TORNA PIONEER VELODYNE SPL-1000R C.A.T. SL1 SPUNTI

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TORNA PIONEER VELODYNE SPL-1000R C.A.T. SL1 SPUNTI
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DOLORES O’RIORDAN: DOPO QUATTRO ANNI DI SILENZIO ZOMBIE È SOLO UN RICORDO...
4 0 5 • G I U G N O 2 0 0 7 • I N A N T E P R I M A : M O N A C O H I - E N D, T U T T I I N U O V I P R O D O T T I D I O P E R A E U N I S O N R E S E A R C H , L’ I M P E R D I B I L E L A V I E E N R O S E
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STEREO HI-FI LA PIÙ AUTOREVOLE RIVISTA AUDIO ANNO X XXVII • N. 405 • GIUGNO 2007 • MENSILE • € 5,00
TORNA PIONEER
Mid-price imbattibile
VELODYNE SPL-1000R
Tutto e sub!
C.A.T. SL1
Il miglior pre del reame?
SPUNTI & RIFLESSIONI
Tracciamo nuove strade
JAGUAR + B&W
Absolute hi-fi car
Hi(fi)ways
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
di Fabio Masia
I
n questa occasione chiudiamo un capitolo
aperto circa sei anni fa in cui si affrontava
l’argomento della riproduzione delle basse
frequenze in un ambiente chiuso e i metodi di
correzione dell’acustica ambientale. Scaturisce
comunque in modo abbastanza netto che: occorre verificare sul campo l’entità degli interventi
apportati all’acustica del locale.
Questo, se richiede una strumentazione impegnativa e una preparazione tecnica non indifferente
(sia per valutare i dati raccolti sia per effettuare
gli ulteriori interventi di correzione), evidenzia
anche come sia possibile ottenere risultati considerevoli anche con sistemi di misura “a basso costo” alla portata di ogni utente finale. Almeno per
quanto riguarda la distribuzione del campo acustico in bassa frequenza è possibile per tutti (con
poco sforzo, come vedremo) apprezzare, esclusivamente a livello qualitativo, il comportamento
del sistema complesso locale/diffusori e valutare
quali siano gli interventi di ottimizzazione meno
invasivi e più omogenei. Ciò comporta un atteggiamento più aperto verso quello che accade all’interno di un locale e consente all’utente di valutare all’ascolto quale sia la regolazione che più
lo soddisfa. Quanti di noi hanno esperienza diretta di come si comporta acusticamente un locale?
Oppure, quanti di noi hanno presente cosa significa in realtà la distribuzione delle zone d’ombra
a bassa frequenza in un ambiente? Così, a parole
e per sentito dire, siamo in grado di raccontare il
significato di questo fenomeno, ma non capita
spesso di assistere personalmente a questo tipo di
effetto curioso. Ad esempio, nella riproduzione di
toni puri a bassa frequenza è possibile trovare
nella stanza i punti dove le risonanze del locale si
annullano: nelle “zone d’ombra” c’è comunque
silenzio!
Mentre a pochi centimetri il livello del suono si
alza repentinamente. Ne consegue che, nei punti
dove c’è il silenzio (frutto di un fenomeno di
cancellazione) a determinate frequenze non potrò
ricorrere ai ripari aumentando il volume: otterrò
solo un aumento del livello nelle altre zone e
continuerò ad avere il silenzio in quei punti! Per
correggere un difetto ho semplicemente agito nel
modo più sbagliato, evidenziando di fatto il difetto… Come esistono le zone d’ombra, però, esistono anche i punti in cui il livello è praticamente
il doppio di quello normalmente distribuito nel
resto del locale. Durante la riproduzione di un
programma musicale non ci rendiamo conto di
quanto la risposta in frequenza del locale sia lontana dall’essere omogenea e uniformemente distribuita, soprattutto nel punto prescelto per l’ascolto, determinato spesso più per motivi pratici
che non su criteri legati alla riproduzione “fedele”. Se potessimo visualizzarlo direttamente in un
prospetto tridimensionale, apparirebbe come un
mare in burrasca gonfio di onde, spruzzi e gorghi. Però, se nulla o molto poco si poteva fare per
le zone d’ombra, i punti dove sono presenti i picchi sono più facili da correggere: abbassando il
livello di emissione si riduce, anche se di poco, il
livello del picco. Anche in questo caso otterrò un
risultato che ottimizza un parametro ma ne danneggia tanti altri. Esiste una soluzione al problema? Sì, anzi ne esistono tante che devono essere
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Tutto e sub
L’influenza dell’ambiente nella resa sonora ha un ruolo fondamentale nella riproduzione,
soprattutto in bassa frequenza: quali sono oggi gli strumenti a disposizione per valutare
nel modo più efficace l’interazione fra diffusori e ambiente? E se a questi aggiungiamo
i subwoofer, valgono le stesse regole oppure si possono applicare criteri differenti?
A
B
Graf. A
Graf.B
Tra i tanti contributi gratuiti in rete, abbiamo scelto un
analizzatore di spettro (jDFT 2.4):una volta scaricato sul
PC parte direttamente senza installarsi: è leggero, veloce
e affidabile . Il sistema può usare, dove presente, il microfono interno del computer: le rilevazioni non saranno
“assolute”, ma rappresentative del fenomeno. In (A) ecco
una rilevazione effettuata con questo sistema; sotto
necessariamente applicate in modo simultaneo
per dare luogo a un’ottimizzazione in ambiente.
In primo luogo, bisogna trovare la collocazione
idonea del sub in funzione esclusivamente delle
dimensioni del locale e del punto d’ascolto; poi
bisogna verificare le sollecitazioni introdotte dai
diffusori principali e successivamente operare
piccoli spostamenti per ridurre l’entità dei picchi
e livellare le zone d’ombra, privilegiando il comportamento più omogeneo nel punto d’ascolto. A
questo punto, sarebbe opportuno intervenire in
modo selettivo sulle frequenze in cui sono presenti i picchi: gli attuali sub woofer consentono
l’equalizzazione della risposta in modo molto
preciso ed efficace su molte bande (in genere
quattro o otto), più che sufficienti per l’ottimizzazione della risposta in bassa frequenza. È a questo punto che bisogna collegare anche i diffusori
anteriori e valutare l’interazione fra le sovrapposizioni delle frequenze e i fenomeni distruttivi
(Graf.A) quella effettuata nelle stesse condizioni con un
sistema di misura professionale: quello che ci interessa
sono l’entità dei picchi e la posizione degli avvallamenti.
La stessa misura effettuata in un’altra posizione, poco distante dalla prima (B) fornisce valori abbastanza paragonabili fra i due sistemi di misura (Graf.B) ma estremamente differenti rispetto ai valori riscontrati in A.
della cancellazione. A questo scopo, il taglio superiore, il livello generale di emissione e il controllo accurato dell’emissione in fase della sezione bassa consentono di raggiungere un livello di
omogeneità e di coerenza d’emissione notevole.
L’aspetto interessante è che: risulta praticamente impossibile effettuare una regolazione a
orecchio solo con un programma musicale!
