Studiare in età adulta - Un`indagine sulla
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Studiare in età adulta - Un`indagine sulla
INDICE PREFAZIONE ............................................................................................... 3 1. 1.1 1.2 1.3 CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE Premessa ...................................................................................................... 5 Finalità della ricerca ...................................................................................... 6 L’indagine alla luce delle riforme normative in merito all’Educazione degli Adulti ............................................................................................................. 8 2. METODOLOGIE DIDATTICHE PER L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 2.1 Le tre dimensioni dell’educazione degli adulti ............................................10 2.2 Linee evolutive della didattica per gli adulti ................................................12 3. I CORSI SERALI NEGLI ISTITUTI SUPERIORI DI TRIESTE 3.1 Note sullo sviluppo dei corsi serali a Trieste ..............................................16 3.2 Andamento delle iscrizioni negli istituti superiori serali della provincia ......17 4. METODI E STRUMENTI DELL’INDAGINE SUL CAMPO 4.1 Le interviste ai docenti dei corsi serali ........................................................20 4.2 L’indagine quantitativa: il questionario ........................................................22 5. 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 RISULTATI DELL’INDAGINE QUALITATIVA I.T.I. Alessandro Volta ................................................................................24 I.T.C. Gian Rinaldo Carli .............................................................................27 I.T.I.S. Tomaso di Savoia – Duca d’Aosta (Nautico) ..................................30 I.T. per le Attività Sociali Grazia Deledda ...................................................32 I. d’Arte Enrico e Umberto Nordio ...............................................................35 Sintesi conclusiva delle interviste ...............................................................37 6. RISULTATI DELL’INDAGINE QUANTITATIVA 6.1 Fasi della ricerca .........................................................................................40 6.2 Partecipanti alla ricerca: una descrizione socio-demografica ....................40 Gli studenti stranieri ....................................................................................41 6.3 Le motivazioni del “ritorno agli studi” .......................................................... 44 6.4 Le carriere scolastiche pregresse ...............................................................47 6.5 La condizione lavorativa .............................................................................49 6.6 Scuola e studio ...........................................................................................59 7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ............................................................63 APPENDICE Dati statistici relativi agli istituti serali oggetto dell’indagine .........69 ALLEGATO Il questionario della ricerca...........................................................73 PREFAZIONE Dalla fine degli anni '90 ad oggi c'è stata una costante evoluzione sia del quadro legislativo nazionale (Legge 53/2000), sia della contrattazione collettiva per garantire ai lavoratori il diritto ai congedi per la formazione e per stabilire, anche per i non occupati, la possibilità di proseguire i percorsi di istruzione per tutto l'arco della vita, così da poter accrescere le proprie conoscenze e competenze professionali. Sul versante dell'offerta formativa si è intervenuti sulla materia dal '97 in poi con la creazione dei Centri Territoriali Permanenti di Educazione degli Adulti che hanno visto aumentare in maniera esponenziale i propri utenti e che, congiuntamente ai corsi serali per il conseguimento dei titoli di studio di scuola secondaria superiore, hanno svolto un'azione importante nel contrasto alla dispersione scolastica, nell'innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione adulta, nell'integrazione linguistica e sociale degli stranieri, nel sostegno al reinserimento, attraverso l'istruzione, delle persone sottoposte a misure limitative della libertà personale, nella promozione dell'occupabilità attraverso l'aggiornamento delle competenze professionali e favorendo, inoltre, l'invecchiamento attivo. Si tratta ora di capire se i nuovi processi che si stanno avviando con la creazione dei Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA), nei quali confluiranno i CTP ed i corsi serali dell'istruzione di secondo grado, sapranno rispondere da un punto di vista organizzativo alle indicazioni del Consiglio europeo di Lisbona del 2000 ed in particolare al Memorandum sull'istruzione e la formazione permanente e se saranno in grado di intercettare il bisogno di formazione generato dalle nuove forme di analfabetismo, che vanno dall'analfabetismo di ritorno (regressione al titolo di studio inferiore in assenza per cinque anni dell'esercizio delle competenze), al semianalfabetismo (impossibilità di inclusione sociale e culturale per i possessori della sola licenza elementare), all'illetteratismo (incapacità di utilizzare il linguaggio scritto per ricevere o per formulare messaggi) ed all'analfabetismo funzionale (incapacità di utilizzare le abilità di base per poter esprimere il proprio diritto di cittadinanza). C'è, in buona sostanza, l'esigenza di comprendere se, accanto ad una scuola di base che deve dare uno standard di competenze cui tutti possono arrivare in un normale ciclo scolastico-curricolare, siamo in grado di costruire un sistema di educazione/istruzione che duri per tutta la vita e che in maniera permanente "fa fare uso" agli individui delle competenze di base, che integri i momenti di studio e i momenti di lavoro, che non separi in termini temporali e di situazione gli apprendimenti formali, non formali e informali. 3 L'indagine che abbiamo commissionato all'I.R.R.Se.S., ponendo l'attenzione sulle caratteristiche degli utenti e sui bisogni manifestati dagli studenti dei corsi serali di secondo grado, ci può aiutare a comprendere se il nuovo assetto didattico ed organizzativo sarà in grado di intercettare l'articolato bisogno di formazione presente sul nostro territorio in quanto oggi, più che nel passato, l'odierna società della conoscenza da un lato promette le stesse opportunità di istruzione e formazione per tutti, dall'altro rischia di creare ed alimentare la divisione tra coloro che posseggono il "potere della parola" e coloro che non possono inserirsi nei circuiti culturali, sociali, lavorativi ecc.... Se da un lato riteniamo significativo ed importante che i nuovi Centri Provinciali (CPIA) abbiano piena autonomia didattica ed amministrativa, attraverso un'organizzazione a rete di livello provinciale, dall'altro ci pare limitativa un'organizzazione strutturata e finalizzata esclusivamente al perseguimento del titolo di studio di scuola secondaria di primo e secondo grado o all'acquisizione delle certificazioni relative alle competenze previste per la conclusione dell'obbligo scolastico. Un'impostazione flessibile dei percorsi, che riconosca la specificità dell'insegnamento per adulti, potrebbe favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze già acquisite. L'obiettivo odierno deve essere quello di potenziare questo settore definendo un sistema nazionale di apprendimento permanente ed evitando di limitare, con il rischio di impoverire, l'offerta formativa oggi esistente. Ciò si rende ancor più necessario se si tiene conto del dato relativo all'innalzamento della vita media ed al conseguente invecchiamento della popolazione in età lavorativa. Se vogliamo tenere alti i tassi occupazionali degli over45, dobbiamo prevedere un intervento di formazione continua a salvaguardia delle competenze dell'età adulta, anche con l'introduzione di meccanismi virtuosi che promuovano maggiori investimenti delle imprese sulla formazione dei propri dipendenti, incrementando l'utilizzo dei Fondi interprofessionali, favorendo un maggior raccordo tra le differenti agenzie formative. Dal momento che è ampiamente dimostrato che il successo scolastico dei giovani è fortemente correlato alla provenienza socio-culturale familiare, investire sugli adulti che continuano ad apprendere consente di creare un circolo virtuoso che a sua volta favorisce il successo scolastico dei giovani. Assessore alle Politiche attive del Lavoro, Formazione Professionale e Politiche educative Adele PINO 4 1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE 1.1. Premessa L’istruzione degli adulti è un settore specifico dell’istruzione/formazione che si rivolge ad un’utenza composita e risponde ad esigenze molto diverse attraverso molteplici iniziative che presentano rilevanti ricadute sotto l’aspetto culturale, sociale ed economico. Come tale, essa ha assunto crescente rilevanza a partire dalla fine degli anni ’90, periodo in cui a diversi livelli, europeo, nazionale, locale si prese coscienza che la formazione permanente doveva costituire un obiettivo primario nell’ambito delle strategie di sviluppo delle risorse individuali finalizzate alla piena e consapevole espressione dei diritti di cittadinanza. L’educazione/istruzione/formazione degli adulti non è di certo un fenomeno nuovo. Fin dai secoli passati nei paesi europei non sono mancate iniziative di alfabetizzazione/istruzione in età adulta, quasi sempre al di fuori di una visione sistematica e organizzativa. Solo a partire dagli ultimi anni del secolo scorso, tuttavia, si prese ampia coscienza che i nuovi processi evolutivi e involutivi delle moderne società richiedevano una più ampia partecipazione degli adulti ai processi di formazione ed educazione, specie a seguito dell’emergere di fenomeni come questi di seguito delineati: x nonostante la generalizzata scolarizzazione primaria e la diffusa scolarizzazione secondaria, si erano instaurati ampi fenomeni di “analfabetismo di ritorno”; x le profonde modificazioni nella società (nuove tecnologie informatiche, innovazioni nel mondo della produzione e dei servizi, complessità delle normative che regolano i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, trasformazioni del mercato del lavoro ecc.) ostacolavano la piena partecipazione di ampie fasce della popolazione alla vita sociale e ne limitavano quindi i diritti di cittadinanza; x il futuro delle moderne società era strettamente connesso al livello di istruzione formazione dei singoli; ne derivava l’esigenza di promuovere, nelle diverse forme, modi e livelli, una società del “sapere” che assicurasse agli individui le conoscenze adeguate per interpretare le trasformazioni nel mondo del lavoro e della vita sociale. Le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea di Lisbona (marzo 2000), le risoluzioni del suddetto Consiglio sull’apprendimento 5 permanente (27.06.2002) e sul capitale sociale e umano (27.07.2003) hanno colto appieno le suddette esigenze e hanno rappresentato sicuramente un forte stimolo agli Stati membri nella direzione della promozione e valorizzazione delle iniziative di formazione lungo l’intero arco della vita (longlife learning). 1.2 Finalità della ricerca Nella provincia di TS vi è una consolidata tradizione dell’istruzione pubblica nel campo della educazione degli adulti che si esprime fondamentalmente nei CTP (Centri Territoriali Permanenti) che operano all’interno di alcuni Istituti Comprensivi e nei corsi finalizzati al conseguimento di un diploma superiore, attivati attualmente presso cinque scuole secondarie statali di II grado di Trieste. Si tratta, chiaramente, di due realtà molto diverse per finalità, metodologie didattiche e utenza. In questa ricerca si è focalizzato l’interesse sui corsi serali degli istituti superiori istituiti a Trieste fin dagli anni ’70. Nel corso degli anni l’utenza di detti corsi serali ha subito notevoli trasformazioni. Se nel passato l’utente tipo era un giovane lavoratore occupato, ora l’offerta formativa si rivolge ad un pubblico ben più vasto e diversificato. Basti pensare, infatti, che l’utenza può essere costituita da lavoratori che intendono riprendere gli studi per migliorare la posizione nel lavoro, da disoccupati che cercano di migliorare le proprie prospettive occupazionali, da immigrati che vogliono conseguire un diploma anche attraverso il riconoscimento dei crediti formativi, da giovani che rientrano in formazione dopo aver abbandonato per varie ragioni la scuola diurna, ma anche da casalinghe o pensionati che hanno finalità sicuramente diverse da quella occupazionale. In un momento sicuramente complesso per le prospettive economiche della provincia, che vede il ridimensionamento di alcuni comparti del terziario ed elementi di preoccupazione nel settore industriale, è importante offrire ai giovani adulti occupati o disoccupati strumenti di valorizzazione delle proprie capacità e ambizioni, strumenti che possono essere cruciali nei momenti di scelta e orientamento verso nuove attività di lavoro. I corsi serali pubblici, che rilasciano un titolo di studio spendibile, rappresentano per gli adulti in età lavorativa una risposta seria, ma non sempre semplice, sia per un innalzamento culturale e professionale sia per l’apertura a nuove prospettive nel mercato del lavoro. Al fine di valorizzare il complesso mondo dei corsi serali negli istituti superiori di Trieste, cogliendone le positività ma anche gli elementi di 6 incertezza e problematicità, sono state effettuate a partire dalla primavera del 2008 specifiche indagini che si sono articolate nelle seguenti azioni: x analisi dell’andamento delle iscrizioni e delle promozioni negli istituti serali superiori della provincia, al fine di valutare il fenomeno della dispersione scolastica in tale segmento dell’istruzione; x interviste ai docenti referenti dei corsi serali, per avere un quadro di riferimento complessivo sull’utenza e sulle iniziative didattiche delle singole scuole (progetti specifici, ecc.); x indagine statistica rivolta al complesso degli studenti che frequentano i corsi serali al fine di rilevare con un questionario quantitativo il profilo tipico dello studente rispetto alle esperienze scolastiche pregresse, alla situazione lavorativa, agli aspetti motivazionali nei confronti dello studio, al livello di soddisfazione per l’esperienza scolastica nei corsi serali ed infine al profilo socioeconomico della famiglia. Tale indagine si è articolata in due rilevazioni, la prima in corso d’anno, la seconda alla fine dell’anno scolastico. Le indagini effettuate assumono per certi aspetti il rilievo dell’originalità, non tanto per i temi proposti e la metodologia adottata, quanto per il coinvolgimento di più istituti scolastici di una stessa provincia, una scelta che ha permesso di evidenziare un quadro di sintesi dei corsi serali superiori, esaminando in contrapposizione sentimenti, bisogni, punti di vista e situazioni oggettive degli studenti, e recependo, nel contempo, istanze e problematiche dei docenti che riescono a dare interpretazioni “non contingenti” di una realtà comunque complessa e in evoluzione. Per quanto riguarda altre ricerche in questo campo, è da riaffermare che a livello locale sono state effettuate nel passato solo indagini “interne” a livello dei singoli istituti, principalmente in quelli che hanno una maggiore tradizione nei corsi serali, l’ITC Carli e l’ITI Volta. Se nel primo caso si è trattato di indagini volte a caratterizzare l’utenza, recepirne bisogni e verificare i livelli di soddisfazione, per l’ITI Volta si è trattato di un’indagine condotta sugli studenti “seralisti” qualche anno dopo il conseguimento del diploma, per verificare le modalità dell’inserimento lavorativo o della progressione di carriera e cogliere ex post l’efficacia del percorso formativo e del titolo di studio acquisito. Analogamente, sono disponibili ricerche sviluppate presso diversi IRRE (Istituto Regionale Ricerca Educativa) che danno conto del fervore di iniziative che hanno caratterizzato l’EdA (Educazione degli Adulti) negli anni a cavallo del secolo, con il coinvolgimento di numerosi istituti in diverse regioni italiane e anche all’estero. 7 1.3. L’indagine alla luce delle riforme normative in merito all’Educazione degli Adulti E’ importante sottolineare come questa indagine si sia collocata in un momento particolarmente rilevante per quanto riguarda il riordino del complesso delle norme che regolamentano i centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, come si evince dallo schema di regolamento “Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’Istruzione per gli Adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”. Le principali innovazioni introdotte dalla nuova normativa dovranno ridefinire, a partire dall’A.S. 2010-11 e comunque entro l’A.S. 2011-12, l’assetto organizzativo e didattico dei costituendi Centri provinciali d’Istruzione per gli Adulti nei quali verranno ricondotti i Centri Territoriali Permanenti e i corsi per il conseguimento del diploma della scuola secondaria superiore. Tali innovazioni riguardano principalmente la riorganizzazione delle reti territoriali, i criteri di ammissione e l’assetto didattico. Riguardo al primo punto, i Centri per l’istruzione degli adulti sono articolati in reti territoriali di servizio, di norma su base provinciale, e dimensionati secondo i parametri previsti per gli istituti secondari superiori. Essi pertanto realizzano un’Offerta Formativa finalizzata al conseguimento di titoli di studio e di certificazioni riferiti al primo ciclo e al secondo ciclo di istruzione, in quest’ultimo caso, limitatamente ai percorsi degli Istituti tecnici, degli Istituti professionali e dei licei artistici. Si noti che i futuri Centri potranno ampliare l’Offerta Formativa in stretto raccordo con le autonomie locali. In merito all’utenza e più in generale ai criteri di ammissione, in base alla nuova legge possono iscriversi ai Centri: adulti in età lavorativa, anche stranieri, che non hanno assolto l’obbligo scolastico o che non sono in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore. L’iscrizione è possibile anche al compimento del sedicesimo anno di età, solo per coloro che non hanno assolto l’obbligo di istruzione. E’ importante notare come tale norma sembri escludere la possibilità di iscrizione per coloro che sono già in possesso di un titolo di studio superiore; questo rappresenterebbe un forte ostacolo alla riqualificazione occupazionale e professionale e nel contempo vanificherebbe i principi sanciti dall’Unione Europea sulla formazione continua (longlife learning). Riguardo all’assetto didattico, nell’ambito del primo ciclo sono ricondotti anche i corsi di alfabetizzazione destinati agli adulti stranieri, mentre nel 8 primo biennio riferito all’istruzione secondaria superiore si assolve l’obbligo di istruzione, nel secondo si acquisiscono le conoscenze, le abilità e le competenze previste dai corrispondenti ordinamenti degli specifici istituti, il terzo periodo didattico è finalizzato all’acquisizione del diploma. Relativamente al primo livello di istruzione (cfr. obbligo scolastico) è previsto un orario complessivo di 400 ore curricolari che, in assenza di certificazione conclusiva della scuola primaria, possono essere incrementate fino ad un massimo di ulteriori 200 ore. Tali ore possono essere utilizzate anche per l’alfabetizzazione degli adulti stranieri. L’orario dei percorsi di istruzione di secondo livello (cfr. diploma superiore) deve essere obbligatoriamente pari al 70% di quello previsto dai corrispondenti corsi diurni degli specifici istituti. Infine, come da decreto del M.I.U.R., sono definite alcune modalità per rendere sostenibili per lo studente i carichi orari summenzionati. In particolare, è previsto il riconoscimento dei crediti formativi, l’attività di accoglienza e di orientamento (non più del 10% del monte ore complessivo), la personalizzazione del percorso di studio (Patto formativo individuale), possibilità di fruire della formazione a distanza (non più del 20% del monte ore complessivo). E’ rilevante notare che la nuova normativa mantiene in gran parte le caratterizzazioni delle sperimentazioni, già ampiamente adottate dagli istituti serali (p.e. Progetto Sirio). Per quanto riguarda la certificazione, sia il primo che il secondo livello si concludono con un esame di stato che rilascia titoli di studio validi per il proseguimento degli studi. Rispetto alle dotazioni organiche, la nuova normativa fa riferimento alla serie storica degli alunni scrutinati o di quelli ammessi agli esami finali, nonché di quelli che hanno conseguito una certificazione. A questo proposito, il M.I.U.R., mediante decreto interministeriale annuale, è impegnato a definire per entrambi i livelli di istruzione l’organico sulla base del rapporto di 1 docente ogni 12 allievi/studenti. 