Luoghi e volti del Giappone che hanno conquistato l
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Luoghi e volti del Giappone che hanno conquistato l
LuoghievoltidelGiapponechehannoconquistatol’Occidente RossellaMenegazzo Katsushika Hokusai, Utagawa Hiroshige, Kitagawa Utamaro sono i tre nomi più rappresentativi dell’ukiyoe meglionotocomegenerediimmaginidelMondoFluttuante.Maperchéleloroimmaginiebberotantosuccesso in epoca Edo (1615‐1868) tra i loro contemporanei? E perché continuano a essere attualissime ancora oggi, duecentoannidopo,nonsoloinGiapponemaalivellointernazionale?Èinnegabilechesianodaannoveraretra le massime fonti d’ispirazione estetica per l’Occidente già dalla seconda metà dell’Ottocento, quando ammaliarono l’accademia francese ed europea, impressionisti, post‐impressionisti e fotografi alla ricerca dell’esotico1, ma il loro fascino si protrae fino a oggi, essendo riconosciute quali icone2 da spendere in campo artistico,grafico,pubblicitario,nellamoda,neldesignenellaculturapopingenerale.Ilfenomenoacuisiassiste negli ultimi anni è una sorta di revival dell’ukiyoe, confermato dalle mostre tenute nelle istituzioni più importantidiognipaese edallepubblicazioniscientifiche edivulgativechesisusseguono aritmo semprepiù serratointuttoilmondosenzadistinzionetraGiapponeepaesiesteri3.Pertantooccorreinnanzituttocogliere l’internazionalitàdiquesteimmaginiche,èchiaro,hannolacapacitàditrasmettereefacilitarelacondivisionedi determinati canoni estetici, appartenenti a un paese e a un’epoca specifici, superando le barriere culturali e temporaligrazieall’immediatezza,allasinteticitàeall’effettoillusionisticodellelorocomposizioni. Le oltre duecento immagini selezionate in questo volume non sono naturalmente esaustive rispetto alla varietàdeitemiedeiprotagonistichesegnaronolacorrenteartisticadell’ukiyoe,manerispecchianopienamente ilcarattere,mostrandoivoltieiluoghichehannosegnatoilprofondocambiamentodelGiapponedalSeicentoe finoallametàdell’Ottocento. Iltermineukiyo浮世(lett.“mondo”,世yo;“fluttuante”,浮uki)primadialloraerascrittoconcaratteri cinesi differenti ma omofoni e aveva una connotazione negativa, legata al pensiero buddhista che insegnava il distaccodallecoseterreneinquantotransitorie,illusorieed’impedimentoalraggiungimentodell’illuminazione. FuconlosviluppourbanoedellavitacittadinaapartiredalSeicentochel’interpretazionedelterminecambiò, esprimendo la riscoperta in quegli stessi attaccamenti dei piaceri da ricercare e da godere proprio in quanto fuggevoli, impermanenti. Il testo Racconti del mondo fluttuante (Ukiyo monogatari) di Asai Ryōi (1612‐1691), scrittonel1660,segnòilpuntodisvoltainquestosensoenelgirodipochianniiltermineukiyoandòaindicare tuttociòcheeradimodaotsū,conunaleggeraconnotazioneancheerotica: “Viveremomentopermomento,volgersiinteramenteallaluna,allaneve,aifioridiciliegioeallefoglierosse degliaceri,cantarecanzoni,beresake,consolarsidimenticandolarealtà, nonpreoccuparsidellamiseriachecistadifronte,nonfarsiscoraggiare,esserecomeunazuccavuotache galleggiasullacorrentedell’acqua:questo,iochiamoukiyo”4. Le immagini del Mondo Fluttuante non sono altro che la trasposizione visiva di questa nuova sensibilità. Rappresentanoivoltidellebeltàfemminili(bijinga)piùagognate–cortigiane,geisha,donnedeiquartieridipiacere edellecasedatèpiùrinomate,giovanidonneespressionedibellezzaedeleganza–,maritraggonoanchegliattoridi teatro kabuki (yakushae) più famosi, come divi sul palcoscenico e dietro le quinte, colti di sorpresa durante i preparativi.Esprimonolemodedelmomento,mostranoicostumi,itessuti,imotividecorativi,leacconciatureeil make‐up,gliaccessori,imodidimuoversiediatteggiarsiconsideratiiki,idivertimentieipassatempi,lefestivitàele ricorrenzepiùimportanti,iluoghielelocalitàpiùfrequentate,matrasmettonoancheleleggende,iracconti,lepaure eifantasmidiunpopoloicuivaloristavanocambiandoprofondamenterispettoaisecoliprecedenti. Il1603,infatti,conlapresadelpoteredapartedellafamigliaTokugawa,chesconfisseicomandantirivali Toyotomi Hideyoshi e Oda Nobunaga, segnò la fine di un’epoca di guerre intestine e l’inizio di quella che fu definita la PaxTokugawa, che garantì oltre duecentocinquant’anni di pace ininterrotta. Da un punto di vista artisticotuttaviailperiodoEdovienetradizionalmentefattoiniziarenel1615,datadell’incendiodelcastellodi Osakadapartediquellochesarebbedivenutoilprimoshōgun,TokugawaIeyasu.Icircaduecentofeudichefino ad allora erano stati il fulcro della cultura provinciale e