01-11- congo

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01-11- congo
BAMBINI AL CENTRO
Newsletter di Amici dei Bambini RDC
Gennaio - Febbraio 2011
Numero 01 / 2011
Carissimi Sostenitori!
Ecco cosa troverete in questo numero:
1. Cosa fare per i bambini accusati di stregoneria ?
2. Jonathan, ”vecchio combattente“
3. Storia di un bambino congolese
4. Hai un sogno ?
5. Amore materno
6. L’ho visto ridere
Cosa fare per i bambini accusati di stregoneria ?
Questa è una questione che merita di essere posta in quanto a causa di questa
piaga molti bambini soffrono e vengono abbandonati. Passano la notte sotto le
stelle e difficilmente trovano qualcosa da mangiare. La maggior parte di loro non
studia e non sa cosa sia la scuola e in queste condizioni non possono avere un
avvenire radioso. Molti diventeranno di sicuro dei ladri, dei briganti o dei
”kuluners“. Dobbiamo lasciarli soffrire abbandonati senza portare loro un aiuto?
Noi siamo chiamati e obbligati a fare qualche cosa per questi bambini,
soccorrendoli e aiutandoli per un futuro migliore. Ma cosa possiamo fare ?
E’ importante sapere che la responsabilità di questa situazione appartiene a
tutta la società congolese. I politici, le organizzazioni umanitarie, i capi religiosi.
Tutti possiamo fare qualcosa per questi bambini, con lo scopo ultimo di mettere
fine a questo fenomeno. Il ruolo dei politici è quello di creare dei programmi per
il benessere dei bambini, di promuovere e rispettare le leggi riguardanti la loro
protezione. Basta poco per garantire un futuro migliore a questi bambini. Faccio
presente che qui in Rep. Dem. del Congo, il semplice fatto che l’educazione non
sia gratuita, ci prova a sufficienza che il benessere dei bambini non è preso in
seria considerazione. Molti bambini non studiano per la mancanza di mezzi
economici e ciò gli porta ad avere un comportamento ”bizzarro“ (dovuto ad una
mancanza d’educazione) e ad essere marchiati come stregoni, vivendo per la
strada o con seri problemi relazionali con le proprie famiglie.
Le organizzazioni umanitarie dovrebbero agire con molta compassione per venire
in aiuto di questi bambini. Abbandonati a loro stessi, hanno bisogno di un
sostegno alimentare, psicologico e scolare, per fare in modo che un giorno
possano diventare membri della società. Così, questi bambini saranno nutriti,
istruiti e supportati al fine di garantire loro un futuro migliore.
I capi religiosi, in particolare i Pastori delle chiese del risveglio, hanno un grande
ruolo da giocare per quanto concerne la lotta del fenomeno dei bambini accusati
di stregoneria. Molti di loro sono oggi nella strada perchè accusati d’essere
stregoni dagli altri membri della famiglia. Queste accuse venendo confermate
dai Pastori, alimentano questo fenomeno (quello che i Pastori dicono è
considerato come parola del Vangelo).
In quest’ottica i Pastori ricoprono un ruolo negativo perchè amplificano il
fenomeno dei bambini stregone. Loro dovrebbero quindi riflettere bene sulle
conseguenze delle loro dichiarazioni. Molti bambini sono infatti maltrattati,
scacciati dalle loro case e famiglie per ritrovarsi poi nella strada. Considerando
tutto quello detto prima, i Pastori dovrebbero avere quindi un atteggiamento
diverso e non rilasciare dichiarazioni gravi, al fine di non amplificare il fenomeno.
Paul Masayidi, Assistente sociale/AiBi
Jonathan, ”vecchio combattente“
Questo ragazzo di più o meno 18 anni
ci racconta con coraggio e lacrime agli
occhi la sua storia.
