Giornalisti n.84 - Ordine Giornalisti Emilia
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Giornalisti n.84 - Ordine Giornalisti Emilia
oRdinE IORNALISTI www.odg.bo.it Emilia-Romagna Va tutto bene? SPECIALE Informazione e politica 84 NOVEMBRE 2012 Anno XXVII - N. 84 Poste Italiane Spa Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - Bologna rivista trimestrale d’informazione e dibattito 2 . GIORNALISTI / novembre 2012 sommario 84 G EDITORIALE SPECIALE ■ speciale / da pag. 6 Articoli di Daniel Agami Argia Granini Franca Silvestri Giorgio Tonelli Opinioni di Gianluca Gardini Angelo Panebianco Cristian Vaccari Immagini di Pasquale Spinelli Vignette di Carlo Mantovani informazione e politica ■ ■ ■ Va tutto bene? Il prezzo dell’informazione Più forza al diritto di essere informati Ecologia ed etica nella comunicazione 4 6 7 9 11 S empre più spesso il cittadino vede leso il suo diritto, costituzionale e sacrosanto, a essere informato con correttezza, trasparenza, autenticità. Di chi è la “colpa”? Certo, l’informazione giornalistica con le sue fragilità deontologiche e le oggettive difficoltà professionali (il modo convulso di lavorare, lo sfruttamento, i compensi miserrimi) contribuisce a indebolire questo diritto. Ma le responsabilità sono anche di editori, direttori, sindacati e politici, che dovrebbero fare la loro parte. Ad esempio, non utilizzando i giornalisti solo per fare numero e ottenere così le sovvenzioni. O vigilando sulla correttezza dell’informazione fornita dalle testate e lasciando meno soli i giornalisti non tutelati dal contratto. Nessuno, soprattutto la politica, che come la stampa ha una grossa responsabilità nei confronti del cittadino, può sottrarsi al dovere di verità e di impegno etico. Direttore responsabile: Gerardo Bombonato Redazione: Emilio Bonavita, Roberto olivieri, Franca Silvestri Segretaria di redazione: Argia Granini Direzione e amministrazione: Strada Maggiore n. 6 - 40125 Bologna Tel. 051/23.54.61 - Fax 051/23.02.27 Grafica: Marco Bugamelli e ideapagina snc Foto di copertina: Pasquale Spinelli di questo numero sono state stampate 8.200 copie Registrazione Tribunale di Bologna n. 5251 del 23.03.1985 Registrazione RoC n. 4506 Stampa: il Torchio - Via Copernico, 7 - 40017 S. Giovanni in Persiceto (Bo) Tel. 051/82.30.11 - Fax 051/82.71.87 PER LA VOSTRA PUBBLICITà Tel. 051.634.04.80 Via della Beverara 58/10 - Bologna Fax 051.634.21.92 [email protected] - www.eventibologna.com Ma il telecomando chi lo manovra La politica nei palinsesti La dubbia credibilità dei giornalisti 13 PREMIO ILARIA ALPI MEDIA E CARCERE INIZIATIVE PERIODICI RASSEGNE ORDINE RubRIChE 18 21 24 27 30 ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ In libreria Ricordi Iscrizioni e cancellazioni Anno 1 numero 1 15 17 31 33 38 40 42 novembre 2012 / GIORNALISTI . 3 di Gerardo Bombonato A Aspettavamo una riforma ne è arrivata solo mezza spettavamo una riforma, è arrivata una mezza riforma. E anche meno. Col rischio di buttare a mare definitivamente, o chissà per quanti anni ancora, quei timidi passi avanti che pure si erano fatti con la parziale approvazione alla Camera dell’accesso e della riduzione dell’elefantiaco e, francamente, imbarazzante Consiglio nazionale. Insomma, invece che risolvere i nodi di un Ordine, a detta di tutti da snellire e modernizzare, si sono complicate e cristallizzate situazioni anacronistiche e paralizzanti. Per un anno si è fatto del terrorismo nei confronti dei pubblicisti dicendo che avrebbero dovuto sostenere l’esame professionale (e già c’era chi minacciava la secessione), si è sbandierato l’obbligo della laurea per i nuovi professionisti, la necessità urgente di una costosa assicurazione, si sono dipinti scenari di rigore e… alla fine la montagna ha partorito il topolino. Un dpr agostano costruito più sulle altre professioni che sulle esigenze dei giornalisti, che tralascia le vere questioni intorno alle quali l’istituzione ordinistica si attorciglia. Ma di che riforma parliamo? Di un’anatra zoppa che si limita a normare solo la disciplina e la formazione. A peggiorare le cose ci si è messo il Consiglio nazionale che ha votato (presenti poco più della metà dei membri, e anche questo la dice lunga sulla sensibilità prestata a temi vitali per l’Ordine) un regolamento non solo illogico, ma in aperto contrasto con le indicazioni unanimi della Consulta dei presidenti e vicepresidenti dei Consigli regionali. 4 . GIORNALISTI / novembre 2012 DISCIPLINA. Il dpr 137/2012 di agosto affida a un organo terzo rispetto all’Ordine (il Consiglio di disciplina territoriale) il compito di istruire i procedimenti e arrivare a giudizio. Con buona pace del principio di terzietà che invochiamo da lustri ma tant’è… È comunque una garanzia in più, esterna al Consiglio dell’Ordine, che è organo elettivo, e si tratta comunque di un organismo di nomina del presidente del Tribunale. È convinzione dei Consigli regionali, suffragati da due autorevoli consulenze legali (una delle quali richiesta dallo stesso Consiglio nazionale), che il compito di vigilanza, così come recita la legge istitutiva del 1963, resti in capo ai Consigli regionali. Ai quali perciò spetta il compito di segnalare i fatti ai Consigli di disciplina cui è riservato il potere istruttorio e decisorio. Posizione legittima e riconosciuta dallo stesso Ministero della Giustizia in risposta a un quesito sull’argomento posto dal presidente Iacopino. Questo il testo letterale: “È possibile conservare ai consigli regionali dell’Ordine le funzioni concernenti l’accertamento di fatti e comportamenti rilevanti sotto il profilo deontologico non in funzione decisoria, ma con la finalità di denuncia al Consiglio territoriale di disciplina”. Più chiaro di così! Ma c’è chi a Roma non vuole sentir ragioni e insiste nel voler svuotare i Consigli regionali del loro ruolo istituzionale a scapito del concetto di terzietà per il quale era nata la riforma. I Consigli di disciplina, senza il contributo dell’Ordine, diventerebbero cioè un apparato parallelo che svolgerebbe le stesse mansioni oggi affidate ai Con- Lezione di giornalismo (foto Spinelli) sigli dell’Ordine. Con la stessa commistione di fase istruttoria e fase giudicante. Solo con costi economici in più, al momento tutti da quantificare in spese logistiche e di personale. Ne valeva la pena? FORmAzIONe. Il dpr rende obbligato- ria e permanente la formazione professionale. Intuizione meritoria e sacrosanta: ci mette alla pari di altri Ordini professionali che la attuano da anni. Un terreno sul quale l’Ordine dell’Emilia-Romagna ha investito da tempo con notevole impegno e per il quale ha varato un’apposita Fondazione che sta raccogliendo ovunque consensi, apprezzamenti e una lusinghiera partecipazione. Un’attività che costa fatica, energie, personale dedicato e risorse economiche. Lo diciamo quindi con cognizione di causa ed esperienza sul campo: non siamo convinti che il Consiglio nazionale, nel varare quel burocratico e rigido regolamento, sia consa- editoriale saranno in grado di farvi fronte. E non ho riscontri che al Consiglio nazionale abbiano neppure cominciato a porsi il problema. Disciplina e formazione: due questioni pesanti con tutte le conseguenze a seguire. Ma il raggiungimento, seppur malfermo e tutto da verificare nell’applicazione, di questi due decennali obbiettivi non può far tralasciare la battaglia per una vera globale riforma del sistema ordinistico. Anche le buone intenzioni, disgiunte dal resto, rischiano di naufragare in un mare inquinato e infido. Se non si risolvono le questioni strutturali dalle fondamenta non si danno certezze e futuro a chi si affaccia oggi alla professione in un quadro come non mai confuso e sempre più precario. Il rinnovamento comincia anche da questo, dalla credibilità. Auguriamoci che almeno questi due capisaldi (disciplina e formazione, altri non ne teniamo per ora) vengano affrontati con tempestività, ingegno e realismo. Tutti insieme e non, come troppo spesso avviene, senza un’adeguata consultazione e condivisione con i Consigli regionali che sul territorio vivono quotidianamente problemi e possibili soluzioni. A meno che a Roma non siano già cominciate le “grandi manovre” per le prossime elezioni di maggio… pevole di cosa significhi per gli Ordini regionali, grandi e piccoli, fare formazione per tutti gli iscritti in termini di numeri e di costi. Mancano le risorse. Non è auspicabile un aumento della quota di iscrizione che la categoria non comprenderebbe, specie in questo momento economico. È un problema questo che il Nazionale non si è assolutamente posto, o forse non lo ha proprio sfiorato. Ho avuto modo di rammentarlo personalmente in una Consulta dei presidenti e vice a Roma, certo in modo provocatorio, forse brutale, ma di sicuro realistico: o gli Ordini regionali diminuiscono la parte della quota destinata a Roma (ora al 50% dei versamenti degli iscritti) o si costituisce un fondo a sostegno delle spese per la formazione. La gestione della formazione, quando sarà a pieno regime, metterà a dura prova le strutture, il personale e le casse dei Consigli regionali. Dubito che anche gli Ordini con più esperienza e professionalità in materia il Ministro Severino e il Presidente della Repubblica novembre 2012 / GIORNALISTI . 5 Informazione e politica D Questa immagine è stata dipinta sul Muro di Berlino 6 . GIORNALISTI / novembre 2012 Va tutto bene? obbiamo rassegnarci a un certo tipo di informazione o dobbiamo cercare di mettere in campo tutti gli strumenti possibili per migliorarla? A chi spetta il compito di garantire un’informazione corretta al cittadino? L’Italia è un paese estremamente politicizzato. E il rapporto fra informazione e politica è da sempre molto stretto. Lo affermano sia Angelo Panebianco che Cristian Vaccari. I politici sono presenti nei tg, nei talk show ma anche nelle trasmissioni di intrattenimento. Un bombardamento mediatico che evidentemente non dispiace ai cittadini se, come sostiene Panebianco, non cambiano canale appena vedono i politici provocando quei crolli dell’audience che costringerebbero le tv a modificare i palinsesti. Però, anche se i telespettatori amano la politica sul piccolo schermo, avrebbero diritto a ricevere una informazione corretta, distinta dal messaggio pubblicitario o di propaganda. Le regole ci sono, sostiene Gianluca Gardini, ma sono poco adeguate e difficilmente applicabili a casi di commistione tra informazione e politica, come quelli che si sono verificati in EmiliaRomagna. Per risolvere la questione possono bastare i codici di autoregolamentazione suggeriti da Gardini a giornalisti, editori e imprese radiotelevisive oppure sono necessarie norme specifiche sulla materia? Per quanto riguarda la categoria dei giornalisti ci sono già codici e carte deontologiche chiare e l’Ordine è impegnato a farle rispettare, anche ai direttori. Mentre per gli editori e per i politici forse qualche regola più esplicita sarebbe auspicabile. Perché questa informazione poco limpida finisce per danneggiare la professione giornalistica, ma soprattutto è poco rispettosa del cittadino. E oggi, che agli strumenti tradizionali di comunicazione si aggiunge anche la Rete (dove i politici hanno un filo diretto con la gente), è ancora più importante quel ruolo di mediazione distante dagli interessi della politica e dalle compromissioni del mercato editoriale. Argia Granini speciale il prezzo dell’informazione uN DIbATTITO ORGANIZZATO DA FNSI E ASER SuL TEMA DELLE COMPARSATE DEI POLITICI IN TV L e “relazioni pericolose tra giornalismo, pubblicità e propaganda politica” sono state al centro di un dibattito aperto al pubblico che si è svolto all’Hotel Europa di Bologna. Un incontro dal titolo amaro-ironico (Il prezzo dell’informazione), organizzato da Fnsi e Aser «per mettere a confronto i soggetti interessati e rispondere alle domande dei cittadini dopo lo scandalo delle interviste televisive a pagamento». Una vicenda «che ha scosso la categoria dei giornalisti mettendone in discussione la correttezza deontologica» ma che ha sollevato pure molti dubbi rispetto alla buona fede dei politici, alla trasparenza degli editori e all’efficacia della normativa vigente in materia. Oltre alla Fnsi, rappresentata dal segretario generale Franco Siddi e dal presidente Roberto Natale, sono intervenuti il presidente del Corecom Emilia-Romagna Gianluca Gardini, il coordinatore nazionale dei Corecom Filippo Lucci, il presidente dell’Ordine Giornalisti Emilia-Romagna Gerardo Bombonato. E in rappresentanza degli editori televisivi: Fabrizio Berrini per Aeranti-Corallo e Rosario Alfredo Donato per Frt. Ha coordinato i lavori il presidente dell’Aser Serena Bersani, che riferendosi al titolo del convegno ha puntualizzato: «è un ossimoro perché l’informazione è uno di quei beni che non hanno prezzo e dunque non dovrebbe in alcun modo essere oggetto di mercimonio». Ha pure ricordato che l’esigenza di questo incontro è nata dopo l’inchiesta di Repubblica dell’agosto scorso sulle ospitate a pagamento dei politici in trasmissioni di carattere giornalistico. «Quello di cui parliamo oggi è un prezzo vile, che disonora la categoria e la squalifica. Se verranno provate le responsabilità dei giornalisti, questi saranno puniti e sanzionati. La commistione fra informa- il tavolo dei relatori Un momento del convegno zione e pubblicità non fa parte di questo mestiere. In questa occasione, avrei preferito parlare del prezzo pagato da colleghi che si occupano di guerra e di mafia. O dei precari che per gli editori hanno un prezzo irrisorio». Con queste parole ha esordito Gerardo Bombonato. Sull’inchiesta che l’Ordine ha aperto il 24 agosto scorso e sui procedimenti all’esame del Consiglio regionale ha precisato di non poter per il momento fare rivelazioni. «Siamo stati tirati per la giacca in molti modi - ha detto - con una richiesta di giustizialismo fuori luogo. È superfluo ricordare che il diritto alla difesa deve essere garantito a tutti. Mentana chiedeva la sospensione dei colleghi coinvolti nella vicenda, ma l’Ordine deve rispettare tempi e modi fissati dalla legge. L’ambizione di questo consiglio è di “riuscire a moralizzare, senza fare i moralisti”. Ci auguriamo che questo “scandalo”, serva a fare chiarezza e un po’ di pulizia, non solo nella nostra regione ma a livello nazionale». Ha sottolineato che, comunque, non è solo un problema deontologico dei giornalisti: il sistema è marcio e dunque è una questione etica che riguarda anche politici, direttori ed editori. «C’è un rapporto insano fra giornalisti e politica, ma non vorrei che alla fine a pagare fosse solo la nostra categoria perché ha un codice deontologico». Questa la sintesi del presidente che ha rammentato di avere inviato lettere agli editori e a tutti i capigruppo dell’Assemblea legislativa della Regione per chiedere la documentazione in loro possesso. Finora, purtroppo, hanno risposto in pochi: «Non abbiamo il potere ispettivo di una procunovembre 2012 / GIORNALISTI . 7 Informazione e politica ra dunque la collaborazione di editori e capigruppo è indispensabile». In conclusione, si è chiesto se la vicenda che coinvolge le tv non riguardi anche la carta stampata, dove non mancano le commistioni tra informazione e pubblicità. In fondo, la vera vittima è il telespettatore/lettore che vede leso il suo diritto a essere informato correttamente. Per Franco Siddi le questioni deontologiche non sono solo un problema dell’Ordine ma anche del sindacato, poiché il lavoro del giornalista deve essere indipendente e professionalmente libero. «Il giornalista - ha detto - deve fare il giornalista, non il procacciatore d’affari. Un’informazione non etica è una truffa nei confronti del cittadino». Del resto l’articolo 2 della legge ordinistica e il contratto di categoria richiamano al dovere di promuovere la fiducia fra stampa e lettore. Occorre riflettere sulle responsabilità, ma anche sulle regole di questo sistema, che sono saltate, ha puntualizzato. «Giornalisti ed editori devono essere lucidi rispetto alla comunicazione politica. Perché si sopravvive soprattutto con la buona informazione. E chi fa informazione non deve fare altro». Ha poi auspicato che siano dati maggiori poteri ai Corecom con regole più stringenti, anche se questo potrebbe ridurre il numero delle emittenti: sul mercato si deve stare con trasparenza e libertà professionale. Insomma il sistema deve “rigenerarsi” da un punto di vista etico. Una raccomandazione per i colleghi: non ci si deve rassegnare ad accettare tutto “per fame”. Ma anche per gli editori: i giornalisti non possono essere utilizzati dalle aziende editoriali e dalle emittenti per fare numero, per aumentare i parametri per i contributi. E ha concluso: «Il giornalista non si adegua al mercato ma all’etica, non si addomestica l’informazione per guadagnare lo stipendio». Gianluca Gardini ha sottolineato che questa vicenda ha rilevanza politica, etica e deontologica, mentre dal punto di vista giuridico ha un rilievo meno evidente. Si tratta infatti di una materia che raggruppa una serie di diritti costituzionali (di impresa, di voto, di partecipazione democratica alla vita pubblica) che si incrociano continuamente e sono regolati da una normativa imperfetta, che si è “stratificata” male. Nello specifico non c’è 8 . GIORNALISTI / novembre 2012 una norma che impedisca di mandare in onda messaggi a pagamento. E se non c’è un divieto di legge, non c’è reato. L’Agcom afferma che sopravvive un principio generale che va in senso contrario. «Io non sono del tutto d’accordo - ha detto Gardini - ma applicherò la norma con serietà, convinzione e accuratezza. Resto però convinto che questa sia una materia complessa e scivolosa che deve fare i conti con molteplici diritti costituzionali». E sui contributi pubblici all’emittenza privata? «Se vogliamo un’informazione pluralista, più testate e più tv - ha concluso - dobbiamo finanziarle con contributi pubblici, altrimenti avremmo un monopolio o un duopolio di Stato. Se le tv locali smettessero di fare informazione politica, non sarebbe un bene per nessuno. Certamente i contributi vanno assegnati in maniera corretta e con giusti criteri». Il sistema dei Corecom in questi anni ha fatto un buon lavoro per salvaguardare il pluralismo dell’informazione consentendo ai cittadini di conoscere la propria realtà territoriale. Questa l’opinione di Filippo Lucci che ha anche ribadito che i Corecom sono punti di riferimento per tutta l’informazione, non solo per le emittenti televisive. Ha annunciato che da gennaio 2013 verrà monitorata tutta l’informazione delle emittenti: «I Corecom vogliono dare un loro contributo a sostegno di chi fa una