronta politico-culturale e documentari. I più importanti
sulla Russia e su Israele. Firma anche la regia di un reportage sulla Tanzania per il Cefa, (Centro europeo formazione
agraria) dal titolo Un modello per l’Africa e cura A 40 anni
da Rossena sullo scioglimento della corrente dossettiana al
castello di Rossena, nel reggiano. Negli ultimi anni era
tornato nella sua Pavullo, dove era diventato socio dell’associazione culturale Il Frignano dei Montecuccoli. Amava
la propria terra e le proprie origini. Aveva un grande progetto: digitalizzare e salvaguardare il materiale dell’istituto
Luce su Pavullo nel Frignano, in particolare la storia
dell’aeroporto di Pavullo negli anni ‘30. Aveva già raccolto
interviste e materiali quando la malattia che lo tormentava
lo ha costretto a un ricovero. È tornato a casa solo per l’ultimo commiato.
Giorgio tonelli
novembre 2012 / GIORNALISTI . 39
ISCRIZIONI
E CANCELLAZIONI
■Riunione del 20 marzo 2012
ISCRIzIONI
REGISTRO DEI PRATICANTI
Uccellini Annalisa [Benevento 11/10/1982]: Il Resto del Carlino,
12/05/2011; Vecchi Francesco
[Modena - 22/04/1985]: Il Resto del
Carlino, 23/03/2011; Zanotti Manuela [Bologna - 26/08/1975]: freelance, 01/09/2010.
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Del Prete Federico [Bologna 30/06/1981]: 22/11/2011; Innocenti Matteo [Pistoia - 11/03/1983]:
14/03/2012.
ALBO DEI PUBBLICISTI
Ansaloni Alberto [Civitanova Marche (MC) - 28/12/1986]: Il Resto del
Carlino, ufficio stampa Comune di
Reggio Emilia; Manzini Elena [Vignola (MO) - 08/03/1984]: Nuova
Gazzetta di Modena, Il Resto del
Carlino.
ELENCO SPECIALE
Indino Giovanni [Oria (BR) 14/12/1954]: L’associazione; Turni
Patrizia Angela [Milano 21/10/1969]: Eventiaziendali.it.
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Del Prete Federico, Innocenti
Matteo.
PUBBLICISTI
Ferraro Franco Antonio, Ferrucci
Ferruccio, Puddu Paolo: deceduti
Fiore Francesco, Mitta Daniela,
Roella Renata, Zanotti Emanuela.
ELENCO SPECIALE
Ghetti Aldo, Giglioli Pierpaolo,
Pierro Vito, Zaghini Eric.
01/06/2009; Tagliati Riccardo [Bologna - 09/03/1983]: freelance,
01/04/2011.
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Sironi Benedetta [Castelnovo ne’
Monti (RE) - 20/11/1984]:
27/03/2012.
ALBO DEI PUBBLICISTI
Baldi Massimo [Bologna 29/05/1947]: La Voce di Romagna,
L’Eco della Pista; Bergami Elisa
[Bologna - 31/03/1985]: Arte E Arti
Magazine; Carrozzini Barbara [Galatina (LE) - 22/12/1970]: trasferita
da Ancona; Celiberti Mariangela
[Atessa (CH) - 15/01/1979]: Lo
Schiaffo; Maletti Pamela [Modena
- 15/04/1977]: trasferita da Milano;
Pece Stefano [Ravenna 10/03/1974]: Settesere; Pirazzoli
Lorenza [Cotignola (RA) 10/08/1979]: Sette Sere; Pradelli
Alessandra [Fidenza (PR) 24/05/1987]: L’informazione, Il Mese di Parma; Prata Pier Francesco
[Bologna - 19/04/1988]: Il Resto del
Carlino.
ELENCO SPECIALE
Adamo Filomena [Crotone 09/11/1957]: Rose di Santa Teresa;
Magnoni Francesca [Nettuno (RM)
- 19/12/1976]: trasferita da Milano.
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Sironi Benedetta.
PUBBLICISTI
D'Agata Giuseppe: deceduto.
Prati Nicola, Tagliati Riccardo.
ELENCO SPECIALE
Zanotti Andrea.
