il tempo libero... - Viguzzolo – Un Paese Per Tutti 2.0

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il tempo libero... - Viguzzolo – Un Paese Per Tutti 2.0
...il tempo libero...
Qui Viguzzolo 2010
A R R E DA M E N T I
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Qui Viguzzolo 2010
In copertina: un gruppo di giovani
Viguzzolesi sul carrettino trainato da
un pony, mentre trascorrono la festa
di Carnevale (1963)
Indice
Pag. 3
Pag. 4
Pag. 5
Saluto del presidente della Pro Loco
Saluto del Sindaco
Presentazione
Valentina Nicolini
Luigi Butteri Rolandi
Simone Pellegrin
Associazioni
Pag. 6
Pag. 7
Pag. 10
Pag. 12
Pag. 14
Pag. 15
Pag. 16
Pag. 18
Pag. 20
Quelli che nel tempo libero
Le attività della nuova Pro Loco
Il programma per il 2011
Un po‟ di tempo libero dedicato alla cultura
Gruppo Parrocchiale Caritas
Santa Elisabetta d‟Ungheria
Un anno importante per la S.M.S. “La Fraterna”
Benvenuto Summer Vigu!
Il Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola
Valentina Nicolini
Augusta Tallone
Cinzia Rescia
Roberto Zampiero
Don Gino Bava
Mario Mensi
Maria Rita Torlasco
Giulio Marchese
Attualità e avvenimenti
Pag. 21
Pag. 22
Pag. 23
Pag. 24
Pag. 24
Pag. 25
Pag. 26
Pag. 28
Il doppio Capodanno
Prendiamoci un momento per noi
Il nuovo parco giochi visto dai bambini
La scuola materna estiva
Una piazza in festa
Una vera passione
L‟Estate Ragazzi 2010
Le stagioni a Viguzzolo
Bonaventura
Francesca Pasino
Susanna Pagella
M.P.
Lorenzo Lossano
Jenny Tosonotti
Paolo Casaschi
Qui Viguzzolo 2010
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Pag. 31
Pag. 32
Pag. 33
Pag. 34
Pag. 36
Pag. 38
L‟evoluzione della popolazione a Viguzzolo
Il gemellaggio Viguzzolo - Leonforte
“Si era ora e ce l‟abbiamo fatta!”
I recenti restauri nella chiesa Parrocchiale
Ricordi da El Carmen, Perù
L‟ultimo giorno di scuola
Marina Mascarone e Barbara Torriglia
Valentina Nicolini
Enrico Pertusi
Marina Mascarone
Padre Lorenzo Bergantin
Elisabetta Montaldi
Tra storia e tradizione
Pag. 43
Pag. 46
Pag. 49
Pag. 50
Pag. 52
Pag. 54
Atmosfere e ricordi dai bar di Viguzzolo
Arrivano i capelloni!
Suoni e voci delle campane della parrocchia
La “Signora di Viguzzolo”
I garibaldini di Viguzzolo
I torchi a casa Mensi
Pier Luigi Piccinini
Alessio Marino
Mario Marini
Emanuela Carniglia
Cl. III D - Scuola media
Giuseppe Mensi
Ricordi
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Pag. 57
Pag. 58
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“Gioia”, il campanaro provetto
Ricordo di Fausto Contardi
Per non dimenticare un viguzzolese illustre: Giuseppe Lunassi (1845 - 1879
Ricordando il geom. Francesco Serra (Bruno)
Mario Marini
Gabriella Lunassi
Cultura
Pag. 61
Pag. 62
Pag. 64
Pag. 66
Pag. 68
Pag. 71
Pag. 72
Le campane: curiosità e ricordi
Il Borgo Insigne
Appunti per una storia su Viguzzolo e dintorni
Il Mulino della Cavallina
Biblioteca di Viguzzolo - Un anno di attività 2010
Aldo Nove - Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese...
Un patrimonio culturale da salvare: u dialet ad Vicsö
Mario Marini
Silvia Magrassi
Domenico Peverone
Mauro Sartor
Pierluigi Pernigotti
Michela Moratto
Cinzia Rescia
Sport
Pag. 73
Pag. 74
Pag. 74
Pag. 75
Pag. 78
Pag. 79
Il Gruppo Bocciofilo viguzzolese
Il Basket Club Viguzzolo
Il centro sportivo viguzzolese
Una campionessa a Viguzzolo
L‟attività del calcetto all‟oratorio P. G. Frassati
Intervista al capitano
Nadio Pellegrin
Enrico Marina
Enrico Pertusi
Andrea Torriglia
Francesca Bassignana e Valentina Quaglini
Chi vigsö
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Pag. 40
Pag. 41
Pag. 42
Il granturco e ra pulente
Poesie dialettali (Ra pulente, Capìs no, Dètu „r‟ “vino batesato”)
A fam ra pulente con…
Ar piasì e ar crüsie da scriv in dialet
A cura di Valter e Sergio Ponta
Supplemento al n° 7 del 26 febbraio 2011 di “Sette Giorni a Tortona”
Aut. Trib. Tortona 30-12-64 n.46 - Dir. resp. Mauro Maruffo - Stampa Litocoop Srl
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Qui Viguzzolo 2010
Saluti
Cari Viguzzolesi,
auguro a tutti voi un sereno 2011 ed una piacevole
lettura di Qui Viguzzolo.
Molti concittadini hanno
domandato le ragioni che
mi hanno portato ad accettare l‟incarico di Presidente Pro Loco, forse
perché un poco sorpresi
dal fatto che volessi aggiungere un ulteriore
impegno a quelli che ormai da trent‟anni mi competono e
che svolgo con dedizione e passione in quanto dipendente
dell‟Amministrazione comunale.
Prendendo a pretesto la necessità di dare una risposta alla
curiosità di quei concittadini, vorrei, in questa sede ribadire a tutti i viguzzolesi i motivi di tale scelta. Essi vanno
ricercati nel mio desiderio di contribuire attivamente e a
titolo gratuito a rinnovare di anno in anno l‟appuntamento
con le ricorrenze della tradizione, creando momenti nuovi
di aggregazione e di divertimento e dando un tocco innovativo ai programmi sociali, per risvegliare in questo modo i Vostri interessi e avere quindi l‟opportunità di crescere insieme sia come individui, sia come comunità.