buona informazione». Fabrizio Berrini ha espresso disappunto per come i giornali hanno “massacrato” per settimane le emittenti locali (anche se qualcuno ha poi dovuto fare marcia indietro). «È chiaro - ha detto - il rapporto tra fornitore e fruitore dell’informazione deve essere trasparente. Bisogna che tutto sia regolarizzato con contratti e negli spazi informativi non deve entrare la comunicazione politica a pagamento». Comunque, ha difeso il sistema delle televisioni locali: «non credo sia diventato una sorta di girone infernale e penso sia difficile assegnare contributi pubblici in base al criterio, opinabile, della buona informazione». Ha poi ricordato che le tv locali stanno vivendo un momento di crisi terribile con cassa integrazione e licenziamenti dei dipendenti perché “non girano più soldi”. E in riferimento ai contributi: «non bisogna concentrarsi solo sulle tv locali (li ricevono anche le maggiori testate nazionali!), ma prendere in considerazione tutto il sistema». Per l’altro rappresentante dell’emittenza privata, Rosario Alfredo Donato, i criteri con cui vengono assegnati i contributi pubblici possono essere rivisti. Rispetto ai fatti accaduti in Emilia-Romagna ha puntualizzato che nella vicenda sono coinvolti tre soggetti (giornalisti, editori, politici) e che tutti hanno responsabilità etiche. Dopo aver premesso che dei giornalisti si occuperà l’Ordine ed eventualmente la magistratura , si è chiesto se dal punto di vista legale sia corretto che i politici utilizzino denaro pubblico per la comunicazione. «I politici - ha detto hanno obblighi morali e di legge: possono farlo, ma devono renderne conto». E alle emittenti è vietato prendere soldi per la comunicazione politica? «Esiste una normativa incentrata sul principio del pluralismo. Ma anche sulla trasparenza. Ed è su questo punto che le emittenti dovranno rispondere. Siamo totalmente disponibili a collaborare alle inchieste che ci saranno». Le responsabilità della politica passano sotto silenzio perché i giornalisti non le raccontano, perché non fanno domande, non pungolano i politici e contribuiscono così alla sopravvivenza di un “sistema marcio”. Questo in sintesi il pensiero di Roberto Natale che ha lanciato un monito: «in questo clima di sentimenti grossolani corriamo il pericolo di essere tutti travolti e noi giornalisti rischiamo di scomparire perché non siamo più credibili». Ha comunque ribadito che occorre aiutare l’emittenza privata, anche se non è tollerabile che vadano in onda comunicazioni politiche a pagamento senza che ciò sia dichiarato. Ha concluso dicendo che bisogna invece immaginare un diverso assetto della comunicazione, che riprenda la questione dell’emittenza locale ritagliandole maggior spazio e garantendo ai cittadini più trasparenza. Insomma, occorre evitare che le tv locali diventino una gamba fragile del sistema della comunicazione italiana. Rispondendo a una domanda del pubblico, Natale ha detto: «forse la legge sull’equo compenso è alle soglie dell’approvazione. Certo, non è la bacchetta magica, ma contiamo che abbia una funzione di stimolo per gli editori, soprattutto per quelli inclini alla pirateria». (ag / fs) speciale Più forza al diritto di essere informati bISOGNA POTENZIARE LA SENSIbILITà DI TuTTI AFFINChé I CITTADINI RICEVANO uN’INFORMAZIONE CORRETTA E DISTINTA DAL MESSAGGIO PubbLICITARIO inTERViSTA A GIANLuCA GARDINI A bbiamo approfondito alcune tematiche con il professor Gianluca Gardini, presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni dell’Emilia-Romagna. (foto Spinelli) Organismi e meccanismi di controllo sui rapporti fra media e politica sono sufficienti e adeguati? «È una domanda complessa, che richiede un’analisi delle vicende accadute nella nostra regione. Intanto, va detto che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove c’è un ordine dei giornalisti, che esercita una funzione di controllo deontologico e disciplinare sugli iscritti con un’azione capillare e puntuale. È un elemento positivo, uno strumento adeguato perché garantisce il rispetto dei criteri di professionalità dei giornalisti. In questo sistema di controllo c’è poi la magistratura che - come si è visto - si è prontamente attivata per quanto riguarda l’uso del denaro pubblico da parte dei politici. E pure la Corte dei Conti, che mi sembra un valido strumento di garanzia per il funzionamento corretto delle istituzioni. Forse rimane un po’ scoperto il versante delle imprese editoriali, che sono controllate da un’autorità nazionale, l’Agcom, che si avvale dei comitati regionali per le comunicazioni, i Corecom, per quanto riguarda l’emittenza locale. Ciò che è emerso da questa vicenda è che i controlli sono senz’altro efficaci e penetranti, mentre la normativa attuale - quella in vigore sulla par condicio - non è del tutto adeguata per prevenire questo tipo di comportamenti». Cosa prevedono le leggi sulla par condicio? «Sono norme pensate sostanzialmente novembre 2012 / GIORNALISTI . 9 Informazione e politica per garantire il pluralismo, un pari trattamento dei soggetti politici da parte dei media, ma l’insieme delle norme non è espressamente rivolto a evitare comportamenti di questo genere perché non esiste una esplicita “lista” di ciò che è consentito e ciò che non lo è. Detto in altro modo: c’è una norma chiara per quanto riguarda la televisione locale, che consente messaggi politici autogestiti a pagamento, cioè comunicati con la scritta in sovraimpressione. In questo caso hanno una lunghezza predefinita e il sottopancia che scorre. Nella normativa, secondo me, manca una disposizione che stabilisca che questa è l’unica forma consentita di comunicazione politica a pagamento. È questa la zona d’ombra: nel silenzio della legge, molte imprese radiotelevisive hanno iniziato a fare contratti con i politici, più o meno in buona fede, sapendo che la normativa non è così stringente. Si è creato un sistema di gestione degli spazi televisivi con “ospitate” a pagamento anche all’interno di talk show, dibattiti e, ancor peggio, in programmi di informazione. Quest’ultimo tipo di ospitate, secondo me, dovrebbe essere assolutamente vietato». Insomma, il sistema normativo attuale non è lineare, chiaro e completo. «Sì, è così. Agcom ha ricavato in via interpretativa - e lo sottolineo - un divieto d’acquisto di spazi diversi dai messaggi politici autogestiti concludendo che ogni altro tipo di trasmissione (a maggior ragione l’informazione) non può essere acquistato. È un principio che mi vede assolutamente d’accordo, in linea generale e da un punto di vista valoriale, resta però il problema che si tratta di un’interpretazione, non di una norma. Agcom l’ha desunta da un principio generale 10 . GIORNALISTI / novembre 2012 contenuto nell’articolo 11-quater della Legge 28/2000 sulla par condicio. L’articolo stabilisce che le emittenti radiofoniche e televisive locali devono garantire il pluralismo, attraverso la parità di trattamento, l’obiettività, l’imparzialità e l’equità sia nei programmi di informazione che in quelli di comunicazione politica. È certamente un principio importante, assolutamente condivisibile, ma ciò che mi lascia perplesso è la possibilità di ricavare da una norma generale un divieto così puntuale e specifico». Allora, i dubbi restano? «Il parere di Agcom è che, alla luce del quadro normativo vigente, l’unica forma possibile di comunicazione politica a titolo oneroso sulle emittenti locali è rappresentata dai messaggi politici autogestiti. Questa è l’interpretazione che dà Agcom per tutto il territorio nazionale e quindi per noi Corecom è la regola, un criterio che applicheremo in modo uniforme con grande scrupolo e rigore. In Emilia-Romagna stiamo già facendo un’istruttoria capillare su tutte le principali radiotelevisioni locali. Tutto ciò che non è messaggio politico autogestito e che è oggetto di “mercimonio” lo segnaleremo ad Agcom, che valuterà se sanzionare». Dunque, questa è la situazione. «Sì, però non significa che la normativa sia perfetta e del tutto limpida. Come ho sottolineato anche nell’incontro Il prezzo dell’informazione - proprio perché si tratta di materie sul cui sfondo scorrono libertà e diritti costituzionali, sarebbe più opportuno che ci fosse una legge chiara che dicesse esattamente cosa si può e cosa non si può fare, e non che tutto resti affidato a un’autorità indipendente che, per quanto qualificata, fornisce pur sempre un’interpretazione. Questo non vuol dire che io non sia d’accordo in linea di principio con quanto afferma l’Agcom, cioè da un punto di vista etico è sbagliatissimo pagare per le interviste. Dovrebbe essere bandita qualsiasi forma di pagamento per l’informazione, però vorrei che fosse chiaro che sto separando il piano etico da quello normativo. Il ragionamento giuridico, lo ribadisco, non mi permette di individuare chiaramente una norma esplicita che indichi cosa è vietato». Il cittadino ha gli strumenti giusti per capire che cosa sta guardando? «Per la fumosità della norma ma anche per il comportamento non sempre chiarissimo dei giornalisti e delle radiotelevisioni, il cittadino spesso non è in condizione di sapere esattamente se l’informazione o il programma che sta vedendo sia stato liberamente realizzato dalla redazione giornalistica o sia stato pagato. Il vero problema è tutelare il cittadino. Per questo dicevo che la norma utilizzata (quella sulla par condicio) non è perfettamente calzante con questa finalità. Questa vicenda ha fatto emergere la scarsa trasparenza nel rapporto tra media e cittadini. Allora, se il problema è garantire il diritto a essere correttamente informati, in modo obiettivo, imparziale, trasparente, professionale, bisogna che tutti gli organismi di controllo facciano bene il loro lavoro. E mi pare che lo stiano facendo». Cosa si può fare per migliorare la situazione? «Credo sia necessario intervenire con qualche norma in più che specifichi meglio cosa è vietato e cosa è consentito (anche se queste regole devono avere una solida legittimazione democratica). Non c’è nulla di peggio che la vaghezza in campo giuridico e normativo, perché è all’interno dei coni d’ombra che agiscono i più spregiudicati. Nel fare questa affermazione sono combattuto, perché ho sempre pensato che meno regole vengono scritte, tanto più libera è la stampa e la manifestazione del pensiero. Mettere norme troppo pesanti sulla libertà di stampa significa inevitabilmente comprimerla. Sarebbe preferibile che giornalisti, imprese radiotelevisive ed editori si dotassero di codici di autoregolamentazione, perché in un settore come questo, costellato di libertà fondamentali, è meglio che siano gli stessi protagonisti a fare un gesto di self restraint». Per proteggere meglio il cittadino si dovrebbe riscrivere l’articolo 21 della Costituzione? «L’articolo 21 va bene così, però bisognerebbe aumentare il grado di sensibilità rispetto al diritto di essere informati (il risvolto passivo dell’articolo 21), che non è certamente inferiore al diritto attivo di informare. Questa vicenda ha messo ben in evidenza il problema: qui è il cittadino a non essere stato informato correttamente». Franca Silvestri speciale Ecologia ed etica della comunicazione TuTTI DEVONO VIGILARE: GIORNALISTI, POLITICI E CITTADINI. E SERVE uNO “SCIENZIATO POLITICO” ChE FACCIA CAPIRE LE CONSEGuENZE DELLE DIVERSE SCELTE DI GOVERNO I inTERViSTA A CRIStIAN VACCARI l professor Cristian Vaccari, esperto di comunicazione politica, analizza gli aspetti storici e attuali del rapporto tra media e politica. Un corso istituzionale e un seminario dedicati al rapporto tra mass media e politica, o meglio, tra informazione giornalistica e comunicazione politica. È una relazione da sempre di interesse per il suo corso di laurea oppure oggi l’esigenza di approfondire questo argomento è più stringente? «L’interesse c’è sempre stato. Da decenni ormai la politica ha bisogno dei mass media per comunicare. E i cittadini hanno bisogno dei mass media per sapere cosa fa la politica. Ma, anche per effetto Marco Pannella delle nuove tecnologie, questa relazione sta cambiando costantemente. Ed è per questo che va tenuta sotto costante osservazione». Non pensa che il rapporto fra giornalismo e politica sia diventato troppo stretto? «Che il rapporto tra giornalismo e politica sia molto stretto gli studiosi lo dicono da decenni. I giornali italiani non hanno mai avuto un pubblico di massa (come invece accade in altri paesi europei) di conseguenza si rivolgevano soprattutto alle elite politiche e non facevano profitti ma perdite. Gli unici che avevano interesse a stamparli erano i partiti politici (dalla seconda metà del ‘900, ma anche prima, durante la grande stagione della stampa di partito). Gli altri soggetti che avevano interesse a stampare giornali erano imprenditori o gruppi imprenditoriali che volevano utilizzare la stampa come strumento di pressione sulla politica. Quindi, da subito, il giornalismo italiano nasce con una forte relazione con la politica. Relazione che continua nell’era televisiva». A partire dalla Rai? «Essendo gestita dai partiti attraverso la lottizzazione, la Rai diventa il canale con cui i partiti comunicano con gli elettori. Prima soltanto la Democrazia Cristiana poi anche gli altri partiti maggiori acquisiscono potere dentro la tv di Stato. La Rai non funziona come la Bbc in Inghilterra, cioè non è indipendente ma è colonizzata dai partiti: è sotto gli occhi di tutti da diversi decenni. Il passaggio ulteriore è quello dell’entrata in politica del maggior imprenditore della tv italiana: da quel momento anche le reti commerciali, che avevano sempre pensato ad aggiungere audience e fare ascolti per la pubblicità, si politicizzano. Ma, ribadisco, questo fenomeno di intreccio fra media e politica non è assolutamente una novità e ha radici molto forti nel nostro paese». Ma si è ulteriormente deteriorato, pare di capire. «Diciamo che a ogni evoluzione nel sistema dei media è seguito un adattamento di questa logica, per cui la politica e i media si sono intrecciati ulteriormente rispetto a quanto già succedeva prima». Nel libro La politica online. Internet, partiti e cittadini nelle democrazie occidentali lei parla di comunicazione politica senza mediazione e di un rapporto diretto fra cittadino e politico. Crede novembre 2012 / GIORNALISTI . 11 Informazione e politica che con web e social network si potrà in futuro fare a meno della figura del giornalista? «Credo di no. Penso che la funzione del giornalismo sia fondamentale. Soprattutto adesso che ci sono così tante fonti di informazione è indispensabile una funzione di selezione che ci aiuti a capire cosa è importante, a districarci in questa marea di notizie. In secondo luogo (e qui forse il giornalismo italiano ha un po’ di strada da fare, di terreno da recuperare) deve avere un ruolo “di arbitrato” su ciò che è vero e ciò che non lo è. Oggi siamo di fronte a informazioni contraddittorie anche su questioni di grande rilevanza e avremmo bisogno di qualcuno che facesse il lavoro della verifica dei fatti: questo è uno dei grandi compiti del giornalismo». E proprio a questo proposito le chiedo: secondo lei il politologo esiste ancora oggi? Il politologo inteso come lo studioso che possa divulgare sui media un’interpretazione della politica. «Certamente, tra l’altro in Italia è una figura che ha una storia autorevole e di cui c’è ancora tantissimo bisogno. Faccio un esempio: nel dibattito eterno sulla legge elettorale si leggono una serie di inesattezze molto gravi sulle quali c’è Bettino Craxi Achille ochetto 12 . GIORNALISTI / novembre 2012 bisogno di fare chiarezza. Spesso i politici cercano di manipolare l’opinione pubblica sostenendo che un certo sistema elettorale porterà a un determinato risultato mentre in realtà la loro intenzione è quella di conquistare un vantaggio per il loro schieramento politico. Sotto questo profilo lo “scienziato-politico” ha un compito molto importante: utilizzare la ricerca e la scienza per far capire quali saranno le conseguenze delle diverse scelte e indicare quale sia il sistema elettorale migliore per il nostro paese. Inoltre penso che ci sia un grande bisogno di interpretare una realtà politica che sta cambiando molto profondamente sul piano del rapporto fra stati nazionali, mercato e entità sovranazionali. Assistiamo a una situazione nella quale le decisioni del governo nazionale sono fortemente condizionate dall’Unione Europea e dai mercati. A cui si sovrappongono tutta una serie di istituzioni come la Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale e le agenzie di rating. È molto importante che la società e l’opinione pubblica riflettano su cosa questo voglia dire per la nostra democrazia . Ma anche su come la “nuova” democrazia si debba adattare a questi cambiamenti e su come la sovranità debba passare sempre più, dal livello nazionale a quello sovranazionale ma nel contempo rimanere sovranità. Sono tutti dibattiti da fare. Ma dobbiamo farli nel modo giusto e soprattutto sapendo a cosa andiamo incontro. Non per slogan insomma» A chi spetta oggi il compito di garantire un’informazione corretta al cittadino? «Alcuni sociologi parlano di un’ecologia della comunicazione altri di un’etica della comunicazione. In ogni caso riguarda tutti. Da un lato ci sono i politici che se mentono, se manipolano l’opinione pubblica, se si comportano in maniera scorretta nei confronti dei giornalisti possono avere un vantaggio immediato ma alla lunga creano un danno al sistema in cui operano: segano il ramo su cui sono seduti. Se i politici si abituano a dire cose che non pensano soltanto per vedere l’effetto che fa sui media per poi, magari, ritrattare è chiaro che è la loro credibilità a essere danneggiata. I giornalisti sono chiamati anche loro a fare un grande sforzo di professionalità. E soprattutto a recuperare quella funzione di cui parlavo prima: distinguere il vero dal falso. Non è facile, ma è una delle missioni della professione che a volte si perde, non tanto nella malafede ma soprattutto a causa del ritmo di lavoro che è diventato molto frenetico». Oltre che frenetico, pochissimo pagato. «Esatto, poi c’è un problema economico molto serio a fronte di un lavoro sempre più complesso. Il terzo soggetto sono i cittadini che devono essere consapevoli che è anche compito loro tenere “alla briglia” politici e media rifiutandosi di credere a quelle testate che non forniscono un’informazione corretta o a quei politici che non si comportano onestamente». Insomma un compito di tutti. «Si, però il giornalista ha il compito più importante: quello cioè di arbitrare la partita, di definire il perimetro entro cui si possono dire le cose. Può anche valere la pena riferire una falsità ma occorre dire che è, appunto, una falsità. Non bisogna lasciare quella dichiarazione, quella notizia, da sola come se fosse automaticamente chiaro al cittadino che si riporta una notizia non vera». Argia Granini speciale Ma il telecomando chi lo manovra? SE I TELESPETTATORI CAMbIASSERO CANALE quANDO VEDONO I POLITICI, IL NuMERO DELLE LORO APPARIZIONI SI RIDuRREbbE inTERViSTA A ANGELO PANEBIANCO S ui complessi legami fra media e politica abbiamo sentito Angelo Panebianco, politologo esperto di analisi politica sul Corriere della sera. (foto Spinelli) Gli episodi delle cosiddette “comparsate” dei politici in tv hanno mostrato che, pur di apparire sui media, i politici sono disposti anche a pagare. Non bastava vederli nei talk show e nelle trasmissioni di intrattenimento, ora si comprano persino gli spazi informativi. Perché hanno questa necessità di entrare quotidianamente nella vita della gente? «Non sono così sicuro che i politici che pagano siano gli stessi che stanno nei talk show. Credo che siano quelli che non vengono invitati, altrimenti non avrebbero bisogno di pagare. Questo significa che c’è una gerarchia tra i politici: quelli che vanno nei talk show e quelli che non ci vanno e si devono arrangiare, per quanto si vede, in questa maniera. Ovunque i politici devono apparire sui mezzi di comunicazione perché è l’unico modo che hanno per entrare in contatto con il pubblico. Adesso ci sono i nuovi mezzi: la Rete e i vari strumenti che la Rete mette a disposizione. Alcuni di loro, i più bravi, li utilizzano. È inevitabile che debbano apparire. Che poi questo piaccia o meno dipende dal fatto che ci sono fasi in cui la politica genera profonda insofferenza in ampi settori del pubblico. Oggi, l’apparizione del politico è vissuta con fastidio perché siamo in un momento in cui c’è un forte rigetto per la politica. È possibile che in altre fasi la cosa cambi». Un tempo i politici riservavano la loro presenza e l’esposizione dei programnovembre 2012 / GIORNALISTI . 