9 2. METODOLOGIE DIDATTICHE PER L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 2.1 Le tre dimensioni dell’educazione degli adulti L’istruzione/formazione in età adulta risponde sicuramente a esigenze diverse e presenta quindi molteplici chiavi di lettura che si possono ricondurre fondamentalmente alla dimensione individuale-culturale, a quella economico-lavorativa e a quella sociale. Appare fin d’ora chiaro che le suddette dimensioni sono intrinsecamente connesse all’interno dello stretto rapporto tra individuo, lavoro e società. Sicuramente, (e i risultati della indagine presentati in questo rapporto lo confermano) l’esigenza di miglioramento della propria formazione culturale rappresenta una delle motivazioni più rilevanti nella decisione individuale di iniziare un percorso di istruzione per adulti. Questa scelta è condizionata dalle personali “biografie scolastiche” che possono aver reso ancora più forte il desiderio di riprendere o completare un percorso formativo, come ad esempio il precoce abbandono degli studi, l’interruzione di un percorso di studi superiori ecc.. Criticità specifiche vengono evidenziate poi dagli stranieri che esprimono bisogni sicuramente più intensi e complessi, quali l’esigenza di miglioramento delle conoscenze linguistiche, l’approfondimento di una cultura diversa da quella del paese di origine, la necessità di ottenere il riconoscimento di un titolo di studio conseguito all’estero. La dimensione lavorativa può essere letta sia da un punto di vista individuale (desiderio di miglioramento delle prospettive di lavoro per i disoccupati, avanzamento del livello professionale per gli occupati, reinserimento nel mondo del lavoro per le donne-madri che hanno superato le fasi iniziali di accudimento dei figli …) sia in modo più ampio per le valenze che un miglioramento della preparazione culturale e formativa presentano nel contesto di un sistema economico sempre più competitivo. L’esperienza italiana dell’EdA (Educazione degli adulti) è spesso strettamente connessa alle realtà produttive locali e risponde quindi a specifiche esigenze del mercato del lavoro. In periodi di crescente precarietà dei rapporti di lavoro, il rientro in formazione consente di reindirizzare molti giovani adulti o gli adulti stessi verso nuove attività che rispondono meglio alle esigenze della domanda di lavoro. Il miglioramento delle competenze, il completamento del percorso formativo, l’innalzamento dei livelli culturali in età adulta esprimono anche una chiara dimensione sociale, in quanto strumenti atti a ridurre i rischi di disagio e di emarginazione. Infatti, gli interventi di contrasto alla povertà per 10 i soggetti in età lavorativa fanno generalmente ampio ricorso all’accompagnamento al lavoro integrato da periodi di formazione professionale e culturale, che inducono un complessivo miglioramento delle potenzialità degli individui. La funzione sociale dei corsi serali pubblici deriva anche dalla loro gratuità (i costi si limitano all’iscrizione), che li differenzia dalle iniziative di recupero anni scolastici di alcuni “diplomifici”. In tal senso l’educazione degli adulti rientra pienamente negli obiettivi di un’istruzione che non si ferma alle età adolescenziali o giovanili, ma continua lungo tutto il corso della vita e costituisce quindi un rimedio possibile all’analfabetismo di ritorno. In relazione alla varietà delle esigenze formative degli adulti e dei giovani adulti vi è una grande diversificazione dell’offerta di corsi d’istruzione. Limitandoci a quelli promossi dal M.I.U.R. (Ministero dell’Università e della Ricerca) possiamo affermare che all’interno dei corsi EdA si ritrovano percorsi finalizzati al conseguimento di un titolo di studio (scuola dell’obbligo, diploma superiore o qualifica professionale), ma anche corsi di minor durata rivolti a coloro che vogliono acquisire o recuperare competenze e conoscenze, in un’ottica di formazione permanente, generalmente gestiti dai CTP. In tale ambito rivestono particolare importanza i corsi per l’insegnamento della lingua italiana rivolti ai cittadini stranieri. Tenuto conto della molteplicità delle situazioni personali (età, condizione familiare e lavorativa, percorso scolastico e culturale….) e della variabilità delle esigenze dell’utenza (prevalenza degli aspetti culturali o lavorativi, ad esempio) l’EdA deve ricorrere ad una didattica nuova che ha spesso poco a che fare con quella dei corsi d’istruzione diurni. Lungi dal voler approfondire questo specifico tema si ritiene opportuno far cenno fin d’ora ad alcune caratteristiche dei corsi serali di seguito illustrate: x presenza di un tutor di riferimento per gli studenti; x personalizzazione del percorso formativo che tiene conto del background culturale e formativo, delle situazioni familiari e di lavoro, delle motivazioni all’iscrizione; x utilizzo della cosiddetta “didattica breve” e più in generale della modularità nello svolgimento dei programmi; x ricorso alle tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC) per supplire alle difficoltà di presenza alle lezioni da parte degli studenti lavoratori; x utilizzo dell’autobiografia quale strumento di analisi dei bisogni e di ricomposizione di percorsi di vita; x flessibilità dei metodi di verifica in funzione delle esigenze dei singoli studenti. 11 2.2 Linee evolutive della didattica per gli adulti In questo paragrafo si ritiene opportuno fare alcuni riferimenti ai principali filoni di sviluppo che a partire già dagli anni ’50 dello scorso secolo hanno interessato l’educazione degli adulti, al fine di presentare, senza alcuna pretesa di completezza, tematiche che vengono riprese più avanti nel rapporto. Un primo contributo sicuramente rilevante nella definizione di una nuova didattica per gli adulti, “andragogica” in contrapposizione a quella pedagogica, è stato dato da M.S.Knowles 1 che ha posto in termini completamente nuovi il tradizionale rapporto formativo basato sulla sostanziale dipendenza del discente dal docente 2, che si può esplicitare nei seguenti punti: x bisogno di conoscenza, spesso acritico; x scarsa rilevanza del discente e quindi rapporto di dipendenza x ruolo marginale dell’esperienza personale del discente; x disponibilità ad apprendere, senza possibilità di intervenire sui contenuti e sui metodi; x orientamento verso le materie e quindi sui contenuti; x motivazioni all’apprendimento basate fondamentalmente su motivazioni estrinseche, connesse ai risultati scolastici e all’approvazione altrui, più che intrinseche. Negli adulti tali principi vengono invece ribaltati. Infatti il modello andragogico si basa su: x riconoscimento del discente come persona autonoma nelle scelte, nelle decisioni, anche per quanto riguarda l’apprendimento e i suoi metodi, abbandonando gli schemi psicologici che portano il docente a “trattare i discenti adulti come bambini”; x riconoscimento della disponibilità ad apprendere solo ciò che risulta chiaramente utile nel contesto dei bisogni di conoscenza e della percezione di utilità; 1 Knowles Malcom S. (1996): La formazione degli adulti come autobiografia, Raffaello Cortina Editore, Milano 2 A tale proposito si noti che Knowles si è ispirato a sua volta alle ricerche di Rogers (L'insegnamento centrato sullo studente, 1951) 12 x valorizzazione dell’esperienza del discente, esperienza di vita personale, di lavoro, di conoscenze pregresse che impongono una riconsiderazione dei metodi e dei contenuti dell’insegnamento orientati più sugli aspetti del fare (problem solving, analisi di caso, laboratori, lavoro di gruppo) che su quelli del trasmettere; x orientamento dell’apprendimento basato non su nozioni teoriche (materie ecc.), ma sulla vita reale; x valorizzazione delle motivazioni interiori che risultano essenziali nel superamento delle indubbie difficoltà “pratiche” del percorso formativo; superamento degli eventuali “imprinting” negativi connessi alle prime esperienze scolastiche, per promuovere l’autostima. Da questi studi sono derivate poi tendenze specifiche che hanno assunto rilevante importanza, tanto da diventare metodi largamente applicati nell’EdA. Nelle esperienze italiane Duccio Demetrio ha approfondito il metodo autobiografico applicato all’educazione dell’adulto, finalizzato alla ricomposizione di un filo logico ed emozionale che leghi e dia senso ai diversi e spesso conflittuali aspetti della vita dell’adulto. Tale metodo permette di “Isolare fatti e descriverli….. ricostruire, ricomporre una trama narrativa …….rivisitare il presente attraverso il passato …..ricercare il senso attraverso una relazione dialogica”3. Il metodo dell’autobiografia è quindi un percorso che porta gli adulti a maggiori livelli di consapevolezza e di conoscenza, situazioni che ben si adattano alla gestione delle diversità e complessità che si ritrovano nei soggetti che frequentano i corsi serali. Nella prassi concreta dell’insegnamento dei corsi serali si applicano metodologie orientate non specificatamente agli adulti, ma che vengono spesso adattate alle specifiche esigenze di tale target. Di seguito si darà una breve descrizione limitatamente a quelle ritenute più rilevanti. Fin dai primi anni ’90 dello scorso secolo, sono state sperimentate anche nei corsi serali le nuove tecnologie informatiche, a partire dalle applicazioni della multimedialità alla didattica, che hanno stimolato la produzione di materiali da parte degli stessi studenti, con un beneficio diretto per la conoscenza degli strumenti informatici (software applicativi…) e per la sperimentazione delle loro possibilità applicative. L’introduzione di internet e più ampiamente delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha permesso poi di mettere in rete le esperienze scolastiche e di percorrere nuove vie, quali quelle della formazione a distanza. Questo 3 L. Formenti (1988): La formazione autobiografica. Confronti tra modelli e riflessioni tra teoria e prassi, Milano, Guerini e associati. 13 secondo filone, sicuramente più complesso e ambizioso, che rientra nell’ambito delle metodologie note come e-learning, rispondeva all’esigenza di rendere il processo di apprendimento non legato alla presenza in classe, situazione che costituisce un indubbio ostacolo per alcuni studenti delle serali impegnati nel lavoro e in famiglia. Tali esperienze hanno stimolato la sperimentazione di nuove forme di apprendimento e la produzione di interessanti materiali informatici (lezioni, corsi completi, sistemi di verifica dell’apprendimento) secondo le specifiche tecniche dell’e-learning. Queste applicazioni dell’informatica alla didattica hanno avuto un riscontro limitato a livello scolastico per una serie di problemi connessi da una parte alla non omogeneità delle piattaforme di sviluppo del software e dall’altra alla difficoltà di portare avanti progetti pluriennali senza il coinvolgimento globale dei docenti degli istituti ed una regia almeno a livello provinciale. Analoghe difficoltà sono state riscontrate nei tentativi di mettere in rete diversi istituti con scambi di esperienze didattiche e di materiali multimediali. Tali sperimentazioni, necessariamente di durata pluriennale, hanno trovato un forte limite nella discontinuità della presenza dei docenti dei corsi serali, in mancanza di un organico specifico con adeguata preparazione. E’ degna di nota l’esperienza effettuata dall’ITC Carli che ha collaborato con un’azienda locale specializzata nello sviluppo di piattaforme per l’elearning, nelle applicazioni di tali tecniche all’educazione degli adulti. L’esigenza di colmare gap conoscitivi dei discenti adulti, la necessità di effettuare una didattica personalizzata volta spesso al recupero di conoscenze in tempi brevi, ha stimolato l’applicazione di metodi già diffusi in altri ambiti, noti come didattica breve. Tra gli obiettivi di tale approccio vi è la razionalizzazione dei tempi di insegnamento-apprendimento che coniughi efficacia e brevità, e permetta quindi elevati livelli di autonomia nello studio da parte dell’adulto con la possibilità di verificare autonomamente l’acquisizione di conoscenze e competenze. Tali finalità si possono raggiungere solo con la ricerca approfondita dell’essenzialità dei contenuti all’interno di una personalizzazione dei programmi alle esigenze dei discenti. In tale contesto, nella didattica breve si fa ampio uso della progettazione modulare del materiale didattico, all’interno di ogni area disciplinare. Infine, un cenno meritano i progetti Socrates-Grundvig, istituiti dall’UE per promuovere attività di collaborazione tra istituti di formazione rivolta agli adulti appartenenti a realtà nazionali diverse. Denominatore comune di questi progetti è stato l’utilizzo della lingua inglese, come lingua veicolare e 14 delle tecnologie informatiche, come strumento di collaborazione e comunicazione tra docenti e tra studenti. 15 3. I CORSI SERALI NEGLI ISTITUTI SUPERIORI A TRIESTE 3.1 Note sullo sviluppo dei corsi serali a Trieste In questo capitolo, dopo una breve descrizione della “storia” dei corsi serali a Trieste e del ruolo che questo settore dell’istruzione pubblica ha ricoperto, si presenteranno alcuni dati statistici che permettono di valutare le dimensioni di questo comparto e la sua evoluzione nel tempo. Gli istituti serali hanno avuto ed hanno tuttora un ruolo rilevante per la città non solo in funzione della loro funzione ”sociale” ma anche per le considerevoli ricadute sulle attività economiche della provincia. Infatti entrambi gli istituti storici che hanno promosso i corsi serali, ITC Carli e ITI Volta, hanno dato risposta ad un preciso bisogno che veniva sia dalle persone che dalle aziende. Si tratta infatti di due istituti tecnici connaturati, il primo con la vocazione mercantile della città, e il secondo con quella industriale. Le esigenze di sempre maggior qualificazione e crescita tecnica, ma anche culturale, proveniente dal mondo del lavoro hanno contribuito ad alimentare per decenni il bacino d’utenza dei corsi serali, limitato originariamente ai soli lavoratori, occupati o disoccupati. A partire dalla fine degli anni ’90, in relazione ai cambiamenti nel tessuto economico della città con lo sviluppo crescente del terziario, a seguito anche delle modificazioni nei percorsi scolastici delle scuole diurne, si ebbe un cambiamento sia dell’utenza che dell’organizzazione dei corsi, al fine di rispondere meglio ad esigenze nuove e diversificate. Si è allargata di conseguenza la platea dell’offerta formativa con nuovi indirizzi di studio proposti da tre altri istituti della città, Deledda, Nordio e Nautico che andavano a coprire le aree sociali, artistiche e della navigazione. Nel contempo, nei primi anni 2000 il MIUR ha attivato il progetto Sirio, espressamente indirizzato ai corsi serali degli istituti tecnici, che ha introdotto una serie di radicali innovazioni che recepivano molte delle istanze portate avanti nelle su esposte tematiche dell’EdA. In particolare con il progetto Sirio: x si riducono le ore di lezione a 25 ore settimanali, con minori carichi di presenza in classe; x si tiene conto delle esperienze scolastiche pregresse e delle esperienze lavorative con la possibilità di recupero dei crediti scolastici e formativi; 16 x si valorizzano le nuove tendenze dell’EdA, con la promozione delle nuove tecnologie (TIC) applicate alla didattica e dei progetti di collaborazione internazionale in ambito europeo (Progetto SocratesGrundvig). Queste azioni innovative dell’offerta di istruzione determinano anche cambiamenti nell’utenza. Al profilo dello studente lavoratore si accostano nuove figure, l’immigrato che vuole conseguire il riconoscimento del titolo di studio con un percorso semplificato, lo studente che ha abbandonato la scuola diurna per svariati motivi, la casalinga che vuole rientrare nel mondo del lavoro con una qualificazione culturale e professionale superiore o che vuole iscriversi all’università. Questo progetto, adottato da buona parte degli istituti di Trieste, ha dato un impulso alle iscrizioni e alle iniziative delle singole scuole che hanno proposto nuovi indirizzi di studio, sulla base delle esigenze dell’utenza. La recente normativa di riordino dell’educazione degli adulti (cfr. par. 1.3) ha portato un certo disorientamento all’interno di tale settore dell’istruzione, creando quindi una discontinuità che ha ostacolato le iniziative e la progettualità dei singoli istituti, ma nel contempo ha indotto a riconsiderare in termini globali le molteplici risposte del settore pubblico ai bisogni formativi ed educativi del mondo degli adulti. 3.2 Andamento delle iscrizioni negli istituti superiori serali della provincia In questa parte del report si darà conto dell’andamento delle iscrizioni e degli esiti nei diversi istituti, negli ultimi cinque anni. Una delle finalità dell’indagine è quella di tracciare un quadro statistico di diversi aspetti attinenti l’andamento delle iscrizioni (per anno di corso, tipo di indirizzo, sesso, età e nazionalità) e degli esiti finali, in modo da valutare anche la consistenza degli abbandoni. A tal fine è stata predisposta una apposita scheda che prevedeva rilevazioni per gli anni scolastici dal 2002-03 al 200708 4. I dati presentati sono stati forniti dalle scuole grazie alla collaborazione diretta dei docenti responsabili dei corsi serali. Si tratta di materiali a contenuto statistico non sempre completati da tutti gli istituti, e ciò non ha consentito un’analisi trasversale. Per tale ragione si presentano, per i tre 4 I dati dei singoli istituti sono riportati in Appendice. 17 istituti più rilevanti, alcune tabelle riassuntive sulle iscrizioni, sui tassi di promozione e sull’incidenza degli alunni stranieri. I.T.C. Gian Rinaldo CARLI L’istituto ha saputo mantenere una sostanziale costanza nelle iscrizioni, anche grazie all’apporto significativo della componente straniera che è passata dal 4% del 2002-03 al quasi il 13% dell’ultimo anno rilevato. Ciò ha permesso di mantenere il numero di classi e di preservare i tre indirizzi di studio del triennio: ragionieri, periti aziendali e informatici-gestionali. Nei sei anni presi in considerazione si evidenzia un progressivo abbassamento dell’età negli iscritti, in relazione probabilmente alla presenza di molti giovani che hanno abbandonato le scuole diurne e si sono iscritti ai corsi serali dopo aver intrapreso un’attività lavorativa. I tassi di passaggio alla classe successiva, che tengono conto anche degli abbandoni, sono intorno al 50% nel biennio, valori che aumentano considerevolmente nel triennio, in particolare nella classe quinta. Istituto Tecnico per Attività Sociali Grazia DELEDDA L’istituto ha subito un drastico calo nelle iscrizioni a partire dal 2002-03 con una conseguente riduzione delle classi. L’ammontare degli iscritti nelle diverse classi presenta andamento ad U, con livelli elevati negli anni di corso estremi, in prima ed in quinta, forse a seguito di una partecipazione consistente di privatisti iscritti all’ultimo anno per il conseguimento del diploma. La presenza della componente straniera non segue un trend preciso ed è complessivamente limitata. I tassi di promozione sono mediamente elevati, tranne nella classe prima. I.T.I. Alessandro VOLTA Nell’istituto sono attivi due indirizzi nel triennio, meccanica ed elettronica, con una assoluta prevalenza di studenti maschi. Nel lasso di tempo preso in considerazione si è avuta dapprima una buona tenuta nelle iscrizioni che hanno evidenziato un certo calo solo negli ultimi due anni. Nell’ultimo anno scolastico 2007-08 si è avuta una diminuzione delle classi. Due terzi degli iscritti ha più di 26 anni, mentre gli stranieri, inizialmente molto ridotti, hanno avuto un incremento solo negli ultimi anni, arrivando a sfiorare il 10% delle iscrizioni. I tassi di promozione globali si attestano intorno al 55%, con una tendenza alla diminuzione, a seguito del basso numero di esiti positivi nelle 18 classi prime e terze, indice di un elevato numero di abbandoni nelle classi che sono spesso iniziali per molti studenti. 19 4. METODI E STRUMENTI DELL’INDAGINE SUL CAMPO Nello svolgimento della ricerca si è deciso di procedere secondo uno schema di progressiva focalizzazione dei campi d’indagine, in funzione di quelli che potevano rivelarsi gli aspetti di maggiore salienza per i soggetti coinvolti. A questo scopo, il lavoro è iniziato con una serie di interviste ad alcuni docenti degli Istituti Superiori con corsi serali. Nella fase successiva è stata effettuata la somministrazione di un questionario quantitativo rivolto agli studenti frequentanti i corsi serali. 4.1 Le interviste ai docenti dei corsi serali Il metodo di indagine qualitativa prescelto, l’intervista semidirettiva sviluppata in base ad una traccia, ha avuto l’obiettivo di evidenziare la situazione attuale e le prospettive future degli istituti serali a Trieste. Le interviste sono state rivolte a interlocutori privilegiati, ovvero i dirigenti scolastici o i responsabili dei corsi serali, che per la loro posizione strategica sono stati in grado di fornire informazioni dettagliate e di evidenziare le caratteristiche e i segnali più importanti emergenti dal territorio e dall’utenza. A tale scopo sono state condotte interviste in profondità che hanno permesso, sia di rilevare alcuni aspetti particolari degli istituti serali, sia di verificare e integrare quanto emerso dall’analisi statistica quantitativa. Si tratta chiaramente dei personali punti di vista di coloro che hanno responsabilità e conoscenza diretta della realtà scolastica nella quale sono inseriti. Le interviste, di durata media pari ad un’ora e mezza e dirette ai testimoni privilegiati, sono state condotte nel mese di maggio 2008 presso la sede dei singoli istituti. Sono state eseguite proponendo una traccia, ovvero una linea guida, che, pur lasciando ampio spazio alla libera espressione, proponeva tutte le questioni rilevanti da affrontare e le informazioni da raccogliere. Le principali aree tematiche prese in considerazione hanno riguardato la particolarità dell’offerta formativa dei corsi serali dell’istituto, la tipologia d’utenza nonché le difficoltà riscontrate dalla stessa nell’affrontare il percorso di studi. La traccia dell’intervista è stata articolata nelle seguenti quattro sezioni tematiche: 20 - Mission - Offerta dell’Istituto serale - Utenza - Percorsi scolastici dell’utenza Nella sezione Mission si è richiesto di approfondire le funzioni svolte dall’istituto serale nonché le opportunità offerte a chi vuole riprendere gli studi. Nella sezione Offerta dell’Istituto serale l’attenzione era rivolta alle motivazioni determinanti nell’attivazione dei corsi serali e all’approfondimento della dimensione organizzativa e formativa dell’istituto, rilevando i diversi indirizzi attivi, le ore settimanali di lezione, le modalità del riconoscimento dei crediti formativi, la possibilità di costruirsi dei percorsi formativi individualizzati, la presenza di interventi di recupero, le metodologie e i materiali didattici adottati. La sezione Utenza ha esplorato le caratteristiche dell’utenza, quali il genere, l’età, i profili professionali prevalenti e la nazionalità degli studenti; sono stati approfonditi i mutamenti riscontrati e l’andamento delle iscrizioni negli ultimi anni. L’ultima sezione, Percorsi scolastici dell’utenza, ha indagato le principali motivazioni nella ripresa dello studio, le aspettative degli studenti e il fenomeno degli abbandoni. Nella fase conclusiva dell’intervista sono stati approfonditi i punti di forza e di debolezza dell’istituto, nonché le novità, i progetti e le iniziative future. L’ordine con il quale i vari temi sono stati affrontati non è stato sempre rigidamente rispettato e le modalità di formulazione delle domande sono state in parte lasciate alla discrezione dell’intervistatore. Egli è stato infatti libero di impostare la conversazione all’interno di un certo argomento, di porre domande con una certa libertà sia per creare l’atmosfera più adatta all’intervista, sia per approfondire talune tematiche. L’intervistatore ha cercato inoltre di evitare l’interruzione del discorso, favorendo così una comunicazione spontanea, che ha permesso all’intervistato di parlare liberamente sulla base delle proprie opinioni ed esperienze, riportando informazioni e giudizi specifici, relativi al proprio punto di vista e all’esperienza personale. Tuttavia, nonostante le specificità dei singoli istituti, numerose sono state le analogie emerse tra le diverse interviste. In relazione alle finalità dell’indagine, si è ritenuto opportuno non inserire nel rapporto la trascrizione integrale delle singole interviste, bensì una relazione sintetica inerente gli elementi essenziali emersi dai colloqui. In 21 alcuni casi, sono state riportate testualmente le impressioni e le considerazioni particolarmente significative espresse dagli intervistati. Nei paragrafi successivi vengono riportate le sintesi delle interviste distinte per i diversi istituti, includenti tutte le informazioni ritenute rilevanti e inerenti le finalità dell’indagine. 