Esiste poi una motivazione più personale ma altrettanto
valida e che coincide con la gratificazione, l‟equilibrio e
la serenità che derivano dal sentirmi vicina alle persone
della mia comunità, supportandole nella risoluzione dei
loro problemi e cercando di soddisfare le loro necessità.
Con l‟uscita del nuovo numero di Qui Viguzzolo, voglio
presentare i nuovi membri del Consiglio Direttivo della
Pro Loco, che insieme a me hanno deciso di intraprendere
questa avventura:
Luigino Torriglia – Vicepresidente
Enrico Pertusi – Vicepresidente
Augusta Tallone – Segretario e Tesoriere
Ada Barattini – Consigliere
Luigi Chiesa – Consigliere
Nella Filippini – Consigliere
Amleto Macor – Consigliere
Mario Mensi – Consigliere
Un sentito ringraziamento a nome di tutta l‟associazione
va al Dr. Bruno Cadirola e alla signora Carla, sempre
puntuali nel dispensare il loro aiuto economico a favore
della Pro Loco e grazie anche a tutti i cittadini che collaborano a vario titolo nella realizzazione del programma
della nostra Associazione.
Il Presidente della Pro Loco
Valentina Nicolini
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Saluti
Carissimi Concittadini,
come consuetudine scrivo queste poche
righe d'apertura sulla ormai tradizionalissima pubblicazione “Qui Viguzzolo” edita
dalla nostra Pro Loco.
Innanzitutto un doveroso ringraziamento al
nuovo Presidente Valentina Nicolini e al
nuovo consiglio direttivo dell'Associazione che, anche quest'anno mi danno l'opportunità di porgere da queste pagine un saluto affettuoso e i tradizionali auguri di buon
anno 2011 a tutti i Viguzzolesi. Come
sempre scrivo in chiusura dell'anno e
quindi il mio pensiero si focalizza sul consuntivo dell'annata, su quello che
avevamo programmato di fare, su quello che è stato fatto, cosa invece non
siamo riusciti a portare a termine e su tutti i progetti che vorremmo vedere
realizzati.
I tempi che stiamo vivendo non sono incoraggianti, siamo passati da una
tremenda crisi economica che ha attanagliato il mondo intero e che sta ancora incidendo in modo pesante sull'economia nazionale. Sto pensando
soprattutto ai giovani che faticano ad entrare nel mondo del lavoro, alle
giovani famiglie che si trovano in difficoltà economiche perchè uno dei
coniugi ha perso il lavoro, con i figli da crescere, il mutuo da pagare e tanti
altri problemi che incidono alla fine sugli stati d'animo e quindi sulla qualità della vita.
La crisi economica non ha risparmiato neppure i Comuni che hanno visto
falcidiati i trasferimenti erariali con tutte le ricadute che ne derivano. Nonostante tutto, il nostro Comune ha cercato di mantenere inalterati i servizi
erogati, confermando sia gli standard qualitativi/quantitativi che le tariffe
per i servizi a domanda (mense scolastiche, scuolabus ecc.), facendo sforzi
notevoli per tenere in equilibrio il bilancio.
Come sempre però occorre essere ottimisti e guardare avanti sperando che
questo contesto muti e si torni ad avere un orizzonte più sereno. Ai nostri
piccoli concittadini, a me tanto cari, da queste colonne del precedente “Qui
Viguzzolo” avevo promesso un bellissimo parco giochi e le promesse, specialmente se fatte ai fanciulli, vanno onorate. Penso, vista l'affluenza, di
essere riuscito ad accontentarli. Per quanto riguarda i nostri anziani sono
molto soddisfatto di come sta funzionando il centro “Bruno e Carla Cadirola” soprattutto per l'impegno costante del consiglio direttivo e del loro presidente Giulio Marchese che da queste colonne voglio ringraziare.
Mi preme comunicare che a breve inizieranno i lavori di sistemazione dei
canali e tetti del nostro Cimitero, infatti si è appena concluso l'appalto e
l'assegnazione dei lavori.
Prima di concludere, il mio pensiero come sempre va alle famiglie che in
questo anno 2010 hanno perso i loro cari, a tutti loro esprimo la mia solidarietà e la mia vicinanza. Un ringraziamento caloroso va a tutte le Associazioni che operano in paese a favore della nostra comunità e a tutte quelle
persone che senza nulla chiedere e magari nell'ombra si adoperano a favore
dei più emarginati e più bisognosi.
A tutti i Viguzzolesi residenti e a quelli sparsi per il mondo che avranno la
possibilità di leggere sul web questa pubblicazione, un caloroso abbraccio e
gli auguri più sinceri di un felice 2011.
Il Sindaco
Luigi Butteri Rolandi
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Qui Viguzzolo 2010
Presentazione
Il Qui Viguzzolo 2010 riprende una trasformazione incominciata un anno fa,
introducendo aspetti ancora più innovativi. Per prima cosa, il nuovo consiglio
direttivo della Pro Loco, uscito dalle
votazioni di maggio, ha confermato le
intenzioni di realizzare un‟opera importante di sdoganamento davvero al passo
con i tempi: non più un Qui Viguzzolo
visto come giornalino esclusivo della
Pro Loco, ma un Qui Viguzzolo da vedere come giornalino dei viguzzolesi.
La scelta coraggiosa e senza dubbio altruista, permette a tutte le associazioni di parteciparvi. Una apertura, questa, che rende l‟associazione
“principe” un soggetto all‟avanguardia, e che costituisce un presupposto indispensabile per scongiurare quel tutti-contro-tutti che nei piccoli
paesi come il nostro non ha davvero senso di esistere. Perché se le associazioni si parlano e si intendono, arrivando magari anche a collaborare, la comunità tutta non può che trarne giovamento.
Quest‟anno si è costituita una vera e propria redazione che da alcuni
mesi lavora al giornale. Permettetemi quindi di condividere l‟onore di
dare vita all‟annuario, con i miei collaboratori: il Presidente della Pro
Loco, Valentina Nicolini, Pierluigi Pernigotti, Valter Ponta ed Enrico
Pertusi.