13 Informazione e politica mi alle tribune elettorali, ora invece sembra di vivere in un perenne clima elettorale. Questo continuo supporto mediatico serve a raccogliere consensi fra i cittadini oppure a creare (se non a distruggere) alleanze fra gli schieramenti? «Serve soprattutto a dare visibilità al politico all’interno della classe politica. L’impatto sull’elettorato è sempre incerto. Normalmente i politici di professione hanno altri modi per entrare in contatto con i loro elettori. Il supporto mediatico serve fondamentalmente per raggiungere un pubblico generico, al quale non potrebbero arrivare con altri strumenti. E poi dipende dal politico, dalle sue caratteristiche, da quello che dice e non dice: non sono tutti uguali, i loro messaggi non hanno lo stesso impatto né creano necessariamente lo stesso disgusto. Non si può fare di ogni erba una fascio: alcuni sono dei mestieranti, altri no, o non danno questa impressione. Quindi, l’impatto sul pubblico è differente». Complessivamente si ha la sensazione di assistere a una deriva politico-mediatica. In che misura è responsabilità dei giornalisti? «In Italia esiste un rapporto molto stretto tra media e politica. È un legame antico, che fa parte della nostra storia. Un tempo c’era fra i giornali e la politica, ora si è trasferito sulle televisioni. Nei paesi meno politicizzati c’è in misura minore questo aspetto. Il nostro è un paese estremamente politicizzato, anche nelle fasi di disgusto per la politica (che poi è un’altra forma di politicizzazione) e quindi c’è una fortissima presenza dei politici sui media. Ma i mezzi di comunicazione rispondono alle esigenze del pubblico. Se i telespettatori cambiassero canale appena vedono i politici, il numero delle loro apparizioni si ridurrebbe. Mi sembra evidente. Sarebbe un suicidio mettere i politici in televisione con crolli drammatici dell’audience. Quindi, se continuano ad apparire in tv, significa che questi crolli non ci sono». E la Rete, quali opportunità offre alla politica? «La Rete è molto diversa e consente ai politici più abili, che spesso sono anche i più giovani, di curare un rapporto con i frequentatori del Web, cioè con fasce abbastanza giovani e relativamente istruite di pubblico. Però utilizzare la Rete è 14 . GIORNALISTI / novembre 2012 cosa diversa dal mandare messaggi generici in televisione: richiede più competenza o, quanto meno, una maggiore capacità di mettersi in sintonia con un pubblico tendenzialmente giovane e mediamente più istruito di quello che guarda la televisione». Anche perché nella Rete non c’è la mediazione giornalistica, c’è un contatto diretto. «Appunto, c’è un contatto immediato, che richiede molta abilità da parte del politico o quanto meno del suo staff. Per utilizzare la Rete occorrono competenze specifiche. Comunque, bisogna tenere presente che non c’è la mediazione dei giornalisti, ma c’è quella di addetti alla comunicazione dello staff del politico. Qualche professionista dell’informazione che media c’è sempre». Esiste ancora la figura del politologo? «La parola politologo ha molti significati. Io sono un politologo di professione e un politologo accademico e in più scrivo su un giornale. Il pubblico mi riconosce come politologo perché scrivo su un quotidiano, ma in realtà lo sono perché faccio un lavoro accademico di ricerca, che ovviamente la gente non conosce perché è un’attività per addetti ai lavori. Il politologo è come il sociologo o lo psicologo: è un tale che fa un lavoro specialistico. Qui però si crea confusione perché ci sono politologi di professione come me che fanno anche gli analisti sui giornali, esattamente come quei giornalisti che non sono politologi ma fanno analisi politica. Quindi, è un termine che crea confusione». Le due figure che lei ha distinto compiono un’azione differente, con una diversa competenza. «Certo, sono figure molto diverse. Il politologo che scrive su un giornale sta facendo esattamente quello che fa uno psicologo che tiene una rubrica sulla carta stampata. È la stessa cosa. Però quando fa commento politico deve adattarsi alle regole del mezzo, deve semplificare al massimo il messaggio per essere leggibile: deve fare l’analista politico, più che il politologo. Ecco perché, come dicevo, la parola politologo è ambigua ed è meglio eliminarla. Io faccio due mestieri: il politologo accademico e l’analista politico su un giornale. Nel ruolo di analista devo tener conto che mi rivolgo a un grande pubblico e quindi devo semplificare il linguaggio, cioè devo rispettare le regole del mezzo su cui sto scrivendo, altrimenti divento incomprensibile». Ma le analisi politiche condotte sui giornali o sugli altri mezzi di comunicazione sono ancora efficaci come strumento di orientamento del pubblico? «Non lo so. Penso che in prospettiva non possa finire il ruolo dell’esperto, perché soprattutto la Rete - che diventa sempre più protagonista - mette in giro qualunque cosa. E allora occorrono dei “marchi di qualità”, cioè dei contenitori in grado di segnalare che chi scrive è un esperto, non un opinionista improvvisato. Secondo me, una parte ampia della gente raccoglierà le informazioni dove e come capita affidandosi ai mille commenti che appaiono in Rete. Ma ci sarà anche un pubblico più selezionato, che vuole avere delle garanzie sulla fonte del commento. Credo che questo resterà, però per pubblici molto selezionati, molto ristretti». Alla fine chi ci rimette è il cittadinofruitore. Anche alla luce delle recenti vicende di malcostume televisivo, spesso ci si chiede chi dovrebbe tutelarlo. Il politologo può dare un contributo in questo senso? «La tutela del cittadino è affidata agli organi di controllo e a leggi fatte bene, perché se non ci sono quelle non si fa niente. Il politologo (o l’analista politico o chi commenta le vicende) fa una cosa molto più modesta, anche se essenziale: offre un’opinione informata e abbastanza solida che può servire al cittadino per orientarsi. Naturalmente il cittadino-lettore ne fa quello che vuole. Nei regimi autoritari non esiste l’opinione pubblica perché c’è una sola fonte di informazione, compatta e coerente. Sorge invece dove c’è dibattito tra le opinioni, dove il cittadino-lettore può vedere opinioni diverse a confronto e quindi farsi una sua idea su come stanno le cose. E questo confronto tra opinioni diverse il cittadino lo trova sui mezzi di comunicazione. Si spera e si suppone che chi offre analisi e commenti abbia anche una solida competenza per farlo. Non è sempre vero e comunque è il mercato dell’opinione che decide chi ha un po’ di seguito e chi non ce l’ha». Franca Silvestri speciale La politica nei palinsesti È TRA LA FINE DEGLI ANNI ‘50 E L’INIZIO DEI ‘60 I POLITICI SCOPRONO L’IMPORTANZA DI APPARIRE dalla fine degli anni ’50 che la politica è presente nei palinsesti: Oggi al Parlamento approda sul piccolo schermo nel 1959. È curato, come la versione radiofonica in onda dal ‘46, dal giornalista bolognese Jader Jacobelli. Alla fine del 1960 arriva Tribuna Elettorale ma anche il Messaggio del Presidente della Repubblica agli italiani per il nuovo anno che, dopo undici passaggi alla radio, con Giovanni Gronchi unisce alle parole le immagini. Nel 1961 comincia Tribuna Politica, curata e moderata da un altro giornalista bolognese, Giorgio Vecchietti. In seguito né la politica né la televisione saranno più le stesse. Forse è vero, come sottolinea Davide Camera, che i politici “non erano abituati all’occhio della telecamera” e il cosiddetto “telepanico” rischiava talvolta di colpire anche loro. Ma accanto ai più intimiditi o involuti (celebre il lessico criptico di Aldo Moro, che sarà oggetto di uno studio linguistico di Pier Paolo Pasolini), emergono leader al cui carisma contribuisco- Bontà loro di Maurizio Costanzo no la telegenia e la dialettica. Gli anni ’70 vedono la crisi della televisione e dei partiti, ma anche la nascita di un’alternativa televisiva (le tv private) e politica (i movimenti extraparlamentari). Nel 1975 con la Riforma Rai si tenta di svecchiare il linguaggio televisivo. Il personale diventa politico: per la prima volta, un presidente del consiglio (Giulio Andreotti) partecipa a una trasmissione parlando della sua vita privata e il ministro Tina Anselmi deve raccontare come mai non si sia sposata. Accade a Bontà Loro di Maurizio Costanzo, “scompaginando confini fino ad allora nettissimi”, come ricorda Aldo Grasso. I politici iniziano a misurarsi con interviste più spettacolari, spregiudicate e politicamente scorrette, come succede ad esempio nella rubrica del Tg2 non a caso chiamata Ring. E soprattutto, negli anni ’80, a Mixer di Minoli, nei cui faccia a faccia le elezioni si vincono anche con le smorfie di un viso ingigantito sullo sfondo. Il consenso si incrementa con la spettacolarizzazione e le performance: Pannella, a Enzo Tortora Tribuna Referendaria del 1978, tiene la scena per venticinque interminabili minuti in silenzio, legato e imbavagliato. La metamorfosi è in atto, i politici, da ingenui ospiti degli esperti della tv, diventano a loro volta consapevoli fruitori, superando i generi come a Cipria di Enzo Tortora, dove si mettono a cantare nella rubrica “Le tonsille del Palazzo”. Gli anni ’90 segnano un ulteriore passo nell’informalità: tra le ceneri di Tangentopoli e di un giornalismo televisivo che ha i partiti come editori, i politici fanno notizia se si misurano con la satira, apparendo everyman. Capita così che un presidente della Repubblica, carica istituzionale solitamente non intervistabile, si faccia fermare per caso da un comico (succede a Cossiga con Chiambretti) e che molti altri politici vengano fermati dagli inviati delle Iene o di Striscia la notizia: i più spaesati reagiscono con rabbia, i più accorti cavalcano quelle occasioni di visibilità per raggiungere nuovi elettori. Nel 1994 la candidatura di Berlusconi, il maggior editore televisivo (avvenuta non a caso con un videomessaggio spedito alle redazioni dei notiziari) e il passaggio al sistema maggioritario, segnano lo spartiacque per il racconto televisivo della politica. Così il bipolarismo in televisione si traduce in due file di poltrone messe una di fronte all’altra, a rappresentare i due opposti schieramenti, e al rapporto sempre più intrecciato tra politica e rappresentazione televisiva si risponde aumentando le trasmissioni della “scienza di governo”, che da nicchia di approfondimento diventano fenomeni di massa (e ascolti). I politici per farsi notare (e votare) adottano linguaggi incandescenti in trasmissioni che diventano evento come quelle di Santoro; gli avversari sono nemici e spesso lo sono gli stessi giornanovembre 2012 / GIORNALISTI . 15 Informazione e politica listi, che siano Giuliano Ferrara e la sua Istruttoria o Gad Lerner con Pinocchio. Ci si avvia alla fase clou della spettacolarizzazione: i politici vanno a cucinare a Porta a Porta e a prendersi torte in faccia al Bagaglino (per poi, magari, scappare dalle telecamere di Report di Milena Gabanelli). Col nuovo secolo, le trasmissioni politiche sono presenti tutti i giorni, dalla mattina fino a notte fonda «un’anomalia assolutamente italiana che non esiste né in Europa, né nel mondo» ha affermato il giornalista Massimo Bernardini. Le dichiarazioni dei politici, talvolta rilasciate davanti a una telecamera a Montecitorio (senza neanche un intervistatore giornalista) ai tecnici e cameramen dei tg, affrontano qualsiasi argomento, dagli interni agli esteri, dallo spettacolo allo sport. E non mancano i gesti plateali come gli abbandoni in trasmissione e le telefonate in diretta. Non si disdegnano neppure le ospitate da Crozza e al Festival di Sanremo, e mentre si fa notizia in trasmissioni di giornalismo satiri- Una tribuna elettorale del 2011 co in radiovisione (Un giorno da peA tutti noi è capitato di passare cora) si avanza dimomenti difficili, anche dal punto ritto di replica nei di vista economico, come sta passando varietà (Vieni via l’italia: uno non ci dorme la notte, con me). si ingegna per uscire fuori dalla Ma con il nuovo decennio Internet situazione, e questi non trovano niente scompagina le di meglio che andare sempre campagne elettorain televisione (Aldo Grasso) Umberto Bossi li: facebook diventa luogo di propaganda mentre siti e weblog sono utilizzati sempre più dagli uffici stampa dei politici. Ma è twitter il social network con cui comunicano maggiormente, senza mediazioni, utilizzandolo come una sorta AVVERTENZE 1) I telespettatori ai quali vi rivolgete sono sempre, in maggioranza, elettori di altri partiti o indifferenti. di Ansa personale. Il linguaggio televisiE CONSIGLI vo va oltre la televisione come mezzo e si SEMISERI 2) Alla tv non parlate a centinaia di migliaia di persone ma a tante singole persone. trasforma in propaganda personale su PER I Internet, web tv e varianti di youtube. POLITICI 3) Alla tv non si può dire tutto e non più di una - due cose per volta. Come già accaduto in passato per il ParIN TV 4) Moderate i toni e i gesti perché la tv tito Radicale e Lega Nord, oggi i moviè un amplificatore. Enfatizza tutto. menti che polemizzano con la televisio5) La televisione non è un balcone, né un podio, ne, cercando di restarne fuori o ai marginé una cattedra, parlate al telespettatore come ni, ottengono un altro tipo di visibilità e al vostro migliore amico. popolarità, come è il caso del Movimen6) Se si sorride sempre si svaluta il sorriso. to 5 stelle organizzato da Beppe Grillo. Il 7) Se si è sempre cupi non si dimostra serietà web ha aumentato le potenzialità dei ma preoccupazione. politici facendoli diventare ovunque rag8) Non ci si deve arrabbiare o alzare la voce. Si danno giungibili. Un “ventalogo” Daniel Agami 16 . GIORNALISTI / novembre 2012 speciale La dubbia credibilità dei giornalisti uN CONVEGNO DELL’uCSI Su VERITà E MENZOGNA D a sempre le notizie si confondono con le opinioni, ma non è raro il caso in cui ciò che è venduto per notizia equivalga a una menzogna. «Ma la menzogna - chiarisce Stefano Caracciolo, ordinario di psicologia clinica all’Università di Ferrara, nella bella Sala Farnese di Bologna - non è un errore, né una finzione, è legata all’intenzione di ingannare, cioè di scrivere e dire una cosa che è completamente falsa». Mentre per il teologo domenicano, Padre Giuseppe Barzaghi: «La menzogna è il modo in cui la nostra mente cerca di aggiustare a proprio vantaggio la realtà. E se la menzogna è una falsificazione, madre della menzogna è l’invidia e madre dell’invidia è la superbia». Del resto anche sulla Bibbia è scritto che “ne uccide più la lingua della spada”. Il tema della menzogna è dunque antico come l’uomo, ma la moltiplicazione degli strumenti di comunicazione ne fa oggi un’arma di distruzione potentissima, poiché ne amplifica enormemente l’effetto come è stato anche ricordato al convegno Verità e menzogna. Esistono 9) 10) 11) 12) 13) 14) ancora i fatti nel tempo dell’interpretazione?, promosso dall’Unione Cattolica Stampa Italiana. Per Claudio Santini, direttore della formazione alla Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, i giornalisti dicono “parzialmente la verità”. Del resto: «Così è previsto sia dalla legge dell’Ordine che dalla Giurisprudenza. Infatti la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti parla di “verità sostanziale dei fatti” e del “diritto di critica”, mentre la Giurisprudenza da tanto tempo prevede la cosiddetta “verità putativa”». E dunque? «C’è solo un rimedio - conclude Santini - affidarsi alla lealtà e alla buona fede del giornalista insieme a una accurata verifica delle fonti». Molte volte infatti è la fonte stessa a essere interessata a far uscire determinate notizie e quindi le “confeziona” ad arte, rendendole verosimili anche quando non sono vere. Casi di questo tipo abbondano nelle storia del giornalismo e provocano, insieme al discredito per la categoria dei giornalisti, anche una conseguente punti all’avversario e si dimostra di essere in difficoltà. Evitate di utilizzare appunti. Se necessario, fatelo il meno possibile. Se dovete presentare cifre, arrotondatele. Se dovete leggere, fatelo senza pudori. Evitate vestiti a quadrettini. La telecamera non li legge e si ottiene un brutto effetto di “fibrillazione”. Evitate di vestire di “bianco” perché in tv “spara”. Meglio giacca blu, calzoni grigi, camicia azzurra. Se non siete eccentrici, evitate calzini bianchi o eccessivamente colorati. Distraggono inutilmente. Se si è appoggiati a un tavolo, attenzione ai polsini. Possono provocare l’entrata nel microfono di rumori sgradevoli. Guardate sempre nell’obiettivo della telecamera se siete soli. Quello è l’occhio del pubblico. Ma se qualcuno vi rivolge una domanda rispondete a lui, non siate esibizionisti. emorragia di lettori. Difende la categoria Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa: «Non c’è più tempo per pensare, per verificare, per approfondire e - aggiunge - le norme sono vecchie. Da anni chiediamo un giurì che garantisca rettifiche e riconoscimenti della verità. Inoltre in Italia quasi sempre le proprietà editoriali sono riconducibili alla politica o a grandi soggetti economici con altri interessi in campo». Monsignor Ernesto Vecchi, Angelo Scivoletto, Matteo Billi e il presidente dell’Ucsi regionale Antonio Farnè, con accenti diversi, sottolineano l’esigenza di un’etica della comunicazione al servizio dei cittadini. Poichè solo attraverso una corretta informazione può esserci una vera partecipazione alla vita sociale e politica del Paese. Ma occorre fare presto. Tanta è la distanza fra il Paese reale e i cittadini. E il giornalismo italiano, più che al cane da guardia del Potere, assomiglia troppo al cane da compagnia. Giorgio tonelli 15) Chi vi dice che alla tv per diventare simpatici bisogna cantare, ballare e saltare è un vostro nemico. 