Relazione laboratori scuola secondaria primo grado

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Relazione laboratori scuola secondaria primo grado
RELAZIONE SICURI SICURI
FASCIA DI PROGETTO
Medie
EDUCATORI COINVOLTI
Sara Spini
Cassandra Rofi
Fabrizio Fioretti
CLASSI COINVOLTE
ORE FATTE
ATTIVITA' SVOLTE
1°M e 1°R Busoni Vanghetti
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Le due classi hanno fatto un percorso
parallelo per la realizzazione di un manuale
di giochi sicuri, da poter proporre anche in
altre scuola. Entrambe le classi sono partite
da una valutazione su cosa si intende per
rischio, per pericolo e per sicurezza e su
come queste caratteristiche possano essere
abbinate ai giochi. Mentre la 1°M ha lavorato
su quelli che sono i giochi sicuri da poter
fare in classe, la 1°R, avendo a disposizione
la palestra ha sperimentato e rimodellato
una serie di giochi da poter fare in grandi
ambienti. Dai gruppi sono emersi consigli e
ingredienti per poter giocare in sicurezza.
3° F Bacci Ridolfi
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Come prosecuzione di un percorso iniziato
già lo scorso anno, la classe di
Castelfiorentino ha lavorato su un'attenta
mappatura dei rischi, dei pericoli in cui ci si
può imbattere nel tragitto da casa a scuola.
L'analisi è stata fatta attraverso rilevazioni,
scatti di fotografie e la realizzazione, sul
finale di una mappa dei percorsi più sicuri.
2°D e 1° D Boccaccio
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Le due classi hanno fatto un percorso di
riflessione, attraverso l'utilizzo di schede di
rilevazione, sul rischio e sul pericolo, per poi
arrivare a mappare la scuola, andando a
indicare i pericoli che ci sono e quali
atteggiamenti portano ad aumentare i
rischi. La II° D ha realizzato anche il plastico
della classe sicura.
2°A e 2°B Santissima
Annunziata
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Dopo aver analizzato lo spazio del giardino
entrambe le classi hanno lavorato in
sottogruppi per realizzare dei segnali di
pericolo da mettere nello spazio analizzato.
L'attenzione particolare che i ragazzi hanno
avuto è stata rispetto al Target di coloro che
li avrebbero visti, di fatto il giardino della
scuola è frequentato dai bambini della
primaria fino alle scuole superiori.
CLASSE
OBIETTIVO
1°M e 1°R Busoni Vanghetti
Realizzare un manuale del gioco sicuro da
poter diffondere nelle scuole, che contenga
giochi e consigli per giocare in sicurezza nella
scuola.
3° F Bacci Ridolfi
Realizzare una mappa dei percorsi sicuri per
arrivare da casa a scuola, attraverso l'analisi
dei rischi e dei pericoli e dei comportamenti.
2°D e 1° D Boccaccio
Dopo una riflessione su rischio e pericolo,
fare una mappatura della scuola e segnalare
luoghi pericolosi e comportamenti rischiosi.
2°A e 2°B Santissima Annunziata
Analizzare i rischi e i pericoli che ci sono nello
spazio del giardino della scuola ed elaborare
una cartellonistica per avvertire delle aree più
pericolose.
METODO
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Life Skill Education: l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) individua 10
competenze necessarie da apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per
affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana indispensabili per
promuovere il benessere personale e sociale, per stabilire relazioni efficaci, per
prevenire comportamenti a rischio. Per Kappaerre l’apprendimento di tali abilità
avviene solo a fronte di un’esperienza pratica.
•
Pedagogia delle Arti Circensi: L’arte e l’espressione sono uno dei metodi più efficaci
di inclusione sociale e di educazione contro la violenza. Le discipline circensi hanno in
se un carattere liberatorio e la capacità di esprimere impulsi repressi diventando così
uno strumento di interazione e di comunicazione. Il circo è da sempre stato
considerato una forma d’arte e di espressione di abilità legate al corpo e alla cultura di
provenienza dell’artista, fatto che rende la diversità culturale interessante, se non
addirittura un valore aggiunto; il circo è da considerarsi uno spazio neutro dove tutti
sono utili e mettono in pista le loro abilità speciali e nascoste, fa si che l’individuo
abbia la possibilità di esplorare i propri limiti e le proprie potenzialità in un clima di
cooperazione e non di competizione.
•
Il coaching: è una strategia di formazione che parte dall’esperienza di ciascuno e
opera un cambiamento, una trasformazione che migliora e amplifica le proprie
potenzialità per raggiungere obiettivi personali, di team e manageriali. È un processo
che offre al cliente strumenti che gli permettono di elaborare ed identificare i propri
obiettivi e rafforzare la propria efficacia e la propria prestazione. Il cliente che si affida
al coach ha delle potenzialità latenti e tramite il coach impara a scoprirle e ad
utilizzarle. Il coach dunque è un facilitatore del cambiamento, è una persona che
stimola e indirizza le energie del cliente e lo aiuta a prendere consapevolezza delle sue
potenzialità.
•
Strategia della Partecipazione: si intende un processo educativo volto alla
responsabilizzazione, all'autonomia e all'autorganizzazione dell’individuo. Lo
sviluppo della capacità di partecipare attivamente è una competenza, un percorso
della persona che passa attraverso diversi livelli dall'informazione strumentale alla
progettazione partecipata passando dalla capacità di motivarsi e decidere
consapevolmente. La strategia della partecipazione è una metodologia educativa che
accompagna il bambino/ragazzo nel suo percorso verso la cittadinanza attiva
proponendo esperienze concrete di partecipazione sociale e stimolando riflessione e
senso critico.
