Bologna Buone Notizie

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Bologna Buone Notizie
Mensile di informazione
e approfondimento sociale
N. 19 Anno 2 - 1 Agosto 2011
Edito da Virtual Coop
Bologna - www.coopansaloni.it
cani e cristiani 8 settembre = handishow!!!
Come dice una pubblicità di una
nota marca di automobili: il lusso
è un diritto!
E le ferie di agosto non si toccano!
Certo che ad uno come me passa la
voglia d’andarsene a Misano, Cattolica, oppure a Vergato, costi materiali a parte, in questo agosto 2011.
Non ho pacchetti azionari a rischio
crollo della Borsa, ma mi ruga constatare che sempre di più il valore
della carta sopravanza quello del
prodotto reale. Cioè che questa finanza globalizzata debba decidere
che nazione del mondo far fallire,
con tutte le disastrose conseguenze che ricadono sulla povera gente,
proprio mi fa venire il volta stomaco.
Ma questi paperoni da chi sono
stati eletti per possedere un tale
potere sugl’altri?
Non ho neppure anziani parenti da
accudire, devo dire con estremo
dispiacere.
Però mi sta molto sugli attributi che la ministra Brambilla ed il
suo Governo abbia investito soldi
pubblici, energie creative e mass
media pubblici e privati per una
campagna contro l’abbandono di
cani e gatti. Per l’amor del cielo,
mica voglio dire che sia accettabile che la gente si sbarazzi dei propri animali domestici pur di andare
in vacanza, ci mancherebbe!
Però, che i cani ed i gatti, che io
pure adoro, vengano prima dei poveri cristi che, oltre a non potersi
permettere neppure un giorno di
ferie, pagano le mille problematiche fisiche, economiche e socia-
li che la vita ha riservato loro, mi
pare troppo!
Siamo certi che i nostri vecchi
ospitati nelle Case di riposo passeranno un agosto spensierato?
Siamo stati almeno a fare loro una
visita, recentemente?
Quel cugino di nostra zia che si
è rotto il femore e che dovrà farsi
mezzo agosto al Rizzoli, gradirebbe una nostra visita, che ne so un
mazzo di fiori o due pastine, un po’
di bibite fresche?
Il nostro vicino, seguito dai servizi
sociali, avrà un cavolo di ventilatore per difendersi dall’afa?
Quella famiglia di migranti, che
abita in quel tugurio in periferia,
moglie con otto figli ed un solo stipendio, gradirebbe forse una nostra visita con un paio di sportine
belle piene di cibarie?
Le risposte a queste domande
sono ovviamente scontate ma, a
ben pensarci a noi che ce frega?
Tanto, alla fine, deve sempre essere lo Stato a preoccuparsi di
questi “poveretti”, oppure la Chiesa, anche i Testimoni di Geova,
che comunque farebbero meglio
ad occuparsi più dei problemi dei
disgraziati di questa terra che di
predicare la fine del mondo.
Tanto per capirci, mi viene da dire
che i tanti piccoli e grandi egoismi,
quando si sommano o si moltiplicano tra di loro, producono come
risultato il mondo in cui viviamo,
dove il lusso è un diritto e le ferie
di agosto non si toccano!
Marco Negri
È cominciato il countdown per l’Happening allo Spazio Estragon
Non manca tantissimo ormai: giovedì 8 settembre 2011 alle ore 21
lo Spazio Estragon di Bologna, al
Parco Nord, nell’ambito della Festa Provinciale dell’Unità, aprirà le
sue porte per ospitare HandiShow,
l’happening nazionale per artisti…
abili, abilissimi, disabili e in ascesa.
Saranno dei nostri: La Banda
Roncati - Les Commediants Franz Campi - Antonietta Laterza - "Muskey" Vito Muschitiello
- Domenico Lannutti - Jolaurlo
- Ladri di Carrozzelle.
Abbiamo posto a tutti 4 domande
per sondare le posizioni, le sensazioni, le intimità di artisti e persone.
Dalle risposte emergono caratteri,
ruoli ed esperienze di vita diverse
per ogni artista, come a sottolineare le differenze di età, di scelte
artistiche, di percorsi formativi,
ma nonostante tutte le diversità,
emergono posizioni comuni.
Un po per vanità, un po per curiosità abbiamo voluto sondare cosa
pensano di noi e del nostro progetto, e del mondo dello spettacolo,
c’è chi ci racconta storie chi non
né fà.
1- L’8 settembre sarai dei nostri ad
HandiShow allo Spazio Estragon
di Bologna, che idea ti sei fatto di
questa nostra iniziativa?
Franz Campi. La vita di tutti i
giorni è difficile. Ci sentiamo inadeguati, lontani dai modelli di riferimento che la cultura dominante
ci propone. Il livello di competizione è duro, l’asticella viene posta
sempre più in alto. In ballo del resto c’è la felicità, stato d’animo che
ci raccontano dipenda da alcuni
ingredienti essenziali: successo
economico e sociale, aspetto fisico tonico e brillante, sicurezza nei
propri mezzi e capacità. Insomma,
la famiglia felice del “Mulino Bianco” a cui tutti desiderano appartenere. Ma chi ci riesce? E nel rendersi conto della distanza tra sé
e questi modelli, spesso cadiamo
nella trappola della autocommise-
razione, della depressione o delle
scorciatoie temporanee fatte di artifici chimici, pillole o polveri. Una
leggenda racconta di una madre
che aveva appena perso un figlio
e che chiese a Budda di farlo tornare nel mondo dei vivi. Lui le disse: “Portami dei semi di lino che
troverai in una casa i cui abitanti
non abbiano perso qualche caro o
che non siano stati vittime di circostanze dolorose”. La donna a
sera, ormai sfinita per le centinaia
di abitazioni visitate, si rese conto
che non ne esistevano. E allora
l’atteggiamento positivo del pro-
HandiShow 2011
Scuola & lavoro
Info prevendita biglietti:
w w w. h a n d i s h o w. i t
BNB Intrvista l'Assessore
regionale Patrizio Bianchi
(pag.8)
Speciale Giochi
Sanità a bologna
Cruci, rebus e tanto
divertimento fuori e sotto
l'ombrellone...
(all'interno)
Ne parla Sergio Venturi,
direttore generale del
Policlilico Sant'OrsolaMalpighi
(pag.9)
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Il Nome della Casa
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Buone Notizie
Bologna
“Sostenibilità e Trasparenza
con Cooperativa Edificatrice Ansaloni”
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2
getto, come di tutta l’impostazione
del vostro lavoro, mi trova persuaso che, insieme all’ironia, sia questo l’unico strumento idoneo ad
affrontare le nostre giornate. E a
maggior ragione di chi è costretto a portarsi in groppa uno zaino
di ulteriori difficoltà. Questa serata servirà a ribadire che nessuno
deve accettare di essere messo
da parte ma, in relazione a ciò che
i propri limiti consentono di offrire,
può e deve contribuire alla vita
della comunità.
Banda Roncati. L’8 settembre
saremo con voi ad HandiShow
perchè riteniamo giusto sostenere
un’iniziativa che proporrà a degli
artisti di esprimersi come tali, indipendentemente dalle loro abilità.
Ladri di Carrozzelle. Crediamo
sia una sfida, difficile, complicata
ma di grande valore soprattutto
culturale: speriamo di vincerla!
Jolaurlo. È una band che ha sempre fatto delle “differenze” il proprio valore aggiunto. L’idea che
ci siamo fatti di questa iniziativa
è sicuramente positiva! Per noi la
disabilità è un concetto che non
appartiene alla persona, ma alla
società che non sempre è pronta
ad accogliere le differenze come
“opportunità” di crescita e miglioramento.
Domenico Lannutti. Iniziativa
bellissima, artisti strepitosi, una
serata all’insegna della meraviglia.
Vito Muschitiello. Splendida geniale “unire” con la musica è sempre una vittoria.
Antonietta Laterza. Necessaria e
preziosa, siamo agli inizi e si spera che il mondo evolverà al punto
che non ci sarà bisogno di queste
iniziative “ad hoc”.
Les Commediants. È auspicabile
che questa proposta possa creare
ulteriori sensibilità e aprire varchi
di riflessione e di confronto circa
opportunità artistiche differenti.
2 - Il mondo dello spettacolo è
un universo complesso e spesso
pieno di contraddizioni, secondo
te com’è cambiato nel tempo: ieri,
oggi e come sarà domani?
Franz Campi è il camminare sul
filo dell’acrobata, senza reti e
certezze. Il mio spettacolo “Meglio che scaricare un camion di
mattoni” parla proprio di questo,
di come non venga assolutamente preso sul serio chi si definisce
“artista”, chi lavora nella musica.
Ti prendono sul serio solo se sei
sempre in TV, se guadagni milioni,
viceversa sei quello da invitare a
fare un “concertino” o una “schitarrata”, ma sapessero quanto
lavoro, apprensioni, disciplina e
rinunce comporta questa scelta.
Del resto i tanti reality in televisione mostrano che basta essere
un “personaggio” per diventare un
artista, quindi che meravigliarsi?
Un tempo la gavetta “pagava”, ora
paga a malapena le bollette. Ma in
fin dei conti, per chi ha una vera
e propria passione, meglio seguire la propria inclinazione piuttosto
che “scaricare un camion di mattoni”. Appunto.
Ladri di Carozzelle. Cambiano
le modalità ma rimane sempre lo
stesso, fortunatamente l’arte è la
cosa più democratica che c’è: chi
HandiShow
BNB
1 Agosto 2011
ha talento va avanti, chi non ce
l’ha diventa famoso 15 minuti e poi
puff... scompare!
Dmenico Lannutti. Ogni generazione è figlia del suo tempo, le
contraddizioni ci sono sempre state e ci saranno sempre, un artista
deve cogliere l’invisibile e farlo poi
vedere agli altri.
Vito Muschitiello oggi abbiamo
internet per divulgare cio’ che riusciamo a creare ma è pur vero
che nessuno più investe nella musica, dobbiamo necessariamente autoprodurci e credere in cio’
che facciamo, suonare e cantare
le proprie idee senza aspettarsi il
successo.
i difetti della stessa.
Domenico Lannutti. Un termine
vale l’altro, a volte pensiamo di
parlare la stessa lingua ma in realtà parliamo lingue diverse. La
cosa importante è dare dignità e
sostegno a chi vive la condizione
di disabilità. Con le ultime finanziarie, lo stato ha fatto si che le
barriere emarginanti aumentino
invece che diminuire.
Vito Muschitiello. Non mi piace
fare distinzioni e definire qualcuno
“diverso” siamo tutti nella stessa
barca.
Antonietta Laterza. Sono tutte
pregiudiziali è la testa che bisogna
cambiare.
sto della canzone “Beslan”. Avevo
raccolto tanto materiale ma non
riuscivo a trovare la chiave di lettura. Ero annichilito dalla tragedia
compiuta dai terroristi in Ossezia
nei confronti di bambini e ragazzi
di una scuola. Trovavo le ragioni
ed i motivi che avevano generato
tale violenza ma non capivo il loro
tradursi in azione concreta rivolta
contro a così tanti innocenti. Una
vicenda mostruosa, un evento
biblico come quello di Erode che
però quando ci raccontano facciamo fatica a considerare poco più
di una favola. E invece centinaia
furono le vittime. La canzone che
ho scritto, e che tenta di raccon-
Les Commediants. Il coinvolgimento è mettersi dentro le situazioni, gli incontri e le storie di vita.
Abbiamo iniziato questo viaggio
molto tempo fa e pertanto siamo
stati “toccati” e coinvolti con molte persone sia abili che disabili
in quanto ho da sempre creduto
all’integrazione di mondi possibili
con opportunità e risorse differenti. Il tempo ci ha dato ragione.
Jolaurlo. In Italia non abbiamo
ancora una legge contro l’omofobia, e che preveda l’unione di fatto
tra coppie dello stesso sesso. Esistono ancora situazioni familiari
difficilissime soprattutto al sud Italia, dove ancora molti ragazzi e ra-
Antonietta Laterza. Faccio il
DAMS e per rispondere a questa
domanda dovrei aver finito almeno il triennio! Sono stata la prima
donna cantautrice in carrozzina
apparsa sulla RAI, a S. Remo
sono stata esclusa perchè ci andava Bertoli e due carrozzine erano troppe.
Les Commediants. Le contraddizioni ci sono sempre state, forme
clientelari a discapito del merito.
Credo che le cose non siano molto cambiate. Si parlava di un percorso che tenesse conto non solo
degli interessi e delle motivazioni,
ma anche delle possibilità artistiche di chi voleva intraprendere
questa professione. Oggi vi è in
generale una grande improvvisazione stimolata da una informazione che propone modelli e canoni
estetici accessibili e raggiungibili
senza grande impegno.
Jolaurlo. Oggi tutto è spettacolo,
anche le guerre purtroppo. La nostra visione è decisamente nichilista, ci commuoviamo guardando
su Youtube video italiani degli anni
’50 e ’60, così pieni di fascino, di
rispetto e di amore per il pubblico,
mentre oggi ci sbattono in faccia
notizie e immaginari tutto legato a
canoni estetici opprimenti, superficiali e spesso addirittura volgari.
Les Commediants. Il termine che
sento più vicino a me nel rapporto
con queste persone, non fa riferimento a diagnosi o a certificate
patologie o a disabilità comunque
presenti, ma alla possibilità d’interagire con proposte artistiche che
siano, nel rispetto delle differenze,
arricchenti e condivise da tutti.
Jolaurlo. Ogni “disabilità” ha la
sua corrispettiva “Iper-abilità”, un
non vedente per forza di cose avrà
un iper-udito o un iper-tatto, un paraplegico avrà sviluppato di sicuro
altri sensi che gli permetteranno di
verificare il mondo da altri punti di
vista. Per me non è una questione di termini, ma di sostanza, dovremmo cambiare il punto divista
dal quale osserviamo il mondo e
le persone che ci circondano, e
diventare più collaborativi gli uni
verso gli altri.
tare quella vicenda, fu trasformata
in un video dal mio amico Pietro
Mazzocchi e pubblicata su Youtube. Qualche mese dopo mi arrivò
una lettera del “Museo della Pace
di Samarcanda”, in Uzbekistan,
che mi chiedeva di ospitare il brano. E così una sensibilità espressa in musica ha trovato casa.
Banda Roncati. Le azioni della
banda sono molto legate all’attualità
tanto da far si che i momenti in cui la
banda si esprime più spesso sono i
cortei e le manifestazioni politiche.
Ladri di Carozzelle. La crescente
indifferenza verso gli altri, gli ultimi, in particolare, sta creando una
società di individualisti ed egoisti.
Venti anni fa quando abbiamo cominciato speravamo che le cose
sarebbero cambiate in meglio,
purtroppo stiamo vivendo un momento involutivo e la cosa è veramente preoccupante.
Vito Muschitiello. Ho scritto molto contro la guerra e contro la mafia ma anche contro il nucleare.
Antonietta Laterza. La guerra, la
violenza alle donne, la chirurgia
estetica.
gazze sono costretti ad andar via
di casa perché i loro genitori non
tollerano scelte di vita differenti dal
loro ideale. Ma ancora una volta
credo che a turbare questi genitori, non sia la scelta sessuale che il
proprio figlio compie in vista della
propria serenità, ma come la società che li circonda accoglierà la
loro scelta. Per questo un brano
nel nostro nuovo disco si chiama
“Senza paura”, dedicato a tutte
le persone che abbandonando la
paura di manifestare le proprie
scelte e differenze, contribuendo
poco per volta al cambiamento di
una società ancora troppo violenta, intollerante e incapace di amore.
Domenico Lannutti. Sicuramente i tagli indiscriminati alle politiche sociali, che porteranno entro
il 2012 a privare di ogni assistenza
molti disabili in tutta Italia, penso
che in uno stato moderno tutto ciò
è scandaloso. Voglio chiudere con
una battuta: “Niente è permanente
(come dice sempre il mio parrucchiere)”.
3 - Disabili, diversamente abili,
handicappati, i termini sono ormai
tanti per distinguere le persone
che scontano diversità fisiche o intellettive, anche se la sostanza poi
non cambia. Qual è secondo te il
termine più adatto e perché.
Franz Campi. Appesantiti da zavorra.
Banda Roncati. L’importante che
con i termini e con tutti gli altri atteggiamenti si rispetti la dignità individuale di ogni persona.
Ladri di Carozzelle. A noi piace
usare il termine proposto dalla
OMS, “persone con disabilità” in
quanto mette al centro dell’attenzione la persona e non le abilità o
4 - Quali argomenti di attualità ti
hanno toccato, tanto da coinvolgerti sia a livello personale che
artistico?
Franz Campi. Ho impiegato due
anni a scrivere la prima riga del te-
Clinio Occhi
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Cooperativa Sociale ONLUS
Disabili che lavorano... Bene!
BNB
Il Personaggio
1 Agosto 2011
3
east coast to West coast, route 66 in handbike
Gli Stati Uniti d’America; sogno
per molti nostri avi, pronti a sobbarcarsi giorni e giorni di nave pur
di raggiungere questa terra promessa per la speranza di un futuro
migliore. Oggi è meta turistica di
molti, che ogni anno la scelgono
per le loro vacanze. In questi giorni Antonio Spica, assieme a due
amici, sono sulla Route 66, riportiamo queste sue parole alla vigilia della partenza per gli U.S.A.
Antonio, ho appreso che
pure te sarai questa estate
in America ed in particolare
sulla famosa Route 66.
Viaggiare per me, significa
dedicare tempo a se stessi,
fondamentale per staccare dalla vita quotidiana, per captare le
proprie capacità ed energie mettendosi alla prova in esperienze
che fanno crescere in vista di un
miglioramento personale. Conoscere e imparare da abitudini diverse dalle proprie, mettere alla prova
la propria capacità di convivenza e
condivisione con i luoghi e le persone che ci ospitano. Il viaggio che ho
deciso di intraprendere è la “East
Coast to West Coast ROUTE 66”,
meta ricca di storia e di diversità,
detta anche la strada madre: che
inaugurata nel 1926 collegava Chicago alla spiaggia di Santa Monica
in California. Si percorrono 8 stati e
3 fusi orari uniti da un’unica strada,
lunga 3750 km. È stata una delle
prime highway federali e attraversa
gli stati dell’Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California Negli anni
’80 era stata tolta dal sistema delle
highway ma nei primi anni ’90, grazie a diverse associazioni, è stata
rivalutata come “Strada di interesse storico”; infatti ora vieni denominata Historic Route 66.
Perfetto, quindi ti farai un tour
storico sul tuo handbike da costa a costa!
Si parte da Chicago (East Coast): città che ha ispirato la gior-
nata dell’8 marzo; nel 1908 infatti
129 ragazze persero la vita in un
incendio scoppiato dentro la fabbrica di camice dove lavoravano.
Si chiude il viaggio a Los Angeles
(West Coast): “città della chiesa
della nostra signora degli angeli”.
Anche se non si riesce a percorrere molti km dell’origina-
le tracciato, un viaggio alla
scoperta di quello che
poteva essere la Route 66 è
un esperienza indimenticabile per i veri amanti dell’America
e dell’esperienza On The Road.
Molti paesi e villaggi, che attualmente sono un po’ decaduti, mantengono quell’atmosfera ricca di
gloria passata; basti pensare ai
motel, alle insegne di locali e ristoranti, ad alcune opere d’architettura, come ponti e stazioni di servizio, che a distanza di anni sono
li a testimoniare e a farci sognare
l’antico splendore.
Questo grande museo a cielo
aperto, rappresenta buona parte
della storia degli Stati Uniti recenti, basti pensare proprio alla diffusione dell’auto che permetteva
grandi spostamenti o alla seconda
guerra mondiale, su questa strada
passarono mezzi e armi che, dalle basi sparse in giro per gli USA,
andavano a San Diego sede della
Navy, la marina americana.
La Route 66 ha dato vita a centinaia di film, romanzi e racconti
.Gli americani la chiamano «Mo-
ther Road», «la strada madre». È
forse l’unica strada al mondo alla
quale sono state dedicate canzoni
(«Get your Kicks on Route 66», di
Bobby Troup, 1946), siti Internet,
libri, studi sociologici e tesi di laurea. È la Route 66, simbolo di tutta
l’America «on the road», dei grandi spazi, dei rettilinei infiniti, della
corsa all’Ovest, delle cittadine addormentate delle
gran-
di pianure centrali,
dei deserti. È la strada
della cultura popolare americana, tenuta a battesimo da Woody
Guthrie, John Steinbeck e Jack
Kerouac e delle involontarie
opere di pop-art che sono
i motel a poco prezzo e
le stazioni di servizio
in mezzo al grande
nulla.
Ok Antonio, ma
che ci azzecca
tutto ciò con il tuo
essere uno sportivo, diciamo diversamente abile?
Anch’io sono stato ispirato da questa strada;
per questo l’ho scelta: voglio
mettermi alla prova, vivere una
vera emozione, farmi catturare
dalla strada per cogliere le meraviglie, le sue magie.
Per questo motivo sono fiducioso di essere in grado di portare
a termine la mia maratona di 30
giorni, pedalando con le braccia
la mia bici speciale rimorchiando
un carrellino per alloggiare il bagaglio e la carrozzina. Le mete
non le programmo, perché non
so mai dove mi fermerò e quanti chilometri riuscirò a percorrere
ogni giorno: perché ogni luogo è
diverso dall’altro e ognuno di loro
ti trasmettono sensazioni diverse. Quindi non
posso sapere prima
da cosa sarò attratto,
lo scoprirò viaggiando.
Una sfida nella sfida,
saper cogliere la magia
del posto con l’impegno di
raggiungere entro un periodo
prestabilito la meta.
Da est a ovest. Non è a caso
che desidero percorrerla in
questa direzione: il sole sorge
a est e tramonta a ovest. Il giorno,
con l’alba al tramonto è l’immagine della nostra via: dalla nascita
al tramonto. Ma la vita è un susseguirsi di albe e tramonti, percorrere la Route 66 da Est a Ovest
rappresenta per me la mia vita vissuta giorno per giorno da scoprire
e vivere intensamente.
Augurissimi Antonio, seguiremo le tue prodezze sul web
Nato in Sicilia nel 1977, Antonio
Spica vi ha vissuto fino a 27 anni,
quando un incidente di moto lo
ha fatto sedere in carrozzina. Trasferitosi a Roma, ha continuato a
praticare vari sport, ma il suo vero
sogno resta legato ai viaggi e alla
scoperta di nuovi luoghi, da visitare facendo affidamento sulla sua
capacità fisica, anche pedalando
un handbike con la forza delle sue
braccia.
La sua prima esperienza in solitaria
risale al 2008, quando, partendo da
Roncisvalle, ha attraversato i Pirenei, fino a raggiungere Santiago de
Compostela, dopo avere percorso
880 chilometri in venti giorni.
Per il suo viaggio sulla Route
66 lo accompagna Lelio Loccia,
anch’egli persona con disabilità in
carrozzina e anche l’amico Federico, normodotato in bicicletta - è
partito da Chicago in luglio, sta
procedendo tutti i giorni dalla mattina all’alba fino alle 18. La percorrenza media prevista è di circa
140 chilometri al giorno. Un GPS
indica la strada, un iPad serve a
mantenere i contatti tramite skype
e un sito Internet viene aggiornato
con il diario, le foto, i video e gli
appunti dei vari spostamenti.
Testimonial dell’iniziativa è Alex
Bellini, veterano di viaggi estre-
mi, protagonista in questo stesso
periodo su un itinerario simile, ma
di corsa e in direzione opposta,
percorrendo 5.000 chilometri in
settanta giorni.
Servizio a cura
di Marco Negri
www.buonenotiziebologna.it
Questa estate la nuova incredibile impresa di Antonio Spica
4
Buone Pratiche
1 Agosto 2011
antincendio boschivo
Gemellaggio tra Emilia-Romagna e Puglia
www.buonenotiziebologna.it
Sono già operative le prime squadre di volontari di Protezione Civile
dell’Emilia-Romagna inviate in Puglia per cooperare alle attività antincendio boschivo, per tutta la durata della campagna estiva fino al
prossimo 7 settembre, insieme ai
volontari del Friuli Venezia Giulia.
L’Agenzia regionale di
Protezione Civile dell’Emilia-Romagna
anche
quest’anno ha, infatti,
aderito alle iniziative di
gemellaggio promosse
dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile
nelle regioni italiane caratterizzate dal maggior numero di
incendi di bosco. Quattro squadre
di volontari specializzati (in totale
circa 180 unità) si alterneranno in
dieci turni settimanali per effettuare attività di avvistamento, spegnimento, prevenzione e presidio sul
territorio per la lotta agli incendi di
bosco sul promontorio del Gargano. Il campo operativo è allestito
a Vico del Gargano in Provincia
di Foggia. Le squadre, appartenenti ai coordinamenti provinciali
e alle organizzazioni regionali del
volontariato di Protezione Civile,
sono accompagnate da funzionari
dell’Agenzia regionale di Protezione Civile e delle Province (con
compiti di rappresentanza istituzionale) e da coordinatori del volontariato (con compiti di gestione
delle squadre operative).
I volontari operativi in Puglia sono
attrezzati con un mezzo fuoristrada provvisto di modulo antincendio, un pulmino, un autocarro per il
trasporto di materiali e dotati di dispositivi di protezione individuale.