Oggi però, con una spesa ridotta, è possibile visualizzare l’entità (a livello quantitativo) delle
variazioni di correzione effettuate: con un computer portatile dotato di un analizzatore di spettro
è possibile indagare, anche con un microfono di
bassissima qualità, l’entità delle disomogeneità
nel locale e il livello degli interventi di correzione! Quindi, prima di esprimere qualsiasi tipo di
giudizio sulla resa bisogna munirsi di:
1) una piccola tavola con quattro ruote piroettanti
2) un analizzatore di spettro a basso costo e un
disco con il rumore rosa
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Graf. 1
C
D
C1
D1
Graf. C
Graf.D
0°
90°
180°
270°
Graf. 2
La regolazione della fase assume un ruolo determinante nell’ottimizzazione di un sub in funzione dell’emissione dei satelliti. La risultante degli effetti di correzione (insiti e indotti dalle nostre regolazioni) nella
catena sub-diffusori-ambiente è il frutto della somma
di tanti fattori dove le relazioni di fase sono una parte
del fenomeno. È preferibile disporre di un sistema dotato di controllo continuo della fase, in modo da trovare rapidamente e con precisione (sempre con un
analizzatore di spettro) il miglior equilibrio fra frequenza di taglio e livello di emissione. Come si può
vedere (Graf.1 - Sunfire), una volta trovato il livello
adeguato di emissione è possibile ottimizzare la risposta all’incrocio, esclusivamente con la regolazione
fine della fase. Le quattro posizioni fisse della fase del
Velodyne (0°, 90°, 180° e 270° - Graf.2) restituiscono
risultati abbastanza altalenanti che richiedono ulteriori modifiche della frequenza di taglio e del livello
complessivo. Un lavoro dispendioso ma pur sempre
più efficace rispetto a sistemi che prevedono solo
due posizioni (0° e 180°).
3) tanta pazienza per valutare prima “a occhio”, e
successivamente a orecchio, l’entità degli
interventi effettuati
I risultati: clamorosi!
Quando alla fine delle regolazioni la situazione appare abbastanza omogenea il sub scompare, l’estensione in basso diventa parte integrante con i sistemi anteriori e l’equilibrio tonale è completo.
Ma allora con tutte le posizioni e con tutte le “regolazioni” è possibile ottenere un suono uguale?
No, nel modo più assoluto! C’è dell’altro che solo con il concorso di tutta la sfera emotiva è possibile percepire, in questo caso utilizzeremo il
nostro “canone sonoro” per valutare i “differenti”
modi di espressione del sistema complesso locale-diffusori-subwoofer-noi stessi. In tutti gli altri
casi, valuteremmo nel modo meno opportuno
esclusivamente una lunga serie di errori che si
accavallano generando altri errori!
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Fra i sistemi che hanno goduto dei maggiori benefici
introdotti dagli elaboratori digitali dei segnali, possiamo annoverare gli attuali subwoofer dove è possibile realizzare un equalizzatore parametrico molto
sofisticato ed estremamente utile, senza pagare le
conseguenze di tali scelte che in genere si ripercuotono in un’altra gamma dello spettro! Inoltre, disporre di un sistema “informatico” di gestione consente di
realizzare un processo di autocalibrazione dei livelli,
in funzione della frequenza, attraverso una procedura guidata: una vera svolta per l’utente finale. Tale intervento, però, prevede esclusivamente l’equalizzazione del sub in ambiente, in funzione del suo posizionamento e del punto d’ascolto. Successivamente,
l’interazione con i diffusori principali dovrà essere
analizzata con i sistemi tradizionali e con le solite
procedure. Se si dispone di un analizzatore di spettro
abbastanza preciso, è anche possibile intervenire
manualmente sulle bande di intervento per ottimizzare ulteriormente le prestazioni. È un’operazione
abbastanza laboriosa (perlomeno con i due sistemi
in prova), soprattutto se paragonata alla routine automatica di autocalibrazione di entrambi i modelli
provati. Con i Velodyne della serie DD è possibile visualizzare in modo grafico su uno schermo un classico equalizzatore e si possono spostare “fisicamente” i
cursori. Nei grafici l’intervento è abbastanza marcato
e tende principalmente ad abbassare il volume complessivo in prossimità dei picchi. Nulla può essere fatto per gli avvallamenti: in un punto dove avvengono
cancellazioni non è possibile incrementare il livello
solo tramite l’equalizzazione!
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
DIFFUSORI
DIFFUSORI
Opera Opera Mezza
Yamaha NX-E800
Quale ruolo potranno mai occupare gli Opera Mezza
(dimensioni di un minidiffusore ma suono quasi alla
stessa stregua di un sistema completo) all’interno di
uno speciale che tratta di ambiente e subwoofer?
Semplicemente una posizione che potrebbe essere
provocatoria ma che, da un altro punto di vista, fornisce gli spunti necessari per gettare … quel tanto che
basta, le basi di un approccio “trasversale”alla riproduzione. Questi diffusori soprattutto in certe condizioni, possono raggiungere una riproduzione coinvolgente, grazie ad un incremento della gamma bassa (in funzione della stanza). Manca un piccolo passaggio che se ben affrontato può incrementare ulteriormente la resa: è per questa ragione che abbiamo
ritenuto opportuno utilizzare gli Opera Mezza con un
subwoofer, ottimizzato e collocato in un contesto di
più ampie vedute. I risultati sono clamorosi: quel
qualcosa in più che il sub, nelle condizioni ottimali,
fornisce, mette in secondo piano l’esborso economico e ogni preconcetto sui sistemi “misti” o “ibridi” che
alla luce dei fatti ampiamente giustificano una catena che “dirazza” dalle abituali regole: con il Velodyne
SPL1000R (che costa il doppio dei diffusori) il risultato ti fa sussultare! Se da soli gli Opera “reggevano”
senza problemi una catena di riferimento costituita
da pre Classé CP-700, finale Pass Laboratories
XA250.5 e sorgente Esoteric SA-60, con il sub si gode
di un suono gradevole e decisamente di alto livello,
in barba a ogni considerazione tipica...
Ci troviamo sempre più spesso di fronte a situazioni che
immancabilmente frantumano certezze e preconcetti! Se
da un lato questo sembrerebbe un bene, dall’altro però
dobbiamo necessariamente ricostituire un criterio di valutazione in rapporto a una realtà che muta a velocità vertiginosa. I diffusori del sistema completo stand alone Yamaha MCR-E810 rappresentano in pieno questo momento storico! Qualità, prezzi, investimenti di risorse e… risultati, oggi seguono strade differenti dal consueto; l’utente
(e il recensore) se distratti da una usurata consuetudine,
rischiano di non “percepire” certi piccoli outsider. Le prestazioni complessive del sistema in cui sono inseriti gli
NX-E800 ci hanno decisamente coinvolto al punto da valutare la qualità di ogni singolo componente della catena
e quanto il risultato complessivo dipendesse dai diffusori
che, per questa ragione, consiglieremmo vivamente di
rendere disponibili anche separatamente! Anche se le
A
elettroniche hanno un peso sostanziale e si sono dimostrate all’altezza della classe del prodotto, i piccoli diffusori sono dei fuoriclasse, costruiti e progettati con tutti i crismi: anche dal punto di vista estetico e prettamente strutturale, non hanno nulla da invidiare ai prodotti più comunemente appartenenti al segmento hi fi e non “consumer”! Il mobile è in MDF laccato a specchio con una finitura da far invidia a quella di tanti altri “tromboni” del settore, e le pareti sono rinforzate in più punti con un sistema a dir poco curioso (A): dopo la realizzazione del mobile esterno, sono stati inseriti manualmente dei segmenti
trapezoidali asimmetrici che si incollano alle pareti laterali
e a quella anteriore. Ne consegue che è possibile irrobustire un piccolo mobile con interventi abbastanza semplici che si potrebbero mettere in pratica anche da soli; sorta
di upgrade di un prodotto realizzato in modo standard.
