Shéhérazade - Amadeusonline
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Amadeus Rimskij-Korsakov Shéhérazade, Capriccio spagnolo Musorgskij Chovanščina: Ouverture Borodin Il Principe Igor: Danze polovesiane Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino Zubin Mehta direttore booklet CD0416_AM.indd 1 11/03/16 12:42 Nikolaj Rimskij-Korsakov (Tichvin, 18/3/1844 - Ljubensk 21/6/1908) Shéhérazade, Suite sinfonica op. 35 1 Il mare e il vascello di Simbad (9:06) (Largo e maestoso - Lento - Allegro non troppo - Tranquillo) 2 Il racconto del principe Kalander (11:29) (Lento - Andantino - Allegro molto - Vivace scherzando) 3 Il giovane principe e la giovane principessa (9:50) (Andantino quasi allegretto) 4 Festa a Bagdad - Il mare - Naufragio del vascello (11:56) (Allegro molto - Lento - Vivo - Spiritoso - Allegro non troppo maestoso) Composizione 1888 Prima esecuzione 28 ottobre 1888 Edizione Lipsia, 1889 Yehezkel Yerushalmi violino solista Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (Teatro Comunale di Firenze, 11 dicembre 2010) booklet CD0416_AM.indd 2 11/03/16 12:42 Nikolaj Rimskij-Korsakov Capriccio spagnolo op. 34 5 Alborada (1:15) • 6 Variazioni (4:57) • 7 Alborada (1:14) 8 Scena e canto gitano (4:57) • 9 Fandango asturiano (3:13) Composizione 1887 • Edizione Lipsia, 1888 Modest Musorgskij (Karevo, 21/3/1839 - San Pietroburgo 28/3/1908) bl Chovanščina: Preludio (5:12) Composizione 1872/1880 Prima esecuzione San Pietroburgo, Teatro Kononov, 9 febbraio 1886 (rappr. privata) Edizione Bessel, San Pietroburgo, 1883 (partitura rielab. da Rimskij-Korsakov) Aleksandr Borodin (San Pietroburgo, 12/11/1833 - San Pietroburgo 27/2/1887) bm Il Principe Igor: Danze polovesiane (13:07) Composizione 1869-1870, 1874-1887 Prima esecuzione San Pietroburgo, Teatro Mariinskij, 4 novembre 1890 Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino Marco Balderi Maestro del Coro (Teatro Comunale di Firenze, 1° ottobre 1994) Zubin Mehta direttore booklet CD0416_AM.indd 3 11/03/16 12:42 guida all’ascolto Rimskij-Korsakov ressando il feroce marito a meravigliosi racconti che gli andò narrando durante 1001 notti. Stimolato dalla curiosità, il Sultano rimandava continuamente il supplizio della moglie finendo per rinunciare completamente al suo proposito sanguinario. Shéhérazade raccontò storie stupende al Sultano; per i suoi racconti, prese a prestito i versi dai poeti e le parole dalle canzoni popolari, riuscendo a creare fiabe su fiabe, avventure su avventure». La prima versione di Shéhérazade recava dei titoli descrittivi all’inizio di ogni movimento che non comparvero più a partire dalla seconda versione. In realtà l’elemento narrativo è fortemente presente nella musica e aiuta l’ascoltatore a viaggiare con la fantasia nel lontano Oriente, regno di incredibili storie di feroci sultani e misteriose principesse anche se la musica, in ogni caso, possiede in sé stessa, nella propria logica costruttiva, tutti gli elementi necessari alla sua comprensione. I temi di Shéhérazade hanno una veste semplice, facilmente orientaleggiante, e presentano un’affascinante mescolanza di carattere nazionale russo e pentatonismo che contribuisce a carat- Shéhérazade, Capriccio spagnolo Musorgskij Chovanščina: Preludio Borodin Il Principe Igor: Danze polovesiane di Alessandro De Bei L a suite sinfonica Shéhérazade venne composta da Nikolaj RimskijKorsakov nell’estate del 1888 a Niejgovitsy e venne eseguita per la prima volta nello stesso anno a Pietroburgo, sotto la direzione dell’autore. Il suo spunto narrativo si basa su un gruppo di episodi tratti dalle Mille e una notte e lo stesso Korsakov, all’inizio della partitura, volle così riassumerlo: «Il Sultano Schahriar, convinto della perfidia e dell’infedeltà delle donne, aveva giurato di condannare a morte ciascuna delle proprie mogli, dopo la prima notte. Ma la Sultana Shéhérazade riuscì ad avere salva la propria vita inte4 booklet CD0416_AM.indd 4 11/03/16 12:42 terizzare quel «caleidoscopio di favolose immagini musicali dell’oriente» di cui parla lo stesso autore. Il primo episodio, Il mare e il vascello di Simbad 1, che formalmente si può assimilare a una forma-sonata senza sviluppo, si apre con la presentazione del tema del terribile Sultano Schahriar al quale segue un motivo melismatico dal vago sapore orientale: è la suadente voce di Shéhérazade che, affidata al violino solo, narra le affascinanti avventure di Simbad al Sultano e ritorna costantemente nel corso della suite. Un terzo tema, più disteso e pacato, rimanda alle immense distese marine: questi tre semplici elementi, abilmente alternati e combinati fra loro, danno vita a una suggestiva pagina, capace di evocare nell’ascoltatore paesi e genti lontane. Il racconto del principe Kalander 2 liberamente tripartito, svolge, per il suo carattere brillante, il ruolo dello Scherzo nella sinfonia romantica: all’introduzione, costituita dal tema di Shéhérazade (violino solo), segue il tema principale, un nostalgico motivo esposto in ritmo ternario prima dal fagotto poi dall’oboe e accompagnato dai morbidi arpeggi dell’arpa. Ai tromboni e alle trombe viene invece affidato il secondo tema, dal carattere decisamente marziale. Il terzo episodio, Il giovane principe e la giovane principessa 3, vive dell’alternanza e del contrasto tra i due temi principali: il primo è una tenera e suggestiva melodia esposta dai violini; il secondo è un grazioso motivo dal carattere di danza esposto dal clarinetto solo e sorretto ritmicamente dal tamburo e dai tenui pizzicati degli archi. L’ultimo episodio 4, sull’esempio di molta musica a programma, riprende in gran parte temi e motivi già uditi nel corso della suite; ma, come lo stesso Korsakov volle puntualmente precisare, «tutti quelli che sembrano leitmotivs non sono altro che materiali puramente musicali, motivi di sviluppo sinfonico. Questi motivi circolano in tutte le parti del pezzo, inseguendosi e intrecciandosi». Fra di essi spiccano per originalità il moto perpetuo, affidato al flauto, che rappresenta la frenetica vita di Bagdad, e il motivo della tempesta di mare che sorprende il vascello di Simbad, con le onde marine 5 booklet CD0416_AM.indd 5 11/03/16 12:42 descritte mirabilmente dalle veloci folate degli archi. cussioni che si avvale del triangolo, dei piatti, della grancassa e dei timpani. Il secondo episodio, Variazioni 6, utilizza una nostalgica canzone asturiana come base per diverse variazioni di natura prevalentemente timbrica: dopo l’esposizione affidata ai corni, il tema viene ripreso e variato dai violini, poi dal corno inglese e infine dai legni. La breve coda finale è rappresentata dalle rapide scalette cromatiche del flauto che si concludono con un lungo trillo. Dopo la ripresa dell’Alborada 7, è la volta della Scena e canto gitano 8, che si apre con un rullo di tamburo, sul quale i quattro corni e le trombe preannunciano il tema gitano in una specie di libero recitativo. Il tema fa uso di intervalli melodici tipici del canto popolare iberico e dà modo ai diversi strumenti dell’orchestra di esibirsi in libere cadenze che preparano l’entrata del vero e proprio canto gitano, ripetuto varie volte con un’orchestrazione sempre più ricca. L’ultimo episodio è il Fandango asturiano 9, caratterizzato da un tema piuttosto pesante e ruvido (tromboni seguiti dai legni), seguito dal ritorno dei temi prece- Anche