quadernetti della val colla

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quadernetti della val colla
28.1.2010
11:56
Pagina 1
L’energia, importante
come la famiglia!
N. 49
2010-Famiglia-A4:Layout 1
QUADERNETTI
DELLA VAL COLLA
Avete mai provato a pensare ad una vita senza
elettricità? Senza l’energia
elettrica, per esempio, che,
esaltando lo stupendo panorama offerto da madre
natura, illumina i vostri indimenticabili momenti di
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QUADERNETTI DELLA VAL COLLA
Pregassona, 2009
PUBBLICATI DAGLI «AMICI DELLA VAL COLLA»
ANNO XXXIV – NUMERO 49 – APRILE 2012
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
INDICE
In copertina “i magnan” . . . . . . . . . . . . . . . . .
Finestra del Presidente . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Comitato 2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Dal nostro Shop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ci chiamavano anche così . . . . . . . . . . . . . . . .
Le voci della valle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Gita a Genova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Giornata nei boschi della Val Colla . . . . . . . . . . . . .
Gita al Sasso Grande presso i Denti della Vecchia . . . . . . .
Certara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Partigiano quasi per caso . . . . . . . . . . . . . . . . .
Brutta fine di una lepre scaltra . . . . . . . . . . . . . . .
Morire per un ideale . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
I nonni raccontano . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Moresi a 50 anni dalla maglia d’oro . . . . . . . . . . . . .
Feste in valle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Fondo Paltenghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sposi, nastri rosa e azzurri, lutti . . . . . . . . . . . . . .
pag.   2
pag.   5
pag.   7
pag.   9
pag. 10
pag. 12
pag. 16
pag. 22
pag. 27
pag. 30
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pag. 42
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IN COPERTINA
I «MAGNAN»
I “Magnan” della Val Colla sono diventati cittadini, oppure i luganesi sono saliti in
valle a cercare un passato che ha fatto anche storia? I Magnan della valle, a suo
tempo, hanno avuto grandi spazi in Lombardia e il loro idioma – il rügin – ha sempre suscitato ammirazioni e stupori. Ecco quindi che la nostra scelta di proporli in
copertina ha un suo motivo ben preciso. E penso sarà apprezzato dai nostri soci.
Il 2011 è stato per noi un periodo molto attivo e nei contenuti di questo quadernetto
troverete appunti sulla gita a Genova e sui racconti di gente della valle. Come dalle
scelte approvate dall’assemblea di due anni fa, conti e relazioni assembleari le troverete in altri siti o li potrete richiedere al nostro segretariato che si farà premura di
inviarveli a domicilio.
Insomma è andato tutto bene? Non tutto se pensiamo all’impegno del comitato, e in
particolare del responsabile della festa di fine estate, Danilo Mauri: a differenza
dello scorso anno, le condizioni metereologiche ci sono state avverse e, a malincuore, siamo stati costretti ad annullare la nostra festa di chiusura.
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IN COPERTINA
Rifletteremo sicuramente sull’opportunità di
prevedere una
seconda possibilità di chiudere
bene la nostra
estate ricca di
grandi feste e
manifestazioni.
Il Comitato si è
già chinato sul
problema e a fine
dicembre abbiamo fatto uno
scherzetto a “Giove Pluvio” (che ci aveva rovinato la festa) proponendo nella sede
della scuola del Maglio un amichevole panettonata che ha ulteriormente legato gli
abitanti della valle, maestri e genitori, all’Associazione Amici della Val Colla, che
anno dopo anno trova sempre nuovi simpatizzanti.
Buona lettura.
Peo Mazzola
Manuela Roncoroni
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FINESTRA DEL PRESIDENTE
IL QUADERNETTO 2011
L’anno che ci abbiamo appena lasciato alle spalle non potrà
essere ricordato come un anno mite. Infatti, la devastante
crisi economica e finanziaria che coinvolge tutto il mondo,
non solo non è stata risolta, ma si è ancora aggravata. La
carenza alimentare non è stata debellata anzi, secondo la
FAO, ci sono milioni di bambini, sotto i due anni, a rischio
di sopravvivenza. L’ingiustizia e la violenza delle guerre
non sono minimamente state placcate. Un mostruoso terremoto-tsunami ha travolto un’intera regione del Giappone
Joaquim Almeida
con migliaia di morti e il danneggiamento di una centrale
atomica e la conseguente fuoriuscita di sostanze radioattive. I paesi arabi sono in rivolta, in cerca di diritti democratici, contro i regimi dittatoriali, e via di questo passo.
Nella nostra Valle, invece, soffia un’aria di cambiamento in seguito alle votazioni
popolari del 20 novembre, favorevoli all’aggregazione di tutti i paesi con la Città
di Lugano, di cui si parlava da diversi anni. L’opinione dei cittadini della Valle non
era unanime. Molti erano i contrari dovuto, secondo loro, al rischio di perdita
dell’identità dei vari paesi, alla perdita delle tradizioni ed all’alienazione del territorio montano che ci è stato lasciati dai nostri avi. Ma tanti erano favorevoli per
uscire dalla crisi di stagnazione e per il sempre più marcato disinteresse dei giovani per la politica. Alla fine i favorevoli alla fusione sono risultati più numerosi
portando tutti i Comuni della Valle, assieme a Sonvico e Cadro a diventare rioni
della Città di Lugano. Onore ai vincitori e anche ai vinti che si sono battuti, lealmente, in difesa delle proprie idee ma che, ahimé per loro, non possono fare a
meno di riconoscere una regola fondamentale della democrazia: la maggioranza
ha sempre ragione.
Un altro avvenimento che lascia ben sperare sul fronte della salute della Valle è
stato l’acquisizione di un defibrillatore per merito del “Gruppo Certara c’è”. Questo
primo e vitale apparecchio è stato installato presso la Casa Anziani “Centro l’Orizonte” di Colla, ed è a disposizione di tutti gli abitanti. Sarà importante che un
maggior numero di persone sia formata e familiarizzata, in tempi ragionevoli, sul
modo di utilizzare questo strumento salva gente, in linea con il progetto della Fondazione TicinoCuore. In modo da ridurre la tempistica d’intervento ci sembra importante che, nel prossimo futuro, un secondo apparecchio possa essere installato
sull’altra sponda della Valle, ad esempio nel paese di Cimadera o Piandera.
Un saluto cordiale.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
COMITATO
Presidente:
ALMEIDA-DIREITO Joaquim, 6952 Canobbio
Vice-presidente:
PETRALLI Angelo, 6951 Scareglia
Segretaria:
RONCORONI Manuela, 6965 Cadro
Membri:
ANTONINI Ermidio, 6974 Aldesago
MAURI Danilo, 6959 Certara
MAZZOLA Peo, 6962 Viganello
PORETTI Piercarlo, 6976 Castagnola
ROSSINI Piergiorgio, 6962 Viganello
************
Contabilità: ROSSINI Piergiorgio, 6962 Viganello
Revisori:
CANEPA-MORANDI Sara, 6802 Rivera
CHIESA Marco, 6970 Ruvigliana
PETRALLI Manuela, 6959 Piandera
Attività nel 2012 (alcune date da definire):
Assemblea sociale - 6 maggio
Gita sociale - 27 maggio
Giornata nel bosco
Festa di fine estate - 16 settembre o in caso di cattivo tempo 23 settembre
Pranzo degli anziani
Quadernetto
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Numeri arretrati dei Quadernetti ancora disponibili, in vendita a CHF 10 l’uno:
Nr. 7, 10-11, 14-15, 18, 31, 32, 33, 34-35, 36-40, 41, 42, 43, 44 (Una Valle da scoprire),
45, 46, 47, 48
Pubblicazioni arretrate:
S. Lucio di Cavargna, degli Amici di Cavargna, CHF 22
Itinerari di Valli Ticinesi, di Piergiorgio Morandi, CHF 20
Generazioni a confronto, di Ezio Galli, CHF 20
Una piccola valle racconta, di Aldo Petralli, CHF 15
Glossarietto del gergo dei magnani, di Aldo Soldati, CHF 14
Sciur cürat, degli Amici della Cavargna, CHF 14
Altro materiale:
Poster con i paesi della Val Colla, CHF 5
Adesivi con il logo dell’Associazione, CHF 2
CD-video “LA VALCOLLA”, CHF 20
Fino a esaurimento scorta
Il materiale può essere ordinato per posta:
Associazione Amici della Val Colla
casella postale 11
6959 Maglio di Colla
Oppure inviando un messaggio e-mail: [email protected]
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
CI CHIAMAVANO ANCHE COSÌ...