locale, sviluppatasi intorno ai castelli fortificati dei signori locali (daimyō) furono sottomessi al potere militare e amministrativo centralizzato del bakufu, il “governo della tenda”, con capitale Edo (l’attuale Tokyo), mentre rimaneva a Kyoto la corte imperiale. Edo, all’inizio un piccolo villaggio di pescatori, crebbe raggiungendo nel giro di un secolo il milione di abitanti diventandolacittàpiùpopolosaalivellointernazionale. Anchequifulalungimiranzapoliticadelbakufuacontribuiredefinitivamenteall’affermazionediEdoquale capitaleculturalecreandounnuovoequilibriodiforzetraKyotoel’areadiKamigata,culladellaculturaclassica, e la zona di Edo e del Kantō espressione dei gusti nuovi, moderni5. L’istituzione nel 1635 del sistema delle residenze alterne(sankinkōtai)che obbligavatuttiisignori, anchedei feudipiùlontani,arisiedereperlunghi periodiadannialterninellacapitaleamministrativa,lasciandolefamiglieinprovincia,nonsolopermiseiltotale controllofinanziariodeifeudi,chesiindebitaronoperilgrandedispendiodidenarierisorsecheservivanoper affrontareillungotragittoinpomposicorteiecrearelapropriaresidenzadiservizioaEdo,maservìancheda motoreperlosviluppodellareteurbana,stradaleediservizidiaccoglienzaperiviaggiatori. L’inurbamento,sedaunapartecausòlafinedellaclassesamuraicache,seppuralpotere,sitrasformòdacorpo militareprontoalcampodibattagliaaburocrazia6,dall’altrafavorìlacrescitaeconomicadelleclassimercantile eartigiana,politicamenteallabasedelsistemaneoconfuciano.Ciòsignificòbenprestounospostamentoanche dei gusti e delle mode che circolavano in città, dettate dai nuovi acquirenti, l’emergente classe cittadina (chōnin). Se prima del Seicento i patroni dell’arte e della cultura erano la corte imperiale, lo shogunato e i daimyō locali oltre ai templi, che commissionavano opere di dimensioni imponenti con profusione d’oro e colore per riempire castelli e residenze, con la nascita delle città e la distruzione delle cittadine fortificate ordinatadaiTokugawa,furonoimercantiarricchitiadettarenuoveregoleenuovivalori.Elofeceroattraverso unanuovaformad’arte,omegliounaproduzioned’immaginipiùsimiliairotocalchidioggi,dimedieepiccole dimensioni, facilmente utilizzabili in ambienti anche modesti e meno costose che conquistarono anche i samuraicittadini. Sitrattavadidipintisuparaventi,nelcasodiopereimportanti,surotoliverticalidaappendereoppure orizzontalidasvolgereeosservaretenendolitralemani,maquelchefeceladifferenzaful’introduzionedella tecnicadistampadamatriceinlegnocheaprìilveromercatodell’immagineukiyoe7.Infogliscioltioinserie, rilegatenelformatodell’albumodellibroillustrato,suventaglipieghevolierotondi,lesilografie,replicabili incentinaiadicopiefinoachelamatricenoneraconsunta,facilmentetrasportabiliedistribuibili,divennero benprestoinsiemeaidiariealleguidediviaggiounodeimercatipiùfiorentidell’epocacheaccompagnòlo sviluppodelleprimeformediturismonell’arcipelago. Lecittà,Edoperprima,maancheKyotoeOsakaeranocertamenteilfulcrodellaculturacontemporanea, tuttaviailcontinuoandirivienidigentilungoleduearterieprincipalichecollegavanoEdoaKyoto,ilTōkaidō,la viapiùampiaequindipiùfrequentatalungolacostaorientale,eilKisokaidō,laviapiùtortuosachesisnodava tralemontagne,favorironoloscambiotracentroeperiferie,conisignorifeudalicherecavanoinomaggioallo shōgun oggetti d’arte e artigianato, ceramiche e lacche, tipiche della propria regione, mentre al ritorno portavanopressolelororesidenzecomesouvenirimmaginidellavitacittadina,dellenovitàedelletendenze, dei luoghi più frequentati dentro e fuori la città. Fu questo moltiplicarsi di scambi che permise la diffusione capillare e la conoscenza, diretta o indiretta, dei luoghi e degli usi e costumi caratteristici di questa o quella provincia,anchedapartediquellafettadipopolazionecheprobabilmentemaileavrebbevisitatedipersona.E fulacircolazionedelleimmaginideiluoghipiùsimbolicidell’arcipelagochestimolòperlaprimavoltailsenso diun’identitànazionale. Laraffigurazionedeiluoghicelebri(meishoe)siaffermòcomeunodeifilonipiùimportantidell’ukiyoe,a cuisiaHokusaisiaHiroshigesidedicaronodiventandoneimassimiesponenti. AllafinedelXVIsecoloavevanocominciatoadapparirenelformatodeldoppioparaventovedutedentroe fuorilacapitaleimperialediKyoto(rakuchūrakugaizu)8chemettevanoinrisaltoconunaprospettivaaereaa volod’uccelloiluoghipiùfamosidellacittà,tracuilaresidenzaimperiale,ilcastellodiNijō,templieteatri,con scenedivitaeattivitàquotidianenelpienosvolgimentolungoivicolidelcentro,nellecampagneintorno,lungo