Pointbreak Magazine 6

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Pointbreak Magazine 6
Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 540 del 19 luglio 2004 Poste Italiane
SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art.1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
magazine
Anno 9 – N. 6/7 – 2012
magazine
Mensile B2B del settore boardsport & action sport
pagine
20-29
Anno 9 – N. 6/7 – 2012
[email protected]
SUP, parola d’ordine:
“TRASVERSALITÀ”
FOCUS SUP
EUROPEAN SURF
EXPO, L’ESORDIO
A SCUOLA DI SURFING
CON L’ISA
• MERCATO ITALIANO: LE AZIENDE RISPONDONO
• CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: PRODOTTI 2012
FOCUS ON
FREERIDE
SKATEBOARDING
“SALVA BUSINESS”
INVESTIRE IN QUESTA DISCIPLINA VARIEGATA
E NON STAGIONALE POTREBBE RIVELARSI
UN’OPPORTUNITÀ DAGLI OTTIMI COSTI-BENEFICI.
pagine 12-13
The Action Movie
Experience
pagina 18
2011 Italian
La nostRa nuova RubRica
AROUND THE WORLD
Surf
Erik Eck,
the KITER MAN
Esposimetro
Sulla spiaggia di Kailua abbiamo incontrato
Erik, che ci ha raccontato la storia del kite,
tra protagonisti ed aneddoti. Compreso
il salto di 60 metri realizzato suo malgrado…
pagina 10
prodotto del mese
Wetsuit R1®
BROOKLYN
ROCKS!
Vistando tre suggestivi surf spot
newyorkesi sulle sponde dell’East River
pagine 14-15
alle pagine centrali
|
editoriale
a cura di Benedetto Sironi
Titolo
Una copertina, un bagnino
e il mondo che cambia
A volte un aneddoto, una figura, una metafora, esprimono un concetto meglio di tanti discorsi. Del resto, anche Einstein sosteneva che
“un’immagine vale più di mille parole”. Prima immagine: la scorsa
copertina di Pointbeak Magazine, con in bella mostra alcune scarpe
DVS. Ebbene, pochi giorni dopo l’uscita del numero, senza peraltro
particolari avvisaglie, DVS Shoe ha avviato negli USA le procedure
di Chapter 11, in altre parole ha dichiarato fallimento (per particolari e ultimi sviluppi vedi news a pag. 8). Un avvenimento che ben
fotografa l’attuale precarietà di una parte (peraltro sempre più
estesa) del nostro mercato: non auguriamo a nessuno la stessa sorte,
constatando però che non poche altre aziende si trovano in una situazione di grande incertezza, se non già pericolosamente in bilico.
Seconda istantanea: in un weekend di giugno passeggiavo verso
il mare al fresco di una pineta sulla costa romagnola (zona lidi ravennati). A un tratto incrocio uno sguardo che mi suona famigliare.
L’indecisione reciproca dura solo qualche istante, visto che non ci si
vedeva da qualche tempo. Poi sono grosse pacche sulle spalle e sorrisi. “Ma che ci fai qui, con quella bici e quella t-shirt?” - domando
un po’ stupito. “Beh, dopo tanti anni da agente (per molti noti marchi, ndr) ho deciso di smettere”, mi risponde. “Ho mollato tutto, ora
faccio il bagnino. Sinceramente mi ero stufato di questo mercato. A
cominciare da alcune aziende che, adottando scuse improbabili, non
mi hanno neppure pagato alcune provvigioni”.
Terza fotografia: in questo caso l’obiettivo della mia macchina fotografica è più ampio, quasi grandangolare. L’immagine scattata è
quella di un mondo che cambia sempre più velocemente. Nel quale
alcune logiche di soli 4-5 anni fa sono già preistoria. Dove la concorrenza in molti settori è sempre più serrata e magari arriva dall’estero, agguerrita e competitiva (tanto per fare un esempio che
esula dal nostro mondo, sono stato recentemente in un ristorante
egiziano di Milano: aperitivo, primo e bevande per nove persone, qualità più che buona, prezzo totale 60 euro... e potremmo continuare
con molti altri esempi in altri ambiti).
Mettiamo in fila queste tre immagini. Se le uniamo agli altri pezzi
Titolo
del puzzle, in un mercato profondamene sofferente che ha pagato
una campagna vendite invernale con un calo complessivo di almeno
il 40% e un’estate che non è partita nel migliore dei modi, la prima
reazione sarebbe quella di un profondo sconforto. Ma è un atteggiamento che non ci appartiene. E che – pur comprendendolo – vivamente vi sconsigliamo. Guardare avanti, sempre e comunque. Comprendere cosa è possibile fare in prima persona per migliorare le
cose. Non esitare ma agire. Guardarsi intorno, trovare nuove strade,
differenziare il proprio business. A volte la medicina migliore è proprio una sana, radicale svolta.
Di idee noi ne abbiamo tante e continueremo a proporvele sulle pagine di Pointbreak Magazine (che oltretutto a settembre tornerà con
una veste grafica rinnovata). Nonostante il fatto che già l’editoriale non
ignori certo la situazione asettica del mercato, questo numero si presenta come particolarmente vivo, interessante e ricco di stimoli positivi. Con le consuete, preziose statistiche (vedi il surf esposimetro) qualche consiglio pratico su come differenziare il vostro business (articolo
sullo skate a pag 13), con un bel focus dedicato al SUP (uno dei segmenti più in salute del mondo boardsport insieme al longboard), con
tante news dal mercato italiano ed estero. E ben due nuove rubriche:
il prodotto del mese (che d’ora in avanti vi presenteremo con dovizia
di particolari sulle due pagine centrali) e lo spazio “Around the World”
(addirittura in duplice puntata per questa volta alle pagine 14-15). Una
rubrica che, attraverso la nostra rete di contributors internazionali e la
nostra redazione negli USA, vi porterà sovente in giro per il mondo, raccogliendo storie esclusive e spunti inediti. Facendovi ragionare, discutere, agire. E magari – perché no – anche sognare.
N. 6-7 / 2012
magazine
Mensile B2B del settore boardsport & actionsport
Editore
Sport Press Srl
Presidente DANIELE DE NEGRI
Direttore Responsabile ANGELO FRIGERIO
Direttore Editoriale RICCARDO COLLETTI
Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23
20821 Meda (MB) - Tel: 0362.600469 - Fax: 0362.600616
E-mail: [email protected]
Website: www.pointbreakmag.it
Stampa: Ingraph - Seregno (MB)
Redazione USA: DNF Media, Inc
1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050
Tel: 001.408.261.8809
Registrazione al Trib. di Milano n. 540 del 19 luglio 2004. Periodico mensile Anno 9 N. 6-7/2012.
Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 - Conv. in L. 46/2004 - Art.
1 Comma 1 - LO/MI - Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in
suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o
cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Sport Press S.r.l. Responsabile dati: Riccardo Colletti.
Chiuso in redazione il 25 luglio 2012
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top news |
PRIMO PIANO
Il brand californiano Hippy Tree
in Italia con ASD
RedBull Racing Eyewear
e Ogio distribuiti da Athena
Athena Spa, distributore in Italia di GoPro, Recon e
Xsories (produttore di accessori utili per GoPro), ha aggiunto due nuovi brand nel proprio portafoglio. Si tratta
del marchio di occhiali da sole RedBull Racing Eyewear,
che offre una linea fashion, sportiva e tecnica, e del famoso marchio americano di borse Ogio, che presenta tre
collezioni: Power Sports, Lifestyle ed Endurance. Ogni linea è unica con un design innovativo. Da ora la distribuzione ufficiale di questi due brand nella penisola italiana
è stata presa da Athena.
ASD Italia, già distributore nel nostro paese di marchi
come Neff, Monster, Frends, Dekline e Rockstar, dà il benvenuto a Hippy Tree. Si tratta di un marchio giovane, fondato nel 2004 a South Bay, in California, dal surfista e artista Andrew Sarnecki. Dopo aver creato il proprio
magazine di surf South Bay dove poter liberamente pubblicare le sue foto, Andrew decise di disegnare e vendere
un calendario ispirato alla rivista insieme a una t-shirt e
a uno sticker. Chiamò questo pacchetto Hippy Tree. In due
mesi riuscì a vendere 1000 calendari e 100 t-shirt, cosa
che decretò la definitiva nascita del marchio. Oggi Hippy
Tree trae ispirazione da due mondi che hanno un rapporto
intimo con la natura, ovvero il surf e l’arrampicata. Le grafiche realizzate a mano e raffiguranti onde, montagne e
vita naturale riflettono l’amore del titolare per l’outdoor.
Hippy Tree è inoltre attento a limitare il suo impatto sull’ambiente tramite l’uso di materiali e processi produttivi
eco-friendly. Il brand si propone di creare una collezione
di boardshorts, tees e pants venduti in negozi specializzati di surf e outdoor di tutto il mondo.
ASD Italia
0341.255379
[email protected]
www.hippytree.com
I brand skate DNA entrano
nella family di Blast! Distribution
A partire dal 1° luglio 2012 Blast! è diventato il distributore esclusivo per l'Italia dei marchi skate DNA Distribution,
che includono Alien Workshop Skateboards, Habitat
Skateboards, Habitat Footwear e Reflex Bearings.
"Una skateboard company non deve semplicemente vendere prodotti ma bensì creare
qualcosa di nuovo, sviluppare un progetto,
comunicare la propria visione della realtà".
Partendo da questo presupposto Chris Carter,
Neil Blender e Mike Hill, nel 1990, abbandonarono la mecca californiana dello skateboarding per tornare nella loro Dayton (Ohio) e
fondare Alien Workshop (a destra una tavola).
Lavorando a due passi dall’Hangar 18 della
Wright Patt Air Force, dove furono presumibilmente trasportati i resti alieni di Roswell, svilupparono una skate co. unica nel suo genere, sotto la direzione creativa di Chris Carter e
la collaborazione artistica di Don Pendleton e
Joe Castrucci. Con il passare degli anni la solida collaborazione con Joe Castrucci creò i presupposti perchè lo skate
artist di Cincinnati potesse forgiare un nuovo marchio sotto
la propria direzione creativa. Così Habitat Skateboards
mosse i suoi primi passi, a 10 anni dalla fondazione di Alien
Workshop, divenende presto anche un
brand di scarpe: Habitat Footwear
(foto a fianco). Nel 2008
il gruppo DNA
venne acquisito
da Burton, che ad
aprile 2012 lo cedette all’imprenditore e star televisiva americana Rob Dyrdeck, già pro
skater per il marchio, che ora collabora come consulente
marketing. Dopo qualche mese l'arrivo dei marchi DNA in
Blast! Distribution, felice e orgogliosa di questa aggiunta al
suo già vastissimo portafogli.
blast! distribution
0362.1855454 - [email protected]
ATHENA - 0444-727290
[email protected] - www.evocamera.it
Blue Distribution allarga
la sua offerta con Minimum
Il marchio di abbigliamento danese Minimum è da ora distribuito in esclusiva per l’Italia da Blue Distribution (che già
conta marchi del calibro di èS, Etnies, Macbeth, Emerica,
Obey, Wesc, Hurley). Fondato nel 1997 da Peder Tang, inizialmente si trattava di un
piccolo negozio di vendita
al dettaglio situato ad Aarhus. La prima collezione
maschile fu lanciata nel
1999, per quella femminile si è dovuto aspettare il
2007. Le linee del brand
danese si ispirano al
mondo urban, con un design pulito e il miglior fit. I
capi sono caratterizzati da
dettagli unici e di alta qualità, mentre il prezzo è assolutamente competitivo.
Le collezioni Minimum sono composte da 4 linee principali
e sei “express collection”, così da garantire sempre prodotti
freschi e aggiornati. Minimum è distribuito anche in Europa,
Asia, Australia e Canada.
Blue Distribution
045.6717111 - [email protected]
Il retailer americano Zumiez
acquista Blue Tomato
Zumiez Inc, retailer specializzato americano che opera nel
mercato action sport trattando abbigliamento, calzature, attrezzatura e accessori, ha firmato un accordo di acquisizione
con Blue Tomato, tra i principali retailer action sport d’Europa
con sede in Austria. Blue Tomato rimarrà nella sua sede di
Schladming e l’intero senior management gestito da Gerfried
Schuller manterrà le sue posizioni. Fondato nel 1988, Blue
Tomato ha raggiunto un fatturato di 29,4 milioni di euro nel
2011 (con un profitto netto di 3,5 milioni), per una crescita
del 27% sui risultati dell’anno precedente. Stando alle ultime
indiscrezioni, Zumiez pagherà 59,5 milioni per il negozio online della società (disponibile in 14 lingue) e i suoi cinque
punti vendita austriaci. Zumiez è uno dei più grandi retailer
americani specializzati nel mercato boardsport, con oltre 450
punti vendita in Nord America oltre a un crescente business
online. Con la nuova alleanza austriaco-americana, Zumiez
intende diventare il più grande rivenditore al mondo per gli
action sport.
www.zumiez.com - www.blue-tomato.com
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Aperto a Isola Rossa il surf
shop del Nesos surf club
Ai primi di giugno è stato aperto e inaugurato il primo Nesos surf shop. Dopo otto
edizioni del Frozen Open, Giuseppe
Romano e Marcello Chessa, ideatori della
manifestazione e colonne portanti del
Nesos surf club, hanno infatti deciso di aprire per la prima volta all’Isola Rossa un
punto vendita di materiale tecnico e di
abbigliamento. Nel nuovo negozio, sito sul
lungomare Cottoni 64b, si potrà acquistare
abbigliamento Vans, Hurley, Nesos, Frozen,
Mother Fucker e Krew. Non mancano inoltre
le tavole Superbrands, Rusty, Fusion e BZ
softboard, oltre agli accessori come le pinne
FCS, i pad e leash Creature e le pluripremiate mute Xcel. La diffusione del surf rimane
comunque l’obiettivo primario di Marcello e
Giuseppe e il negozio servirà anche per
divulgare informazioni sulla spiaggia, sulle
correnti e per discorrere di previsioni
meteo, oltre che noleggiare le tavole. Come
sempre il Nesos organizza anche corsi e il
surf camp che ha la sua base operativa a
pochi metri dalla spiaggia della Marinedda.
Sarà possibile inoltre tesserarsi al club affiliato alla FISURF.
www.marineddabay.com
N. 6-7 / 2012
Nuova casa per l’EuroSIMA
e l’EuroSIMA Cluster
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EuroSIMA, associazione del mercato boardsport europeo, si trasferisce al 123 boulevard de la Dune a Hossegor, condividendo gli
uffici con la Federazione di Surf Francese. La
nuova sede, occupata dalla Federazione da
giugno 2010, è all’interno di un edificio certificato per l’elevato standard qualitativo.
“Questo ci consentirà di incrementare la cooperazione tra le due organizzazioni e di creare progetti comuni. La mia intenzione – ha
dichiarato Fred Basse, presidente di
EuroSIMA – è quella di riunire sotto un unico
tetto tutte le realtà attive nel mercato per dar
vita a una vera Boardsports House in un edificio con una forte identità che ben si colloca
nell’ambiente naturale circostante”. Il prossimo settembre anche l’EuroSIMA Cluster si
trasferirà in nuovi uffici. Dalla Camera del
Commercio e dell’Industria di Bayonne, si
sposterà infatto presso il business center
Olatu Leku di Anglet nel Baia Business Park,
che è interamente pensato per il mercato
boardsport. La presenza di EuroSIMA e del
suo Cluster sia nelle Lande che nei Pirenei
atlantici ha un’importanza strategica. Questo
posizionamento incoraggia infatti la comunicazione, il training e la circolazione di informazioni tra le istituzioni territoriali e gli attori
del mercato. Al contempo contribuisce allo
sviluppo e alla promozione del mercato boardsport a livello europeo.
Arriva nei negozi la prima collezione footwear Eastpak
Dagli stessi designer degli iconici zaini,
borse e accessori travel Eastpak, è in arrivo
per questo inverno una nuova capsule collection di scarpe trendy e di alta qualità, divisa in
due linee – Authentic e Returnity – che mantengono un forte legame con le classiche collezioni del brand. Mentre un’offerta ancora
più ricca è prevista per la SS 2013, che è stata
presentata in anteprima al Bread & Butter
Berlin di luglio 2012. Pensata per tutti gli
urban insider, la linea footwear Authentic è
realizzata con gli stessi materiali robusti e
affidabili degli zaini, disponibile in versione
bassa, media e alta. Materiali premium e
suola vulcanizzata permettono di affrontare
ogni giorno con il giusto stile il contesto urbano. La linea Returnity è invece dedicata agli
amanti dello stile retro, con modelli caratterizzati da pelle scamosciata e dettagli vintage.
Sia la versione bassa che quella media sono
realizzate con particolare attenzione alla qualità e rispecchiano l’heritage del brand. "La
nuova collezione footwear Eastpak è progettata per adattarsi a uno stile di vita dinamico
e urbano. La line-up è una coerente estensione delle nostre collezioni di borse e travel. Ci
sono forti legami sia per quanto riguarda i
materiali che per lo stile, inconfondibilmente
Eastpak”, ha affermato Toon Kympers, vp product & design Eastpak. “Particolare attenzione
è stata data al design, al comfort e all'affidabilità, per andare incontro alle aspettative dei
nostri consumatori, mentre la partnership
con Sugi International Limited, azienda footwear specialist, assicura standard di altissima
qualità". Ha poi dichiarato Massimo
Sinigaglia, CEO di Sugi International Limited:
"Siamo orgogliosi di essere parte di questo
progetto con un partner così dinamico come
Eastpak. Un mix perfetto tra la forza del brand
Eastpak e la nostra esperienza nel mercato
footwear." L’accordo di licenza con Sugi
International Limited (azienda con sede a
Hong) è stato sottoscritto nel 2011.
Jungle Surf con Sea Shepherd per la fauna marina
L’organizzazione internazionale senza fini
di lucro Sea Shepherd Conservation Society,
nata nel 1977 a opera del capitano Paul
Watson, ha come missione la difesa della
fauna selvatica marina, degli oceani e degli
habitat di tutto il mondo, al fine di conservare e proteggere l’ecosistema e le differenti
specie. Sea Shepherd pratica la tattica dell'azione diretta per investigare, documentare
e agire, per mostrare al mondo ciò che succede e per impedire le attività illegali in alto
mare. Consapevole di questi obiettivi Jungle
Surf, surf shop di Palau, Sardegna, ha deciso
di siglare una collaborazione con l’organizzazione. Con l’acquisto di un capo Jungle
Surf, tipicamente caratterizzato dal logo con
la coda di balena, si potrà infatti contribuire
alla conservazione della fauna marina e alle
attività Sea Shepherd. Gwen e Stella, titolari
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Cavalcando le onde con
il bite sportivo Brux Sport
Con l’estate è finalmente giunto il momento tanto atteso dai surfer per buttarsi tra le
onde e catturare il brivido di una tavola da surf
ai piedi. Un’attesa che deve essere compensata da prestazioni al massimo livello. Brux, specializzata nella produzione di bite intra-orali
per lo sport e per il benessere, ha infatti prodotto un modello specifico per migliorare le prestazioni atletiche.
Applicarlo mentre si è su
una tavola o mentre si
pratica qualsiasi altra
attività sportiva significa
riequilibrare la postura ed eliminare le
forze che ricadono sui denti, convergendo le
sinergie del corpo esclusivamente all’attività
muscolare utile alle performance. Una cattiva
occlusione dentale, dovuta a cause naturali o
meccanismi inconsci che portano a scaricare
gli sforzi fisici sui denti, è in grado di compromettere la postura determinando disequilibrio
muscolare, fondamentale sulle tavole e tra le
onde, con ripercussioni negative sulle prestazioni. Negli sportivi di alto livello anche una
minima variazione di equilibrio si può tradurre
in variazioni dell’intensità della forza e delle
capacità di coordinazione, e oltre a provocare
l’insorgere di uno stato di tensioni muscolari
che si ripercuotono negativamente sull’intero
corpo, diminuisce le potenzialità atletiche.
La nuova collezione Obey
dedicata a Keith Haring
e creatori del marchio hanno voluto fortemente e sono orgogliosi di essere rappresentanti e ambasciatori di questa organizzazione in Italia.
www.junglesurf.it
www.seashepherd.it
Toyota lancia un nuovo “surf” pick up brandizzato Oakley
Oakley e Toyota Motor Sales USA hanno presentato il nuovo Oakley Surf Tacoma, l’esclusivo
veicolo completo di ogni dettaglio utile alla
vita del surfer, già a disposizione del team pro
Oakley. Il pick up è perfetto per i lunghi viaggi
alla ricerca delle
mareggiate
e
verso i contest,
per prepararsi alle
heat e per rilassarsi dopo una
sessione in tavola:
in pratica ha tutto
quello che serve
al surf lifestyle.
“Siamo onorati”,
ha spiegato Patrick McIlvain, vice
president of global sports marketing di Oakley,
“di avere il supporto di uno dei leader mondiali
nei motorsports e nei veicoli di consumo. Il design surfing lifestyle del Toyota Tacoma e il nostro programma mondiale pro surf combaciano alla perfezione e non possiamo essere
più eccitati di così per le incredibili specifiche
di cui il Tacoma è caratterizzato per supportare
i nostri atleti”. “È il surf truck definitivo per una
news
surf trip a Baja (Messico)”, ha aggiunto Ronny
Nelson, global surf manager di Oakley. “I dettagli sono meravigliosi: grill per barbeque, giacciaia, serbatoio d’acqua da 30 galloni per doccia o bere, compressore a bordo per sgonfiare
le ruote in caso di
sabbia profonda e
per rigonfiarle poi in
strada, luci full offroad per guidare di
notte in ogni tipo di
terreno, stereo e tv,
convertitore per ricaricare le batterie durante le riprese su
campo da parte di
operatori video e fotografi, sistema di fissaggio per più tavole da surf, tenda da sole
estraibile, sedili impermeabili Wet Okole in
neoprene per non rovinarli quando si entra
con i boardshort bagnati. Siamo semplicemente entusiasti dal fatto che i nostri rider
possono essere serviti in toto dal nostro truck”.
Il nuovo veicolo, oltre a supportare i pro surfer
durante i contest, verrà impiegato anche in
una serie di eventi e attività lungo tutta l’estate.