BNB
Intanto in Emilia-Romagna fino al
30 settembre Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato e volontari di Protezione Civile opereranno
in sinergia sul territorio regionale.
La task force regionale antincendi
boschivi è costituita da 9 squadre
dei Vigili del Fuoco, una per Provincia, dedicate allo spegnimento degli incendi,
20 pattuglie del Corpo
Forestale dello Stato
con funzioni di pronto
intervento,
ricognizione e spegnimento e, a
supporto, 62 squadre di
volontari dei nove Coordinamenti
provinciali di Protezione Civile, formati ed equipaggiati dall’Agenzia
regionale di Protezione Civile e
impegnati in operazioni di avvistamento tutti i giorni della settimana.
A difesa degli ecosistemi forestali,
sia in funzione preventiva sia in
funzione di intervento operativo,
sono inoltre a disposizione due
elicotteri di pronto intervento del
Corpo Forestale dello Stato e dei
Vigili del Fuoco ed un velivolo di
ricognizione dei Vigili del Fuoco.
I cittadini in caso di avvistamento di un incendio possono chiamare i numeri:
1515 - numero nazionale di Pronto intervento del Corpo Forestale dello Stato; 115 - numero nazionale di Pronto intervento dei
Vigili del Fuoco, del Soccorso
Pubblico e della Difesa Civile;
8008-41051 - numero verde del
Corpo Forestale dello Stato; 800333-911 - numero verde dell’Agenzia regionale di Protezione
Civile. La chiamata è gratuita.
Emma, da Amici ad ANT
schietti e senza fronzoli ha portato
“L’idea di questa campagna nasce
alla creazione di una headline che
dall’aver letto la storia personale
è volutamente dura nel contenuto
di Emma, che all’età di 25 anni ha
e nella forma: ‘Cercalo prima che
combattuto e vinto la sua sfida con
ti trovi’ è l’essenza di una proposta
il cancro – afferma Filippo Cristache, supportata
rella, ammida uno splendinistratore
do primo piano
delegato di
di Emma, lascia
Y2K Rimini.
un segno deLa
nostra
ciso e non usa
agenzia ha
mezzi termini.”
intuito
l’eLa campagna
norme pofirmata da Y2K
tenzialità ed
importanza
Foto: Emma Marrone Rimini è on air
su alcuni tra i principali settimache avrebbe potuto avere una panali italiani nei mesi di luglio e
rola detta da un giovane ai giovani
agosto. Lo scatto è della fotosul tema della prevenzione, e ha
grafa Angela Lo Priore che, inideato e presentato un progetto
sieme a C’N’C’ che veste Emma,
di comunicazione alla Fondazioa Y2K Rimini e all’artista, hanno
ne ANT, sicuri di trovare in loro
prestato la propria opera a titoun partner sensibile, attento ed
lo non oneroso per sostenere la
esperto. La necessità di trovare
Fondazione ANT.
una sintonia con chi usa linguaggi
www.legacoop.bologna.it
la montagna per tutti
Il grande impatto di un progetto umbro
Lo scopo principale del Progetto
“La montagna per tutti”, voluto
dall’Associazione Stefano Zavka
di Terni, in collaborazione con la
Sezione locale del Club Alpino
Italiano (CAI) e con l’AVI Umbria
(Associazione Vita Indipendente), grazie al “Bando per la raccolta, selezione e supporto di idee
progettuali” promosso dal Centro
Servizi del Volontariato (Cesvol)
Provinciale, è stato quello di consentire alle persone con disabilità
che lo desiderino di partecipare
ad escursioni di gruppo in ambito
montano, potenziando al tempo
stesso la capacità delle reti associative di realizzare le azioni e gli
interventi necessari a favorire la
fruizione di un ambiente come la
montagna, altrimenti inaccessibile a una persona con disabilità,
promuovendo di conseguenza il
turismo sociale del territorio.
Il piccolo Comune di Polino
(Terni), nel Parco Regionale del
Fiume Nera, è stato una delle località al centro del Progetto «La
montagna per tutti». Nella Con-
venzione ONU sui Diritti delle
Persone con Disabilità si parla
del diritto alla «partecipazione
alla vita culturale e ricreativa, agli
svaghi ed allo sport» e di quello
«alla vita indipendente ed inclusione nella società» (rispettivamente agli articoli 30 e 19) ed è
proprio dalla volontà di vedere
concretamente garantiti questi
diritti che si è mosso il Progetto
“La montagna per tutti”.
Nell’ambito dell’iniziativa umbra
dunque, sono state svolte azioni
per sensibilizzare e soprattutto
accrescere la consapevolezza
sulla disabilità in nuovi ambiti,
come ad esempio nelle associazioni di escursionismo o di podismo a carattere naturalistico.
Queste e altre organizzazioni
sono state e saranno coinvolte
per formare volontari che possano accompagnare le persone con
la speciale carrozzina Joelette,
tutti, “guidatori” e “passeggeri”,
accomunati dalla stessa passione per la natura.
A proposito della Joelette, si
tratta di una sorta di bicicletta
monoruota guidata da due accompagnatori, che proviene dalla
Francia e che è stata acquistata
grazie al progetto. Essa consente a una persona con disabilità,
o anche a una persona con una
grave limitazione funzionale, di
vivere l’esperienza dei sentieri
montani in tutta sicurezza.
Sulla base dell’analisi effettuata, poi, sono state avanzate delle proposte di intervento, frutto
di un’attenta ricerca di soluzioni
in grado di coniugare il rispetto
dei princìpi dell’Universal Design
(“Progettazione Universale”) con
quello dell’ambiente paesaggistico esistente. In tal senso il CAI si
è impegnato ad elevare l’accessibilità del rifugio di Polino, realizzando gli interventi necessari a rispondere alle variegate esigenze
della maggior parte delle persone,
in modo equivalente, confortevole, sicuro ed esteticamente piacevole, oltreché contestualizzato
nell’ambiente circostante. (Centro
per l’Autonomia Umbro).
A Milazzo, dove il mare è aperto a tutti
Dalla battaglia garibaldina, ad un progetto di civiltà
È questa la decima stagione consecutiva a Milazzo, in provincia
di Messina, per il lido accessibile Open Sea, struttura balneare
frutto del Progetto “Mare Aperto”,
ideato e realizzato dall’AISM di
Messina (Associazione Italiana
Sclerosi Multipla), con l’obiettivo
di riaccendere in numerose persone con disabilità, non solo del
comprensorio milazzese e di tutta
la Provincia di Messina, ma anche
provenienti dal resto della Sicilia e
dell’Italia, la speranza di godere in
modo libero e dignitoso di un mare
cristallino, alla pari e insieme agli
altri turisti.
La realizzazione della struttura balneare, sita sulla Riviera di
Ponente del litorale milazzese, è
stata resa possibile grazie al Progetto Mare Aperto, unico non solo
per l’accessibilità, ma soprattutto
per le attività assistenziali garantite alle persone con disabilità che
vogliano trascorrere una vacanza
in piena autonomia e spensieratezza. In tal modo si realizza l’in-
Uniti c’è più senso
I cinque spot della campagna Arci
“Cambia le cose, per ridare senso alle parole”. È lo slogan che
ricorre in tutti i video della campagna istituzionale 2011 dell’Arci, intitolata “Uniti c’è più senso”
diffusi attraverso siti di testate e
radio, Youtube e Facebook. In un
Paese lacerato da divisioni ed ingiustizie, e con scarsa fiducia nel
futuro, termini come libertà, diritti,
giustizia sociale e ambiente han-
no perso di forza e significato. Da
qui l’invito dell’associazione ad
interrogarci sul tempo che viviamo, per cercare le risposte e provare a praticarle insieme agli altri
tramite l’associazionismo. L’iniziativa promuove l’Arci attraverso
cinque messaggi, proposti da altrettanti testimonial (volti anonimi
scelti all’interno dei circoli dell’associazione). I video raccontano
dirizzo stesso della Legge quadro
104/92, cui il progetto si riferisce,
che evidenzia l’inserimento, l’integrazione e la partecipazione alle
relazioni sociali delle persone con
disabilità.
Un progetto ambizioso e importante, insomma, che contribuisce
concretamente a migliorare la
qualità di vita delle persone con
disabilità.
L’Open Sea, infatti, è dotato di
strutture modulari e amovibili, oltreché di ausili i quali, permettendo
l’accessibilità e la fruibilità dei servizi balneari a persone con disabilità, garantiscono pari opportunità
e piena integrazione sociale.
Una serie di servizi come l’assistenza durante la balneazione, sia
al mare che in piscina, l’accesso
comodo alla spiaggia, totalmente
accessibile e percorribile in carrozzina, il servizio piscina, la carrozzina da mare JOB, l’aiuto per la
vestizione/svestizione e la doccia,
l’animazione, la professionalità e
l’esperienza dello staff: tutto ciò
consente di vivere momenti rilassanti, allegri e divertenti.
Cristina De Salvo
in pochi secondi il disagio di un’Italia, dominata dall’incertezza, il
vuoto culturale e le paura per la
precarietà dei giovani, lo scempio dell’ambiente. Ma i filmati
sono anche un appello a credere
nel futuro del Paese, ad aver fiducia nelle persone e nella loro
capacità di riscatto.
Della campagna fa parte anche una video lettera di Paolo Beni, presidente nazionale
Arci, che si può vedere a questo
link:
http://www.youtube.com/
watch?v=kA0GOfwxNGc
BNB
1 Agosto 2011
Non se ne può più!
Fino a qualche mese fa pareva
proprio che il Governo volesse
dare il via alla costruzione in Italia
delle Centrali Nucleari. Lo stivale
era diviso in 2: quelli che NON ne
volevano neanche sentir parlare e
quelli DISPONIBILI. I primi dicevano NO assolutamente NO, i secondi dicevano SI’, MA NON VICINO A
NOI. I Pugliesi dissero SI’ ma non in
Puglia. I Veneti dissero sì ma non
da noi… e così via, dalle Alpi alla
Sicilia. Poi è arrivato il terremoto
in Giappone, lo tsunami, la catastrofe nucleare nel sol levante che
ha messo d’accordo tutti. Vai col
referendum: 95% tutti dissero NO.
Ecco, io ne ho le scatole piene di
coloro che dicono SEMPRE NO!
Facciamo il Passante Autostradale
Nord? Va bene, ma non nel mio Comune. Che bello, L’EXPO UNIVERSALE a Milano… sì ma non nel mio
quartiere! Napoli sommersa dai rifiuti: quelli di Chiaiano NON vogliono la discarica di Chiaiano. Allora
sotto con gli inceneritori: cosa? Gli
inceneritori inquinano! Fateli pure
ma non in provincia di Napoli! Allora
mandiamo l’immondizia al Nord…
cooosa!, urla la Lega, che s’arrangino con il loro rusco, quei marocchini! Arrivano i profughi a Lampe-
dusa, gente che scappa da guerre
e massacri, gente che cerca di migliorare la propria vita in Europa…
NO, qui non li vogliamo! Mandiamoli in Francia, in Germania, mandiamoli al diavolo ma qui da noi, NO!
È sparito dalle cronache l’aeroporto americano di Vicenza, il famoso
DALMOLIN, che doveva essere ristrutturato ed allargato: proteste di
piazza, i Vicentini dicono NO, non
vogliono nell’ordine: i Negri, i Rom,
gli Albanesi, i Marocchini e nemmeno gli Americani! Domanda: qualcuno sa se poi l’aeroporto l’hanno
ristrutturato o no? Io propendo per il
NO. Penso che gli Americani ci abbiano mandati a cagare e l’abbiano
fatto da qualche altra parte. Allarme
in Val di Susa: sono anni, decenni, quasi secoli che si parla dellla
ferrovia Torino - Lione, una tratta
europea che, dicono, è importantissima per l’economia di casa nostra
(cosa di cui io personalmente dubito). Sono anni che periodicamente
i Comitati per il NO scendono in
piazza, protestano, sfilano e spesso e volentieri cercano di sfasciare
cantieri, bloccare i lavori con inevitabili scontri con la Polizia in assetto
di guerra. Feriti a decine, botte da
orbi, lacrimogeni, danneggiamenti,
poi tregua fino alla prossima. Ora,
io dico: ma questa TAV va fatta o
no? Il Governo di Silvio dice sì, il
principale partito di opposizione
(Partito Democratico) dice sì… ma
non si riesce comunque ad andare avanti. La minoranza rumorosa
dei NoTav prevale su tutti! E infine,
già che siamo in tema, stendiamo
un velo pietoso anche sul Partito
Democratico del signor Bersani: in
luglio c’è stata l’occasione di abolire le Provincie, in Parlamento bastava che i Democratici votassero
SI’ e questo inutile e costosissimo
apparato burocratico sarebbe stato abolito. E che ha fatto Bersani?
Ha detto NO! Per salvare poltrone
e poltroncine, sessantamila posti
ben pagati di gente che poteva benissimo essere spostata a Comuni,
Regioni ed Aree Metropolitane, razionalizzando l’organizzazione del
territorio e risparmiando un sacco di
soldi pubblici. Sarebbe stato un bel
segnale di voler tagliare veramente
i costi folli della politica italiana, la
più cara del mondo: ma Bersani ha
detto NO. Per una volta che un bel
SI’ ci stava benissimo, anche Bersani ha detto NO! Non se ne può
veramente più!
Lelus Forestale Onorario
5
Bologna non è a
misura di disabili
L’80% dei negozi è inaccessibile
La denuncia di Maximiliano
Ulivieri, affetto da distrofia muscolare. Tre mesi fa ha aperto
il sito Bolognaforall per raccogliere le segnalazioni di ciò
che non va. E in un video ha
documentato quel che accade
in Sala Borsa quando suona
l’allarme incendio: “Restiamo
senza via di fuga”.
Suona l’allarme, tutti si preoccupano, si precipitano giù per le
scale, si sa che è vietato usare
gli ascensori in caso di incendio, e si salvano. Tutti, tranne
uno: quel signore seduto sulla
carrozzella, per il quale le scale sono fuori discussione. In un
video Maximiliano Ulivieri, 40
anni, documenta cosa può succedere in uno spazio pubblico
assai frequentato come la biblioteca Sala Borsa: nei giorni
scorsi, durante una simulazione,
mi hanno messo dietro le porte
di sicurezza”, visto che la rampa
per la sua quattro ruote è decisamente off limits. “Per fortuna
era solo una prova, e lo staff
della Sala Borsa alla fine mi ha
portato giù in braccio per le scale, però il problema esiste”.
E non riguarda soltanto la biblioteca di piazza Nettuno,
ma più banalmente le tante
botteghe in cui un disabile potrebbe voler entrare per comprarsi un vestito, un chilo di
mele, un libro. “L’80% dei negozi a Bologna è inaccessibile, racconta Ulivieri all’agenzia Dire, a causa degli scalini
alti anche 20 centimentri”. La
soluzione al problema sarebbe semplice, “basterebbe che
gli esercenti si dotassero di
pedane pieghevoli per far entrare anche i disabili”.
“Bologna, precisa Ulivieri, è
più avanti rispetto a molte altre città, però delle cose da aggiustare ci sono anche qui”. Il
suo sito Bolognaforall, aperto
tre mesi fa, raccoglie segnalazioni sui disagi e le cose non
vanno, “ma anche le soluzioni”
per migliorare la città.
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Economia & Lavoro
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1 Agosto 2011
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immigrazione e welfare:
competizione fra ricchi e poveri
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III parte: Analisi delle tipologie dei flussi migratori
Ponendo adesso l’attenzione
sull’ultima fase migratoria di cui
abbiamo parlato nell’articolo precedente, occorre considerare se
l’impatto che essa ha sui salari
e sull’occupazione dei lavoratori
nativi sia da considerare sempre
negativo o se invece si possano
verificare delle condizioni in cui
l’immigrazione possa essere un
fattore positivo sia per i nativi che
per gli ospiti.
Analisi approfondite della Comunità Europea e di singoli paesi
come Germania, Austria e Francia
hanno portato a risultati empirici di
notevole interesse. Si è riscontrato
che il maggior rischio occupazionale per i nativi si ha a fronte di
immigrazione di manodopera
poco qualificata: l’utilizzo di risorse di Welfare da parte di questa
tipologia di persone rispetto alla
loro contribuzione al PIL nazionale
risulta negativo e quindi si hanno
sia problemi sui salari sia sull’occupazione dei nativi che si devono adattare alle condizioni che
tale tipo di immigrazione impone.
Naturalmente i datori di lavoro
cercano di sfruttare la situazione,
sia utilizzando questi lavoratori
in nero, sia cercando di spuntare
condizioni migliori in sede contrattuale anche con i lavoratori nativi
sia spingendo la classe politica ad
adottare una legislazione più permissiva in ordine alle condizioni
dei contratti di lavoro, cercando
una sempre maggior flessibilità. In queste condizioni i lavoratori
immigrati risultano favoriti sia dalla
loro maggiore capacità di adattamento e di mobilità, sia dalle loro
minori esigenze economiche in
ordine alla sopravvivenza rispetto
ai nativi.
Una tale situazione non continua
nel tempo senza adattamenti e
si stanno riscontrando differenze dopo circa un quindicennio di
esperienze: anche gli immigrati,
col passare del tempo, tendono a
raggiungere posizioni di lavoro più
stabili e a gradire, quindi, sempre
meno sia la precarietà che la mobilità; inoltre le richieste salariali
crescono con il crescere delle esigenze: l’aver acquisito un mutuo
per comperare una casa o un’automobile, l’aver assunto un ruolo
sociale diverso a fronte di nuove
condizioni lavorative spinge anche
gli immigrati a cercare condizioni
simili a quelle dei nativi, rendendoli meno flessibili e più esigenti.
Se, invece, la tipologia degli immigrati è di persone con più elevati
livelli culturali e con maggiori
competenze tecniche, paragonabili a quelle dei nativi, allora la
situazione è completamente diversa: il loro contributo al PIL diventa
positivo (alcune analisi parlano di
valori dell’ordine del 3 per cento) e
le pressioni sui salari e sull’occupazione dei nativi diventa
pressoché irrilevante. Quindi
l’immigrazione di personale qualificato è da considerarsi come un
fattore positivo sia per il paese di
destinazione sia per i lavoratori
di quel paese, che non subiscono significativi impatti sui salari e
sull’occupazione e ricevono benefici dall’aumento complessivo del
PIL. In questo caso a rimetterci
sono i paesi di origine dei lavoratori qualificati che vedono ridotto il
proprio PIL e le proprie possibilità di crescita futura dall’uscita dei
migliori cervelli. Quindi, per concludere, l’evidenza empirica per i
paesi membri dell’Unione Europea
mostra che l’immigrazione (che è
sempre un mix fra lavoratori a
bassa e ad alta qualificazione), ha
avuto un impatto nullo o molto limitato sui salari e sulle opportunità
di occupazione delle popolazioni
native. Tali risultati empirici sono
conformi alle previsioni dei modelli
standard, che asseriscono che le
economie aperte si aggiustano
a una crescente offerta di lavoro tramite un cambiamento nella
composizione della produzione
piuttosto che attraverso i salari e
l’occupazione. È comunque emerso un fattore di grande importanza
ciali sulle nazioni di destinazione
e su quelle di origine, con risvolti
che andranno ben soppesati perché potranno portare a impatti di
notevole livello nel futuro. Poiché,
comunque, attualmente circa il 5070% dell’immigrazione è dovuta a
riunificazioni familiari, si evidenzia
che le tipologie di immigrati stanno andando verso una riduzione
sensibile del capitale umano e conoscitivo dei nuovi venuti (spesso
donne analfabete o bambini mai
scolarizzati o, anche, anziani alla
fine della loro vita lavorativa) inducendo così, come prima dimostrato, impatti negativi sia sul PIL
dei paesi ospiti sia sui salari dei
nativi ed inoltre creando forti pres-
che fino ad ora era stato trascurato nelle analisi che risultavano assai più quantitative che qualitative:
la caratteristica del capitale umano ed i livelli di qualifica professionale e culturale degli immigrati
inducono differenze molto significative sui ritorni economici e so-
sioni competitive sul mercato del
lavoro, con implicazioni politiche
di grande evidenza. Lo sta a dimostrare la rapida crescita, in diversi
paesi europei, della xenofobia e
del razzismo di ritorno da parte dei
lavoratori che subiscono tali pressioni competitive e quindi la crescita di partiti anti-immigrazione
come quello leghista in Italia. Ironicamente, sulla base di dati empirici traguardati sugli ultimi quindici
anni, sembra che la forte enfasi
posta sulla protezione dei mercati
del lavoro si sia rivelata del tutto
inappropriata: gli studi empirici
prima esposti, infatti, trovano, al
massimo, dei minimi effetti della
migrazione lavorativa sui salari e
sulle opportunità di occupazione
delle popolazioni native. Politiche
più mirate e meno restrittive,
che avrebbero già di per sé ridotto di molto l’immigrazione
illegale, avrebbero permesso un
notevole miglioramento della composizione qualitativa dei gruppi di
immigrati inducendo migliori performance sul mercato del lavoro e
sul ritorno economico per le nazioni
coinvolte, senza avere altresì effetti
sensibili né sui salari né inducendo
rischi di disoccupazione per le popolazioni native. Nel prossimo articolo parleremo diffusamente delle
possibili soluzioni a questo problema approfondendo il concetto di
“immigrazione temporanea”, su
cui si sta centrando l’attenzione dei
principali paesi europei.
Gianni Cacchiani
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1 Agosto 2011
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13/08/2011
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in materie plastiche
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caratteristiche candidati max 29
anni - pat. B - automunito
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fax n. 051.766554 oppure via mail
a: [email protected]
Offerta valida valida fino al 12/08/2011
Mansione Bracciante Agricolo/a
preferibile personale di sesso
femminile
contenuti e contesto del lavoro
raccolta, confezionamento e spedizione funghi
Luogo di lavoro Pegola di Malalbergo
caratteristiche candidati patente
B/automunito
per problemi di sicurezza non è possibile fumare sul luogo di lavoro.
contratto tempo determinato fino al
31/12/2011 con possibilità di proroga
conoscenze ottima conoscenza
della lingua italiana
orario dalle 8.00 alle 17.00
per candidarsi telefonare
al numero 3936436968
Offerta di lavoro valida fino al
13/09/2011
Azienda Richiedente Ciclissimo snc
Mansione Riparatore di Biciclette
Contenuti e contesto del lavoro
assemblaggio montaggio revisione biciclette da corsa
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Multipla anno 2006. 200 euro.
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Fino al 4 agosto per gli assegni formativi
C’è tempo fino al 4 agosto per richiedere gli assegni formativi del
Catalogo interregionale per l’Alta
Formazione: voucher fino a 5 mila
euro per frequentare master universitari di I e II livello e master
non universitari predisposti da
organismi di formazione in partenariato con l’Università e Corsi di
specializzazione.
7
Il progetto, sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali è alla terza edizione, e
vede la partecipazione insieme
all’Emilia-Romagna di altre dieci
regioni italiane: Veneto, Campania, Basilicata, Friuli Venezia
Giulia, Lazio, Liguria, Marche,
Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle
d’Aosta. Ogni Regione ammet-
te al Catalogo l’offerta proposta
dai soggetti formativi del proprio
territorio. Le persone interessate
possono fare richiesta dei voucher individuali e partecipare ad
uno dei corsi a catalogo, anche
ai percorsi di alta formazioni delle altre regioni.
Le risorse che la Regione EmiliaRomagna rende disponibili sono
pari ad 1 milione di euro del Fondo Sociale Europeo. L’investimento complessivo da parte di
tutte le Regioni è di oltre 27 milioni di euro.
Potranno richiedere un assegno formativo tutti i residenti in
Emilia-Romagna, che abbiano
un età compresa tra i 18 ed i 64
anni disoccupati ed inoccupati
in possesso di un titolo di laurea
(vecchio e nuovo ordinamento),
occupati, persone in CIGO, CIGS
o mobilità in possesso almeno di
un diploma di scuola secondaria
superiore.
Gli avvisi emessi dalle Regioni
sono pubblicati sul portale che
ospita il catalogo e tutte le informazioni che ad esso si riferiscono
si possono trovare sul sito:
www.altaformazioneinrete.it
www.buonenotiziebologna.it
BNB
lavoro & Bazze
8
Scuola
BNB
1 Agosto 2011
w w w.italianoperimmagini.it
La dignità del lavoro ed una scuola che formi
www.buonenotiziebologna.it
Il Direttore di BNB a confronto con l’assessore regionale Patrizio Bianchi
Mi può descrivere le competenze del suo assessorato?
Le competenze del mio assessorato sono molte e varie: l’Università, la
ricerca, la scuola, la formazione e
il lavoro. In questo quadro noi stiamo lavorando molto per mettere in
collegamento tutte queste competenze. Infatti, da una parte abbiamo
Università e ricerca, che significa
anche l’applicazione concreta della
ricerca e che vuol dire anche tutto
ciò che riguarda la nuova impresa
legata alla ricerca. Sull’Università
lavoriamo molto sulla Formazione
Alta, cioè il dottorato, e sui master.