ilfiume:negozieattivitàcommerciali,venditoriambulanti,mammecoibambini,animali,parateperfestivitào corteiimperiali,pescatoriegentechesidivertivaalfiume,spettacoliditeatroall’aperto,personediogniclasse sociale.Successivamente,lestesserappresentazionisiallargaronoadaltrecittà:Edo,Nara,Nagasaki,sempre conlaprerogativadiunpaesaggiochesifondesse,tranuvoledoratechelasciavanospazioall’immaginazionein termini di distanze e posizioni nello spazio, con la presenza umana. Una caratteristica che trovò massima espressionenelleimmaginidelMondoFluttuante,nateprimaintornoaiquartierideiteatriedipiacereperpoi allargarsiallescenedigenereedipaesaggio. Hokusai,attivotralafinedelSettecentoelametàdell’Ottocento,personaggioeccentricoegeniale,miseal centro della sua opera l’uomo, la sua quotidianità e la sua vulnerabilità, facendo della natura circostante una cassadirisonanzadelsentimentoumano;sipensialladrammaticitàdellacomposizionedellafamosa Grande Onda (cat. I.4.1), parte delle TrentaseivedutedelmonteFuji (Fugakusanjūrokkei), con in primissimo piano le imbarcazioniel’equipaggioinbaliadiun’ondagigantecheliavvolgecomeunartigliomentresullosfondodi stagliaplacidalaformaconicadelvulcanosacro,ilFuji,oppureairitrattidipoetidellaserieSpecchiodeipoeti giapponesiecinesi(Shiikashashinkyō)(cat.II.1.1‐10)immersiinunanaturacheparladiloro,delleloroorigini, dellorospirito,dellaloropoesiasenzanecessitàdicitarealcunverso. Hiroshigedalcantosuo,purtrattandoglistessitemi,evocaspessounanaturaincontaminata,silente,con visioniampieincuil’uomorisultaesseresolounapiccolapresenzarichiamandounsentimentocheriportaalla religione primigenia autoctona, lo shintō. Hiroshige è considerato il maestro della pioggia (cat. I.5.29), tale la suaabilitànellaresadiogniminimavariantediquestoelemento(cat.I.5.27,I.5.48)esesiguardaallestampedi “fiorieuccelli”(kachōga)sicomprendeancorameglioladiversitàdeidue:Hokusaidisegnafiorieinsetticome sesitrattassediunritrattoumanoamezzobusto(cat.III.2.4,III.2.7,III.2.9,III.2.12),limettesottolalenteelifa vibrare di vita; Hiroshige mantiene invece una certa lievità e un’armonia tra gli elementi, che risultano più minutiefacilidarecepire(cat.III.2.5‐6,III.2.8,III.2.10,III.2.13). Coevi,Hokusaipiù anzianoditrentasette anni,sitrovaronoalavorarecontinuamentesuserietematiche similicommissionatedaglieditoripiùaffermati. Unmercato,quellodell’editoriadell’immagine,cherispondevaaunadomandacrescentechesiautoalimentava vendendoallagentefondamentalmentesogni.Unafilieradicuil’editoreeraacapodecidendol’investimentoe lapubblicazionedell’operachevenivarealizzataconunlavorod’équipe.Venivaingaggiatol’unool’altroartista perlequalitànellatrattazionedideterminatisoggettienaturalmentesullabasediuninvestimentoeconomico; quest’ultimo proponeva e realizzava il disegno per la stampa indicando anche i colori che dovevano essere applicati;successivamenteildisegnopassavanellemanidell’intagliatore,cheloriportavasullamatricedilegno diciliegiocreandotantematriciquantieranoipassaggidicoloredafare(sivedap.321).Anchequestafigura era scelta con cura per rispondere alle esigenze dell’artista e ottenere linee di effetto diverso. L’ultimo passaggio era quello dello stampatore e di nuovo l’opera tornava nelle mani dell’editore per essere messa in vendita,comesivedenellapaginadelLibroillustratosuidivertimentidellacapitaleorientale(EhonTōtoasobi) diHokusaicheritrael’internodelnegoziodiTsutaya(Kōshodō). Nel primo periodo, a cominciare dagli anni settanta del Seicento, le silografie erano solo stampate in inchiostronero,inseguitovenneroaggiuntiamanoicolorirossovermiglio(beni)everdeinquellechefurono definitebenie,mentrefudal1740circaconOkumuraMasanobu(1686‐1764)chesiiniziaronoautilizzarepiù matrici per il colore. La policromia piena si raggiunse un ventennio dopo, negli anni sessanta, con Suzuki Harunobu(1725circa‐1770),elabellezzadiquesteimmaginifutaledaessereparagonatealbroccato,dacui il termine nishikie (“immagini broccato”), inizialmente definite Azuma nishikie (“immagini broccato della capitaleorientale”). Il lusso, il culto del piacere, diffuso capillarmente dalla classe borghese non era tuttavia ben visto dallo shogunato, che più volte emanò editti restrittivi per contenerlo e possibilmente per controllare i gusti ormai condivisi da gran parte della gente e incontrollabili. A partire dal 1786, per circa sei anni una serie di leggi suntuarie(riformaKansei)messeinattodaMatsudairaSadanobu9proibivaaichōnindivestiresetepreziose, motivi vistosi