Obey Clothing ha presentato la nuova collaborazione per il Fall 2012 con la Keith
Haring Foundation. La sinergia è iniziata
quando Obey ha avuto il privilegio di guardare negli archivi di Haring, traendone ispirazione dalla selezione di immagini iconiche
come da quelle meno note. L’obiettivo era
quello di fondere passato e presente e di
riportare alla luce il lavoro di Haring a un
nuovo pubblico, nonché di soddisfare i fan
esistenti attraverso un prodotto pensato in
una nuova prospettiva. La collezione uomo si
è ispirata a pezzi che sarebbero stati disponibili all’interno di The Pop Shop, il negozio di
Haring negli anni ’80. Mike Ternosky, stilista
per la parte uomo di Obey, ha tenuto in considerazione i metodi di produzione che
Haring avrebbe avuto a disposizione ai tempi
di The Pop Shop e degli stili che ben si adatterebbero oggi. I designer hanno inoltre voluto mantenere la massima autenticità utilizzando tecniche di stampa per emulare i disegni per i quali Keith Haring è ben noto nelle
subways di New York. Anche la collezione
donna ha tratto ispirazione da The Pop Shop.
Tessuti dall’aspetto vintage sono stati lavati
per bene a ottenere un effetto vecchio, sbiadito e consumato, mentre la giacca militare
BDU è stata realizzata con un taglio simile a
quella che indossava Keith mentre dipingeva.
La collezione include anche un’illustrazione
di Haring realizzata da Shepard Fairey basandosi sulla famosa foto di Patrick McMullan.
news
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Fioravanti espugna l’Australia
e conquista il titolo Under 16
Andrea Galli country manager
Italia e Svizzera per Apo
Ecco
Ecco ilil nuovo
nuovo LBSTR
LBSTR Skate
Skate Team
Team
A partire dal mese di luglio Andrea Galli è
diventato il nuovo country manager per
Italia e Svizzera (Ticino e Grigioni) del gruppo Snowide, proprietario dei marchi Apo e
White Doctor. Nato a Verbania il 5 settembre
del 1972 e ormai Bormino d'adozione,
Andrea scopre il freeride nella più tenera
età (con annessa tibia rotta). Appassionato
di tennis, lo pratica a livello agonistico fino
al 1994, quando si iscrive al corso per il
diploma di maestro nazionale di tennis.
Inizia la sua carriera lavorativa negli sport
invernali aiutando dal 1995 il fratello, agente in Lombardia per Rossignol e creando poi
nel ’98 l’agenzia f.lli Galli sas. Nel 2009
diventa responsabile del programma New
Generation Rossignol. Ora per Snowide si
occuperà di tutta la rete commerciale e di
tutto ciò che riguarda il marketing per Italia
e Svizzera (Canton Ticino e Grigioni). Curerà
le relazioni con la stampa e i media, la
gestione del team nazionale, le fiere e i contest. Di questi paesi inoltre dovrà anche
creare una nuova rete vendita.
LBSTR Apparel ha ufficialmente annunciato
che, dopo diversi anni di collaborazioni alla
scena skate italiana con sponsorizzazione di
contest, skatepark e supporto skater, è stato
formato un vero e proprio skate team. Il team rispecchia a pieno il flavor e quello che rappresenta LBSTR, con un mix di veterani, facce conosciute e new entry, ma soprattutto un mix di
culture e background tipico di LBSTR. I membri
del team sono Fabio Bottelli e Andrea Marcaietta
Munari, Mattia Restante, Francesco Marconato
alias Mr. Flat, il giovane Alvin Francescato, Daniele Fenili e infine i due skater da sempre con
LBSTR: Gian Maria Pivetta e Fabiano Origuela.
Per quest'estate il team è già impegnato nel suo
primo tour in Veneto e Lombardia.
www.lbstrapparel.com
Leonardo Fioravanti ha conquistato lo scorso
10 luglio a soli 14 anni il titolo Under 16 durante
il prestigioso contest Skullcandy Oz Grom Open
di Lennox Head, in Australia.
Il surfer del team Quiksilver
ha dimostrato il suo incredibile talento surfando da
atleta esperto, sfidando i migliori giovani surfer provenienti da tutto il mondo e
portando ancora una volta i
colori dell’Italia in vetta al
podio proprio nella patria
del surf. Nella fase finale della gara, su onde di
1/1.5 metri, Leo ha totalizzato un punteggio di
17.25 su 20, battendo il local Mikey Wright, classificatosi secondo con 15.05. Il prossimo appuntamento per Leo sarà la finale europea del
Quiksilver King of the Groms, in programma dal
24 al 26 agosto a Ericeira, in Portogallo.
Ph: Emiliano Cataldi - Surf Explore
|
Marco Sampaoli eletto
presidente della WSF
CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE
IL PRESIDENTE
WSF CON
MARCO SAMPAOLI (2° DA SINISTRA).
Gran bella notizia di caratura internazionale
per il mondo snowboard italiano: il consigliere
FSI Marco Sampaoli è infatti stato eletto presidente della WSF (World Snowboard Federation). La nomina risale all’Assemblea Generale
di tutto il mondo snowboard, svoltasi a Monaco
di Baviera il 4/5 maggio
scorsi. Si tratta di una
grande soddisfazione
per Marco, che ha lavorato nella WSF fin dalla
sua fondazione, seguita
alla chiusura della
ISF. Ha percorso tutte le
tappe e i ruoli di importanza nella Federazione
Internazionale dello
Snowboard, collaborando con il TTR per
l’organizzazione delle gare più importanti e dedicandosi soprattutto ai giovani. Ora il ruolo
che gli è stato assegnato è il massimo che si
possa pretendere nell’ambiente. Luciano Rizzi,
presidente FSI, ha dichiarato a proposito: “È un
orgoglio tutto italiano, perché siamo stati proprio noi a proporre il suo inserimento nelle fila
della WSF al momento della sua fondazione”.
Pointbreak Magazine si unisce ai soci FSI nell’augurare un grande in bocca al lupo a Marco
per il suo nuovo incarico.
N. 6-7 / 2012
IL
7
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Aperto un nuovo showroom L’innovativo Supreme Sound di Skullcandy sbarca in Europa
Sportfun a Bracciano
I primi di giugno è stato aperto e inaugurato lo showroom/warehouse Sportfun
Store a Bracciano (RM), in via di Santa Lucia
12/a. Il nuovo locale ospiterà tutta la collezione di magazzino dei marchi distribuiti da
Sportfun (Hobie, Paddle Surf Hawaii,
Hinano, Kialoa, Ozone, Xenon, Hot Buttered,
69Slam), che saranno esposti completamente per essere presentati al meglio alla
rete vendita e al pubblico appassionato di
kitesurf, snowkite, land kite, trainer kite, kiteboard, surfboard kite, surf, SUP e paddle.
All'interno è stato inoltre realizzato un centro di assistenza per la riparazione di Kite
Ozone, con tavolo e macchine da cucire
apposite per offrire il migliore servizio (utilizzando materiali originali Ozone). In aggiunta si eseguono riparazioni kitesurf, snowkite,
foil, bladder e valvole, briglie, oltre a customizzazione di linee e prolunghe e sono
disponibili vele muletto in comodato d'uso.
Nello store è presente infine un’area lounge
meeting e un’area video e lettura.
www.sportfun.it
N. 6-7 / 2012
JOB: un nuovo modo
di fare skimovie
Junkies on a Budget (JOB) è un nuovo e
innovativo progetto skimovie. JOB vuole infatti ridefinire lo skimovie mettendo assieme
i più creativi filmer, freeskier e direttori artistici europei, con l’obiettivo di produrre un
indimenticabile video di sport. Junkies on a
Budget è infatti formato da crew progressive
come Winter Project, Vecom Video, Aestivation Entertainment, We Make Them Wonder
e Daniel Seideneder. Ogni produzione presenta il suo punto di vista sul questo sport
con un segmento di 5 minuti. La linea conduttrice creata da Clemens Purner, direttore
artistico austriaco, fornisce una nuova spinta
allo skimovie, mixando diversi stili in un
grande video finale. L’obiettivo è unire
l’azione del freeski con la capacità di raccontare storie in video. Il progetto JOB non significa solamente produrre qualcosa di mai visto, ma anche scoprire nuovi talenti a cui
dare la possibilità di essere visti e presentati
al grande pubblico. Il primo dei Junkies on a
Budget Movie è il Gore-Tex JOB in Space, presented by Marker Volkl, e verrà presentato in
un tour autunnale per il Vecchio Continente
con i migliori freeskier nostrani: Phil Meier,
Xavier Bertoni, Roman Rohrmoser, Jesper
Tjäder, Thomas Dølplads, Roy Kittler, Ben Valentin, Adam Falk, Niklas Eriksson e tanti altri. Dall’autunno le proposte per le selezioni
del prossimo JOB saranno aperte e tutti
quelli interessati nella nuova rivoluzione freeski potranno iscriversi.
www.junkiesonabudget.com
8
A fine maggio, a Parigi, Skullcandy ha presentato ufficialmente al mercato europeo il
suo rivoluzionario sistema audio Supreme
Sound. Questa innovazione garantisce alla
musica bassi potenti, voci naturali e alti molto
precisi. Creato da un team di ingegneri acustici di livello internazionale capitanati dal dr.
Tetsuro Oishi, Supreme Sound è un’esclusiva
Skullcandy e verrà applicato all’intera gamma
di cuffie Skullcandy che ne prendono il nome.
La riprogettazione degli speaker direttamente
in sede è stato uno dei fattori principali che
ha contribuito a questo salto di qualità nella
riproduzione del suono. Naturalmente molta
attenzione è stata rivolta a tutti gli altri componenti del prodotto e questo per garantire
un ulteriore incremento delle prestazioni e
della funzionalità. “Abbiamo deciso di concentrarci parecchio sulla voce”, ha affermato il
dr. Oishi, “perché i nostri clienti vogliono sentire le voci dei loro cantanti, sia che stiano
ascoltando hip-hop o alternative music. Con il
Supreme Sound abbiamo raggiunto il livello
di raffinatezza che stavamo cercando”.
Durante il party di lancio sono state organizzate demo in grado di evidenziare le qualità
di questa soluzione tecnica e di tutto il portfolio prodotti Skullcandy. La serata si è trasformata presto in un vero party con live performance di dj e produttori dell’ultimo lavoro del
gruppo musicale De La Soul oltre che dei
talenti locali Mim ed Entek.
Board.tv approda su Cubovision di Telecom Italia
news
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VISTO ALLE HAWAII...
Il nostro inviato speciale Dino Bonelli
(vedi anche articolo a pagina 14) ci segnala questo interessante brand Made in
Hawaii, ai più completamente sconosciuto
ma sicuramente degno di una citazione.
Bello il nome, il doppio senso e la grafica:
HiLife, marchio hawaiano fondato nel 2006
da HiLife Clothing Co., gioca la sua immagine sull’alta qualità della vita hawaiana
(dove “Hi” vuol dire appunto alta qualità ma
è anche la sigla delle Hawaii) e sul concetto ecologico molto radicato negli abitanti di
queste bellissime isole del Pacifico. Il logo
rappresenta, infatti, l’arcipelago unito univocamente al rispetto del loro ecosistema.
www.hilifeclothing.com
Cubovision, la multipiattaforma televisiva
di Telecom Italia, offrirà tra i propri contenuti
anche quelli di Board.tv: nata a gennaio
2008, è la web tv n°1 in Italia nel settore dei
board ed action sport con particolare attenzione alle discipline di snowboard, skateboard e surf. Da giugno all’interno dell’area web
tv di Cubovision si possono infatti trovare i
video e i format di Board.tv, organizzati per
tipologia e fruibili sul televisore con il decoder Cubovision, sulle Smart TV con l’applica-
zione Cubovision, sul PC attraverso il sito
cubovision.it e anche in mobilità grazie alla
nuova applicazione Cubovision Mobile per
smartphone e tablet Android e Apple. Dopo
aver avviato con successo un programma di
broadcasting televisivo che ha portato i contenuti di Board.tv su oltre 40 canali televisivi
del digitale terrestre, e una forte presenza sul
web, la partnership con Telecom Italia rende
ancora più vasta la distribuzione dei contenuti pubblicati su Board.tv.
Change your straps: Suavesoles, le infradito intercambiabili
Il marchio olandese di calzature Suavesoles
ha di recente creato un semplice sistema
che permette di intercambiare
gli straps delle tradizionali
infradito. Nonostante il
concetto sia così semplice
e logico, Suavesoles è la
prima e unica azienda che ha
reso possibile, in totale autonomia, la personalizzazione delle proprie flip-flop abbinandole con i colori
e gli stili che più aggradano l’utente. La
prima collezione uomo e donna si compone di 15 colori di suole e numerosi colori di
straps. Ogni paio di infradito viene consegnato
con 3 straps coordinati e ulteriori straps possono essere acquistati separatamente. I nuovi modelli e la
collezione bambino verranno
lanciati a partire dalla stagione
estiva 2013.
[email protected]
Dopo la bancarotta, DVS continua con una nuova proprietà
Il 17maggio DVS Shoe è stata dichiarata in
bancarotta per “Chapter 11” sotto quella che
è conosciuta come vendita “Section 363”.
Ovvero un processo che consente a un offerente (noto come Stalking Horse Bidder) di
acquistare il patrimonio di una società
mediante asta. Il co-fondatore Kevin Dunlap
ha ammesso che DVS ha
risentito fortemente della
recessione e ha cercato di
non diventare insolvente
negli ultimi anni: “In risposta a una riduzione significativa dei guadagni dal 2008 al 2011, abbiamo cercato di tagliare di 17 milioni le spese
di gestione annuali”. A seguito del taglio del
budget e alla svendita dell’inventario tra il
2009 e il 2011, DVS è stata in grado di ridurre il debito attuale con il suo finanziatore, la
Bank of America (BoA), di circa 9,45 milioni
di dollari negli ultimi 12 mesi a quota 6,5
milioni di dollari. A maggio DVS, che insieme
ai suoi affiliati esteri ha registrato vendite per
53,8 milioni di dollari nel 2011 e ha una prospettiva di vendita di 45 milioni per il 2012,
ha spedito una proposta di accordo a circa
200 potenziali buyer. In risposta ha ricevuto
due prime offerte da due potenziali buyer tra
cui anche un Stalking Horse Bidder che ha
proposto 4 milioni di dollari. DVS ha chiesto di procedere con l’asta il 13 giugno
(poi posticipata al 18 giugno). La Bank of America
ha presentato tutti i documenti necessari alla corte il 22 maggio nel
tentativo di recuperare quanto più possibile
dei rimanenti 6,5 milioni di credito che avanza. A seguito dell’asta, alla quale si sono presentati numerosi offerenti, la proprietà di
DVS è passata a Sequential Brands Group
che ha offerto 8,55 milioni di dollari battendo le proposte di Podium Distribution
Acquisition, LLC e degli altri offerenti.
Mud & Snow si rinnova
e apre all’outdoor
Un progetto nato, come spiega il titolare
Francesco Misley, “dalla voglia di creare un negozio nuovo, fuori dagli standard comuni e non
vittima di questi ‘adattamenti’ commerciali che
rendono i negozi una fotocopia uno dell'altro”.
Per questo il Mud & Snow di Casona di Marano
(MO), punto vendita di 130 mq, amplierà e
completerà l’offerta con una sezione interamente dedicata all’outdoor e running, affiancando quella snowboard e freeski. Il negozio
sarà diviso in due ambienti comunicanti. Uno
studiato in modo che respiri aria di montagna
e di libertà, con al suo interno tutto il necessario per escursionismo, trekking, running, nordic
walking, sci alpinismo, freeride, ciaspole. Nell’altro invece rimarrà la dimensione fresca e lifestyle che viene proposta all'appassionato dello
snowboard e del
freeski, con tutti i
migliori marchi e
una selezione di
quelli meno commerciali e reperibili.
“Ho scelto di lavorare solo con le ditte che sento mie, in cui
credo io per primo, in modo da proporre al
cliente quanto di meglio io penso che ci sia per
ogni settore, essendo io il primo a sperimentare
il prodotto per poi proporlo al cliente finale”,
continua a spiegare Francesco. “L’apertura di
questa nuova area outdoor\running significa
per me il desiderio di diventare punto di riferimento per chi si identifica con uno stile di vita
sano, a contatto con la natura e sempre alla ricerca dei propri limiti”. A completamento di
tutto il progetto, sarà anche attivato uno spazio
dedicato alla manutenzione di sci e snowboard
con macchinari all'avanguardia e un servizio di
test per snowboard e sci alpinismo. Verrà infine
implementato anche il sito e-commerce (vedi
link sotto), che presto avrà tre sezioni divise:
snowboard, outdoor, lifestyle, ognuna con una
propria connotazione. L’inaugurazione è prevista per settembre.
Mud & Snow
Via Fondovalle 2876,
41054 Casona di Marano (MO)
www.mudandsnow.com
news
Lo scouting online
del nuovo rookie Völkl
Novità in casa Völkl, che di recente ha lanciato il nuovo sito internet dedicato all’inverno
2012/13. Da segnalare anche l’avvio della
piattaforma web Rookie Scouting che raccoglie le candidature di aspiranti pro snowboarder. I rider interessati, che non devono avere
più di 18 anni di età, potevano iscriversi a questo scouting in maniera
totalmente gratuita e
fornendo semplicemente alcune informazioni
personali, caricando i
propri miglior scatti o
linkando un video clip.
La prima fase di selezione è terminata a metà
luglio. Due le categorie
proposte: Rookie tra i 15
e i 18 anni e Grom fino
a 15 anni. I rider selezionati saranno invitati per un weekend di snowboard con alcuni rider Völkl a Zillertal
(Austria). Qui saranno seguiti da un fotografo
e da un filmer che immortaleranno i migliori
momenti dei rookie. Al termine del weekend
il team Völkl si riunirà per decidere il vincitore
assoluto dell’anno di sponsorizzazione.
www.volkl-snowboards.com
Il tris della Stranavigli
nel centro di Milano
Il 30 giugno una fantastica giornata di sole è
stata la perfetta cornice per lo svolgimento della
terza edizione della Bear Stranavigli Water Race,
presentata da Jeep e organizzata da Music Sport
Movement e Aisup. L'allerta per la temperatura
record (sono stati raggiunti i 42 gradi percepiti)
non ha spaventato gli appassionati milanesi,
che sono giunti in tanti, grandi e piccini, durante
l'arco dell'intera giornata sul Naviglio Grande
per provare le nuove esperienze acquatiche con
Sup, motonautica, rafting, canoa, shuttle bike,
dragonboat. Il tuffo
a bomba Hey Dude
ha dato il via nel
primo pomeriggio
con uno spettacolare salto di oltre
otto metri, a seguire
sono scesi in acqua
i contendenti dei
contest decisi a portarsi a casa i fantastici premi messi in palio da Bear, Asahi, Smartbox, Hey Dude, Wewood e Surf to Live. Una
battaglia aperta fin dalle batterie per la conquista delle finali di surf paddling e stand up paddling, mentre lo spirito goliardico ha prevalso
nelle sfide fantasy firmate Asahi e Smartbox,
dove i contendenti si sono divertiti a cavalcare
gonfiabili di ogni genere. Non potevano mancare
le Red Bull Water Ball e le novità di quest’anno:
la gara di Dragon Push, con due equipaggi che
fanno il tiro alla fune sullo stesso dragone ma remando in direzione opposta, il Wake Surf e l'After Party. Alla fine è stato Giovanni Cucchetti il
vincitore della surf paddling, mentre il primo posto del contest Sup è stato conquistato dall’istruttore ISA/Fisurf Alvise Marcolin.
|
Vans Skate Shop Riot, torna la sfida tra gli skate shop
Un appuntamento ormai classico e tradizionale per Vans, che quest’anno propone la settima edizione della Skate Shop Riot anche in
Italia. Sono infatti 12 le nazioni protagoniste
di questa “street series” che culminerà con la
finale Europea del 13 e 14 ottobre a Munster,
in Germania. La tappa italiana si svolgerà
domenica 23 settembre presso la Skateplaza
di Lido di Camaiore, mentre il format di gara
presenterà l’ormai classico K.O. system (eliminazione diretta) e vedrà i migliori 20 skate
Ph: : F-Tech
shop italiani competere con i propri team
composti da 3 skater ciascuno. Il team vincitore si aggiudicherà il prize money di 1.500 euro
e avrà l’opportunità di andare a Munster per
la finale europea. Per partecipare alla Skate
Shop Riot italiana è necessario pre-iscriversi
mandando una mail a [email protected],
specificando nome del negozio, nome del
team e i nomi dei tre skater in gara.
L’iscrizione andrà completata presso il race
office il giorno della gara. Saranno ammessi
solo 20 team.
Easykite Surfing Lab, la prima scuola kite di Malcesine
L’associazione sportiva dilettantistica Easykite Surfing Lab, da quest’anno situata nel
cuore di Malcesine, gode di una posizione
perfetta per trovare i migliori
spot di vento e usufruire di
giornate indimenticabili in
compagnia di uno staff davvero
qualificato. La scuola North kiteboarding, nata dalla passione
e professionalità di Chiara Regolini, presidente dell’associazione, è la prima scuola di kite
a Malcesine. Con uno staff tutto
femminile, offre corsi a tutti coloro che vogliano scoprire
l’emozionante mondo del kitesurf, ma anche a chi voglia perfezionare un po’
la tecnica o imparare qualche nuovo trick, nel
rispetto delle principali norme di sicurezza.
Istruttori qualificati FIV e IKO sono a disposizione per giornate di prova, lezioni individuali
o di gruppo, corsi base e intensivi. Particolare
attenzione è data alle donne, le quali potranno
usufruire di attrezzature adatte a loro e godere
per tutto l’anno dello sconto del 10% sui vari
corsi. Per i corsi e per il noleggio vengono utilizzate le più recenti attrezzature North e Ion.
Tra le novità è in programma la
seconda edizione di Pimp my
Riding kitecamp 4 girls only, il kitecamp dedicato alle donne che
l’anno scorso ha avuto grande
successo grazie anche alla partecipazione di Alice Brunacci. Tra le
altre attività è possibile fare
escursioni con kayak o con il
Sup, rilassarsi sulla terrazza/solarium con vista mozzafiato e gustare un drink nel vicino Bar
Oasi. In collaborazione con
100One Lake Lab, 4freeworld e Bar Oasi sono
in programma molti party.