Questo da un lato sicuramente innalza i costi di produzione, comunque molto contenuti in oriente, ma da un altro
evidenzia una insolita cura dei particolari a volte dimenticata o sottovalutata in prodotti più specificatamente ad
alta fedeltà! Il woofer (B) ha la membrana da 13 cm e il cestello in polimero, mentre il tweeter ha la cupola in seta
da 25mm. Usano entrambi gruppi magnetici ceramici con
un sorta di schermatura e sono realizzati in Thailandia. Nel
filtro sono state impiegate due classiche reti del secondo
ordine. La risposta (Graf.1) su piano orizzontale è decisamente regolare, manifestando la naturale attenuazione
del tweeter mentre sul piano verticale si notano i fenomeni di interazione del doppio filtro a 12 dB/oct situati in
prossimità della frequenza di incrocio. Il modulo dell’impedenza (Graf.2), sempre al di sopra dei 6 Ohm, è stato
probabilmente pensato per essere pilotato senza problemi da amplificatori di classe economica.
B
Graf. 1
CARATTERISTICHE DICHIARATE
Graf.2
Prezzo: € 799,00
Dimensioni: 19 x 26.5 x 31.5 cm (lxaxp)
Peso: 9 kg
Distributore: U.K. Distribution
via Barone, 4 - 31030 Dosson di Casier (TV)
Tel. 0422.63.35.47 - Fax 0422.63.35.50
www.operaloudspeakers.com
COSTRUZIONE AL BANCO DI MISURA VERSATILITÀ ASCOLTO FATT.DI CONCRETEZZA QUALITÀ/PREZZO 56
CARATTERISTICHE DICHIARATE
Prezzo:non venduti separatamente dal sistema MCR-E810
Dimensioni: 18,6 x 30 x 18,7 cm (lxaxp)
Peso: 4,3 Kg
Distributore: Italaudio
Via Torquato Tasso, 13/15 - 20025 Legnano (MI)
Tel. 0331.54.84.16 - Fax 0331.45.34.83
www.yamahahifi.it/
COSTRUZIONE AL BANCO DI MISURA VERSATILITÀ ASCOLTO FATT. DI CONCRETEZZA QUALITÀ/PREZZO
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
DIFFUSORI
Quad
L-ite Sat
di Fabio Masia
L
a serie L, grazie alla rinnovata estetica musicale e all’utilizzo di ottima componentistica, ha evidenziato un modo inconsueto
di riproduzione, per la scuola inglese e più specificatamente per Quad, soprattutto se rapportato al prezzo e alla elevata finitura del prodotto. La serie L-ite, che per scelta si colloca in
una fascia abbastanza bassa nel catalogo Quad,
ha talmente tanti punti in comune con gli altri
prodotti che, se questi beneficiavano di un vantaggioso rapporto qualità prezzo, i Sat L-ite
vengono lanciati in una categoria decisamente
a sé stante: in proporzione si rivelano un prodotto ancor più competitivo!
La finitura, gli altoparlanti e i componenti sono
praticamente gli stessi. Il particolare più evidente è la dimensione del mid woofer che, inevitabilmente per un satellite di piccole dimensioni, si riduce a soli dieci centimetri di diametro, mentre il mobile è leggermente più semplice nella realizzazione rispetto ai modelli maggiori e manca la parete inferiore di rinforzo posta alla base del diffusore.
Per il resto la superficie esterna è di eccellente
finitura in tutte e due le versioni (laccata nera o
legno) realizzate a specchio con un grado di finitura eccellente.
Quad, con la serie L-ite, mette in evidenza
quanto siano cambiati oggi gli equilibri e le
impostazioni aziendali: nessuno si aspetterebbe
da una delle più importanti aziende che hanno
creato il mondo dell’alta fedeltà che la produzione si sposti in oriente, anzi! Si vorrebbe
mantenere a tutti i costi una sorta di autarchia,
a prescindere dai risultati.
Invece, come abbiamo potuto apprezzare in
tutte le elettroacustiche Quad di recente produzione provate su SUONO, assistiamo alla nascita di un catalogo decisamente assortito, con
proporzioni e look azzeccati e con un rapporto
qualità/prezzo molto conveniente.
Il prodotto gode di una cultura e di una tradizione che rendono ben chiari gli obiettivi da
raggiungere e forse è proprio questo uno dei
principali motivi che fanno emergere un sistema rispetto ad un altro analogo. Quando si
hanno a disposizione le stesse risorse e gli stessi budget, necessariamente assisteremo a un li-
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Quad Lite Sat! Il nome è decisamente eloquente ma non rende merito
a questo piccolo sistema! Figli diretti della serie L, hanno ben poco di “leggero” e di “sat”:
ritroviamo infatti quasi integralmente l’impostazione sonora dei modelli più grandi.
Un diffusore che a tutti gli effetti non è uno stand alone, né si può considerare
un semplice satellite: i piccoli L-ite Sat, abbinati a un subwoofer, hanno restituito
un fronte sonoro plausibile e molto emozionante.
vellamento delle prestazioni o a una maggiore
specializzazione. Il caso de piccoli satelliti Lite mostra invece quanto le idee ben chiare alla
base di un progetto possano determinare un risultato abbastanza differente rispetto al solito,
che in un certo senso deriva in modo diretto
dai modelli da stand più importanti.
La scelta di un altoparlante di piccole dimensioni, capace di estendere la sua risposta molto in alto e il “taglio” abbastanza netto fra i
due altoparlanti, danno luogo a una risposta
molto lineare e abbastanza omogenea sia sul
piano verticale che su quello orizzontale.
Inoltre, i L-ite, anche se progettati in bass reflex, non hanno alcuna pretesa di funzionare
là dove le leggi della fisica lo impediscono!
Ne consegue che, a tutti gli effetti, abbiamo
di fronte un piccolo satellite, progettato senza
grilli per la testa ma che funziona. La timbrica è molto verosimile, senza alcuna tendenza
agli effetti speciali, ma, allo stesso tempo,
anche abbastanza presente. Il prezzo di listino si colloca in una fascia bassa ma fitta di
contendenti.
Tuttavia, se si considera il prezzo anche del
subwoofer abbinato, altro piccolo capolavoro
in quanto discende direttamente dal quello più
grande provato su SUONO n.381 di giugno
2005 (con cui condivide la stessa impostazione e la stessa sezione elettronica ma con un
woofer più piccolo), ci troviamo di fronte a un
sistema che, inaspettatamente, ha qualcosa da
dire in un modo abbastanza più tradizionale di
quello al quale siamo abituati i sub+sat destinati al mondo dell’audiovideo.
Se poi consideriamo l’altro livello di finitura
e la facilità di collocazione in ambiente del
piccolo sistema, allora abbiamo altri argomenti per considerare ancora più vantaggioso
un prodotto dove si vogliono coniugare
aspetto estetico, prestazione audio e impiego
multimediale.
