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POLITICHE DISTRIBUTIVE DISTRIBUZIONE INDICE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. DEFINIZIONE E FUNZIONE FLUSSI DELLA DISTRIBUZIONE OPERATORI DELLA DISTRIBUZIONE STRUTTURA DEI CANALI (diretto, indiretto) TIPOLOGIE DISTRIBUTIVE a) DETTAGLIO (tradizionale, organizzato) b) INGROSSO LA SCELTA DEI CANALI DISTRIBUTIVI LE STRATEGIE DISTRIBUTIVE LA DISTRIBUZIONE FISICA O LOGISTICA DISTRIBUZIONE Def.: Struttura formata da soggetti che intervengono nel processo di scambio allo scopo di mettere beni e servizi a disposizione degli utilizzatori industriali o dei consumatori Def.: Insieme delle istituzioni (operatori e “attività fisiche”) che permettono il trasferimento del prodotto e del titolo di proprietà FUNZIONE DELLA DISTRIBUZIONE Ridurre la disparità di luoghi, tempi e modi di fabbricazione e di consumo attraverso: • Trasporto • Assortimento • Frazionamento • Magazzinaggio • Contatto DISTRIBUZIONE LA FUNZIONE DELLA DISTRIBUZIONE SI TRADUCE QUINDI IN UNA MAGGIORE EFFICIENZA A VENDERE a) b) c) d) Minori contatti ⇒ (minore utilizzo di capitali) Esperienza Specializzazione Assortimento FLUSSI DI DISTRIBUZIONE Coinvolgono tutti i soggetti responsabili della distribuzione e sono rappresentati da: •processo fisico = movimento fisico di beni tangibili: azienda ↔ cliente •processo cartaceo = relativo al titolo di proprietà o avvenuta erogazione del servizio •processo finanziario = passaggio di risorse finanziarie da un soggetto all'altro •processo informativo = flussi di informazioni bidirezionali: azienda ↔ cliente OPERATORI DELLA DISTRIBUZIONE PRODUTTORE proprietà INGROSSO SOCIETA’ DI SERVIZI DETTAGLIO CONSUMATORE no proprietà STRUTTURA DEI CANALI CANALE DIRETTO CANALE INDIRETTO Assenza di intermediari. E’ la stessa azienda produttrice che gestisce le attività distributive. Presenza di intermediari. Il canale indiretto può essere: -corto -lungo -lunghissimo LE PRINCIPALI STRUTTURE DISTRIBUTIVE Canale diretto Produttore Consumatore Canale corto Produttore Canale lungo Produttore Grossista Canale lunghissimo Produttore Grossista Agente Dettagliante Consumatore Dettagliante Consumatore Dettagliante Consumatore LE TIPOLOGIE DISTRIBUTIVE LE TIPOLOGIE DISTRIBUTIVE DETTAGLIO INGROSSO LA DISTRIBUZIONE AL DETTAGLIO Il dettaglio include tutte le attività relative alla vendita di beni o servizi direttamente ai consumatori finali per il loro uso personale TRADIZIONALE Canale lungo e lunghissimo ORGANIZZATO Canale corto DISTRIBUZIONE TRADIZIONALE DISTRIBUZIONE MODERNA •Caratterizzata da imprese di piccole dimensioni •Caratterizzata da imprese di grandi dimensioni •Rientra nel canale lungo •Rientra nel canale corto •Necessita di intermediari di vendita •Non necessita di intermediari di vendita PRODUZIONE Intermediari che acquisiscono la proprietà della merce Ingrosso Intermediari che non acquisiscono la proprietà della merce GRANDE DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE TRADIZIONALE DISTRIBUZIONE MODERNA INDIPENDENTI DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA CONSUMO LA DISTRIBUZIONE TRADIZIONALE Si avvale di ingrossi di vendita: Intermediari che acquisiscono la proprietà della merce •Grossisti •Cash & carry (esercizio all’ingrosso organizzati a self service, sup.di vendita > 400mq, pagamento in contanti, trasporto al carico del cliente) Es. METRO, CARREFOUR Intermediari che non acquisiscono la proprietà della merce •Venditori dipendenti •dipendenti •rappresentanti •Venditori indipendenti •agenti LA DISTRIBUZIONE ALL’INGROSSO La distribuzione all’ingrosso include tutte le attività connesse alla vendita di beni e servizi a quanti procedono all’acquisto dei medesimi per poterli poi rivendere o impiegare in un processo produttivo FUNZIONI DEL