Io sono innocente per tutte le cose
che ho fatto, io sono finito al centro
per essere stato un combattente con
l’ideale di far uscire il moi paese dal
disastro della guerra. Ero molto
piccolo. Sono stato reclutato dalle
forze armate al fine di difendere la
bandiera nazionale. Questo è quello che io ho fatto con amore e incoscienza. Io
mi ricordo ancora gli eventi che ho vissuto con altri amici più giovani di me
quando ci si avventurava a sparare contro ogni cosa che si muoveva, questo ci
rendeva felici perchè per noi chiunque di passaggio era un sospettato e noi
eravamo obbligati ad ucciderlo.
Io non dimenticherò mai il giorno in cui per la prima volta il nostro capo di truppa
mi ha dato delle pillole che mi facevano diventare come pazzo, questo perchè non
avevo il sangue freddo per fare quello che mi dicevano. Io ho ucciso e picchiato
delle persone. Quando poi la mia follia passava, mi sentivo in colpa perchè mi
ricordavo delle persone a cui avevo fatto del male. Aandavo da loro e mi scusavo
ma loro non accettavano le mie scuse, mi sentivo male. Tutto questo all’insaputa
del nostro Leader che avrebbe anche potuto uccidermi. Volete sapere la mia
età ? Io non conosco la mia età perchè sono stato cresciuto dai combattenti e i
combattenti non hanno il tempo di celebrare il loro compleanno.
Doudou Diumasumbu
Storia di un bambino congolese
Il giovane Edo vive con la famiglia di sua sorella da un pò di tempo. Un giorno
svegliandosi si accorse che il suo corpo era diventato come quello di un elefante.
La famiglia si preoccupò e lo portò all’ospedale. Gli esami medici nelle cliniche
universitarie sono cari. La famiglia spese molti soldi ma senza miglioramenti. Non
sarà per caso un maleficio? Tutti furono quindi dell’idea di scacciare il piccolo
perchè avrebbe potuto mettere la famiglia in pericolo. Edo divenne triste, quale
sarà la mia sorte? Iniziò a preoccuparsi perchè conosceva bene la sorte degli
altri bambini in una simile situazione…la strada ! Comunque grazie all’amore che
esiste in questa famiglia, tutti alla fine decisero di farsi coraggio e insieme
continuare a vivere con il piccolo. Un grande sollievo, l’armonia regna in famiglia e
loro si sostengono l’un l’altro. Il piccolo vive la sua malattia con serenità. Si,
l’amore è una grande forza !
Adidja KASINDI
Stella
Hai un sogno ?
Noi tutti sappiamo che davanti ad una
simile questione non mancherà di sicuro
una risposta perchè tutti noi sognamo
delle belle cose; lo stesso vale per i
bambini, quale che sia la sua situazione o
il suo status sociale. I sogni sono belli o
cattivi? Noi non conosciamo le vostre
risposte ma quello che noi vogliamo dirvi
è che tra i vantaggi dei sogni ve ne
ricordiamo uno: i sogni ci aiutano ad agire riguardo a quello che noi vogliamo
realizzare e ci aiutano anche ad essere determinati allo scopo di raggiundere i
nostri obiettivi sapendo che per raggiungerli ci vuole rigore.
Tu hai un sogno? Noi vogliamo dirvi che ci sono più tipi di sogni, ma non stiamo qui
a citarveli, casomai se vorrete potreste dare voi un nome alle varie tipologie. Una
volta al Centro CMC, durante una conversazione con i bambini, arrivarono dei
visitatori che presero posto vicino a noi e ai bambini, cercando di seguire il
discorso. Uno di loro prese la parola e chiese ai bambini se loro avessero dei
sogni e se potevano raccontarlo. Tutto d’un colpo i bambini si guardarono tra di
loro non sapendo come rispondere in quanto avevano tanti sogni ma sapevano
anche bene che i sogni restano sogni e qualche volta sono pura utopia. Ma
lasciateci dire che i sogni si realizzano e portano gioia. Torniamo al racconto. I
bambini del CMC hanno parlato dei loro sogni ? Qualcuno si e qualcuno no. Qui
cosa sono i sogni ? Possiamo rispondere a questa domanda dicendo che i sogni
sono i desideri dei bambini.