16) L’efficacia delle risposte è direttamente proporzionale alla provocazione delle domande. Glissate le domande compiacenti. Compromettono e soprattutto sono inutili. 17) Il politico non è un attore e tuttavia un tono troppo monocorde ammazza anche le più belle idee. 18) Non sforzatevi di camuffare un difetto di pronuncia che potrebbe funzionare benissimo come elemento personalizzante. 19) Nell’eventualità, riferitevi esplicitamente ad interventi precedenti degli avversari. un po’ di polemica garbata e di competitività servirà a ravvivare l’atmosfera e a stimolare l’attenzione degli spettatori. 20) Attenzione alla sovraesposizione. Il gradimento televisivo è infatti inversamente proporzionale al tempo di esposizione. (gt) novembre 2012 / GIORNALISTI . 17 G PREMIO ILARIA ALPI Lucia Annunziata informazione musica e teatro al Premio Alpi uN’EDIZIONE ALL’INSEGNA DEGLI EVENTI CuLTuRALI IN COLLAbORAZIONE CON RICCIONE 90 isabella Ragonese legge il testo de "Lo Schifo" di Stefano Massini a diciottesima edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi si è chiusa con successo e con un evento extra. Nonostante la crisi e grazie alla collaborazione con Riccione 90 (progettoevento per i festeggiamenti della ricorrenza per la nascita del comune autonomo), il Premio Alpi ha regalato alla città uno spettacolo inedito: il cantautore Vinicio Capossela e il giornalista emiliano Alberto Nerazzini per la prima volta insieme in un reading tra parole e musica dedicato alla Grecia. Una serata singolare che ha chiuso l’edizione 2012. «Gli eventi da ricordare sarebbero troppi - ha detto il direttore organizzativo Francesco Cavalli -. Di certo, anche l’edizione di quest’anno ha confermato che è un appuntamento in cui si fanno approfondimenti e riflessioni in un clima di scambio e condivisione». Il Premio, ancora una volta, ha portato tra i cittadini e i turisti di Riccione le migliori firme del giornalismo internazionale. un’edizione di contaminazioni, in cui il giornalismo più rigoroso si è mescolato con musica e teatro. E la formula ha funzionato: Isabella Ragonese con la sua emozionante lettura scenica del testo di Stefano Massini Lo schifo e l’appuntamento sulla Grecia con Capossela e Nerazzini hanno arricchito il Premio, riuscendo a portare argomenti “alti” a un pubblico ampio e vario. Importante per la manifestazione è stato il contributo dei volontari, che con una cronaca non stop hanno raccontato il Premio su web e social network. Questa edizione è rientrata nei festeggiamenti per i novant’anni dell’istituzione del Comune autonomo. «Ottimo il riscontro di pubblico - ha detto Simone Bruscia, direttore di Riccione 90 e Riccione Teatro - un pubblico inedito, impegnato, dalla forte consapevolezza critica. Un’occasione che ha trasformato Riccione in un osservatorio del giornalismo d’inchiesta e dei grandi temi della politica internazionale». (bb) L 18 . GIORNALISTI / novembre 2012 L’apertura è stata affidata ai conduttori di CaterpillarAM (programma di Radio Due) che ogni mattina propone la sua rassegna stampa con un taglio decisamente ironico. Poi ci sono stati gli incontri con Antonio Ingroia e Saverio Lodato, le interviste di Andrea Vianello a Lucia Annunziata e Serena Dandini, le presentazioni dei libri di Walter Veltroni, Attilio Bolzoni, Paolo Bolognesi e Roberto Scardova, gli show di Zoro. E non sono mancati arrivi a sorpresa come quello della neoconduttrice di CaterpillarAM Natasha Lusenti e della consigliera Rai Benedetta Tobagi e le grandi mostre fotografiche di Letizia Battaglia e Fabio Bucciarelli. Non sono stati dimenticati i colleghi scomparsi, come Roberto Morrione e il giornalista francese Gilles Jacquier. I dibattiti sulla situazione in Siria, sulla crisi economica e, naturalmente, sul caso Alpi-Hrovatin hanno rappresentato importanti momenti di confronto. Ma quella di quest’anno è stata soprattutto Roberto Morrione Un concorso per il giornalismo d’inchiesta INTITOLATO A RObERTO MORRIONE: TRE I VINCITORI DELLA PRIMA EDIZIONE. PRESENTATO IL bANDO 2013 I l Tabacco che uccide senza fumarlo è il titolo del progetto vincitore della prima edizione del Premio per i giornalismo investigativo dedicato a Roberto Morrione. Autore il giovane giornalista umbro Francesco De Augustinis che ha proposto un’inchiesta sui veleni utilizzati nella coltivazione del tabacco. Secondi ex equo i progetti Mani Pulite 2.0 e Miniere di Stato. Il primo presentato dalle giornaliste modenesi Felicia Buonomo e Elena Borromeo, riguarda la corruzione in politi- ca, mentre Miniere di Stato di Saul Caia e Rosario Sardella tratta del traffico di rifiuti radioattivi provenienti dalla Sicilia. Dopo il successo di questa prima edizione (oltre 90 progetti e 120 iscritti) il premio si apre ancora di più agli aspiranti giornalisti. La seconda edizione, presentata in anteprima il 7 ottobre alla Festa di Internazionale a Ferrara, sarà rivolta ai giovani sotto i trent’ anni. Il premio Morrione finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca rilevanti per la vita sociale e ha deciso di abbassare, da 35 a 30, l’età dei partecipanti per dare nuove opportunità di formazione e aiuto alla produzione d’inchieste di giovani giornalisti. Per i tre finalisti il premio vuole essere anche occasione di formazione: saranno infatti affiancati da un tutor e potranno seguire incontri formativi. Roberto Morrione è stato uno dei più brillanti giornalisti di inchiesta. Ha lavorato per la Rai (vicedirettore del Tg1 e del Tg2, collaboratore del Tg3 dove ha firmato editoriali e inchieste sulla mafia), ha fondato RaiNews24, è stato presidente di Libera informazione e per anni componente della Giuria del Premio Ilaria Alpi. Scomparso l’anno scorso, Morrione ha trascorso la vita lottando per un’ informazione coraggiosa e pulita, innovativa e sociale. Ha sempre avuto grande attenzione per la formazione dei giovani. Il bando del Premio è reperibile sul web: www.premiorobertomorrione.it. (bb) novembre 2012 / GIORNALISTI . 19 G PREMIO ILARIA ALPI Alto il livello qualitativo IL LAVORO DELLA GIuRIA È STATO DIFFICILE. PER IL VICEPRESIDENTE LuCA AjROLDI TuTTI I FINALISTI SAREbbERO STATI DEGNI DI MENZIONE S ono di network stranieri e di televisioni locali, di web-tv e di emittenti nazionali, i video che hanno vinto la diciottesima edizione del Premio Alpi. I vincitori, scelti da una giuria presieduta da Italo Moretti e composta dai più famosi giornalisti italiani, sono stati premiati l’8 settembre scorso al Palacongressi di Riccione, in una serata condotta daTiziana Ferrario. «Elemento comune dei lavori è un esercizio del giornalismo che non ha più differenze tra emittenti locali, nazionali e web: è giornalismo punto e basta» ha detto Luca Ajroldi, una vita alla Rai come inviato di guerra, caporedattore agli esteri e vicedirettore del Tg2, quindi direttore del tg di Telemontecarlo e della testata online Il Journal, da sempre nella giuria del Premio e ora vicepresidente. «Qualche differenza naturalmente c’è: nel linguaggio, nelle tecniche di realizzazione visiva, nella costruzione del racconto. Abbiamo trovato video di alto livello qualitativo e di grande interesse giornalistico, il lavoro della giuria è stato difficile, quasi doloroso, tutti i finalisti sarebbero stati degni di menzione». Il premio al miglior servizio da tg va a Giulio De Gennaro del Tg5, autore di Caccia ai nazisti video che si conclude con un’intervista a Werner Bruss, il responsabile dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Emilio Casalini di Report ha vinto nella sezione miglior reportage breve (sotto i quindici minuti) con Spazzatour: il viaggio, andata e ritorno, dei rifiuti tossici che partono dall’Italia, arrivano in Cina (dove vengono lavorati e riutilizzati nella fabbricazione di giocattoli) e infine tornano “nelle mani dei nostri figli”. C’è la vita di detenuti e agenti all’interno dei penitenziari italiani in Fratelli e Sorelle. Storie di carcere di Barbara Cupisti. Il documentario, andato in onda su Rai Tre, è una produzione Clipper Media in collaborazione con Rai Teche e Rai Cinema e si è aggiudicato il premio per il miglior reportage lungo. Sempre sulle condizioni dei penitenziari 20 . GIORNALISTI / novembre 2012 italiani è anche Il carcere di San Vittore. Il servizio di Alessandro Hielscher del Tg2, vincitore del premio Miran Hrovatin riservato ai telecineoperatori, è un racconto per immagini all’interno del penitenziario milanese. Emiliano Bos e Paul Nicol della Radiotelevisione Svizzera si sono aggiudicati il premio al miglior reportage internazionale. Il loro Mare deserto è una storia di immigrazione e disperazione: un gommone alla deriva per 15 giorni e 63 morti nell’indifferenza delle forze Nato di pattuglia sul Mediterraneo. La Puglia è protagonista del miglior servizio di televisioni locali e regionali: l’autrice, Lucia Portolano della salentina Telerama, in Mesagne e la Scu descrive il rapporto tra la comunità di Mesagne e la sacra corona unita, come la città ha reagito negli anni e cosa esiste ancora della Scu dopo le rivelazioni dell'ultimo pentito. Per la nuova sezione miglior servizio delle web-tv vincono a pari merito: Attilio Bolzoni con I nuovi signori di Sabaudia (inchiesta realizzata per Repubblica.it, che racconta le infiltrazioni camorristiche nell’Agro Pontino) e il lavoro di Claudio Papaianni e Andrea Postiglione del sito dell’Espresso dal titolo Il bacio del padrino: durante la Festa dei Gigli nel quartiere Barra, i boss arrivano su una Rolls Royce bianca, in un tripudio di palloncini, musica e applausi. È invece inedito Kome un palloncino, il video di Massimiliano Cocozza sull’eroica lotta delle persone affette dalle malattie neoplastiche, che vincendo il premio IA Doc Rai si guadagna la messa in onda su Doc3 (Rai 3) e su Rainews. Per il premio della critica, assegnato da una giuria composta da Paolo Ojetti (Il Fatto Quotidiano), Riccardo Bocca (l’Espresso), Alessandra Comazzi (La Stampa), Antonio Dipollina (La Repubblica), Francesco Specchia (Libero), Maurizio Turrioni (Famiglia Cristiana) e Mirella Poggialini (TV Sorrisi e Canzoni), vincono Alessandro Sortino e Lorenzo De Giorgi di Piazza Pulita con Un momento della premiazione Tiziana Ferrario e i premiati Schiavi del lavoro, un’inchiesta girata a Taranto, città divisa tra salute e lavoro, dove la gente deve scegliere “se morire di fame o morire di cancro”. Il Premio Speciale Ilaria Alpi quest’anno è invece andato al giornalista Paul Moreira, firma di prestigio del giornalismo d’inchiesta in Europa. Nel reportage Toxic Somalia, Moreira ha intervistato i pirati somali (che accusano l'Occidente di scaricare nelle loro acque rifiuti tossici) e ha documentato l’aumento di infezioni e malattie (triplicate in 20 anni), seguendo la strada aperta da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sul traffico dei rifiuti tossici e ricostruendo i rapporti segreti tra il mondo degli affari e quello della criminalità. (bb) G MEDIA E CARCERE Un racconto che non corrisponde alla realtà SPESSO L'INFORMAZIONE FORNISCE uN'IMMAGINE FALSATA DEL CARCERE. LE PAROLE ChIAVE AL FESTIVAL DEL DIRITTO A PIACENZA «N oi giornalisti spesso usiamo stereotipi, non sempre pesiamo le parole: per questo esiste un Ordine che vigila sulla deontologia professionale, visto che la regola del buon senso non sempre funziona». Gerardo Bombonato, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’EmiliaRomagna, introduce così il dibattito La corretta informazione: una sosta forzata per condividere alcune parole chiave sulla pena e sul carcere, che si è svolto lo scorso 29 settembre durante l’ultima edizione del Festival del Diritto di Piacenza. Insieme al presidente Bombonato, sono intervenuti Carla Chiappini, vicepresidente dell’Odg regionale e direttore responsabile della rivista Sosta Forzata (giornale che dal 2003 esce dal carcere per dialogare con la città), Brunello Buonocore operatore sociale che lavora da molti anni su progetti a favore di persone in stato di disagio (soprattutto nelle realtà dei dormitori e delle carceri) e diversi redattori-detenuti che hanno raccontato cosa significa per loro la possibilità di esprimere in prima persona le emozioni e i pensieri che coltivano nella dura realtà del carcere. La tavola rotonda voleva stimolare un confronto sulla correttezza delle parole e delle informazioni alla ricerca di un modo più civile per parlare di carcere. «Spesso basterebbe il rispetto - ha detto Bombonato riferendosi a chi scrive di temi delicati che attengono ai diritti fondamentali della persona - ma siccome siamo umani e quindi fallibili, l’Ordine si è dotato di parecchie carte deontologiche che prescrivono come parlare di minori, immigrati e soggetti deboli. Ma durante i procedimenti disciplinari ho notato che spesso i colleghi le ignorano». Carla Chiappini, che conosce la vita quotidiana dei detenuti perché ogni mercoledì è con loro a lavorare alla rivista, è consapevole della discrepanza tra come viene raccontata sui giornali la realtà del carcere e quello che davvero succede “dentro quelle mura”. «Devo cercare di non irritarmi - ha affermato - se qualcuno, fuori, pensa ancora che ozio e televisione siano una vita decente per i detenuti e non un lentissimo incubo». Che obiettivo si pone una redazione che lavora nel carcere? Carla Chiappini non ha dubbi: «Dare voce a chi non ce l’ha». Missione per nulla facile, perché i detenuti devono fare i conti con sentimenti non semplici da gestire: il senso di colpa e di fallimento, cui si aggiunge la sensazione di essere vittime di ingiustizia. «Come può la legge essere giusta - ha chiesto Livio quando, nelle carceri in cui siamo reclusi per espiare pene ritenute eque per i nostri reati, non si rispettano le norme imposte dall’ordinamento penitenziario e dalla stessa Europa? Ci si nasconde dietro il problema del sovraffollamento, delle strutture inadeguate, della carenza del personale di sorveglianza. Credo che ciascuno di noi potrebbe trovare motivazioni altrettanto efficaci per giustificare i propri reati. Ma le nostre scuse, nei Tribunali, non val- gono niente». Ma se lo scopo è quello di avvicinare virtualmente le persone che stanno “fuori” per far loro conoscere una realtà che non viene quasi mai narrata dai diretti interessati, ciò «non può avvenire attraverso la mera lagnanza» ha chiarito Carla Chiappini. Herald, il redattore “più anziano” di questo straordinario gruppo di lavoro parla della sua esperienza come «una speranza, un obiettivo da pormi per dare un senso alle lunghe e vuote giornate dietro le sbarre». Lo scopo che si è posto Herald è quello di cercare di far comprendere che chi finisce “dentro” è un uomo come gli altri, forse più fragile, certamente più sfortunato. Molto spesso, infatti, chi finisce in carcere appartiene alle fasce più deboli della società: un licenziamento inaspettato, uno sfratto per morosità, un datore di lavoro che non ti paga perché tanto sei immigrato (dunque “ricattato” dal permesso di soggiorno) travolgono l’esistenza e non si riesce a porre un argine alla discesa agli inferi. Anche il momento in cui si avvicina la libertà non è facile, come ha spiegato Halla - prossimo all’uscita per fine pena e proprio per questo divorato dall’angoscia - che con occhi spalancati dallo smarrimento racconta: «Dormo poco ultimamente perché sono ossessionato dal pensiero di quello che mi aspetta fuori, temo che nessuno accetterà di darmi un lavoro perché sono stato in prigione. Come farò a mangiare e a trovare un alloggio?». A questa domanda purtroppo, lo Stato italiano è incapace di dare risposte, e queste persone rischiano di ricadere nel crimine per il solo fatto che nessuno è disposto a dare una chance per un’esistenza nuova e dignitosa. Valeria tancredi novembre 2012 / GIORNALISTI . 21 22 . GIORNALISTI / novembre 2012 novembre 2012 / GIORNALISTI . 