Un messaggio impresso nel tempo - Diocesi di Anagni

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Un messaggio impresso nel tempo - Diocesi di Anagni
016
in breve
www.diocesianagnialatri.it
Appuntamenti
Pagina a cura
dell'Ufficio Comunicazioni Sociali
ANAGNI
ALATRI
Via dei Villini
03014 Fiuggi (FR)
Tel.: 0775/514214
Fax:
e-mail:
Martedì 21 gennaio ore 18.00 Ufficio
Catechistico, incontro con i catechisti di
Santa Maria della Mercede e Immacolata Concezione.
Giovedì 23 gennaio ore 10.00 Incontro
per Foranie.
Sabato 25 gennaio ore 18.00 Concattedrale San Paolo Apostolo – Alatri, Preghiera ecumenica.
Domenica 26 – venerdì 31 gennaio CoPas residenziale a Folgarida.
[email protected]
Domenica, 19 gennaio 2014
Tempo digitale. L’annuncio della buona novella tra smartphone e tablet
Prospettive, opportunità e rischi nel passaggio dalla carta ai nuovi media
Un messaggio impresso nel tempo
Centro di pastorale sociale
Il web e il lavoro che cambia
Bibbia digitale
La migrazione alle nuove tecnologie
per aiutare l’uomo nel suo lavoro
e non per far dimenticare
il gusto e il sapore del sapere umano.
DI
ROBERTO MARTUFI
I
n un periodo storico in cui si
tende a digitalizzare tutto, si
pensa che il tempo della carta e
del supporto esterno stia passando.
Si va dalla carta stampata ai giornali
online; dai faldoni di documenti e
agli album di foto ai supporti
digitali; dalla musica e ai video su
nastro o vinile o cd/dvd ai vari
formati digitali. C’è bisogno di
sapere come costruire? Sicuramente
qualcuno ha digitalizzato quello
che serve e, basta un po’ di astuzia
nel formulare bene la richiesta su
un motore di ricerca, che appare la
risposta. Bisogna fare una ricerca su
qualche personaggio? Basta mettere
il nome e, senza nessuna fatica, tale
personaggio appare sullo schermo
S
i è svolto sabato 18 gennaio alle ore 18.00 a
Fiuggi al Centro Pastorale l’incontro, organizzato dal centro di Pastorale Sociale diocesano, dal tema: “...Il lavoro che cambia. Potenzialità e rischi del Web”. Relatore dell’incontro,
pensato anche in collaborazione con la Caritas
diocesana, l’Azione Cattolica e il Progetto Policoro, è stato tenuto da monsignor Domenico
Pompili sottosegretario della CEI e direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI. L’incontro, pensato per riflettere sul mutamento
del mondo lavoro e del mercato, ha avuto lo
scopo di aiutare a riflettere su come il mondo
del web sia sì una potenzialità da sviluppare per
smuovere il mercato ma rischia di bloccare alcuni tipi di attività c di strutture sociali legate
al mondo del lavoro.
R. M.
e, diventa come il
vicino di casa.
Certo il tempo del
digitale aiuta
l’uomo a
velocizzare la
ricerca e ad avere tra
le mani gran parte
dello scibile umano
ma fa perdere il
gusto della scoperta
e dell’ingegno. Non si può negare
che avere il mondo a portata di
mano, nel vero senso della parola
dato il grande uso degli
smartphone e dei tablet, ti fa sentire
un po’ padrone della conoscenza.
In fondo non è necessario sapere,
qualcuno si è informato prima e ha
messo tutto il suo sapere a
disposizione del cybernauta
Coordinamento pastorale a Folgarida
C
ome ormai consuetudine da diversi anni i direttori degli uffici pastorali diocesani si ritrovano insieme per iniziare a pensare e organizzare il successivo anno pastorale. Meta prefissata è Folgarida, frazione del comune di Dimaro, in provincia di Trento. La partenza, prevista per domenica 26 gennaio con ritorno il venerdì successivo, porterà i responsabili degli Uffici a riunirsi in un inteso lavoro di verifica
e progettazione. Punto importante sarà la prossima assemblea pastorale di giugno e, di conseguenza ad essa, le attività da proporre alla
diocesi per vivere a pieno il cammino che si andrà a delineare. Temi,
quelli di Folgarida, che prendono vita dal confronto che si è avuto con
il consiglio pastorale diocesano. La serie di incontri, guidati dal Vescovo,
serviranno anche a fare una verifica attenta del cammino fino ad ora
svolto. Verifica necessaria per addrizzare il tiro e garantire un buon agire pastorale alla diocesi.