Ricordatevi che parlare dei propri sogni, comprendere quali sono ed agire per
realizzarli con determinazione vi porterà di sicuro a sorridere.
Marthe ALOMBE
Amore materno
E’ sempre un momento toccante quando si ritorna a casa dopo aver passato
qualche mese fuori della propria famiglia con delle persone che sono per te degli
sconosciuti, stranieri che dovrebbero condividere con te un letto, il cibo, la
giornata. Questo è stato il caso di Maze Makonda, una bambina di circa 8 anni
ospitata al centro Mheed, che inizialmente era incerta
di poter ritrovare la sua famiglia e di restare con i
suoi genitori.
Dopo aver accolto la bambina al centro, l‘operatore si
preoccupò di conoscerne la storia e se possibile di
ritrovarne i genitori.
In un incontro con l’operatore, la bambina ha dato
qualche indicazione circa la sua abitazione. Tutti
insieme abbiamo cominciato quindi la ricerca della sua
famiglia. Qualche mese più tardi la madre della
bambina fu ritrovata. Lei disse “io non ho soldi
sufficienti per nutrirla, tenetela voi ancora per un pò
di tempo al centro”. La bambina aveva tanta voglia di
ritornare in famiglia e fu subito informata delle parole
della madre ma lei rispose : “anche se dovrò morire di
fame, io voglio solamente restare vicino a mia madre”.
Venuta a conoscenza delle parole della figlia la madre
decise di riprenderla con se. In presenza di tutti i bambini ospitati al centro,
l’educatore e l’assistente sociale del comune, la bambina fu restituita alla
famiglia.
Christine Mahana
L’ho visto ridere
Sono circa 6 mesi che io conosco Osé. Un giovane di più o meno 4 anni con la
carnagione chiara, occhi neri e capelli neri ricci. Non
avevo ancora visto Osée ridere. Lui era solito stare per
le sue, non era capace di stare con gli altri bambini.
Secondo il parere dello psicologo Osée era un bambino in
una situazione difficile. La scorsa settimana, assistevo
allo spettacolo finale dei laboratori di teatro riguardo
l’uso del teatro come terapia contro i traumi psicologici
organizzato da AiBi. Ad un certo punto ho visto Osée sul
palco, con il costume di scena : rilassato e serio. Osée era
sufficientemente ben integrato nel gruppo, avevo
l’impressione di vedere un altra persona sul palco.
Gesù disse che ogni volta che si fa qualcosa per i fratelli
più piccoli e come se lo si facesse a lui stesso. Rendere il
sorriso rubato a Osée è stata la cosa più bella.
Kalonji Muamba
LA REDAZIONE DI QUESTO NUMERO:
Francesca Pierallli
Volontaria Espatriata Ai.Bi RDC
La newsletter “Bambini al centro” è un servizio che abbiamo denominato SOL
(Sostegno On-Line). L’idea è quella di trasmettere via e-mail la newsletter
contenente notizie contenente estratti dei report settimanali redatti dai volontari
espatriati e notizie sui progetti e le iniziative di Ai.Bi. RdC. Abbiamo pensato di
utilizzare la posta elettronica, poiché è uno strumento che consente di
raggiungere un grande numero di utenti ad un costo minimo.
Se l’idea riscontrasse il Suo interesse e desiderasse aderire a questa iniziativa è
necessario che comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta elettronica
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volontari in RdC i prossimi numeri del notiziario.
La newsletter è comunque disponibile anche sul sito internet di Amici dei
Bambini, all’indirizzo www.amicideibambini.it, nelle pagine dedicate ai
nostri progetti in RdC.