4.2 L’indagine quantitativa: il questionario A seguito dell’analisi dei materiali raccolti nelle interviste con i docenti, è stata effettuata la stesura di un questionario rivolto agli studenti iscritti ai corsi serali degli Istituti superiori della provincia. Attraverso tale strumento si è voluto ricostruire il profilo degli studenti in relazione agli aspetti motivazionali nei confronti dello studio, alle carriere scolastiche pregresse, alla situazione lavorativa attuale e al giudizio sull’esperienza scolastica presso i corsi serali. Il questionario è stato suddiviso in cinque distinte sezioni. Le aree di indagine esplorate sono state rispettivamente: x Istruzione (aspetti motivazionali) x Percorso formativo (ricostruzione percorsi scolastici pregressi) x Lavoro (situazione lavorativa attuale) x Scuola e Studio (esperienza nei corsi serali) x Dati socio-demografici. Nell’area Istruzione si sono rilevati gli aspetti motivazionali correlati alla scelta di riprendere gli studi. In particolare, sono stati approfonditi sia i fattori rilevanti nella scelta dello specifico Istituto sia le principali determinanti sottese alla ripresa degli studi. In questa sezione sono state indagate ancora le modalità con cui gli studenti sono venuti a conoscenza dei corsi serali. Nell’area Percorso formativo si sono approfonditi gli aspetti relativi al percorso scolastico pregresso, prima dell’iscrizione alla scuola serale. In particolare, sono state rilevate la tipologia di scuola frequentata e l’età del conseguimento della licenza media inferiore e le eventuali scuole/istituti professionali frequentati successivamente. Infine è stato chiesto agli studenti di indicare eventuali bocciature, nonché le principali motivazioni sottostanti il mancato completamento degli studi. Nell’area Lavoro si è approfondita l’attuale condizione professionale degli intervistati. In particolare, sono stati indagati aspetti specifici del lavoro 22 quali ad esempio, la tipologia contrattuale, il luogo di esercizio della professione, l’orario lavorativo. Si è cercato inoltre di individuare gli elementi determinanti sia la soddisfazione in ambito lavorativo sia la conciliazione studio e lavoro. L’area Scuola e Studio è stata dedicata interamente alla rilevazione degli aspetti connessi alla frequenza di un corso serale. In particolare, sono state approfondite le difficoltà maggiormente riscontrate, le percentuali di frequenza media alle lezioni come pure le ore settimanali mediamente dedicate allo studio. Infine è stata richiesta una valutazione complessiva inerente l’esperienza scolastica attuale ed il grado di soddisfazione percepito. In conclusione, l’ultima area ha permesso di rilevare dati di natura anagrafica, il titolo di studio posseduto, lo stato civile e la cittadinanza dell’intervistato. È stata creata una specifica sezione per gli utenti di cittadinanza straniera. Infine, sono stati rilevati la composizione ed il profilo socioeconomico del nucleo familiare in cui lo studente vive. 23 5. RISULTATI DELL’INDAGINE QUALITATIVA Di seguito vengono riportati i contenuti principali delle interviste svolte con i responsabili dei corsi serali dei cinque istituti coinvolti nell’indagine. 5.1 I.T.I. Alessandro Volta L’offerta formativa dei corsi serali dell’Istituto Tecnico Industriale A.Volta, che ha preso avvio nel 1964 con due indirizzi di specializzazione, mira a fornire, accanto ad una solida preparazione in ambito tecnico, anche un accrescimento culturale più ampio. Tale offerta è indirizzata sia agli occupati, che desiderano riprendere gli studi interrotti, sia ai giovani dropout che vogliono rientrare nel sistema scolastico. Le metodologie didattiche adottate prevedono percorsi flessibili che valorizzano l’esperienza di cui sono portatori gli studenti già inseriti nel mondo del lavoro. Una rilevante innovazione nell’organizzazione della didattica si è avuta con l’adesione dell’Istituto al progetto Sirio, istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione per venire incontro alle specifiche esigenze degli studenti degli istituti serali. Questa sperimentazione è attiva unicamente nel biennio e prevede il riconoscimento dei crediti formativi, ovvero dei crediti certificati e validati in altri istituti, che possono comportare l’esonero dalla frequenza di alcune materie e l’attribuzione finale del medesimo voto ottenuto in precedenza nella scuola dove lo studente era iscritto. Ovviamente, ricorda il responsabile, “esistono delle materie tecniche specifiche per le quali non è possibile richiedere il riconoscimento del credito….. vista la particolarità e l’importanza che rivestono tali materie presso questo istituto”. In questi casi lo studente è tenuto a frequentare almeno la parte pratica di laboratorio. Presso l’istituto Volta vengono finora riconosciuti unicamente i crediti formali, ovvero quelli inerenti il possesso di competenze acquisite in seguito a studi compiuti in istituti statali o legalmente riconosciuti. Per quanto riguarda i crediti non formali, ovvero quelli attinenti ad esperienze maturate in ambito lavorativo, è stato effettuato un riconoscimento di tali crediti unicamente in due occasioni nelle quali si era proceduto ad analizzare l’esperienza lavorativa dello studente. Nei primi quindici giorni dell’anno scolastico, l’istituto prevede l’effettuazione dei test d’ingresso con lo scopo di verificare il livello di preparazione in ciascuna materia, specie dei nuovi iscritti. In base ai risultati, vengono organizzati degli interventi di recupero delle carenze che 24 si svolgono, per il biennio nella giornata libera del sabato, per il triennio sempre al sabato prima dell’inizio regolare delle lezioni. In ogni classe è inoltre presente un insegnante tutor, cui fanno riferimento sia gli allievi che i docenti: il suo compito consiste nell’aiutare/facilitare/promuovere l’inserimento degli allievi nel sistema scolastico, nell’assistere gli studenti nel superamento delle difficoltà che emergono nel corso degli studi, permettendo così una migliore collaborazione tra il personale docente e gli studenti. Per quanto riguarda le metodologie didattiche, tenuto conto del poco tempo a disposizione degli allievi per lo studio, in molte materie si fa ampio ricorso a dispense curate dai singoli docenti, nelle quali vengono affrontati tutti gli argomenti e i concetti considerati fondamentali, trascurando invece quelli di secondaria importanza. Come ricorda l’intervistato, “i lavoratori studenti non hanno molto tempo per studiare a casa, per cui, durante le lezioni, si cerca di sintetizzare i concetti basilari”. Nonostante la flessibilità dell’offerta formativa, secondo il responsabile dei corsi serali appare difficile poter attuare un insegnamento modulare per gran parte delle discipline e costruire quindi percorsi di studio individualizzati. Gli stage lavorativi non sono attivati per i frequentanti i corsi serali, poiché la maggior parte di loro sono già inseriti in ambito lavorativo. Sono previste però delle visite didattiche presso alcune industrie, quali ad esempio la Fincantieri, viaggi d’istruzione a Monaco, al Museo della scienza e della tecnica e la partecipazione a spettacoli teatrali. Nei corsi serali sono privilegiate le attività di laboratorio e i progetti di ricerca di gruppo, un’innovazione prevista proprio nel Progetto Sirio. Tali lavori di gruppo, strutturati e centrati su argomenti, quali la storia delle macchine e delle tecnologie, coinvolgono due o tre materie e consistono nello svolgimento di un progetto, che può impegnare gli studenti un massimo del 10% delle ore di lezione. Tali progetti devono essere documentati in apposite schede che descrivano compiutamente il lavoro effettuato dal gruppo. La teledidattica viene utilizzata unicamente per alcune materie dell’indirizzo di telecomunicazione. La produzione di moduli per lo studio e l’autoverifica a distanza per le varie discipline tecniche è una sperimentazione potenzialmente molto importante ma di difficile applicazione pratica, in quanto, come ricorda l’intervistato, “con qualche studente potrebbe funzionare, ma vengono tralasciati aspetti essenziali, quali ad esempio la comunicazione non verbale”. 25 Negli ultimi anni si è riscontrato un notevole cambiamento nelle iscrizioni. Rispetto al 1985, ricorda l’intervistato, si è assistito ad una riduzione nel numero degli iscritti totali nella scuola diurna, ma ancor più in quella serale. Anche l’età media dell’utenza è cambiata, ovvero si è abbassata rispetto al passato. Un tempo questa era compresa tra i 27 e i 42 anni. Adesso la fascia d’età degli studenti serali iscritti si colloca invece tra i 18 e i 30 anni, con una netta prevalenza dell’utenza maschile. Gli studenti serali stranieri sono pochi e provengono generalmente dalla Slovenia e dalla Croazia e quindi, visto l’esiguo numero di tali iscritti, non è prevista alcuna azione di sostegno linguistico. Gli abbandoni che si registrano nel corso dell’anno scolastico variano molto in base al clima collaborativo tra gli studenti della classe e alle motivazioni strettamente personali o lavorative. In ciascuna classe mediamente vi è il 30% di abbandoni, che si intensificano soprattutto a dicembre durante il periodo natalizio. Le principali motivazioni di tale fenomeno vanno ricercate nella difficoltà di gestione e conciliazione tra esigenze di studio, famiglia e lavoro. Come ricorda il responsabile, “molti alunni sono sposati e hanno figli e quindi la scelta di iscriversi ai corsi serali deve essere fatta da tutta la famiglia, altrimenti ciò può portare a divisioni e problemi all’interno della stessa. La stanchezza e le esigenze di lavoro sono però determinanti”. Si porta l’esempio di uno studente lavoratore che operava presso la Fincantieri, il quale ad ogni collaudo di una nave era costretto ad andare via e perdere periodi molti lunghi di lezione. La principale motivazione nella ripresa degli studi appare essere l’ottenimento di un diploma. Come sottolinea il responsabile, spesso gli alunni di tale istituto sono persone per le quali la licenza media non costituisce più una garanzia dall’emarginazione culturale e lavorativa, oppure sono persone già inserite nell’ambito lavorativo che vogliono modificare la propria professione e dimostrare così alla propria famiglia e al datore di lavoro quanto valgono effettivamente. Nelle parole del responsabile è possibile però notare un po’ di sconforto in merito alla valenza del titolo di studio rilasciato, a seguito delle maggiori difficoltà e dei tempi oltremodo lunghi per l’iscrizione agli albi professionali. Uno dei principali punti di forza dell’azione didattica è costituito dalla continuità nell’insegnamento da parte del personale docente, specie per le materie tecniche che caratterizzano il percorso formativo in questo Istituto. Ciò ha permesso l’instaurarsi di un clima di cooperazione e di fiducia tra il personale docente e gli alunni stessi. Il maggior problema consiste invece nella frequenza alle lezioni che varia molto e si assesta mediamente intorno al 40-50%. Inoltre, tali assenze vengono effettuate sempre da persone 26 diverse, il che rende alquanto difficile la prosecuzione del programma didattico all’interno di una classe. Nell’intervista viene auspicata l’introduzione di una metodologia didattica basata non tanto sulla frequenza alle lezioni di tutte le discipline, quanto piuttosto sul modello universitario. Verrebbe meno in tale ottica la centralità della classe, a favore di aggregazioni di studenti interessati al superamento di determinati moduli didattici. Coloro che avessero già maturato il credito in una determinata materia non dovrebbero essere più tenuti a frequentare le relative lezioni. Ma tale progetto, si sottolinea, è di difficile attuazione in quanto bisognerebbe ristrutturare tutti i programmi e i piani di lavoro, stabilendo specifiche griglie di valutazione per le prove scritte e orali. 5.2 I.T.C. Gian Rinaldo Carli L’istituto tecnico commerciale G.R. Carli, attivo con l’offerta dei corsi serali dagli anni ‘70, rappresenta uno dei principali punti di riferimento in materia di educazione degli adulti presenti sul territorio provinciale. Il “progetto delle serali” nasce dall’intenzione di ampliare l’offerta formativa della scuola “per venire incontro”, come afferma il responsabile, “ad una parte dell’utenza più debole”. Attualmente il Carli presenta sostanziali innovazioni, riscontrabili sia nell’organizzazione che nella struttura dell’istituto stesso, le quali offrono la possibilità di poter rientrare in modo morbido e flessibile nel percorso formativo e di ottenere così un titolo di studio, modulando il proprio impegno in base alle proprie possibilità ed esigenze. A seguito dell’introduzione del progetto Sirio, che intende venire incontro ai bisogni percepiti da un’utenza adulta impegnata nel lavoro, sono state attivate innovazioni, quali la riduzione dell’orario di lezione, il riconoscimento dei crediti ed il recupero di carenze incontrate da questa tipologia d’utenza nel corso dell’anno scolastico. Le difficoltà maggiori per gli studenti consistono nella scarsa disponibilità di tempo da dedicare esclusivamente allo studio, nella stanchezza accumulata (e nel conseguente calo di attenzione), nelle assenze dovute a motivi legati al lavoro o a problemi familiari. All’interno di queste innovazioni risulta importante l’opportunità offerta dall’Istituto di individualizzare i percorsi formativi e la possibilità di abbreviare il percorso scolastico tramite un preliminare riconoscimento dei crediti. Come afferma il responsabile dei corsi serali “all’interno del Carli bisogna cambiare il concetto di idoneità, intesa non più come esame che permette a chi è stato bocciato di recuperare, ma che permetta, a chi se ne 27 rende conto, di accorciare i tempi [..]”. Infatti, l’offerta formativa di tale istituto consente, a chi è desideroso di abbreviare i tempi di conseguimento del diploma, di potersi presentare all’esame di idoneità a settembre. Nonostante siano pochi gli studenti che scelgono di intraprendere tale impegnativo percorso, non sono rari i casi di conseguimento di due idoneità nello stesso anno, che hanno consentito di abbreviare il percorso scolastico da 5 a soli 3 anni. Nonostante vi sia un riconoscimento degli studi conseguiti e certificati in Italia, il problema persiste per gli studi maturati all’estero, specialmente nei paesi extracomunitari, per la divergenza nei programmi scolastici. Spesso, coloro che hanno effettuato il percorso formativo all’estero, non vedendosi riconosciuti i propri studi, sono costretti a riscriversi presso questo istituto a partire dalla classe prima. In questi casi si tenta di venire incontro allo studente con il “riconoscimento dei crediti formativi tramite esame”. Importante punto di riferimento per l’orientamento e l’inserimento scolastico è la figura del tutor, solitamente rappresentata dal coordinatore di classe. Oltre ad ascoltare i problemi della classe e a mediare nel rapporto esistente tra studenti e professori, il tutor partecipa attivamente alla fase di accoglienza e di costruzione del piano di studi degli studenti. Nella seconda metà del mese di agosto si svolgono i percorsi di re-inserimento agli studi, cui seguono dei test che rilevano il livello di preparazione di base dei singoli alunni. Per quanto concerne lo svolgimento della didattica, all’istituto Carli si sono introdotte nuove metodologie di insegnamento, spesso accompagnate ad una tecnologia che permette una formazione che fa riferimento più alle immagini che alla parola, come ad esempio la lavagna interattiva [associata al programma Power Point]. “L’immagine colpisce di più delle parole”, spiega l’intervistato, “anche se così si rischia di perdere la capacità di scrivere, parlare e discutere”. Da questo punto di vista, un’importante innovazione didattica introdotta presso questo istituto consiste nei learning objects, ovvero nelle lezioni flessibili ed adattabili al corso, che, pur non utilizzando i libri di testo, riescono a soddisfare specifici obiettivi didattici. Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare le connessioni internet per l’insegnamento a distanza, si percepisce nelle parole del responsabile un velo di scetticismo, poiché in questo caso verrebbe a mancare la comunicazione e l’interazione verbale tra docenti e studenti. Inoltre, al corso serale, afferma l’intervistato, “c’è tanta variabilità riguardo a qualità, capacità e conoscenze pregresse per cui …… alle serali bisogna adattare il programma alle esigenze dello studente”. L’istituto Carli pone al centro della propria organizzazione formativa un continuo scambio di opinioni tra il corpo docente e gli studenti stessi, anche 28 se, ricorda il responsabile, “bisogna stare attenti a ciò che si fa e a ciò che si dice, perché sono studenti molto fragili psicologicamente, che si trovano nella condizione di bambini pur essendo adulti”. Gli studenti, riprendendo gli studi, ammettono un loro limite e mostrano le proprie debolezze. Coloro che si iscrivono alla scuola serale sono spesso persone che in passato hanno interrotto il percorso scolastico e che ora sono attratti, come ricorda il responsabile, “dall’opportunità di ottenere un elevamento sociale, culturale e lavorativo”. Spesso si tratta di persone che lavorano presso gli uffici della pubblica amministrazione con contratti a tempo determinato e che nutrono aspettative di ascesa professionale. Negli ultimi quattro anni si registra un certo incremento delle iscrizioni che interessa in particolare gli studenti stranieri (pari al 7-10%) e altre persone tutte fortemente determinate a concludere gli studi. L’utenza è caratterizzata da una leggera prevalenza femminile, mentre la fascia d’età media degli iscritti si situa tra i 25 e i 35 anni. Inoltre, circa il 10% dell’utenza è rappresentato dai giovani studenti di età inferiore ai 20 anni, prevalentemente sedicenni e diciassettenni, che hanno deciso di passare dal corso diurno a quello serale. Tale fenomeno è da ricercarsi principalmente nella convenzione stipulata tra questo Istituto, l’Asseform e il Ciosf (entrambi enti di formazione professionale presenti sul territorio triestino); convenzione che permette a coloro che hanno terminato il corso presso i suddetti enti, di proseguire gli studi presso l’Istituto Carli. Spesso accade che molti studenti decidano di abbandonare gli studi perché si rendono conto che l’impegno di studio loro richiesto è troppo gravoso. Annualmente si registra un tasso di abbandoni pari al 40/50%, abbandoni che generalmente coincidono con la conclusione del primo quadrimestre. Tali abbandoni variano da classe a classe, con una leggera prevalenza nelle prime classi. Le ragioni principali sottostanti sono rappresentate dal carico di lavoro, dai problemi personali e familiari e spesso dalla compresenza di entrambi questi fattori, ma non da una repentina mancanza di interesse per lo studio: si abbandona perché non si ha il tempo o la forza per studiare. Gli studenti poco motivati che passano dalla scuola diurna alle serali “trovandosi in difficoltà tra persone di mezza età che sono là con delle solide aspettative, spariscono dopo pochi giorni”. I punti di forza dell’istituto tecnico Carli si riscontrano nella flessibilità e nella varietà dell’offerta formativa proposta, nonché nell’intensità dei rapporti che si instaurano tra gli studenti e i docenti. Due risultano, però, i problemi principali percepiti dai docenti dell’istituto: innanzitutto la scarsa flessibilità, dovuta alla normativa ministeriale vigente che impedisce di mettere in atto compiutamente il progetto Sirio, e, secondariamente, l’assegnazione delle cattedre. Secondo il responsabile, sarebbero auspicabili graduatorie 29 specifiche per i corsi serali, in modo da avere un corpo docente motivato e stabile. In futuro l’istituto si impegnerà ad adattare ulteriormente l’azione didattica all’utenza attraverso una riorganizzazione volta a soddisfare le esigenze formative degli studenti, tenendo anche conto delle richieste in termini di formazione che provengono dal mondo del lavoro. Inoltre, dichiara il responsabile, si incomincia a valutare la possibilità di istituire un corso di specializzazione post-diploma, poiché nell’ottica della formazione continua, vi è tra i diplomati in discipline commerciali un’esigenza di approfondimento, di learning in progress, che potrà essere soddisfatta solo con i corsi serali. 5.3 I.T.I.S. Tomaso di Savoia – Duca d’Aosta (Nautico) L’istituto Nautico, che ha attivato i corsi serali a partire dal 2001, rappresenta a livello regionale un punto di riferimento importante e unico nel suo genere, quale istituto serale di scienze della navigazione che consente l’acquisizione di competenze nel campo delle discipline marittime e nei settori collaterali. Come ricorda infatti il responsabile, “tale istituto assolve la funzione di preparazione di personale navigante e di aggiornamento del personale navigante in servizio…[..]