■Riunione del 17 aprile 2012
■Riunione del 3 aprile 2012
ISCRIzIONI
REGISTRO DEI PRATICANTI
Magli Anna [Bologna - 10/04/1959]:
revoca cancellazione, 15/03/2009;
Meringolo Rosa Maria Azzurra
[Bologna - 15/06/1984]: freelance,
01/12/2010; Prati Nicola [Reggio
Emilia - 04/05/1981]: Parmok.it,
REGISTRO DEI PRATICANTI
Merli Filippo [Piacenza 01/08/1986]: Cronaca di Piacenza,
01/07/2010; Raffo Emiliano [Piacenza - 22/03/1975]: Cronaca di
Piacenza, 01/07/2010; Ramenzoni Lisa [Piacenza - 01/12/1985]:
Cronaca di Piacenza, 01/07/2010;
ISCRIzIONI
40 . GIORNALISTI / novembre 2012
Spotti Giacomo [Piacenza 19/05/1980]: Cronaca di Piacenza,
01/07/2010; Suzzani Roberta
[Piacenza - 16/07/1975]: Cronaca
di Piacenza, 01/07/2010; Volta
Andrea [Piacenza - 25/03/1975]:
Cronaca di Piacenza, 01/07/2010;
Ziliani Luca [Fiorenzuola d'Arda
(PC) - 29/07/1982]: Cronaca di
Piacenza, 01/07/2010.
Mara, Del Favero Luca, Vaccari
Valentina.
PROFESSIONISTI
Boccioletti Alfredo, Marchetti
Gian Paolo: deceduti.
PUBBLICISTI
Cinquepalmi Mara.
■Riunione dell’8 maggio 2012
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Bucchi Giovanni [Lugo (RA) 25/08/1985]: 30/03/2012; Cinquepalmi Mara [Foggia - 08/07/1976]:
30/03/2012; Del Favero Luca [Faenza (RA) - 28/05/1981]:
02/04/2012; Vaccari Valentina
[Lugo (RA) - 09/02/1982]:
28/03/2012.
ALBO DEI PUBBLICISTI
Benazzi Andrea [Portomaggiore
(FE) - 27/07/1987]: La Nuova Ferrara; Carusone Angela [Portoferraio
(LI) - 30/04/1984]: trasferita da Napoli; Castagno Raffaele [Genova 01/06/1978]: Repubblica Parma;
Circi Andrea [Roma - 31/07/1966]:
trasferito da Roma; Faccani Greta
[Faenza (RA) - 18/01/1981]: Tuttomercatoweb.com, Vocegiallorossa.
it; Iacovone Luca [Matera 06/10/1984]: Il Tascapane; Pezzi
Marco [Lugo (RA) - 26/08/1986]:
Sette Sere Bassa Romagna; Soncin
Giorgia Benedetta [Bologna 09/06/1983]: Arte e Arti Magazine;
Tagle Marina [Napoli - 13/09/1942]:
trasferita da Napoli; Voci Enzo [Vicenza - 24/08/1982]: Il giornale
della Protezione Civile.
ELENCO SPECIALE
Boicelli Viller [Bondeno (FE) 01/01/1950]: Biogas Informa;
Mazzacurati Paolo [Cento (FE) 18/03/1963]: Professional Radiographer Journal; Negrini Stefano
[Alfonsine (RA) - 19/01/1969]:
Ortodonzia Tecnica; Sabattini
Quintino [Sogliano sul Rubicone
(FC) - 18/09/1955]: Sogliano Informa.
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Bucchi Giovanni, Cinquepalmi
ISCRIzIONI
REGISTRO DEI PRATICANTI
Corciulo Antonio [Milano 08/06/1983]: Cronaca di Piacenza,
01/07/2010; Degliesposti Cristina
[Castel San Pietro Terme (BO) 12/03/1983]: Il Resto del Carlino,
08/11/2010; Giannico Pietro Francesco [Gioia del Colle (BA) 25/08/1975]:
freelance,
08/11/2010.
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Boselli Manuela [Parma 05/09/1984]: 29/03/2012; Gaudenzi Giovanni [Fasano (BR) 04/09/1985]: 03/04/2012.