CARATTERISTICHE DICHIARATE
Prezzo: € 286,00
Dimensioni: 14 x 23 x 16 cm (lxaxp)
Peso: 2,2 Kg
Distributore: Audio 4 & C.
Via Polidoro da Caravaggio, 33 - 20156 Milano (MI)
Tel. 02.33.40.27.60 - Fax 02.33.40.22.21
www.audio4.it
Tipo: da supporto Caricamento: bass reflex Potenza (W): 120 N. vie: 2 Impedenza (Ohm): 6 Frequenze Crossover (Hz): 2.200 Risposta in Frequenza (Hz): 70-24.000 +/- 3 dB Sensibilità (dB):
86 Altoparlanti: Wf 10cm, Tw 2,5cm cupola in seta
Rifinitura: nero, palissandro o acero, finitura piano
Griglia: tela.
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Diffusori Quad L-ite Sat
Quad L-ite Sat
L’ASCOLTO
RIPROPOSIZIONE DELLA GAMMA DI FREQUENZE
In tutta la gamma riprodotta la sensazione è quella
di una estrema linearità. I piccoli satelliti però, se
ascoltati senza il sub, evidenziano la mancanza di
una fetta importante di frequenze. Al contrario se
ottimizzati in ambiente (e in funzione del sub impiegato), l’estensione e la completezza di un range
plausibile sciolgono ogni preconcetto sui sistema
sub+sat. Il suono riesce a svincolarsi da dimensioni
così ridotte per approdare senza esitazioni ad una
rappresentazione continua della gamma!
CAPACITÀ DINAMICA
La dinamica e l’energia di un fronte sonoro sono inevitabilmente quelli caratteristici di un sistema costituito da un woofer da dieci centimetri, né la presenza di un sub se pur settato al meglio (ma comunque
che non può lavorare nella gamma di competenza
del sat) può variare tale aspetto. Così a volumi plausibili o anche abbastanza alti, abbiamo un fronte sonoro e dinamico accettabile ma comunque caratterizzato da un medio basso esile e con poco corpo.
Anche le voci, nelle condizioni limite tendono a perdere spessore se pur il “garbo” dell’apparecchio tende a non evidenziare eccessivamente il difetto.
Il mobile è realizzato con pannelli in MDF da 15 mm, impiallacciato in legno oppure laccato. In tutte le finiture è
prevista una lucidatura a specchio con una vernice ad alto spessore che conferisce al mobile una particolare sensazione di qualità e anche concretezza. Il condotto d’accordo è collocato sul pannello posteriore ma non costituisce un problema nell’avvicinamento alla parete di
fondo. È previsto a tal scopo un dado posteriore in metallo per fissare a parete il diffusore. Il tweeter è un componente in seta trattata da venticinque millimetri di diametro con il magnete in neodimio. Il piccolo altoparlante
è incollato a una flangia in plastica avvitata a filo del pannello frontale del mobile. Il woofer ha la membrana in
Kevlar, la sospensione in gomma e il cestello in alluminio
pressofuso molto robusto e sufficientemente aerodinamico. In altoparlanti così piccoli, dove il gruppo magnetico ha il diametro paragonabile alla membrana, si possono verificare fenomeni di compressione o turbolenze anche in conseguenza di un pannello anteriore troppo
spesso ma che nei Sat L-ite è stato particolarmente contenuto. La risposta (Graf.1) è abbastanza lineare sia sul
piano verticale che su quello orizzontale. L’impedenza
(Graf 2), si attesta intorno ai 4 Ohm ma non costituisce
un carico difficile da pilotare.Il crossover (A) impiega una
cella del terzo ordine sul tweeter e una del secondo sul
woofer con una frequenza d’incrocio abbastanza alta
(Graf.3).Di ottima qualità i componenti utilizzati.
A
Graf. 1
RICOSTRUZIONE DELLO STAGE SONORO
I Quad sat L-ite hanno restituito una ricostruzione
svincolata dai diffusori in ogni collocazione in ambiente, sia lontano dalle pareti che a ridosso di queste. Soprattutto in questa condizione la resa in questo parametro risulta tendenzialmente superiore alla
media della categoria. Comunque il palcoscenico
non ha mai evidenziato dimensioni prospettiche
marcate, restituendo una posizione salda delle voci
all’interno dei diffusori.
RICOSTRUZIONE DELLE ARMONICHE
ED EQUILIBRIO TONALE
Graf. 2
L’equilibrio è direttamente proporzionale alle regolazioni del subwofer: in funzione dell’ambiente e del
livello di ascolto l’impostazione tende a variare considerevolmente sottolineando la necessità di un
buon settaggio. Tuttavia, i piccoli satelliti hanno
mantenuto un comportamento molto chiaro e dettagliato anche in situazioni non ottimali.
COSTRUZIONE AL BANCO DI MISURA VERSATILITÀ Graf. 3
ASCOLTO FATT.DI CONCRETEZZA QUALITÀ/PREZZO NOTE E LEGENDA
I voti sono espressi sulla base di un criterio qualitativo relativo al parametro qualità/prezzo determinato in relazione alla classe di appartenenza dell’apparecchio. Il fattore di concretezza è un parametro, frutto dalla nostra esperienza, che racchiude
il valore nel tempo e l’affidabilità del prodotto, del
marchio e del distributore.
SUONO • giugno 2007
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
DIFFUSORI E SUBWOOFER
Sunfire XT CRM-2
Quel genio in perenne tumulto
di Bob Carver proprio non poteva
pensare un sistema
di altoparlanti in modo
tradizionale. Anzi, aborrendo
qualsiasi consuetudine
ha sfidato le leggi della fisica
e del buon senso per ricreare
un fronte sonoro credibile
da un sistema… quasi invisibile!
di Fabio Masia
C
osa ci potevamo aspettare dall’ideatore di
un amplificatore da 201+201 Watt per canale racchiuso in un cubetto di soli diciotto centimetri di lato? Che da qualche parte, prima o poi, questi 400 Watt sarebbero dovuti andare. E dove? Forse in un cubetto di altrettanti
centimetri? Non so se è stato proprio questo il
motivo che ha spinto Bob Carver ma trovo
molti indizi in tutte le sue realizzazioni che mi
inducono ad azzardare ipotesi, decisamente poco suffragate dai fatti… Anche i subwoofer sono un esempio in tal senso, anzi costituisco
l’eccesso: il True Subwoofer, ad esempio, racchiude in un cubo di trenta centimetri di lato
due altoparlanti e un amplificatore da 2.700
Watt! La serie più recente di diffusori chiude
un cerchio aperto circa vent’anni fa con un sistema che, per l’epoca, manifestava la stessa
sfrontatezza del progettista verso il
consueto e il tradizionale. Gli Amazing Loudspeaker evidenziavano
già una certa propensione nei trasduttori planari e a nastro, con
un’emissione dipolare e… tanti
aspetti in netta controtendenza per
l’epoca ma ancora irriverenti.
Quattro woofer piatti da 25 cm e
due tweeter a nastro da mezzo
metro per un’altezza complessiva
di oltre un metro! E tanti accorgimenti nella collocazione in ambiente. Oggi sono i piccoli CRM2 i discendenti di una stirpe nata
da tanto fervore creativo?
