Studiare in età adulta - Un`indagine sulla

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Studiare in età adulta - Un`indagine sulla
INDICE
PREFAZIONE ............................................................................................... 3
1.
1.1
1.2
1.3
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
Premessa ...................................................................................................... 5
Finalità della ricerca ...................................................................................... 6
L’indagine alla luce delle riforme normative in merito all’Educazione degli
Adulti ............................................................................................................. 8
2. METODOLOGIE DIDATTICHE PER L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI
2.1 Le tre dimensioni dell’educazione degli adulti ............................................10
2.2 Linee evolutive della didattica per gli adulti ................................................12
3. I CORSI SERALI NEGLI ISTITUTI SUPERIORI DI TRIESTE
3.1 Note sullo sviluppo dei corsi serali a Trieste ..............................................16
3.2 Andamento delle iscrizioni negli istituti superiori serali della provincia ......17
4. METODI E STRUMENTI DELL’INDAGINE SUL CAMPO
4.1 Le interviste ai docenti dei corsi serali ........................................................20
4.2 L’indagine quantitativa: il questionario ........................................................22
5.
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
RISULTATI DELL’INDAGINE QUALITATIVA
I.T.I. Alessandro Volta ................................................................................24
I.T.C. Gian Rinaldo Carli .............................................................................27
I.T.I.S. Tomaso di Savoia – Duca d’Aosta (Nautico) ..................................30
I.T. per le Attività Sociali Grazia Deledda ...................................................32
I. d’Arte Enrico e Umberto Nordio ...............................................................35
Sintesi conclusiva delle interviste ...............................................................37
6. RISULTATI DELL’INDAGINE QUANTITATIVA
6.1 Fasi della ricerca .........................................................................................40
6.2 Partecipanti alla ricerca: una descrizione socio-demografica ....................40
Gli studenti stranieri ....................................................................................41
6.3 Le motivazioni del “ritorno agli studi” .......................................................... 44
6.4 Le carriere scolastiche pregresse ...............................................................47
6.5 La condizione lavorativa .............................................................................49
6.6 Scuola e studio ...........................................................................................59
7.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ............................................................63
APPENDICE Dati statistici relativi agli istituti serali oggetto dell’indagine .........69
ALLEGATO Il questionario della ricerca...........................................................73
PREFAZIONE
Dalla fine degli anni '90 ad oggi c'è stata una costante evoluzione sia
del quadro legislativo nazionale (Legge 53/2000), sia della contrattazione
collettiva per garantire ai lavoratori il diritto ai congedi per la formazione e
per stabilire, anche per i non occupati, la possibilità di proseguire i percorsi
di istruzione per tutto l'arco della vita, così da poter accrescere le proprie
conoscenze e competenze professionali.
Sul versante dell'offerta formativa si è intervenuti sulla materia dal '97 in
poi con la creazione dei Centri Territoriali Permanenti di Educazione degli
Adulti che hanno visto aumentare in maniera esponenziale i propri utenti e
che, congiuntamente ai corsi serali per il conseguimento dei titoli di studio di
scuola secondaria superiore, hanno svolto un'azione importante nel
contrasto alla dispersione scolastica, nell'innalzamento dei livelli di
istruzione della popolazione adulta, nell'integrazione linguistica e sociale
degli stranieri, nel sostegno al reinserimento, attraverso l'istruzione, delle
persone sottoposte a misure limitative della libertà personale, nella
promozione dell'occupabilità attraverso l'aggiornamento delle competenze
professionali e favorendo, inoltre, l'invecchiamento attivo.
Si tratta ora di capire se i nuovi processi che si stanno avviando con la
creazione dei Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA), nei quali
confluiranno i CTP ed i corsi serali dell'istruzione di secondo grado,
sapranno rispondere da un punto di vista organizzativo alle indicazioni del
Consiglio europeo di Lisbona del 2000 ed in particolare al Memorandum
sull'istruzione e la formazione permanente e se saranno in grado di
intercettare il bisogno di formazione generato dalle nuove forme di
analfabetismo, che vanno dall'analfabetismo di ritorno (regressione al titolo
di studio inferiore in assenza per cinque anni dell'esercizio delle
competenze), al semianalfabetismo (impossibilità di inclusione sociale e
culturale per i possessori della sola licenza elementare), all'illetteratismo
(incapacità di utilizzare il linguaggio scritto per ricevere o per formulare
messaggi) ed all'analfabetismo funzionale (incapacità di utilizzare le abilità
di base per poter esprimere il proprio diritto di cittadinanza).
C'è, in buona sostanza, l'esigenza di comprendere se, accanto ad una
scuola di base che deve dare uno standard di competenze cui tutti possono
arrivare in un normale ciclo scolastico-curricolare, siamo in grado di
costruire un sistema di educazione/istruzione che duri per tutta la vita e che
in maniera permanente "fa fare uso" agli individui delle competenze di base,
che integri i momenti di studio e i momenti di lavoro, che non separi in
termini temporali e di situazione gli apprendimenti formali, non formali e
informali.
3
L'indagine che abbiamo commissionato all'I.R.R.Se.S., ponendo
l'attenzione sulle caratteristiche degli utenti e sui bisogni manifestati dagli
studenti dei corsi serali di secondo grado, ci può aiutare a comprendere se il
nuovo assetto didattico ed organizzativo sarà in grado di intercettare
l'articolato bisogno di formazione presente sul nostro territorio in quanto
oggi, più che nel passato, l'odierna società della conoscenza da un lato
promette le stesse opportunità di istruzione e formazione per tutti, dall'altro
rischia di creare ed alimentare la divisione tra coloro che posseggono il
"potere della parola" e coloro che non possono inserirsi nei circuiti culturali,
sociali, lavorativi ecc....
Se da un lato riteniamo significativo ed importante che i nuovi Centri
Provinciali (CPIA) abbiano piena autonomia didattica ed amministrativa,
attraverso un'organizzazione a rete di livello provinciale, dall'altro ci pare
limitativa un'organizzazione strutturata e finalizzata esclusivamente al
perseguimento del titolo di studio di scuola secondaria di primo e secondo
grado o all'acquisizione delle certificazioni relative alle competenze previste
per la conclusione dell'obbligo scolastico. Un'impostazione flessibile dei
percorsi, che riconosca la specificità dell'insegnamento per adulti, potrebbe
favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze già
acquisite.
L'obiettivo odierno deve essere quello di potenziare questo settore
definendo un sistema nazionale di apprendimento permanente ed evitando
di limitare, con il rischio di impoverire, l'offerta formativa oggi esistente.
Ciò si rende ancor più necessario se si tiene conto del dato relativo
all'innalzamento della vita media ed al conseguente invecchiamento della
popolazione in età lavorativa. Se vogliamo tenere alti i tassi occupazionali
degli over45, dobbiamo prevedere un intervento di formazione continua a
salvaguardia delle competenze dell'età adulta, anche con l'introduzione di
meccanismi virtuosi che promuovano maggiori investimenti delle imprese
sulla formazione dei propri dipendenti, incrementando l'utilizzo dei Fondi
interprofessionali, favorendo un maggior raccordo tra le differenti agenzie
formative.
Dal momento che è ampiamente dimostrato che il successo scolastico
dei giovani è fortemente correlato alla provenienza socio-culturale familiare,
investire sugli adulti che continuano ad apprendere consente di creare un
circolo virtuoso che a sua volta favorisce il successo scolastico dei giovani.
Assessore alle Politiche attive del Lavoro,
Formazione Professionale e Politiche educative
Adele PINO
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1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
1.1. Premessa
L’istruzione degli adulti è un settore specifico dell’istruzione/formazione
che si rivolge ad un’utenza composita e risponde ad esigenze molto diverse
attraverso molteplici iniziative che presentano rilevanti ricadute sotto
l’aspetto culturale, sociale ed economico. Come tale, essa ha assunto
crescente rilevanza a partire dalla fine degli anni ’90, periodo in cui a diversi
livelli, europeo, nazionale, locale si prese coscienza che la formazione
permanente doveva costituire un obiettivo primario nell’ambito delle
strategie di sviluppo delle risorse individuali finalizzate alla piena e
consapevole espressione dei diritti di cittadinanza.
L’educazione/istruzione/formazione degli adulti non è di certo un
fenomeno nuovo. Fin dai secoli passati nei paesi europei non sono mancate
iniziative di alfabetizzazione/istruzione in età adulta, quasi sempre al di fuori
di una visione sistematica e organizzativa.
Solo a partire dagli ultimi anni del secolo scorso, tuttavia, si prese ampia
coscienza che i nuovi processi evolutivi e involutivi delle moderne società
richiedevano una più ampia partecipazione degli adulti ai processi di
formazione ed educazione, specie a seguito dell’emergere di fenomeni
come questi di seguito delineati:
x
nonostante la generalizzata scolarizzazione primaria e la diffusa
scolarizzazione secondaria, si erano instaurati ampi fenomeni di
“analfabetismo di ritorno”;
x
le profonde modificazioni nella società (nuove tecnologie
informatiche, innovazioni nel mondo della produzione e dei servizi,
complessità delle normative che regolano i rapporti con le Pubbliche
Amministrazioni, trasformazioni del mercato del lavoro ecc.)
ostacolavano la piena partecipazione di ampie fasce della
popolazione alla vita sociale e ne limitavano quindi i diritti di
cittadinanza;
x
il futuro delle moderne società era strettamente connesso al livello
di istruzione formazione dei singoli; ne derivava l’esigenza di
promuovere, nelle diverse forme, modi e livelli, una società del
“sapere” che assicurasse agli individui le conoscenze adeguate per
interpretare le trasformazioni nel mondo del lavoro e della vita
sociale.
Le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea di Lisbona
(marzo 2000), le risoluzioni del suddetto Consiglio sull’apprendimento
5
permanente (27.06.2002) e sul capitale sociale e umano (27.07.2003)
hanno colto appieno le suddette esigenze e hanno rappresentato
sicuramente un forte stimolo agli Stati membri nella direzione della
promozione e valorizzazione delle iniziative di formazione lungo l’intero arco
della vita (longlife learning).
1.2 Finalità della ricerca
Nella provincia di TS vi è una consolidata tradizione dell’istruzione
pubblica nel campo della educazione degli adulti che si esprime
fondamentalmente nei CTP (Centri Territoriali Permanenti) che operano
all’interno di alcuni Istituti Comprensivi e nei corsi finalizzati al
conseguimento di un diploma superiore, attivati attualmente presso cinque
scuole secondarie statali di II grado di Trieste. Si tratta, chiaramente, di due
realtà molto diverse per finalità, metodologie didattiche e utenza. In questa
ricerca si è focalizzato l’interesse sui corsi serali degli istituti superiori istituiti
a Trieste fin dagli anni ’70.
Nel corso degli anni l’utenza di detti corsi serali ha subito notevoli
trasformazioni. Se nel passato l’utente tipo era un giovane lavoratore
occupato, ora l’offerta formativa si rivolge ad un pubblico ben più vasto e
diversificato. Basti pensare, infatti, che l’utenza può essere costituita da
lavoratori che intendono riprendere gli studi per migliorare la posizione nel
lavoro, da disoccupati che cercano di migliorare le proprie prospettive
occupazionali, da immigrati che vogliono conseguire un diploma anche
attraverso il riconoscimento dei crediti formativi, da giovani che rientrano in
formazione dopo aver abbandonato per varie ragioni la scuola diurna, ma
anche da casalinghe o pensionati che hanno finalità sicuramente diverse da
quella occupazionale.
In un momento sicuramente complesso per le prospettive economiche
della provincia, che vede il ridimensionamento di alcuni comparti del
terziario ed elementi di preoccupazione nel settore industriale, è importante
offrire ai giovani adulti occupati o disoccupati strumenti di valorizzazione
delle proprie capacità e ambizioni, strumenti che possono essere cruciali nei
momenti di scelta e orientamento verso nuove attività di lavoro. I corsi serali
pubblici, che rilasciano un titolo di studio spendibile, rappresentano per gli
adulti in età lavorativa una risposta seria, ma non sempre semplice, sia per
un innalzamento culturale e professionale sia per l’apertura a nuove
prospettive nel mercato del lavoro.
Al fine di valorizzare il complesso mondo dei corsi serali negli istituti
superiori di Trieste, cogliendone le positività ma anche gli elementi di
6
incertezza e problematicità, sono state effettuate a partire dalla primavera
del 2008 specifiche indagini che si sono articolate nelle seguenti azioni:
x
analisi dell’andamento delle iscrizioni e delle promozioni negli istituti
serali superiori della provincia, al fine di valutare il fenomeno della
dispersione scolastica in tale segmento dell’istruzione;
x
interviste ai docenti referenti dei corsi serali, per avere un quadro di
riferimento complessivo sull’utenza e sulle iniziative didattiche delle
singole scuole (progetti specifici, ecc.);
x
indagine statistica rivolta al complesso degli studenti che
frequentano i corsi serali al fine di rilevare con un questionario
quantitativo il profilo tipico dello studente rispetto alle esperienze
scolastiche pregresse, alla situazione lavorativa, agli aspetti
motivazionali nei confronti dello studio, al livello di soddisfazione per
l’esperienza scolastica nei corsi serali ed infine al profilo
socioeconomico della famiglia. Tale indagine si è articolata in due
rilevazioni, la prima in corso d’anno, la seconda alla fine dell’anno
scolastico.
Le indagini effettuate assumono per certi aspetti il rilievo dell’originalità,
non tanto per i temi proposti e la metodologia adottata, quanto per il
coinvolgimento di più istituti scolastici di una stessa provincia, una scelta
che ha permesso di evidenziare un quadro di sintesi dei corsi serali
superiori, esaminando in contrapposizione sentimenti, bisogni, punti di vista
e situazioni oggettive degli studenti, e recependo, nel contempo, istanze e
problematiche dei docenti che riescono a dare interpretazioni “non
contingenti” di una realtà comunque complessa e in evoluzione.
Per quanto riguarda altre ricerche in questo campo, è da riaffermare che
a livello locale sono state effettuate nel passato solo indagini “interne” a
livello dei singoli istituti, principalmente in quelli che hanno una maggiore
tradizione nei corsi serali, l’ITC Carli e l’ITI Volta. Se nel primo caso si è
trattato di indagini volte a caratterizzare l’utenza, recepirne bisogni e
verificare i livelli di soddisfazione, per l’ITI Volta si è trattato di un’indagine
condotta sugli studenti “seralisti” qualche anno dopo il conseguimento del
diploma, per verificare le modalità dell’inserimento lavorativo o della
progressione di carriera e cogliere ex post l’efficacia del percorso formativo
e del titolo di studio acquisito.
Analogamente, sono disponibili ricerche sviluppate presso diversi IRRE
(Istituto Regionale Ricerca Educativa) che danno conto del fervore di
iniziative che hanno caratterizzato l’EdA (Educazione degli Adulti) negli anni
a cavallo del secolo, con il coinvolgimento di numerosi istituti in diverse
regioni italiane e anche all’estero.
7
1.3. L’indagine alla luce delle riforme normative in merito
all’Educazione degli Adulti
E’ importante sottolineare come questa indagine si sia collocata in un
momento particolarmente rilevante per quanto riguarda il riordino del
complesso delle norme che regolamentano i centri di istruzione per gli
adulti, ivi compresi i corsi serali, come si evince dallo schema di
regolamento “Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo
didattico dei Centri d’Istruzione per gli Adulti, ivi compresi i corsi serali, a
norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n.112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
Le principali innovazioni introdotte dalla nuova normativa dovranno
ridefinire, a partire dall’A.S. 2010-11 e comunque entro l’A.S. 2011-12,
l’assetto organizzativo e didattico dei costituendi Centri provinciali
d’Istruzione per gli Adulti nei quali verranno ricondotti i Centri Territoriali
Permanenti e i corsi per il conseguimento del diploma della scuola
secondaria superiore. Tali innovazioni riguardano principalmente la
riorganizzazione delle reti territoriali, i criteri di ammissione e l’assetto
didattico.
Riguardo al primo punto, i Centri per l’istruzione degli adulti sono
articolati in reti territoriali di servizio, di norma su base provinciale, e
dimensionati secondo i parametri previsti per gli istituti secondari superiori.
Essi pertanto realizzano un’Offerta Formativa finalizzata al conseguimento
di titoli di studio e di certificazioni riferiti al primo ciclo e al secondo ciclo di
istruzione, in quest’ultimo caso, limitatamente ai percorsi degli Istituti tecnici,
degli Istituti professionali e dei licei artistici. Si noti che i futuri Centri
potranno ampliare l’Offerta Formativa in stretto raccordo con le autonomie
locali.
In merito all’utenza e più in generale ai criteri di ammissione, in base
alla nuova legge possono iscriversi ai Centri: adulti in età lavorativa, anche
stranieri, che non hanno assolto l’obbligo scolastico o che non sono in
possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore. L’iscrizione è
possibile anche al compimento del sedicesimo anno di età, solo per coloro
che non hanno assolto l’obbligo di istruzione.
E’ importante notare come tale norma sembri escludere la possibilità di
iscrizione per coloro che sono già in possesso di un titolo di studio
superiore; questo rappresenterebbe un forte ostacolo alla riqualificazione
occupazionale e professionale e nel contempo vanificherebbe i principi
sanciti dall’Unione Europea sulla formazione continua (longlife learning).
Riguardo all’assetto didattico, nell’ambito del primo ciclo sono ricondotti
anche i corsi di alfabetizzazione destinati agli adulti stranieri, mentre nel
8
primo biennio riferito all’istruzione secondaria superiore si assolve l’obbligo
di istruzione, nel secondo si acquisiscono le conoscenze, le abilità e le
competenze previste dai corrispondenti ordinamenti degli specifici istituti, il
terzo periodo didattico è finalizzato all’acquisizione del diploma.
Relativamente al primo livello di istruzione (cfr. obbligo scolastico) è
previsto un orario complessivo di 400 ore curricolari che, in assenza di
certificazione conclusiva della scuola primaria, possono essere
incrementate fino ad un massimo di ulteriori 200 ore. Tali ore possono
essere utilizzate anche per l’alfabetizzazione degli adulti stranieri. L’orario
dei percorsi di istruzione di secondo livello (cfr. diploma superiore) deve
essere obbligatoriamente pari al 70% di quello previsto dai corrispondenti
corsi diurni degli specifici istituti.
Infine, come da decreto del M.I.U.R., sono definite alcune modalità per
rendere sostenibili per lo studente i carichi orari summenzionati. In
particolare, è previsto il riconoscimento dei crediti formativi, l’attività di
accoglienza e di orientamento (non più del 10% del monte ore
complessivo), la personalizzazione del percorso di studio (Patto formativo
individuale), possibilità di fruire della formazione a distanza (non più del
20% del monte ore complessivo).
E’ rilevante notare che la nuova normativa mantiene in gran parte le
caratterizzazioni delle sperimentazioni, già ampiamente adottate dagli istituti
serali (p.e. Progetto Sirio).
Per quanto riguarda la certificazione, sia il primo che il secondo livello si
concludono con un esame di stato che rilascia titoli di studio validi per il
proseguimento degli studi.
Rispetto alle dotazioni organiche, la nuova normativa fa riferimento alla
serie storica degli alunni scrutinati o di quelli ammessi agli esami finali,
nonché di quelli che hanno conseguito una certificazione. A questo
proposito, il M.I.U.R., mediante decreto interministeriale annuale, è
impegnato a definire per entrambi i livelli di istruzione l’organico sulla base
del rapporto di 1 docente ogni 12 allievi/studenti.
9
2. METODOLOGIE DIDATTICHE PER L’EDUCAZIONE DEGLI
ADULTI
2.1 Le tre dimensioni dell’educazione degli adulti
L’istruzione/formazione in età adulta risponde sicuramente a esigenze
diverse e presenta quindi molteplici chiavi di lettura che si possono
ricondurre fondamentalmente alla dimensione individuale-culturale, a quella
economico-lavorativa e a quella sociale. Appare fin d’ora chiaro che le
suddette dimensioni sono intrinsecamente connesse all’interno dello stretto
rapporto tra individuo, lavoro e società.
Sicuramente, (e i risultati della indagine presentati in questo rapporto lo
confermano) l’esigenza di miglioramento della propria formazione culturale
rappresenta una delle motivazioni più rilevanti nella decisione individuale di
iniziare un percorso di istruzione per adulti. Questa scelta è condizionata
dalle personali “biografie scolastiche” che possono aver reso ancora più
forte il desiderio di riprendere o completare un percorso formativo, come ad
esempio il precoce abbandono degli studi, l’interruzione di un percorso di
studi superiori ecc.. Criticità specifiche vengono evidenziate poi dagli
stranieri che esprimono bisogni sicuramente più intensi e complessi, quali
l’esigenza
di
miglioramento
delle
conoscenze
linguistiche,
l’approfondimento di una cultura diversa da quella del paese di origine, la
necessità di ottenere il riconoscimento di un titolo di studio conseguito
all’estero.
La dimensione lavorativa può essere letta sia da un punto di vista
individuale (desiderio di miglioramento delle prospettive di lavoro per i
disoccupati, avanzamento del livello professionale per gli occupati,
reinserimento nel mondo del lavoro per le donne-madri che hanno superato
le fasi iniziali di accudimento dei figli …) sia in modo più ampio per le
valenze che un miglioramento della preparazione culturale e formativa
presentano nel contesto di un sistema economico sempre più competitivo.
L’esperienza italiana dell’EdA (Educazione degli adulti) è spesso
strettamente connessa alle realtà produttive locali e risponde quindi a
specifiche esigenze del mercato del lavoro. In periodi di crescente
precarietà dei rapporti di lavoro, il rientro in formazione consente di
reindirizzare molti giovani adulti o gli adulti stessi verso nuove attività che
rispondono meglio alle esigenze della domanda di lavoro.
Il miglioramento delle competenze, il completamento del percorso
formativo, l’innalzamento dei livelli culturali in età adulta esprimono anche
una chiara dimensione sociale, in quanto strumenti atti a ridurre i rischi di
disagio e di emarginazione. Infatti, gli interventi di contrasto alla povertà per
10
i soggetti in età lavorativa fanno generalmente ampio ricorso
all’accompagnamento al lavoro integrato da periodi di formazione
professionale e culturale, che inducono un complessivo miglioramento delle
potenzialità degli individui. La funzione sociale dei corsi serali pubblici
deriva anche dalla loro gratuità (i costi si limitano all’iscrizione), che li
differenzia dalle iniziative di recupero anni scolastici di alcuni “diplomifici”. In
tal senso l’educazione degli adulti rientra pienamente negli obiettivi di
un’istruzione che non si ferma alle età adolescenziali o giovanili, ma
continua lungo tutto il corso della vita e costituisce quindi un rimedio
possibile all’analfabetismo di ritorno.