Sale anche a Roma
la febbre notturna del long
Un appuntamento fisso settimanale per gli
amanti del longskate, che vi accompagnerà per
tutta l'estate e non solo. Si tratta della Longskate Night. Ogni mercoledì, sulle strade di
Roma, esplode infatti la passione fra i longboarder e il numero di persone che si presentano agli
appuntamenti è in continuo crescendo. L’evento,
organizzato da SnowPress
e partito a maggio, cambia
spot ogni settimana per venire incontro alle esigenze
di mobilità di tutti e per variare i livelli di difficoltà delle
strade. L’obiettivo è quello
di diffondere il longskate,
riunire varie realtà sul territorio romano e condividere
le esperienze con principianti ed esperti, arrivando a sfociare in un vero e proprio evento finale sempre a Roma. Inoltre sono stati coinvolti
anche i tour Sector 9 e DHIS (vedi news sotto),
con la possibilità di testare tavole. E fra spaghettate di mezzanotte in strada e discese notturne,
passaparola e nuove amicizie, la Longskate Night
sta diventando un momento imperdibile.
Un super summer
tour per Sector-9
Sector-9 si conferma senza dubbio il marchio più attivo sul fronte longboard e insieme al suo distributore italiano The
Maccaroni Project e alla relativa scuola
(DHIS) ha organizzato un intenso tour che
da luglio ad agosto sta animando vari spot
in tutta Italia. Da segnalare la presenza al
Surf Expo di Roma (13-15 luglio) e all'IGSA
(world championship) di Padova (3-5 agosto). Tanti gli appuntamenti con i vari shop,
durante i quali vengono messe a disposizione degli amici e clienti dello shop circa 20
tavole Sector 9, i grandi classici e alcune
novità 2012. Ma non solo: ben 3 le ore di
lezione disponibili, così strutturate: 15 min
di briefing tecnico per capire la tavola più
adatta, componenti, caratteristiche tecniche,
ruote e cuscinetti; 45 min di introduzione
alla preparazione atletica specifica per gli
sport da tavola, in collaborazione con
IndoBoard; 2 h di lezione su strada, su una
discesa con pendenza dal 6% al 10%, tra
slide, stand-up slide e affrontando tornanti
heel-side e toe side.
N. 6-7 / 2012
|
www.maccaronipro.it
9
|
esposimetro |
LA RUBRICA DI POINTBREAK MAGAZINE, IN COLLABORAZIONE CON
Italian Surf Esposimetro - Anno 2011
Per questo numero vi proponiamo un’analisi dell’esposizione
mediatica degli atleti e della produttività dei fotografi del mondo
surf nostrano. I dati, raccolti da surfcorner.it, sono riferiti all’intero anno 2011 e sono stati ottenuti monitorando le riviste italiane
dedicate al surf. Grazie a queste informazioni, l’Esposimetro
consente di stabilire chi sono i surfisti italiani più fotografati e, al
tempo stesso, i fotografi più attivi. È possibile inoltre scoprire quali
sono le riviste più “italiane” e quali quelle più orientate alla
scena internazionale. Per la valutazione qui proposta sono state
prese in considerazione le principali riviste di surf nostrane che
nell’arco del 2011 hanno pubblicato almeno due numeri: Surf Latino (dal n°51 al n°54), Surf News (dal n°84 al n°89), Surfculture
(dal n°1 al n°4).
magazine
Mensile B2B del settore boardsport & actionsport
N. 6/7 – 2012
CATEGORIE
Surfisti Italiani - Tutti i rider ricevono un punteggio per ogni foto pub-
blicata e per ogni pagina a loro dedicata, incluse le pagine pubblicitarie, in base ai criteri specificata nella sezione “Punteggi”. Nella
classifica viene indicata, accanto alla posizione attuale, anche
quella occupata dal rider nel ranking finale del 2010.
Fotografi Italiani - I fotografi ricevono lo stesso punteggio attribuito
ai rider per ogni foto pubblicata che li ritrae, incluse anche in questo caso le pagine pubblicitarie (se il nome del fotografo è indicato).
Vengono inoltre conteggiate le foto che non ritraggono un rider,
come per esempio le foto di onde e line up.
Riviste e Italian Ratio - Questa categoria definisce l’italianità di una
rivista, in base a quante foto/pagine sono state dedicate a rider italiani. L’Italian Ratio è appunto il rapporto fra il punteggio totale assegnato a tutti i rider italiani presenti in un singolo numero della rivista e il numero di pagine della rivista stessa, espresso in
percentuale. Così una rivista con rider italiani dalla prima all’ultima
pagina otterrebbe il 100% di Italian Ratio.
PUNTEGGI
Ogni foto o pagina dedicata a rider italiani
riceve un punteggio variabile in base alla
quantità di foto e contenuti redazionali, considerando equivalenti tutte le riviste prese in esame. Copertina:
3 punti. Doppia pagina/retro cover: 2 punti. Pagina intera: 1
punto. Mezza pagina: 0,5 punti. Foto piccole (inferiori alla mezza
pagina): da 0,1 a 0,3 punti per ogni rider e fotografo a seconda
della dimensione. Le pagine con contenuti redazionali dedicati ai
rider generano punteggio per il solo rider, non per l’autore dell’articolo nè per il fotografo che ha contribuito (il quale invece riceve punteggio in base alle foto pubblicate). Per esempio un’intervista a un rider di 10 pagine genera 10 punti per il rider. Il
fotografo invece riceverà punti in base alle foto pubblicate e alla
loro dimensione. Le pagine pubblicitarie danno punti sia al rider
sia al fotografo, qualora i crediti siano indicati.
CLASSIFICA FINALE RIDER
CLASSIFICA FINALE FOTOGRAFI
(Nome - cognome - pos. 2011 - pos. 2010 - pos. 2009)
(Nome - cognome - pos. 2011 - pos. 2010 - pos. 2009)
Alessandro Piu - 1, 13, 10
Angelo Bonomelli - 2, 1, 2
Mattia di Bitonto Morri - 3, 9, 14
Francisco Porcella - 4, 0, 5
Alessandro Ponzanelli - 5, 4, 7
Roberto D'Amico - 6, 5, 6
Filippo Orso - 7, 2, 11
Nicola Bresciani - 8, 46, 20
Nicola Zamagni - 9, 0, 0
Eugenio Barcelloni - 10, 8, 1
Alessio Poli - 11, 7, 3
Federico Vanno - 12, 16, 17
Simone Simi - 13, 63, 15
Giovanni Palattella - 14, 0, 66
Alessandro Onofri - 15,44, 84
Joao Marco Maffini - 16, 29, 64
Diego Gorrieri - 17, 0, 61
Alessandro Maddaleni - 17, 0, 65
Natalia Resmini - 17, 0, 0
Leonardo Fioravanti - 20, 3, 16
Andrea Nacci - 21, 29, 30
Marco Pistidda - 22, 0, 0
Marco Bocci - 23, 0, 80
Andrea Cannavò - 23, 0, 0
Valerio Giorgi - 25, 0, 104
Filippo Eschiti - 26, 0, 0
Angelo Verzini - 27, 46, 76
Francesco Palattella - 28, 14, 24
Marco Morini - 29, 46, 0
Leonardo Leira - 30, 43, 19
Marco Urtis - 31, 22, 26
Giovanni Cossu - 31, 29, 57
Helgo Lass - 33, 0, 0
Graziano Lai - 33, 0, 74
Giacomo Vannucci - 33,0, 0
Luca Casana - 33, 0, 0
Alessandro Clinco - 37, 46, 21
Emiliano Cataldi - 38, 20, 34
Elena Bertolini - 38, 35, 108
Lorenzo Castagna - 40, 12, 41
Fabrizio Gabrielli - 41,0, 0
Gianmarco Pollacchi - 42, 22, 4
Greta Dalle Luche - 43, 64, 106
Thomas Cravarezza - 44, 27, 18
Johan De Santis - 44, 0, 0
Roberto Ciuccoli - 44, 0, 0
Valentina Vitale - 47, 14, 93
Jacopo Conti - 47, 46, 12
Arnaud Bouteiller - 49, 35, 31
Valentino V. Verasach - 50, 0, 0
Jacopo Lancioni - 51,46, 42
Roberta Vita - 51, 0, 0
Marco Ranaldi - 53, 6, 361
Yari Cava - 54, 24, 0
Alessandro Demartini - 54, 0, 101
Fabio Cisafulli - 56, 0, 0
Daniel Mazzucchelli - 57, 46, 0
Federico Pilurzu - 57, 0, 0
Federico Tenerini - 59, 16, 0
Marco Brocchini - 59, 0, 0,
Sole Rosi - 59, 0, 0
Fabio di Molfetta - 59, 0, 0
Oliver di Fazio - 63, 0, 0
Beniamino Buffa - 64, 0, 0
Antonio Rinaldi - 64, 0, 0
Andrea Bonfili - 66, 0, 100
Paolo Caliman - 67, 0, 53
Diego Cadeddu - 67, 0, 0
Omar Fantini - 69, 46, 37
Nicola Bonuccelli - 69, 46, 39
Tiziano Gabrielli - 71, 0, 73
Davide Lopez - 71, 0, 0
Andrea Sonato - 71, 0, 0
Marco La Vite - 71, 0, 0
Ramon Taliani - 75, 0, 23
Luca Palla - 75, 0, 0
Matteo Corvaia - 75, 0, 0
23,8
22,3
18,3
18,1
17,4
16,2
12,6
12,1
12
11,6
Nel 2011 Alessandro Piu non
solo ha conquistato l’agognato
titolo di campione italiano di surf,
ma ha anche avuto maggior visibilità
mediatica rispetto agli altri rider
9
nostrani, prendendo il posto occupato
8,8
8
l’anno precedente da Angelo
8
Bonomelli. Determinanti sono state le
8
costanti apparizioni di Piu su tutte le
7,3
riviste prese a campione. Un risultato
7,1
6,2
importante, tanto più se si considera che
6
Alessandro lo ha raggiunto con un bel
6
balzo, passando dal 13° al 1° posto, e
5,9
senza alcuna cover su nessuna delle
5,3
5,2
riviste, che da sola gli avrebbe assicurato
5
molti punti in termini di visibilità. Bonomelli
4,8
intanto slitta dal 1° al 2° posto con pochi
4,2
4,1
punti di differenza rispetto a Piu, mentre
4,1
Mattia di Bitonto Morri raggiunge la Top 3 con
4
un salto dal 9° al 3° posto. Una menzione
4
speciale va al sardo residente a Maui Francisco
4
4
Porcella, che si ritrova al 4° posto, mentre
3,2
l’anno precedente non compariva neanche in
3
classifica. Merito dell’ampio speciale dedicatogli
3
2,9
da Surf Latino dopo il suo meritato 2° posto al
2,8
Billabong XXL per il Biggest Wave. In calo la
2,7
visibilità
di Leonardo Fioravanti, che dal 3° posto
2,2
del 2010 scivola al 20° nel 2011. Per motivi di
2
spazio abbiamo riportato i rider fino alla 75ª
2
2
posizione. Seguono poi Sandro Marciano, Matteo
1,8
Galzerino, Vittorio Casu, Kevin Giuliani, Giuseppe
1,8
Romano e Osiris Masiello tutti a parimerito con 0,1
1,7
punti. Fino allo scorso anno, la classifica prevedeva
1,6
1,5
altri surfisti che nel 2011 non hanno ottenuto alcun
1,5
punteggio. Eccoli elencati: Danilo La Mantia, Fabio
1,4
Giacomini, Marco Zappelli, Davide Pecchi, Niccolò
1,3
Porcella, Carlo Pilotti, Pito Giachero, Andrea Di Pietro,
1,3
1,2
Davide Pulvirenti, Andrea Torre, Denis Frau, Francesco
1,1
Thilo Sili, Fulvio Garofalo, Andrea Bracco, Roberto
1,1
Romancino, Gavino Dettori, Federico Perondi, Andrea
1
Orrico, Niccolò Puccinelli, Matteo Fioravanti, Federico
1
1
Piccinaglia, Giorgio Bascialla, Riccardo Brotini, Enrico
1
Perricone, Giovanni Evangelisti, Matteo Stella, Marco
0,8
Testarella, Marco Bosi, Tommaso Varriale, Massimiliano
0,7
Pavone, Luciano Cherubini, Luca Corrado, Roberto Albigi,
0,7
Sandro Lo Piccolo, Ronnie Baldini, Lorenzo Pellegrini,
0,6
0,5
Alessandro Dini, Alessandro Rigliaco, Matteo Vandi, Matteo
0,5
Mastino, Matteo Fabbri, Federico Atzeri, Valentina D'Azzeo,
0,4
Paolo Colombini, Giovanni Colotto, Josto Puddu, Renato
0,4
Colombini, Giorgio Elena, Stefano Esposito, Paolo Perucci, Nello,
0,3
0,3
Enrico Lodi, Giorgio Pietrangeli, Michele Dini, Patrizio Jacobacci,
0,3
Marco Romano, Piero Capannini, Alessandro Selva, Marco
0,3
Odoardi,
Renato D'Auria, Rocky Montanari, Marco Fracas, Enzo
0,2
Giunto, Claudio Chapuis, Luis Ravizza, Gianluca Dionisi, Alessandra
0,2
0,2
Balistreri, Simone Cianflone, Simonluca Melchiorri, Edoardo Bianchi,
0,1
Francesca Rubegni e Alberto Fracas.
10,4
10
9,9
9,5
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
Emiliano Mazzoni - 1, 1, 5
Fabio Palmerini - 2, 2, 1
Roberto Montanari - 3, 3, 6
Tommy Surfculture - 4, 0, 0
Andrea Bazzichi - 5, 11, 11
Antonio Muglia - 6, 6, 12
Alessandro Lulli - 7, 16, 14
Mattia Stocchi - 8, 14, 2
Filippo Maffei - 9, 52, 9
Marco Moretti - 10, 0, 0
Mario Savini - 11, 0, 0
Roberto Apuzzo - 12, 0, 0
Alessandro Dini - 13, 5, 10
Helmut Berta - 14, 0, 0
Claudio Zamagni - 14, 0, 0
Giammaria Soglia - 16, 24, 36
Yari Cava - 17, 11, 85
Marcello Guardigli - 18, 0, 0
Mirko Pellegrinetti - 19, 0, 0
Emiliano Cataldi - 20, 10, 8
Fabio Masia - 20, 0, 0
Olivia della Vista - 22, 17, 0
Mike Pireddu - 23, 28, 26
Michele Chiroli - 23, 0, 0
Francesco Salvadori - 25, 0, 0
Matteo Mangherini - 26, 15, 33
Carlotta Castangia - 26, 34, 18
Federico Vanno - 28, 19, 78
Bruno Pepe - 29, 0, 0
Guido Giaccone - 30, 23, 32
Mario Trave - 30, 24, 17
Andrea Bonfili - 30, 0, 0
Marco Sampaoli - 30, 0, 0
Raffaele Righini - 34, 0, 0
Carlo Cassan - 35, 0, 0
Alberto Maiorano - 36, 4, 91
Kevin Giuliani - 36, 0, 0
Arianna Franzina - 38, 0, 0
Janna Colella - 39, 41, 39
Andrea Paglino - 40, 0, 0
Davide Pulvirenti - 40, 0, 0
Filippo Maria Tocca - 42, 0, 0
Marco Marzocchi - 42, 0, 0
Enrico di Cino - 44, 66, 88
Stefano Viola - 45, 34, 47
Federico Mullanu - 45, 0, 0
Filippo Piacentini - 47, 0, 0
43,4
Tra i fotografi, per il
secondo anno consecutivo si
32
conferma come il più attivo il
22
senior photographer di SurfNews
17,5
Emiliano Mazzoni, produttore della
16,8
maggioranza delle immagini pubblicate
14,5
14,4
dalla rivista. Sempre per il secondo anno
13,3
consecutivo, anche Fabio Palmerini mantiene la
11,7
seconda posizione già raggiunta l'anno scorso,
9
grazie alle sue collaborazioni trasversali con tutte le
8,1
7,2
riviste considerate. Idem per il terzo posto di Roberto
7,2
Montanari, fotografo di Surf Latino che si attesta per
7
pochissimo dietro a Palmerini. Per motivi di spazio abbiamo
6,4
riportato i rider fino alla 47ª posizione. Seguono Rocco
6
5,8
Cartisano, Luigi Corda, Elena Bertolini, Cinzia Spedicato ed
5,5
Emanuela Quaranta con 1,1 punti. Alle loro spalle Giorgio Elena,
5,5
Mattia Di Bitonto Morri, Simone Langiu (1 punto); Riccardo Ghilardi
5,2
(0,9 punti); Giulio Marongiu (0,8 punti); Chiara Murenu, Tommaso Russo
5
5
(0,7 punti); Marco Canu, Andrea Di Pietro (0,5 punti); Achille Piotrowicz,
4,9
Francesco Torricelli (0,4 punti); Mirko Casadei, Roberto Milazzo,
4,4
Alessandro Murgia (0,3 punti); Andrea Corrias, Katiuscia Lampredi, IGOR,
4,4
Simone Manfreda (0,2 punti); Duccio Argentini, Giuseppe Arioni,
4,2
3,3
Alessandro Servadei, Matteo Bettocchi, Valentina D'Azzeo, Gabrio Zandonà
3
(0,1 punti). Non compaiono più in classifica i seguenti fotografi: Matteo
3
Ferrari, Nicola Luppichini, Gianluca Savi, Matteo Suatoni, Federica
3
Casanova, Giorgia Caminita, Susanna Spallanzani, Annaick Boutellier,
3
2,9
Vincenzo Ganadu, Luciana Scarpiello, Antonio Ronchini, Andrea Dell'Amico,
2,6
Jacopo Emiliani, Alessandro Puccinelli, Alessandro Ponzanelli, Annalisa
2,5
Rocca, Carlo Sarnacchioli, Nicola Strocchi, Rita Rusciano Grotti, Elena
2,5
Bertuccelli, Jock Ingram, Pietro Boutellier, Antonio Muroni, Sara Giordanelli,
2,4
2,3
Aldo Giummo, Cristian Corradin, Piero Capannini, Giuseppe Repetto, Marco
2
Matteucci, Alessandra De Rossi, Valentina Vitale, Alberto Carmagnani,
2
Caterina Monti, Federico de Rossi, Filippo Biondi, Nik Zanella, Davide
1,8
Sacchetti, Marco Fracas, Mauro Ladu, Marco Mulazzani, Tommaso Varriale,
1,8
1,7
Matteo Giordano, Marco Zappelli, Niccolò Puccinelli, Luca Ponzanelli,
1,4
Vincenzo
Ingletto, Federica Radice, Leonardo D'Angelo, Silvia Dal Pozzo,
1,4
Paolo Carta, Matteo Caracini, Marco Delle Donne, Flavio Crocco.
1,2
39,8
39,1
1,1
1,1
ATLETI ITALIANI
SULLE RIVISTE
1,1
Surf Latino 51
Surf Latino 52
Surf Latino 53
Surf Latino 54
SurfNews 84 Nov-Dic 10
SurfNews 85 Gen-Feb 11
SurfNews 86 Mar-Apr 11
SurfNews 87 Mag-Giu 11
SurfNews 88 Lug-Ago 11
SurfNews 89 Set-Ott 11 0%
Surfculture 1/2011
Surfculture 2/2011
Surfculture 3/2011
Surfculture 4/2011
Media
37,8%
52,5%
16,9%
46,0%
7,4%
32,5%
11,4%
14,4%
25,4%
23,7%
33,4%
45,6%
39,6%
28,3%
Sul fronte dell'italianità delle riviste, per il quarto anno consecutivo Surf Latino si conferma la rivista con un occhio
più attento ai rider italiani, questa volta con una percentuale da record: il 52,5% del numero 52. Surf Latino
detiene la corona dell'Italian Ratio fin dalla prima edizione dell’esposimetro, confermando con coerenza la sua
linea editoriale particolarmente attenta ai surfisti nostrani. È di Surf Latino anche la seconda posizione con il 46%
del numero 54, mentre il terzo posto viene occupato dalla collection cartacea di Surfculture con il 45,6%. Da
notare come la percentuale di Italian Ratio in generale sia aumentata enormemente rispetto alle prime edizioni
dell'esposimetro del 2008 e 2009, quando non superava il 20%, mentre nel 2010 era salita fino al 35%.
L’aumento di italianità delle riviste segnato nel 2011 è anche sinonimo di una scena surf nostrana più sviluppata
e questo è un segnale positivo per i magazine italiani che in alcuni casi hanno dovuto apportare tagli di fogliazione
per far fronte alla crisi generalizzata. Nonostante ciò, rileviamo un leggero aumento del numero totale di pagine
esaminate risalito a 1370 dopo la flessione del 2010 che le aveva fatte scendere a 1284. Ci auguriamo che questo
sia segnale di un trend in grado di riportare la situazione editoriale a livelli pre-crisi.
|
n
focus on
|
UN poSSIBILe INveSTIMeNTo dALL’oTTIMo rApporTo CoSTI/BeNeFICI
Skateboarding “salva business”
IN UN perIodo IN CUI I rISULTATI SI CerCANo TALvoLTA ApreNdo Troppo ALLA GrANde dISTrIBUZIoNe, LA
SpeCIALIZZAZIoNe pUò FAre LA dIFFereNZA. ALLeSTIre UNo SKATe CorNer NeL proprIo Core SHop e INveSTIre
IN QUeSTA dISCIpLINA vArIA e NoN STAGIoNALe poTreBBe rIveLArSI UNA vALIdA ANCorA dI SALvATAGGIo.
A CUrA dI
LUCA BASILICo
Il contesto della crisi economica unito alla dimensione
“corporate” raggiunta da buona parte delle aziende action
sport pone i negozianti del settore davanti a una sfida quotidiana sempre più difficile.
LE PARTI COINVOLTE - Da un lato abbiamo il consumatore
che, in un momento di ristrettezze economiche, limita gli
acquisti cercando al contempo con più attenzione il prezzo
più conveniente. Dall’altro ci sono le grosse aziende che,
dovendo garantire al proprio azionariato numeri in continua crescita, allargano la distribuzione a canali di vendita
più “mainstream” come multisport, centri commerciali,
negozi generalisti e chain-shop. In mezzo a questo “tritacarne” si trova lo skate-snow-surf-street shop medio italiano:
un modello di business nato una quindicina di anni fa dove
passione, cultura, abilità commerciale e vicinanza alla
“scena” creano la “miscela vincente” su cui ha prosperato
l’intero sistema.
L’IMPORTANZA DEI CORE SHOP - Un patrimonio, quello
rappresentato dagli shop di settore, che è la principale ricchezza del sistema. Un patrimonio che andrebbe salvaguardato e protetto perché non si limita a vendere al dettaglio,
ma alimenta la domanda stessa dei prodotti promuovendo
le strutture e mantenendo coese le comunità locali di rider
e appassionati. Una funzione, quella del “core shop”, che
sta tra il commerciale e il sociale... qualcosa che NON possiamo nè dobbiamo barattare con i “centri commerciali”.