23 G INIZIATIVE L’immaginazione: disponibile e gratuita uNA RADIO DI GIOVANISSIMI NATA NEL 2010 A CASTEL GuELFO DI bOLOGNA. OGGI hA INVIATI IN TuTTA ITALIA E IN CANTIERE uN PROGETTO DI TEATRO. «u n’antenna puntata in alto per ricevere e trasmettere i segnali di un mondo che verrà». Questo il motto di Radioimmaginaria, la prima radio italiana che non si limita a parlare agli adolescenti, ma gli dà voce. La radio dei giovani per i giovani è nata nel 2010 a Castel Guelfo, in provincia di Bologna, e va in onda tutti i lunedì sulla piattaforma Spreaker.com, con un programma interamente pensato e gestito da ragazzi tra gli undici e i diciassette anni, che oggi conta oltre 10 mila ascoltatori a puntata. I giovanissimi speaker che si alternano al microfono di Radioimmaginaria hanno rapidamente conquistato il pubblico di guelfesi, e in questi anni la radio è cresciuta esponenzialmente: sia come pubblico sia come redazione. Oggi ha un respiro nazionale, con una ventina di inviati da tutta Italia, e si è arricchita di una nuova sede fondata a San Giovanni in Persiceto. Ad ascoltarla sono soprattutto i giovani, che ogni giorno interagiscono sui social network con richieste e commenti sulle puntate. Ma anche gli adulti si sono rapidamente interessati all’innovativo progetto che per la prima volta non si limita a parlare ai giovani, ma lascia La redazione di radio immaginaria spazio al loro punto di vista. «I temi affrontati non sono tanto diversi da quelli di altri programmi condotti e gestiti da adulti, perché coprono un po’ tutti gli argomenti trattati da altre radio. Quello che cambia è il punto di vista, ed è questo a rendere interessante i programmi anche per gli adulti», spiega Giulia De Dominicis, giovane ricercatrice ed esperta di radio e comunicazione che fa parte dello staff di sette adulti, che aiutano e supportano i ragazzi negli Una professione in via d’estinzione S i è svolto a Roma il 23 ottobre sione sui rapporti che i fotografi hanno scorso, nelle sale del Consiglio con gli editori e con la linea di comando Nazionale dell’Ordine dei Giorna- delle redazioni giornalistiche. Problemi listi, la seconda edizione di Airf Focus, per i quali il presidente nazionale iniziativa organizzata dall’Associazione dell’Odg Enzo Iacopino aveva già lo Italiana Reporter Fotografi. scorso anno manifestato la sua sensibiliAd un anno esatto dal primo incontro nazionale di Bologna, nel quale ci si era Elisabetta Villa, presidente FPA Fotoreporter Professionisti domandati quale futuro potesse esserci per la professione, l’appuntamento di Associati, Enzo iacopino, presidente Roma ha voluto ribadire come, senza nazionale odG e Mario Rebeschini, presidente Airf. nell'altra foto, opportune e urgenti tutele per il lavoro Marco Capovilla, presidente dei fotografi italiani, quella del fotoreFotografia & informazione e porter sia ormai una professione in via di Pasquale Spinelli, consigliere Airf estinzione. (foto Michela De Nicola) Particolarmente accesa è stata la discus24 . GIORNALISTI / novembre 2012 tà, ma che sono purtroppo rimasti insoluti nei fatti. Il Focus di Roma è comunque riuscito a fare il punto della situazione e a creare una nuova unità di intenti tra Airf (associazione nazionale dei fotografi), Fotografia & La conferenza stampa di presentazione aspetti organizzativi e burocratici, guidandoli con piccoli suggerimenti e consigli. «Si tratta però di interventi ridotti al minimo spiega, la filosofia di Radio immaginaria è dare spazio ai ragazzi, e non si interviene mai sui contenuti, che sono sempre il risultato delle loro proposte». Al centro degli interessi dei cronisti “immaginari” c’è naturalmente il mondo della scuola e ci sono le loro passioni: cinema, teatro, musica, sport, ma anche attualità. A volte l’attenzione ricade infatti su notizie che li colpiscono, come la ragazza uccisa dalla bomba esplosa davanti alla scuola nel maggio scorso a Brindisi, a cui hanno dedicato una puntata. Oltre alla programmazione ordinaria, la radio ha realizzato alcuni speciali, tra cui uno dedicato alla Notte dei Ricercatori di Bologna, un’intervista a Rita Borsellino e un’altra, telefonica, con Eumir Deodato da New York. Si aggiungono poi le rubriche, come “Cattivissi- Informazione di Milano e Fpa (Fotoreporter Professionisti Associati) di Roma. Ora il confronto sulla professione torna nelle strade, negli studi fotografici e nel lavoro quotidiano, ma è evidente che serve una nuova determinazione del ruolo dei fotoreporter nella filiera della notizia e dell’informazione. Sono intervenuti: Mario Rebeschini, presidente Airf, Marco Capovilla, presidente Fotografia & Informazione, Elisabetta Villa, presidente Fpa, Mario De Renzis, fotoreporter e consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti, Alessandro Ruggeri e Pasquale Spinelli, consiglieri Airf, Enzo Iacopino, presidente nazionale Ordine dei Giornalisti. Ha moderato l’incontro il giornalista Andrea Dal Cero. mo prof ”, in cui sono stati invitati in sede alcuni professori per interviste in diretta con domande serie e meno serie, come quelle sul loro passato di studenti (“Avete mai bigiato?”), rendendoli per qualche ora molto più vicini di quanto non siano in classe. Radioimmaginaria è un luogo dove si impara, ci si diverte e si cresce, personalmente e professionalmente, e dove si costruisce uno spazio per i dubbi e le domande di una generazione, in una comunicazione che si estende oltre le ore passate in redazione, proseguendo su siti, blog e social network. I ragazzi continuano a discutere e confrontarsi sui temi affrontati durante le puntate, dando vita a una estesissima rete di contatti e collaborazioni che, si spera, possano far nascere nuove sedi in altre città d’Italia. In poco tempo, i giovanissimi cronisti hanno saputo conquistare una certa visibilità e credibilità: nel 2012 sono stati accreditati al Festival di San Remo e al concerto per l’Emilia a favore dei terremotati e sono mediapartner al fianco di Radio1 del Festival europeo delle scuole di musica “Allegromosso”. Ad agosto, inoltre, è stato realizzato a Riccione il primo Radiocampo Immaginario, che ha avuto il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti di Bologna e del Comune di Riccione: un grande meeting per confrontarsi con artisti, giornalisti e professionisti della comunicazionovembre 2012 / GIORNALISTI . 25 G INIZIATIVE ne, ma anche per incontrarsi poiché gli oltre quaranta speaker di Radioimmaginaria sono dislocati su tutta la penisola. L’idea di una radio di giovanissimi è del regista ed esperto di comunicazione Michele Ferrari, autore del progetto e presidente dell’associazione Radioimmaginaria MediaHub. Il proposito è di offrire ai giovani un’opportunità di crescita, formazione e incontro. il meeting di Riccione Il futuro della radio, che ha saputo in poco tempo conquistare la fiducia e l’interesse dei suoi ascoltatori, va in due direzioni: lavorare perché nascano nuove sedi, per dare l'opportunità a quanti più giovani possibile di partecipare a questa esperienza e creare nuove rubriche tematiche, in cui i ragazzi possano impegnarsi e specializzarsi a seconda dei loro interessi. In cantiere, ad esempio, c’è già un progetto sul teatro: un radiodramma in cui libri selezionati vengono recitati in radio. Ed ecco che la radio torna alla ribalta. Grazie a voci nuove, con semplicità, serietà e allegria, svela i gusti e le passioni di uno dei soggetti più misteriosi e inespugnabili del nostro tempo: l’adolescente. “L’immaginazione deve essere disponibile e gratuita come l’aria che respiriamo”, spiegano i ragazzi, lavorando con grande impegno e concretezza per far crescere sempre più questa speciale opportunità. Francesca Poli 26 . GIORNALISTI / novembre 2012 Libri per i terremotati RACCOLTI OLTRE 20MILA VOLuMI. L’IDEA LANCIATA VIA TWEET DALLA GIORNALISTA FERRARESE CAMILLA GhEDINI O ltre 21mila libri (per la precisione dividerli fra nuovi, usati, fasce di età dei 21.328) sono stati inviati a Ferra- lettori e a confezionarli. Nelle prime setra come dono ai terremotati timane di ottobre è avvenuta la consegna dell’Emilia-Romagna da parte di case alle amministrazioni, che li collocheraneditrici, associazioni, biblioteche civiche no secondo la loro discrezionalità: bie universitarie, librerie e privati da tutta blioteche, scuole, centri sociali, sale poliItalia. valenti. L'idea è stata lanciata via tweet e agenzie Lo scorso 9 ottobre, a Ferrara, alla predi stampa lo scorso 30 maggio, all’indo- senza dei vertici della Provincia e dei mani della seconda scossa di terremoto sindaci del territorio, si è tenuta una conche ha piegato l’Emilia, da Camilla Ghe- ferenza stampa con l'illustrazione del redini (Ufficio Stampa Ferrara), giornalista port definitivo ed è stato anticipata la free lance ferrarese, che ha voluto com- realizzazione di una biblioteca pronta a battere la paura con la cultura, cercando partire in caso di calamità. Grazie all’Orcosì di allargare il concetto di solidarietà dine dei Medici di Ferrara, che hanno a beni di norma non ritenuti indispensa- acquistato un modulo polifunzionale bibili nell’emergenza. Un’idea che subito blioteca/ambulatorio, l’iniziativa libri è ha richiamato l’attenzione della stampa diventata così un vero e proprio progetto. nazionale e ha raccolto importanti ade- Il modulo, unico nel suo genere, conterrà sioni come quelle di Rcs Media Group, 1500 dei testi in questione, ed è stato Condé Nast, Feltrinelli, Sellerio. donato alla Provincia affinché lo metta a Inizialmente destinata agli sfollati nelle disposizione della colonna mobile della tendopoli, l’iniziativa è stata trasformata protezione civile dell’Emilia-Romagna. in un progetto complessivo e più artico- Il container conterrà il nome di tutte le lato visto il numero di volumi giunti. Dei case editrici che hanno aderito. Per i 200 21 mila testi, 8.298 sono stati portati ai privati, un ordine alfabetico simbolico e centri del Ferrarese, Mantovano, Modenese, Reggiano lo scorso giugno, chiudendo così la prima fase. I rimanenti 12 mila, sono stati destinati al patrimonio collettivo dei Comuni del Ferrarese colpiti dal sisma (Ferrara, Bonde- La presentazione del progetto no, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico, Mirabello, Sant'Agostino) e a quello di Finale Emilia. L’estate è servita per contrassegnarli con un timbro, “Terremoto Emilia 2012. Per non dimenticare”, sud- Camilla Ghedini e le casse di libri G PERIODICI una mappa dello Stivale, a indicare che la generosità non ha avuto confini e limiti di genere, età, condizione. «Sono soddisfatta per aver mantenuto la parola data agli aderenti, dalle case editrici ai privati - ha detto Camilla Ghedini - . Chi ha donato, lo ha fatto seguendo un istinto, ma ha compiuto più azioni: comprare un testo o sottrarlo alla propria libreria (quindi ai propri ricordi) impacchettarlo e spedirlo spendendo denaro. L’impegno di questi mesi è stato sicuramente gravoso, anche fisicamente, ma lo rifarei. Ho avuto momenti di grande sconforto soprattutto perché ho verificato come la solidarietà sia spesso di forma, o di pancia, o anche solo temporanea. O, in una parola, una vetrina. Molti mi hanno suggerito di lasciare perdere, di portare tutto alla protezione civile. Avrei certamente finito prima, ma volevo essere certa che i testi andassero al patrimonio collettivo. Anche per questo ho fatto personalmente le consegne. In politica si spreca la parola trasparenza. Io ho voluto che tutto fosse trasparente. Mi è costato fatica, ma mi ha dato tanta soddisfazione. Questa iniziativa è la dimostrazione che si possono realmente fare cose di grande valore, però vanno seguite, non demandate. Ed è anche la conferma che in un periodo in cui tutto si fa passare per i social network, apparente cartina di tornasole dei sentimenti e delle opinioni, la voce che ti risponde al telefono e la mail che ti aggiorna su una tua donazione, ha ancora un senso. La fiducia si crea sulle relazioni vere, non basta cliccare mi piace o “postare” l’iniziativa. Io credo nella parola data e nella responsabilità che ci si assume quando si prende un impegno. Ho lanciato il tweet, ma ho risposto ad ogni telefonata e mail. In questa idea divenuta progetto a favore della collettività, si è parlato il linguaggio comune, trasversale e democratico della cultura che diventa solidarietà. E dell’amicizia. Perché ad aiutarmi sono stati gli amici, non le istituzioni. Mi piace pensare che a Ferrara, oggi, circolino le energie di tutti quelli che hanno inviato i libri. Si è combattuta la paura con la cultura. Laddove i monumenti si sono sbriciolati, i libri sono stati un po’ la nostra “ricostruzione morale”. Spero che la mia città saprà essere loro riconoscente. Io so che Ferrara, oggi, parla anche di loro». i Comuni di carta uNA RICERCA SuI PERIODICI DELLE AMMINISTRAZIONI COMuNALI DELLA PROVINCIA DI bOLOGNA. uN SETTORE VITALE NONOSTANTE LA CRISI Periodici comunali F oglio o giornalino per i cittadini, periodico o rivista per le pubbliche amministrazioni. Sempre al limite tra informazione e propaganda, i giornali editi dai Comuni non sempre sono visti di buon occhio. Nella provincia di Bologna, su 60 Comuni, 31 hanno un loro periodico (Casalecchio ne ha addirittura due). È quanto emerge dalla ricerca Comuni di carta tra la via Emilia e l’Appennino, condotta nei mesi scorsi dalla giornalista Mara Cinquepalmi e ora pubblicata sul blog http://maracinque.wordpress. com/2012/09/26/comuni-di-carta-trala-via-emilia-e-lappennino/. Senza la pretesa di restituire dati scientifici, si tratta di un lavoro basato su un questionario di venti domande inviate ai direttori, alle redazioni, agli uffici stampa e agli Urp dei Comuni della provincia e che cerca di capire come questi periodici interagiscono nel sistema dei media di un Comune, quali sono i modelli redazionali (a partire da chi riveste la funzione di direttore responsabile), quanto la parte politica influisce nella gestione della redazione. Al questionario hanno risposto 33 Comuni (tra questi anche Bologna e Borgo Tossignano che non hanno un periodico). I Comuni editano per lo più bimestrali e trimestrali, soltanto quattro i mensili. Le risorse finanziarie a disposizione pesano non poco sulla programmazione delle uscite. Quando i fondi scarseggiano, alcune testate ricorrono alle inserzioni pubblicitarie. Sedici dei 31 periodici censiti ospitano pubblicità. La raccolta pubblicitaria richiede figure professionali ben precise che le Amministrazioni non hanno in organico. E così spesso si affidano a società esterne. Sedici dei periodici sono nati negli anni ’80 e soltanto quattro hanno visto la luce nel Terzo Millennio (Loiano e Camugnano nel 2008, Marzabotto e Monteveglio nel 2009). Si tratta, quindi, di prodotti editoriali abbastanza recenti, ben radicati nel territorio e che si affacciano al web con la pubblicazione in pdf sui siti dei Comuni. Almeno per ora, anche se con risorse sempre più esigue, i Comuni non rinunciano ai periodici perché arrivano nelle case dei cittadini, raggiungono target che hanno poca dimestichezza con il web e parlano della comunità a cui si rivolgono. Ed è proprio il territorio, con i suoi eventi e le notizie di interesse locale, ad animare le pagine di questi giornali. Più articolata è la questione dell'organizzazione redazionale. La presenza di direttori interni o esterni all'Amministrazione è ripartita quasi in egual modo: 17 i direttori interni e 14 quelli esterni. Il dato relativo a direttori dipendenti del Comune è abbastanza complicato e rivela la tendenza novembre 2012 / GIORNALISTI . 27 G PERIODICI della politica a entrare nella gestione di cose più tecniche. La politica, però, è presente con comitati di redazione o dei garanti dei quali fanno parte rappresentanti della Giunta o del Consiglio. Se le redazioni sono quasi del tutto composte da personale interno (28 su 31 periodici), la parte grafica è affidata soprattutto a professionisti esterni (24 su 31). La ricerca mostra una situazione editoriale dei Comuni per molti aspetti interessante. Innanzitutto, per la quantità (che 31 Comuni su 60 abbiano un giornale è un dato alto con pochi altri riscontri in Italia), poi per l’organizzazione delle redazioni che tiene conto di difficoltà economiche, personale a disposizione, partecipazione della politica nelle scelte editoriali. I “Comuni di carta” nella provincia di Bologna fanno parte di un sistema editoriale locale molto articolato e vivace, ma appartengono alle comunità, a quel dialogo che le Amministrazioni cercano di mantenere vivo. L’interesse per la storia locale TRADIZIONI, CuLTuRA E NARRAZIONI IN uN SEMINARIO DEDICATO A GIORNALISTI E STAMPA DEL SETTORE Un po’ di numeri 33 su 60 i Comuni che hanno risposto al questionario 31 su 60 i Comuni che hanno un periodico 1 il Comune (Casalecchio di Reno) che ne edita due 8 i bimestrali (la periodicità più diffusa) 16 i periodici nati tra il 1981 ed il 1990 17 i periodici che hanno un direttore interno (in 3 casi è il Sindaco) 15 i periodici che stampano meno di 5000 copie (soltanto Casalecchio e San Lazzaro stampano tra le 15 e le 20mila copie) 28 le redazioni interne alle amministrazioni comunali 24 i periodici che affidano la grafica a ditte esterne 16 i periodici che ospitano inserzioni pubblicitarie 7 le redazioni affiancate da un comitato editoriale che tiene conto della rappresentanza politica 28 . GIORNALISTI / novembre 2012 Emanuela Caselli e Giorgio Gentilin I l quinto Convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di cultura e storie locali, Media Memoriae, si è tenuto il 15 settembre scorso ad Arzignano in provincia di Vicenza, organizzato, come sempre, dall’Ordine nazionale dei Giornalisti, unitamente all’Odg del Veneto, all’Editrice Millenium e all’Arga Interregionale (giornalisti specializzati nell’agroalimentare, ambiente e territorio). All’iniziativa hanno partecipato colleghi di diverse regioni italiane, in particolare emiliano-romagnoli, che sono stati fra i principali promotori dell’evento. È da ricordare che la sede della prima edizione di Media Memoriae, di cui è coordinatore nazionale il giornalista reggiano Gino Badini, è stata proprio Reggio Emilia, seguita poi da Brugnato, Castel Goffredo e Fucecchio. In rappresentanza della città di Reggio è intervenuta la presidente del Consiglio comunale Emanuela Caselli che ha donato al sindaco di Arzignano, Giorgio Gentilin, una copia del primo Tricolore. Nel discorso di saluto la presidente ha posto l’accento sull’importanza e sul valore di questo “simbolo tangibile della democrazia conquistata” in quanto “frutto della prima Costituzione in assoluto in Italia e probabilmente nell’Europa tutta”. Il Tricolore, “simbolo di unione e di memoria”, rappresenta inoltre l’unificazione della cultura, degli ideali, delle differenze di cui è composta la nostra identità nazionale. Emanuela Caselli ha inoltre ricordato l’impegno profuso dalla città culla del Tricolore per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d'Italia e l’intervento del presidente Napolitano a Reggio Emilia il 7 gennaio dello scorso anno. Nella seconda parte del convegno - moderato da Roberto Zalambani, delegato alle specializzazioni del Consiglio nazionale - si sono alternati gli interventi dei direttori e dei redattori delle riviste partecipanti all’evento, con la presentazione, fra l’altro, delle testate dirette da giornalisti reggiani, quali Reggio Storia e Bollettino Storico Reggiano, concrete dimostrazioni della passione e della cura con le quali una città può impegnarsi nel rispetto e nel rilancio del patrimonio storico e culturale. Gino Badini ha messo in risalto come in generale l’interesse per la storia locale non accenni affatto a spegnersi - il che è dimostrato dai numerosi periodici del settore in continuo aumento su tutto il territorio nazionale ma che anzi ci sia l’intento di confermare la continuità delle tradizioni e di mantenere il legame con le proprie origini. Nel corso della giornata Lino Zonin ha presentato il suo recente libro L’urlo di Paperopoli, (il sottotitolo ,“Manuale di sopravvivenza per giornalisti di paese”, spiega efficacemente il contenuto). Al termine della giornata si è reso omaggio all’illustre pittore di Arzignano, Achille Beltrame, con l’inaugurazione della mostra delle copertine apparse sulla Domenica del Corriere, alla presenza della giornalista Francesca Visentin del Corriere del Veneto e di Fabio Benati, componente dell'Esecutivo del Consiglio nazionale, che ha portato il saluto del Presidente Enzo Iacopino. Nell’occasione, Giuseppe Adriano Rossi, presidente dell’Associazione Stampa Reggiana, ha consegnato copia del primo Tricolore al Corriere della Sera. Il convegno, vista la folta partecipazione e l’importanza dei diversi interventi, ha confermato la sua validità, conseguendo l’intento che sta alla base di queste iniziative, e cioè l’incontro e lo scambio: quasi un’interazione, tra giornalisti e cultori di storia locale, in un intreccio produttivo e fecondo di idee e programmi per il futuro. Un dizionario per salvare il dialetto u no strumento moderno per difendere la tradizione e la storia dall’oblìo. Anche il dialetto della Val Tassobio, sull’appennino reggiano, come tutti i vernacoli è a rischio di estinzione. Savino Rabotti, poeta e scrittore dialettale, nato a Castellaro di Vetto d'Enza, prova a evitare che la parlata della sua valle scompaia: dopo aver pubblicato diversi libri, oggi lo fa con un sito internet. Si chiama La Voce del Tassobio, è stato realizzato con il figlio Doriano, giornalista del Qs-Il Resto del Carlino, e propone ai visitatori, tra le altre cose, il dizionario della Val Tassobio con oltre duemila vocaboli. Per ogni lettera è stato realizzato anche un video. “Il dialetto è principalmente oralità, in questo momento possiamo trasmettere e conservare non soltanto la grafia delle parole, ma anche la loro pronuncia”. Il sito è raggiungibile all’indirizzo www.savinorabotti.it. dieci anni di Ravenna e dintorni S i festeggiano i cinquecento numeri (il primo è del gennaio 2002) del settimanale Ravenna e dintorni. Un periodico che ha seguito non tanto la cronaca cittadina, ma che si è occupato principalmente di politica, cultura ed economia accompagnando (e coinvolgendo) i ravennati in dibattiti e ospitando opinioni anche fuori dal coro. Dieci anni “vissuti appassionatamente” come titola l’editoriale firmato dal direttore Fausto Piazza. Fabio Cocconcelli novembre 2012 / GIORNALISTI . 