…è un istituto che educa con e per il mare”. L’attivazione dei corsi serali è conseguente alle richieste provenienti dal personale navigante: in tal senso l’istituto collabora ed opera in collegamento con alcuni enti pubblici e privati, tra i quali l’Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto. Presso l’istituto è previsto il riconoscimento sia di titoli di studio precedentemente conseguiti sia delle esperienze lavorative. All’inizio dell’anno scolastico è prevista una fase d’accoglienza, mentre in corso d’anno vengono effettuati numerosi interventi di recupero e di sostegno, in quanto, come ricorda il responsabile, “Gli adulti non lasciano spazio, chiedono sempre chiarimenti”. Tali interventi vengono attuati prima del regolare orario di inizio delle lezioni, o il sabato mattina che è principalmente dedicato agli approfondimenti di tematiche scelte dagli studenti stessi. Per quanto concerne l’orientamento scolastico, la funzione di tutor viene svolta da un docente esperto di navigazione il quale amplia il proprio ruolo di tutoraggio stabilendo contatti, grazie al proprio lavoro e specializzazione, con diverse agenzie e compagnie marittime. Al Nautico vi è una notevole differenziazione tra il materiale didattico utilizzato al diurno e al serale in quanto, come ricorda l’intervistato, “il mondo dell’insegnamento serale è un 30 mondo totalmente diverso da quello del diurno. [..] I libri di testo non ci sono; vengono bensì utilizzate tantissime fotocopie degli appunti delle lezioni, delle carte nautiche, degli esercizi di navigazione e di materiale predisposto insieme con gli alunni stessi”. Considerando l’andamento nelle iscrizioni, è possibile constatare una notevole variabiità in quanto, presso l’istituto, la creazione delle classi è subordinata alla consistenza delle richieste che variano di anno in anno. È importante inoltre rilevare che le frequenze sono in netto aumento poiché nelle persone vi è una forte motivazione ad ottenere il titolo in quanto “un diplomato nautico ha ottime possibilità di lavoro anche in ambito portuale o in attività collaterali”. Per quanto riguarda il bacino d’utenza, questo risulta attualmente esteso a tutta la regione ed anche oltre i confini regionali: si tratta principalmente di serbi e croati, generalmente provenienti dalle zone costiere. “Un tempo”, ricorda inoltre il responsabile, “la professione marittima era una professione di famiglia. [..] Adesso invece, la maggior parte degli iscritti sono persone già diplomate, in particolar modo presso un liceo classico o un istituto tecnico commerciale”. Spesso accade che persone, già impiegate presso l’amministrazione di alcune agenzie marittime, decidano di iscriversi per “fare carriera” sul posto di lavoro, grazie al possesso anche del diploma dell’istituto nautico. Tuttavia “lo sbocco principale consiste nel diventare ufficiale di marina mercantile, direttore di macchina, perito per gli impianti marittimi o per le costruzioni navali, oppure ancora disegnatore, capocantiere presso la Fincantieri”. L’utenza presso tale istituto è prettamente maschile. In quest’anno scolastico, infatti, le donne rappresentano poco più del 10%. La fascia d’età in cui si situa attualmente l’utenza si aggira intorno ai trent’anni. Dalle parole dell’intervistato emerge, inoltre, come l’utenza del futuro sarà sempre più internazionale. Il referente ricorda come “L’inglese, essendo la lingua del mare, sarà presente non più solo unicamente nelle ore di lingua straniera previste, bensì in molte ore di lezione”. A tal fine è stato infatti introdotto un insegnamento specifico denominato “Inglese marittimo”. All’istituto nautico viene richiesta dagli utenti una formazione e un aggiornamento che abbia i caratteri della continuità, in quanto essenziale per il proprio lavoro. Si tratta spesso di persone che lavorano e che rimangono, per obblighi di lavoro, reperibili anche in classe. Durante l’anno scolastico, come ricorda l’intervistato, non si registrano abbandoni. Infatti, “vi è una gran costanza nelle frequenze [..] Esiste inoltre una gran 31 collaborazione tra gli stessi compagni di classe consistente nello scambiarsi gli appunti e creare gruppi di lavoro”. Il responsabile ricorda poi che in un periodo dell’anno scolastico è stato sperimentato l’e-learning con un gruppo ristretto di allievi. Alcuni professori cercano di agevolare l’apprendimento mettendo su internet gli esercizi ed alcuni appunti fondamentali. Viene però sottolineata la difficoltà nel potersi avvalere di internet in quanto mancano i fondi per poter far funzionare con continuità ed efficacia tale sistema. Il responsabile precisa, inoltre: “Vorremmo poter utilizzare l’e-learning ma è per noi difficile a causa della normativa nazionale [..] Se solo potessimo, la nostra idea sarebbe quella di offrire un servizio didattico al personale di bordo in navigazione”. Dalle parole del responsabile emerge inoltre la volontà di offrire servizi maggiori, quali un’ampia sala per discussioni e dibattiti tra gli alunni e una biblioteca per i soli corsi serali. Si auspica poi di poter organizzare una crociera con soli studenti adulti e di venire incontro alle esigenze personali degli studenti, offrendo loro un servizio di supporto psicologico che li aiuti in importanti decisioni inerenti le scelte di studio e di lavoro che possono avere ricadute sulla vita familiare. Emergono però molte preoccupazioni e timori per il futuro sia per la limitatezza dei mezzi a disposizione sia per alcuni problemi con il personale docente, non sempre specializzato e motivato per questa tipologia d’utenza. Infatti, come sottolinea l’intervistato, “Noi ci scontriamo con le graduatorie e questo è per noi un gran problema [..] purtroppo tra gli insegnanti c’è qualcuno che ancora tratta gli alunni del serale come bambini [..] per lavorare con gli adulti bisogna porsi allo stesso livello e instaurare un rapporto bilaterale”. Sono inoltre carenti le strutture, nelle aule non vi è un numero sufficiente di computer e i laboratori e le officine contengono attrezzature e macchinari non più sicuri e a norma. Dalle parole dell’intervistato viene auspicata “la possibilità di lavorare con la Slovenia e la Croazia, che diventeranno sempre più specializzate rispetto a noi”. La struttura didattica ideale, a tal proposito, sarebbe quella di un campus per entrambi i corsi diurno e serale, ubicato, visto l’ampio e inutilizzato spazio a disposizione, nel Porto Vecchio di Trieste. 5.4 Istituto Tecnico per le Attività Sociali Grazia Deledda L’offerta serale del Deledda, attiva dall’anno scolastico 2000/2001, permette di dare risposte alle esigenze di quegli adulti che vogliono completare gli studi e aumentare la propria professionalità specie in ambito 32 assistenziale. Tuttavia, come spiega il responsabile, il corso è aperto “a chiunque sia in cerca di alternative: a chi ha già un diploma, a chi già lavora in campo sociale e vuole diventare imprenditore di se stesso, o anche a chi vuole semplicemente migliorare il proprio bagaglio culturale. Vista l’esclusione dal progetto di sperimentazione Sirio, non sono previsti percorsi didattici individualizzati, ma “per alcuni docenti delle serali”, spiega l’intervistato, “è molto importante relazionarsi con gli studenti, aiutarli e accompagnarli verso la fine degli studi”. Emerge inoltre dalle sue parole che “c’è bisogno di un forte impegno psicologico da parte dei professori, perché molti sono gli studenti che hanno interrotto gli studi a causa di incompatibilità con i professori e prevale in loro una sensazione di inferiorità, accompagnata dal timore di non essere in grado di farcela”. Questi studenti hanno trovato al Deledda un ambiente dove regna un clima di reciproca fiducia con i docenti. Il serale rappresenta quindi “un’esperienza di vita, dove si impara a stare insieme e a mettersi in gioco”. L’integrazione e la collaborazione tra gli studenti varia da classe a classe. In alcune di queste si nota una forte coesione, determinata dalla condivisione degli stessi problemi, mentre in altre prevale un po’ di conflittualità, causata o dalla stanchezza o da uno scontro generazionale tra gli studenti lavoratori che si impegnano nello studio e gli studenti minorenni che si iscrivono al serale ritenendo sia un percorso scolastico più facile. Al corso serale i libri scolastici vengono integrati con dispense e appunti forniti dai docenti, ovvero, come ricorda l’intervistato, con delle “sintesi che non possono trovare riscontro nei testi ministeriali”, sintesi che vengono incontro alle esigenze dell’utenza e permettono così una didattica più mirata. Il piano dell’offerta formativa prevede, come per i corsi diurni, lo svolgimento di un tirocinio durante l’orario scolastico presso le case di riposo, con un impegno settimanale di due ore. Spesso il programma didattico viene integrato con alcune attività extra-curricolari, quali conferenze, teatro e cinema. Fino al 2005 l’offerta formativa prevedeva un viaggio d’istruzione in una comunità terapeutica, come ad esempio il Gruppo Abele oppure San Patrignano: ciò ha permesso ad alcuni studenti di intraprendere un percorso lavorativo presso tali sedi alla fine dei loro studi. Presso questo istituto il riconoscimento degli studi pregressi conseguiti in Italia oppure all’estero implica un’integrazione delle materie non frequentate in precedenza. Per gli studenti stranieri il riconoscimento è maggiormente impegnativo: essi devono infatti portare la traduzione ufficiale di tutti i programmi scolastici seguiti all’estero. Laddove venisse riscontrata una corrispondenza tra i due programmi, lo studente potrebbe iniziare a sostenere gli esami integrativi. 33 Nell’ambito del riconoscimento dei crediti, va inoltre ricordato che presso tale istituto vengono riconosciuti anche alcuni crediti non formativi, solo dopo aver verificato che essi siano stati maturati con esperienze lavorative svolte negli ambiti d’interesse del corso (p.e. quello socioassistenziale e quello educativo – culturale). Per quel che riguarda il trend delle iscrizioni, negli ultimi anni non è possibile evidenziare nessuna particolarità degna di rilievo. È possibile però riscontrare un calo nelle presenze nell’anno corrente, dovuto probabilmente, come afferma l’intervistato, all’inserimento di alcuni docenti non sufficientemente motivati nella didattica per gli adulti. Nel corso degli anni non si è assistito ad una variazione nell’utenza: questa proviene prevalentemente dal campo assistenziale e presenta una leggera prevalenza femminile ed una classe di età media che si situa nell’intervallo compreso tra 25 ed i 35 anni d’età. I casi di studenti stranieri sono isolati, mentre il fenomeno degli studenti giovani, al di sotto dei vent’anni, rappresenta un fenomeno in costante crescita. Le motivazioni che sembrano essere determinanti nella scelta di riprendere gli studi sono il tentativo di recuperare il tempo perduto. “Spesso”, spiega infatti il responsabile, “al di là del pezzo di carta, chi si iscrive vuole una traccia, un percorso per poter entrare nel mondo del lavoro o per migliorare la propria posizione lavorativa”. Gli abbandoni, molto alti nelle prime classi, raggiungono indici pari anche al 50%, e diminuiscono negli anni successivi. Le ragioni principali di tale fenomeno vanno ricercate nei problemi personali (di salute, ed es.) nell’impossibilità di conciliare l’impegno scolastico con la vita familiare e lavorativa e spesso nella scarsa attenzione prestata agli studenti da parte di alcuni docenti. Come desidera sottolineare l’intervistato, “uno dei principali problemi con il quale si scontra la scuola serale è il poco tempo a disposizione: spesso sembra che gli studenti siano abbandonati al loro destino e che non si riesca dar loro delle risposte” [..] “anche la perdita di un solo studente è per noi sempre una sconfitta”. Le difficoltà riscontrate dall’istituto negli ultimi anni riguardano in particolar modo la crescente presenza degli studenti minorenni, la scarsa organizzazione, nonché i programmi scolastici, ormai vecchi e non adattabili. Accanto a queste difficoltà assume molta importanza il fenomeno dei docenti a tempo parziale. Come afferma il responsabile “sono pochi gli insegnanti fissi al serale [..] molti vengono al Deledda per completare l’orario e ciò ostacola la continuità didattica”. In futuro l’istituto prevede la messa in atto di alcune trasformazioni, quali ad esempio una riduzione dell’orario settimanale, che non potrà eccedere le 20-25 ore settimanali, e un potenziamento della didattica attraverso l’utilizzo 34 delle nuove tecnologie. Tuttavia, come ricorda il docente intervistato, “la prossima riforma impedisce e inibisce ogni forma di iniziativa. Per il futuro si è legati alle decisioni che il ministero attuerà …… anche se si spera in un aggiornamento dei programmi scolastici e nella creazione di una normativa specifica che svincoli le scuole serali dalla vigente normativa generale”. L’istituto cercherà di ottenere un miglioramento della preparazione professionale degli studenti che agevoli l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso l’avvio di grandi collaborazioni con enti esterni, cercando così di “portare la scuola nella realtà che ci circonda”. 5.5 Istituto d’Arte Enrico e Umberto Nordio Il corso serale, avviato presso l’istituto Nordio nell’anno scolastico 1999/2000, offre un’opportunità di formazione nel settore artistico. Il corso nasce dalla richiesta proveniente dal territorio di poter approfondire, spesso per esigenze personali, le conoscenze artistiche, acquisendo un’impostazione di base adeguata. Dall’intervista condotta con il docente responsabile emerge che non vi sono sostanziali differenze tra i corsi serali e quelli diurni; “è la metodologia d’insegnamento che cambia”, spiega il responsabile. Infatti, egli sottolinea come, “l’interazione in classe è molto diversa perché i docenti hanno un rapporto con persone adulte e quindi molto più responsabili e aperte”. Per quel che riguarda l’interazione e la mediazione con gli studenti, l’istituto si avvale di una persona dedicata (spesso un docente interno) che viene scelta in uno dei primi collegi dei docenti e che ha il compito di portare all’attenzione del dirigente scolastico le esigenze degli studenti. Il riconoscimento degli studi pregressi parte dalla comparazione dei programmi delle singole discipline. Laddove non vi sia corrispondenza è richiesta un’integrazione. Non aderendo al Progetto ministeriale Sirio, all’interno dell’offerta formativa dell’istituto non esiste la possibilità di costruire dei percorsi individualizzati. Tuttavia, come spiega il responsabile, “grazie al credito formativo maturato in una disciplina, uno studente può non seguire le lezioni della materia in questione, ma frequentare invece le ore di laboratorio di un’altra materia.” Per quel che riguarda i crediti non formativi, l’istituto non applica il riconoscimento dei crediti maturati in ambito lavorativo. L’istituto non promuove attività integrate finalizzate all’inserimento nel mondo del lavoro, principalmente a causa del poco tempo libero che gli studenti del serale hanno a disposizione durante la giornata. “Non c’è una differenziazione tra gli studenti del serale e quelli del diurno”, afferma il responsabile “tutti hanno le medesime opportunità, perché gli studenti del 35 serale non sono un’appendice dell’istituto, bensì hanno gli stessi diritti e doveri degli studenti del diurno”. Secondo il docente intervistato, negli ultimi anni non si è registrata una variazione nell’andamento delle iscrizioni; tuttavia nell’anno corrente c’è stata una leggera flessione dovuta probabilmente, all’orario di lezione particolarmente impegnativo. Nel corso degli anni non si sono riscontrati mutamenti dell’utenza, rappresentata per la maggior parte da studenti lavoratori, prevalentemente di genere femminile, di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Nell’utenza vi sono anche alcuni ragazzi ventenni, mentre rari sono i casi di studenti stranieri. La motivazione determinante nella ripresa degli studi è data dalla necessità di ottenere un diploma e quindi di terminare un percorso di studi interrotto. Tuttavia, secondo il responsabile, risulta spesso prevalente il desiderio di accostarsi al mondo dell’espressione artistica. Infatti, come ricorda il responsabile, “Sotto certi aspetti il titolo di studio passa in secondo piano. Quel che è importante per la nostra utenza è l’acquisizione di conoscenze e tecniche specifiche su materie che probabilmente nel corso della vita non sono state affrontate. È più un percorso personale durante il quale gli studenti vogliono fare, conoscere, cimentarsi”. La regolarità della frequenza è correlata alle esigenze personali degli studenti e alla loro capacità di conciliare lo studio con gli impegni familiari e lavorativi. Spesso all’inizio dell’anno scolastico si riscontra una frequenza elevata; nel corso dell’anno, si ha una diminuzione delle presenze in particolar modo a causa della stanchezza e di motivazioni familiari. In prossimità degli scrutini e della valutazione finale vi è un nuovo aumento. Va inoltre specificato che le materie di carattere più pratico e manuale, quali i laboratori e le ore di progettazione, presentano una frequenza più elevata e costante. Durante l’anno scolastico, “si riscontra un tasso medio di abbandoni pari al 5-10%, solitamente alla fine del primo quadrimestre, sempre a causa della difficoltà di conciliazione tra vita scolastica, vita lavorativa e vita familiare. I punti di forza del corsi serali dell’Istituto Nordio consistono nella specificità dell’offerta formativa in campo artistico, mentre la principale difficoltà è connessa all’orario scolastico impegnativo per gli studenti lavoratori. Il responsabile, tuttavia, manifesta la sua preoccupazione per l’incertezza sul futuro dei corsi serali. Infatti, secondo l’intervistato, “nessuno ha le idee chiare su cosa succederà, se accadrà, come dice la legge, che tutti i corsi serali verranno raggruppati nei centri territoriali con un unico organico. Pensare perciò a nuove iniziative didattiche o a possibili progetti futuri diventa quindi impossibile”. L’unica certezza futura è che “si farà il possibile per poter mantenere il corso così com’è”. 36 5.6 Sintesi conclusiva delle interviste Dalle interviste ai responsabili dei cinque corsi serali coinvolti nell’indagine emerge la specificità di tali corsi che possono essere considerati come strumenti essenziali per lo sviluppo dell’educazione e formazione nell’età adulta e non semplicemente centri di erogazione di diplomi, privi di contenuti qualificanti. Per gli allievi le scuole serali costituiscono un’opportunità di promozione e riqualificazione personale, che può aprire nuove prospettive professionali grazie a titoli di studio ricchi di contenuti formativi. Nonostante i programmi dei corsi serali non differiscano sostanzialmente da quelli diurni, diverso è l’approccio didattico che tiene conto delle specifiche condizioni degli studenti adulti portatori di personali esperienze di vita, di lavoro, di famiglia. Dalle interviste si evince come le motivazioni sottostanti la decisione di riprendere gli studi appaiano essere legate non solo all’ottenimento di un titolo di studio e al rimpianto di non aver terminato gli studi in passato, ma anche all’acquisizione di conoscenze capaci di poter orientare gli studenti in contesti produttivi e lavorativi in continuo cambiamento, rendendoli così competitivi nel mercato del lavoro. Le maggiori difficoltà riscontrate tra gli studenti consistono nel poco tempo a disposizione per lo studio, nella stanchezza e nel conseguente calo di attenzione durante le lezioni, nonché nella difficile conciliazione di studio, lavoro e famiglia. Per tali ragioni molti studenti decidono di ritirarsi nel corso dell’anno scolastico, vanificando il “recupero educativo” che costituisce la “mission” fondamentale dei corsi serali. Tuttavia, alcune caratteristiche peculiari di tale utenza, quali l’età, la maturità, unite spesso ad una forte motivazione degli studenti, permettono di affrontare argomenti didatticamente rilevanti in modo più efficace. Nei corsi serali accanto ai docenti, rilevante è la figura del tutor, chiamato a orientare e aiutare gli studenti nel superamento di difficoltà nella organizzazione e gestione dello studio o nei rapporti con i docenti. Questa figura risulta centrale e da più parti se ne richiede il rafforzamento, fissandone ruolo e funzioni. A parere degli intervistati, diverse sono le problematiche legate alla struttura organizzativa dei corsi serali. Da più voci viene evidenziata la mancanza nell’assegnazione delle cattedre di una graduatoria specifica per le scuole serali, che permetterebbe di avere un corpo docente più stabile e motivato. Spesso i docenti che ottengono il completamento dell’orario di cattedra nella scuola serale, in mancanza di una specifica preparazione o 37 esperienza, tendono a riprodurre le metodologie didattiche dei corsi diurni nell’insegnamento agli adulti, portatori di sensibilità ed esperienze molto diverse. Vi è al contrario l’esigenza di avere un organico motivato, competente e specializzato nella didattica per gli adulti, che sappia declinare preparazione e flessibilità, esperienza e sensibilità. Presso tutti gli istituti emerge, inoltre, preoccupazione e incertezza sulle conseguenze che la prossima riforma dell’ordinamento dei corsi per adulti potrà avere sulla funzionalità dei singoli istituti e anche sulle ripercussioni della nuova organizzazione dei corsi sull’utenza e quindi sulle iscrizioni future. Numerosi sono infatti gli elementi di novità che dovrebbero modificare in maniera sostanziale l'assetto delle scuole serali con la riorganizzazione dei Centri Territoriali Permanenti per l'Educazione degli Adulti (CTP) e dei corsi serali superiori all’interno dei nuovi Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti. A tale proposito non sarà senza conseguenze la modalità di calcolo del numero delle classi prevista dalla nuova normativa che dovrebbe tener conto dei “numeri degli studenti” alla fine dell’anno scolastico precedente, generalmente molto più bassi rispetto al momento delle iscrizioni. Al di là di questi aspetti legati alla prossima riforma, gli intervistati evidenziano problemi legati all’organizzazione e gestione della didattica. Il bisogno di flessibilità spesso non riesce a concretizzarsi in metodologia di intervento, stanti i numerosi vincoli connessi alla rigidità delle classi, dei vincoli temporali del programma e della gestione degli orari di lezione. Vengono auspicate a tale proposito metodologie didattiche nuove che attivino nella classe dinamiche di gruppo che possono contribuire all’empowerment degli studenti e dei docenti. La didattica per moduli, la valorizzazione dei crediti, la personalizzazione dei percorsi formativi potrebbero essere, secondo alcuni intervistati, i primi passi in tale direzione. Ma al di là di questi importanti aspetti, appare ancora insufficiente e frammentario il ricorso alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione nella pratica didattica. Manca infatti una sistematizzazione delle esperienze che sono portate avanti da singoli docenti motivati ed esperti. L’esigenza di avere a disposizione strumenti didattici, alternativi ai libri di testo, si esprime concretamente nell’utilizzo di dispense, nella preparazione di learning object in Powerpoint, o nel ricorso alla lavagna luminosa. Difficilmente realizzabile è invece l’utilizzo dell’e-learning nell’attività didattica, visto il rilevante investimento in termini di formazione e sviluppo che richiederebbe ai singoli istituti. Dalle interviste, il mondo delle scuole serali superiori della provincia di Trieste appare tutt’altro che omogeneo. Accanto agli aspetti comuni infatti, emergono numerose specificità che si esprimono attraverso metodologie 38 didattiche ricche di contenuti ed esperienze, maturate con il quotidiano contatto con i problemi degli studenti lavoratori. Ed è proprio il bagaglio di esperienze e di conoscenze di cui sono portatori molti docenti degli istituti serali che non dovrebbe venir disperso o vanificato con la prossima istituzione dei nuovi Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti. 39 6. RISULTATI DELL’INDAGINE QUANTITATIVA Come riportato in precedenza, obiettivo principale di questo lavoro è stato il tentativo di delineare un profilo degli studenti frequentanti i corsi serali attivati negli istituti superiori della provincia di Trieste. In particolare, ci si è proposti di conoscere sia le rappresentazioni, le motivazioni, i bisogni e le aspettative di coloro che scelgono di rientrare in formazione, sia le strategie e i percorsi del rientro. Gli aspetti presi in considerazione sono stati sia la situazione formativa e lavorativa attuale, sia le esperienze scolastiche pregresse. Inoltre, sono stati approfonditi, in modo trasversale rispetto alle diverse situazioni oggettive rilevate, gli aspetti motivazionali sottesi alla scelta di riprendere gli studi. Elemento centrale di quest’analisi è stato il “rientro” nei percorsi formativi, con l’ipotesi precisa che attraverso l’esplorazione del rientro sia possibile identificare i fattori negativi che possono portare all’abbandono e i contesti o gli eventi che, al contrario, conducono alla possibile ripresa degli studi. 