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n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it p. EDITORIALE Io sono giapponese Noi tutti siamo inevitabilmente in grande vicinanza affettiva con il Giappone. Da lì sono arrivate le più grandi innovazioni nel mondo dell’elettronica ed è singolare se si pensa che il nostro mercato nasce praticamente nell’immediato dopoguerra; una guerra, la Seconda Guerra Mondiale, dalla quale il Giappone era uscito duramente sconfitto. Ciò non ha impedito a questa nazione circondata dal mare di arrivare in tutto il Mondo rendendo famosi i suoi marchi: Canon, Fujifilm, JVC, Nikon, Panasonic, Pioneer, Sanyo, Sharp, Sony, Toshiba, Yamaha, tanto per citarne alcuni. I giapponesi sono forti, compatti, motivati, con un senso del dovere e della responsabilità che dalle nostre parti è merce rara, se non del tutto estinta. Vedere cosa è successo pochi giorni fa, tra terremoto e tsunami è stato terribile ed emotivamente coinvolgente, in particolar modo per me che ero rientrato proprio dal Giappone da sei giorni. Abbiamo visto i loro palazzi uscire praticamente indenni da una scossa che da noi avrebbe cancellato intere città; abbiamo visto i giapponesi durante il terremoto sempre calmi e mai in preda al panico; abbiamo visto lo tsunami, evidentemente non previsto in questa dimensione, far fuori intere città costiere; abbiamo anche ascoltato i resoconti giornalistici che non danno notizia di alcun fenomeno di sciacallaggio o speculazione. Il Giappone è molto diverso dall’Italia: per questo è bello visitarlo. E per questo si rialzerà ancora una volta. E, per parafrasare Kennedy a Berlino, affermo con forza: “Io sono giapponese!”. Gianfranco Giardina AUDIO VIDEO / Il 2011 è l’anno delle Smart TV, le soluzioni sono veramente tante e con qualche limite Smart TV, vi aiutiamo a scegliere bene Abbiamo analizzato le piattaforme Smart TV presentate quest’anno dalle case produttrici e che stanno arrivando Valutate (con tanto di voti) le principali funzioni: le possibilità di sviluppo non mancano ma si potrebbe fare meglio di R. Pezzali Q uest’anno la parola d’ordine è Smart TV: sia che si scriva attaccato o staccato, il concetto di TV intelligente connessa al web è la scommessa dei produttori per il 2011. Una scommessa davvero difficile, molto più del 3D e di altre tecnologie, a causa della sua natura più complessa e slegata dal prodotto. La Smart TV, infatti, per essere venduta dev’essere spiegata in negozio, dimostrata con un TV connesso a Internet (e non sempre nei negozi si trovano TV connessi in rete) e soprattutto supportata da una serie di servizi che in Italia arrancano, perché la nostra lingua non aiuta, ma anche perché la miopia di chi detiene i diritti dei contenuti audio-video ha impedito alle aziende di guardare con interesse ai nuovi mezzi di distribuzione, rimanendo focalizzate ancora su un modello di mercato, quello del supporto, che invece è in continuo ed inesorabile declino. Abbiamo quindi deciso di realizzare una specie di mappa che vi possa guidare nel mondo delle Smart TV, guida nella quale abbiamo analizzato i vari aspetti delle piattaforme, tra app, servizi, funzioni aggiuntive e versatilità. Abbiamo purtroppo dovuto dividere la nostra guida in base ai produttori perché l’assenza di uno standard comune ha fatto in modo che ognuno sviluppasse la propria piattaforma Smart TV, ciò ha portato un’inevitabile conseguenza: la totale assenza di dialogo tra le diverse piattaforme. Tutti questi sistemi sono completamente aggiornabili, lasciando aperti notevoli spiragli di miglioramento; nel corso dell’anno potrebbero quindi arrivare nuovi servizi e aggiornamenti di cui al momento ovviamente non possiamo essere a conoscenza. segue a pag. 3 AUDIO VIDEO / Botta e risposta tra i due colossi, chi ha ragione? Panasonic attacca il 3D polarizzato LG Italia risponde colpo su colpo Durante il nostro tour in Giappone abbiamo ascoltato i tecnici Panasonic LG Italia, per bocca del direttore marketing, affida a DDAY.it la sua replica di C. Stellari I l 3D piace, ma gli occhiali attivi costano (parecchio) e fanno lievitare il prezzo di acquisto del sistema, specie considerando che ne occorrono almeno un paio per ogni componente del nucleo famigliare. Per risolvere il problema LG propone il sistema polarizzato: un filtro posto davanti allo schermo del TV permette di ottenere due quadri destinati al nostri occhi, visibili in modo separato indossando appositi occhiali, ottenendo così l’effetto 3D. I costi si riducono perchè gli occhialini sono più semplici, non utilizzano schermi LCD per oscurare in modo sincronizzato la visione dell’occhio destro e sinistro ma semplici lenti, risultando più leg- geri e confortevoli, vantaggi non da poco, quindi. Ma ci sono anche alcuni svantaggi, almeno secondo i tecnici giapponesi di Panasonic, svantaggi che ci hanno puntualmente elencato in occasione della nostra visita agli stabilimenti in giappone. Ovviamente LG non ci sta e Andrea Marino, direttore marketing di LG, in un’intervista risponde alle motivazioni addotte da Panasonic. Se volete saperne di più non vi resta che saltare a pagina 5 per leggere i nostri articoli, se desiderate approfondire potete anche leggere la nostra prova del TV LG LW650G con sistema 3D polarizzato, accessibile selezionando questo link. Buona lettura. IN QUESTO NUMERO... Inchiesta: gli italiani e lo smartphone pag. 2 LG e Sony pronte ad essere amiche pag. 3 Philips, tutte le novità 2011 pag. 7 I TV Panasonic si controllano con l’app pag. 11 Denon, tre modelli di cuffie per tutti pag. 12 I giochi 3D sulle console deludono pag. 15 Nuovo Windows Phone il prossimo anno? pag. 19 Fotografie creative con iPhone e Android pag. 20 Anche Canon abbraccia Thunderbolt pag. 22 Little Big Disk, il primo Lacie Thunderbolt pag. 23 Test: Netgear Wi-Fi Internet Adapter pag. 25 Test: Acer Iconia, due touch per il futuro pag. 27 Test: Mac Book Pro 17” il professionista pag. 28 Giappone, l’impatto sull’hi-tech pag. 29 n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it PEOPLE & MARKET / Gli italiani sono telefonino-dipendenti, ma soprattutto tra i più giovani lo smartphone è ancora poco interessante p.2 Gli italiani e la tecnologia: come usate lo smartphone? Lo abbiamo chiesto a voi, raccogliendo le impressioni nel centro di una grande città come Milano e le sorprese non sono certo mancate di M.C. Candiago, P. Centofanti I l cellulare sembrerebbe il gadget tecnologico più diffuso tra gli italiani (89,5% degli italiani secondo un’indagine ISTAT del 2010 ne possiede almeno uno) e il più utilizzato, al primo posto nella tecno-lista degli apparecchi presenti nelle nostre case e nelle nostre vite, come TV, PC, console e in genere altri device per l’intrattenimento domestico. Sarà anche vero che gli italiani sono un popolo di telefonino-dipendenti, ma quanto conosciamo davvero il nostro gadget preferito? E soprattutto, lo utilizziamo al massimo delle sue potenzialità? Lo conosciamo insomma davvero così bene? Chiedendolo direttamente alla gente, abbiamo scoperto che non è proprio tutto così scontato… Siamo andati in centro a Milano per sondare il rapporto tra gli italiani e la tecnologia, ponendo delle semplicissime domande a chi ci ha concesso gentilmente un po’ del suo tempo: possiedi un cellulare o smartphone? E quanto lo conosci? Le risposte ci hanno un po stupiti: tra gli intervistati appartenenti alla fascia più giovane (tendenzialmente non ancora in età lavorativa) pochi hanno dichiarato di possedere uno smartphone, mentre molti hanno ancora un cellulare “normale” con il quale sostanzialmente telefonano. Pochi però tra i giovanissimi si sono detti interessati a possederne uno. Sanno di che cosa si tratta e conoscono le funzioni base dello smartphone; dovendo indicare un modello, è proprio il telefono di Apple a farla da padrone: chi possiede ancora un cellulare “di vecchia generazione” ed è aperto all’acquisto di uno smartphone, dichiara di voler acquistare proprio il famoso telefonino Apple. Fanno eccezione gli stranieri (per lo più americani quelli che abbiamo incontrato) tra i quali è stato più facile trovare chi avesse uno smartphone. Sale l’età degli intervistati, e aumenta anche la probabilità di incontrare chi possiede uno smartphone: anche qui a fare la parte del leone è sempre “lui”, l’iPhone, solo un intervistato ha dichiarato di possedere un BlackBerry, mentre qualcun altro possedeva smartphone Nokia. Sembra incredibile (e probabilmente è stato un caso) ma in tutta la giornata non siamo riusciti a incontrare qualcuno con uno smartphone Android. Chi possiede un iPhone, inoltre, sembra essere tendenzialmente più interessato al download delle apps - in generale piacciono di più quelle gratuite - rispetto a chi possede altri tipi di telefoni. Infine, alla possibilità di poter utilizzare il cellulare anche per effettuare piccoli pagamenti quotidiani (come fanno già alcuni modelli di telefoni Samsung, BlackBerry…), molti intervistati hanno espresso sincero interesse o comunque curiosità e pochi hanno manifestato dubbi sulla reale utilità di questa ulteriore potenzialità del telefonino, e c’è anche chi considera questa caratteristica da sola in grado di giustificare l’acquisto di uno smartphone. Insomma, l’impressione è che tutti hanno un telefonino, ma in realtà in pochi sembrerebbero essere davvero interessati a utilizzarlo per fare qualcos’altro oltre che telefonare: ovviamente non possiamo parlare di un campione statisticamente significativo, ma chi non ha ancora uno smartphone sembra accontentarsi di quello che ha già ignorando, o comunque giudicando poco interessante, quello che uno smartphone gli consentirebbe di fare. Un atteggiamento curiosamente molto diffuso soprattutto tra i più giovani che spesso vengono dipinti come i più “smanettoni”. Insomma, lo smartphone piace soprattutto a chi ce l’ha già. video Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video dell’intervista che abbiamo realizzato sull’utilizzo degli smartphone. Clicca qui per andare direttamente al video. “....Non possiedo uno smartphone e non sono interessata ad acquistarlo, preferico spendere i miei soldi in modo diverso, per altre cose....” “....Uso il telefono solo per chiamare, mi basta questa funzione. Poter fare dei micropagamenti mi pare una cosa sensata....” “....Non ho uno smartphone ma un iPhone lo comprerei volentieri. La funzione NFC la valuto molto interessante e comoda....” “....abbiamo iPhone e lo utilizziamo principalmente per le mail, per lavorare da remoto, app varie specie quelle gratuite, l’ultima scaricata è il Sudoku.... “ “...Ho un BlackBerry, lo uso per comunicare, per lavoro e per messenger. Scarico molte app, l’ultima è stata DJ. Il backup lo faccio ogni due giorni....” n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it PEOPLE & MARKET / LG Display punta a stringere un accordo per fornire i pannelli LCD a Sony LG e Sony, quasi pronte a fare amicizia Nonostante la battaglia a suon di brevetti LG sarebbe pronta a fornire a Sony i pannelli per i TV di grandi dimensioni di A. Spaziani D opo le dispute tra i due giganti per i diritti sul Blu-ray, di cui potete leggere gli sviluppi in questa stessa pagina, che hanno portato anche a momentanei blocchi dell’importazione delle PS3 nel vecchio continente, il Korea Times riporta una dichiarazione dell’amministratore delegato di LG Display, Kwon Young-soo, che a margine di un forum tecnologico a Seoul avrebbe rivelato: “Stiamo negoziando con la Sony per ampliare le nostre forniture di LCD con quelli di grandi dimensioni”, non volendo fornire altri dettagli e specificando che l’accordo non è ancora stato firmato. A gennaio erano ripresi dopo sei anni i rapporti tra i due colossi per le forniture di LCD per dispositivi mobili e di piccolo e medio taglio prodotti da LG. Questo nuovo cliente potrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla parte di LG nello scontro con il suo diretto concorrente Samsung a cui lo scorso anno ha già tolto una buona fetta di mercato nel settore TV. Apple, altro grosso cliente, ha inoltre confermato nel suo iPad 2 lo schermo da 9,7 pollici già adottato dal pri- mo modello. Kwon Young-soo è fiducioso sulla riuscita del nuovo prodotto che si annuncia come un best seller e che farà la fortuna anche della divisione display del gigante coreano. Altra indicazione che arriva dall’AD di LG Display è che la richiesta di LCD con funzioni avanzate come 3D e retroilluminazione a LED è in crescita esponenziale: ad esempio la domanda in Cina è stata, durante i 5 giorni di festa per il nuovo anno lunare, pari a quella dell’intero anno precedente, facendo intravedere una vera svolta nella vendita di schermi piatti per l’ultimo quarto del 2011. “Conosciamo tutte le polemiche legate alla sicurezza che riguardano i televisori e le tecnologie 3D. Siamo pronti a dimostrare al mondo che noi abbiamo la soluzione che potrebbe calmare le preoccupazioni circa la salute e la qua- PEOPLE & MARKET Le Sony PS3 “sdoganate” e LG multata La disputa LG/Sony per i brevetti Blu-ray sulle PS3 è giunta a una brutta svolta per LG , ma la battaglia legale non finisce qui di M. C. Candiago Ne avevamo già parlato, ma il match tra i due giganti asiatici Sony e LG per la questione di violazione di brevetti sulla tecnologia Blu-ray impiegata sulla PS3 è giunta a un nuovo round. Come abbiamo già riportato, 300mila PS3 si trovano bloccate alla dogana olandese, ma ora parrebbe essere giunta una svolta importante per Sony. La legge prevede che i beni sequestrati possano essere trattenuti in dogana per un periodo di 10 giorni ma se l’accusa dovesse dimostrarsi infondata, allora LG dovrebbe rispondere in questo caso dei costi dell’azione legale e delle perdite economiche inflitte a Sony dal ritiro delle console dal mercato per tutto quel tempo. Il risultato di questa prima battuta è che LG dovrà quindi restituire immediatamente tutte le console sequestrate e per di più pagare a Sony una multa di 130mila euro, con l’aggiunta di un’ ulteriore ammenda di 200mila euro per ogni giorno di ritardo nella restituzione delle PS3! Nonostante questo primo smacco, per ora non sembra che LG abbia intenzione di lasciar perdere il colpo e la battaglia legale tra i due colossi potrebbe avere presto altri risvolti su altri fronti legali. To be continued… lità dell’immagine”, altra dichiarazione che lascia intravedere la sicurezza negli sviluppi di LG delle TV 3D con il nuovo Film-type Patterned Retarder (FPR). Questa tecnologia è alla sua seconda implementazione, impiega un film sul pannello LCD che polarizza attivamente l’immagine e permette l’utilizzo di occhiali passivi senza però perdere risoluzione e secondo LG, permetterà di eliminare il “crosstalk” e il flickering, che rimangono i maggiori limiti dei TV 3D con tecnologia LCD. p.3 PEOPLE & MARKET Western Digital acquisisce Hitachi GST Grande cambiamento di equilibri nel mercato degli Hard Disk. Western Digital, la società californiana famosa nel mondo per la produzione di Hard Disk e supporti ottici di memoria, ha concretizzato l’acquisto di uno dei suoi principali competitor, Hitachi GST, per la cifra di 4.3 miliardi di dollari. Nel dettaglio, la transazione sarà eseguita con 3.5 miliardi di dollari in denaro liquido e 750 milioni in azioni della WD. Il presidente di Hitachi GST, Steve Milligan, probabilmente affiancherà il suo collega della Western Digital nella scelta delle future strategie di mercato. Questa mossa aziendale fa seguito a quella di Seagate, l’altro gigante del settore, che nel 2005 aveva acquistato Maxtor per 2 miliardi di dollari, divenendo la società leader nella produzione di supporti di memorizzazione di massa. Cosa significa questa mossa per i consumatori (oltre all’instaurazione di un duopolio) è presto per dirlo, ma sicuramente ci attendono diverse novità a partire dal prossimo semestre. PEOPLE & MARKET / Vendite record per il dispositivo per Xbox 360 Microsoft da Guinness con Kinect Oltre 130.000 unità vendute al giorno, il dispositivo per Xbox è il prodotto elettronico più venduto nei primi 60 giorni dalla commercializzazione di A. Lojacono F in dal suo ingresso sul mercato Kinect per Xbox 360 di Microsoft è stato un grande successo, ma forse in pochi pensavano che avrebbe raggiunto un vero record mondiale entrando nel “Guinness World Records”: è infatti il prodotto di elettronica di consumo più venduto nei primi 60 giorni di commercializzazione; dal 4 novembre 2010 al 3 gennaio 2011 ha venduto un totale di 8 milioni di unità con una media di oltre 130mila al giorno. Facendo una stima fino ad oggi, Microsoft ha comunicato che la cifra è aumentata, infatti sono stati venduti ben 10 milioni di sensori Kinect nel mondo. Lo schiacciante successo è confermato anche dalla vendita di più di 10 milioni di giochi. E questo dato non è dovuto al fatto che ogni Kinect venduto ha in bundle un gioco e quindi è molto facile raggiungere tale cifra, perché il conto dei giochi venduti è stato formulato basandosi su quelli venduti separatamente, non in bundle con l’apparecchio. n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it AUDIO VIDEO / Il sistema 3D migliore è quello con occhiali attivi, questo almeno è il pensiero dei tecnici giapponesi p. Panasonic “smonta” il 3D polarizzato, troppi limiti Nel tour guidato presso il quartier generale di Panasonic a Osaka i tecnici ci hanno elencato i compromessi della soluzione con polarizzatore, vediamoli di G. Giardina P anasonic non crede nel 3D con occhiali polarizzati. Durante il seminario che DDAY.it ha seguito presso il quartier generale di Osaka, la società ha chiarito perché ritiene che il 3D senza occhiali attivi, quello proposto da LG sotto il nome di 3D Cinema tanto per intenderci, sia fortemente limitante, adducendo quattro motivazioni, vediamole in dettaglio. Angolo di visione ridotto: ovviamente gli ingegneri Panasonic si riferiscono all’angolo verticale. In effetti, come anche già anticipato da DDAY.it dopo la visione dei primi prototipi, il sistema 3D Cinema di LG, che prevede l’applicazione di un filtro polarizzato a righe alternate direttamente sul pannello LCD, è molto sensibile al corretto posizionamento verticale dello spettatore. Se si guarda il TV da una posizione non centrata sulla verticale (quindi troppo alto o troppo basso) si vedono comparire alcuni sdoppiamenti dell’immagine sicuramente fastidiosi. È un limite di certo, ma se si guarda il TV dalla stessa altezza dello schermo, il crosstalk è completamente assente. Deterioramento dell’immagine in 2D: l’applicazione del filtro, secondo quanto affermato da Panasonic, sarebbe di nocumento alla qualità di visione a occhio nudo di materiali in 2D. Non è stato chiarito però il perché ci sarebbe questo presunto deterioramento e neppure è possibile dimostrare che ci sia. Luminosità ridotta fino al 50%: il filtro polarizzato assorbe una parte della luce rendendo il TV meno luminoso e parallelamente anche meno efficiente dal punto di vista energetico. La per- centuale di assorbimento dichiarata da Panasonic ci sembra un po’ troppo alta, ma l’effetto c ‘è sicuramente. I pannelli utilizzati rischiano di essere di “serie B”: questa è un’argomentazione che non regge completamente ma che sicuramente pone una riflessione. Il discorso è questo: con gli occhiali polarizzati non servono pannelli LCD particolarmente veloci visto che la scansione resta a 50 Hz. C’è quindi il rischio - tutto da dimostrare - che chi realizza TV 3D con filtro polarizzatore frontale possa essere tentato, per contenere i costi, di utilizzare pannelli di vecchia generazione e quindi meno performanti. Alla fine Panasonic non esclude che il TV 3D con occhiali polarizzati possa avere un ruolo nel panorama della TV tridimensionale, ma limitato ad alcuni ambiti, come per esempio l’utilizzo in- dustriale o con pubblico numeroso (a causa del costo trascurabile degli occhiali) oppure, in futuro, nella gamma entry level (visto che è possibile usare pannelli meno sofisticati). La società ha comunque confermato che non ha piani che prevedono di adottare i TV con occhiali polarizzati e che continuerà a proporre la soluzione con occhiali attivi. AUDIO VIDEO / LG affida a DDAY.it la risposta alle dichiarazioni di Panasonic da noi raccolte in merito alla tecnologia 3D con occhiali polarizzati LG replica a Panasonic: Cinema 3D è molto meglio In un’intervista Andrea Marino, direttore marketing di LG, fa il punto sulla situazione e ribatte colpo su colpo alle dichiarzioni dei tecnici giapponesi di G. Giardina C ome si può leggere nella news pubblicata qui sopra, Panasonic ha elencato alcuni motivi per i quali, a loro avviso, la soluzione Cinema 3D non sarebbe soddisfacente. LG Display, già al CES 2011 di Las Vegas aveva chiarito, da parte sua, quelli che ritiene essere i punti di forza della loro tecnologia. LG Italia ci ha chiesto di poter replicare alle affermazioni fatte dai tecnici di Panasonic. Per questo motivo abbiamo incontrato Andrea Marino, direttore marketing della società, che in questa intervista ci espone il suo pensiero. DDAY.it: Panasonic, in un incontro presso il quartier generale di Osaka al quale abbiamo partecipato, ha mostrato un vostro TV con tecnologia Cinema 3D identificandone alcuni limiti… Andrea Marino: “In realtà noi siamo contenti che si stia aprendo un dibattito sul Cinema 3D, è segno del grande interesse che suscita anche in molti dei nostri concorrenti che ad oggi non dispongono di questa tecnologia. Permettetemi la battuta, ma mi sembra un po’ il gioco della volpe che non riesce ad arrivare all’uva e quindi dice che è marcia. In ogni caso ogni nostra innovazione è realizzata con in mente i vantaggi per l’utilizzatore, è questo il nostro unico e inappellabile giudice; sarà il consumatore a giudicare. Noi stiamo realizzando tantissime aree esperienziali su tutto il territorio nazionale per far provare la tecnologia Cinema 3D e invitiamo chiunque sia curioso e aperto alle novità a provarlo nei negozi. Mettetevi gli occhialini e guardate: questo è il solo giudizio che conta!”