Il sistema si basa principalmente
su un altoparlante a nastro anteriore e due piccoli woofer posti ai lati
del mobile. È previsto anche un ca-
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nale centrale con gli stessi trasduttori, ma con
una geometria differente che si sviluppa in
orizzontale per un utilizzo prettamente audiovideo; in realtà, l’indole di Carver, anche se tesa a generare meraviglia e stupore, vuole comunque riprodurre un campo acustico plausibile e “indifferente” al genere riprodotto.
La disposizione dei woofer ai lati del diffusore,
collegati in parallelo fra loro, genera una serie
di fenomeni che interagiscono con l’ambiente
per ricreare un campo acustico parzialmente riverberato e uno molto diretto emesso dal tweeter planare anteriore. Come abbiamo potuto
constatare nei numerosi test condotti su sistemi
“estremi” (ad esempio gli omnidirezionali), il
risultato, appagante o spiacevole che sia, dipende da tanti fattori spesso non considerati né
nella progettazione né durante l’utilizzo del sistema. Da questo punto di vista i CRM-2 sfruttano in modo abbastanza importante le riflessioni laterali per quanto riguarda l’emissione in gamma media e tendono a carpire invece l’attenzione
dell’ascoltatore con una marcata direzionalità del suono
emesso dal tweeter. Per
quanto riguarda la riproduzione di una colonna sonora
o la riproduzione di effetti e
ambientazioni cinematografiche, questa soluzione ci trova
molto d’accordo, anzi abbiamo potuto appurare che in
certi casi un giusto compromesso fra un campo delocalizzato nello spazio e, allo
stesso tempo, uno invece molto ben collocato in ambiente,
riescano a mettere il cervello
nelle migliori condizioni per
Qui sopra:la risposta del sub (già provato da SUONO) è molto estesa e regolare, ma il volume generale viene leggermente influenzato dalla regolazione del filtro.
In basso:la vaschetta dei contatti in plastica con morsetti
in ottone dorato; accettano qualsiasi tipo di connessione.Il corpo ha un dado esagonale per favorire il serraggio
del cavo,ma la posizione ravvicinata rende difficoltoso il
collegamento; più in alto, il deviatore che seleziona l’equalizzazione della risposta in basso dei due woofer.
produrre un’interpretazione della realtà che
meglio si adatta all’evolversi della scena. La
collocazione in ambiente si rivela decisamente
facile e priva di alcun impedimento, quasi in
ogni condizione: i satelliti si possono fissare a
parete, su piedistalli appoggiati su una mensola
o su un mobile basso. Tramite il selettore sul
pannello posteriore si può regolare l’emissione
in gamma mediobassa per compensare l’eventuale incremento di emissione dovuto a un posizionamento troppo addossato. Comunque, la
marcata direttività del tweeter anteriore sul
piano verticale, suggerisce una collocazione
che guarda l’ascoltatore, con il sistema proprio
all’altezza delle orecchie oppure inclinato in
modo da usufruire al meglio della buona dispersione angolare del tweeter sul piano orizzontale. In questo modo, anche se la finestra è
piuttosto stretta, assume, a grande distanza,
quasi l’altezza del tweeter, circa 20 cm e si ottengono risultati decisamente interessanti; altrimenti si percepiscono “fuori asse” evidenti
alterazioni tonali.
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Diffusori Sunfire XT CRM-2
L’ASCOLTO
FABIO MASIA
Ha poco senso parlare di miracoli soprattutto nel settore dell’elettronica
di consumo. Se è vero che non bisogna lesinare sui sogni, allora è anche
vero che un miracolo è meglio che si
avveri in qualcosa di utile… davvero. I CRM-2 sono decisamente un attacco al prestabilito e a ogni ragionevole
progetto: suonano molto forte e sono dannatamente
piccoli. Inoltre, hanno molti meno difetti in proporzione
alle dimensioni, praticamente impossibili. Hanno però
un prezzo decisamente alto e che a questo punto gene-
PAOLO CORCIULO
ra un forte dubbio: ma poi, tutto questo dispiegamento
di mezzi è davvero necessario? O meglio, in quali condizioni il contenimento delle dimensioni così estremo è
utile senza trasformasi in un mero accanimento estetico/tecnologico?
Questa domanda, unita a qualche esitazione dal punto
di vista dell’audio puro, mi fa pensare che i CRM-2 non
abbiano colpito totalmente nel segno, o non nella misura di quanto ha fatto il subwoofer (già provato su SUONO) che, invece, è l’espressione di un prodotto ai massimi livelli pensato, ottimizzato e realizzato, in funzione
dell’ambiente e delle esigenze dell’utente finale.
Non nego che il mio interesse per questo sistema sia nato per due ragioni, entrambe estremamente personali: la prima derivante dal piacere intellettuale di
potermi confrontare con un sistema al
tempo stesso piccolo e a nastro; l’altra dalla necessità, credo
condivisa, di ricercare delle apparecchiature che, come una
sorta di botte piena ecc ecc, assicurassero estetica piacevole, intrusione (prevista nel mio salotto) modesta, prestazioni
valide tanto in campo audiovideo che in quello audio. Sì, sì:
cercavo la moglie ubriaca e… quello che ne consegue! Mol-
ti di questi aspetti sono stati esauditi: bello il sistema lo è,
piccoli i satelliti pure, con l’audiovideo sono ampiamente
più di quel che mi necessita… Qualche perplessità solo nell’utilizzo audio, al di sotto delle (eccessive) attese: si tratta
pur sempre di un sistema sub+sat estremamente piccolo
nei sat e straordinariamente versatile nel sub! In particolare,
se si rapporta il tutto al prezzo, i satelliti sembrano eccessivamente costosi rispetto a quello che offrono. L’alternativa
sarebbe da ricercare in connubi tutti da trovare e non ancora sperimentati, quasi sicuramente perdenti dal punto di vista estetico e “intellettuale”: alla domanda lascia o raddoppia?, propendo per quest’ultima…
CARATTERISTICHE DICHIARATE
COSTRUZIONE Prezzo: € 1.776,00
Dimensioni: 14 x 21 x 15 cm (lxaxp)
Peso: 4 kg
AL BANCO DI MISURA Distributore: Adeo Group
Via Filos 35/31 - 38014 Lavis (TN)
Tel. 0461.24.82.11 - Fax 0461.24.50.38
www.adeogroup.it
FATT.DI CONCRETEZZA VERSATILITÀ ASCOLTO QUALITÀ/PREZZO Tipo: da supporto Caricamento: sospensione pneumatica Potenza (W): 25-400 N. vie: 2 Impedenza
(Ohm): 8 Frequenze crossover (Hz): 1.500 Risposta
in frequenza (Hz): 95-40.000 Sensibilità (dB): 90 Altoparlanti: 1 tw a nastro, 2 wf da 11 cm Rifinitura:
palissandro nero lucidato a specchio Griglia: tela
acustica.
IN SINTESI
I CRM-2 identificano in modo
molto netto il concetto di prodotto estremo: ci troviamo di fronte
a un sistema senza mezzi termini; da un oggetto così piccolo
non può generarsi un suono così!