ALBO DEI PUBBLICISTI
Agami Daniel [Bologna 31/10/1982]: Giudizio Universale,
L’Informatore Europeo; Borghi
Gaia [Modena - 07/12/1973]: Eurocarni, Premiata Salumeria Italiana; Cocconcelli Fabio [Reggio
Emilia - 19/10/1976]: Reggio Storia; Filomena Fernando [Maruggio (TA) - 16/03/1959]: La Voce di
Manduria; Marcarino Francesca
[Ravenna - 07/03/1964]: ripristino; Marino Angelo [Bologna 24/08/1982]: Faronotizie.it; Moi
Giovanni [Finale Emilia (MO) 02/06/1963]: Indicatore Mirandolese; Paderni Valentina [Fiorenzuola d’Arda (PC) - 16/04/1987]:
Libertà.
ELENCO SPECIALE
De Adamich Andrea [Trieste 03/10/1941]: Isb in action; Magagni Giulio [Minerbio (BO) 18/11/1956]: Tangram; Orsi Paolo
[Parma - 24/07/1962]: A.Ri.M. Salute; Pavarini Marco [Parma 21/07/1972]: Alma.it.
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Boselli Manuela, Gaudenzi Giovanni.
PROFESSIONISTI
Pasquali Alessandro, Tassinari
Stefano: deceduti.
PUBBLICISTI
Boselli Manuela, Marcolini Mirko.
Musajo Somma Di Galesano Carlo,
Negri Marco: deceduti.
ELENCO SPECIALE
Guerra Luigi.
■Riunione del 22 maggio 2012
ISCRIzIONI
REGISTRO DEI PRATICANTI
Cecchi Mariangela [Bologna 22/10/1976]: Cavallo Magazine,
01/02/2012; Galliani Lorenzo
[Bologna - 29/06/1985]: La Voce
di Romagna, 21/01/2011; Valisena Daniele [Reggio Emilia 03/09/1986]: Gazzetta di Reggio,
02/04/2012; Zucchi Gabriella
[Bologna - 16/07/1961]: freelance, 22/11/2010.
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Boltin Daniele [Pordenone 05/04/1983]: 29/03/2012; Fabbri
Luca [Cattolica (RN) - 25/06/1981]:
03/04/2012.
ALBO DEI PUBBLICISTI
Battista Cristina [Caserta 17/08/1982]: Noiroma.it, Tg Flash
Economia; Faravelli Gabriele [Codogno (LO) - 31/01/1982]: Libertà;
Ferretti Damiano [Castelnovo ne’
Monti (RE) - 16/03/1983]: Gazzetta
di Parma; Mammarella Silvia
[Cattolica (RN) - 06/08/1986]: Parmaok.it, Mollotutto.com; Mazzoli
Elisa [Cesena (FC) - 22/08/1973]:
Bs- Bicisport, Ct-Cicloturismo;
Rancati Davide [Piacenza 27/05/1989]: ufficio stampa Unione Cestistica Piacentina, Radio
Sound; Rizzuti Raffaele [Rimini 14/01/1982]: In Comune, Il Nuovo;
Sparvieri Evaristo [Lanciano (CH)
- 06/10/1979]: Community, Nuova
Gazzetta di Modena.
ELENCO SPECIALE
Cavazza Mario [Bologna 14/01/1953]: Emergency Care
Journal; Crisafulli Lilla Maria [Roma - 23/09/1948]: Textus-English
Studies In Italy.
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Boltin Daniele, Fabbri Luca.
PUBBLICISTI
Cevenini Maurizio: deceduto.
Bocchi Piermaria, Gigli Marcoandrea, Presepi Antonio.
ELENCO SPECIALE
Da Ronche Gianni, Pettenuzzo
Alessandro.
■Riunione del 5 giugno 2012
ISCRIzIONI
ALBO DEI PUBBLICISTI
Bevilacqua Ariosti Francesco [Bologna - 17/06/1982]: Terranauta; Busani Angelo [Parma - 04/10/1960]:
Il sole 24ore; D’Agostino Chiara
[Varese - 21/07/1987]: Parmaok.it La sera; Dall’Olio Filippo Gustavo
[Bologna - 11/04/1986]: Bolognasette - Famiglia Cristiana; Garoia Francesco [Ravenna - 04/01/1985]:
Ravenna 24 Ore; Perrone Diego
[Bologna - 02/08/1980]: Subvertising; Piva Elisa [Ravenna 28/12/1986]: La Voce di Romagna Romagnanoi.it; Spadoni Cristiano
[Imola (BO) - 28/11/1974]: Agronotizie; Zuccaro Adriana [Catania 23/06/1980]: Mete Grand Tour - Architettura.