. DDAY.it: Panasonic ha affermato che l’angolo di visione verticale in cui l’immagine è di qualità sarebbe limitato e basta guardarlo da una posizione più alta o più bassa dello schermo per avere un consistente crosstalk. Siete d’accordo? Marino: “Il Cinema 3D è la seconda generazione del 3D (dopo quello ad occhiali attivi, ndr) proprio perché risolve i principali problemi di angolo di visuale orizzontale, che peraltro si riscontrano con molti prodotti attuali. Oggi, con la TV 3D tradizionale, se ci sono diversi spettatori, quelli nelle segue a pag. 6 n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it p.6 AUDIO VIDEO AUDIO VIDEO LG replica a Panasonic segue da pag. posizioni più angolate sperimentano non pochi problemi. I nuovi Cinema 3D di LG offrono un’ampiezza di visione 3D quasi a 180 gradi, con massimo effetto 3D da qualsiasi posizione…” DDAY.it: Ma il problema dell’angolo verticale? Marino: “Il problema dell’angolo verticale è in realtà un non-problema, semplicemente perché si riscontra solo in condizioni non realistiche, ossia estrema vicinanza al televisore e angolazione spinta, condizioni in cui anche i TV 3D di prima generazione hanno una performance 3D scadente a causa della vicinanza dallo schermo. In condizioni reali, ossia a distanze di circa 2 metri dallo schermo, la visione è assolutamente perfetta, senza problemi di angolazione verticale. Anzi, direi che la visione 3D è molto migliore della maggior parte dei TV attuali.” DDAY.it: In negozio magari capita di vedere un modello da distanze ravvicinate… Marino: “Bisogna sempre pensare a quelle che saranno le condizioni reali di utilizzo e cercare di simularle in negozio e su queste fare il confronto. Tra le altre cose, nella visione domestica reale, può capitare che non si tenga lo sguardo fisso allo schermo: ci si distrae, si guarda il telefono, si manda un messaggino, ci si alza un attimo. E se ciò viene fatto con i TV 3D di prima generazione, si rischia di perdere la sincronizzazione tra TV e occhialino. Solo con la nuova tecnologia Cinema 3D, gli occhialini non sono elettrici, per cui oltre a un maggiore comfort è possibile fare tutte le cose che una persona comune fa mentre guarda un film”. DDAY.it: Un altro punto sollevato da Panasonic riguarda la visione in 2D, che sui TV Cinema 3D sarebbe qualitativamente inferiore… Marino: “Anche questa obiezione è assolutamente falsa. È vero piuttosto il contrario, la qualità è sempre massima. Quando il TV riproduce le immagini in 2D il filtro dei nostri schermi Cinema 3D è assolutamente trasparente e quindi non modifica in nessun modo l’immagine”. DDAY.it: Ma la luminosità non viene un po’ abbattuta dal filtro? Marino: “No, la luminosità è perfetta. Innanzitutto il filtro LG è di tecnologia avanzatissima, fatto da materiali di ultima generazione e di spessore paragonabile a una pellicola. Inoltre, durante trasmissioni in 2D, il filtro è totalmente trasparente, quindi non produce alcun effetto. Durante le trasmissioni in 3D, il software gestisce automaticamente la luminosità tenendo conto dell’utilizzo con gli occhiali, in modo da produrre comunque un risultato finale perfetto”. DDAY.it: Quindi il consumo energetico in una visione 2D viene aumentato con questa tecnologia? Marino: “Parlando di risparmio energetico, tutti i TV Cinema 3D - così come tutti i nostri televisori - hanno un’efficienza energetica ai massimi livelli del mercato. Essi sono dotati di un’apposita funzione di energy saving che può automaticamente impostare i parametri del TV in modo da raggiungere risparmi energetici fino al 70% rispetto ai settaggi standard mantenendo al top le prestazioni di immagine. Infine, LG dichiara apertamente i consumi dei propri TV e si può verificare che il TV Cinema 3D ha un consumo medio esattamente pari a un TV non 3D (a parità di altre caratteristiche). Piuttosto è vero che con i TV 3D tradizionali, per colpa del forte abbattimento di luminosità degli occhiali con otturatore attivo, la visione tridimensionale richiede un forte aumento della luminosità e quindi un incremento dei consumi in questa modalità”. DDAY.it: Panasonic sospetta anche che sui TV Cinema 3D possano essere montati pannelli di “serie B”, visto che questa tecnologia non richiede il raddoppio della velocità di scansione… Marino: “Come prima cosa voglio dire, per chi non lo sapesse, che LG è un’azienda leader a livello mondiale nella produzione di pannelli LCD e plasma; molte aziende produttrici nostre concorrenti sul mercato commerciale acquistano pannelli realizzati da LG, ci tengo che questo punto sia noto. Nel merito, i nostri TV Cinema 3D utilizzano soltanto i migliori pannelli esistenti sul mercato. Se noi pensiamo ai TV 3D tradizionali, con gli occhiali con l’otturatore, non solo l’occhio percepisce una sorta di sfar- fallio che determina stanchezza dopo pochi minuti, ma di fatto ha una percezione dimezzata della frequenza del pannello. Una cosa vera è che la tecnologia Cinema 3D consente l’utilizzo di un ampio range di pannelli e non vincola più alla scelta dei soli pannelli a frequenza elevata, ma questo non è un limite della nostra tecnologia ma la risoluzione di un problema di quella tradizionale”. DDAY.it: Pensate quindi anche voi di allestire agli eventi di presentazione e alle conferenze stampa delle dimostrazioni fianco a fianco tra i vostri TV Cinema 3D e quelli della concorrenza? Marino: “Non è nel nostro stile e non lo faremo. Anche perché siamo convinti che la differenza di qualità d’immagine e di comfort di visione dei nostri TV Cinema 3D sia tale da convincere i consumatori anche senza un confronto ‘side-by-side’”. DDAY.it: Si è parlato anche di una nuova generazione di TV 3D con occhiali polarizzati realizzata utilizzando non più i filtri statici su righe alternate ma un grande filtro attivo su tutta la dimensione dello schermo, eliminando così anche il limite della risoluzione… Marino: “Se ne parla, ma siamo ancora lontani dalla realizzazione di un prodotto commerciale con questa tecnologia. Anche perché abbiamo ottenuto tutte le certificazioni per considerare i nostri attuali TV Cinema 3D pienamente Full HD. Infatti le due immagini provenienti dall’occhio destro e dall’occhio sinistro vengono riunite dal cervello a ricomporre un’immagine pienamente Full HD (le argomentazioni tecniche portate da LG a supporto di questo punto di vista verranno esposte in un successivo articolo, ndr). Insomma, non a caso definiamo la tecnologia Cinema 3D la ‘seconda generazione del 3D’, che risolve i problemi dei TV 3D attuali e di occhialini elettronici. Nessuna batteria, nessuna necessità di ricarica, nessun effetto sfarfallio, nessuna stanchezza agli occhi; in più gli occhiali sono gratis. Siamo davvero di fronte a una qualità e un comfort di visione davvero impressionanti: provare per credere. Chi lo ha già fatto ce lo ha confermato senza alcun dubbio”. Il futuro del 3D? Forse è in una palla di vetro Se siete stanchi del solito 3D ballerino e volete liberarvi del pesante fardello degli occhialini potreste provare la Holoart Crystal Display Ball di G. De Gaetani Il curioso dispositivo, in vendita sul sito giapponese www.japantrendshop.com, riproduce una qualsiasi fonte video in un ologramma dentro una sfera. Le dimensioni dell’ologramma sono lillipuziane viste le modeste dimensioni della sfera (appena dieci centimetri di diametro), tuttavia, secondo il venditore, la “boccia”, posizionata strategicamente all’interno di un locale pubblico, dovrebbe garantire, grazie allo spettacolare effetto riprodotto, un richiamo per i clienti assicurando così affari sicuri. Nulla vieta, precisa il venditore, di poter utilizzare la magica sfera anche per vedere film, foto e videogame. Il curioso dispositivo è infatti dotato di un tradizionale ingresso video per il collegamento di qualsiasi sorgente. Purtroppo, a dispetto delle modeste dimensioni, il prezzo non è alla portata di tutti: quasi 5 mila dollari! n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it AUDIO VIDEO / Presentata in un evento ufficiale a Barcellona la gamma di TV del costruttore europeo, ecco tutte le novità p. Philips: un 20 tutto all’insegna di 3D e Smart TV Le serie 9000, 8000 e 7000 si rinnovano nel design e nelle funzionalità, arriva anche un TV in formato 21:9 un po’ più piccolo e con 3D polarizzato di R. Pezzali P hilips toglie i veli alla gamma 2011. L’azienda europea infatti, non esponendo al Ces di Las Vegas, organizza un’esposizione europea a Barcellona per mostrare i nuovi prodotti. DDay.it ovviamente è presente per raccogliere le prime impressioni e sensazioni d’uso. Prima di tutto però vediamo le caratteristiche e le novità principali della gamma di TV, le nuove serie 6000, 7000, 8000 e 9000. Smart TV, quattro funzioni Smart TV è un concetto che racchiude quattro diverse funzionalità: Simply Share, Net TV, Control e Program. Simply Share è legato alla connettività: i nuovi TV Philips sono DLNA per connettersi alla rete domestica con funzione Media Connect per riprodurre via Wi-Fi tutto ciò che viene visualizzato sul desktop di un computer, che sia un gioco o un programma. Net TV è la versione più evoluta della Internet TV dello scorso anno, ma con nuove applicazioni e nuovi widget. Con Control Philips fa riferimento alla possibilità di controllare TV e altri dispositivi tramite applicazioni per iOS e Android: saranno disponibili apps per i più comuni smartphone e tablet. Infine Program: Philips ha aggiunto alle sue TV la funzionalità PVR per poter registrare su chiavetta o Hard Disk esterno i vari programmi. Un nuovo 21:9 più “piccolo” Philips non abbandona il progetto di TV 21:9 dedicata al cinema, quest’anno saranno presenti due modelli, Philips Cinema 3D Platinum e il nuovo Philips Cinema 3D Gold (foto qui a fianco). Quest’ultimo ha un pannello da 50 “, ridimensionato rispetto al 58” dello scorso anno, e un prezzo di ingresso più basso. Il Cinema 3D Gold avrà filtro 3D frontale e utilizzerà quindi gli occhialini 3D polarizzati in linea con la filosofia Easy 3D di Philips. La risoluzione del 50PFL7956 sarà di 2560 x 1080 pixel con illuminazione Full LED e a proposito di Led non mancherà anche l’Ambilight Spectra 2. Il nuovo TV 21:9 eredita anche molte novità dalla nuova serie top di gamma: i diffusori non saranno più inseriti nella TV ma direttamente nella base e ci saranno sia la Smart TV sia il processore video evoluto Pixel Precise HD. Relativamente alla Smart Tv Philips sfrutta a pieno la larghezza dello schermo in formato Cinemascope con la modalità Multiview: quando si guardano trasmissioni in 4:3 a fianco dello schermo appaiono informazioni dalla rete come notizie, tweet e notifiche dall’account Facebook. Serie 9000 Full LED local dimming 3D più potente grazie a una doppia fila di LED. La serie 9000 sarà inoltre 3D Max con il trasmettitore inserito nella cornice e due occhiali in bundle con la televisione. La retroilluminazione è Full LED local dimming, ci sarà il circuito 400 Hz Clear LCD e un rinnovato Engine Perfect Pixel HD con alcune istruzioni dedicate al processing del 3D. Secondo Philips una delle novità più rilevanti è costituita dal Moth Eye Filter, un nuovo filtro a nanostruttura che elimina del tutto le riflessioni e garantisce un livello di contrasto praticamente infinito. La serie 9000 avrà tutte le funzioni Smart TV con connessione wireless integrata. Serie 8000 TV slim Edge di qualità 3D anche polarizzato Doppio 3D quest’anno per Philips: la serie 8000 e 9000 avranno il 3D Max, occhiali attivi Xpand e il massimo delle performance mentre la serie 7000 sarà Easy 3D, con occhiali di tipo polarizzato stile Cinema 3D di LG. Philips nel 2011 ha introdotto anche la conversione 2D – 3D e la modalità “Two Player FullScreen Gaming”. Grazie a questa funzione due persone potranno giocare in multiplayer e ognuno vedrà sullo schermo solo la sua sessione di gioco, ovviamente indossando gli occhialini. La serie 9000 resta il top di gamma delle TV Philips 2011, se escludiamo ovviamente i modelli 21:9. I TV della serie 9000 hanno spessore inferiore a 4 cm e nuovo Ambilight Specra XL, Design e funzionalità rinnovate anche per la serie 8000, che non è Full LED ma LED Edge. Anche la serie 8000 adotta la tec- nologia 3D Max, quindi occhiali attivi, oltre a tutte le funzionalità Smart TV con Wi-fi integrato. Rispetto alla serie 9000 manca il filtro Moth Eye, l’Ambilight è di tipo Spectra 2, e non Spectra XL, e il Clear LCD è a 200 Hz al posto dei 400 Hz del modello superiore. Serie 7000 con 3D polarizzato Se la serie 7000 dello scorso anno era Full LED, quest’anno la serie 7000 diventa LED Edge con Easy 3D. Bastano quindi economici occhiali polarizzati per vedere in 3D, e questo grazie al filtro posto direttamente di fronte al pannello. Per quanto riguarda le altre caratteristiche tecniche, la serie 7000 non è poi molto diversa dalla serie 8000: non ha il Wi-Fi integrato ma è Smart TV, e il circuito Clear LCD è a 100 Hz al posto dei 200 della serie 8000 e dei 400 della serie 9000. Oltre alle tre serie top 3D nella gamma TV Philips troviamo anche una serie 6000 Smart TV non 3D e le due serie 5000 e 4000, entry level senza smart TV e senza 3D. Design in collaborazione con JACOB JENSEN DESIGN IMMAGINI 3D STRAORDINARIE, DESIGN SENSAZIONALE. NUOVO TOSHIBA T V3D WL768. Scopri l’eccezionale qualità d’immagine della serie WL768 con Full HD 3D, 200 Hz e Resolution+, per vivere un’incredibile esperienza visiva. www.toshiba.it I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it AUDIO VIDEO / In un seminario tecnico sono state illustrate le tecnologie applicate ai nuovi TV, analizziamole insieme p. Tutti i segreti tecnologici dei TV LED Philips 20 Danny Tuck, responsabile qualità dei TV Philips, ci ha guidato alla scoperta delle novità tecniche della gamma TV di quest’anno: un nuovo filtro abbatte i riflessi, migliora la gestione della retroilluminazione, meno crosstalk, nuovi avanzati filtri e regolazioni per la qualità delle immagini di R. Pezzali L e novità dei TV Philips partono dalla base, che integra i diffusori e che non saranno più inseriti nel TV: il collegamento avviene mediante un invisibile cavetto. La base si potrà usare poi come piedistallo, ma anche come aggancio a muro: svitando il supporto e riavvitandolo al contrario è possibile appendere il TV a muro, eliminando così la necessità di dover acquistare un’apposita staffa. Del resto però si tratta di una scelta obbligata, gli altoparlanti sono infatti integrati nella staffa e separando i due pezzi si dovrebbe rinunciare all’audio. Dal punto di vista hardware la novità più grossa riguarda la serie 9000 ed è il nuovo Moth Eye Filter: questo filtro è realizzato utilizzando le nanotecnologie e abbatte in modo considerevole i riflessi, aumentando così anche il contrasto percepito. Se il Moth Eye Filter è una prerogativa della serie 9000, per gli altri TV è stato usato un nuovo filtro antiriflesso: le TV Philips del 2010 avevano un valore di riflettività 20 (in uno specchio è pari a 100), i nuovi modelli hanno abbassato l’indice di riflettenza a 8, al pari dei TV Sharp e LG, poco meno di Samsung e Sony. Per quanto riguarda la tecnologia di retroilluminazione, i TV Philips serie 9000 continuano ad utilizzare i LED Pro e Bright Pro. LED Pro è il local dimming, che quest’anno funzionerà anche con la modalità 3D attiva. Sarà presente solo sui modelli da 40”, 46” e 52” della serie 9000. Bright Pro invece è un sistema che garantisce il doppio della luminosità nelle scene più chiare: Philips usa in pratica LED più potenti e anche più costosi ed è questo il motivo per il quale ha scelto questa tecnologia solo sul 46” della serie 9000. Nonostante il pannello local dimming e la retroilluminazione LED lo spessore del TV è comunque sceso (dai 65 mm dei modelli 2010) a 39 mm. La retroilluminazione gioca un ruolo chiave anche nel 3D: i pannelli dello scorso anno della serie 8000 avevano illuminazione Edge Led sopra e sot- to, e così facendo si poteva gestire il 400 Hz solo utilizzando il back light blinking, ovvero facendo lampeggiare la retroilluminazione. Quest’anno i nuovi pannelli hanno i led ai lati e questo permette di effettuare uno scanning della retroilluminazione gestendo meglio il sync con gli occhiali e quindi il crosstalk. La serie 9000 invece utilizza un sistema ancora più avanzato: al posto di 8 linee di scansione ne vengono utilizzate ben 10 e questo permette di avere non solo meno crosstalk ma anche una luminosità di uscita più elevata. Secondo quanto affermato da Philips le TV Panasonic offrono al momento il miglior sistema 3D disponibile ma sono davvero buie in modalità 3D. Nel 2011 la resa delle TV Philips dovrebbe essere equivalente a quella dei TV Panasonic ma con maggior luminosità di picco. Philips ha introdotto quest’anno anche la conversione 2D – 3D, regolabile a piacere dall’utente mediante moltissimi parametri. Non solo, infatti, si può scegliere l’entità dell’effetto di conversione ma si può anche scegliere la profondità, ovvero quanto l’effetto deve “uscire” dallo schermo. Grande spazio è stato dato ai filtri digitali, da sempre fiore all’occhiello dei TV Philips. Si parte con un filtro dedicato ai contenuti compressi, sia da