Rispetto allo scorso anno sono state mantenute le stesse sezioni ma è
stata introdotta una importante novità: il tema conduttore. In questo
2010 appena trascorso abbiamo scelto di parlare del tempo libero, argomento trasversale che tocca tutti, in vari modi, chi più e chi meno,
oggi come ieri. Naturalmente le rubriche classiche sono state mantenute, lasciando spazio all‟attualità, alla storia, alla cultura, tanto che non
si può certo parlare di un numero monotematico: anche perché non era
certo questa la nostra intenzione.
Al contrario, sono davvero numerosi i temi trattati, tra cui è opportuno
ricordare il centocinquantesimo compleanno della nostra Unità d‟Italia.
Il volume di quest‟anno è più curato anche graficamente, frutto di uno
sforzo di modernizzazione intrapreso per rendere il giornale al passo
con i tempi. Un Qui Viguzzolo che si presenta quindi rinnovato, pronto
ad incontrare anche i gusti dei giovani, purtroppo fisiologicamente
poco interessati alla vita della propria comunità locale. Quei giovani
che rappresentano una risorsa davvero importante e che abbiamo voluto coinvolgere, come lo scorso anno, nella realizzazione di questo giornale.
Il risultato è un nuovo numero di Qui Viguzzolo, un‟edizione dedicata
al tempo libero, scritta da tanti viguzzolesi durante il loro tempo libero,
che speriamo possa allietare il vostro, di tempo libero, facendovi conoscere, anche quest‟anno, qualcosa in più sul nostro caro paese.
L‟Assessore alla Cultura
Simone Pellegrin
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Associazioni
di Redazione
Quelli che nel tempo libero…(le associazioni)
Quelli che nel tempo libero... organizzano eventi;
… piuttosto che partecipare agli eventi del paese, vanno
all‟Iper;
… nonostante sappiano che in molti preferiscono l‟Iper
agli eventi del paese, continuano ad organizzarli;
… dicono che a Viguzzolo non c‟è mai niente e quando
ci sono le manifestazioni vanno a quelle dei paesi intorno,
che sì, loro ne fanno a bizzeffe!
… parlan sempre male di quello che si fa per il paese, a
prescindere;
… spesso “han sentito dire che…” e spesso è qualcosa di
assolutamente inventato;
… inventano qualcosa da dire di appositamente fasullo e
spesso lo fanno per scopi ben precisi…
… vanno ad attaccare i manifesti sui semafori, sui pali,
sugli alberi...e quando finiscono di metterli comincia a
piovere e addio manifesti!
… quando vanno alle cene della Pro Loco e c‟è da aspettare due minuti si imbufaliscono, sbraitano e rivogliono i
soldi indietro...dimenticandosi che sono cene della Pro
Loco!
… non sono “gli organizzatori” ma spostano sedie e tavoli, lavano, fanno pulizie e sudano ma non sono “gli organizzatori”, quindi…
… vanno alla sagra di Gavazzana (duemila coperti) a
mangiare il pesce, poi vanno a Montecanino (duecento
coperti) e dicono “eh ma di là sono organizzati meglio!”;
… vanno a vedere uno spettacolo in SOMS e si stupiscono di dover pagare ;
… non sanno che la SOMS (Società Operaia di Mutuo
Soccorso) in realtà è una SMS (Società di Mutuo Soccorso) e c‟è una bella differenza!
… non sanno che tutte le domeniche pomeriggio l‟ACV
apre e organizza visite guidate nel monumento più importante di Viguzzolo...la Pieve;
… aiutano ad organizzare gli eventi sacrificando altro e
poi se le sentono dire perché c‟è sempre qualcosa che non
va;
… giustificano quelli che criticano sempre, dicendo “eh
ma t‟al sé me cl‟è a Vigsoe”; certo che continuando a dire
così le cose non cambiano di certo!
… i van a fa na gira ar Centro Anziani (e sono tantissimi!);
… davanti al Cremlino guardano le macchine che passano su e giù per la via I maggio… e aspettano che si faccia
sera;
… non hanno ancora capito la differenza tra Comune, Pro
Loco, SOMS, ACV etc...ma partecipano a tutte le cose
che si fanno per il paese;
… si sorbiscono l‟ennesima serata “dei materassi”, per
aiutare le associazioni, che ormai, se chiedi in giro, non
c‟è viguzzolese che non ne abbia fatta almeno una!
Quelli che nel tempo libero…(gli sport)
Quelli che nel tempo libero… giocano alle bocce, ma non
nella squadra del loro paese, perché così è troppo facile!
… non vanno a giocare a bocce perché è uno sport da
vecchi, invece stare a casa sul divano in pantofole a guardare la televisione no…
… vorrebbero giocare a calcetto a Viguzzolo, e anche
quando la palestra è aperta vanno comunque a giocare da
Cerchi a Vho;
… fanno fare sport ai figli, e finalmente possono farglieli
fare a Viguzzolo!
… giocano a calcio e sudano, soffrono, prendon freddo e
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Qui Viguzzolo 2010
acqua e non guadagnano i miliardi...anzi non guadagnano
proprio nulla!
… seguono la loro squadra del cuore in TV, pagano SKY
e fanno il tifo per chi guadagna i miliardi;
… preferiscono seguire e soffrire per la loro squadra di
paese, che non saranno miliardari, ma che gioia quando
segnano!
… corrono, sudano, fanno canestro e poi per una manciata di punti non salgono di categoria!
… diventano campioni italiani di kickboxing e fanno
parte della nazionale, così, nel tempo libero!
di Valentina Nicolini
Le attività della nuova Pro Loco
Le collaboratrici della serata Siciliana: (da sinistra) Rosa Fanuele,
Barbara Marino, Maria Buonanno, Pina Pappalardo, Augusta Tallone, Anna Baraldo, Anna Fagioli
Sabato 24 luglio come da tanti anni a questa parte, Viguzzolo ha celebrato la coltivazione della
pesca, al centro della sua tradizione agricola, con
la sagra che ormai è storicamente conosciuta come il “Cuor di Pesca”. La manifestazione si è
svolta in piazza che per l‟occasione si è vestita a
festa per una serata all‟insegna della convivialità
e del buon cibo, il tutto allietato dalla musica dal
vivo e dalle danze. Prima l‟aperitivo, con cocktail, vino e sangria, un ricco buffet ed il piacevole sottofondo jazzistico delle chitarre e della
batteria dei Malassortiti, quindi la cena a base di
pesche e il dopocena sulla pista da ballo con la
musica latino-americana e il liscio dell‟Orchestra
Piccolo Evento.