e colori brillanti come il rosso, perché costoso e dunque sinonimo di agio e di minaccia per la classesamuraica;lesilografiedovevanopassarealvagliodellacensuracheapponevailpropriosigillo(aratame o kiwame) prima che l’editore potesse immettere l’opera sul mercato; fu proibito scrivere i nomi delle cortigiane sulle silografie, di modo che non potessero essere identificate e venne vietata la pubblicazione di librid’intrattenimento.Tuttequesterestrizionidovevanofungeredaimpedimentoversoquelmondodifuori castatantotemutoperchéesulavadalleleggidelpotere:quartieridipiacereedeiteatri,attorieprostitute,ma anche artisti che frequentavano e decantavano tali ambienti. Utamaro, il maestro della pittura di beltà, ne fu vittima diretta: venne imprigionato per aver pubblicato alcune illustrazioni di un volume proibito che raccontavalavitadiToyotomiHideyoshimapiùverosimilmenteperchéfrequentatore,insiemealsuoeditoree amico Tsutaya, del quartiere di piacere di Yoshiwara a Edo, da cui trasse ispirazione sin dalla giovinezza, sembraaddiritturaabitandodifronteaicancelli. A Edo era Yoshiwara, a Osaka Shinmachi, a Kyoto Shimabara, a Nagasaki Maruyama: di certo non erano luoghisplendenticomeleimmaginidelMondoFluttuantemostrano,similmentearivistedimodapatinateche pubblicizzanoun mondosempresottoiriflettori,tuttavianonsilimitavano a essere sempliciquartierialuci rosse, ma erano frequentati anche come punti d’incontro da artisti, pittori, poeti. Se prima i circoli di poesia preferivanoitemplicomeritrovo,oraeranolecasedatèilsalottopergaredikyōkaehaiku.Tantopiùchele cortigianedialtorangoelegeishacheintrattenevanoiclientipiùabbientinellecasedatèeranodonnecolte, preparatenellearti,nellapoesiaenellacalligrafia,nelladanzaenellamusicaoltrecherappresentarepertuttiil modellodieleganzaassoluto,spessoraggiungibilesoloproprioattraversoiritrattiacquistabilidell’ukiyoe. Illegamedelmondoartisticoconquelloletterarioerastrettissimoeconnotagranpartedellaproduzione ukiyoe. Quegli stessi artisti che disegnavano le stampe in fogli singoli, apprezzati come cartoline o locandine odierne,collaboravanoconscrittorieletteratiillustrandolibridiognigenerecheavevanosemprepiùriscontro a livello popolare. Inoltre tra le produzioni più raffinate in fogli singoli vi erano i surimono10, spesso commissionatipropriodaicircolipoeticicomebigliettoauguralesucuiapporredeiversiinoccasionispeciali dell’anno,comeinvitoaunradunopoetico,aunacerimoniadeltè,aunospettacoloteatrale(cat.I.1.5).Testoe illustrazione nei surimono si compenetravano utilizzando spesso parole chiave con doppi sensi o singoli elementicompositivicherimandavanoasignificatisimbolicioallegoricicompresisolodalpubblicocoltoacui erano rivolti. La bellissima selezione di Hokusai in apertura di questo volume (cat. sez. I.1) è esemplificativa degli usi variabili che si potevano fare del surimono. Spesso erano gli artisti stessi a essere anche poeti, utilizzando uno pseudonimo quando partecipavano alle gare poetiche o firmavano i loro versi. Utamaro in qualità di compositore di kyōka si firmava “Fude no Ayamaru”. Hokusai, diversamente, negli anni trenta dell’Ottocento, i più produttivi della sua carriera, dedicò addirittura due serie al tema della poesia e ai poeti classici cinesi e giapponesi, Specchio dei poeti giapponesi e cinesi (Shiika shashinkyō) (cat. II.1.1‐10) e Cento poesiepercentopoetiinraccontiillustratidellabalia (Hyakuninisshuubagaetoki) (cat. II.2.1‐16). Entrambe coloratissime, con l’utilizzo del brillante blu di Prussia da poco entrato sul mercato giapponese a sostituire i pigmenti naturali utilizzati in precedenza, si sviluppano l’una nel formato verticale molto grande, l’altra nel formato orizzontale classico. La prima ritrae solo le figure dei poeti avvolti in un paesaggio che diventa specchio della loro interiorità, la seconda abbina invece a scene di paesaggio tratte da versi e componimenti famosi, utilizzati letteralmente o in forma di parodia, alcuni versi del poeta a cui la stampa si riferisce. Un utilizzo scherzoso del raffinato linguaggio poetico che Hokusai mette in atto ingegnosamente fingendosi una vecchiabaliaanalfabeta11. Ma,apartequestiesempidicitazionedirettadelmondoletterario,sipuòaffermarecheingeneraletuttala produzionedisilografiesultemadeiluoghicelebri(meishoe)enonsolosiaintrisadiriferimentiletterari.Quei luoghi divenuti famosi e diffusi attraverso le stampe erano prima di tutto topos letterari, citati nelle opere classiche letterarie e poetiche a