In relazione alla varietà delle esigenze formative degli adulti e dei giovani
adulti vi è una grande diversificazione dell’offerta di corsi d’istruzione.
Limitandoci a quelli promossi dal M.I.U.R. (Ministero dell’Università e della
Ricerca) possiamo affermare che all’interno dei corsi EdA si ritrovano percorsi
finalizzati al conseguimento di un titolo di studio (scuola dell’obbligo, diploma
superiore o qualifica professionale), ma anche corsi di minor durata rivolti a
coloro che vogliono acquisire o recuperare competenze e conoscenze, in
un’ottica di formazione permanente, generalmente gestiti dai CTP. In tale
ambito rivestono particolare importanza i corsi per l’insegnamento della lingua
italiana rivolti ai cittadini stranieri.
Tenuto conto della molteplicità delle situazioni personali (età, condizione
familiare e lavorativa, percorso scolastico e culturale….) e della variabilità
delle esigenze dell’utenza (prevalenza degli aspetti culturali o lavorativi, ad
esempio) l’EdA deve ricorrere ad una didattica nuova che ha spesso poco a
che fare con quella dei corsi d’istruzione diurni. Lungi dal voler approfondire
questo specifico tema si ritiene opportuno far cenno fin d’ora ad alcune
caratteristiche dei corsi serali di seguito illustrate:
x
presenza di un tutor di riferimento per gli studenti;
x
personalizzazione del percorso formativo che tiene conto del
background culturale e formativo, delle situazioni familiari e di
lavoro, delle motivazioni all’iscrizione;
x
utilizzo della cosiddetta “didattica breve” e più in generale della
modularità nello svolgimento dei programmi;
x
ricorso alle tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC) per
supplire alle difficoltà di presenza alle lezioni da parte degli studenti
lavoratori;
x
utilizzo dell’autobiografia quale strumento di analisi dei bisogni e di
ricomposizione di percorsi di vita;
x
flessibilità dei metodi di verifica in funzione delle esigenze dei singoli
studenti.
11
2.2 Linee evolutive della didattica per gli adulti
In questo paragrafo si ritiene opportuno fare alcuni riferimenti ai
principali filoni di sviluppo che a partire già dagli anni ’50 dello scorso secolo
hanno interessato l’educazione degli adulti, al fine di presentare, senza
alcuna pretesa di completezza, tematiche che vengono riprese più avanti
nel rapporto.
Un primo contributo sicuramente rilevante nella definizione di una nuova
didattica per gli adulti, “andragogica” in contrapposizione a quella
pedagogica, è stato dato da M.S.Knowles 1 che ha posto in termini
completamente nuovi il tradizionale rapporto formativo basato sulla
sostanziale dipendenza del discente dal docente 2, che si può esplicitare nei
seguenti punti:
x
bisogno di conoscenza, spesso acritico;
x
scarsa rilevanza del discente e quindi rapporto di dipendenza
x
ruolo marginale dell’esperienza personale del discente;
x
disponibilità ad apprendere, senza possibilità di intervenire sui
contenuti e sui metodi;
x
orientamento verso le materie e quindi sui contenuti;
x
motivazioni all’apprendimento basate fondamentalmente su
motivazioni estrinseche, connesse ai risultati scolastici e
all’approvazione altrui, più che intrinseche.
Negli adulti tali principi vengono invece ribaltati. Infatti il modello
andragogico si basa su:
x
riconoscimento del discente come persona autonoma nelle scelte,
nelle decisioni, anche per quanto riguarda l’apprendimento e i suoi
metodi, abbandonando gli schemi psicologici che portano il docente
a “trattare i discenti adulti come bambini”;
x
riconoscimento della disponibilità ad apprendere solo ciò che risulta
chiaramente utile nel contesto dei bisogni di conoscenza e della
percezione di utilità;
1
Knowles Malcom S. (1996): La formazione degli adulti come autobiografia, Raffaello
Cortina Editore, Milano
2
A tale proposito si noti che Knowles si è ispirato a sua volta alle ricerche di Rogers
(L'insegnamento centrato sullo studente, 1951)
12
x
valorizzazione dell’esperienza del discente, esperienza di vita
personale, di lavoro, di conoscenze pregresse che impongono una
riconsiderazione dei metodi e dei contenuti dell’insegnamento
orientati più sugli aspetti del fare (problem solving, analisi di caso,
laboratori, lavoro di gruppo) che su quelli del trasmettere;
x
orientamento dell’apprendimento basato non su nozioni teoriche
(materie ecc.), ma sulla vita reale;
x
valorizzazione delle motivazioni interiori che risultano essenziali nel
superamento delle indubbie difficoltà “pratiche” del percorso
formativo; superamento degli eventuali “imprinting” negativi
connessi alle prime esperienze scolastiche, per promuovere
l’autostima.
Da questi studi sono derivate poi tendenze specifiche che hanno
assunto rilevante importanza, tanto da diventare metodi largamente
applicati nell’EdA. Nelle esperienze italiane Duccio Demetrio ha
approfondito il metodo autobiografico applicato all’educazione dell’adulto,
finalizzato alla ricomposizione di un filo logico ed emozionale che leghi e dia
senso ai diversi e spesso conflittuali aspetti della vita dell’adulto. Tale
metodo permette di “Isolare fatti e descriverli….. ricostruire, ricomporre una
trama narrativa …….rivisitare il presente attraverso il passato …..ricercare il
senso attraverso una relazione dialogica”3. Il metodo dell’autobiografia è
quindi un percorso che porta gli adulti a maggiori livelli di consapevolezza e
di conoscenza, situazioni che ben si adattano alla gestione delle diversità e
complessità che si ritrovano nei soggetti che frequentano i corsi serali.
Nella prassi concreta dell’insegnamento dei corsi serali si applicano
metodologie orientate non specificatamente agli adulti, ma che vengono
spesso adattate alle specifiche esigenze di tale target. Di seguito si darà
una breve descrizione limitatamente a quelle ritenute più rilevanti.
Fin dai primi anni ’90 dello scorso secolo, sono state sperimentate
anche nei corsi serali le nuove tecnologie informatiche, a partire dalle
applicazioni della multimedialità alla didattica, che hanno stimolato la
produzione di materiali da parte degli stessi studenti, con un beneficio
diretto per la conoscenza degli strumenti informatici (software applicativi…)
e per la sperimentazione delle loro possibilità applicative. L’introduzione di
internet e più ampiamente delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione ha permesso poi di mettere in rete le esperienze scolastiche
e di percorrere nuove vie, quali quelle della formazione a distanza. Questo
3
L. Formenti (1988): La formazione autobiografica. Confronti tra modelli e riflessioni tra
teoria e prassi, Milano, Guerini e associati.
13
secondo filone, sicuramente più complesso e ambizioso, che rientra
nell’ambito delle metodologie note come e-learning, rispondeva all’esigenza
di rendere il processo di apprendimento non legato alla presenza in classe,
situazione che costituisce un indubbio ostacolo per alcuni studenti delle
serali impegnati nel lavoro e in famiglia. Tali esperienze hanno stimolato la
sperimentazione di nuove forme di apprendimento e la produzione di
interessanti materiali informatici (lezioni, corsi completi, sistemi di verifica
dell’apprendimento) secondo le specifiche tecniche dell’e-learning.
Queste applicazioni dell’informatica alla didattica hanno avuto un
riscontro limitato a livello scolastico per una serie di problemi connessi da
una parte alla non omogeneità delle piattaforme di sviluppo del software e
dall’altra alla difficoltà di portare avanti progetti pluriennali senza il
coinvolgimento globale dei docenti degli istituti ed una regia almeno a livello
provinciale. Analoghe difficoltà sono state riscontrate nei tentativi di mettere
in rete diversi istituti con scambi di esperienze didattiche e di materiali
multimediali. Tali sperimentazioni, necessariamente di durata pluriennale,
hanno trovato un forte limite nella discontinuità della presenza dei docenti
dei corsi serali, in mancanza di un organico specifico con adeguata
preparazione.
E’ degna di nota l’esperienza effettuata dall’ITC Carli che ha collaborato
con un’azienda locale specializzata nello sviluppo di piattaforme per l’elearning, nelle applicazioni di tali tecniche all’educazione degli adulti.
L’esigenza di colmare gap conoscitivi dei discenti adulti, la necessità di
effettuare una didattica personalizzata volta spesso al recupero di
conoscenze in tempi brevi, ha stimolato l’applicazione di metodi già diffusi in
altri ambiti, noti come didattica breve. Tra gli obiettivi di tale approccio vi è la
razionalizzazione dei tempi di insegnamento-apprendimento che coniughi
efficacia e brevità, e permetta quindi elevati livelli di autonomia nello studio
da parte dell’adulto con la possibilità di verificare autonomamente
l’acquisizione di conoscenze e competenze. Tali finalità si possono
raggiungere solo con la ricerca approfondita dell’essenzialità dei contenuti
all’interno di una personalizzazione dei programmi alle esigenze dei
discenti. In tale contesto, nella didattica breve si fa ampio uso della
progettazione modulare del materiale didattico, all’interno di ogni area
disciplinare.
Infine, un cenno meritano i progetti Socrates-Grundvig, istituiti dall’UE
per promuovere attività di collaborazione tra istituti di formazione rivolta agli
adulti appartenenti a realtà nazionali diverse. Denominatore comune di
questi progetti è stato l’utilizzo della lingua inglese, come lingua veicolare e
14
delle tecnologie informatiche, come strumento di collaborazione e
comunicazione tra docenti e tra studenti.
15
3. I CORSI SERALI NEGLI ISTITUTI SUPERIORI A TRIESTE
3.1 Note sullo sviluppo dei corsi serali a Trieste
In questo capitolo, dopo una breve descrizione della “storia” dei corsi
serali a Trieste e del ruolo che questo settore dell’istruzione pubblica ha
ricoperto, si presenteranno alcuni dati statistici che permettono di valutare le
dimensioni di questo comparto e la sua evoluzione nel tempo.
Gli istituti serali hanno avuto ed hanno tuttora un ruolo rilevante per la
città non solo in funzione della loro funzione ”sociale” ma anche per le
considerevoli ricadute sulle attività economiche della provincia. Infatti
entrambi gli istituti storici che hanno promosso i corsi serali, ITC Carli e ITI
Volta, hanno dato risposta ad un preciso bisogno che veniva sia dalle
persone che dalle aziende. Si tratta infatti di due istituti tecnici connaturati, il
primo con la vocazione mercantile della città, e il secondo con quella
industriale. Le esigenze di sempre maggior qualificazione e crescita tecnica,
ma anche culturale, proveniente dal mondo del lavoro hanno contribuito ad
alimentare per decenni il bacino d’utenza dei corsi serali, limitato
originariamente ai soli lavoratori, occupati o disoccupati. A partire dalla fine
degli anni ’90, in relazione ai cambiamenti nel tessuto economico della città
con lo sviluppo crescente del terziario, a seguito anche delle modificazioni
nei percorsi scolastici delle scuole diurne, si ebbe un cambiamento sia
dell’utenza che dell’organizzazione dei corsi, al fine di rispondere meglio ad
esigenze nuove e diversificate.
Si è allargata di conseguenza la platea dell’offerta formativa con nuovi
indirizzi di studio proposti da tre altri istituti della città, Deledda, Nordio e
Nautico che andavano a coprire le aree sociali, artistiche e della
navigazione.
Nel contempo, nei primi anni 2000 il MIUR ha attivato il progetto Sirio,
espressamente indirizzato ai corsi serali degli istituti tecnici, che ha
introdotto una serie di radicali innovazioni che recepivano molte delle
istanze portate avanti nelle su esposte tematiche dell’EdA. In particolare
con il progetto Sirio:
x si riducono le ore di lezione a 25 ore settimanali, con minori carichi
di presenza in classe;
x si tiene conto delle esperienze scolastiche pregresse e delle
esperienze lavorative con la possibilità di recupero dei crediti
scolastici e formativi;
16
x
si valorizzano le nuove tendenze dell’EdA, con la promozione delle
nuove tecnologie (TIC) applicate alla didattica e dei progetti di
collaborazione internazionale in ambito europeo (Progetto SocratesGrundvig).
Queste azioni innovative dell’offerta di istruzione determinano anche
cambiamenti nell’utenza. Al profilo dello studente lavoratore si accostano
nuove figure, l’immigrato che vuole conseguire il riconoscimento del titolo di
studio con un percorso semplificato, lo studente che ha abbandonato la
scuola diurna per svariati motivi, la casalinga che vuole rientrare nel mondo
del lavoro con una qualificazione culturale e professionale superiore o che
vuole iscriversi all’università.
Questo progetto, adottato da buona parte degli istituti di Trieste, ha dato
un impulso alle iscrizioni e alle iniziative delle singole scuole che hanno
proposto nuovi indirizzi di studio, sulla base delle esigenze dell’utenza.
La recente normativa di riordino dell’educazione degli adulti (cfr. par.
1.3) ha portato un certo disorientamento all’interno di tale settore
dell’istruzione, creando quindi una discontinuità che ha ostacolato le
iniziative e la progettualità dei singoli istituti, ma nel contempo ha indotto a
riconsiderare in termini globali le molteplici risposte del settore pubblico ai
bisogni formativi ed educativi del mondo degli adulti.
3.2 Andamento delle iscrizioni negli istituti superiori serali della
provincia
In questa parte del report si darà conto dell’andamento delle iscrizioni e
degli esiti nei diversi istituti, negli ultimi cinque anni. Una delle finalità
dell’indagine è quella di tracciare un quadro statistico di diversi aspetti
attinenti l’andamento delle iscrizioni (per anno di corso, tipo di indirizzo,
sesso, età e nazionalità) e degli esiti finali, in modo da valutare anche la
consistenza degli abbandoni. A tal fine è stata predisposta una apposita
scheda che prevedeva rilevazioni per gli anni scolastici dal 2002-03 al 200708 4.
I dati presentati sono stati forniti dalle scuole grazie alla collaborazione
diretta dei docenti responsabili dei corsi serali. Si tratta di materiali a
contenuto statistico non sempre completati da tutti gli istituti, e ciò non ha
consentito un’analisi trasversale. Per tale ragione si presentano, per i tre
4
I dati dei singoli istituti sono riportati in Appendice.
17
istituti più rilevanti, alcune tabelle riassuntive sulle iscrizioni, sui tassi di
promozione e sull’incidenza degli alunni stranieri.
I.T.C. Gian Rinaldo CARLI
L’istituto ha saputo mantenere una sostanziale costanza nelle iscrizioni,
anche grazie all’apporto significativo della componente straniera che è
passata dal 4% del 2002-03 al quasi il 13% dell’ultimo anno rilevato. Ciò ha
permesso di mantenere il numero di classi e di preservare i tre indirizzi di
studio del triennio: ragionieri, periti aziendali e informatici-gestionali. Nei sei
anni presi in considerazione si evidenzia un progressivo abbassamento
dell’età negli iscritti, in relazione probabilmente alla presenza di molti
giovani che hanno abbandonato le scuole diurne e si sono iscritti ai corsi
serali dopo aver intrapreso un’attività lavorativa.
I tassi di passaggio alla classe successiva, che tengono conto anche
degli abbandoni, sono intorno al 50% nel biennio, valori che aumentano
considerevolmente nel triennio, in particolare nella classe quinta.
Istituto Tecnico per Attività Sociali Grazia DELEDDA
L’istituto ha subito un drastico calo nelle iscrizioni a partire dal 2002-03
con una conseguente riduzione delle classi. L’ammontare degli iscritti nelle
diverse classi presenta andamento ad U, con livelli elevati negli anni di
corso estremi, in prima ed in quinta, forse a seguito di una partecipazione
consistente di privatisti iscritti all’ultimo anno per il conseguimento del
diploma. La presenza della componente straniera non segue un trend
preciso ed è complessivamente limitata. I tassi di promozione sono
mediamente elevati, tranne nella classe prima.
I.T.I. Alessandro VOLTA
Nell’istituto sono attivi due indirizzi nel triennio, meccanica ed
elettronica, con una assoluta prevalenza di studenti maschi. Nel lasso di
tempo preso in considerazione si è avuta dapprima una buona tenuta nelle
iscrizioni che hanno evidenziato un certo calo solo negli ultimi due anni.
Nell’ultimo anno scolastico 2007-08 si è avuta una diminuzione delle classi.
Due terzi degli iscritti ha più di 26 anni, mentre gli stranieri, inizialmente
molto ridotti, hanno avuto un incremento solo negli ultimi anni, arrivando a
sfiorare il 10% delle iscrizioni.
I tassi di promozione globali si attestano intorno al 55%, con una
tendenza alla diminuzione, a seguito del basso numero di esiti positivi nelle
18
classi prime e terze, indice di un elevato numero di abbandoni nelle classi
che sono spesso iniziali per molti studenti.
19
4. METODI E STRUMENTI DELL’INDAGINE SUL CAMPO
Nello svolgimento della ricerca si è deciso di procedere secondo uno
schema di progressiva focalizzazione dei campi d’indagine, in funzione di
quelli che potevano rivelarsi gli aspetti di maggiore salienza per i soggetti
coinvolti.
A questo scopo, il lavoro è iniziato con una serie di interviste ad alcuni
docenti degli Istituti Superiori con corsi serali. Nella fase successiva è stata
effettuata la somministrazione di un questionario quantitativo rivolto agli
studenti frequentanti i corsi serali.
4.1 Le interviste ai docenti dei corsi serali
Il metodo di indagine qualitativa prescelto, l’intervista semidirettiva
sviluppata in base ad una traccia, ha avuto l’obiettivo di evidenziare la
situazione attuale e le prospettive future degli istituti serali a Trieste. Le
interviste sono state rivolte a interlocutori privilegiati, ovvero i dirigenti
scolastici o i responsabili dei corsi serali, che per la loro posizione strategica
sono stati in grado di fornire informazioni dettagliate e di evidenziare le
caratteristiche e i segnali più importanti emergenti dal territorio e dall’utenza.
A tale scopo sono state condotte interviste in profondità che hanno
permesso, sia di rilevare alcuni aspetti particolari degli istituti serali, sia di
verificare e integrare quanto emerso dall’analisi statistica quantitativa. Si
tratta chiaramente dei personali punti di vista di coloro che hanno
responsabilità e conoscenza diretta della realtà scolastica nella quale sono
inseriti.
Le interviste, di durata media pari ad un’ora e mezza e dirette ai
testimoni privilegiati, sono state condotte nel mese di maggio 2008 presso
la sede dei singoli istituti. Sono state eseguite proponendo una traccia,
ovvero una linea guida, che, pur lasciando ampio spazio alla libera
espressione, proponeva tutte le questioni rilevanti da affrontare e le
informazioni da raccogliere.
Le principali aree tematiche prese in considerazione hanno riguardato la
particolarità dell’offerta formativa dei corsi serali dell’istituto, la tipologia
d’utenza nonché le difficoltà riscontrate dalla stessa nell’affrontare il
percorso di studi. La traccia dell’intervista è stata articolata nelle seguenti
quattro sezioni tematiche:
20
-
Mission
-
Offerta dell’Istituto serale
-
Utenza
-
Percorsi scolastici dell’utenza
Nella sezione Mission si è richiesto di approfondire le funzioni svolte
dall’istituto serale nonché le opportunità offerte a chi vuole riprendere gli
studi.
Nella sezione Offerta dell’Istituto serale l’attenzione era rivolta alle
motivazioni determinanti nell’attivazione dei corsi serali e
all’approfondimento della dimensione organizzativa e formativa
dell’istituto, rilevando i diversi indirizzi attivi, le ore settimanali di lezione,
le modalità del riconoscimento dei crediti formativi, la possibilità di
costruirsi dei percorsi formativi individualizzati, la presenza di interventi
di recupero, le metodologie e i materiali didattici adottati.
La sezione Utenza ha esplorato le caratteristiche dell’utenza, quali il
genere, l’età, i profili professionali prevalenti e la nazionalità degli studenti;
sono stati approfonditi i mutamenti riscontrati e l’andamento delle iscrizioni
negli ultimi anni.
L’ultima sezione, Percorsi scolastici dell’utenza, ha indagato le principali
motivazioni nella ripresa dello studio, le aspettative degli studenti e il
fenomeno degli abbandoni. Nella fase conclusiva dell’intervista sono stati
approfonditi i punti di forza e di debolezza dell’istituto, nonché le novità, i
progetti e le iniziative future.
L’ordine con il quale i vari temi sono stati affrontati non è stato sempre
rigidamente rispettato e le modalità di formulazione delle domande sono
state in parte lasciate alla discrezione dell’intervistatore. Egli è stato infatti
libero di impostare la conversazione all’interno di un certo argomento, di
porre domande con una certa libertà sia per creare l’atmosfera più adatta
all’intervista, sia per approfondire talune tematiche. L’intervistatore ha
cercato inoltre di evitare l’interruzione del discorso, favorendo così una
comunicazione spontanea, che ha permesso all’intervistato di parlare
liberamente sulla base delle proprie opinioni ed esperienze, riportando
informazioni e giudizi specifici, relativi al proprio punto di vista e
all’esperienza personale. Tuttavia, nonostante le specificità dei singoli
istituti, numerose sono state le analogie emerse tra le diverse interviste.
In relazione alle finalità dell’indagine, si è ritenuto opportuno non inserire
nel rapporto la trascrizione integrale delle singole interviste, bensì una
relazione sintetica inerente gli elementi essenziali emersi dai colloqui. In
21
alcuni casi, sono state riportate testualmente le impressioni e le
considerazioni particolarmente significative espresse dagli intervistati.
Nei paragrafi successivi vengono riportate le sintesi delle interviste
distinte per i diversi istituti, includenti tutte le informazioni ritenute rilevanti e
inerenti le finalità dell’indagine.
4.2 L’indagine quantitativa: il questionario
A seguito dell’analisi dei materiali raccolti nelle interviste con i docenti, è
stata effettuata la stesura di un questionario rivolto agli studenti iscritti ai
corsi serali degli Istituti superiori della provincia.
Attraverso tale strumento si è voluto ricostruire il profilo degli studenti in
relazione agli aspetti motivazionali nei confronti dello studio, alle carriere
scolastiche pregresse, alla situazione lavorativa attuale e al giudizio
sull’esperienza scolastica presso i corsi serali.
Il questionario è stato suddiviso in cinque distinte sezioni. Le aree di
indagine esplorate sono state rispettivamente:
x Istruzione (aspetti motivazionali)
x Percorso formativo (ricostruzione percorsi scolastici pregressi)
x Lavoro (situazione lavorativa attuale)
x Scuola e Studio (esperienza nei corsi serali)
x Dati socio-demografici.