6.1 Fasi della ricerca Per meglio comprendere i risultati ottenuti nella ricerca è utile descrivere in modo sintetico le modalità di raccolta dei dati. La somministrazione dei questionari è avvenuta infatti in due momenti differenti: x una raccolta dati all’inizio dell’anno scolastico (novembre- dicembre) con un campione che comprendeva una buona parte degli studenti iscritti ad un corso serale; x una raccolta dati a maggio, alla quale hanno partecipato solo gli studenti arrivati alla fine dell’anno scolastico. La decisione di effettuare due raccolte dati si è resa necessaria da un punto di vista metodologico per controllare se coloro che arrivano alla fine dell’anno scolastico differiscono in modo significativo da un campione rappresentativo di tutti gli studenti dei corsi serali. Poiché i dati oggettivi mostrano un elevato tasso di abbandono in corso d’anno, questa indagine ha previsto due somministrazioni differite nel tempo per individuare eventuali differenze tra coloro che si iscrivono, frequentano fino a Natale e poi decidono di abbandonare, e coloro che invece proseguono fino al termine dell’anno scolastico. 40 La trattazione dei risultati verrà effettuata a partire dal campione generale che fa riferimento alla raccolta dati effettuata in corso d’anno (novembre-dicembre); laddove sono emerse differenze significative, verranno presentati i dati di confronto tra i due campioni. 6.2 Partecipanti alla ricerca: una descrizione socio-demografica Hanno partecipato alla ricerca 319 studenti provenienti dalle cinque diverse realtà scolastiche pubbliche della provincia di Trieste, dove al momento della rilevazione erano attivi corsi serali. In particolare, il 44% proveniva dall’I.T.C. “G.R. Carli”, il 23% dall’Istituto Tecnico per le Attività Sociali “G. Deledda”, il 22% dall’I.T.I “A. Volta”, il 5% dall’I.T.I.S. “Tomaso di Savoia” , e il 6% dall’Istituto d’Arte “U. Nordio”. Il campione realizzato è costituito da 166 maschi (53,9%) e 142 femmine (46,1%) di età compresa tra i 17 ed i 62 anni (età media maschi=29,2, età media femmine=32,2). Il titolo di studio posseduto dalla maggior parte dei partecipanti è la licenza media (61,8%) o un diploma di qualifica professionale (32,3%). Molto pochi sono invece i diplomati (4,4,%) e i laureati (1,5%). Riguardo alla classe frequentata al momento della rilevazione, la maggior parte degli studenti era iscritta alla classe quinta (29%) o alla classe quarta (26%), minore è invece la percentuale di coloro che erano iscritti alle prime tre classi. Da un controllo più approfondito delle eventuali differenze esistenti nei diversi Istituti rispetto alla classe frequentata al momento dell’indagine emerge come all’Istituto d’Arte quasi la metà degli iscritti totali frequenti la seconda classe (47,6%) e all’Istituto Tecnico Industriale la percentuale degli iscritti in prima (23,9%) sia pari a quella dei frequentanti la quarta (23,9%) o la quinta (22,5%); per gli altri istituti si conferma il dato generale che vede la maggior parte degli iscritti nelle ultime classi (quarta e quinta). Riguardo alla distinzione di genere, si evidenzia una presenza nettamente maggiore di donne all’Istituto per le Attività Sociali (35,9% del totale delle donne nei diversi istituti vs 12,7% degli uomini) e all’Istituto d’Arte (9,9% vs 3,6%), mentre sembrano essere scuole prettamente maschili l’Istituto Tecnico Industriale (38,6% di tutti gli uomini vs 2,8%) e l’Istituto Tecnico Nautico (6,6,% vs 1,4%). L’Istituto Tecnico Commerciale sembra essere invece una scuola senza rilevante connotazione di genere (50% sul totale delle donne vs. 38,6% sul totale dei maschi). 41 Un secondo fattore rilevante nella caratterizzazione della frequenza dei diversi istituti serali sembra essere l’età. In generale, i dati mostrano una presenza importante di giovani dai 17 ai 21 anni che frequentano l’ITC Carli (55,7%), istituto tecnico preferito anche dai giovani nelle fasce di età tra i 22 e i 29 anni (44,1%) e tra i 30 e i 39 anni (42,4%). Questo risultato sembra suggerire come l’Istituto Tecnico Commerciale serale rappresenti la scelta dominante sia per coloro che hanno appena abbandonato un percorso scolastico diurno, sia per chi decide di riprendere gli studi dopo qualche tempo. Un dato interessante riferito all’età è la forte presenza di adulti tra i 50 e i 62 anni che frequentano l’Istituto d’Arte (37,5%), quasi a dimostrare come questa tipologia di corso serale rappresenti un modo per approfondire le proprie conoscenze e i propri interessi. (Tabella 1) Tabella 1. Iscrizioni agli istituti superiori con corsi serali nelle diverse fasce di età 17-21 22-29 30-39 40-49 50-62 Totale ITC Gian Rinaldo Carli 55,7% 44,1% 42,4 34% 18,8% 43,9% Istituto per le Attività Sociali Deledda 20,5% 20,6% 23,5% 32,1% 25,0% 23,5% I.T.I. Volta 18,2% 25,0% 25,9% 22,6% 12,5% 22,3% I.T.I.S. Nautico “Tomaso di Lampedusa – Duca di Savoia 2,3% 2,9% 7,1% 3,8% 6,3% 4,2% Istituto d’Arte Nordio 3,4% 7,4% 1,2% 7,5% 37,5% 6,1% Totale 100,0% N = 88 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% N = 68 N = 85 N = 53 N = 16 N = 310 Infine, con riferimento alla posizione occupazionale, la maggior parte degli studenti iscritti ai corsi serali del nostro campione dichiara di essere entrata stabilmente nel mondo lavorativo (68,7%), un numero minore sono invece i disoccupati (16,8%) e le "non forze di lavoro” (14,5%). E’ interessante notare che quest’ultima categoria è fortemente rappresentata da coloro che si definiscono studenti a tempo pieno (11,1%). Un dato rilevante che emerge dal confronto tra la prima raccolta dati in corso d’anno e la seconda a fine anno scolastico è la diminuzione significativa di studenti disoccupati o in cerca di prima occupazione (- 6%), e la stabilità delle altre categorie. La maggior parte degli studenti che hanno partecipato alla ricerca sono celibi (76,4%) o nubili (66,4%), anche se è presente un numero relativamente elevato di sposati (21,1% maschi e 18,2% donne). Infine, non trascurabile è il dato percentuale delle donne separate o divorziate, che 42 rappresentano il 16% del campione femminile, che si concentrano nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni. Dato l’impegno richiesto dalla frequenza ad un corso serale, che di solito si associa allo svolgimento di un’attività lavorativa, si è voluto approfondire l’analisi di coloro che sono sposati, in particolare con figli minori. Dal confronto tra i dati della raccolta in corso d’anno con quelli che fanno riferimento al termine dell’anno scolastico non si evidenziano particolari criticità legate a questo sottocampione; i risultati sembrano suggerire come non sia semplicemente l’impegno della famiglia a far desistere dalla scelta di continuare gli studi. A tale proposito è interessante rilevare che nel gruppo di intervistati è presente una percentuale bassa ma significativa (13,5%) di donne tra i 30 e i 49 anni, separate o divorziate con uno o due figli minori a carico, che sono riuscite a concludere l’anno scolastico, nonostante una intuibile difficoltà di conciliazione tra studio, impegni familiari e lavoro. Se nella suddetta fascia di giovani donne non sembra esserci quindi un abbandono dovuto agli impegni familiari, si può notare che l’iscrizione ai corsi serali rappresenta di per sé un aspetto critico. I dati mostrano, infatti, come le donne dai 30 ai 39, sposate, siano percentualmente meno della metà dei coetanei maschi (38,3% vs. 61,3%). Questo risultato sembra suggerire un’oggettiva difficoltà delle donne a coniugare formazione personale e famiglia in un’età in cui spesso si concentrano anche gli impegni legati alla maternità. Gli studenti stranieri Un dato interessante emerso dalla ricerca è la presenza di quasi il 7% di studenti stranieri che frequentano un corso serale (45 % maschi e 55% femmine). L’età media di questi giovani è 25 anni, ma il valore mediano (22 anni per i maschi e 21 anni per le donne) suggerisce come in realtà vi sia un numero elevato di studenti non italiani nelle fascia di età tra i 17 e i 22 anni. Gli studenti con cittadinanza non italiana hanno frequentato la scuola media inferiore nella maggioranza dei casi in una scuola diurna in Italia (60%), ma relativamente elevato rimane comunque il numero di coloro che hanno ottenuto la licenza media all’estero (35%). In generale, l’età di conclusione della scuola secondaria di primo grado è vicina ai 14 anni. Questi studenti, provenienti per la maggior parte dall’Est Europa, al momento della compilazione del questionario vivevano in Italia mediamente da 7 anni (anno medio di arrivo in Italia 2001). 43 Tra gli stranieri dei corsi serali che hanno partecipato alla ricerca sono presenti però anche studenti in possesso di un diploma di qualifica professionale o del diploma di scuola superiore. Un dato interessante è la presenza di 3 donne laureate. In relazione ai diversi istituti con corsi serali, i dati mostrano come gli studenti non italiani maschi scelgano di iscriversi in modo preminente all’I.T.I.S. Volta, mentre le donne scelgono per la quasi totalità l’I.T.C. Carli. Questo risultato conferma la forte connotazione di genere riscontrata anche nelle scelte degli italiani. Infine, in merito all’autovalutazione della conoscenza della lingua italiana, la maggior parte degli iscritti stranieri ha stimato come buona la propria padronanza nell’italiano parlato e sufficiente quella nell’italiano scritto. Un quinto degli studenti stranieri intervistati dichiara però ottima la conoscenza, sia orale sia scritta, della lingua italiana. 6.3 Le motivazioni del “ritorno agli studi” Dopo aver risposto a interrogativi strettamente connessi alla descrizione degli studenti frequentanti i corsi serali, si è cercato di comprendere quali potessero essere le motivazioni sottese alla scelta di iscriversi ad un corso serale. In generale, il desiderio di concludere gli studi interrotti (72,6%) e di migliorare il proprio livello culturale (70,7%) rappresentano due delle ragioni principali associate alla scelta di iscriversi ad un corso serale. Un ruolo sicuramente secondario hanno invece la voglia “uscire dalla routine e fare nuove conoscenze” e i possibili stimoli da parte di persone vicine (partner, parenti, amici). Da questo primo risultato generale emerge un quadro confortante: il dato comune a tutti gli studenti sembra suggerire, infatti, come alla base della scelta di riprendere o iniziare gli studi in età adulta vi siano motivazioni intrinseche, quali la voglia di “migliorarsi”. Inoltre, la scelta sembra essere decisamente personale e non frutto di pressioni esterne. L’aspetto “strumentale” dell’iscrizione ad un corso serale, invece, non sembra essere rilevante nella scelta di riprendere gli studi: per la metà degli intervistati l’insoddisfazione per il proprio lavoro e il desiderio di cambiamento non rappresentano una spinta motivazionale importante, così come per un terzo degli studenti la possibilità di diplomarsi non è fortemente associata con l’idea di poter trovare un lavoro adeguato. Maggiormente significativa è invece la relazione tra conseguimento del diploma e possibilità di avanzamento nel lavoro. Questi risultati suggeriscono come per gli studenti dei corsi serali l’ottenimento del diploma non rappresenti 44 dunque la modalità per trovare un lavoro, ma piuttosto la possibilità di migliorare una posizione lavorativa già acquisita. Dopo aver analizzato la situazione generale, si è cercato di comprendere quanto la situazione lavorativa e la carriera scolastica pregressa potessero incidere sul ritorno agli studi. I risultati confermano il dato generale e fanno emergere alcune informazioni interessanti: negli studenti “a tempo pieno” (coloro che non svolgono alcuna attività lavorativa) la motivazione all’iscrizione ad un corso serale non sembra essere tanto il desiderio di concludere il proprio percorso formativo con un diploma, quanto piuttosto la voglia di migliorare il proprio livello culturale e la possibilità di iscriversi all’università. Non di minore importanza però è l’opportunità, attraverso il titolo di studio, di trovare un lavoro adeguato alle proprie aspirazioni. Questo dato sembra suggerire che per chi studia “a tempo pieno” la scuola serale rappresenti la possibilità di migliorare nettamente il proprio profilo formativo o di inserirsi in modo soddisfacente nell’ambito lavorativo. Anche per la maggior parte di coloro che sono già inseriti nel mondo del lavoro il miglioramento culturale è decisamente rilevante nella scelta di riprendere o iniziare un percorso scolastico; diversamente dagli studenti, in questo sottogruppo una motivazione ugualmente saliente è la volontà di concludere gli studi interrotti. Poco importanti rimangono le motivazioni esterne (p.e. sollecitazione da parte di altri). Quasi la metà dei lavoratori, infine, assegna un valore rilevante anche alla possibilità di iscriversi all’università, e di migliorare quindi la propria formazione. Per evidenziare la struttura interna degli item del questionario connessi alla motivazione di iscriversi ad un corso serale è stata eseguita un’analisi fattoriale esplorativa (Metodo della Componenti Principali) con rotazione ortogonale (Varimax) sui punteggi attribuiti alle domande riguardanti questo specifico aspetto (A.4). L’analisi - Scree plot e autovalori - ha suggerito una soluzione a due fattori denominati rispettivamente: Formazione e lavoro e Formazione e cultura. Dai due fattori suggeriti sono state ricavate due scale in grado di rappresentare una gli aspetti maggiormente connessi alla relazione tra scuola serale e lavoro (Formazione e lavoro .63), e l’altra la relazione percepita tra continuazione del proprio percorso formativo e miglioramento culturale e scolastico (Formazione e cultura Cronbach= .54). Per controllare se vi fossero differenze significative in relazione al genere, all’età, al titolo di studio posseduto e alla posizione lavorativa, è stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della scala Formazione e cultura. I risultati hanno evidenziato un effetto significativo dell’età (F(4 263)=3.75, p=.006) e del titolo di studio (F(3,263)=5.25, p=.002). Nella decisone di 45 riprendere gli studi gli aspetti connessi al miglioramento culturale risultano essere maggiormente importanti per coloro che sono in possesso di un diploma di qualifica professionale. Come atteso, meno rilevanti appaiano per gli intervistati già in possesso di un diploma di scuola superiore e per i laureati (punteggi medi su una scala da 1 a 5: licenza media=2,87, qualifica professionale=3,14, diploma superiore=2,28, laurea=1,85). Riguardo all’età, i dati sembrano suggerire da parte dei più giovani (17-22 anni) un’attenzione maggiore agli aspetti connessi sia alla possibilità di migliorare il proprio livello culturale, sia all’opportunità di uscire dalla routine e fare nuove conoscenze (punteggi medi su una scala da 1 a 5: fascia 17-21 anni=3,12, fascia 22-29 anni=3,02, fascia 30-39 anni=2,97, fascia 40-49 anni=2,53, oltre i 50 anni=2,28). Per controllare se vi fossero differenze significative legate alle motivazioni “strumentali” dell’iscrizione ad un corso serale in relazione al genere, all’età, al titolo di studio posseduto e alla posizione lavorativa, è stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della scala Formazione e lavoro. I risultati hanno evidenziato un effetto significativo dell’età (F(4,263)=5.10, p=.001) e del titolo di studio (F(3,263)= 5.32, p=.001). Sono quindi gli studenti già in possesso di un diploma di qualifica professionale o della licenza media coloro che attribuiscono all’ottenimento del diploma un’importanza più rilevante sia per migliorare la propria posizione lavorativa che per trovare un lavoro più adeguato (punteggi medi su una scala da 1 a 5: occupati=2,86, disoccupati=3,6, non forze di lavoro=3,04). Rispetto all’età, sono le fasce intermedie (dai 22 ai 49 anni) quelle per cui il diploma ottenuto ad un corso serale può rappresentare un’occasione di miglioramento. Probabilmente, si tratta di persone che sono entrate stabilmente nel mondo del lavoro e vogliono però migliorare la loro posizione. Per i giovanissimi dai 17 ai 22 anni e per gli adulti oltre i 50 anni, l’aspetto strumentale non sembra avere un’importanza rilevante: per i primi, perché non ancora entrati nel mondo lavorativo, mentre per la seconda categoria presumibilmente perché ormai lontani dall’idea di cambiare lavoro e dalle aspirazioni di fare carriera. Un secondo aspetto motivazionale preso in considerazione nella ricerca è stato quello più strettamente connesso ai fattori determinanti la scelta di uno specifico corso serale. I dati mostrano come i due fattori più importanti siano l’interesse per le materie insegnate e la possibilità di trovare un lavoro dopo il diploma. Poco importanti si sono rivelati invece la facilità di raggiungimento della scuola e il consiglio di amici e parenti. Sorprendentemente, anche il riconoscimento dei crediti acquisiti in passato non sembra essere un motivo forte per scegliere un corso serale piuttosto di un altro, soprattutto per coloro in possesso della licenza media. 46 Un dato interessante che emerge dall’analisi dei determinanti la scelta di uno specifico corso serale in relazione all’età è l’elevata importanza che i giovani danno alla possibilità di trovare un lavoro grazie al diploma e la scarsa importanza attribuita alle materie insegnate, mentre gli adulti nella scelta dell’istituto danno invece grande importanza all’approfondimento dei propri interessi e una scarsa rilevanza alle possibilità occupazionali postdiploma. 