Rimskij-Korsakov, come già Michail Glinka con la Jota aragonese e Notte d’estate a Madrid, si occupò del folclore musicale iberico con la composizione del Capriccio spagnolo op. 34 del 1887. Questa vivace pagina, per la quale Korsakov diede fondo a tutte le più raffinate ed efficaci tecniche di orchestrazione, utilizza in realtà il materiale di una progettata, ma mai realizzata, Fantasia su temi spagnoli per violino e orchestra; infatti nel Capriccio spagnolo sono rimasti numerosi gli episodi affidati al violino solista. Il Capriccio, che lo stesso Korsakov definì «superficiale, anche se vivo e brillante», si compone di cinque episodi strettamente legati fra loro. Il primo, Alborada 5, presenta un quadro della Spagna pieno di luci e colori, di ritmi sfrenati e di virtuosistiche piroette: il tema dell’Alborada, esposto dai violini, viene infatti sorretto da tutti gli altri strumenti dell’orchestra con accordi ribattuti, vivaci trilli e note staccate. Particolarmente attiva risulta essere la sezione delle per6 booklet CD0416_AM.indd 6 11/03/16 12:42 Il Preludio di Chovanščina b l è una pagina brevissima ma di grande intensità emotiva: qui bisogna riconoscere a Rimskij-Korsakov la capacità di aver dato alla pagina un fascino timbrico veramente straordinario. Proprio come nel finale della Notte sul Monte Calvo, il Preludio di Chovanščina evoca lo spuntare del sole, in una suggestiva alba moscovita. Il dolcissimo tema principale, esposto prima dai legni poi dall’oboe sugli arpeggi dei violini, ha un carattere malinconico tipicamente russo. Poi gli archi uniti, sopra i rintocchi dell’orchestra, disegnano un minaccioso motivo che ricorda da vicino un passo analogo nella prima scena del Boris Godunov. Nel finale, delicatissimo, oboe, clarinetto e flauto solisti riprendono, in una sorta di “eco” lontana, frammenti del tema principale. La pagina si chiude dissolvendo in pianissimo. denti (tema gitano, tema iniziale del Capriccio e tema dell’Alborada). Infine una pesante scala a tutta orchestra provoca un’ulteriore accelerazione nel movimento (Presto) e la pagina si conclude con la stessa trascinante forza ritmica con la quale si era aperta. Il Capriccio spagnolo è sicuramente una delle pagine sinfoniche più amate ed eseguite dalle orchestre di tutto il mondo: in essa Rimskij-Korsakov profuse in sommo grado la sua grandissima dote di sottile orchestratore. Chovanščina è unanimemente considerata, insieme al Boris Godunov, il capolavoro teatrale di Modest Musorgskij. Composta a partire dal 1872, ebbe una gestazione travagliata e spesso interrotta dalla mancanza di tempo, dalla cattiva salute ma anche dai continui ripensamenti del suo stesso autore. Alla sua morte, Musorgskij aveva terminato solo lo spartito per pianoforte, che risultava comunque lacunoso in molte parti. Toccò al solito Rimskij-Korsakov orchestrare lo spartito, “correggendone” purtroppo i presunti barbarismi e tagliando oltre un migliaio di battute di musica. Le Danze polovesiane bm (o poloviciane, ovvero relative alla Cumania, una regione dell’attuale Ungheria) di Aleksandr Borodin si collocano nel secondo atto del Principe Igor, la sua opera più signi7 booklet CD0416_AM.indd 7 11/03/16 12:42 interpreti Orchestra MMF ficativa; cominciata nel 1869, non venne portata a termine dal suo autore, che morì nel 1887. Il lavoro di revisione e di completamento dell’opera toccarono a Rimskij-Korsakov e a Glazunov. La suite di danze si apre con le Danze delle fanciulle poloviciane (Atto II n. 8), costituite da un vorticoso motivo dei legni sempre sostenuto dalle percussioni; poi si passa alla Danze poloviciane con coro (Atto II n. 17) che si aprono col celeberrimo motivo