Con l’aiuto di un anziano vallerano, abbiamo cercato di far rivivere i nomignoli con
i quali si indicavano gli abitanti dei villaggi della valle e le rispettive famiglie. Ritroviamo spesso i diversi cognomi: dai Rossini ai Reali, ai Bassi e ai Campana, ai
Boscacci, ai Soldati, ai Galli, ai Ceresa, ai Mazza, ai Camozzi e a tutte le altri
grandi famiglie della Val Colla.
E allora ecco i Baghina, i Maraja, i Pateca, i Scacialingua i Careta e via dicendo.
È chiaro che, per cognomi uguali, cambiando paese cambiava l’appellativo riconoscitivo.
Grazie al nostro prezioso interlocutore abbiamo preferito soffermarci sui nomignoli
affibbiati agli abitanti dei singoli villaggi, consapevoli però che la memoria di qualche anziano ci suggerirà qualche cambiamento e qualche precisazione in merito
Signôra
Lanin o peraà: in paese molti portavano i capelli lunghi (lanin) o erano completamente senza capelli o (come ai tempi nostri) si rasavano per comodità o risparmio...
Curtina
I Goss: si dice che per mancanza di vitamine alternate molti abitanti di Curtina avevano il Gozzo, i maschi ma, soprattutto, anche le femmine.
Insone
Naron: gente allegra facile all’intrattenimento e alla narrazione, spesso spiritosi e a
volte anche irriverente. Naron è quindi chi narra e parlotta.
Colla
Leca lüm: si ritrovavano volontieri nelle stalle a filare la lana nelle ore del crepuscolo e quindi con il lume acceso, destando la curiosità degli altri vallerani.
Bogno
Scaldabanca: la gente di Bogno soprattutto nei periodi estivi, ma anche d’inverno
attorno al camino dei Reali non aveva mai fine di ritornare a casa. Si giocava a carte, alla morra, o anche solo seduti a parlare di caccia. Insomma scaldavano la panca.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Maglio di Colla
Pesat: vicini alle sorgenti del Cassarate gli abitanti del Maglio erano provetti pescatori e le loro prede erano gradite anche dagli abitanti degli altri paesi, che pure andavano a pesca ma che forse non conoscevamo così bene i luoghi pescosi.
Certara
I Maton: difficile andare a fondo di questo nomignolo. Molti dicono poiché pazzerelli, altri poiché devoti a San Pietro Martire.
Scareglia
Mazzabaar: forse per la loro abilità nella mazza del maschio della pecora (barin).
Cozzo
Sassarioe: si diceva che era pericoloso avvicinarsi a questo piccolo borgo poiché
all’arrivo di gente degli altri paesi i ragazzi iniziavano una sassaiola evidentemente
poco gradita.
Cimadera
Cicia peduu: per il modo diverso delle loro calzature poco propense ai terreni scoscesi della valle ma più vicine alle calzature della città. Era un modo per differenziarsi dagli altri anche perché Cimadera era il villaggio più in alto della valle e
quindi la distinzione sembrava d’obbligo.
Piandera
Brandulat: poiché erano i più bravi a intagliarte la paglia, a costruire ceste e oggetti vari.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
LE VOCI DELLA VALLE
Gli ultimi raggi di sole imbiondivano i rilievi dei monti,
mentre una brezza, leggera e costante, accarezzava i prati e
la pineta della splendida Val Vigezzo.
Nell’aria un piacevole odore di fieno e l’immancabile lezzo
delle brune alpine che, incolonnate, rientravano alle loro
stalle.
In una mano il tamburello e l’altra amorevolmente abbandonata in quella di mio padre, percorrevo così il sentiero di
ritorno verso la casa delle vacanze.
Maurizio Bigatti
Il tramonto si adagiava nelle morbide braccia del crepuscolo mentre, piano piano, le stelle cominciavano ad accendersi, una a una, per dar vita allo spettacolo della notte.
In una di quelle sere, mio padre mi chiese se mi sarebbe piaciuto studiare musica. Il
mio desiderio di conoscenza e la caparbietà che contraddistingueranno anche in
futuro le mie scelte, mi fecero decidere
immediatamente per il si.
Seguirono anni di studio, di gioie e
sofferenze, euforie e delusioni, storie
di una vita parallela, scuola e accademia, l’ orchestra e il primo complessino.
La passione sempre viva per la melodia, l’armonia dei suoni e il loro divenire in una travolgente cascata di note,
mi hanno accompagnato per oltre mezzo secolo.
Poi, mi sono ritrovato in un’altra valle,
non molto distante dalla prima, la Valcolla, per dare il mio contributo per la
formazione di un gruppo vocale: la
“Corale San Rocco” a Bogno.
L’impegno costante nel tempo ha dato
buoni frutti e oggi, da quelle voci, si
sente evocare lo spirito tenace che
vuole a tutti i costi dare il suo contributo al completamento delle funzioni
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
religiose, osannando
qua e la il patrono di
turno nelle festose domeniche estive. E quel
risuonare di voci e di
note d’organo, riempiono il cuore si serenità,
conferendo spiritualità
al rito che si perpetra
nel tempo, stimolando
quella devozione che
unica eleva l’anima.
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GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011
GITA A GENOVA
29 maggio 2011
Il nostro invito alla tradizionale gita sociale primaverile ha visto la partecipazione di
una quarantina di Soci e Simpatizzanti, e con la domenica 29 maggio abbiamo organizzata la trasferta in quel di Genova, con un programma invitante, variegato e
intenso.
Il mattino presto siamo partiti dallo Stadio di Cornaredo alla volta della capitale ligure con un comodo torpedone della compagnia “Viaggi Ghezzi” e dopo la classica
“fermata pausa caffè” siamo giunti a Genova, direttamente a mare, al vecchio porto
di fronte all’acquario per una qualificante visita.
Con l’entrata e la non indifferente raccomandazione di non perdersi e ritrovo per
tutti a mezzogiorno, abbiamo potuto ammirare uno dei maggiori acquari europei,
progettato dall’architetto genovese Renzo Piano e realizzato nel 1992 dall’architetto
statunitense Chermayeff. Costruzione caratterizzata da una concezione totalmente
nuova, in cui il visitatore è letteralmente trasportato nel mondo sottomarino.
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GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011
Lungo corridoi vetrati si cammina scortati da squali, delfini, foche e pinguini, mentre le oltre cinquanta vasche presentano la fauna di diversi habitat marini, lacustri e
terrestri, dal Mediterraneo all’Antartide passando per i mari tropicali. Recentemente
alla struttura originale si è aggiunta la Grande Nave Blu, al cui interno è stato ricavato l’ambiente terracqueo del Madagascar con coccodrillini, ranocchiette rosse e
camaleonti. Di grande impatto le vasche cilindriche in cui “danzano” centinaia di
meduse evanescenti.
Alle tredici ci siamo trasferiti nel vicino Ristorante NH Hotels, situato dietro il vecchio Galeone, costruzione originale in legno lavorato artigianalmente, con i collegamenti della struttura con corde e chiodi di legno, alla rada con vele ammainate.
Dopo le foto di rito, tutti a tavola con tanta fame di pesce, dove sono stati serviti
vari piatti con filetto di pesce fresco del giorno alla livornese accompagnato da diversi tipici contorni.
Dopo pranzo ci ha raggiunto una simpatica guida ed è quindi stata organizzata la
visita a piedi della Città, per coloro che ce la facevano per una camminata di circa
un’ora e mezzo nel centro storico, con le classiche scalinate che dal livello del mare
ci conducono alla parte verticale della Città, adagiata di fronte al mare su un anfiteatro di colline.