6.4 Le carriere scolastiche pregresse Nella seconda sezione del questionario sono state indagati i percorsi scolastici e formativi degli studenti a partire dalla scuola media. La quasi totalità dei partecipanti alla ricerca (90,6%) ha ottenuto la licenza media presso una scuola diurna, mentre la restante parte degli studenti ha frequentato i Centri Territoriali Permanenti (4,2%) la scuola privata (2,6%) o una scuola all’estero (2,6%). Generalmente, 14 anni è l’età media del conseguimento di tale licenza. Dopo il completamento della scuola media inferiore, quasi tutti gli intervistati (86%) hanno scelto di proseguire il proprio percorso formativo e scolastico: più di un terzo ha frequentato un istituto tecnico, il 10,4% un liceo, il 19% la formazione professionale, il 10,4% un istituto professionale e la percentuale rimanente ha scelto un istituto magistrale o un istituto d’arte. Di tutti gli studenti che hanno proseguito il loro percorso scolastico, il 40% ha ottenuto un diploma o un attestato di fine corso ed ha quindi concluso con successo il percorso formativo intrapreso. Come riportato nella Tabella 2, sono soprattutto coloro che hanno scelto di frequentare un istituto professionale o la formazione professionale che sono riusciti a concludere gli studi, mentre i dati evidenziano come per altre tipologie di scuola, come ad esempio i licei e gli istituti tecnici, vi siano percentuali elevate di studenti che non hanno ottenuto il diploma. Tabella 2. Conclusione del percorso scolastico intrapreso e scuola frequentata Liceo Istituto tecnico Istituto/scuola magistrale Istituto d’arte Istituto professionale di stato Formazione professionale (ENAIP, IAL, ecc.) Altre scuole/altri corsi Ottenimento del diploma 4,2% 14,0% 29,4% 35,7% 66,7% Mancato ottenimento del diploma 95,8% 86,0% 70,6% 64,3% 33,3% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 90,2% 9,2% 100% 78,9% 21,1% 100% 47 In sintesi, dei 319 intervistati complessivamente nell’indagine, 23 (7,2%) hanno già conseguito il diploma superiore e di questi ben 7 la laurea; tra questi ultimi ci sono tre stranieri che hanno ottenuto il titolo all’estero. Tra le molteplici motivazioni all’iscrizione di questi soggetti vi può essere l’esigenza di reindirizzare il percorso formativo, a seguito di specifiche esigenze lavorative, oppure il desiderio di un approfondimento culturale in un settore disciplinare nuovo e infine, per gli stranieri, l’esigenza di ottenere un titolo di studio superiore in mancanza del riconoscimento del titolo ottenuto all’estero. Questo risultato sembra suggerire l’esistenza di due categorie distinte di studenti che scelgono di iscriversi ad un corso serale: da una parte coloro che hanno alle spalle una storia scolastica e formativa conclusa con successo, ma che forse non è sufficiente per migliorare la propria posizione lavorativa, e dall’altra coloro che hanno intrapreso un percorso scolastico che in itinere si è rivelato sbagliato, o che comunque non è stato concluso con successo. Per poter meglio comprendere il fenomeno del ritorno agli studi di coloro che non hanno concluso un percorso scolastico, si è deciso di controllare l’ultima classe frequentata prima dell’abbandono e l’esito ottenuto. I dati mostrano come l’abbandono sia equamente distribuito nelle classi prime, seconde, terze e quarte. Molto rara sembra essere invece la decisione di lasciare la scuola quando si è arrivati nella classe quinta. I risultati evidenziano inoltre come la decisione di lasciare un percorso scolastico intrapreso coincida spesso con una bocciatura, e quindi con un insuccesso oggettivo. Nel 70% dei casi, infatti, l’abbandono della scuola è coinciso con una mancata promozione. Tabella 3. Ragioni del mancato proseguimento degli studi in relazione al genere* Maschio Femmina Scarsa motivazione ed interesse 48,9% 36,4% Difficoltà nello studio/basso rendimento scolastico 21,2% 9,3% Motivazioni familiari/motivi economici 25,5% 45,8% Inserimento nel mondo del lavoro 29,9% 33,6% Difficoltà nei rapporti con alcuni professori 23,4% 16,8% Difficoltà nei rapporti con i compagni di classe 3,6% 3,7% * Domanda con possibilità di scegliere una o più risposte 48 Le principali motivazioni della scelta di non completare gli studi intrapresi in passato consistono nella “scarsa motivazione ed interesse” (43,3%) e secondariamente nei “motivi familiari ed economici” (33,7%). Rispetto al contesto scolastico, elevata è la percentuale di coloro che indicano “le difficoltà nei rapporti con i professori” (20,2%) come fattore rilevante nella rinuncia a proseguire la scuola, mentre di scarso rilevo sembrano essere i rapporti con i compagni di classe (3,6%). Infine, l’abbandono della scuola superiore sembra essere connesso alla volontà o alla necessità di inserirsi nel mondo lavorativo (32,5%). (Tabella 3). Se si controllano le motivazioni del mancato proseguimento in relazione al genere emergono dei risultati interessanti: mentre la difficoltà nello studio sembra essere tipicamente maschile, i motivi familiari o economici sono criticità tipicamente femminili. Il quadro complessivo che emerge sembra suggerire una netta differenza tra uomini e donne; mentre per quest’ultime l’abbandono degli studi è riconducibile per la maggior parte a cause contingenti (p.e. problemi in famiglia e/o economici), per gli uomini le motivazioni sono invece direttamente riconducibili a fattori individuali. L’analisi delle relazioni tra motivazioni ed esito dell’ultimo anno di scuola frequentato (promozione vs. bocciatura), fornisce un ulteriore dato degno di rilevanza nella spiegazione degli abbandoni scolastici. Per coloro che alla fine dell’ultimo anno di frequenza hanno registrato una bocciatura, la decisione di interrompere gli studi è maggiormente connessa a ragioni soggettive, prima fra tutte la scarsa motivazione e la mancanza di interesse, e in secondo luogo alle difficoltà incontrate nel rapporto con alcuni professori. Per coloro che invece sono stati promossi e che hanno comunque deciso di lasciare la scuola, la scelta dell’abbandono fa maggiormente riferimento a motivazioni esterne, quali il contesto familiare ed economico e la volontà o la necessità di inserirsi nel mondo del lavoro. 6.5 La condizione lavorativa In passato, la condizione tipica dello studente dei corsi serali era quella di occupato o disoccupato. Infatti, fin dall’istituzione di tali corsi era richiesto di documentare all’atto dell’iscrizione la condizione professionale o l’iscrizione all’ufficio di collocamento. Negli ultimi 15 anni vi sono state modifiche nelle norme di iscrizione che hanno allargato il bacino dei possibili utenti dei corsi serali a nuovi target: studenti minorenni o neomaggiorenni che hanno da poco abbandonato le scuole diurne, pensionati, casalinghe, immigrati. 49 L’indagine conferma in larga misura che il “nocciolo duro” dei frequentanti è ancora costituito da persone in condizione professionale 5. Infatti, gli occupati (68,4%) e i disoccupati (13,4%) costituiscono ben l’81,8% degli intervistati. Residuano le persone in condizione non professionale, costituite in massima parte da studenti che non cercano lavoro (11,1%) e in percentuali minori persone in cerca di prima occupazione, da pensionati e casalinghe (Tabella 4). Si sono già sottolineate nella descrizione del campione le differenze d’età tra gli intervistati maschi e femmine. Tale specificità è confermata dall’età media degli occupati che è di 31 anni per i maschi contro i 35 delle femmine. Tale differenziale condizionerà le successive analisi che evidenzieranno significative differenze nei due generi, dovute principalmente al fattore età. Tabella 4. Condizione lavorativa in base al genere in percentuale Maschi Femmine Maschi e Femmine Occupato 69,7 66,9 68,4 Disoccupato 13,3 13,4 13,4 In cerca di prima occupazione 3,6 3,5 3,6 In mobilità/cassa integrazione 0,6 Studente 10,4 12,0 11,1 Casalinga - 1,4 0,7 Pensionato/a 1,2 2,1 1,6 Altra condizione non professionale 1,1 0,7 0,9 100,0 100,0 100,0 Totale 0,3 Dalle rilevazioni sulla condizione lavorativa è possibile derivare il tasso di disoccupazione che assume valori molto elevati tra i più giovani (41% in età 17-21), per poi ridursi rapidamente all’aumentare dell’età (20,3% in età 22-29, 13,1% in età 30-39, 8% in età 40-49), come si evince dalla Tabella 5, che riporta anche la composizione del campione di intervistati in base alla condizione lavorativa per diverse fasce d’età. I tassi di disoccupazione, che non variano sensibilmente nei due generi, sono indicativamente superiori ai corrispondenti tassi pubblicati dall’ISTAT per l’anno 2008, che si riferiscono tuttavia a un campione di popolazione con caratteristiche molto diverse da quello qui considerato. 5 In base alla nomenclatura dell’ISTAT i soggetti possono trovarsi in condizione professionale (occupati o disoccupati in senso stretto) o non professionale (minori di 15 anni, in cerca di prima occupazione, studenti, ritirati dal lavoro, invalidi). 50 Tabella 5. Condizione lavorativa e tasso di disoccupazione per fasce d'età degli intervistati 17-21 22-29 30-39 40-49 50-62 Totale Occupato 41,4% 69,1% 85,9% 86,8% 68,7% 68,9% Disoccupato 28,7% 17,6% 12,9% 7,5% 6,3% 17,2% Non forza di lavoro 29,9% 13,3% 1,2% 5,7% 25,0% 13,9% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 41,0% 20,3% 13,1% 8,0% 8,3% 19,9% Tasso di disoccupazione Andando ad esaminare le condizioni lavorative degli studenti dei singoli istituti si possono notare alcune differenze. Se all’Istituto Nautico e all’Istituto tecnico industriale Volta gran parte degli intervistati è occupato (85% e 79% rispettivamente), all’Istituto tecnico commerciale Carli la condizione di occupato è relativa solo al 63% degli intervistati, mentre all’Istituto tecnico Deledda si riscontrano valori intermedi. Queste differenze sono motivate dalle età degli iscritti (più giovani al Carli, meno giovani nelle altre due scuole), ma anche dalla specificità dell’offerta formativa dei singoli istituti che si rivolgono spesso ad utenze in diverse condizioni professionali. Nei riguardi della posizione degli intervistati nella professione (Tabella 6), si rileva il 31% di operai, prevalentemente iscritti al Volta, il 23% di impiegati e il 23% di addetti ad altre attività del terziario. Ridotta, ma non trascurabile, è la presenza del lavoro autonomo (circa il 10%). La presenza del settore impiegatizio è caratteristica dell’Istituto Carli ed in parte dell’Istituto Deledda. Tabella 6. Posizione nella professione in base al genere Maschio Femmina Totale Impiegato 16,7% 30,1% 22,7% Addetto/a servizi commerciali 6,1% 16,1% 10,6% Addetto/a servizi assistenziali 6,1% 19,4% 12,1% Operaio 46,5% 12,9% 31,4% Altro dipendente 12,3% 10,8% 11,6% Imprenditore/libero professionista 6,1% 2,2% 4,3% Artigiano/commerciante 4,4% 4,3% 4,4% Altro lavoratore indipendente 1,8% 4,2% 2,9% 100,0% 100,0% 100,0% Totale 51 Queste risultanze confermano una “mission più generalista” per questi due istituti che rispondono essenzialmente alle esigenze professionali del settore terziario. Essi vengono, infatti, scelti sia da coloro che cercano una preparazione professionale specifica, sia da giovani e meno giovani interessati ad approfondire i contenuti culturali. Da una domanda del questionario sul settore di attività relativo alla professione si osserva che i servizi commerciali per le aziende e i servizi per le persone coprono il 43% delle attività economiche, la pubblica amministrazione, tradizionale bacino dell’utenza dell’I.T.C. Carli, copre il 16%; significativa è la presenza dell’industria (22%) e dell’artigianato (14%), mentre residuale è il ruolo dell’agricoltura. In riferimento al rapporto di lavoro (Tabella 7), i contratti a tempo indeterminato risultano assolutamente prevalenti (63,5%), accanto ad una presenza significativa di contratti a tempo determinato (16%) e in misura via via minore di contratti di apprendistato, interinali e a progetto. Nei maschi vi è una più ridotta incidenza dei contratti a tempo indeterminato (59% contro il 68% delle femmine). A questo fenomeno contribuisce la maggiore presenza tra gli intervistati di maschi in età più giovani (17-21 anni), che hanno generalmente rapporti di lavoro precari. Tra i 22 e i 30 anni si fanno più frequenti i rapporti di lavoro con i caratteri della stabilità, ma la percentuale massima di contratti a tempo indeterminato (86,8%) si raggiunge solo dopo i trent’anni. Tabella 7. Tipologia di contratto in base alla fascia d’età 17-21 22-29 30-39 40-49 50-70 Totale 20,0% 50,0% 86,8% 84,4% 45,5% 64,4% 37,1% 21,7% 16,1% 22,9% 6,5% 4,4% - 45,5% Apprendista Collaborazione co.co.co/a progetto Coll. occasionale/ senza contratto 4,4% - - 5,4% 5,7% 13,1% 1,5% 4,4% - 5,4% 8,7% 2,2% - - 9,0% 2,4% Lavoratore autonomo 5,6% 6,5% 7,3% 6,8% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Dipendente a tempo indeterminato Dipendente a tempo determinato Totale 6,3% 100,0% 100,0% Stante l’ampia prevalenza di giovani e di giovani adulti tra gli iscritti ai corsi serali, dalle considerazioni sopra esposte si evince che la situazione occupazionale degli intervistati è complessivamente non molto difforme da quanto si riscontra globalmente nel mondo del lavoro giovanile della provincia. Ciò conferma quanto già emerso in un precedente paragrafo: le 52 motivazioni all’iscrizione non sono strettamente connesse alla precarietà del lavoro, ma a fattori diversi quali l’aspirazione a migliorare la posizione lavorativa, la possibilità di avanzare nella carriera o di cambiare radicalmente lavoro, cui si aggiunge il desiderio di arricchire la propria preparazione culturale. Passando ora a trattare specifici aspetti connessi al lavoro (localizzazione, orario, anzianità ecc.), si osserva che tre intervistati su quattro lavorano nel territorio del comune di Trieste, quasi il 12% in altri comuni della provincia, l’8% in altre province della regione (si tratta in gran parte di residenti fuori provincia) e in pochi casi (4) all’estero. Le modalità di effettuazione dell’attività lavorativa (numero di ore lavorate, orari di inizio e fine lavoro) possono avere grande rilevanza in ordine alla conciliabilità con i restanti impegni della giornata, poiché influenzano direttamente la frequenza alle lezioni e le possibilità di conciliare gli impegni di studio e di vita familiare. L’orario di lavoro presenta una grande variabilità: si va dalle 12 ore settimanali sino alle 85, per coloro che effettuano turni di lavoro in qualità di marittimi. La media delle ore lavorate è superiore nei maschi (40,5 ore contro 37 ore nelle femmine). Se quasi il 53% ha un lavoro ad orario unico (tipico dell’industria e in parte della pubblica amministrazione), diffuso è pure il lavoro a turni (30%), che risponde alle esigenze di flessibilità aziendale, e quello spezzato, tipico del settore commerciale (17%). Dai dati dell’indagine emerge che tra gli intervistati occupati il 63% è impegnato a tempo pieno. Il part-time viene generalmente associato al lavoro femminile, in relazione agli impegni di accudimento dei figli. Dai risultati dell’indagine emerge invece che questi rapporti di lavoro sono diffusi ampiamente anche tra i maschi (33% contro il 40% nelle femmine). Si noti che le ore settimanali lavorate in media nei rapporti a tempo parziale sono 27 contro le 41 ore del tempo pieno. In base ad una specifica domanda si evince che le motivazioni prevalenti di tale scelta non sono connesse alle esigenze di famiglia, ma alla necessità di conciliare studio e lavoro, e ciò in entrambi i generi. Quali sono le posizioni professionali che fanno maggior ricorso al part time? Sicuramente gli addetti ai servizi commerciali ed assistenziali e del lavoro autonomo. L’analisi dell’anzianità nel posto di lavoro conferma i dati sulla stabilità lavorativa già emersi dall’esame delle tipologie di contratto. La netta maggioranza degli intervistati svolge l’attività da oltre 5 anni (57%). Tale dato, che appare interessante se si tiene conto dell’età media complessivamente giovane degli intervistati (33 anni), si ritrova sia nei contratti a tempo indeterminato che a tempo determinato, che evidentemente sono stati via via rinnovati. 53 L’orario di fine lavoro e la vicinanza dell’abitazione alla scuola sono due fattori che possono condizionare la qualità della conciliazione studio-lavoro. Ci si è perciò chiesti se i lavoratori studenti raggiungano la scuola da casa, dopo aver usufruito di qualche ora di riposo, o direttamente dal posto di lavoro. Ebbene, quasi il 40% raggiunge la scuola direttamente dal posto di lavoro, il 50% da casa mentre il restante 10% ha situazioni miste in dipendenza dai turni di lavoro. Infatti, l’orario in cui termina il lavoro è per il 28% variabile, per il 40% prima delle ore 17.00, e quindi generalmente prima dell’inizio delle lezioni, e per il 26% tra le 17.00 e le 19.00. Un residuale 6% di studenti finisce dopo le 19.00 (addetti ai servizi commerciali in genere). Si può allora ben comprendere che per una parte non trascurabile degli studenti la frequenza dei corsi serali rappresenta un impegno senza soluzioni di continuità con il lavoro. Un’importante agevolazione per gli studenti lavoratori con rapporto di lavoro dipendente è costituita dai permessi di lavoro retribuiti per motivi di studio previsti da diversi contratti di categoria. Tale pratica è generalmente più diffusa negli enti pubblici, ma viene attuata anche nel settore privato. Ben il 50% dei dipendenti dichiara di poterne usufruire; si tratta di soggetti che lavorano in prevalenza con la qualifica di impiegati, addetti ai servizi sanitari, operai che lavorano principalmente nella pubblica amministrazione (35% dei casi), ma anche in altri settori (industria 26%, altri servizi 35%). Non si hanno informazioni esplicite sul numero e sulle modalità di utilizzo di detti permessi, ma nel complesso si ritiene che tali possibilità, se generalizzate, potrebbero costituire un forte impulso all’iscrizione ai corsi serali. Le sole informazioni oggettive sul lavoro, fin qui analizzate, non permettono di verificare i livelli di soddisfazione nello svolgimento dell’attività lavorativa, tematica sicuramente complessa e condizionata da una molteplicità di fattori. Una possibile lettura della percezione soggettiva di importanti aspetti del lavoro può essere desunta dall’analisi dei livelli di soddisfazione dell’intervistato espressi in merito a sette caratteristiche del lavoro attuale, rilevate nel questionario. Questi elementi di valutazione possono essere rilevanti per verificare se, tra le motivazioni prevalenti nella scelta di riprendere gli studi, vi sia stato anche qualche elemento connesso alla soddisfazione/insoddisfazione lavorativa. Dall’esame della Tabella 8 si evince innanzi tutto che, tranne che per l’item “possibilità di fare carriera”, la scelta centrale “abbastanza soddisfatto” risulta sempre la più frequente. A tale modalità è da associare una valenza complessivamente positiva nel senso che anche una risposta neutra presenta dei connotati di positività. Quindi, per soppesare le differenze tra i diversi item è opportuno raggruppare le modalità “per niente e poco 54 soddisfatto” e “molto o moltissimo soddisfatto”, in modo da facilitare la lettura delle risposte. Esaminando di seguito le frequenze di risposta ai sette item si nota che solo nel 23,1% dei casi gli intervistati sono poco o per nulla soddisfatti della stabilità e sicurezza del lavoro. Nei riguardi della retribuzione, alle prevalenti risposte “abbastanza soddisfatto” (44,3% dei casi) si contrappongono a valutazioni negative, “poco o per niente soddisfatto”, che assommano quasi al 39%. Tabella 8. Valutazioni su diverse caratteristiche del lavoro attuale Per niente soddisfatto Poco soddisfatto Abbastanza soddisfatto Molto soddisfatto Completamente soddisfatto 8,5% 14,6% 31,6% 24,1% 21,2% 10,5% 28,1% 44,3% 13,8% 3,3% Realizzazione personale nel lavoro Autonomia nel lavoro 8,1% 25,1% 40,3% 18,5% 8,1% 4,7% 12,3% 41,7% 28,4% 12,8% Interesse per l'attività svolta Possibilità di fare 4,7% 18,5% 33,2% 30,8% 12,8% 24,1% 29,7% 23,1% 17,0% 6,1% 9,0% 17,5% 36,5% 25,1% 11,4% Stabilità/sicurezza lavorativa Retribuzione economica carriera Ambiente lavorativo La realizzazione personale nel lavoro ha una distribuzione abbastanza simmetrica intorno al valore centrale “abbastanza soddisfatto”, con una leggera prevalenza dei giudizi negativi. Giudizi di “abbastanza, molta e moltissima soddisfazione” prevalgono riguardo all’autonomia nel lavoro (per oltre l’80% dei soggetti). In modo analogo, prevalentemente positivi risultano essere le valutazioni sull’interesse per l’attività svolta. Nei riguardi delle possibilità di far carriera vi è un netto pronunciamento: i giudizi di “abbastanza soddisfatto” toccano un minimo del 23,1%, mentre gran parte degli intervistati concorda nel ritenere per niente (24,1%) e poco (29,7%) soddisfacenti le possibilità di carriera. Se si tiene conto anche della posizione nel lavoro, emerge dai dati che l’unico settore in controtendenza è quello del lavoro autonomo, in cui si ritiene più facile progredire nella professione. Si può allora ipotizzare che l’insoddisfazione per le opportunità di carriera possa essere un elemento rilevante tra le motivazioni di scelta dei corsi serali. 