Nell’area Istruzione si sono rilevati gli aspetti motivazionali correlati alla
scelta di riprendere gli studi. In particolare, sono stati approfonditi sia i fattori
rilevanti nella scelta dello specifico Istituto sia le principali determinanti
sottese alla ripresa degli studi. In questa sezione sono state indagate
ancora le modalità con cui gli studenti sono venuti a conoscenza dei corsi
serali.
Nell’area Percorso formativo si sono approfonditi gli aspetti relativi al
percorso scolastico pregresso, prima dell’iscrizione alla scuola serale. In
particolare, sono state rilevate la tipologia di scuola frequentata e l’età del
conseguimento della licenza media inferiore e le eventuali scuole/istituti
professionali frequentati successivamente. Infine è stato chiesto agli
studenti di indicare eventuali bocciature, nonché le principali motivazioni
sottostanti il mancato completamento degli studi.
Nell’area Lavoro si è approfondita l’attuale condizione professionale
degli intervistati. In particolare, sono stati indagati aspetti specifici del lavoro
22
quali ad esempio, la tipologia contrattuale, il luogo di esercizio della
professione, l’orario lavorativo. Si è cercato inoltre di individuare gli elementi
determinanti sia la soddisfazione in ambito lavorativo sia la conciliazione
studio e lavoro.
L’area Scuola e Studio è stata dedicata interamente alla rilevazione
degli aspetti connessi alla frequenza di un corso serale. In particolare, sono
state approfondite le difficoltà maggiormente riscontrate, le percentuali di
frequenza media alle lezioni come pure le ore settimanali mediamente
dedicate allo studio. Infine è stata richiesta una valutazione complessiva
inerente l’esperienza scolastica attuale ed il grado di soddisfazione
percepito.
In conclusione, l’ultima area ha permesso di rilevare dati di natura
anagrafica, il titolo di studio posseduto, lo stato civile e la cittadinanza
dell’intervistato. È stata creata una specifica sezione per gli utenti di
cittadinanza straniera. Infine, sono stati rilevati la composizione ed il profilo
socioeconomico del nucleo familiare in cui lo studente vive.
23
5. RISULTATI DELL’INDAGINE QUALITATIVA
Di seguito vengono riportati i contenuti principali delle interviste svolte
con i responsabili dei corsi serali dei cinque istituti coinvolti nell’indagine.
5.1 I.T.I. Alessandro Volta
L’offerta formativa dei corsi serali dell’Istituto Tecnico Industriale
A.Volta, che ha preso avvio nel 1964 con due indirizzi di specializzazione,
mira a fornire, accanto ad una solida preparazione in ambito tecnico, anche
un accrescimento culturale più ampio. Tale offerta è indirizzata sia agli
occupati, che desiderano riprendere gli studi interrotti, sia ai giovani dropout che vogliono rientrare nel sistema scolastico. Le metodologie didattiche
adottate prevedono percorsi flessibili che valorizzano l’esperienza di cui
sono portatori gli studenti già inseriti nel mondo del lavoro.
Una rilevante innovazione nell’organizzazione della didattica si è avuta
con l’adesione dell’Istituto al progetto Sirio, istituito dal Ministero della
Pubblica Istruzione per venire incontro alle specifiche esigenze degli
studenti degli istituti serali. Questa sperimentazione è attiva unicamente nel
biennio e prevede il riconoscimento dei crediti formativi, ovvero dei crediti
certificati e validati in altri istituti, che possono comportare l’esonero dalla
frequenza di alcune materie e l’attribuzione finale del medesimo voto
ottenuto in precedenza nella scuola dove lo studente era iscritto.
Ovviamente, ricorda il responsabile, “esistono delle materie tecniche
specifiche per le quali non è possibile richiedere il riconoscimento del
credito….. vista la particolarità e l’importanza che rivestono tali materie
presso questo istituto”. In questi casi lo studente è tenuto a frequentare
almeno la parte pratica di laboratorio.
Presso l’istituto Volta vengono finora riconosciuti unicamente i crediti
formali, ovvero quelli inerenti il possesso di competenze acquisite in seguito
a studi compiuti in istituti statali o legalmente riconosciuti. Per quanto
riguarda i crediti non formali, ovvero quelli attinenti ad esperienze maturate
in ambito lavorativo, è stato effettuato un riconoscimento di tali crediti
unicamente in due occasioni nelle quali si era proceduto ad analizzare
l’esperienza lavorativa dello studente.
Nei primi quindici giorni dell’anno scolastico, l’istituto prevede
l’effettuazione dei test d’ingresso con lo scopo di verificare il livello di
preparazione in ciascuna materia, specie dei nuovi iscritti. In base ai
risultati, vengono organizzati degli interventi di recupero delle carenze che
24
si svolgono, per il biennio nella giornata libera del sabato, per il triennio
sempre al sabato prima dell’inizio regolare delle lezioni.
In ogni classe è inoltre presente un insegnante tutor, cui fanno
riferimento sia gli allievi che i docenti: il suo compito consiste
nell’aiutare/facilitare/promuovere l’inserimento degli allievi nel sistema
scolastico, nell’assistere gli studenti nel superamento delle difficoltà che
emergono nel corso degli studi, permettendo così una migliore
collaborazione tra il personale docente e gli studenti.
Per quanto riguarda le metodologie didattiche, tenuto conto del poco
tempo a disposizione degli allievi per lo studio, in molte materie si fa ampio
ricorso a dispense curate dai singoli docenti, nelle quali vengono affrontati
tutti gli argomenti e i concetti considerati fondamentali, trascurando invece
quelli di secondaria importanza. Come ricorda l’intervistato, “i lavoratori
studenti non hanno molto tempo per studiare a casa, per cui, durante le
lezioni, si cerca di sintetizzare i concetti basilari”.
Nonostante la flessibilità dell’offerta formativa, secondo il responsabile
dei corsi serali appare difficile poter attuare un insegnamento modulare per
gran parte delle discipline e costruire quindi percorsi di studio
individualizzati.
Gli stage lavorativi non sono attivati per i frequentanti i corsi serali,
poiché la maggior parte di loro sono già inseriti in ambito lavorativo. Sono
previste però delle visite didattiche presso alcune industrie, quali ad
esempio la Fincantieri, viaggi d’istruzione a Monaco, al Museo della scienza
e della tecnica e la partecipazione a spettacoli teatrali.
Nei corsi serali sono privilegiate le attività di laboratorio e i progetti di
ricerca di gruppo, un’innovazione prevista proprio nel Progetto Sirio. Tali
lavori di gruppo, strutturati e centrati su argomenti, quali la storia delle
macchine e delle tecnologie, coinvolgono due o tre materie e consistono
nello svolgimento di un progetto, che può impegnare gli studenti un
massimo del 10% delle ore di lezione. Tali progetti devono essere
documentati in apposite schede che descrivano compiutamente il lavoro
effettuato dal gruppo.
La teledidattica viene utilizzata unicamente per alcune materie
dell’indirizzo di telecomunicazione. La produzione di moduli per lo studio e
l’autoverifica a distanza per le varie discipline tecniche è una
sperimentazione potenzialmente molto importante ma di difficile
applicazione pratica, in quanto, come ricorda l’intervistato, “con qualche
studente potrebbe funzionare, ma vengono tralasciati aspetti essenziali,
quali ad esempio la comunicazione non verbale”.
25
Negli ultimi anni si è riscontrato un notevole cambiamento nelle
iscrizioni. Rispetto al 1985, ricorda l’intervistato, si è assistito ad una
riduzione nel numero degli iscritti totali nella scuola diurna, ma ancor più in
quella serale. Anche l’età media dell’utenza è cambiata, ovvero si è
abbassata rispetto al passato. Un tempo questa era compresa tra i 27 e i 42
anni. Adesso la fascia d’età degli studenti serali iscritti si colloca invece tra i
18 e i 30 anni, con una netta prevalenza dell’utenza maschile. Gli studenti
serali stranieri sono pochi e provengono generalmente dalla Slovenia e
dalla Croazia e quindi, visto l’esiguo numero di tali iscritti, non è prevista
alcuna azione di sostegno linguistico.
Gli abbandoni che si registrano nel corso dell’anno scolastico variano
molto in base al clima collaborativo tra gli studenti della classe e alle
motivazioni strettamente personali o lavorative. In ciascuna classe
mediamente vi è il 30% di abbandoni, che si intensificano soprattutto a
dicembre durante il periodo natalizio. Le principali motivazioni di tale
fenomeno vanno ricercate nella difficoltà di gestione e conciliazione tra
esigenze di studio, famiglia e lavoro. Come ricorda il responsabile, “molti
alunni sono sposati e hanno figli e quindi la scelta di iscriversi ai corsi serali
deve essere fatta da tutta la famiglia, altrimenti ciò può portare a divisioni e
problemi all’interno della stessa. La stanchezza e le esigenze di lavoro sono
però determinanti”. Si porta l’esempio di uno studente lavoratore che
operava presso la Fincantieri, il quale ad ogni collaudo di una nave era
costretto ad andare via e perdere periodi molti lunghi di lezione.
La principale motivazione nella ripresa degli studi appare essere
l’ottenimento di un diploma. Come sottolinea il responsabile, spesso gli
alunni di tale istituto sono persone per le quali la licenza media non
costituisce più una garanzia dall’emarginazione culturale e lavorativa,
oppure sono persone già inserite nell’ambito lavorativo che vogliono
modificare la propria professione e dimostrare così alla propria famiglia e al
datore di lavoro quanto valgono effettivamente. Nelle parole del
responsabile è possibile però notare un po’ di sconforto in merito alla
valenza del titolo di studio rilasciato, a seguito delle maggiori difficoltà e dei
tempi oltremodo lunghi per l’iscrizione agli albi professionali.
Uno dei principali punti di forza dell’azione didattica è costituito dalla
continuità nell’insegnamento da parte del personale docente, specie per le
materie tecniche che caratterizzano il percorso formativo in questo Istituto.
Ciò ha permesso l’instaurarsi di un clima di cooperazione e di fiducia tra il
personale docente e gli alunni stessi. Il maggior problema consiste invece
nella frequenza alle lezioni che varia molto e si assesta mediamente intorno
al 40-50%. Inoltre, tali assenze vengono effettuate sempre da persone
26
diverse, il che rende alquanto difficile la prosecuzione del programma
didattico all’interno di una classe.
Nell’intervista viene auspicata l’introduzione di una metodologia
didattica basata non tanto sulla frequenza alle lezioni di tutte le discipline,
quanto piuttosto sul modello universitario. Verrebbe meno in tale ottica la
centralità della classe, a favore di aggregazioni di studenti interessati al
superamento di determinati moduli didattici. Coloro che avessero già
maturato il credito in una determinata materia non dovrebbero essere più
tenuti a frequentare le relative lezioni. Ma tale progetto, si sottolinea, è di
difficile attuazione in quanto bisognerebbe ristrutturare tutti i programmi e i
piani di lavoro, stabilendo specifiche griglie di valutazione per le prove
scritte e orali.
5.2 I.T.C. Gian Rinaldo Carli
L’istituto tecnico commerciale G.R. Carli, attivo con l’offerta dei corsi
serali dagli anni ‘70, rappresenta uno dei principali punti di riferimento in
materia di educazione degli adulti presenti sul territorio provinciale. Il
“progetto delle serali” nasce dall’intenzione di ampliare l’offerta formativa
della scuola “per venire incontro”, come afferma il responsabile, “ad una
parte dell’utenza più debole”. Attualmente il Carli presenta sostanziali
innovazioni, riscontrabili sia nell’organizzazione che nella struttura
dell’istituto stesso, le quali offrono la possibilità di poter rientrare in modo
morbido e flessibile nel percorso formativo e di ottenere così un titolo di
studio, modulando il proprio impegno in base alle proprie possibilità ed
esigenze.
A seguito dell’introduzione del progetto Sirio, che intende venire
incontro ai bisogni percepiti da un’utenza adulta impegnata nel lavoro, sono
state attivate innovazioni, quali la riduzione dell’orario di lezione, il
riconoscimento dei crediti ed il recupero di carenze incontrate da questa
tipologia d’utenza nel corso dell’anno scolastico. Le difficoltà maggiori per
gli studenti consistono nella scarsa disponibilità di tempo da dedicare
esclusivamente allo studio, nella stanchezza accumulata (e nel
conseguente calo di attenzione), nelle assenze dovute a motivi legati al
lavoro o a problemi familiari.
All’interno di queste innovazioni risulta importante l’opportunità offerta
dall’Istituto di individualizzare i percorsi formativi e la possibilità di
abbreviare il percorso scolastico tramite un preliminare riconoscimento dei
crediti. Come afferma il responsabile dei corsi serali “all’interno del Carli
bisogna cambiare il concetto di idoneità, intesa non più come esame che
permette a chi è stato bocciato di recuperare, ma che permetta, a chi se ne
27
rende conto, di accorciare i tempi [..]”. Infatti, l’offerta formativa di tale
istituto consente, a chi è desideroso di abbreviare i tempi di conseguimento
del diploma, di potersi presentare all’esame di idoneità a settembre.
Nonostante siano pochi gli studenti che scelgono di intraprendere tale
impegnativo percorso, non sono rari i casi di conseguimento di due idoneità
nello stesso anno, che hanno consentito di abbreviare il percorso scolastico
da 5 a soli 3 anni.
Nonostante vi sia un riconoscimento degli studi conseguiti e certificati in
Italia, il problema persiste per gli studi maturati all’estero, specialmente nei
paesi extracomunitari, per la divergenza nei programmi scolastici. Spesso,
coloro che hanno effettuato il percorso formativo all’estero, non vedendosi
riconosciuti i propri studi, sono costretti a riscriversi presso questo istituto a
partire dalla classe prima. In questi casi si tenta di venire incontro allo
studente con il “riconoscimento dei crediti formativi tramite esame”.
Importante punto di riferimento per l’orientamento e l’inserimento
scolastico è la figura del tutor, solitamente rappresentata dal coordinatore di
classe. Oltre ad ascoltare i problemi della classe e a mediare nel rapporto
esistente tra studenti e professori, il tutor partecipa attivamente alla fase di
accoglienza e di costruzione del piano di studi degli studenti. Nella seconda
metà del mese di agosto si svolgono i percorsi di re-inserimento agli studi,
cui seguono dei test che rilevano il livello di preparazione di base dei singoli
alunni.
Per quanto concerne lo svolgimento della didattica, all’istituto Carli si
sono introdotte nuove metodologie di insegnamento, spesso accompagnate
ad una tecnologia che permette una formazione che fa riferimento più alle
immagini che alla parola, come ad esempio la lavagna interattiva [associata
al programma Power Point]. “L’immagine colpisce di più delle parole”,
spiega l’intervistato, “anche se così si rischia di perdere la capacità di
scrivere, parlare e discutere”.
Da questo punto di vista, un’importante innovazione didattica introdotta
presso questo istituto consiste nei learning objects, ovvero nelle lezioni
flessibili ed adattabili al corso, che, pur non utilizzando i libri di testo,
riescono a soddisfare specifici obiettivi didattici. Per quanto riguarda la
possibilità di utilizzare le connessioni internet per l’insegnamento a distanza,
si percepisce nelle parole del responsabile un velo di scetticismo, poiché in
questo caso verrebbe a mancare la comunicazione e l’interazione verbale
tra docenti e studenti. Inoltre, al corso serale, afferma l’intervistato, “c’è
tanta variabilità riguardo a qualità, capacità e conoscenze pregresse per cui
…… alle serali bisogna adattare il programma alle esigenze dello studente”.
L’istituto Carli pone al centro della propria organizzazione formativa un
continuo scambio di opinioni tra il corpo docente e gli studenti stessi, anche
28
se, ricorda il responsabile, “bisogna stare attenti a ciò che si fa e a ciò che si
dice, perché sono studenti molto fragili psicologicamente, che si trovano
nella condizione di bambini pur essendo adulti”. Gli studenti, riprendendo gli
studi, ammettono un loro limite e mostrano le proprie debolezze.
Coloro che si iscrivono alla scuola serale sono spesso persone che in
passato hanno interrotto il percorso scolastico e che ora sono attratti, come
ricorda il responsabile, “dall’opportunità di ottenere un elevamento sociale,
culturale e lavorativo”. Spesso si tratta di persone che lavorano presso gli
uffici della pubblica amministrazione con contratti a tempo determinato e
che nutrono aspettative di ascesa professionale.
Negli ultimi quattro anni si registra un certo incremento delle iscrizioni
che interessa in particolare gli studenti stranieri (pari al 7-10%) e altre
persone tutte fortemente determinate a concludere gli studi. L’utenza è
caratterizzata da una leggera prevalenza femminile, mentre la fascia d’età
media degli iscritti si situa tra i 25 e i 35 anni. Inoltre, circa il 10% dell’utenza
è rappresentato dai giovani studenti di età inferiore ai 20 anni,
prevalentemente sedicenni e diciassettenni, che hanno deciso di passare
dal corso diurno a quello serale. Tale fenomeno è da ricercarsi
principalmente nella convenzione stipulata tra questo Istituto, l’Asseform e il
Ciosf (entrambi enti di formazione professionale presenti sul territorio
triestino); convenzione che permette a coloro che hanno terminato il corso
presso i suddetti enti, di proseguire gli studi presso l’Istituto Carli.
Spesso accade che molti studenti decidano di abbandonare gli studi
perché si rendono conto che l’impegno di studio loro richiesto è troppo
gravoso. Annualmente si registra un tasso di abbandoni pari al 40/50%,
abbandoni che generalmente coincidono con la conclusione del primo
quadrimestre. Tali abbandoni variano da classe a classe, con una leggera
prevalenza nelle prime classi. Le ragioni principali sottostanti sono
rappresentate dal carico di lavoro, dai problemi personali e familiari e
spesso dalla compresenza di entrambi questi fattori, ma non da una
repentina mancanza di interesse per lo studio: si abbandona perché non si
ha il tempo o la forza per studiare. Gli studenti poco motivati che passano
dalla scuola diurna alle serali “trovandosi in difficoltà tra persone di mezza
età che sono là con delle solide aspettative, spariscono dopo pochi giorni”.
I punti di forza dell’istituto tecnico Carli si riscontrano nella flessibilità e
nella varietà dell’offerta formativa proposta, nonché nell’intensità dei rapporti
che si instaurano tra gli studenti e i docenti. Due risultano, però, i problemi
principali percepiti dai docenti dell’istituto: innanzitutto la scarsa flessibilità,
dovuta alla normativa ministeriale vigente che impedisce di mettere in atto
compiutamente il progetto Sirio, e, secondariamente, l’assegnazione delle
cattedre. Secondo il responsabile, sarebbero auspicabili graduatorie
29
specifiche per i corsi serali, in modo da avere un corpo docente motivato e
stabile.
In futuro l’istituto si impegnerà ad adattare ulteriormente l’azione
didattica all’utenza attraverso una riorganizzazione volta a soddisfare le
esigenze formative degli studenti, tenendo anche conto delle richieste in
termini di formazione che provengono dal mondo del lavoro. Inoltre, dichiara
il responsabile, si incomincia a valutare la possibilità di istituire un corso di
specializzazione post-diploma, poiché nell’ottica della formazione continua,
vi è tra i diplomati in discipline commerciali un’esigenza di approfondimento,
di learning in progress, che potrà essere soddisfatta solo con i corsi serali.
5.3 I.T.I.S. Tomaso di Savoia – Duca d’Aosta (Nautico)
L’istituto Nautico, che ha attivato i corsi serali a partire dal 2001,
rappresenta a livello regionale un punto di riferimento importante e unico nel
suo genere, quale istituto serale di scienze della navigazione che consente
l’acquisizione di competenze nel campo delle discipline marittime e nei
settori collaterali. Come ricorda infatti il responsabile, “tale istituto assolve la
funzione di preparazione di personale navigante e di aggiornamento del
personale navigante in servizio…[..]…è un istituto che educa con e per il
mare”.
L’attivazione dei corsi serali è conseguente alle richieste provenienti dal
personale navigante: in tal senso l’istituto collabora ed opera in
collegamento con alcuni enti pubblici e privati, tra i quali l’Autorità Portuale e
la Capitaneria di Porto.
Presso l’istituto è previsto il riconoscimento sia di titoli di studio
precedentemente conseguiti sia delle esperienze lavorative. All’inizio
dell’anno scolastico è prevista una fase d’accoglienza, mentre in corso
d’anno vengono effettuati numerosi interventi di recupero e di sostegno, in
quanto, come ricorda il responsabile, “Gli adulti non lasciano spazio,
chiedono sempre chiarimenti”. Tali interventi vengono attuati prima del
regolare orario di inizio delle lezioni, o il sabato mattina che è
principalmente dedicato agli approfondimenti di tematiche scelte dagli
studenti stessi.
Per quanto concerne l’orientamento scolastico, la funzione di tutor viene
svolta da un docente esperto di navigazione il quale amplia il proprio ruolo
di tutoraggio stabilendo contatti, grazie al proprio lavoro e specializzazione,
con diverse agenzie e compagnie marittime. Al Nautico vi è una notevole
differenziazione tra il materiale didattico utilizzato al diurno e al serale in
quanto, come ricorda l’intervistato, “il mondo dell’insegnamento serale è un
30
mondo totalmente diverso da quello del diurno. [..] I libri di testo non ci sono;
vengono bensì utilizzate tantissime fotocopie degli appunti delle lezioni,
delle carte nautiche, degli esercizi di navigazione e di materiale predisposto
insieme con gli alunni stessi”.
Considerando l’andamento nelle iscrizioni, è possibile constatare una
notevole variabiità in quanto, presso l’istituto, la creazione delle classi è
subordinata alla consistenza delle richieste che variano di anno in anno. È
importante inoltre rilevare che le frequenze sono in netto aumento poiché
nelle persone vi è una forte motivazione ad ottenere il titolo in quanto “un
diplomato nautico ha ottime possibilità di lavoro anche in ambito portuale o
in attività collaterali”.
Per quanto riguarda il bacino d’utenza, questo risulta attualmente
esteso a tutta la regione ed anche oltre i confini regionali: si tratta
principalmente di serbi e croati, generalmente provenienti dalle zone
costiere.
“Un tempo”, ricorda inoltre il responsabile, “la professione marittima era
una professione di famiglia. [..] Adesso invece, la maggior parte degli iscritti
sono persone già diplomate, in particolar modo presso un liceo classico o
un istituto tecnico commerciale”. Spesso accade che persone, già impiegate
presso l’amministrazione di alcune agenzie marittime, decidano di iscriversi
per “fare carriera” sul posto di lavoro, grazie al possesso anche del diploma
dell’istituto nautico. Tuttavia “lo sbocco principale consiste nel diventare
ufficiale di marina mercantile, direttore di macchina, perito per gli impianti
marittimi o per le costruzioni navali, oppure ancora disegnatore,
capocantiere presso la Fincantieri”.