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GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011
Nel Centro Storico, da visitare a piedi, in un intreccio affascinante di vicoli, abbiamo
seguito un itinerario storico raggiungendo via Garibaldi che,grazie ai recenti interventi di riqualificazione, è tornata a essere una delle più eleganti strade d’Italia,
premiata per la sua straordinaria omogeneità stilistica e le novità progettuali, con
l’inserimento nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Di seguito abbiamo rimirato la bellezza dei palazzi seicenteschi appartenenti alle grandi famiglie dei primi
banchieri, quali i Grimaldi, principali creditori del re di Spagna Filippo II. Maestosi
palazzi ben conservati e restaurati per il loro recupero e destinazione attuali; grandi
capolavori architettonici della città, edificati con soluzioni eleganti affidate a giochi
prospettici e armonie di volumi.
Abbiamo percorso la famosa” via di Prè”, la “via del Campo” e siamo giunti a far
visita alla Cattedrale di San Lorenzo, con la facciata gotica genovese, caratterizzata
dal motivo a bande alternate e dai grandi portali.
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GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011
Al termine della magnifica passeggiata nella parte più antica e storica di Genova, ci
siamo ritrovati tutti al vecchio porto, da dove eravamo partiti, recuperando volentieri il nostro posto sul comodo torpedone, per una ulteriore visita guidata della parte
alta della città, da dove abbiamo potuto godere dei panorami mozzafiato che abbracciano il golfo, il porto, il Bigo, omaggio alle gru portuali, il vecchio faro a lanterna
e i monumenti e chiese del centro storico.
Ringraziando la nostra simpatica guida che tanto ci ha erudito, per questa intensa e
arricchente giornata passata in allegra e simpatica compagnia, abbiamo quindi fatto
rientro nel nostro bel Ticino, un po’ stanchi ma tutti contenti.
Testo e foto Piercarlo Poretti
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
GIORNATA NEI BOSCHI DELLA VAL COLLA
Giovedì 26 maggio 2011
Confortati dal grande interesse dimostrato dagli allievi che già negli anni scorsi
hanno partecipato a questa giornata didattica nei boschi della Val Colla, anche
quest’anno abbiamo potuto organizzare questa uscita con la partecipazione degli
scolari della IV elementare di Cadro del maestro Giovanni Barella.
Grazie alla collaborazione degli ingegneri forestali Ivo Ceschi e Patrick Luraschi,
che con grande professionalità , al mattino hanno erudito la scolaresca sulla conformazione del territorio della Val Colla, sulla struttura del suolo e sulla composizione
del bosco, dimostrando la varietà delle piante, della flora e della fauna locale presente.
Il mattino la comitiva, con partenza dalla Malpensata, ha percorso i boschi sopra
Maglio di Colla, raggiungendo Signôra e Colla. Qui è stata impartita una lezione
sulla struttura del suolo, la sua formazione e la composizione del bosco, la morfologia del sottobosco, spiegando le varie piante presenti, le loro foglie e i frutti nelle
diversità che le compongono.
A mezzogiorno sono saliti a Bogno, nelle vicinanze del fiume Cassarate, dove hanno potuto godere di un pranzo all’aperto e di una pausa in divertimento tra loro.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
La seconda parte della giornata è proseguita con l’accompagnamento della professoressa Fabienne Tamò, educatrice ambientale collaboratrice di Pro Natura, in una
successiva passeggiata lungo i sentieri Bogno, Certara, e verso Cimadera, seguendo
in parte il tracciato dell’ex pista di fondo.
Godendo del bellissimo panorama, si è potuto svolgere una lezione di geografia
sulla conformazione della valle e l’ubicazione dei vari paesi che la compongono.
Inoltre si è spiegata la storia della valle e dei suoi abitanti, con i temi dell’immigrazione, dei magnani e del contrabbando. In conclusione della giornata, molto apprezzata dagli allievi e maestri, con il pulmino della scuola, guidato dall’autista, signor
Michele Gabusi, si è fatto rientro alla scuola di Cadro.
Di seguito in aula si sono approfondite le tematiche sul bosco con dei bei resoconti
scritti accompagnati dalle fotografie fatte durante la gita e dai disegni esplicativi.
L’Associazione ringrazia tutti gli allievi che hanno partecipato alla giornata, congiuntamente con il maestro Barella, l’ing. Ceschi, l’ing. Luraschi e la professoressa
signora Tamò per la loro adesione e collaborazione per questa indimenticabile giornata nei boschi della Val Colla.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
RIVISITAZIONE DELLA GIORNATA
BIOLOGICA E STORICA
Lavoro degli allievi della IV elementare
di Cadro
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
GITA AL SASSO GRANDE
PRESSO I DENTI DELLA VECCHIA
CNS: 1333 – 1'491 m
Partenza: Cimadera
Tempo: 2 ore per l’andata e 2 ore per il ritorno
Periodo: Da maggio a ottobre
Difficoltà: Facile
È noto che tra gli alpinisti, come d’altronde succede nel ramo del turismo in generale, è di voga cercare delle mete sempre più distanti, più esotiche e meno frequentate anche in altri continenti: Asia, Africa, Sud America e cosi via. Per alcuni di
essi le montagne di casa nostra vengono considerate soltanto delle palestre di allenamento per fare delle scoperte in luoghi più distanti e alettanti.
La gita che oggi vi proponiamo sarebbe une di quelle, che il sottoscritto non può
mancare di percorrere, con grande gioia, almeno un paio di volte all’anno.
Come detto la gita parte da Cimadera (nuovo quartiere di Lugano da pochi mesi)
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
dove si lascia la macchina o se preferite l’auto postale, seguendo a piedi la strada
sterrata che porta verso la capanna del Pairolo. Una particolarità interessante di
questo tragitto è di svolgersi al 90% completamente all’ombra di frondosi faggi su
tutto il percorso, particolare non indifferente nelle calde giornate estive.
Trascorsi venti minuti di cammino, nel luogo della Piazzascia Q 1245, troviamo in un
dosso di fianco al sentiero una cappellina dedicata alla Madonna di Fatima che ci induce ad una pausa di riflessione, portandoci a 2'500 km di distanza. Fatima è un piccolo paese nel centro del Portogallo che stava attraversando una grave crisi di identità
morale e politica. Infatti, dopo più di otto secoli di regno la monarchia, il cinque ottobre del 1910, è stata costretta a lasciare il campo libero al regime repubblicano. L’insicurezza è grande nel paese,, si continua a combattere sulle strade delle città; la povertà è regina; il 70% della popolazione vive dell’agricoltura di sussistenza; La mortalità infantile è molto alta 15%; i governi non durano a lungo spianando cosi la strada
ad una dittatura militare che s’eternerebbe per più di 40 anni.
Ed è in questo contesto che nel 1917 i tre pastorelli di Fátima (Jacinta, Francisco e
Lucia), due di loro morti ancora in tenera età, dichiarano di aver ricevuto, in varie
occasioni, l’apparizione della Vergine Maria.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Ma mettiamo da parte le nostre considerazioni filosofiche e andiamo avanti con il
nostro percorso, ancora lungo, in direzione della capanna del Pairolo, che si trova
sulla nostra strada verso il Sasso Grande. Dopo 200 m dalla capanna, in leggera
salita, ci troviamo ad una diramazione: quella sulla sinistra su territorio italiano, che
io preferisco all’andata, mentre quella sulla destra, che io preferisco per il rientro, si
svolge integralmente sul suolo Svizzero.
Ed eccoci finalmente al punto crucciale della gita. Siamo alla base del Sasso Grande,
mancano gli ultimi 150 metri, che bisogna salire su calcareo solido o aggrappandosi alle piante, per arrivare cosi sotto la cima. A questo punto ci troviamo davanti ad
una falla nella roccia che io consiglio di aggirare salendo leggermente 5 metri sulla
destra, la dove finisce la falla e che non presenta più alcuna difficoltà di attraversamento. Siamo finalmente arrivati sulla cima che ci ripaga con una vista mozzafiato
a 360 gradi, che ci fa ricordare il S. Salvatore sopra Paradiso e Lugano.
Il rientro si fa sul medesimo percorso, e come detto prima dare la preferenza , questa
volta, al sentiero sulla sinistra che si svolge integralmente su suolo Svizzero.
Buona gita a tutti gli appassionati.
