netcet venezia 8ott15

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NetCet Workshop
Città e Regioni per la conservazione e gestione di
cetacei e tartarughe marine
8 ottobre 2015 - Arsenale Torre di Porta Nuova, Castello, 30122 Venezia
La Rete regionale per la tutela delle tartarughe marine
dell'Emilia-Romagna e il progetto di estensione della rete ad altre Regioni
Attilio Rinaldi
Centro Ricerche Marine
Cesenatico
Struttura della Rete Regionale (Del. RER 21.05.’12, proroga 27.07.’15)
La Rete Regionale per la conservazione e la tutela delle tartarughe marine è così costituita:
- Regione Emilia-Romagna – coordinamento della Rete Regionale;
- Assessorato Ambiente e Agricoltura della Provincia di Rimini;
- Assessorato Ambiente e Agricoltura della Provincia di Ravenna;
- Assessorato Ambiente e Agricoltura della Provincia di Forlì/Cesena;
- Assessorato Ambiente e Agricoltura della Provincia di Ferrara;
- Fondazione Cetacea di Riccione – Centro di recupero, pagina 11 di 19 terapia e riabilitazione;
- Il Corpo Forestale dello Stato Servizio di Emergenza Ambientale;
- Guardia Costiera Porto Garibaldi - Nucleo di Pronto Intervento;
- Guardia Costiera di Ravenna - Nucleo di Pronto Intervento;
- Guardia Costiera di Rimini - Nucleo di Pronto Intervento;
- Associazione Archè onlus Ferrara – Struttura di Prima accoglienza;
- Guardia Costiera Volontaria di Ravenna – Struttura di Prima accoglienza ;
- Università di Bologna - Dipartimento Scienze mediche e veterinarie;
- Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell' Emilia Romagna;
- ARPA Struttura Oceanografica Daphne
- Centro Ricerche Marine di Cesenatico.
Obiettivi
a) coordinare e gestire le strutture di soccorso dislocate sul territorio regionale e potenziarne la
presenza;
b) avviare attività costanti di monitoraggio sullo stato di conservazione delle popolazioni di
tartarughe marine e sullo stato qualitativo dell’ambiente marino e dei loro habitat;
c) promuovere e condurre attività di ricerca e di conservazione delle specie;
d) creare una banca dati telematica regionale in collegamento con la Banca Dati Nazionale,
migliorando e perfezionando la raccolta dati e il successivo invio;
e) formare personale qualificato da coinvolgere nelle diverse attività intraprese dalla Rete
Regionale;
f) divulgare le azioni e le attività svolte dalla Rete Regionale;
g) coinvolgere e sensibilizzare tutti i soggetti che operano nell’ambiente marino e costiero;
h) instaurare collaborazioni a livello nazionale ed internazionale allo scopo di predisporre
azioni congiunte ed efficaci volte alla tutela delle tartarughe marine;
i) organizzare o partecipare a tavoli tecnici, workshop, seminari, congressi nazionali ed
internazionali al fine di aggiornare e diffondere le conoscenze in materia di tutela delle
tartarughe marine;
j) elaborare e produrre rapporti, studi e strumenti di comunicazione destinati agli operatori in
ambiente marino e costiero al fine di ridurre gli impatti antropici nei confronti delle specie in
oggetto e del loro habitat;
k) attivare azioni di sensibilizzazione ed educazione ambientale a livello scolastico e di tutti gli
operatori coinvolti nella problematica;
l) attuare le azioni prioritarie previste dal Piano di Azione nazionale per la conservazione delle
tartarughe marine e per la riduzione dei fattori di rischio.
Azioni prioritarie e modalità di intervento
1) recupero, soccorso, affidamento e gestione ai fini della
riabilitazione, manipolazione e rilascio in mare;
2) formazione ed informazione degli operatori delle strutture di
soccorso e dei pescatori, diportisti e di chiunque possa rinvenire in
mare e sulla costa esemplari vivi o morti;
3) ricerca scientifica ed interventi atti a ridurre i fattori di rischio di
origine naturale o causati direttamente od indirettamente da attività
antropiche.
4) Ricerca sanitaria e biologica sugli animali temporaneamente
ospedalizzati al fine del conseguimento di una maggior conoscenza
della specie e di migliori tecniche di cura.
Istituzione Tavolo di indirizzo e coordinamento
Gli Enti sottoscrittori stabiliscono di istituire un Tavolo di indirizzo e
coordinamento, coordinato dall’Assessore all’ambiente e alla riqualificazione
urbana della Regione Emilia-Romagna, o da suo delegato, da rappresentanti degli
Assessorati Regionali all’economia ittica ed alle politiche per la salute, e
composto da un referente individuato da ciascun Ente sottoscrittore del presente
Protocollo. Le parti si impegnano a nominare il proprio rappresentante entro 30
giorni dalla sottoscrizione del presente protocollo.