L’utenza presso tale istituto è prettamente maschile. In quest’anno
scolastico, infatti, le donne rappresentano poco più del 10%. La fascia d’età
in cui si situa attualmente l’utenza si aggira intorno ai trent’anni.
Dalle parole dell’intervistato emerge, inoltre, come l’utenza del futuro
sarà sempre più internazionale. Il referente ricorda come “L’inglese,
essendo la lingua del mare, sarà presente non più solo unicamente nelle
ore di lingua straniera previste, bensì in molte ore di lezione”. A tal fine è
stato infatti introdotto un insegnamento specifico denominato “Inglese
marittimo”.
All’istituto nautico viene richiesta dagli utenti una formazione e un
aggiornamento che abbia i caratteri della continuità, in quanto essenziale
per il proprio lavoro. Si tratta spesso di persone che lavorano e che
rimangono, per obblighi di lavoro, reperibili anche in classe. Durante l’anno
scolastico, come ricorda l’intervistato, non si registrano abbandoni. Infatti,
“vi è una gran costanza nelle frequenze [..] Esiste inoltre una gran
31
collaborazione tra gli stessi compagni di classe consistente nello scambiarsi
gli appunti e creare gruppi di lavoro”.
Il responsabile ricorda poi che in un periodo dell’anno scolastico è stato
sperimentato l’e-learning con un gruppo ristretto di allievi. Alcuni professori
cercano di agevolare l’apprendimento mettendo su internet gli esercizi ed
alcuni appunti fondamentali. Viene però sottolineata la difficoltà nel potersi
avvalere di internet in quanto mancano i fondi per poter far funzionare con
continuità ed efficacia tale sistema. Il responsabile precisa, inoltre:
“Vorremmo poter utilizzare l’e-learning ma è per noi difficile a causa della
normativa nazionale [..] Se solo potessimo, la nostra idea sarebbe quella di
offrire un servizio didattico al personale di bordo in navigazione”.
Dalle parole del responsabile emerge inoltre la volontà di offrire servizi
maggiori, quali un’ampia sala per discussioni e dibattiti tra gli alunni e una
biblioteca per i soli corsi serali. Si auspica poi di poter organizzare una
crociera con soli studenti adulti e di venire incontro alle esigenze personali
degli studenti, offrendo loro un servizio di supporto psicologico che li aiuti in
importanti decisioni inerenti le scelte di studio e di lavoro che possono avere
ricadute sulla vita familiare.
Emergono però molte preoccupazioni e timori per il futuro sia per la
limitatezza dei mezzi a disposizione sia per alcuni problemi con il personale
docente, non sempre specializzato e motivato per questa tipologia d’utenza.
Infatti, come sottolinea l’intervistato, “Noi ci scontriamo con le graduatorie e
questo è per noi un gran problema [..] purtroppo tra gli insegnanti c’è
qualcuno che ancora tratta gli alunni del serale come bambini [..] per
lavorare con gli adulti bisogna porsi allo stesso livello e instaurare un
rapporto bilaterale”.
Sono inoltre carenti le strutture, nelle aule non vi è un numero
sufficiente di computer e i laboratori e le officine contengono attrezzature e
macchinari non più sicuri e a norma. Dalle parole dell’intervistato viene
auspicata “la possibilità di lavorare con la Slovenia e la Croazia, che
diventeranno sempre più specializzate rispetto a noi”. La struttura didattica
ideale, a tal proposito, sarebbe quella di un campus per entrambi i corsi
diurno e serale, ubicato, visto l’ampio e inutilizzato spazio a disposizione,
nel Porto Vecchio di Trieste.
5.4 Istituto Tecnico per le Attività Sociali Grazia Deledda
L’offerta serale del Deledda, attiva dall’anno scolastico 2000/2001,
permette di dare risposte alle esigenze di quegli adulti che vogliono
completare gli studi e aumentare la propria professionalità specie in ambito
32
assistenziale. Tuttavia, come spiega il responsabile, il corso è aperto “a
chiunque sia in cerca di alternative: a chi ha già un diploma, a chi già lavora
in campo sociale e vuole diventare imprenditore di se stesso, o anche a chi
vuole semplicemente migliorare il proprio bagaglio culturale.
Vista l’esclusione dal progetto di sperimentazione Sirio, non sono
previsti percorsi didattici individualizzati, ma “per alcuni docenti delle serali”,
spiega l’intervistato, “è molto importante relazionarsi con gli studenti, aiutarli
e accompagnarli verso la fine degli studi”. Emerge inoltre dalle sue parole
che “c’è bisogno di un forte impegno psicologico da parte dei professori,
perché molti sono gli studenti che hanno interrotto gli studi a causa di
incompatibilità con i professori e prevale in loro una sensazione di
inferiorità, accompagnata dal timore di non essere in grado di farcela”.
Questi studenti hanno trovato al Deledda un ambiente dove regna un clima
di reciproca fiducia con i docenti. Il serale rappresenta quindi “un’esperienza
di vita, dove si impara a stare insieme e a mettersi in gioco”.
L’integrazione e la collaborazione tra gli studenti varia da classe a
classe. In alcune di queste si nota una forte coesione, determinata dalla
condivisione degli stessi problemi, mentre in altre prevale un po’ di
conflittualità, causata o dalla stanchezza o da uno scontro generazionale tra
gli studenti lavoratori che si impegnano nello studio e gli studenti minorenni
che si iscrivono al serale ritenendo sia un percorso scolastico più facile.
Al corso serale i libri scolastici vengono integrati con dispense e appunti
forniti dai docenti, ovvero, come ricorda l’intervistato, con delle “sintesi che
non possono trovare riscontro nei testi ministeriali”, sintesi che vengono
incontro alle esigenze dell’utenza e permettono così una didattica più
mirata. Il piano dell’offerta formativa prevede, come per i corsi diurni, lo
svolgimento di un tirocinio durante l’orario scolastico presso le case di
riposo, con un impegno settimanale di due ore. Spesso il programma
didattico viene integrato con alcune attività extra-curricolari, quali
conferenze, teatro e cinema. Fino al 2005 l’offerta formativa prevedeva un
viaggio d’istruzione in una comunità terapeutica, come ad esempio il
Gruppo Abele oppure San Patrignano: ciò ha permesso ad alcuni studenti di
intraprendere un percorso lavorativo presso tali sedi alla fine dei loro studi.
Presso questo istituto il riconoscimento degli studi pregressi conseguiti
in Italia oppure all’estero implica un’integrazione delle materie non
frequentate in precedenza. Per gli studenti stranieri il riconoscimento è
maggiormente impegnativo: essi devono infatti portare la traduzione ufficiale
di tutti i programmi scolastici seguiti all’estero. Laddove venisse riscontrata
una corrispondenza tra i due programmi, lo studente potrebbe iniziare a
sostenere gli esami integrativi.
33
Nell’ambito del riconoscimento dei crediti, va inoltre ricordato che
presso tale istituto vengono riconosciuti anche alcuni crediti non formativi,
solo dopo aver verificato che essi siano stati maturati con esperienze
lavorative svolte negli ambiti d’interesse del corso (p.e. quello socioassistenziale e quello educativo – culturale).
Per quel che riguarda il trend delle iscrizioni, negli ultimi anni non è
possibile evidenziare nessuna particolarità degna di rilievo. È possibile però
riscontrare un calo nelle presenze nell’anno corrente, dovuto probabilmente,
come afferma l’intervistato, all’inserimento di alcuni docenti non
sufficientemente motivati nella didattica per gli adulti.
Nel corso degli anni non si è assistito ad una variazione nell’utenza:
questa proviene prevalentemente dal campo assistenziale e presenta una
leggera prevalenza femminile ed una classe di età media che si situa
nell’intervallo compreso tra 25 ed i 35 anni d’età. I casi di studenti stranieri
sono isolati, mentre il fenomeno degli studenti giovani, al di sotto dei
vent’anni, rappresenta un fenomeno in costante crescita.
Le motivazioni che sembrano essere determinanti nella scelta di
riprendere gli studi sono il tentativo di recuperare il tempo perduto.
“Spesso”, spiega infatti il responsabile, “al di là del pezzo di carta, chi si
iscrive vuole una traccia, un percorso per poter entrare nel mondo del
lavoro o per migliorare la propria posizione lavorativa”.
Gli abbandoni, molto alti nelle prime classi, raggiungono indici pari
anche al 50%, e diminuiscono negli anni successivi. Le ragioni principali di
tale fenomeno vanno ricercate nei problemi personali (di salute, ed es.)
nell’impossibilità di conciliare l’impegno scolastico con la vita familiare e
lavorativa e spesso nella scarsa attenzione prestata agli studenti da parte di
alcuni docenti. Come desidera sottolineare l’intervistato, “uno dei principali
problemi con il quale si scontra la scuola serale è il poco tempo a
disposizione: spesso sembra che gli studenti siano abbandonati al loro
destino e che non si riesca dar loro delle risposte” [..] “anche la perdita di un
solo studente è per noi sempre una sconfitta”.
Le difficoltà riscontrate dall’istituto negli ultimi anni riguardano in
particolar modo la crescente presenza degli studenti minorenni, la scarsa
organizzazione, nonché i programmi scolastici, ormai vecchi e non
adattabili. Accanto a queste difficoltà assume molta importanza il fenomeno
dei docenti a tempo parziale. Come afferma il responsabile “sono pochi gli
insegnanti fissi al serale [..] molti vengono al Deledda per completare
l’orario e ciò ostacola la continuità didattica”.
In futuro l’istituto prevede la messa in atto di alcune trasformazioni, quali
ad esempio una riduzione dell’orario settimanale, che non potrà eccedere le
20-25 ore settimanali, e un potenziamento della didattica attraverso l’utilizzo
34
delle nuove tecnologie. Tuttavia, come ricorda il docente intervistato, “la
prossima riforma impedisce e inibisce ogni forma di iniziativa. Per il futuro si
è legati alle decisioni che il ministero attuerà …… anche se si spera in un
aggiornamento dei programmi scolastici e nella creazione di una normativa
specifica che svincoli le scuole serali dalla vigente normativa generale”.
L’istituto cercherà di ottenere un miglioramento della preparazione
professionale degli studenti che agevoli l’inserimento nel mondo del lavoro
attraverso l’avvio di grandi collaborazioni con enti esterni, cercando così di
“portare la scuola nella realtà che ci circonda”.
5.5 Istituto d’Arte Enrico e Umberto Nordio
Il corso serale, avviato presso l’istituto Nordio nell’anno scolastico
1999/2000, offre un’opportunità di formazione nel settore artistico. Il corso
nasce dalla richiesta proveniente dal territorio di poter approfondire, spesso
per esigenze personali, le conoscenze artistiche, acquisendo
un’impostazione di base adeguata.
Dall’intervista condotta con il docente responsabile emerge che non vi
sono sostanziali differenze tra i corsi serali e quelli diurni; “è la metodologia
d’insegnamento che cambia”, spiega il responsabile. Infatti, egli sottolinea
come, “l’interazione in classe è molto diversa perché i docenti hanno un
rapporto con persone adulte e quindi molto più responsabili e aperte”. Per
quel che riguarda l’interazione e la mediazione con gli studenti, l’istituto si
avvale di una persona dedicata (spesso un docente interno) che viene
scelta in uno dei primi collegi dei docenti e che ha il compito di portare
all’attenzione del dirigente scolastico le esigenze degli studenti.
Il riconoscimento degli studi pregressi parte dalla comparazione dei
programmi delle singole discipline. Laddove non vi sia corrispondenza è
richiesta un’integrazione. Non aderendo al Progetto ministeriale Sirio,
all’interno dell’offerta formativa dell’istituto non esiste la possibilità di
costruire dei percorsi individualizzati. Tuttavia, come spiega il responsabile,
“grazie al credito formativo maturato in una disciplina, uno studente può non
seguire le lezioni della materia in questione, ma frequentare invece le ore di
laboratorio di un’altra materia.” Per quel che riguarda i crediti non formativi,
l’istituto non applica il riconoscimento dei crediti maturati in ambito
lavorativo.
L’istituto non promuove attività integrate finalizzate all’inserimento nel
mondo del lavoro, principalmente a causa del poco tempo libero che gli
studenti del serale hanno a disposizione durante la giornata. “Non c’è una
differenziazione tra gli studenti del serale e quelli del diurno”, afferma il
responsabile “tutti hanno le medesime opportunità, perché gli studenti del
35
serale non sono un’appendice dell’istituto, bensì hanno gli stessi diritti e
doveri degli studenti del diurno”.
Secondo il docente intervistato, negli ultimi anni non si è registrata una
variazione nell’andamento delle iscrizioni; tuttavia nell’anno corrente c’è
stata una leggera flessione dovuta probabilmente, all’orario di lezione
particolarmente impegnativo. Nel corso degli anni non si sono riscontrati
mutamenti dell’utenza, rappresentata per la maggior parte da studenti
lavoratori, prevalentemente di genere femminile, di età compresa tra i 30 e i
40 anni. Nell’utenza vi sono anche alcuni ragazzi ventenni, mentre rari sono
i casi di studenti stranieri.
La motivazione determinante nella ripresa degli studi è data dalla
necessità di ottenere un diploma e quindi di terminare un percorso di studi
interrotto. Tuttavia, secondo il responsabile, risulta spesso prevalente il
desiderio di accostarsi al mondo dell’espressione artistica. Infatti, come
ricorda il responsabile, “Sotto certi aspetti il titolo di studio passa in secondo
piano. Quel che è importante per la nostra utenza è l’acquisizione di
conoscenze e tecniche specifiche su materie che probabilmente nel corso
della vita non sono state affrontate. È più un percorso personale durante il
quale gli studenti vogliono fare, conoscere, cimentarsi”.
La regolarità della frequenza è correlata alle esigenze personali degli
studenti e alla loro capacità di conciliare lo studio con gli impegni familiari e
lavorativi. Spesso all’inizio dell’anno scolastico si riscontra una frequenza
elevata; nel corso dell’anno, si ha una diminuzione delle presenze in
particolar modo a causa della stanchezza e di motivazioni familiari. In
prossimità degli scrutini e della valutazione finale vi è un nuovo aumento.
Va inoltre specificato che le materie di carattere più pratico e manuale, quali
i laboratori e le ore di progettazione, presentano una frequenza più elevata
e costante. Durante l’anno scolastico, “si riscontra un tasso medio di
abbandoni pari al 5-10%, solitamente alla fine del primo quadrimestre,
sempre a causa della difficoltà di conciliazione tra vita scolastica, vita
lavorativa e vita familiare.
I punti di forza del corsi serali dell’Istituto Nordio consistono nella
specificità dell’offerta formativa in campo artistico, mentre la principale
difficoltà è connessa all’orario scolastico impegnativo per gli studenti
lavoratori. Il responsabile, tuttavia, manifesta la sua preoccupazione per
l’incertezza sul futuro dei corsi serali. Infatti, secondo l’intervistato, “nessuno
ha le idee chiare su cosa succederà, se accadrà, come dice la legge, che
tutti i corsi serali verranno raggruppati nei centri territoriali con un unico
organico. Pensare perciò a nuove iniziative didattiche o a possibili progetti
futuri diventa quindi impossibile”. L’unica certezza futura è che “si farà il
possibile per poter mantenere il corso così com’è”.
36
5.6 Sintesi conclusiva delle interviste
Dalle interviste ai responsabili dei cinque corsi serali coinvolti
nell’indagine emerge la specificità di tali corsi che possono essere
considerati come strumenti essenziali per lo sviluppo dell’educazione e
formazione nell’età adulta e non semplicemente centri di erogazione di
diplomi, privi di contenuti qualificanti. Per gli allievi le scuole serali
costituiscono un’opportunità di promozione e riqualificazione personale, che
può aprire nuove prospettive professionali grazie a titoli di studio ricchi di
contenuti formativi.
Nonostante i programmi dei corsi serali non differiscano
sostanzialmente da quelli diurni, diverso è l’approccio didattico che tiene
conto delle specifiche condizioni degli studenti adulti portatori di personali
esperienze di vita, di lavoro, di famiglia. Dalle interviste si evince come le
motivazioni sottostanti la decisione di riprendere gli studi appaiano essere
legate non solo all’ottenimento di un titolo di studio e al rimpianto di non
aver terminato gli studi in passato, ma anche all’acquisizione di conoscenze
capaci di poter orientare gli studenti in contesti produttivi e lavorativi in
continuo cambiamento, rendendoli così competitivi nel mercato del lavoro.
Le maggiori difficoltà riscontrate tra gli studenti consistono nel poco
tempo a disposizione per lo studio, nella stanchezza e nel conseguente calo
di attenzione durante le lezioni, nonché nella difficile conciliazione di studio,
lavoro e famiglia. Per tali ragioni molti studenti decidono di ritirarsi nel corso
dell’anno scolastico, vanificando il “recupero educativo” che costituisce la
“mission” fondamentale dei corsi serali. Tuttavia, alcune caratteristiche
peculiari di tale utenza, quali l’età, la maturità, unite spesso ad una forte
motivazione degli studenti, permettono di affrontare argomenti
didatticamente rilevanti in modo più efficace.
Nei corsi serali accanto ai docenti, rilevante è la figura del tutor,
chiamato a orientare e aiutare gli studenti nel superamento di difficoltà nella
organizzazione e gestione dello studio o nei rapporti con i docenti. Questa
figura risulta centrale e da più parti se ne richiede il rafforzamento,
fissandone ruolo e funzioni.
A parere degli intervistati, diverse sono le problematiche legate alla
struttura organizzativa dei corsi serali. Da più voci viene evidenziata la
mancanza nell’assegnazione delle cattedre di una graduatoria specifica per
le scuole serali, che permetterebbe di avere un corpo docente più stabile e
motivato. Spesso i docenti che ottengono il completamento dell’orario di
cattedra nella scuola serale, in mancanza di una specifica preparazione o
37
esperienza, tendono a riprodurre le metodologie didattiche dei corsi diurni
nell’insegnamento agli adulti, portatori di sensibilità ed esperienze molto
diverse. Vi è al contrario l’esigenza di avere un organico motivato,
competente e specializzato nella didattica per gli adulti, che sappia
declinare preparazione e flessibilità, esperienza e sensibilità.
Presso tutti gli istituti emerge, inoltre, preoccupazione e incertezza sulle
conseguenze che la prossima riforma dell’ordinamento dei corsi per adulti
potrà avere sulla funzionalità dei singoli istituti e anche sulle ripercussioni
della nuova organizzazione dei corsi sull’utenza e quindi sulle iscrizioni
future. Numerosi sono infatti gli elementi di novità che dovrebbero
modificare in maniera sostanziale l'assetto delle scuole serali con la
riorganizzazione dei Centri Territoriali Permanenti per l'Educazione degli
Adulti (CTP) e dei corsi serali superiori all’interno dei nuovi Centri Provinciali
per l'Istruzione degli Adulti.
A tale proposito non sarà senza conseguenze la modalità di calcolo del
numero delle classi prevista dalla nuova normativa che dovrebbe tener
conto dei “numeri degli studenti” alla fine dell’anno scolastico precedente,
generalmente molto più bassi rispetto al momento delle iscrizioni.
Al di là di questi aspetti legati alla prossima riforma, gli intervistati
evidenziano problemi legati all’organizzazione e gestione della didattica. Il
bisogno di flessibilità spesso non riesce a concretizzarsi in metodologia di
intervento, stanti i numerosi vincoli connessi alla rigidità delle classi, dei
vincoli temporali del programma e della gestione degli orari di lezione.
Vengono auspicate a tale proposito metodologie didattiche nuove che
attivino nella classe dinamiche di gruppo che possono contribuire
all’empowerment degli studenti e dei docenti. La didattica per moduli, la
valorizzazione dei crediti, la personalizzazione dei percorsi formativi
potrebbero essere, secondo alcuni intervistati, i primi passi in tale direzione.
Ma al di là di questi importanti aspetti, appare ancora insufficiente e
frammentario il ricorso alle tecnologie della comunicazione e
dell’informazione nella pratica didattica. Manca infatti una sistematizzazione
delle esperienze che sono portate avanti da singoli docenti motivati ed
esperti. L’esigenza di avere a disposizione strumenti didattici, alternativi ai
libri di testo, si esprime concretamente nell’utilizzo di dispense, nella
preparazione di learning object in Powerpoint, o nel ricorso alla lavagna
luminosa. Difficilmente realizzabile è invece l’utilizzo dell’e-learning
nell’attività didattica, visto il rilevante investimento in termini di formazione e
sviluppo che richiederebbe ai singoli istituti.
Dalle interviste, il mondo delle scuole serali superiori della provincia di
Trieste appare tutt’altro che omogeneo. Accanto agli aspetti comuni infatti,
emergono numerose specificità che si esprimono attraverso metodologie
38
didattiche ricche di contenuti ed esperienze, maturate con il quotidiano
contatto con i problemi degli studenti lavoratori. Ed è proprio il bagaglio di
esperienze e di conoscenze di cui sono portatori molti docenti degli istituti
serali che non dovrebbe venir disperso o vanificato con la prossima
istituzione dei nuovi Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti.
39
6. RISULTATI DELL’INDAGINE QUANTITATIVA
Come riportato in precedenza, obiettivo principale di questo lavoro è
stato il tentativo di delineare un profilo degli studenti frequentanti i corsi
serali attivati negli istituti superiori della provincia di Trieste. In particolare, ci
si è proposti di conoscere sia le rappresentazioni, le motivazioni, i bisogni e
le aspettative di coloro che scelgono di rientrare in formazione, sia le
strategie e i percorsi del rientro.
Gli aspetti presi in considerazione sono stati sia la situazione formativa
e lavorativa attuale, sia le esperienze scolastiche pregresse. Inoltre, sono
stati approfonditi, in modo trasversale rispetto alle diverse situazioni
oggettive rilevate, gli aspetti motivazionali sottesi alla scelta di riprendere gli
studi.
Elemento centrale di quest’analisi è stato il “rientro” nei percorsi
formativi, con l’ipotesi precisa che attraverso l’esplorazione del rientro sia
possibile identificare i fattori negativi che possono portare all’abbandono e i
contesti o gli eventi che, al contrario, conducono alla possibile ripresa degli
studi.
6.1 Fasi della ricerca
Per meglio comprendere i risultati ottenuti nella ricerca è utile descrivere
in modo sintetico le modalità di raccolta dei dati.
La somministrazione dei questionari è avvenuta infatti in due momenti
differenti:
x
una raccolta dati all’inizio dell’anno scolastico (novembre- dicembre)
con un campione che comprendeva una buona parte degli studenti
iscritti ad un corso serale;
x
una raccolta dati a maggio, alla quale hanno partecipato solo gli
studenti arrivati alla fine dell’anno scolastico.