Foto e testo Joaquim Almeida
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RACCONTI
CERTARA
Un villaggio di gente indipendente e fiera
Certara, un villaggio, chiuso fra le aspre montagne che circondano la Valle, ad una
altitudine di 1’000 metri sul livello del mare, abitato da gente che ha sempre amato
la libertà e l’indipendenza, aliena di compromessi, fiera delle sue origini, abituata al
lavoro umile e dignitoso! Dista 18 chilometri da Lugano (di cui è, di recente, diventata un quartiere). La gente, è stata abituata, come tutte le popolazione di montagna
ad una vita dura, piena di sacrifici per strappare dalla magra zolla della campagna
quel che bastava a malapena per vivere o, per meglio dire, per sopravvivere.
La storia della mia gente mi insegna che, a partire dal primo Ottocento sin oltre gli
anni Cinquanta, furono costretti dalle impellenti necessità per vivere, a varcare l’Oceano, recandosi, a Chicago, e anche a Parigi e, altri emigrarono in Argentina, terra
di pionieri antichi.
Sceglievano di preferenza la professione di cuoco e, certe volte, anche quella di
agricoltore, vedi ad esempio Chicago, San Francisco e altre città ospitali dove molta nostra gente aveva posto le proprie radici, vedi anche Parigi e Buenos Aires, dove
certi avevano raggiunto posizioni, di un certo livello, nel settore alberghiero.
Dalla testimonianza che ho raccolto, tramite la mia gente e gli anziani, mi consta di
evidenziare la vita dura, costellata di grandi sacrifici di quella povera nostra gente,
che veniva assunta nei settori alberghieri o come agricoltori, in particolare nelle
piccole aziende e altro, sempre dimostrando umiltà nel lavoro e molta fierezza per
le attività da svolgere. Fierezza, umiltà e dignità sono le costanti comportamentali
della nostra cara gente di allora.
Tutti sanno che la mia Valle, a giusta ragione, è chiamata la “Valle dei magnani”,
come la Verzasca venne designata la “Valle degli spazzacamini”. Ritengo che per
tutta quella gente bisognerebbe scrivere un canto per un’esibizione corale, che racconti in modo degno le loro fatiche e le loro quotidiane privazioni.
Dopo la fine dell’Ottocento e nell’arco del Novecento in Valle fu attuato il servizio
postale, che fu in principio effettuato tramite una diligenza che partendo da Tesserete in circa un’ora raggiungeva il Maglio di Colla. In seguito fu organizzato il servizio postale agli albori del ’900 con un servizio ordinato e razionale che consentiva
alla mia gente di recarsi in meno di un ora a Lugano, con partenza verso il 1909
dalla località di Tesserete, ragione per cui i contadini potevano usufruire in quel
tempo di in un mezzo moderno per trasportare i prodotti della campagna e altro.
Il mio villaggio, dove sono nato, lo definiscono un “piccolo mondo antico” pieno di
memorie, liete e tristi, come accade in tutti gli angoli del mondo. Ricordo i magici
inverni, pieni di neve e di silenzio: le primavere di luci, i giorni caldi di maggio, le
30
RACCONTI
solari estate in campagna e su quelle
montagne piene di
verde e di sole con le
nostre mandrie.
Le sagre di paese, in
particolare quella di
San Lucio su quelle
montagne, l’incontro
con le guardie di finanza italiane, i contrabbandieri con le
loro bricolle che
giungevano a frotte
nelle mattine di primavera, d’estate e d’autunno al villaggio col riso, caffè e altro, per la gioia di noi
ragazzi, con gli occhi pieni di meraviglia, e di un magico stupore. Ricordo in particolare le sagre di paese da cui spicca “la magica festa popolare di San Rocco” che
il 16 di agosto si celebra, ogni anno, sull’omonimo colle con gli amici del luganese
e della Val Cavargna. Mi sovvengo in particolare quando il familiare con le figlie
Silvia e Bice, e gli amici della Valle giungeva sul colle l’Ing. Bruno Campana a intrattenere la gente con i suoi interessanti racconti sui suoi favolosi viaggi in Australia alla scoperta di miniere e altro.
L’amico cantautore Vittorio Castelnuovo di Biasca, non mancava mai in quella bella occasione di recarsi lassù con la sua lucente “Stradella” a divertire la gente con le
sue stupende canzoni e musiche popolari ciò invogliava tutta quella gente a danzare.
Ho dentro di me ricordi di un favoloso mondo dei tempi trascorsi perché sono un
nostalgico inguaribile, bello e purtroppo non ripetibile...
Certara e Val Colla mia vi ricordo con infinita nostalgia che mi tornate sovente nella mente. So purtroppo che certe stagioni e certi miracoli di un tempo non si ripeteranno più. Sono certo che, molta gente come me, pensa a quel tempo semplice,
umile, pieno di cose minime e bello ormai sull’onda dei ricordi che, non ritorneranno ormai più. I ricordi sono certi sogni che si avverano per dirci che abbiamo vissuto con passione e con amore quei tempi di gioventù belli, semplici e poveri.
Aldo Moresi
31
il direttore dell’orchestra
coordina. org
32
ganizza. sintonizza.
progetta | costruisce | vende
W W W . A X I M G R O U P . C H33
RACCONTI
PARTIGIANO QUASI PER CASO
I Ragazzi della Valle non avevano molte scelte di divertirsi. Scendere a Lugano era
un’avventura e girovagare per i paesi in cerca di qualche coetaneo, o magari una
ragazza per stringere qualche amicizia di lunga durata, non era evidentemente cosa
di tutti i giorni e allora, appena alzati si guardava la montagna, il Gazzirola, il Camoghé, il Baro, e si sceglieva l’itinerario per passare la giornata.
L’avventura che raccontiamo in questa edizione del quadernetto merita una citazione, per lo spirito avventuroso e anche per qualche stranezza che magari col tempo è
stata arricchita di fantasia.
*  *  *
Correva l’anno 1945, mi ricordo ancora, era il 12 di luglio, e la terribile seconda
guerra mondiale era finita da pochi mesi.
Sergio, a quel tempo diciassettenne, decise di salire al San Lucio. Abbigliato come
34
RACCONTI
sempre: maglietta, giacchettino per eventuali intemperie calzoni corti e scarpe da
montagna. Un’ora bastava per arrampicarsi sul sentiero e raggiungere la chiesetta,
aveva buone gambe e conosceva il percorso meglio dei libri di scuola.
In vetta c’era ancora la ramina, c’erano pure le guardie di confine Italiane e Svizzere, ma il confine era un semplice formalità. Si poteva passare da una parte all’altra
senza problemi. Per sicurezza, Sergio aveva in tasca la sua brava tessera che serviva
da passaporto e da via libera per le scorribande in Val Cavarnia. Per gli italiani la
situazione era più complicata… non avevano documenti e se scendevano in Svizzera venivano accusati di diserzione.
La premessa mi sembra indispensabile per il racconto di Sergio che segue.
Arrivato in vetta fui subito attirato da un simpatico vociare. Tanta allegria, qualche
pacca sulle spalle e un qualche fiasco di vino che ad alta quota non manca mai. Mi
offrirono subito pane, formaggio dell’alpe e vino e in pochi istanti ero parte del
gruppo. A dir la verità avevo capito subito che non si trattava della solita banda di
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RACCONTI
buontemponi. Poiché a ridere e far festa c’erano doganieri italiani e un gruppuscolo
di partigiani saliti al monte. La guerra era finita ma l’amicizia e la solidarietà no.
“Ehi coleta vieni con noi che scendiamo a San Bortolo”. Non me lo feci dire due
volte, mi diedero dei pantaloni lunghi, una giacca per me pure lunga e via verso la
Cavarnia.
Qualche giorno in alta valle e poi giù a Carlazzo, dove gli amici (uomini e donne)ci
attendevano e in poco tempo le simpatie si stringevano.
Mi raccontavano le loro storie, e io lì a bocca aperta. Di quando sono saliti sulle
montagne per combattere fascisti e nazisti e pure di quando un gruppo a loro vicino
aveva fatto fuori il Duce e la Petacci. Poi la grande avventura… Dovevano andare
a Milano e mi vollero con loro. Stupore e meraviglia quando mi portarono in piazza
del Duomo. Un’apparizione fantastica: ne avevo sentito parlare dai nostri emigranti
36
RACCONTI
ma non me lo immaginavo così
bello, alto e luccicante, con la Madonnina che mi
guardava quasi
per dirmi… torna
a Casa Sergio ti
aspettiamo.