Youtube che da server DLNA e da chiavette. Chi guarda i film in DIVX potrà contare su un circuito di riduzione artefatti efficace che permetterà di godere della bassa definizione compressa anche su uno schermo molto grande, seppur con ovvi limiti. Tra i nuovi filtri inseriti nel processore Perfect Pixel HD anche il nuovo 3D Super Resolution, una sorta di maschera di contrasto da applicare con i contenuti 3D per rendere più nitidi i bordi degli elementi che si staccano dallo sfondo. Per la gioia degli “smanettoni” che desiderano regolare al meglio la qualità delle immagini, Philips ha anche introdotto le modalità di calibrazione ISF con una serie di controlli dedicati e un vasto numero di test pattern per la calibrazione della TV. Nella foto sopra l’effetto del Moth Eye Filter, il TV a destra dispone del filtro. La base ha una tripla funzione: integra il sistema audio (il collegamento al TV avviene mediante un invisibile cavetto), svolge la funzione di sostegno e si può utilizzare anche come staffa per fissare il TV alla parete. Le tecnologie di retroilluminazione LED utilizzate non pregiudicano lo spessore dei TV, il sistema local dimming Led Pro funziona anche con la modalità 3D attiva, Bright Pro è riservato al 46” della serie 000 e offre luminosità doppia. I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it AUDIO VIDEO / Ecco le classi energetiche della gamma TV 2011 del produttore olandese, 5 modelli sono A+ I TV Philips sono sempre più ecologici Il carattere verde dalle gamma TV 2011 è certificato da consumi tra i più ridotti della categoria e dall’impiego di materiali facilmente riciclabili; secondo Philips già l’anno scorso i suoi TV 40/42” battevano la concorrenza di M. Dalli Durante la presentazione della gamma 2011, Philips ha dato grande importanza anche al risparmio energetico, adottando fin da subito la nuova etichetta EcoLabel dell’Unione Europea. Secondo questa classificazione, i TV Philips sono tutti sopra il “C”, considerata comunque green, mentre ben 5 modelli sono classificati A+. Questa categoria viene assegnata a Philips sia per il basso consumo energetico del TV, che per l’utilizzo di materiali riciclati e facilmente riciclabili. Le serie coinvolte sono la Econova (la prima a potersi AUDIO VIDEO Il media player Android sfida Apple TV La prossima frontiera dei media player sembra essere decisa: avranno a bordo Android. Dopo l’annuncio del prossimo Xtreamer arriva anche Eminent di R. Pezzali fregiare della classe A+), la serie 5000 e la 6000. Piccola frecciatina anche ai concorrenti: secondo Philips, i suoi TV da 40/42 pollici dello scorso anno sono più ecologici di quelli di Samsung, Sony e LG, oltre a essere molto più “green” dei tradizionali LCD retroilluminati con lampade a fluorescenza e dei plasma. AUDIO VIDEO / Il formato SuperAudio CD è destinato a sparire perché non interessa agli utenti Philips “annuncia” la morte del SACD Il formato audio ad alta risoluzione, lanciato insieme a Sony 10 anni fa, non sarà più supportato dalla nuova gamma di Blu-ray e di lettori dell’azienda olandese. Spazio invece a 3D, alla piattaforma Smart TV e a YouTube di R. Pezzali S arà il SACD il prossimo formato a sparire nel nulla. Il “poco” famoso Super Audio CD, evoluzione del CD e acerrimo nemico dell’ancor meno duraturo DVD-Audio, è stato abbandonato anche da chi ha contribuito a crearlo. Philips ha infatti annunciato che il formato audio ad alta risoluzione non sarà più supportato da tutta la sua nuova gamma di lettori Blu-ray e dai suoi sistemi audio. E pensare che Philips, in quanto creatore con Sony del formato, non paga neppure le royalties: la sua quindi non è una scelta dettata dalla volontà di risparmiare, ma una stategia ben precisa; semplicemente il SACD non interessa più al pubblico da cui la decisione di non includerlo più tra i formati supportati. Al momento, quindi, chi desidera comprare un lettore SACD ha ben poche scelte: o rivolge le sue attenzioni ai vari brand hi-end che producono ancora questo tipo di lettori, oppure restano disponibili solo i lettori Sony compatibili con il formato SACD e il top di gamma p.0 Philips, l’ottimo BDP9600, che resterà a catalogo fino al prossimo IFA. I due nuovi lettori proposti dalla casa olandese, il BDP3200 e il BDP5200, si muovono invece in direzione diametralmente opposta rispetto al SACD. Il BDP3200 infatti sarà Wi-fi Ready, leggerà ogni tipo di formato e sarà il primo lettore con YouTube Leanback, l’interfaccia di YouTube ottimizzata per l’uso con il telecomando. Il BDP5200 invece sarà dotato della piattaforma Smart TV, sarà 3D e con Wi-Fi integrato. Il SACD sembra quindi avviarsi a grandi passi verso il viale del tramonto, per fare posto a nuove funzionalità, perché questo alla fine è quello che ora chiede la gente. Tra qualche mese arriveranno sul mercato i media player di nuova generazione, e la grossa novità sarà la presenza a bordo di Android. Sia Xtreamer sia Eminent, infatti, hanno annunciato l’uscita di piccoli set top box dalle caratteristiche tecniche capaci di far letteralmente impallidire la Apple TV. Il nuovo EM7297 di prossima uscita sarà un media player capace di riprodurre ogni formato video esistente tramite rete oppure tramite porta USB (3.0) e grazie ad Android come OS potrà anche scaricare e lanciare le applicazioni dell’Android Market. Oltre a questo il player supporterà anche Flash Player 10 e le librerie OpenGL per grafica 3D di qualità. Il nuovo player Eminent avrà a bordo anche un browser completo, anche se al momento non è dato sapere quale. Altri elementi “ignoti” riguardano il prezzo e soprattutto le applicazioni che possono essere lanciate: non è chiaro se si potranno emulare tutte le applicazioni del market Android a pieno schermo oppure se saranno applicazioni specifiche per questo sistema. Sempre che dietro questo “Android” non si nasconda in realtà la nuova Google TV per processori Arm, basata su Android e da tempo ormai oggetto di frequenti e numerosi rumors. I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it AUDIO VIDEO LG decisa ad investire sulla tecnologia OLED AUDIO VIDEO / Un’applicazione per iPhone permetterà di controllare i TV Viera 2011 p. Navigare sui TV Panasonic sarà semplice Gestire le funzioni dell’interfaccia Viera Connect sarà ancora più immediato, la tastiera virtuale consentirà ad esempio di introdurre il testo molto più facilmente. L’app sarà gratuita ma funzionerà solo con i nuovi TV di G. Giardina D Nel corso dell’assemblea annuale LG ha mostrato agli azionisti i piani per lo sviluppo: a fine anno arrivano gli LCD a OLED e dal 2013 le TV OLED vere e proprie di R. Pezzali Non sono più voci ma conferme che arrivano direttamente dall’assemblea degli azionisti dell’azienda coreana: le TV OLED arriveranno nel 2013 e con costi neppure troppo alti. Prima però ci sarà una fase di transizione dove l’OLED prenderà il posto del LED come sistema di retroilluminazione dei TV. LG, al momento infatti, ha un sistema di retroilluminazione molto costoso: il Nano Full LED con i suoi 2000 Led su un substrato riflettente decisamente particolare ha costi di produzione ben più alti dei LED Edge della concorrenza, e passare a un foglio OLED bianco con filtro colore frontale, realizzando quindi un sistema simile a quello degli LCD a LED attuali è indubbiamente molto più conveniente. LG ha già mostrato questa tecnologia in passato e sembra che anche Apple abbia fornito a LG investimenti per sviluppare l’illuminazione a OLED bianco; lo scopo è abbastanza ovvio: utilizzare questa tecnica, una volta a punto, per notebook e tablet. I primi TV LCD a OLED dovrebbero vedere la luce nel 2012 e qualche campione potrebbe addirittura essere esposto al prossimo IFA di Berlino. Staremo a vedere, le premesse sono senza dubbio molto interessanti. urante la visita al quartier generale di Panasonic a Osaka, abbiamo avuto modo di dare una prima occhiata all’applicazione per iPhone e iPad che la casa giapponese sta mettendo a punto per il controllo a distanza dei propri TV Viera. Si tratta di un’applicazione ottimizzata per iPhone (funziona anche su iPad ma in modalità riscalata) compatibile solo con i TV Viera Connect, ovverosia quelli della gamma 2011 in arrivo; non è prevista un’applicazione compatibile con i TV 2010 e precedenti. L’applicazione permette di gestire il TV (proprio come fa il telecomando), ma soprattutto di interagire in maniera molto più veloce ed evoluta con l’interfaccia di Smart TV Viera Connect: praticamente la video Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video che mostra il funzionamento dell’app realizzata da Panasonic per i propri TV. Clicca qui per andare direttamente al video. superficie dell’iPhone o dell’iPad si comporta come un grande pad grazie al quale è possibile selezionare le funzioni offerte dall’interfaccia grafica. Un’altra area di grande comodità riguarda la necessità, in alcuni contesti (per esempio per fare una ricerca su YouTube) di inserire del testo: tramite l’applicazione per iPhone l’operazione può essere compiuta utilizzando la tastiera sullo schermo e non la scomoda modalità di inserimento dal tastierino numerico. L’applicazione Viera Connect permette di controllare tutti i TV compatibili presenti sulla propria rete locale e sarà resa disponibile gratuitamente sull’app store di iTunes entro due mesi. AUDIO VIDEO / DTS annuncia i primi prodotti compatibili con il nuovo DTS Neo:X, gli ampli Onkyo DTS Neo:X, 2 diffusori per una follia 3D L’algoritmo elabora l’audio a 11.1 canali per meglio accompagnare il video 3D, siete già pronti a fargli spazio? di R. Pezzali I l DTS Neo:X è la risposta al Dolby Pro Logic IIz, un algoritmo audio che rende le colonne sonore Home Cinema più adeguate ai sistemi video 3D. Il nuovo sistema è stato presentato da DTS al CES di Las Vegas e ora sono stati annunciati i primi prodotti che adotteranno il nuovo sistema, si tratta di sintoamplificatori Onkyo. Il DTS Neo:X in pratica è un DSP che trasforma le colonne sonore in 5.1 e 7.1 in audio ai 11.1 canali, aggiungendo anche la componente verticale grazie a quattro diffusori in più nella zona frontale, due posti tra i side e i frontali e due posti sopra i frontali stessi. Una configurazione da cinema, probabilmente non troppo adatta a un ambiente casalingo. In un periodo dove l’Home Theater vede un calo di interesse sempre maggiore, che senso ha complicare ancora le cose? Il boom dei sistemi 2.1 dovrebbe far riflettere sul fatto che la gente necessita di semplicità e immediatezza, e anche se la vo- lontà di avere un audio migliore c’è, sistemi come questo non fanno altro che scoraggiare l’acquirente interessato a farsi un sistema audio decente in casa. E se al posto dell’11.1 DTS realizzasse un algoritmo pensato per portare audio di qualità in tutte le case? Forse sarebbe più utile. I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it AUDIO VIDEO / Presentati tre modelli di cuffie di livello medio con prestazioni interessanti Denon gioca il suo nuovo tris di cuffie Due sono mid-size, una ha dimensioni classiche: sono l’ideale per chi cerca qualità e praticità anche a passeggio p.2 AUDIO VIDEO Logitech rilancia il cinema in casa di A. Spaziani L e tre cuffie, che vanno a inserirsi in un ampio catalogo del produttore giapponese, sono due mid-size, AH-D310 e AH-D510 e una full-size, AH-D1100. Si posizionano su un livello medio basso del listino Denon, venendo incontro sia a esigenze economiche che prestazionali. La più piccola, il modello AH-D310 è dotata di driver da 42mm in neodimio con risposta in frequenza da 10Hz a 22kHz per un’impedenza di 32 ohm. È semplice da pilotare, è dotata dell’esclusiva tecnologia Acustic Optimizer di Denon, il suo prezzo di listino è 59 euro; grazie al peso contenuto (153 g) e all’archetto costruito con materiali ibridi, è in grado di garantire un eccellente comfort. La AH-D510, modello dimensionalmente uguale alla AH-D310, è dotata di una risposta in frequenza più estesa (8Hz-24 kHz) e di un archetto molto sofisticato in alluminio e resina, che migliora ancora il comfort mantenendo la stessa grammatura del modello precedente. In dotazione, come per gli altri due modelli, ha il cavo di prolunga da 3,5 m e l’adat- tatore da 3,5mm a 6,3mm; il prezzo sale a 98 euro. La AH-D1100 è una cuffia di dimensioni classiche, ha driver da 50 mm e una risposta in frequenza molto estesa, da 4 Hz a 37 kHz. L’ archetto è in alluminio e resina, i padiglioni acustici sono orientati in asse con l’orecchio, offre una costruzione solida e un buon comfort: pesa solo poco di più degli altri modelli più piccoli (189 g contro i 153 g). Il prezzo della AH-D1100 è di 169 euro, alla dotazione standard si aggiunge una comoda borsa da trasporto. Logitech rinnova il proprio sistema audio surround 5.1 di punta Z-5500, sempre con l’obiettivo di godere, anche a casa, di un’esperienza sonora cinematografica di G. De Gaetani AH-D30 - Driver da 42 mm in neodimio, peso 3 grammi, risposta in frequenza 0 - 22.000 Hz AH-D0 - Archetto in alluminio e resina, peso 3 grammi, risposta in frequenza 8 - 24.000 Hz AH-D00 - Driver da 0 mm, peso 8 grammi, risposta in frequenza 4 - 3.000 Hz AUDIO VIDEO / Philips lancia un sistema stereo con AirPlay Philips Fidelio AirPlay: che prezzo! Si chiama Fidelio SoundSphere: ha un design elegante, dock per iPod e iPhone e offre il Wi-Fi integrato, al modico prezzo di “soli” 799 euro Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Cristina Dainese, Claudio Stellari Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 6 - 20 Milano P.I. 6004 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] di P. Centofanti P hilips ha annunciato diverse novità audio, tra cui il sistema Fidelio SoundSphere che integra in un unico prodotto una dock per iPod e due diffusori SoundSphere dall’originale ed elegante design. La caratteristica più interessante è però la connettività Wi-Fi con supporto della tecnologia AirPlay di Apple, che permette lo streaming senza complicazione da iTunes e dispositivi iOS (iPhone, iPad e iPod Touch) verso i diffusori. Philips non ha annunciato specifiche dettagliate del sistema ma abbiamo prezzo e disponibilità: Fidelio SoundSphere sarà sul mercato a partire da maggio ma non sarà economicissimo, il prezzo di listino è di 799 euro. Logitech annuncia il sistema completo 5.1 canali Surround Sound Speakers Z-906. Le differenze rispetto alla precedente serie sono una diversa distribuzione della potenza tra i diffusori e il design migliorato della console di comando. Il sistema è certificato THX e dotato di decodifica Dolby Digital 5.1 e DTS, può essere configurato per collegare contemporaneamente fino a sei sorgenti audio, tra queste TV, lettori Bluray/DVD, console, riproduttori multimediali. La potenza RMS di 500W viene ripartita sui 5 satelliti da 67W e sul subwoofer da 165W. I quattro satelliti e il diffusore centrale si possono montare a parete, mentre la console di controllo, accessoriata di telecomando infrarossi, può essere adesso impilata, facilitandone così la collocazione insieme agli altri dispositivi che compongono il proprio impianto audio/ video. Grazie all’ampio display si possono configurare e regolare le sorgenti modificandone il volume e le altre impostazioni. Logitech garantisce un’esperienza sonora avvolgente, in grado di non far rimpiangere la sala cinematografica; la potenza e qualità del sistema daranno la massima soddisfazione di ascolto anche con videogiochi e musica. Il sistema è in vendita al prezzo di 349 euro. I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete I veri Momenti KODAK arrivano quando condividete n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it ENTERTAINMENT / L’industria cinematografica commetterà gli stessi errori di quella discografica? Hollywood teme più lo streaming del P2P I dirigenti degli studi hollywoodiani vedono nel successo di Netflix una minaccia per i loro business tradizionali di P. Centofanti I nuovi scenari tecnologici aperti da Internet e i nuovi dispositivi che hanno radicalmente trasformato il modo di distribuire e consumare i contenuti digitali non interessano solo la musica, anzi. Fino a oggi, però, Hollywood sembra aver retto bene il colpo, merito delle differenti fonti di ricavi a cui si prestano i film: cinema, Pay TV, video on demand, televisione tradizionale, DVD, Blu-ray Disc e ora Internet. Ciò non vuol dire però che i grandi studi cinematografici siano al riparo dal commettere gli stessi errori delle etichette discografiche. E stando a un report di Cnet, che ha parlato con diversi dirigenti di Hollywood, il rischio è dietro l’angolo. Hollywood ha, infatti, paura di Netflix, il servizio di video noleggio e ora streaming, che sta conoscendo una vera e propria esplosione negli Stati Uniti. Netflix permette di accedere in streaming e su un gran numero di dispositivi (tablet, smartphone, DVD, televisori, console) a un vasto catalogo di film e serie TV, a fronte di un canone mensile di una decina di dollari. Una formula che agli americani piace, forse troppo per Hollywood, che vede in questo nuovo modello una minaccia nei confronti dei suoi ben più numerosi “canali” tradizionali: TV via cavo e Home Video. Soprattutto quest’ultimo mercato ha subito una sensibile contrazione nonostante l’arrivo del Blu-ray Disc; ma un po’ come per l’industria discografica, anche per Hollywood vendere dischi di plastica è un business importante. Allo stesso tempo lo streaming minaccia le TV via cavo, con un’offerta sul web sempre più competitiva sul fronte della qualità dei contenuti e dell’interattività. Per fronteggiare il successo di Netflix e proteggere i mercati più conservativi, Hollywood pensa allora di agire riducendo i contenuti “di grido” su questo tipo di servizi: nella visione dei dirigenti cinematografici lo streaming può essere un servizio interessante per accedere a titoli di catalogo e di meno richiamo come fonte secondaria di introiti. Ed è qui che potrebbero commettere un errore fatale. Il successo di Netflix è facile da spiegare ed è legato a doppio filo con la popolarità del P2P. Al di là del costo zero, il file sharing ha fatto conoscere alla massa un nuovo modo di guardare i propri contenuti preferiti: i file scaricati da Internet si possono riprodurre su un gran numero di dispositivi diversi, quando e dove vogliamo. Ma trovare quello che si cerca su Internet non è neppure così immediato. C’è il rischio di scaricare virus o attendere ore per ritrovarsi sull’Hard Disk file dal contenuto quanto meno imbarazzante. Servizi come Netflix offrono un’alternativa per certi versi anche più versatile, ma con un’esperienza di utilizzo assai più semplice e al sicuro da brutte sorprese, con un costo non così folle (soprattutto se si considera che c’è chi paga per accedere a servizi di hosting per scaricare contenuti pirata). Ma tutto ciò vale naturalmente nella misura in cui l’utente può trovare nell’offerta legale quello che cerca. E se così non dovesse essere, è comunque facile ritornare al P2P che è sempre lì. Lo sappiamo bene qui in Italia dove servizi come Netflix ancora sono lontani dal diventare una realtà. E così il rischio per Hollywood è quello di tarpare sul nascere le ali alla migliore arma anti P2P che si trovano tra le mani. Perché, come la storia recente dell’industria discografica insegna, non c’è più modo di tornare indietro. Il mondo dell’intrattenimento è cambiato sotto la spinta di un’evoluzione tecnologica che ha ridefinito abitudini e consumi. Cercare di proteggere mercati “vecchi” senza la volontà di accettare con coraggio la sfida del cambiamento è una strada che ha portato sul baratro il mondo