partire dal X secolo e successivamente trasposti visivamente su paraventi, rotoliestampe.Erano,esonoancora,luoghipartedell’immaginariodiognigiapponese,chegliartistisapevano abilmente evocare attraverso pochi elementi chiave della natura codificati tanto in poesia quanto nell’arte e legati alla stagionalità, alle festività, a significati benaugurali. La gru, animale dai mille anni, e il pino, sempreverde,spessoraffiguratiinsieme,sonosimbolodilongevitàeperquestousatineimessaggieneidipinti inoccasionedelnuovoannoodimatrimoni;cosìcomeilpino,ilsusinoeilbambùsonopiantenotecome“itre amicidell’inverno”(shochikubai),associateallafinedellastagioneeallosbocciaredellaprimavera;latartaruga dallacodalunga,comelagru,èsimbolodilongevità;lacarpadiforzavitaleecoraggio,perquestocollegataalla festadeibambinimaschi;lalibellularichiamal’estatecosìcomelavocedellecicale;lapeoniaèinvecespesso unrichiamoallabellezzafemminilecosìcomeilsalice,chealludevaperòpiùall’ambitodeiquartieridipiacere. Ma ci sono anche luoghi chiave evocati attraverso la natura: il più famoso è senz’altro l’Ottuplice ponte (Yatsuhashi) citato neIraccontidiIse (Isemonogatari)12 e richiamato iconograficamente nei secoli successivi attraversounasemplicecomposizionecherimaneimmutataneltempofattadiiris,uncorsod’acquaeunponte di assi di legno a zigzag. Ma si potrebbe citare anche il monte Yoshino o la sponda di Koganei (cat. I.1.7) riconoscibilieidentificatipericiliegiinfiorecomenuvolerosate,ilfiumeTatsuta(cat.II.2.8)presoasimbolo dell’autunno per le varietà di rossi delle foglie d’acero che lo colorano. E ancora icone del paesaggio sono la piana di Musashi, riprodotta su decine di paraventi in maniera sempre identica a se stessa, con una semplificazione quasi artigianale della distesa di erbe delle pampas che si incrociano geometricamente nascondendoilcerchiodellaluna,malasciandointravedereinlontananzasullosfondoilmonteFuji,eilPonte deisalici(Yanagibashi)lacuicomposizioneèdatasempreesolodaunponteaffiancatodaalcunisalici,conle foglie piccole nel primo paravento a significare la primavera e più grandi nel secondo a simbolo dell’estate, mentresulfiumevisonounaruotad’acquaedeicestidibambùintrecciato. La silografia policroma incentivò la creazione di questo genere d’immagini e allargò la sfera dei luoghi celebriclassiciaggiungendovilevedutedellacapitaleorientaleEdo–iponti,iteatri,lecasedatè,inegozi, i templi e i santuari, i quartieri e le loro attività principali, le feste e il passaggio delle stagioni –, ma anche le vedute di località frequentate per la bellezza della natura – cascate (cat. sez. I.3a) e paesaggi nelle varie province del Giappone, l’isoletta di Enoshima appena fuori Edo e Matsushima sulla costa nord‐orientale, le vedute di Ōmi, le rocce “marito e moglie” della baia di Futami –, o per particolari costruzioni ed edifici d’attrazionechevierano–pontidalleformestrane(cat.sez.I.3b),untempioounsantuario,unristorante,una locanda,unacasadatè. Hokusai e Hiroshige in questo contesto sbaragliarono la concorrenza dando vita a delle raffinate serie policromechesegnaronol’apicediun’epoca. LaseriedelleTrentaseivedutedelmonteFuji(cat.sez.I.4)diHokusaimessaincommercioneglianni1830‐ 1832combinavainformatoorizzontaleiltemadellevedutedilocalitàcelebriconilsimboloperantonomasia delpaesaggio,ilFujiappunto,visibileinlontananzacomeelementocostante.Ilsuccessoincredibilecheebbela serie, tanto da richiedere un’aggiunta di dieci stampe in coda al progetto iniziale, spinse anche Hiroshige a lavorare sullo stesso tema negli anni cinquanta, ma l’opera uscì postuma e anche l’immagine centrale della GrandeOndanonebbenélapotenzacompositivanélaresacoloristicadiquelladiHokusai. Hiroshige si distinse invece, superando anche Hokusai, con la sua serie delle Cinquantatré stazioni di postadelTōkaidō(cat. sez. I.5), prodotta nel 1833‐1834 quasi contemporaneamente alle vedute del Fuji di Hokusai.D’altrapartesiparlavadellaviaprincipalechecollegavaleduecapitaliedunquedelluogochepiù diognialtroeraespostoaglistimoliprovenientidalpopoloinviaggio.Lungoilsuopercorsochepartivada Nihonbashi, il ponte principale di Edo da cui si misurano tutte le distanze, per arrivare a Kyoto, fiorirono velocemente luoghi di ristoro e locande per il pernottamento di genti e animali, negozi di rifornimento di ognibene,prodottilocalietipicichedivennerocelebriericercatidaiviandanti.AquestiHiroshigededicòla