Rosanna Figna IL SIGNOR HAYASHI
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Rosanna Figna IL SIGNOR HAYASHI
Rosanna Figna IL SIGNOR HAYASHI LietoColle Libriccini da collezione ~7~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle ~8~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle Foreword L’uomo, unità circolare perfetta a cui non si può togliere ed aggiungere niente , così come Leonardo l’ha disegnato, così come lo concepisce il Tao, è il protagonista di questo lavoro. E’ la storia di come può iniziare una perversione masochistica e di come la si vive cercandone il senso e le motivazioni. E’ un viaggio in verticale, all’interno dell’esperienza del dolore volontario, di come arriva a trasformarsi in piacere, di quando gli estremi si toccano e, circolarmente si uniscono. Non è solo un atto fisico, ed una volontà psichica di sottomissione, ma come tutto ciò che riguarda la sfera sessuale, è legato a delle radici vitali, ancestrali e profonde. L’iter del Signor Hayashy, manager giapponese in carriera, è seguito con dovizia di particolari descrivendo il suo immaginario erotico, ed i suoi incontri con le Dominatrici, ma senza enfasi o moralismo, lontano dalla violenza e dalla volgarità che generalmente caratterizza le descrizioni di sesso estremo. Questa vicenda ci porta in una Tokyo poco caratterizzata. Siamo invitati ad identificarci con questo personaggio, forte e debole nello stesso tempo, che ha delle perversioni inaudite. Nel luogo, la cui massima espressione erotica sono i fumetti Manga. Lo capiamo per quel po’ di masochismo che, inconsciamente alberga in ciascuno di noi, per quel po’ di inconfessato e di inconfessabile che c’è nel nostro immaginario intimo. Può esserci una inconsapevole volontà di farci del male tutte le volte che non evitiamo che qualcuno ci possa soverchiare, od ogni volta che ci feriamo accidentalmente; è una osservazione acuta che forse ha una sua verità, il dolore è comunque una conoscenza ed una pratica estremamente necessaria. In una società estremamente permissiva, come la nostra, in cui è sparita l’idea del castigo, è abbastanza frequente trovarne ancora dei retaggi, ed incontrare qualcuno che si crei sensi di colpa o che si voglia autopunire. La sottomissione crea sicurezza, forse la stessa che si provava nell’infanzia ad essere soggetti ai genitori, così Shikiro Hayashy ricerca la sua dimensione più regressa, intima e sicura, nella passiva soggiogazione alle Signore. C’è sempre un complesso rapporto tra dominante e dominato, anche in un non apparente scambio di ruoli. Il finale a sorpresa, lascia poi liberi di pensare: che sia un gioco col lettore o con il personaggio, oppure che tutto quello che cerchiamo o che immaginiamo, spesso è vicino a noi . ~9~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle ~ 10 ~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle Il Signor Hayashi Quella sera d’autunno, il tunnel della metropolitana era affollato come sempre. Lui stava tornando a casa dopo un’estenuante giornata di stage presso una società specializzata in consulenza su bilanci e fusioni industriali. La sua attenzione fu inspiegabilmente attratta da una lucente punta d’ombrello che ticchettava sulla pavimentazione. Continuava a fissare la punta metallica premuta verso terra, e intuiva quanto dovesse essere fredda e dolorosa raffigurandosela sulla schiena nuda. I suoi occhi si posarono poco più a lato, e videro i piedi della proprietaria dell’ombrello infilati in scarpe di vernice nera col tacco. Alzò lo sguardo, ancora annebbiato dalla sua visione, e vide una donna dagli occhi grigi e dai capelli rosso carminio. Fu un attimo. Poi lei scomparve. Il suo treno arrivò e lui lo prese. Doveva arrivare nel quartiere dall’altra parte di quella tentacolare megalopoli che è Tokyo. L’immagine di quella scena con quella punta metallica lo accompagnò ancora per giorni, e nel dormiveglia arrivò perfino a desiderare d’essere penetrato da quella cosa fredda ed appuntita. Una volta, a teatro, durante un concerto di musica classica, s’incantò ad osservare la mano bianca ed affusolata della violinista. Immaginò che