La prima delle serate svolte al Colle di S. Bartolomeo è stata dedicata alla cucina siciliana e si è svolta
sabato 17 luglio. Per la scelta e la realizzazione del
menù gran parte delle siciliane residenti a Viguzzolo (Marino Barbara, Fanuele Rosa, Mannarà Filippa,
Lizzio Pierina) hanno collaborato con la nostra associazione Pro Loco. Ne è nato uno strepitoso menù
composto dalle maggiori delizie tipiche siciliane tra
cui gli arancini, la pasta alla norma, le melanzane
alla parmigiana, i cannoli, la cassata, e tanti altri. Si
è creata così un atmosfera conviviale e gioiosa accompagnata dalla musica di Pino di Maira. La serata
è nata in collaborazione con il Comune di Viguzzolo
che, avendo previsto il gemellaggio con il Comune
di Leonforte, ha voluto dare un assaggio delle delizie
siciliane.
Le collaboratrici del Cuor di Pesca: (da sinistra) Marcella Curone,
Claudia Noce, Pina Pappalardo, Nobile Gianfranco, Anna Fagioli,
Augusta Tallone, Tina Nicolini, Ada Barattini, Angela Mandirola,
Nella Filippini, Franco Pagella, Enrico Pertusi, Marianna Leardi,
Pierluigi Frascaroli
Le ragazze del Centro Estivo 2010 si sono esibite sulla
pista con balli di danza moderna e sudamericani seguito dai maestri di ballo Danila e Gigi.
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Associazioni
Sempre nell‟ambito della manifestazione, domenica 25 luglio i Viguzzolesi hanno anche avuto modo
di apprezzare la campagna e le sue ricchezze in una
radiosa e fresca mattina estiva grazie alla biciclettata organizzata dalla associazione, che li ha condotti
alla scoperta delle coltivazioni locali, a stretto contatto con la natura. Il gruppo dei ciclisti è partito
dall‟area dell‟ex mercato coperto e dopo aver percorso strada Todeschina, strada Castelletto e strada
Berzano, aver guadato il Grue e dopo una breve
sosta presso il frutteto dell‟azienda agricola di Giulio Daffunchio, ha raggiunto il nuovo parcheggio di
via Vittorio Veneto dove ad attenderlo e ad alleviare la fatica della pedalata ha trovato un rinfrescante
punto di ristoro.
I partecipanti alla pedalata di Cuor di Pesca, durante una pausa tra
le pesche
Le serate al Colle nell‟estate sono state
numerose, ognuna delle quali denominata
da un tema gastronomico, cene a base di
pesce, grigliate, piatti tipici locali. La tradizionale festa del santo patrono Bartolomeo, che si celebra il 24 agosto, si è svolta
come di consueto sul colle che trae il nome
dall‟illustre martire e, come ogni anno, ha
invitato i Viguzzolesi - e non solo, giacché
sono intervenuti anche molti Tortonesi - a
trascorrere alcune dolci serate estive in
aperta campagna, lontano dai quotidiani
luoghi dove si svolge la vita cittadina, uniti
come comunità e riuniti alla prospera natura che circonda il paese.
Serata di San Batolomeo al colle di Montecanino
I collaboratori della Pro Loco durante la festa di San Bartolomeo al colle: da sinistra Benedetta Gatti, Pina Pappalardo, Nella
Filippini, Enrico Pertusi, Anna Fagioli, Tina Nicolini, Angela Mandirola, Daniela Filippini, Augusta Tallone, Francesca Bassignana, Sonia Veronese, Valentina Quaglini, Marina Martignetta, Giuseppe Chiesa, Debora Di Pasqua, Marika Stanelli
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Qui Viguzzolo 2010
di Valentina Nicolini
Il merito della succulenza dei piatti va dunque alle collaboratrici della Pro Loco che hanno messo la loro perizia culinaria al servizio della comunità, quello relativo all‟organizzazione va ai cantonieri comunali, tutti i volontari e soci Pro
Loco, che hanno risolto egregiamente non pochi problemi logistici, dall‟approntamento della cucina all‟allestimento
dell‟area riservata agli ospiti. E proprio dall‟ampio spazio livellato su cui si è svolta la festa, ai piedi della chiesetta dedicata a San Bartolomeo, i Viguzzolesi hanno potuto godere la vista della valle e del paese giù in fondo, allietati dalla
musica dal vivo dei gruppi che si sono alternati sul palco durante le serate e rallegrati dal buon vino locale, così come lo
sono stati per decenni i loro progenitori prima di loro.
Gita a Milano organizzata dalla Pro Loco il 5 dicembre: foto di gruppo in piazza del Duomo
Il 5 dicembre un nutrito gruppo di compaesani è partito alla volta della bella Milano. Del resto si sa, Milano agli inizi di
dicembre si veste “a Natale” ed acquisisce quell‟atmosfera affascinante e caratteristica di ogni grande città che, solitamente caotica e distratta, in quel periodo sembra più raccolta. Le eterne bellezze quali il Duomo, la Scala, la Mostra del
Cardinale Borromeo sono state tappe fondamentali di questa gita. Il gruppo dopo essersi rifocillato in un noto ristorante
milanese si è dedicato allo shopping per le vetrine del centro! Soddisfatti di aver trascorso una giornata fuori porta diversa, i partecipanti si sono dati appuntamento alle numerose gite che la Pro Loco ha organizzato nei mesi estivi del
2011.