del disco. Ma Hollywood è ancora in tempo per non commettere lo stesso errore. ENTERTAINMENT /Secondo Jon Bon Jovi il sistema Apple sarebbe alla base della morte della vera musica Steve Jobs ha davvero ucciso la musica? L’artista americano lo ritiene responsabile della morte della musica che fa battere il cuore, ma è davvero così? di R. Pezzali Ogni tanto c’è qualcuno che si scaglia contro la musica digitale, questa volta è il turno di Jon Bon Jovi. L’artista americano non punta il dito sul sistema e sulla pirateria e non parla di distruzione economica del business musicale, ma si sofferma sull’aspetto passionale della musica. Il download, store come iTunes e l’ascolto in cuffia mentre si passeggia hanno, secondo Bon Jovi, ucciso la vera essenza della musica. E il colpevole è solo uno, sempre lui, Steve Jobs. Sempre secondo Bon Jovi, l’arrivo della musica digitale ha contribuito alla chiusura di molti negozi, cancellando quindi il piacere di comprare dischi nei negozi stessi, magari scoprendo artisti nuovi incuriositi dalle copertine. Oppure la magia di ascoltare per la prima volta un brano comprato, uccisa dalle preview di 30 secondi che non permettono una visione di insieme sul brano. p.3 ENTERTAINMENT I film Warner sbarcano su Facebook Nonostante le major abbiano paura dello streaming (legale), Warner si dimostra insolitamente aperta da questo punto di vista e, dopo aver lanciato il noleggio dei film tramite App Store di Apple, arriva ora la possibilità di noleggiare i titoli anche da Facebook. Al momento è disponibile un solo film (Batman - Il cavaliere oscuro) ed esclusivamente per il mercato americano, ma nei prossimi mesi il catalogo dovrebbe espandersi con altri titoli. Il costo del noleggio è di 30 crediti Facebook, 3 dollari, per la versione SD (l’alta definizione non sembra al momento contemplata). La durata del noleggio è di 48 ore. Per il momento noi europei stiamo a guardare, ma è interessante notare che qualcosa si muove. ENTERTAINMENT Lucas cede al lato oscuro Star Wars in 3D Periodo d’oro per Star Wars (e per le tasche della Lucasfilm). Dopo l’annuncio di Star Wars in Blu-ray, Lucasfilm e George Lucas hanno annunciato la data di uscita nei cinema di Star Wars in 3D. Il 10 febbraio 2012 tutti i fan della saga più famosa al mondo potranno rivivere i primi anni di vita di Anakin Skywalker in tre dimensioni. L’annuncio della conversione in 3D era già stato dato a settembre, ma mancava la data ufficiale. Chi ha potuto vedere qualche scena parla di resa 3D impressionante, ma conoscendo Lucas è probabile che la versione casalinga non la vedremo prima di un paio d’anni. Forse troppi. Trasformate ogni momento in un ricordo premendo un solo pulsante BASTA PREMERE M530 M531 M550 M575 M580 M590 n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it ENTERTAINMENT / In prova gli ultimi giochi per PS3 in 3D: Killzone 3 e MotorStorm Apocalypse Anche il miglior 3D sulle console delude Buona profondità ma qualità bassa e purtroppo non ci sono soluzioni: la potenza delle attuali console non basta In questo modo il gaming 3D non decolla e non può nemmeno funzionare come lancio per il passaggio al 3D di R. Pezzali I l gaming 3D sarà un’esclusiva del PC, con grande gioia di nVidia che ci ha puntato tanto fin dall’inizio. Come avevamo già segnalato più volte infatti, le console di attuale generazione non sono fatte per il 3D: anche se Xbox 360 e PS3 non hanno ancora raggiunto la fine del loro ciclo di vita, si tratta comunque di prodotti lanciati da qualche anno, con una potenza grafica decisamente limitata che rende impossibile anche il gioco in Full HD con un frame rate elevato. E per ottenere un buon 3D la potenza deve necessariamente raddoppiare, perché i fotogrammi da renderizzare sono due nel caso di immagine stereoscopica. Questo non è un discorso nuovo, ritorniamo ora sull’argomento perché iniziano a uscire giochi che avrebbero dovuto rappresentare lo stato dell’arte del gaming 3D. MotorStorm Apocalypse e Killzone 3 sono due di questi giochi, prodotti concepiti e pensati anche in ottica 3D quindi non semplici conversioni e adattamenti. Abbiamo provato questi due giochi sul nuovo TV 3D LED Panasonic, per vedere se dopo un primo periodo di assestamento e di test il gaming in 3D su console ha raggiunto un livello di qualità accettabile ma i risultati, ve lo anticipiamo, purtroppo non sono stati confortanti. Killzone 3 risoluzione bassissima Killzone 3 è un bellissimo gioco con un’ottima grafica, ma se scegliamo la modalità 3D si guadagna solo un p. ENTERTAINMENT PlayStation,Xbox e Wii specie in via di estinzione Secondo il creatore di God Of War la prossima generazione di console sarà l’ultima: dispositivi, distribuzione ed esperienza di gioco saranno rivoluzionati di G. De Gaetani po’ di profondità, ottenendo come contropartita una riduzione della risoluzione, pari a 640 x 720 per occhio, quindi decisamente bassa rispetto a quella originale. La perdita di risoluzione si ripercuote non solo sull’aspetto visivo ma anche sul gameplay, perché in certe situazioni è davvero difficile identificare i nemici se questi sono lontani. La modalità 3D di Killzone si attiva nel menù opzioni, e assieme a questa si può anche scegliere il livello dell’effetto 3D con un massimo del 100%. Dopo diversi tentativi abbiamo visto che a 100 forse l’effetto è troppo spinto, quasi fastidioso e genera anche troppo crosstalk, soprattutto nelle fasi iniziali del gioco dove il protagonista indossa l’elmo da Helghast e l’HUD provoca troppi fastidi. La soluzione intermedia è la migliore, 50 / 55, tuttavia la qualità delle immagini continua a essere abbastanza carente in molte situazioni. A questo si aggiunge anche il fastidio causato dal 3D stesso, che in un gioco così frenetico porta a fare una pausa dopo circa un’ora. MotorStorm Apocalypse il migliore Il secondo gioco che abbiamo provato, di prossima uscita, è MotorStorm Apocalypse. Qui la sezione 3D è curata meglio e la resa è sicuramente migliore di quella di Killzone. MotorStorm, come resa grafica, è forse il miglior gioco in 3D attualmente disponibile per una console, e dobbiamo dire che l’aumento di profondità dovuto alla stereoscopia aiuta anche ad anticipare qualche curva e a guidare meglio. MotorStorm si presta anche meglio di Killzone al 3D: è un gioco di guida, ha colori più accesi e brillanti e la sensazione è quella di un miglior impegno da parte degli sviluppatori, come si può vedere dalle scene tra una gara e l’altra, dai menu e dall’interfaccia in 3D di grande effetto. La qualità delle texture è più alta di quella di Killzone, e anche il crosstalk è ridotto, tuttavia sembra che manchi ancora qualcosa. Il gaming su console non funziona come lancio per il 3D Nonostante gli impegni degli sviluppatori e di Sony, sembra che il gaming 3D su console sia proprio una forzatura e se la qualità resta questa è davvero difficile usare il gaming come cavallo di troia per il 3D, non funziona. Sony ha rilasciato anche il trailer del gioco da riprodurre sui nostri TV 3D: basta cliccare su questo link per scaricarlo in formato MP4. Ma vi avvertiamo: anche se il trailer è spettacolare e a 720p scordatevi questa qualità nel gioco reale. Siamo davvero distanti. Secondo David Jaffe, fondatore della software house Eat Sleep Play e creatore del noto gioco God Of War, la prossima generazione di console potrebbe essere l’ultima. Secondo Jaffe, è probabile che le prossime PS4, Xbox 720 e Wii2 - di cui ancora non si conoscono i nomi ufficiali, caratteristiche e tempi di distribuzione - concluderanno un ciclo di approccio ai videogiochi che, nonostante internet, è rimasto sostanzialmente immutato negli anni. Secondo il creatore di God Of War, tra pochi anni la distribuzione del gioco “scatolato” scomparirà per essere sostituita da una più efficiente e meno onerosa distribuzione digitale: servizi come Steam troveranno sempre più spazio e non è da escludere che le stesse Microsoft e Sony possano lanciare piattaforme di cloud gaming simili a quelle fornite da OnLive. Anche i prezzi dei videogame dovranno subire una riduzione, è impensabile, spiega Jaffe, spendere oltre 60 euro per un videogame la cui durata è spesso di poche ore. Il costo d’acquisto dovrebbe ridursi a qualche decina di euro, favorendo i contenuti aggiuntivi così da lasciare libero il consumatore di modulare la spesa in funzione dei contenuti a cui è realmente interessato. D’altra parte l’esperienza dei videogame per smartphone, conclude Jaffe, dovrebbe servire da insegnamento a Microsoft e Sony poiché è la dimostrazione che è possibile produrre giochi di qualità a bassi prezzi, ma con ottimi profitti per le software house. n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it ENTERTAINMENT / Funziona sia con gli occhiali attivi 3D Max sia con quelli polarizzati 3D Easy 3D Dual Gaming: ecco come funziona La nuova modalità dei TV Philips permette di giocare in multiplayer vedendo ognuno solo la propria schermata di R. Pezzali L a maggior parte dei giochi per Xbox o PlayStation3, soprattutto quelli di auto, permettono di giocare in multiplayer con la modalità split screen, ovvero metà schermo per un giocatore e metà per un altro. Una situazione questa che rende la sfida un po’ “impari”: si può sempre sbirciare quello che sta facendo l’avversario e reagire di conseguenza. Sui nuovi modelli di TV Philips viene introdotta una modalità gaming avanzata, grazie alla quale ogni giocatore, con indosso un paio di occhiali 3D può vedere solo ed esclusivamente la parte di gioco che gli compete. Il principio di funzionamento è tutto sommato abbastanza semplice: basta scegliere se lo schermo è stato diviso in due verticalmente oppure orizzontalmente e forzare sul TV la modalità 3D top bottom o side by side. Il resto lo fanno gli occhiali, che faranno vedere solo una delle due immagini. Questa modalità di visione funziona sia con il 3D Max, quindi con gli occhiali di tipo attivo, sia con il 3D Easy, cioè con gli occhiali di tipo polarizzato. Nel primo caso gli occhiali dispongono di un piccolo interruttore che permette di scegliere tra 3D normale, giocatore A o giocatore B; con il 3D Easy in dotazione assieme al TV ci sono occhialini speciali per il giocatore A e per il giocatore B, occhiali che hanno le due lenti polarizzate nello stesso modo e permettono quindi di vedere solo una parte dell’immagine. Abbiamo potuto provarlo con gli occhialini di tipo polarizzato e la resa è davvero buona: l’assenza di crosstalk è totale e anche concentrandosi non si scorge in alcun modo l’ombra della schermata relativa all’altro giocatore. Abbiamo anche catturato qualche fotografia attraverso gli occhiali, per dare un’idea più precisa di quello che succede. L’unico svantaggio presente, ovviamente, è la deformazione dell’immagine: quando la Xbox o la PlayStation3 realizzano lo split screen generano due scene una sopra l’altra o una accanto all’altra, ma proporzionate e, quando espandiamo queste scene a pieno schermo, inevitabilmente si introduce una deformazione dell’immagine. Visione in modalità split screen Visione senza occhiali Visione con occhiali, giocatore A Visione con occhiali, giocatore B ENTERTAINMENT / Ecco come saranno i giochi del futuro, semplicemente reali, vedere per credere! Con Unreal Engine 3 grafica da paura Epic Games mostra a San Francisco una demo mozzafiato del motore grafico Unreal Engine 3 con DirectX 11 di E. Villa U nreal Engine 3 è un framework di sviluppo multipiattaforma ideale per la realizzazione di giochi dall’altissimo impatto grafico per PC, Xbox 360, PlayStation 3 e iOS. Per mostrare al mondo la potenza della nuova tecnologia applicata alle DirectX 11, Epic Games ha approfittato della Game Developers Conference di San Francisco per mostrare una demo “real-time” intitolata Samaritan, per vedere il filmato basta fare click sull’immagine qui accanto. Samaritan non è la preview di un gioco vero e proprio: nonostante le possibilità di vederlo un giorno sugli scaffali dei negozi siano minime, la demo è più che sufficiente per sfruttare al massimo il nuovo motore grafico; basta vedere la qualità delle immagini che si riflettono su superfici di diverso tipo e lucentezza, l’anti-alias, i riflessi della luce e gli altissimi contrasti per rendersi con- to della distanza che intercorre tra l’attuale generazione di videogame e la prossima. Appuntamento ad un futuro molto, molto vicino. p.6 ENTERTAINMENT Sony ottiene gli IP di chi legge Geohot Alla fine Sony l’ha incredibilmente spuntata e ha ottenuto dal giudice un’ingiunzione per ottenere gli indirizzi IP di tutti i naviganti che dal 2009 hanno visitato il blog di Geohot, il celebre hacker che per primo ha violato la console di Sony. Non solo, Sony ha diritto a ricevere qualsiasi informazione relativa al blog di Geohot, compresi form compilati e file scaricati. L’obiettivo per la compagnia è in particolare avere i dati su quanti hanno scaricato il file Jailbreak.zip, il primo vero hack per la console PlayStation 3, per dimostrare come Geohot abbia di fatto distribuito al grande pubblico le informazioni “sensibili” necessarie a violare la sicurezza della piattaforma. Il giudice ha autorizzato anche la richiesta di ricevere da Google i dati relativi a chi ha visualizzato il video su YouTube “Jailbroken PS3 3.55 with Homebrew” sempre postato da Geohot. Quali siano le basi per una richiesta del genere non è dato saperlo, né a cosa servano realmente a Sony queste informazioni, se non a generare l’allarmismo nella community. MOBILE USA: Internet supera la carta ma non la TV Qual è il mezzo preferito dalle persone per informarsi? Per gli americani, in testa c’è sempre la televisione, ma nel 2010 Internet ha scavalcato per la prima volta la carta stampata. Secondo la ricerca del Pew Research Center, inoltre, la distanza tra TV e Internet sarebbe addirittura in diminuzione. Interessante anche vedere che chi ha proposto siti di notizie a pagamento ha abbandonato presto l’idea, dato che solo l’uno per cento degli utenti pagava. E voi? Preferite ancora la carta stampata oppure ormai Internet è in pole position? n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it MOBILE Toshiba conferma il tablet per maggio MOBILE / Salone dell’Auto di Ginevra: Volkswagen e Tata portano Internet all’interno dell’auto p. Un iPad per comandare le auto del futuro? Basta spoiler, kit racing e cerchi in lega: per far fare il salto di qualità alla vostra auto è sufficiente installare un iPad di M. Monti Il General Manager di Toshiba Australia conferma l’uscita del tablet con Honeycomb a maggio. Verrà commercializzato dai rivenditori di PC e portatili Stando all’ultimo Salone dell’Auto di Ginevra, l’iPad è stato adottato da alcuni costruttori, come Tata e Volkswagen, per snellire e rendere nel contempo decisamente fashion la plancia di comando di alcune loro proposte, come la citycar Pixel o il microbus elettrico Bulli (concept del leggendario T1). Portare Internet all’interno dell’auto è di A. Spaziani “Siamo certi di poter eguagliare il prezzo di Apple per il nuovo iPad 2 con un prodotto che è più ricco di funzionalità. Stiamo mostrando ai rivenditori l’apparecchio con il nuovo Honeycomb di Google e, quando a maggio inizieremo la distribuzione, avremo una versione completa di Honeycomb funzionante“: a rivelarlo è Rob Wilkinson, General Manager di Toshiba Australia Information Systems Division, confermando le anticipazioni dello scorso mese. “Crediamo che il nostro apparecchio sia superiore a quello di Apple, sarà leggermente più pesante (773g) ma avrà molte funzionalità che l’iPad 2 non avrà”, riferendosi alla porta USB classica, mini-USB per la sincronizzazione e lo slot per SD card che permette di espandere la memoria interna da 32 GB. Altro vantaggio è l’utilizzo di una batteria rimovibile che, oltre a consentire un’autonomia dichiarata di 10 ore, può essere sostituita mentre si è in viaggio. “Abbiamo un compito da svolgere: convincere gli utenti a scegliere il sistema operativo Android Honeycomb. È nostra opinione che il canale di distribuzione per questo apparecchio debba essere il tradizionale rivenditore di PC e portatili. Hanno le conoscenze e l’esperienza per venderlo in Australia”. La scelta del canale PC consente di diversificarsi anche da Samsung, che pensa ai carrier per veicolare il suo tablet. La sfida all’iPad si fa sempre più interessante e affollata! il prossimo grosso business in atto nel settore automobilistico, e un apparecchio come l’iPad sembra la scelta ottimale per replicare, una volta al volante, sia le funzioni di entertainment che di assistenza alla guida che si è soliti utilizzare durante il resto della giornata: video, musica, streaming web, ma anche navigazione GPS, ricerche in tempo reale, bollettini sul traffico e tanto altro ancora. Usare un tablet, secondo i costruttori, non solo consoliderebbe e amplificherebbe l’uso di un apparecchio che si sta sempre più affermando come strumento tecnologico “forte”, da affiancare a smartphone e notebook, ma permetterebbe di risparmiare peso e materiali MOBILE MOBILE La nostra recente visita in Giappone presso gli stabilimenti Panasonic è stata l’occasione anche per approfondire lo stato del Viera Tablet, dispositivo mobile annunciato durante lo scorso CES di Las Vegas e poi finito sotto silenzio per due mesi. Il tablet Android, in teoria progettato per interfacciarsi ai servizi Viera Connect presenti sulle TV Viera di Panasonic sarebbe, secondo i responsabili giapponesi, passato dalla divisione consumer a quella professionale. Il nome Viera non dovrebbe infatti trarre in inganno: non sarebbe un riferimento esplicito alla gamma di TV, ma un marchio molto conosciuto in Giappone (c’è anche un telefono con questo nome) che Panasonic vorrebbe sfruttare per lanciare appunto il tablet. Il problema, però, è che in Panasonic non hanno idea di quando questo tablet potrà effettivamente vedere la luce, se mai la vedrà. Non ci resta quindi che aspettare ulteriori sviluppi: è inutile illudersi però, difficilmente lo vedremo a breve. PlayBook, il tablet di RIM atteso per quest’anno, avrebbe potuto essere già sul mercato. La società canadese ha deciso all’ultimo momento di cambiare il chipset della Marvell, un Dual Core da 1 GHz, per un Texas Instruments OMAP4430. RIM avrebbe lavorato per quasi sei mesi con Marvell prima di prendere la decisione di passare a Texas a causa di diversi problemi nello sviluppo della piattaforma. Se RIM avesse collaborato fin dall’inizio con Texas Instruments, probabilmente sarebbe riuscita a battere sul tempo Motorola con il suo Xoom. Altri rumor parlano anche di una batteria che penalizza l’utilizzo del PlayBook, offrendo un’autonomia molto ridotta, motivo principale per cui il tablet di RIM si starebbe attardando ad uscire sul mercato. Viera Tablet chi l’ha visto? In ritardo il tablet PlayBook di RIM nella costruzione della plancia dell’auto, che verrebbe unificata in un unico, versatile e trasportabile apparecchio multifunzione. Certo, a questo punto emerge il grosso problema della sicurezza, che può essere messa in pericolo dalle possibili distrazioni indotte da tutta questa multimedialità. Sarà quindi compito delle case automobilistiche fare in modo che, durante la guida, siano disponibili solo le applicazioni necessarie sfruttando, per una migliore esperienza al volante, tecnologie già disponibili ma da integrare e amalgamare al meglio, come ad esempio il riconoscimento vocale per impartire a navigatore, smartphone o web browser le più svariate richieste senza mai staccare gli occhi dalla strada e le mani dal volante. MOBILE Primi problemi al display per iPad 