Non tanto sul corso principale, che
è di competenza esclusiva dell’Università, ma sui master che noi finanziamo e che spingiamo perché
siano molto operativi. Il dottorato
di ricerca può essere infatti molto
operativo. Sulla scuola siamo in
una situazione molto interessante,
perché noi abbiamo la programmazione, ma non la gestione, che è di
competenza dello Stato. Quindi voi
capite come questa doppia compe-
tenza su questo settore possa creare grossi problemi. In questa fase
di federalismo dichiarato ma non attuato, la situazione diventa sempre
più pesante, Come sul tema degli
organici: noi ad esempio dobbiamo
dire quali classi si aprono e quali si
chiudono, ma è il Governo che deve
fornire gli strumenti per farlo. Quindi questo rimane un argomento di
fortissima tensione. Noi siamo la regione che in Italia ha avuto l’aumento maggiore di studenti negli ultimi
cinque anni (in media 1000/1500
studenti in più all’anno), in particolare, ma non solo, grazie all’immigrazione. A fronte di questi numeri abbiamo subito un taglio di circa 1000
insegnati ogni anno. Sulla scuola
per l’infanzia, che è ancora di competenza dello Stato, siamo ancora
noi a doverla tenere su. Certamente tutte le volte che lo Stato taglia, i
cittadini si rivolgono alla Regione, al
Comune ed alla Provincia perché si
provveda a mantenere quei servizi
tagliati dal Governo centrale. Poi abbiamo competenza su buona parte
della Formazione, in particolare su
quella Professionale, dove stiamo
preparando una nuova legge sulla
formazione di base. Abbiamo fatto
inoltre un intervento sulla Formazio-
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dopo tanta attesa, fatti!
ne Superiore e lavoriamo con attenzione particolare alla Formazione
che riguarda i lavoratori in Cassa
Integrazione. Infatti, il problema più
complicato che abbiamo è quello
del lavoro, in particolare per quello
che riguarda i giovani.
Oggi si parla molto del Polo tecnologico di Bologna, quali sono le
linee principali di questo progetto?
Il Polo tecnologico nasce da una
idea di ormai molti anni fa, è dal
2002 che la Regione EmiliaRomagna investe sulla Ricerca
Universitaria e sulla Ricerca Applicata, quindi non è un progetto
nuovo. Un progetto che, prima ha
investito moltissimo sui lavoratori,
poi sulla loro messa in rete, ora
sui lavoratori che si condensano
dentro alle Università. Il Polo tecnologico funziona perché dentro di
esso ci sono delle persone, delle
quali si occupa appunto il mio assessorato regionale.
Spesso si dice che l’Università fa
una Ricerca scollegata dalla realtà, dall’altra parte noi abbiamo
bisogno di imprese che facciamo
più ricerca e soprattutto ricerca
applicata per farla diventare impresa. Il Polo tecnologico serve
appunto a questo, cioè mettere
in collegamento le imprese con
l’Università. Noi però diciamo che
questo ha un senso nel momento
in cui si investe sulle persone. In
conclusione, noi affermiamo che il
Polo tecnologico va bene, se dentro ci sono le persone e cioè i ricercatori. All’inizio questi sono pagati
dalla Regione con i soldi europei,
ma entro tre anni devono essere
pagati dall’Università o dalle imprese. Cioè tutto questo insieme
funziona se riesce a mettere insieme tutto il settore dell’innovazione.
Per quello che riguarda i progetti,
molti di questi riguardano l’automazione, altri la cosiddetta qualità
della vita, l’energia. Io ho seguito
soprattutto i progetti dell’Istituto
Ortopedico Rizzoli, che sono progetti legati ai nuovi materiali, alla
ricerca sulle persone ed a tutti
quegli interventi che permettono
loro di essere più autonome.
Una domanda che riguarda il
settore di cui si occupa la nostra cooperativa sociale e cioè
l’inserimento lavorativo delle
persone svantaggiate, come se
ne occupa il suo settore?
Partiamo dal fondo di 40 milioni di
euro, che rappresenta quella sorte
di obolo o di penale che viene pa-
gata dalle imprese che dichiarono
di non possedere la capacità di
assumere dipendenti svantaggiati.
Questa è una legge nazionale (legge 68/99) che però ha visto triplicare l’onere quotidiano da 12 a 36 ore
al giorno. Sulla base di una norma
regionale che prende in esame un
periodo di tre anni, ad esempio per
l’ultimo triennio 2007/2010, le risorse sono di 40 milioni di euro. Noi
li abbiamo ripartiti per le Provincie
e sono già disponibili per il periodo
2011/2013.
Comunque, io sono fermamente
convinto che questa sia una legge insufficiente, perché ancora basata su
una logica vecchia, cioè che incentiva le imprese con sussidi di carattere
finanziario e non con interventi che
inducano le imprese a come utilizzare al meglio le competenze delle persone. Noi stiamo ipotizzando di fare
un intervento su quella legge, chie-
dendo che una parte di quelle risorse possano essere svincolate anche
per sostenere progetti di ricerca applicata per l’inserimento delle persone svantaggiate veramente nelle imprese, questo lo possiamo fare solo
intervenendo sulla legge nazionale.
Quindi stiamo scrivendo una ipotesi
di emendamento da presentare in
sede di Parlamento nazionale. La
legge oggi non ci permette di fare
un nostro autonomo intervento per
indurre le imprese a lavorare perché
sia migliorata l’accoglienza e l’utilizzo
al meglio dei lavoratori svantaggiati.
Spesso si considera la formazione professionale come una
formazione di serie B, ma da ciò
che vedo oggi, tutto questo non
mi pare proprio vero, mi conferma questa sensazione?
Esiste ancora oggi uno spazio di
lavoro manuale, nel senso di un
lavoro che ha molto chiaro lo sviluppo dell’attività. Dall’altra parte
c’è anche molto lavoro, cosiddetto
intellettuale, che è da considerare
di serie C, cioè a vuoto. Ho la sensazione che nella nostra scuola si
sia persa l’idea della finalizzazione del lavoro, il senso della sua
dignità, il senso di pienezza anche formativa del lavoro. Stiamo
scoprendo come questa attività
professionale nella scuola, che
indubbiamente veniva considerata
di serie B e di serie C, abbia invece un alto valore di carattere educativo, perché insegna ai ragazzi
il lavoro di insieme, cooperativo e
non competitivo.
Intervista a cura
di Maurizio Cocchi
w w w. p ro g e t t o d at a . i t
BNB
Sanità
1 Agosto 2011
9
Sanità d’eccellenza, il futuro viaggerà sul web?
Maurizio Cocchi lo chiede al dottor Sergio Venturi, direttore generale del Policlinico S. Orsola-Malpighi
Quindi sta aumentando l’importanza del day hospital. Negli
ultimi anni l’ospedale si è attrezzato e con ogni probabilità continuerà anche in futuro:
Sicuramente. Questa scelta non
è dettata dall’economia ma è resa
possibile dal fatto che le tecnologie sono molto più efficaci rispetto
al passato. Gli ospedali si modificano con una grande rapidità. Se
paragoniamo cos’era il Sant’Orsola quando è nato a come è adesso
non c’è paragone. Ci sono malattie
che fortunatamente non esistono
più e altre che 80 anni fa, quando
si è aperto l’ospedale, possedevano dei padiglioni interi dedicati ad
una specifica patologia che al giorno d’oggi non conosciamo più perché è scomparsa. Ne sono nate
delle nuove che rappresentavano
una grande preoccupazione ma
fortunatamente oggi si riescono
a curare, si pensi all’AIDS. Quindi tutti gli ospedali devono essere
pronti a recepire le nuove scoperte
e ciò che accade nella società. Il
day hospital è una cosa rilevan-
te, perché consente agli individui
afflitti specialmente da malattie
cronache di curarsi e di tornare a
casa propria la sera. Questo è un
meccanismo che giova sia all’ospedale che alle persone: queste
ultime riescono a stare più vicino
ai loro cari e al loro vivere quotidiano, e a noi permette di non avere
bisogno di fornire loro un’assistenza ciclo 24 ore che riserviamo invece a quei casi che hanno bisogno di un approccio acuto.
Io come cittadino trovo difficile
il seguente problema: ogni volta
che vado a una visita specialistica incontro sempre un medico diverso, al quale devo ripetere il mio caso, perché lui non
riesce a risalire alla mia cartella.
A me pare che la prestazione a
domicilio sia positiva, però non
credo che si sia ancora affrontato il problema della continuità terapeutica. Lei mi può dire
qualcosa in materia?
Confermo, è uno dei problemi più
grossi che abbiamo davanti, perché
vi è una domanda di prestazioni che
cresce tutti gli anni e i volumi sono
molto importanti, sono presenti reparti che fanno centinaia di visite
alla settimana. Questo naturalmente spersonalizza molto l’assistenza
e conduce anche agli effetti che lei
prima diceva. Nonostante ciò, a parer mio con gli strumenti che abbiamo e con un po’ di buona volontà,
questo problema potrebbe risolversi. Se una persona ha bisogno di
controlli che sono standardizzati nel
tempo, cioè fare una visita ogni due
mesi, non è impossibile per il medico riprogrammare la visita nel giorno
in cui egli farà il suo laboratorio. Se
le visite sono più diradate nel tempo
questo processo diventa più difficile
da realizzare, perché è chiaro che
un professionista non programma
la sua presenza sulla base di quello
che farà fra tre mesi. Bisognerebbe
che ci fosse una presa in carico che
si preoccupi di fare in modo di rendere flessibile la prenotazione. Oggi
facciamo fatica a garantire ciò.
Non per fare polemica però le visite a pagamento si sa con quali
Lei ha detto che è da poco tempo che è qui e che vorrebbe affrontare il problema delle liste
d’attesa. Si è già fatto un’idea
su come cominciare a smantellare il problema?
Qui ci sono tanti bravissimi medici
che fanno anche libera professione, è un loro diritto. Però bisogna
che nella loro equipe siano in grado di offrire più prestazioni in modo
tale che le liste d’attesa si riducano. L’unico modo per affrontare il
problema è parlarne con i dottori,
convincerli. Non abbiamo bisogno
di dottori e spazi in più, ma di fare
lavorare in maniera differente l’ospedale. Inoltre bisogna anche
che ci raccordiamo per bene con
la USL perché il segreto è tutto lì.
Lei ha mai pensato di fare ambulatorio anche la sera, dalle
18 alle 21?
Mi è capitato di fare, a causa delle
liste di attesa molto ampie, delle
risonanze magnetiche dalle 21
alle 23.30. Ma per realizzare un
meccanismo collettivo del genere,
bisogna convincere il personale
e purtroppo non è così automatico: offrire la propria disponibilità a
lavorare in orari che non sono canonici non è semplice. L’ospedale
è abituato a lavorare di notte solo
per fare delle urgenze. Iniziare
un’attività routinaria invece non è
una passeggiata.
Vorrei affrontare la questione
del coordinamento che lei ha
accennato poco fa fra le prestazioni degli ospedali, sia quelli
della USL che quelli in regime di
azienda autonoma.
Si è già fatta qualche cosa riguardo a questo coordinamento?
Sì, ci sono diversi tavoli. È presente quello della conferenza sanitaria
dove sono compresi tutti. Affronteremo il problema della rete: ci siamo promessi, con il presidente che
è l’assessore Barigazzi, di effettuare un seminario perché dobbiamo
lavorare sul tema della continuità
delle cure in sinergia tra noi, l’azienda USL e l’ospedale Rizzoli.
Qui si tratta di definire una serie di
argomenti che non sono facili da
delineare: per esempio la funzione degli ospedali periferici, i quali
dovrebbero avere un ruolo definito.
Tutti vorrebbero avere l’ospedale
sotto casa, però è molto difficile poter garantire un servizio di qualità
a chiunque a prescindere da dove
vive. La competenza è un elemento che nell’atto medico si mantiene,
non si acquisisce. Lo si fa con la
quantità delle esperienze che si realizzano nella propria carriera. Fin
dove si può si muovono i medici e
quando è indispensabile si spostano i pazienti. Definire la rete è un
tipo di lavoro molto lungo perché ci
sono resistenze a vari livelli, cominciando dai piccoli ospedali.
Lei comunque come tecnico
dell’organizzazione prevede che
continui il processo di concentrazione degli ospedali?
Io credo che se oggi un tecnico
o un politico dovesse pensare di
costruire un ospedale non lo costruirebbe mai composto da 1500
posti letto perché risulterebbe
complesso, e oltre ad un certo limite la complessità genera anche
delle inefficienze. Inoltre si devono
moltiplicare i servizi.
Le eccellenze non necessariamente stanno in un luogo dove ci sono
1500 pazienti. Bisogna dichiarare
quali sono i piani di sviluppo di un
singolo ospedale dentro una rete.
Il Sant’Orsola deve arrivare ad
offrire un’intera gamma di servizi
che servono a sviluppare determinati punti di eccellenza, i quali
vengono considerati un punto di
riferimento nazionale. Questo deve
valere per tutti gli ospedali, anche
per i più piccoli. Io non posso entrare in una costruzione adibita a
ospedale e dopo due ore scoprire
che era meglio se fossi andato da
un’altra parte. Questo tutti lo devono dichiarare. Questo è il livello di
concentrazione che ci può essere.
Quali sono i punti di eccellenza che andrebbero sviluppati al
Sant’Orsola?
Questo, secondo me, non lo può
affermare il direttore generale. Io
li conosco e li ho bene in mente,
però è necessario che l’ospedale,
l’università e i professionisti arrivino
a discuterne e descriverli insieme.
I punti di eccellenza forse si conoscono di più nelle altre regioni piuttosto che a Bologna. Quelli che noi
abbiamo sono il frutto dello sviluppo
di questo ospedale negli anni. Quarant’anni fa c’erano grandi maestri
che hanno reso possibile un salto
di qualità internazionale delle nostre prestazioni sanitarie: i trapianti,
ad esempio, che ancora oggi sono
una grande eccellenza, così come
l’ematologia, la gastroenterologia
che è una grande tradizione. Si
sviluppano perché hanno alle loro
spalle tante altre specialità che sono
state il nostro fiore all’occhiello. Al
Sant’Orsola arrivano persone che
hanno mal di pancia o una colica
renale. Delle eccellenze dobbiamo
esserne orgogliosi, ma fortunatamente spesso non vengono messe
in pratica. Sono pochi i numeri che
sviluppiamo sulle eccellenze che
rappresentano il massimo di quello
che noi riusciamo a fare nel settore.
Io vedo un medico che ogni volta che vado da lui fa delle cose
al computer. Mi sembra di aver
sentito dire che quella che sistema è la mia cartella clinica
online. Io ritengo che questo
sia importantissimo, perché se
vado a New York e mi ammalo
dovrei avere tutti i miei dati lì.
Sono presenti tutti questi dati,
oppure le visite specialistiche
non ci sono ancora?
Il suo medico ha un database con
all’interno tutti i suoi dati sensibili
ed essenziali. Il fascicolo sanitario. Naturalmente è un cip, quindi
non ha una capacità di memoria
molto estesa. Siamo ancora all’inizio, ma ci stiamo lavorando, con
questi obiettivi: innanzitutto quello
di mettere in rete per i curanti e i
pazienti tutto il fascicolo sanitario.
L’altro è per potere allegare al fascicolo qualche cosa di portabile,
che bisognerà scegliere come realizzarlo. Dove saranno presenti
molte informazioni essenziali ma
non tutta la storia sanitaria del
paziente.
Lei prevede che si arrivi al fascicolo unico?
Lo spero. Dal momento che gli
ospedali sono già tutti informatizzati, ormai per quanto riguarda tutte le
immagini radiologiche, tutti i referti
di laboratorio che rappresentano
il 90% dell’attività che svolge un
ospedale. È chiaro che rimarrà sempre fuori qualche cosa, ma una volta
informatizzata la patologia, dopo si
tratterrà di creare un luogo virtuale
dove inserire tutte quelle immagini e
il fascicolo sanitario è fatto. Ci stiamo lavorando, quelli che ne hanno
beneficiato di più sono i medici di famiglia, perché cominciano ad avere
davvero tutto all’interno dell’ospedale. Ne hanno beneficiato tutti quelli
che possono vedere e consultare
immediatamente dal loro tavolo di
lavoro, ad esempio possono andare
a vedere l’esame che è stato fatto
un anno fa, dieci anni prima. Questa è stata un’innovazione che fino
a qualche anno fa i medici non ne
volevano sapere, perché erano abituati a guardare la lastra controluce
e quando si sono dovuti abituare a
guardarle sullo schermo del computer dicevano che non era la stessa
cosa e dicevano che la diagnosi gli
risultava più difficile. Poi è vero che
10 anni fa c’erano definizioni inferiori. È stato complicato anche questo
passaggio. Oggi non c’è nessuno
che si ritirerebbe da una console
per vedere l’esame che sta facendo
in quel momento. Quindi dei passi
avanti se ne sono fatti.
Maurizio Cocchi
In redazione Elena Giorgi
www.buonenotiziebologna.it
Una volta il numero di letti in
ospedale era importante, oggi
lo è ancora o tende a diminuire?
Una volta era rilevante. Al giorno d’oggi un po’ meno, perché gli
ospedali si rimpiccioliscono e si
cerca di tenere le persone a casa
loro il più possibile, mentre una volta il ricovero ospedaliero era l’unica
soluzione per chi era malato. Molto
spesso in alternativa al ricovero,
dove si risiede di giorno e di notte, ci sono i day hospital, oppure
sono presenti tante attività che si
possono realizzare in ambienti che
noi chiamiamo day service: un insieme di prestazioni ambulatoriali
che vengono concentrate in un’unica giornata, in modo da consentire
al paziente di tornare alla propria
abitazione. Successivamente l’individuo torna in ospedale per avere
una terapia sulla base dei risultati
che ci sono stati. Oggi il numero dei
posti letto è un dato molto relativo.
È certo molto importante perché
misura la complessità delle attività che si fanno. Più un ospedale è
ampio, più è complicato.
professionisti si effettuano.
Questa è una garanzia che il servizio comunitario non è in grado di
offrire, nel senso che noi assicuriamo un’assistenza che è universalistica ed è per tutti. Però non
contempla il fatto che una persona
possa scegliere il professionista,
perché in questo caso ci sarebbero
degli esperti che vedrebbero 3000
persone e altri che ne vedrebbero
molto meno. Ciò accade non perché questi ultimi siano meno bravi
dei primi ma semplicemente sono
meno conosciuti. È un diritto contrattuale che hanno i medici sul
quale noi non possiamo fare nulla.
Io sono qua da qualche mese e non
posso pensare in così poco tempo
di riuscire a fare delle rivoluzioni,
però questo è un argomento sul
quale noi avremmo bisogno di fare
molti passi avanti. Il tema delle liste
d’attesa in questa città non è risolto.
Se un paziente ha un prescrizione,
attendere quattro o cinque mesi non
è assolutamente piacevole.
10
Speciale Parchi
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Da visitare, da vivere, da godere...
Abbazia di Monteveglio
Un mosaico di boschi, piccole
valli e grigi calanchi.
Un piacevole paesaggio collinare
intorno alla millenaria pieve e ai
resti del celebre castello.
Il parco tutela la porzione più significativa della valle del Samoggia,
dominata dal colle dove sorgono i
resti del castello medievale e l’abbazia di Santa Maria di Monteveglio, con la millenaria pieve. Il tipico
paesaggio collinare è un mosaico
di rilievi boscosi, piccole valli e grigi calanchi, tra i quali si estendono prati, seminativi e vigneti tra gli
alberi di ciliegio. Lungo le strade e
i sentieri, in gran parte coincidenti
con la trama storica e in corso di
recupero come itinerari per i visitatori, spiccano nuclei rurali di antica
origine, in molti casi appartenuti ai
conventi locali. Nei diversi habitat
si riscontrano le comunità vegetali e animali tipiche della collina e
soprattutto le aree calanchive custodiscono formazioni di discreto
interesse geologico, mineralogico
e naturalistico, come la testata di
valle del rio Ramato, il bacino di
Pan Perso, e quello del rio Paraviere. Le fioriture della flora nemorale, tra cui bucaneve, erba trinità
e dente di cane, ravvivano i fondovalle alberati più ombrosi e rare
orchidee spuntano nel sottobosco
luminoso dei querceti a roverella e
nelle praterie. La torre trecentesca
del castello ospita un centro visita
dedicato alle tormentate vicende
storiche di Monteveglio, che nel
medioevo ebbe momenti di grande
rilievo. Il castello fece parte delle terre matildiche dei Canossa e
deve la sua fama alla resistenza
contro l’assedio dell’imperatore
Enrico IV. Il centro parco occupa
l’edificio principale dell’antico nucleo rurale di San Teodoro, appena
fuori del moderno abitato di Monteveglio, nella corte e nei prati circostanti si sviluppa un sentiero natura
accessibile a non vedenti e disabili.
Da anni il parco svolge un’intensa
e proficua attività di educazione
ambientale che coinvolge le scuole
con metodologie e contenuti innovativi. Tutta l’area è nota per la tradizione del vino locale e della buona tavola: vi ha sede il Consorzio
Vini dei Colli Bolognesi.
evidenti come il profilo di un libro
poggiato sopra la faggeta. Vallate
solitarie, piccoli paesi che emergono dal bosco, santuari e cascate
sono disposti a ventaglio ai piedi
della montagna. Confinante con
il parco dell’Alto Appennino Modenese, offre splendidi panorami
montani. Le foreste di latifoglie,
soprattutto faggio, interessano
buona parte della superficie e avvolgono il corso solitario di torrenti
cristallini. Circhi glaciali e praterie
d’altitudine sono gli habitat di preziosità botaniche, ultimo avamposto delle Alpi, e pure di una fauna
ricca e interessante. Spioncelli e
culbianchi volano sugli estesi vaccinieti, frequentati in estate per la
raccolta dei mirtilli, mentre spesso
l’aquila reale compare alta in cielo.
Sono visibili anche mufloni e marmotte, specie alloctone introdotte
nel dopoguerra, mentre caprioli
e cinghiali si sono naturalmente
diffusi ovunque nei boschi, prede
del fugace lupo. Fin dal Medioevo questi rilievi conobbero una
discreta frequentazione per il pascolo e lo sfruttamento del legname, oggi ormai solo una ricordo.
Torri e castelli sono quasi spariti,
ma nei borghi le architetture tradizionali montane resistono in certi
dettagli delle costruzioni in pietra,
come i comignoli tondi sormontati
da una lastra circolare, oppure le
mummie, singolari figure antropomorfe scolpite. Meta famosa il
santuario di Madonna dell’Acero,
nota e sobria espressione della
religiosità popolare tradizionale.
Le nevi delle pendici occidentali del Corno sono le piste da sci
dei villeggianti invernali, mentre
una presenza celebre sottolineata con orgoglio dai locali è quella
del giornalista Enzo Biagi nativo di
Pianaccio, piccolo paese al centro
dell’area protetta, che assieme a
Vidiciatico e Lizzano in Belvedere
sono località turistiche molto frequentate.
Corno alle Scale
La più bella montagna del bolognese, solcata da torrenti impetuosi e incorniciata dai boschi.
Gessi Bolognesi e Calanchi
dell’Abbadessa
Le grandi doline, le valli cieche
e le grotte dei gessi messiniani
a due passi da Bologna.
Alle porte di Bologna c’è un parco
che tutela un paesaggio peculiare.
Affioramenti di gesso cristallino
e calanchi ne sono l’espressione
minerale più caratteristica, e che
consente a pochi chilometri dalla città la sopravvivenza di oasi
Cinquemila ettari di parco per la
cima più alta dell’Appennino bolognese, un massiccio che sfiora
i duemila metri segnato fino alla
vetta dagli strati di arenaria (da cui
il nome le “Scale”, appunto) ben
di natura spontanea. Complesso
carsico tra i più importanti e studiati d’Europa, quello dei gessi
bolognesi è un’area di grande bellezza, ricca di forme erosive spettacolari e di cavità, dove trovano
rifugio specie vegetali e animali
di notevole interesse scientifico.
Il torrente Idice lo attraversa segnando il settore orientale del parco, dove le dolci ondulazioni collinari di Ozzano dell’Emilia sono
interrotte dai crinali tormentati dei
calanchi dell’Abbadessa. Cinquemila ettari di area protetta a tutela
di valori paesaggistici, naturalistici
e storici di primissimo piano, sopra
dici più dolci si aprono vaste radure un tempo lasciate al pascolo e
si intravedono vecchi coltivi riconquistati dalla vegetazione spontanea. Folti castagneti si incontrano
intorno a Mogne e a Porranceto,
dove il parco ha allestito un museo del bosco. Tra le emergenze
floristiche spiccano piante rare di
montagna quali Fritillaria tenella e
Saxifraga paniculata, che coloniz-
e sotto il livello del terreno. L’aspetto della vegetazione è a mosaico: si passa dagli affioramenti
aridi ed assolati colonizzati da
specie succulente, sia spontanee
sia esotiche, e mediterranee, ai
boschi di latifoglie tipici dei monti
appenninici, alle fresche valli umide ed ombrose delle doline habitat
di rare erbacee microterme quali
Isopiro, Aglio orsino e felci. Famoso il complesso sistema di grotte,
esplorato nel passato da studiosi
ed appassionati, che ha restituito
molti reperti fossili raccolti presso
il Museo Archeologico L. Donini,
ambienti ancora oggi molto importanti per le diverse specie di chirotteri che abitano questo delicato
ambiente ipogeo. La grotta della
Spipola è l’unica che si può visitare accompagnati da personale
specializzato, accessibile anche
alle scolaresche, e che permette
di osservare un mondo suggestivo
e peculiare, in passato messo in
pericolo dall’attività di estrazione
della cosiddetta selenite, materiale largamente impiegato nelle
costruzioni urbane di Bologna fino
all’800. Argille scagliose formano
invece il paesaggio a calanchi tipico della parte più orientale dall’area, con ricche fioriture primaverili
di Sulla e Ginestra.
zano i costoni rocciosi, aquilegie,
genziane e orchidee altrove. Negli
ultimi decenni la diminuita presenza umana ha favorito l’incremento della fauna selvatica, tra cui
spiccano per importanza i cervi;
il parco, tra settembre e ottobre,
è l’area ove è più facile sentirne i
bramiti tra tutto il versante appenninico emiliano. Varie testimonianze medievali sono conservate a
Bargi, Baigno, Badi e Stagno e di
particolare suggestione è il borgo
di Chiapporato, ormai in abbandono, con le belle case in sasso
sovrastate dal ripido versante del
monte Calvi. Di grande interesse è
il complesso sistema tecnologico
che regola gli impianti idroelettrici
di Suviana, dove si trova un centro visita dedicato all’acqua, e del
Brasimone, che ospita una struttura informativa dell’Enea. I laghi
con le numerose aree di sosta attrezzate lungo le sponde, la estesa rete di sentieri, la possibilità di
fare canoa e windsurf, fanno oggi
di questa area una delle mete turistiche di maggior richiamo estivo.