CANCeLLAzIONI
PROFESSIONISTI
Selini Anna Maria.
PUBBLICISTI
Ceserani Remo.
■Riunione del 19 giugno 2012
ISCRIzIONI
REGISTRO DEI PRATICANTI
Gamberini Letizia [Bologna 25/08/1982]: Il Resto del Carlino,
11/10/2010;
ALBO DEI PUBBLICISTI
Aradelli Anastasia [Castel San Giovanni (PC) - 14/06/1989]: La Cronaca di Piacenza; Bartoli Francesca
[Cesenatico (FC) - 02/03/1981]: Promo Music; Coluccia Patrizia [Palmanova (UD) - 21/07/1967]: New
Media Italy, U.S. Cineca Bologna;
Marcello Irene [Sassari 01/11/1965]; U.S. Azienda Ospedaliera
di
Reggio
Emilia,
Telereggio,19/06/2012; Mazzotti
Roberta [Faenza (RA) - 26/08/1978]:
Edilio.it; Nempi Andrea [Piacenza 09/11/1970]: La Cronaca di Piacenza; Rossi Camilla [Piacenza 24/07/1969]: La Cronaca di Piacenza; Sacchetti Giacomo [Cesena
(FC) - 18/08/1978]: Architetti; Zani
Jeffrey [Borgo Maggiore (RSM) 07/11/1982]: La Tribuna Sammarinese.
CANCeLLAzIONI
PROFESSIONISTI
Lombardi Francesca, Ricucci
Amedeo Maria.
PUBBLICISTI
Armandi Eva, Barbieri Pio, Benassi
Angela: deceduti
Arrighini Angiolino, Banzola Paolo,
Cavazzini Gianni, Cecconi Annibale, Di Renzo Francesca, Fiori Giovanni Gualberto, Lanzara Leonardo, Periti Enrico, Sani Pietro.
ELENCO SPECIALE
Casadei Carlo, Diversi Domenico,
Pascucci Sandro, Stanzani Guido.
ALBO DEI PUBBLICISTI
Bauzone Cinzia [Genova 17/02/1962]: Corriere di Rimini; Fotia Martina [Roma - 31/03/1970]:
Left Avvenimenti; Menzani Paolo
[Piacenza - 03/10/1968]: Piacenza
Sera; Paradisi Gabriele [Forlì 05/03/1959]: Liberoreporter, Segreti
di Stato; Pazzaglia Chiara [Bologna
- 29/07/1981]: Acli Provinciali Bologna, L’apricittà; Volo Sergio [Napoli
- 23/09/1989]: Prima Pagina - L’informazione di Reggio Emilia; Zanetti
Lucia [Castelnuovo ne' Monti (RE) 06/02/1950]: ripristino posizione.
ELENCO SPECIALE
Bernardi Raffaella [Molinella (BO) 21/11/1968]: Il Girasole News; Tosarelli Daniele [Bologna - 27/04/1953]:
Inchiostro Blu; Verlicchi Danilo [Alfonsine (RA) - 14/06/1965]: L’agricoltore ravennate.
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Angellotti Alessia, Antonioli Tamara, De Benedetti Francesca, Filippi
Chiara, Montano Elena.
PUBBLICISTI
Pieralli Gabriele: deceduto.
Magi Lucia, Vetere Angela.
ELENCO SPECIALE
Sabini Carlo: deceduto.
Costante Maria, Fioresi Claudio,
Gambi Enrico, Zucchelli Cristina.
■Riunione del 17 luglio 2012
ISCRIzIONI
■Riunione del 3 luglio 2012
ISCRIzIONI
REGISTRO DEI PRATICANTI
Magi Lucia [Sassocorvaro (PU) 27/08/1979]: freelance, 03/01/2011.
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Angellotti Alessia [Bologna 02/02/1982]; 13/06/2012; Antonioli
Tamara [Cattolica (RN) - 16/08/1982]:
28/03/2012; De Benedetti Francesca [Napoli - 11/05/1983]:
15/06/2012; Filippi Chiara [Pontremoli (MS) - 17/10/1975]: 03/04/2012;
Montano Elena [Giulianova (TE) 19/06/1983]: 21/06/2012.