UNO SPIRAGLIO DI LUCE - Inseriti in questo contesto, reduci da una stagione invernale delle peggiori, i negozianti dello
stivale si trovano di fronte alla necessità di operare scelte
radicali mantenendo comunque un profilo basso e prudente. Un “trick” non da poco. Mantenere fedele la base dei propri clienti attirandone al contempo di nuovi è un imperativo
dal quale non ci si può esentare. Raggiungere questo scopo
può fare la differenza tra vita o morte della propria attività. In
questo momento cruciale, quella di investire sullo skateboard potrebbe essere per molti versi la scelta giusta alla quale
affidarsi per essere traghettati fuori dal periodo di secca.
Vediamo nel dettaglio il perché e il come?
SOPRA
E SOTTO DUE VISUALI DEL NEGOZIO
N. 6-7 / 2012
CHE DEDICA AMPIO SPAZIO ALLO SKATE.
12
BOARDSTYLE
DI
LIMBIATE (MB)
LA
BOWL DI
VICENZA,
ESEMPIO DI STRUTTURA PUBBLICA UTILIZZABILE PER EVENTI E INIZIATIVE.
PERCHE’
MENO RISCHI E PIÙ MARGINI - Il commercio al dettaglio delle tavole a rotelle non
impone preordini stagionali e gli esborsi
per assortire un’OTTIMA disponibilità tecnica sono al di sotto dei 5mila euro. Gli acquisti si effettuano al 90% sul pronto e scegliendo il giusto fornitore le vendite si effettuano con il 100% di ricarico.
UN AMPIO TARGET DI VENDITA - La recente evoluzione del mercato skate ha
ampliato enormemente la base dei potenziali praticanti introducendo nuove soluzioni adatte a tutti. Esiste così lo street skateboard, tipicamente usato per fare
“trick” da rider tra i 13 e i 25 anni. Questo prodotto sviluppa un buon numero
di vendite di singoli componenti. Abbiamo poi gli skateboard completi di qualità, che sono l’attrezzo ideale per avvicinare i bambini. Si tratta di una vendita one-off che in una certa percentuale
(ipotizzabile un 5%) crea nuovi assidui
praticanti. Lo skateboard completo è l’oggetto regalo ideale. L’offerta odierna
prevede poi gli Old School Skateboard,
ovvero skate dalle forme e dalle dimensioni “vecchio stile” particolarmente
amati da chi praticava skate nei primi ‘90
e oggi ha deciso di riprovarci in chiave
più “rilassata”. Proseguendo abbiamo i
cruiser skateboard: piccoli, inarrestabili, pratici e veloci, sono l’ideale mezzo di
trasporto urbano ecologico e trendy
allo stesso tempo. Vengono acquistati sia
dal ragazzino che vuole skateare senza
dover “fare manovre”, sia dal giovane
“hipster” per spostarsi in città con stile.
Da ultimo ci sono i Longboard Skateboard, usati per praticare il downhill. Questi skateboard sono particolarmente apprezzati da skater adulti, snowboarder e
surfisti. Permettono di scendere discese di vario livello e provare l’ebrezza della velocità e dello sliding. Prodotto
estremamente tecnico, ha prezzi di vendita più elevati delle altre categorie e
buona marginalità.
GIOVANI
LA
SHOP RIDERS.
SEZIONE SKATE ALL’INTERNO DEL
BASTARD
STORE DI
MILANO.
UNA VENDITA CONTINUATIVA - Sebbene
UN’OFFERTA ESCLUSIVA - L’esclusività
la stagione d’oro della tavola a rotelle sia
chiaramente l’estate, gli skater vanno in tavola tutto l’anno. Lo skateboard completo, con il suo costo contenuto, è l’idea regalo perfetta non solo per Natale ma anche in periodo di fine scuola. Inoltre all’acquisto di uno skateboard completo segue
la necessità di sostituire periodicamente le
singole parti. Senza contare che la pratica
dello skateboard causa l’usura delle calzature determinando la necessità di un frequente acquisto di nuove skate-shoes.
dell’offerta è stata per lungo tempo la
chiave del successo dei nostri shop.
L’ampliamento della distribuzione di
abbigliamento, calzature e snowboard
dei “big brands” ha pericolosamente
“spuntato” questa arma vincente.
Trovare nuovi prodotti che tornino a
marcare la differenza è fondamentale.
In quest’ottica l’offerta di una gamma
completa di skateboard, un prodotto
fieramente di nicchia, rappresenta un
asset valido per distinguersi.
|
focus on
|
COME
LO SKATE CORNER - Il primo passo è quello di costruire
SEBASTIANO "SEBI" BERTOLATO, PROPRIETARIO DI BLUNT SHOP VICENZA,
POSA CON TEAM RIDER LOCALI, CLIENTI E OSPITI IN OCCASIONE DI UN EVENTO.
TRA
me due voci (team e scuola skate) sono una risorsa impareggiabile. Selezionate un paio di rider seri e affidabili (non
importa che siano i più bravi sulla piazza), offrite loro sconti sugli acquisti e piccoli omaggi e attivate insieme a loro
una piccola scuola di skate. Sarà una fonte di guadagno per
i rider e un potente mezzo di aggregazione e promozione
per il vostro negozio. La scuola skate CREA preziosissimi
nuovi clienti di ogni età... Pensate a un corso per i più piccoli (magari presentandolo nell’ora di educazione fisica
delle scuole) e uno (magari di longboard) per gli over 25. È
poi importante organizzare dei Test Ride. Non occorre andare lontano, non serve spendere soldi in trasferte... Lo skateboard è eccezionale per questo: si possono fare trick su un
semplice marciapiede, usare longboard nelle discese della
stessa città in cui si vive oppure fare cruising al tramonto sul
lungo mare/lago/fiume che avete a portata di mano. Facile
e alla portata delle tasche di chiunque.
Non servono atti notarili, basta registrare statuto e atto costitutivo all’ufficio delle entrate: tre soci fondatori, qualche stampa e un centinaio di euro di investimento e il gioco è fatto. Se
non fate richiesta di partita IVA non ci sono obblighi fiscali da
assolvere, né la necessità di dotarsi di un commercialista.
L’associazione sarà il vostro mezzo per organizzare eventi,
scuola e trasferte, per interagire con l’amministrazione comunale e più di tutti per fidelizzare i clienti magari offrendo loro
piccoli sconti e facilitazioni in virtù “dell’essere soci”.
L’ASSOCIAZIONISMO E LE STRUTTURE PUBBLICHE - Se
IL
RACK ESPOSITIVO CHE OSPITA LA PROPOSTA FIRMATA
DUSTER.
ATTIVAZIONE LOCALE - Quello che meglio può distinguere
uno skate shop da un anonimo negozio della distribuzione
allargata è la vicinanza al cliente. La sola vetrina non basta
più, occorre “sporcarsi le mani”. Piccoli eventi, dimostrazioni, test ride, trasferte, team e scuola skate sono attività non
solo consigliabili ma necessarie. In particolar modo le ulti-
avete la fortuna di avere uno skatepark pubblico nella vostra
città, stappate un bottiglia di spumante. Diversamente... non
disperate. In entrambi i casi l’utilizzo o la richiesta di uno spazio pubblico attrezzato sarà un potente legante per la comunità degli skater locali. Sia che dobbiate organizzare piccoli
eventi presso lo skatepark cittadino, sia che dobbiate avviare
la lunga trafila per richiedere, progettare e ottenere uno skatepark, la cosa migliore da fare è riunirsi in un’associazione.
GLI EVENTI CHE SI POSSONO ORGANIZZARE, ANCHE DELLE SESSIONI
DI AUTOGRAPH SIGNING, COME QUELLE PROMOSSE DA BOMBOCLAT.
UN SITO CHE VI RAPPRESENTI - La vostra personalità e il
contatto con il pubblico è quello che vi distingue. Aprite un
blog e una pagina Facebook (se già non l’avete) e usateli più
che potete non solo per pubblicizzare i prodotti che vendete,
ma anche per mostrare quanto siete attivi nella scena locale.
Create la pagina del team e incoraggiate i rider così come i
clienti a postare foto e video che li ritraggono. Viviamo in
un’epoca di estremo stress mediatico: occorre farsi sentire
meglio e prima degli altri.
CONCLUSIONI - Sembra tanto? Troppo? Probabilmente già
avrete fatto qualcosa di simile per lo snowboard in passato,
in quel caso impegnando sicuramente più risorse. Per cui la
domanda sorge spontanea: perché non provare con un nuovo
prodotto? O meglio, con un nuovo approccio alla vendita di
un prodotto che già due generazioni di italiani conoscono e
sono pronti a utilizzare?!
N. 6-7 / 2012
un’offerta che identifichi il proprio shop come skate shop:
dedicare alla tavola a rotelle un corner specifico è la cosa
migliore da fare. L’offerta deve essere ampia non solo per
quantità di prodotto ma anche per tipologia: street skateboard, completi, cruiser, longboard, protezioni. Una ventina di
tavole possono tranquillamente stare appese a una parete,
aggiungendo colore e immagine al vostro skate shop. Le
grafiche attirano, spingono il cliente ad avvicinarsi per decifrarle. I completi, così come i cruiser, posso invece trovare
alloggio in due “rack” da 10 tavole ciascuno posizionati a
terra. Una vetrinetta dedicata può al contempo servire da
“display” per gli accessori (ruote, truck, cuscinetti, gadget) e
da appoggio per il montaggio. Longboard in bella mostra,
protezioni, uno schermo per gli skate video e qualche rivista
completeranno il set up del pro skate corner.
13
La nuova RubRica di pointbReak magazine
AROUND THE WORLD - pART 1
INTervISTA eSCLUSIvA CoN IL KITer HAWAIIANo
Erik Eck, the
KITER MAN
Kailua, sul lato orientale di O’ahu, è uno degli spot mitici
per il windsurf e il kite, al quale sono legati grandi nomi come
quello di Robby Naish. proprio qui Erik ci ha raccontato la
storia del kite, i personaggi e qualche aneddoto. Compreso
il celebre salto record di 60 metri realizzato suo malgrado…
TeSTo e FoTo
dINo BoNeLLI
Erik Eck ha 40 anni, è sposato con una bella
triatleta, Amy, sta per diventare padre per la
prima volta e abita a Kailua, sul lato orientale
dell’isola di O’ahu, alle Hawaii. Kailua è un
paesone adagiato nel verde a ridosso dell’omonima lunga spiaggia di sabbia bianca e
fine. Il vento costante, un mare caraibico nei
colori e completamente hawaiano nel moto
ondoso hanno fatto di questo tranquillo paese
uno dei centri di riferimento del windsurf . Qui
son cresciuti, hanno iniziato la carriera agonistica, e in molti casi quella imprenditoriale
legata al loro sport, moltissimi atleti di fama
planetaria, tra cui il mitico Robby Naish, imbattibile pluricampione mondiale degli anni ‘80‘90. Robby, ora cinquantenne, una trentina
d’anni fa aveva aperto un surf shop, in una
parallela a trecento metri dal mare, che ben
presto diventò anche sede di lavorazione delle
tavole Naish. Lasciata ad altri la conduzione
del negozio, ora vive tra Maui e la sua storica
casetta fronte mare di Kailua, di cui Erik ne è
stato per molti anni il vicino. Sovente le vicinanze creano amicizie, coinvolgimento e complicità e ogni tanto possono anche cambiare
indirizzo ai percorsi della vita. Erik ha un fisico
asciutto sovrastato da spalle non grosse ma
muscolose, che ne descrivono un passato agonistico atto a tener testa al forte vento locale.
Per impegni lavorativi che in questo periodo lo
portano spesso lontano dall’isola, Erik non frequenta più la spiaggia con la costanza di un
tempo, ma quando si presenta al Kailua Beach
Park, dove centinaia di vele lasciano intendere
la tipologia dell’ambiente sportivo, conosce e
saluta tutti. Lo incontro al Beach Park in una
calda sera di metà luglio, giusto prima di un
barbeque da amici comuni, facciamo due
passi in spiaggia per vedere lo spettacolo di
decine, forse centinaia di vele al vento. Il cielo
plumbeo, trafitto da taglienti raggi solari che
illuminano e colorano il mare, fa di questo
scorcio una cartolina quasi surreale. Le vele al
Bertin incominciano a usarlo nel forte vento
di Maui. Nel 1998 Robby Naish, che nel frattempo aveva aperto una veleria con il suo
nome, ne percepì il potenziale tecnico e commerciale e incominciò a usarlo prima e quindi modificarlo, migliorarlo e produrlo poi.
Quindi dopo i fratelli Legaignoux, son stati
Layrd Hamilton, Manu Betin e Robby Naish i
grandi nomi dell’evoluzione di questo sport?
Ci aggiungerei anche Gram Boltz che tra
l’altro vinse anche il primo kite contest disputato a Maui (1998 circa) e l’altro grande storico windsurfer Pete Cabrina.
Tu quando hai iniziato?
TRA gLi SpONSOR Di ERiK TAVOLE NAiSH, OLTRE
A OCCHiALi E pROTEziONE SOLARE pLANET SUN.
vento sono quasi esclusivamente quelle dei
kite, di windsurf ce ne sono pochi, pochissimi,
e la Kailua famosa per la loro presenza è ora
la nuova ambita mecca del kite. La curiosità mi
spinge a fare qualche domanda a cui Erik
risponde con la sua consueta calma e la tecnicità di chi sa, di chi non deve inventare, di chi
ha vissuto tutto quello che sta per raccontare.
In quel periodo ero il vicino di casa di
Naish, quindi lo frequentavo spesso e sovente mi soffermavo a guardare Robby alle prese
con il suo nuovo giocattolo. Mi incuriosiva
molto, ma solo nel 1999, con vele ancora sperimentali ma già discretamente facili da usare
e decisamente prestazionali, coinvolto e aiutato dall’amico Des Walsh, ho iniziato a uscire
in mare con il kite. Infine fu Gram Boltz a insegnarmi qualche trucchetto per migliorami e
da lì in poi, come un po’ tutti a Kailua, ho progressivamente diminuito con il windsurf e
preso dimestichezza con il kite.
Com’è nato il kite?
Poi nel 2001 il grande salto…
Dopo che l’aquilone spinto dal vento era
passato dal primitivo improbabile traino a uso
locomotivo, a più riprese sperimentato nei
secoli, una velatura simile fu provata per tirare sci, skate e canoe. Solo a cavallo degli anni
‘80-‘90 i fratelli francesi Bruno e Dominique
Legaignoux provarono a farsi trainare sull’acqua con un surf sotto i piedi. Quella loro
prima vela fu chiamata WInd Powered
Inflatable Kite Aircraft ovvero WI.P.I.K.A, un
marchio tutt’ora esistente nel mondo del kite.
Intanto tra il 1999 e il 2001 il mio livello e
quello in generale dell’ancora piccolo mondo
del kite, che nel frattempo si stava diffondendo su tutto il pianeta, era arrivato a standard
molto alti. Si volava in aria come all’inizio
forse non si sarebbe mai pensato e il freestyle incominciò a proporre figure standard da
copiare. Innovare e perfezionare le manovre
era l’obiettivo un po’ di tutti. S’incominciò
anche a prendere le grosse onde oceaniche
(wavestyle) andandogli dentro frontalmente
o trasversalmente per poi surfarle lasciando la
vela gonfia ma “libera”, per poi quindi riprenderne il totale controllo, farsi trainare sulla
cresta dell’onda e volare via in aria. Il kite ci
trasmise subito una leggerissima sensazione
di libertà.
E nel 1996 la vela Wipika arriva alle
Hawaii…
Sì, nel 1996 sia Laird Hamilton che Manu
N. 6-7 / 2012
Quindi nel 2001…
LA bELLiSSimA SpiAggiA Di KAiLUA.
14
Eravamo nella North Shore di O’ahu, dove
il vento è sovente forte e le onde sempre alte.
Una folata particolarmente aggressiva mi ha
tirato in aria portandomi prima sulla spiaggia
e poi sul parcheggio vicino. La tavola l’ho mollata subito ed è caduta ancora sulla sabbia.
Ero a 6-8 metri d’altezza, agganciato al trapezio e aspettavo di passare le auto parcheggiate per eventualmente sganciarmi, mollare
tutto e saltar giù nel prato che sapevo esserci
dietro l’asfalto. Avrei preso una bella botta,
forse rotto qualcosa, ma nulla più. Ma mentre
sorvolavo le auto parcheggiate e avevo già
sganciato il trapezio, una seconda folata,
ancora più forte della prima, mi ha spinto in
alto come fosse un ascensore. Mi sono subito
ri-agganciato al boma col trapezio, per non
affaticare le braccia e in un attimo mi son trovato a una sessantina di metri da terra.
Cosa hai visto e cosa hai pensato in quel
momento?
Guardando in giù osservavo gli altri kiter
che mi guardavano allibiti e li vedevo piccolissimi, segno della mia grande distanza da loro.
Ho subito capito che sarebbe finita male, la
vela era ingovernabile e sganciarsi un suicidio.
Ho pensato che stavo per morire…
Nel video, casualmente girato da un operatore dilettante che stava intervistando un
amico, ti si vede precipitare in una zona
nascosta dalla vegetazione. Che successe
poi?
Il vento ha mollato di colpo, la vela si è
chiusa leggermente ma ha comunque rallentato la mia caduta che si stava compiendo in
obliquo e son finito in un campo pieno di
cespugli che hanno attutito il forte impatto.
Conseguenze?
Fisicamente son stato molto fortunato, ho
rotto qualche osso ma nulla d’irreparabile,
specie se si pensa che da quell’altezza poteva
veramente essere l’ultimo volo... Psicologicamente, invece, l’incidente mi ha calmato per
un po’ di tempo e mi ha fatto diventare molto
più prudente, ma non posso dire che mi
abbia tolto la voglia di fare kite, anzi…
Anzi…
Anzi, il kite lo amo sempre molto. È una
sensazione di libertà a cui non potrei mai
rinunciare. È parte importante della mia vita
anche se purtroppo non riesco più a farlo
come, dove, quando e quanto lo vorrei…
Erik sorride, ha un sorriso luminoso e contagioso che ben si abbina alla sua calma e
alla sua compostezza. Poi mi fa il segno dello
shaka*, mi mette una mano sulla spalla e mi
indirizza verso la sua auto che ci porterà al
previsto barbeque. Conosco Erik da un
decennio, ci eravamo conosciuti casualmente nel mio negozio di snowboard di Prato
Nevoso, eravamo andati a fare snowboard
insieme, avevo visto il suo video su Youtube
(vedi link sotto) ma non avevo mai avuto
occasione di chiedergli veramente com’era
andata questa sua accidentale performance
che lo fa risultare il salto col kite più alto mai
registrato al mondo. Riconoscimento questo
che lo lascia assolutamente impassibile,
forse perché, da buono sportivo qual è, sa
che l’involontarietà del suo gesto non merita
premi.
www.youtube.com/watch?v=dd8vT1KR4RE
*lo shaka è il tipico saluto hawaiiano che
si fa con la mano chiusa a pugno e con pollice e mignolo aperti. Una leggera e prolungata oscillazione elicoidale del polso rispetto
all’avambraccio è una miglioria del saluto.
AROUND THE WORLD - pART 2
vISITANdo Tre “SUrF SpoT” NeWyorKeSI SULLe SpoNde deLL’eAST rIver
BROOKLYN ROCKS!
Tra gli incroci metropolitani del quartiere di Williamsburg un triangolo inconsueto richiama anche l’inconfondibile
lifestyle del surf. Si parte da un surf shop sofisticato e di ricerca dove tutto è cool, a partire dai clienti, proseguendo
con un negozio di abbigliamento unico nel suo genere fino a un surf bar con bianchissima sabbia sul pavimento.
dALLA NoSTrA INvIATA A NeW yorK
eLeNA GATTo
Affacciato sulle sponde dell’East River, il quartiere di
Williamsburg fronteggia la bellezza metropolitana e lo
skyline di New York City con una forza e un’identità tutta
sua. I mattoni rossi, lo stile multietnico, il sapore grunge
delle luci al neon e dei graffiti che cambiano
costantemente colori e forma, i locali e i negozi di
ispirazione vintage o super moderni, creano un mix e
un’ambiente decisamente streetwear e autentico.
In questi ultimi anni la zona si sta sviluppando
rapidamente, pur mantenendo il suo stile hard core e la
sua ispirazione underground. Non a caso, tra i suoi
incroci metropolitani, un triangolo inconsueto richiama
anche l’inconfondibile lifestyle del surf.
SPOT 1 - Pilgrim Surf + Supply, 68 N 3rd St, Brooklyn, NY,
è un surf shop sofisticato e di ricerca, che offre single fin,
long board e fun board di shaper rinomati, skate, video e
libri di surf, abbigliamento e accessori selezionati oltre
che decisamente cool. Il proprietario è local e come local
conosce i suoi clienti attenti alla tecnicità e allo stile.
Perché qui lo stile è tutto. Innato nella loro cultura
suburban e radical.
SPOT 2 - Più hippy invece è
l’ispirazione di 10 Ft Single
by Stella Dallas, 285 N 6th
St, Brooklyn, NY, a pochi
isolati più in là. Una ricca
collezione di single fin
vintage sono la cornice per
un negozio di abbigliamento unico nel suo
genere, con una selezione
impressionante di camicie
e vestiti con stampe anni
’70, t-shirt anni ’80, stivali
da cow-boy e abbigliamento militare. I muri di
mattoni sono decorati con
oggetti d’epoca, manifesti
di film, magliette di
concerti. Tutto rigorosamente di seconda mano,
originale e in pezzo unico.
fermati in una coda di cavallo sotto al cappellino a
bandiera americana, arrivato con i suoi pattini in linea.
Un giovane skater invece esce con un sacchetto Pilgrim
in carta riciclata color cartone. Lui porta le strapopolari
TOMS, che hanno conquistato il pubblico americano con
il loro nuovo concetto equo-solitale “With every pair you
purchaise, TOMS will give a pair of new shoes to a child
in need. One for One.” (Per ogni paio di scarpe
acquistate, TOMS darà un nuovo paio di scarpe a chi ne
ha bisogno. Uno per uno.).
SPOT 3 - A chiudere il triangolo dei surf spot dell’area, il Surf Bar, 139 N 6 St, Brooklyn, NY
(www.brooklynsurfbar.com). I piedi sprofondano nella bianchissima sabbia che ricopre il
pavimento riscaldato e fanno vivere la sensazione di essere in spiaggia nel centro di
Brooklyn. Qui l’atmosfera è caraibica, il cibo è a base di pesce e le bariste piacevolmente
solari.