Roberto Martufi
Un cammino per catechisti motivati ed uniti
elle comunità parrocchiali sono in corso
Nitinerari
di iniziazione cristiana. Il vescovo monsignor Lorenzo Loppa ha più volte manifestato ai parroci l’esigenza di programmare
un percorso di formazione specifica dei catechisti. Per questo l’Ufficio Catechistico Diocesano propone un percorso formativo per catechisti di base e animatori della catechesi, dal
titolo “Educatori nella fede, capolavori di
speranza” che si volgerà presso il Centro Pastorale di Fiuggi a marzo 2014. Questo itinerario si propone di aiutare i catechisti a riscoprire la motivazione del proprio servizio nella Chiesa e, in particolare, nella comunità locale di appartenenza, e favorire una maggiore conoscenza reciproca attraverso il dialogo e il confronto in vista di una prassi catechistica condivisa a livello diocesano. Una condizione favorevole dovrà essere la presenza di catechisti
che dovranno mostrare una forte motivazione nel percorrere l’itinerario.
La sfida è passare da catechisti isolati e affannati per la ricerca di sussidi e
metodologie, ad un’équipe di catechisti che vivano un’esperienza personale di riscoperta della propria fede e di una comunione fra loro e con la
Chiesa locale.
Ufficio Catechistico
facilitando il compito e garantendo
anche una certa qualità . Se il
sapere però è ciò che da sapore alle
vita allora si dovrebbe perdere
gusto nell’accontentarsi di quanto
altri hanno detto o fatto e messo in
rete ma, sempre più si va alla ricerca
dell’app o del sistema, più rapido e
funzionale, che faciliti il lavoro e,
permetta, di non perdere tempo e
fare altro. Tutto questo potrà mai
sostituire la carta stampata o il
supporto esterno che, anche nel suo
ingombro, rendeva ogni cosa
diversa dall’altra? In un unico
oggetto si possono avere musica,
documenti, libri, video, storie di
famiglia e, si può,
contemporaneamente, parlare con
le persone in tutto il mondo.
Andando a scavare, non troppo in
fondo, anche la preghiera ha avuto
la sua evoluzione digitale. Avere
uno smartphone o un tablet
permette di avere tutto ciò che è
necessario per una giusta e corretta
preghiera e, nel caso più estremo,
per una buona celebrazione o per
gestire la vita sacramentale.
Ovunque con un semplice
movimento del dito e da un unico
strumento puoi passare, senza
nessuna fatica, da una
conversazione con un amico alla
liturgia delle ore; da un qualsiasi
gioco a un testo per aiutare la
meditazione. Non si può negare
che, se i grandi del passato, fossero
nati in questo tempo, sicuramente
avrebbero utilizzato a pieno i mezzi
digitali per aiutare la diffusione del
loro messaggio ma, per dare un
segno evidente di novità, si
sarebbero affidati comunque alla
carta che, nella sua semplicità,
avrebbe reso il loro annuncio unico
e irripetibile; avrebbero messo per
iscritto parole che avrebbero preso
il profumo del futuro e del tempo
che passa e, nella loro unicità
sarebbero state diverse da tutte le
altre parole. E’ vero che digitalizzare
comunque aiuta anche l’attività
pastorale; economizza il tempo e le
risorse e, nel rompere i confini
geografici, avvicina le persone.
D’altro canto non ci si può
fossilizzare sull’idea che, nel
mettere tutto in rete, si aiuti o
cambi l’annuncio del Vangelo.
Bisogna sempre avere ben presente
che tutto quanto l’uomo crea lo
può aiutare, se usato bene e per il
bene, ad essere migliore ma, la cosa
che più rende l’uomo degno del
suo nome, è il saper rendersi conto
della differenza tra le cose e il saper
qualificare il tempo rendendolo
qualitativamente rilevante a
seconda del vissuto.