suaprimaserielasciandointravederequaelàancheilmonteFujidallelocalitàdacuipotevaesserescorto. Dopodichecontinuòaproporrenegliannilostessotemainformatidiversi,conl’aggiuntadipoesie,divolti di beltà e attori, con editori diversi arrivando a circa venti serie e oltre venti opere miscellanee solo sul Tōkaidō. Hokusai toccò il soggetto dedicandovi piccoli e grandi surimono, elegantissimi, ma è evidente che nonèstatoricordatoperquesti. Dunqueèimportantesottolinearecheleimmaginichenoiapprezziamooggicomeopered’arteeranounprodotto cherispondevaperlopiùalmercatoeditorialedimassa.Editorieartistiescogitavanoognigenerediespediente peraggirarelacensura,sostituendolefiguredibeltàdeiquartieridipiacereconfigurefemminilicomuni,madri con i figli, o giovanette senza nome, camuffando eventi attuali come parodie del passato o spettacoli teatrali, piuttostocherealizzandocopertinecastechecontenevanopoiall’internoserieerotiche(shunga),persalvarecosì laforma. Quello dell’ukiyoe era un mondo aperto a ogni stimolo nuovo, che sperimentava continuamente e, sebbeneilGiapponesitrovasseinunostatodichiusuraneirapportiversol’esterno(sakoku),avendobandito il cristianesimo nel 1611 e limitato l’accesso, a partire dagli anni trenta del Seicento, all’unico porto di Nagasakiai solimercantiolandesiecinesi,costrettiasostaresull’isolaartificialediDeshimaappositamente costruita,gliartistinonmancavanodicercarecontatticonglistranierietuttociòcheportavanodaOccidente. Grazie alla politica illuminata dell’ottavo shōgun Yoshimune (1684‐1751), intorno alla metà del Settecento, furono immesse in Giappone tantissime invenzioni della scienza occidentale, tanto da permettere una conseguente fioritura degli studi cosiddetti olandesi (rangaku), dove Olanda stava per Occidente. Entrarono dispositivi di ogni tipo legati alle scoperte astronomiche, chimiche, botaniche e anatomiche, meccaniche e ottichespessononcompresedaigiapponesinellaloroapplicazionepraticaeapprezzatepiùcomeoggettirari ecuriosi(kiki)13damettereinmostraperattrarreiclienti,comedimostranotantepaginedilibriillustratie diversesilografiecheincorporaronoall’internodeitemiclassicidell’ukiyoe,cannocchiali,microscopi,lanterne magiche,occhiali,visoriotticiperrenderlepiùaccattivantiedareuntoccoesotico14.Tralemerciimportatee significative dal punto di vista artistico, vi furono anche libri e manuali, ricercatissimi tanto quanto gli interpretipercomprendereilvocabolarioel’usoditantidispositivieprocedimentinuovi,econquestifogli sciolti di vedute europee settecentesche da cui gli artisti ukiyoe presero a piene mani rivoluzionando la propria visione. Vi è un esempio che evidenzia chiaramente questo processo ed è una silografia di Utagawa Toyoharu realizzata nella seconda metà del Settecento con il titolo Veduta prospettica. Illustrazione della campana che suona per diecimila leghe nel porto olandese di Frankei (Ukie kō mō Furankai no minato banri shōkeinozu). In realtà è la raffigurazione secondo lo stile ukiyoe, ma con l’uso della prospettiva occidentale, di una veduta del Canal Grande di Venezia ripresa evidentemente da un’incisione di Antonio Visentini del 1742, VedutadaSantaCroceversogliScalzi(ProspectusabAedeS.CrucisadP.P.Discalceatos2),chesirifaceva a un dipinto delCanaletto di poco anteriore15. È chiaro che ciò che interessava Toyoharu, e anche gli altri artisti, noneranoisoggettidelleincisioniarrivatedaoltreoceano,quantolatecnicarivoluzionariadellaprospettivae del chiaroscuro su cui si provarono da subito. È del 1743 una prima silografia prospettica di Okumura Masanobu che ritrae l’interno di un teatro durante una performance di kyōgen:Immagineprospetticaditeatro kyōgen (Shibai kyōgen ukie kongen). Nel titolo veniva riportato esplicitamente il termine ukie ovvero “immagineprospettica”,mettendoinevidenzalanovitàdellacomposizione,comefecepoiancheHokusainelle suevedute(cat.I.2.1‐2,I.2.4‐6).Naturalmenteisoggettieranosoprattuttoarchitetture,stradineevicoliincui l’effetto prospettico potesse essere utilizzato al massimo delle possibilità, dando all’osservatore che ancora non era abituato a questo tipo di sguardo la sensazione che l’immagine sul foglio saltasse fuori, da qui il termineuki,dinuovo,fluttuante.SiaHokusaisiaHiroshigeutilizzaronomoltissimoquestiespedientinelleloro seriefinoaottenereinquadraturemodernissimechericordanoilclose‐upfotografico16.Ilpassosuccessivofu losviluppoinsenoall’ukiyoediuntipodimercatod’immaginimeganeepensateappositamenteperottenere questo effetto illusionistico: silografie inizialmente, poi stampe da lastra in rame e in seguito, da metà