55 L’ambiente lavorativo, infine, non assume caratterizzazioni particolari: le frequenze delle diverse valutazioni risultano distribuite simmetricamente intorno al valore centrale “abbastanza” che copre il 36,5% dei casi. Se facciamo poi un confronto tra i due generi non si notano differenze significative nei punteggi medi assegnati, tranne per la possibilità di fare carriera, caratteristica del lavoro di cui le donne sono decisamente meno soddisfatte, e in parte per la retribuzione. Le donne, quindi, se da una parte evidenziano una maggiore percentuale di rapporti con contratti a tempo indeterminato, dall’altra sembrano meno soddisfatte degli aspetti retributivi e della valorizzazione delle loro potenzialità. Andando poi ad analizzare i livelli di soddisfazione in base alle classi di età dei soggetti, si nota che, coerentemente, la soddisfazione per la stabilità lavorativa aumenta con l’età (Tabella 9). Se invece si considera la posizione professionale, valutazioni complessivamente superiori alla media vengono espresse solo dagli impiegati e dagli imprenditori/liberi professionisti, in particolare nei settori della pubblica amministrazione e nel commercio. Tabella 9. Punteggio medio (scala 1-5) dei sette fattori di soddisfazione nel lavoro in base all'età 17-21 22-29 30-39 40-49 50-62 Media generale 3 3,2 3,4 3,5 3,6 3,3 Retribuzione economica 2,5 2,8 2,7 2,7 3,1 2,7 Realizzazione personale nel lavoro 2,7 2,9 3 3 3,5 2,9 Autonomia nel lavoro 3,4 3,4 3,2 3,3 3,5 3,3 Interesse per l'attività svolta 3,1 3,4 3,1 3,5 3,7 3,3 Possibilità di fare carriera 2,1 2,5 2,6 2,7 2,5 2,5 Ambiente lavorativo 3,1 3,5 2,8 3,2 3,4 3,1 Stabilità -sicurezza lavorativa La concreta possibilità di conciliazione dello studio e del lavoro (cui si sovrappongono gli impegni di famiglia) rappresenta un elemento di criticità che può allontanare molti lavoratori dal proseguimento negli studi ed è sicuramente una delle motivazioni degli abbandoni nei corsi serali. Nelle valutazioni che emergono dalla specifica domanda “Qual è il suo livello di soddisfazione nella conciliazione di lavoro e studio?” (Tabella 10) si evidenzia un giudizio prevalente di “abbastanza soddisfatto”. Dall’esame delle code delle distribuzioni si nota, tuttavia, una leggera prevalenza delle 56 valutazioni negative (poco e per niente soddisfatto 31,5%) rispetto alle nettamente positive (19,6%). In generale gli impegni familiari non sono distribuiti equamente nei due generi. Dai dati non emerge invece una differenza statisticamente significativa nei giudizi sulla conciliazione di studio e lavoro, nonostante una certa minore soddisfazione da parte delle donne che esprimono un punteggio medio sulla conciliazione leggermente inferiore, 2,73 contro 2,95 degli uomini nella scala da 1 a 5. La grande variabilità dei giudizi suggerisce, poi, che nella valutazione entrino altri fattori quali l’età. Infatti, il minimo assoluto del livello di soddisfazione nella conciliazione studio-lavoro è espresso dalle donne in età 30-39 anni (valore medio 2,3), fase in cui è più intenso l’impegno a crescere i figli, mentre nelle altre età le differenze di genere sono ridotte. Si è verificato, poi, che il livello di soddisfazione nella conciliazione non è legato al tipo di contratto di lavoro, né all’orario di lavoro, né al part-time, né alle ore lavorate. L’unico fattore statisticamente significativo che aumenta le valutazioni sulla conciliazione è risultato essere la possibilità di avere permessi retribuiti per seguire le lezioni, specificità che interessa un numero significativo di studenti lavoratori dipendenti. Per gli altri lavoratori (autonomi, co.co.pro. ecc.) dovrebbero esservi minori difficoltà nella conciliazione, ma ciò non appare dai dati. Si noti, poi, che all’avanzare del percorso di studio la soddisfazione per la conciliazione tende a diminuire significativamente, probabilmente a seguito del maggior impegno nello studio e della fatica accumulata negli anni. Tabella 10. Conciliazione studio - lavoro in base al genere Maschio Per niente soddisfatto/a Femmina Totale 4,3% 7,4% 5,7% Poco soddisfatto/a 23,5% 28,7% 25,8% Abbastanza soddisfatto/a 49,6% 47,9% 48,8% Molto soddisfatto/a 18,3% 13,8% 16,3% 4,3% 2,1% 3,3% 100,0% 100,0% 100,0% Completamente soddisfatto/a Totale Non si hanno indicazione né sull’estensione oraria dei permessi retribuiti né sulla frequenza con cui vengono richiesti, ma si ritiene che l’utilizzazione di questa possibilità, prevista da molti contratti di lavoro, sia un indicatore importante del rapporto positivo tra datore di lavoro e dipendente, poiché 57 favorisce un migliore approccio allo studio e alla organizzazione temporale degli impegni di lavoro. Una domanda finale sul tema lavoro riguardava la “ricerca di un lavoro” per i disoccupati o di “un nuovo lavoro” per gli occupati. Ben il 38% degli intervistati dichiara di cercare un lavoro. Tra questi si trovano chiaramente coloro che si dichiarano disoccupati o inoccupati, ma è degno di nota che la ricerca di un nuovo lavoro interessi anche il 22% degli occupati. Il fenomeno è trasversale ai diversi settori di attività, eccezion fatta per la Pubblica Amministrazione, all’interno della quale si può cercare di progredire con un diploma, ma che non si lascia per un’altra attività. La ricerca di un nuovo lavoro interessa marginalmente gli impiegati, maggiormente gli operai, ma non è strettamente connessa all’instabilità del lavoro: ben il 20% dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato dichiara di cercare un nuovo lavoro. Risulta invece significativa la dipendenza dalla soddisfazione per l’attività lavorativa svolta: nel gruppo dei soggetti che cercano un nuovo lavoro sono significativamente minori i valori medi degli item sulla soddisfazione per la stabilità, sicurezza e possibilità di carriera del lavoro attuale. Vi è, inoltre, una significativa relazione tra ricerca di un nuovo lavoro e motivazioni addotte per riprendere gli studi: chi dichiara di cercare un lavoro manifesta, nelle domande sulle motivazioni all’iscrizione, insoddisfazione per il lavoro attuale, aspirazione a trovare un nuovo lavoro, bisogno di un diploma per avanzare nella professione. Dalle analisi emerge che sotto i trent’anni la spinta a cambiare è maggiore, sia per motivazioni oggettive (contratto meno favorevole, minore retribuzione) che soggettive (minore soddisfazione nel lavoro, desiderio di valorizzare le proprie potenzialità). In età più avanzate, caratterizzate da una stabilizzazione lavorativa, le suddette motivazioni si ritrovano in misura molto minore. A questo proposito appare dalle analisi una sostanziale differenza nei due generi: nei maschi occupati l’aspirazione al cambiamento misurata dalla ricerca di un nuovo lavoro si protrae anche dopo i trent’anni, nelle femmine la volontà di cambiare si manifesta mediamente in età inferiori. Ciò sembra indicare un maggiore adattamento delle donne alle situazioni lavorative, ma anche un più rapido conseguimento di situazioni di stabilità, come già evidenziato in precedenza. Possiamo quindi ritenere che le persone più giovani e meno radicate al posto di lavoro, che hanno deciso di intraprendere un nuovo percorso formativo nei corsi serali, siano stimolate anche dal desiderio di cambiare e di “rimettersi in gioco” con la ricerca di una nuova attività lavorativa. 58 6.6 Scuola e studio Dopo aver preso in considerazione gli aspetti motivazionali, i percorsi formativi pregressi e la situazione occupazionale, nell’ultima sezione del questionario sono stati indagati gli aspetti strettamente connessi alla frequenza ad un istituto serale, con particolare riferimento alle criticità e ai bisogni espressi dagli studenti. In generale, il sovraccarico lavorativo è la difficoltà che viene indicata maggiormente dagli intervistati. Da un controllo trasversale alle diverse situazioni familiari e lavorative emergono però importanti differenze: mentre per coloro che non sono sposati, indipendentemente dal genere, gli impegni familiari non incidono minimamente sulla difficoltà connessa alla frequenza ad un corso serale, per chi è sposato, soprattutto se con figli piccoli, il carico della famiglia rappresenta l’aspetto più critico. Inoltre, è interessante notare come buona parte di coloro che non sono sposati e non hanno una famiglia non riscontrino particolari difficoltà nel frequentare un corso serale. In relazione all’impegno degli studenti nello studio, è importante segnalare che il 40% degli intervistati afferma di frequentare dal 50% al 75% delle lezioni, mentre gli altri sono ancora più assidui (>75% di frequenza). Nessuna differenza nelle frequenza alle lezioni è stata riscontrata in relazione al genere, all’età, alla condizione professionale e a quella familiare. Rispetto al numero di ore settimanali dedicate allo studio individuale oltre alle ore di lezione, la maggior parte degli intervistati indica tra le 6 e le 10 ore (41,7%) o meno di 5 ore (38,9%). E’ interessante notare come il tempo dedicato allo studio autonomo non sia in relazione con la condizione professionale, ma con il genere e l’età. Tabella 11. Tempo dedicato allo studio in relazione al genere Maschio Femmina Totale Meno di 5 ore 61,7% 38,3% 100,0% Da 6 a 10 ore/a 54,0% 46,0% 100,0% Da 11 a 15 ore 37,5% 62,5% 100,0% Più di 15 ore 36,8% 63,2% 100,0% Totale 53,8% 46,2% 100,0% 59 Come riportato nella Tabella 11, le donne, indipendentemente dal fatto che siano sposate con figli o nubili, sembrano dedicare allo studio molto più tempo degli uomini. Riguardo all’età, le fasce di età più adulte indicano un numero di ore destinate allo studio a casa più elevato dei giovani dai 17 ai 21 anni. Dopo la rilevazione delle problematiche connesse alla frequenza di un corso serale, è stata esaminata la soddisfazione degli studenti sia in merito al proprio profitto scolastico sia più in generale rispetto alla vita scolastica. Riguardo agli esiti scolastici, la maggior parte degli intervistati valuta “buono” (36,7%) o “discreto” (32,9%) il proprio profitto scolastico. Solo uno su cinque giudica “sufficienti” i risultati a scuola, mentre esiguo è il numero sia di coloro che si attribuiscono un voto “ottimo” (6,7%) sia di chi si giudica “insufficiente” (2,6%). E’ interessante rilevare che l’autovalutazione scolastica non sembra essere in relazione con il genere, con l’età, con la condizione professionale e con il titolo di studio. Nelle valutazioni dei diversi aspetti che contribuiscono alla soddisfazione nei riguardi della scuola e dell’ambiente scolastico complessivo (Tabella 12), i giudizi espressi risultano mediamente buoni ed evidenziano uno stato di complessivo benessere. In particolare, la “disponibilità al dialogo e alla collaborazione da parte dei docenti” e “l’integrazione e la collaborazione tra i compagni di classe” sono i due elementi di maggior soddisfazione nei giudizi degli studenti intervistati, mentre “la possibilità di personalizzare i percorsi formativi“ rappresenta nei giudizi ottenuti l’aspetto meno soddisfacente. Tabella 12. Soddisfazione rispetto a diversi aspetti della vita scolastica Disponibilità al dialogo e alla collaborazione da parte dei docenti Attenzione dei docenti per difficoltà/problemi personali degli studenti Didattica adatta all’apprendimento degli adulti Possibilità di personalizzare dei percorsi formativi Integrazione e collaborazione tra compagni di classe Clima di classe che favorisce l’apprendimento Per niente soddisfatto/a Poco soddisfatto/a Abbastanza soddisfatto/a Molto soddisfatto/a Completam. soddisfatto/a 2,2% 10,8% 38,4% 29,5% 19% 5,4% 16,9% 42,2% 24,5% 10,8% 2,9% 18,7% 43,2% 27,7% 7,4% 12,1% 31,4% 36,6% 16% 3,9% 2,5% 12,4% 32,8% 34,7% 17,5% 2,9% 17,3% 33,5% 27,8% 18,5% 60 Per evidenziare la struttura interna degli item del questionario connessi alla soddisfazione relativa ai diversi aspetti della vita scolastica è stata eseguita un’analisi fattoriale esplorativa (Metodo della Componenti Principali) sui punteggi attribuiti alle domande riguardanti questo specifico aspetto (D.5). L’analisi - Scree plot e autovalori - ha suggerito una soluzione a due fattori correlati (r=.37) denominati rispettivamente: Soddisfazione della didattica e Soddisfazione dei rapporti sociali. Dai due fattori suggeriti sono state ricavate due scale in grado di rappresentare una gli aspetti maggiormente connessi alla soddisfazione riguardante i contenuti e i metodi didattici (Soddisfazione della didattica Cronbach= .83), e l’altra i rapporti con i compagni di classe e più in generale il clima percepito (Soddisfazione dei rapporti sociali E’ interessante notare come le due scale risultino correlate (r=.39); questo dato indica chiaramente come, sebbene la percezione della soddisfazione relativa agli aspetti più strettamente scolastici sia diversa rispetto a quella connessa ai rapporti sociali che si creano all’interno della vita scolastica, questi due aspetti sono strettamente in connessione. Per evidenziare eventuali differenze in relazione al genere, all’età e al titolo di studio posseduto è stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della scala Soddisfazione della didattica. I risultati hanno evidenziato un effetto significativo dell’età (F(4,284)=2.56, p=.039). Il grado di soddisfazione percepita è più elevato nelle fasce di età maggiori (fascia 17-21 anni=3,1; fascia 22-29 anni=3; fascia 30-39 anni=3,1; fascia 40-49 anni=3,3; oltre i 50 anni=3,8). Nessun effetto significativo riguardo al genere e al titolo di studio. Per controllare se vi fossero differenze significative in relazione al genere, all’età e al titolo di studio posseduto sulla percezione di soddisfazione riguardante gli aspetti sociali, è stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della scala Soddisfazione dei rapporti sociali. I risultati non hanno evidenziato un effetto significativo dell’età, del genere e del titolo di studio, a indicare, quindi, come il grado di soddisfazione rispetto al clima di classe e ai rapporti con i compagni non subisca modifiche significative in funzione dei fattori presi in considerazione nell’analisi. Infine, è stato richiesto agli studenti di esprimere un giudizio globale di soddisfazione rispetto all’esperienza scolastica vissuta fino a quel momento nella scuola serale. I risultati evidenziano un grado di soddisfazione medio (punteggio mediano 3 su una scala da 1 a 5). Un dato interessante che emerge dall’analisi correlazionale tra le due scale relative alla soddisfazione degli aspetti didattici e sociali e la valutazione generale del grado di soddisfazione rispetto all’esperienza scolastica/formativa nel corso serale (domanda D.6) è la differenza tra l’indice di correlazione tra la scala Soddisfazione della didattica e la 61 soddisfazione generale (r=.63) e quello tra la scala Soddisfazione dei rapporti sociali e la soddisfazione generale (r=.38). Questo risultato sembra suggerire una forte associazione tra benessere percepito e soddisfazione rispetto agli aspetti scolastici tout court. L’assenza di differenza significativa nei giudizi di soddisfazione tra la rilevazione in corso d’anno e quella al termine dell’anno scolastico sembra evidenziare come l’abbandono in corso d’anno non sia riconducibile ad un malessere degli studenti o ad un a delusione delle aspettative. Infine, un dato interessante è la differenza nel grado di soddisfazione generale tra studenti italiani e studenti non italiani: tra i due gruppi si riscontra nei punteggi un punto di scarto (punteggi mediano italiani 3 vs punteggio mediano non italiani 4). 62 7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Nella provincia di Trieste vi è una lunga tradizione nel campo dell’istruzione pubblica indirizzata agli adulti. Tale settore ha visto nel recente passato interessanti iniziative ministeriali a carattere strutturale (Progetto Sirio) e varie sperimentazioni interne agli istituti, tutte volte a proporre innovazioni che potessero venire incontro alle esigenze di un’utenza sempre più eterogenea. Ora la scuola serale si trova di fronte a nuovi impegni e responsabilità, soprattutto tenuto conto delle linee di riforma previste da recenti normative sul settore contenute nello schema di regolamento “Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’Istruzione per gli Adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge25 giugno 2008, n.112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”. In tal senso la ricerca promossa dall’Assessorato alle Politiche Educative della Provincia di Trieste ha inteso indagare in profondità sul settore dell’istruzione superiore per gli adulti, coinvolgendo direttamente sia l’utenza sia i docenti dei cinque istituti superiori che operano a Trieste. Ne è derivato un quadro conoscitivo che si è sviluppato esaminando in contrapposizione sentimenti, bisogni, punti di vista e situazioni oggettive degli studenti, e recependo, nel contempo, istanze e problematiche dei docenti, aspetti che nel loro insieme hanno delineato una realtà dell’istruzione locale non sempre adeguatamente conosciuta e valorizzata. 7.1 Il ruolo degli Istituti serali nella provincia di Trieste L’offerta didattica dei corsi serali degli istituti superiori è notevolmente diversificata. Accanto ai corsi “storici” degli istituti tecnici industriale (A. Volta) e commerciale (G.R.Carli) si sono affiancate realtà nuove che hanno esteso gli indirizzi di studio al campo sociosanitario (Istituto Deledda), al settore artistico (Istituto Nordio) e alle scienze della navigazione (Istituto Nautico). Dalle interviste ai docenti responsabili si percepisce come gli istituti superiori serali costituiscano un’opportunità di promozione personale e di riqualificazione professionale, che permette di ottenere titoli di studio ricchi di contenuti formativi. Questi corsi devono essere considerati, infatti, come strumenti per lo sviluppo dell’educazione nell’età adulta e non semplicemente centri di erogazione di titoli formali e privi di contenuti seriamente qualificanti. Inoltre, i corsi serali svolgono un rilevante ruolo sociale, poiché i costi si limitano alle tasse di iscrizione e ai libri di testo. 63 Inoltre, la scuola serale non è una mera riproposizione e semplificazione delle scuole diurne, ma è un’istituzione che adotta metodologie specifiche che tengono conto delle specifiche problematiche lavorative e familiari degli studenti, in modo da favorire il successo scolastico. Diverse sono le azioni che vengono a tal fine attivate: l’accoglienza all’inizio dell’anno scolastico, il riconoscimento degli studi pregressi, i crediti formativi (limitatamente ad alcuni istituti), l’assistenza di un tutor, iniziative a sostegno dell’apprendimento o di recupero. Secondo gli insegnanti, quindi, la scuola serale è sinonimo di competenza e di flessibilità, con lo studente al centro dell’azione didattica che propone modelli e metodologie diverse da quelle previste per l’utenza diurna. Le motivazioni sottostanti alla decisione di riprendere gli studi appaiono essere legate non solo all’ottenimento di un titolo di studio e al rimpianto di non aver terminato gli studi nel passato, bensì anche al desiderio di acquisire di conoscenze capaci di poter orientare gli studenti in contesti produttivi e lavorativi in continuo cambiamento, rendendoli così più competitivi nel mercato del lavoro della provincia. Dai responsabili dei corsi serali viene rimarcata l’esigenza di avere un organico stabile, ben motivato, che adotti le metodologie didattiche dell’educazione degli adulti, garantendo in tal modo una standardizzazione della qualità degli interventi educativi e una proficua collaborazione tra docenti. Si rileva, poi, che l’attuale normativa sull’attribuzione delle cattedre non differenzia tra scuole diurne e serali, rendendo più difficile la formazione di un organico dedicato. 7.2 Utenza dei corsi serali L’utenza dei corsi serali ha subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni, anche a seguito dell’ampliamento dell’offerta formativa: gli istituti serali hanno rappresentato e rappresentano in tal modo una valida risposta alle esigenze di una platea più vasta costituita non solo da studenti-lavoratori, tradizionale bacino d’utenza dei corsi serali, ma anche da disoccupati, casalinghe, drop-out, italiani ma anche stranieri. I risultati delle analisi evidenziano da un lato l’impossibilità di identificare un profilo unico in grado di descrivere “lo studente seralista”, e dall’altro chiariscono il ruolo determinante degli istituti serali nei percorsi di “rientro” nella formazione scolastica. Rispetto alla posizione lavorativa, l’indagine conferma in larga misura che il “nocciolo duro” dei frequentanti è ancora costituito dagli occupati e in più in generale da persone inserite nel mondo del lavoro. Molti di questi 64 studenti-lavoratori possono usufruire di permessi di lavoro retribuiti per motivi di studio. Tale possibilità risulta massima per i dipendenti della pubblica amministrazione, mentre decresce passando ad altri comparti. Si tratta di occupati che lavorano in prevalenza con la qualifica di impiegati, ma significativa è la presenza di permessi di studio tra gli operai. I corsi serali sono un’opportunità anche per i giovani che hanno appena abbandonato un percorso scolastico sbagliato, sono l’occasione per le fasce più adulte di approfondire i propri interessi e non da ultimo offrono la possibilità a chi è entrato stabilmente nel mondo lavorativo di arricchire il proprio curriculum a vantaggio della carriera. Non è da trascurare, in prospettiva, il ruolo che l’utenza straniera potrebbe avere all’interno dei corsi serali. Le difficoltà di riconoscimento degli studi pregressi nel Paese di origine e gli impegni di lavoro sono attualmente un indubbio ostacolo alla ripresa degli studi, ma è possibile che in futuro, a seguito di modifiche normative, vi possa essere un rinnovato interesse a conseguire un titolo superiore in Italia che permetta l’accesso agli studi universitari. I corsi serali, ancorché finalizzati al conseguimento di uno specifico titolo di studio, possono costituire strumenti di longlife learning per gli adulti che non hanno specifiche esigenze formative connesse all’attività lavorativa, ma sentono piuttosto l’esigenza di migliorare la preparazione culturale. A tale proposito non si può non sottolineare una possibile criticità dovuta alla nuova riforma che sembrerebbe precludere in futuro l’accesso alla scuola serale per coloro che sono già in possesso di un titolo superiore. 7.3 Le motivazioni della ripresa degli studi Riguardo agli aspetti motivazionali del ritorno agli studi, emerge un quadro confortante: il dato comune a tutti gli studenti sembra suggerire come alla base della scelta di riprendere o iniziare gli studi in età adulta vi siano motivazioni intrinseche, quali la voglia di “migliorarsi”. Inoltre, la scelta sembra essere decisamente personale e non frutto di pressioni esterne. L’aspetto “strumentale” dell’iscrizione ad un corso serale non sembra, invece, essere rilevante nella scelta di riprendere gli studi: l’insoddisfazione per il proprio lavoro e il desiderio di cambiamento non rappresentano una spinta motivazionale importante, così come la possibilità di diplomarsi non è percepita come condizione necessaria e sufficiente per riuscire a trovare un nuovo lavoro adeguato alle aspirazioni. Maggiormente significativa è invece la relazione tra conseguimento del diploma e possibilità di “avanzamento” nel lavoro. 65 Un dato interessante, che emerge dall’analisi dei determinanti della scelta di uno specifico corso serale in relazione all’età, è l’elevata importanza che i giovani danno alla possibilità di trovare un lavoro dopo il diploma e la scarsa importanza attribuita alle specifiche materie che caratterizzano i corsi, mentre gli adulti nella scelta dell’istituto danno invece estrema importanza ai propri interessi e una scarsa rilevanza alle possibilità occupazionali post-diploma. 