2 Il lancio di iPad 2 negli USA è stato un successo, con una stima di un milione di unità vendute nel primo weekend, ma già iniziano i primi problemi. Alcuni utenti su vari forum hanno segnalato problemi al display LCD, che è stato reso più sottile rispetto al modello precedente. In particolare, il problema riguarderebbe la retroilluminazione e la cornice del display, che lascerebbe passare della luce spuria sul display, come si vede nella foto in alto. Problema serio o difetto di produzione di un lotto limitato? È ancora presto per dirlo, ma in ogni caso ci auguriamo che possa essere risolto al più presto, quanto meno prima che iPad 2 faccia il suo esordio sul nostro mercato, previsto per il 25 marzo). n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it PEOPLE & MARKET La tecnologia e i disturbi del sonno PEOPLE & MARKET / Anche l’elettronica di consumo si affida agli outlet online e couponing Tecnologia: outlet online per spendere poco Per contrastare la crisi economica molti siti propongono prodotti di qualità a prezzi spesso stracciati di A. Spaziani L a crisi economica si fa sentire e così anche i produttori dell’elettronica di consumo cercano nuovi veicoli e possibilità commerciali nell’outlet online e nelle pratiche di couponing. I servizi online prolificano in tal senso e sono ormai consolidati, occupandosi della vendita diretta di Usare tablet e smartphone fino a un’ora prima di coricarsi fa male al sonno: si dorme poco e male. La tecnologia può essere troppo stimolante di M.C. Candiago Secondo un recente sondaggio intitolato Sleep in America della National Sleep Foundation, negli Stati Uniti il 43% delle persone tra i 13 e i 46 anni dichiara di dormire un numero di ore insufficiente rispetto al reale fabbisogno durante le settimana: ma il dato interessante è che il 95% di chi denuncia problemi di insonnia fa uso di tecnologie quali PC, tablet, smartphone un’ora prima di andare a letto. Inoltre, il 9% dei ragazzi di età compresa tra 13 e18 anni (la cosiddetta generazione Z) dichiara di essere disturbata in particolare dal telefonino, per l’arrivo di SMS, mail o di telefonate durante la notte. Non tutte le tecnologie però hanno lo stesso impatto sul sonno: la TV e lo stereo ad esempio non coinvolgerebbero aree cerebrali che stimolino l’attenzione e la veglia, cosa che invece accadrebbe con il PC e il cellulare. La luce artificiale emessa dagli schermi di questi dispositivi invece sembrerebbe inibire il rilascio di melatonina alterando così il ritmo sonno/veglia, soprattutto nella luce crepuscolare e se ci esponiamo entro un’ora dall’andare a letto. Insomma, prima di andare a dormire sembrerebbe essere meglio svagarsi con una tecnologia meno stimolante e più “passiva”. p.8 beni e servizi o sconti da poter successivamente spendere in vari settori: dall’abbigliamento ai viaggi, dai ristoranti ai trattamenti estetici, fino ad arrivare, appunto, all’elettronica di consumo. Anche grandi aziende italiane si stanno cimentando in questo nuovo campo, ad esempio Mondadori con il sito www.easyshop.it. La nostra attenzione è stata attratta dalle offerte che ultimamente riguardano Denon, Fatman, Roth, Polaroid, Asus e Samsung, ma che nell’ultimo anno hanno interessato anche altri big dell’elettronica di consumo come Philips per l’outlet e dell’informatica come Logitech per il couponing. È il Questa è la lista di alcuni siti italiani caso per esempio del Galaxy Tab, sui quali è possibile trovare offerte disponibile in pochi pezzi addirittecnologiche interessanti: tura a 399 euro. Ma come fanno http://www.groupon.it questi siti ad avere prodotti così http://it.buyvip.com scontati? La logica è semplice: http://www.vente-privee.com a volte si tratta di prodotti della http://it.groupalia.com passata stagione e talvolta invece http://www.saldiprivati.com sono prodotti nuovi, recenti ma http://www.cartaperdue.it disponibili in pochissimi pezzi http://www.kgbdeal.it che si accaparrano i fortunati che http://www.easyshop.it si collegano e comprano senza MOBILE LTE in Italia a rischio? Nella bozza del piano di ripartizione delle frequenze mancano all’appello parte di quelle necessarie per lanciare l’LTE di P. Centofanti La distribuzione delle frequenze in Italia è sempre stata una giungla selvaggia, ma ora la posta in gioco comincia a farsi davvero alta. In ballo c’è l’asta per le frequenze da destinare all’LTE, la rete mobile di quarta generazione che aprirebbe le porte alla larga banda in mobilità. Nella bozza del piano nazionale di ripartizione delle frequenze infatti non compaiono quelle intorno alla banda dei 2.6 GHz indispensabili per lanciare la rete veloce nelle aree metropolitane. L’asta per l’LTE doveva includere due blocchi, i canali dal 61 al 69 della banda degli 800 MHz attualmente destinati alle TV locali e appunto una fetta di 190 MHz intorno ai 2.6 GHz. Il problema è che 135 MHz sono bloccati dalla difesa, che per liberarli (nonostante non li utilizzi), vuole una contropartita economica, e così i 2.6 GHz spariscono dalla gara, fattore che a questo punto potrebbe scoraggiare le compagnie di telecomunicazioni dal parteciparvi. Anche perché le TV locali sono sul piede di guerra e non hanno nessuna intenzione di farsi sfrattare così facilmente, e quando c’è di mezzo la televisione nel nostro Paese si sa dove va a pendere l’ago della bilancia. Difficile per gli operatori telefonici fare un salto nel buio su queste basi, visto anche che lo Stato conta di ricavare qualcosa come 2.4 miliardi di euro dall’asta. esitare non appena parte l’offerta. Ma ci sono anche le offerte di couponing, i co-buy: se si raggiungono un tot di persone che comprano un oggetto si arriva ad uno sconto collettivo che spesso è molto alto. Gli sconti spesso sono arrivati anche al 70% sui modelli dell’anno precedente e le iniziative, con finalità che variano dalla promozione del proprio sito di e-commerce alla svendita dei modelli dell’anno precedente, possono essere promosse direttamente dal produttore o dal distributore. Il fenomeno si è esteso a livello planetario con la nascita di siti specializzati che propongono nuovi modelli di acquisto, raggiungendo casi estremi come quello proposto dalla fondatrice del sito http://www.howtoshopforfree.net/, che ha anche pubblicato un libro in proposito. Il successo di questa pratica sta spingendo i giganti dell’informatica ad approfittarne per attrarre nuovi utenti con servizi dedicati, come conferma la news del lancio del servizio di Microsoft, Bing Daily Deals, che copre per ora 14.000 città degli Stati Uniti. MOBILE Apple: niente NFC a breve Chi sperava in un prossimo iPhone dotato di NFC dovrà trattenere l’entusiasmo: stando a quanto riporta il quotidiano britannico “The Independent” sembra che Apple abbia rivelato ad alcuni operatori inglesi che la prossima versione dell’iPhone non avrà al suo interno la tecnologia NFC che consente di utilizzare il telefono per micro-pagamenti, semplicemente appoggiandolo a un apposito lettore. La ragione di questo rifiuto sarebbe da ricercarsi nella preoccupazione di Apple per l’assenza di uno standard condiviso da tutta l’industria. Nonostante questo, però, pare che Apple sia al lavoro a una sua versione dell’NFC che si integri con iTunes. Non resta che attendere l’annuncio ufficiale del nuovo iPhone, atteso per giugno o luglio. n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it MOBILE Easy Rock il cellulare della terza età I cellulari ITTM Monaco della gamma Easy non saranno degli evoluti smartphone, ma sono sinonimo di semplicità e comodità di utilizzo. Uno dei nuovi modelli si chiama Rock ed è il primo cellulare dotato di lente di ingrandimento: ideale come strumento di lettura per chi ha qualche problema di vista. Non mancano un’impugnatura antiscivolo e una protezione anticaduta per garantire una maggiore resistenza nel tempo. Easy Rock è un telefono GSM dotato di un display LCD da 2,2” antiriflesso, tastiera retroilluminata con tasti grandi per rendere semplicissima la digitazione, volume potenziato delle suonerie e dell’altoparlante, un tasto SOS per le chiamate di emergenza e due tasti a richiamo diretto per i numeri preferiti. Insomma un terminale pensato soprattutto per chi è un po’ avanti con l’età e ha bisogno di qualcosa di facile e resistente. C’è persino una torcia per non rimanere mai senza luce! È disponibile in colore nero a 119 euro. MOBILE Android + Tegra = PlayStation nVidia ha annunciato il rilascio della piattaforma PlayStation Suite per gli smartphone e i tablet Android basati sul processore Tegra 2. Tutto ciò rappresenta un indizio molto interessante su una possibile, futura addizione di Tegra 2 per i prossimi smartphone Android a marchio Sony Ericsson. Il comunicato non scende in dettagli sui terminali compatibili e sulla data di lancio, che comunque non sarà successiva alla fine del 2011. Annunciati, invece, i primi giochi coinvolti, tra cui alcuni classici quali Wild Arms, Cool Boarders 2 e Syphon Filter, e parrebbe certo il rilascio di giochi appartenenti alla library di PlayStation 2, oltre a quelli della PS originale. MOBILE / Microsoft e Nokia? Un affare da 1 miliardo di dollari e un accordo di almeno 5 anni p. Nuovo Windows Phone: solo il prossimo anno? I lavori sulla prossima versione di Windows Phone sarebbero tutt’altro che a buon punto, tanto che si parla di inizio 2012 per le nuove funzionalità. Intanto Microsoft darà a Nokia 1 miliardo di dollari per utilizzare la piattaforma di P. Centofanti L a prossima major release di Windows Phone 7 (nome in codice “mango”) potrebbe poi non essere così dietro l’angolo. L’aggiornamento che dovrebbe portare sulla piattaforma Microsoft importanti novità come il multi-tasking e Internet Explorer 9 con supporto a HTML5 infatti, secondo le fonti di Windows IT Pro, potrebbe venire finalizzato non prima di fine anno, rendendo la promessa di una disponibilità entro il 2011 impossibile da mantenere. In questi giorni Microsoft è ancora alle prese con un problema relativo al primo aggiornamento minore di Windows Phone 7. Un pre-aggiornamento necessario per l’installazione dell’update infatti non è piaciuto ai terminali Samsung. La prima versione non era in grado di installarsi su circa il 10% degli esemplari e un secondo rilascio specifico sembra non aver risolto completamente la situazione. Il primo aggiornamento di Windows Phone 7, denominato NoDo, dovrebbe essere ormai imminente e conterrà il copiaincolla e per lo più bug fix ed era inizialmente previsto per dicembre dello scorso anno. L’accordo Microsoft e Nokia Bloomberg sarebbe riuscito a svelare alcuni dettagli sullo storico accordo tra Nokia e Microsoft che porterà a una profonda trasformazione dell’offerta smartphone del produttore finlande- MOBILE / Prime immagini degli smartphone Prime e Pyramid Design più moderno per i nuovi HTC Una nuova serie di smartphone verrà presentata al CTIA, tra cui un Android con display da 4.3 pollici e due nuovi Windows Phone 7 di P. Centofanti A Barcellona non ci sono state molte novità per quanto riguarda Windows Phone, ma HTC sembra avere in serbo un paio di sorprese per il CTIA che si svolge in questi giorni a Orlando. Sono tre i presunti nuovi smartphone HTC di cui stanno uscendo le prime immagini e i dettagli, due dei quali con sistema operativo Microsoft: l’HTC Ignite e Prime. Quest’ultimo è interessante anche perché dotato di tastiera QWERTY di tipo slider. Prime dovrebbe avere un display LCD da 3.7 pollici e fotocamera da 5 Megapixel. l’HTC Ignite sarebbe invece completamente touchscreen con caratterisitche simili, ma con un HTC Prime HTC Pyramid design più in stile Desire. Il terzo telefono (sopra) si chiamerebbe Pyramid e sarebbe un terminale Android. Il sito cinese che ha pubblicato per primo il rumor e le immagini parla di Android 3.0, ma è alquanto improbabile. Si tratterebbe comunque di uno smartphone con processore da 1.2 GHz, display da 4.3 pollici con risoluzione di 540x960 pixel, fotocamera frontale e posteriore da 8 Megapixel e 768 Mbyte di RAM. Presto avremo modo di scoprire se i rumor si concretizzeranno in un vero e proprio annuncio. se. In particolare Microsoft pagherà a Nokia qualcosa come oltre un miliardo di dollari per adottare Windows Phone come nuovo sistema operativo per i suoi terminali. In cambio Nokia pagherà, come tutti gli altri produttori, una licenza a Microsoft per ogni telefono con Windows Phone che venderà. In realtà questo costo dovrebbe fare il paio con il risparmio che Nokia avrà riducendo i suoi investimenti di ricerca e sviluppo. Secondo le fonti di Bloomberg, che hanno voluto rimanere anonime, l’accordo non sarebbe ancora stato firmato e prevederebbe per le due aziende un impegno di almeno 5 anni di collaborazione nella promozione e nello sviluppo della piattaforma. MOBILE Apre lo store mobile di Opera È stato ufficialmente lanciato lo store mobile di Opera, che consente di scaricare applicazioni per quasi tutte le piattaforme, da Android a Palm, Symbian, Blackberry e l’universale Java. Da notare la mancanza di iOS, in quanto Apple non consente la creazione di altri negozi virtuali oltre il suo, ma non è da escludere che Opera possa includere a breve una sezione dedicata ad iPhone e iPad, semplicemente inserendo link che faranno riferimento all’App Store. D’altra parte Opera Mini è già disponibile anche per i dispositivi Apple. Lo store è infatti integrato anche nelle varie versioni del browser norvegese. Opera batte così sul tempo Amazon, che aprirà un suo store dedicato su Android entro la fine di questo mese. La maggioranza delle applicazioni è gratuita, ed è possibile testarne le funzionalità fin da subito. n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it MOBILE / Cinque applicazioni per iPhone e altrettante per Android da non perdere per dare un tocco di originalità alle nostre foto p.20 Fotografia e smartphone: generazione Lo-Fi in crescita Lo smartphone riporta in vita le fotocamere giocattolo analogiche di una volta e rilancia la creatività della fotografia a bassa fedeltà con effetti speciali di P. Centofanti L a fotocamera più utilizzata dagli utenti di Flickr? Per lunghissimo tempo è stata quella dell’iPhone 3G. Il cellulare ha per molti sostituito la classica fotocamera compatta: ce l’abbiamo sempre con noi, è leggero e ha insospettabili potenzialità. Questo grazie a un gran numero di applicazioni che, nonostante la qualità non sempre eccezionale di ottica (se così possiamo chiamare le micro lenti dei cellulari) e sensori, permette comunque di esprimere la propria creatività con filtri ed effetti speciali che riescono a dare un tocco unico a ogni scatto, anche quello apparentemente più banale. E così grazie a smartphone come iPhone e i diversi terminali Android sta nascendo una sorta di cultura fotografica Lo-Fi che produce migliaia di piccoli capolavori ogni giorno. Il cellulare insomma è diventato la nuova fotocamera a pellicola giocattolo, o la nuova Polariod se vogliamo. Solo che invece di stampare istantanee si pubblicano scatti su Facebook, Twitter o su nuovi social network di clamoroso successo come Instagram. In questo articolo abbiamo voluto selezionare alcune delle applicazioni più interessanti: ne abbiamo scelte 5 per iPhone e 5 per Android. Apps per iPhone Hipstamatic 1.59 euro “La fotografia digitale non è mai stata così analogica” recita lo slogan sul sito dello sviluppatore e sulla pagina dell’App Store. È in assoluto una delle applicazioni di fotografie più popolari dello store di iTunes e a ragione. È un simulatore di una vecchia fotocamera Lo-Fi analogica, la Hipstamatic 100. In pratica permette di scegliere liberamente tra diverse lenti, pellicole, flash e gel. Nell’applicazione troviamo una dotazione di base di filtri, ma tramite gli acquisti in-app è possibile aggiungere HipstaPack con nuove lenti e pellicole. CameraBag 1.59 euro Una delle primissime “retro camera” per iPhone, ma ancora una delle più semplici e con gli effetti migliori dell’App Store (esiste anche una versione desktop per Windows e Mac che abbiamo recensito qualche tempo fa). Ci sono 13 effetti predefiniti tra cui scegliere (pochi ma buoni) ma con l’ultimo aggiornamento è anche possibile ottenere infinite variazioni casuali di ciascuno di essi con un semplice doppio tocco dell’anteprima. Instagram - gratis Instagram è sia un’applicazione con interessanti filtri “retro” che un social network che permette di “seguire” gli scatti dei propri contatti. In soli quattro mesi ha conquistato più di 2 milioni di utenti. Supporta il geotagging e permette di condividere con facilità le fotografie su Facebook, Twitter, Flickr e Foursquare. Unico limite le foto vengono esportate, per ora, in bassa risoluzione. Ma è gratuita e i filtri sono tra i migliori in circolazione. TiltShift Generator gratis / 0.79 euro Questa applicazione simula un obiettivo basculante (Tiltshift) per creare interessantissimi effetti di profondità di campo. In più permette di regolare contrasto, luminosità, saturazione e vignettatura. La versione gratuita è limitata nella risoluzione massima di esportazione e non permette di elaborare le foto già nel rullino dell’iPhone, ma la versione completa costa appena 79 centesimi. lo-mob - 1.59 euro Come Hipstamatic permette di emulare diversi tipi di emulsioni e fotocamere analogiche, ma dispone di diversi filtri davvero originali (come i mirini elettronici). Le immagini possono essere ritagliate con il semplice pinch-to-zoom e ciascun filtro può essere personalizzato entro certi limiti. lo-mob supporta poi in uscita qualsiasi risoluzione, anche superiore ai 5 Megapixel dell’iPhone 4. Apps per Android Vignette - 2.89 euro Una delle app di questo tipo più versatili disponibili sull’Android Market con 68 effetti diversi e 56 cornici. La selezione comprende sia toy camera e pellicole vintage che effetti particolari come il Tiltshift. In più i filtri possono essere combinati per creare effetti personalizzati. L’applicazione supporta il geotagging e offre anche zoom e autoscatto. Retro Camera gratis / 2.15 euro (Plus) Come Camera Bag per iPhone ha pochi effetti, ma buoni. Nelle intenzioni degli autori l’app vuole riportare in vita lo spirito delle varie Lomo, Holga, Polaroid e Hipstamatic. Anche l’interfaccia richiama le fotocamere giocattolo. È disponibile in due versioni: gratuita con pubblicità o a pagamento ed esiste anche una versione per iPhone. FxCamera - gratis Un’altra applicazione che simula diverse fotocamere analogiche: gli effetti non sono moltissimi, ma ha il vantaggio di essere una delle poche applicazioni di questo tipo completamente gratuita (con pubblicità) e, con 5 milioni di download, è una delle più popolari del market. Non può certo competere con Instagram (che dovrebbe arrivare anche per Android), ma se avete uno smartphone Android vale la pena provarla. Pudding Camera gratis Non ha la stessa versatilità di Hipstamatic per iPhone ma è gratuita e il concetto è simile: è possibile scegliere tra diversi modelli di fotocamere (virtuali) e pellicole. Unico limite è la risoluzione massima in uscita non elevatissima e attualmente l’app è disponibile solo in coreano, il che complica un po’ l’utilizzo per quanto sia semplice nel complesso. Mini Instax Cam gratis Questa app consente di simulare l’effetto di una fotocamera “instax mini” di Fuji. Sulle foto e sulla cornice bianca si può poi scrivere o fare disegni a mano libera; l’utente ha anche la possibilità di cambiare il colore della pellicola, oltre a condividere gli scatti direttamente su Facebook. Richiede Android 2.0 per essere installata. Questa sera potete guardare un film. Oppure guardare avanti. Nasce