29 G RASSEGNE Celebrato a Conselice il sesto anniversario del monumento alla libertà di stampa gheta, mafia e camorra oltrepassano la linea. Intermezzo con l’attrice Tiziana Di Masi in frammenti di Mafie in pentola. Libera terra. Sapore di una sfida. Lunedì 1 ottobre nella Piazza della Libertà di Stampa a Conselice si è svolta la Cerimonia della Bandiera con il saluto del sindaco Maurizio Filipucci. Sono interventi il segretario generale della Fnsi Franco Siddi, la presidente dell’Associazione dei Giornalisti di Almeria Maria Covadonga Porrùa Rosa, Giuseppe Masetti dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Ravenna e Provincia. Le celebrazioni si sono concluse con l’intervento di Giuliano Poletti, presidente nazionale LegaCoop. i giornali che uscivano in clandestinità P residente e segretaria dell’Associazione Stampa di Almeria (nella città andalusa si trova infatti l’altro monumento europeo dedicato alla libertà di stampa) hanno partecipato alle celebrazioni di quest’anno a Conselice (Ra). Ricco il programma curato dal Comune di Conselice in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Associazione Stampa dell’EmiliaRomagna, Federazione Nazionale della Stampa, Ordine dei Giornalisti di Bologna, Istituto Scolastico Comprensivo e Anpi. Il 30 settembre scorso al Teatro Comunale di Conselice è stato presentato il libro di Giovanni Tizian Gotica. 'ndran- La formazione ambientale nell’emergenza territorio N el report della Regione è evidenziato come Green Economy in Emilia-Romagna comprenda duemila imprese con 230 mila addetti e valga 61 miliardi di euro di fatturato. Numerose di queste aziende sono state protagoniste in quattro manifestazioni fieristiche svoltesi nelle scorse settimane con forti presenze della stampa di settore: gli Energy Days di Forlì, il Festival Green Economy del Distretto ceramico (con al centro Sassuolo e Fiorano), Eima Energy di Bologna e Ecomondo di Rimini. Nell’ ultima giornata di questa importante rassegna internazionale, il 10 novembre scorso, il doppio padiglione dedicato alla Città sostenibile - la via italiana alla Smart City ha ospitato la seconda Giornata nazionale di formazione ambientale per operatori dell’informazione, promossa dal Consiglio due momenti della manifestazione (foto Spinelli) 30 . GIORNALISTI / novembre 2012 G ORDINE nazionale dell’Ordine dei Giornalisti attraverso il Gruppo di lavoro sulle specializzazioni coordinato da Roberto Zalambani. Partner il Gruppo di specializzazione Unaga della Fnsi rappresentato dal presidente Mimmo Vita, dal vice Presidente vicario Roberto De Petro, dal Direttore Efrem Tassinato, dai Presidenti di Veneto Trentino Alto Adige e Marche Fabrizio Stelluto e Luana Spernanzoni. Per la rete internazionale di comunicatori ambientali Greenaccord è intervento la Presidente dell’ Emilia-Romagna Luisella Meozzi; per il vertice del Sindacato il Segretario generale aggiunto Giovanni Rossi, che ha tracciato un quadro molto preoccupante della situazione dell’ informazione regionale. Il tema conduttore Emergenza territorio: sostenibilità ambientale e ricostruzione a misura d’uomo è stato quello portato alla ribalta dalle catastrofi naturali degli ultimi mesi. Relatori competenti e appassionati hanno preso parte a tre tavole rotonde, fra gli altri: Gabriella Chiellino (eAmbiente), Stefano Vaccari (Provincia di Modena), Masud Esmaillou (GreenHouse), Paolo Giuntarelli (Fondazione Bioparco), Stefano Serafini (International Society of Biourbanis), Andrea Massarini (Vannucci Group) e Stefano Pagnin (Circuito Wigwam). Alla giornata di formazione hanno partecipato, come uditori, giovani studiosi e studenti della Bulgaria e del Montenegro. novità dalla Casagit uNA COPERTuRA SANITARIA INTEGRATIVA PER PREVENZIONE, DIAGNOSI E CuRA C asagit si fa in quattro, ovvero, accanto al primo profilo (che è la principale e tradizionale forma di assistenza della categoria), ne propone tre nuovi dedicati a chi svolge comunque attività giornalistica e questo per permettere ai colleghi di scegliere quello che ritengono più adeguato alle proprie esigenze. Ogni profilo ha costi e prestazioni diverse (la quota contributiva è bloccata per tre anni). In sintesi, il profilo due garantisce una copertura di assistenza sanitaria in grado di alleggerire il peso delle spese mediche: dal normale ricovero all’intervento chirurgico, dalle visite specialistiche agli accertamenti diagnostici, dalle terapie fisiche alle cure odontoiatriche, dalle lenti alle prestazioni di assistenza in emergenza. È rivolto agli addetti stampa, ai free lance e precari con maggiori disponibilità economiche e agli iscritti all’Ordine che esercitano anche altre professioni. Ma pure a tutti coloro che hanno contratti sottoscritti dalla Fnsi che non prevedono l’iscrizione automatica a Casagit. I profili tre e quattro propongono un piano sanitario integrativo semplice, a sostegno di un eventuale mancato reddito e per ammortizzare i costi relativi alle cure più frequenti o gravi: un rimborso forfetario per ogni giorno di ricovero che comporti intervento chirurgico, e poi un concorso alle spese per accertamenti diagnostici, cure odontoiatriche, lenti e cure oncologiche. In questo caso lo sguardo è rivolto a free lance e precari che desiderano spendere poco ma essere in Casagit. È previsto il passaggio da un profilo all’altro. Chi può aderire? Fino al dicembre 2013 si possono iscrivere i giornalisti, mai iscritti alla Casagit ma anche quelli che già lo erano e che sono decaduti (o recessi) entro il 31 dicembre 2012; i figli precedentemente iscritti alla Casagit, e da cui erano usciti negli ultimi dieci anni, e i loro familiari. Per familiari si intendono coniuge o convivente more uxorio (anche dello stesso sesso) e i figli o equiparati fino al ventiseiesimo anno di età. Perché conviene iscriversi? Partendo dalla considerazione che la proposta novembre 2012 / GIORNALISTI . 31 G ORDINE Casagit non è paragonabile a quella di un’assicurazione in quanto non ha finalità commerciali ma solo assistenziali, Casagit offre differenti soluzioni di copertura sanitaria integrativa, non richiede visite mediche preliminari o la compilazione di questionari sanitari e mantiene l’assistenza sanitaria a qualsiasi età e per tutta la vita. Non solo. Agli iscritti a tutti i profili Casagit offre una carta sanitaria gratuita per usufruire di prestazioni a tariffe agevolate nelle strutture convenzionate su tutto il territorio nazionale che dispensano visite specialistiche, analisi cliniche, accertamenti diagnostici, ricoveri e interventi chirurgici, cure odontoiatriche. Infine, per gli iscritti è altresì garantito il servizio di assistenza in emergenza: 24 ore su 24, attraverso un numero verde, senza costi per l’assistito, si possono avere consulti medici telefonici, invio di un medico o ambulanza e trasferimenti sanitari. Stessa assistenza sanitaria anche per l’estero: trasferimento, rimpatrio sanitario e invio medicinali urgenti. Opportunità in più che aumentano la tranquillità. Per informazioni consultare il sito www.casagit.it. Grande partecipazione al convegno nazionale Gus i partecipanti al convegno P orretta Terme capitale del giornalismo. Il 13 ottobre scorso i maggiori esponenti del sindacato della stampa nazionale e dei gruppi specializzati si sono riuniti all’Hotel Santoli di Porretta Terme per discutere sulle opportunità professionali, proble- omaggio dell’arte alla libertà di espressione L a collezione d’arte sulla libertà di stampa dell’Ordine dei giornalisti delle Marche è arrivata nella Capitale. La mostra itinerante fa tappa a Roma (fino al 5 gennaio) nella prestigiosa sede della Biblioteca nazionale centrale. È il terzultimo appuntamento di un viaggio cominciato nel 2011 a Caldarola (Macerata), che si concluderà nel nuovo anno a Jesi, dopo la tappa di Pesaro nel palazzo Ducale. La mostra riveste particolare importanza in questo momento critico per il mondo dell’informazione, nel quale una riflessione sul tema della libertà di stampa è quanto mai opportuna. Durante il percorso itinerante la collezione si è notevolmente arricchita con altre firme autorevoli. Le opere d’arte sono una sessantina e a Roma ci saranno novità: con la direzione della Biblioteca si è deciso di inserire alcune copertine di giornali che hanno subito censura. Gli artisti: Mario Agostinelli, Vittorio Amadio, Renzo Barbarossa, Ezio Bartocci, 32 . GIORNALISTI / novembre 2012 Sirio Bellucci, Mauro Brattini, Ombretta Buongarzoni, Erika Calesini, Patrizia Calovini, Gaetano Carboni, Carlo Cecchi, Sauro Ciuffolotti, Luciano Collamati, Silvio Craia, Isabella Crucianelli, Giovanni Di Francesco, Anna Donati (ISKRA), Fabio Esposito, Dante Fazzini, Maria Cristiana Fioretti, Ferdinando Franguelli, Giuliano Garattoni, Melita Gianandrea, Franco Giuli, Andrea Granchi, Guelfo, Carlo Iacomucci, Stefano Ianni, Floriano Ippoliti, Cristina Kanaan, Lughia, Giannetto Magrini, Bruno Mangiaterra, Marisa Marconi, Alessandro Marcucci Pinoli, Anna Massinissa, Franco Morresi, Leonardo Nobili, Corrado Olmi, Luigi Pennacchietti, Monica Pennazzi, Riccardo Piccardoni, Annalisa Piergallini, Nazareno Rocchetti, Simone Salimbeni, Mario Sasso, Luca Sguanci, Jonathan Soverchia, Mary Sperti, Stefano Tonti, Franco Torcianti, Josè Van Roy Dalì, Luigi Eugenio Vigevano, Luca Zampetti, Franco Zingaretti. mi, formazione e assistenza sindacale dei giornalisti. Un appuntamento di grande rilievo durante il quale sono intervenuti Serena Bersani, presidente dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna; Gino Falleri, presidente nazionale dei Giornalisti Uffici Stampa, Marco Gardenghi, fiduciario dell’Inpgi; Claudio Cumani, fiduciario della Casagit; Giovanni Rossi e Camillo Galba, rispettivamente segretario generale aggiunto e componente della giunta della Fnsi, Al dibattito, moderato da Maria Luigia Casalengo, presidente del Gus Emilia-Romagna, hanno partecipato anche Paolo Tonelli e Nicolò Savigni, rispettivamente vicesindaco e assessore al turismo del Comune di Porretta Terme. L’Ordine dei Giornalisti era rappresentato dai consiglieri nazionali Ugo Armati (membro di Giunta) e Roberto Zalambani (responsabile delle specializzazioni) e dal consigliere regionale Emilio Bonavita. La stampa turistica era rappresentata dal delegato regionale Gist (Gruppo Italiano Stampa Turistica) Donatella Luccarini. L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo dell’Hotel Santoli e Bcc Alto Reno e a quello di numerose aziende locali. Al termine del convegno, grazie al contributo del progetto di promozione turistica Vivi Appennino Bolognese, i giornalisti hanno ricevuto una shopper con all’interno materiali informativi del territorio. Enrico Della torre G IN LIbRERIA Di tutte le ricchezze di Stefano Benni Feltrinelli Editore Di tutte le ricchezze è un romanzo in forma di prosimetro (che alterna cioè versi a prosa). “I libri in fondo son tutte fiabe”, scrive Benni ed è proprio con una favola contemporanea che si cimenta, in un libro che si articola attraverso un soliloquio con animali antropomorfici e un dialogo con la realtà. Benni riunisce i tanti se e sé del passato (dai temi del primo libro, Bar Sport, a quelli del penultimo La traccia dell’angelo). un figlio a cui scrivere, una ragazza). “Non si guarisce dalla propria ombra, le si affiancano soltanto nuove luci”: forse il suo libro più autenticamente letterario, quello in cui esprime senza compromessi il proprio talento di scrittore, in cui non si vergogna di omaggiare i romanzieri russi (Bulgakov) e nominare propri scrittori quali Gadda, Pasolini, Caproni (ma anche i Beatles, Buscaglione, De André). Pur lasciando incontaminato il proprio mondo interiore di simboli, visioni, reliquie del passato, allegrie e dolore, Benni non si nasconde dietro essi e si confronta con la contemporaneità, fatta anche di spam, linkedin, facebook, di “Ipodi” e “Ifoni” e anche della curiosità (non più solo della paura) del futuro che ci resta. (da) Gli intrighi di una Repubblica. San Marino e Romagna, ottant’anni di storia raccontata dai protagonisti di Claudio Visani Pendragon Editore Racconta di un uomo che parla con gli animali, per non urlare alle bestie (apparentemente intellettuali e umane) e l’incontro con una ragazza proveniente dall’attualità rifiutata, è l’occasione per riconciliarsi coi propri “irrisolti” e affrontarli. Tra un mondo fatto di cani che riflettono ad alta voce e un mondo dove i critici sono tombaroli letterari dei dolori altrui, gli omicidi vengono fatti passare per suicidi e le discoteche chiudono e riaprono per droga, il protagonista Martin B. preferisce il primo. Ma tra la depressione e la speranza, preferisce la seconda, in qualunque forma sia (un foglio su cui scrivere, Oggi pare la trama per una spy story, ma per 12 anni, tra il 1945 e il 1957, San Marino fu l’avamposto del comuni- speciale smo in Occidente. Mentre in Italia trionfava la Dc, sul Titano i social-comunisti continuavano a vincere tutte le elezioni, ininterrottamente fino al 1955. La più antica Repubblica del mondo diventò così uno dei simboli della Guerra Fredda. Per abbattere il “regime” sammarinese si mobilitarono il Governo italiano, la Polizia di Scelba, perfino gli Stati Uniti d’America e la Cia. Per difenderlo, scesero in campo Piero Calamandrei, Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, i vertici del Pcus, perfino Ho Chi Minh. Oltre alla ricostruzione di quel periodo e del “colpo di Stato”, ai suoi risvolti sulla situazione politica riminese, che portarono al doppio commissariamento del sindaco comunista Walter Ceccaroni, Claudio Visani narra altri fatti salienti degli ultimi ottant’anni di storia sul Titano e in Romagna. (ag) Sant’Ellero una memoria viva di Paolo Poponessi Edizioni nuova Grafica La liberta dell’uomo religioso di fronte al potere, il confronto fra i popoli e le diverse culture, il ruolo delle abbazie nella civilizzazione dei territori. Sono alcuni dei temi contenuti nel bel volume del giornalista Paolo Poponessi Sant’Ellero, una memoria viva. Sant’Ellero è una figura religiosa assai popolare soprattutto in Romagna. È infatti patrono di Lugo e Galeata, sull’Appennino forlivese. Nella sua vicenda si intrecciano storia e tradizione. Giunto dalla Tuscia verso la fine del V secolo dopo Cristo, Ellero si insediò sul colle che domina Galeata, fondando l’abbazia della quale oggi resta la bella chiesa in mezzo al bosco. Secondo la tradizione, Teodorico voleva costruire un grande palazzo a Galeata, costringendo la popolazione, compresi i monaci di Ellero, a contribuire alla costruzione. Al rifiuto del Santo di obbedire, dopo un tentativo di arrestarlo andato a vuoto, il re si recò personalmente per impartire una severa punizione. Ma giunto nei pressi dell’Abbazia, Teodorico rimase pietrificato sul suo cavallo, venendo poi liberato proprio dal monaco con conseguente abbraccio di pace. L’episodio è rivisitato in un rilievo dell’ottavonono secolo, esposto al museo “Mambrini” di Galeata. Recenti scavi a Galeata, località Saetta, hanno effettivamente portato alla luce la pavimentazione di una grande villa dell’epoca di Teodorico. E anche gli archeologi, per la ricchezza dei materiali utilizzati e per le dimensioni, non escludono che il proprietario fosse effettivamente Teodorico, il re dei Goti, all’epoca residente nella vicina Ravenna. È l’episodio più noto della vita di Sant’Ellero (la cui festa si celebra il 15 maggio) e la cui biografia è proposta, nel libro di Paolo Poponessi, attraverso anche la ristampa di Vita di Sant’Ilaro abate di Galeata novembre 2012 / GIORNALISTI . 