principale, dolce ma venato di malinconia, affidato al coro femminile. La prima danza, che riprende nello spirito quella iniziale, viene affidata al clarinetto seguito dall’ottavino; su questo motivo brillante e ritmato si innesta poi un secondo motivo quasi minaccioso esposto dagli ottoni. La seconda danza (con coro maschile) ha un andamento quasi epico; la terza, in 6/8, è la danza dei fanciulli, subito seguita dalla danza degli uomini (con coro maschile). Poi Borodin ripropone il motivo principale (coro femminile), la danza dei fanciulli e la danza degli uomini. La vorticosa danza conclusiva vede riunirsi i tre gruppi in un irresistibile tripudio finale. F ondata nel 1928 da Vittorio Gui come Stabile Orchestrale Fiorentina, è impegnata fin dagli esordi nell’attività concertistica e nelle stagioni liriche del Teatro Comunale di Firenze ed è, oggi, una delle più apprezzate dai direttori e dal pubblico. Nel 1933 alla nascita del Festival, prende il nome di Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. A Gui subentrano come direttori stabili Mario Rossi (nel 1937) e, nel dopoguerra, Bruno Bartoletti. Capitoli fondamentali nella storia dell’Orchestra sono la direzione stabile di Riccardo Muti (1969-1981) e quella di Zubin Mehta, Direttore principale dal 1985, che firma in ogni stagione importanti produzioni sinfoniche e operistiche e la guida in tournées. Nel corso della sua storia è guidata da alcuni fra i massimi direttori quali Victor De Sabata, Antonio Guarnieri, Gino Marinuzzi, Gianandrea Gavazzeni, Tullio Serafin, Wilhelm Furtwängler, Bruno Walter, Otto Klemperer, Issay Dobrowen, Jonel Perlea, Erich Kleiber, 8 booklet CD0416_AM.indd 8 11/03/16 12:42 Coro MMF Arthur Rodzinski, Dimitri Mitropoulos, Herbert von Karajan, Leonard Bernstein, Thomas Schippers, Claudio Abbado, Lorin Maazel, Carlo Maria Giulini, Georges Prêtre, Wolfgang Sawallisch, Carlos Kleiber, Georg Solti, Riccardo Chailly, Giuseppe Sinopoli, Seiji Ozawa e Daniele Gatti. Illustri compositori come Richard Strauss, Pietro Mascagni, Ildebrando Pizzetti, Paul Hindemith, Igor Stravinskij, Goffredo Petrassi, Luigi Dallapiccola, Krzysztof Penderecki e Luciano Berio dirigono loro lavori, spesso in prima esecuzione. Fin dagli anni Cinquanta l’Orchestra realizza numerose incisioni discografiche, radiofoniche e televisive, insignite di prestigiosi riconoscimenti fra i quali, nel 1990, il Grammy Award. Nell’ottantesimo anniversario della fondazione riceve il Fiorino d’Oro della Città di Firenze. F ormatosi sotto la guida di Andrea Morosini nel 1933, anno di nascita del Festival, è uno dei più prestigiosi complessi vocali italiani. Dopo Morosini la direzione del coro è stata di Adolfo Fanfani, Roberto Gabbiani, Vittorio Sicuri, Marco Balderi, José Luis Basso, Piero Monti e, dal 2013, Lorenzo Fratini. L’attività del Coro si è sviluppata anche nel settore della vocalità da camera e della musica contemporanea, con prime esecuzioni di compositori quali Krzysztof Penderecki, Luigi Dallapiccola, Goffredo Petrassi, Lugi Nono e Sylvano Bussotti. Significativa la collaborazione con direttori quali Zubin Mehta, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Bruno Bartoletti, Gianandrea Gavazzeni, Wolfgang Sawallisch, Georges Prêtre, Myung-Whun Chung, Seiji Ozawa, Semyon Bychkov, Giuseppe Sinopoli, Lorin Maazel e Daniele Gatti. La disponibilità e la capacità di interpretare lavori di epoche e stili diversi in lingua originale sono caratteristiche proprie del Coro del Maggio. Nel 2003 ha vinto con Renée Fleming il Grammy Award per il cd Belcanto. 