Compiti del Tavolo di indirizzo e coordinamento
Il Tavolo di indirizzo e coordinamento redige specifiche linee guida per la gestione
della salvaguardia delle tartarughe marine, nel rispetto della normativa nazionale
ed internazionale, ed in particolare con la normativa CITES e con le specifiche
Linee Guida redatte dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare. Sulla base del Piano Nazionale, il Tavolo predispone un Piano Operativo
relativo alle attività che la Rete Regionale intende condurre, contenente in
dettaglio le modalità e le tempistiche di realizzazione delle stesse e la
specificazione delle competenze di ciascun Ente sottoscrittore. Il tavolo indica gli
interventi da adottare con le indicazioni delle modalità, dei costi e delle relative
priorità necessarie per il funzionamento della Rete.
Regolamento contenente azioni da intraprendere in caso di
ritrovamento di Tartarughe e Mammiferi Marini
Art. 1. Oggetto e Finalità
Il presente Regolamento viene redatto ed approvato dalla Rete Regionale per
la conservazione e la tutela delle tartarughe e dei mammiferi marini (d’ora in
poi Rete), istituita il giorno 31 Luglio 2012 ed operante sul territorio della
Regione Emilia-Romagna.
La finalità è quella di applicare la normativa vigente in materia di recupero
delle tartarughe marine, nonché regolare le modalità del recupero di
esemplari di tartarughe marine ritrovate, vive o morte, da parte dei soggetti
che sono membri della Rete, e di divulgarle anche a tutti gli altri potenziali
portatori di interessi.
Le attività suesposte sono in ogni caso regolate dalla normativa vigente in
materia, come specificato al successivo art. 2.
Art. 3. Centri Referenti di zona
La Rete si avvale di tre centri di Primo Soccorso sul territorio della Regione
Emilia-Romagna:
•
l’Associazione Archè onlus, con sede operativa in Lido Scacchi, c/o
Camping Florenz - Ferrara;
•
la Guardia Costiera Ausiliaria, con sede a Ravenna in via Oriani 44,
operativa nel litorale ravennate e cervese;
•
la Fondazione Cetacea onlus, con sede a Riccione in via Torino 7/a,
operativa lungo il litorale cesenate e riminese.
La Rete si avvale inoltre di un Centro di Recupero e Riabilitazione, identificato
nell’ospedale delle tartarughe della Fondazione Cetacea con sede a Riccione, con
funzioni di coordinamento dei tre centri di primo soccorso.
Al fine di implementare le attività della presente Rete, è istituita presso la sede
della Fondazione Cetacea onlus un’apposita segreteria tecnico-operativa.
Art. 4. Azioni da intraprendere in caso di ritrovamento di tartaruga viva
Chiunque ritrovi una tartaruga marina, spiaggiata lungo il litorale marino, senza arrecare alcun disturbo o manipolare
in alcun modo l’animale qualora in vita, informa immediatamente l’Ufficio Marittimo/Capitaneria di Porto
competente per area e/o il Corpo Forestale dello Stato.
L’Ufficio Marittimo/Capitaneria di Porto e/o il Corpo Forestale dello Stato, allertano il Centro Referente di zona,
competente per area. Nel contempo l’Ufficio Marittimo/Capitaneria di Porto raccoglie le informazioni necessarie per
l’inserimento dell’evento dello spiaggiamento nella banca dati del Ministero dell’Ambiente. A tal fine si avvale delle
informazioni riferite dal segnalante o di quelle rilevate direttamente in situ dal Centro Referente di zona ovvero da
proprio personale.
- Spiaggiamento di un esemplare ancora in vita
Il Centro Referente di zona in precedenza attivato valuta lo stato dell’esemplare piaggiato e, se necessario, decide il
ricovero dello stesso presso il Centro di Recupero e Riabilitazione di Riccione, ovvero presso altra struttura
riconosciuta idonea.
- Spiaggiamento di un esemplare non in vita (carcassa)
Il Centro Referente di zona informa l’Ufficio Marittimo/Capitaneria di Porto e/o il Corpo Forestale dello Stato, sulla
necessità di effettuare esami scientifici (ad es. necroscopie) sulla carcassa; in tal caso comunica il prelievo della
carcassa ovvero, in caso contrario, la possibilità dell’’avvio della procedura di smaltimento da parte dell’Ufficio
Marittimo/Capitaneria di Porto. L’Ufficio Marittimo/Capitaneria di Porto, sia nel caso di spiaggiamenti di esemplari
in vita che di segnalazioni di rinvenimento di carcasse, inserisce l’evento nella banca dati nazionale del Ministero
dell’Ambiente, informando la segreteria tecnico-operativa della Rete (Fondazione Cetacea onlus) per l’estensione
delle informazioni a tutti i membri della Rete.
Art. 5. Tecniche e metodi da adottare per assicurare il benessere psico-fisico
dell’animale recuperato
…..........
Art. 6. Liberazione degli esemplari
………..
Art. 7. Definizione delle procedure dal ritrovamento al rilascio
………...
Schema di protocollo operativo inerente il ritrovamento di esemplari tartaruga marina
Grazie per l’attenzione