Come da tradizione, anche quest‟anno i Viguzzolesi si sono scambiati gli auguri di Natale la notte della vigilia in piazza
della Libertà. La Pro Loco, per rendere più piacevole questo momento di aggregazione, ha allestito presso la sua sede
un punto di ristoro in cui i cittadini hanno potuto gustare vin brulé, marmellate di pesche e fragole e i formaggi locali
quali il Montebore, il Primosale e quelli di capra prodotti in zona. Dopo la pausa natalizia, l‟Associazione ha invitato
nuovamente i cittadini a fare festa insieme, nel giorno di Santo Stefano, questa volta alla Società La Fraterna, proponendo un pomeriggio rallegrato dal karaoke di Pino di Maira e dal suo repertorio anni „60, in occasione del quale sono spiccati tra i solisti Gabriele Cosola, Vanessa Pizzuto e Martina Trillò. Al karaoke ha fatto seguito la performance di balli
latino-americani delle allieve della scuola di Romina Girotto: le otto ballerine si sono impegnate in una divertente esibizione di cha cha cha, bachata, rumba, salsa e merengue.
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Associazioni
Il programma per il 2011
Il 2011 sarà per i Viguzzolesi un anno ricco di eventi
legati all‟intrattenimento enogastronomico e allo svago
ma anche di occasioni per viaggiare, conoscere e divertirsi. Questa è la promessa che giunge dal programma messo a punto dalla Pro Loco comunale per i mesi a venire.
Se alcune iniziative rimarranno invariate, come per esempio i tradizionali ed immancabili festeggiamenti del Carnevale in piazza, accompagnati da polenta e salamini, ed
il Cuor di Pesca, molte nuove proposte sono pronte ad
allettare i cittadini. Si parte con le “passeggiate campestri” che, nel periodo primaverile per quattro domeniche,
offriranno agli abitanti del paese un‟occasione conviviale
per mantenersi attivi camminando e al contempo per sco-
no, per finire nel mese di giugno con il pellegrinaggio a
Lourdes.
Il soggiorno in Calabria comprenderà la visita di alcune
tra le sue località più rinomate e caratteristiche: la Riviera
del Cedro, Tropea, Paola, Diamante, Scalea e Pizzo Calabro. Per chi preferisce la montagna invece il fuori porta a
St. Moritz, oltre allo shopping nell‟esclusiva località,
riserverà il suggestivo percorso con il trenino rosso del
Bernina per ammirare il meraviglioso panorama delle
Alpi svizzere. In occasione dei festeggiamenti per i 150
anni dell‟Unità d‟Italia in maggio si partirà invece alla
volta di Torino, la cui visita si concluderà con una piccola
crociera sul fiume Po.
Foto di gruppo dei collaboratori
dell‟associazione Pro Loco: da sinistra
Sonego Camillo, Marchese Giulio, Filippini Nella, Buonanno Maria, Noce Claudia,
Arecco Anna, Albano Elvira, Rebellato
Guerrino, Murari Elisa, Mandirola Angela, Nicolini Valentina, Tallone Augusta,
Murari Dario, Carrivale Pina, Buonanno
Cristina, Pavanello Dante
prire i caratteristici luoghi di campagna circostanti: San
Bartolomeo, Castelletto, la località Valle e Campoltrone.
Lo spunto viene proprio dall‟osservazione delle abitudini
dei Viguzzolesi che, con sempre maggiore frequenza e
piacere, investono il loro tempo libero domenicale passeggiando all‟aria aperta. Le “passeggiate campestri”
sono anche un‟ottima occasione per prepararsi alla prima
edizione della “Straviguzzolo”, corsa podistica aperta a
tutti che si svolgerà il 10 luglio prossimo, grazie
all‟interessamento ed all‟impegno di Enrico Pertusi, noto
corridore locale.
Per quanto riguarda le gite, le destinazioni previste sono
quattro: ad aprile la Calabria, a maggio St. Moritz e Tori-
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Qui Viguzzolo 2010
Non saranno però soltanto gli adulti e le famiglie a viaggiare. Tra le novità del prossimo anno, infatti, entra a
pieno titolo il soggiorno estivo in Sicilia per ragazzi di età
compresa tra i tredici e i sedici anni, non soltanto per
godere del meraviglioso mare, ma anche per scoprire le
bellezze delle località che visiteremo: Palermo, Cefalù,
Tindari e Capo d‟Orlando.
Con questi propositi, dunque, l‟attività della Pro Loco
riconferma la volontà di tradurre in atti concreti i suoi
capisaldi di promozione delle attività di solidarietà sociale e di svago per la popolazione. L‟invito a tesserarsi è
caldamente rivolto a tutti coloro che desiderino prendere
parte alle attività organizzate dalla nostra associazione.
di Augusta Tallone
Martedì 8 Marzo
CARNEVALE
Dal 2 al 4 Giugno
LOURDES
Polenta e salamini in Piazza della Libertà.
Pellegrinaggio e preghiera
Dal 21 Marzo
PASSEGGIATE CAMPESTRI
Itinerari: 1 San Bartolomeo
2 Reg. Castelletto
3 Reg. Valle
4 Reg. Campoltrone
Dall’1 all’8 Luglio
SOGGIORNO ESTATE RAGAZZI SICILIA
(dai 13 ai 16 anni)
Le passeggiate si svolgeranno tutte le domeniche dalle
ore 9.30 in preparazione della I edizione della
“Straviguzzolo” che si svolgerà il 10 Luglio 2001– Corsa podistica e non.
Capo d’Orlando
Palermo
Cefalù
Tindari
Sabato 30 Luglio
CUOR DI PESCA
Dal 23 al 26 Aprile
Gita in CALABRIA e RIVIERA DEL CEDRO
Serata in Piazza della Libertà
Pizzo Calabro
Tropea
Paola
Diamante
Scalea
SERATE AL COLLE DI S. BARTOLOMEO
Sabato 14 Maggio
In gita sul TRENINO ROSSO DEL BERNINA
Sabato 13 Agosto
Panorami mozzafiato e shopping a S. Moritz
Domenica 21 Agosto
Domenica 22 Maggio
Gita a TORINO E NAVIGAZIONE SUL Po
Mercoledì 24 Agosto
FESTA DI S. BARTOLOMEO
Sabato 16 Luglio: CENA A BASE DI PESCE
Sabato 23 Luglio: CENA MENU’ TIPICO
Sabato 6 Agosto
Sabato 20 Agosto
SERATE
GASTRONOMICHE
Festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia
Quest’anno abbiamo costituito una redazione con lo scopo di realizzare un altro bel numero di Qui Viguzzolo. Il risultato speriamo sia di vostro gradimento: noi ce l’abbiamo messa tutta! Che l’impegno da parte di tutti
sia stato eccezionale è dimostrato dal Qui Viguzzolo più corposo di sempre. Da sempre questa pubblicazione vuole dare voce al paese, ai suoi ricordi e ai suoi pensieri, per ricordare il passato e capire qualcosa un
più sul nostro presente. Ci auguriamo che nel tempo questa tradizione continui, interessando un numero
sempre più ampio di concittadini.