7.4 I percorsi formativi e scolastici pregressi L’analisi dei percorsi scolastici pregressi suggerisce l’esistenza di due categorie distinte di studenti che scelgono di iscriversi ad un corso serale: da una parte coloro che hanno alle spalle una storia scolastica e formativa conclusa con successo, ma forse non sufficiente per migliorare la propria posizione lavorativa, e dall’altra chi ha intrapreso un percorso scolastico che in itinere si è rivelato sbagliato, o che comunque non è stato concluso positivamente. A questo proposito, è importante sottolineare come l’impossibilità di iscriversi ad un corso serale per coloro già in possesso di un titolo di studio superiore decretata dalla nuova normativa possa rappresentare una forte criticità per chi decide di intraprendere un percorso scolastico superiore diverso da quello già scelto e concluso. In questo modo, vi sarebbe l’impossibilità di frequentare i corsi serali per i giovani diplomati dei licei che desiderano riconvertire il percorso formativo nell’ottica di un ampliamento delle proprie possibilità occupazionali. La relazione tra l’esito dell’ultimo anno di scuola a suo tempo frequentato (promozione vs. bocciatura) e le motivazioni connesse all’abbandono rappresenta un dato degno di nota nella spiegazione dell’abbandono del percorso scolastico. Per coloro che alla fine dell’ultimo anno di frequenza hanno registrato una bocciatura, la decisione di interrompere gli studi è maggiormente connessa a motivazioni interne, prima fra tutte la mancanza di interesse per lo studio e in secondo luogo le difficoltà incontrate nel rapporto con alcuni professori. Per coloro che invece sono stati promossi e hanno comunque deciso di lasciare la scuola, tale scelta dell’abbandono fa maggiormente riferimento a motivazioni esterne quali il contesto familiare ed economico e la volontà o la necessità di inserirsi nel mondo del lavoro. I dati mostrano comunque come molti studenti decidano di ritirarsi nel corso dell’anno scolastico e che la scuola non riesca così a realizzare la sua finalità primaria di “recupero educativo”. Ma allo stesso tempo, alcune 66 caratteristiche peculiari di tale utenza, quali l’età, la maturità, unite spesso ad una forte motivazione, permettono agli studenti di affrontare alcuni problemi e argomenti in modo più approfondito ed efficace. 7.5 La conciliazione tra studio, lavoro e famiglia In generale, gli intervistati, alla fine dell’anno scolastico, dichiarano di essere abbastanza soddisfatti di come sono riusciti a conciliare gli impegni di studio e di lavoro (valutazione 3 su una scala da 1 a 5). Le donne esprimono un punteggio medio solo leggermente inferiore a quello degli uomini; più in generale la conciliazione studio-lavoro-famiglia migliora con l’età, ma diminuisce con gli anni di studio, a seguito del maggiore impegno. Il fattore determinante nei giudizi sulla conciliazione risulta essere la possibilità di avere permessi di studio retribuiti, mentre non significativi sono l’orario e le forme di lavoro part-time. Un dato importante emerso da questa ricerca è la difficoltà delle giovani donne con impegni familiari a frequentare un corso serale: la scarsissima presenza di donne tra i 30 e i 39 anni sposate con figli sembra suggerire una oggettiva difficoltà per tali donne a coniugare formazione personale e famiglia in un’età in cui spesso si concentrano anche gli impegni legati alla maternità. E’ da sottolineare, però, come l’impegno della famiglia non faccia sempre desistere dalla scelta di continuare gli studi. Infatti, nel gruppo di intervistate è presente una percentuale bassa ma significativa di donne tra i 30 e i 49 anni, separate o divorziate con uno o due figli minori a carico, che sono riuscite a concludere l’anno scolastico, nonostante difficoltà facilmente ipotizzabili di conciliazione tra studio, impegni familiari e lavoro. Sicuramente un’estensione dei permessi di studio retribuiti (150 ore) da parte dei datori di lavoro potrebbe rappresentare un supporto importante per il complesso degli studenti delle serali, specie per le donne con figli minori. Per queste ultime, potrebbero essere attivate azioni, quali quelle previste dalla L. 53/2000, per favorire i tempi di vita, di lavoro e di formazione delle donne, anche all’esterno dell’azienda. 7.6 L’esperienza scolastica negli istituti serali Riguardo agli aspetti connessi all’esperienza e all’ambiente scolastico nei corsi serali, i giudizi espressi dagli studenti risultano complessivamente abbastanza soddisfacenti ed evidenziano uno stato di prevalente benessere, tendenzialmente maggiore nei maschi. Un aspetto particolarmente interessante per gli studenti è l’opportunità di vivere un 67 clima di classe favorevole all’apprendimento, grazie alla fattiva collaborazione tra compagni di “avventura”. Nello stesso tempo si mettono in luce le difficoltà che devono essere affrontate per far fronte alla sovrapposizione di impegni di studio, di lavoro, di famiglia, che dipendono essenzialmente dalle situazioni individuali. L’ostacolo all’esperienza scolastica che viene indicata più frequentemente è il sovraccarico lavorativo cui si associano gli impegni familiari; il carico di studio non costituisce un invece un problema, a giudizio degli studenti. Si ha conferma che le suddette difficoltà sono sentite in maggior misura dalle donne in genere, specie se con figli piccoli. .. _ .. La ricerca, che ha tracciato per la prima volta un quadro conoscitivo complessivo della realtà dei corsi serali superiori nella provincia di Trieste, delinea caratteristiche, motivazioni, aspirazioni di un’utenza che costituisce il riferimento centrale di questa indagine. Inoltre, essa ha saputo cogliere i punti di forza e le criticità dell’azione educativa degli istituti serali che costituiscono una risposta concreta ai bisogni formativi espressi da ampie fasce di giovani e adulti. Alla luce di queste considerazioni, i risultati ottenuti e le relative valutazioni possano rappresentare un punto di riferimento per azioni di supporto sia agli studenti, sensibili ai cambiamenti che li coinvolgono, sia alle scuole, in un momento di transizione verso la riorganizzazione prevista dalla recente riforma. 68 APPENDICE APPENDICE A Dati statistici relativi alle iscrizioni, promozioni e presenza di studenti stranieri all’I.T.C. “G.R. Carli” ITC CARLI – DATI STATISTICI SU CLASSI E ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 Numero classi 14 14 12 12 13 13 Numero alunni 285 236 252 259 245 254 Numero alunni maschi 118 110 110 128 101 113 Numero alunni femmine 167 126 142 131 144 141 Numero alunni italiani 274 218 229 230 217 225 11 18 23 29 28 29 Numero alunni stranieri ITC CARLI PROMOZIONI ANNO SCOLASTICO Tassi di promozione in % sugli iscritti 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 1 classe 51,0% 47,4% 57,1% 45,9% 58,3% 2 classe 44,2% 45,0% 43,6% 52,2% 57,1% 3 classe 68,0% 60,0% 61,8% 50,8% 61,4% 4 classe 68,4% 85,4% 49,2% 67,8% 64,7% 5 classe 77,0% 84,7% 65,2% 82,1% 77,0% Tasso globale 64,3% 66,8% 56,3% 61,0% 64,9% 2007-2008 ITC CARLI - Presenza di cittadini stranieri ANNO SCOLASTICO 2002-2003 Tasso studenti stranieri 4,0% 2003-2004 2004-2005 8,3% 10,0% 69 2005-2006 12,6% 2006-2007 12,9% 2007-2008 12,9% APPENDICE B Dati statistici relativi alle iscrizioni, promozioni e presenza di studenti stranieri all’I.T.per le Attività Sociali “G. Deledda” I.T. per Attività Sociali Grazia DELEDDA - DATI SU CLASSI E ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 9 10 7 6 5 5 209 174 161 141 116 113 61 41 43 40 36 44 Numero alunni femmine 148 133 118 101 80 69 Numero alunni italiani 207 168 155 135 109 110 2 6 6 6 7 3 Numero classi Numero alunni Numero alunni maschi Numero alunni stranieri 2007-2008 I.T. per Attività Sociali Grazia DELEDDA - PROMOZIONI ANNO SCOLASTICO Tassi di promozione in % sugli iscritti 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 1 classe 47,4% 63,9% 39,4% 34,3% / 2 classe 81,8% 58,8% 53,3% 70,0% 66,7% 3 classe 72,9% 80,0% 71,8% 52,0% 68,4% 4 classe 78,7% 82,8% 68,4% 76,0% 81,3% 5 classe 93,5% 94,0% 89,1% 84,8% 95,7% Tasso globale 72,2% 80,5% 68,9% 63,8% 86,2% 2007-2008 I.T. per Attività Sociali Grazia DELEDDA - Presenza di cittadini stranieri ANNO SCOLASTICO 2002-2003 Tasso stranieri 1,0% 2003-2004 2004-2005 3,4% 70 3,7% 2005-2006 4,3% 2006-2007 6,0% 2007-2008 2,7% APPENDICE C Dati statistici relativi alle iscrizioni, promozioni e presenza di studenti stranieri all’I.T.I. “A.Volta” I.T.I. Alessandro VOLTA- DATI SU CLASSI E ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 8 8 8 8 8 7 Numero alunni 129 113 126 115 104 94 Numero alunni maschi 122 110 117 109 98 87 7 3 9 6 6 7 128 110 124 110 100 85 1 3 2 5 4 9 Numero classi Numero alunni femmine Numero alunni italiani Numero alunni stranieri I.T.I. Alessandro VOLTA - PROMOZIONI ANNO SCOLASTICO Tassi di promozione in % sugli iscritti 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 1 classe 45,7% 50,0% 45,5% 31,3% 20,0% 2 classe 75,0% 50,0% 39,1% 52,6% 70,6% 3 classe 44,0% 55,2% 50,0% 32,0% 40,7% 4 classe 75,0% 87,5% 65,4% 61,9% 66,7% 5 classe 91,3% 90,5% 86,7% 88,9% 92,9% Tasso globale 64,1% 64,5% 54,3% 49,6% 52,9% 2007-2008 I.T.I. Alessandro VOLTA - Presenza di cittadini stranieri ANNO SCOLASTICO 2002-2003 Tasso stranieri 0,8% 2003-2004 2004-2005 2,7% 71 1,6% 2005-2006 4,3% 2006-2007 3,8% 2007-2008 9,6% ALLEGATO Questionario della ricerca A cura del codificatore: Codice struttura:|__||__| Numero questionario:|__||__||__| PROVINCIA DI TRIESTE ASSESSORATO ALLE POLITICHE EDUCATIVE – OSSERVATORIO SULLA SCOLARITA’ INDAGINE SUGLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI SERALI DELLA PROVINCIA DI TRIESTE L’Assessorato all’Educazione della Provincia di Trieste, nell’ambito di un più vasto progetto di monitoraggio della domanda d’istruzione, ha promosso un’ampia ricerca che si propone di tracciare un quadro globale dell’utenza dei corsi serali. Tra le diverse iniziative è prevista la rilevazione delle esperienze di studio e delle situazioni di lavoro degli studenti attraverso il seguente questionario anonimo che La preghiamo di compilare con cura. I dati rilevati saranno utilizzati ai soli fini statistici secondo quanto previsto dall’articolo 13 del D.Lgs 30 giugno 2003 n.196 (legge sulla privacy.) A conclusione dell’iniziativa i principali risultati dell’indagine verranno “restituiti agli studenti” mediante opportune iniziative di divulgazione. Si prega pertanto di contribuire al successo dell’iniziativa rispondendo con attenzione alle domande del questionario. A. - ISTRUZIONE A.1. - Classe attualmente frequentata: 1 prima 2 seconda 3 terza 4 quarta 5 quinta A.2. - Come è venuto a conoscenza dei corsi serali di questo specifico Istituto? (max 2 risposte) 1 da amici/parenti 2 da chi ha frequentato/frequenta lo stesso istituto 3 dal giornale locale 4 dalla pubblicità sulle locandine/depliant/materiale informativo/manifesti 5 dalla pubblicità radiofonica 6 dal sito Web dell’Istituto 7 altro (specificare______________________) A.3. - Quanto sono stati importanti i fattori di seguito riportati nello scegliere questo specifico Istituto? (per ciascuna voce scegliere il livello di importanza: 1 = per niente; 2 = poco; 3= abbastanza; 4 = molto; 5= moltissimo) 1 orario delle lezioni (inizio/fine, sabato, etc.) 12345 2 facilità/comodità nel raggiungere la scuola 12345 3 consiglio di amici/parenti 12345 4 interesse per una o più materie insegnate 12345 5 riconoscimento dei crediti formativi precedentemente acquisiti 12345 6 maggiore possibilità di trovare/cambiare lavoro dopo il diploma 12345 A.4. - Al momento dell’iscrizione quanto sono state importanti le seguenti motivazioni nella decisione di riprendere gli studi? (per ciascuna voce scegliere il livello di importanza: 1 = per niente; 2 = poco; 3= abbastanza; 4 = molto; 5= moltissimo) 1 desiderio di concludere gli studi interrotti 1 2 3 4 2 insoddisfazione per il lavoro attuale e desiderio di cambiamento 1 2 3 4 3 possibilità di trovare un lavoro adeguato (alle proprie aspirazioni) 1 2 3 4 4 desiderio di migliorare i proprio livello culturale 1 2 3 4 5 sollecitazioni da parte del partner/parenti/amici 1 2 3 4 6 uscire dalla routine e fare nuove conoscenze 1 2 3 4 7 necessità di conseguire un diploma per avanzare nel lavoro (concorsi) 1 2 3 4 8 voglia di proseguire gli studi ed iscriversi all’università 1 2 3 4 75 5 5 5 5 5 5 5 5 B. - PERCORSO FORMATIVO B.1. - Quale tipo di corso o scuola ha frequentato per il conseguimento della licenza della scuola media inferiore? 1 scuola diurna 2 corso presso i Centri Territoriali Permanenti 3 corso 150 ore 4 scuola privata 5 scuola all’estero B.2. - A che età ha conseguito la licenza media inferiore oppure il titolo equivalente ?__________________ B.3. - Dopo il conseguimento della licenza media, ha frequentato una scuola superiore, esclusa la scuola serale attuale? 1 Si 2 No (vada alla domanda B.10.) Le seguenti domande fanno riferimento unicamente all’ultimo istituto superiore da Lei frequentato prima dell’iscrizione alla scuola serale. B.4. - Quale tipo di istituto superiore statale o privato ha frequentato? 1 liceo 2 istituto tecnico (commerciale/industriale/nautico/per attività sociali/per geometri, ecc..) 3 scuola magistrale 4 istituto d’arte 5 istituto professionale di stato 6 altre scuole (specificare_____________________) B.7. - Ha completato il corso di studi conseguendo un diploma? 1 Si 2 No (risponda solo se non ha completato gli studi superiori) B.8. - Per quale ragione non ha proseguito o completato gli studi superiori? (max. 2 risposte) 1 scarsa motivazione ed interesse 2 difficoltà nello studio/basso rendimento scolastico 3 motivazioni familiari/motivi economici 4 inserimento nel mondo del lavoro 5 difficoltà nei rapporti con alcuni professori 6 difficoltà nei rapporti con i compagni di classe 7 altro (specificare ____________________) B.5. - Quale è stata l’ultima classe frequentata? 1 prima 2 seconda 3 terza 4 quarta 5 quinta B.9. - Nel corso dei Suoi studi (scuole medie o superiori) ha dovuto ripetere qualche anno? 1 No, mai 2 Si, una volta 3 Si, due o più volte B.6. - Nell’ultimo anno di scuola ha ottenuto la promozione? 1 Si 2 No B.10. - Dopo la scuola media o l’istituto superiore ha frequentato un corso professionale regionale ((ENAIP, IAL, ecc.) 1 Si 2 No (vada alla domanda B.12.) B.11. - Ha completato il corso conseguendo un attestato? 1 Si 2 No B.12. - A che età ha interrotto / completato gli studi superiori o i corsi professionali? 76 C. - LAVORO Le domande successive fanno riferimento al lavoro attuale. Se svolge più di un’attività lavorativa, riferirsi a quella prevalente. C.1. - Qual è la Sua attuale condizione professionale? 1 Occupato (vada alla domanda C.2.) 2 Disoccupato 3 In cerca di prima occupazione 4 Studente 5 Casalinga 6 In mobilità/in cassa integrazione 7 Pensionato/a 8 Altra condizione non professionale (vada alla domanda C.16.) Qui di seguito vengono riportate alcune domande in merito alla situazione lavorativa. Tale sezione dovrà essere completata unicamente dagli occupati. C.2. – Qual è la Sua posizione nella professione? OCCUPATO ALLE DIPENDENZE OCCUPATO COME LAVORATORE INDIPENDENTE 1 Impiegato 2 Addetto ai servizi commerciali 3 Addetto ai servizi assistenziali o a altri servizi alla persona 4 Operaio 5 Altro dipendente (specificare________________) 6 Imprenditore/libero professionista 7 Artigiano/commerciante 8 Altro lavoratore in proprio con partita IVA 9 Coadiuvante in azienda familiare 10 Socio di cooperativa 11 Altro lavoratore indipendente (collaboratore, ecc..) C.3. - Qual è la Sua tipologia di contratto? 1 dipendente a tempo indeterminato 2 dipendente a tempo determinato 3 apprendista/contr. formazione lavoro 4 interinale (tramite agenzia) 5 collaboratore co.co.co/a progetto 6 collaboratore occasionale 7 senza contratto 8 lavoratore autonomo/in proprio C.4. - In quale settore si colloca la Sua attività? 1 industria 2 artigianato, edilizia 3 commercio, servizi per le aziende (banche/assicurazioni) 4 Servizi alla persona/Servizi assistenziali 5 Pubblica Amministrazione (Stato/parastato/enti locali) C.6. - Mediamente quante ore alla settimana lavora? |__|__| C.5. - Luogo in cui esercita la propria professione: 1 Comune di Trieste 2 altri Comuni della Provincia di Trieste 3 altre Provincie del F.V.G./altre Regioni italiane 4 estero (specificare_______________________) C.7. – Orario di lavoro: 1 unico, fisso 2 spezzato 3 a turni C.8. – Il suo attuale lavoro è: 1 a tempo pieno (vada alla domanda C.10) 2 part- time C.9. - Lavora part-time per: 1 mancanza di altre opportunità di lavoro 2 necessità familiari 3 scelta personale 4 conciliazione studio e lavoro 77 continua dalla pagina precedente C .10. - Di solito a che ora termina il Suo lavoro? 1 prima delle 15 2 dalle 15 alle 17 3 dalle 17 alle 19 4 dopo le 19 5 orario variabile C.11. - Abitualmente raggiunge la scuola partendo da: 1 casa 2 luogo di lavoro 3 altro (specificare_________________________) C.12. - Da quanto tempo svolge tale attività? 1 da meno di 6 mesi 2 da 6 mesi ad 1 anno 3 da 1 anno a 3 anni 4 da 3 anni a 5 anni 5 da più di 5 anni Domanda solo per i lavoratori dipendenti C.13. - Può usufruire di permessi di studio retribuiti per seguire le lezioni? 1 Si 2 No C.14. - Qui di seguito sono riportati alcuni aspetti che determinano la soddisfazione lavorativa. Per ognuno di essi esprima il Suo grado di soddisfazione in merito alle seguenti voci, facendo riferimento al lavoro attuale. FATTORI DI SODDISFAZIONE 1 2 3 4 5 1. Stabilità/sicurezza Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo 2. Retribuzione economica Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo 3. Realizzazione personale nel lavoro Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo 4. Autonomia nel lavoro Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo 5. Interesse per l’attività svolta Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo 6. Possibilità di fare di fare carriera Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo 7. Ambiente lavorativo Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo C.15. - Qual è il Suo livello di soddisfazione nella conciliazione di lavoro e studio? 1 2 3 4 5 Per niente soddisfatto/a Poco soddisfatto/a Abbastanza soddisfatto/a Molto soddisfatto/a Completamente soddisfatto/a C.16. - Attualmente è in cerca di un lavoro / un nuovo lavoro? 1 Si 2 No 78 D. - SCUOLA E STUDIO D.1. – Quanto ciascuno dei seguenti impegni e oneri rappresenta un problema per la frequenza del corso serale? (per ciascuna voce scegliere il livello di importanza: 1 = per niente; 2 = poco; 3= abbastanza; 4 = molto; 5= moltissimo) 1 impegni familiari 2 sovraccarico lavorativo 3 eccessivo carico di studio richiesto 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 D.2. - Indicativamente qual è la Sua percentuale media di frequenza alle lezioni nel corrente anno scolastico? 1 0-25 % 2 25-50% 3 50-75% 4 75-100% D.3. - Quante ore settimanali dedica mediamente allo studio? 1 meno di 5 2 da 6 a 10 3 da 11 a 15 4 più di 15 D.4. – Come valuta, nel complesso, i suoi risultati scolastici? 1 3 4 5 Discreti Buoni Ottimi 2 Insufficienti Sufficienti D.5.- Per ognuno degli aspetti sotto riportati esprima una valutazione utilizzando la scala di soddisfazione indicata: ASPETTI DELLA VITA SCOLASTICA 1 2 3 4 5 Per niente Poco Abbastanza Molto Completamente Per niente Poco Abbastanza Molto Completamente 3. Didattica adatta all’apprendimento degli adulti. Per niente Poco Abbastanza Molto Completamente 4. Possibilità di personalizzazione dei percorsi formativi. Per niente Poco Abbastanza Molto Completamente 5. Integrazione e collaborazione tra i compagni di classe. Per niente Poco Abbastanza Molto Completamente 6. Clima di classe che favorisce l’apprendimento. Per niente Poco Abbastanza Molto Completamente 1. Disponibilità al dialogo e alla collaborazione da parte dei docenti. 2. Attenzione dei docenti per difficoltà/problemi personali degli studenti. D.6. – Complessivamente quanto si ritiene soddisfatto dell’esperienza scolastica / formativa che sta svolgendo? 1 Per niente soddisfatto/a 2 Poco soddisfatto/a 3 Abbastanza soddisfatto/a 4 Molto soddisfatto/a D.7. – Tenuto conto della sua situazione scolastica, familiare e lavorativa attuale, Lei: 1 ha intenzione di proseguire la frequenza del corso serale a cui è iscritto/a 2 è indeciso/a se continuare la frequenza del corso serale a cui è iscritto/a 3 pensa di ritirarsi/abbandonare il corso serale a cui è iscritto/a 79 5 Completamente soddisfatto/a E. - DATI ANAGRAFICI E.1. - Età:__________ E.2. - Genere: 1 Maschio 2 Femmina E.3. - Titolo di studio conseguito in Italia: 1 licenza media 2 diploma di qualifica professionale 3 diploma di scuola superiore 4 laurea/laurea breve E.4. - Stato civile: 1 Nubile/celibe 2 Coniugato/a 3 Separato/a oppure Divorziato/a 4 Vedovo/a E.5. - Cittadinanza: 1 Italiana (vada alla domanda E.10) 2 Straniera. Indichi il Paese di Origine:_________________ (Se straniero e residente in Italia vada alla domanda E.6) E.6. - Da che anno vive in Italia?______________ E.7. - Titolo di studio conseguito all’estero: 1 licenza media 2 diploma di qualifica professionale 3 diploma di scuola superiore 4 laurea 5 specializzazioni post-laurea E.8. - Si è mai iscritto ad un corso di apprendimento della lingua italiana per stranieri? 1 si, nel passato 2 si, lo sto frequentando 3 si, ma l’ho interrotto 4 no, mai E.9. - Nel complesso, come valuta il Suo livello di conoscenza della lingua italiana? insufficiente sufficiente discreto buono ottimo SCRITTO ORALE E.10. - Numero TOTALE dei componenti nucleo familiare in cui vive:___________ E.11. - Composizione nucleo familiare (Indichi con una crocetta le persone con cui vive attualmente): 1 Coniuge/Partner 2 Figli (numero totale figli_____; di cui minori_____) 3 Madre 4 Padre 5 Sorelle/Fratelli 6 Altri parenti 7 Altre persone Altri Comuni della Provincia di Trieste 7 DUINO-AURISINA; SGONICO-MONRUPINO 8 MUGGIA; DOLINA/SAN DORLIGO DELLA VALLE Altra Provincia italiana 9 (specificare ____________________) Estero 10 (specificare____________________) E.12. - Comune o circoscrizione di residenza: Comune di Trieste 1 TS Altipiano Est-Ovest 2 TS Roiano Gretta Barcola, Cologna, Scorcola ........... 3 TS Città Nuova, Barriera Nuova, S. Vito, Cittavecchia 4 TS Barriera Vecchia, S. Giacomo 5 TS S. Giovanni, Chiadino, Rozzol 6 TS Servola, Chiarbola, Valmaura, Borgo S. Sergio E.13. - Come giudica il suo tenore di vita? 1 molto basso 2 basso 3 medio 4 medio - alto 5 alto Si ringrazia per la collaborazione. 80 Il presente rapporto di ricerca è stato realizzato dall’Istituto Regionale per gli Studi di Servizio Sociale (I.R.S.Se.S.). Corrado Candian e Francesca Pedron hanno curato le diverse fasi (progettazione, metodologia e elaborazione dati, stesura rapporto). Il lavoro di raccolta dati e lo svolgimento delle interviste della prima fase sono stati realizzati da Alessandra Gubertini e da Anja Starec. Il lavoro di raccolta dati nella seconda fase è stato realizzato da Chiara Zanetti. Il presente lavoro è stato attuato nell'ambito dei finanziamenti per Il Centro Servizi Provinciale (Legge Regionale 25 gennaio 2002 n. 3, all’art. 7, commi 8 e seguenti). 81