La memoria di S. Antonio Abate
risveglia le nostre vere radici
onostante l’industrializzazione del
territorio abbia portato ad allontanarsi dalla campagna, in questi tempi, non particolarmente facili, l’invito a
tornare alle origini, soprattutto in campo rurale, è spesso richiamato alla mente. Le nostre comunità, pur avendo, in
parte, accantonato il sapore genuino
della terra e dei suoi frutti, restano sempre attente, nelle loro tradizioni, soprattutto ecclesiali, ad esso. In questi
giorni, nella memoria di S. Antonio Abate, tutte le comunità parrocchiali si
sono mosse per festeggiare il padre del
N
monachesimo occidentali e per propiziarsi la benedizione del Signore sui
campi e sugli animali, domestici e da
lavoro. Ma chi era questo Santo? Figlio
di un agiato agricoltore cristiano, spinto dall’affermazione evangelica: “Se
vuoi essere perfetto, va’, vendi quello
che possiedi e dallo ai poveri”; vendette ogni suo bene e distribuì il ricavato
ai poveri, affidò la sorella ad una comunità religiosa e si ritirò nel deserto e
si distinse in modo particolare per il dono della penitenza e della preghiera.
R. M.
un’importante realtà presente nella diocesi
«In Dialogo» al servizio
della riabilitazione
a comunità “In Dialogo”, nata da una idea di Padre Matteo
Tagliaferri, trova la sua origine a Casamaina (Aq) dove
Padre Matteo era parroco nel 1991. La Diocesi di Anagni–
Alatri mise, poi, a disposizione di Padre Matteo una struttura a
Trivigliano. Dal 1992, rispetto al progetto iniziale, che consisteva
nell’accogliere i giovani per poi avviarli presso diverse strutture,
Padre Matteo e i primi ragazzi decidono di creare una Comunità
vera e propria. Come orientamento per i giovani, Padre Matteo
formulò i dieci principi della Comunità: rispetta gli altri con
amore; se stai attento e accorto in quello che fai oggi lo potrai
essere anche domani a Tuo vantaggio; impara a trattare con
misura tutto ciò che la vita
quotidiana ti offre e avrai il
necessario anche domani;
quando hai il buio intorno a Te
e dentro di Te affidati con
fiducia a chi cammina con te;
metti cuore nelle Tue
responsabilità, le eserciti bene
se sei disposto a crescere; libertà
è conoscersi nelle motivazioni
che ispirano i Tuoi
comportamenti, perciò accetta
serenamente il confronto con
gli altri; credi sempre nelle
possibilità di chi ti è vicino,
come altri hanno creduto nelle
Da oltre vent’anni Tue, quando neanche Tu ci credevi;
quando di fronte a situazioni
la comunità fondata pesanti e difficili non sai più cosa
dire o fare, sappi che puoi sempre
da padre Matteo
scegliere di amare; tu davvero cresci
trova le sue basi
e maturi, quando ti senti capace di
nei “dieci principi” dare, piuttosto che ricevere, di
più di essere capito; senza
per rinnovare se stessi capire
onestà e sincerità non puoi
raggiungere tutto questo per
e potersi così
uomo. Viene realizzato,
reinserire nel mondo rinascere
poi, il centro “Nuova Speranza”,
per offrire uno stimolo ulteriore a quei giovani che hanno già
avuto precedenti esperienze comunitarie non terminate. Viene
creato il primo centro femminile in uno stabile messo a
disposizione dalle Figlie della Carità di Artena e il Centro
Meditativo San Vincenzo. Fin dall’inizio si è avvertita l’esigenza
di assicurare una vita libera e dignitosa anche a quei giovani che,
una volta concluso il cammino comunitario, si trovassero privi
di un supporto familiare e di sbocchi lavorativi; viene, pertanto,
attivata una officina per la fabbricazione di infissi in alluminio e
di falegnameria. L’attività di reinserimento sociale viene poi
formalizzata e potenziata con la realizzazione della nostra
Cooperativa “Comunità In Dialogo di Solidarietà Sociale”.