È per questi motivi che vogliamo invitare tutti i nostri concittadini a scrivere per questa rivista e a collaborare
con noi, anche inviandoci materiale fotografico ormai datato e che merita di uscire da qualche buio cassetto
di casa dei nonni per finire sul Qui Viguzzolo. A questo proposito chiediamo a tutti i nostri compaesani, qualora capitasse loro in mano qualche bella foto dei tempi passati, di portarla presso la Biblioteca Comunale,
dove ne faremo una copia e riporteremo il cognome della famiglia donatrice. Se invece disponete di materiale già in formato digitale, mandatelo all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]
Grazie a tutti per la preziosa collaborazione!
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Associazioni
Un po’ di tempo libero dedicato alla cultura
Come ogni anno, la nostra Associazione si è impegnata per promuovere e offrire al paese qualche momento culturale e
con grande soddisfazione possiamo dire che anche il 2010 è stato un anno parecchio intenso e ricco di attività e proposte che hanno riscosso un buon successo di pubblico, ma soprattutto di alcune novità che ci hanno dato modo di iniziare interessanti e proficue collaborazioni.
L‟ACV ha inaugurato l‟anno con le due repliche, una a
Paderna e l‟altra a Pontecurone, della commedia parzialmente dialettale di Alberto Contardi, “Natale con i tuoi”:
questo è ormai diventato un appuntamento “tradizionale”
e irrinunciabile per l‟ACV che dal 2008 ha portato questo
spettacolo teatrale nelle sale di quasi tutti i paesi del circondario!!!
L‟iniziativa dedicata ai bambini invece ha preso come
spunto il Carnevale e così il 20 e 21 febbraio è stata allestita nella sala del Comune una mostra di Maschere Tradizionali, mentre la domenica pomeriggio si è svolto
“Carnevalando” un momento di attività per i più piccoli,
che potevano disegnare la loro maschera preferita o farsela disegnare sul viso da un‟esperta truccatrice, per dedicarsi poi a giochi di gruppo e all‟ascolto di filastrocche
sul Carnevale.
Foto di gruppo dell‟ACV durante la manifestazione
Carnevalando
Altra novità è stata l‟iniziativa “La Pieve vista ed interpretata dai bambini” che si è svolta nel mese di aprile:
scopo di questo progetto, nato da una collaborazione con
la sezione C della scuola dell‟Infanzia, è stato di proporre
ai bambini un avvicinamento alla Pieve Romanica del
paese, bene artistico e storico, utilizzando un linguaggio
adeguato per le spiegazioni e chiedendo di riprodurre con
disegni e dipinti quanto visto. I loro lavori sono poi stati
esposti in mostra alla Pieve. Anche da qui è nata una proficua collaborazione fra l‟ACV e le scuole di Viguzzolo
che si concretizzerà con diverse iniziative a partire dal
2011.
Sempre in aprile abbiamo ripetuto l‟esperienza della gita
e anche questa volta siamo andati a Milano dove abbiamo
visitato la GAM – Galleria d‟Arte Moderna, museo ricco
di capolavori di grandi artisti fra i quali Pellizza, Canova,
Cezanne, Renoir, Van Gogh, Manet, Induno e Boccioni.
Questo momento di aggregazione è particolarmente caro
alla nostra associazione, perché ci dà modo di conoscere
più approfonditamente il vasto patrimonio culturale che il
nostro paese possiede.
Il 20 maggio un‟altra importante iniziativa: la visita al
mulino ad acqua di Viguzzolo. Il proposito di questo progetto, nato da una collaborazione tra l‟Associazione Culturale Viguzzolese, la sezione C della scuola dell‟Infanzia
di Viguzzolo e i Fratelli Marchesi - che con l‟occasione
ringraziamo nuovamente di cuore per il loro fondamentale supporto -, ci ha permesso di dare ai bambini una dimostrazione pratica di diverse discipline come storia e
cultura contadina e scienze naturali, con la trasformazione del mais in farina, tecnica, con la possibilità di vedere
in funzione una macchina che trasforma l‟energia
dell‟acqua in movimento rotatorio utile a macinare i cere-
Prima novità per l‟ACV è stata l‟adesione all‟iniziativa
Bonsai AID AIDS 2010: nella domenica di Pasqua abbiamo allestito un banchetto per distribuire piantine bonsai
in cambio di un‟offerta e fornire informazioni sull‟HIV/
AIDS. Questo è stato un appuntamento particolarmente
impegnativo per la nostra associazione, ma sicuramente
di grande soddisfazione perché ci ha dato modo di collaborare con un‟associazione che ormai da quasi 20 anni
opera per realizzare importanti progetti, fra cui vanno
ricordate azioni a favore della ricerca e della formazione
(progetti di ricerca e borse di studio), donazioni di apparecchiature scientifiche e diagnostiche ad ospedali ed
altre strutture e acquisto e/o ristrutturazione di Case Alloggio per malati di AIDS.
I ragazzi impegnati nella vendita benefica dei bonsai
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Qui Viguzzolo 2010
di Cinzia Rescia
ali, nonché la riscoperta di prodotti come la farina integrale e mestieri come quello del mugnaio che i più non
conoscono.
A fine maggio è poi iniziata la stagione delle visite guidate alla Pieve Romanica, che resta per l‟ACV il primo obiettivo: il nostro monumento storico è stato aperto dai
nostri volontari tutte le domeniche dal 30 maggio al 26
settembre, e poi anche durante la settimana per soddisfare
le sempre crescenti richieste per visite guidate di gruppi
scolastici e non. In occasione dell‟inaugurazione delle
aperture abbiamo organizzato la mostra personale del
pittore sarezzanese Domenico Bottari che è rimasta aperta fino al 6 giugno.