REGISTRO DEI PRATICANTI
Dall'Olio Caterina [Bologna 15/08/1987]: trasferita da Roma.
ALBO DEI PROFESSIONISTI
Borghi Elisa [Porretta Terme (BO) 10/09/1976]: trasferita da Roma;
Leggieri Antonio [Grottaglie (TA) 16/12/1981]: 14/03/2012; Manvuller Filippo Maria [Codogno (LO) 28/11/1983]: 20/06/2012; Marchesi
Luca [Mirandola (MO) - 26/12/1962]:
20/06/2012; Migliari Saverio [Reggio Emilia - 27/04/1985]:21/06/2012;
Miserendino Davide [Modena 05/12/1987]: 21/06/2012.
novembre 2012 / GIORNALISTI . 41
ISCRIZIONI
E CANCELLAZIONI
ISCRIZIONI
E CANCELLAZIONI
ALBO DEI PUBBLICISTI
Aguiari Damiana [Brescia 23/02/1983]: Radio Città del Capo; Ametta Valentina [Bologna 09/04/1989]: Profili Italia; Cavatorti Pierpaolo [Parma 03/05/1974]: Gazzetta di Parma;
Dall’Oca Annalisa [Bologna 22/01/1984]: Ilfattoquotidiano.it Oggibologna.it; Franchi Giorgio
[Portomaggiore (FE) - 28/01/1977]:
Cenerentola; Gardosi Irma
[Sant'Agata Bolognese (BO) 04/01/1967]: Otesia; Giupponi
Ilaria [Roma - 03/03/1984]: Ilfattoquotidiano.it - Piazza Grande;
Gotti Annalisa [Bologna 28/08/1965]: U.S. Ascom Bologna,
Ascom Informa; Mambelli Marco
[Forlì - 29/01/1967]: Vocis Magazine - Oggibologna.it; Mercadante Saverio [Latina - 11/07/1958]:
San Marino Fixing; Passeri Daniele [Bologna - 17/04/1983]: Il
Resto del Carlino; Pederzoli Rivignano Vaccaro Cosimo [Carpi
(MO) - 12/09/1986]: Il Resto del
Carlino; Silvestri Simona [Viterbo
- 16/02/1982]: La Sera di Parma
- E-Gov; Solmi Alessandra [Bologna - 13/07/1985]: Newnotizie.it;
Trongone Andrea [Afragola (NA)
- 03/04/1973]: La Cronaca di Piacenza, Sportpiacenza.it.
ISCRIZIONI
E CANCELLAZIONI
ANNO 1
NuMERO 1
BOLOGNA
For connoisseurs
Rivista in lingua inglese
Redazione:
via Andegari 18, Milano
Direttore responsabile:
Anna Maria Catano
Stampa:
Grafiche dell’artiere Srl
Via Romagnoli 5/2,
40010 Bentivoglio (BO)
www.bolognamagazine.com
NOCCIOline
Party con noi
Intorno al mondo sulle
tracce della frutta
secca
Redazione:
Cambiamenti.net
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via Casenuove 40/42,
48018 Faenza (RA)
Direttore
responsabile:
Francesca Mezzadri
Stampa:
Gegraf, Bertinoro (FC)
www.cambiamenti.
net
ELENCO SPECIALE
Callegaro Sandro [Milano 04/02/1953]: Bologna Forense; Casali Claudia [Bollate (MI) 04/03/1971]: Faenza; Tonoli Mauro
[Piacenza - 07/02/1968]: Dove mi
porti oggi?
CANCeLLAzIONI
PRATICANTI
Leggieri Antonio, Manvuller Filippo Maria, Marchesi Luca, Migliari
Saverio, Miserendino Davide.
PROFESSIONISTI
Intorcia Ettore.
PUBBLICISTI
Zavagli Matteo.
ELENCO SPECIALE
Bosa Liliana, Lambertini Loretta,
Lusenti Tiziano, Strazziari Lucio.
42 . GIORNALISTI / novembre 2012
ABIRò
Abitare Romagna
Redazione:
Via Galileo Ferraris, 16
47923 Rimini
Direttore responsabile:
Danilo Rizzi
Stampa:
Grafiche Garattoni
Rimini
44 . GIORNALISTI / novembre 2012