Good vibes per tutti.
N. 6-7 / 2012
Stilosi sono i clienti che entrano, due giapponesi, lui
rasta con cappello coloratissimo “fatto a mano”, indossa
un pantaloncino da surf a righe verticali bianche e
azzurro cielo coordinato alla gonna/pareo di lei, capello
corto e totalmente decolorato. Fuori, sulla panchina,
attende in uscita i clienti un
settantenne magrissimo con
capelli lunghi e bianchi
15
Wetsuit R1®
il prodotto del mese
FodeRa inteRna
informazioni di base
collezione: Spring 2012
versioni: Men’s R1
®
back zip s/s full, men’s R1® back zip full,
men’s R1 back zip l/s spring, men’s R1® back zip s/s spring;
women’s R1® back zip full, women’s R1® back zip l/s spring
®
the history behind
Per la realizzazione delle mute, Patagonia era alla ricerca di
qualcosa di caldo e flessibile, in grado di garantire vestibilità e robustezza tale da sopportare un uso prolungato nel
tempo. L’azienda è partita da una combinazione di neoprene ricavato da pietra calcarea, poliestere e nylon, in
modo analogo a tutti gli altri produttori. Dopodichè ci si è
spinti oltre in cerca di nuove soluzioni ecologiche.
Ad esempio, alcuni produttori di mute hanno realizzato wetsuit a partire da tessuti “a base organica” derivati da bambù.
In realtà le aziende recuperano solo la metà del solvente tossico impiegato per convertire le fibre di bambù in tessuto.
L’altra metà si disperde direttamente nell’ambiente.
Questo è il motivo per cui Patagonia utilizza tessuto esterno
e fodere isolanti al 100% in poliestere riciclato con materiali
postconsumo, lana merino non trattata con il cloro e priva di
PVC, in cui vengono impiegati gli ftalati (plastificanti).
Le mute Patagonia sono quindi più calde, resistenti, a rapida
asciugatura e realizzate in materiali più rispettosi dell’ambiente. Sono realizzate con svariati tagli per uomo e donna
e in quattro pesi diversi per tutte le temperature: per Spring
2012 R1® (acque più calde 18-23°C); per Fall 2012 R2®
(temperature medie 12-18°C), R3® (acque fredde 8-12°C) e
R4® (acque molto fredde 3-8°C).
la parola a Jake Setnicka
surf manager per l’Europa
• Quali ambassador del brand usano la muta R1?
Tutti i nostri ambassador del surf, tra i quali i fratelli Malloy, Gerry Lopez, Kohl Christensen e Dan Ross.
• Quali sono le principali innovazioni in confronto a una
muta tradizionale?
Patagonia è l’unica azienda che usa la lana e una fodera
interna. Inoltre il nostro sistema brevettato Regulator (che riguarda il modo in cui è posta la lana nell’interno della muta)
è unico e presente solo sui prodotti Patagonia. Infine utilizziamo prodotti ultra-resistenti che sono stati testati duramente nei nostri laboratori.
• Quando avete iniziato a lavorare alla muta e perché?
Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2005. Ci siamo ricordati
di quei surfisti che negli anni ’60 indossavano tute di lana
sotto la loro muta. Siamo partiti da lì. La lana è un eccellente
isolante anche se è bagnato.
• Come viene applicata la lana merino nella muta? Qual
è il suo valore aggiunto?
Viene cucita in un foglio di poliestere riciclato e poi incollata al nostro neoprene. La lana assicura massimo calore e
resistenza. Inoltre consente di diminuire la nostra dipendenza
da materiali tossici e non rinnovabili.
• Quali atleti e ambassador sono stati coinvolti nello
sviluppo di questo prodotto?
I fratelli Malloy (Chris, Dan, Keith), Mary Osborne e Gerry
Lopez.
• Quali sono i tuoi commenti?
Credo che Patagonia abbia creato la muta più responsabile - da un punto di vista ecologico - del mercato. Non è
completamente riciclabile ma adotta più componenti riciclati
di qualsiasi altra muta in circolazione.
Inserto frontale in un unico
pezzo con design a cuciture minime per incrementare la flessibilità; guarnizione interna sul
collo per impedire l’ingresso
dell’acqua; flap posteriore interno anti-vento; flap dotato di
fodera goffrata in poliestere riciclato che evita il contatto dei
denti della cerniera con la pelle
per un maggiore comfort
inseRti undeRaRms
Inserti sotto-manica in neoprene foderati in jersey di poliestere riciclato su entrambi i
lati per una maggiore elasticità nei movimenti
cucituRe
Lavorazione a punto cieco sull’esterno delle cuciture con filo in
nylon e triplice saldatura a colla
per resistenza extra; le cuciture
al cavallo sono rinforzate internamente con fettuccia
mateRiaLe di costRuzione
Neoprene da 2 mm e poliestere riciclato lavorati in modo da formare
una griglia interna e assicurare maggiore flessibilità, tenuta di calore e riduzione del tempo di asciugatura
ginocchia
poLsi e cavigLie
Taglio vivo pressato a caldo su polsi e caviglie per ridurre sollevamento
idraulico e flusso dell’acqua, oltre che per evitare frizioni e resistere agli
strappi; 1 cm di cucitura di rinforzo, punti colla e rinforzi in Melco® proteggono le zone di maggiore sollecitazione e le aree in cui si concentrano
le cuciture principali
Ginocchiere anatomiche PVC-free realizzate con resistenti materiali Supratex;
assenza di cuciture sul retro delle ginocchia per maggior comfort e flessibilità per
nuoto e bodysurf
versioni di R1®
UOMO
per: Uomo e donna
dettagLi inteRni suL coLLo
DONNA
descrizione: Muta ecologica dalla linea avvolgente, realizzata
a mano e pensata per le acque più calde (18 – 23°C).
Sfrutta la tecnologia Regulator grid, in grado di preservare
il calore e mantenere un’ideale temperatura interna
Interno interamente con fodera goffrata in
poliestere riciclato per maggiore flessibilità
e leggerezza oltre che per ridurre i tempi di
asciugatura
Women’s R1® back zip l/s spring
Men’s R1® back zip l/s spring
Men’s R1® back zip s/s full
La muta più ecoLogica deL meRcato
chiusuRa
Collo con chiusura in
Velcro® e rivestimento
PU con flap più ampio
per una tenuta stagna
di qualità superiore e
maggiore comfort; zip
centrale posteriore dotata di inserti in neoprene
a mezzaluna per una migliore aderenza e per
una rapida e più sicura chiusura; chiusura in Velcro® sul collo per prevenire sfregamenti; linguetta della zip con fori di drenaggio
tessuto posteRioRe inteRno
Wind-block a griglia in poliestere riciclato che
separa i dentini della cerniera dalla pelle, in modo
da non disperdere il calore ed assicurare maggiore comfort
inseRti inteRni
Inserti e cuciture strategicamente posizionati per muovere liberamente le braccia
patagonia & surf: binomio vincente
Il legame tra Patagonia e il mondo del surf è radicato nello stesso fondatore dell’azienda Yvon
Chouinard. Nel 2006 Yvon si è trasformato in
scrittore e ha pubblicato il volume “Let My People Go Surfing”, presentato al
mercato italiano nel 2009. Il libro, che ripercorre tutte la vita
imprenditoriale di Yvon, evidenzia anche il suo spirito ribelle e
all’avanguardia che lo ha portato a promuovere la flessibilità
all’interno della sua azienda.
Questo perché, come lui stesso
dichiara nel libro, “tutti avevamo
bisogno di orari flessibili per poter andare a fare surf quando le
onde erano buone o a sciare
dopo una tempesta di neve o per poter stare a
casa ad accudire un bimbo con l’influenza. Dovevamo rendere meno netta la distinzione tra lavoro, divertimento e famiglia”.
Il surf dunque ha sempre fatto parte di Patagonia,
che ha voluto sottolineare la sua vicinanza a questo sport con l’apertura del
primo negozio europeo dedicato. Lo store sorge a San
Sebastián, rinomata meta
dei surfisti nel cuore dei
Paesi Baschi. Al suo interno
è possibile trovare l’intera
gamma di mute Patagonia,
oltre alle tavole FCD e all’abbigliamento rispettoso
dell’ambiente. Ricordiamo
infine che il marchio FCD,
acronimo di Fletcher Chouinard Designs, è stato creato
dal figlio di Yvon. Altra attestazione di vicinanza
della famiglia Chouinard al surf.
Patagonia Store
Paseo de José Miguel Barandiarán 24,
20013 Donostia-San Sebastian, Spagna
0034.943.290126 - [email protected]
dettagli di R5™
In foto i guanti in lana R5™, dedicati ad acque
e condizioni più fredde (3-8°C) e dunque utilizzabili
con le mute R2®, R3® e R4® qui sotto. Per comfort e performance, il resistente neoprene da 7 mm è laminato alla fodera in tessuto misto lana merino/jersey di poliestere riciclato per maggior resistenza.
Inoltre la lana merino non trattata con cloro è morbida sulla pelle e resta calda anche se
bagnata. Il palmo e le dita laminate in PU rendono più salda la presa e incrementano la
resistenza. Gli inserti articolati in neoprene seguono la forma della mano per una vestibilità aderente e confortevole. Il design dei Lobster Mitts offre una migliore mobilità delle
dita rispetto ai modelli standard. I guanti, che pesano 192 gr, presentano infine punti colla
su polsini e cuciture, rinforzi in Melco® e cuciture di rinforzo da 1 cm.
dettagli di R2®, R3® e R4®
Realizzate a mano utilizzando neoprene di alta qualità che soddisfa i rigorosi standard Patagonia in termini
di resistenza, solidità e calore; la
calda fodera goffrata è realizzata in
un innovativo tessuto misto di morbida lana merino non trattata con
cloro e poliestere riciclato; la lana
merino priva di cloro di asciuga rapidamente e controlla i cattivi odori.
R2®
R3®
R4®
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Libertà di movimento
freeride
|
A CUrA dI - GIANANdreA LeCCo
IL 3 GIUGNO IL PROGETTO DIDATTICO IDEATO DA BAPUFILM
Riders e filmers, questione di feeling
CON IL SUPPORTO DI PAOLO ARALLA, SI È SVOLTO IL PRIMO WORKSHOP DIDATTICO ACTION MOVIE
EXPERIENCE SUL MONTE MADDALENA (BS), DEDICATO ALLA REALIZZAZIONE DI UNA CLIP DI MTB
DOWNHILL INSIEME AI RIDER DI MYSTICFREERIDE. NEXT STEP: LES 2 ALPES INSIEME A 6PUNTO9.
La tecnologia per la produzione di video è
in continua evoluzione: macchine da ripresa
sempre più performanti e leggere, supporti e
cavalletti sempre più fluidi e naturali nei movimenti. La tecnologia non è però sufficiente per
realizzare un action movie di qualità. Bisogna
conoscere tutte le sue potenzialità ed essere
flessibili e pronti per collocarla in un ambiente naturale. “Fare video in montagna, tra i sentieri di un bike park da downhill può rivelarsi
più complicato del previsto”, spiega Paolo
Aralla prima di iniziare a posizionarsi sul tracciato, ӏ qui che un professionista deve dare il
meglio di sé, essere pronto a ogni evenienza e
trovare la soluzione migliore nel minor tempo
possibile”. L’organizzazione era completa.
C'erano telecamere reflex, supporti steady,
dolly, teste fluide, microcamere, superslowmotion cam. Insomma, tutti gli ingredienti per
creare un video d'azione capace di trasmettere emozioni. Grazie ai nostri partner abbiamo
potuto testare attrezzature cinematografiche
come gli slider della Smartsystem e le teste
fluide di Cartoni, i sistemi stabilizzati
Sturdyshot e le microcamere Go Pro.
non vuole sbagliare, ma al contempo si avvicina sempre di più al proprio limite. Il filmer poi
ha precise esigenze di luce, tempi e spazi che
il rider non conosce. Pertanto la comunicazione tra i due è fondamentale. Bisogna intendersi con poche parole, bisogna essere chiari
e precisi. Instaurare il giusto feeling è la chiave di successo di una buona produzione
action video. Mysticfreeride e i suoi atleti
hanno dato il meglio di sé sui sentieri della
Maddalena, anche risalendo faticosamente
per permettere di trovare l'inquadratura perfetta con la luce più adeguata.
Durante la parte pratica sono stati sperimentati diversi punti di ripresa, analizzando il
vantaggio del risultato anche quando possono
essere difficili da raggiungere o scomodi per
mantenere la camera più stabile possibile. Per
questo il filmer deve conoscere l’ambiente e
sapere dove collocarsi, spesso sdraiandosi
nell’erba alta o arrampicandosi su versanti
scoscesi e friabili. Fondamentale è essere
vestiti nel modo corretto in base alla situazione che si pensa di incontrare. In questo caso
bisognava indossare scarponcini da montagna
per arrampicarsi e pantaloni lunghi per combattere le ortiche.
Il progetto didattico Bapufilm è ora pronto a
trasferirsi per il secondo workshop Action
Movie sul ghiacciaio francese di Les 2 Alpes, a
3.600 mt di altitudine. Un ghiacciaio mozzafiato che d’estate diventa tappa fissa per gli
snowboarder e skier di tutta Europa. Questa
volta il soggetto sarà il Team di 6punto9, con
Gigi e i suoi rider che si metteranno a disposizione per i nuovi aspiranti film maker.
L'attenzione per i dettagli è stata unita alla
capacità di adattamento, alla ricerca del feeling con il soggetto della ripresa. È fondamentale capire lo sport che viene ripreso, le reciproche esigenze di sicurezza, la scelta delle
linee. Un passaggio pericoloso non si può provare all’infinito per la ricerca della luce perfetta. Spesso si ha una sola possibilità e il professionista è colui che la sa cogliere al primo
“ciak”. Inoltre per un rider sapere che il led
rosso della telecamera è acceso e segnala il
REC, rende ogni emozione amplificata. Egli
N. 6/7 – 2012
Grigna Tricks, MTB & BMX Freestyle event
18
L'associazione Culturale Amici del Pialeral con
il Patrocinio del Comune di Pasturo e la collaborazione di Mysticfreeride organizzano per l’11
agosto il Grigna Tricks MTB & BMX Freestyle
Event. Grigna Tricks vuole portare il freestyle nel
cuore della Valsassina, a pochi chilometri da
Lecco. Il tracciato verrà appositamente realizzato
per la manifestazione, in cui la terra troverà il
giusto mix con strutture in legno. L’evento intende essere un momento di ritrovo per tutti i rider,
offrendo un’occasione per girare gratuitamente
sulle strutture e portarsi a casa qualche bel premio a fine giornata. Per i biker che vogliono scaldarsi su nuovi trick da lanciare durante le finali,
ma anche per il pubblico che vuole provare
l’emozione di saltare con le bike, verrà allestito
anche un Big Air Bag messo a disposizione dal
Bike Park dei Piani di Bobbio. I momenti per dar
sfogo alla propria competitività saranno due: una
Jam Session con piena libertà di scelta sulle run,
alla fine della quale una giuria stabilirà il rider più
completo, fantasioso e pieno di stile, e un gran
finale serale. Per ognuna delle due categorie mtb
e bmx, ogni rider avrà 3 run a disposizione. La
somma dei punteggi delle due migliori decreterà
il vincitore. Per partecipare non è richiesta alcuna quota d’iscrizione, ma è obbligatorio l'invio dei
propri dati entro e non oltre il giovedì 8 agosto.
L’età minima per partecipare è di 16 anni. Per i
minorenni è comunque richiesta la firma della
liberatoria da parte dei genitori. Il ricco montepremi che verrà suddiviso nelle diverse categorie
è il seguente: 1500 euro, 3 paia di occhiali Cebè
offerti da Ottica Bruzzese, Bergamo, 1 telaio dirt
e felpe offerte da Mysticfreeride, gomme mtb
offerte da Schwalbe, accessori mtb offerti da
Bike Oprandi, Val Brembo (BG), e accessori bmx
offerti da NS Shop, Bergamo. Per il pubblico è
libero l'accesso al Big Air Bag e ci sarà birra e
salsiccia a volontà per tutti.
Per info e iscrizioni: www.mysticfreeride.com
|
n
focus SUP |
ANALISI, rIFLeSSIoNI e proSpeTTIve SULLo STANd Up pAddLe
Parola d’ordine:
TRASVERSALITÀ
STA CoNQUISTANdo
SeMpre pIù SpAZIo ANCHe
NeL NoSTro pAeSe.
Lo CoNFerMANo I dATI
dI veNdITA (IN CreSCITA),
GLI eveNTI dedICATI
e L’INTereSSe
dI FederAZIoNI
e ASSoCIAZIoNI.
vALe LA peNA TUTTAvIA
rICHIAMAre ANCorA
UNA voLTA L’ATTeNZIoNe
SUL rISCHIo dI
Photo credits: Naish
UN’eCCeSSIvA
A CUrA dI
MoNICA vIGANò, dANIeLe de NeGrI
e BeNedeTTo SIroNI
Quando solo 3 anni fa, di ritorno dalla fiera
americana Outdoor Retailer (Salt Lake City,
Utah), dicevamo che il SUP sarebbe stata una
delle attività con la crescita più rapida del
prossimo futuro, non molti erano disposti a
crederci. Il trend di queste ultime stagioni ci ha
dato ragione. Certamente i numeri sono ancora molto piccoli. Ma le potenzialità invece
sono grandi. Azzardiamo a dire enormi. Negli
States il SUP è un una realtà affermata e nel
2011 sono stati quasi 1,3 milioni i praticanti,
con una crescita nell’ordine del 20% rispetto
al 2010. Anche l’Europa e gli altri Continenti si
sono sempre più avvicinati a questa attività
che ha obiettivamente una serie indiscutibile
di aspetti positivi. Tra essi l’ampiezza del target
(che abbraccia dai ragazzi agli anziani) e delle
condizioni d’uso (non dipende da vento e
onde ma può essere praticata ovunque) oltre
alla facilità di apprendimento (seppur con
alcuni accorgimenti, come l’uso di una tavola
per beginners). Tante belle opportunità e qualche rischio. Vediamo quali.
N. 6-7 / 2012
PREZZI E TRASPORTABILITÀ
Accanto agli aspetti positivi legati al SUP non
mancano alcune possibili “negatività”. A partire
dal prezzo, che nella maggior parte dei casi si
aggira ancora (per un prodotto di medio livello) intorno ai 1.000 euro e oltre, scendendo
fino a 600 euro in rari casi. Un acquisto quindi
non certo economico e per tutte le tasche.
Inoltre le dimensioni delle tavole rendono difficoltoso il trasporto ma, ancor prima, la loro
esposizione nei punti vendita. Entrambi questi
fattori in realtà sono stati in parte mitigati con
l’introduzione di modelli entry level di fascia
medio-bassa, con prezzi interessanti (BIC in
questo caso è senza dubbio l’azienda più competitiva) nonché con il trend dei gonfiabili: non
per forza più economici ma senza dubbio più
facili da trasportare ed esporre. Un prodotto
ottimo per i beginners e per i praticanti senza
troppe pretese, mentre i riders più radicali storcono spesso il naso se si parla di inflatable SUP
(prodotto che invece è molto apprezzato nel
settore della nautica).
rAdICALIZZAZIoNe
deLLA dISCIpLINA.
deCISAMeNTe dA evITAre.
“SUP vuol dire almeno 90% acqua piatta,
fiumi, laghi e solo 10% surf tra le onde”, ha
dichiarato più volte del resto lo stesso Robby
Naish. Uno che di radicalità certo ne sa qualcosa, ma che ha anche una visione ampia e a
lungo respiro del mercato. È fondamentale
ribadire ancora una volta quindi che ogni operatore del settore, a qualsiasi livello, deve evitare di porre troppo l’accento sul lato estremo
ed elitario di questo sport. Che certo esiste - in
particolare nelle sue declinazioni wave e race
- ed è comunque importante per lo sviluppo
della disciplina. Ma non deve diventare
l’aspetto preponderante. Il rischio è quello di
ripetere l’errore del windsurf, che dopo anni di
grandi numeri si è avvitato su se stesso compiacendosi in una visione troppo estrema
della disciplina e perdendo per strade migliaia
e migliaia di praticanti.
IL FUTURO DEL SUP
“Credo che il mercato legato al SUP triplicherà nei prossimi tre anni anche se è sicuramente scemato lo stupore iniziale di chi vedeva queste tavole in acqua la prima volta”, ha
dichiarato ai microfoni di Outdoor Magazine
USA (nostra rivista partner) il general manager Naish International Andy Church. “Nel
2008, quando le borse sono precipitate, l’unica attività in crescita nel business watersport
era lo stand up paddling. Non era solo in crescita, stava letteralmente esplodendo. Oggi
che è uno sport noto ai più, è considerato
naturale e genuino, anche per questo è destinato a conquistare sempre più persone”.
ATTENZIONE AI RETAILER
Lo stesso discorso di “apertura mentale” è
da applicarsi alla distribuzione. Il SUP non è
trattato solo nei negozi e centri specializzati in
boardsport ma ha fatto il suo ingresso anche in
altri canali, come ci confermano anche le
aziende che abbiamo contattato e che in
media sono presenti in 10/20 negozi (vedi la
nostra inchiesta alle pagine 26-27). Tra tutti,
spiccano i retailer dedicati a canoa, kayak e
sport outdoor in generale, che ultimamente si
stanno aprendo anche a questa attività.
Rilevante anche il segmento nautica, sempre
più preso in considerazione da brand SUP di
tutto il mondo. “Il mercato della nautica è
potenzialmente il più grande in assoluto”, rileva sempre Andy Church. “Le analisi dimostrano
che vale 35 miliardi di dollari negli Stati Uniti e
che è persino più grande in Europa. Al momento stiamo promuovendo i nostri SUP gonfiabili
ai proprietari di barche”. Tra l’altro questi negozi sono spesso più spaziosi dei board shop e
quindi hanno la possibilità di esporre un più
ampio campionario di tavole.