33 G IN LIbRERIA e protettore di Lugo scritta da Giacopo Sangiorgi e pubblicata a Faenza nel 1792. Una leggenda racconta anche che un lupo feroce divorò l’asino che aiutava Ellero nelle fatiche quotidiane. Allora il Santo (con la minaccia di allungargli a dismisura la coda) costrinse la bestia al duro lavoro dell’asino. Quando Ellero morì, il lupo scomparve dei boschi. “Ma si dice che ogni notte di Natale il lupo ritorni lasciando le sue impronte davanti all’ingresso della solitaria chiesa, segno di una devozione e fedeltà senza fine”. (gt) tà. Tazzari ci mette in una condizione visiva in cui la linea dell’orizzonte e il candore dell’immagine diventano gli elementi predominanti. Queste enormi distese di neve che contrastano con il grigiore del cielo lasciano pensare a un paesaggio artico. Inizialmente non si percepisce alcuna forma, nessuna presenza umana, poi qualche elemento geometrico affiora lasciando pensare all’intervento dell’uomo. Poco a poco aumentano gli indizi che portano a riconoscere nel paesaggio le tracce di quelle spiagge romagnole che Tazzari ha ampiamente esplorato in Un’estate al mare (2005). Le immagini di Mare d’inverno sono tratte dalla realtà senza artifici, è proprio questo a renderle interessanti. (ag) degli amici che negli anni hanno accompagnato questa avventura. Una storia iniziata con la passione di quattro giovani alle soglie della vita lavorativa a cavallo tra la fine degli anni ‘60 ed i primissimi ‘70, che è cresciuta fino a diventare la storia di tante piccole realtà del Nord Italia. L’opera propone anche una vasta raccolta di immagini e i documenti più importanti e significativi che hanno scandito la vita della Cartografica. (fp) L’Italia che vorrei. un sogno verde bianco rosso di Antonio Ambrosino Formato e-book Adobe digital Editions 40° Cartografica, 1971/2011 La nostra storia dal piombo al digitale Mare d’inverno Libro fotografico di Luigi tazzari damiani Edizioni Le fotografie realizzate da Luigi Tazzari per questo nuovo progetto si distinguono rispetto alla sua produzione precedente (Villa Acquadella, che riportava le immagini suggestive delle abitazioni dei pescatori di un comprensorio ravennate) in quanto meno esplicite, questa volta tolgono ogni elemento utile alla collocazione geografica del paesaggio. L’area fotografata è quella che l’autore ha documentato più volte nel corso della sua carriera, in questa occasione però ne risulta difficile la riconoscibili34 . GIORNALISTI / novembre 2012 testi di Maria Cristina Nascosi Edizioni Cartografica Il racconto dei quarant’anni di attività della Cartografica Artigiana, dal 1972 a oggi, attraverso una raccolta di testimonianze e gli aneddoti dei lavoratori, dei clienti e Una raccolta divisa in tomi per tracciare il possibile futuro legislativo ed economico dell’Italia. Accanto alla presentazione di una serie di situazioni e problematiche del nostro paese, l’autore, giornalista pubblicista ed ex dirigente Inps, propone una serie di spunti e proposte di soluzioni, con l’obiettivo di avviare un dialogo per la definizione di un’Italia che rispecchi i desideri e le esigenze dei suoi cittadini. Una provocatoria rappresentazione del modo di pensare della maggioranza degli italiani, che mira a risvegliare l’orgoglio di un popolo che dopo aver saputo dare al mondo importanti lezioni di economia, politica, scienza e cultura, oggi si vergogna di appartenere a questa nazione. L’autore invita i lettori a discutere e ragionare insieme sul suo sito www. italiachevorrei.com, con lo scopo di creare una successiva raccolta che rispecchi non solo il proprio pensiero, ma anche quello degli italiani. (fp) Fatti, misfatti, ritratti di Odoardo Reggiani di Odoardo Reggiani Edizioni in.Edit Il giornalista e appassionato di ricerca storica Odoardo Reggiani ci immerge con il suo nuovo libro nei Fatti, misfatti e ritratti di quello straordinario e composito mosaico che è stato il XX secolo, attraverso le storie e le personalità degli uomini e delle donne che hanno partecipato alla costruzione di quel periodo storico. L’autore inizia con alcuni ritratti di figure centrali come Cavour, Mazzini, Emanuele II, Pio IX e di donne del Risorgimento, come Cristina Trivulzio Barbiano di Belgioioso e contessa di Castiglione. La ricerca prosegue presentando personaggi oggi leggendari, come Cagliostro, Rasputin, Casanova e D’Annunzio. E storie di giornalisti che attraverso la cronaca hanno contribuito a fare la Storia, tra cui Longanesi, Guareschi e Montanelli. L’ultimo capitolo è un omaggio ad alcune personalità americane, come Porter, Berlin e Gershwin, e conclude un lavoro che attraverso una pluralità di voci e accenti traccia un periodo storico complesso e fondamentale. (fp) Risorgimento epopea dei mille i garibaldini curatori dell’opera sono: Mario Guidetti, Giuliano Romani, Bruno Fantinelli, Raoul Mecherini, Gianluigi Pagano Editore Asi Autoclub storico italiano e chi erano i componenti della spedizione dei Mille? Nel volume sono riportati, regione per regione, i nominativi e dove è stato possibile le immagini. Ma al di là di vittorie, sconfitte, condanne a morte, gli eroi dell’unità d’Italia avevano anche una vita normale. Ogni tanto si fermavano a una tavola, ricca o modesta che fosse, e qualcosa mettevano sotto i denti e dentro i boccali. Garibaldi era parco anche nel cibo: prediligeva piatti spartani (pane, formaggio e fave), Mazzini adorava il cioccolato, Cavour amava tutta la buona cucina. Il libro fornisce anche ricette regionali accompagnate dai vini tipici. (ag) Marrakech, Dietro le antiche porte di Barbara Bertuzzi Polaris Edizioni Ridateci i nostri figli Le sette vite di penelope di Eleonora Rossi LietoColle “Chi si circonda di significati vorrebbe farne a meno di tanto in tanto, liberarsi del sangue versato che non trova riscontro nella realtà: così Penelope di Eleonora Rossi.” Questa la prefazione di Matteo Bianchi alla raccolta di poesie della giornalista e insegnante alla sua opera prima. Un viaggio attraverso le sette vite della protagonista tra i gradini e le soglie che incontra e affronta, per tornare a se stessa. Una vita dopo l'altra, Penelope entra in una nuova “pelle”: viandante, figlia, donna, madre, in un per- di Nunzia Manicardi Edizioni il Fiorino L’autrice affronta, insieme all’avvocato Francesco Miraglia, uno fra i temi di più scottante e cruda attualità: quello dei bambini sottratti alle famiglie “senza giusta causa” e “senza giusto motivo”, per decisione del Tribunale dei Minorenni. Il volume raccoglie numerose esperienze e opinioni, che raccontano la storia incredibile di una burocrazia sorda In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia l’Autoclub storico italiano e il gruppo dei volontari Garibaldini hanno dato vita a un volume che parla della storia del Risorgimento, di Garibaldi, delle capitali d’Italia, del tricolore, dell’inno nazionale, dei presidenti che si sono succeduti nei settant’anni della nostra Repubblica. Da dove venivano e insensibile. Partendo da alcuni casi giudiziari trattati dall’avvocato Francesco Miraglia, la scrittrice modenese analizza e contesta la ragionevolezza delle cause che portano a scelte così devastanti, per le famiglie e per i bambini allontanati, a partire dal Codice Civile e dall’attuale diritto di famiglia. (fp) Una guida che ci porta alla scoperta di una città complessa, dai mille volti, pullulante di rumori e suoni, ricca di colori e di affascinanti contrasti. Che non può essere vissuta e capita attraverso gli itinerari classici in cui fare il pieno in poche ore, ma che va assaporata con lentezza e con sapienza. Dalla girandola di strade fin dentro le caratteristiche case arabe con corte alberata, dai quartieri medievali della medina, all’esplorazione di nuove, avventurose, rotte lungo le sommità dell’Atlas o ai confini del deserto del Sud, l’autrice ci conduce attraverso un mondo inebriante, silenzioso, magico. (fp) corso verso di sé fatto di attesa e di ascolto, attraverso ricordi e possibilità, verso la propria storia, addomesticandola e lavorando per contrattare una sintonia con il tempo che scorre. (fp) Gente dell’aria 8 di Giorgio Evangelisti iBn Editore Ottavo volume della Collana Gente dell’aria, dedicato ai palloni volanti, alle mongolnovembre 2012 / GIORNALISTI . 35 G IN LIbRERIA sù, da lui fondata nel 1958. Nel 1911 Don Lolli istituisce un ambulatorio per i poveri in via Paolo Costa, mentre risale al 1931 la fondazione della congregazione religiosa Piccola Famiglia di Santa Teresa del Bambin Gesù per suore e confratelli, a favore di malati e disabili. In queste pagine, sono ricordate e raccontate le figure femminili che furono le prime ed essenziali collaboratrici del sacerdote nella sua prima attività caritativa, in un omaggio a coloro che con impegno e fiere e alla storia della loro creazione ed evoluzione. L’imponente opera del giornalista, pilota e storico Giorgio Evangelisti è il risultato di vent’anni di ricerca dedicati all’aviazione italiana e raccoglie oltre centoquaranta biografie di progettisti, costruttori e tecnici, e la loro grande passione per il volo. Attraverso le storie di nomi noti, come Costanzi, Colombo e Darbesio, ma anche di progettisti e pionieri poco conosciuti, come Moncher, Gallo e Queirolo, fino ai coraggiosi e fantasiosi autori di iniziative personali, come il monoplano di Ravaglia, Evangelisti racconta il grande sogno dell’uomo di librarsi in aria. In questo volume sono presentate ventidue biografie, tra cui i grandi nomi dell’aerostatica italiana, come Zambeccari, Lunardi, Orlandi e molti altri, e numerose illustrazioni di disegni e documenti. (fp) Con don Lolli nella vigna del Signore di Giovanni Lugaresi Editrice Shalom Il giornalista Giovanni Lugaresi ripercorre la vita di don Angelo Lolli e dell’Opera Santa Teresa del Bambin Ge36 . GIORNALISTI / novembre 2012 tura giornalistica che guida nell’apprendimento del mestiere e del suo linguaggio, coniugando al rigore professionale gli strumenti pratici che un buon giornalista deve conoscere per potersi occupare con competenza di comunicazione, che si tratti di intrattenimento televisivo o della redazione di un giornale, cartaceo o web. L’autore, Ugo Cardinale, ha insegnato per molti anni Linguistica Generale presso l’Università di Trieste, dedicando alcuni suoi corsi alla scrittura giornalistica. (fp) devozione costituirono i punti di forza e le colonne portanti dell’Istituzione che oggi è conosciuta e apprezzata in tutta Italia. (fp) soffrire e morire come Uomo. Qui sono il nostro passato e il nostro avvenire e qui - non sulla Luna - bisogna cercare la soluzione dei nostri problemi». Così parla Giovannino Guareschi ne La rabbia, in cui si confronta con Pier Paolo Pasolini sulle ragioni dell’esplosione di rabbia degli anni che stavano vivendo. Uomo di fede, reduce dall’internamento in un lager nazista, Guareschi si impegnò sempre nel sociale e in politica, battendosi contro la società dei consumi e contro la tv, in una lotta per la libertà, l’onestà e la giustizia sociale, contro la corruzione e la concussione. (fp) Guareschi Fede e libertà Manuale di scrittura giornalistica di Giovanni Lugaresi MUP Editore di ugo Cardinale UTET Università Un libro dedicato al giornalista, vignettista, umorista e scrittore Giovannino Guareschi. In queste pagine si approfondiscono la figura e l’opera dell’autore della saga di “Mondo piccolo”, dalla quale sono stati tratti i popolari film su don Camillo e Peppone. «È qui, su questo pianeta, che il Figlio di Dio ha voluto nascere, Nonostante si pensasse che l’era televisiva avrebbe soppiantato la comunicazione scritta della notizia, la carta stampata ha resistito e resiste. E quindi ancor più continua a essere necessario che i giornalisti sappiano lavorare con le parole e con il linguaggio. Da questa premessa nasce l’opera di Ugo Cardinale, un manuale di scrit- Il riformismo possibile di Armando Sarti di Carlo Vietti, Franco Morelli, Giusy Ferro Edizioni Tempinuovi Il libro ripercorre non solo la vita di Armando Sarti ma anche quella del Partito comunista, delle istituzioni bolognesi e del grande impegno profuso per le significative realizzazioni compiute nel campo politico, cooperativo, economico, urbanistico e del welfare. Armando Sarti, riformista bolognese di area comunista, è stato uno dei padri della cooperazione imolese e ha lasciato segni ciclopedia di testimonianze dirette, interviste, immagini, che documentano gli attimi e le svolte che hanno trasformato e costruito Bologna. La raccolta ripercorre e ricostruisce la storia della città attraverso un ventaglio di piccoli e grandi episodi con aderenza ai fatti. Insomma, è la proposta di sistematizzazione di un percorso storico e filosofico. Al progetto hanno collaborato l’Anpi, l’Archivio fotografico Cineteca, la Biblioteca Comunale Sala Borsa, la Repubblica, la Fondazione Caprofondi in molte realtà, come Sacmi e Cooperativa Ceramica di Imola, nelle quali ha anche ricoperto ruoli significativi. Una vita brillante e concreta, percorsa da battaglie politiche: da partigiano Tarzan a costruttore di cooperative, realizzatore dell’economia dei servizi e promotore di un nuovo welfare per la vita e le città di qualità. A raccontarla, il giornalista e storico del riformismo Carlo Vietti, la giornalista e insegnante Giusy Ferro e l’architetto Franco Morelli, collaboratore e amico fraterno di Sarti. (fp) Bologna 1900-2000. Cronache di un secolo di Antonio Ferri Bononia University Press Cinquecento pagine per un secolo di vita bolognese, raccontato dal giornalista Antonio Ferri insieme a un grande pool di storici, giornalisti e fotografi. Dal 1900 al 2000, da Carducci a Guazzaloca, passando per Zanardi e Arpinati, Kenzo Tange e Renzo Imbeni. Cento anni di avvenimenti, fatti di cronaca e politica, di eventi sociali, economici, culturali, sportivi raccolti in una straordinaria en- RiBo e il Gruppo Fotografico Centro Ricreativo Santa Viola del Quartiere Reno. (fp) In viaggio con le amiche La guida per donne con la valigia di Isa Grassano newton Compton Editore Vent’anni, quaranta o anche sessanta: un esercito al femminile in giro per il mondo in cerca di divertimento o di semplice relax. Secondo le statistiche ufficiali, le “ragazze con la valigia” sono sempre più numerose ed esigenti. E allora ecco una guida che segnala oltre 101 mete per tutte coloro che vogliono concedersi uno stacco dalla vita quotidiana e godersi un viaggio all’insegna dell’avventura: una pausa per riscoprire i piaceri dell’arte, un tour verso destinazioni poco note o anche un break di assoluto benessere in qualche beauty farm. Da sole o con un’amica, novelle Thelma e Louise, inseguendo la libertà. Senza trucco, senza tacchi, senza orologio. O in gruppo, purché tutto in rosa, alla ricerca di luoghi ideali, sicuri e “al femminile”. Insomma, partire per andare incontro solo alle proprie esigenze, ricordando che “il viaggio è solo ciò che ti conduce là dove il tuo cuore è già arrivato”. (ag) noti che gli alpini hanno effettuato in tempo di pace. “Valoroso in guerra, generoso in tempo di pace”, la figura dell’alpino viene spesso raccontata limitandosi al suo ruolo nel periodo bellico e trascurando il suo lavoro al servizio della popolazione durante i tempi di pace. Il volume si apre con una breve storia degli alpini e sottolinea il significato delle adunanze annuali e prosegue con una serie di racconti e testimonianze: dalla ricostruzione che ha seguito il drammatico terremoto del Friuli agli interventi dopo le tragedie della Versilia, dell’Umbria e della Valtellina. Parla pure degli interventi all’estero: Rossosch (Russia), Bosnia, Kenya, Congo, Francia, Tanzania. Importanti storie di solidarietà che disegnano mezzo secolo di impegno civile. (fp) Alpini di pace, Mezzo secolo sul fronte della solidarietà L’immagine in movimento di Giovanni Lugaresi Casa Editrice il prato di Vincenzo Basili Pendragon Editore Giunta alla quarta edizione, la fortunata opera del giornalista Giovanni Lugaresi si arricchisce di sei nuovi capitoli. L'autore racconta gli interventi eroici e quelli meno È quasi un luogo comune affermare che siamo nella “società dell’immagine”. Pochi in realtà conoscono i meccanismi tecnico-psicologici che sovrintendono alla lettura delnovembre 2012 / GIORNALISTI . 37 G IN LIbRERIA le immagini, specie se si tratta di immagini in movimento. Ma come fanno le immagini a muoversi? Come si costruiscono? Come si realizza il montaggio cinematografico e televisivo? Che differenza c’è fra montaggio discontinuo, formale, connotativo o narrativo? E poi (e questo interessa soprattutto i cronisti di news) cos’è uno “stand up”? A questi e ad altri mille quesiti risponde il robusto volume (846 pagine) scritto dal gior- nalista Vincenzo Basili L’immagine in movimento. Teoria e tecnica di produzione cinetelevisiva e news. Il libro, pensato soprattutto per gli addetti ai lavori, è tuttavia di facile e immediata comprensione e può essere utilizzato anche da chi non si accontenta dei pochi consigli contenuti nel libretto delle istruzioni di ogni telecamera. Lo sviluppo delle tecnologie infatti consente oggi a chiunque la realizzazione di un discreto prodotto video, purchè ci sia all’origine una buona idea e qualche conoscenza di tecnica di ripresa e di montaggio. Vincenzo Basili, attualmente responsabile della produzione news della sede Rai per l’Emilia-Romagna e già autore di saggi sulla storia della televisione in Italia, con questo volume spiega il “dietro le quinte” di ciò di cui siamo 38 . GIORNALISTI / novembre 2012 spettatori sul grande o piccolo schermo, ma soprattutto alimenta curiosità. Poco importa se l’ambito in cui si opera è professionale o amatoriale. Il testo ambisce, in definitiva, a far comprendere gli strumenti attraverso i quali la società comunica e a soddisfare il piacere di conoscere. (gt) Villa Acquedella di Luigi tazzari damiani Editore Villa Acquadella è il catalogo della mostra fotografica delle opere di Luigi Tazzari, fotografo ravennate autore di reportage per riviste e periodici nazionali e internazionali. L'esposizione è il racconto per immagini del comprensorio costituito dalla Pialassa della Baiona e del Piombone, a circa dieci chilometri da Ravenna. La zona comprende circa duemila ettari di zone umide collegate al mare, che l'occhio del fotografo descrive attraverso i volti dei pescatori e le loro suggestive abitazioni. Le immagini si soffermano sulla dimensione locale per andare oltre, superare la visione nostalgica, ed enfatizzare il gusto estetico e la spontaneità compositiva che emerge dall'osservazione delle baracche e degli spazi in cui sono immerse. Un libro fotografico che restituisce uno spaccato della vita ravennate e dello spirito e la creatività dei suoi straordinari abitanti. (fp) G RICORDI CARLo BAdini Serietà, rigore e competenza L utto nel mondo del giornalismo ferrarese per la scomparsa di Carlo Badini, che per dieci anni era stato alla guida della redazione locale del Carlino. Il suo arrivo negli uffici locali del quotidiano risale al lontano 1957, quando Badini, proveniente dalla redazione di Forlì dove aveva maturato le prime esperienze, venne nominato, a soli 29 anni, capo della redazione estense, che a quei tempi era in via del Gambero ed era in procinto di trasferirsi nel palazzo di viale Cavour 116. Carlo Badini, rigoroso, esigente e di spiccata e signorile personalità, arrivato a Ferrara si trovò ad affrontare il non semplice compito di rifondare la redazione a seguito del passaggio alla sede centrale di Bologna del capo cronista Franco Vanni, del suo braccio destro Claudio Savonuzzi e di altri cronisti di spicco come Valter Canti e Calimero Barilli. Diversi giovani collaboratori