Laghi Suviana e Brasimone
Due storici bacini per la produzione di energia elettrica tra fitti
boschi abitati dai cervi.
Il parco si estende nel settore centrale della montagna bolognese,
intorno a due ampi bacini realizzati a partire dai primi del Novecento
a scopo idroelettrico. Dal crinale
la dorsale formata dal monte Calvi (1.283 m s. l. m.) e dal monte
di Stagno si prolunga separando
le valli dei torrenti Brasimone e
Limentra di Treppio, principali immissari dei due laghi. Boschi misti
di querce, faggete e rimboschimenti di conifere rivestono quasi
per intero i versanti e le arenarie
dei principali rilievi nella parete
occidentale della dorsale e a valle
del bacino del Brasimone, formando lo spettacolare fronte dei Cinghi
delle Mogne. Nei boschi sulle pen-
Nido
Monte Sole
Un luogo della memoria, segnato dagli eccidi del 1944, in
un contesto naturale di grande valore.
Nell’area compresa tra il fiume
Reno ed il torrente Setta, una piccola dorsale si eleva nella provincia bolognese a nord del paese
di Grizzana Morandi, ove il noto
pittore Giorgio Morandi villeggiava. Sono i monti Pezza, Salvaro,
Termine e Sole, allineati lungo uno
spartiacque dove si attestò durante la seconda guerra mondiale
la linea del fronte. Marzabotto, il
centro principale del parco ai suoi
confini occidentali, è ancora per
tutti il nome di un paese legato ad
una strage di 770 persone, perpetrata dai nazifascisti nei confronti
della popolazione civile nell’autunno del 1944. Oggi su queste
montagne, ove la quota massima
tocca appena gli ottocento metri,
dopo un lungo abbandono è tornata la serenità, assieme al recente
recupero dei segni del passato ed
al civile culto della memoria come
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testimonianza in favore della
pace. Estese, giovani formazioni
forestali a latifoglie rivestono i versanti scoscesi, boschi e macchie
di alberi ed arbusti che hanno
riconquistato i coltivi abbandonati ed i vecchi pascoli, con una
rinnovata e ricca variabilità. Studi
recenti infatti segnalano oltre 900
specie vegetali determinando una
elevata biodiversità e ricchezza di
habitat, dovuta anche alla morfologia ed alla posizione geografica.
Tra le presenze naturali più significative spiccano i pini silvestri del
monte Termine, qui al loro limite
meridionale di distribuzione, testimonianza di passati climi più
freddi. La rinaturalizzazione del
territorio, assieme ai corridoi biologici rappresentati dalle due aste
fluviali, hanno favorito ed arricchito nel tempo anche la fauna; è da
segnalare un importante nucleo di
cervo che assieme ad alcune specie di uccelli rapaci che frequentano l’area, rappresentano la possibilità di un incontro emozionante
durante le escursioni all’interno
del Parco. Dal Poggiolo ha inizio
la visita alla Scuola di Pace e al
Memoriale, che collega con un itinerario le principali località toccate
dagli eccidi, borghi e frazioni con
edifici medievali, pievi e torri tra il
verde collinare.
Vena del Gesso Romagnola
Un’area protetta di recente istituzione, per tutelare la più imponente dorsale gessosa italiana.
Dalla valle del Sillaro sino a Brisighella, nella valle del Lamone,
le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale
grigio argentea ben riconoscibile a prima vista, che interrompe
bruscamente i dolci profili collinari conferendo un aspetto unico
al paesaggio. L’affioramento, che
è il più lungo e imponente rilievo
gessoso in Italia, si sviluppa per
25 km e ha una larghezza media
di un chilometro e mezzo. La migliore prospettiva sulla sequenza di maestose pareti rocciose
si ha provenendo dalla pianura,
mentre il versante settentrionale
della dorsale si innalza scosceso
ma in gran parte rivestito dalla
vegetazione. Come nel non lontano Parco Regionale dei Gessi
Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, l’area è caratterizzata da
peculiari morfologie carsiche,
che comprendono doline, valli
cieche e numerosissime grotte,
tra le quali spiccano molti “abissi” (cavità verticali che nella zona
raggiungono profondità record).
La denominazione di “Vena”,
attribuita dai topografi dell’Istituto Geografico Militare, privilegia
l’utilizzo minerario del corpo roccioso, da sempre sfruttato per
l’estrazione del gesso. In molte
zone sono ben visibili i segni delle passate attività estrattive, ma
impressionante è soprattutto la
gigantesca lacerazione di monte
Tondo, dove una cava è tuttora
attiva e le moderne tecnologie
utilizzate producono rapide progressioni dei fronti e delle gallerie di cava a scapito del paesaggio, delle grotte e dei delicati
ambienti gessosi.
1 Agosto 2011
agosto
nei
parchi
Le iniziative per vivere in relax nella natura
Parco Corno alle Scale
Venerdì 5-12-19-26 agosto: PULMINO DELLE MERAVIGLIE. Itinerario con pulmino all’alba per l’osservazione degli animali del Parco
(vedremo moltitudini di caprioli e
daini, cinghiali, istrici, volpi etc., e,
contando su un eccezionale colpo
di fortuna, il lupo) nelle ore di maggiore attività. Durata 2h circa. Costi: € 10,00/adulto; € 5,00/minore
di anni 14.
Lunedì 8 Agosto TRAMONTO AL
MONTE GRANDE: IL LUPO. Ritrovo ore 19.00 presso rifugio Segavecchia, trasferimento per raggiungere il monte da cui è visibile uno
straordinario panorama del Parco.
Rientro in rifugio, cena e proiezione
tematica. Costi € 25,00 per trasporto e cena, € 5,00 per la guida.
Lunedì 9 agosto SULLE TRACCE
DEL LUPO. Escursione guidata
nei luoghi dove è stato monitorato e avvistato il lupo appenninico
del Corno alle Scale. Durata tutto
il giorno. Costo € 10,00/adulto, €
5,00/minore anni 14.
Mercoledì 10 agosto Serata di
astronomia LA NOTTE DELLE
PERSEIDI. Serata dedicata al riconoscimento e descrizionne degli oggetti celesti tipici del periodo
estivo Ritrovo: rifugio Segavecchia (possibilità di cena) e trasferimento nella prateria del parco.
Venerdì 12 agosto ALBA AL CORNO. Escursione guidata sul crinale appenninico dal lago Scaffaiolo
al Corno alle Scale con la prima
luce del giorno. In collaborazione
con Coop. Agritur. Ritrovo in tarda
serata, grigliata presso un rifugio
del parco, trasferimento in quota
per la passeggiata, rientro ore 7.
circa del giorno successivo. Costi
€ 25,00 per trasporto e grigliata, €
10,00 per la guida.
Domenica 14 agosto DALLE CASCATE ALLA PRATERIA. Escursione dedicata all’osservazione
degli ambienti più caratteristici
del parco, percorso ad anello da
Madonna dell’Acero attraverso
boschi, cascate e prateria d’alta quota. Costi: € 10,00/adulto; €
5,00 minore di anni 14.
Mercoledì 17 agosto ALBA AL
CORNO. Escursione guidata sul
crinale appenninico dal lago Scaffaiolo al Corno alle Scale.
Sabato 20 Agosto TRAMONTO
AL MONTE GRANDE: IL VOLO
DELL’AQUILA.
Appuntamento
dedicato ai rapaci del parco ed in
particolare all’Aquila reale. Ritrovo
ore 19. presso rifugio Segavecchia, trasferimento per raggiungere il monte, osservazione dei rapaci con i colori del tramonto. Rientro
in rifugio, cena e proiezione tematica. Costi € 25,00 per trasporto e
cena, € 5,00 per la guida.
Domenica 21 agosto LA REGINA
DELLA MONTAGNA: AQUILA REALE. Escursione guidata sui crinali per osservare nel suo ambiente
l’Aquila reale e gli altri rapaci. Durata: tutto il giorno. Costi: € 10,00/
adulto, € 5,00/minore di anni 14.
Martedì 23 agosto TRAMONTO
AL MONTE GRANDE: GLI ALBERI MONUMENTALI. Ritrovo ore
19. presso rifugio Segavecchia,
trasferimento per raggiungere il
monte da cui è visibile uno straordinario panorama del Parco. Rientro in rifugio, cena e proiezione tematica. Costi € 25,00 per trasporto
e cena, € 5,00 per la guida.
Mercoledì 24 agosto GLI ALBERI
MONUMENTALI. Dimensioni, età,
portamento e legami con la cultura
locale sono le caratteristiche che
concorrono a qualificare un albero
come monumento. Lungo il percorso si osserveranno sei “monumenti della natura”. Costi: € 10,00/
adulto, € 5,00/minore di anni 14.
Venerdì, sabato e domenica 2627-28 agosto TREK DAI LAGHI
AL CORNO. Le differenze dei due
Parchi montani a confronto. Evento organizzato dalla Cooperativa
Madreselva con il patrocinio del
Parco del Corno alle Scale e del
Parco dei Laghi. Difficoltà: alta.
Partenza dalla stazione di Riola
di Vergato e ritorno dalla stazione
di Porretta Terme. Per informazioni Parco Corno tel. 0534.51761;
Parco Laghi tel. 0534.46712, Cooperativa Madreselva - [email protected].
Sabato 27 agosto I RAPACI NOTTURNI. Gufi, allocchi e civette. Proiezione tematica e uscita serale in
ambiente per l’ascolto e l’osservazione di questi affascinanti animali.
Costi: € 5,00/partecipante. Iniziative realizzate nell’ambito dei Progetti INFEA 2009-2011, finanziati
dalla Regione Emilia-Romagna.
Per aderire alle iniziative è necessario prenotare presso:
Sede Parco tel. 0534.51761, [email protected]
Iat Lizzano in Belvedere tel.
0534.51052,
e-mail: [email protected]
Iat Vidiciatico Tel. 0534.53159
Parco dei Laghi di Suviana
e Brasimone
Tutti i martedì di agosto: E SE
NEL CASTAGNO VIVESSE UNO
GNOMO???. Presso il Museo del
Bosco di Poranceto - Camugnano
(Bo), dalle ore 9.00 alle ore 17.00.
Sabato 6 agosto CORSO DI NORDIC WALKING (Base, Tecnica I e
Tecnica II) . Presso il Centro Visita
- Museo del Bosco di Poranceto Camugnano (Bo), dalle ore 13.30
in avanti. Costo € 20,00 a modulo
più eventuale noleggio bacchetti €
5,00 da richiedere alla prenotazione. Prenotazione obbligatoria.
Giovedì 11 agosto LA NOTTE DI
SAN LORENZO TRA IL PARCO
E VERNIO. Presso l’Alpe di Cavarzano (Vernio) dalle ore 21.00,
la storia della notte di San Lorenzo e delle sue meteore (Perseidi)
dall’antichità ad oggi in compagnia
delle guide del Parco, del gruppo
astrofili “Osservatorio Scientifico
Val Bisenzio” e della Proloco di Cavarzano. In attesa della prima lacri-
ma di San Lorenzo, orientamento
con puntatore laser sulla volta celeste e osservazione con telescopi
degli oggetti più belli del cielo.
Venerdì 12 agosto GUFI, CIVETTE E ALLOCCHI, I MISTERIOSI
RAPACI NOTTURNI.
Presso il Museo del Bosco di Poranceto - Camugnano (Bo) ritrovo
alle ore 21.
Sabato 13 agosto PASSEGGIATA NOTTURNA AL CHIARO DI
LUNA. Presso il Museo del Bosco
di Poranceto - Camugnano (Bo),
tra le praterie del Poranceto, ritrovo ore 21. termine previsto alle ore
24.30 circa, trekking o ciaspolata
(in presenza di neve). Possibilità di cenare in foresteria alle ore
19.30, per prenotare contattare il
335.5344413. Costo dell’escursione € 10,00 per gli adulti, € 5,00
per i minori di 14 anni, eventuale
noleggio ciaspole € 5,00. Prenotazione obbligatoria.
Venerdì 26, sabato 27 e domenica
28 agosto TREK DAI LAGHI AL
CORNO . Partenza dalla stazione
di Riola di Vergato e ritorno dalla
stazione di Porretta Terme Le differenze dei due Parchi montani
a confronto. Evento organizzato
dalla Cooperativa Madreselva con
il patrocinio del Parco dei Laghi
e del Parco del Corno alle Scale.
Difficoltà: media.
Sabato 27 agosto CONOSCERE I
FUNGHI. Ritrovo presso il Museo del
Bosco di Poranceto alle ore 13.30
escursione con micologo, raccolta,
determinazione e breve presentazione sul ruolo ecologico dei funghi.
Eventuale cena a base di funghi, da
prenotare a parte. Costo € 20,00 a
modulo più noleggio bacchetti € 5,00
da richiedere alla prenotazione. Prenotazione obbligatoria.
Iniziative realizzate nell’ambito dei
Progetti INFEA 2009-2011, finanziati dalla Regione Emilia-Romagna.
Gli eventi sono organizzati dalle
guide del Parco in collaborazione
con Cooperativa Madreselva,
comuni di Budrio, Castel di Casio,
Castiglione dei Pepoli, Camugnano, Granarolo dell’Emilia, Minerbio, Molinella, Vernio, AVIS, CAI,
CISA, ENEA, ENEL, INFS, Parco
storico di Monte Sole.
INFO E PRENOTAZIONI
Contattare Tel. 0534.46712,
Fax 0534.46504,
[email protected], [email protected]
Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone Centro Parco - Piazza
Kennedy, 10 - 40032 Camugnano (Bo) - tel. 0534.46712 - fax
0534.46504 - e-mail: promozione.
[email protected]
www.ilparcodeilaghi.it
Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa
Da giovedì 4 a domenica 7 agosto
FIERA DI SAN LAZZARO. La manifestazione si svolgerà in piazza
L. Bracci e nelle strade limitrofe. Il
Parco sarà presente con un pro-
prio spazio espositivo.
Sabato 6 e 20 agosto E QUINDI
USCIMMO A RIVEDER LE STELLE. Ore 22, serata di osservazione della volta celeste presso l‘Azienda Agrituristica Dulcamara via
Tolara di Sopra Settefonti Ozzano
Emilia. Possibilità di cenare presso l’agriturismo su prenotazione
(051.796643). Con Marco Cattelan, astronomo del Museo del Cielo e della Terra.
Sabato 27 agosto BAT NIGHT SUI
GESSI DI ZOLA. Ore 20, ritrovo
presso il parcheggio, in Via Gesso, Loc. Gessi Zola Predosa. La
notte dei pipistrelli: “per far uscire i
pipistrelli dall’ombra “.. Passeggiata nel SIC Gessi di Monte Rocca,
Monte Capra e Tizzano alla scoperta di un ambiente “gemello del
Parco“.In collaborazione con la
Provincia di Bologna, Comune di
Zola Predosa. Rientro previsto ore
22 circa. Prenotazione obbligatoria. Gratuito. Iniziativa nell’ambito
dell’ambito del progetto Europeo
Life+ Gypsum.
Iniziative realizzate nell’ambito
dei Progetti INFEA 2009-2011,
finanziati dalla Regione EmiliaRomagna. Esclusi concerti e conferenze la prenotazione è obbligatoria entro le ore 13 del venerdì
precedente l’iniziativa al numero
051.6254821 oppure [email protected]
CENTRO VISITA VILLA TORRE
- Via Tolara di Sopra, 99 - Ozzano dell’Emilia.
Parco Gessi Bolognesi e Calan-
11
chi dell’Abbadessa Farneto di S.
Lazzaro di Savena-Centro Parco
“Casa Fantini” via Jussi, 171
Tel. 051.6254811-6254821
e-mail: [email protected]
www.parcogessibolognesi.it
Parco Storico di Monte Sole
Marzabotto Via Porrettana Nord,
4/f - 051.932525 e-mail: [email protected]
www.parcostoricomontesole.it
ORARI DEI CENTRI VISITA
Centro Visite “Il Poggiolo” raggiungibile in auto, dotato di bar, ristorante, servizi, ampio parcheggio,
punto ristoro per cavalli.
Tel. 051.6787100
Centro di Documentazione per lo
studio delle stragi nazifasciste e
delle rappresaglie di guerra
La sede del Centro si trova in via
Matteotti, 5 Marzabotto.
Visite solo su appuntamento telefonico, tel 051.932525.
Riserva Naturale Generale
Contrafforte Pliocenico
Provincia di Bologna - via San Felice, 25 - Bologna, tel. 051.6598645
051.6598477 - fax. 051.6598428.
e-mail: [email protected] www.provincia.
bologna.it/riservacontrafforte
INFO E PRENOTAZIONI
Fondazione Villa Ghigi, Tel.
051.3399120/3399084, [email protected]
Parco dell’Abbazia di Monteveglio
Centro Parco San Teodoro via
dell’Abbazia, 28 - tel. 051.6701044
e-mail: [email protected]
www.parcoabbazia.it
ORARI CENTRI VISITA
Centro Visita del Castello di Monteveglio via San Rocco, 2 - 40050
Monteveglio.
Situato nel torrione trecentesco
all’ingresso dell’abitato dell’antico castello, è aperto da marzo a
novembre le domeniche e i festivi
dalle 15 alle 19, da aprile a ottobre.
Centro Visita San Teodoro Situato
accanto al Centro Parco, è aperto il
sabato, la domenica e i festivi dalle
15 alle 19, da aprile ad ottobre.
Riserva Naturale Orientata Bosco della Frattona c/o Complesso di Sante Zennaro, Imola - via
Pirandello, 12 tel. 0542.602183,
fax. 0542.602185 - e-mail: bosco.
[email protected]
www.comune.imola.bo.it/boscofrattona
Parco Regionale della Vena
del Gesso Romagnola
Corso Matteotti 40 - 48025 Riolo
Terme e-mail: [email protected] www.venadelgesso.org
PER INFORMA ZIONI E PRENOTA ZIONI
Centro Visita “Cà Carnè” via Rontana, 42 Brisighella, tel. 0546. 81468.
Associazione
Culturale
PAN
GEA - Faenza cell. 338.4710140,
339.2407028;
www.pangea-faenza.it.
Centro
visita “I gessi e il Fiume” Palazzo
Baronale, Piazza Andrea Costa,
Comune di Tossignano - Ecosistema s.c.r.l., tel - fax 0542.628143,
e.mail: [email protected]
e-mail: [email protected]
www.ecosistema.it/gessifiume
www.buonenotiziebologna.it
BNB
Speciale Parchi
1 Agosto 2011
I
P
BNB
A
BR DI
Ambiente
e Territorio
I
12
Pol. A.C.A.C.I.S. “G.DOZZA” Bologna
Via W. Shakespeare, 31 40128 Bologna
Tel: 051 231 003 - Fax 051 222 165
email: [email protected]
la prova del ghiaccio rifiuti elettrici
Case clima da Persiceto a Bologna
www.buonenotiziebologna.it
Il comune di San Giovanni in
Persiceto ospita da ottobre 2009
uno dei pochi quartieri geotermici presenti in Italia: si chiama
Borgo San Filippo, è composto
da abitazioni CasaClima costru-
ite secondo i criteri della bioedilizia, ed è alimentato da una
centrale ad energia geotermica,
che sfrutta cioè il naturale calore
della terra per riscaldare gli edifici d’inverno.
Forte di questa felice esperienza,
alla presenza del Sindaco di Persiceto Renato Mazzuca, il mese
scorso in piazza Maggiore si è svolta l’iniziativa “La prova del cubo di
ghiaccio”, promossa da Marefosca
Costruzioni, la ditta che ha realizzato il quartiere geotermico a Persiceto, e da Agenzia CasaClima e
volta a dimostrare l’efficienza delle
attuali tecnologie per la costruzione dell’involucro delle abitazioni, le
stesse utilizzate per la realizzazio-
ne del quartiere Borgo San Filippo.
L’iniziativa, che è durata sette
giorni, è consistita in un interessante confronto: due blocchi
di ghiaccio di un metro cubo
ciascuno, uno racchiuso in un
manufatto realizzato con caratteristiche di alta efficienza energetica, che simula una costruzione
perfettamente isolata e priva di
ponti termici, e l’altro semplicemente riposto all’aria aperta su
un apposito contenitore. Considerate le condizioni climatiche
estive del mese di luglio, il cubo
posto all’aria aperta si è sciolto
in pochi giorni, mentre quello
racchiuso nel manufatto termicamente isolato ha mantenuto una
parte della sua consistenza.
L’esperimento del cubo di ghiaccio ha dimostrato che, con un
ottimo isolamento termico e una
appropriata tecnologia costruttiva, si può garantire all’interno
delle abitazioni un comfort ottimale con minime dispersioni
energetiche, sia per la climatizzazione invernale sia per quella
estiva: un’abitazione come quelle presenti nel Borgo San Filippo
può coniugare il benessere di vivere locali con condizioni climatiche ottime con il basso consumo
di energia termica.
Lorenza Govoni
zanzare, istruzioni per l’uso
Come tenere e bada i piccoli vampiri... senza avvelenare se stessi e l’ambiente
Nell’antico Egitto venivano applicate sulla pelle sostanze dal forte
odore, proprio come protezione
contro i pizzichi di insetti. I Romani
usavano canfora, cipressi, buccia
di melograno e cannella. Nel XVII
secolo si faceva uso di rimedi efficaci quali la canapa e, più tardi,
estratti vegetali quali aglio, olio di
oliva e succo di pomodoro.
Sostanze naturali con qualità di
agente repellente: olio di anice,
olio di lavanda, olio di bergamotto,
olio di noce moscata, catrame di
betulla, olio di garofano, canfora,
olio di fiori di arancio, olio di citronella, olio di menta piperita, olio di
eucaliptus, olio di geranio, olio di
pino, olio di timo, olio di noce di
cocco, vitamina B1, olio di aglio,
olio di cannella. Tutte queste sostanze svolgono una leggera azione repellente, prevalentemente
solo contro le zanzare.
A questo punto proponiamo ai
nostri lettori alcune proposte di
lotta naturale ai pizzichi delle
zanzare, estrapolate dal web:
- mettere dell’aceto e qualche
fetta di limone in un recipiente a
fondo piatto, le zanzare non si avvicineranno:
- piantare dove possibile, gerani
odorosi e piante di citronella e di
lavanda, efficaci repellenti naturali
dei quali le zanzare non sopportano il profumo:
- la sera, mettere qualche goccia
di olio di neem o di citronella su
candele a base larga:
- accendere zampironi o incensi al
neem (pianta insetticida indiana);
- mangiare aglio o peperoncino,
danno al sudore un odore sgradito
agli insetti;
- anche l’uso del lievito di birra in
scaglie (un pizzico, come il parmigiano, una volta al giorno, sugli
alimenti) pare sia efficace, per il
suddetto motivo;
- altrettanto si ottiene con la vitamina C.
- esiste una lampadina di colore
giallo (il meno amato dalle zanzare) che le tiene alla larga (www.philips.it) per circa un metro intorno;
- c’è un’intera linea di abiti antizanzara realizzati con un tessuto
contenente una resina acrilica
repellente che resiste ai lavaggi
www.coroneltapiocca.com:
- anche il rumore allontana gli insetti, la Telecom ne ha trovato uno
che si può scaricare sul cellulare e
tiene lontane le zanzare per circa
un metro;
- on line, è in vendita per 9,90
euro, un piccolo strumento, da
tenere al collo, che promette di
tenere lontane le zanzare emettendo ultrasuoni ad una frequenza
compresa tra i 5.000 e i 9.000 HZ
e si ricarica con i raggi del sole;
- on line si possono acquistare
anche scacciazanzare elettronici
a rete o a batteria. www.promogreen.com;
- si dice che ottimo repellente sia
l’estratto di bergamotto: http://universo.initalia.biz/bergamot.htm
- come repellente e lenitivo, vale
la pena di provare anche l’olio di
andiroba. Viene estratto dai semi
del frutto a forma di castagna, della carapa guaianensis, mediante
spremitura a freddo. È utilizzato
dalle popolazioni dell’Amazzonia,
per difendersi dagli attacchi degli
insetti, http://www.compronatura.
it/online/:
- anche la cipolla tiene lontane le
zanzare, perciò è utile tenere nella
stanza in cui si soggiorna, mezza cipolla in un piattino, con applicati sulla superficie dei chiodi di garofano;
- un ottimo repellente per le zanzare è rappresentato anche dal
decotto di menta e qualche foglia
di basilico che va filtrato e spruzzato sulle parti scoperte del corpo.