IL FRONTE EVENTI
Evitare di puntare troppo sulla tecnicità e la
radicalità dello sport è un discorso che riguarda da vicino anche gli eventi. “Gli eventi consumer sono cruciali per la crescita di questo
sport”, continua Andy Church. “Le manifestazioni professionali in location esotiche non
consentono di coinvolgere il pubblico generale. Il nostro approccio è più diretto, vogliamo
che la gente partecipi agli eventi, non che li
stia solo a guardare. Questo perché vogliamo
che i prodotti base siano il fulcro del nostro
marketing. In altre parole vogliamo che la
gente li veda, li provi e si innamori”. Parlando
del nostro paese, attualmente vengono orga-
NO ALLA RADICALIZZAZIONE
Ma l’aspetto principale è un altro: obiettivo
comune nella diffusione di un’attività ai suoi
esordi è solitamente quello di diffondere la
disciplina presso una base di praticanti più
ampia possibile. A maggior ragione se parliamo di SUP: pratica che si presta in maniera
perfetta a un target trasversale e allargato.
20
Photo credits: Bic Sport - S.Cazenave
nizzati diversi eventi che coinvolgono il SUP
ma si tratta per lo più di appuntamenti generalisti che abbracciano diverse discipline d’acqua (come ad esempio la Stranavigli che si è
svolta lo scorso 30 giugno a Milano o l’Open
Water Challenge di inizio giugno a Oristano).
Le iniziative prettamente dedicate allo stand
up paddle, invece, sono più limitate e soprattutto sono spesso dedicate al lato agonistico
e race della disciplina come nel caso del
Campionato Italiano Fisurf SUP-Wave.
LAVORI IN CORSO
In ogni caso, che si tratti di eventi esclusivi
per il SUP o più “generalisti”, non mancano
certo iniziative di successo che ogni anno si affacciano sul panorama eventi nazionali. Quest’anno c’è stato un importante esordio: si è
svolto infatti il primo European Sup Expo
(19/20 maggio a Fiumaretta, SP) patrocinato
dall’AISUP (associazione italiana stand up paddling). Trovate il report alle pagine seguenti. Se
l’ESE ha aperto la stagione, a chiuderla sarà il
Roma Event-One 2.0, in scena dal 20 al 23 settembre, che lo scorso anno ha attirato circa
20mila persone. La Rambla, uno degli stabilimenti balneari più belli del litorale laziale, immerso nella riserva naturale di Maccarese,
ospiterà oltre 500 tavole per kite, surf, SUP e
windsurf.
IL PANORAMA ITALIANO
Per approfondire la situazione del mercato
italiano, abbiamo realizzato come già citato
un’interessante inchiesta intervistando alcune delle principali realtà operanti sul nostro
territorio (e non solo, visto che alcuni brand
sono presenti direttamente anche in altri
paesi). La situazione che ne è emersa è quella di un segmento in divenire, con tante luci
e qualche piccola penombra. Nel quale tuttavia prevale un certo ottimismo, supportato
anche dai numeri. In tutti i casi, negli ultimi
due anni si è registrata una crescita in termini di vendite, sempre con percentuali a due
cifre e in alcuni casi un raddoppio delle tavole vendute nel giro delle ultime due stagioni.
A proposito di vendite: alle pagine 28-29 trovate alcuni utili consigli per gli acquisti, in
attesa dei nuovi prodotti 2013 di prossima
uscita. Finiamo con un augurio, condiviso
anche dalle parole di Alessandro Dini, intervistato a proposito dei corsi ISA che riguardano sempre più anche il SUP (pag 24-25):
vale a dire quello di un’unità di intenti e di
una proficua collaborazione tra le realtà in
gioco. Per evitare inutili e dannose divisioni,
come purtroppo già accaduto per altre discipline (vedi il surf).
|
n
focus SUP |
L’eSordIo deLL’eUropeAN SUp eXpo, IL 19-20 MAGGIo A FIUMAreTTA
ESE, il primo expo only SUP
orGANIZZATA dALL’AISUp, LA MANIFeSTAZIoNe INTeNde dIveNTAre UN pUNTo dI rIFerIMeNTo eUropeo
per LA dISCIpLINA IN oGNI SUA ForMA e HA oSpITATo ANCHe UN WorKSHop CoN 20 AZIeNde preSeNTI.
SoddISFAZIoNe GeNerALe per L’eSordIo deLLA KerMeSSe, CHe CoMUNQUe pUò ANCorA CreSCere TANTo.
dAL NoSTro INvIATo
dANIeLe de NeGrI
Il maltempo non ha fermato la prima edizione dell’European SUP Expo, la nuovissima
manifestazione dedicata allo stand up paddle
che ha messo in luce le grandi potenzialità
che la disciplina può avere in Europa.
L’obiettivo dell’AISUP (associazione italiana
stand up paddling), organizzatrice di questo
primo ESE, era quello di creare un appuntamento di settore irrinunciabile per le aziende,
tanto che i 20 brand presenti hanno già manifestato la volontà di essere presenti anche il
prossimo anno, sia per la proposta complessiva che per i contenuti del workshop, oltre che
ovviamente per l’affascinante location che ha
fatto da sfondo, ovvero Fiumaretta, nel comune di Ameglia (SP). Era infatti la prima volta in
assoluto in Europa che 20 brand di settore si
sedevano intorno allo stesso tavolo per discutere del futuro del SUP, nel comune intento di
espandere la disciplina il più possibile.
Presenti anche numerosi media partner. Noi
stessi siamo stati partecipi all'evento, apprezzando entusiasmo e professionalità dell'organizzazione. Come benevolo appunto e considerazione generale, possiamo sottolineare
che in una manifestazione del genere la parte
agonistica è sicuramente importante, ma
paradossalmente dovrebbe passare in secondo piano rispetto a quello che deve essere il
vero obiettivo: avvicinare il maggior numero di
persone alla pratica del SUP, partendo dalle
basi e con un approccio quindi molto easy e
friendly.
iscritti alle gare. Immersi tra lo spettacolare
colpo d’occhio delle Alpi Apuane e la pioggia
torrenziale, i paddlers hanno comunque sfidato gli elementi per raggiungere il traguardo
dopo 6 km di percorso tecnico e impegnativo.
I 70 atleti (56 lo scorso anno per la prima edizione) si sono presentati ai nastri di partenza
del 2° Trofeo River Sea RRD Sup Cup, domenica 20 maggio. Dalla spiaggia del bagno
Arcobaleno di Fiumaretta, su tre linee di partenza 14', 12'.6 e allround, si affrontava un percorso tecnico e impegnativo di aggiramento
delle cinque boe. Il tracciato prevedeva due
giri da 3 km ciascuno per i pro, un giro solo per
donne e amatori. Il gruppo si è sfilato già alla
seconda boa, creando un solco marcato tra i
pro della 14 e della 12,6 e gli amatori. Molti i
colpi di scena nelle retrovie, con continui avvicendamenti a ogni giro di boa, mentre in testa
Fabrizio Gasbarro ha mantenuto la prima posizione fin dall'inizio. Solo Leonard Nika ha risalito la classifica assoluta passando Daniele
Guidi. Di seguito hanno tagliato il traguardo
Giordano Bruno Capparella, Paolo Marconi,
Marco Moroni, Davide Codotto e Stefano Gigli,
tutti sotto i 45'. Molto interessante la Inflatable
SUP Race, il nuovo contest per gonfiabili a staffetta new entry della famiglia ESE, oltre alla
Speed Race svoltasi sabato 19.
dello sport che, pur tra alcune difficoltà, si sta
via via concretizzando. La discussione è stata
franca e stimolante e si è conclusa all’imbrunire con ottime prospettive di sviluppo anche
grazie a questo incontro. Per approfondire il
workshop e l’evento in generale abbiamo
intervistato Dario Nuzzi.
WORKSHOP
Anzitutto qual è il bilancio di questa prima
edizione?
Gli organizzatori della manifestazione, rappresentati dal presidente di AISUP Roberto
Domenichini e dal segretario Dario Nuzzi, in
sinergia con il neo presidente della
Federazione Italiana Surfing Alessandro di
Spirito, hanno aperto il tavolo dei lavori introducendo quelli che sono i progetti previsti per
l'anno in corso e quelle che sono le attuali difficoltà per la diffusione dello sport. Moltissimi
gli argomenti trattati dalle aziende e dagli
organizzatori che hanno esposto i loro progetti futuri e il percorso federale per la diffusione
Bilancio assolutamente positivo. Una sfida
vinta che il presidente di AISUP Roberto
Domenichini e io abbiamo perseguito per un
anno dopo il primo River Sea del 2011. Certo
il tempo non è stato clemente, anche se chi fa
questo lavoro lo deve mettere in conto, e col
senno di poi posso affermare che anche le
avversità metereologiche ci hanno spronato a
dare il meglio. Tutti lo hanno fatto, ci teniamo
molto a ringraziare coloro che hanno fatto
parte del team ESE: i volontari di AISUP, le istituzioni del territorio, gli atleti, Paolo e i ragaz-
zi della scuola KauKau, tutte le persone che
danno linfa alle aziende che operano in questo settore, compresi voi di Pointbreak e gli
altri media partner, siete un anello fondamentale per la diffusione del SUP. In questo
momento storico/economico bisogna dare
veramente il massimo per riuscire nell'impresa di promuovere un nuovo sport. Siamo certi
dell'enorme potenzialità dello stand up paddling in Italia, dunque della necessità di promuoverlo per far arrivare questo sport in tutti
i mari, laghi e fiumi dello stivale.
Siete dunque pienamente soddisfatti?
Tutto il lavoro profuso è stato fortunatamente ripagato quando abbiamo visto con i nostri
occhi la realizzazione di ciò che avevamo ideato, costruito e prodotto. A tal proposito ci tengo
a sottolineare che è Roberto Domenichini, il
padre dell'ESE, colui che ha dedicato energie
con instancabile dedizione, mentre io sono lo
“zio” che da lontano si accerta che il nipote cre-
MANO ALLE PAGAIE
N. 6-7 / 2012
Andando alla parte agonistica, il tempo
inclemente ha ostacolato non poco i 70 atleti
22
PROVA
DI JUMPING (A SINISTRA) E DI EQUILIBRIO (A DESTRA) SU UN VERO E PROPRIO "MONSTER"
SUP. SOTTO
LA PARTENZA DELLA
RRD SUP CUP.
focus SUP |
sca bene. La nostra soddisfazione ha anche trovato riscontro nei feedback dei questionari ricevuti da atleti e operatori.
Cosa ha funzionato meglio e cosa si può
migliorare?
Tutta la macchina organizzativa ha funzionato alla grande, dall'accoglienza di espositori e
atleti alle premiazioni. Siamo riusciti a coinvolgere praticamente tutti gli operatori di settore,
li abbiamo visti fianco a fianco sulla spiaggia e
al tavolo del workshop, vera novità nella breve
storia degli eventi SUP italiani. Il workshop avrà
veramente successo se riusciremo insieme alla
FISURF a perseguire gli obietti con cui abbiamo
concluso i lavori: l'impegno cioè di presentare
un progetto di comunicazione capace di portare lo stand up paddling all'attenzione dei
“grandi media”. Cosa si può migliorare... le premiazioni sono un punto dolente, perchè con
70 atleti partecipanti tra donne e uomini (col
bel tempo ne aspettavamo 120), divisi in cinque categorie, è difficile stilare le classifiche in
breve tempo. Sicuramente un aspetto da
migliorare, e con qualche soldino in più sappiamo anche come farlo: cheap gps collegati a
un software. In questo modo, in un futuro speriamo non troppo lontano, potremo dire anche
le velocità di percorrenza e il reale chilometraggio effettuato in gara. Per ora gli atleti devono
portare pazienza. Per lo stesso motivo le premiazioni nel SUP race sono molto onerose: è
difficile infatti premiare la bellezza di trenta
atleti dagli junior ai gran kahuna. All’ESE ci
siamo riusciti con grande sforzo in termini
organizzativi ed economici.
all'evento per molteplici motivi, tra questi sicuramente il fatto che ESE è il primo evento in territorio europeo, dedicato esclusivamente al
mondo SUP, che punta a far "amalgamare" per
due giorni il popolo di appassionati, atleti e
potenziali nuovi paddlers con i protagonisti
(costruttori, distributori, dealer surfshop etc) di
settore. Quindi l’idea è quella di internazionalizzare l’European SUP Expo nelle gare, negli atleti e non solo. Le novità ci sono, ma è troppo
presto per svelarle. Roberto e io, con AISUP,
abbiamo un programma a medio/lungo termine ben preciso che riguarda la promozione a
360° di questo fantastico sport.
Quali sono le prossime iniziative Sup?
Che idee e novità avete in testa per la prossima edizione?
Un evento si è già svolto il 30 giugno, si
tratta della Stranavigli 2012 sul Naviglio Grande
di Milano. La mattina è stata dedicata ai bambini che hanno potuto provare il SUP e altre attività del mondo acqua, a seguire gli adulti
fino ad arrivare alla terza edizione del Bear
Stranavigli Water Race, con contest amatoriali
di SUP e surf paddling. In cantiere invece c'è
un’altra novità assoluta da parte dell’AISUP,
che porterà la disciplina nel programma gare
del Mondiale Dragonboat 2012, all'Idroscalo di
Milano il 30-31 agosto e 1-2 settembre. Un
evento d’importanza internazionale con 2.000
atleti partecipanti, 15.000 persone attese sugli
spalti (dati ufficiali forniti dall’organizzazione),
oltre alle dirette su Sky e Rai. Si tratta di una 4
giorni dedicata ai paddlers di diverse discipline e dove per la prima volta si presenta lo
stand up. Nuovi eventi, nuove sfide: per la
prima volta al mondo si disputerà una gara
SUP su distanza ufficiale di 200 mt a batterie
e finali, una 2.000 mt a cinque sponde e probabilmente una long distance.
La parola European nell'acronimo ESE è la
sfida per il 2013. Abbiamo dato questo nome
www.aisup.it
IL
GRINCH PRESENTE ANCHE A QUESTO EVENTO.
PARTENZA
DELLA NUOVA INFLATABLE
A
DESTRA UNA PARTE DELL’EXPO.
SUP RACE.
N. 6-7 / 2012
|
23
|
n
focus SUP |
INTervISTA Ad ALeSSANdro dINI, dAL 2005 oFFICIAL preSeNTer per L’ITALIA deLLA FederAZIoNe INTerNAZIoNALe
A scuola di surfing con l’ISA
rICoNoSCIUTA dAL CIo, L’INTerNATIoNAL SUrFING ASSoCIATIoN È preSeNTe IN BeN 69 NAZIoNI. oLTre CHe
NeL SUrF È SeMpre pIù ATTIvA ANCHe NeL SUp: NeL 2010 proprIo A vIAreGGIo È STATo LANCIATo IL prIMo
CorSo dedICATo IN eUropA, MeNTre NeLL’AUTUNNo 2011 È STATA LA voLTA deL CAMpIoNATo MoNdIALe.
A CUrA dI
SIMoNe BerTI
svolta in acque calme con qualsiasi tipo di
equipaggiamento per il surfing.
La ISA in Italia è rappresentata? Se si, da chi?
Fondata nel 1964 come International Surfing Federation e diventata successivamente International Surfing Association, la ISA è il nucleo
internazionale di riferimento per tutto il mondo
del surfing. Rappresentata in Italia dalla FISURF,
si prodiga in particolar modo nel perseguire e
raggiungere una rapida e sana crescita del surfing, attivando programmi e strutture di vario genere. Tra questi il Coaching & Instructing Program (CIP), creato allo scopo di stabilire un
sistema internazionale di corsi in grado di migliorare sensibilmente la sicurezza e l’efficacia
dell’insegnamento nei vari paesi dove esso
viene utilizzato, oltre che delineare una struttura
all’interno della quale istruttori e coach possano
operare. Ne abbiamo parlato con Alessandro
Dini, official presenter dell’Italia per ISA (sotto
in azione).
Ricordiamo cos’è la ISA?
ISA (International Surfing Association) è riconosciuta dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) quale massima autorità mondiale nello
sport amatoriale del surfing. Originariamente
fondata col nome di International Surfing Federation nel 1964, ha sancito il Campionato Mondiale di Surf Open dal 1964, il Campionato Mondiale Junior dal 1980 e il Campionato Mondiale
Masters dal 2007. La ISA sancisce anche il Campionato Mondiale Kneeboard, il Campionato
Mondiale Tandem e dal 2011 il Campionato
Mondiale Bodyboard. Nell’autunno del 2011 ha
organizzato il primo Mondiale Stand up Paddle
e nel corso del 2012 il Campionato Mondiale
Paddleboard. Ha sede a San Diego e ben 69 nazioni sono a essa affiliate. Il suo presidente è l’argentino Fernando Aguerre, eletto nel 1994 in
Brasile e residente a San Diego, USA.
N. 6-7 / 2012
Qual è la mission dell’ISA?
La ISA è una organizzazione no-profit incorporata negli USA ed è a tutti gli effetti la Federazione
Internazionale del Surfing. Governa tutte le attività del wave riding, incluso bodyboard, bodysurf,
jet surf, kitesurf (in waves e freestyle), kneeboard,
longboard, paddle surfing, short board, skimboard, stand up paddle, surf kayak e tandem. ISA si
dedica allo sviluppo di questi sport in tutto il
mondo, fornendo consigli e supporto alle varie
federazioni mondiali a essa affiliate (in Italia la FISURF), circa le regole nelle competizioni, i criteri
di giuria, surf education (corsi istruttori), surf per
disabili (adapted surfing), anti-doping e altre
aree di sviluppo dello sport.
Esiste una definizione ufficiale per il surfing?
Si. Secondo la ISA è definita disciplina facente parte del surfing ogni sport nel quale la
forza primaria che muove l’attrezzatura del praticante è un’onda, sia essa di origine naturale
(mare, oceano) o artificiale (wave-pool); ogni
attività svolta sulle onde, con qualsiasi tipo di
equipaggiamento per il surfing; ogni attività
24
La ISA riconosce in Italia dal 1988 (anno in cui
l’Italia partecipò per la prima volta ai Mondiali
Open in Puerto Rico) solo e unicamente la FISURF quale unica federazione nazionale affiliata.
È quindi compito della FISURF diffondere sul
territorio italiano la cultura e la pratica del surfing
tramite organizzazione di eventi e di corsi di formazione per giudici e istruttori. Dal 2005, la ISA
mi ha affidato il compito di offical presenter del
Coaching & Instructing Program surf e SUP e da
allora ho svolto oltre dieci corsi Surf L1, uno Surf
L2, tre corsi SUP Wave e Flat Water L1.
Veniamo al CIP (Coaching & Instructing Program): quali sono gli obiettivi?
Beh anzitutto, come già sopra premesso, uno
degli obiettivi principali è stabilire un sistema internazionale di corsi in grado di migliorare sensibilmente la sicurezza e l’efficacia dell’insegnamento nei vari paesi dove esso viene utilizzato.
Altro scopo è quello di delineare una struttura all’interno della quale istruttori e coach possono
operare. Inoltre la ISA cerca di fornire agli istruttori brevettati delle opportunità d’impiego anche
in paesi stranieri, mettendoli al corrente qualora
delle scuole cerchino istruttori. Nel 2012 una
decina di istruttori italiani brevettati ISA hanno
trovato impiego in scuole francesi, spagnole, brasiliane, australiane. Infine, uno degli obiettivi più
ambiti è quello di fare del coaching un’attività globalmente standardizzata e altamente professionale con requisiti sempre più stringenti. Infatti,
mentre nel Livello 1 uno dei requisiti più importanti è rappresentato dalle doti di comunicazione e di coinvolgimento del candidato coach,
a partire dal Livello 2 si richiede una profonda conoscenza e cultura dello sport, un buon livello
tecnico e un bagaglio di esperienze tipiche del
surfista esperto (viaggi, partecipazione a gare,
stage…). Insomma, l’istruttore di Livello 2 il surf
lo deve saper fare davvero, oltre ad avere anche
le altre doti necessarie per essere un buon coach
(carisma, passione, conoscenza della materia).
Come sono strutturati questi corsi?
Il Coaching & Instructing Program, per il surf, si
articola su tre livelli. Con il brevetto di Livello 1
l’istruttore è in grado di introdurre in sicurezza il
principiante nel mondo delle onde. In questa
prima fase l’obiettivo è quello di far provare all’allievo un’esperienza appagante, sicura e divertente, fornendogli il più ampio supporto per capire come individuare i pericoli e i posti più sicuri
per praticare il surf. Grazie al brevetto di Livello 2
I
CANDIDATI ISTRUTTORI ALLE PRESE CON LE ONDE DI
VIAREGGIO
invece l’istruttore apprenderà a scomporre le
manovre di base, a individuare gli errori e a fornire le necessarie correzioni per portare l’allievo
a un livello intermedio/avanzato, permettendogli magari di accedere alle prime competizioni.
Questo livello prevede le prime nozioni di nutrizione, tattica di gara, criterio giuria e allenamenti
specifici. Al Livello 3 l’istruttore diventa un vero
coach in grado di seguire surfisti di livello decisamente avanzato, desiderosi di tentare una carriera agonistica. Fino a oggi in Italia non è ancora
stato effettuato nessun corso Livello 3, ma dal
prossimo autunno ne verranno organizzati due di
Livello 2 alle Canarie e nel 2014 il primo Livello
3. I corsi Surf L1 si svolgono nell’arco di due giorni
pieni, durante i quali si alternano momenti di insegnamento in aula e momenti in acqua. Dopo
la partecipazione al corso di 2 giorni, a ogni candidato viene assegnato un numero di ore di tirocinio (in genere 20) da svolgere presso una
scuola con istruttore ISA autorizzato. In alcuni casi
le ore sono ridotte se il candidato fornisce prove
di esperienze precedenti (partecipazione, lavoro
svolto presso surf school, particolare abilità nel
presentare la lezione). Ormai, soprattutto per il
surfing, abbiamo diversi istruttori designati su
tutto il territorio italiano, per cui ogni candidato
trova vicino alla propria città un istruttore in
grado di assisterlo.
Per quali ragioni la ISA ti ha scelto come official
presenter per l’Italia?
La ISA è molto gelosa del suo materiale didattico, frutto di decenni di esperienza nel surfing.
Credo che sia stato determinante il fatto che mi
conoscono dal 1988 e, soprattutto dal 1991 al
PROSSIMI CORSI ISA SURF E SUP
SUP FLAT WATER L1: Viareggio, 15-16 settembre 2012
SURF L1: Viareggio, 22-23 settembre 2012
SURF L2: Canary, novembre 2012 (data e
location da confermare a breve). Aperto solo
agli Istruttori Brevettati ISA Surf L1 in possesso dei requisiti richiesti, vedi sotto*.