si sono formati sotto la direzione di Badini, che era nato a Venezia il 10 ottobre 1929. Tra i principali traguardi del Carlino Ferrara di quegli anni c’era quello, in ambito commerciale, di strappare copie alla concorrenza, anzitutto al quotidiano locale Gazzetta Padana leader nelle vendite. Altre redazioni nello stesso periodo erano attive all’ombra del Castello: quelle de l’Unità e di Avvenire Padano, tutte con ampi spazi di cronaca ferrarese. Carlo Badini ebbe il merito, attraverso un serio impeCarlo Badini gno professionale di rilanciare la testata provinciale del Carlino. Si lega al nome del giornalista scomparso anche la realizzazione dei primi inserti a colori dedicati ai grandi avvenimenti ferraresi, come ad esempio l’inaugurazione del Teatro Comunale dopo decenni di chiusura e la prima edizione della Fiera internazionale Eurofrut. Dai suoi collaboratori Carlo Badini pretendeva serietà e grande accuratezza, mirando sempre al raggiungimento della veridicità dei fatti, che il “suo” giornale raccontava, senza mai fare sconti a nessuno. Professionista dal 1958, Badini dopo dieci anni di proficuo lavoro alla redazione locale, pur continuando a vivere con la famiglia a Ferrara, passò a dirigere la redazione Esteri, presso la sede centrale, dove è rimasto fino al pensionamento. Badini lascia la moglie e due figli. Andrea Botti odoARdo REGGiAni GABRiELE PiERALLi divulgatore di storie del “Secolo breve” Un regista con lo sguardo sul mondo L’ attività professionale di Odoardo Reggiani si è svolta nel mercato dei cosmetici e delle cure, inizialmente nel gruppo francese L’Oreal e poi nella Visconti di Modrone prima di ricoprire incarichi dirigenziali presso l’Istituto Dermatologico Idim e nella multinazionale americana Revlon. Una parentesi libero-professionale e poi la pensione ne hanno accentuato le doti innate di giornalista e di scrittore. La collaborazione alle pagine culturali de L’Opinione di Milano ne ha stimolato la forte propensione per la ricerca storica relativa al secolo scorso che si è manifestata nei saggi e nelle cronache in periodici associativi, locali e tematici. È il periodo dell’incontro con il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca e delle presentazioni dei suoi libri dissacratori dei Savoia e di una certa agiografia del nostro Risorgimento. Sposata con convinzione l’impostazione revisionista, è andato a indagare piccoli e grandi protagonisti per fornire ai lettori la sua verità oltre le apparenze, con la forza dei documenti e del suo spirito libero. Il risultato sono cinque libri, il più noto dei quali Luisa Ferida e Osvaldo Valenti: ascesa e caduta di due stelle del cinema è stato portato sullo schermo. Per In.edit ha scritto 18 storie del Novecento, 12 libere incursioni nel secolo breve e il recentissimo Fatti, misfatti, ritratti (del quale parliamo nella rubrica In libreria) presentato nel centro studi Giuseppe Guadagnini del quale era stato fondatore e animatore. Per anni ha portato avanti il Premio Cavazza nelle scuole della sua città, Castel San Pietro Terme, e con la famiglia, il Premio Reggiani in onore del fratello, arbitro di calcio che ha calcato i campi della odoardo Reggiani Serie A. (rz) b attagliero, curioso, persuasivo, generoso. Nato a Pavullo nel Frignano 68 anni fa, Gabriele Pieralli univa tutte queste caratteristiche. Entra in Rai nel 1967 come montatore cinematografico, cambia mansione con l’avvento dell’elettronica. Per diversi anni è segretario di produzione fino a diventare prog rammista-regista. Nel 1998 Pieralli si iscrive all’Ordine come giornalista pubblicista e collabora con la Gazzetta di Modena. Dalla seconda metà degli anni ‘80 è fra gli anima- Gabriele Pieralli tori di Alfa Tape, un’esperienza di produzione culturale nata dall’entusiasmo di Pedrazzi, Pecci, Martinazzi e Baroni. Ricorda il professor Luigi Pedrazzi che “Pieralli era un uomo che si indignava ogni volta che vedeva un sopruso, un’ingiustizia”. Con Alfa Tape vengono realizzati alcuni libretti di impronta politico-culturale e documentari. I più importanti sulla Russia e su Israele. Firma anche la regia di un reportage sulla Tanzania per il Cefa, (Centro europeo formazione agraria) dal titolo Un modello per l’Africa e cura A 40 anni da Rossena sullo scioglimento della corrente dossettiana al castello di Rossena, nel reggiano. Negli ultimi anni era tornato nella sua Pavullo, dove era diventato socio dell’associazione culturale Il Frignano dei Montecuccoli. Amava la propria terra e le proprie origini. Aveva un grande progetto: digitalizzare e salvaguardare il materiale dell’istituto Luce su Pavullo nel Frignano, in particolare la storia dell’aeroporto di Pavullo negli anni ‘30. Aveva già raccolto interviste e materiali quando la malattia che lo tormentava lo ha costretto a un ricovero. È tornato a casa solo per l’ultimo commiato. Giorgio tonelli novembre 2012 / GIORNALISTI . 39 ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ■Riunione del 20 marzo 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Uccellini Annalisa [Benevento 11/10/1982]: Il Resto del Carlino, 12/05/2011; Vecchi Francesco [Modena - 22/04/1985]: Il Resto del Carlino, 23/03/2011; Zanotti Manuela [Bologna - 26/08/1975]: freelance, 01/09/2010. ALBO DEI PROFESSIONISTI Del Prete Federico [Bologna 30/06/1981]: 22/11/2011; Innocenti Matteo [Pistoia - 11/03/1983]: 14/03/2012. ALBO DEI PUBBLICISTI Ansaloni Alberto [Civitanova Marche (MC) - 28/12/1986]: Il Resto del Carlino, ufficio stampa Comune di Reggio Emilia; Manzini Elena [Vignola (MO) - 08/03/1984]: Nuova Gazzetta di Modena, Il Resto del Carlino. ELENCO SPECIALE Indino Giovanni [Oria (BR) 14/12/1954]: L’associazione; Turni Patrizia Angela [Milano 21/10/1969]: Eventiaziendali.it. CANCeLLAzIONI PRATICANTI Del Prete Federico, Innocenti Matteo. PUBBLICISTI Ferraro Franco Antonio, Ferrucci Ferruccio, Puddu Paolo: deceduti Fiore Francesco, Mitta Daniela, Roella Renata, Zanotti Emanuela. ELENCO SPECIALE Ghetti Aldo, Giglioli Pierpaolo, Pierro Vito, Zaghini Eric. 01/06/2009; Tagliati Riccardo [Bologna - 09/03/1983]: freelance, 01/04/2011. ALBO DEI PROFESSIONISTI Sironi Benedetta [Castelnovo ne’ Monti (RE) - 20/11/1984]: 27/03/2012. ALBO DEI PUBBLICISTI Baldi Massimo [Bologna 29/05/1947]: La Voce di Romagna, L’Eco della Pista; Bergami Elisa [Bologna - 31/03/1985]: Arte E Arti Magazine; Carrozzini Barbara [Galatina (LE) - 22/12/1970]: trasferita da Ancona; Celiberti Mariangela [Atessa (CH) - 15/01/1979]: Lo Schiaffo; Maletti Pamela [Modena - 15/04/1977]: trasferita da Milano; Pece Stefano [Ravenna 10/03/1974]: Settesere; Pirazzoli Lorenza [Cotignola (RA) 10/08/1979]: Sette Sere; Pradelli Alessandra [Fidenza (PR) 24/05/1987]: L’informazione, Il Mese di Parma; Prata Pier Francesco [Bologna - 19/04/1988]: Il Resto del Carlino. ELENCO SPECIALE Adamo Filomena [Crotone 09/11/1957]: Rose di Santa Teresa; Magnoni Francesca [Nettuno (RM) - 19/12/1976]: trasferita da Milano. CANCeLLAzIONI PRATICANTI Sironi Benedetta. PUBBLICISTI D'Agata Giuseppe: deceduto. Prati Nicola, Tagliati Riccardo. ELENCO SPECIALE Zanotti Andrea. ■Riunione del 17 aprile 2012 ■Riunione del 3 aprile 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Magli Anna [Bologna - 10/04/1959]: revoca cancellazione, 15/03/2009; Meringolo Rosa Maria Azzurra [Bologna - 15/06/1984]: freelance, 01/12/2010; Prati Nicola [Reggio Emilia - 04/05/1981]: Parmok.it, REGISTRO DEI PRATICANTI Merli Filippo [Piacenza 01/08/1986]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; Raffo Emiliano [Piacenza - 22/03/1975]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; Ramenzoni Lisa [Piacenza - 01/12/1985]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; ISCRIzIONI 40 . GIORNALISTI / novembre 2012 Spotti Giacomo [Piacenza 19/05/1980]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; Suzzani Roberta [Piacenza - 16/07/1975]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; Volta Andrea [Piacenza - 25/03/1975]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; Ziliani Luca [Fiorenzuola d'Arda (PC) - 29/07/1982]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010. Mara, Del Favero Luca, Vaccari Valentina. PROFESSIONISTI Boccioletti Alfredo, Marchetti Gian Paolo: deceduti. PUBBLICISTI Cinquepalmi Mara. ■Riunione dell’8 maggio 2012 ALBO DEI PROFESSIONISTI Bucchi Giovanni [Lugo (RA) 25/08/1985]: 30/03/2012; Cinquepalmi Mara [Foggia - 08/07/1976]: 30/03/2012; Del Favero Luca [Faenza (RA) - 28/05/1981]: 02/04/2012; Vaccari Valentina [Lugo (RA) - 09/02/1982]: 28/03/2012. ALBO DEI PUBBLICISTI Benazzi Andrea [Portomaggiore (FE) - 27/07/1987]: La Nuova Ferrara; Carusone Angela [Portoferraio (LI) - 30/04/1984]: trasferita da Napoli; Castagno Raffaele [Genova 01/06/1978]: Repubblica Parma; Circi Andrea [Roma - 31/07/1966]: trasferito da Roma; Faccani Greta [Faenza (RA) - 18/01/1981]: Tuttomercatoweb.com, Vocegiallorossa. it; Iacovone Luca [Matera 06/10/1984]: Il Tascapane; Pezzi Marco [Lugo (RA) - 26/08/1986]: Sette Sere Bassa Romagna; Soncin Giorgia Benedetta [Bologna 09/06/1983]: Arte e Arti Magazine; Tagle Marina [Napoli - 13/09/1942]: trasferita da Napoli; Voci Enzo [Vicenza - 24/08/1982]: Il giornale della Protezione Civile. ELENCO SPECIALE Boicelli Viller [Bondeno (FE) 01/01/1950]: Biogas Informa; Mazzacurati Paolo [Cento (FE) 18/03/1963]: Professional Radiographer Journal; Negrini Stefano [Alfonsine (RA) - 19/01/1969]: Ortodonzia Tecnica; Sabattini Quintino [Sogliano sul Rubicone (FC) - 18/09/1955]: Sogliano Informa. CANCeLLAzIONI PRATICANTI Bucchi Giovanni, Cinquepalmi ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Corciulo Antonio [Milano 08/06/1983]: Cronaca di Piacenza, 01/07/2010; Degliesposti Cristina [Castel San Pietro Terme (BO) 12/03/1983]: Il Resto del Carlino, 08/11/2010; Giannico Pietro Francesco [Gioia del Colle (BA) 25/08/1975]: freelance, 08/11/2010. ALBO DEI PROFESSIONISTI Boselli Manuela [Parma 05/09/1984]: 29/03/2012; Gaudenzi Giovanni [Fasano (BR) 04/09/1985]: 03/04/2012. ALBO DEI PUBBLICISTI Agami Daniel [Bologna 31/10/1982]: Giudizio Universale, L’Informatore Europeo; Borghi Gaia [Modena - 07/12/1973]: Eurocarni, Premiata Salumeria Italiana; Cocconcelli Fabio [Reggio Emilia - 19/10/1976]: Reggio Storia; Filomena Fernando [Maruggio (TA) - 16/03/1959]: La Voce di Manduria; Marcarino Francesca [Ravenna - 07/03/1964]: ripristino; Marino Angelo [Bologna 24/08/1982]: Faronotizie.it; Moi Giovanni [Finale Emilia (MO) 02/06/1963]: Indicatore Mirandolese; Paderni Valentina [Fiorenzuola d’Arda (PC) - 16/04/1987]: Libertà. ELENCO SPECIALE De Adamich Andrea [Trieste 03/10/1941]: Isb in action; Magagni Giulio [Minerbio (BO) 18/11/1956]: Tangram; Orsi Paolo [Parma - 24/07/1962]: A.Ri.M. Salute; Pavarini Marco [Parma 21/07/1972]: Alma.it. CANCeLLAzIONI PRATICANTI Boselli Manuela, Gaudenzi Giovanni. PROFESSIONISTI Pasquali Alessandro, Tassinari Stefano: deceduti. PUBBLICISTI Boselli Manuela, Marcolini Mirko. Musajo Somma Di Galesano Carlo, Negri Marco: deceduti. ELENCO SPECIALE Guerra Luigi. ■Riunione del 22 maggio 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Cecchi Mariangela [Bologna 22/10/1976]: Cavallo Magazine, 01/02/2012; Galliani Lorenzo [Bologna - 29/06/1985]: La Voce di Romagna, 21/01/2011; Valisena Daniele [Reggio Emilia 03/09/1986]: Gazzetta di Reggio, 02/04/2012; Zucchi Gabriella [Bologna - 16/07/1961]: freelance, 22/11/2010. ALBO DEI PROFESSIONISTI Boltin Daniele [Pordenone 05/04/1983]: 29/03/2012; Fabbri Luca [Cattolica (RN) - 25/06/1981]: 03/04/2012. ALBO DEI PUBBLICISTI Battista Cristina [Caserta 17/08/1982]: Noiroma.it, Tg Flash Economia; Faravelli Gabriele [Codogno (LO) - 31/01/1982]: Libertà; Ferretti Damiano [Castelnovo ne’ Monti (RE) - 16/03/1983]: Gazzetta di Parma; Mammarella Silvia [Cattolica (RN) - 06/08/1986]: Parmaok.it, Mollotutto.com; Mazzoli Elisa [Cesena (FC) - 22/08/1973]: Bs- Bicisport, Ct-Cicloturismo; Rancati Davide [Piacenza 27/05/1989]: ufficio stampa Unione Cestistica Piacentina, Radio Sound; Rizzuti Raffaele [Rimini 14/01/1982]: In Comune, Il Nuovo; Sparvieri Evaristo [Lanciano (CH) - 06/10/1979]: Community, Nuova Gazzetta di Modena. ELENCO SPECIALE Cavazza Mario [Bologna 14/01/1953]: Emergency Care Journal; Crisafulli Lilla Maria [Roma - 23/09/1948]: Textus-English Studies In Italy. CANCeLLAzIONI PRATICANTI Boltin Daniele, Fabbri Luca. PUBBLICISTI Cevenini Maurizio: deceduto. Bocchi Piermaria, Gigli Marcoandrea, Presepi Antonio. ELENCO SPECIALE Da Ronche Gianni, Pettenuzzo Alessandro. ■Riunione del 5 giugno 2012 ISCRIzIONI ALBO DEI PUBBLICISTI Bevilacqua Ariosti Francesco [Bologna - 17/06/1982]: Terranauta; Busani Angelo [Parma - 04/10/1960]: Il sole 24ore; D’Agostino Chiara [Varese - 21/07/1987]: Parmaok.it La sera; Dall’Olio Filippo Gustavo [Bologna - 11/04/1986]: Bolognasette - Famiglia Cristiana; Garoia Francesco [Ravenna - 04/01/1985]: Ravenna 24 Ore; Perrone Diego [Bologna - 02/08/1980]: Subvertising; Piva Elisa [Ravenna 28/12/1986]: La Voce di Romagna Romagnanoi.it; Spadoni Cristiano [Imola (BO) - 28/11/1974]: Agronotizie; Zuccaro Adriana [Catania 23/06/1980]: Mete Grand Tour - Architettura. CANCeLLAzIONI PROFESSIONISTI Selini Anna Maria. PUBBLICISTI Ceserani Remo. ■Riunione del 19 giugno 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Gamberini Letizia [Bologna 25/08/1982]: Il Resto del Carlino, 11/10/2010; ALBO DEI PUBBLICISTI Aradelli Anastasia [Castel San Giovanni (PC) - 14/06/1989]: La Cronaca di Piacenza; Bartoli Francesca [Cesenatico (FC) - 02/03/1981]: Promo Music; Coluccia Patrizia [Palmanova (UD) - 21/07/1967]: New Media Italy, U.S. Cineca Bologna; Marcello Irene [Sassari 01/11/1965]; U.S. Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, Telereggio,19/06/2012; Mazzotti Roberta [Faenza (RA) - 26/08/1978]: Edilio.it; Nempi Andrea [Piacenza 09/11/1970]: La Cronaca di Piacenza; Rossi Camilla [Piacenza 24/07/1969]: La Cronaca di Piacenza; Sacchetti Giacomo [Cesena (FC) - 18/08/1978]: Architetti; Zani Jeffrey [Borgo Maggiore (RSM) 07/11/1982]: La Tribuna Sammarinese. CANCeLLAzIONI PROFESSIONISTI Lombardi Francesca, Ricucci Amedeo Maria. PUBBLICISTI Armandi Eva, Barbieri Pio, Benassi Angela: deceduti Arrighini Angiolino, Banzola Paolo, Cavazzini Gianni, Cecconi Annibale, Di Renzo Francesca, Fiori Giovanni Gualberto, Lanzara Leonardo, Periti Enrico, Sani Pietro. ELENCO SPECIALE Casadei Carlo, Diversi Domenico, Pascucci Sandro, Stanzani Guido. ALBO DEI PUBBLICISTI Bauzone Cinzia [Genova 17/02/1962]: Corriere di Rimini; Fotia Martina [Roma - 31/03/1970]: Left Avvenimenti; Menzani Paolo [Piacenza - 03/10/1968]: Piacenza Sera; Paradisi Gabriele [Forlì 05/03/1959]: Liberoreporter, Segreti di Stato; Pazzaglia Chiara [Bologna - 29/07/1981]: Acli Provinciali Bologna, L’apricittà; Volo Sergio [Napoli - 23/09/1989]: Prima Pagina - L’informazione di Reggio Emilia; Zanetti Lucia [Castelnuovo ne' Monti (RE) 06/02/1950]: ripristino posizione. ELENCO SPECIALE Bernardi Raffaella [Molinella (BO) 21/11/1968]: Il Girasole News; Tosarelli Daniele [Bologna - 27/04/1953]: Inchiostro Blu; Verlicchi Danilo [Alfonsine (RA) - 14/06/1965]: L’agricoltore ravennate. CANCeLLAzIONI PRATICANTI Angellotti Alessia, Antonioli Tamara, De Benedetti Francesca, Filippi Chiara, Montano Elena. PUBBLICISTI Pieralli Gabriele: deceduto. Magi Lucia, Vetere Angela. ELENCO SPECIALE Sabini Carlo: deceduto. Costante Maria, Fioresi Claudio, Gambi Enrico, Zucchelli Cristina. ■Riunione del 17 luglio 2012 ISCRIzIONI ■Riunione del 3 luglio 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Magi Lucia [Sassocorvaro (PU) 27/08/1979]: freelance, 03/01/2011. ALBO DEI PROFESSIONISTI Angellotti Alessia [Bologna 02/02/1982]; 13/06/2012; Antonioli Tamara [Cattolica (RN) - 16/08/1982]: 28/03/2012; De Benedetti Francesca [Napoli - 11/05/1983]: 15/06/2012; Filippi Chiara [Pontremoli (MS) - 17/10/1975]: 03/04/2012; Montano Elena [Giulianova (TE) 19/06/1983]: 21/06/2012. REGISTRO DEI PRATICANTI Dall'Olio Caterina [Bologna 15/08/1987]: trasferita da Roma. ALBO DEI PROFESSIONISTI Borghi Elisa [Porretta Terme (BO) 10/09/1976]: trasferita da Roma; Leggieri Antonio [Grottaglie (TA) 16/12/1981]: 14/03/2012; Manvuller Filippo Maria [Codogno (LO) 28/11/1983]: 20/06/2012; Marchesi Luca [Mirandola (MO) - 26/12/1962]: 20/06/2012; Migliari Saverio [Reggio Emilia - 27/04/1985]:21/06/2012; Miserendino Davide [Modena 05/12/1987]: 21/06/2012. novembre 2012 / GIORNALISTI . 41 ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ALBO DEI PUBBLICISTI Aguiari Damiana [Brescia 23/02/1983]: Radio Città del Capo; Ametta Valentina [Bologna 09/04/1989]: Profili Italia; Cavatorti Pierpaolo [Parma 03/05/1974]: Gazzetta di Parma; Dall’Oca Annalisa [Bologna 22/01/1984]: Ilfattoquotidiano.it Oggibologna.it; Franchi Giorgio [Portomaggiore (FE) - 28/01/1977]: Cenerentola; Gardosi Irma [Sant'Agata Bolognese (BO) 04/01/1967]: Otesia; Giupponi Ilaria [Roma - 03/03/1984]: Ilfattoquotidiano.it - Piazza Grande; Gotti Annalisa [Bologna 28/08/1965]: U.S. Ascom Bologna, Ascom Informa; Mambelli Marco [Forlì - 29/01/1967]: Vocis Magazine - Oggibologna.it; Mercadante Saverio [Latina - 11/07/1958]: San Marino Fixing; Passeri Daniele [Bologna - 17/04/1983]: Il Resto del Carlino; Pederzoli Rivignano Vaccaro Cosimo [Carpi (MO) - 12/09/1986]: Il Resto del Carlino; Silvestri Simona [Viterbo - 16/02/1982]: La Sera di Parma - E-Gov; Solmi Alessandra [Bologna - 13/07/1985]: Newnotizie.it; Trongone Andrea [Afragola (NA) - 03/04/1973]: La Cronaca di Piacenza, Sportpiacenza.it. ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ANNO 1 NuMERO 1 BOLOGNA For connoisseurs Rivista in lingua inglese Redazione: via Andegari 18, Milano Direttore responsabile: Anna Maria Catano Stampa: Grafiche dell’artiere Srl Via Romagnoli 5/2, 40010 Bentivoglio (BO) www.bolognamagazine.com NOCCIOline Party con noi Intorno al mondo sulle tracce della frutta secca Redazione: Cambiamenti.net Group via Casenuove 40/42, 48018 Faenza (RA) Direttore responsabile: Francesca Mezzadri Stampa: Gegraf, Bertinoro (FC) www.cambiamenti. net ELENCO SPECIALE Callegaro Sandro [Milano 04/02/1953]: Bologna Forense; Casali Claudia [Bollate (MI) 04/03/1971]: Faenza; Tonoli Mauro [Piacenza - 07/02/1968]: Dove mi porti oggi? CANCeLLAzIONI PRATICANTI Leggieri Antonio, Manvuller Filippo Maria, Marchesi Luca, Migliari Saverio, Miserendino Davide. PROFESSIONISTI Intorcia Ettore. PUBBLICISTI Zavagli Matteo. ELENCO SPECIALE Bosa Liliana, Lambertini Loretta, Lusenti Tiziano, Strazziari Lucio. 42 . GIORNALISTI / novembre 2012 ABIRò Abitare Romagna Redazione: Via Galileo Ferraris, 16 47923 Rimini Direttore responsabile: Danilo Rizzi Stampa: Grafiche Garattoni Rimini 44 . GIORNALISTI / novembre 2012