La decisione di effettuare due raccolte dati si è resa necessaria da un
punto di vista metodologico per controllare se coloro che arrivano alla fine
dell’anno scolastico differiscono in modo significativo da un campione
rappresentativo di tutti gli studenti dei corsi serali. Poiché i dati oggettivi
mostrano un elevato tasso di abbandono in corso d’anno, questa indagine
ha previsto due somministrazioni differite nel tempo per individuare
eventuali differenze tra coloro che si iscrivono, frequentano fino a Natale e
poi decidono di abbandonare, e coloro che invece proseguono fino al
termine dell’anno scolastico.
40
La trattazione dei risultati verrà effettuata a partire dal campione
generale che fa riferimento alla raccolta dati effettuata in corso d’anno
(novembre-dicembre); laddove sono emerse differenze significative,
verranno presentati i dati di confronto tra i due campioni.
6.2 Partecipanti alla ricerca: una descrizione socio-demografica
Hanno partecipato alla ricerca 319 studenti provenienti dalle cinque
diverse realtà scolastiche pubbliche della provincia di Trieste, dove al
momento della rilevazione erano attivi corsi serali. In particolare, il 44%
proveniva dall’I.T.C. “G.R. Carli”, il 23% dall’Istituto Tecnico per le Attività
Sociali “G. Deledda”, il 22% dall’I.T.I “A. Volta”, il 5% dall’I.T.I.S. “Tomaso di
Savoia” , e il 6% dall’Istituto d’Arte “U. Nordio”.
Il campione realizzato è costituito da 166 maschi (53,9%) e 142
femmine (46,1%) di età compresa tra i 17 ed i 62 anni (età media
maschi=29,2, età media femmine=32,2).
Il titolo di studio posseduto dalla maggior parte dei partecipanti è la
licenza media (61,8%) o un diploma di qualifica professionale (32,3%).
Molto pochi sono invece i diplomati (4,4,%) e i laureati (1,5%).
Riguardo alla classe frequentata al momento della rilevazione, la
maggior parte degli studenti era iscritta alla classe quinta (29%) o alla
classe quarta (26%), minore è invece la percentuale di coloro che erano
iscritti alle prime tre classi.
Da un controllo più approfondito delle eventuali differenze esistenti nei
diversi Istituti rispetto alla classe frequentata al momento dell’indagine
emerge come all’Istituto d’Arte quasi la metà degli iscritti totali frequenti la
seconda classe (47,6%) e all’Istituto Tecnico Industriale la percentuale degli
iscritti in prima (23,9%) sia pari a quella dei frequentanti la quarta (23,9%) o
la quinta (22,5%); per gli altri istituti si conferma il dato generale che vede la
maggior parte degli iscritti nelle ultime classi (quarta e quinta).
Riguardo alla distinzione di genere, si evidenzia una presenza
nettamente maggiore di donne all’Istituto per le Attività Sociali (35,9% del
totale delle donne nei diversi istituti vs 12,7% degli uomini) e all’Istituto
d’Arte (9,9% vs 3,6%), mentre sembrano essere scuole prettamente
maschili l’Istituto Tecnico Industriale (38,6% di tutti gli uomini vs 2,8%) e
l’Istituto Tecnico Nautico (6,6,% vs 1,4%). L’Istituto Tecnico Commerciale
sembra essere invece una scuola senza rilevante connotazione di genere
(50% sul totale delle donne vs. 38,6% sul totale dei maschi).
41
Un secondo fattore rilevante nella caratterizzazione della frequenza dei
diversi istituti serali sembra essere l’età. In generale, i dati mostrano una
presenza importante di giovani dai 17 ai 21 anni che frequentano l’ITC Carli
(55,7%), istituto tecnico preferito anche dai giovani nelle fasce di età tra i 22
e i 29 anni (44,1%) e tra i 30 e i 39 anni (42,4%). Questo risultato sembra
suggerire come l’Istituto Tecnico Commerciale serale rappresenti la scelta
dominante sia per coloro che hanno appena abbandonato un percorso
scolastico diurno, sia per chi decide di riprendere gli studi dopo qualche
tempo. Un dato interessante riferito all’età è la forte presenza di adulti tra i
50 e i 62 anni che frequentano l’Istituto d’Arte (37,5%), quasi a dimostrare
come questa tipologia di corso serale rappresenti un modo per approfondire
le proprie conoscenze e i propri interessi. (Tabella 1)
Tabella 1. Iscrizioni agli istituti superiori con corsi serali nelle diverse fasce di età
17-21
22-29
30-39
40-49
50-62
Totale
ITC Gian Rinaldo Carli
55,7%
44,1%
42,4
34%
18,8%
43,9%
Istituto per le Attività Sociali Deledda
20,5%
20,6%
23,5%
32,1%
25,0%
23,5%
I.T.I. Volta
18,2%
25,0%
25,9%
22,6%
12,5%
22,3%
I.T.I.S. Nautico “Tomaso di
Lampedusa – Duca di Savoia
2,3%
2,9%
7,1%
3,8%
6,3%
4,2%
Istituto d’Arte Nordio
3,4%
7,4%
1,2%
7,5%
37,5%
6,1%
Totale
100,0%
N = 88
100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
N = 68 N = 85 N = 53 N = 16 N = 310
Infine, con riferimento alla posizione occupazionale, la maggior parte
degli studenti iscritti ai corsi serali del nostro campione dichiara di essere
entrata stabilmente nel mondo lavorativo (68,7%), un numero minore sono
invece i disoccupati (16,8%) e le "non forze di lavoro” (14,5%). E’
interessante notare che quest’ultima categoria è fortemente rappresentata
da coloro che si definiscono studenti a tempo pieno (11,1%). Un dato
rilevante che emerge dal confronto tra la prima raccolta dati in corso d’anno
e la seconda a fine anno scolastico è la diminuzione significativa di studenti
disoccupati o in cerca di prima occupazione (- 6%), e la stabilità delle altre
categorie.
La maggior parte degli studenti che hanno partecipato alla ricerca sono
celibi (76,4%) o nubili (66,4%), anche se è presente un numero
relativamente elevato di sposati (21,1% maschi e 18,2% donne). Infine, non
trascurabile è il dato percentuale delle donne separate o divorziate, che
42
rappresentano il 16% del campione femminile, che si concentrano nella
fascia di età tra i 30 e i 50 anni.
Dato l’impegno richiesto dalla frequenza ad un corso serale, che di
solito si associa allo svolgimento di un’attività lavorativa, si è voluto
approfondire l’analisi di coloro che sono sposati, in particolare con figli
minori.
Dal confronto tra i dati della raccolta in corso d’anno con quelli che
fanno riferimento al termine dell’anno scolastico non si evidenziano
particolari criticità legate a questo sottocampione; i risultati sembrano
suggerire come non sia semplicemente l’impegno della famiglia a far
desistere dalla scelta di continuare gli studi. A tale proposito è interessante
rilevare che nel gruppo di intervistati è presente una percentuale bassa ma
significativa (13,5%) di donne tra i 30 e i 49 anni, separate o divorziate con
uno o due figli minori a carico, che sono riuscite a concludere l’anno
scolastico, nonostante una intuibile difficoltà di conciliazione tra studio,
impegni familiari e lavoro.
Se nella suddetta fascia di giovani donne non sembra esserci quindi un
abbandono dovuto agli impegni familiari, si può notare che l’iscrizione ai
corsi serali rappresenta di per sé un aspetto critico. I dati mostrano, infatti,
come le donne dai 30 ai 39, sposate, siano percentualmente meno della
metà dei coetanei maschi (38,3% vs. 61,3%). Questo risultato sembra
suggerire un’oggettiva difficoltà delle donne a coniugare formazione
personale e famiglia in un’età in cui spesso si concentrano anche gli
impegni legati alla maternità.
Gli studenti stranieri
Un dato interessante emerso dalla ricerca è la presenza di quasi il 7% di
studenti stranieri che frequentano un corso serale (45 % maschi e 55%
femmine).
L’età media di questi giovani è 25 anni, ma il valore mediano (22 anni
per i maschi e 21 anni per le donne) suggerisce come in realtà vi sia un
numero elevato di studenti non italiani nelle fascia di età tra i 17 e i 22 anni.
Gli studenti con cittadinanza non italiana hanno frequentato la scuola
media inferiore nella maggioranza dei casi in una scuola diurna in Italia
(60%), ma relativamente elevato rimane comunque il numero di coloro che
hanno ottenuto la licenza media all’estero (35%). In generale, l’età di
conclusione della scuola secondaria di primo grado è vicina ai 14 anni.
Questi studenti, provenienti per la maggior parte dall’Est Europa, al
momento della compilazione del questionario vivevano in Italia mediamente
da 7 anni (anno medio di arrivo in Italia 2001).
43
Tra gli stranieri dei corsi serali che hanno partecipato alla ricerca sono
presenti però anche studenti in possesso di un diploma di qualifica
professionale o del diploma di scuola superiore. Un dato interessante è la
presenza di 3 donne laureate.
In relazione ai diversi istituti con corsi serali, i dati mostrano come gli
studenti non italiani maschi scelgano di iscriversi in modo preminente
all’I.T.I.S. Volta, mentre le donne scelgono per la quasi totalità l’I.T.C. Carli.
Questo risultato conferma la forte connotazione di genere riscontrata anche
nelle scelte degli italiani. Infine, in merito all’autovalutazione della
conoscenza della lingua italiana, la maggior parte degli iscritti stranieri ha
stimato come buona la propria padronanza nell’italiano parlato e sufficiente
quella nell’italiano scritto. Un quinto degli studenti stranieri intervistati
dichiara però ottima la conoscenza, sia orale sia scritta, della lingua italiana.
6.3 Le motivazioni del “ritorno agli studi”
Dopo aver risposto a interrogativi strettamente connessi alla descrizione
degli studenti frequentanti i corsi serali, si è cercato di comprendere quali
potessero essere le motivazioni sottese alla scelta di iscriversi ad un corso
serale.
In generale, il desiderio di concludere gli studi interrotti (72,6%) e di
migliorare il proprio livello culturale (70,7%) rappresentano due delle ragioni
principali associate alla scelta di iscriversi ad un corso serale. Un ruolo
sicuramente secondario hanno invece la voglia “uscire dalla routine e fare
nuove conoscenze” e i possibili stimoli da parte di persone vicine (partner,
parenti, amici). Da questo primo risultato generale emerge un quadro
confortante: il dato comune a tutti gli studenti sembra suggerire, infatti,
come alla base della scelta di riprendere o iniziare gli studi in età adulta vi
siano motivazioni intrinseche, quali la voglia di “migliorarsi”. Inoltre, la scelta
sembra essere decisamente personale e non frutto di pressioni esterne.
L’aspetto “strumentale” dell’iscrizione ad un corso serale, invece, non
sembra essere rilevante nella scelta di riprendere gli studi: per la metà degli
intervistati l’insoddisfazione per il proprio lavoro e il desiderio di
cambiamento non rappresentano una spinta motivazionale importante, così
come per un terzo degli studenti la possibilità di diplomarsi non è fortemente
associata con l’idea di poter trovare un lavoro adeguato. Maggiormente
significativa è invece la relazione tra conseguimento del diploma e
possibilità di avanzamento nel lavoro. Questi risultati suggeriscono come
per gli studenti dei corsi serali l’ottenimento del diploma non rappresenti
44
dunque la modalità per trovare un lavoro, ma piuttosto la possibilità di
migliorare una posizione lavorativa già acquisita.
Dopo aver analizzato la situazione generale, si è cercato di
comprendere quanto la situazione lavorativa e la carriera scolastica
pregressa potessero incidere sul ritorno agli studi. I risultati confermano il
dato generale e fanno emergere alcune informazioni interessanti: negli
studenti “a tempo pieno” (coloro che non svolgono alcuna attività lavorativa)
la motivazione all’iscrizione ad un corso serale non sembra essere tanto il
desiderio di concludere il proprio percorso formativo con un diploma, quanto
piuttosto la voglia di migliorare il proprio livello culturale e la possibilità di
iscriversi all’università. Non di minore importanza però è l’opportunità,
attraverso il titolo di studio, di trovare un lavoro adeguato alle proprie
aspirazioni. Questo dato sembra suggerire che per chi studia “a tempo
pieno” la scuola serale rappresenti la possibilità di migliorare nettamente il
proprio profilo formativo o di inserirsi in modo soddisfacente nell’ambito
lavorativo.
Anche per la maggior parte di coloro che sono già inseriti nel mondo del
lavoro il miglioramento culturale è decisamente rilevante nella scelta di
riprendere o iniziare un percorso scolastico; diversamente dagli studenti, in
questo sottogruppo una motivazione ugualmente saliente è la volontà di
concludere gli studi interrotti. Poco importanti rimangono le motivazioni
esterne (p.e. sollecitazione da parte di altri). Quasi la metà dei lavoratori,
infine, assegna un valore rilevante anche alla possibilità di iscriversi
all’università, e di migliorare quindi la propria formazione.
Per evidenziare la struttura interna degli item del questionario connessi
alla motivazione di iscriversi ad un corso serale è stata eseguita un’analisi
fattoriale esplorativa (Metodo della Componenti Principali) con rotazione
ortogonale (Varimax) sui punteggi attribuiti alle domande riguardanti questo
specifico aspetto (A.4). L’analisi - Scree plot e autovalori - ha suggerito una
soluzione a due fattori denominati rispettivamente: Formazione e lavoro e
Formazione e cultura. Dai due fattori suggeriti sono state ricavate due scale
in grado di rappresentare una gli aspetti maggiormente connessi alla
relazione tra scuola serale e lavoro (Formazione e lavoro
.63), e l’altra la relazione percepita tra continuazione del proprio percorso
formativo e miglioramento culturale e scolastico (Formazione e cultura
Cronbach= .54).
Per controllare se vi fossero differenze significative in relazione al
genere, all’età, al titolo di studio posseduto e alla posizione lavorativa, è
stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della scala Formazione e cultura. I
risultati hanno evidenziato un effetto significativo dell’età (F(4 263)=3.75,
p=.006) e del titolo di studio (F(3,263)=5.25, p=.002). Nella decisone di
45
riprendere gli studi gli aspetti connessi al miglioramento culturale risultano
essere maggiormente importanti per coloro che sono in possesso di un
diploma di qualifica professionale. Come atteso, meno rilevanti appaiano
per gli intervistati già in possesso di un diploma di scuola superiore e per i
laureati (punteggi medi su una scala da 1 a 5: licenza media=2,87, qualifica
professionale=3,14, diploma superiore=2,28, laurea=1,85). Riguardo all’età,
i dati sembrano suggerire da parte dei più giovani (17-22 anni)
un’attenzione maggiore agli aspetti connessi sia alla possibilità di migliorare
il proprio livello culturale, sia all’opportunità di uscire dalla routine e fare
nuove conoscenze (punteggi medi su una scala da 1 a 5: fascia 17-21
anni=3,12, fascia 22-29 anni=3,02, fascia 30-39 anni=2,97, fascia 40-49
anni=2,53, oltre i 50 anni=2,28).
Per controllare se vi fossero differenze significative legate alle
motivazioni “strumentali” dell’iscrizione ad un corso serale in relazione al
genere, all’età, al titolo di studio posseduto e alla posizione lavorativa, è
stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della scala Formazione e lavoro. I
risultati hanno evidenziato un effetto significativo dell’età (F(4,263)=5.10,
p=.001) e del titolo di studio (F(3,263)= 5.32, p=.001). Sono quindi gli studenti
già in possesso di un diploma di qualifica professionale o della licenza
media coloro che attribuiscono all’ottenimento del diploma un’importanza
più rilevante sia per migliorare la propria posizione lavorativa che per
trovare un lavoro più adeguato (punteggi medi su una scala da 1 a 5:
occupati=2,86, disoccupati=3,6, non forze di lavoro=3,04). Rispetto all’età,
sono le fasce intermedie (dai 22 ai 49 anni) quelle per cui il diploma ottenuto
ad un corso serale può rappresentare un’occasione di miglioramento.
Probabilmente, si tratta di persone che sono entrate stabilmente nel mondo
del lavoro e vogliono però migliorare la loro posizione. Per i giovanissimi dai
17 ai 22 anni e per gli adulti oltre i 50 anni, l’aspetto strumentale non
sembra avere un’importanza rilevante: per i primi, perché non ancora entrati
nel mondo lavorativo, mentre per la seconda categoria presumibilmente
perché ormai lontani dall’idea di cambiare lavoro e dalle aspirazioni di fare
carriera.
Un secondo aspetto motivazionale preso in considerazione nella ricerca
è stato quello più strettamente connesso ai fattori determinanti la scelta di
uno specifico corso serale. I dati mostrano come i due fattori più importanti
siano l’interesse per le materie insegnate e la possibilità di trovare un lavoro
dopo il diploma. Poco importanti si sono rivelati invece la facilità di
raggiungimento della scuola e il consiglio di amici e parenti.
Sorprendentemente, anche il riconoscimento dei crediti acquisiti in passato
non sembra essere un motivo forte per scegliere un corso serale piuttosto di
un altro, soprattutto per coloro in possesso della licenza media.
46
Un dato interessante che emerge dall’analisi dei determinanti la scelta
di uno specifico corso serale in relazione all’età è l’elevata importanza che i
giovani danno alla possibilità di trovare un lavoro grazie al diploma e la
scarsa importanza attribuita alle materie insegnate, mentre gli adulti nella
scelta dell’istituto danno invece grande importanza all’approfondimento dei
propri interessi e una scarsa rilevanza alle possibilità occupazionali postdiploma.
6.4 Le carriere scolastiche pregresse
Nella seconda sezione del questionario sono state indagati i percorsi
scolastici e formativi degli studenti a partire dalla scuola media.
La quasi totalità dei partecipanti alla ricerca (90,6%) ha ottenuto la
licenza media presso una scuola diurna, mentre la restante parte degli
studenti ha frequentato i Centri Territoriali Permanenti (4,2%) la scuola
privata (2,6%) o una scuola all’estero (2,6%). Generalmente, 14 anni è l’età
media del conseguimento di tale licenza.
Dopo il completamento della scuola media inferiore, quasi tutti gli
intervistati (86%) hanno scelto di proseguire il proprio percorso formativo e
scolastico: più di un terzo ha frequentato un istituto tecnico, il 10,4% un
liceo, il 19% la formazione professionale, il 10,4% un istituto professionale e
la percentuale rimanente ha scelto un istituto magistrale o un istituto d’arte.
Di tutti gli studenti che hanno proseguito il loro percorso scolastico, il
40% ha ottenuto un diploma o un attestato di fine corso ed ha quindi
concluso con successo il percorso formativo intrapreso. Come riportato
nella Tabella 2, sono soprattutto coloro che hanno scelto di frequentare un
istituto professionale o la formazione professionale che sono riusciti a
concludere gli studi, mentre i dati evidenziano come per altre tipologie di
scuola, come ad esempio i licei e gli istituti tecnici, vi siano percentuali
elevate di studenti che non hanno ottenuto il diploma.
Tabella 2. Conclusione del percorso scolastico intrapreso e scuola frequentata
Liceo
Istituto tecnico
Istituto/scuola magistrale
Istituto d’arte
Istituto professionale di stato
Formazione professionale (ENAIP, IAL,
ecc.)
Altre scuole/altri corsi
Ottenimento del
diploma
4,2%
14,0%
29,4%
35,7%
66,7%
Mancato
ottenimento
del diploma
95,8%
86,0%
70,6%
64,3%
33,3%
Totale
100%
100%
100%
100%
100%
90,2%
9,2%
100%
78,9%
21,1%
100%
47
In sintesi, dei 319 intervistati complessivamente nell’indagine, 23 (7,2%)
hanno già conseguito il diploma superiore e di questi ben 7 la laurea; tra
questi ultimi ci sono tre stranieri che hanno ottenuto il titolo all’estero. Tra le
molteplici motivazioni all’iscrizione di questi soggetti vi può essere
l’esigenza di reindirizzare il percorso formativo, a seguito di specifiche
esigenze lavorative, oppure il desiderio di un approfondimento culturale in
un settore disciplinare nuovo e infine, per gli stranieri, l’esigenza di ottenere
un titolo di studio superiore in mancanza del riconoscimento del titolo
ottenuto all’estero.
Questo risultato sembra suggerire l’esistenza di due categorie distinte di
studenti che scelgono di iscriversi ad un corso serale: da una parte coloro
che hanno alle spalle una storia scolastica e formativa conclusa con
successo, ma che forse non è sufficiente per migliorare la propria posizione
lavorativa, e dall’altra coloro che hanno intrapreso un percorso scolastico
che in itinere si è rivelato sbagliato, o che comunque non è stato concluso
con successo.
Per poter meglio comprendere il fenomeno del ritorno agli studi di coloro
che non hanno concluso un percorso scolastico, si è deciso di controllare
l’ultima classe frequentata prima dell’abbandono e l’esito ottenuto.
I dati mostrano come l’abbandono sia equamente distribuito nelle classi
prime, seconde, terze e quarte. Molto rara sembra essere invece la
decisione di lasciare la scuola quando si è arrivati nella classe quinta. I
risultati evidenziano inoltre come la decisione di lasciare un percorso
scolastico intrapreso coincida spesso con una bocciatura, e quindi con un
insuccesso oggettivo. Nel 70% dei casi, infatti, l’abbandono della scuola è
coinciso con una mancata promozione.
Tabella 3. Ragioni del mancato proseguimento degli studi in relazione al genere*
Maschio
Femmina
Scarsa motivazione ed interesse
48,9%
36,4%
Difficoltà nello studio/basso rendimento scolastico
21,2%
9,3%
Motivazioni familiari/motivi economici
25,5%
45,8%
Inserimento nel mondo del lavoro
29,9%
33,6%
Difficoltà nei rapporti con alcuni professori
23,4%
16,8%
Difficoltà nei rapporti con i compagni di classe
3,6%
3,7%
* Domanda con possibilità di scegliere una o più risposte
48
Le principali motivazioni della scelta di non completare gli studi
intrapresi in passato consistono nella “scarsa motivazione ed interesse”
(43,3%) e secondariamente nei “motivi familiari ed economici” (33,7%).
Rispetto al contesto scolastico, elevata è la percentuale di coloro che
indicano “le difficoltà nei rapporti con i professori” (20,2%) come fattore
rilevante nella rinuncia a proseguire la scuola, mentre di scarso rilevo
sembrano essere i rapporti con i compagni di classe (3,6%). Infine,
l’abbandono della scuola superiore sembra essere connesso alla volontà o
alla necessità di inserirsi nel mondo lavorativo (32,5%). (Tabella 3).