Loewe Connect, la perfezione con una doppia personalità. Home entertainment, nuove applicazioni ed accesso ad internet, finalmente insieme. Benvenuti nello straordinario mondo di Loewe Connect, dove avrete libero accesso a tutto ciò che desiderate. Potrete godervi l´home entertainment, sfruttare il ricevitore HDTV integrato per digitale terrestre e satellitare, due interfacce CI+ e la retroilluminazione LED; accedere ad internet direttamente dal TV grazie al browser integrato; guardare film, foto e ascoltare la musica dalla rete di casa. Con il nuovo MediaNet disporrete di tante applicazioni Web come eBay, Picasa e Cinetrailer. Buona visione. Scoprite la rete di negozi su www.loewe.it Studio di design: Loewe Design, Design 3 n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it p.22 DIGITAL IMAGING / Il gruppo dei “sostenitori” dell’interfaccia Intel aumenta di giorno in giorno DIGITAL IMAGING Dopo Apple, LaCie e Promise, ora è la volta di Canon: l’interfaccia verrà impiegata sulle videocamere professionali Lexar Media ha annunciato la disponibilità della prima scheda SDXC da ben 128 GB. L’ultima evoluzione dello standard SD promette capacità fino a 2 TB di dati, ma prima di raggiungere questa capacità occorrerà ancora un po’ di tempo. In ogni caso, avere in pochi centimetri quadrati una simile capacità era impensabile fino a poco tempo fa. La scheda di memoria di Lexar (che sarà disponibile anche in taglio da 64 GB), è certificata Classe 10 133x, cioè garantisce una velocità di trasferimento dati minima di 160 Mbit/s, pari a 20 MByte/s. Non siamo ancora ai livelli di un hard disk, ma certamente si tratta di una evoluzione molto interessante, soprattutto in ambito video. La scheda ha un costo, negli Stati Uniti, di 329.99 dollari. Anche Canon abbraccia Thunderbolt di M. Dalli T hunderbolt, nota in precedenza come Lightpeak, è la nuova interfaccia di Intel in grado di trasferire dati a 10 Gbps (bidirezionale). Dopo Apple, che l’ha integrata nei nuovi MacBook Pro, e LaCie e Promise che hanno annunciato i primi dischi esterni ultra-veloci, arriva ora un mezzo annuncio di Canon per bocca del suo direttore dei prodotti video, Hiroo Edakubo. Non si sa ancora quando arriveranno i prodotti sul mercato, né quali saranno, ma è facile ipotizzare che si tratterà, almeno all’inizio, di prodotti di fascia professionale. Sono infatti i professionisti a dover scaricare nel minor tempo possibile grandi quantità di dati, come filmati 1080p ad alto bitrate (50 o 100 Megabit/s) o a risoluzioni ancora più elevate. Si tratta in ogni caso di un annuncio di un certo peso che, se non altro, dà un senso alla scelta di Apple, considerato anche che i Mac sono spesso impiegati dai professionisti che devono iniziare un montaggio video ENTERTAINMENT PC & MULTIMEDIA / Nuova piattaforma HW in arrivo per i tablet Il quotidiano per iPad lanciato negli States da Rupert Murdoch poco più di un mese fa è già seguito da centinaia di migliaia di persone. Il successo è dovuto al fatto che “The Daily” si pone in modo innovativo, con video interattivi , foto a 360 gradi e contenuti 3D direttamente sul tablet Apple a un prezzo molto appetibile: 1 dollaro a settimana, 40 dollari all’anno. Secondo Jonathan Miller, Chief Digital Officer di News Corporation (l’azienda di Rupert Murdoch), “The Daily” potrebbe arrivare anche nel Vecchio Continente nella prima metà dell’anno. L’arrivo dipenderà dalla disponibilità anche per il nostro continente del servizio di sottoscrizione in-app di Apple. Un’ottima notiza e un valido concorrente per alcuni quotidiani nazionali che, su tablet, propongono un prezzo sostanzialmente identico all’edizione cartacea. Peccato che “The Daily”, con tutta probabilità, rimarrà esclusivamente in lingua inglese. Dopo l’accordo tra Windows e ARM Intel rilancia: i nuovi dispositivi potrebbero essere presentati già ad aprile all’Intel Developer Forum The Daily per iPad arriva in Europa o valutare il girato direttamente sul campo. Mancano ancora all’appello i produttori di PC, ma se la diffusione dello standard procede non tarderanno certo ad arrivare. Intel si allea con Android di G. Cupini D opo che Microsoft ha siglato l’accordo per l’apertura di Windows ai processori ARM, Intel ha deciso di collaborare con alcuni produttori hardware di Taiwan, tra i quali spiccano Inventec e Compal Electronics, già fornitori di HP e Toshiba, per produrre dei device basati su Android. La presentazione ufficiale dei primi prodotti dovrebbe avvenire ad aprile, durante l’IDF, Intel Developer Forum di Pechino. Intel punta quindi ad avere il proprio hardware compatibile con tutte le piattaforme disponibili, a partire dal progetto in collaborazione con Nokia, MeeGo, passando per Windows ed ora Android, garantendo ai produttori una scelta quanto più possibile ampia sul sistema operativo da montare sui propri dispositivi. Oltre ad Android, la collaborazione con Google prevede anche una serie di prodotti basati su Chrome OS, che dovrebbero essere presentati nella seconda metà del 2011. Gli analisti ritengono queste mosse necessarie, in quanto il mercato sta fortemente chiedendo nuove soluzioni al di fuori del binomio, finora standard, Intel/ Windows, e per questo è necessario che le opzioni disponibili diventino molteplici in casa Intel. Arrivano le SD card da 28 GB PC & MULTIMEDIA YouTube vuole migliorare la qualità dei video Trentacinque ore di filmati ogni minuto: questa l’impressionante quantità di video caricati su YouTube in tutto il mondo. Purtroppo il problema è che non tutti questi contributi sono realizzati con videocamere di qualità anzi, molto spesso si tratta di video girati con videofonini o webcam che hanno qualche anno sulle spalle. Proprio per cercare di offrire comunque un’esperienza di qualità all’utente, Google ha acquisito una giovane startup dublinese, Green Parrot Pictures. Lo scopo, a quanto pare, sarebbe quello di portarsi in casa la stessa tecnologia di miglioramento del video già usata ad esempio per film del calibro de Il Signore degli Anelli, X-Men o Spider Man. Addio finalmente ai filmati “pixellosi” e mossi quindi? Noi ovviamente ce lo auguriamo di tutto cuore. n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA / LaCie presenta un disco esterno che promette una velocità da primato La prima volta di Lacie con Thunderbolt Il Little Big Disk sarà tra i primi dispositivi con la tecnologia di I/O sviluppata da Intel e Apple; al suo interno due veloci dischi SSD da 250 GB in configurazioneRAID 0. Sarà disponibile dalla prossima estate al prezzo di circa 1.000 euro di G. De Gaetani D opo Promise anche LaCie si appresta a lanciare sul mercato il suo primo dispositivo dotato della nuova tecnologia I/O Thunderbolt. La nuova connessione, sviluppata da Intel e Apple, presentata in occasione del lancio del nuovo MacBook Pro, offre, con un’ampiezza di banda di ben 10 Gbit/s in entrambe le direzioni, una velocità di oltre 20 volte superiori a quella di una comune connessione USB 2.0 e di due volte superiore a quella di una più recente USB 3.0. Il Little Big Disk utilizzerà tale connessione con due dischi Intel allo stato solido da 250 GB in configurazione RAID 0, per un totale quindi di 500 GB, con possibilità di estenderne le capacità montando in catena altri dispositivi. Tutto lascia immaginare quindi che le prestazioni in termini di velocità e di tempi di accesso saranno notevoli. Secondo LaCie, il Big Disk sarà il candidato ideale per tutte quelle attività di video editing che richiedono di trasferire contenuti in alta definizione in pochi minuti e senza compromettere l’ampiezza di banda e le prestazioni, nonché per backup veloci e per poter accedere velocemente alle proprie librerie multimediali. Purtroppo per andare veloci bisognerà attendere ancora qualche mese: il Little Big Disk, primo di una serie di soluzioni di PC & MULTIMEDIA PC & MULTIMEDIA / Soluzioni per la nuova era del computer WebOS arriverà anche sui PC HP HP ha perso la sua anima innovatrice, almeno secondo il suo CEO Leo Apotheker. Il problema sarebbe dovuto al ritardo con cui le novità importanti arrivano sul mercato. L’idea per dare nuovo appeal alla gamma di PC passa per WebOS, sistema operativo, sviluppato da Palm per gli smartphone e che HP ha portato sui tablet con l’HP TouchPad, che sul mercato in effetti ancora non si è visto. WebOS sarà offerto come opzione in modalità dual boot a fianco di Windows 7 sui PC HP a partire dal prossimo anno. Tutti i PC utilizzeranno schermi touchscreen o WebOS verrà opportunatamente modificato per un utilizzo con mouse e tastiera? Non si sa, ma l’obiettivo di HP sembra quello di allargare soprattutto il bacino di utenza dell’application store di WebOS, estendendolo magari anche ad altri dispositivi, come le stampanti, oltre a naturalmente tablet e smartphone, per offrire un ecosistema in grado di rendere i prodotti HP più interessanti rispetto a quelli della concorrenza. storage e periferiche di LaCie ad utilizzare la tecnologia Thunderbolt, sarà immesso sul mercato nell’estate di quest’anno. Il prezzo di vendita, non ancora reso noto, dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.000 euro. In un video pubblicato sul web, Microsoft presenta il prototipo di una nuova interfaccia di controllo. Sarà davvero questa l’evoluzione del computing? di G. Cupini S Clicca qui per guardare il PC &MULTIMEDIA Samsung taglia il traguardo dei 4 TeraByte Una nuova tecnologia sviluppata da Samsung permetterebbe agli Hard Disk di raggiungere il ragguardevole traguardo di 4 TB e, a breve, anche 10 TB di M. Dalli Microsoft mostra il futuro appiamo che il settore tecnologico richiede continui e ingenti investimenti in sviluppo e una ricerca da parte delle società del settore; investimenti che sono spesso invisibili e che danno luogo a prototipi che raramente vedranno la luce ma i cui contenuti tecnici generano una proficua ricaduta sui prodotti che entreranno poi effettivamente in produzione. Tuttavia qualche volta vengono aperte delle porte che ci permettono di intravedere qualcosa, di guardare cosa c’è dietro a un prodotto finito. È succes- p.23 so ad esempio con Apple, quando vennero mostrate le foto delle sale anecoiche dove vengono testate le prestazioni delle antenne degli iPhone, ora succede nuovamente con un video diffuso da Microsoft, dove Craig Mundie, capo del dipartimento di ricerca e sviluppo, mostra una futuristica interfaccia che potrebbe rappresentare un primo approccio al futuro del computing. Interessanti spunti possono essere tratti da questo video; di sicuro interesse è la strada intrapresa verso la socialità (intesa come connessione completa con la vita privata), cardine del video rinnovamento tecnologico del futuro, visione che sembra aver iniziato a prendere corpo anche negli attuali Windows Phone 7, con cui qualche rimando in questa interfaccia è ravvisabile. Dopo un breve periodo di stallo, la corsa al gigabyte è ripresa più veloce che mai. Anzi, sarebbe il caso di parlare di corsa al terabyte, visti i recenti Hard Disk da 3 TB e, soprattutto, vista la nuova tecnologia di Samsung che promette, a breve, dischi da 4 TB. A beneficiarne non sarebbero solo i classici Hard Disk da 3,5 pollici, che avrebbero al loro interno quattro piattelli da 1 TB l’uno (attualmente ci sono piattelli da 750 GB), ma anche i dischi per notebook da 2,5 pollici. Con due piattelli da 500 GB si avrebbe un disco da 1 TB con altezza standard. Gli attuali dischi da 1 TB, infatti, sono troppo alti (12,5 mm) per essere utilizzati all’interno dei notebook tradizionali. I nuovi dischi da 4 TB faranno parte della linea EcoGreen, con velocità di rotazione di 5.400 giri al minuto e una cache da 32 MB. Aggiornatissima anche l’interfaccia, che dovrebbe essere SATA III da 6 Gbps. Non si sa ancora esattamente quando arriveranno, ma molto probabilmente porteranno a un ribasso di prezzo per i modelli da 3 TB (e a cascata per tutti i tagli inferiori). Questa nuova tecnologia di Samsung dovrebbe portare alla costruzione di Hard Disk da ben 10 TB “in breve tempo”. Quanto breve non è ovviamente dato sapere, ma siamo impazienti quanto voi di scoprirlo. n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it p.24 PC & MULTIMEDIA PC & MULTIMEDIA / Presentata ufficialmente la nuova versione del popolare browser Jay Sullivan, Vice Presidente di Firefox, vede in HTML5 il futuro del Web. Dopo Apple, Google e Microsoft, un altro durissimo colpo per Adobe. Flash ha i giorni contati? È fino a sei volte più veloce e offre grande supporto ad HTML 5, si può provare scaricando la release candidate Anche Firefox contro Flash di M. Dalli Tempi duri per Adobe: la “guerra di religione” scatenata da Steve Jobs con il grande “rifiuto” di Flash sui dispositivi mobili di Cupertino (iPhone e iPad) ha trovato insospettati alleati, quali Google e Microsoft. Al gruppetto si aggiunge ora anche Firefox, nella persona del suo Vice Presidente Jay Sullivan, il quale ha dichiarato che il futuro è HTML5, non la “prigione di plug-in” in cui si trovano ora i browser. Flash sparirà? “Alla lunga penso di sì”, dice Sullivan. “E molto per merito di HTML5: con Firefox 4, Internet Explorer 9 [uscito il 15 marzo in Italiai, ndr] e Chrome, forniremo le funzionalità necessarie in un numero sufficiente di browser, poi gli sviluppatori passeranno a HTML5, specialmente nel mobile, dove non si può avere Flash su tutte le pagine solo per fare qualche piccola animazione. L’idea di dover caricare un’intera istanza del Flash player solo per riprodurre 30 secondi di audio è una follia”. Come Jobs, anche Sullivan si lamenta poi della stabilità del plugin di Adobe, responsabile più di qualsiasi altro plug-in dei crash di Firefox. Insomma, “HTML5 è la risposta a lungo termine e noi siamo su quella strada”. Riuscirà Adobe a risollevare le sorti del suo figlioccio, continuamente afflitto da bachi di sicurezza (di cui l’ultimo scoperto da pochissimo) e bersagliato dall’industria? Firefox 4, balzo di velocità e versatilità di P. Centofanti I l 10 marzo è stata pubblicata la prima release candidate di Firefox 4, la nuova major release del browser sviluppato dalla Mozilla Foundation che detiene qualcosa come il 30% di mercato. Le novità sono tantissime: nuova interfaccia (con alcuni cambiamenti radicali), un nuovo motore Javascript decisamente più veloce, nuova gestione delle estensioni e grande supporto ad HTML 5 e alle sue funzionalità più avanzate. Firefox 4 è più compatto per dare più spazio ai contenuti della pagina: le schede passano sopra alla barra degli indirizzi e dei segnalibri e Mozilla ha aggiunto alcune funzionalità per rendere più facile gestire i tanti siti aperti contemporaneamente. In particolare, la funzione Panorama consente non solo di visualizzare contemporaneamente tutte le schede aperte per individuare facilmente quella cercata, ma anche di dividerle in gruppi, in modo tale da separare le “aree tematiche” del nostro lavoro: un gruppo di lavoro dedicato ai social network ad esempio e uno a delle ricerche che stiamo effettuando. L’aspetto interessante è che nella barra in alto solo le schede del gruppo selezionato al momento saranno visibili evitando così di avere un elenco infi- Firefox 4: funzione panorama nito di tabs. Un aspetto importante è quello della velocità: il nuovo motore Javascript mette questa nuova versione al paio con Internet Explorer 9, mentre nei diversi benchmark Firefox 4 è più veloce di un fattore compreso tra le 3.5 e 6 volte rispetto alla precedente versione 3.6 del browser. Per quanto riguarda il supporto HTML5, Mozilla conferma l’integrazione nativa dei soli codec open source (o presunti tali) come Ogg Theora e WebM mentre il supporto ad H.264 sarà possibile solo tramite flash o plug-in di terze parti. Firefox 4 si piazza però tra i browser più all’avanguardia per quanto riguarda la compatibilità con il nascente standard del futuro: rendering 3D webGL, font personalizzati, animazioni 2D e tanto altro ancora. Una demo di tutte le nuove funzionalità supportate è disponibile all’indirizzo: https://demos.mozilla. org/it. Un altro aspetto importantissimo è che Firefox 4 sarà disponibile anche in versione mobile per Android e MeeGo con sincronizzazione automatica tra versione desktop e smartphone di cronologia, segnalibri, ultime schede aperte e, cosa non da poco, password per l’accesso ai propri siti preferiti. La sincronizzazione avviene “in the cloud” in forma completamente criptata per mantenere la privacy totale dei dati dell’utente. È possibile provare le nuove funzionalità di Firefox 4 scaricando la release candidate dalla pagina: http://www. mozilla.com/it/firefox/RC/. PC & MULTIMEDIA / Chi usa il Wi-Fi per collegarsi al modem ADSL perde circa il 30% di velocità Internet lento? È (anche) colpa del Wi-Fi A tanto ammonterebbe la perdita in download secondo una ricerca di Epitiro, nessun problema per le pagine Web di M.Dalli S pesso sentiamo utenti lamentarsi delle scarse prestazioni delle connessioni ADSL. Al di là dei problemi della linea, però, un concorso di colpa ce l’avrebbe anche il Wi-Fi, almeno secondo una ricerca di Epitiro. L’azienda di ricerca ha infatti condotto un’indagine su 14.000 connessioni in America, Regno Unito, Spagna e Italia, scoprendo che chi usa il Wi-Fi per collegarsi a Internet perde in media il 30 per cento della velocità di download rispetto a chi usa il cavo. Il calcolo non è difficile: prendiamo ad esempio una linea ADSL a 20 Mbit/s e un collegamento Wi-Fi 802.11g, come quello integrato in molti router dati dagli operatori in comodato d’uso (più o meno gratuito). Questo tipo di connessione, oltre ad aumentare la latenza di un valore compreso tra il 10 e il 20 per cento, abbassa sensibilmente la velocità, sia per limiti intrinseci, sia a causa di interferenze con muri e altre sorgenti radio (Bluetooth, forni a microonde, telefoni cordless), sia per l’interferenza con altre reti WiFi. Molti di questi router, infatti, sono impostati su un’unica frequenza che o non è possibile cambiare, oppure l’utente non sa come farlo.Alla prova pratica, un collegamento Wi-Fi G po- trebbe non superare i 16 Mbit/s, ben al di sotto del potenziale massimo di una ADSL da 20 Mbit/s. Ancora di più se prendiamo come esempio l’offerta Fibra 100 di Fastweb, fornita anch’essa con un router Wi-Fi G. A risentirne maggiormente sono i contenuti “pesanti”, come downloadi di file di grosse dimensioni oppure di video su YouTube. Le pagine web, sempre secondo Epitiro, si caricherebbero sostanzialmente nello stesso tempo del cavo, in quanto composte da componenti di piccole dimensioni. E voi, cosa usate per collegarvi a Internet? Cavo o Wi-Fi? n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA / In prova l’adattatore Netgear WNCE2001, per collegare alla rete gli apparecchi sprovvisti di Wi-Fi p.2 TV senza Wi-Fi? Netgear ha una soluzione economica Si chiama Netgear Universal WiFi Internet Adapter, permette di collegare alla rete senza fili gli apparecchi che sono privi di connessione Wi-Fi È molto semplice da utilizzare e funziona bene per lo streaming e con i servizi di Video On Demand, non altrettanto con i contenuti in alta definizione di M. Dalli T V, lettori Blu-ray, Media Player: tutti questi dispositivi hanno sempre più bisogno di un collegamento alla rete, sia domestica che Internet, per rendere al meglio. Questo aspetto sarà sempre più rilevante nei prossimi mesi, con la maggiore disponibilità di servizi di streaming online da poter vedere direttamente dal TV. Il vero problema è che non tutti hanno la fortuna di poter far arrivare un cavo di rete dietro al TV; alcuni produttori mettono in vendita