dimissioni on line, onere inutile e costosissimo

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dimissioni on line, onere inutile e costosissimo
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DIMISSIONI ON LINE, ONERE INUTILE E COSTOSISSIMO
Le dimissioni
Le dimissioni ogni anno
1.431.392*
di cui
…per abbandono del posto del lavoro 70 mila lavoratori
* fonte Ministero del lavoro
I possibili costi delle dimissioni on line*
Tipologia
Voce di costo
Numero di potenziali
destinatari
Costo definitivo
Lavoratori
Rivolgersi ai soggetti
abilitati alla trasmissione
del modello all’azienda per
conto del lavoratore costa in
media 15 euro
Procedere al licenziamento
per giusta causa del
lavoratore (per anzianità
fino a tre anni) per
abbandono del posto di
lavoro costa 1500 euro
Su una retribuzione non
superiore a 25.000 euro
l’anno, il costo del
trattamento di
disoccupazione su 24 mesi è
di circa 21.000 euro
700 mila è la stima di
coloro che potrebbero
rivolgersi ad un
soggetto abilitato
10,5 milioni di
euro
70 mila è la stima di
coloro che
abbandonano il posto
di lavoro
105 milioni di
euro
70 mila è la stima di
coloro che
abbandonano il posto
di lavoro
1,47 miliardi di
euro
Aziende
Stato
* fonte Fondazione Studi
Consulenti del Lavoro
Il 12 marzo prossimo entrerà in vigore la nuova disciplina sulle dimissioni
dei lavoratori che manderà in pensione il vecchio modulo cartaceo (per
evitare – è questa la logica seguita dal Legislatore - il fenomeno delle
dimissioni in bianco) e farà debuttare la nuova procedura telematica. Ogni
anno in Italia si dimettono circa 1,4 milioni di lavoratori. Cioè poco più del
10% dei lavoratori italiani. Questi i potenziali costi del provvedimento
elaborati per conto del Corriere della Sera secondo l’Osservatorio della
Fondazione Studi Consulenti del lavoro: 10,5 milioni di euro per i
lavoratori, 105 milioni di euro per le aziende, 1,47 miliardi di euro per le
casse dello Stato.
La novità nel Jobs Act
Il decreto legislativo 151/2015 attuativo della riforma del Jobs Act ha,
infatti, reso più rigide le regole relative alle dimissioni dall’azienda da parte
dei lavoratori. Di fatto, il dipendente intenzionato a lasciare il proprio posto
di lavoro non potrà più inviare una semplice lettera al proprio datore ma
dovrà compilare un modulo on-line. La procedura telematica è stata
disciplinata da un apposito provvedimento (il decreto ministeriale 15
dicembre 2015) che entrerà in vigore proprio il prossimo 12 marzo.
Cosa cambia per i lavoratori
Il lavoratore dovrà attivarsi per acquisire un apposito PIN dall’Inps, il cui
rilascio non avviene in tempi immediati. Inoltre, sarà necessario richiedere
anche una “username” e una “password” per accedere al portale
www.cliclavoro.gov.it. In alternativa, il lavoratore potrà rivolgersi ad uno
dei soggetti abilitati alla identificazione dei lavoratori e alla trasmissione
del modello per conto degli stessi (patronati, enti bilaterali, organizzazioni
sindacali, commissioni di certificazione). La stima di costo medio per avere
questo servizio è di 15 euro per ciascun lavoratore. Se solo il 50% si
rivolgerà ai soggetti abilitati, il costo per i lavoratori sarà di 10,5 milioni di
euro.
Le insidie per i datori di lavoro
C'è poi chi abbandona improvvisamente il posto di lavoro. Le stime di
questo fenomeno oscillano attorno al 5% delle dimissioni che avvengono
ogni anno: quindi 70.000 rapporti di lavoro che la legge lascia nella
completa incertezza poiché senza la compilazione del modulo on-line le
dimissioni non sono valide. Per questo motivo il datore di lavoro dovrà
licenziare il lavoratore per giusta causa, operazione onerosa visto che in tal
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caso è dovuto il c.d. ticket licenziamento che (per una anzianità fino a 3
anni) può arrivare fino a 1.500 euro circa. Quindi le aziende avrebbero un
potenziale maggior costo di 105 milioni di euro l’anno.
Ed infine lo Stato
Tramutare una dimissione (anche di fatto) in “licenziamento effettivo” per
maggiore certezza, determina per il lavoratore che abbandona il posto
anche il diritto alla indennità di disoccupazione (oggi denominata Naspi).
Su una retribuzione non superiore a 25.000 euro l’anno, il costo del
trattamento su 24 mesi è di circa 21.000 euro. Ciò significa che lo Stato
potrebbe essere chiamato a corrispondere a questi lavoratori una indennità
(su due anni) di 1,47 miliardi di euro.
La proposta risolutiva
Ripristinare il sistema della convalida delle dimissioni, metodo attualmente
in essere fino al prossimo 11 marzo: questa è la proposta risolutiva. Il
datore di lavoro, nel caso in cui il lavoratore non dovesse convalidare le
dimissioni online, gli invia una raccomandata con la richiesta di conferma
che diventa automatica nel caso di silenzio oltre i 7 giorni. “Si tratta di una
norma di buon senso – dichiara Rosario De Luca, presidente della
Fondazione Studi Consulenti del lavoro -, con la quale si potrebbero
evitare le nefaste conseguenze economiche della nuova normativa. Anche
se la soluzione migliore rimane l'abrogazione di un gravosissimo onere
introdotto per tutti ma efficace solo per un fenomeno più che residuale. Mi
auguro che la richiesta formulata nei mesi scorsi dal nostro Consiglio
Nazionale possa essere accolta”.
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