Torre del Brandale - Boselli
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Torre del Brandale - Boselli
Torre del Brandale L’antica Torre del Brandale era una delle 50 torri delle mura della città, ha una base rettangolare di 8 x 9 metri e si trova all'estremità sud della zona portuale savonese. Simbolo del Comune ghibellino, con la Torretta (Torre Leon Pancaldo, o della Quarda in quanto collocata vicino alla porta della Quarda) è uno dei più antichi simboli di Savona. Fu costruita in muratura mista di pietre e mattoni, presumibilmente intorno alla metà del 1100, un atto notarile di vendita risalente al maggio del 1178 è il documento più antico che ne attesta l'esistenza. Sull'origine del nome non si sa nulla di certo, secondo alcuni deriverebbe da "brand” (luce, falò), ad indicare l'antica funzione della torre, un tempo faro per le navi dirette nel porto savonese, secondo altri deriva dall’antica usanza di issare a un’asta posta sulla torre, “brandale”, la bandiera del Comune. Più di mille anni fa la linea della costa compresa tra la Torretta e l'odierno mercato coperto di via Gramsci era più arcuata ed arretrata rispetto ad oggi e le banchine dell'antico porto erano situate a pochi metri dalla Torre del Brandale. In epoca altomedievale dunque, la Calata si stendeva sull’ attuale piazza del Brandale, via degli Orefici, via Quarda Superiore, piazza Leon Pancaldo, fino alla chiesetta di Santa Lucia. Solo verso la fine del XII secolo, per evitare che l'accumulo dei detriti e dei sedimenti trascinati dal Letimbro alla foce ostruisse progressivamente l'area portuale, si decise di realizzare una seconda Calata e una nuova e più sicura Darsena, ad occidente del promontorio del Prìamar, ben difesa dalle correnti di libeccio e di scirocco. La torre sorse direttamente sull'antica Calata, a sinistra della chiesa romanica di San Pietro, dopo la Cattedrale, la più antica parrocchia cittadina, oggi incorporata nell'edificio di via Pia 29. Nella piazzetta sulla quale affacciano la chiesa di San Pietro, la Torre del Brandale e la Loggia degli Anziani, c’era un grande olmo, all’ombra del quale i Savonesi si radunavano, discutevano e spesso stipulavano atti di grande importanza per la città. Lì, la mattina della vigilia di Natale, giungevano gli uomini dei castelli e delle ville dipendenti dalla giurisdizione del Comune di Savona, portando in dono al Podestà e all'Abate del Popolo il confuoco, cioè una gran quantità di maiali, agnelli, capponi, carni e altri prodotti, trasportati su un carro decorato con bandiere recanti lo stemma del Comune. Alla sinistra si trova la “Porta Balnei” o “Porta del Bagno”, resto della prima cinta muraria risalente al XXI secolo. L'importanza di quest’area era tale, che i reati che vi venivano commessi erano puniti con il doppio della pena stabilita dagli Statuti del Comune. Da lì aveva inizio la “Chiappinata”, la via principale della Savona medievale, che saliva lungo la rocca del Prìamar fino a raggiungere la piazza della Cattedrale. Nei pressi della Torre si trovano altre due torri medioevali, la più alta, detta degli Scolopi, faceva parte dell’antico palazzo della famiglia Riario, la più bassa apparteneva alla famiglia Corsi. Nel Medioevo la torre era indicata con il nome di "Turris Perforata" perché poggiava su sei archi ogivali campati su piloni, in modo da formare una loggia aperta al transito sui quattro lati. Oggi il passaggio sotto la torre è possibile solo attraverso il vico dell'Archivolto. Fu acquistata dal Comune nel 1305, divenne sede temporanea del Podestà in attesa della fine della costruzione del suo palazzo in Piazza delle Erbe. Dal 1307 divenne sede dell'Abate del Popolo e del Consiglio Grande della Città. Qualche anno dopo, per problemi economici, il Comune fu costretto a vendere la stalla posta all'interno dell'arco destro della struttura, dove oggi c’è un