degli adattatori Wi-Fi da collegare ai dispositivi tramite la porta USB, ma si tratta quasi sempre di soluzioni proprietarie, dal costo non troppo popolare e, soprattutto, non riutilizzabili per altri apparecchi. Ecco quindi che gli adattatori Wi-Fi/Ethernet tornano di grande utilità, come il Netgear WNCE2001 (Universal WiFi Internet Adapter) che abbiamo provato. Il concetto è molto semplice: questo adattatore si collega da una parte tramite segnale radio a una rete wireless esistente (802.11n su 2.4 GHz), dall’altra “gira” la connessione su una porta Ethernet, quindi con cavo. A questa porta può essere collegato un qualsiasi apparecchio dotato di presa di rete Ethernet cablata, ma anche uno switch per condividere la connessione con più apparecchi allo stesso tempo: in questo modo, per esempio, si possono collegare TV, Blu-ray, lettore multimediale, console, decoder, ecc, usando un solo adattatore Wi-Fi, una soluzione decisamente più economica rispetto a quella di dotare tutti questi apparecchi separatamente di connettività wireless. Ottimo per lo streaming soffre con l’alta definizione Ma come funziona? Quali sono i suoi limiti? Per scoprirlo l’abbiamo provato in una situazione “domestica”. Innanzitutto la configurazione iniziale è molto semplice: bisogna collegare l’adattatore a un PC oppure un dispositivo con browser (meglio il PC, in ogni caso) e seguire la breve procedura guidata in cui ci verrà chiesto a quale rete Wi-Fi collegarsi e le eventuali credenziali di accesso (è supportata anche la tecnologia WPS per il collegamente automatico a un router o access point compatibile). Fatto questo l’adattatore può essere scollegato dal PC e messo nella sua posizione definitiva, anche tramite due pratici strap in velcro forniti nella confezione: le impostazioni rimarranno infatti in memoria. Il Netgear WNCE2001 può essere alimentato anche tramite porta USB, nella confezione è incluso l’apposito cavo. Collegato a un lettore multimediale non ha avuto problemi di alimentazione, ma, nel caso si avessero difficoltà, nella confezione è incluso anche un alimentatore di rete elettrica. Una volta messo in funzione, abbiamo provato a riprodurre alcuni contenuti, sia da rete domestica che da Internet. In generale il Netgear si è rivelato decisamente affidabile per lo streaming di contenuti con bitrate non eccessivo, inferiore a 15 Megabit/s. Tutti i contenuti provenienti da Internet e i filmati con qualità medio/alta vengono quindi riprodotti senza problemi e con un tempo di buffering prima della riproduzione solo leggermente superiore rispetto alla soluzione via Le connessioni sono elementari: basta collegare il dispositivo all’apparecchio che si desidera inserire in rete. È supportata anche la tecnologia WPS per il collegamente automatico a un router o access point compatibile. cavo. Il test è stato condotto utilizzando un router Wi-Fi sempre di Netgear, il WNDR3700, in grado di servire connettività 802.11n sia sulla banda dei 2.4 GHz che su quella dei 5 GHz. Il WNCE2001 è però in grado di sfruttare solo la prima, pur con velocità “n”. Nonostante la velocità dichiarata di 300 Mbps, però, i contenuti multimediali con bitrate superiore ai 15 Mbps subiscono continue interruzioni, risultando decisamente inguardabili. Se, inoltre, alla stessa rete Wi-Fi si collega un dispositivo non “n”, come per esempio uno smartphone o un portatile non di ultimissima generazione, tutti gli apparecchi connessi alla rete (adattatore Netgear compreso) diminuiscono la velocità di connessione, uniformandosi a quella dell’anello più debole della catena. In questo scenario, la riproduzione di qualsiasi contenuto HD diventa assai complicata. Buono per il Video on Demand Alla luce dei fatti, il Netgear Universal WiFi Internet Adapter è una soluzione molto interessante ed economica se si ha bisogno di collegare il televisore o il decoder alla rete per vedere alcuni contenuti in streaming, ad esempio per sfruttare i nuovi servizi di Video On Demand come Premium Net TV di Mediaset o le nuove piattaforme di Smart TV. Discorso diverso per chi invece ha una collezione di filmati in HD ad alto bitrate: in questo caso, purtroppo, il cavo è ancora più robusto e affidabile. Il Netgear Universal WiFi Internet Adapter WNCE200 (a destra) e il router wireless n Netgear WNDR300 (a sinistra) utilizzato per il test, in grado di fornire connettività n sia sui 2.4 che sui GHz. AISTMAR ONLUS AISTMAR ONLUS assistenza nelle gravidanze difficili n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it follow up multidisciplinare per neonati a rischio TEST / In prova il computer portatile Acer Iconia con doppio schemo touchscreen e senza tastiera fisica, un notebook decisamente “particolare” p.2 Doppio schermo touch, è il futuro del notebook? Iconia offre eleganti finiture in alluminio, dotazione all’altezza e un’interfaccia personalizzata. L’uso richiede però un certo periodo di confidenza di S. Chieppa e M. Dalli I display multitouch conquistano anche i PC portatili, al punto che Acer nel suo nuovissimo Iconia ne ha inseriti ben due. Si tratta di un PC di nuova concezione che utilizza due display LCD retroilluminati a LED da 14 pollici con risoluzione di 1.366x768 pixel, entrambi multitouch e capaci di riconoscere la pressione di tutte le dita delle mani. Il modello in prova è dotato di CPU Dual Core Intel Core i5480M a 2,66 GHz; sono tuttavia disponibili anche configurazioni con CPU di fascia alta e top di gamma. La dotazione è completata da 4 GB di RAM DDR3 (espandibili a 8 GB), 640 GB di Hard Disk e scheda grafica integrata Intel HD3000 con 128 MB di RAM dedicata. Non è invece presente un’unità ottica. L’apparato radio comprende la scheda wireless n espandibile con i moduli Bluetooth e UMTS opzionali. Linee squadrate L’azienda taiwanese ha optato per linee squadrate, quasi futuristiche, mentre dimensioni e peso sono notevoli. I coperchi, superiore e inferiore, sono realizzati in alluminio, con un bordo di circa 1 cm in gomma; all’interno domina il vetro dei due display, realizzati con tecnologia Corning Gorilla Glass ultra-resistente. La dotazione di connessioni è completa: sul lato sinistro troviamo la presa per il caricabatterie, due USB 2.0 e una connessione HDMI. Sul lato destro invece sono presenti una porta Gigabit Ethernet, l’uscita VGA, l’attacco Kensington, una porta USB 3.0 e le prese per microfono e cuffie (quest’ultima condivisa con l’uscita audio digitale S/PDIF ottica). La ventilazione è assicurata da un condotto sul lato sinistro e da una griglia nella parte inferiore, che risulta ben sollevata dal piano grazie ai piedini d’appoggio abbastanza alti. L’interfaccia richiede pratica I due display hanno un rapporto d’aspetto pari a 16:9 che si presta molto bene alla visione dei film, sono inoltre provvisti del filtro di esaltazione del contrasto che in condizioni di luce normali non riflette più di tanto. I neri risentono della tecnologia LCD e anche con la luminosità regolata al minimo sono un po’ al di sotto della media. La tecnologia multitouch non è molto intuitiva e richiede un po’ di pratica, soprattutto nelle operazioni di trascinamento, ridimensionamento e zoom. Per il display inferiore è possibile scegliere fra tre modalità: estensione del desktop, tastiera virtuale o Acer Ring. Nel secondo caso, la tastiera (richiamabile tramite il tasto del lato sinistro del case o premendo con i dieci polpastrelli sul display inferiore) ha di default i tasti molto grandi e un touchpad decisamente piccolo: è quindi preferibile controllare il cursore del mouse attraverso il display superiore che è touch. Dopo qualche giorno di allenamento, la scrittura risulterà comunque comoda anche a chi non è troppo abituato a questo genere di tastiera. Nella parte superiore di essa ci sono tutti i controlli necessari a pilotare il volume e i player multimediali, nonché un tasto che permette di nasconderla in favore di uno spazio dedicato alla scrittura a mano, che viene ben riconosciuta in stampatello e un po’ meno in corsivo. Accedendo alle impostazioni della tastiera si può regolarne la luminosità indipendentemente dall’altro display e cambiare la skin scegliendo tra le tre integrate o inserendo un’immagine da una cartella personale. La terza modalità permette invece di controllare le principali funzioni del notebook attraverso le gesture. Facendo pressione con i polpastrelli di una mano è possibile accedere al menù Acer Ring che tramite scorrimento circolare permette video Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video che mostra le caratteristiche del computer portatile Acer Iconia. Clicca qui per andare direttamente al video. PC portatile Acer Iconia - .4 EURO Quality Longevity Design 8 8 la commutazione delle sotto-modalità. Ce ne sono ben sette: le prime tre, Video, Photo, e Music, consentono la fruizione dei contenuti multimediali salvati nel PC, controllabili tramite il display inferiore. Abbiamo poi il Browser che, visualizza le pagine web su entrambi i display, come se in realtà fossero uno solo, cosicché lo scorrimento delle pagine risulta molto piacevole e d’effetto. È inoltre possibile selezionare una parte di pagina per poi salvarla in formato immagine. La modalità più interessante è forse quella chiamata Jogger, attraverso la quale, sempre nel display inferiore, vengono visualizzati alcuni “widget” (tipo le app degli smarphone) con cui si accede ai contenuti social. Di default ce ne sono tre: Facebook, YouTube e Flickr. Chiudiamo la serie con ScrapBook e MyJournal: il primo consente di creare un diario personale, volendo si possono inserire fotografie (posizionabili tramite “pizzicamento”) o Simplicity D-Factor 8 Value scritte a mano libera; il secondo è una home page realizzata come se fosse un giornale in cui decidiamo noi quali sono le notizie da visualizzare, più che altro sono delle piccole finestre che visualizzano un’anteprima di siti web scelti e con accesso tramite doppia pressione. Sempre riguardo l’Acer Ring, c’è la possibilità di personalizzare le gesture tramite un’interfaccia e assegnare l’esecuzione di un programma o di un’azione tramite una di esse. Vale il suo prezzo Complessivamente il notebook vale il prezzo proposto: l’idea dei due display è originale, ma forse il mercato non è ancora pronto per questo genere di prodotto. Sarebbe stato meglio utilizzare un display inferiore più piccolo e dedicato solo alla tastiera, per contenere le dimensioni e la luminosità che al buio, sommata a quella del display superiore, risulta un po’ fastidiosa. video Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video che mostra l’innovativa interfaccia di Acer Iconia. Clicca qui per andare direttamente al video. AISTMAR ONLUS AISTMAR ONLUS assistenza nelle gravidanze difficili n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it follow up multidisciplinare per neonati a rischio TEST / In prova il MacBook Pro con schermo da 17 pollici, modello top della recentemente rinnovata gamma di computer portatili Apple p.28 Tutto potenza e stile, è ottimo per i professionisti Nuovi processori, scheda grafica AMD e interfaccia Thunderbolt: sono i MacBook Pro della gamma 2011, tanta potenza nel classico design Unibody di M. Dalli A pple ha rinnovato la gamma di portatili MacBook Pro introducendo una serie di novità interessanti, tra cui spiccano i processori Intel Sandy Bridge, l’adozione di schede grafiche AMD e la porta Thunderbolt. Il top di gamma, il MacBook Pro da 17 pollici offre processore quad core Intel Core i7 da 2,2 GHz, 4 GB di RAM, 750 GB di disco (a 5400 giri al minuto) e scheda grafica AMD Radeon 6750M con 1 GB di memoria dedicata. Il sistema operativo è Mac OS X Snow Leopard (versione 10.6). Il design non cambia L’aspetto è identico a quello dei modelli precedenti: lo chassis Unibody è interamente in alluminio e scavato dal pieno, con due griglie per gli altoparlanti ai lati della tastiera retroilluminata. Sotto la tastiera troviamo il trackpad, di dimensioni generose, anche se rispetto all’intera struttura può quasi sembrare piccolo. Sul fronte connessioni troviamo il classico connettore di alimentazione MagSafe con attacco magnetico, affiancato da una porta FireWire 800, 3 porte USB 2.0, ingresso per cuffie e microfono (condiviso con un’uscita audio S/PDIF ottica), slot Express Card 34 e indicatore di carica della batteria. Manca su questo modello lo slot per le card SD, presente sui tagli più piccoli da 13 e 15 pollici. La vera novità è però il connettore Thunderbolt, che consente di trasferire su un unico cavo un segnale video HD e un canale dati fino a 10 Gbps in entrambe le direzioni. Thunderbolt utilizza il connettore mini DisplayPort, col quale resta compatibile, ma al momento non esistono ancora in commercio dispositivi dotati di questa nuova interfaccia. Sul lato destro del portatile troviamo l’aggancio per il cavo Kensington e lo slot per il DVD; manca infatti il lettore Blu-ray, tecnologia “rifiutata” da Apple. Altra piccola novità per questi nuovi MacBook Pro è la fotocamera integrata, che diventa finalmente HD (fino a 720p) e in grado di effettuare videochiamate anche in alta definizione con iPhone 4, iPad 2 e iPod Touch, oltre che altri MacBook. Prestazioni al top Thunderbolt a parte, il nostro interesse per questi MacBook è dovuto alla presenza del processore quad core e della grafica AMD. Il 17 pollici ha potenza “da vendere”, tanto da poterlo tranquillamente classificare come desktop replacement, viste anche le dimensioni non proprio ridotte. Spicca il display da 17 pollici in formato 16:10, con risoluzione di 1920x1200 pixel, di ottima fattura: il rivestimento dello schermo è lucido, chi ha necessità di lavorare spesso all’aria aperta può richiedere opzionalmente il rivestimento anti-riflesso per 50 euro in più. In interni lo schermo non dà fastidio e non sembra riflettere troppo l’ambiente circostante. Il processore quad core Intel Core i7 della famiglia Sandy Bridge è estremamente performante: utilizzando iMovie 11, abbiamo ricodificato un video HD 720p di 40 minuti, mantenendo la stessa risoluzione; lo stesso filmato ricodificato su un MacBook Pro da 13 pollici dello scorso anno con processore dual core Intel Core 2 Duo, ha richiesto 1 ora e 50 minuti, quasi il triplo del tempo. L’impressione, inoltre, è che si possa fare anche di meglio: il vecchio MacBook ha mantenuto la CPU al 100% durante tutto il processo, mentre il nuovo 17 pollici non è salito sopra il 60-70% di occupazione del processore. Un iMovie meglio ottimizzato potrebbe quindi dare risultati ancora migliori, oppure è possibile usare il portatile per altre funzioni anche durante la codifica di un filmato in alta definizione. Sul fronte grafica 3D abbiamo messo alla prova il nuovo processore con Blender 2 (versione 2.56a beta) e Maxon CineBench R11.5. Con il primo abbiamo eseguito il test.blend, renderizzando l’immagine in 7.45 secondi utilizzando 8 thread, 7.10 secondi con 16 thread attivi (il processore quad core utilizza la tecnologia HyperThreading che raddoppia il numero di processori fisici, portando a 8 quindi il numero di processori virtuali disponibili). Con Cinebench, invece, abbiamo registrato un valore di 4.96 punti nel test CPU con 8 thread, mentre nel test single core 1.21 punti (più di 4 volte Apple MacBook Pro ” (20)- 2.4 EURO Quality Longevity Design 8 0 tanto - un valore così alto è dovuto al fatto che vengono sfruttati 8 processi in parallelo, anziché uno solo). Nel test OpenGL, invece, il punteggio fatto segnare da questo MacBook Pro è stato di 34.49 fps. Nonostante i Mac non siano espressamente macchine da gioco, il trend sembra quello di portare il gaming “serio” anche sulla mela. Abbiamo quindi provato a vedere come si comporta questo modello con Call of Duty 4: Modern Warfare. L’esperienza di gioco è molto fluida, con i frame al secondo che raramente scendono sotto i 30 fps, mantenendosi in linea di massima su un valore compreso tra 50 e 60. Non è certo un punteggio “invidiabile”, ma considerata la natura della macchina è più che accettabile. Una nota, infine, sulla batteria: Apple dichiara 7 ore di navigazione Web su siti con contenuti Flash, valore che può essere tranquillamente superato se ci si limita a un uso come “macchina da scrivere” o poco più (si può arrivare a 9 ore di utilizzo lontano dalla rete elettrica). Stressando invece processore e scheda grafica, si può raggiungere una durata di 1 ora e 30 minuti. In quest’ottica, chi ha bisogno del portatile per codificare video in mobilità può Simplicity D-Factor 0 Value 6 contare su un buon periodo di sopravvivenza prima di vedersi scaricare completamente la batteria. Prezzo alto ma giustificato Il MacBook Pro da 17 pollici è un portatile destinato a un uso chiaramente professionale. Il passaggio al quad core lo rende una macchina perfetta per chi vuole lavorare con programmi di grafica 3D o video editing anche in mobilità. Ovviamente la portabilità risulta leggermente compromessa dal display da 17 pollici, anche se il peso complessivo è di poco superiore a quello di molti modelli da 15 pollici. Come sempre nel caso di Apple, il prezzo (2.500 euro) non è certo abbordabile, ma nel complesso è giustificato dalle novità tecnologiche introdotte. Si sente un po’ la mancanza di un disco SSD, che avrebbe forse migliorato ulteriormente alcune prestazioni, ma è anche vero che ciò porterebbe a una capienza del disco decisamente inferiore ai 750 GB presenti nel modello da 17 pollici. Manca al momento un riscontro oggettivo su Thunderbolt, ci riserviamo di riprovare questo MacBook Pro nel momento in cui usciranno i primi dispositivi dotati di questa nuova interfaccia. AISTMAR ONLUS AISTMAR ONLUS assistenza nelle gravidanze difficili n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it follow up multidisciplinare per neonati a rischio PEOPLE & MARKET / Il Giappone, patria della tecnologia, è in ginocchio dopo l’immane tragedia avvenuta venerdì 11 marzo p.2 Giappone: il dramma e l’impatto sull’hi-technology Oltre al dramma umano, che è assolutamente prioritario, c’è anche un impatto economico da non trascurare. Ecco una triste analisi di F. Regis e M.C. Candiago U n disastro di proporzioni immani si è abbattuto sul Giappone venerdì 11 marzo: la terra ha tremato per diversi minuti con una forza devastante e ha poi sommerso con un’onda spaventosa le coste, aggravando tutto, come se non bastasse, con una terribile minaccia nucleare. Una tragedia che è naturalmente tale prima di tutto dal punto di vista umano, ma che accresce ulteriormente il suo tono di dramma se consideriamo l’impatto economico sul mercato dell’elettronica di consumo, che nel solo Giappone ha avuto nel 2010 un peso pari al 13.9% delle entrate globali. DDay.it è un magazine di tecnologia e, anche se di fronte ad una tale tragedia l’ultima delle preoccupazioni dovrebbe essere quello che succederà ai nostri amati gadget, abbiamo pensato ugualmente di fare una analisi di quello che è uno dei mercati più evoluti del paese del Sol Levante, anche perché sarà proprio attraverso la tecnologia e i suoi introiti che il Giappone potrà trovare i mezzi e i fondi per ricostruire. Tante aziende e colossi mondiali del settore dell’elettronica di consumo, del computer, delle telecomunicazioni hanno sede in Giappone: Sony, Panasonic, Fujitsu, Canon, Toshiba, Olympus, Nikon, sono alcuni tra i produttori giapponesi più noti che hanno dovuto fare i conti con questo dramma. Anche se è presto per fare una stima precisa dei danni, il problema grave risiede nell’interruzione degli impianti di approvvigionamento e distribuzione e nella produzione di alcuni componenti più che nella