Se si controllano le motivazioni del mancato proseguimento in relazione
al genere emergono dei risultati interessanti: mentre la difficoltà nello studio
sembra essere tipicamente maschile, i motivi familiari o economici sono
criticità tipicamente femminili. Il quadro complessivo che emerge sembra
suggerire una netta differenza tra uomini e donne; mentre per quest’ultime
l’abbandono degli studi è riconducibile per la maggior parte a cause
contingenti (p.e. problemi in famiglia e/o economici), per gli uomini le
motivazioni sono invece direttamente riconducibili a fattori individuali.
L’analisi delle relazioni tra motivazioni ed esito dell’ultimo anno di scuola
frequentato (promozione vs. bocciatura), fornisce un ulteriore dato degno di
rilevanza nella spiegazione degli abbandoni scolastici. Per coloro che alla
fine dell’ultimo anno di frequenza hanno registrato una bocciatura, la
decisione di interrompere gli studi è maggiormente connessa a ragioni
soggettive, prima fra tutte la scarsa motivazione e la mancanza di interesse,
e in secondo luogo alle difficoltà incontrate nel rapporto con alcuni
professori. Per coloro che invece sono stati promossi e che hanno
comunque deciso di lasciare la scuola, la scelta dell’abbandono fa
maggiormente riferimento a motivazioni esterne, quali il contesto familiare
ed economico e la volontà o la necessità di inserirsi nel mondo del lavoro.
6.5 La condizione lavorativa
In passato, la condizione tipica dello studente dei corsi serali era quella
di occupato o disoccupato. Infatti, fin dall’istituzione di tali corsi era richiesto
di documentare all’atto dell’iscrizione la condizione professionale o
l’iscrizione all’ufficio di collocamento. Negli ultimi 15 anni vi sono state
modifiche nelle norme di iscrizione che hanno allargato il bacino dei possibili
utenti dei corsi serali a nuovi target: studenti minorenni o neomaggiorenni
che hanno da poco abbandonato le scuole diurne, pensionati, casalinghe,
immigrati.
49
L’indagine conferma in larga misura che il “nocciolo duro” dei
frequentanti è ancora costituito da persone in condizione professionale 5.
Infatti, gli occupati (68,4%) e i disoccupati (13,4%) costituiscono ben l’81,8%
degli intervistati. Residuano le persone in condizione non professionale,
costituite in massima parte da studenti che non cercano lavoro (11,1%) e in
percentuali minori persone in cerca di prima occupazione, da pensionati e
casalinghe (Tabella 4). Si sono già sottolineate nella descrizione del
campione le differenze d’età tra gli intervistati maschi e femmine. Tale
specificità è confermata dall’età media degli occupati che è di 31 anni per i
maschi contro i 35 delle femmine. Tale differenziale condizionerà le
successive analisi che evidenzieranno significative differenze nei due
generi, dovute principalmente al fattore età.
Tabella 4. Condizione lavorativa in base al genere in percentuale
Maschi
Femmine
Maschi e
Femmine
Occupato
69,7
66,9
68,4
Disoccupato
13,3
13,4
13,4
In cerca di prima occupazione
3,6
3,5
3,6
In mobilità/cassa integrazione
0,6
Studente
10,4
12,0
11,1
Casalinga
-
1,4
0,7
Pensionato/a
1,2
2,1
1,6
Altra condizione non professionale
1,1
0,7
0,9
100,0
100,0
100,0
Totale
0,3
Dalle rilevazioni sulla condizione lavorativa è possibile derivare il tasso
di disoccupazione che assume valori molto elevati tra i più giovani (41% in
età 17-21), per poi ridursi rapidamente all’aumentare dell’età (20,3% in età
22-29, 13,1% in età 30-39, 8% in età 40-49), come si evince dalla Tabella 5,
che riporta anche la composizione del campione di intervistati in base alla
condizione lavorativa per diverse fasce d’età. I tassi di disoccupazione, che
non variano sensibilmente nei due generi, sono indicativamente superiori ai
corrispondenti tassi pubblicati dall’ISTAT per l’anno 2008, che si riferiscono
tuttavia a un campione di popolazione con caratteristiche molto diverse da
quello qui considerato.
5
In base alla nomenclatura dell’ISTAT i soggetti possono trovarsi in condizione
professionale (occupati o disoccupati in senso stretto) o non professionale (minori di 15
anni, in cerca di prima occupazione, studenti, ritirati dal lavoro, invalidi).
50
Tabella 5. Condizione lavorativa e tasso di disoccupazione per fasce d'età degli
intervistati
17-21
22-29
30-39
40-49
50-62
Totale
Occupato
41,4%
69,1%
85,9%
86,8%
68,7%
68,9%
Disoccupato
28,7%
17,6%
12,9%
7,5%
6,3%
17,2%
Non forza di lavoro
29,9%
13,3%
1,2%
5,7%
25,0%
13,9%
Totale
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
41,0%
20,3%
13,1%
8,0%
8,3%
19,9%
Tasso di disoccupazione
Andando ad esaminare le condizioni lavorative degli studenti dei singoli
istituti si possono notare alcune differenze. Se all’Istituto Nautico e
all’Istituto tecnico industriale Volta gran parte degli intervistati è occupato
(85% e 79% rispettivamente), all’Istituto tecnico commerciale Carli la
condizione di occupato è relativa solo al 63% degli intervistati, mentre
all’Istituto tecnico Deledda si riscontrano valori intermedi. Queste differenze
sono motivate dalle età degli iscritti (più giovani al Carli, meno giovani nelle
altre due scuole), ma anche dalla specificità dell’offerta formativa dei singoli
istituti che si rivolgono spesso ad utenze in diverse condizioni professionali.
Nei riguardi della posizione degli intervistati nella professione (Tabella
6), si rileva il 31% di operai, prevalentemente iscritti al Volta, il 23% di
impiegati e il 23% di addetti ad altre attività del terziario. Ridotta, ma non
trascurabile, è la presenza del lavoro autonomo (circa il 10%). La presenza
del settore impiegatizio è caratteristica dell’Istituto Carli ed in parte
dell’Istituto Deledda.
Tabella 6. Posizione nella professione in base al genere
Maschio
Femmina
Totale
Impiegato
16,7%
30,1%
22,7%
Addetto/a servizi commerciali
6,1%
16,1%
10,6%
Addetto/a servizi assistenziali
6,1%
19,4%
12,1%
Operaio
46,5%
12,9%
31,4%
Altro dipendente
12,3%
10,8%
11,6%
Imprenditore/libero professionista
6,1%
2,2%
4,3%
Artigiano/commerciante
4,4%
4,3%
4,4%
Altro lavoratore indipendente
1,8%
4,2%
2,9%
100,0%
100,0%
100,0%
Totale
51
Queste risultanze confermano una “mission più generalista” per questi
due istituti che rispondono essenzialmente alle esigenze professionali del
settore terziario. Essi vengono, infatti, scelti sia da coloro che cercano una
preparazione professionale specifica, sia da giovani e meno giovani
interessati ad approfondire i contenuti culturali.
Da una domanda del questionario sul settore di attività relativo alla
professione si osserva che i servizi commerciali per le aziende e i servizi
per le persone coprono il 43% delle attività economiche, la pubblica
amministrazione, tradizionale bacino dell’utenza dell’I.T.C. Carli, copre il
16%; significativa è la presenza dell’industria (22%) e dell’artigianato (14%),
mentre residuale è il ruolo dell’agricoltura.
In riferimento al rapporto di lavoro (Tabella 7), i contratti a tempo
indeterminato risultano assolutamente prevalenti (63,5%), accanto ad una
presenza significativa di contratti a tempo determinato (16%) e in misura via
via minore di contratti di apprendistato, interinali e a progetto. Nei maschi vi
è una più ridotta incidenza dei contratti a tempo indeterminato (59% contro il
68% delle femmine). A questo fenomeno contribuisce la maggiore presenza
tra gli intervistati di maschi in età più giovani (17-21 anni), che hanno
generalmente rapporti di lavoro precari. Tra i 22 e i 30 anni si fanno più
frequenti i rapporti di lavoro con i caratteri della stabilità, ma la percentuale
massima di contratti a tempo indeterminato (86,8%) si raggiunge solo dopo i
trent’anni.
Tabella 7. Tipologia di contratto in base alla fascia d’età
17-21
22-29
30-39
40-49
50-70
Totale
20,0%
50,0%
86,8%
84,4%
45,5%
64,4%
37,1%
21,7%
16,1%
22,9%
6,5%
4,4%
-
45,5%
Apprendista
Collaborazione co.co.co/a
progetto
Coll. occasionale/ senza
contratto
4,4%
-
-
5,4%
5,7%
13,1%
1,5%
4,4%
-
5,4%
8,7%
2,2%
-
-
9,0%
2,4%
Lavoratore autonomo
5,6%
6,5%
7,3%
6,8%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
Dipendente a tempo
indeterminato
Dipendente a tempo
determinato
Totale
6,3%
100,0%
100,0%
Stante l’ampia prevalenza di giovani e di giovani adulti tra gli iscritti ai
corsi serali, dalle considerazioni sopra esposte si evince che la situazione
occupazionale degli intervistati è complessivamente non molto difforme da
quanto si riscontra globalmente nel mondo del lavoro giovanile della
provincia. Ciò conferma quanto già emerso in un precedente paragrafo: le
52
motivazioni all’iscrizione non sono strettamente connesse alla precarietà del
lavoro, ma a fattori diversi quali l’aspirazione a migliorare la posizione
lavorativa, la possibilità di avanzare nella carriera o di cambiare
radicalmente lavoro, cui si aggiunge il desiderio di arricchire la propria
preparazione culturale.
Passando ora a trattare specifici aspetti connessi al lavoro
(localizzazione, orario, anzianità ecc.), si osserva che tre intervistati su
quattro lavorano nel territorio del comune di Trieste, quasi il 12% in altri
comuni della provincia, l’8% in altre province della regione (si tratta in gran
parte di residenti fuori provincia) e in pochi casi (4) all’estero.
Le modalità di effettuazione dell’attività lavorativa (numero di ore
lavorate, orari di inizio e fine lavoro) possono avere grande rilevanza in
ordine alla conciliabilità con i restanti impegni della giornata, poiché
influenzano direttamente la frequenza alle lezioni e le possibilità di
conciliare gli impegni di studio e di vita familiare.
L’orario di lavoro presenta una grande variabilità: si va dalle 12 ore
settimanali sino alle 85, per coloro che effettuano turni di lavoro in qualità di
marittimi. La media delle ore lavorate è superiore nei maschi (40,5 ore
contro 37 ore nelle femmine). Se quasi il 53% ha un lavoro ad orario unico
(tipico dell’industria e in parte della pubblica amministrazione), diffuso è
pure il lavoro a turni (30%), che risponde alle esigenze di flessibilità
aziendale, e quello spezzato, tipico del settore commerciale (17%).
Dai dati dell’indagine emerge che tra gli intervistati occupati il 63% è
impegnato a tempo pieno. Il part-time viene generalmente associato al
lavoro femminile, in relazione agli impegni di accudimento dei figli. Dai
risultati dell’indagine emerge invece che questi rapporti di lavoro sono diffusi
ampiamente anche tra i maschi (33% contro il 40% nelle femmine). Si noti
che le ore settimanali lavorate in media nei rapporti a tempo parziale sono
27 contro le 41 ore del tempo pieno. In base ad una specifica domanda si
evince che le motivazioni prevalenti di tale scelta non sono connesse alle
esigenze di famiglia, ma alla necessità di conciliare studio e lavoro, e ciò in
entrambi i generi. Quali sono le posizioni professionali che fanno maggior
ricorso al part time? Sicuramente gli addetti ai servizi commerciali ed
assistenziali e del lavoro autonomo.
L’analisi dell’anzianità nel posto di lavoro conferma i dati sulla stabilità
lavorativa già emersi dall’esame delle tipologie di contratto. La netta
maggioranza degli intervistati svolge l’attività da oltre 5 anni (57%). Tale
dato, che appare interessante se si tiene conto dell’età media
complessivamente giovane degli intervistati (33 anni), si ritrova sia nei
contratti a tempo indeterminato che a tempo determinato, che
evidentemente sono stati via via rinnovati.
53
L’orario di fine lavoro e la vicinanza dell’abitazione alla scuola sono due
fattori che possono condizionare la qualità della conciliazione studio-lavoro.
Ci si è perciò chiesti se i lavoratori studenti raggiungano la scuola da casa,
dopo aver usufruito di qualche ora di riposo, o direttamente dal posto di
lavoro. Ebbene, quasi il 40% raggiunge la scuola direttamente dal posto di
lavoro, il 50% da casa mentre il restante 10% ha situazioni miste in
dipendenza dai turni di lavoro. Infatti, l’orario in cui termina il lavoro è per il
28% variabile, per il 40% prima delle ore 17.00, e quindi generalmente
prima dell’inizio delle lezioni, e per il 26% tra le 17.00 e le 19.00. Un
residuale 6% di studenti finisce dopo le 19.00 (addetti ai servizi commerciali
in genere). Si può allora ben comprendere che per una parte non
trascurabile degli studenti la frequenza dei corsi serali rappresenta un
impegno senza soluzioni di continuità con il lavoro.
Un’importante agevolazione per gli studenti lavoratori con rapporto di
lavoro dipendente è costituita dai permessi di lavoro retribuiti per motivi di
studio previsti da diversi contratti di categoria. Tale pratica è generalmente
più diffusa negli enti pubblici, ma viene attuata anche nel settore privato.
Ben il 50% dei dipendenti dichiara di poterne usufruire; si tratta di soggetti
che lavorano in prevalenza con la qualifica di impiegati, addetti ai servizi
sanitari, operai che lavorano principalmente nella pubblica amministrazione
(35% dei casi), ma anche in altri settori (industria 26%, altri servizi 35%).
Non si hanno informazioni esplicite sul numero e sulle modalità di utilizzo di
detti permessi, ma nel complesso si ritiene che tali possibilità, se
generalizzate, potrebbero costituire un forte impulso all’iscrizione ai corsi
serali.
Le sole informazioni oggettive sul lavoro, fin qui analizzate, non
permettono di verificare i livelli di soddisfazione nello svolgimento
dell’attività lavorativa, tematica sicuramente complessa e condizionata da
una molteplicità di fattori. Una possibile lettura della percezione soggettiva
di importanti aspetti del lavoro può essere desunta dall’analisi dei livelli di
soddisfazione dell’intervistato espressi in merito a sette caratteristiche del
lavoro attuale, rilevate nel questionario. Questi elementi di valutazione
possono essere rilevanti per verificare se, tra le motivazioni prevalenti nella
scelta di riprendere gli studi, vi sia stato anche qualche elemento connesso
alla soddisfazione/insoddisfazione lavorativa.
Dall’esame della Tabella 8 si evince innanzi tutto che, tranne che per
l’item “possibilità di fare carriera”, la scelta centrale “abbastanza soddisfatto”
risulta sempre la più frequente. A tale modalità è da associare una valenza
complessivamente positiva nel senso che anche una risposta neutra
presenta dei connotati di positività. Quindi, per soppesare le differenze tra i
diversi item è opportuno raggruppare le modalità “per niente e poco
54
soddisfatto” e “molto o moltissimo soddisfatto”, in modo da facilitare la
lettura delle risposte.
Esaminando di seguito le frequenze di risposta ai sette item si nota che
solo nel 23,1% dei casi gli intervistati sono poco o per nulla soddisfatti della
stabilità e sicurezza del lavoro. Nei riguardi della retribuzione, alle prevalenti
risposte “abbastanza soddisfatto” (44,3% dei casi) si contrappongono a
valutazioni negative, “poco o per niente soddisfatto”, che assommano quasi
al 39%.
Tabella 8. Valutazioni su diverse caratteristiche del lavoro attuale
Per niente
soddisfatto
Poco
soddisfatto
Abbastanza
soddisfatto
Molto
soddisfatto
Completamente
soddisfatto
8,5%
14,6%
31,6%
24,1%
21,2%
10,5%
28,1%
44,3%
13,8%
3,3%
Realizzazione personale
nel lavoro
Autonomia nel lavoro
8,1%
25,1%
40,3%
18,5%
8,1%
4,7%
12,3%
41,7%
28,4%
12,8%
Interesse per l'attività
svolta
Possibilità di fare
4,7%
18,5%
33,2%
30,8%
12,8%
24,1%
29,7%
23,1%
17,0%
6,1%
9,0%
17,5%
36,5%
25,1%
11,4%
Stabilità/sicurezza
lavorativa
Retribuzione economica
carriera
Ambiente lavorativo
La realizzazione personale nel lavoro ha una distribuzione abbastanza
simmetrica intorno al valore centrale “abbastanza soddisfatto”, con una
leggera prevalenza dei giudizi negativi. Giudizi di “abbastanza, molta e
moltissima soddisfazione” prevalgono riguardo all’autonomia nel lavoro (per
oltre l’80% dei soggetti). In modo analogo, prevalentemente positivi
risultano essere le valutazioni sull’interesse per l’attività svolta.
Nei riguardi delle possibilità di far carriera vi è un netto pronunciamento:
i giudizi di “abbastanza soddisfatto” toccano un minimo del 23,1%, mentre
gran parte degli intervistati concorda nel ritenere per niente (24,1%) e poco
(29,7%) soddisfacenti le possibilità di carriera. Se si tiene conto anche della
posizione nel lavoro, emerge dai dati che l’unico settore in controtendenza è
quello del lavoro autonomo, in cui si ritiene più facile progredire nella
professione. Si può allora ipotizzare che l’insoddisfazione per le opportunità
di carriera possa essere un elemento rilevante tra le motivazioni di scelta
dei corsi serali.
55
L’ambiente lavorativo, infine, non assume caratterizzazioni particolari: le
frequenze delle diverse valutazioni risultano distribuite simmetricamente
intorno al valore centrale “abbastanza” che copre il 36,5% dei casi.
Se facciamo poi un confronto tra i due generi non si notano differenze
significative nei punteggi medi assegnati, tranne per la possibilità di fare
carriera, caratteristica del lavoro di cui le donne sono decisamente meno
soddisfatte, e in parte per la retribuzione. Le donne, quindi, se da una parte
evidenziano una maggiore percentuale di rapporti con contratti a tempo
indeterminato, dall’altra sembrano meno soddisfatte degli aspetti retributivi e
della valorizzazione delle loro potenzialità.
Andando poi ad analizzare i livelli di soddisfazione in base alle classi di
età dei soggetti, si nota che, coerentemente, la soddisfazione per la stabilità
lavorativa aumenta con l’età (Tabella 9). Se invece si considera la posizione
professionale, valutazioni complessivamente superiori alla media vengono
espresse solo dagli impiegati e dagli imprenditori/liberi professionisti, in
particolare nei settori della pubblica amministrazione e nel commercio.
Tabella 9. Punteggio medio (scala 1-5) dei sette fattori di soddisfazione nel lavoro in
base all'età
17-21
22-29
30-39
40-49
50-62
Media
generale
3
3,2
3,4
3,5
3,6
3,3
Retribuzione economica
2,5
2,8
2,7
2,7
3,1
2,7
Realizzazione personale nel lavoro
2,7
2,9
3
3
3,5
2,9
Autonomia nel lavoro
3,4
3,4
3,2
3,3
3,5
3,3
Interesse per l'attività svolta
3,1
3,4
3,1
3,5
3,7
3,3
Possibilità di fare carriera
2,1
2,5
2,6
2,7
2,5
2,5
Ambiente lavorativo
3,1
3,5
2,8
3,2
3,4
3,1
Stabilità -sicurezza lavorativa
La concreta possibilità di conciliazione dello studio e del lavoro (cui si
sovrappongono gli impegni di famiglia) rappresenta un elemento di criticità
che può allontanare molti lavoratori dal proseguimento negli studi ed è
sicuramente una delle motivazioni degli abbandoni nei corsi serali. Nelle
valutazioni che emergono dalla specifica domanda “Qual è il suo livello di
soddisfazione nella conciliazione di lavoro e studio?” (Tabella 10) si
evidenzia un giudizio prevalente di “abbastanza soddisfatto”. Dall’esame
delle code delle distribuzioni si nota, tuttavia, una leggera prevalenza delle
56
valutazioni negative (poco e per niente soddisfatto 31,5%) rispetto alle
nettamente positive (19,6%).
In generale gli impegni familiari non sono distribuiti equamente nei due
generi. Dai dati non emerge invece una differenza statisticamente
significativa nei giudizi sulla conciliazione di studio e lavoro, nonostante una
certa minore soddisfazione da parte delle donne che esprimono un
punteggio medio sulla conciliazione leggermente inferiore, 2,73 contro 2,95
degli uomini nella scala da 1 a 5. La grande variabilità dei giudizi
suggerisce, poi, che nella valutazione entrino altri fattori quali l’età. Infatti, il
minimo assoluto del livello di soddisfazione nella conciliazione studio-lavoro
è espresso dalle donne in età 30-39 anni (valore medio 2,3), fase in cui è
più intenso l’impegno a crescere i figli, mentre nelle altre età le differenze di
genere sono ridotte.
Si è verificato, poi, che il livello di soddisfazione nella conciliazione non
è legato al tipo di contratto di lavoro, né all’orario di lavoro, né al part-time,
né alle ore lavorate. L’unico fattore statisticamente significativo che
aumenta le valutazioni sulla conciliazione è risultato essere la possibilità di
avere permessi retribuiti per seguire le lezioni, specificità che interessa un
numero significativo di studenti lavoratori dipendenti. Per gli altri lavoratori
(autonomi, co.co.pro. ecc.) dovrebbero esservi minori difficoltà nella
conciliazione, ma ciò non appare dai dati. Si noti, poi, che all’avanzare del
percorso di studio la soddisfazione per la conciliazione tende a diminuire
significativamente, probabilmente a seguito del maggior impegno nello
studio e della fatica accumulata negli anni.
Tabella 10. Conciliazione studio - lavoro in base al genere
Maschio
Per niente soddisfatto/a
Femmina
Totale
4,3%
7,4%
5,7%
Poco soddisfatto/a
23,5%
28,7%
25,8%
Abbastanza soddisfatto/a
49,6%
47,9%
48,8%
Molto soddisfatto/a
18,3%
13,8%
16,3%
4,3%
2,1%
3,3%
100,0%
100,0%
100,0%
Completamente soddisfatto/a
Totale
Non si hanno indicazione né sull’estensione oraria dei permessi retribuiti
né sulla frequenza con cui vengono richiesti, ma si ritiene che l’utilizzazione
di questa possibilità, prevista da molti contratti di lavoro, sia un indicatore
importante del rapporto positivo tra datore di lavoro e dipendente, poiché
57
favorisce un migliore approccio allo studio e alla organizzazione temporale
degli impegni di lavoro.