negozio. Nel 1349 vi fu installata la prima campana per chiamare il popolo al Parlamento. La grande campana della vittoria, “Campanassa”, che oggi rintocca per salutare gli eventi più importanti della città, pesa oltre due tonnellate ed è stata fusa e installata nel 1931. Nel 1528 Savona perse la sua lotta contro i Doria di Genova. I vincitori imposero gabelle, limitazioni ai traffici e alla navigazione, interrarono il porto, smantellarono le mura della darsena e mozzarono le torri. Nel 1552, per scongiurare il rischio che dalla torre del Brandale si potesse attaccare la fortezza del Priamar, fecero abbassare la torre di circa 25 metri. Quest’opera provocò la distruzione dell’ immagine della Vergine risalente al 1513. La mattina del 7 luglio 1648 un fulmine centrò la torre del Castello di San Giorgio che ospitava la polveriera, l’odierna zona tra la fortezza e la terrazzetta, facendo esplodere oltre mille barili di polvere da sparo. Vi furono più di ottocento morti, quando Savona contava circa seimila abitanti, e un terzo della città, tra cui il complesso del Brandale, fu distrutto o danneggiato. Il Brandale fu danneggiato anche dai terremoti del 30 aprile 1668 e del 7 febbraio 1767, che ne causarono il crollo del tetto. Tra il febbraio e l'aprile del 1838, l'amministrazione comunale sostituì il vecchio orologio ed effettuò interventi di sostegno sulla scala di accesso agli attuali locali della segreteria. Infine, dopo il terremoto del 23 febbraio 1887, il complesso fu dichiarato inagibile e furono applicate diverse chiavi in ferro per assicurarne la stabilità. Nel 1924 nacque l'Associazione "A Campanassa", che ha ancora sede nel Palazzo degli Anziani. Nel 1926 promosse una sottoscrizione pubblica per finanziare l’innalzamento della torre mozzata dai genovesi nel 1552, alla sua misura originale di 49,60 metri. Oggi il palazzo è una sorta di museo con iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono dagli edifici distrutti del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIII e il XIX secolo. Il primo sottoscrittore della raccolta, con mille lire, fu Paolo Boselli, politico savonese che fu ministro della Pubblica Istruzione, dell’Agricoltura e delle Finanze. L’opera per la sopraelevazione della Torre costò complessivamente 117.000 lire e fu eseguita "In conglomerato cementizio parzialmente armato, in modo da poter ottenere un buon collegamento tra le varie parti del monumento, senza ricorrere a grandi spessori di muratura". I lavori iniziarono nell'estate del 1931 su progetto dell'ingegner Giovanni Damonte, che nel 1928 progettò la sopraelevazione di un piano dell’ospedale San Paolo. Durante il restauro, sulla parete meridionale, sono state individuate due finestre a sesto acuto, chiuse quando alla torre fu addossato il Palazzo degli Anziani. Furono eseguiti lavori importanti anche all'interno, decorato da materiale antico, lapidi e frammenti marmorei di diversa provenienza, e portati alla luce affreschi trecenteschi. La cerimonia di inaugurazione si svolse domenica 23 aprile 1933, alla presenza del vescovo Righetti, del podestà Assereto e di Poggio Poggi, presidente dell’associazione "A Campanassa". La facciata prospicente la darsena, presenta un pannello in ceramica sul quale Eso Peluzzi, pittore contemporaneo cairese della corrente divisionista, dipinse l’immagine di Nostra Signora di Misericordia, la Mater Misericordiae patrona di Savona, che assiste i naviganti. Tra il primo ed il secondo piano furono murati dodici stemmi in maiolica, che rappresentano le famiglie ed i poteri che si sono succeduti al governo della città nel corso dei secoli: i Del Carretto, Amedeo IV di Savoia, Federico II, Enrico di Lussemburgo, Ludovico il Bavaro, i Visconti, il Regno di Francia, i Campofregoso, la Repubblica di Genova, la Repubblica Democratica Ligure, Napoleone e il Regno di Sardegna. Giulia Fano 3C