Biologia in Pratica - Unaapi ODE AL SACCAROSIO Zuccheri che
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Biologia in Pratica - Unaapi ODE AL SACCAROSIO Zuccheri che
ODE AL SACCAROSIO Zuccheri che intossicano, impurità insidiose, questioni di quantità…il punto di vista di un ricercatore americano Il costo gode di una considerazione primaria nell’alimentazione agricola. Ma una dolcezza a buon mercato può essere soppiantata rapidamente dal gusto amaro degli inconvenienti di un prodotto poco costoso. Gli alti costi dello zucchero da tavola (saccarosio) e un vantaggioso mercato per il miele hanno spinto gli apicoltori a provare alimentazioni per le api meno costose. Alcuni sostituti dello zucchero da tavola si sono rivelati fortemente deludenti; altri hanno funzionato. I fattori che limitano l’efficacia dei carboidrati nella nutrizione delle api non sono riconducibili a un problema di marche: devono essere capiti meglio. Determinati zuccheri, che hanno un valore nutritivo per i mammiferi, possono intossicare le api. L’esame delle tossine negli zuccheri dovrebbe fornire la comprensione di alcuni problemi di nutrizione delle api. Zuccheri che intossicano le api quando sono somministrati a bassi livelli in sciroppo di saccarosio comprendono galattosio, arabinosio, xilosio, melibiosio, mannosio, raffinosio, stachiosio e lattosio (Barker e Lehner, 1974b; Barker 1976a). La pectina, l’agar e molte gomme sono tossiche o possono idrolizzare in zuccheri tossici. D’altra parte il glucosio, il fruttosio, il maltosio, il saccarosio, il melizitosio ed il trehalosio sono sicuri e nutrienti. I motivi per cui determinati zuccheri sono tossici a bassi dosaggi sono sconosciuti. Sono uscite teorie in conflitto tra loro. Persino importanti processi biochimici che presiedono al processo di trasformazione del nettare in miele rimangono avvolti nell’ignoranza. Il miele, che è principalmente fruttosio e glucosio, non è stato in grado di far sopravvivere api ingabbiate quanto lo sciroppo di saccarosio (Barker e Lehner, 1973). Tuttavia molti apicoltori considerano il miele come un alimento ideale per le api, nonostante i rischi di diffusione di malattie nel somministrarlo. Così viene spesso somministrato alle api zucchero da tavola che è stato idrolizzato in sciroppo invertito contenente glucosio e fruttosio. La giustificazione per questa pratica non è basata su dati nutrizionali, ma sul presupposto che l’idrolisi aiuta la digestione. Gli sciroppi sono convenienti per l’alimentazione, e l’idrolisi riduce la granulazione nello sciroppo. Inoltre il saccheggio può essere meno problematico con sciroppo invertito, perché il glucosio e il fruttosio diventano meno attrattivi del saccarosio per le api in età di bottinare (Barker e Lehner, 1974c). Anche se lo sciroppo invertito ha un sapore più dolce al gusto umano, per le api non è più attrattivo del saccarosio. Recentemente si sono resi disponibili sciroppi ad alto contenuto di fruttosio prodotti tramite fermentazione enzimatica dell’amido di mais. (Aschengreen, 1975), ad un costo inferiore del saccarosio. Eccettuate delle differenze secondarie nei sali (Schellenberger e altri, 1975) e delle differenze più sostanziali negli aromi, questi sciroppi sono chimicamente non distinguibili dal miele. Lo sciroppo di amido ad alto contenuto di fruttosio è stato somministrato da Bland (1975) e Floyd E. Moeller di Madison, WI (comunicazione personale) ad api ingabbiate, senza effetti negativi, ma senza migliori risultati rispetto al saccarosio rispetto alla loro sopravvivenza. Doull (1974) ha somministrato 3 diversi sciroppi prodotti tramite idrolisi dell’amido di frumento. Questi sciroppi