È opportuno tenerlo in frigorifero.
www.forumfree.net
ed elettronici:
il dossier 2010
L’Emilia-Romagna al secondo
posto in Italia nella raccolta
Con 26.722 tonnellate di rifiuti
da apparecchiature elettriche
ed elettroniche (Raee) raccolti, l’Emilia-Romagna si colloca
anche nel 2010 al secondo posto in Italia, con un incremento
del 14% rispetto ai dati 2009.
Primato assoluto, invece, per
quanto riguarda la rete di raccolta: il 100% della popolazione residente è infatti servita dai
366 centri di raccolta (25 in più
rispetto all’anno precedente).
È quanto emerge dal dossier 2010
realizzato dal Centro di coordinamento Raee insieme alla Regione Emilia-Romagna e presentato
dall’Assessore all’Ambiente Sabrina Freda e dal direttore generale del centro di coordinamento
Raee Fabrizio Longoni.
“Si tratta di ottimi risultati che
confermano che i cittadini dell’Emilia-Romagna sono sensibili ai
temi ambientali e, quindi, anche
della raccolta differenziata”, ha
sottolineato l’assessore Freda.
“Un risultato possibile anche
grazie agli interventi previsti dalla Regione con i Piani di azione
ambientale e alla rete capillare di
stazioni ecologiche. I dati sono
molto positivi per ciò che riguarda la raccolta dei grandi elettrodomestici e delle tv; ora occorre
mettere in campo ulteriori strategie per incrementare anche la
raccolta dei piccoli elettrodomestici e delle lampadine, coinvolgendo la rete della vendita”.
L’Assessore ha, infine, ricordato
l’iniziativa “portata avanti insie-
me agli Istituti penitenziari di Bologna, Ferrara e Forlì, i Consorzi
Ecolight ed Ecodom, il gruppo
Hera e le agenzie di formazione
professionale Techne, Cefal ed
Enaip, e che prevede diversi laboratori in cui i detenuti trattano i
Raee per favorirne il recupero e
il riciclo”.
Le tipologie raccolte in regione
Il raggruppamento più raccolto in
Emilia-Romagna è l’R3 (tv e monitor) con 8.814 tonnellate, seguito dalle 8.133 tonnellate di Raee
facenti parte del raggruppamento
R2 (i grandi bianchi, cioè lavatrici,
lavastoviglie, stufe, forni).
Per quanto riguarda le apparecchiature refrigeranti (R1) sono
6.071 le tonnellate raccolte. Minori le quantità di R4 (piccoli elettrodomestici) con 3.599 tonnellate e
R5 (sorgenti luminose) con 104
tonnellate.
In provincia di Bologna, nel
2010, sono state raccolte complessivamente 5.758 tonnellate
di rifiuti elettrici ed elettronici (rispetto alle 4.948 tonnellate del
2009) grazie soprattutto ai 4.765
ritiri effettuati dai sistemi collettivi
che gestiscono il trattamento e il
recupero dei Raee.
I centri di raccolta sono aumentati
di 12 unità passando da 54 a 66.
Il raggruppamento più raccolto appartiene all’R3 (36% del totale).
Tra le migliori della regione la
media pro-capite di raccolta,
pari a 6,56 kg per abitante. Il
raggruppamento più raccolto è
l’R3 (35%).
Buone
Notizie
BOLOGNA
Sfizio d’Agosto
Cruci Bologna
1
2
3
4
5
Cruci Persiceto
6
7
12
9
10
11
1
13
15
16
17
18
21
25
19
32
33
37
35
31
36
41
45
46
50
47
51
55
42
48
13
Definizioni Cruci Bologna
Orizzontali: 1. Gli autori de “L’uomo che
friggeva patate” - 12. Guerrieri coloniali - 13.
Scotte - 15. Reggio Calabria - 16. Congregazione della Missione - 17. Modena - 19.
Strade urbane - 20. Australia - 21. Porta di
Bologna - 23. Stato del centro Africa - 24.
Ora in breve - 25. Le prime dell’alfabeto 26. Colpevoli - 27. Bari - 28. Acceso - 29.
Comodità - 30. Snelli mammiferi amanti dell’acqua - 32. Guarnizione per abito
- 33. Un acido da sballo - 36. Il barbaro di
Schwarzenegger - 37. Prima un istituto di
Bologna, oggi una banda musicale - 39. Codice Postale - 40. Cagliari - 41. Il calcio di
Madrid - 43. Asti - 44. Attrezzo per cantiniere provetto - 48. Nota località in provincia di
Reggio Calabria - 50. Aosta - 51. Caserta
- 52. Il grande fiume - 53. Ci sarà il prossimo
otto settembre all’Estragon di Bologna - 57.
Ci sono quelle in bianco ma anche quelle
Trova le 8 differenze
49
58
19
22
27
28
29
32
33
34
23
24
37
40
59
rosa - 60. Gli scarafaggi di Liverpool - 61.
Calcioni anche metaforici.
Verticali: 1. Frazione molinellese - 2. Premio cinematografico - 3. Nessun Commento
- 4. Spilorcio - 5. Coltello e spada - 6. Ne
sì e ne no - 7. Al centro del dito - 8. Fiume
russo - 9. Eleonora in breve - 10. Nome di
Donizetti - 11. Rieti - 14. Il mensile edito da
Virtual Coop Bologna - 17. Il nuovo Sindaco
di Bologna - 18. Incitamento Andaluso - 20.
La piazza della polis greca - 22. Litio - 27. Il
persico trota - 29. Mezzo volante britannico
- 31. Trento - 34. Le consonanti della seta 35. Agenzia giornalistica - 38. Gatto di Londra - 39. Como - 42. Articolo maschile - 43.
Arezzo - 45. Fashion - 46. Ci sono anche
quelle del Canada - 47. Eros in anagramma - 49. Il Governatore del Piemonte - 54.
Le iniziali di Busi - 55. Nel web italiano va
spesso dopo il punto - 56. Senza Limiti - 58.
Oppure - 59. Le doppie nel letto.
8
15
21
9
52
20
25
26
30
31
35
39
42
45
43
46
47
48
50
53
12
16
38
41
44
61
7
14
49
57
6
18
52
56
60
43
5
11
36
40
44
28
38
39
54
34
4
17
27
30
3
10
20
23
26
29
2
14
22
24
53
8
51
54
57
Definizioni Cruci Persiceto
Orizzontali: 1. Il Santo persicetano - 10. Pilota - 11. Codice di Avviamento Postale - 13. La
provincia d Persiceto - 15. Beethoven la dedicò ad una donna - 17. Jacques cantautore
belga - 18. Articolo spagnolo - 20. Regione tedesca oggetto di forti contestazioni nel secolo
scorso - 21. Pronome personale - 22. Italiana
Petroli - 24. Belli - 26. Insetticida messo al
bando - 27. Consonanti del sale - 28. Bonifica
persicetana - 31. Le vocali delle pere - 32. Caserta - 33. Sigla “Alce idraulica” - 34. Funesta
fu quella di Achille - 35. Luce senza pari - 36.
Vecchio contenitore di liquidi - 37. Si tengono
a teatro - 40. Le doppie in… tette! - 41. Ha
sessanta minuti - 42. Simbolo della “ritirata” 43. Segue il tip - 44. A te - 45. Cosmetico - 47.
Inghiottitoio naturale - 49. Particella nobiliare
- 50. Canto letterario - 51. Ancona - 52. Particolare del Carnevale di Persiceto - 55. Unità di
misura della frequenza - 57. La più importante
55
56
58
frazione di Persiceto - 58. Un tipo di croce.
Verticali: 1. Siena - 2. Antiche popolazioni
persicetane - 3. Il Salietti famoso reporter - 4.
Ufficio Internazionale di Geologia - 5. Antica
Repubblica sull’acqua - 6. Grande lago dell’Asia - 7. Una negazione - 8. Rane arboricole - 9.
Il più antico palazzo di Persiceto - 11. Nazione
africana - 12. Antica realtà partecipativa persicetana - 13. Sinonimo di arengari - 14. Rude
richiamo - 16. Lisa senza pari - 17. Gli “Africanetti” di Persiceto - 19. Il nome del Sindaco di
Persiceto Mazzuca - 23. I ragazzi di una famosa via - 24. La tipica maschera di Persiceto
- 25. Sigla italiana - 29. Di mia proprietà - 30.
Orco senza coda! - 37. Repubblica Socialista
di Macedonia - 38. Una catena di vendita - 39.
Gruppo Farmaceutico - 41. Poi senza capo 45. Restituiti - 46. Nano e dio dei venti - 48. Tipico nome scandinavo - 49. Vino pregiato - 52.
Lecce - 53. Pubblico Ministero - 54. Intelligenza
artificiale - 55. Chi.. senza testa! - 56. Rimini.
2
BNB
Speciale Sfizio
1 Agosto 2011
ESTRAGON
Cruciverba Gastronomico
Cruciverba del Pesce!
Dopo aver giocato al cruciverba sostituisci ai seguenti numeri la lettera corrispondente:
18, 44, 4, 18, 1, 29, 1, 20, 1, 18, 1, 38, 8, 4, 8, 13, 44, 18, 18, 1 e troverai la risposta a:
Una squisita ricetta!
“Il pesce…non è quel che sembra”
Dopo aver giocato al cruciverba sostituisci ai seguenti numeri la lettera corrispondente:
8, 41, 2, 8, 41, 36, 36, 41
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
1
14
3
4
5
6
11
15
16
21
27
23
28
20
24
35
39
40
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Orizzontali
1 L’altro nome dell’edera. - 14 Tutt’altro che
facoltativo. - 15 Responsabilità Civile. - 16
Articolo determinativo. - 17 Arnese da falegname. - 18 La polvere usata per le fotocopiatrici. - 20 Uguali nella folla. - 21 Medio
Evo. - 22 Gadolinio. - 23 Italiana Petroli. - 25
Boa…senza testa. - 26 Un raro…orologio. 29 Il sale ce l’ha dispari. - 30 Gorizia. - 31
Reazioni che avvengono all’interno delle
cellule. - 33 Due antichi romani. - 34 Livorno. - 35 Organo dell’apparato digerente.
- 37 Superossidodismutasi. - 39 Invece di
out. - 40 Il vulcano descritto nel terzo libro
dell’Eneide. - 41 Onorevole. - 42 Nel monito
sono le consonanti. - 43 Escursionisti Esteri.
- 44 Come…vocali!. - 45 Un semi-dio.
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Verticali
2 Un disturbo di personalità. - 3 Emittente britannica. - 4 Al centro dell’erba.
- 5 Lo sono i trentini. - 6 Altro nome del
fannullone. - 7 Le iniziali del nome di
Jung. - 8 La fine di zia!. - 9 Azienda Trasporti Pubblici. - 10 Mastro Titta lo era di
Roma. - 11 Adesso. - 12 Ragionamento
aristotelico. - 13 Raffronto di un testo
stampato con l’originale. - 19 Zuffa. - 21
Insieme ai buoi è dei paesi tuoi!. - 24
Insieme di carte piegate e sigillate. - 27
Si ripetono negli zii. - 28 Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico. - 32 Situata nella parte più
bassa. - 36 Uno in inglese. - 38 Dipartimento del Tesoro.
Giobbe Covatta (aforismi)
- All’inizio era il Verbo...Il complemento oggetto venne molto tempo dopo.
- Si era nella notte dei tempi e Dio era ancora immensamente piccolo.
- In sei giorni il Signore aveva creato tutte le cose: il sole, la luna, quello scemo di Maradona, i puffi, la forfora, e tutti gli animali del creato, tranne Andreotti, che era già suo
segretario da tempo immemorabile.
- Poi ci sputò sopra, e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse: “Cominciamo
bene!”
- E il serpente guardò Adamo e disse: “Chillo è n’ora che va parlanno co’ nu porco...Ti pare
intelligente?”
- In quella Eva si trovava vicino a un albero; a un tratto si girò e vide un serpente. E disse:
“Che schifo!” “Sei bella tu!” rispose il serpente, che era permaloso.
- È lecito chiedersi come Caino e Abele abbiano potuto generare l’umanità.
- Mosè: quest’uomo che tanto ha dato al ciclismo in Italia e nel mondo...
- Noè era il prediletto del Signore: viveva nel deserto divorato dalla sete e dai pidocchi.
- Il Signore aveva detto: “Pioverà per quaranta giorni”, ma poi si distrasse, si dimenticò di
Noè, e dopo centocinquanta giorni pioveva ancora.
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Orizzontali
1 Altro nome dell’alloro. - 7 Dove sta il motore
della macchina. - 11 Indirizzo stilistico che persegue la più stretta. - adesione alla realtà sociale. - 13 Andato in romanesco. - 14 Mettere
in ordine. - 15 Prefisso per vino. - 16 Posti…
ai lati. - 17 Torino. - 19 Un tipico alimento romagnolo. - 21 Macchina inglese. - 22 Né mia
né sua. - 23 Unità di forza. - 24 Al centro della
base. - 25 nell’aeroporto sono i piazzali dove
sostano gli aerei. - 26 Può essere a gemma,
a corona o a triangolo. - 28 La Herzigova
modella e attrice. - 29 Paesino medievale in
provincia dell’Aquila. - 30 Farli con qualcuno
può essere pericoloso!. - 33 Presi all’amo. - 34
Una certa persona. - 38 Alla moda. - 39 Ripete
quello che dici. - 40 Le botte date così..fanno
proprio male!. - 41 I confini di Ancona.
Verticali
1 Se hai quel senso.. non ti perdi. - 2
Seconda nota musicale. - 3 Insieme
di disturbi dovuti alle variazioni di. pressione. - 4 Comune in provincia di
Trento. - 5 Rispetto a Roma è situato
di qua dal Po. - 6 una raccolta di poesie di Montale. - 7 Una fibra tessile.
- 8 Azienda automobilistica. - 9 Terribilmente. - 10 La sua era un’arca piena di
animali. - 12 Io al complemento oggetto. - 18 Imparala e poi mettila da parte!. - 20 Dentro. - 25 La scava la goccia. - 27 La città delle contrade. - 31
Principio e fine di oca. - 32 Un rintocco
dell’orologio. - 35 Un tipo di raccomandata. - 36 Luca Barbareschi. - 37 Esercito italiano.
La Dama per tutti!
Gli attacchi incauti
Nella dama vince chi riesce a chiudere o mangiare tutti i pezzi.
Nel tentativo di ottenere questo il prima impossibile un giocatore può rischiare di attaccare
pezzi apparentemente isolati o senza difesa che in realtà celano trabocchetti senza speranze per l’avversario.
Guardiamone alcune.
Diagr. 1. nel tentativo del bianco di acchiappare il pezzo in 18 incappa in un tiretto semplicissimo: 12-16!!x, 16x20! e itro a due imparabile.
Diagr.2. altro tentativo leggermente più difficoltoso ma più interessante.
Dopo l’attacco del nero con 11-15 nel tentativo di scardinare la difesa avversaria incappa
in un tiro a sorpresa: 23-20!! incredibile Il bianco manda a dama l’avversario ma ecco le
conseguenze...14x32, 21x5, 2x9, 20x2!!
intrambi a dama ma il B. ha un pezzo in più diagr. 3 tiro semplicissimo anche questo. il nero
attacca la pedina 20 il B. risponde 22-19!!! e ovunque mangi il nero perde per il tiro.
Per gli appassionati della problemistica peresentiamo tre problemi del compianto M° Eliser
Taje scomparso nel 1987.
I primi due problemi si risolvono in 3 mosse. Il terzo è una spettacolare composizione con
cui vinse il C.I. estemporaneo nel 1964.
Arrivederci a tutti e buone vacanze!!
di Federico Piras
BNB
Speciale Sfizio
1 Agosto 2011
Sudoku per tutti da ombrellone
Curiosità
Jolly Roger, la bandiera
dei Pirati
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Una teoria vuole che derivi dal francese
“jolie rouge”, che in inglese venne corrotto
in “Jolly Roger”. Questo potrebbe essere
verosimile poiché esisteva una serie di
“bandiere rosse” che erano ben più temute
delle “bandiere nere”. La bandiera rossa,
per intenderci, significava morte certa.
L’origine delle bandiere rosse è probabilmente legata al fatto che i corsari inglesi
del 1694 usavano una “red jack” su ordine dell’ammiragliato. Quando la guerra di
successione spagnola finì, nel 1714, molti corsari si diedero alla pirateria e alcuni
mantennero la bandiera rossa, poiché il
rosso simboleggia il sangue. Non importa quanto gli uomini di mare temessero la
bandiera nera dei pirati, tutti pregavano di
non incontrare mai la jolie rouge. La bandiera rossa dichiarava spavaldamente le
intenzioni dei pirati, cioè non dare quartiere. Nessuna vita sarebbe stata risparmiata, nessuno scampo concesso.Il termine
venne successivamente usato per la bandiera nera con teschio e ossa che apparve
attorno al 1700.
Un’altra teoria, scarsamente attendibile,
chiama in causa i templari. Parte anch’essa dal termine “jolie rouge” come origine
del nome. Apparentemente, un ordine cattolico di monaci guerrieri, conosciuti come
“Poveri soldati di Cristo e del Tempio di
Salomone” (templari), usò per primo la “jolie rouge”, la bandiera rossa. Il legame tra
monaci e pirati è fornito dal fatto che i primi
lottavano per la loro causa nei mari aperti,
divenendo pirati a tutti gli effetti.
All’atto pratico, in combattimento, molti
mercanti rimanevano sorpresi quando una
nave cambiava la propria bandiera nazionale nella più portentosa Jolly Roger, il che
era l’effetto desiderato.
A.S.
Cruciverba dell’Aristarco
Che significa “fare l’Aristarco?”
Dopo aver giocato al cruciverba sostituisci ai seguenti numeri la lettera corrispondente:
2, 5, 5, 2, 3, 2, 51, 3, 2, 6, 14, 5, 14, 5, 5, 14, 37, 14 e troverai la risposta.
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Orizzontali
1 Strumento ottico usato nei carri armati e
sommergibili. - 9 Adesso…per i romani. - 11
Lo è una visione …da sogno. - 12 Al centro
del mare. - 13 Ambito premio. - 14 pari sulla
schedina. - 16 Genova. - 17 Dio greco della
medicina. - 19 Loro. - - 21 Né si né no. - 22
La fine di Omero!. - 23 Lo è un’ampia stanza. - 26 Ciò che è avvenuto prima. - 31 Identifica l’automobile. - 32 Vocali in ciò!. - 33
Può essere lordo, netto o morto. - 35 Lago
dell’Asia centrale. - 36 Frutti. - 37 Né tue né
sue. - 39 Antichi progenitori. - 41 Insinua un
dubbio. - 44 Sensazione che spinge a bere.
- 47 Nota…”solenne”. - 48 Diminuito di lunghezza. - 50 Può essere cranico, infantile
o psicologico. - 51 Un genere di musica. 52 Chiude le bottiglie. - 53 Una malattia dei
denti. - 55 Preposizione articolata. - 56 Un
fiume nel Lazio. - 57 Aria…poetica.
Verticali
1 Persona moderata nei modi. - 2 Prefisso
per vino. - 3 Frutto in piccole bacche a grappoli. - 4 Terza declinazione del verbo. - 5 Vasto altopiano della Calabria. - 6 Sta per “conoscenza” nelle email. - 7 Vocali..in rosa. - 8
Melchiorre lo offri in dono a Gesù Bambino.
- 9 Ansia, tristezza. - 10 Quando ci si annoia
non passano mai. - 14 Articolo determinativo maschile singolare. - 15 Lo è chi riferisce
ad altri. - 18 Tra il pomeriggio e la notte. - 20
Ecogoniometro. - 23 Opprime d’estate. - 24
Andati. - 25 Prefisso per orecchio. - 27 Un
mezzo di trasporto urbano. - 28 Lui. - 29
Una fase del sonno. - 30 risposta decisamente negativa. - 33 Sfocia nell’Adriatico. 34 La card del telefonino. - 36 La…testa di
Pina. - 38 Nasconde una trappola. - 39 Particella indivisibile. - 40 Anello nuziale. - 42
Caduta di una sillaba o vocale alla fine della
parola. - 43 Un tipo di grosso pappagallo.
- 45 Moneta unica ufficiale della Comunità
economica europea prima dell’euro. - 46 A
noi. - 48 Mostri mitologici. - 49 Possono esserlo certe vette alpine. - 50 Spesso muoiono nell’arena. - 51 Il dio greco della foresta.
- 52 Dispari in tali. - 53 Cagliari. - 54 Nel bel
mezzo della cena. - 55 Aosta.
1 Agosto 2011
Vir
BNB
op
4
Speciale Sfizio
8 SETTEMBRE 2011
al Co
tu
Buone Notizie
Bologna
Edito da Virtual Coop
vi aspettiamo a
Handi
Show
Il labirinto dell’amore glaciale
Fred deve raggiungere Ginger, la sua pinguina del cuore
???
Roberto Benigni (aforismi)
REBUS (8-5)
- Le mogli dei politici fanno tutte beneficenza. Per forza!
Hanno il senso di colpa per quello che rubano i mariti.
- Chissà perché tutte le malattie mentali cominciano
per PSI: psicopatico, psicotico...
- Diciamo la verità: Dante era un gran trombatore, uno
che la donna gli piaceva proprio molto.
- Dopo il Giudizio Universale Dio incontra Carl Marx:
“Ah, tu sei quello che mi ha dato tutte quelle preoccupazioni nel XX secolo. Visto che hai sempre detto che
io non ci sono, sarai condannato a farmi da portinaio.
E quando non vorrò essere disturbato sei autorizzato a
dire Dio non c’è.”
- La mamma è la parte più femminile dei genitori.
- Canto anch’io. Solo che io mi rifaccio a Toshiro Mifune. Ve lo ricordate che soddisfazioni ci ha dato quando
cantava: “Sono una cima di Hiroshima, mangio i cachi
di Nagasaki?”
- Adesso fanno le partite tra giudici e cantanti. Ne dovevano fare una anche tra ministri e mafiosi: insomma,
un’amichevole.
- La vita più si allunga più si accorcia.
REBUS (5-10)
REBUS (3-5-5-7)
REBUS (11-10)
Le soluzioni dei giochi le trovi sul sito: www.buonenotiziebologna.it
BNB
VIRTUALCOOP
Dieletto
1 Agosto 2011
13
Guido Zamboni e la “Sinfonia Poetica a due voci”
PENSIERI DI NOTTE
IL MURO
AL MUR
Sarà la luna che disegna ombre nel giardino,
o questa strana sete che mi prende alla gola,
che in questa notte di mistero fuggo le ragioni,
nel mio pensiero del quotidiano vivere.
E galoppo e galoppo nella schiuma dei marosi,
come stallone bianco lanciato in folle e gioiosa corsa,
nere orme sul greto di sabbia e acqua,
tra urla di froge nel vento
e stridii di gabbiani e procellarie nel grigio macchiato di rosa del
mattino. Sentore di alghe, sapore di sale
sugli scogli irti di valve schiuse
nel riflesso diamantino di umido risucchio,
dove piccoli granchi corrono alla marea lenta
che li ritira al coperto dalla scura notte!
Si rincorrono per dove la marea lente
ritira di sé e dei suoi figli coperti nella scura notte di bufera.
E cadon mute, nel silenzio dei venti ormai sazi,
fitte gocce nel bianco dal bianco, dall’umido all’umido lassù,
come raggi di tenda che traspare
paesaggi di mare in lidi lontani,
dove riga non c’è all’orizzonte,
scompaion sagome di barche alla pesca.
Sarà la luna che disegna ombre nel giardino
Che risveglia la coscienza
E ridà le ragioni al mio pensiero così lontano,
ma l’alba si attarda e ricomincia il sonno,
nel suo galoppo di fantasmi incantati.
Duro di pietra e di calce
esisto nel vero e nel sogno.
Muro di vecchie mani
consumato dal tempo.
Dûr ed preda e ’d calzènna
Int al vaira e int l’insónni ai ó al stamp!
Mur fât da una vecia mane@na
Tótt cunsumè dal taimp!
La pioggia mi batte la schiena
mentre la gente mi passa vicino
Ricordi di giorni uguali
di attese mai finite.
La piôva lam bât int la schènna
Mánter la żaint lum pása da v§én;
Arcord ed dé uguèl, sira e matè\na,
D’attai§, che mai finé ali én!
Qualcuno mi ha scritto “boia”
nel meriggio ombrato di nero.
Il gesso ha sfregiato le mie pietre
quando la luna ha cambiato corsa.
Quelcdón, “boia” al m’à scrétt,
Int al dåpp meżdé ed náigher umbrè;
Al żass al mi prêd all’à dett
Quand la lónna la cåursa l’à cambiè!
Chi ha tracciato le mie rughe
cantava di amori e di lotte.
Solo nella luce
non conosco la notte.
Chi à trazè al mi rûgh
Al cantèva d’amåur e ’d lôt;
Mé såul, sanza lu§ e sanza fûgh,
An cgnoss la nôt!
Uguale fra tante calci
di bianco formate,
L’amore è parola astratta
Esercizio di calligrafia umana.