•
Educare all’autonomia e all’autorganizzazione: facendo esperienze all’aria aperta e
non solo, conoscendo la propria città, il proprio territorio e la propria regione. Dove
l’adulto riveste il ruolo di facilitatore di processo aiutando il bambino\ragazzo nelle
varie fasi che caratterizzano il percorso di autonomia e autorganizzazione.
•
Il Gioco: Il gioco è una delle forme di comunicazione non verbale di affettività e di
emozionalità da considerare più importante nell’arco del corretto sviluppo della
persona. Attraverso il gioco i bambini scoprono le loro personali capacità di azione e
di affermazione, acquisiscono sicurezza in se stessi con spontaneità e gradualmente.
Spesso gli adulti tendono a sottovalutare il ruolo fondamentale che il “giocare” assume
nell’ambito dell’apprendimento, non solo dei comportamenti motori, ma anche in
quelli cognitivi e relazionali. Quella gamma di comportamenti che ci permettono di
relazionarci al mondo che ci circonda, Fink dice che il gioco è una metafora del mondo
reale, di fatto il gioco è un ambiente protetto, dove si può sperimentare, dove lo
sbagliare ha un valore molto importante perché è sbagliando che si impara a non
sbagliare. Il gioco è in fondo una palestra che ci permette poi di trasferire gli
atteggiamenti appresi al mondo reale.
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Learning by doing: metodologia dell’imparare facendo che viene messa in atto
attraverso momenti di rilettura delle esperienze fatte (prassi-teoria-prassi), in modo
che i percorsi fatti siano memorizzati, che emergano gli errori e le possibilità per
risolverli.
•
La peer education: intesa come una strategia educativa volta ad attivare un processo
naturale di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze da parte di alcuni
membri di un gruppo ad altri membri di pari status. Il fatto importante è che non c’è
una relazione di potere come quella che c’è tra docente e studente, tra animatore e
giovane, tra direttore ed operaio. In questa accezione, la peer education propone
un’alternativa all’idea di autorevolezza ed è inoltre caratterizzata dall’enfasi posta su
un tipo di apprendimento che sia contemporaneamente interattivo e partecipativo.
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La teoria dell’apprendimento sociale sviluppata da Bandura e Mayer secondo la
quale l’apprendimento è una acquisizione attiva che avviene attraverso la
trasformazione e la strutturazione dell’esperienza, nel contatto e nell'osservazione di
altre persone. Si parla di apprendimento sociale perché questa teoria cerca di spiegare
come gli individui osservano le azioni degli altri e finiscono per fare propri i modelli di
azione osservati come modalità di risposta ai problemi, alle condizioni o agli eventi
della propria vita personale. La teoria dell’apprendimento sociale parte dal
presupposto che le abitudini tendono a diventare relativamente stabili o ricorrenti
quando vengono in qualche modo rinforzate. La teoria dell’apprendimento sociale è
basata sulla nozione che gli individui imparino non attraverso una singola esperienza,
ma in seguito a un numero di tentativi, in cui il legame fra gli stimoli e la risposta da
imparare viene mano a mano rinforzato.
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Teoria dell'intelligenza emotiva: Salovey & Mayer (1990) la proposero come una
forma di intelligenza vera e propria e che consiste nelle abilità mentali di percepire le
emozioni, di regolarle, e di usare le informazioni emozionali per guidare il pensiero e
le azioni. Queste abilità si applicano alle situazioni che viviamo, si esplicano in
rapporto ad esse.
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Inclusione sociale: significa porre la questione della diversità, fisica e culturale, nella
dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che
partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto: includere vuol
dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Ciò non significa negare il
fatto che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità o diversità
culturali, ma vuol dire spostare i focus di analisi e intervento dalla persona al contesto,
per individuarne gli ostacoli e operare per la loro rimozione. Il fine è promuovere
condizioni di vita dignitose e un sistema di relazioni soddisfacenti nei riguardi di
persone che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale, in
modo che esse possano sentirsi parte di comunità e di contesti relazionali dove poter
agire, scegliere, giocare e vedere riconosciuto il proprio ruolo e la propria identità.
STRUMENTI
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Giochi e attivazioni legati al tema della sicurezza
facilitazione in gruppo
laboratori manuali creativi
rilettura in cerchio delle esperienze fatte
schede di lavoro sulla percezione della sicurezza
momenti di rilettura e programmazione con i docenti
VERIFICA E CONCLUSIONI SULL'ATTIVITA'
Le classi si sono dimostrate estremamente collaborative nell'attuare i percorsi proposti dalle
docenti e dagli educatori. Tutte la scuole medie hanno contribuito a tracciare diversi aspetti
della sicurezza a scuola, non solo vista nei momenti di studio in classe, ma sopratutto in
quelle fasi dove non si fa didattica, ovvero nel tempo libero, con lo scopo di diminuire i rischi
e segnalare i pericoli oggettivi. Oltre a questo i percorsi delle Busoni Vanghetti hanno visto il
gioco sotto la lente d'ingrandimento della sicurezza, realizzando un manuale di giochi che
fornisce una serie di accortezze per poter giocare in sicurezza negli spazi che i ragazzi hanno
a disposizione. La scuola media di Castelfiorentino ha invece approfondito l'aspetto legato
alla sicurezza fuori dalla scuola ed elaborando una mappa dove sono segnalati i percorsi
sicuri e i rischi.
Sarebbe interessante riuscire a creare un collegamento con i territori dove sono inserite le
scuole e poter proporre gli elaborati anche alle classi che non hanno partecipato
direttamente al progetto.