Quest‟anno il tradizionale appuntamento con il Mercatino
degli Hobby Creativi, che si è tenuto domenica 13 giugno
nel parco della Pieve, è stato arricchito dalla presenza di
I bambini della scuola dell‟infanzia mentre disegnano la Pieve
due mostre, la mostra di pittura della sezione C della
scuola dell‟Infanzia di Viguzzolo La Pieve…vista ed
“interpretata” dai bambini della scuola dell‟infanzia e la
mostra di pittura “La fatica ed il lavoro dell'uomo"
nell‟interpretazione di Simone Repetto. Una domenica,
insomma, dedicata ai creatori di ogni arte ed età!
A luglio un‟altra mostra personale, questa volta del pittore Paolo Bosco, autodidatta dal 1971, che sin dai primi
approcci all‟arte della pittura ha simpatizzato con paesaggi e ricordi di vita vissuta, trasferendoli sulla tela con
immagini e colori. Infatti, i quadri in mostra presentavano
uno stile pluricromatico, semplice e fresco, caratterizzato
da piccole e grandi macchie con giochi a fasci di luce.
Come sempre il “Settembre Viguzzolese” dell‟ACV si è
aperto con la Commemorazione dell‟8 settembre:
quest‟anno siamo partiti dalla domanda “Ma i giovani
d‟oggi sono consapevoli dell‟importanza di non dimenticare cosa hanno fatto per loro i “ragazzi del „43”? e abbiamo così rispolverato la memoria di questa data e dimostrato che ancora oggi ciò che è stato vissuto in quegli
anni non è poi così lontano dalle realtà di guerra dei nostri tempi. A conferma di questa tesi, l‟intervento di Alia,
una nostra nuova compaesana, nata nella Striscia di Gaza,
che ci ha raccontato la sua esperienza di vita in una terra
divisa, occupata e dove lei stessa è vista come
“straniera”.
Da sabato 11 a lunedì 13 settembre, invece, all‟interno
della Pieve Romanica era possibile visitare una mostra
personale di scultura. L'esposizione ha voluto rendere
omaggio ad un artista viguzzolese, Pietro Boveri, nato
100 anni fa e morto nel 1979, le cui opere sono state particolarmente apprezzate con premi e plausi ufficiali.
Domenica 17 ottobre appuntamento con la mostra “Da
Fattori a Casorati - Capolavori della collezione Ojetti".
L‟ACV ha offerto ai suoi soci e amici una visita guidata a
questa mostra, ospitata nei rinnovati spazi espositivi del
Palazzetto Medievale a Tortona, che è il frutto di un meticoloso e paziente lavoro di ricerca e documentazione,
grazie al quale è stato possibile ricostruire una delle più
importanti e prestigiose raccolte di opere d‟arte dell‟ottonovecento.
Ultimo appuntamento dell‟anno ancora dedicato ai più
piccoli in occasione della festa per eccellenza: il Natale.
Dopo incontri preliminari con le insegnanti abbiamo maturato questo progetto di collaborazione tra
l‟Associazione Culturale Viguzzolese e gli studenti delle
classi 4°, 5°A, 5°B della scuola primaria. Alcuni gruppi
di alunni, coordinati dalle insegnanti, sono stati invitati a
scrivere parti di un racconto a tema natalizio; il testo finale è stato letto ed interpretato a cura degli attori del laboratorio di recitazione dell‟Unitre di Tortona in una rappresentazione pubblica, "I Nonni raccontano il Natale", il
22 dicembre. Gli alunni, di fatto, sono stati sia scrittori
sia ascoltatori: un duplice ruolo con l‟obiettivo di potenziare l‟interesse per la scrittura e la lettura animata.
Qui Viguzzolo 2010
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Associazioni
di Roberto Zampiero
Gruppo Parrocchiale Caritas
Nel comprensorio del nostro paese la Caritas Parrocchiale
fornisce supporto a circa quaranta famiglie (circa centoventi persone) alle quali di volta in volta si aggiungono
bisognosi provenienti da aree limitrofe. Le richieste non
sono solo alimentari, ma riguardano anche altri bisogni
primari come l‟abitazione, il riscaldamento, il vestiario.
Ci troviamo tristemente a rilevare che il numero delle
persone alla ricerca del nostro aiuto tende continuamente
ad aumentare, riflesso di una generale tendenza
all‟impoverimento.
La raccolta di fondi attraverso la vendita delle torte
Le risorse che abbiamo a disposizione, per sostenere nel
limite delle possibilità queste esigenze, provengono da
più canali. In particolare vogliamo citare il contributo del
Banco Alimentare di Novi Ligure che con cadenza quasi
mensile ci conferisce prodotti commestibili, oltre al generoso supporto di alcuni benefattori e, soprattutto,
l‟impegno, non solo economico, di tanti concittadini che
con pazienza e spirito di collaborazione ci hanno aiutato
nelle manifestazioni che abbiamo organizzato nel corso
dell‟anno, come il pranzo di primavera, che si è tenuto
nei saloni dell‟oratorio Pier Giorgio Frassati, il torneo di
bocce per principianti, organizzato in collaborazione con
il Gruppo Bocciofilo di Viguzzolo, presso il bocciodromo
comunale G. Veronese, e ancora le due manifestazioni
presso la Società La Fraterna, ovvero il “The danzante”
nei primi giorni di ottobre ed il torneo di burraco poco
più in là. Un altro pranzo di beneficenza è stato preparato
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Qui Viguzzolo 2010
in occasione della festa di Santa Cecilia, il 22 novembre,
e verso la fine dell‟anno si è tenuta l‟immancabile distribuzione di torte e dolciumi in piazza della Libertà e la
vendita di oggettini natalizi, naturalmente con scopi di
solidarietà.
Senza l‟aiuto di tanti, che non citiamo per timore di dimenticarne alcuni sicuramente non saremmo riusciti nei
nostri intenti. Una riconoscimento particolare va alle istituzioni ed alle associazioni, al dottor Cadirola ed alla
famiglia Fascioli.