Prezi§, fra tanti calzén fâti
Ed bianch furmè,
L’amåur l’é tra ’l parol astrâti,
Eserzezzi ed caligrafi ch’fa l’umanitè!
PENSIR ED NÔT
La srà la ló@na ch’la dsågna ámber int al żardén
O sta strèna said che que§i lum tol la mån
Che, in sta nôt misteriåu§a, al ra§ån a schiv piån pianén
Int al mi pensir dal viver quotidiån!
E a galôp, a galôp int la stioma dali ånd
Cómm un bianch pulåider lanzè in cåursa giojåu§a
Ch’lasa la pedghè int la sâbia curaind in fånd
Frà úrel ed vaint in una nôt misteriåu§a!
Urel ed gabiån int al gri§ matén macè ed rô§a,
Udåur d’élgh e un fôrt savåur ed sèl
Såura a i scôli dóvv la cunchelia la pô§a
Strà un riflès diamantén tant bèl!
Lé dovv anch i granch i córren a la marea lanta
La ritira a sé i su fiù al quert da la scura nôt
Al câschen motti, int al silanzi dal vaint che als alånta
Tanti gåż int al bianch
dal bianch int l’ånda int al so môt
Comm râż d’una tanda ch’la traspèr
Pae§ag ed mèr, ed spiâż tant luntèni da té
Dóvv a l’oriżåint incionna raiga t pù amirèr;
T’intravad sègum ed berch mantr ai sponta al dé!
La srà la lò@na ch’la dsågna ámber int al żardén
ch’la d§då§da la cuscianza e la ra§ån
L’artåurna al mi pensier luntån, piån pianén,
Mo l’elba la s’atèrda, l’avanza piån piån
La sån ancåura la m’à ciapè
Int al so galôp ed fantè§um incantè!!.
Vedrana
Qué ai vivèva un artigiån, Con dla voja e dla pasiån, Da matè@na a naigra sîra,
Riparèva piò e gumîra, Guardand qué, ai temp indrî, Chisà quanta nostalgî!!.
www.buonenotiziebologna.it
Ricordo di un poeta dialettale bolognese che trovò a Radio Budrio successo, fama e tanti amici
Poesie di Marco Negri tradotte in dialetto da Guido Ziamboni (seconda parte)
14
Il Racconto
BNB
VIRTUAL COOP
Cooperativa Sociale
ONLUS
STAMPA DIGITALE
[email protected]
1 Agosto 2011
l’origine del frigicocchi
www.buonenotiziebologna.it
Un racconto di Gabriele Montanari
Si perde nella notte dei tempi, l’origine di questo ingenuo, eppure affascinante gioco di società, che in passato ha allietato una intera generazione
di ragazzi, per poi essere smarrito, in
questo mondo sempre più frenetico,
e venire soppiantato da attività più
adatte all’età adulta, che inesorabilmente si stava appropinquando.
L’origine del frigicocchi si può far
risalire agli anni compresi tra il
1957 ed il 1959, la sua diffusione
proseguì fin verso gli anni sessanta, per poi arrestarsi negli anni
settanta e scomparire del tutto, a
cavallo dei tristissimi anni ottanta.
Oggidì, ascoltare un frigicocchi è
un’autentica rarità!
Ma, innanzi tutto, per coloro che
ignorano che cosa sia un frigicocchi, è d’uopo una spiegazione di
tipo didattico:
orbene dicesi frigicocchi una particolare forma di ambigua comunicazione verbale tra due persone, una
delle quali si può definire l’autore
del frigicocchi, l’altra la vittima.
Ordunque, l’autore rivolge alla vittima una domanda, la quale deve
avere le seguenti caratteristiche:
- deve essere priva di significato;
- deve essere scarsamente comprensibile sotto l’aspetto puramente fonetico;
- deve contenere un minimo grado
di comprensibilità, in modo che la
vittima, presa alla sprovvista, sia
costretta a chiedere la ripetizione
della domanda, ed a pronunciare
la parola fatidica, cioè “Eh?”.
A questo punto, avendo l’autore raggiunto lo scopo del suo agire, cioè la
pronuncia del monosillabo “Eh?”, si
può dire che il frigicocchi entri nella
sua fase conclusiva.
Ora tocca all’autore concludere l’attività comunicativa con una clamorosa pernacchia, a sottolineare che
il frigi cocchi ha avuto successo e
che la vittima c’è cascata in pieno!
L’entità, la qualità, l’intensità, l’intonazione, la persistenza della
pernacchia viene comunque lasciata al libero arbitrio dell’autore,
sapendo che un frigicocchi ben ri-
uscito deve risultare non offensivo
e, direi, gradito anche alla vittima.
Ed ecco due esempi di classici frigicocchi:
“Marco, astara nfara brigantura?”
Eravamo uno squadrone di bambini in fase di crescita, ragazzini
alle prese con biglie, figurine, cerbottane ed altri ammennicoli tipici
della nostra età beata.
“Eh?” “Prrr!”
“Ascaulta, l’et pò vest cal lavurir geva
què?” “Eh?” “Prrr!”
Questi giochi di parole, peraltro
innocui e nient’affatto volgari, divennero uno sport praticato nel
nostro paese, prima dai ragazzetti
delle scuole Medie, poi su su venne adottato con piacere anche da
ragazzi più grandi e da un buon
numero di adulti di spirito allegro.
Ma, e qui veniamo all’origine del frigicocchi, chi fu ad inventarlo, ad usarlo
per primo, a lanciarlo a livello budriese, sapendo che il suo uso non si è
mai diffuso ai paesi vicini, quasi che
noi fossimo gelosi e volessimo conservare per noi medesimi l’esclusiva?
Non esiste, a mia memoria, un
nome, una persona che possa essere identificato come l’inventore.
Ma esiste una traccia ed ora ve
la esplicito, aggiungendo che, se
avete informazioni che io ignoro
su questo tema appassionante, vi
sarò grato se vorrete comunicarmele via e-mail: [email protected]
Ecco dunque ciò che io so per certo: quando noi, delle classi 1946,
1947 e seguenti, entrammo alle
Scuole Medie, tutti subimmo uno
choc culturale tremendo.
La Scuola Media ci accolse, con
una overdose di cultura: il Latino, la
Lingua Francese, l’Algebra, l’Iliade,
i poeti italiani… tutte robe lontane
anni luce dai nostri interessi.
Eppure, scaraventati dentro questa
bolgia di sapere e di cultura, pressati da professori esigenti ed implacabili, strigliati da genitori assai più
severi di quelli odierni, fu giocoforza
darsi una mossa e mettersi a studiare, chi più chi meno, per tentare
di apprendere tutto questo caotico
ammasso di cultura post-fascista.
Ma, di tanto in tanto, l’indole infantile rispuntava fuori: ed ecco che,
una cosa seria come il Latino,
poteva partorire una cosa scema
come il frigicocchi.
Mi pare facessimo la seconda Media,
avevamo una prof di cognome Garsetti, donna abbastanza giovane, in
carne, un po’ meno severa della media dei prof, diciamo… un po’ meno
arcigna, un pelino più sorridente.
Ad un certo punto, durante un
certo giorno indefinito, nel corso
di una lezione di Latino, tenuta da
questa Garsetti, stavamo leggendo tutti insieme qualcosa in latino,
una delle tante lettere di Cicerone.
Ecco, lì spuntò fuori la locuzione
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“frigii comites” che, ovviamente
nessuno di noi, comprendeva.
La prof ci girò un po’ intorno, stimolandoci ad ipotizzare che cosa potevano
essere questi “frigii comites”…poi, alla
fine, lei stessa ci diede la traduzione:
“Comites si traduce compagni, amici. Frigii deriva da una regione al
centro dell’attuale Turchia, chiamata
Frigia. E’ chiaro che Cicerone ricorda
con piacere e rimpianto i suoi amici
della Frigia. Frigii comites. Chiaro?”
Certo che era chiaro, tutti annuimmo ma qualcuno aveva voglia di
fare lo spiritoso, approfittando del
fatto che la Garsetti sapeva anche
stare allo scherzo.
Non mi ricordo chi fu, porco cane!
Poteva essere Beppe Dall’Olio, a
quei tempi molto più spiritoso di oggi,
o magari Augusto Testi, che già allora aveva la tendenza ad oscillare
tra l’allegria demenziale e l’incazzatura solenne, o forse anche Cesare
Solmi, tipo fine e poco appariscente,
che di tanto in tanto ti trafiggeva con
una battuta agghiacciante.
Marco Magli, Rino Zecchi, Ettore
Massarenti, Pierpaolo Donati, Paolo Nannetti, Sergio Poli, Paolo
Selleri, Nerino Zuccheri…no, loro
no: troppo educati!
Forse Valentino Starni, che ogni tanto
dava i numeri, o Franco Fontana, un
altro spirito salace ed imprevedibile.
E perché non potrebbe essere stato Baietti? O Teo Baldi? Due che si
notavano poco ma che amavano
tramare nell’ombra? Potrei perfino essere stato io: con la Garsetti
avevo un ottimo rapporto e spesso
facevo il ruffiano.
Besu Mazza, Gianni Gamberini,
Elmo Gardini ed Ettore Rizzi assolutamente no: troppo timidi essi erano
e troppo erano terrorizzati dal Latino.
Insomma, non so chi fu, ma ci fu
uno che, quel giorno, alzò la mano
e disse: “Prof, io avevo capito friggi comites: pensavo fosse della
roba da mangiare!”
La classe esplose in una risata,
la Garsetti ci lasciò sfogare qualche secondo poi alzò la mano per
chiedere silenzio, sorrise e disse:
“No, caro. Sono i compagni della
Frigia. Va bene?”
La giornata proseguì normalmente, all’uscita qualcuno si rivolse a
qualcun altro e disse a bruciapelo:
“Ehi, frigii comites tu?”
Quello rispose ovviamente: “Eh?”
E qui partì la sonora pernacchia.
Il primo frigicocchi era stato completato!
Da lì, la moda si sarebbe diffusa alla
velocità del lampo!
All’inizio l’espressione frigii comites fu l’unica ammessa ma ben
presto la varietà linguistica fu accentuata ed accettata, cosicchè le
possibilità frigicocchiche divennero infinite!
Il frigicocchi era diventato la normalità, non potevi più dire nulla, né fare
una innocua domanda, senza che
l’altro ti guardasse male e sospettasse un imminente frigicocchi.
Non solo: la fase, diciamo così
difensiva, s’era imposta al punto
che, anche una normale doman-
da, rischiava di essere accolta con
una pernacchia, da noi effettivamente chiamata scoreggino.
Ad esempio, poteva capitarti di
chiedere:
“Marco, c’è compito in classe
domani?”
E di ricevere come risposta uno
scoreggino ben tornito.
Marco non aveva compreso bene
la tua innocua domanda e s’era
tutelato da un incombente frigicocchi, prevenendoti nella conseguente attività pernacchiatoria.
Lo so, tutto ciò è una cagata pazzesca, però è anche la cronaca
storica di una usanza di discutibile
valore culturale ma che ha accompagnato la crescita di una generazione di budriesi.
Non è forse vero che la Storia, con
la S maiuscola, è frutto dei modi
e dei costumi del passato e della
loro evoluzione?
Ebbene, nel suo piccolo, il frigicocchi altro non è se non il simbolo
di un microevento socioculturale,
forse di nessun valore, forse sintomo, invece, di quella incomunicabilità che ha riempito di sé la cultura letteraria e cinematografica,
in quel tumultuoso periodo storico.
Basta! Chi ha orecchie per intendere, intenda!
E gli altri? In roulotte, in bungalow,
in camper: a scelta.
Mi resta da narrarvi un episodio
sintomatico del periodo, sempre
con protagonisti gli stessi alunni di
seconda Media e la stessa prof, la
Garsetti.
Poteva essere un sabato verso
mezzogiorno, l’ultima ora, quando
gli allievi sono fusi da una settimana
di scuola e pure i docenti non vedono l’ora che suoni la campanella.
La Garsetti ci stava assegnando
i compiti a casa di Storia, dunque
disse qualcosa del tipo:
“Per martedì dovete studiare pagina ottanta e ottantuno.
Mi raccomando, martedì interrogo!”
Mentre tutti annotavano diligentemente sul diario questo compito a
casa, ci fu uno di noi, e, porco d’un
cane, non ricordo chi fu! - che si
alzò in piedi, dalle file di banchi in
fondo, e domandò:
“Scusi, prof, atari dandare fari
studiare?”
L’ignara Garsetti replicò con il
classico: “Eh?”
Ci fu un attimo di tremendo silenzio, nell’attesa di qualcosa che…
un secondo attimo di suspense...
poi la classe scoppiò in una risata
liberatoria!
Il frigicocchi alla prof s’era fermato
sull’orlo del baratro!
“Ma insomma, che avete da ridere? - chiese la Garsetti con aria
seccata, Siete diventati matti? E
tu, che vuoi?”
“No, dicevo, replicò l’ignoto alunno
che aveva rischiato la catastrofe,
quali sono le pagine da studiare?”
“Ho detto ottanta e ottantuno! Sei
sordo?”
“Grazie, prof, mi scusi”, replicò l’ignoto frigicocchista.
E questo è tutto, vi saluto con un
quesito finale:
“Astara’nfara brigantura galeoto?”
(il racconto è tratto dal volume “Omini
grigi ed altri racconti” di Gabriele Montanari, edizioni www.ilmiolibro.it)
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1 Agosto 2011
Titanic e tarocchi
scippano, che vendono cellulari
sottomano, che vendono borse taroccate in montagnola. La polizia
è impegnatissima a fare queste
imboscate, però bisogna rispettare la privacy di presidenti che non
hanno nessun rispetto per questo
paese e che si divertono sulle loro
barche a spese nostre. Ci siamo
convinti davvero che i grossi criminali siano gli immigrati che rubano
televisori nelle nostre case, ma
non ci accorgiamo che quelli davvero pericolosi sono quelli che non
si vedono. Si aggirano come fantasmi nei nostri appartamenti derubandoci di tutto, senza scassare
nessuna porta, ma asciugandoci
le tasche, i nostri stipendi sudati,
le nostre ore tolte al riposo, ai figli,
a chi vogliamo bene, per essere
onesti, per guadagnarci il pane
come si deve, risparmiando fino
all’ultimo centesimo, privandoci di
Ho fatto questo disegno pensando a una giornata passata in piazzola, il mercato di Bologna. C’era
un ragazzo di colore che vendeva
borse ‘tarocche’, anche se secondo me erano ugualissime!! C’era
della polizia in borghese appostata.. a un certo punto l’hanno preso
in quattro o cinque. Direte.. beh, è
giusto, la marca italiana, loro non
hanno la licenza… Poi ho ascoltato il TG e ho pensato: cavolo, in
cinque, in borghese ad arrestare
un poveretto e i nostri rappresentanti politici censurati, latitanti, se
ne stanno a governare, a prende-
re stipendi stellari, e restano lì..
nonostante le accuse! Cosa poteva fare di male quel ragazzo africano rispetto a loro? Non governa
un paese.. al massimo permette
un po’ a tutti di essere alla moda!
(Compresa me!).
Ma, c’è qualcosa che non torna,
che indispettisce, che stordisce.
L’Italia è in crisi, e per disperazione è governata da gente che ha
a che fare con la mafia, che paga
magistrati per farsi assolvere, che
compra case a prezzi stracciati al
centro di Roma o non paga l’affitto,
quando noi ‘umani’ non riusciremo
a saldare un mutuo nemmeno con
dodici ore di lavoro al giorno e
non avremo una pensione decente nemmeno andando a lavorare
fino a ottant’anni. Loro invece si
sono organizzati per bene, e la
cosa che turba il mio sonno è che
siamo stati noi a votarli, insomma, sono lì grazie ai nostri voti…
e ci siamo convinti davvero che i
criminali ‘grossi’ sono quelli che
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ogni cosa, ma con la soddisfazione di poter dormire la notte tranquillamente, senza sensi di colpa.
La maggior parte degli italiani è
così, ne sono convinta. Altrimenti
non potrebbe sostenere il tenore
15
di vita di governanti così disonesti.
Non ci sono soldi per borse di
studio, pagheremo sempre di più
nella sanità, nei beni primari. Ma
ci sono persone che hanno gratis pure l’affitto e le serate con le
escort. Loro si devono rilassare.
Gli altri invece no. Gli altri sono
sempre a bordo del Titanic, ma
fino ad ora non erano nemmeno
stati menzionati, tanto erano poveri e saranno poveri pure adesso,
insomma, ci sono abituati, perché
mettergli ansia con cambiamenti che potrebbero stravolgere le
loro abitudini da pezzenti? Adesso però è ora di cambiare, dice,
Tremonti, perché su quel Titanic
c’è pure la prima classe, poverina,
che sta sentendo il peso della crisi. È ora di metterci tutti insieme,
di rimboccarci le maniche, ancora
una volta, perché questa prima
classe non rimanga sconvolta da
una bolletta troppo cara o dell’affitto che forse dovrà pagare. Le
feste private hanno i loro costi e
noi italiani siamo pronti ad aiuta-
re questa prima classe che molto
democraticamente sta finendo alla
deriva. Questa prima classe non
può affogare, non ci è abituata.
Dobbiamo salvarla. È ora.
Emanuela De Siati
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INSERIMENTO
DATI
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16
Dopo la morte di Matilde di Canossa nel 1111 si scatenarono lotte di
successione, per il possesso dei
territori ad essa appartenuti, tra
i papi, gli imperatori ed i seguaci
degli uni e degli altri.
Bargi fu dominio albertesco per
riconoscimenti imperiali più volte
citati: diploma di Federico I Barbarossa del 1164 e di Ottone del
1209. Questi diplomi non documentano però un effettivo possesso perché Bargi e il suo castrum
come anche Stagno, Mogone sopra Guzzano, Vigo e Mogne erano territori contesi da bolognesi,
fiorentini e pistoiesi in quanto si
trovavano in posizioni strategiche
dal punto di vista politico-militare.
Da un estimo del 1235 Bargi risulta
retta da una amministrazione formata da due consigli: uno di nobili ed
uno di popolani (Giacomo q. Romeo,
Petricino e Pellegrino del q. Bonaccorso milites, Lombardo di Ugolino
nobilis e il massaro rappresentante
del popolo Brunetto di Angelerio).
Bargi ebbe personaggi illustri sempre ricordati nelle storie del camugnanese: gli armaioli Acquafresca
furono nel ‘600-’700 famosi costruttori di archibugi e pistole richiesti
dalla nobiltà e borghesia italiana; i
Muzzarelli, Andrea e Battista, furono
nell’800 costruttori di orologi da sala
e da torre; i Comelli furono prestigiosi notai e Giovanni Battista scrisse
un importante libro della storia locale “Bargi e la Val di Limentra”.
L’edificio più importante di Bargi è
sicuramente la Casa Comelli, imponente edificio signorile in buono
stato di conservazione; a pochi
metri da questa casa si trova l’oratorio, detto “Spedaletto”, dove
forse era situato l’antico ospitale
di S. Maria de Porcolis.
Importante dal punto di vista storico e architettonico è il borgo in località “La Collina” con un bell’arco
di ingresso ad una corte e relativi
edifici limitrofi, inoltre in località
Pianacci vi è l’antica sede degli
armaioli Acquafresca, ora però rimaneggiata in maniera da alterare
quasi totalmente l’originale struttura. È opportuno fare qualche
accenno ad un importante ponte
costruito sul Limentra: il ponte ai
Cinghi di Bargi e Suviana.
Questo ponte fu costruito nel
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1 Agosto 2011
“in giro per l’appennino”
Comune di Camugnano: la frazione di Bargi
1766 su disegno di Gian Giacomo Dotti ed appaltato dal Senato
bolognese a Giovanni Pellegrino
Comelli che si offrì di anticipare parte delle spese necessarie
alla costruzione. Nel posto dove
sorge esisteva un altro ponte di
Matteo Acquafresca costruito nel
1710 e crollato qualche decennio
dopo. Il ponte di G. G. Dotti ora si
trova alla base della grande diga
del lago di Suviana.
Palazzo Comelli
Il Palazzo Comelli costituisce
senz’altro l’episodio architettonico
e culturale più rilevante di tutta Bargi nonchè dell’intero Camugnanese. Acquisito dall’amministrazione
comunale nel 2004, il palazzo fu
per secoli la dimora della famiglia
omonima. I Comelli, originari di Castel di Casio, si trasferirono a Bargi
già nel secolo XVII imparentandosi
con una Melati (della famiglia che
diede nome al borgo) rimasta ultima della sua stirpe a causa della
peste che imperversava. Per generazioni i Comelli esercitarono principalmente il notariato; il pronipote
Gian Battista, nato a Bologna nel
1840 e morto in questa casa nel
1916, fu in più studioso di lettere
ed agraria ed appassionato cultore di storia locale. La sua attività di
erudito comprese la straordinaria
operazione di raccolta di atti notarili
dal ‘500 al primo ‘900 riguardanti il
territorio di Bargi e del circondario;
il suo archivio è una testimonianza unica che ricostruisce in modo
continuativo e dettagliato quattro
secoli di storia di comunità locali e
di pubbliche istituzioni. Oltre a ciò il
Comelli compilò interi alberi genealogici di famiglie del Bolognese e
raccolse miscellanee di documenti
tra cui i diari di Matteo Acquafresca
(1651-1738) dell’omonima famiglia bargese di armaioli. Il palazzo,
a cui si giunge lungo un elegante
viottolo fiancheggiato di antichi e
rigogliosi bossi, sorge al centro
dell’antico borgo di Ca’ Melati e,
lontano dalle forme rustiche delle
dimore in pietra tradizionali, costituisce un dotto esempio di architettura borghese della montagna, oltre ad essere uno dei più importanti
edifici storici della valle del Reno.
Frutto di ampliamenti avvenuti nel
corso dei secoli dovuti al mutare
delle esigenze della ricca famiglia,
la residenza si articola attorno a
suggestive corti interne assieme
alle dimore dei coloni, le stalle, i fienili. Verso valle si apre l’imponente facciata maestra, dai due bassi
avancorpi e dal timpano triangolare centrale dove spicca lo stemma
di famiglia. Sul lato sud troneggia
un enorme orologio solare dove il
volto di un sole ridente mostra le
linee orarie, delimitate da due cartigli che recitano in alto: “Horas non
numero, nisi serenas“ (“Conto le
ore solo se è sereno”) e più sotto
“Se ria nube non cela il mio splendore / Cortese spettator t’accenno
l’ore“.All’interno, su imponenti cantine, gli ambienti del piano nobile,
di sobria ma raffinata eleganza,
densi di storia e di memorie, sono
senz’altro sorprendenti per un edificio di montagna sorto in un luogo
un tempo così remoto. Il borgo di
Ca’ Melati si può considerare parte
integrante di un sistema organico
di borghi storici a cui un intervento
di restyling urbano conclusosi nel
2005 ha restituito il dovuto carattere semplice ed ordinato degli insediamenti montani.
La Chiesa di SS. Giacomo e Cristoforo
La Chiesa di Bargi dedicata ai
Santi Giacomo e Cristoforo fu una
delle più importanti della zona documentata fin dal 1177.
Dal catalogo delle Chiese del 1378
parrebbe che vi fossero due chiese
distinte una dedicata a S. Giacomo
ed una a S. Cristoforo; in seguito
la documentazione registra solo S.
Giacomo e poi, a partire dalla seconda metà del '400 la Chiesa è
chiamata nella maniera attuale.
Di un’altra Chiesa, quella di Santa
Maria di Piderla, documentata dalla metà del sec. XII, ora non resta
più traccia.
Un altro estimo del 1315 descrive
l’Hospitale di S. Maria di Porcole, detto in precedenti documenti
S. Maria di Porcole o Porcolis (S.
Maria dei Porcellini), nome che
fa riferimento agli allevamenti di
porci che i longobardi avevano impiantato in questi territori.
Di questo antico “hospitale” non si
conosce esattamente dove fosse
l’ubicazione; alcuni studiosi lo individuano nel posto dove ora sorge un
piccolo oratorio nei pressi della Casa
Comelli, di proprietà degli stessi.
La chiesa di Bargi è una delle
più importanti del territorio per
la ricchezza degli arredi e per i
pregevoli dipinti, alcuni dei quali
conservati attualmente dalla So-
vrintendenza ai Beni Culturali di
Bologna.
I dipinti sono databili tra il XVII e
il XVII secolo; ricordiamo in particolare la pala di Alessandro Tiarini
eseguita attorno al 1630 dedicata
alla Madonna del Rosario, circondata dai 15 misteri con bambino
che tiene in mano una rosa; altra
pala d’altare molto interessante,
sempre del '600 raffigura la Madonna con bambino e Santi, sullo sfondo è dipinto il panorama di
Bargi all’epoca.
Nella chiesa si conserva inoltre un
pregevole organo settecentesco,
uno dei più importanti della provincia di Bologna.
Il Castello di Bargi
Sul castello di Bargi, uno dei centri
fortificati più importati dell’alta Valle del Reno, avanzarono pretese,
i pistoiesi, gli Alberti, i bolognesi
ed altri signori che li si trovavano a
comandare per investitura albertesca o per conquista militare.