Però è anche vero che i compromessi a cui si è andati incontro
assumono una rilevanza non certo trascurabile: se è vero che il
suono che fuoriesce dai due satelliti più il sub è stupefacente, è
anche vero che è…un suono che
fuoriesce da due satelliti più un
sub! Questa sensazione si avver-
SUONO • giugno 2007
NOTE E LEGENDA
I voti sono espressi sulla base di un criterio qualitativo relativo al parametro qualità/prezzo determinato in relazione alla classe di appartenenza dell’apparecchio. Il fattore di concretezza è un parametro, frutto dalla nostra esperienza, che racchiude
il valore nel tempo e l’affidabilità del prodotto, del
marchio e del distributore.
te principalmente nella riproduzione esclusivamente di musica,
mentre nell’audiovideo gli equilibri cambiano radicalmente raggiungendo risultati decisamente
inaspettati e molto validi. L’altro
argomento dolente è il prezzo:
molto alto, soprattutto se rapportato alle prestazioni in assoluto
del sistema, anche in funzione
delle prestazioni nel campo audiovideo dove hanno dimostrato
una marcia in più rispetto alla riproduzione esclusivamente di
musica a due canali. Inoltre, i satelliti hanno bisogno di amplifi-
RIPROPOSIZIONE DELLA GAMMA DI FREQUENZE
Lungo l’intera gamma si presenta qualche manchevolezza anche se la porzione più elevata è trattata
con dolcezza e pienezza estrema, esattamente come
nelle frequenze più basse dove la facilità di settaggio
del sub consente il suo intervento solo quando serve,
mai debordante o eccessivamente presente. Da soli i
satelliti non potrebbero mai funzionare avendo
un’ampiezza di risposta inevitabilmente limitata.
CAPACITÀ DINAMICA
Non straordinaria, tende ad una rappresentazione
delle sonorità tranquilla, corretta ma mai abbondante nel punch. Forse avremmo preferito di più ma non
si può chiedere ad un woofer delle dimensioni di
quelle utilizzate nei satelliti più di quello che può dare... Non ci sono comunque particolari “cadute” all’aumentare della complessità del brano riprodotto.
RICOSTRUZIONE DELLO STAGE SONORO
Buona la capacità di ricostruzione, con una scena abbastanza credibile nelle tre dimensioni, anche se a
tratti qualche accenno di artificialità appare, se pur
non marcato. Nel complesso una prestazione ampiamente oltre la sufficenza sia dal punto di vista della
profondità che della larghezza dello stage con giuste
dimensioni di strumenti e voci.
RICOSTRUZIONE DELLE ARMONICHE
ED EQUILIBRIO TONALE
Qui il divario maggiore tra le prestazioni in ambito
audiovideo e quelle più prettamente hi-fi. Nel primo
caso ci avviciniamo al massimo possibile e/o necessario, con un sistema che risponde senza intrusioni a
distrarrre dal complesso della rappresentazione
(suoni più immagini). La riproduzione della voce in
particolare è un punto di forza dei piccoletti: dolcezza e raffinatezza la caratterizzano. All’estremo basso
nulla da eccepire e anzi un plauso rispetto a sistemi
dello stesso tipo ma più “caciaroni”: senz’altro merito
delle indubbie caratteristiche del sub e delle molteplici possibilità di regolazione fino a completa soddisfazione dei gusti dell’utilizzatore. Con la musica “pura” si evidenzia invece qualche carenza negli strumenti più complessi e nei passaggi dello stesso tipo,
specialmente con la musica classica.
cazioni molto potenti e raffinate
per esprimersi al meglio, quindi,
al prezzo dei diffusori bisogna
abbinare quello di elettroniche di
alta gamma e, soprattutto, potenti. L’ultima considerazione è nella collocazione in ambiente: eccellente versatilità e interfacciabilità con l’ambiente, soprattutto
se si considerano le peculiarità
del subwoofer. Ma in un prodotto di questo genere questo diventa veramente un valore aggiunto
o rimane solo una caratteristica
estrema ma fine a se stessa? Indubbiamente, il sistema ha resti-
tuito un comportamento in certe
condizioni eccellente, ma, per il
prezzo e le condizioni di utilizzo,
ci sono tanti e agguerriti concorrenti (magari un po’ più grandi e
più sgraziati ma altrettanto versatili) con cui fare i conti. Probabilmente i “piccolini” rispecchiano quasi tutti gli obiettivi di Carver, almeno per quanto riguarda
la generazione di un campo acustico all’interno di un locale domestico e primo fra tutti la meraviglia che naturalmente suscita
un sistema “microscopico” con
prestazioni importanti.
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
Sunfire XT CRM-2
Il mobile dei CRM-2 è realizzato in MDF impiallacciata
con palissandro e lucidata a specchio con una vernice
brillante, parzialmente rossa. La finitura è eccellente e in
particolari condizioni di illuminazione si apprezza la bellezza della venatura del legno, marcata e molto elegante
in un mobile di queste proporzioni. La struttura è molto
compatta: i due woofer sono posti sulle pareti laterali
con i magneti quasi a contatto fra loro e il tweeter occupa quasi tutto il pannello anteriore. Sul fondo è collocato il filtro (A) che prevede una semplice rete a 6 dB/oct
per il tweeter, con una più piccola di compensazione e
una di attenuazione centrata intorno ai 2 kHz per la coppia di woofer. Inoltre, tramite l’interruttore posto sulla
vaschetta dei contatti è possibile escludere o inserire il
filtro in basso costituito da una resistenza e da due condensatori in parallelo fra loro, uno elettrolitico da 150 μF
e uno in poliestere da 3 μF, posti in serie ai due woofer. È
presente inoltre, in serie al segnale, un PTC che salvaguarda l’integrità degli altoparlanti, in seguito ad eventuali eccessi di potenza applicata: la tenuta in potenza è
molto alta ma la sensibilità del sistema non è eccessiva.
Quindi per ottenere adeguate pressioni è necessario alzare molto la manopola del volume! In queste condizioni risulta necessario usare una sorta di protezione dagli
eccessi. Il tweeter (B e C), realizzato dalla Hi-Vi Research,
ha la membrana da 12 x 2,7 cm estremamente leggera e
con un gruppo magnetico al neodimio posto dietro la
sottile lamina di supporto. Nella flangia in plastica è ricavato il profilo di correzione della risposta fuori asse che
linearizza notevolmente la risposta, estendendola sul
piano orizzontale ad angolazioni decisamente azzardate. I woofer (D) sono realizzati dalla stessa azienda con il
cestello in alluminio pressofuso e la membrana in polimero. L’equipaggio mobile è stato realizzato per sostenere ingenti sollecitazioni meccaniche. La risposta in frequenza (Graf.1) evidenzia un andamento abbastanza lineare con una marcata propensione verso l’estremo superiore, che in asse al tweeter assume un livello di alcuni
dB più alto rispetto al resto della gamma. L’estensione in
basso è limitata molto prima dei 100 Hz e presenta un
picco accentuato in prossimità della frequenza di risonanza dei due woofer, intorno ai 200 Hz. Come si nota
nella curva azzurra, il livello di emissione in quella zona
si linearizza con il filtro inserito. Fuori asse si manifesta
un calo di energia in gamma media e una naturale, seppur minima, attenuazione della gamma alta del tweeter.
Il modulo dell’impedenza (Graf.2) è abbastanza alto
nonostante i due woofer collegati in parallelo e comunque non costituisce un carico difficile. Le curve di risposta elettriche degli altoparlanti (Graf.3) mostrano le particolari scelte costruttive del filtro sulla coppia di woofer
e sul tweeter anteriore.