GROSSISTA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Vendita e promozione Acquisto e formazione di assortimenti Conseguimento di economie di acquisto Deposito Trasporto Finanziamento Assunzione del rischio Informazione di mercato Consulenza e servizi di management TIPOLOGIE DI DISTRIBUZIONE ALL’INGROSSO • IMPRESE GROSSISTE INDIPENDENTI (proprietà): – IMPRESE A SERVIZIO COMPLETO – IMPRESE A SERVIZIO LIMITATO • DIPENDENTI E INDIPENDENTI (no proprietà): DIPENDENTI RAPPRESENTANTI (rapporto esclusivo) AGENTI (rapporto non esclusivo) COMMISIONARI (possesso fisico della merce) • OPERAZIONI ALL’INGROSSO DI IMPR. MANUF. E DETTAGLIO: – FILIALI DI VENDITA – UFFICI DI VENDITA – UFFICI ACQUISTI • IMPRESE GROSSISTE VARIE LE FORME ISTITUZIONALI DEL DETTAGLIO ORGANIZZATO • Grande distribuzione – Reti nazionali – Cooperative di consumo • Distribuzione organizzata – Unioni volontarie – Gruppi di acquisto • Indipendenti • Affiliazione commerciale (franchising) LA GRANDE DISTRIBUZIONE RETI NAZIONALI Sono S.P.A succursaliste Es. RINASCENTE-AUCHAN, G.S, ESSELUNGA, PAM. COOPERATIVE DI CONSUMO cooperative di consumatori per creare e gestire le aziende distributrici. Es. COOP ITALIA LA DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA UNIONI VOLONTARIE Forma di integrazione verticale tra grossisti e dettaglianti . Es. DESPAR, EUROMADIS (VEGE’ E A&O), SISA GRUPPI DI ACQUISTO Forma di integrazione orizzontale tra soli dettaglianti Es. CONAD, CRAI, SIGMA FRANCHISING Il produttore organizza un canale di distribuzione diretto senza però possedere e gestire fisicamente il prodotto/servizio offerto. La casa madre è dette affiliante o franchisor. L’azienda indipendente con cui viene stipulato il contratto affiliata o franchisee. •AL DETTAGLIO PROMOSSO DAL PRODUTTORE (Fiat; Benetton) •ALL’INGROSSO PROMOSSO DAL PRODUTTORE (imbottigliamento Coca Cola) •AL DETTAGLIO PROMOSSO DA UN’IMPRESA DI SERVIZI noleggio AVIS, Fast Food Mac Donald) (Auto a FORME DI VENDITA AL DETTAGLIO • LIBERO SERVIZIO (self service): – Autonomia del consumatore nella individuazione, confronto, scelta dei prodotto • LIBERA SCELTA (self selection): – Aiuto del personale di vendita al momento del confezionamento, pagamento, etc. • SERVIZIO LIMITATO: – > assistenza dei clienti per informazione + ulteriori servizi (es. forme di pagamento cambio merce, etc.) • SERVIZIO COMPLETO: – max assistenza e elevati servizi TIPOLOGIE DI DISTRIBUZIONE AL DETTAGLIO • • • • • • • • DETTAGLIO TRADIZIONALE DETTAGLIO SPECIALIZZATO (boutique) GRANDE MAGAZZINO (department store) SUPERETTE o MINIMARKET SUPERMERCATO IPERMERCATO HARD DISCOUNT DISTRIBUZIONE SENZA PUNTO VENDITA (vendita postale , telefonica, automatica, porta a porta, e-commerce) FATTORI CHE DIFFERENZIANO LE TIPOLOGIE AL DETTAGLIO • • • • Superficie del punto vendita Ubicazione Servizi offerti (consulenza, parcheggi, ambiente, etc) Assortimento in termini di : – Tipologie merceologiche – Ampiezza e profondità • Ruolo del prezzo • Tasso di rotazione delle scorte • Margine commerciale LE TIPOLOGIE DISTRIBUTIVE tipo superficie n°casse assortimento ubicazione servizi DETTAGLIO TRADIZIONALE E BOUTIQUE SUPERETTE < 100 mq 1 Prodotti alimentari da banco quartiere Consulenza alla massaia < 400 mq 1-2 quartiere SUPERMERCATO 400 - 2.500 mq 4-8 2000 articoli modesta integrazione casa famiglia Molto ampio (4-5.000 articoli) “fresco” buona integrazione casa famiglia Accentuazione vendita personalizzata forte presenza di non alimentare (abblig., sport, arredo) 400-600 articoli modesta presenza di fresco Vendita personalizzat a gastronomia Vendita personalizzat a gastronomia IPERMERCATO HARD DISCOUNT >2.500 mq- 300-400 mq 30-60 2 periferia decentrato Parcheggio Ristorantebar negozi Servizi quartiere Ampi parcheggi nessuno margine commerciale tasso di rotazione delle scorte