distruzione delle fabbriche stesse, che comunque hanno subito danni ingenti in molti casi. Ma c’è anche la parte logistica: il Giappone è rimasto in molte zone privo di infrastrutture, con l’energia razionata e con l’impossibilità quindi di spostare componenti e prodotti in ingresso e in uscita anche se le fabbriche dovessero riprendere la produzione a pieno regime. Una stima dei danni Un certo numero di produttori di tecnologia giapponese, tra cui Sony, Panasonic Corp. e Fujitsu Ltd., hanno annunciato la chiusura di alcuni impianti per procedere alla valutazione dei danni, oltre al fatto che è in corso un razionamento della corrente elettrica e che durerà per diverse settimane. Il Giappone è la patria di molti produttori di chip di memoria, tra cui Elpida Memory Inc. e Toshiba Corp., il secondo maggior produttore di chip di memoria flash NAND al mondo (memorie che vengono utilizzate ad esempio da Apple per l’iPhone e l’iPad) dopo la coreana Samsung Electronics Co. Molte conseguenze devastanti potrebbero riguardare la produzione giapponese di componenti di pannelli LCD: la produzione di grandi pannelli LCD nel 2010 ha inciso per il 6,2% degli 86,3 miliardi di dollari del mercato globale. Per non contare il fatto che le aziende giapponesi sono al terzo posto nella produzione di semiconduttori e di LED, ormai usati in tutti i dispositivi. Panasonic, Fujifilm, Nikon e Canon hanno interrotto nelle regioni colpite dal terremoto la produzione di fotocamere digitali e di lenti. Secondo le stime di Canon, la produzione di cartucce a inchiostro per le proprie stampanti e le lenti intercambiabili saranno bloccate per un paio di settimane. Anche Toshiba ha affermato che un impianto di chip nella prefettura di Iwate aveva sospeso le operazioni, mentre la società stava valutando la situazione. La società ha affermato poi che non sembra esserci nessun danno significativo alla fabbrica, ma che non è ancora certa di quando la produzione dei chip potrà essere ripresa. Le fabbriche LCD Toshiba & Hitachi ferme per un mese Mentre stiamo chiudendo questo numero del nostro magazine arrivano gli ultimi aggiornamenti e non sono buoni: l’agenzia internazionale per l’Energia Atomica ha innalzato il livello di allerta nucleare per la centrale di Fukushima-Daiichi. Sul fronte economico, meno drammatico, ma importante, vi è la notizia della chiusura per almeno un mese degli impianti di produzione Toshiba e Hitachi. Sono solo le prime avvisagli di quanto ipotizzavamo poco sopra,: a breve la disponibilità di panelli e componenti potrebbe scarseggiare. Scongiurare la crescita incontrollata dei prezzi Gli analisti si aspettano a breve termine una crescita dei prezzi con una conseguente crescita dei costi per i produttori mondiali di elettronica di consumo. “Ci aspettiamo un’oscillazione fenomenale di prezzo a breve termine a causa di questo terremoto”, ha affermato Jim Handy, analista presso Objective Analysis. “Oltre il 40% delle flash NAND del mondo sono fabbricate in Giappone. Non ci vuole una forte diminuzione della produzione perché i prezzi aumentino in modo drammatico.” Il prezzo dei chip flash NAND da 32 Gigabit, utilizzati ad esempio negli smartphone, è salito del 17,7% in vista delle difficoltà attese nella fornitura delle materie prime. Come aiutare concretamente Pur nella difficoltà estrema in cui il Paese versa oggi, molti protagonisti del settore Consumer Electronics hanno fatto fronte comune per affrontare la tragedia: Canon, Panasonic, e Sony hanno piazzato 3,67 milioni di dollari in donazioni, cui si aggiungono le iniziative di siti come Apple che tramite iTunes permette di effettuare una donazione fino a 200 dollari, o ancora di amazon.com e di Costco.com che hanno aggiunto la possibilità di effettuare donazioni alla Croce Rossa Americana. Dammi il cinque! Il tuo 5 per mille può cambiare la vita di molti bambini prematuri. E non ti costa nulla. SOSTIENI AISTMAR Onlus con il tuo 5 per mille Sui moduli CUD, 730 o Unico scrivi Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale FIRMA Mario Rossi Ogni anno in Italia nascono 30.000 bambini prematuri, di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr. Questi bambini hanno bisogno di e assistenza per molti anni. cure, controlli genitori hanno bisogno del tuo aiuto. Le donazioni ad AISTMAR Onlus vengono interamente impiegate per: E anche i loro - l’assistenza delle gravidanze a rischio o patologiche - la cura e il supporto al neonato prematuro e alla sua famiglia nel percorso di sviluppo e crescita Oppure puoi sostenere AISTMAR Onlus con versamenti su: • C/C Postale: 29328200 • C/C BancoPosta: IBAN: IT 05 Z 07601 01600 000029328200 presso Posta di via Sambuco, 15 - Milano • C/C Bancario: IBAN: IT 87 N 0351201619 000000003641 presso Credito Artigiano, Agenzia n°14 - Milano ........................................................................ Codice fiscale del beneficiario (eventuale) 9 7 0 2 8 2 1 0 1 5 7 AISTMAR Onlus - via della Commenda, 12 - 20122 Milano - www.aistmar.it FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA - OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO Dipartimento per la Salute delle Donna, del Bambino e del Neonato U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale via Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano Tutto il personale di AISTMAR Onlus è volontario. L’intero ricavato delle donazioni viene impiegato in cure e assistenza ai neonati prematuri e patologici e alle loro famiglie. AISTMAR Onlus Associazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio AISTMAR ONLUS AISTMAR ONLUS assistenza nelle gravidanze difficili n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it follow up multidisciplinare per neonati a rischio p.3 AUDIO VIDEO Guida Smart TV segue da pag. LG – Smart TV Wand da usare come una bacchetta magica per navigare tra le varie funzioni e i menù, dall’altra c’è anche un telecomando con tastiera QWERTY che sarà presto disponibile come accessorio. Oltre a questo è prevista in futuro anche l’applicazione per smartphone e tablet. Panasonic – Viera Connect LG era partita proponendo un piccolo portale con i servizi Picasa, YouTube e Accuweather. La piattaforma si è poi evoluta arricchendosi di nuovi servizi come Chili TV, alcuni giochi e AceTrax per il Video on Demand, ma è solo nel 2011 che raggiunge la sua piena maturazione. La versione di quest’anno è più completa sia come integrazione sia come possibilità, guadagna un browser e anche l’Apps Store. App: 7 Il sistema per lo sviluppo delle app si basa sulla piattaforma Plex. C’è uno store dal quale si possono scaricare le applicazioni, al momento tutte gratuite. Il loro numero è ancora basso, circa una trentina, ci sono comunque quelle di base, da YouTube a Twitter, si spera che in futuro possano crescere. LG non ha ancora reso disponibile un SDK che permetta agli sviluppatori di produrre le proprie applicazioni. Video on Demand: 7 Al momento sono disponibili solo Chili.tv, la TV di Fastweb con alcuni canali on Demand liberi e AceTrax, una piattaforma per l’acquisto e il noleggio di film online. AceTrax ha però prezzi davvero alti, 15 euro per una novità neppure in HD. Meglio lasciarla perdere. Browser: 7 Il web browser LG è abbastanza completo manca però il player Flash integrato. Se l’assenza di Flash non pesa su uno smartphone, sul TV poteva essere utile per accedere a molti servizi, come per esempio Video.Mediaset.TV. Controllo: 9 Doppio dispositivo di controllo per LG: da una parte la pratica Magic Panasonic rinnova la piattaforma Vieracast trasformandola in Viera Connect, rendendo il TV una sorta di hub multimediale che può essere usato per connettere dispositivi e anche per giocare. Si può, infatti, collegare il TV a gamepad, dispositivi fitness e altri controller per interagire direttamente con le applicazioni scaricate dal Viera AppStore. App: 7 Al momento sul Viera AppStore 2011 sono presenti una trentina di applicazioni con una decina di giochi, si tratta quasi esclusivamente di applicazioni destinate ad altri mercati europei. Per l’Italia ci sono comunque le app di base, da Facebook a Twitter a Skype, ma mancano quelle un certo livello, capaci di alzare il grado di interesse. Video on Demand: 6 Anche per Panasonic l’unica piattaforma di Video on Demand presente è Acetrax. E vale il discorso sui prezzi fatto per LG, molto meglio rinunciare. Browser: nd Al momento non è previsto un browser per la navigazione web libera. Controllo: 10 Ai TV Panasonic possono essere collegati mouse e tastiera, sia a filo che wireless. Un bel vantaggio per chi vuole chattare con Skype, condividere informazioni su Facebook e retwittare. Inoltre, ci sono anche le app per smartphone e tablet. Philips, Sharp e Loewe Net TV Gli unici a mettersi d’accordo per una piattaforma comune sono: Philips, Loewe e Sharp. La loro Internet TV non è una piattaforma complessa e questo è un grande vantaggio: si può infatti aggiornare. Net TV è l’unica che da qualche anno a questa parte è stata migliorata, ma sostanzialmente si tratta dello stesso sistema. Manca comunque una sezione “pay” per app di qualità e il fatto di usare webapp limita le funzionalità. App: 8 Quelle che vengono chiamate “app” non sono altro che versioni di siti e servizi già esistenti, ottimizzate per le TV. Un po’ come avviene per le versioni “mobile” dei siti Internet, che sono versioni con grafica e stile dimensionate all’uso su un dispositivo di piccole dimensioni, allo stesso modo la Net TV prevede che molti siti, tra i quali anche il Corriere.it e la Gazzetta.it, vengano visualizzati con uno stile navigabile senza problemi da telecomando. Un modo intelligente di gestire la cosa, che non richiede particolari oneri di sviluppo, ma solo un nuovo foglio di stile. L’unico “scoglio” è al momento l’impossibilità per gli utenti di aggiungere app, le aziende decidono cosa può essere scaricato. Video on Demand: 5 Sempre con la stessa logica delle app di cui abbiamo parlato sopra, sono presenti anche alcuni sistemi di Video on Demand. Il voto insufficiente è dovuto al fatto che al momento tutti i servizi sono dedicati al resto dell’Europa e per l’Italia, al momento, non c’è nulla. Browser: 6 Trattandosi di un sistema basato sul browsing di pagine speciali ottimizzati per i TV, il browser web è integrato e permette la navigazione libera delle pagine a cui siamo interessati. Purtroppo non è un’esperienza molto gratificante, manca Flash, è lento e soprattutto, con il telecomando, l’usabilità è ridottissima. Controllo: 7 Philips e Sharp permettono il controllo della Net TV con applicazioni per smartphone e tablet, mentre per Loewe ancora non sappiamo nulla di preciso. La gamma di TV 2011 di Philips permette, inoltre, il collegamento di una tastiera wireless che in molti casi si rivela utile e, nel corso dell’anno, dovrebbe esser reso disponibile anche un telecomando con tastierina QWERTY integrata. Samsung Smart TV Samsung è stata la prima a credere nelle TV connesse via Internet, la versione 2011 di Smart TV è la piattaforma al momento più evoluta sul mercato, grazie anche all’integrazione con Adobe Air, con Flash e al notevole supporto da parte dell’azienda agli sviluppatori. Purtroppo chi ha acquistato la TV nel 2009 non ha potuto aggiornare la piattaforma alla versione 2010, e lo stesso vale per chi ha preso la TV lo scorso anno. Ci si chiede, quindi, se la nuova piattaforma sarà definitiva oppure se nel 2012 cambierà nuovamente tutto. App: 9 La piattaforma Samsung è la più evoluta anche sotto questo punto di vista. L’unico limite al momento è l’impossibilità per gli utenti di caricare le app sullo store, tuttavia gli sviluppatori sono incentivati a programmare mediante concorsi a premi e sul sito dell’azienda sono disponibili gli SDK e i tutorial per sviluppare le applicazioni. Per il resto Samsung ha moltissime app, si è aggiudicata contenuti in esclusiva (la testata giornalistica La Repubblica, ad esempio) ed è quella che sta lavorando più assiduamente per localizzare molte applicazioni e sviluppare app locali. segue a pag. 32 AISTMAR ONLUS AISTMAR ONLUS assistenza nelle gravidanze difficili n. 2 / 22 marzo 20 estratto da www.dday.it follow up multidisciplinare per neonati a rischio p.32 AUDIO VIDEO Guida Smart TV segue da pag. 3 Video on Demand: 8 Acetrax c’è anche sui TV Samsung, ma Samsung vuole fare di più e a breve fornirà altri servizi di Video on Demand. Samsung può anche contare sull’esclusiva Cubovision che garantisce il noleggio di film anche in alta definizione e in 3D a prezzi decisamente competitivi. Browser: 9 Grazie alla partnership con Adobe, sulle TV Samsung c’è un Full Web Browser con Flash integrato. Ancora dobbiamo provarlo, ma le premesse per una navigazione di qualità ci sono tutte. Con grande gioia per chi vuole vedere Megavideo sul proprio TV. Controllo: 7 Il voto è condizionato dal fatto che Samsung è l’azienda che più di tutte crede nella Smart TV e quindi ci si aspettava uno sforzo maggiore. Ci sono le app per tablet e smartphone, volendo c’è il “premium remote” con pannello touchscreen e forse arriverà anche in Italia il telecomando con tastiera QWERTY. Bastava aggiungere un modulo Bluetooth o il supporto a tastiera e mouse per avere un sistema completo. Sony Bravia Internet Sony nell’indecisione non ha realizzato una piattaforma vera e propria, ma ha aggiunto ai suoi TV le funzioni Internet più richieste: c’è la parte social, ci sono i servizi di Video on Demand e c’è pure il browser. Anche se tutte le funzionalità sono sparse nell’interfaccia Cross Media Bar, a seconda delle loro funzioni. La scelta di Sony è decisamente buona, perché non si lega ad un ambiente che potrebbe cambiare tra qualche anno. Se infatti Sony dovesse passare a Google TV potrebbe portare tutte le sue app nel sistema di Google senza grandi stravolgimenti. App: 7 Sony non ha delle vere e proprie app e uno store, ma una serie di blocchi sparsi qui e là. C’è il browser, c’è la parte di Video on Demand e soprattutto ci sono i vari sistemi di social network come Facebook, Twitter e c’è pure Skype. Decide Sony cosa includere nel sistema. Video on Demand: 9 La piattaforma Sony è quella più completa sotto questo punto di vista. Oltre ad una serie di canali Bravia Internet Video, i TV possono contare anche su Qriocity un vasto catalogo di film da vedere in streaming a prezzi decisamente contenuti. Oltre a questo, c’è anche Qriocity Music Unlimited, per lo streaming musicale e Rai.TV, la Catch Up TV della Rai. Browser: 7 Nella gamma di TV 2011 Sony ha inserito come browser Opera, una scelta di qualità anche se manca la possibilità di riprodurre contenuti Flash che, considerata la vocazione di una TV a riprodurre video, sarebbero stati assai graditi. Controllo: 8 Sony permette di collegare alla TV una tastiera per scrivere e facilitare così le ricerche. Non mancano le applicazioni per tablet e smartphone, sia Android che Apple. Toshiba - Places Anche Toshiba avrà la sua Smart TV di nome Places, anche se le informazioni sono ancora abbastanza scarse e vedremo tutto solo tra qualche settimana quando a Roma verrà presentata in anteprima europea la nuova gamma di televisori. Ci riserviamo, quindi, di aggiornare questo articolo quando avremo una panoramica anche delle funzionalità di Places. Cosa non ci convince delle attuali Smart TV Lo diciamo subito: nei voti siamo stati abbastanza larghi, potevamo essere più cattivi, anche se capiamo che non è facile organizzare un sistema come quello della Smart TV il cui 70% dev’essere personalizzato a livello locale. E in Italia, si sa, non sempre è facile fare queste cose. Ci sono alcuni aspetti però delle Smart TV che devono essere cambiati o modificati soprattutto in ottica futura, vediamoli. Manca una piattaforma unica Ogni Smart TV è realizzata su una sua piattaforma proprietaria e non sempre aperta. Questo non solo vuol dire disperdere energie, ma anche rendere la vita difficile ai fornitori di servizi di terze parti che devono approntare sistemi multipiattaforma. Un sistema Smart TV globale sarebbe davvero la soluzione. Sviluppatori poco incentivati Solo Samsung sta facendo qualcosa per incentivare gli sviluppatori, ma la situazione è ben diversa da quella che vediamo nel mondo smartphone, dove anche l’ultimo arrivato, Windows Phone 7, conta già oltre 10.000 apps. L’assenza di SDK liberi, l’impossibilità di pubblicare le Apps lasciando che sia il pubblico a decidere cosa scaricare e le diverse piattaforme esistenti scoraggiano gli sviluppatori e i risultati si vedono: poco meno di 300 apps se sommiamo tutti i sistemi. App a pagamento Gli sviluppatori lavorano e per questo devono essere pagati. Il sistema degli Appstore per smartphone funziona, mentre sulle TV non esiste un sistema analogo. Poche app free sovvenzionate dalle aziende ma manca la possibilità di far soldi. Eppure le premesse ci sarebbero tutte: Guide TV intelligenti, client Bit Torrent, tools di calibrazione e tanto altro sarebbero in cime alla lista delle Apps acquistate. Dispositivi di controllo Il telecomando è vecchio e non è certo adeguato ad un TV che si collega al web e che richiede anche l’immissione di testi, per commentare film, scrivere in chat e re-twittare. C’è chi ha trovato soluzioni alternative come telecomandi particolari e con tastiere QWERTY, tuttavia la soluzione definitiva sembra lontana. Telecomandi come quello Sony per la Google TV sono una soluzione, così come lo sono le varie applicazioni per smartphone e tablet, tuttavia una bella tastiera collegata in wireless alla TV non sarebbe male. Basterebbe farla blue- tooth, compatibile con tutti i dispositivi in commercio. Scarsa integrazione con il TV Un altro punto a sfavore dell’attuale Smart TV è la scarsa integrazione con il TV stesso. La Smart TV, infatti, non aggiunge nulla che non venga già fatto da un tablet, e se a breve tramite soluzioni come Airplay sarà possibile inviare alla TV wireless il segnale dei tablet a piena risoluzione la Smart TV così com’è avrà poche possibilità. Serve maggiore integrazione, sarebbe bello mentre si guarda un film poterlo commentare con i propri amici, vedere le schede dei protagonisti e fare ricerche contestuali tutto in una interfaccia armonizzata. Esistono cose simili, vedi Boxee Box, ma sono set top box esterni. Aggiornabilità non garantita Nessuno assicura che la Smart TV 2012 sarà compatibile con quella del 2011. Chi ha comprato una TV nel 2010 lo sa bene: le piattaforme verranno parzialmente aggiornate. I processori delle nuove TV sono infatti molto più potenti e permettono il lancio di applicazioni Air e Flash, cosa che i processori della passata stagione non facevano. E in un’ottica di app a pagamento, chi compra delle applicazioni sapendo che se cambia TV queste non andranno bene? Le aziende devono scegliere una strada e impegnarsi a seguirla, ottimizzando il codice e facendo in modo che nei prossimi anni le funzioni principali siano garantite anche per i modelli precedenti. L’ombra di Google TV Google non sa neppure lei cosa fare, ma se trova la strada giusta sarebbe inarrestabile. Ha dalla sua parte sviluppatori, risorse e può creare un sistema cross-platform che sarebbe subito abbracciato da molti produttori. Chi rischia di comprare oggi una Smart TV quando le cose potrebbero cambiare ancora? La spina nel fianco, MHP In Italia la Smart TV ha un rivale di nome MHP che blocca lo sviluppo di certe funzionalità che sarebbero apprezzatissime. Premium NetTV per esempio è una di queste, ma la stessa applicazione di Cubovision e le varie catch-up TV sono esempi di funzioni che dovrebbero essere sulla Smart TV e non in MHP.