C
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A
Graf.1
B
Graf.2
D
Graf.3
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Subwoofer Velodyne SPL-1000R
SUBWOOFER
Velodyne SPL -1000R
Velodyne SPL-1000R
Il mobile è in MDF ad alto spessore con quattro rinforzi interni sugli spigoli laterali in prossimità delle marcate
stondature: questa soluzione lo rende ancor più facilmente inseribile in ambiente e anche più rigido.Il woofer da 25 cm di diametro è montato dall’interno e il gruppo di amplificazione in classe D è installato sulla parete
posteriore. La sezione attiva discende direttamente da
quella installata sulla serie DD: anche se di minor potenza, e con un circuito di reazione per il contenimento
della distorsione al posto del tradizionale accelerometro,
è dotata di un DSP in grado di elaborare le informazioni
relative ai filtri elettronici e ai controlli di equalizzazione.
La risposta in frequenza (Graf.1) appare regolare in tutta la gamma riprodotta e gli interventi nella regolazione
della frequenza di taglio superiore non alterano la porzione di banda non interessata,facilitando le operazioni
di messa a punto. Inoltre,come si può notare (Graf.2) sono disponibili 4 curve di equalizzazione, impostate in
fabbrica, che si aggiungono alle regolazioni di ottimizzazione in ambiente consentendo un utilizzo più idoneo
in funzione del programma riprodotto.È stata scelta la curva jazz/musica classica per identificare la risposta senza
alcun intervento, eccetto il naturale filtro subsonico a
15 Hz necessario per la salvaguardia dell’altoparlante.
Se l’SPL-800 ci aveva impressionato
a tal punto da riconsiderare il sub in ogni
sua espressione, l’SPL-1000R ci spiazza
letteralmente!
di Fabio Masia
Graf. 1
SUONO • giugno 2007
Graf.2
film
jazz (flat)
rock
giochi
L’
SPL-800 ha determinato una svolta radicale
nel considerare l’inserimento di un sub in un
sistema “rigidamente” hi-fi, con relativo
stupore, al tempo, di tutta la redazione! Molti di
noi hanno capitolato di fronte all’evidenza, non
senza reticenze e continui ripensamenti; davanti
a un comportamento decisamente fuori dal comune, la musica e la passione hanno preso il
sopravvento...
La nuova serie reinterpreta tutti quei criteri “buoni” alla base del fortunato progetto che diede vita alla serie SPL, serie abbastanza costosa in assoluto (a metà catalogo Velodyne) e vero affarone al prezzo offerto, considerando le prestazioni e i natali!
L’aspetto più interessante della nuova serie SPL
è il prezzo: circa il 25% inferiore! Se aggiungiamo che l’amplificazione è stata potenziata, il
mobile è più pregiato nelle rifiniture ed è presente
un esclusivo sistema di autoequalizzazione della
risposta in ambiente (che deriva direttamente
dalla prestigiosa serie DD), l’SPL-1000R si tramuta in un oggetto quasi irrinunciabile, anche
se… ancora a caro prezzo!
Il piacere d’ascolto è però inusuale e la migliore
fruibilità di tutto l’impianto cresce notevolmente con benefici da ogni punto di vista.
Daltronde, la parte bassa dello spettro sonoro ha
la sua importanza e, se poco presente in un impianto, con la serie SPL-R è possibile ricrearla e
goderne… quasi in ogni condizione di abbinamento e di ambiente d’ascolto domestico.
CARATTERISTICHE DICHIARATE
COSTRUZIONE Prezzo: € 1.750,00
Dimensioni: 31 x 32 x 36 cm (lxaxp)
Peso: 20 kg
Distributore: MPI
Via De Amicis, 10-12 - 20010 Cornaredo (MI)
Tel. 02.93.61.101 - Fax 02.93.56.23.36
www.mpielectronic.com
AL BANCO DI MISURA Tipo: amplificato, stereo Caricamento: sospensione
pneumatica Potenza nominale (W): 1000 N. vie: 1
Frequenze di taglio (Hz): 40-120 Risposta in frequenza (Hz): 24-120 Altoparlanti: 1 wf da 25 cm a
lunga escursione Controlli: taglio regolabile in continuo, fase selezionabile (0°,90°,180°,270°); circuito di
autoequalizzazione Note: ingresso da pre o finale; telecomando; microfono per l’autoequalizzazione.
NOTE E LEGENDA
I voti sono espressi sulla base di un criterio qualitativo relativo al parametro qualità/prezzo determinato in relazione alla classe di appartenenza dell’apparecchio. Il fattore di concretezza è un parametro, frutto dalla nostra esperienza, che racchiude
il valore nel tempo e l’affidabilità del prodotto, del
marchio e del distributore.
VERSATILITÀ ASCOLTO FATT.DI CONCRETEZZA QUALITÀ/PREZZO 63
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
Incroci pericolosi?
OPERA MEZZA
Graf.1
Quattro piccoli diffusori, due sub e otto modi di intendere la musica più,
inevitabilmente, l’effetto dell’ambiente. Che cosa succederà se si considera soprattutto
che ognuno dei componenti di questo set rappresenta una specifica categoria?
di Fabio Masia
Q
uattro diffusori di piccole dimensioni, di
cui due sono sistemi “piccoli” da stand
(woofer da tredici centimetri) mentre gli
altri due sono piccoli satelliti a tutti gli effetti
(woofer da 10/11 centrimetri), con la risposta
verso le basse frequenze tale da non ammettere l’utilizzo “autonomo” senza il subwoofer. I due sistemi da stand (Opera Mezza e
Yamaha NX - E800) anche se appartengono
alla classe dei mini, in determinate condizioni (ad esempio molto addossati alla parete di
fondo), sollecitano l’ambiente in quasi tutto
lo spettro, risultando apparentemente completi a volumi abbastanza bassi di ascolto.
Alzando però il livello, si avverte la progressiva mancanza di pressione e articolazione
nella parte bassa dello spettro. Tutto sommato, per i “mini” il risultato è molto più equilibrato di quello delle “pietre miliari” del settore tipo ProAc Tablette, Sonus faber Minima
o LS3/5a, almeno per quanto riguarda l’estensione in basso sottolineando l’evoluzione
che da allora a oggi ha caratterizzato il settore! Vincendo ogni pregiudizio (ma anche
confortati da uguali miglioramenti nel settore
dei sub), nonostante quanto affermato è lecito
domandarsi se e come l’aggiunta del subwoofer agli attuali “mini” determini miglioramenti o no e in che misura…
Inevitabile, invece, il suo utilizzo con Quad
Sat L-ite e Sunfire XT CRM-2 (che pure rappresentano due modi abbastanza distanti di interpretare il concetto di satellite): nonostante i
campi d’applicazione dei due “ultrapiccoli”
siano abbastanza differenti, il comportamento
sonoro globale tutto sommato è paragonabile,
almeno sotto certi aspetti.
Il dato più importante che emerge è: un sistema sub + sat suona come un sistema sub +
sat! Non è pensabile sopperire alle mancanze energetiche dei satelliti con il subwoofer!
Un woofer da dieci centimetri di diametro
non può opporsi alle leggi della fisica, anzi
può farlo, ma proprio perché è da dieci centimetri ha pochissima voce in capitolo!