Una domanda finale sul tema lavoro riguardava la “ricerca di un lavoro”
per i disoccupati o di “un nuovo lavoro” per gli occupati. Ben il 38% degli
intervistati dichiara di cercare un lavoro. Tra questi si trovano chiaramente
coloro che si dichiarano disoccupati o inoccupati, ma è degno di nota che la
ricerca di un nuovo lavoro interessi anche il 22% degli occupati. Il fenomeno
è trasversale ai diversi settori di attività, eccezion fatta per la Pubblica
Amministrazione, all’interno della quale si può cercare di progredire con un
diploma, ma che non si lascia per un’altra attività. La ricerca di un nuovo
lavoro interessa marginalmente gli impiegati, maggiormente gli operai, ma
non è strettamente connessa all’instabilità del lavoro: ben il 20% dei
dipendenti con contratto a tempo indeterminato dichiara di cercare un nuovo
lavoro. Risulta invece significativa la dipendenza dalla soddisfazione per
l’attività lavorativa svolta: nel gruppo dei soggetti che cercano un nuovo
lavoro sono significativamente minori i valori medi degli item sulla
soddisfazione per la stabilità, sicurezza e possibilità di carriera del lavoro
attuale. Vi è, inoltre, una significativa relazione tra ricerca di un nuovo lavoro
e motivazioni addotte per riprendere gli studi: chi dichiara di cercare un
lavoro manifesta, nelle domande sulle motivazioni all’iscrizione,
insoddisfazione per il lavoro attuale, aspirazione a trovare un nuovo lavoro,
bisogno di un diploma per avanzare nella professione.
Dalle analisi emerge che sotto i trent’anni la spinta a cambiare è
maggiore, sia per motivazioni oggettive (contratto meno favorevole, minore
retribuzione) che soggettive (minore soddisfazione nel lavoro, desiderio di
valorizzare le proprie potenzialità). In età più avanzate, caratterizzate da
una stabilizzazione lavorativa, le suddette motivazioni si ritrovano in misura
molto minore. A questo proposito appare dalle analisi una sostanziale
differenza nei due generi: nei maschi occupati l’aspirazione al cambiamento
misurata dalla ricerca di un nuovo lavoro si protrae anche dopo i trent’anni,
nelle femmine la volontà di cambiare si manifesta mediamente in età
inferiori. Ciò sembra indicare un maggiore adattamento delle donne alle
situazioni lavorative, ma anche un più rapido conseguimento di situazioni di
stabilità, come già evidenziato in precedenza.
Possiamo quindi ritenere che le persone più giovani e meno radicate al
posto di lavoro, che hanno deciso di intraprendere un nuovo percorso
formativo nei corsi serali, siano stimolate anche dal desiderio di cambiare e
di “rimettersi in gioco” con la ricerca di una nuova attività lavorativa.
58
6.6 Scuola e studio
Dopo aver preso in considerazione gli aspetti motivazionali, i percorsi
formativi pregressi e la situazione occupazionale, nell’ultima sezione del
questionario sono stati indagati gli aspetti strettamente connessi alla
frequenza ad un istituto serale, con particolare riferimento alle criticità e ai
bisogni espressi dagli studenti.
In generale, il sovraccarico lavorativo è la difficoltà che viene indicata
maggiormente dagli intervistati. Da un controllo trasversale alle diverse
situazioni familiari e lavorative emergono però importanti differenze: mentre
per coloro che non sono sposati, indipendentemente dal genere, gli impegni
familiari non incidono minimamente sulla difficoltà connessa alla frequenza
ad un corso serale, per chi è sposato, soprattutto se con figli piccoli, il carico
della famiglia rappresenta l’aspetto più critico.
Inoltre, è interessante notare come buona parte di coloro che non sono
sposati e non hanno una famiglia non riscontrino particolari difficoltà nel
frequentare un corso serale.
In relazione all’impegno degli studenti nello studio, è importante
segnalare che il 40% degli intervistati afferma di frequentare dal 50% al
75% delle lezioni, mentre gli altri sono ancora più assidui (>75% di
frequenza). Nessuna differenza nelle frequenza alle lezioni è stata
riscontrata in relazione al genere, all’età, alla condizione professionale e a
quella familiare.
Rispetto al numero di ore settimanali dedicate allo studio individuale
oltre alle ore di lezione, la maggior parte degli intervistati indica tra le 6 e le
10 ore (41,7%) o meno di 5 ore (38,9%). E’ interessante notare come il
tempo dedicato allo studio autonomo non sia in relazione con la condizione
professionale, ma con il genere e l’età.
Tabella 11. Tempo dedicato allo studio in relazione al genere
Maschio
Femmina
Totale
Meno di 5 ore
61,7%
38,3%
100,0%
Da 6 a 10 ore/a
54,0%
46,0%
100,0%
Da 11 a 15 ore
37,5%
62,5%
100,0%
Più di 15 ore
36,8%
63,2%
100,0%
Totale
53,8%
46,2%
100,0%
59
Come riportato nella Tabella 11, le donne, indipendentemente dal fatto
che siano sposate con figli o nubili, sembrano dedicare allo studio molto più
tempo degli uomini. Riguardo all’età, le fasce di età più adulte indicano un
numero di ore destinate allo studio a casa più elevato dei giovani dai 17 ai
21 anni.
Dopo la rilevazione delle problematiche connesse alla frequenza di un
corso serale, è stata esaminata la soddisfazione degli studenti sia in merito
al proprio profitto scolastico sia più in generale rispetto alla vita scolastica.
Riguardo agli esiti scolastici, la maggior parte degli intervistati valuta
“buono” (36,7%) o “discreto” (32,9%) il proprio profitto scolastico. Solo uno
su cinque giudica “sufficienti” i risultati a scuola, mentre esiguo è il numero
sia di coloro che si attribuiscono un voto “ottimo” (6,7%) sia di chi si giudica
“insufficiente” (2,6%). E’ interessante rilevare che l’autovalutazione
scolastica non sembra essere in relazione con il genere, con l’età, con la
condizione professionale e con il titolo di studio.
Nelle valutazioni dei diversi aspetti che contribuiscono alla
soddisfazione nei riguardi della scuola e dell’ambiente scolastico
complessivo (Tabella 12), i giudizi espressi risultano mediamente buoni ed
evidenziano uno stato di complessivo benessere.
In particolare, la “disponibilità al dialogo e alla collaborazione da parte
dei docenti” e “l’integrazione e la collaborazione tra i compagni di classe”
sono i due elementi di maggior soddisfazione nei giudizi degli studenti
intervistati, mentre “la possibilità di personalizzare i percorsi formativi“
rappresenta nei giudizi ottenuti l’aspetto meno soddisfacente.
Tabella 12. Soddisfazione rispetto a diversi aspetti della vita scolastica
Disponibilità al
dialogo e alla
collaborazione da
parte dei docenti
Attenzione dei
docenti per
difficoltà/problemi
personali degli
studenti
Didattica adatta
all’apprendimento
degli adulti
Possibilità di
personalizzare dei
percorsi formativi
Integrazione e
collaborazione tra
compagni di classe
Clima di classe
che favorisce
l’apprendimento
Per niente
soddisfatto/a
Poco
soddisfatto/a
Abbastanza
soddisfatto/a
Molto
soddisfatto/a
Completam.
soddisfatto/a
2,2%
10,8%
38,4%
29,5%
19%
5,4%
16,9%
42,2%
24,5%
10,8%
2,9%
18,7%
43,2%
27,7%
7,4%
12,1%
31,4%
36,6%
16%
3,9%
2,5%
12,4%
32,8%
34,7%
17,5%
2,9%
17,3%
33,5%
27,8%
18,5%
60
Per evidenziare la struttura interna degli item del questionario connessi
alla soddisfazione relativa ai diversi aspetti della vita scolastica è stata
eseguita un’analisi fattoriale esplorativa (Metodo della Componenti
Principali) sui punteggi attribuiti alle domande riguardanti questo specifico
aspetto (D.5). L’analisi - Scree plot e autovalori - ha suggerito una soluzione
a due fattori correlati (r=.37) denominati rispettivamente: Soddisfazione
della didattica e Soddisfazione dei rapporti sociali.
Dai due fattori suggeriti sono state ricavate due scale in grado di
rappresentare una gli aspetti maggiormente connessi alla soddisfazione
riguardante i contenuti e i metodi didattici (Soddisfazione della didattica
Cronbach= .83), e l’altra i rapporti con i compagni di classe e più in generale
il clima percepito (Soddisfazione dei rapporti sociali
E’ interessante notare come le due scale risultino correlate (r=.39);
questo dato indica chiaramente come, sebbene la percezione della
soddisfazione relativa agli aspetti più strettamente scolastici sia diversa
rispetto a quella connessa ai rapporti sociali che si creano all’interno della
vita scolastica, questi due aspetti sono strettamente in connessione.
Per evidenziare eventuali differenze in relazione al genere, all’età e al
titolo di studio posseduto è stata eseguita un’ANOVA sui punteggi della
scala Soddisfazione della didattica. I risultati hanno evidenziato un effetto
significativo dell’età (F(4,284)=2.56, p=.039). Il grado di soddisfazione
percepita è più elevato nelle fasce di età maggiori (fascia 17-21 anni=3,1;
fascia 22-29 anni=3; fascia 30-39 anni=3,1; fascia 40-49 anni=3,3; oltre i 50
anni=3,8). Nessun effetto significativo riguardo al genere e al titolo di studio.
Per controllare se vi fossero differenze significative in relazione al
genere, all’età e al titolo di studio posseduto sulla percezione di
soddisfazione riguardante gli aspetti sociali, è stata eseguita un’ANOVA sui
punteggi della scala Soddisfazione dei rapporti sociali. I risultati non hanno
evidenziato un effetto significativo dell’età, del genere e del titolo di studio, a
indicare, quindi, come il grado di soddisfazione rispetto al clima di classe e
ai rapporti con i compagni non subisca modifiche significative in funzione
dei fattori presi in considerazione nell’analisi.
Infine, è stato richiesto agli studenti di esprimere un giudizio globale di
soddisfazione rispetto all’esperienza scolastica vissuta fino a quel momento
nella scuola serale. I risultati evidenziano un grado di soddisfazione medio
(punteggio mediano 3 su una scala da 1 a 5).
Un dato interessante che emerge dall’analisi correlazionale tra le due
scale relative alla soddisfazione degli aspetti didattici e sociali e la
valutazione generale del grado di soddisfazione rispetto all’esperienza
scolastica/formativa nel corso serale (domanda D.6) è la differenza tra
l’indice di correlazione tra la scala Soddisfazione della didattica e la
61
soddisfazione generale (r=.63) e quello tra la scala Soddisfazione dei
rapporti sociali e la soddisfazione generale (r=.38). Questo risultato sembra
suggerire una forte associazione tra benessere percepito e soddisfazione
rispetto agli aspetti scolastici tout court.
L’assenza di differenza significativa nei giudizi di soddisfazione tra la
rilevazione in corso d’anno e quella al termine dell’anno scolastico sembra
evidenziare come l’abbandono in corso d’anno non sia riconducibile ad un
malessere degli studenti o ad un a delusione delle aspettative.
Infine, un dato interessante è la differenza nel grado di soddisfazione
generale tra studenti italiani e studenti non italiani: tra i due gruppi si
riscontra nei punteggi un punto di scarto (punteggi mediano italiani 3 vs
punteggio mediano non italiani 4).
62
7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Nella provincia di Trieste vi è una lunga tradizione nel campo
dell’istruzione pubblica indirizzata agli adulti. Tale settore ha visto nel
recente passato interessanti iniziative ministeriali a carattere strutturale
(Progetto Sirio) e varie sperimentazioni interne agli istituti, tutte volte a
proporre innovazioni che potessero venire incontro alle esigenze di
un’utenza sempre più eterogenea. Ora la scuola serale si trova di fronte a
nuovi impegni e responsabilità, soprattutto tenuto conto delle linee di riforma
previste da recenti normative sul settore contenute nello schema di
regolamento “Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo
didattico dei Centri d’Istruzione per gli Adulti, ivi compresi i corsi serali, a
norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge25 giugno 2008, n.112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
In tal senso la ricerca promossa dall’Assessorato alle Politiche
Educative della Provincia di Trieste ha inteso indagare in profondità sul
settore dell’istruzione superiore per gli adulti, coinvolgendo direttamente sia
l’utenza sia i docenti dei cinque istituti superiori che operano a Trieste. Ne è
derivato un quadro conoscitivo che si è sviluppato esaminando in
contrapposizione sentimenti, bisogni, punti di vista e situazioni oggettive
degli studenti, e recependo, nel contempo, istanze e problematiche dei
docenti, aspetti che nel loro insieme hanno delineato una realtà
dell’istruzione locale non sempre adeguatamente conosciuta e valorizzata.
7.1 Il ruolo degli Istituti serali nella provincia di Trieste
L’offerta didattica dei corsi serali degli istituti superiori è notevolmente
diversificata. Accanto ai corsi “storici” degli istituti tecnici industriale (A.
Volta) e commerciale (G.R.Carli) si sono affiancate realtà nuove che hanno
esteso gli indirizzi di studio al campo sociosanitario (Istituto Deledda), al
settore artistico (Istituto Nordio) e alle scienze della navigazione (Istituto
Nautico).
Dalle interviste ai docenti responsabili si percepisce come gli istituti
superiori serali costituiscano un’opportunità di promozione personale e di
riqualificazione professionale, che permette di ottenere titoli di studio ricchi
di contenuti formativi. Questi corsi devono essere considerati, infatti, come
strumenti per lo sviluppo dell’educazione nell’età adulta e non
semplicemente centri di erogazione di titoli formali e privi di contenuti
seriamente qualificanti. Inoltre, i corsi serali svolgono un rilevante ruolo
sociale, poiché i costi si limitano alle tasse di iscrizione e ai libri di testo.
63
Inoltre, la scuola serale non è una mera riproposizione e semplificazione
delle scuole diurne, ma è un’istituzione che adotta metodologie specifiche
che tengono conto delle specifiche problematiche lavorative e familiari degli
studenti, in modo da favorire il successo scolastico.
Diverse sono le azioni che vengono a tal fine attivate: l’accoglienza
all’inizio dell’anno scolastico, il riconoscimento degli studi pregressi, i crediti
formativi (limitatamente ad alcuni istituti), l’assistenza di un tutor, iniziative a
sostegno dell’apprendimento o di recupero. Secondo gli insegnanti, quindi,
la scuola serale è sinonimo di competenza e di flessibilità, con lo studente al
centro dell’azione didattica che propone modelli e metodologie diverse da
quelle previste per l’utenza diurna. Le motivazioni sottostanti alla decisione
di riprendere gli studi appaiono essere legate non solo all’ottenimento di un
titolo di studio e al rimpianto di non aver terminato gli studi nel passato,
bensì anche al desiderio di acquisire di conoscenze capaci di poter
orientare gli studenti in contesti produttivi e lavorativi in continuo
cambiamento, rendendoli così più competitivi nel mercato del lavoro della
provincia.
Dai responsabili dei corsi serali viene rimarcata l’esigenza di avere un
organico stabile, ben motivato, che adotti le metodologie didattiche
dell’educazione degli adulti, garantendo in tal modo una standardizzazione
della qualità degli interventi educativi e una proficua collaborazione tra
docenti. Si rileva, poi, che l’attuale normativa sull’attribuzione delle cattedre
non differenzia tra scuole diurne e serali, rendendo più difficile la formazione
di un organico dedicato.
7.2 Utenza dei corsi serali
L’utenza dei corsi serali ha subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni,
anche a seguito dell’ampliamento dell’offerta formativa: gli istituti serali
hanno rappresentato e rappresentano in tal modo una valida risposta alle
esigenze di una platea più vasta costituita non solo da studenti-lavoratori,
tradizionale bacino d’utenza dei corsi serali, ma anche da disoccupati,
casalinghe, drop-out, italiani ma anche stranieri.
I risultati delle analisi evidenziano da un lato l’impossibilità di identificare
un profilo unico in grado di descrivere “lo studente seralista”, e dall’altro
chiariscono il ruolo determinante degli istituti serali nei percorsi di “rientro”
nella formazione scolastica.
Rispetto alla posizione lavorativa, l’indagine conferma in larga misura
che il “nocciolo duro” dei frequentanti è ancora costituito dagli occupati e in
più in generale da persone inserite nel mondo del lavoro. Molti di questi
64
studenti-lavoratori possono usufruire di permessi di lavoro retribuiti per
motivi di studio. Tale possibilità risulta massima per i dipendenti della
pubblica amministrazione, mentre decresce passando ad altri comparti. Si
tratta di occupati che lavorano in prevalenza con la qualifica di impiegati, ma
significativa è la presenza di permessi di studio tra gli operai.
I corsi serali sono un’opportunità anche per i giovani che hanno appena
abbandonato un percorso scolastico sbagliato, sono l’occasione per le fasce
più adulte di approfondire i propri interessi e non da ultimo offrono la
possibilità a chi è entrato stabilmente nel mondo lavorativo di arricchire il
proprio curriculum a vantaggio della carriera. Non è da trascurare, in
prospettiva, il ruolo che l’utenza straniera potrebbe avere all’interno dei corsi
serali. Le difficoltà di riconoscimento degli studi pregressi nel Paese di
origine e gli impegni di lavoro sono attualmente un indubbio ostacolo alla
ripresa degli studi, ma è possibile che in futuro, a seguito di modifiche
normative, vi possa essere un rinnovato interesse a conseguire un titolo
superiore in Italia che permetta l’accesso agli studi universitari.
I corsi serali, ancorché finalizzati al conseguimento di uno specifico
titolo di studio, possono costituire strumenti di longlife learning per gli adulti
che non hanno specifiche esigenze formative connesse all’attività
lavorativa, ma sentono piuttosto l’esigenza di migliorare la preparazione
culturale. A tale proposito non si può non sottolineare una possibile criticità
dovuta alla nuova riforma che sembrerebbe precludere in futuro l’accesso
alla scuola serale per coloro che sono già in possesso di un titolo superiore.
7.3 Le motivazioni della ripresa degli studi
Riguardo agli aspetti motivazionali del ritorno agli studi, emerge un
quadro confortante: il dato comune a tutti gli studenti sembra suggerire
come alla base della scelta di riprendere o iniziare gli studi in età adulta vi
siano motivazioni intrinseche, quali la voglia di “migliorarsi”. Inoltre, la scelta
sembra essere decisamente personale e non frutto di pressioni esterne.
L’aspetto “strumentale” dell’iscrizione ad un corso serale non sembra,
invece, essere rilevante nella scelta di riprendere gli studi: l’insoddisfazione
per il proprio lavoro e il desiderio di cambiamento non rappresentano una
spinta motivazionale importante, così come la possibilità di diplomarsi non è
percepita come condizione necessaria e sufficiente per riuscire a trovare un
nuovo lavoro adeguato alle aspirazioni. Maggiormente significativa è invece
la relazione tra conseguimento del diploma e possibilità di “avanzamento”
nel lavoro.
65
Un dato interessante, che emerge dall’analisi dei determinanti della
scelta di uno specifico corso serale in relazione all’età, è l’elevata
importanza che i giovani danno alla possibilità di trovare un lavoro dopo il
diploma e la scarsa importanza attribuita alle specifiche materie che
caratterizzano i corsi, mentre gli adulti nella scelta dell’istituto danno invece
estrema importanza ai propri interessi e una scarsa rilevanza alle possibilità
occupazionali post-diploma.
7.4 I percorsi formativi e scolastici pregressi
L’analisi dei percorsi scolastici pregressi suggerisce l’esistenza di due
categorie distinte di studenti che scelgono di iscriversi ad un corso serale:
da una parte coloro che hanno alle spalle una storia scolastica e formativa
conclusa con successo, ma forse non sufficiente per migliorare la propria
posizione lavorativa, e dall’altra chi ha intrapreso un percorso scolastico che
in itinere si è rivelato sbagliato, o che comunque non è stato concluso
positivamente.
A questo proposito, è importante sottolineare come l’impossibilità di
iscriversi ad un corso serale per coloro già in possesso di un titolo di studio
superiore decretata dalla nuova normativa possa rappresentare una forte
criticità per chi decide di intraprendere un percorso scolastico superiore
diverso da quello già scelto e concluso. In questo modo, vi sarebbe
l’impossibilità di frequentare i corsi serali per i giovani diplomati dei licei che
desiderano riconvertire il percorso formativo nell’ottica di un ampliamento
delle proprie possibilità occupazionali.
La relazione tra l’esito dell’ultimo anno di scuola a suo tempo
frequentato (promozione vs. bocciatura) e le motivazioni connesse
all’abbandono rappresenta un dato degno di nota nella spiegazione
dell’abbandono del percorso scolastico. Per coloro che alla fine dell’ultimo
anno di frequenza hanno registrato una bocciatura, la decisione di
interrompere gli studi è maggiormente connessa a motivazioni interne,
prima fra tutte la mancanza di interesse per lo studio e in secondo luogo le
difficoltà incontrate nel rapporto con alcuni professori. Per coloro che invece
sono stati promossi e hanno comunque deciso di lasciare la scuola, tale
scelta dell’abbandono fa maggiormente riferimento a motivazioni esterne
quali il contesto familiare ed economico e la volontà o la necessità di
inserirsi nel mondo del lavoro.
I dati mostrano comunque come molti studenti decidano di ritirarsi nel
corso dell’anno scolastico e che la scuola non riesca così a realizzare la sua
finalità primaria di “recupero educativo”. Ma allo stesso tempo, alcune
66
caratteristiche peculiari di tale utenza, quali l’età, la maturità, unite spesso
ad una forte motivazione, permettono agli studenti di affrontare alcuni
problemi e argomenti in modo più approfondito ed efficace.
7.5 La conciliazione tra studio, lavoro e famiglia
In generale, gli intervistati, alla fine dell’anno scolastico, dichiarano di
essere abbastanza soddisfatti di come sono riusciti a conciliare gli impegni
di studio e di lavoro (valutazione 3 su una scala da 1 a 5). Le donne
esprimono un punteggio medio solo leggermente inferiore a quello degli
uomini; più in generale la conciliazione studio-lavoro-famiglia migliora con
l’età, ma diminuisce con gli anni di studio, a seguito del maggiore impegno.
Il fattore determinante nei giudizi sulla conciliazione risulta essere la
possibilità di avere permessi di studio retribuiti, mentre non significativi sono
l’orario e le forme di lavoro part-time.
Un dato importante emerso da questa ricerca è la difficoltà delle giovani
donne con impegni familiari a frequentare un corso serale: la scarsissima
presenza di donne tra i 30 e i 39 anni sposate con figli sembra suggerire
una oggettiva difficoltà per tali donne a coniugare formazione personale e
famiglia in un’età in cui spesso si concentrano anche gli impegni legati alla
maternità. E’ da sottolineare, però, come l’impegno della famiglia non faccia
sempre desistere dalla scelta di continuare gli studi. Infatti, nel gruppo di
intervistate è presente una percentuale bassa ma significativa di donne tra i
30 e i 49 anni, separate o divorziate con uno o due figli minori a carico, che
sono riuscite a concludere l’anno scolastico, nonostante difficoltà facilmente
ipotizzabili di conciliazione tra studio, impegni familiari e lavoro.