invertiti erano nocivi per le api in claustrazione. Doull ha sospettato che ad essere nocivi fossero i polisaccaridi non digeriti, specialmente l’amido. Migliori risultati che con i suoi sciroppi invertiti li ha ottenuti col saccarosio. Biologia in Pratica - Unaapi “Formosio”, una miscela di zuccheri sintetizzata dalla formaldeide, causa inibizione dello sviluppo e morte delle api operaie (Mizuno e altri, 1973). Gli zuccheri raffinati di canna e barbabietola sono saccarosio puro e, naturalmente, sicuri. Dal punto di vista nutrizionale si equivalgono. Gli zuccheri non raffinati hanno intossicato le api. I fattori tossici nelle melasse e negli zuccheri bruni non sono stati identificati. Bailey (1966) ha trovato che lo zucchero di canna semiraffinato era inoffensivo, ma che lo zucchero di barbabietole semiraffinato ha fatto diminuire la vita delle api.. Così, devono essere state tossiche delle impurità nel suo zucchero di barbabietola non raffinato. Lo zucchero di barbabietole grezzo può essere tossico a causa delle pectine o dei galattosidi in esso contenuti (Barker, 1976a). Bailey inoltre ha rilevato che un miele vecchio di 8 anni ha avuto un effetto dissenterico quanto gli zuccheri tossici: un picco di assorbimento coincidente con l’idrossimetilfurfurale correlato con la tossicità di miele vecchio e sciroppi acido-idrolizzati. Prove recenti (Jachimowitz ed El Sherbiny 1975; esposizione di Barker 1976b) mostrano che l’idrossimetilfurfurale può essere tossico se somministrato con glucosio più fruttosio a dosaggi riscontrati in alcuni campioni di sciroppo acido-idrolizzato riscaldato e di miele vecchio riscaldato. Gli scarti dello zucchero come le polveri della macinatura o le eccedenze del candito forniscono a volte una fonte economica di saccarosio, ma del sale o della farina in esso contenuti possono essere nocivi. Piskovoi e altri (1964) hanno trovato che il comune sale da tavola, cloruro di sodio, a bassi livelli come 0,125% nello sciroppo di zucchero, causava dissenteria e mortalità in api ingabbiate. Api di colonie invernate con scorte di miele contenente dallo 0,35 all’1,16% di sale, morivano prematuramente. Scarti con una percentuale alta di farina o destrina, una volta aggiunti all’acqua fermentavano e portavano a morte le api. La tossicità dovrebbe essere influenzata dai microrganismi eventualmente presenti. La tossicità della farina e delle destrine è a volte attribuita a indigeribilità e compressione nel retto delle api. Ciò sembra irragionevole. Somministriamo di routine cellulosa in polvere ad api tenute in gabbia senza provocare alcun danno. In più, diversi muri di polline sono indigeribili ma inoffensivi. Gli zuccheri che hanno intossicato le api sono componenti accettabili di una razione alimentare purchè sufficientemente diluiti con saccarosio. Bailey ha dimostrato che i suoi campioni di zuccheri acido-invertiti non hanno avuto effetti deleteri se diluiti 8 a 1 con saccarosio. Il miele e i nettari contengono tracce di zuccheri tossici quali raffinosio, mannosio e galattosio (Percival 1961; Siddiqui, 1970). I livelli subletali di questi zuccheri nel polline, nel miele, nel nettare sono stati in grado di modificare gli effetti degli zuccheri nelle diete di supplemento. Per contro, scorte abbondanti di zuccheri sicuri sono stati in grado di diluire le tossine nell’alimentazione di supplemento. Concordiamo con l’antico filosofo Paracelso, che ha dichiarato che l’intossicazione è causata dalla quantità, non dalla sostanza. “Tossico” significa semplicemente “troppo”. ROY J. BARKER Tratto e liberamente tradotto dal sito dell’USDA BeeSource_com POV U_S_D_A.htm Biologia in Pratica - Unaapi