(Racconto raccolto
da Peo Mazzola)
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RACCONTI
BRUTTA FINE DI UNA LEPRE SCALTRA
Vi voglio raccontare di una battuta di caccia alla lepre di alcuni anni fa. Come convenuto con i colleghi di caccia, parto al mattino presto, congiuntamente all’amico e
vicino di casa Tullio, per recarci a Cranello, sopra Corticiasca, per la battuta di
caccia alla lepre sulle nostre splendide montagne, sui monti dell’alta Capriasca e
Valcolla. Con me ho il mio fido cane Poncho, segugio lucernese.
Giunti a Cranello ancora notte, c’erano ad aspettarci i due fratelli Capra, Fredo e
Gino. Da Bogno ci ha raggiunto Renato. Ad attenderci c’era il padrone di casa Vito,
che con la moglie Margherita, aveva già pronto il caffè corretto grappa per tutti.
Oggi i cani sono tre, assieme al Poncho vi è Dora, segugia italiana a pelo forte e
Bosco, segugio a tre colori, bianco macchiato di nero e di marrone, di razza indefinibile, cane di casa del Vito.
Dopo una breve consultazione, decidiamo di recarci al Grasso, sotto l’alpe di
Musgatina, perché lì l’habitat e la conformità del terreno sono ideali per la lepre e
per i cani di grande seguita. Arrivati sul luogo che iniziava ad albeggiare, incontriamo un anziano cacciatore di piuma del posto, accompagnato dal suo setter, ricono38
RACCONTI
scendoci, ci riferisce che in quella vallata le lepri cominciano a scarseggiare, ma che
la pastura di una grossa lepre maschio ha messo a dura prova cani singoli, coppie e
mute. Con un sorrisetto un po’ ironico, ci augura una buona caccia come per farci
capire che difficilmente i nostri cani avrebbero avuto più fortuna degli altri.
Sciogliamo i cani e passano quasi venti minuti prima che riescano a incontrare l’usta
valida, ma da quel momento non ho mai visto un lavoro così bello, così emozionante.
I cani partiti dal prato, entrano in un piccolo bosco uscendo dalla parte opposta e
proseguono per il crinale con felci, ginestre e rose spine, dove effettivamente la lepre poteva essersi messa, vista la mattina uggiosa. Faticano per circa trenta minuti
entrando un paio di volte in fallo di pastura, che però Dora riesce a risolvere brillantemente. Finalmente eccoli. È arrivato il momento dello scovo e il cuore ti salta in
gola sentendo i cani fare tutti assieme quell’urlo particolare di quando una lepre
schizza sotto il loro naso. Quella furbissima lepre però non passa alle varie poste e
inizia così una bellissima seguita che dura circa tre ore, fino a quando la lepre esce
39
RACCONTI
dalla piantagione per arrivare dove è appostato il Tullio, che con mia grande sorpresa, non spara. La cacciata prosegue al di sopra di Musgatina, verso il Monte Bar, per
terminare in bandita, sul crinale in alto.
Chiedo a Tullio perché non avesse sparato, lui con un sorriso ironico da vecchio cacciatore montanaro, mi risponde che quella lepre era passata distante e che comunque
voleva fare divertire sia noi che i segugi fino alla chiusura della stagione venatoria.
Grande risata generale e dopo aver faticato per recuperare i cani, facciamo ritorno al
nostro campo base di Cranello, dove Margherita aveva pronto risotto e gallina bollita,
perché la lepre si deve cacciare solo al mattino e solo col segugio. È facendo così che
si salverà la lepre, sia la caccia, sia il nostro nobile ausiliario: il SEGUGIO.
Di seguito siamo ritornati nella zona di caccia a Cranello per cercare di ritrovare
quella grossa e furba lepre, ma nulla da fare. Quell’anziano cacciatore ci dice che
nessuno è più riuscito a scovarla, decidiamo quindi di riprovarci anche all’ultimo
giorno di caccia.
All’alba siamo sul posto e sciolti i cani li vediamo cercare per circa mezz’ora senza
trovarla.
Dopo un po’ di tempo, giù in basso, sotto Cranello, a circa 150 m. dalla strada cantonale, Dora e Poncho trovano la lepre che tanto cercavamo, morta! Sicuramente
investita da un’auto.
Ho provato una grande delusione, ma molto di più una forte amarezza nel pensare
alla fine ingloriosa e ingiusta che quella lepre aveva fatto. Quella lepre (ho pensato)
meritava molto di più e comunque certo di non morire a causa di un oggetto tecnologico, guidato senz’altro da un non cacciatore, perché chi ama la caccia e la natura
cercherà sempre di non investire un animale a qualsiasi specie esso appartenga.
Sperando che il mondo anti venatorio comprenda che molti animali muoiono spesso
anche in questo modo, eprimo i miei auguri a tutti i segugisti, ma soprattutto ai segugi.
Foto e testo Piercarlo Poretti
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RACCONTI
MORIRE PER UN IDEALE
11 gennaio 1901
Alla fine dell’Ottocento il Ticino era terreno di aspre battaglie politiche. In pratica il dominio dei conservatori era
messo in discussione dall’avanzata politica dei liberali.
Tempi difficili, con pestaggi e pressioni verso chi stava
abbandonando una fede per aderire ad un altro partito.
Da Airolo a Chiasso non passava giorno senza notizie allarmanti a riguardo di queste lotte politiche. La storia ci ha
proposto come icona di questi anni ruggenti l’uccisione di
Luigi Rossi, Consigliere di Stato Conservatore, ucciso con
Alizia Galli
un colpo di pistola all’interno del palazzo governativo di
Bellinzona per mano di un malfamato, facente parte di un
gruppo di giovinastri di fede avversa. Su questo episodio è stata fatta anche una
canzone tutt’oggi riecheggiante in qualche festa dei fedelissimi del partito.
La premessa è importante per capire meglio il racconto che segue, raccolto a Bogno,
grazie al ricordo di una bisnonna in piena forma che non ha dimenticato il passato
della sua famiglia.
Si chiamava Battista Boscacci ed era nato nel 1870. Era il mio bisnonno che emigrò
in terra confederata, prendendo dimora a San Gallo, nel 1891, dove aveva sposato
mia bisnonna Lina, originaria di Eriswil, dalla quale ebbe cinque figli. Aveva trovato lavoro, penso in ferrovia, e si era fatto raggiungere da tutta la famiglia verso il
1895. Come molti emigranti della valle il periodo natalizio era importante per ritrovare le loro radici e Battista era fiero di ritrovare gli amici, parlare del passato, del
presente e del futuro, attorno a un tavolo del Maglio di Colla, dove tra una chiacchierata e l’altra si giocavano interminabili partite a carte.
Erano anni politicamente difficili e quando si affrontava il tema, l’amicizia finiva e
la giornata finiva spesso in una scazzottata. C’era gran lotta tra i conservatori e i
liberali che cercavano vie nuove per il 1900 che si stava avvicinando.
Era tornato alla sua Val Colla dopo il periodo lavorativo in terra confederata e nascondeva ad amici e parenti le sue idee liberali, e inevitabilmente le discussioni si
trasformavano in liti più o meno accese. Il parentado voleva costringerlo a votare
Conservatore e lui assolutamente non ci stava, anche perché aveva giurato fedeltà al
partito Liberale che in quegli anni di fine Ottocento stava facendo proseliti in tutto
il Canton Ticino.
Una domenica come tante altre era sceso al Maglio per giocare a “scopa” ma il parentado lo attendeva per indurlo a tornare alla ragione. Così, dopo qualche insulto e
42
RACCONTI
spintoni vari, lo aggredirono a bastonate, infierendo con pugni calci.
Tramortito e impotente davanti a tale
furia selvaggia, lo gettarono nella
roggia che scorre sotto la casa delle
guardie del Maglio di Colla e se ne
andarono farfugliando parole irripetibili.
Con molta fatica e tanta volontà Battista riuscì a risollevarsi e a risalire il
sentiero che lo riportava a casa nella
sua amata Bogno.
Bagnato fradicio, sanguinante e in
preda alla febbre non resse il colpo e
morì di polmonite nella notte dell’undici gennaio del 1901.