9 booklet CD0416_AM.indd 9 11/03/16 12:42 Zubin Mehta sinfoniche e operistiche, guida l’Orchestra e il Coro del Maggio in frequenti tournées internazionali e in prestigiose incisioni discografiche. Dal 1998 al 2006 è Direttore musicale della Bayerische Staatsoper, dove dirige oltre 400 rappresentazioni e tournées in Europa e Giappone. Fra le numerose onorificenze, il Nikisch-Ring, le cittadinanze di Firenze e Tel Aviv e la nomina a membro onorario della Staatsoper di Vienna. Nel 1999 le Nazioni Unite gli conferiscono il “Lifetime Achievement Peace and Tolerance Award”. È nominato Direttore onorario dei Wiener Philharmoniker nel 2001, dei Münchner Philharmoniker nel 2004, della Los Angeles Philharmonic e della Bayerische Staatsoper nel 2006. Nel 2011 il suo nome è inscritto sulla Walk of Fame a Los Angeles e riceve i premi Furtwängler e Echo Klassik, mentre nel 2012 è insignito da Shimon Peres della Israel Medal of Distinction. N ato nel 1936 a Bombay, studia dapprima con il padre Mehli Mehta, quindi, nel 1954, è a Vienna per seguire i corsi di direzione d’orchestra di Hans Swarowsky. Nel 1958 vince il Concorso Internazionale di Liverpool e la Koussevitsky Competition a Tanglewood; dal 1961 inizia la sua collaborazione con i Wiener e i Berliner Philharmoniker e con la Israel Philharmonic Orchestra, di cui è nominato Direttore musicale nel 1977 e Direttore musicale a vita nel 1981. Dal 1978, e per 13 anni, è Direttore musicale della New York Philharmonic. Dopo il debutto operistico con Tosca a Montréal nel 1964, dirige importanti produzioni al Metropolitan, alla Staatsoper di Vienna, al Covent Garden, alla Scala, all’Opera di Chicago, al Festival di Salisburgo nonché al Maggio Musicale Fiorentino con cui instaura uno speciale rapporto: ne è infatti Direttore principale dal 1985 e, dal 2006, Direttore onorario a vita.Responsabile artistico dell’edizione 1986 del Festival fiorentino, oltre a essere impegnato in numerose produzioni 10 booklet CD0416_AM.indd 10 11/03/16 12:42 Amadeus n. 317 (4/2016) Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 𝖯 2016 Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino 𝖢 2016 Bel Vivere s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Responsabile artistico Andrea Milanesi Grafica e impaginazione Dario Codognato Registrazioni dal vivo Teatro Comunale, Firenze: 1° ottobre 1994 ( 5- bm) e 11 dicembre 2010 ( 1- 4) Progetto Maggio Live Giovanni Vitali Registrazione Servizio Audiovisivi Opera di Firenze / Maggio Musicale Fiorentino Montaggio Luca Logi Editing Silvio Brambilla In copertina e sulla custodia Zubin Mehta (foto di Simone Donati) N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201604.pdf 11 booklet CD0416_AM.indd 11 11/03/16 12:42 Amadeus Nicolaj Rimskij-Korsakov (Tichvin, 18/3/1844 - Ljubensk 21/6/1908) Shéhérazade, Suite sinfonica op. 35 1Il mare e il vascello di Simbad 9:06 2Il racconto del principe Kalander 11:29 3Il giovane principe e la giovane principessa 9:50 4Festa a Bagdad - Il mare - Naufragio del vascello 11:56 Yehezkel Yerushalmi violino solista Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (Teatro Comunale di Firenze, 11 dicembre 2010) Nicolaj Rimskij-Korsakov Capriccio spagnolo op. 34 5Alborada1:15 6Variazioni4:57 7Alborada1:14 8Scena e canto gitano 4:57 9Fandango asturiano 3:13 Modest Musorgskij (Karevo, 21/3/1839 - San Pietroburgo 28/3/1908) blChovanščina: Preludio5:12 Aleksandr Borodin (San Pietroburgo, 12/11/1833 - San Pietroburgo 27/2/1887) bmIl Principe Igor: Danze polovesiane13:07 Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino Marco Balderi Maestro del Coro (Teatro Comunale di Firenze, 1° ottobre 1994) Zubin Mehta direttore NON IN VENDITA SEPARATAMENTE DA AMADEUS booklet CD0416_AM.indd 12 AM 317-2 T. 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