Musica Strumentale e Devozione nella Napoli del Settecento

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Musica Strumentale e Devozione nella Napoli del Settecento
Musica Strumentale e Devozione nella Napoli del
Settecento
Luogo: Sala Rari
Data: domenica 25 settembre, ore 12
Anno: 2016
Categoria: Attività concertistica
Musica Strumentale e Devozione nella Napoli del Settecento
Ensemble barocco "Accademia Reale"
Giovanni Borrelli, violino di concerto
Roberta Andalò, soprano
Musiche di Domenico Gallo, Michelangelo Jerace, Leonardo Leo, Giovanni Battista Pergolesi
Nel contesto dell'apertura straordinaria per le Giornate Europee del Patrimonio 2016,
domenica 25 settembre, alle ore 12, la Biblioteca Nazionale di Napoli propone ai visitori un
concerto di musiche strumentali e vocali eseguite dell'ensemble barocco "Accademia Reale"
Programma
Domenico Gallo (1730 – ?.)
Triosonata in Sol Maggiore (attribuita a G. B. Pergolesi)
(Moderato, Largo, Fugato presto)
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736)
Salve Regina in La minore a voce sola di Soprano con due violini, viola e basso
(Salve Regina, Ad Te Clamamus, Eja Ergo, O Clemens)
Michelangelo Jerace (1700 c.a. – 1780 c.a.)
Sinfonia n. 1 in Re maggiore per due violini e basso
(Andante, Allegro, Largo, Allegro)
Leonardo Leo (1694 - 1744)
Salve Regina in Fa maggiore a voce sola di Soprano, due violini e basso
(Salve Regina, Ad Te Clamamus,Ad Te Suspiramus, Eja Ergo, O Clemens)
Ensemble Barocco “Accademia Reale”
Roberta Andalò, soprano
Giovanni Borrelli, violino barocco di concerto
Vincenzo Bianco, violino barocco
Carmine Matino,viola da braccio
Manuela Albano, violoncello barocco
Tina Soldi, spinetta
L’Ensemble Barocco “Accademia Reale” nasce nel 2008 riunendo concertisti e
professionisti, già precedentemente impegnati nell’Orfeo ensemble e nel complesso
barocco Accademia, uniti dal desiderio di dare vita ad un gruppo di ricerca
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storico-musicologico impegnato nel recupero e nell’esecuzione delle opere inedite di autori
di Scuola Napoletana del Settecento oltre che impegnati in una lettura approfondita della
letteratura musicale barocca.
L’Ensemble Barocco “Accademia Reale” ha approntato negli anni un’ incisiva operazione
di recupero e divulga-zione, operata tramite lo studio delle fonti e la trascrizione, di opere
manoscritte su supporti cartacei ed informa-tici e la conseguente elaborazione di edizioni
critiche e stampa di copie in edizione moderna filologicamente corrette. Infine ne ha
approntato l’esecuzione in prima asso-luta nell’ambito concertistico sia nazionale che
internazionale.
“Accademia Reale” ha tenuto diversi concerti per importanti Associazioni musicali, sia in
Italia che in Festival internazionali, riscuotendo calorosi consensi di critica e di pubblico. Ha
collaborato con l’Università degli Studi Federico II di Napoli e l’Istituto Universitario
Orientale in occasione di seminari e conferenze-concerto. Ha preso parte a manifestazioni
culturali di ampio respiro come Ravello festival, festival barocco di Utrecht, la Rassegna
Concerti-stica HausMisik per il Rotary International. Attualmente l’ensemble sta curando la
registrazione discografica di composizioni inedite di musicisti del XVIII secolo. Numerose
composizioni del repertorio concertistico dell’ensemble barocco “Accademia Reale” sono
in prima esecuzione mondiale.
Nella foto: Roberta Andalò
Napoli nel Settecento tra musica strumentale e devozione
Negli ultimi decenni del diciassettesimo secolo e la metà del diciottesimo si assiste a Napoli
a una eccezionale fioritura della musica strumentale e vocale. Vi affluivano da ogni parte del
Regno per studiare musica nei prestigiosi quattro Conservatori, ma anche per promuovere la
propria attività lavorativa nei vari teatri, istituzioni cittadine, congreghe o istituzioni di
Palazzo. Alcune interessanti personalità artistiche, che meritano oggi un maggiore
approfondimento, come Michelangelo Jerace o Domenico Gallo per un po vissero e si
formarono a Napoli, prima di far conoscere le loro opere in Europa dove furono ampiamente
apprezzate.
Ma nel Settecento si assiste a Napoli anche ad un notevole fervore devozionale sostenuto
dalle svariate congreghe ed istituzioni religiose e laiche. Era dal tardo Medioevo, e non solo
a Napoli, ma anche nel Nord Europa, che il culto di Maria e le cerimonie religiose ad esso
collegate venivano sostenuti dalle confraternite che erano andate costituendosi un po’
ovunque. Il moltiplicarsi dei riti e delle cerimonie dedicati a Maria favorì il distacco del Salve
Regina dalle funzioni liturgiche e la sua diffusione in contesti più genericamente devozionali.
Una vasta schiera di musicisti si misurò allora col breve testo dell’antifona mariana, da
Josquin a Palestrina, da Vivaldi a Leonardo Leo. Pergolesi fu ritenuto, per un certo tempo,
l’autore di ben tredici messe in musica del Salve Regina, e le ragioni di questo eccesso di
attribuzione sono ormai conosciute. La rapida fortuna, cresciuta a dismisura dopo la precoce
scomparsa, poi la trasfigurazione romantica, come genio creatore dalla vita breve e
intensissima, infine la sua identificazione con i tratti quintessenziali della musica italiana,
fecero sì che gli fosse addebitata la paternità di ogni composizione che ne emulasse anche
lontanamente i tratti stilistici. Studi più recenti hanno per il momento ridotto a due le
composizioni sicuramente attribuibili a Pergolesi, il Salve Regina in La minore e il Salve
Regina in Do minore, quest’ultimo ben più noto e del quale è accertata l’appartenenza alla
fase estrema dell’attività artistica del compositore.
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