La storia di Battista Boscacci è ancora viva in tutti i parenti che oggi
abitano in valle e ricordano con
grande ammirazione questo loro antenato dalla fede incrollabile, morto
per mano di suoi sciagurati parenti. I
cinque figli furono allevati grazie
all’aiuto di altre famiglie della Val
Colla e, ancora oggi, i figli dei figli
dei figli raccontano questa storia
tramandata da generazione a generazione con grande orgoglio.
(Ricostruzione fotografica
di Carmen Zambelli,
racconto raccolto da Peo Mazzola)
43
RACCONTI
I NONNI RACCONTANO
I docenti del Maglio, Morena e Raffaele, hanno
coinvolto i loro allievi a raccontare le avventure dei
loro nonni. Diamo spazio con piacere ad alcuni loro
scritti che ci permettono di capire come i bambini di
quel tempo vivevano il rapporto fra casa, scuola e
famiglia.
Nonna Antonella ha ricordi bellissimi di quando,
da piccola, andava a trovare sua nonna Adele che
viveva in campagna.
C'erano le mucche, i maiali, le galline. Ci divertivamo
tanto a giocare nei campi di grano e
ne combinavamo di tutti i colori. La sera
era stanca ma anche molto felice.
Nonna Elvezia:
sono nata e cresciuta a Insone ed ho frequentato tutte le
scuole in Val Colla. Le elementari a Insone. Eravamo in quindici bambini alle
elementari ad Insone e avevamo una
sola maestra. Era molto severa e arrivava tutti i giorni da Bissone. Sempre presente, sia con il bello che con il brutto
tempo. Nemmeno la neve la fermava e
ricordo che era molto severa e non ci
risparmiava sberle e tirate dei capelli.
Per nostra sfortuna non si assentava
mai. Le maggiori le ho frequentate al
Maglio di Colla. Ed è stato piuttosto divertente. Non c’erano macchine sulle
strade e quando nevicava il tragitto di44
RACCONTI
ventava una fiaba, anche perché spesso la neve raggiungeva
il metro di altezza. Arrivavamo a scuola fradici e infreddoliti,
ma felici come solo i bambini quando nevica lo sono.
Mio nonno Marco consumava un paio di scarpe al mese. Andava con la sua bicicletta tutti i giorni. La sua bici non aveva
i freni e lui, per frenare, usava le sue scarpe. La sua mamma
non era molto felice perché una volta al mese doveva comprargli un paio di scarpe nuove.
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Luogo e data:
Firma per accettazione:
RACCONTI
Nonna Soraja:
rivedendo i compagni di quei
tempi spesso ci ritroviamo a
parlare dei tempi della nostra
gioventù, quando la scuola
suonava le ore delle nostre
giornate.. Ne parliamo spesso
tra di noi e ci facciamo delle
belle risate. Ricordo bene il primo anno di scuola. Non
ci andavo volentieri, forse perché la
maestra era un po’ burbera. La mamma
mi accompagnava ma io la rincorrevo
piangendo e lei mi riportava immediatamente alla scuola del Maglio. A poco a
poco mi sono abituata alla scuola e ai
suoi tempi. Il mercoledì e anche il sabato si andava a scuola solo il mattino.
Il guaio è che non c’era la posta e
quindi bisognava andare a piedi fino al
paese. La mensa
era al ristorante Campana e poi alla
Malpensata dalla signora Costanza. I
periodi di vacanza ci impegnavano nella
raccolta di castagne e dei narcisi e alla
sera aiutavamo mamme e nonne a recuperare le pecore dai pascoli. Ricordi
della nostra gioventù che ci accompagnano ancor di più ora che siamo nonne…
47
CORTEO DELLA VENDEMMIA ANNI '40
TRADIZIONI E COSTUMI
DELLA VAL COLLA
48
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Richiedi il formulario di iscrizione a:
Associazione Amici della Val Colla, casella postale 11, 6959 Maglio di Colla
oppure e-mail: [email protected]
49
SPORT IN VALLE
MORESI A 50 ANNI DALLA MAGLIA D’ORO
Attilio Moresi, il “magnan” della Val Colla, è sempre presente nei racconti sportivi
dei vallerani e chi a Piandera ha l’occasione di intrattenersi con sua moglie Franca
o la figlia Petra raccoglie aneddoti a piene mani da trasmettere ai giovani d’oggi. Il
contributo che il “quadernetto” dedica al corridore della nostra valle.
Un contributo ricco di aneddoti e avventure che grazie alla disponibilità della RegioneTicino e del suo capo redattore sportivo Mariano Botta abbiamo la fortuna di
poter ospitare nelle nostre pagine. Mariano Botta è sicuramente l’esperto massimo
del nostro ciclismo e poter ospitare i suoi scritti è per noi motivo di grande soddisfazione.
Maglia d’oro
Cinquant’anni. Tanti. Ricordi che la patina del tempo ha ingiallito, ma non ha fatto
dimenticare. Almeno in chi ha vissuto quell’epoca o ne ha sentito parlare.
A cinque anni in gita a Parigi.
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Con la mamma Giuseppina.
SPORT IN VALLE
Era il 1961 quando Attilio Moresi, per
tutti “Tilo” vinceva il Tour de Suisse.
Unico
ticinese, per adesso, ad essere riuscito
in una simile impresa. Un successo
importante, prestigioso. Una maglia
d’oro (allora si chiamava ancora romanticamente così) che ha segnato la
sua brillante carriera.
E proprio il Giro della Svizzera è un
fiore all’occhiello che non appassirà
mai. Nemmeno per Moresi, uomo
schivo, che ha sempre vissuto la sua
popolarità con riservatezza. Ma la sua
è stata una bella storia, fatta di fatica e
di tante soddisfazioni in tempi in cui
fare il corridore non era facile anche a
livello economico. Mai sopra le righe,
classe in bicicletta e nella vita di tutti i
giorni. Affabile e simpatico, sempre
Con la sorella Natalina.
pronto a pedalare in compagnia degli
amici, anche quando da anni aveva staccato l’ultimo numero dalla maglia.
Tutto il Ticino seguiva con partecipazione ed emozione le vicende sportive del “Magnan” (chiamato così da Sergio Maspoli, poeta dialettale, in quanto figlio della
Valcolla). Ed allora le mitiche radiocronache e i giornali riportavano le imprese
degli eroi della strada, rendendo il tutto magico, permettendo alla fantasia di correre.
Le voci e le firme erano quelle di Vico Rigassi, Alberto Barberis, Tiziano Colotti,
Marco Blaser, Giuseppe Albertini, Aldo Sartori ed altri ancora.
In quella calda estate del ’61 dalla seconda tappa “Tilo” aveva indossato la maglia
d’oro e l’aveva difesa con grinta, pedalata dopo pedalata, giorno dopo giorno. A
casa tutti attendevano con impazienza buone novelle.
Sperando di sentire alla radio il cronista ripetere “Moresi è sempre in maglia d’oro”.
Fu così fino all’arrivo finale di Lucerna, passando dalla tappa ticinese con arrivo a
Locarno.
Moresi vinse quel Giro della Svizzera davanti al belga Hilaire Couvreur e all’elvetico Fredy Rüegg. Un trionfo dovuto alla sua grande regolarità, sempre in prima
51
SPORT IN VALLE
fila pur senza firmare vittorie parziali. Primo della generale, primo della classifica a
punti e terzo in quella del Gran Premio della Montagna.
Attilio, accosciato il secondo da sinistra.
L’incontro
Corridore (sempre con il suo VC Lugano), dirigente e poi attento osservatore delle
cose ciclistiche.
Spesso lo si vedeva alle corse di casa nostra. Come in quel giugno del 1991 quando
avevamo incontrato Attilio Moresi a Bogno, in Valcolla, al termine di una tappa del
Giro del Ticino. Un caffè assieme sulla terrazza di un ristorante. Piacevole occasione per parlare del “suo” Tour de Suisse.Vi riproponiamo quell’intervista.
Una bella emozione. Il tempo sembra essersi fermato.
“Ogni anno quando si avvicina il periodo del Giro della Svizzera, i ricordi si affollano nella mia mente. Torno volentieri a pensare a quei momenti indimenticabili.