SURF + SUP L1: Viareggio, 22-25 novembre
2012 (Questo corso, che prevede i primi 2
giorni dedicati al Surf L1, è stato appositamente studiato per chi desidera accedere al
corso SUP Wave, ma non ha partecipato in
passato al corso Surf L1, indispensabile per
accedere a quello Sup Wave). A questo corso
possono partecipare anche coloro che, interessati a prendere il brevetto Surf L1, non
sono rientrati nel limite massimo previsto per
il corso del 15-16 settembre 2012).
* Requisiti accesso Corso Istruttore Surf L2
• Essere in possesso di un bagaglio tecnico
che includa tutte le manovre avanzate
• Curriculum agonistico (esperienze in gare regionali, nazionali o internazionali)
• Dimostrare di avere praticato l’insegnamento
presso scuola surf da almeno 24 mesi.
DURANTE UN CORSO AUTUNNALE
ISA SUP WAVE.
2000, quando ho coperto attivamente il ruolo
di presidente federale, hanno avuto modo di conoscere bene la mia personalità e il mio modo
di lavorare. Cercavano qualcuno di cui fidarsi e
con una conoscenza tecnica del surf, in tutti i
suoi aspetti. Dalla prima trasferta della nazionale italiana a una gara internazionale (Sable
D’Olonne, Francia, 1987) alla fine del 1999,
non ho mai mancato un evento ISA e credo che
tutte queste cose abbiano pesato sulla scelta.
Con il brevetto ISA preso in Italia posso insegnare ovunque nel mondo?
Sì e no. Mi spiego: i 69 paesi surfisticamente
più avanzati sono affiliati ISA. Molti di loro,
quasi tutti, adottano e riconoscono il brevetto
ISA. Non vale per tutte le federazioni però: in
Francia ad esempio è previsto che un titolare di
una scuola di surf su territorio francese debba
essere in possesso di quello che noi chiamiamo
brevetto ISEF, essere cioè insegnante di educazione fisica. Ciò significa che se non sei francese
non puoi aprire una scuola tua, ma puoi lavorare come istruttore in una scuola francese. Negli ultimi due mesi ho girato ai brevettati ISA italiani due richieste d’istruttori italiani da parte
della Hossegor Surf Club e del Biarritz Surf Training. In Spagna la situazione è simile, ma tutto
sta cambiando alle Canarie. Assaltate da orde di
istruttori provenienti da tutta Europa, spesso in
possesso di brevetti fasulli o estinti, le Canarie
hanno preso delle misure eccezionali per difendersi. In pratica, se fino all’anno scorso molti europei con brevetto ISA andavano ad aprire loro
scuole a Fuerteventura, Lanzarote e Tenerife, vedendosi rilasciare i permessi senza tanti problemi dalle autorità locali competenti, da quest’anno il brevetto ISA viene accettato, ma
occorre portare a 350 tali ore facendo ulteriore
tirocinio alle Canarie, presso scuole indicate
dalla FESURF (Federazione Spagnola Surf). Pressate dalle crescenti e forti lamentele delle surf
school locali, le autorità e la FESURF hanno deciso di prendere misure radicali per arginare
questo allarmante fenomeno. Insomma, i paradisi del surf stanno applicando regole proprie
per gestire la situazione. Ma in altri paesi, come
il Brasile, Australia, USA, quasi tutti i paesi dell’America Centrale, vari paesi africani (Marocco,
Senegal), Giappone, Barbados, Irlanda, etc… il
brevetto ISA è riconosciuto senza problemi.
E per il SUP, qual è la situazione attuale?
Il SUP sta facendo gli stessi passi fatti nel
2005, 2006 e 2007 dal surfing: all’inizio non
era facilissimo trovare degli istruttori ISA in
tutte le regioni, per cui chi viveva per esempio
in Campania doveva spostarsi nel Lazio o in To-
DURANTE
I CORSI ISTRUTTORI
focus SUP |
ISA,
SI ALTERNANO MOMENTI DI TEORIA A
MOMENTI DI PRATICA.
scana per trovare qualcuno in grado di fargli
svolgere le ore di tirocinio. Ma dal novembre
2010 a oggi, quando a Viareggio è stato lanciato il primo corso ISA SUP in Europa, abbiamo fatto passi da gigante. Abbiamo istruttori
ISA designati in Toscana, Liguria, Lazio, Emilia
Romagna, Sicilia e presto anche nelle altre regioni. Occorre fare un doveroso distinguo tra i
corsi SUP Wave da quelli Flat Water. Per partecipare ai primi è obbligatorio aver partecipato
precedentemente al corso Surf L1, che contiene tutta la parte relativa al meteo, correnti,
onda, etc… Mentre si può accedere direttamente ai corsi SUP Flat Water L1. La struttura
è simile ai corsi Surf: dopo i due giorni di corso
sono previste le ore di tirocinio.
Cosa risponderesti a chi si lamenta perché la
ISA richiede ai suoi istruttori l’ottenimento
del brevetto di bagnino?
Di ragionare! La ISA è la massima autorità
mondiale del nostro sport, riconosciuta dal CIO.
A loro chiederei: secondo voi, è un’istituzione
seria quella che rilascia un brevetto di insegnante senza sincerarsi che la persona sia in
grado di fornire un valido primo soccorso ai suoi
allievi? Affidereste vostro figlio a un istruttore
che non conosce le tecniche di soccorso e ria-
ALCUNI
PARTECIPANTI AL CORSO ISTRUTTORI SURF MENTRE SVOLGONO UN
COMPITO RELATIVO ALLE CORRENTI MARINE.
nimazione o che, senza un brevetto di bagnino,
vi chiede di credere alle sue capacità di soccorritore? Qui si parla di mare, onde, correnti, dove
non dico un infortunio, ma anche un banale
malore può dare solo una manciata di secondi
di tempo per prestare i dovuti soccorsi. In Versilia abbiamo perso due amici surfisti per un attacco epilettico in acqua; roba di secondi. La ISA
non scherza su queste cose e consiglia di evitare
con cura le scuole o gli istruttori che non hanno
dei requisiti stringenti in termini di sicurezza e
di soccorso. Purtroppo, ci sono alcune sconcertanti realtà sul territorio italiano che cercano di
gettare discredito su chi vuol fare le cose per
bene e ci addita di essere troppo pignoli e di
rappresentare “l’Italia dei brevetti”, come se essere in possesso di requisiti specifici che garantiscono professionalità e non improvvisazione
sia addirittura una cosa negativa.
E a chi dice che 20 ore di tirocinio sono troppe?
Gli rispondo di informarsi su cosa deve fare chi
intende diventare istruttore di snowboard. Se
uno pensa che essere un istruttore di surf si limita
a spingere i ragazzini sulle onde e gridargli “su”
al momento giusto, sbaglia di grosso. Le venti ore
di tirocinio sono importanti per assimilare le sequenze e i consigli dei più esperti, alla fine del ti-
ALESSANDRO È ANCHE ISA OFFICIAL PRESENTER PER LA GRECIA. NEL
2012 HA SVOLTO IL PRIMO CORSO ISTRUTTORI ISA SUP AD ATENE.
rocinio il 99% dei candidati è felice di averle
fatte, anche se ciò ha comportato alcuni sacrifici.
Come è visto dalla ISA il fenomeno del SUP in
Italia?
La ISA ha registrato una crescita rapida e
decisa del SUP in molti paesi del mondo e i recenti Campionati del Mondo Stand Up Paddle
in Perù hanno riscosso un grandissimo successo. In Italia esiste un discreto movimento,
ma temo che esso stia calcando le orme del
surf, diviso in realtà contrapposte che non portano niente di buono a nessuno. Spero che i
soliti, inutili campanilismi ed egocentrismi non
fermino o rallentino la crescita di questa stupenda disciplina della famiglia dei boardsport
marini. In ISA, e sono convinto anche in FISURF,
c’è spazio per chiunque ha idee e passione. Lo
scorso anno, è nata AISUP che ha riunito alcuni
dei club più attivi sul nostro territorio. Spero che
non si formino due, tre associazioni in concorrenza tra di loro, non se ne sente il bisogno, né
se ne vede l’utilità.
Come vuoi chiudere questa intervista?
Invitando tutte le persone che desiderano diventare istruttori di surf o di SUP a visitare il sito
ISA per conoscere meglio questa organizzazione, cercando la lista di istruttori brevettati in
MAGGIO
Italia e gli aggiornamenti sui prossimi corsi ISA
in Italia. E ricordando loro che il brevetto è
l’unico ottenibile in Italia che sia riconosciuto (oltre che dalla FISURF) nella maggior parte dei
paesi stranieri. Mi ha fatto molto piacere vedere
agli ultimi corsi ISA, sia Surf che SUP L1, noti titolari di surf shop interessati a promuovere la
pratica di queste discipline nelle loro città. Ricordo che trovando un numero sufficiente di
partecipanti, sono disponibile a organizzare dei
corsi ISA Surf e SUP in qualsiasi località del territorio italiano. Organizziamo anche corsi speciali
di gruppo per surf shop, sia spostandoci in loco,
sia offrendo la nostra struttura per chi vive in luoghi distanti dal mare. Dal 2005 ho svolto corsi
in Toscana, Sardegna, Lazio, Emilia Romagna e
Grecia, un’esperienza indimenticabile. La richiesta è in costante crescita e abbiamo già molte
prenotazione per i prossimi corsi, per cui consiglio a chi è interessato di contattarci quanto
prima possibile.
Alessandro Dini
Official Presenter/Supervisor
ISA Coaching & Instructing Program ISA
[email protected]
www.isasurf.org
N. 6-7 / 2012
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n
focus SUP |
veNdITe, TreNd, rIFLeSSIoNI e proSpeTTIve SUL MerCATo ITALIANo SUp: Le AZIeNde rISpoNdoNo
ROSSELLA MARCHI,
sales & marketing manager Bic Sport
BERNARDO CIONI,
responsabile di Holysport (distributore tra gli altri di CBC e GSI)
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
20 modelli che coprono le esigenze dei noleggi e degli stabilimenti, passando dagli shapes ideali per il pubblico neofita e
intermedio, ai modelli più tecnici e radicali per gli esperti.
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
SUP ACS 10’4 per principianti e noleggi.
Qual è in generale il trend più importante che avete riscontrato nel 2012?
Nel 2012 abbiamo riscontrato da parte del pubblico una crescente consapevolezza di cos’è il SUP e della sua facilità di
apprendimento. La maggiore visibilità sulle spiagge e nei
centri fitness ha incuriosito molti sportivi extra-settore boardsport. La categoria allround dimostra senz’altro un trend di
crescita costante.
Su cosa punterete maggiormente per la prossima collezione 2013?
Il nostro main target è diffondere il SUP nel grande mercato
degli sportivi con tavole performanti a prezzi accessibili.
Unità vendute nel mercato Italia?
2011: circa 290
2012: circa 350 a fine luglio
Le vendite di SUP per il vostro brand sono:
2011 vs 2010: In crescita del 95%
2012 vs 2011: In crescita del 20% a fine luglio
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il SUP?
Circa 20.
Tra questi ci sono boardshop e altre categorie di dealers?
Dei 20 retailer, 13 sono boardshop e gli altri sono negozi di
outdoor e canoa.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
Dalle 3 alle 5 unità.
Lavorate anche con scuole/stabilimenti/associazioni?
Quest’anno in particolare abbiamo lavorato molto con scuole, noleggi e stabilimenti balneari che hanno acquistato i SUP
per offrire la novità ai loro clienti. Alcune di queste strutture
sono direttamente collegate ai negozi e si è creata la sinergia ottimale test in spiaggia/vendita in negozio.
Attraverso quali modalità state promuovendo il SUP?
Abbiamo organizzato il Bic SUP Demo Tour che per un mese
ha toccato diverse spiagge italiane promuovendo il SUP tra
gli ospiti degli stabilimenti e abbiamo partecipato ad alcuni
eventi di settore per far provare i materiali.
Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al SUP quali sono
a vostro parere i migliori?
Come brand abbiamo partecipato direttamente solo
all’European SUP Expo di Fiumaretta e ad alcuni test day
locali con esposizione e prova materiali. Pochi eventi per stilarne una classifica.
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
10 modelli in tutto.
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
Surftech Bark/Alto e Soft Sup 10,6 Entry Level.
Qual è in generale il trend più importante che avete riscontrato
nel 2012?
C’è molta richiesta di pacchetti completi SUP Soft 10,6 comprensivi di tavola, leash, pagaia e portasurf.
Su cosa punterete maggiormente per la
prossima collezione 2013?
Rimarremo focalizzati sui concetti che
abbiamo seguito anche nel 2012. Il mercato è ancora in fase di sviluppo e il consumatore finale, soprattutto quello italiano, non ha le idee molto chiare. Esiste
comunque uno zoccolo duro di utilizzatori di SUP Race 12,6 e 14 che si stanno
specializzando in questa disciplina e sono
alla ricerca di nuovi materiali e accessori
per migliorare la loro competitività. Nel
2012 abbiamo per questo venduto molte pinne Race FCS. Solo
cambiando la pinna, infatti, è possibile modificare le performance
della tavola.
Le vendite di SUP per il vostro brand sono:
2011 vs 2010: In crescita
2012 vs 2011: In crescita del 15%
Ph Credits: B. Thouard
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il SUP?
Più di 12. Siamo invece presenti in circa 25 punti vendita con i
nostri accessori.
Tra questi ci sono boardshop e altre categorie di dealers?
Molti dei negozi ai quali ci rivolgiamo sono boardshop. Accanto a
essi contiamo anche qualche beach club.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
Circa 3 pezzi.
Lavorate anche con scuole/stabilimenti/
associazioni?
Sì, lavoriamo con scuole, beach club e villaggi turistici.
Attraverso quali modalità state promuovendo il SUP?
Realizziamo eventi con rivenditori e creiamo campagne pubblicitarie su riviste.
Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al
SUP quali sono a vostro parere i migliori?
Senza dubbio il Fiumaretta SUP Expo.
Eventuali altri commenti.
Il mercato è purtroppo rovinato da importatori che vendono direttamente al pubblico tramite promoter o altri canali. Inoltre si sono
affacciati importatori improvvisati che vendono sulle spiagge.
Tutto questo, sommato all’ingombro del SUP in negozio e all’esiguo margine del rivenditore, sicuramente non motiva i retailer a
impegnarsi nella promozione e nella vendita di questa disciplina.
BENNI BOZANO,
amministratore Action to Sport (distributore Naish)
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
La Naish ha 41 modelli divisi in 7 linee. Sicuramente una delle
gamme più complete sul mercato, in grado di soddisfare le esigenze della distribuzione a livello mondiale. Una gamma così
ampia garantisce la possibilità di trovare i modelli più adatti
alle esigenze specifiche della clientela e anche in base alle
caratteristiche del posto e dell’utilizzo.
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
Mana 9,5 ma anche Nalu 11,4. Sono tavole allround che garantiscono grande divertimento e prestazioni fin dalle prime pagaiate. Sono anche apprezzate dai più esperti.
Qual è in generale il trend più importante che avete riscontrato nel 2012?
Sicuramente la richiesta di tavole allround
che si adattano a tutte le condizioni di utilizzo. Bisogna considerare che il SUP si sta
sviluppando sempre più per poter essere
utilizzato da tutti e quindi soprattutto in
condizioni di acqua piatta, anche sui laghi.
Un altro interessante trend è quello delle
tavole gonfiabili, adatte a chi ha problemi
di trasporto o spazio come nel caso di utilizzo nella nautica o in caso di viaggi in camper. Naish è
comunque un marchio di riferimento anche in condizioni Wave
con la linea Hokua e anche nel Race con la linea Glide.
Su cosa punterete maggiormente per la prossima collezione
2013?
L’intenzione è quella di non puntare solo sul mercato specializzato, ma di aprirci anche a mercati più ampi come kayak, nautica e outdoor in generale.
Le vendite di SUP per il vostro brand sono:
2011 vs 2010: In crescita del 20%
2012 vs 2011: In crescita del 30%
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il SUP?
Circa 35/40 punti vendita.
Tra questi ci sono boardshop e altre categorie di dealers?
Per il momento il boardshop è il punto vendita di riferimento,
ma si prevede col crescere del mercato un allargamento anche
a punti vendita meno specializzati. Questo già avviene in altre
nazioni dove il mercato SUP si è già sviluppato. I punti vendita
che hanno grandi potenzialità sono outdoor, kayak, nautica e in
generale tutti i negozi di sport che non si fermano solo all’abbigliamento.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
Non ci sono regole fisse. L’ordine iniziale
dovrebbe comunque essere di almeno 2/3
SUP e 4/6 pagaie.
Lavorate anche con scuole/stabilimenti/
associazioni?
C’è molto interesse da parte di queste
categorie, sempre più spesso rchiedono
di poter organizzare insieme giornate
dimostrative che servono per sviluppare
attrattiva verso il SUP e per creare animazione per la propria clientela.
Attraverso quali modalità state promuovendo il SUP?
Attraverso campagne pubblicitarie su media specializzati nei
boardsport e nella nautica e su media dedicati al trade.
Organizziamo poi gare per professionisti e amatori oltre a
giornate dimostrative. Infine contiamo su un team a livello
nazionale e locale e organizziamo Demo Tour con atleti internazionali.
Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al SUP quali sono a
vostro parere i migliori?
Gli eventi dedicati al grande pubblico dove il SUP si può far
conoscere sia a livello nazionale che locale.
N. 6-7 / 2012
STEFANO GIGLI,
amministratore delegato di Sportfun (distributore tra gli altri di Hobie SUP)
26
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
Circa una decina di modelli fra Hobie e Paddle Surf Hawaii.
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
Rimane sempre il prodotto Hobie Inflatable Sup (gonfiabile) che risulta interessante per tutte le persone in cerca di un prodotto pratico e
versatile.
Qual è in generale il trend più importante che avete riscontrato nel
2012?
Sinceramente non noto un trend particolarmente interessante nel
mercato italiano. Si parla molto di SUP ma i praticanti ancora non sono
rappresentati da numeri importanti. Molta crescita si è vista nelle
scuole e nei club, che stanno aiutando molto nella promozione di questo sport.
Su cosa punterete maggiormente per la prossima collezione 2013?
Sicuramente continueremo a puntare sul prodotto gonfiabile senza
tralasciare i modelli cruising race e i più ricercati e innovativi modelli
da onda di Hobie e Paddle Surf Hawaii.
Unità vendute nel mercato Italia?
2011: 130
2012: Non essendo ancora finita la stagione non mi posso sbilanciare. Posso però dire di essere abbastanza in linea con le previsioni,
considerando il nostro mercato di riferimento.
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il
SUP?
La nostra rete vendita è abbastanza varia e include sia
boardshop che negozi di canoa. Molta della nostra
clientela ci viene a trovare presso il nostro store direzionale, nel caso in cui non trovi il prodotto in negozio.
Nello store direzionale è possibile trovare un assortimento di oltre 50 tavole.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
Essendo prodotti molto ingombranti all’interno dei
negozi, spesso i SUP non riescono a essere esposti in
tutta la loro collezione. Nei negozi più grandi sicuramente la predisposizione diventa più interessante, ma ci vuole ancora qualche stagione per iniziare a vendere numeri importanti.
Lavorate anche con scuole/stabilimenti/associazioni?
Collaboriamo con alcuni centri ma per il prodotto che offriamo non riu-
sciamo a penetrare il mercato delle scuole e degli stabilimenti, in
quanto il nostro prezzo medio è più alto rispetto ai competitor che
concentrano le loro vendite su questa tipologia
di clientela.
Attraverso quali modalità state promuovendo
il SUP?
Partecipiamo alle più importanti manifestazioni
del settore insieme ai nostri atleti, che nel 2011
hanno vinto i titoli italiani nella categoria race.
Ci piace svolgere le attività di promozione nel
settore della nautica, viaggiando nei posti più
interessanti dove poter far conoscere il SUP
gonfiabile.
Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al SUP
quali sono a vostro parere i migliori?
Sicuramente negli anni scorsi ci sono stati molti eventi interessanti.
Per questa stagione il più divertente e quello con maggior afflusso di
persone anche extrasettore è stato senza dubbio l’Italia Surf Expo di
S. Severa (Roma).
focus SUP |
LEONARDO LAZZERI,
team manager di Jimmy Lewis Europe
CARLO ROTELLI,
R&D manager di Moki Stand Up Paddle
Non si può quantificare perché ci sono realtà diverse con diversi
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
Tre modelli dedicati alla fascia beginner con il Cruise Control e le potenziali. È però interessante notare come alcuni boardshop
ultime nate Maestro School Fitness e Fly Weight Kids dedicata ai abbiano sostituito il loro core business passando dal windsurf o
bambini. Ai più esperti dedichiamo i modelli Hanalei, Striker, Baby dal surf al SUP. Questo è avvenuto soprattutto nelle grandi città
Bomb, Kwad, Mano e il nuovissimo Stun Gun. Infine per il segmen- dove molti clienti si sono affacciati allo stand up paddle stimolanto race abbiamo Sabre e M-14 nella classe 14’0 oltre a Blade II e do una reazione dei rivenditori.
Slice nella classe 12’6. Novità di questo anno è Searcher 12’6 Lavorate anche con scuole/stabilimenti/associazioni?
dedicato a coloro che vogliono fare touring con tanto di alloggi Abbiamo da subito creduto nella creazione di centri test Jimmy
porta borsa e inserto per la canna da pesca. In tutto quindi abbia- Lewis con il primo storico Jimmy Lewis Center di Lanzarote di
Alessandro Lovo. Quest’anno abbiamo inaugurato il centro test
mo 15 modelli.
Roma a Ostia, gestito dalla campionessa Silvia Mecucci insieme a
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
Al momento ci sono tre tavole che stanno “tirando il gruppo”. In Gabriele Malato. Ad Anzio, presso l’East Bay Club, è sorto il centro
assoluto il modello che riscuote maggiore successo è Blade II test guidato da Giovanni dell’Ovo. Infine un altro centro test è stato
aperto ad Andora, in provincia di Savona,
Race dedicato alle regate, ma che suscita
presso il Tortuga Beach che ha in Renato
interesse anche per coloro che vogliono un
e Paolo i due principali punti di riferimenmezzo veloce per fare allenamento.
to. A livello europeo, oltre a Lanzarote, da
Importante è anche Maestro 10’3 che
quest’anno sono attivi i centri di Antrim in
rende indipendente in meno di un’ora qualIrlanda del Nord e di Lugano in Svizzera
siasi persona. Tra i modelli da onda spicca
presso il prestigioso Centro Velico.
infine Kwad 9’1 Sup Surfing.
Attraverso quali modalità state promuoQual è in generale il trend più importante
vendo il SUP?
che avete riscontrato nel 2012?