quella mano e quel braccio così belli gli passassero l’archetto del violino sulla pelle nuda del fianco, con forza, arrossandogliela, poi che si spostasse più giù, facendogliela passare nell’interno cosce, e verso l’attaccatura dei testicoli. Osservava quel movimento e lo vedeva su di sé. Iniziava a provare piacere, quando una corda si sfilacciò e lui fece un sussulto. La sua fidanzata, seduta di fianco, gli prese ~ 11 ~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle la mano e lo guardò, serena, con un lieve sorriso. Tutto svanì nel nulla. Cominciò a preoccuparsi, a chiedersi perché dovessero venirgli certe strane fantasie sessuali. Si era sempre giudicato «abbastanza normale», in più era un dirigente in carriera, quindi non poteva permettersi sbagli o sgarri. Per certe cose, il Giappone è crudelmente puritano. Ci sono registri sociali molto esclusivi. Parecchie agenzie investigative si dedicano unicamente al controllo del background d’una persona interpellata, se questa fa domanda di lavoro, o vuole sposarsi o far parte di un club. Esistono registri familiari che risalgono a tempi molto remoti, e si possono anche diseredare i figli semplicemente per qualche loro manchevolezza morale. Lui non poteva permettersi passi falsi. Mentre nei mesi successivi la sua vita scorreva su binari prefissati, con le previste escalation professionali, le sue fantasie, nei momenti di distensione o di mancato controllo, si facevano per lui sempre più inquietanti. Si vedeva legato a x ad un letto, con donne intorno, e gli piaceva l’idea d’essere alla loro mercé. Di volta in volta, sperimentavano su di lui piccole nuove torture. Una volta immaginò addirittura una ragazza mascherata che gli inseriva aghi da agopuntura nella zona pubica, e avvertì un’erezione. Aveva sempre pensato che i suoi gusti rientrassero nella norma. Solo un’altra volta si era stupito delle sue reazioni: fu quando, da ragazzo, lo portarono al museo dei tatuaggi. Raccoglieva pelli umane tatuate e conciate, esposte per mostrare i disegni che vi erano stati impressi. Era stato un medico legale ad iniziare questa raccolta verso il 1920 che mentre esaminava il corpo d’un uomo appartenente alla yakuza, assassinato da un clan rivale, rimase colpito dalla bellezza dei disegni sul corpo, così gli venne l’idea di conciarne la pelle. La collezione continuò, fino a diventare museo. Nel corso del tempo, vennero effettuate centinaia di aggiunte, e lì c’era l’impronta d’una parte di ~ 12 ~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle Giappone: quella più oscura. Lui si era soffermato a leggere la storia degli affiliati alla yakuza: l’usanza di tatuarsi aveva origini lontane. Era un mezzo per riconoscersi e per proteggersi dagli informatori, tuttora diffusissimo. In genere, mancavano loro parti delle dita, perché venivano tagliate via, nocca per nocca, a causa delle trasgressioni connesse. Dovevano farlo davanti al Boss, e senza mostrare d’avere paura o provare dolore. Gli uomini appartenenti a questo clan finivano spesso in prigione per i motivi più diversi, specialmente quelli di basso rango, che pagavano le colpe dei capi. In prigione, anche all’epoca attuale, eseguono questi impianti al pene: prendono una perla e la inseriscono sotto la pelle, una per ogni anno trascorso in cella. Tagliano un bastoncino o uno spazzolino da denti fino ad ottenere una punta molto aguzza. Praticano un taglio, poi sollevano ed allargano la pelle inserendovi la perla. Alla fine, applicano un bendaggio stretto, in maniera che si richiuda sopra la rotondità. C’erano foto in cui si vedevano membri pieni di protuberanze. Lui rimase choccato da questa cosa. Era immobile e non riusciva a pensare ad altro, fino a raffigurarsi due mani femminili, laccate di rosso, mentre incidevano il suo per infilarvi una grossa perla grigia. Non c’era sangue, né paura del dolore: accadeva e sembrava quasi reale a lui, in piedi, solo in una stanzetta in penombra del museo. ~ 13 ~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle Si trattò, comunque, d’un episodio. Niente a che vedere con questo ripetersi di fantasie, delle quali non poteva