Una grande soddisfazione con sensazioni indescrivibili. Nella prima tappa mi piazzai quarto, il giorno dopo arrivando a Coira ai vertici della classifica c’erano,
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SPORT IN VALLE
appaiati, alcuni corridori. Solo in tarda serata, in albergo, mi comunicarono che
ero in maglia d’oro. Vennero in camera ad annunciarmelo Barberis e Maspoli. Facile immaginare la mia emozione. L’indomani si arrivava a Locarno! E fu una vera
festa davanti al mio pubblico. Conservai il primo posto fino alla fine”.
Moresi concluse il TdS con 4’10” sul compagno di squadra Couvreur, 7’12” su
Rüegg, 9’10” su Mazzacurati e 13’07” su Barale.
“Accusai un solo momento di difficoltà, nella 5ª tappa, la Varese-Saas Fee. All’inizio del Sempione mi ritrovai in affanno e Couvreur non mi attese... Per fortuna mi
ripresi in fretta. Al termine grandi festeggiamenti a Lugano, con tanto di corteo per
le vie cittadine su una macchina scoperta indossando la maglia d’oro”.
In quella chiacchierata Moresi ci confessò pure un suo grande rammarico proprio
legato a quell’anno.
“Dall’inizio della stagione avevo corso tanto. Volevo fare bene al Giro della Svizzera, che «sentivo» sempre in modo speciale. Lo vinsi, ma arrivai in fondo stanco,
così rinunciai al Tour de France. Fu un grave errore. Vista la forma che avevo, avrei
potuto puntare al risultato anche in Francia. Non voglio esagerare, ma credo che
avrei potuto terminare nei cinque...”.
1955, vincitore del Campionato svizzero dilettanti.
53
SPORT IN VALLE
Intervista
Era un ammiratore di Anquetil. Sul
tavolino del Bar Buby di Cortivallo i
due album sono un pezzo della storia
di Giuseppe Squizzato.
Fotografie in bianco e nero e a colori. Una vita passata in bicicletta. Anche adesso, a 75 anni, la passionaccia
non lo abbandona.
Fa le sue uscite con gli amici di sempre, Romano Quattrini e Bruno Moor. Passeggiate in bicicletta accompagnate da tanti racconti di vita. La
strada del giovane “Squiz” presto ha
incrociato quella di Attilio Moresi.
“Avevo cominciato a correre nel Varesotto, dove abitavo, già allora gareggiavamo spesso assieme. Nel
Con la fidanzata, poi moglie, Franca.
1956 approdai al VC Mendrisio come dilettante (ero nei quadri della nazionale azzurra). Accettai l’offerta perché
trovai lavoro presso la carrozzeria Regazzoni, dove feci l’apprendistato con Clay,
che poi diventò il grande pilota di Formula uno conosciuto da tutti. Lavoravo e mi
allenavo e poi correvo”.
E vincevi. “Con i compagni Cereghetti e Sudaro effettivamente ogni domenica eravamo fra i primissimi”.
Quattro stagioni ricche di successi, quindi il salto di categoria.
“Passai fra i professionisti nel 1960 con la Mittelholzer. Mi presentai in ditta per
ritirare la bici. Presero quella che avevano in vetrina e via a correre il Tour de Romandie e il Giro di Sicilia. Arrangiandomi come potevo per farla diventare di...
misura”.
Altri tempi. “Eh sì. Anche i soldi erano pochi, quelli che si ricevevano e pure quelli che si vincevano. Era dura. Molte difficoltà, tanto che l’anno dopo ero deciso a
chiudere. Ed ero convinto di smettere anche quando andai a casa di Tilo dopo il suo
trionfo al Tour de Suisse del ’61. Ci abbracciammo e... continuai a correre”.
Gli occhi diventano lucidi. Si commuove a quel pensiero.
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SPORT IN VALLE
Moresi. “Una persona incredibile. Aveva tutte le virtù che un uomo può avere. Maproprio tutte. Non esagero. Lo sa bene chi lo ha conosciuto”.
La vostra è stata una grande amicizia.
“Nello sport e nella quotidianità, a livello personale e di famiglie. Anche quando
terminò la sua avventura in sella uscivamo sempre assieme ad allenarci correndo
anche spesso nelle prove per cicloamatori, divertendoci e rispolverando il passato.
Anche nei giorni della malattia quando si pedalava ero sempre al suo fianco...”.
Quel Giro della Svizzera. “Era la sua corsa. Aveva meritato di vincerlo. Era stato
bravo. Era un corridore completo, forte anche a cronometro. Il Giro lo vinse nel
1961 e due anni dopo si impose nella crono Mendrisio-Campo dei Fiori. Era un
ammiratore di Jacques Anquetil e cercava di imitarlo un po’. Mi spiace di non aver
potuto correre quel Tour de Suisse, ne ho disputati due, quello del ’60 (vinto dal mio
capitano Fredy Rüegg) e del ’62. Poi anche tre Romandia, Giro di Germania, Sicilia, Olanda e altre corse”.
Poi la parola fine. “Dopo tre anni e mezzo di professionismo dissi basta. Ero con la
Cynar e il mio posto in squadra venne
preso da Tilo...”.
I fogli dell’album girano lenti e offrono immagini ed emozioni. “È stato
attivo nell’Associazione ex corridori
ciclisti ticinesi, grazie a lui e al compianto vescovo Eugenio Corecco siamo arrivati a creare il Santuario al
Monte Ceneri. E lassù ci sono dei ricordi di Tilo, la bici, le maglie che
esporremo in uno stand a Lugano il
giorno del prologo del Tour de Suisse,
per ricordare i 50 anni del suo successo. Gli ex corridori gli hanno pure
dedicato una targa appesa nella casa
patriziale della sua Piandera e ogni
anno al Natale del ciclista invitiamo
sua moglie Franca”.
Un tuffo nel passato, bello e umano,
per non dimenticare un uomo che ha
dato tanto allo sport ticinese.
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SPORT IN VALLE
La carriera
Attilio Moresi è nato nel 26 luglio 1933 ed è morto il 25 aprile del 1995 a Piandera.
Ha corso per il VC Lugano e nei dilettanti ha saputo illustrarsi vincendo molte corse: il Mendrisiotto del 1953 (10° ai Mondiali di Lugano), il GP di Lugano nel ’54,
il Giro del Ticino e il campionato svizzero nel 1955. Nel 1956, dopo avere vinto il
Giro del Canton Friborgo, è passato professionista in maggio con la Mondia.
1956 (Mondia): 1° Giro Canton Ginevra, 3° Giro del Nord Ovest, 4° campionato
svizzero di salita, 8° Giro del Ticino.
1957 (Mondia/Faema-Guerra/Vanini): 2° Giro dei Quattro Cantoni, 3° Tour de
Suisse (classifica finale), 4° campionato svizzero, 5° Tour de Romandie.
1958 (Mondia-Ignis): 2° Giro dei Quattro Cantoni, 4° Giro del Nord Ovest, 8°
Giro della Svizzera orientale.
1959 (Mondia/Molteni): 1° Giro Canton Ginevra, 2° campionato svizzero, 3° GP
Schönenwerd, 3° 4ª tappa Tour de Romandie, 7° GP di Le Locle.
1960 (Mondia): 3° Giro del Nord Ovest, 3° 3ª tappa Tour de Suisse, 4° 6ª tappa Tour
de Suisse, 4° Tour de Suisse (classifica finale), 5° campionato svizzero, 5° Giro
della Svizzera orientale.
1961 (Baratti/Carpano): 1° Tour de Suisse (classifica finale), 4° 1ª, 4ª e 5ª tappa,
5° 6ª tappa, 1° criterium di Lugano, 9° campionato svizzero, 23° Giro d’Italia, 30°
Mondiali.
1962 (Gazzola-Fiorelli): 2° 4ª tappa Tour de Suisse, 3° campionato svizzero, 4° 3ª
tappa Tour de Suisse, 5° 7ª tappa Giro d’Italia, 6° Campionato di Zurigo, 9° Giro del
Canton Ginevra, 10° Giro del Ticino, 13° Tour de Romandie, 14° TdS.