Nel 1245 Bologna rivendica i pieni
diritti sul castello e sul territorio pretendendo la riscossione di gabelle,
decime, prestazioni d’opera ecc. sia
al governo bolognese che ai nobili
che vivevano nel castello. Risulta
che il castello di Bargi con quello
di Stagno e di Rocca delle Mogne
venne riparato, riarmato e fortificato
nel 1335 ed anche nel 1381, segno
che ancora erano considerati importanti per la difesa delle posizioni
importanti per la difesa delle posizioni bolognesi del territorio.
Il castrum di Bargi nel 1441 venne
distrutto da Baldazzo d’Anghiari,
alleato del Papa Eugenio IV contro Bologna, che infierì anche contro quelli di Stagno e di Mogone o
Mangone sopra Guzzano.
Nel 1444 il governo di Bologna
esentò gli abitanti dalle tasse per
tre anni purché avessero contribuito alla ricostruzione delle case e
del castello. Nel 1451 fu probabilmente di nuovo distrutto su ordine del capitano della montagna in
quanto forse occupato da signori
ribelli a Bologna. Nel 1513 Bargi fu
elevata a contea da parte del papato e data ai conti Bargellini che
la tennero per 20 anni.
da “il Futuro ha un cuore Antico” a
cura del Comune di Camugnano
1 Agosto 2011
Il comune di castel di casio: badi e dintorni
Sull’Appennino Tosco-Emiliano,
nella zona compresa tra le due
Limentre, sul versante bolognese, si trova Badi (600 m. s.l.m.).
È situato proprio a confine con la
Toscana ed è una frazione del comune di Castel di Casio, a breve
distanza da Porretta Terme (Bo).
È adagiato sui fianchi del monte
La Tose ( m.1130) ed e’ lambito dal
lago di Suviana di cui costituisce,
per gran parte, la sponda destra.
Il paese, tipicamente di montagna, è formato da diverse borgate
sparse, alcune tra loro vicine, altre
tra loro lontane e da case isolate,
tanto che guardando da lontano,
ritorna alla mente l’immagine del
Manzoni: «ville sparse e biancheggianti sul pendio come branchi di pecore pascenti».
La maggior parte delle borgate e
delle abitazioni si trovano sul fianco nord-orientale. La chiesa parrocchiale e le numerose case nei
pressi ed in particolare lungo la
strada provinciale, costituiscono il
centro del paese e sono un nucleo
abitato importante, ma non hanno
la caratteristica del borgo.
La borgata più grande e più antica è invece Massovrana, considerata il centro storico di Badi. Vi
si trovano infatti fabbricati molto
antichi con una disposizione del-
le case ed un’urbanistica tipicamente medioevali: edifici addossati gli uni agli altri, una torretta e
vie molto strette.
Altre borgate di una certa consistenza sono: Poggiomoreccio,
vicino al lago; l‘Agnedo, subito
sopra la chiesa; Casa Badino e
Casa Niccolo’, nelle immediate
vicinanze. Nella parte più alta del
paese si trovano Piamori e la Collina. Si tratta dei nuclei maggiori,
ma sparsi in tutto il territorio vi
sono ancora numerosi agglomerati formati da poche o da parecchie
case (Il Casellino, Cà di Lorenzo,
L’Uccellaia,ecc.).
Sul fianco occidentale sono dislocati tre borghi abbastanza consistenti (il Poggio, Moscacchia e
il Poggiolino) a qualche km dal
centro. Diversi piccoli borghi si trovano sul versante orientale,ma più
in alto e sono denominati nel loro
complesso : Monte di Badi.
In agosto a Badi:
Mercoledì 3 Agosto: ore 12,30 FESTA DI BORGATA A PIAMORI
all’ombra di castagni secolari
Gastronomia e Musica con PAGLIUCA (il virtuoso della fisarmonica).
Sabato 6 Agosto: ore 19,30 - Sagra “POLENTA E CINGHIALE”, ore
17
21,15 - Serata danzante con l’orchestra “PAGLIUCA/BETTOCCHI”
Mercoledì 10 Agosto: ore 19,30 FESTA DI BORGATA AL POGGIO
DI BADI, Grigliata di carne, durante la serata: “ANGEL SHOW”.
Sabato 13 Agosto: ore 09,30 - Sul
sagrato della Chiesa parrocchiale
- “IX ANNO DEI BABY MADONNARI” di Badi. Ore 19,30 - SAGRA
DELLA PASTA FRITTA - ore 21,15
- Serata Danzante con “ANDREA
E GLI AMICI DELLA NOTTE”.
Lunedì 15 Agosto: ore 15,00 Parco Perio “Festa dei bambini e del turista” con il “CLOWN
BOLLA”. Distribuzione zuccherini
montanari.
Mercoledi 17 Agosto: ore 12,30
- Festa di borgata al “MONTE
DI BADI” SAGRA DELLA PORCHETTA. Pomeriggio spettacolo
a sorpresa.
Sabato 20 Agosto: ore 19,30
- Sagra del “PESCE FRITTO
DI MARE”, ore 21,15 - Serata
danzante con “PAGLIUCA/BETTOCCHI.
il castagno secolare Castrola: il vecchio ponte
Si erge solitario sulla sommità di
un ripido e scosceso poggio un
piccolo borgo in rovina: Castrola,
località di Castel di Casio.
Anticamente era un importante
fortilizio e faceva parte del feudo
della Contessa Matilde di Canossa. Ai piedi del poggio, in una profonda gola, scorre tra grossi macigni il torrente Limentra di Treppio.
Fino dal 1389 si ha conoscenza di
un ponte che univa le due sponde della Valle del Limentra ed
apparteneva alla famosa Abbazia
di Montepiano. Il ponte non solo
serviva da transitoagli abitanti della valle, ma accoglieva tutti i viandanti che percorrevano l’arteriastradale che da Panico si inoltrava
per Grizzana - Vimignano-VigoCarpineta-Castrola-Casio.
Percorrendo il fiume Limentra, in
località Castrola, per godersi un
po’ di fresco e di pace a contatto
con la natura si arriva ad un laghetto artificiale per la pesca.
A proposito di Castrola è indispensabile citare alcuni cenni
di storia del famoso ponte sito
Gli zuccherini montanari
Questi biscotti venivano confezionati nella classica forma ad anello
e distribuiti come bomboniere per
cerimonie quali: battesimi, comunioni, cresime, e perfino per i matrimoni, a coppie di due legati con
un nastro bianco. Vi assicuro però
che la ricetta autentica è questa.
Vi consiglio di provarli perché
sono una libidine!
Ingredienti per 4 porzioni:
500 g di farina
200 g di zucchero
3 uova
1 bustina di lievito per dolci (o di
cremor tartaro)
80 g di olio di semi di girasole(o
di oliva)
10 g di latte intero fresco
6 g di semi di anice (2 cucchiaini)
1 pizzico di sale
baccello di vaniglia (opzionale)
Per la glassatura:
300 g di zucchero semolato
150 g di liquore all’anice (anisetta
o sassolino)
30 g di farina 00 (1 cucchiaio e ½)
Preparazione:
Si mescolano in una ciotola abbastanza grande le uova con lo
zucchero, montando leggermente il composto con una frusta. Si
aggiunge la farina ben setacciata,
l’olio di semi di girasole, il latte, i
semi di anice, un pizzico di sale,
una bustina di lievito chimico (va
bene il cremor tartaro, dose per
mezzo chilo). Si lavora con un
cucchiaio di legno fino a che il
composto è omogeneo.
L’impasto, a piccoli pezzi, si arrotola con le mani ben infarinate su
un tagliere, formando un budellino
di circa mezzo cm di diametro, che
si taglia ad una lunghezza di 1012 cm e si arrotola a ciambellina.
Le ciambelline si mettono su una
teglia ricoperta di carta da forno,
un po’ distanti tra loro, perché con
la cottura si gonfiano.
Si cuociono per circa 15 minuti nel
forno preriscaldato a 170°C, poi si
fanno raffreddare bene.
Per la glassatura si stemperano in
una padella molto grande (se non
è molto grande si dividono le dosi
e si glassano le ciambelline in più
riprese) lo zucchero semolato con
il liquore all’anice (io lo eviterei) e la
farina. Si mette la padella sul fuoco
e si fa scaldare finché tutta la su-
in questo luogo.
Il ponte anticamente fu costruito attorno all’anno 1000 ed
era una via di comunicazione
importantissima, da e per Bologna e per la Toscana pistoiese,
lucchese e pisana.
della Toscana per imbarcarsi per
la Terra Santa.
Il medievale borgo fortificato al
poggio di Castrola fu costruito
probabilmente a difesa proprio
di questa importante via di comunicazione.
Nel periodo compreso tra il secolo XII e la metà del XIII vi era
un grande afflusso di crociati che
attraverso queste strade e questo
ponte si dirigevano verso i porti
Il ponte che vediamo attualmente è quello rifatto nel 1851
su disegno di L. Lorenzini con
i resti del sovrastante fortilizio
duecentesco.
perficie non comincia a fare abbondanti bollicine, quindi si immergono
gli zuccherini, agitando la padella e
mettono ad asciugare su un foglio
di carta da forno, distanti tra loro e
rigirandoli ogni tanto.
mescolando delicatamente con un
cucchiaio di legno perché la glassa
ricopra uniformemente gli zuccherini. Si continua finché la glassa non
viene tutta assorbita, poi si tolgono dalla padella gli zuccherini e si
Meglio non consumarli subito, ma
dal giorno successivo, quando la
glassa si è indurita per bene.
Si possono conservare anche
fino a 20 giorni dentro una scatola di latta.
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1 Agosto 2011
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Dall’Unità alla Costituzione, al Palazzo Comunale
negli anni della grande guerra
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(prima parte)
1914. Scoppia la Grande Guerra e con essa si chiude la Belle Epoque, quella stagione di
circa 40 anni, caratterizzata da
un notevole progresso scientifico e tecnologico, dal deciso
incremento della produzione industriale e del commercio, dal
miglioramento delle condizioni
economiche e della qualità della vita, da ottimismo e fiducia
nell’uomo e nella vita. Una vera
e propria euforia contagiante
tutto e tutti. Un quadro idilliaco
che verrà tragicamente spazzato via, nel giro di pochi mesi, da
quella orrenda e assurda macelleria che prende il nome di I
Guerra Mondiale.
Fu una guerra totale che coinvolse l’intera società: la più grande
esperienza di massa mai vissuta fino a quel momento. Costò la
vita a 9 milioni di soldati e a un
numero quasi equivalente di civili. Causò il disfacimento di tre
imperi (tedesco, austro-ungarico, ottomano) e il conseguente
ridisegno della mappa geopolitica. Favorì rapide trasformazioni
sociali: le donne entrano a pieno
titolo nel mondo del lavoro per
sostituire gli uomini chiamati al
fronte; lo sviluppo dell’industria
bellica sposta manodopera dalla
campagna alla città, favorendo
quel processo di urbanizzazione che crescerà, assieme allo
sviluppo industriale, nella seconda metà del ’900; la famiglia
patriarcale entra in crisi, per
l’assenza degli uomini e la cre-
scente autonomia delle donne;
le generazioni più giovani tendono a staccarsi dalle tradizioni e
ad assumere atteggiamenti più
liberi e anticonvenzionali.
Bologna si trovava in posizione strategica rispetto al fronte
italo-austriaco e divenne punto
nevralgico dell’organizzazione
bellica di retrovia. Dal suo nodo
ferroviario transitavano truppe e
materiali diretti al fronte di guerra. Inoltre offriva servizi essenziali: era sede di stabilimenti che
fornivano all’esercito munizioni
(Reale Laboratorio Pirotecnico)
e scatolette, prodotto fondamentale nell’alimentazione del
soldato per la sua evidente praticità (Carnifico di Casaralta) e
che impegnavano 16.000 operai
con fortissima presenza femminile; era sede dell’Intendenza
Generale dell’Esercito (ufficio
preposto
all’amministrazione
economica e logistica); dell’Ufficio Centrale per le Notizie alle
famiglie dei militari di terra, contenente uno schedario di tutti i
soldati italiani, in cui operavano
350 tra volontari e volontarie
all’interno, mente un esercito
di “dame visitatrici” (volontariato espresso esclusivamente da
donne che recavano conforto ai
familiari dei mobilitati e ai soldati
stessi, quando erano ricoverati
negli ospedali) raccoglieva notizie su feriti e morti, presso gli
ospedali territoriali e le trasmetteva alle autorità competenti;
del servizio di smistamento po-
stale e degli uffici della censura.
Bisogna ricordare che all’epoca,
la corrispondenza di qualunque
tipo era sottoposta a ferrea censura militare, per evitare che venisse espressa la sofferenza dei
soldati, quanto quella delle famiglie o che venissero divulgati
episodi di guerra che andavano
taciuti: la guerra doveva essere considerata evento nobile e
glorioso di liberazione, mantenere il morale alto e l’adesione
della popolazione totale. Tutta
la posta veniva aperta, era controllato minuziosamente anche
l’interno della busta. Apposite
commissioni militari e civili cancellavano con inchiostro di china
frasi non concesse di lieve entità, ma in presenza di frasi gravi
bloccavano la corrispondenza e
segnalavano il fatto alle autorità
militari. In una cartolina del 1918
un militare scrive ai familiari di
non poter trattare certi argomenti e si raccomanda di moderare
le espressioni per non incorrere
in sanzioni.
Altra opera meritoria svolta da
Bologna negli anni del conflitto
è quella dell’accoglienza e cura
dei soldati feriti. Questi, trasportati da treni-ospedale, arrivano
in stazione e ricevono una prima
accoglienza in un magazzino
ferroviario adibito a infermeria,
da qui vengono spostati nei vari
ospedali cittadini, trasportati da
carrozze della linea tranviaria,
modificate con barelle di ferro
e tela. Ospedali di riserva sono
allestiti negli edifici universitari,
nelle scuole, nel Seminario e in
immobili requisiti ai privati. Nel
16, fuori Porta Lame sorge il Baraccato, un edifico provvisorio a
sette padiglioni,destinato ai feriti
(negli anni 20 si riempirà di poveri e diverrà campo d’azione di
un giovane padre Marella).
L’Istituto Ortopedico Rizzoli crea
nuovi spazi per ospitare gli infermi e diventa con le sue Officine
Ortopediche il maggior centro
italiano di produzione di arti artificiali, apparecchi per mutilati,
strumenti chirurgici.
Nel 1915 apre la Casa del Soldato, in via S. Vitale, dove concerti e spettacoli allietano i militari feriti e si presta assistenza di
ogni tipo, anche legale. Nel 1916
nell’attuale Piazza Trento e Trieste nasce la Casa di Rieducazione Professionale per mutilati e
invalidi con l’obiettivo di recuperare i soldati mutilati, attraverso
corsi di formazione professionale
che avrebbero garantito il ritorno
a casa dopo aver appreso un
mestiere, con la possibilità concreta di trovare lavoro. Più di 600
militari sono rieducati professionalmente con corsi che vanno dalla sartoria, falegnameria,
calzoleria, allevamento conigli,
bachi da seta, api, alla telegrafia
Morse e dattilografia.
(Continua sul prossimo numero)
Ugo De Santis
Festeggiando il 150° dell’Unità
d’Italia, San Giovanni in Persiceto
ha allestito, all’interno del Palazzo
Comunale, una mostra dal titolo:
“Persiceto dall’Unità alla Costituzione. I persicetani per l’unità e
l’indipendenza nazionale, la democrazia e la giustizia sociale”.
Creata da Mario Gandini, professore e direttore della Biblioteca del comune, illustra il contributo dei persicetani alle battaglie risorgimentali e
alle lotta per la democrazia fino alla
Costituzione Repubblicana.
Vista la scarsa reperibilità dei materiali, si è attinto dall’Archivio storico
comunale, scegliendo documenti,
primo ’900 contro la violenza fascista, nonché la riproduzione di
due delle numerose schede del
casellario politico intestate ad antifascisti persicetani.
Le ultime due sezioni riguardano rispettivamente gli anni 19431945 e il 1946-1948.
Ampio spazio è dato al periodo
dell’occupazione tedesca e della resistenza con l’importante manoscritto
dei rapporti redatti dai fratelli Marzocchi sulle azioni partigiane compiute
nei dintorni di San Giovanni.
La mostra si conclude con fotografie riguardanti le prime elezioni
del dopoguerra. Occupa il posto
illustrazioni e oggetti conservati
nella Biblioteca “G.C. Croce”.
La mostra percorrendo le fasi più
importanti del periodo che va dal
1861 al 1948, è stata, per coerenza
e praticità, suddivisa in tre sezioni.
Tra gli eventi del primo decennio
dell’Unità Nazionale si ha un’ampia documentazione della prima
tipografia aperta a San Giovanni,
lettere e scritti sulla rivolta del gennaio del 1869 conto la “tassa sul
macinato” oltre a due divise garibaldine appartenenti a dei discendenti diretti di Persiceto.
Manifesti, periodici e articoli vari,
documentano la lotta politica, sociale e le battaglie elettorali del
centrale un manifesto dei monarchici, dove relative copie di schede elettorali dell’epoca, mostrano
che la stragrande maggioranza
dei cittadini votò a favore della
Repubblica.
Ad aprire la mostra il 22 febbraio
scorso è stato Gianfranco Fini, presidente della Camera, che ha incontrato anche gli studenti degli istituti
superiori “Malpighi” e “Archimede”.
Ricordiamo che la mostra è aperta al Palazzo Comunale fino al 4
dicembre 2011, gli orari d’apertura
sono: lunedì, mercoledì e venerdì 8.30-14.30, martedì e giovedì
8.30-18, sabato 8.30-13.30
Marcello Cominelli
SITI WEB
VIRTUAL COOP
Cooperativa Sociale
ONLUS
BNB
Eventi
1 Agosto 2011
19
Cinema e arte orientale Turisti non a caso in Bielorussia
Anche quest’anno, proseguendo
un’esperienza già affrontata positivamente nelle scorse edizioni, il
Servizio Città per tutti del Comune
di Venezia, in collaborazione con
l’Ufficio EBA (Eliminazione Barriere
Architettoniche) del Comune stesso e la redazione di «DM», rivista
nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), sta predisponendo, in occasione della Sessantottesima Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, prevista dal 31 ago-
sto al 10 settembre prossimi, un
pieghevole informativo, con varie
notizie sull’accessibilità, i percorsi, i
parcheggi e le sale dell’evento.
Un’isola d’arte europea si installa a Minsk
Il documento sarà disponibile intorno alla fine di agosto, presso il
sito del Servizio Città per Tutti.
Sempre a Venezia, un’altra interessante iniziativa è già stata attivata
e sarà disponibile sino alla fine di
novembre. Si tratta di un servizio
di visite guidate al Museo d’Arte
Orientale di Ca’ Pesaro, dedicato ai
visitatori ipovedenti e non vedenti.
In sostanza, è possibile concordare, su prenotazione, una visita
mediante esplorazione tattile.
Per ulteriori informazioni generali:
Servizio Città per Tutti del Comune di Venezia, tel. 041.2748144
(Venezia), 041.9655440 (Mestre).
[email protected]
Dal 4 al 24 agosto l’associazione
bolognese rappresenta l’Italia nello scambio internazionale “European Islands” dedicato all’arte e
all’architettura, con la costruzione
di una scultura che rivisita la “Torre
di Babele” e workshop su società
e politica dell’Europa unita
Opere artistiche e architettoniche
concepite da un team di giovani per dare uno slancio internazionale alle piazze delle capitali
europee. È questo l’obiettivo di
“European Islands”, il progetto
itinerante che coinvolge Germania, Italia, Lituania, Bielorussia,
Russia, Ucraina e Polonia in una
serie di scambi culturali e creativi
dedicati agli spazi pubblici del vecchio continente. Al meeting 2011,
in programma dal 4 al 24 agosto
in Bielorussia, partecipano cinque
italiani dell’associazione bolognese Turisti non a caso.
Tra le attività in cantiere, la costruzione di una scultura-installazione che rivisita la leggendaria
“Torre di Babele” in stile decostruttivista, che sarà esposta nella capitale bielorussa Minsk. L’opera, concepita in Germania nel
corso dell’edizione 2010 di “European Islands”, sarà realizzata
dai 35 ragazzi rappresentanti di
sette associazioni provenienti da
ciascuno dei Paesi coinvolti nel
progetto.
Turisti non a caso promuove il turismo dinamico come strumento
di conoscenza e consapevolezza nell’incontro tra le culture del
mondo: l’associazione bolognese
ha all’attivo un progetto sulla Romania, concluso dopo tre viaggi
realizzati a partire dal 2009. In
cantiere un’iniziativa di turismo dinamico in Marocco, il “Marrakech
express”, da cui nasceranno un
format video a puntate e un reality
sullo scambio culturale.
Per informazioni:
Associazione culturale Turisti non
a caso, tel. 3402697086
www.turistinonacaso.org,
[email protected]
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Due servizi a Venezia all’insegna dell’accessibilità
20
Eventi
BNB
1 Agosto 2011
rockabilly alla fiera di san Lazzaro
Il 5 e 6 agosto si terrà l’8a Motorcycle
Gang Jamboree, nell’ambito della
celebre Fiera di S. Lazzaro di Savena alla sua 181a edizione, evento
musicale, motoraduno e autoraduno, organizzato da X-Factory Gang,
ad entrata libera. Un ritorno ai primi
anni ’50 e ad un movimento culturale
e musicale giovanile di quel periodo,
il rockabilly. La musica rockabilly è
una fusione di R&B, blues e country
che ebbe tra i suoi maggiori interpreti Elvis Presley, Jerry Lee Lewis e
Chuck Berry ed è la base del moderno rock. Nato negli stati americani
del sud, rurali, razzisti, rozzi e puritani (es. la bandiera confederata come
simbolo identificativo che campeggia
su molti giubbotti), fondamentale per
la sua formazione dei caratteri classici
del rockabilly fu un famoso spettacolo del Tennessee: il “Saturday night
jamboree”. Manifestazione creata da
Joe Manuel, star della radio negli anni
’30 e ’40. Manuel iniziò lo spettacolo
all’Auditorium dell’Istituto Goodwin
nel centro di Memphis nel 1953, con
un amico e i loro gruppi e presto fu
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Gelati e Biciclette in tour
Tutti i mercoledì feriali d’estate: serate allegre in bicicletta. Conoscere
i migliori maestri gelatai bolognesi
percorrendo le piste ciclabili di Bologna e dintorni. Questo e l’obiettivo di “Gelati e Biciclette” 2011 (8°
anno di iniziativa) appuntamenti
serali nella calda estate Bolognese, due ore in allegria con partenza da Piazza Maggiore. Ogni sera
seguendo un fil rouge diverso, che
lega le gelaterie e le piste ciclabili,
verranno sottoposte a un test dai
buongustai bolognesi due gelaterie
situate nei pressi delle piste ciclabili e raggiungibili serenamente da
chiunque in bicicletta (con qualsiasi
bicicletta, purché in ordine con le
luci anteriori e posteriori).
Il ritrovo è a Bologna in Piazza
Maggiore alle 20.15 con partenza
alle 20.30. Obbligatorio: luci funzio-
raggiunto da molte altre band. Ma
non si occuperà solo di musica l’avvenimento sanlazzarese, infatti durante tutta la manifestazione saranno
presenti anche stand gastronomici,
stand della birra, modernariato anni
’50 e ’60, abiti vintage, dischi d’epoca,
tattoo, pin striping, spray decorations,
accessori auto e moto e abbigliamento Biker. Oltre alla partecipazione di
centinaia di motociclette, auto americane d’epoca e Maggiolini Wolkswagen, vi saranno bands provenienti da
tutta Europa e da Oltreoceano a dar
vita a questo bellissimo avvenimento,
riconosciuto a tutti i livelli in ambito
nazionale. Sarà ospite d’onore del
jamboree di quest’anno RAY CAMPI
“THE ROCKABILLY KING”.
Susanna Marzolla
nanti e giubbotto catarifrangente.
Per info contattare gli indirizzi del
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18.30 - 20.Giovedì ore 20. - 22.
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Burattini
a Bologna
Rassegna di teatro di figura “Puppet theatre” - Corte d’Onore di Palazzo d’Accursio
Piazza Maggiore - Centro Storico di
Bologna.
La città di Bologna custodisce una
tra le più antiche tradizioni legate al
teatro di figura. Già nel ’700 i burattini recitavano brevi farse a soggetto
che si andarono in seguito raffinando e perfezionando.
Nel secolo successivo, ’800 grazie alla famiglia Cuccioli e ai loro
allievi, il mestiere del burattinaio,
per antonomasia girovago, diventa stanziale. Figli della Commedia
dell’ Arte, i burattini bolognesi fanno
un uso sapiente del vernacolo petroniano miscelato, per quello che
concerne le altre maschere italiane,
a un ampio campionario di cadenze
dialettali, sempre alternate a interpretazioni in lingua italiana dei personaggi generici.
Accademia della Sgadizza.
Dalla collaborazione tra il decano
Maestro Burattino Romano Danielli, la compagnia Burattini di Riccardo e la Compagnia Fuori Porta nasce la “Accademia della Sgadizza”.
Istituzione che raccoglie i maggiori
esponenti delle compagnie di animazione tradizionale tuttora attive in
Bologna e che si sono distinte nel
tempo sia per il percorso artistico
legato con dovizia alla tradizione
petroniana, sia per la discendenza
artistica e la frequentazione diretta dei grandi maestri burattinai del
passato.
Il fine di tale istituzione è promuovere attività di ricerca e perfezionamento.