Ottocento, immagini fotografiche che venivano visionate attraverso dispositivi o camere ottiche (nozoki megane)allaricercadiunacorrispondenzasempremaggioreconlarealtà17. Una rivoluzione dello sguardo corrispondente a quella che provarono, viceversa, nella seconda metà dell’Ottocento, gli artisti francesi quando giunsero nelle loro mani le prime immagini ukiyoe stampate. Se l’approcciopiùsuperficialefuquellodell’acquisizionedellesilografie,deiparaventiedituttociòcheeraesotico comesoggettoneipropridipinti,senonanchenellapropriavitaquotidiana,losvilupposuccessivofuquellodi avvicinarsi e provare la composizione, priva di prospettiva, fatta di campiture piatte e per piani sovrapposti tipicadelleimmaginidelMondoFluttuante.VanGoghnelRitrattodipèreTanguyètestimonedellacuriositàe del fascino che le immagini giapponesi provocarono (proprio come avevano fatto i colleghi giapponesi assorbendo nelle loro stampe a soggetto classico elementi come cannocchiali e visori ottici), ma è anche testimonedellostadiosuccessivodiinteriorizzazionedellanovitànellesuedueoperechecopianoaolioledue silografiepolicromediHiroshige,ilponteŌhashisottolapioggiaeilsusinodiKameido,aggiungendovianchela copiafedeledeicarattericalligraficisullacornice(lostessochefeceToyoharunelcopiarelavedutadelCanal GrandediVisentini)18.DegasinquestosensoutilizzaglischizzipresidaiMangadiHokusaicomemodelloperle sue opere sul soggetto delle ballerine e delle donne al bagno. Le stesse pose sono riscontrabili pressoché identicheinalcunipersonagginellefittepaginedibozzettidelmaestro(p.274).Mal’influenzadell’ukiyoenon si limitò a questo e sia Van Gogh, sia Manet, sia Degas sia Toulouse‐Lautrec, come tanti altri, riuscirono a superare la citazione per cogliere l’essenzialità del carattere delle immagini importate, trasformando profondamenteilloroapproccioversolarealtà,sfrondandoesemplificandoadiscapitodell’accademismoche datempocercavanodiscardinare. Toulouse‐Lautrecriproduceneisuoi manifestiisoggetticorrispondential MondoFluttuantepariginoelitrattaconcampiturepiatteeampie,portandoinprimopianosingolielementia incorniciarel’interascenapropriocomeHiroshigefacevaneisuoipaesaggi,similmenteafotogrammi. FélixBracquemondfuilprimoascoprirelanovitàportatadaunodeipiccolilibricinideiManga,capitato nellesuemanipercasocomeinvolucrocheavvolgevaalcuneceramichespeditedalGiappone,madalìinpoi grazie anche alla sua condivisione, all’attività del gallerista Siegfried Bing che pubblicò la rivista mensile illustrata “Le Japon Artistique” tra il 1888‐1891 e alla prima monografia scritta da Edmond de Goncourt nel 1905suHokusai,nonsololagrandezzadiquestoartistafuconclamata,malacircolazionedistampeaumentò esponenzialmentecosìcomeilcollezionismodapartedeglistessiartistiimpressionisti,dandovitaalfenomeno del Japonisme. Oggi, anche se si vorrebbe affermare il contrario, il fenomeno a cui si assiste nell’arte contemporaneanonsipuòdiresidiscostidimoltodaquell’epoca. Artistidifamainternazionaletraggonoispirazioneecitanoalcunedelleiconedell’ukiyoedeclinandolesecondole proprietàtecnichedelnuovomezzoartisticoutilizzato:AndyWarholsisacheneisuoicassettidenominatiTime Capsules19 conservava silografie ukiyoe originali e riprodotte e l’influenza di ciò è riscontrabile nel 1983‐1984, quandoinoccasionediunamostraaTokyoripreseicrisantemidiHokusaiinunaserieditrestampe,Kiku,sui tonidelrossoedelblu,identificandonelcrisantemoilsimbolodelGiappone. L’opera fu stampata da Ishida Ryōichi in trecento esemplari su carta non giapponese per volere dello stesso Warhol.SempreaHokusaidedicòneglianniottantal’operaTheGreatWave,tracciataconisolicontornineriche ricalcanolacurvaegliartigliformatidallaschiumadellagrandeondaoriginale. AncheilgiapponeseIkedaManabuprendespuntodall’ondadiHokusaiperilsuominuziosissimodisegnoapenna einchiostroacrilicosucartaForetokenrealizzatonel2008.Un’ondainposizionespecchiatarispettoallaGrande OndadiHokusailacuiacquaèfattadipresenzeappartenentiaunpaesaggiosurrealechericordaun’apocalisse: palazzirovesciati,futuristici,piante,erbe,immondizia,maanchepresenzeviventierestidituttociòcheètraccia umana. Cita l’Onda anche Nagao Tomoko, artista pop giapponese che lavora in Italia e spesso s’ispira all’arte classicaperlanciare messaggi esplicitamente critici versolasocietàconsumistica attuale. Lasua èun’ondache ricorda l’animazione per i colori vividi e le forme arrotondate, ma che è in realtà intrisa di grandi marchi pubblicitari di catene alimentari internazionali, rispecchiando