Sicuramente un’estensione dei permessi di studio retribuiti (150 ore) da
parte dei datori di lavoro potrebbe rappresentare un supporto importante per
il complesso degli studenti delle serali, specie per le donne con figli minori.
Per queste ultime, potrebbero essere attivate azioni, quali quelle previste
dalla L. 53/2000, per favorire i tempi di vita, di lavoro e di formazione delle
donne, anche all’esterno dell’azienda.
7.6 L’esperienza scolastica negli istituti serali
Riguardo agli aspetti connessi all’esperienza e all’ambiente scolastico
nei corsi serali, i giudizi espressi dagli studenti risultano complessivamente
abbastanza soddisfacenti ed evidenziano uno stato di prevalente
benessere, tendenzialmente maggiore nei maschi. Un aspetto
particolarmente interessante per gli studenti è l’opportunità di vivere un
67
clima di classe favorevole all’apprendimento, grazie alla fattiva
collaborazione tra compagni di “avventura”. Nello stesso tempo si mettono
in luce le difficoltà che devono essere affrontate per far fronte alla
sovrapposizione di impegni di studio, di lavoro, di famiglia, che dipendono
essenzialmente dalle situazioni individuali.
L’ostacolo all’esperienza scolastica che viene indicata più
frequentemente è il sovraccarico lavorativo cui si associano gli impegni
familiari; il carico di studio non costituisce un invece un problema, a giudizio
degli studenti. Si ha conferma che le suddette difficoltà sono sentite in
maggior misura dalle donne in genere, specie se con figli piccoli.
.. _ ..
La ricerca, che ha tracciato per la prima volta un quadro conoscitivo
complessivo della realtà dei corsi serali superiori nella provincia di Trieste,
delinea caratteristiche, motivazioni, aspirazioni di un’utenza che costituisce
il riferimento centrale di questa indagine. Inoltre, essa ha saputo cogliere i
punti di forza e le criticità dell’azione educativa degli istituti serali che
costituiscono una risposta concreta ai bisogni formativi espressi da ampie
fasce di giovani e adulti.
Alla luce di queste considerazioni, i risultati ottenuti e le relative
valutazioni possano rappresentare un punto di riferimento per azioni di
supporto sia agli studenti, sensibili ai cambiamenti che li coinvolgono, sia
alle scuole, in un momento di transizione verso la riorganizzazione prevista
dalla recente riforma.
68
APPENDICE
APPENDICE A
Dati statistici relativi alle iscrizioni, promozioni e presenza di studenti stranieri
all’I.T.C. “G.R. Carli”
ITC CARLI – DATI STATISTICI SU CLASSI E ISCRIZIONI
ANNO SCOLASTICO
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
2007-2008
Numero classi
14
14
12
12
13
13
Numero alunni
285
236
252
259
245
254
Numero alunni maschi
118
110
110
128
101
113
Numero alunni femmine
167
126
142
131
144
141
Numero alunni italiani
274
218
229
230
217
225
11
18
23
29
28
29
Numero alunni stranieri
ITC CARLI PROMOZIONI
ANNO SCOLASTICO
Tassi di promozione in
% sugli iscritti
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
1 classe
51,0%
47,4%
57,1%
45,9%
58,3%
2 classe
44,2%
45,0%
43,6%
52,2%
57,1%
3 classe
68,0%
60,0%
61,8%
50,8%
61,4%
4 classe
68,4%
85,4%
49,2%
67,8%
64,7%
5 classe
77,0%
84,7%
65,2%
82,1%
77,0%
Tasso globale
64,3%
66,8%
56,3%
61,0%
64,9%
2007-2008
ITC CARLI - Presenza di cittadini stranieri
ANNO SCOLASTICO
2002-2003
Tasso studenti stranieri
4,0%
2003-2004
2004-2005
8,3%
10,0%
69
2005-2006
12,6%
2006-2007
12,9%
2007-2008
12,9%
APPENDICE B
Dati statistici relativi alle iscrizioni, promozioni e presenza di studenti stranieri
all’I.T.per le Attività Sociali “G. Deledda”
I.T. per Attività Sociali Grazia DELEDDA - DATI SU CLASSI E ISCRIZIONI
ANNO SCOLASTICO
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
9
10
7
6
5
5
209
174
161
141
116
113
61
41
43
40
36
44
Numero alunni femmine
148
133
118
101
80
69
Numero alunni italiani
207
168
155
135
109
110
2
6
6
6
7
3
Numero classi
Numero alunni
Numero alunni maschi
Numero alunni stranieri
2007-2008
I.T. per Attività Sociali Grazia DELEDDA - PROMOZIONI
ANNO SCOLASTICO
Tassi di promozione in
% sugli iscritti
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
1 classe
47,4%
63,9%
39,4%
34,3%
/
2 classe
81,8%
58,8%
53,3%
70,0%
66,7%
3 classe
72,9%
80,0%
71,8%
52,0%
68,4%
4 classe
78,7%
82,8%
68,4%
76,0%
81,3%
5 classe
93,5%
94,0%
89,1%
84,8%
95,7%
Tasso globale
72,2%
80,5%
68,9%
63,8%
86,2%
2007-2008
I.T. per Attività Sociali Grazia DELEDDA - Presenza di cittadini stranieri
ANNO SCOLASTICO
2002-2003
Tasso stranieri
1,0%
2003-2004
2004-2005
3,4%
70
3,7%
2005-2006
4,3%
2006-2007
6,0%
2007-2008
2,7%
APPENDICE C
Dati statistici relativi alle iscrizioni, promozioni e presenza di studenti stranieri
all’I.T.I. “A.Volta”
I.T.I. Alessandro VOLTA- DATI SU CLASSI E ISCRIZIONI
ANNO SCOLASTICO
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
2007-2008
8
8
8
8
8
7
Numero alunni
129
113
126
115
104
94
Numero alunni maschi
122
110
117
109
98
87
7
3
9
6
6
7
128
110
124
110
100
85
1
3
2
5
4
9
Numero classi
Numero alunni femmine
Numero alunni italiani
Numero alunni stranieri
I.T.I. Alessandro VOLTA - PROMOZIONI
ANNO SCOLASTICO
Tassi di promozione in
% sugli iscritti
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
1 classe
45,7%
50,0%
45,5%
31,3%
20,0%
2 classe
75,0%
50,0%
39,1%
52,6%
70,6%
3 classe
44,0%
55,2%
50,0%
32,0%
40,7%
4 classe
75,0%
87,5%
65,4%
61,9%
66,7%
5 classe
91,3%
90,5%
86,7%
88,9%
92,9%
Tasso globale
64,1%
64,5%
54,3%
49,6%
52,9%
2007-2008
I.T.I. Alessandro VOLTA - Presenza di cittadini stranieri
ANNO SCOLASTICO
2002-2003
Tasso stranieri
0,8%
2003-2004
2004-2005
2,7%
71
1,6%
2005-2006
4,3%
2006-2007
3,8%
2007-2008
9,6%
ALLEGATO
Questionario della ricerca
A cura del codificatore:
Codice struttura:|__||__|
Numero questionario:|__||__||__|
PROVINCIA DI TRIESTE
ASSESSORATO ALLE POLITICHE EDUCATIVE – OSSERVATORIO SULLA SCOLARITA’
INDAGINE SUGLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI SERALI DELLA PROVINCIA DI TRIESTE
L’Assessorato all’Educazione della Provincia di Trieste, nell’ambito di un più vasto progetto di monitoraggio della domanda d’istruzione, ha
promosso un’ampia ricerca che si propone di tracciare un quadro globale dell’utenza dei corsi serali. Tra le diverse iniziative è prevista la
rilevazione delle esperienze di studio e delle situazioni di lavoro degli studenti attraverso il seguente questionario anonimo che La preghiamo
di compilare con cura. I dati rilevati saranno utilizzati ai soli fini statistici secondo quanto previsto dall’articolo 13 del D.Lgs 30 giugno 2003
n.196 (legge sulla privacy.) A conclusione dell’iniziativa i principali risultati dell’indagine verranno “restituiti agli studenti” mediante opportune
iniziative di divulgazione. Si prega pertanto di contribuire al successo dell’iniziativa rispondendo con attenzione alle domande del
questionario.
A. - ISTRUZIONE
A.1. - Classe attualmente frequentata:
1… prima
2… seconda
3… terza
4… quarta
5… quinta
A.2. - Come è venuto a conoscenza dei corsi serali di questo specifico Istituto? (max 2 risposte)
1… da amici/parenti
2… da chi ha frequentato/frequenta lo stesso istituto
3… dal giornale locale
4… dalla pubblicità sulle locandine/depliant/materiale informativo/manifesti
5… dalla pubblicità radiofonica
6… dal sito Web dell’Istituto
7… altro (specificare______________________)
A.3. - Quanto sono stati importanti i fattori di seguito
riportati nello scegliere questo specifico Istituto?
(per ciascuna voce scegliere il livello di importanza:
1 = per niente; 2 = poco; 3= abbastanza; 4 = molto; 5=
moltissimo)
1… orario delle lezioni
(inizio/fine, sabato, etc.)
12345
2… facilità/comodità nel raggiungere
la scuola
12345
3… consiglio di amici/parenti
12345
4… interesse per una o più materie
insegnate
12345
5… riconoscimento dei crediti formativi
precedentemente acquisiti
12345
6… maggiore possibilità di trovare/cambiare lavoro
dopo il diploma
12345
A.4. - Al momento dell’iscrizione quanto sono state
importanti le seguenti motivazioni nella decisione di
riprendere gli studi?
(per ciascuna voce scegliere il livello di importanza:
1 = per niente; 2 = poco; 3= abbastanza; 4 = molto; 5=
moltissimo)
1… desiderio di concludere gli studi interrotti 1 2 3 4
2… insoddisfazione per il lavoro attuale
e desiderio di cambiamento
1 2 3 4
3… possibilità di trovare un lavoro
adeguato (alle proprie aspirazioni)
1 2 3 4
4… desiderio di migliorare i proprio
livello culturale
1 2 3 4
5… sollecitazioni da parte del
partner/parenti/amici
1 2 3 4
6… uscire dalla routine e fare
nuove conoscenze
1 2 3 4
7… necessità di conseguire un diploma per
avanzare nel lavoro (concorsi)
1 2 3 4
8… voglia di proseguire gli studi ed iscriversi
all’università
1 2 3 4
75
5
5
5
5
5
5
5
5
B. - PERCORSO FORMATIVO
B.1. - Quale tipo di corso o scuola ha frequentato per il conseguimento della licenza della scuola media inferiore?
1… scuola diurna
2… corso presso i Centri Territoriali Permanenti
3… corso 150 ore
4… scuola privata
5… scuola all’estero
B.2. - A che età ha conseguito la licenza media inferiore oppure il titolo equivalente ?__________________
B.3. - Dopo il conseguimento della licenza media, ha frequentato una scuola superiore, esclusa la scuola serale attuale?
1… Si
2… No (vada alla domanda B.10.)
Le seguenti domande fanno riferimento unicamente all’ultimo istituto superiore da Lei frequentato prima dell’iscrizione alla scuola serale.
B.4. - Quale tipo di istituto superiore statale o privato ha
frequentato?
1… liceo
2… istituto tecnico (commerciale/industriale/nautico/per attività
sociali/per geometri, ecc..)
3… scuola magistrale
4… istituto d’arte
5… istituto professionale di stato
6… altre scuole (specificare_____________________)
B.7. - Ha completato il corso di studi conseguendo un
diploma?
1… Si
2… No
(risponda solo se non ha completato gli studi superiori)
B.8. - Per quale ragione non ha proseguito o completato gli
studi superiori? (max. 2 risposte)
1… scarsa motivazione ed interesse
2… difficoltà nello studio/basso rendimento scolastico
3… motivazioni familiari/motivi economici
4… inserimento nel mondo del lavoro
5… difficoltà nei rapporti con alcuni professori
6… difficoltà nei rapporti con i compagni di classe
7… altro (specificare ____________________)
B.5. - Quale è stata l’ultima classe frequentata?
1… prima
2… seconda
3… terza
4… quarta
5… quinta
B.9. - Nel corso dei Suoi studi (scuole medie o superiori) ha
dovuto ripetere qualche anno?
1… No, mai
2… Si, una volta
3… Si, due o più volte
B.6. - Nell’ultimo anno di scuola ha ottenuto la promozione?
1… Si
2… No
B.10. - Dopo la scuola media o l’istituto superiore ha frequentato un corso professionale regionale ((ENAIP, IAL, ecc.)
1… Si
2… No (vada alla domanda B.12.)
B.11. - Ha completato il corso conseguendo un attestato?
1… Si
2… No
B.12. - A che età ha interrotto / completato gli studi superiori o i corsi professionali?
76
C. - LAVORO
Le domande successive fanno riferimento al lavoro attuale. Se svolge più di un’attività lavorativa, riferirsi a quella prevalente.
C.1. - Qual è la Sua attuale condizione professionale?
1… Occupato
(vada alla domanda C.2.)
2… Disoccupato
3… In cerca di prima occupazione
4… Studente
5… Casalinga
6… In mobilità/in cassa integrazione
7… Pensionato/a
8… Altra condizione non professionale
(vada alla domanda C.16.)
Qui di seguito vengono riportate alcune domande in merito alla situazione lavorativa. Tale sezione dovrà essere completata unicamente dagli
occupati.
C.2. – Qual è la Sua posizione nella professione?
OCCUPATO ALLE DIPENDENZE
OCCUPATO COME LAVORATORE INDIPENDENTE
1… Impiegato
2… Addetto ai servizi commerciali
3… Addetto ai servizi assistenziali o
a altri servizi alla persona
4… Operaio
5… Altro dipendente (specificare________________)
6… Imprenditore/libero professionista
7… Artigiano/commerciante
8… Altro lavoratore in proprio con partita IVA
9… Coadiuvante in azienda familiare
10… Socio di cooperativa
11… Altro lavoratore indipendente (collaboratore, ecc..)
C.3. - Qual è la Sua tipologia di contratto?
1… dipendente a tempo indeterminato
2… dipendente a tempo determinato
3… apprendista/contr. formazione lavoro
4… interinale (tramite agenzia)
5… collaboratore co.co.co/a progetto
6… collaboratore occasionale
7… senza contratto
8… lavoratore autonomo/in proprio
C.4. - In quale settore si colloca la Sua attività?
1… industria
2… artigianato, edilizia
3… commercio, servizi per le aziende (banche/assicurazioni)
4… Servizi alla persona/Servizi assistenziali
5… Pubblica Amministrazione (Stato/parastato/enti locali)
C.6. - Mediamente quante ore alla settimana lavora? |__|__|
C.5. - Luogo in cui esercita la propria professione:
1… Comune di Trieste
2… altri Comuni della Provincia di Trieste
3… altre Provincie del F.V.G./altre Regioni italiane
4… estero (specificare_______________________)
C.7. – Orario di lavoro:
1… unico, fisso
2… spezzato
3… a turni
C.8. – Il suo attuale lavoro è:
1… a tempo pieno (vada alla domanda C.10)
2… part- time
C.9. - Lavora part-time per:
1… mancanza di altre opportunità di
lavoro
2…necessità familiari
3…scelta personale
4…conciliazione studio e lavoro
77
continua dalla pagina precedente
C .10. - Di solito a che ora termina il Suo lavoro?
1… prima delle 15
2… dalle 15 alle 17
3… dalle 17 alle 19
4… dopo le 19
5… orario variabile
C.11. - Abitualmente raggiunge la scuola partendo da:
1… casa
2… luogo di lavoro
3… altro (specificare_________________________)
C.12. - Da quanto tempo svolge tale attività?
1… da meno di 6 mesi
2… da 6 mesi ad 1 anno
3… da 1 anno a 3 anni
4… da 3 anni a 5 anni
5… da più di 5 anni
Domanda solo per i lavoratori dipendenti
C.13. - Può usufruire di permessi di studio retribuiti per seguire le lezioni?
1… Si
2… No
C.14. - Qui di seguito sono riportati alcuni aspetti che determinano la soddisfazione lavorativa. Per ognuno di essi esprima
il Suo grado di soddisfazione in merito alle seguenti voci, facendo riferimento al lavoro attuale.
FATTORI DI SODDISFAZIONE
1
2
3
4
5
1. Stabilità/sicurezza
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
2. Retribuzione economica
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
3. Realizzazione personale nel
lavoro
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
4. Autonomia nel lavoro
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
5. Interesse per l’attività svolta
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
6. Possibilità di fare di fare
carriera
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
7. Ambiente lavorativo
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Moltissimo
C.15. - Qual è il Suo livello di soddisfazione nella conciliazione di lavoro e studio?
1
2
3
4
5
Per niente
soddisfatto/a
Poco
soddisfatto/a
Abbastanza
soddisfatto/a
Molto
soddisfatto/a
Completamente
soddisfatto/a
C.16. - Attualmente è in cerca di un lavoro / un nuovo lavoro?
1… Si
2… No
78
D. - SCUOLA E STUDIO
D.1. – Quanto ciascuno dei seguenti impegni e oneri rappresenta un problema per la frequenza del corso serale? (per
ciascuna voce scegliere il livello di importanza: 1 = per niente; 2 = poco; 3= abbastanza; 4 = molto; 5= moltissimo)
1… impegni familiari
2… sovraccarico lavorativo
3… eccessivo carico di studio richiesto
1 2 3 4 5
1 2 3 4 5
1 2 3 4 5
D.2. - Indicativamente qual è la Sua percentuale media di
frequenza alle lezioni nel corrente anno scolastico?
1… 0-25 %
2… 25-50%
3… 50-75%
4… 75-100%
D.3. - Quante ore settimanali dedica mediamente allo
studio?
1… meno di 5
2… da 6 a 10
3… da 11 a 15
4… più di 15
D.4. – Come valuta, nel complesso, i suoi risultati scolastici?
1
3
4
5
Discreti
Buoni
Ottimi
2
Insufficienti Sufficienti
D.5.- Per ognuno degli aspetti sotto riportati esprima una valutazione utilizzando la scala di soddisfazione indicata:
ASPETTI DELLA VITA SCOLASTICA
1
2
3
4
5
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Completamente
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Completamente
3. Didattica adatta all’apprendimento degli adulti.
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Completamente
4. Possibilità di personalizzazione dei percorsi
formativi.
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Completamente
5. Integrazione e collaborazione tra i compagni di
classe.
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Completamente
6. Clima di classe che favorisce l’apprendimento.
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Completamente
1. Disponibilità al dialogo e alla collaborazione da
parte dei docenti.
2. Attenzione dei docenti per difficoltà/problemi
personali degli studenti.
D.6. – Complessivamente quanto si ritiene soddisfatto dell’esperienza scolastica / formativa che sta svolgendo?
1
Per niente
soddisfatto/a
2
Poco
soddisfatto/a
3
Abbastanza
soddisfatto/a
4
Molto
soddisfatto/a
D.7. – Tenuto conto della sua situazione scolastica, familiare e lavorativa attuale, Lei:
1… ha intenzione di proseguire la frequenza del corso serale a cui è iscritto/a
2… è indeciso/a se continuare la frequenza del corso serale a cui è iscritto/a
3… pensa di ritirarsi/abbandonare il corso serale a cui è iscritto/a
79
5
Completamente
soddisfatto/a
E. - DATI ANAGRAFICI
E.1. - Età:__________
E.2. - Genere:
1… Maschio
2… Femmina
E.3. - Titolo di studio conseguito in Italia:
1… licenza media
2… diploma di qualifica professionale
3… diploma di scuola superiore
4… laurea/laurea breve
E.4. - Stato civile:
1… Nubile/celibe
2… Coniugato/a
3… Separato/a oppure Divorziato/a
4… Vedovo/a
E.5. - Cittadinanza:
1… Italiana (vada alla domanda E.10)
2… Straniera. Indichi il Paese di Origine:_________________ (Se straniero e residente in Italia vada alla domanda E.6)
E.6. - Da che anno vive in Italia?______________
E.7. - Titolo di studio conseguito all’estero:
1… licenza media
2… diploma di qualifica professionale
3… diploma di scuola superiore
4… laurea
5… specializzazioni post-laurea
E.8. - Si è mai iscritto ad un corso di apprendimento della
lingua italiana per stranieri?
1… si, nel passato
2… si, lo sto frequentando
3… si, ma l’ho interrotto
4… no, mai
E.9. - Nel complesso, come valuta il Suo livello di conoscenza della lingua italiana?
insufficiente
sufficiente
discreto
buono
ottimo
SCRITTO
ORALE
E.10. - Numero TOTALE dei componenti nucleo familiare in cui vive:___________
E.11. - Composizione nucleo familiare (Indichi con una crocetta le persone con cui vive attualmente):
1… Coniuge/Partner
2… Figli (numero totale figli_____; di cui minori_____)
3… Madre
4… Padre
5… Sorelle/Fratelli
6… Altri parenti
7… Altre persone
Altri Comuni della Provincia di Trieste
7… DUINO-AURISINA; SGONICO-MONRUPINO
8… MUGGIA; DOLINA/SAN DORLIGO DELLA VALLE
Altra Provincia italiana
9… (specificare ____________________)
Estero
10… (specificare____________________)
E.12. - Comune o circoscrizione di residenza:
Comune di Trieste
1… TS Altipiano Est-Ovest
2… TS Roiano Gretta Barcola, Cologna, Scorcola ...........
3… TS Città Nuova, Barriera Nuova, S. Vito, Cittavecchia
4… TS Barriera Vecchia, S. Giacomo
5… TS S. Giovanni, Chiadino, Rozzol
6… TS Servola, Chiarbola, Valmaura, Borgo S. Sergio
E.13. - Come giudica il suo tenore di vita?
1… molto basso
2… basso
3… medio
4… medio - alto
5… alto
Si ringrazia per la collaborazione.
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Il presente rapporto di ricerca è stato realizzato dall’Istituto Regionale per gli
Studi di Servizio Sociale (I.R.S.Se.S.). Corrado Candian e Francesca
Pedron hanno curato le diverse fasi (progettazione, metodologia e
elaborazione dati, stesura rapporto).
Il lavoro di raccolta dati e lo svolgimento delle interviste della prima fase
sono stati realizzati da Alessandra Gubertini e da Anja Starec. Il lavoro di
raccolta dati nella seconda fase è stato realizzato da Chiara Zanetti.
Il presente lavoro è stato attuato nell'ambito dei finanziamenti per Il Centro Servizi Provinciale
(Legge Regionale 25 gennaio 2002 n. 3, all’art. 7, commi 8 e seguenti).
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