Importante è stato il riconoscimento da parte della Regione
Lazio della Comunità quale Ente Ausiliario. Viene realizzato un
nuovo centro “Volontà di Vita”, in un vecchio casolare immerso
nel verde. A seguito della presenza di numerosi giovani nei
diversi centri della Comunità, si è reso necessario avere anche un
riconoscimento da parte della ASL del territorio, e per questo,
viene stipulata la convenzione tra la Comunità in Dialogo e la
ASL di Frosinone per l’accoglienza di giovani tossicodipendenti:
la Comunità potrà quindi strutturarsi in modo più adeguato e
permanente. Nel 2000 di grandissimo rilievo è stata l’innovativa
decisione del Vescovo di Anagni–Alatri, Mons. Francesco
Lambiasi, di inserire fra i luoghi dove vivere l’esperienza
giubilare anche la Comunità, la quale viene visitata da centinaia
di persone e da gruppi giovanili e parrocchiali. Nel 2001 viene
realizzata la Casa alloggio per malati di Aids, che fornirà un
servizio sanitario più appropriato a tanti giovani sieropositivi e
ammalati, che da sempre la Comunità ha accolto.
Comunità In Dialogo
L
L’unità dei cristiani come risposta al Vangelo
el dare senso e compimento al suo messaggio
di salvezza il Signore Gesù, pur evidenziando i
diversi carismi di ciascuno, ha sempre sostenuto
l’unità di quanti credono nel Suo nome. Dallo
scorrere del tempo, che va dalla sua venuta ad oggi,
gli uomini, cercando di mantenere fede a quanto
Egli ha insegnato, si sono scontrati e, come
conseguenza inevitabile dello scontro, si sono divisi.
La divisione ha rotto quanto la preghiera
sacerdotale del Vangelo di Giovanni ha evidenziato
con il dire “ut unum sint”, “perché siano una cosa
sola”. Nonostante tutto divisione non è stata
l’ultima parola detta in ambito di cristianità e, fin
dalle prime divisioni, sempre è salita al Padre la
preghiera affinché si potesse vivere nell’unità. Le
iniziative portate avanti, per raggiungere lo scopo,
sono sempre state molte fino ad arrivare alla
settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Molte le iniziative che vengono portate avanti in
questa settimana, che ci invita a riflettere sul fatto
che Cristo non può essere diviso, affermazione della
N
La chiesa cattolica, valdese e
ortodossa riunite insieme
testimoni dell’«ut unum sint»
a cui Cristo ci chiama
in qualità di suoi discepoli
Lettera ai Corinzi che fa da risonanza a questa
settimana. Tra le più rilevanti, oltre la preghiera
nelle diverse celebrazioni eucaristiche, sabato 18
gennaio ad Anagni nella Chiesa del monastero delle
clarisse di S. Chiara alle ore 17.00 il vescovo Sua Ecc.
Mons. Lorenzo Loppa ha presieduto l’eucaristia per
sottolineare, in maniera solenne, l’importanza della
preghiera per l’unità. Significativo l’inizio nel
monastero claustrale; in un luogo dove la preghiera
sale continua e costante a Dio, una forte attenzione
all’unità di tutta la Chiesa non deve mancare. Altri
momenti importanti saranno domenica 19 gennaio
sempre ad Anagni, nella Chiesa di S. Giovanni alle
ore 19.00 e sabato 25 gennaio ad Alatri nella Chiesa
Concattedrale San Paolo Apostolo alle ore 18,00 con
le due celebrazioni ecumeniche. Alle celebrazioni
saranno presenti, insieme a Sua Eccellenza Mons.
Lorenzo Loppa, vescovo della Diocesi, il Pastore
Hiltrud Stahlberger della Chiesa Valdese di
Ferentino; Padre Florentin Mititelu della Chiesa
ortodossa rumena di Alatri e un rappresentante
della Chiesa apostolica. Sicuramente passi avanti in
vista della unità in Diocesi sono stati fatti
soprattutto verso la chiesa ortodossa rumena. Già
da diversi anni la Chiesa di San Giovanni ad Alatri è
stata data in gestione alla comunità rumena e
momenti significativi sono stati vissuti nelle
coincidenze delle festività più importanti come il
Natale e la Pasqua. Da evidenziare che ancora
molto si può fare per garantire la unicità dell’unica
Chiesa di Cristo facendo saltare le divisione che la
storia a portato con la fragilità dell’uomo.
Roberto Martufi
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