parlare con nessuno. Le donne delle sue performance immaginarie non avevano connotati precisi: non c’era una Dominatrice, una che avesse provocato in lui questa tendenza, né c’era stato un episodio scatenante. Succedeva, e lui ne era deliziato, spaventato ed angosciato. Viveva solo. All’alba dei trent’anni non era ancora sposato. Era un passo che non si decideva a compiere, adducendo sempre, a sua madre ed alla sua fidanzata, mille motivi di carattere pratico ed economico, quindi molto ben recepiti e tollerati da entrambe. In un paese dove la massima perversione era acquistare mutande usate dalle liceali, dove l’erotismo era consumato sui Manga, lui si sentiva veramente un estremista, credeva d’avere una malattia diabolica. Le sue erano deviazioni da imperatore romano, da europeo annoiato, e non da efficiente manager del Sol Levante… doveva eliminarle. Forse era stato troppo stressato, ultimamente. Si prese qualche giorno di pausa, ma proprio quando la sua mente poteva vagare, ecco che ritornavano le scene… Dopo una bella sudata in sauna, mentre beveva un tè verde, avvolto da un morbido accappatoio, immaginò una splendida donna biondo platino, capelli lunghi, occhi azzurri, scalza, gioielli ai piedi ed alle caviglie, bustino di seta nera e maschera sul volto, mettergli un collare da cane intorno al collo. Lo fece inginocchiare ai suoi piedi, e, sganciatosi in basso il corsetto, gli impose di leccarla: prima sull’interno cosce, poi sulle labbra, ed in seguito dentro. A questo punto, la sua erezione si fece potente. Iniziò a masturbarsi mentre l’immagine della donna si faceva più nitida, più particolareggiata. Ora lei prendeva un altro collare, molto più lungo, fatto a Y con borchie più corte, e glielo faceva indossare legandolo alla vita, con la parte metallica rivolta all’interno. Lo obbligò a muoversi carponi e quella cosa gli premeva all’attaccatura dei testi- ~ 14 ~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle coli e delle gambe, contro l’ano e in mezzo alle natiche. Era imbrigliato, e quelle briglie diventavano più strette. Alla fine, venne. Pensò di rivolgersi ad uno psichiatra, ma credeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di raccontare queste cose nei minimi dettagli, e sapeva che loro scavavano nel più piccolo particolare… inoltre riteneva che nessuno di loro potesse avere un rimedio. Anzi, probabilmente gli avrebbero consigliato di seguire le proprie inclinazioni, tanto anche loro erano tutti più o meno deviati. Un giorno decise di abbandonarsi e provare almeno una volta a seguire le sue tendenze, per vedere se erano solo perversioni della sua mente, o se funzionavano anche messe in pratica. In un porno shop, nel settore sesso estremo, scelse alcune cassette SM, pagò in contanti per non essere individuato attraverso la carta di credito, e aspettò con trepidazione d’essere a casa per poterle vedere. Non gli piacquero per nulla. Innanzi tutto detestava la violenza. Urla, frustate, sangue, cose fatte con odio, lo inorridivano. Doveva esserci un’arte, nel dolore: far provare piacere e male insieme era una raffinata ricerca di due estremi che si toccano. Lui voleva qualcosa come quella giovane e bella infermiera che andava a fargli le iniezioni quando era piccolo e gracile. Lo accarezzava e gli diceva con tono suadente: «Ti farò male, ma è per il tuo bene. Vedrai: brucia un po’, ma passa subito». Se c’era arte e piacere nel dare dolore, ce n’era nel riceverlo, e questo si trasformava in un godimento sommo, capace di superare le barriere dei cinque sensi, di convertire l’allarme e la sofferenza provati in un benessere superiore creato nella mente. Era un oltrepassare le barriere della carne, sovraccaricare i nervi con stimoli opposti e fortissimi. Poi non sopportava gli uomini ed i gay. Voleva donne, immaginava creature di una femminilità potente e calma, non l’isteria, non la nevrosi sfogata nell’atto voluttuoso. Voleva essere Adamo tentato da Eva, Ulisse legato di fronte alle sirene, Leopold von Sacher-Masoch punzecchiato dalla sua Wanda, Penteo sbranato dalle baccanti… cer~ 15 ~ Rosanna Figna, Il signor Hayashi, LietoColle