L’abbinamento con un subwoofer avviene in
funzione dei satelliti impiegati: è del tutto
inutile esagerare nelle prestazioni del sub, si
otterranno esclusivamente effetti deleteri.
Quegli effetti ai quali siamo abituati e che in
passato ci hanno indotto a scartare, quasi a
priori, l’inserimento di un subwoofer in un sistema. La qualità del sub e le sue performance
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sono direttamente proporzionali al prezzo: i
risultati clamorosi che abbiamo avuto con il
Velodyne in più occasioni, e con il Sunfire,
non si riscontrano in sistemi meno versatili!
Perché? Un’ottimale regolazione dei vari
parametri consente al sub di operare al suo
meglio in funzione delle condizioni ambientali e, al contrario, è vero l’effetto opposto!
Prodotti di fascia più economica non offrono
le stesse possibilità e si rischia di utilizzare
male un prodotto: è questa la ragione per cui
quelli utilizzati sono dei piccoli fuoriclasse.
Non consideriamola una regola assoluta ma, a
meno di condizioni particolarmente favorevoli, un sub economico con poche possibilità di
regolazione potrebbe creare condizioni alterate di utilizzo che deteriorano le prestazioni del
sistema.
Ovviamente, sono fuori gioco quasi tutti i sistemi passivi di grandi dimensioni: questi
hanno bisogno di condizioni decisamente particolari per raggiungere un giusto livello di integrazione con i diffusori principali o, più
semplicemente, devono essere progettati appositamente.
Ringraziamenti
- Johannes Karlsson, per la realizzazione di un analizzatore di spettro decisamente utile e funzionale.
www.e.kth.se/~johk/jdft/download.html
- Franco Languasco, per aver scritto e reso disponibili al
seguente indirizzo efficaci programmi di elaborazione e
generazione di segnali in Visual basic:
www.flanguasco.org/VisualBasic/VisualBasic.html
- l’azienda Liberty Instruments (www.libinst.com) per aver
reso disponibile al seguente indirizzo una sequenza da
30 secondi di rumore rosa:
www.libinst.com/Long%20Pink%20Noise%20WAV%20r
ecording.zip
Bibliografia
- “Attualità tecnica:Tutto quello che c’è da sapere sul sub”,
SUONO n. 339 dicembre 2001
- “Amateur Professionel: Riflessioni sui subwoofer. Bassi
profondi? Sì, ma come…”, SUONO n. 381 giugno 2005
- “Prove IAF:Velodyne SPL 800”, SUONO n. 349 ottobre
2002
- “Attualità tecnica: Quinto elemento” (prima parte),
SUONO n. 334/335 luglio-agosto 2001
- “Attualità tecnica: Quinto elemento” (seconda parte),
SUONO n. 337 ottobre 2001
- “Quinto elemento: Diffusori e ambiente” (prima parte),
SUONO n. 343 aprile 2002
- “Quinto elemento: Diffusori e ambiente”(seconda parte),
SUONO n. 344 maggio 2002
Graf.2
Graf.3
La risposta in frequenza dei due diffusori nel
punto d’ascolto evidenzia una cancellazione
abbastanza evidente intorno agli 80 Hz caratteristica della geometria del locale e del punto
d’ascolto scelto.
La vicinanza alla parete posteriore contribuisce
a un incremento della parte bassa dello spettro
che si rivela piuttosto consistente. La curva azzurra mostra la risposta con i condotti d’accordo parzialmente ostruiti.
In questa collocazione i diffusori restituiscono
una risposta decisamente estesa e con una buona energia in gamma bassa che consente l’impiego degli Opera Mezza anche come sistema
standalone.
L’abbinamento con i due subwoofer, invece,
crea un campo sonoro decisamene completo: si
riesce a colmare l’avvallamento intorno agli 80
Hz e i due sub, posti nello stesso punto, anche
se con comportamenti leggermente differenti,
si integrano perfettamente con la risposta principale.
giugno 2007• SUONO
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Incroci pericolosi?
QUAD SAT L-ITE
SUNFIRE XT CRM-2
Graf. 1
Graf. 1
Graf.1
Graf. 2
Graf. 2
Graf.2
Graf. 3
Graf. 3
Graf.3
Le piccole dimensioni e l’ottima dispersione
angolare danno luogo a una risposta molto regolare in tutta la banda riprodotta.
Le condizioni di posizionamento sono comuni
a tutti i sistemi utilizzati, infatti permane la
cancellazione intorno agli 80 Hz ma l’energia
comincia a mancare a partire dai 100 Hz.
La curva azzurra mostra la risposta con i condotti parzialmente ostruiti e denota un’ulteriore
carenza di energia nella parte bassa dello spettro. Tuttavia, nell’abbinamento con i subwoofer non abbiamo notato miglioramenti con i
condotti ostruiti, pertanto, l’ascolto migliore si
è effettuato con il sistema full range.
Il livello generale dei sub è stato alzato leggermente rispetto agli altri sistemi con un effetto
abbastanza piacevole e mai invadente.
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YAMAHA NX-E800
La risposta è marcatamente condizionata dalla
posizione d’ascolto come verificato con ulteriori misure. I piccoli satelliti sono stati collocati nelle medesime condizioni degli altri, ma
in funzione di piccoli spostamenti si ottengono
variazioni significative della parte alta della risposta in frequenza. La curva celeste si riferisce al controllo della risposta in gamma bassa
che, anche in ambiente, evidenzia il punto di
intervento che parte da circa 200 Hz. Si nota
sempre la caratteristica del locale intorno agli
80 Hz, ma rimane comunque un netto calo di
energia intorno ai 150 Hz che non si riesce a
colmare con il subwoofer: quando si tenta di
intervenire in quella zona si alterano significativamente gli equilibri timbrici e si avverte una
certa perdita di controllo sulle mediobasse. La
miglior regolazione dei due sub restituisce un
buon compromesso ma, con il sub Sunfire, ad
alto volume d’ascolto si ottengono risultati migliori che con il Velodyne. I satelliti restituiscono una buona escursione dinamica, forse la
più ampia dei quattro modelli, almeno nel range di frequenza in cui operano; allora, in queste condizioni, un bel po’ di energia in più da
parte del sub non guasta.
La risposta appare decisamente lineare evidenziando tuttavia la solita anomalia intorno agli
80 Hz e un picco di risonanza intorno ai 150
Hz più marcato rispetto agli altri sistemi. Nonostante le dimensioni contenute questo piccolo
diffusore si può considerare uno standalone. La
curva azzurra evidenzia il comportamento in
gamma bassa del sistema con il condotto d’accordo parzialmente ostruito. Anche in questo
caso, durante l’ascolto con entrambi i sub abbiamo notato una resa migliore con il condotto
libero e con la conseguente migliore regolazione in funzione dell’estensione in basso. I risultati sono stati eccellenti, ma entrambi sono decisamente surdimensionati rispetto alla necessità: forse il maggior limite dei diffusori Yamaha è proprio la resa ad alti volumi d’ascolto. La
timbrica si indurisce e si avverte una sensazione di compressione. Parliamo di livelli comunque abbastanza alti, ma molto lontani dalle potenzialità dei due sub. Pertanto in questo caso
essi si equivalgono. In questo caso, sarebbe
stato interessante disporre di un prodotto con le
stesse peculiarità del Velodyne ma più economico e meno spinto come prestazioni.
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