l’onda che ogni giorno ci soverchia carica di messaggi subliminali. Nara Yoshitomo, uno tra gli artisti e disegnatori giapponesi più conosciuti a livello internazionale per le sue immagini di bambine arrabbiate e disilluse, ha pubblicato nel 1999 una raccolta di disegni intitolata Ukiyo con citazioni dirette di opere di Hokusai, Hiroshige e Utamaro su cui interviene aggiungendovilapresenzadiunadellesueinquietantibambine,dimessaggiocommentiscanzonatiedivertenti con pennarelli e pastelli: la schiuma bianca della Grande Onda di Hokusai diventa la massa di capelli di una presenza femminileche impugna un coltelloconlascrittainrosso “Slash with aknife”;ilFujirossolodisegna bianco einnevatoconuna bambinachescendesugliscii eil titolo“FujiSukii”,che giocasull’omofono suki che significa “sciare” ma anche “piacere”; la pioggia sul pino di Karasaki di Hiroshige presenta in primo piano il cagnolino bianco, sua icona pop, dormiente; le beltà di Utamaro sono accompagnate da parolacce e slang in inglesequandononportanopiercingestremoecollariconborchieappuntite. Una distruzione di quel sogno che l’ukiyoe intendeva vendere si potrebbe leggere anche tra le righe del lavoroinacrilicosutela diAidaMakoto,PictureofWaterfall del2007,chesullabase dellacascataKirifuridi Hokusai crea una sorta di Eden di giovani scolarette in costume blu, decine di piccole figure tutte pressoché identiche. Un’opera pop, di nuovo, che va a toccare il tema dell’omologazione e della visione del femminile e dellasessualitàmercificatanellasocietàcontemporaneagiapponeserifacendosiperòaunodeimaestripopper eccellenza,Hokusai.Infinenonsirisparmianolecitazioniconlinguaggivideoevisual:JeffWallriproponenel 1993 con la tecnica del collage fotografico esposto come pellicola retroilluminata la veduta di Hokusai Ejiri nella provincia di Suruga (Sunshū Ejiri), parte delle Trentasei vedute del monte Fuji (cat. I.4.40), nell’opera A Sudden Gust of Wind (after Hokusai); Julian Opie lavora invece con brevissime installazioni video facendo muoverealventoifioricontenutineipaesaggidiHiroshige. Non si può che prendere atto del fatto che l’ukiyoe sta rivivendo un crescendo d’interesse a livello internazionale,tornandoarappresentareunfenomenocherispondees’inseriscenellapiùampiaaffermazione dellaculturapop.Daunaparteilcolorismo,lavivacitàel’immediatezzadelleimmaginidelMondoFluttuante richiamano l’attenzione del vasto pubblico, declinate nelle forme contemporanee di manga, anime, videoinstallazioni e fino al gadget più triviale; dall’altra si riscontra una corrente parallela che ricerca un Giappone che s’identifica invece con la semplificazione, la rarefazione, la policromia, associabili secondo il saperecomunealpensierozenesfruttatesoprattuttoinambitoarchitettonicoedeldesign.Sonoledueanime delGiappone:laluceel’ombra,l’Occidenteel’Oriente,laparolaeilsilenzio,ilpienoeilvuoto,laculturadei chōninedeisamuraicheancorasopravvivonoinunequilibriovariabileeforsesemprepiùcaotico. RossellaMenegazzo,2014,pp.615‐634. ChristineGuth,2015,pp.1‐16. 3InEuropaleultimegrandimostresull’ukiyoesonostatemonografichesuHokusaiesisonotenuteaBerlinopressoilMartinGropiusBauMuseum (NagataSeiji,2011)ealGrandPalais,GaleriesNationalesdiParigi(NagataSeiji,2014).MentrealPetitPalaisaParigisiètenutalaprimagrande retrospettivasuKuniyoshi(YurikoIwakiri,GaëlleRio,2015).InGiapponealTokyoNationalMuseum.Nel2005siètenutalagranderetrospettiva “Hokusai”portatal’annosuccessivo allaFreerGalleryofArtandArthurM.SacklerGallery,SmithsonianInstitution,Washington,DC (NagataSeiji,2005). 4UedaAkinari,1998,pp.8‐10(testooriginaleinAsaiRyōi,1971,pp.149‐150). 5ChristineGuth,2010,pp.91‐95. 6AmyReigleNewland,2005,vol.1,pp.23‐24. 7IcaratteriastampamobilifuronointrodottiinGiapponedopol’invasionedellaCoreadapartediToyotomiHideyoshineglianninovantadel Cinquecento.Fusolodopoil1600chelatecnica sisviluppòinstampadamatriceinlegnopromossadaglieditoridilibristampatiesuccessivamentefuapplicataalleimmaginisingoledagliannisessanta. 8TokyoNationalMuseum,Kyōtō,rakuchūrakugai zutoshōhekiganobi,2013. 9AsanoShūgō,TimothyClark,1995,pp.40‐41,58. 10AmyReigleNewland,2005,vol.1,pp.221‐224. 11PeterMorse,1989,pp.7‐8. 12IraccontidiIse,1985,p.13. 13TimonScreech,2002,p.31. 14RossellaMenegazzo,2013,pp.207‐218;OkatsukaAkiko,NaomiWagatsuma,2015,pp.46‐49. 15SarahE.Thompson,NagataSeiji,2010,pp.482‐483. 16RossellaMenegazzo,2012,pp.21‐23. 17RossellaMenegazzo,2009,pp.263‐264. 18SjraarvanHeugten,2012,pp.35‐45. 19MattWrbican,2014,pp.232‐237. 1 2