assortimento servizi offerti DETTAGLIO TRADIZIONALE DETTAGLIO SPECIALIZZATO GRANDE MAGAZZINO SUPERETTE SUPERMERCATO HARD DISCOUNT IPERMERCATO superficie • • • • • • • LA DISTRIBUZIONE ALL’INGROSSO La distribuzione all’ingrosso include tutte le attività connesse alla vendita di beni e servizi a quanti procedono all’acquisto dei medesimi per poterli poi rivendere o impiegare in un processo produttivo. FUNZIONI DEL GROSSISTA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Vendita e promozione Acquisto e formazione di assortimenti Conseguimento di economie di acquisto Deposito Trasporto Finanziamento Assunzione del rischio Informazione di mercato Consulenza e servizi di management TIPOLOGIE DI DISTRIBUZIONE ALL’INGROSSO • IMPRESE GROSSISTE INDIPENDENTI (proprietà): – IMPRESE A SERVIZIO COMPLETO – IMPRESE A SERVIZIO LIMITATO • DIPENDENTI E INDIPENDENTI (no proprietà): DIPENDENTI RAPPRESENTANTI (rapporto esclusivo) AGENTI (rapporto non esclusivo) COMMISIONARI (possesso fisico della merce) • OPERAZIONI ALL’INGROSSO DI IMPR. MANUF. E DETTAGLIO: – FILIALI DI VENDITA – UFFICI DI VENDITA – UFFICI ACQUISTI • IMPRESE GROSSISTE VARIE LA SCELTA DEI CANALI LA SCELTA DEI CANALI • Per perseguire obiettivi di • EFFICACIA – Coerenza con gli obiettivi aziendali • EFFICIENZA – Relativi ai costi (ottimizzazione delle risorse) LA SCELTA DEI CANALI IN BASE A: FATTORI ESTERNI • ambiente circostante • segmento target dell’impresa caratteristiche degli intermediari di vendita • caratteristiche della concorrenza • FATTORI INTERNI • caratteristiche dell’impresa – fattori di mtkg (posizionamento, gamma di prodotti, prezzo) – fattori non di mtkg (risorse finanziarie, competenze interne, etc) • caratteristiche del prodotto offerto a) CONDIZIONI AMBIENTALI • CONDIZIONI SOCIOECONOMICHE – BENESSERE – CRISI (basso prezzo di mercato) ⇒ distribuzione poco costosa = CANALI BREVI, ↓ SERVIZI • DISPERSIONE TERRITORIALE DEL SETTORE – Quanto più dispersi sono i consumatori tanto si saranno preferiti canali lunghi • NORME E VINCOLI DI LEGGE – leggi per scoraggiare la possibilità di creazione di fenomeni di monopolio b) TARGET DELL’IMPRESA Il canale distributivo costituisce uno strumento fondamentale mediante il quale l’impresa può soddisfare le esigenze del target Occorre quindi una corretta valutazione delle attese in termini di •quantità di prodotti a disposizione sullo scaffale •tempi di attesa •aspetto ambientale (locale di vendita) •ubicazione •assortimento dei prodotti offerti dal punto vendita •servizi integrativi (forme di pagamento, servizi a domicilio, assistenza) c) CARATTERISTICHE DEGLI INTERMEDIARI (= forza vendita) •Dipendenti (dipendenti e rappresentanti esclusivi) – VANTAGGI: > competenze, piena disponibilità – SVANTAGGI: ↑ costo •Indipendenti (agenti, broker) – VANTAGGI: ↓ costo per contatto (si divide tra più prodotti) – SVANTAGGI: sforzo di vendita meno intenso d) CARATTERISTICHE DELLA CONCORRENZA •Canali simili (soprattutto alimentare) (es.:Burger King e Mac Donald’s) •Canali differenti (es.: Avon contro profumerie) e) CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA DIMENSIONE: –se GRANDE occorre maggiore cooperazione con gli intermediari FATTORI DI MARKETING –POSIZIONAMENTO –GAMMA DI PRODOTTI • ↑ ampiezza: > possibilità di distribuzione diretta • ↑ profondita’: > possibilità di distribuzione esclusiva • ↑ consistenza: omogeneità di canali –PREZZO –SERVIZI (es.: pronta consegna) –COMUNICAZIONE FATTORI NON DI MARKETING –RISORSE FINANAZIARIE (in base alle quali decidere quali attività delegare agli intermediari) –COMPETENZE INTERNE f) CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO OFFERTO Prodotti deperibili (es.. ortofrutta) ⇒ distribuzione diretta (tempi, operazioni di carico e scarico) Prodotti voluminosi (es.. acque minerali) ⇒ distribuzione con basso costo per trasporto e operazioni di carico e scarico Prodotti non standardizzati (es.: prodotti su commissione) ⇒ distribuzione diretta ( > competenza) Prodotti + sevizi di istallazione e/o manutenzione ⇒ distribuzione diretta o concessionari esclusivi ( > assistenza) Prodotti ad alto valore unitario ⇒ distribuzione diretta attraverso personale dell’impresa OBIETTIVI DELLE SCELTE DISTRIBUTIVE Mediante le scelte distributive si cerca di perseguire principalmente 2 obiettivi: GRADO DI COPERTURA Rapporto tra n° di clienti potenzialmente raggiungibili dal canale e clienti potenziali del mercato GRADO DI CONTROLLO Riguarda i rapporti tra impresa e intermediari: •Dipendendenti: alto controllo, ma costoso •Indipendenti: poco controllo, ma meno costoso LE STRATEGIE DISTRIBUTIVE LE STRATEGIE DISTRIBUTIVE INTENSIVA SELETTIVA ESCLUSIVA DISTRIBUZIONE INTENSIVA • coinvolge il maggior numero di di punti vendita attraverso una distribuzione capillare • garantisce una costante disponibilità di prodotto e la comodità di acquisto • indicata per beni di largo consumo ad acquisto corrente (conveniece good) • SVANTAGGI: ↓ controllo della rete distributiva ⇒ difficoltà a mantenere un’immagine di marca e un posizionamento preciso DISTRIBUZIONE SELETTIVA • limitata a specifiche tipologie di punti vendita • garantisce un buon livello di servizio • indicata per prodotti da confronto a frequenza di acquisto moderata (shopping good). • SVANTAGGI: difficoltà a garantire una copertura di mercato adeguata • VANTAGGI: vendita specializzata e buon grado di controllo DISTRIBUZIONE ESCLUSIVA • limitata a un numero ristretto di punti vendita (una forma particolare è il franchising) • garantisce un elevato livello di servizio e immagine del prodotto • indicata per prodotti ad acquisto speciale (specialty good) • SVANTAGGI E VANTAGGI: pro e contro della distribuzione selettiva, ma accentuati LOGISTICA O DISTRIBUZIONE FISICA LOGISTICA O DISTRIBUZIONE FISICA E uno strumento di cui si avvalgono le imprese di produzione per rendere disponibili ai consumatori beni nei tempi e nei luoghi più appropriati Si riferisce al movimento fisico dei beni tangibili (processo fisico di distribuzione). LOGISTICA O DISTRIBUZIONE FISICA E’ riferita alla pianificazione gestione e controllo di: •DEPOSITI •TRASPORTI •SCORTE OBIETTIVO DELLA LOGISTICA Gestione delle variabili in modo da collegare il livello di servizio al cliente (n° di giorni richiesti per la consegna) con i costi sostenuti. DEPOSITI Le scelte riguardano: • NUMERO • DIMENSIONI • LOCALIZZAZIONE Es.: ↑ numero ed ↑ dispersione territoriale • VANTAGGI: < tempi di consegna • SVANTAGGI: ↑ costi di stoccaggio Tipologie di deposito: • di conservazione • di transito TRASPORTI Le scelte riguardano: • MEZZI PROPRI • MEZZI DI TERZI (“padroncini”) TRASPORTI Tipologie di trasporto: • FERROVIARIO: più economico per merci ingombrati e di basso valore aggiunto (es. carbone, prodotti agricoli, etc.) • GOMMATO: E’ il più importante (70% della merce italiana) perché il più flessibile (tempi percorsi, quantitativi). • NAVALE: poco costoso per merci a basso valore unitario, ingombranti e non deperibili (es. cereali) • AEREO: per merci pregiate o deperibili;Molto costoso LIVELLO DELLE SCORTE Rappresenta il legame tra gli ordini della clientela e il processo produttivo ORDER POINT: Livello delle scorte al di sotto del quale si riavvia la produzione Parametri per fissare il livello delle scorte • TEMPO MEDIO DI TRASMISSIONE E RICEVIMENTO DELLA MERCE • INTENSITÀ DELLE VENDITE • % DI MERCE VENDUTA SENZA STOCK (non transita attraverso il magazzino) Riferimenti bibliografici • KOTLER P. (1993): Marketing Management, ISEDI, Torino, cap. 19 20. • PETER J. P., DONNELY J. H (1999): Marketing, Mc GrawHill, cap.10 e appendice al cap.10