Il programma:
Giovedì 4 Agosto 2011 ore 20.45 La
malattia di Sandrone.
Compagnia Alessandro Barberini
Giovedì 11 Agosto 2011 ore 20.45
La prova del coraggio.
Compagnia Maestro Burattinaio
Romano Danielli.
Giovedì 18 Agosto 2011 ore 20.45
La fondazione della torre Asinelli.
Compagnia Burattini di Riccardo
Giovedì 25 Agosto 2011 ore 20.45
La fonte portentosa.
Compagnia i Burattini dei Ferrari
Info: [email protected]
www.burattinidiriccardo.it
c’entrianchetu?
c’entroanch’io
ristorno 2009. scegli tu quanto donare
sostieni i nuovi Progetti di solidarietà nel tuo territorio.
Dal 14 giugno 2010 arriva il ristorno per i soci di Coop Adriatica.
Puoi devolverlo in tutto o in parte – anche solo 1 euro – alle
iniziative selezionate con “C’entro anch’io” 2010-2011. Compila
e consegna alle casse il promemoria allegato al mensile
Consumatori. L’elenco completo dei progetti è in tutti i punti
vendita o su www.adriatica.e-coop.it
Poco da tutti Può essere tanto Per molti.
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1 Agosto 2011
Ermafrodite Armoniche Tre Bicchieri
Il contralto nell’Ottocento di Marco Beghelli e Raffaele Talmelli
Il contralto è morto. O forse no:
semplicemente cerchiamo oggi
ciò che non è, rigettiamo ciò che
sarebbe. L’ascolto delle pionieristiche registrazioni di contralti attivi negli ultimi anni dell’Ottocento ci
rivela voci di inimmaginabile ambiguità sonora: baritonaleggianti
al grave, sopranili in acuto, senza
nessun tentativo di mascherare lo
scarto di registro ed anzi sottoli-
neando le differenze con effetti da
jodel. Dilettanti? Eppure furono le
voci predilette da Wagner e SaintSaëns, Strauss e Toscanini!
Risalendo i decenni, scopriamo
che l’appellativo audace di ermafrodite armoniche era stato speso
con la più alta ammirazione per
cantanti del calibro di Maria Malibran e Marietta Alboni, mentre
emissioni baritonali furono apprezzate in castrati come Farinelli,
Carestini, Pacchierotti, Marchesi.
Il Novecento ha però spazzato via
l’androginia della “voce doppia”, la
tradizione operistica del “contralto
sopranile”, preferendo il mezzoso-
prano d’estensione più contenuta
ma omogenea, con acuti sonori e
ben “coperti”, note gravi prive di
eccessive risonanze “di petto”. E i
“veri” contralti che hanno tentato di
riproporre in pubblico il dualismo
vocale naturalmente presente nella loro voce sono stati emarginati
dalla vita teatrale.
Documenti sonori (nel Cd allegato) e verbali (tante testimonianze
d’epoca) s’intrecciano in questa
trattazione assolutamente originale, che porterà il lettore (nonché
ascoltatore) a dischiudere i segreti
di un mondo solo apparentemente
perduto.
Ermafrodite Armoniche: il contralto nell’Ottocento di Marco Beghelli
e Raffaele Talmelli:
pagine VIII+216 con numerose
illustrazioni+CD allegato, euro
25,00.
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Incontri di mare
Teatro, cinema, gastronomia, lirica, veleggiate,
mostre, rievocazioni storiche, spettacoli
Spiagge, mare, porti, canali,
marinerie e centri storici di sette
Comuni della costa dell’EmiliaRomagna sono il palcoscenico
naturale della manifestazione
“Incontri di mare”, il cartellone di
eventi spettacolari e culturali in
programma fino al 25 agosto.
Anche per il 2011, il programma
è promosso dall’assessorato al
Turismo della Regione Emilia-Romagna e dai Comuni di Comacchio, Cervia, Cesenatico, Bellaria
Igea Marina, San Mauro Pascoli,
Riccione e Cattolica.
Ogni Comune metterà in risalto la
propria vocazione artistica e marinara. A Comacchio e nei suoi lidi
sarà raccontata da concerti dedicati alla musica etnica, ma anche
da danza, eventi storici e cinematografici.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.
Il cartellone è sul sito:
www.incontridimare.it
Eventi
2-3-4 SETTEMBRE: I 3 BICCHIERI LAKE ROCK CONTEST
(seconda edizione)
Dopo il successo della prima edizione, torna il contest rock targato
I 3 BICCHIERI.
Diversi gruppi si sfideranno per
aggiudicarsi il premio finale: un
soggiorno per ogni componente
della band vincitrice!
A votare sarà il pubblico che, all’interno dei 3 giorni di manifestazione, potrà esprimere una sola
preferenza previa esibizione del
documento di identità.
16-17-18 SETTEMBRE
In occasione della rievocazione
storica de IL BARBAROSSA
LA CONTRADA DEI LAGHI ET LA
LOCANDA I 3 BICCHIERI PROPONGONO
LA TANA DEL BARBANERA
è in arrivo l’evento musicale
dell’anno: RICKY PORTERA IN
CONCERTO!!!
Ricordiamo inoltre che i 3 bicchieri, nel periodo estivo, non effettuano il giorno di chiusura settimanale e sono quindi aperti tutte le sere
e la domenica anche a pranzo... e
soprattutto NON CHIUDONO PER
FERIE!!
I 3 BICCHIERI - tel. 051.851023
[email protected]
Premio di
Narrativa
CEFA-Chakula
Sono aperte le iscrizioni al Premio di Narrativa CEFA-Chakula
2011. Dopo l’ottimo esito dello
scorso anno, anche per il 2011
CEFA promuove la seconda
edizione del premio di narrativa
nato per favorire la sensibilizzazione sul tema del cibo (chakula
in lingua Swahili), fonte primaria
per l’esistenza stessa e la qualità della vita delle persone e, al
tempo stesso, sulle situazioni di
malnutrizione e di lotta alla fame
nei paesi in via di sviluppo.
La forza della narrativa unita
all’impegno di CEFA Onlus e di
quanti credono nel valore della cooperazione tra i popoli per
costruire insieme una nuova
stagione di speranza per l’intera
umanità. Tutti gli elaborati dovranno pervenire al CEFA entro
il 10 novembre 2011. I racconti
vincitori nel 2010 sono pubblicati
nel sito del CEFA.
Per informazioni, rivolgersi a:
E-mail: [email protected]
(indicare nell’oggetto: concorso
letterario 2011)
oppure telefonicamente:
051.520285 (ore 9-18)
21
Budrio Estate 2011
Martedì 2 - Arena Cinema Ingresso Via Marconi, 41 Budrio
ore 21 - Che bella giornata di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, Nabiha Papaleo, Ivano Ma-
(adiacente ex Beca) Prunaro - Grigliate di Ferragosto - Organizzate
da Prunaro Club A. R. con la collaborazione della Proloco di Budrio
e Circolo ANSPI di Prunaio. L’in-
rescotti, Tullio Solenghi, Annarita
del Piano e altri. Commedia 2011
Ingresso: 5.00 euro
Sabato 6 - Portici di San Lorenzo
Via Bissolati Budrio, dalle ore 21
Aspettando San Lorenzo - Sarde
alla griglia e patatine fritte. A cura
della Proloco di Budrio.
Mercoledì 16 - Partenza da Piazza Filopanti ore 21 - Biciclettata di
San Lorenzo sotto le stelle - a cura
di Pro loco di Budrio
Info 051.1802888 per luogo di ritrovo e ora di partenza.
Da Venerdì 12 a Martedì 16 Nuova area aggregativi e sportiva
casso netto della manifestazione
sarà devoluto a Fa. Ne. P (Famiglie Neurologia Pediatrica - Bologna).
Giovedì 25 - Torri dell’acqua Budrio. Via Benni, 1
Concerto di Andrea Padova. Pianoforte. “Music for Piano. After the
Symphonic Poem Les Preludes by
Liszt” del compositore turco Fazli
Orthun Orhon. Serata realizzata
da Emilia Romagna Festival.
Da Venerdì 26 a Lunedì 29 - Parrocchia Pieve di Budrio.
Via Pieve, 1 - Festa d’Estate Sagra parrocchiale Pieve di Budrio
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ingresso con tessera € 5,00.
Curiosità: il segreto del chiostro di
San Francesco.
Nell’antico refettorio del convento del Chiostro di San Francesco (XV secolo), durante lavori
di ristrutturazione nel 1995, è
venuto alla luce un grande affresco raffigurante un’Ultima
Cena. Si tratta di un’opera di
grandi dimensioni (oltre 6 metri di lunghezza) databile con
tutta probabilità tra la fine dell
’500 e l’inizio del ’600. Il dipinto presenta caratteri stilistici e
cromatici che rimandano a modelli veneti (il primo Tintoretto)
ed orientaleggianti. Il dipinto è
rimasto segreto per anni e proprio grazie ad un’intercapedine,
che lo nascondeva ma che lo
proteggeva anche, è giunto intatto sino a noi.
Buone Notizie Bologna mensile.
N. 19 distribuito il 1 agosto 2011
Registrazione c/o Tribunale di Bologna
n. 8003 del 01/10/2009
Proprietà:
Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS
Viale Lenin, 55 - 40138 Bologna
Tel. 051.533106 - Fax: 051.530761
www.virtualcoop.net
Redazione c/o Virtual Coop
Direttore Responsabile: Maurizio Cocchi
Redattore Capo: Marco Negri
Ufficio Stampa: Giuseppina Carella
www.buonenotiziebologna.it
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Stampa: Galeati Industrie Grafiche s.r.l.
Via Selice, 187/189 - 40026 Imola (Bo)
www.galeati.it
22
Lo sport
BNB
1 Agosto 2011
www.buonenotiziebologna.it
Motor Show 2011 UNICREDIT RUN TUNE UP 2011
Il “Motor Show”, il Salone Internazionale dell’Automobile torna per
la sua 36a edizione a BolognaFiere dal 3 all’11 dicembre 2011. La
manifestazione motoristica petroniana avrà il tradizionale prologo
giovedì 1° dicembre con la prima
giornata dedicata alla stampa, ve-
delli. L’attività di comunicazione e
PR è iniziata invece a Colonia con
l’”Automotive News Europe Congress” tenuto il 29 e 30 giugno di
cui il Motor Show di Bologna è stato tra gli sponsor. Il “Motor Show”
replicherà all’interno del padiglione 30 il focus “Electric City powe-
nerdì 2 dicembre sarà riservata a
stampa ed operatori economici,
mentre il 3 dicembre ci sarà l’apertura al pubblico. Sarà l’occasione
per la presentazione di numerose
anteprime e si conferma l’unica
vetrina italiana per tutte le novità
di un mercato, nella seconda parte
dell’anno, molto ricco di nuovi mo-
red by Enel”, l’iniziativa dedicata
al mondo della mobilità elettrica; il
layout del 2011 sarà la città del futuro messa in mostra in una originale ambientazione scenografica.
Nel 2010 sono stati 5.588 i test drive effettuati in 11 giorni di manifestazione solo per quanto riguarda
il prodotto elettrico.
A Bologna il 4 settembre si corre tutti assieme per la solidarietà
Una grande corsa per chi guarda
al cronometro e per chi semplicemente avrà voglia di attraversare
Bologna da “runner”, per 21 chilometri e 97 metri, scoprendola diversa e a misura d’uomo.
Questo sarà, il prossimo 4 settembre, la UNICREDIT RUN TUNE
UP, la “mezza di Bologna” che si
prepara a festeggiare la decima
edizione, con la regia di Celeste
Group e Asd Ghinelli. E sarà molto
altro: ad esempio l’occasione giusta, per due campioni di solidarietà, per proporre il loro messaggio.
Salvatore “Totò” Antibo tornerà a
Bologna, dopo la felice esperienza del 2010, per ricordare la sua
battaglia a favore della Lice (Lega
Italiana contro l’Epilessia), dopo
essere stato il primo atleta di vertice a render pubblica una malattia
che è sempre rimasta “nascosta”:
Antibo è uno dei grandi protagonisti della storia dell’atletica azzurra: un argento olimpico (Seul
1988, sui 10.000 metri), due ori e
un bronzo europei, il campione di
Altofonte detiene ancora il primato
italiano dei 5.000 metri, stabilito
proprio allo stadio Dall’Ara di Bologna. “Parlo di epilessia perché
sia vissuta nella normalità, senza
paure o vergogna. E lo faccio con i
giovani perché escano, corrano, si
divertano senza sentirsi “diversi” per
colpa di questo male subdolo”.
bis quest’anno a Roma, correndo
la 42 km. in 4:53:27. Ora Lorenzo
con un gruppo di amici ha dato vita
alla società VP 8.15, per correre
insieme con un’attenzione specia-
Lorenzo Lo Preiato è il “maratoneta con sei by-pass”. Bolognese,
determinatissimo, dopo l’intervento del 2004 non si è arreso, e insieme al suo cardiochirurgo, il professor Giorgio Noera, ha approntato
un progetto di rinascita che lo ha
portato a diventare maratoneta:
ha corso a New York nel 2010,
monitorato dal professor Noera
da una parte all’altra dell’oceano,
aprendo anche nuove frontiere
per la scienza medica. Ha fatto il
le alla solidarietà. I componenti del
gruppo (che porta le iniziali di via
Populonia, luogo di ritrovo per gli
allenamenti, e l’orario di partenza
degli stessi) si autotassano con un
quarto di euro per ogni chilometro percorso, devoluto a progetti
di solidarietà. Alla Run Tune Up
sosterranno la causa di Ageop,
che ha la necessità di acquistare la “casa” di via Siepelunga
nella quale sono ospitati i suoi
piccoli assistiti.
Clima e idratazione:
I consigli per l’estate
GARE PODISTICHE A BOLOGNA
del dott. Bargossi
NEL MESE D’AGOSTO
Quando l’umidità è molto alta impegnarsi nell’allenamento sia in attività
di tipo aerobico, come la corsa di
fondo e mezzofondo o aerobico e
anaerobico alternato come la lotta,
o in attività di intensità come nel sollevamento pesi cioè un allenamento
di potenza, diventa particolarmente
faticoso. In questa situazione alla
sudorazione, già abbondante indotta dal lavoro fisico, si somma la
difficoltà di disperdere il calore ambientale (nonostante la sudorazione
aumenti).
Si verifica dunque una importante
perdita di liquidi e di sali minerali,
qua corporea configurano una diminuzione della capacità termoregolatrice metabolica generale che
diventa netta riduzione della capacità muscolare se si raggiungono
perdite pari al 4%, e riduzione della forza con comparsa di crampi
se le perdite raggiungono il 6%,
sino a configurare il colpo di calore
e il collasso cardiocircolatorio per
perdite maggiori del 6%. Consideriamo che comunque in condizioni
di cosiddetto benessere termico
(una combinazione di temperatura
e umidità ambientale) per ogni minuto di un’attività a media intensità
Nella foto il dott Alberto Bargossi
con suo nipote Tommaso Banzi al Club Atletico Bologna
che rende maggiore la fatica; occorre quindi reintegrare le perdite
con una corretta e continua re/
idratazione. In assoluto si ricordi
che a ogni 1% di calo di peso da
perdita d’acqua si accompagna un
incremento della temperatura corporea variabile tra 0.1 C° e 0.4 C°.
con iniziale deficit delle prestazioni e di mantenimento dello stato di
equilibrio. Perdite del 2% dell’ac-
si perdono dai 40 ai 50 millilitri di
acqua attraverso la pelle e con la
respirazione.
Il primo consiglio è di non svolgere attività impegnative nelle ore di
maggior calore: in questa situazione la perdita li liquidi e elettroliti
(Sali) diventa importante e l’efficienza fisica subisce un crollo. Il
secondo consiglio è di idratarsi
continuamente durante la fase di
Lippo di Calderara
di Reno
05/08
Camminata
dell’Unità
Km 7
3474604378
Partenza ore 19.45
Rubizzano
in San Pietro
in Casale
06/08
Camminata
del Casone
Partigiano
6.25
051810814
Ore 18.15 (competitiva) ore
18.00 (non comp.)
Porretta Terme
07/08
61° Camminata
RM
13.4
3490070496
fax 0534.22589
Ore 9.00 da Piazza della
Libertà
Loiano
12/08
Camminata
dell’Unità
7
051367157
Ore 19.15
Bologna
14/08
Camminata sui
Colli Bolognesi
10
3338506123
fax 051.977171
Ore 08.30 da Parco Cavaioni
Baigno
di Camugnano
15/08
37° Camminata
di Baigno
10.2
3387064521
Ore 9.00 da piazza di
Baigno
Ozzano
dell’Emilia
21/08
19° Camminata
degli Alpini
13.34
051796153
Ore 08.30 c/o La Soldatiera
Budrio
26/08
Camminata
Festa d’Estate
7
3492532642
051.784374
Ore 19.15 c/o Parrocchia
di Pieve di Budrio
Marano di
Gaggio Montano
28/08
13° Stramarano
Verde
9
0534.47217
fax 0534.47264
Ore 9.00 da viale della
Chiesa
Bologna
28/08
15° Camminata
Parco Cà Bura
10
3391587241 fax
051321749
Ore 08.30 parco Cà Bura,
via dell’Arcoveggio
Marmorta di Molinella
28/08
Camminata del
Riso
7
3483109680
051.796117
Ore 19.00 c/o Centro
Sportivo
Bologna
01/09
Camminate
dell’Unità
7
3474209738
Ore 19.15 c/o Parco Nord
preallenamento, l’allenamento e
il recupero. Assunzione di liquidi
dunque, ma come?
L’apporto d’acqua e sali minerali, indipendentemente da esercizio fisico
e micro clima, deve esser pari a 1 ml
H2O/Caloria di alimento introdotto.
Conviene idratarsi con Acqua e sali
minerali per reintegrare le perdite.
Ma è opportuno bere ben prima
che si faccia sentire la sete. Lo sti-
molo della sete spesso è raccolto
dall’organismo in ritardo. L’ideale è
una bevanda fresca a temperatura
tra i 5C° e i 9C°, con pochi zuccheri
e con Sodio, Potassio, Magnesio.
In realtà molte delle formulazioni
commerciali destinate alla idratazione contengono anche zuccheri,
in combinazione tra loro, e variando tra saccarosio, fruttosio, maltosio ecc. Infine vorrei sottolineare
come sia sbagliata, in alcuni sport
di combattimento e non, la prassi
che spinge l’atleta e l’allenatore a
ricercare un miglior rapporto forza/
peso mediante una progressiva
restrizione dell’apporto calorico e
idrico sino ad una vera e propria
disidatrazione. Infatti in competizioni caratterizzate da impegni
agonistici subentranti le perdite
possono non essere reintegrate.
Emilia-Romagna
Ass. AnLaDi - Cell. 3396247452 - [email protected]
www.annulliamoladistanza.org/progetti/eritrea/camminiamo-insieme
Emilia-Romagna
Caro Negri… ti scrivo!
Caro Negri, vedo che (intellettualmente parlando) godi di buona salute tanto che, oltre che testi romanzeschi a getto continuo (liti a parte
inventate!), dedichi anche tempo ed
intelligenza alla lotta contro la guerra. Tempo (e spazio) sprecato. Leggiti, se ne trovi modo ed occasione,
donne che in alcune zone scarseggiano, tanto che in qualche famiglia
padre e figli devono spartirsi l’unica
donna di cui sono “fortunatamente”
in possesso.
Cordialità, ricordando i gloriosi e
remoti tempi di Radio Budrio.
un bel testo del francese Gaston
Bouthoul: ti farà capire che la guerra
ha sempre “accompagnato” l’uomo
e sempre lo farà. Al massimo cambiano sistemi e motivazioni. A queste considerazioni nel nostro tempo
va aggiunta la sovrappopolazione
del pianeta Terra: eravamo 2 miliardi poco prima dell’inizio della 2a
guerra mondiale ed ora siamo 7 miliardi o giù di lì. Nell’estremo Oriente
siamo già a conflitti per il “ratto” di
Leggere i “pezzulli” dell’amico Vincenti è sempre un piacere e mi fa
tornare decisamente più giovane.
Per chi non lo conoscesse, il Giuliano in questione, per anni ha fornito
“a gratis” notizie a profusione per i
notiziari giornalieri di Radio Budrio.
Parlo degl’anni settanta ed ottanta
ed i personal computer allora non
esistevano proprio. Devo notare
che l’amico Vincenti, tecnicamente
parlando, da allora proprio non si è
Giuliano Vincenti della Molinella
BNB
1 Agosto 2011
evoluto, continuando ad utilizzare
la vecchia macchina da scrivere ed
il bianchetto per le correzioni. Venendo al tema del tuo “pezzullo” e
ripromettendomi di leggere il testo
che mi hai indicato, non posso che
confermare ciò che ho scritto un
paio di numeri fa su BNB in merito all’abominio che rappresenta la
guerra. Poi capisco benissimo che
la mia battaglia ideale assomiglia
alla tipica vicenda di Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma se ci
si rassegna, sentendosi impotenti
o se si comincia a venir meno ai
propri ideali di una vita, che senso
ha continuare a sbattersi?
Tanto varrebbe dedicarsi alla briscola ed al tressette!
Meno male che in questa battaglia
pacifista mi trovo in nutrita compagnia, anche se farei decisamente a meno di qualche pericoloso
compagno di viaggio, capace di
rispondere alla prepotenza del potere costituito con la propria prepotenza verbale e non solo.
Preferisco, come riferimento ideale, ispirarmi al vecchio socialismo
di Filippo Turati, che fu contrario
all’entrata in guerra dell’Italia nel
primo conflitto mondiale, contrapponendosi all’interventismo attivo
di un certo socialista massimalista,
che si chiamava Benito Mussolini.
Marco Negri (detto al naigar)
La pagina
del lettore
23
Il gufo di Daniele
Mi chiamo Poli Daniele, vi mando una foto di un gufo (uccello difficile
da fotografare) che se volete la potete pubblicare nello spazio della foto
del mese. Sono appassionato di fotografia naturalistica. (nikon d300
obb.70-300). Grazie
www.buonenotiziebologna.it
Progetto
Camminiamo Insieme
La ricetta
del mese
Tinto de veramo
(tinto d’estate)
Ingredienti
(per 1 litro)
■ 50 cl di vino rosso
■ 50 cl di kas Limon o di Sprite
■ cubetti di ghiaccio
PREPARAZIONE
Mescolare vino e limonata, aggiungere un sacco di cubetti di ghiaccio
e degustare!!!
Se volete, potete aggiungere un
goccio di Martini rosso, ma senza
è più leggero.
Sostituendo la limonata con la
Coca cola, otterrete il Calimocho.
Alla tua salute!
Oroscopo
di Agosto
Le previsioni del Mago di Durbio
ARIETE
Per voi dell’ariete questo agosto
2011 sarà un mese ricco di molti
intrattenimenti e impegni. Nonostante il periodo sia di vacanza
per voi come per quasi tutti, avrete
sempre qualcosa da fare.
TORO
Il mese di agosto 2011 non poteva
che aprirsi bene per voi del segno
zodiacale del toro. Continuate con
un periodo in cui non potete sicuramente rimproverarvi nulla, un
periodo in cui va tutto o quasi per
il verso giusto.
GEMELLI
Il segno zodiacale dei gemelli vive
questo agosto 2011 con grande
esuberanza. Mai come in questo
periodo avete desiderato essere
sempre al centro dell’attenzione,
osservati dagli altri ed ammirati da
chi vi sta attorno.
www.buonenotiziebologna.it
CANCRO
Per voi del segno zodiacale del
cancro, questo agosto 2011 sarà
un periodo di transizione. Finiti i
periodi di incertezza che vi vedevano dubitare sul vostro futuro.
LEONE
Per voi del segno zodiacale del leone, agosto 2011 sarà il periodo giusto per cambiare aria. Questo agosto è senza dubbio il vostro mese.
VERGINE
Periodo di riflessione per voi del
segno zodiacale della Vergine,
questo agosto 2011. Arrivato dunque il periodo per fare il punto
sulla vostra situazione e decidere
quello che sarà giusto fare nel futuro prossimo.
BILANCIA
Per chi è nato sotto al segno zodiacale della bilancia questo agosto
2011 inizia forse un po’ in sordina.
Non vi siete ancora accordi che
questo è un periodo di vacanza.
SCORPIONE
Agosto 2011 proprio come voi del
segno zodiacale scorpione vi sareste aspettati. Da tanto eravate alla
ricerca di un periodo da dedicare alla
vostra famiglia e al vostro partner.
SAGITTARIO
Per voi del segno zodiacale Sagittario, questo agosto 2011 sarà un
periodo senza lode e senza infamia:
non molte le attività che vi vedranno
coinvolti, e spesso non troveranno
mai il vostro massimo entusiasmo.
CAPRICORNO
Non molto attivi voi del segno zodiacale capricorno in questo agosto
2011: l’esigenza di rilassarvi e di non
impegnarvi in quasi nulla farà da padrona in questo periodo estivo.
ACQUARIO
Un periodo molto attivo per voi
del segno zodiacale dell’acquario,
questo agosto 2011. Sembrerà
strano che in questo mese estivo
i vostri impegni siano forse superiori rispetto alla norma e agli altri
mesi dell’anno, ma sarà così.
PESCI
Agosto 2011 sarà per voi del segno zodiacale dei Pesci un periodo di riposo. State vivendo al meglio quest’estate 2011.