1963 (Cynar-Frejus): 1° campionato svizzero, 1° campionato svizzero militare, 1°
4ª tappa Tour de Suisse (cronometro Mendrisio-Varese Campo dei Fiori), 3° Tour de
Suisse (classifica finale), 3° 3ª tappa Tour de Suisse, 5° 3ª tappa Tour de Suisse, 6°
Giro del Nord Ovest, 8° Parigi-Lussemburgo, 8° Campionato di Zurigo, 10° Monaco-Zurigo, 10° GP di Lugano (cronometro), 66° Giro d’Italia.
1964 (Cynar-Frejus): 1° CS militare, 1° Nyon, 5° CS, 7° Gippingen, 12° Giro del
Ticino, 79° Giro, 22° TdS.
1965 (Cynar): 3° Emmenbrücke, 5° Campionato di Zurigo, 10° Giro del Liechtenstein, 14° campionato svizzero, 19° Tour de Romandie, 33° Delfinato.
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SPORT IN VALLE
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Edi lcap r i S.A.
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Impresa
di costruzioni
SALA CAPRIASCA
Tel. 091 943 32 07
Fax 091 943 45 86
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FESTE IN VALLE
Ogni piccolo borgo della nostra valle offre momenti di svago e di amicizia; in ogni
paese c’è una sagra in onore del Santo Protettore. Vi proponiamo un dettaglio, che
speriamo esaustivo, di queste feste nostrane invitandovi a partecipare e creare ulteriori amicizie tra gli amici della nostra valle.
BOGNO
Propaganda turistica e feste: San Lucio (12 luglio); San Rocco (16 agosto);
Parrocchia: Festa dell’Assunzione (15 agosto).
Società Cacciatori Gazzirola Bogno, cenone venatorio (4 febbraio);
tiro a volo gara sociale (28 aprile); maratona 100 piattelli a Gola di Lago (28 luglio).
CERTARA
“Certara c’è”: Festa (10 giugno); Amici Alpe Corte Certara: diversi appuntamenti
a partire da marzo fino a fine anno con una festa particolare all’Alpe (26 agosto)
CIMADERA
Unione Tiratori Monte Era: Tiri 300 m (13 maggio e 8 luglio) tiro obbligatorio;
Tiro Federale in campagna (3 giugno); Gara tiro, con pranzo (8 luglio).
COLLA
Centro Orizzonte: Sagra della polenta (3 giugno).
Parrocchia di Colla: Festa per i Santi Pietro e Paolo (29 giugno).
Festa Madonna del Carmelo (15luglio).
COZZO
Oratorio S. Carmelo: Sagra paesana (14-15 luglio).
CURTINA
Amici Curtina: Sagra paesana (21-22 luglio).
INSONE
Pro San Rocco: Festa paesana (19 agosto); Bollito misto (29 settembre);
Fondue (3 novembre).
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FESTE IN VALLE
MAGLIO DI COLLA
Comitato Carnevale: Carnevale (25-26 gennaio 2013);
Carnevale al Centro Orizzonte (3 gennaio 2013);
Società Tiratori Gazzirola: Tiro Federale in campagna (3 giugno);
Tiro 300 m. e tiro obbligatorio (6 maggio, 24 giugno);
Gita sociale Amici della Val Colla (27 maggio);
Amici della Val Colla: Festa di fine estate (16 o 23 settembre).
PIANDERA
Festa Oratorio (22 luglio);
Pro Piandera (1° agosto).
SCAREGLIA
Oratorio S. Maria della Neve (31 luglio - 4 e 5 agosto);
Madonna di Rè (29 aprile).
SIGNÔRA
Oratorio S. Giuseppe: Festa di S. Giuseppe (18-19 marzo).
CAMPANA
T
R
A
S
P
O
R
• SCAVI  • RECYCLING  • DEMOLIZIONI
• OLIO COMBUSTIBILE
T
I
6959 Valcolla - Tel. 091 944 11 12
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
FONDO PALTENGHI
Concorso per l'assegnazione
di borse di studio 2012/2013
Fondazione della Svizzera italiana per la ricerca scientifica
e gli studi universitari, F.SIRSSU, Lugano
A nome delle rispettive Commissioni è pubblicato il seguente bando:
A. Fondo dott. Cleto Paltenghi per studenti della Val Colla
Richiamato il suo regolamento, la Commissione del Fondo apre il concorso per
l’assegnazione della/e borsa/e di studio per l’anno universitario 2012/2013 a
favore di studenti originari della Val Colla (comuni di Bogno, Certara, Cimadera e Valcolla) o ivi residenti, di condizione modesta, che si distinguono negli
studi e che necessitano di un aiuto finanziario, iscritti alla formazione di base
presso la facoltà di medicina di un’università svizzera o, in mancanza di concorrenti, in una disciplina delle scienze naturali (email: fondazione@sirssu.
ti-edu.ch e info: www.ti-edu.ch/sirssu);
Per la valutazione delle necessità finanziarie la Commissione si basa sia sui fattori
di reddito della famiglia e dello stesso studente senza appoggi familiari (dichiarazione fiscale aggiornata) sia su altri fattori d’aggravio economico, dovuti per esempio
a fratelli/sorelle contemporaneamente agli studi fuori casa, persone a carico, particolari difficoltà dovute a perifericità del domicilio e simili, purché credibilmente
documentati nella loro incidenza economica all’atto della richiesta.
Le domande, corredate dai necessari allegati che comprovino la situazione scolastica dello studente (iscrizione ai corsi ed esami sostenuti), la sua condizione economica, l’attestazione d’eventuali altre borse di studio ottenute come pure ogni altro
elemento utile a illustrare la specifica situazione dello studente, vanno inoltrate alla
Commissione Fondo Paltenghi rispettivamente Commissione FUGRI, Fondazione
SIRSSU, c/o avv. Enzio Bertola, c.p. 111, 6906 Lugano-Cassarate (TI), entro il 20
gennaio 2013.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
SPOSI, NASTRI ROSA E AZZURRI, LUTTI
2011
I nostri sposi nel 2011
Mayer Roger e Phumwiset Rattikan,
sposati a Maglio di Colla/Osnaga, il 21.01.2011
Moresi Sergio e Lepori Daniela, sposati a Piandera/Sonvico, il 13.05.2011
Canali Duilio e Tomé Cardoso Branca Rosa, sposati a Cozzo, il 14.05.2011
Barni Francesco e Galli Fiamma, sposati a Capriasca, il 03.12.2011
I nostri nastri rosa e azzurri nel 2011
Galli Davis, nato il 05.01.2011,
figlio di Galli Romano e Jessica, Colla
Rigamonti Sitota, nata il 08.02.2011,
figlia di Rigamonti Manuele e Marzia, Insone
Mattei Brian, nato il 12.06.2011,
figlio di Mattei Andrea e Anja, Insone
Harrington Alice, nata il 14.06.2011, figlia di Harrington Mark e Tiffany, Colla
Ferrazzi Lea, nata il 13.09.2011, figlia di Ferrazzi Rolando e Barbara, Insone
Frank Enki, nato il 29.09.2011, figlio di Frank Federico e Maja, Bogno
Toscani Giorgia, nata il 02.10.2011, figlia di Toscani Paolo e Rusconi Simona, Colla
Cocconi Michele, nato il 12.10.2011, figlio di Cocconi Fabrizio e Joelle, Piandera
I nostri lutti nel 2011
Haditsch Werner, deceduto a Piandera, il 05.01.2011
Bassi Barbara, deceduta a Cimadera, il 26.01.2011
Campana Mario, deceduto a Mendrisio, il 04.03.2011
Frapolli Onorina, deceduta a Scareglia/Colla, il 15.04.2011
Petralli Chiarina, deceduta a Scareglia, il 26.04.2011
Risi Livio, deceduto a Lugano, il 29.04.2011
Selmoni Pierangelo, deceduto a Signôra, il 12.08.2011
Pilotti Angelina, deceduta a Insone, l’08.09.2011
Petralli Rita, deceduta a Scareglia, il 24.09.2011
Capra Raimondo, deceduto a Valcolla/Colla, il 03.10.2011
Affolter Dima, deceduta a Cimadera, il 09.10.2011
Capra Stefano, deceduto a Bogno l’11.12.2011
Ti è piaciuto il quadernetto? Richiedi i formulari
all’Associazione Amici della Val Colla, cas. Post. 11, Maglio di Colla,
oppure a [email protected].
...e sarai dei nostri.
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via Maraini 23
casella postale 231
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