Collaboriamo con Sundek per quanto
Molte persone si sono avvicinate allo stand
riguarda il Jimmy Lewis Summer Tour
up paddle in questi ultimi anni. Di conse2012, una sorta di carovana viaggiante
guenza diversi brand hanno riempito il
che ogni fine settimana promuove SUP
mercato di prodotti spesso anche molto
LEONARDO LAZZERI IN ACTION.
demo tour nelle località più in della costa
scadenti. Jimmy Lewis si è sempre focalizzato sulla qualità in tutte le sue linee, da quelle beginner a quelle italiana. Abbiamo poi un team di atleti di primordine con la campionessa Silvia Mecucci, Alessandro Onofri (vincitore della prima
per esperti.
Su cosa punterete maggiormente per la prossima collezione tappa di Chiavari del Campionato Italiano), Daniele Guidi (atleta
overall fortissimo tra le onde e temibile anche in race) e il 21enne
2013?
Jimmy Lewis continuerà a puntare sulla qualità assoluta e sulle Paolo Marconi (promessa del race italiano, terzo assoluto in queforme da sviluppare ancor di più attraverso il suo team di atleti sto 2012). Oltre a questi atleti del Team Jimmy Lewis Europe, ci
sparsi in tutto il mondo. Ci sarà un upgrade di Blade II Race, che sono altri ambassador: il SUP surfer Gabriele Malato e i racer
sarà reso più piccolo dell’attuale. Soprattutto ci sarà Stun Gun, la Marco Moroni, Tommaso TJ Freschi e Nadia Servidei.
nuova Sup Surfing arrivata in anteprima proprio in questi giorni. Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al SUP quali sono a
vostro parere i migliori?
Resteranno in collezione tutti gli altri SUP.
L’Italia, escludendo la Francia, è il paese europeo più avanti in
Unità vendute nel mercato Italia?
quanto a eventi SUP. Spesso però queste manifestazioni coin2011: 275
volgono diverse discipline. Credo sia arrivato il momento di
2012: È troppo presto per dirlo.
organizzare una fiera annuale dedicata esclusivamente allo
Le vendite di SUP per il vostro brand sono:
stand up paddle, in modo da concentrare energia fisica ed eco2011 vs 2010: In crescita del 30%
nomica in un’unica occasione. Una fiera dove ci sia soltanto il
2012 vs 2011: È troppo presto per dirlo.
SUP, come nel caso dell'European SUP Expo di Fiumaretta, ma
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il SUP?
Abbiamo 18 Official Dealer. Siamo inoltre distributori esclusivi per con maggiore spazio per la disciplina sia indoor che outdoor e
l’Europa del brand con Official Dealer in Spagna, Portogallo, soprattutto in una location più conosciuta come Rimini.
Germania, Olanda, Inghilterra, Irlanda, Svezia, Danimarca, Quest'anno partecipiamo poi per la terza volta al Paddle Expo di
Norimberga, chiamato in origine Kanumesse e dedicato solo a
Svizzera, Austria, Ungheria, Grecia e Croazia.
canoa e kayak. Grazie al visionario organizzatore Horst
Tra questi ci sono boardshop e altre categorie di dealers?
Sì. Aggiungo che oltre ai boardshop possiamo contare su dealer Fursdette, da circa quattro anni è diventata la fiera degli sport
provenienti dal mondo kayak e canoa oltre che dal fitness. Questo con il remo più importante d'Europa e ha inserito il SUP, diveè dovuto al grande potenziale in termini di campi di impiego dello nuto un'attrazione per tutti i visitatori. Altre particolarità dovuta
al suo essere riservata ai soli operatori sono il periodo di svolstand up paddle.
gimento (18-20 settembre) e la location.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
9 modelli di tavole: 4 della Bamboo Blue Line Classic, 3 della
Green Line, 1 per l’Into the Nature (proposto in 2 colori) e 1
modello gonfiabile. I modelli di pagaie sono 7. Tutti i prodotti rispondono a esigenze di ogni condizione, livello e prezzo.
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
Il modello allround Into the Nature 10’ Green.
Qual è in generale il trend più importante che avete
riscontrato nel 2012?
La tavola allround resta la più richiesta ma c’è una crescita
nel Cruising 12’6’’ e nelle tavole piccole da wave. Anche il
gonfiabile sta riscuotendo un buon successo.
Su cosa punterete maggiormente per la prossima collezione 2013?
Le nostre linee cresceranno e introdurremo nuovi modelli
wave, kid, racing 12’6’’ custom edition, nuovi gonfiabili e
una nuova tavola allround più performante per le competizioni nella classe entro i 12’. Molte novità anche per le
nostre pagaie.
Le vendite di SUP per il vostro brand sono:
2012 vs 2011: La stagione non è ancora finita ma ci aspettiamo di chiudere l’anno con una crescita del 40% rispetto
al 2011.
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il SUP?
Siamo presenti in una cinquantina di punti vendita ma
abbiamo l’obiettivo di raddoppiare la nostra copertura entro
il prossimo anno. Sono poi in netta crescita anche le vendite del nostro store online.
Tra questi ci sono boardshop e altre categorie di dealers?
La maggior parte è rappresentata da boardshop (surf, windsurf, kite), ma stanno aumentando anche i negozi di nautica e i negozi sportivi generici.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
Non abbiamo vincoli di ordine medio per i rivenditori. Per
maggiori quantità scattano condizioni più favorevoli a chi
sceglie Moki.
Lavorate anche con scuole/stabilimenti/associazioni?
Sì. I nostri Moki Point, localizzati non solo nel territorio
nazionale, hanno molto successo per la promozione del SUP
e le sinergie create stanno dando ottimi risultati sia nelle
vendite che nella ricerca. Molti stabilimenti, che hanno capito il potenziale di questo sport, stanno scegliendo i nostri
prodotti.
Attraverso quali modalità state promuovendo il SUP?
Siamo presenti su riviste del settore e web site con redazionali, articoli e pagine pubblicitarie. Al momento il focus della
nostra campagna pubblicitaria è sulla Green Line, ultima
linea nata, e sulle nostre pagaie bamboo, carbon ed epoxy.
Stiamo promuovendo molto anche il gonfiabile con presenza costante sulle riviste. Aggiungo poi che i Moki Point e i
Moki Day sono nostri alleati per la promozione dello sport e
dei nostri prodotti. Arriviamo direttamente al cliente finale,
che può orientarsi per la scelta provando personalmente le
diverse tavole e pagaie. Da ultimo, abbiamo un team che sta
crescendo e che chiamiamo Moki People. È composto da
persone che amano il SUP, che lo praticano quotidianamente, che fanno gare o che sono semplicemente freeriders.
Tutti collaborano allo sviluppo dei materiali.
Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al SUP quali sono
a vostro parere i migliori?
L’European Sup Expo di Fiumaretta è stato un buon evento
anche se il brutto tempo ha limitato le presenze. Il
PADDLEexpo in Germania a settembre è sicuramente
un’istituzione a livello europeo e Moki sarà presente con il
suo stand per presentare tutte le novità.
LUIS MARCHEGGER,
responsabile settore windsurf e SUP di JP, Gaastra e Aeron per Oberalp
A oggi quanti modelli SUP comprende la vostra offerta?
25 modelli.
Qual è stato il vostro modello top seller nel 2012?
Allround, una tavola ideale per acqua piatta, scuole e beginners.
Qual è in generale il trend più importante che avete riscontrato nel 2012?
Quello che mi fa un po’ paura perché non è ancora nei nostri programmi, ovvero il gonfiabile. Speriamo di inserirlo a collezione per il 2014.
Su cosa punterete maggiormente per la prossima collezione 2013?
Vedo che aumenta il numero di gare sia amatoriali che pro. Penso quindi che investiremo in questo campo.
Le vendite di SUP per il vostro brand sono:
2011 vs 2010: Non c’è un dato rilevante perché la proposta del 2010 era piuttosto scarLUIS MARCHEGGER.
na. Nel 2011 abbiamo presentato la prima vera collezione SUP.
2012 vs 2011: In crescita del 10%
In quanti negozi italiani oggi siete presenti con il SUP?
15 shop.
Tra questi ci sono boardshop e altre categorie di dealers?
Il 95% di questi negozi sono boardshop. Abbiamo poi contatti con la catena Sportler,
che è al di fuori di questo canale ma che comunque registra vendite molto limitate.
Qual è l’ordine medio in termini di quantità?
Da 1 a 3 pezzi.
Lavorate anche con scuole/stabilimenti/associazioni?
Lavoriamo con qualche scuola piccola, ma ancora non abbiamo avviato un grande
lavoro in questo senso. Rispondiamo poi a eventuali richieste di uscite in SUP oppure
di organizzazione corsi.
Ph Credits: Thorsten Indra
Attraverso quali modalità state promuovendo il SUP?
Lo scorso anno abbiamo organizzato 2-3 test sulle spiagge e a Torbole. Per quanto riguarda gli atleti, la nostra realtà è ancora troppo
piccola per approcciare testimonial o ambasciatori. Inoltre personalmente non ne conosco.
Di tutti gli eventi/fiere italiane dedicate al SUP quali sono a vostro parere i migliori?
Per quanto mi riguarda, visito la Fiera di Diana Marina a inizio ottobre e tengo le orecchie aperte per iniziative future.
N. 6-7 / 2012
|
27
|
CALIFORNIA BOARD COMPANY
focus SUP
|
GLOBAL SURF INDUSTRIES
10’6” SOFT STAND UP PADDLE BOARD
MCTAVISH 9’6” E 10’
Tavola da SUP che misura 10’6”x31”x5.5”. È caratterizzata da anima EPS resistente all’acqua ad alta densità e laminata a caldo. Presenta inoltre shape custom molded, 3 inserti multistrato laminati in legno rivestiti con resina idrorepellente, fondo ad alta densità in polietilene (laminato a caldo), deck ad alta densità in resistente IXPE/XPE (laminato a caldo), pinna molded-in in
nylon, pinna combo da 9” in fibra di vetro e nylon, surf leash e strap alla caviglia imbottita in
neoprene, leash plug in molded-in nylon e molded nylon SUP handle w/finger grooves.
Tavole da onda realizzate dall’omonimo shaper. La versione 9’6” misura 29 1/2”x4 1/4”
mentre quella da 10’ (in foto) misura 30”x4 1/2“. Entrambe sono caratterizzate da quad side
FCS e UsBox.
MAGIC MODEL 9’11” E 10’10”
ADJUSTABLE SUP PADDLE
Pagaia con pala Exclusive Blade Shield per una miglior performance. È regolabile da 63” a 83”. È realizzata in nylon rinforzato in fibra
di vetro.
Tavole firmate dallo shaper Walden, disponibili nelle due versioni 9’11” (in foto) e 10’10”. La
prima misura 31”x4 1/2” mentre la seconda misura 29”x4”. Entrambe sono caratterizzate da
UsBox e FCS side.
distRibuiti da: holysport - 0584.913743 - [email protected]
MOKI
HOBIE SUP
INFLATABLE - TUBE 10'
GROM 8'6”
Moki ha applicato il suo shape 10'x32''x4'' su una tavola gonfiabile, leggera e facile da armare. Si gonfia in soli 1'e 40'' a una pressione di circa 1.1 bar (15PSI). Lo speciale PVC doppio strato è molto resistente e la superficie del bottom è simile a una pallina da golf per scivolare meglio sull’acqua. La struttura interna è composta da fitte fibre longitudinali per rinforzare la struttura e fare in
modo che non si deformi lo shape. Il peso della tavola con le pinne è di soli 10,5 kg, il tutto contenuto in un pratico zaino per tavola. Il modello presenta inoltre pinne rigide in PVC removibili, super
pump con manometro e kit di riparazione. In dotazione anche un pratico elastico portatutto da usare
negli appositi anelli in coperta. Questa tavola rappresenta la soluzione perfetta per la barca, il camper e perfino la moto o la bici. Inoltre Tube può essere il primo passo per avvicinarsi al SUP e prendere le prime onde.
Hobie Sup amplia la sua gamma
Inflatable
composta
da
tavole
Recreation. Una nuova costruzione
rende il SUP ancor più robusto e rigido,
con un piano di fibre interne posto longitudinalmente su tutta la superficie
della tavola. Il modello Grom 8’6” qui
proposto è un gonfiabile dalle dimensioni generose, poco ingombrante e molto
performante. 8'6x30 è la misura giusta
soprattutto per far divertire la famiglia.
Facile e leggero da trasportare, risulta
veloce e stabile anche sulle onde. Tra le
principali caratteristiche tecniche presenta costruzione Hi-Tech drop-Stitch, che consente gonfiaggi oltre 10 PSI per un’estrema rigidità, valvola ad alta pressione, Eva pad largo per maggior
grip e comfort, pratica maniglia da trasporto, 3 pinne con quella centrale removibile, anello in
acciaio Inox per ormeggi su barche e pontili, elastico porta oggetti. La tavola è venduta in un
pacchetto comprendente sacca da trasporto, pompa con anemometro, kit riparazione e pagaia
smontabile in 3 pezzi.
N. 6-7 / 2012
ZEN 10'6'' GREEN LINE
Tavola allround adatta al wave riding, ottima scelta per rider sopra gli 85
kg di peso. Le tavole Green Line hanno un carattere di puro surf style
che rappresenta l’apice del design e dello sviluppo dei
materiali. Zen 10’6” (larga 31” con volume di 190
lt e peso di circa 10,5 kg) può essere ideale per chi cerca un compromesso
tra tavola per scivolare in
acqua piatta e tavola da utilizzare per le prime esperienze
nelle onde medio-piccole.
Grande stabilità e buona manovrabilità garantita dalle tre pinne e dal
design dei bordi che con i due wingers rendono la poppa più snella. Costruzione leggera in sandwich bamboo per il deck con
rinforzi in PVC su tutte le scasse. Grooved
pads, valvola automatica e pinne laterali
in solid glass da 4.5” e pinna centrale in
bamboo da 7’ di serie. La finitura è completamente lucida e brillante e rende queste tavole verdi uniche ed estremamente affascinanti. La sacca è disponibile come optional.
distRibuito da: moki sup
071.804019 - [email protected]
28
DURA-SUP 11’5”
Resistente e versatile, questo modello è perfetto per il principiante ma anche per il rider intermedio. La sua durevole costruzione in MPE poliuretano modellato fornisce un guscio rigido in
plastica avvolto intorno a un poliuretano espanso. Questo modello è inoltre perfetto per il noleggio, come tavola DEMO o per terreni accidentali. Misura 11’5”x32”x4,875” per un volume totale di 215,6 lt. Presenta inoltre schiuma Eva di alta qualità con un centro di schiuma morbida per
pagaiare con comfort, presa per il trasporto integrata e 32” di larghezza per accogliere una
grande varietà di paddlers.
distRibuito da: sportfun
06.62202688 - [email protected]
|
focus SUP
|
JIMMY LEWIS
BIC SPORT
10’6 ACE-TEC
MAESTRO 10’3 SCHOOL FITNESS
SUP in termoformato BIC Sport Exclusive. È caratterizzato da Advanced Composite EngineeredThermoformed Epoxy Construction (ACE-TEC). Performante, con un volume omogeneo e una larghezza media importante, è un allround progettato per i praticanti di peso medio che cercano una tavola facile e versatile. È un SUP leggero (12 kg), molto resistente agli urti che diverte sia su acqua piatta che su onde. La versione 10’6’’ Wind è equipaggiata con una scassa per il piede d’albero che
permette di montare un rig da windsurf. Il prezzo accessibile e la solidità del materiale rendono questo SUP un ottimo investimento per i beginners.
Jimmy Lewis presenta per il 2012 la Maestro School Fitness, la prima SUP board sviluppata
dallo shaper hawaiiano e dedicata esclusivamente all’apprendimento dello Stand Up Paddle. È
un entry level sviluppato in collaborazione con Gerry Menk e Megan Johnson, istruttrice yoga di
livello mondiale. La versione definitiva è seguita a numerosi test di resistenza e a un’intera stagione di prove sul campo. Il modello è realizzato con una nuova e particolare tecnologia costruttiva che deriva dalla classica Hi-Tech sandwich PVC denominata Ultra Resistant Tecnology PVC
System, in grado di resistere agli stress per la quale è stata progettata. L’obiettivo è rendere disponibile sul mercato un SUP specifico per le scuole e il noleggio, sicuro e facile per l’apprendimento in pieno stile Jimmy Lewis Hawaii quindi anche molto elegante e bello da vedere. Per quanto
riguarda gli accessori, molto confortevole il pad integrale 3M con maniglia a scomparsa per il
trasporto e valvola attiva in Gore-Tex. Il modello misura 10’3x35” per un volume totale di 213 lt.
12’6 WING ACE -TEC
Il nuovo 12'6 WING è un SUP progettato per il touring in mare aperto, per il fitness o
per il race amatoriale. È ideale per tutti coloro che cercano una tavola con un’eccellente scorrevolezza, versatile e facile da portare. Con 285 litri di volume,
il 12'6 WING è ideale per i riders fino a 120 kg. La larghezza massima di 76 cm e lo scafo piatto sotto la posizione di pagaiata
assicurano una buona stabilità laterale anche in condizioni
difficili. La sezione di prua a V permette al WING di
tagliare facilmente attraverso i chop, senza perdita
di velocità di avanzamento. I profili dello scafo
e della coperta sono il diretto risultato degli
ultimi test eseguiti dallo shaper francese Patrice Remoiville e dall’atleta
internazionale di punta Eric
Terrien. La tavola è caratterizzata da Advanced Composite
Engineered-Thermoformed
Epoxy Construction (ACE-TEC).
distRibuito da: bic sport italia
0432.783931 - [email protected]
QUICKBLADE
KANAHA AC 100% CARBON
È la pagaia più usata al mondo per le condizioni wave, training race e cruise touring. È
realizzata al 100% in carbonio e ha nella particolare costruzione del palo con orditura diagonale la sua caratteristica principale. Il tessuto di altissima qualità è più grosso come grammatura rispetto ai modelli Elite Race e Magic Elite Race rendendo questa pagaia molto più
resistente alle diverse sollecitazioni. La costruzione è sandwich con tessuti pre-impregnati e
quindi immessi in autoclave per l’essicazione finale. È la pagaia preferita dagli atleti del team
Jimmy Lewis Wave. Il modello è disponibile nelle misure 90 (usata dai rider Daniele Guidi e
Alessandro Lovo), 100 e 110 con SSI da 36, 38 e 40. Altri dettagli riguardano la maniglia
in P40 Eva Pro Grip Carbon o P50 Carbon Pure. Segnaliamo infine che la tabella fornita da
QuickBlade per il corretto uso della pagaia consiglia una lunghezza della stessa di 12/18
cm più alta del paddler per un uso wave, di 20/24 cm più alta del paddler per un uso cruise touring e 24/28 cm più alta del paddler per un uso race.
JP
ALLROUND SERIES
Come indica il nome, queste tavole sono utilizzabili in qualsiasi condizione, dall’acqua piatta alle lagune, fino al mare aperto. I modelli di questa linea sono disponibili in 4 misure e nella versione da donna.
A seconda dello scopo di utilizzo, vengono inoltre utilizzate 3 diverse tecnologie. Tutti i modelli sono caratterizzati da nose concavo che rimane sollevato a contatto con l’acqua ed evita di sprofondare. Quando il
rider sta nel centro della tavola, la linea piatta del deck facilita il mantenimento dell’equilibrio durante il
paddling.
WOOD SANDWICH GLOSS
Questo modello è disponibile nelle misure 9’8”, 10’8”,
11’2” (in foto) e 11’8”. La versione in foto è lunga 340 cm e
ampia 76 cm per un volume totale di 170 lt. Presenta inoltre
pinna Stand Up 8.0” e due pinne laterali FCS M5 4.6”. È infine caratterizzata da tecnologia Wood Sandwich con finitura
glossy. La tavola si presenta con area centrale coperta in Eva,
leash plug e scassa per il piede d’albero che permette di montare un rig da windsurf e una pinna singola US. Le stesse
caratteristiche sono riscontrabili nella versione Lady, con una
grafica speciale dedicata alle donne.
distRibuiti da: Jlid - italy distribution
0586.515808 - [email protected]
NAISH
NALU 10’10”
Questo SUP è caratterizzato da un fondo a forma radicale multi-concava che incanala l’acqua dal
nose alla coda. Con un’ampiezza di 32”, un basso profilo rocker sul nose e un rocker progressivo
in coda, questo modello è veloce e perfetto. È un all-around ideale in ogni situazione. È quindi ottimo per surf, touring, paddling tandem o per ridiscendere un fiume. La versione 10'10” qui proposta ha un volume di 201 lt, pesa 13,2 kg e sopporta fino a 127 kg. È disponibile anche nella variante AST (in foto) che pesa 14 kg. Altri dettagli tecnici, oltre alla costruzione in legno full sandwich o
AST con rinforzi in legno nell’area di appoggio dei piedi, riguardano le pinne US 10.5, la presenza di un punto di attacco universale in acciaio inossidabile per vela da windsurf, la presa ergonomica per il trasporto, l’inserto in Eva e la sacca da trasporto Eco che riduce il packaging dell’85%.
AST
Questo modello è disponibile nella sola
misura 11’2”x30”, con lunghezza di 340 cm
e ampiezza 76 cm per un volume totale di
170 lt. È caratterizzato da pinna Stand Up
9.0” e tecnologia sandwich AST. La tavola si
presenta con area centrale coperta in Eva,
leash plug e scassa per il piede d’albero che
permette di montare un rig da windsurf e una
pinna singola US.
distRibuito da: oberalp
0471.242900 – [email protected]
Questo modello è disegnato per i waverider che cercano il massimo galleggiamento e la massima stabilità senza sacrificare la performance. Presenta un rocker sulla coda esagerato, una base single-concave e rail soft che facilitano carving e virate indipendentemente dall’abilità del rider. Il
modello ha un volume di 190 lt, pesa 10 kg e sopporta fino a 91 kg. È disponibile anche nella
variante AST (in foto) che pesa 9,9 kg. Altri dettagli tecnici, oltre alla costruzione in legno full sandwich o AST con rinforzi in legno nell’area di appoggio dei piedi, riguardano le pinne US 6.5 +
FCS Thruster nella versione Wood e US 9 + FCS Thruster in quella AST, la presa ergonomica per il
trasporto, l’inserto in Eva e la sacca da trasporto Eco che riduce il packaging dell’85%.
N. 6 / 2012
MANA 9’5”
distRibuito da: action to spoRt
0185.264754 - [email protected]
29

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