Nell‟anno ormai trascorso, inoltre, abbiamo assistito con
estrema soddisfazione all‟impegno delle educatrici e delle
famiglie degli alunni della scuola dell‟infanzia. Quando
un piccolo seme di carità viene instillato nell‟animo di un
bimbo, mette radici e cresce insieme a lui. A tutti i viguzzolesi che hanno collaborato va un grande ringraziamento
e la speranza che il loro aiuto non venga a mancare nel
futuro.
E quando l‟anno si chiude è tempo di bilanci e anche di
programmi. Non vorremmo sembrare egoisti se diciamo
che dobbiamo aumentare le risorse; inoltre dobbiamo fare
di più e meglio, perchè di più ci stanno chiedendo, perchè
sicuramente avremo fatto degli errori, ma abbiamo in
buona fede e se qualcuno vorrà aiutarci in futuro, sarà il
benvenuto.
Il pranzo benefico in occasione di S. Cecilia
di Don Gino Bava
Sant’Elisabetta di Ungheria
Santa Elisabetta d‟Ungheria, chi era costei? Alcuni se lo sono domandati da quando la nostra Caritas parrocchiale
l‟ha scelta come Patrona. Una chiara risposta ce l‟ha data il Santo Padre Benedetto XVI, il quale mercoledì 20 ottobre
scorso, durante la consueta catechesi, ha parlato ai pellegrini riuniti in piazza San Pietro proprio di Santa Elisabetta.
Vogliamo proporre a tutti i viguzzolesi questa bella pagina di vita cristiana. La nostra Caritas parrocchiale si raccomanda costantemente all‟intercessione della sua Patrona per i molteplici bisogni cui deve far fronte. Arrivare a tutte le
necessità delle persone in difficoltà economica, familiare o personale è sempre più difficile: ecco perché ci si rivolge
alla preghiera dei santi ed in particolare l‟esempio di Sant‟Elisabetta ci sprona a continuare.
CATECHESI DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI
Cari fratelli e sorelle,
oggi vorrei parlarvi di una delle donne del Medioevo che
ha suscitato maggiore ammirazione; si tratta di
sant‟Elisabetta d‟Ungheria, chiamata anche Elisabetta di
Turingia.
Nacque nel 1207; gli storici discutono sul luogo. Suo
padre era Andrea II, ricco e potente re di Ungheria (…)
Elisabetta amava il gioco, la musica e la danza; recitava
con fedeltà le sue preghiere e mostrava già particolare
attenzione verso i poveri, che aiutava con una buona parola o con un gesto affettuoso.
La sua fanciullezza felice fu bruscamente interrotta quando, dalla lontana Turingia, giunsero dei cavalieri per portarla nella sua nuova sede in Germania centrale. Secondo i costumi di quel
tempo, infatti, suo padre aveva stabilito che
Elisabetta diventasse principessa di Turingia.
(…)
Elisabetta praticava assiduamente le opere di
misericordia: dava da bere e da mangiare a
chi bussava alla sua porta, procurava vestiti,
pagava i debiti, si prendeva cura degli infermi e seppelliva i morti. Scendendo dal suo
castello, si recava spesso con le sue ancelle
nelle case dei poveri, portando pane, carne,
farina e altri alimenti. Consegnava i cibi personalmente e
controllava con attenzione gli abiti e i giacigli dei poveri.
Questo comportamento fu riferito al marito, il quale non
solo non ne fu dispiaciuto, ma rispose agli accusatori:
“Fin quando non mi vende il castello, ne sono contento!”.
In questo contesto si colloca il miracolo del pane trasformato in rose: mentre Elisabetta andava per la strada con il
suo grembiule pieno di pane per i poveri, incontrò il marito che le chiese cosa stesse portando. Lei aprì il grembiule e, invece del pane, comparvero magnifiche rose.
Questo simbolo di carità è presente molte volte nelle raffigurazioni di santa Elisabetta.
Il suo fu un matrimonio profondamente felice: Elisabetta
aiutava il coniuge ad elevare le sue qualità umane a livello soprannaturale, ed egli, in cambio, proteggeva la moglie nella sua generosità verso i poveri e nelle sue pratiche religiose. Sempre più ammirato per la grande fede
della sposa, Ludovico, riferendosi alla sua attenzione
verso i poveri, le disse: “Cara Elisabetta, è Cristo che hai
lavato, cibato e di cui ti sei presa cura”. Una chiara testimonianza di come la fede e l‟amore verso Dio e verso il
prossimo rafforzino la vita familiare e rendano ancora più
profonda l‟unione matrimoniale.
La giovane coppia trovò appoggio spirituale nei Frati
Minori, che, dal 1222, si diffusero in Turingia. (…)
Una dura prova fu l‟addio al marito, a fine giugno del
1227 quando Ludovico IV si associò alla crociata
dell‟imperatore Federico II, ricordando alla sposa che
quella era una tradizione per i sovrani di Turingia. Elisabetta rispose: “Non ti tratterrò. Ho dato tutta me stessa a
Dio ed ora devo dare anche te”. La febbre, però, decimò
le truppe e Ludovico stesso cadde malato e morì ad Otranto, prima di imbarcarsi, nel settembre 1227, all‟età di
ventisette anni. (…) “Il venerdì santo del
1228, poste le mani sull’altare nella cappella
della sua città Eisenach, dove aveva accolto i
Frati Minori, alla presenza di alcuni frati e
familiari, Elisabetta rinunziò alla propria
volontà e a tutte le vanità del mondo. Ella
voleva rinunziare anche a tutti i possedimenti, ma io la dissuasi per amore dei poveri.
Poco dopo costruì un ospedale, raccolse malati e invalidi e servì alla propria mensa i più
miserabili e i più derelitti. Avendola io rimproverata su queste cose, Elisabetta rispose
che dai poveri riceveva una speciale grazia
ed umiltà” (Epistula magistri Conradi, 14-17).
Nel novembre del 1231 fu colpita da forti febbri. Quando
la notizia della sua malattia si propagò, moltissima gente
accorse a vederla. Dopo una decina di giorni, chiese che
le porte fossero chiuse, per rimanere da sola con Dio.
Nella notte del 17 novembre si addormentò dolcemente
nel Signore. Le testimonianze sulla sua santità furono
tante e tali che, solo quattro anni più tardi, il Papa Gregorio IX la proclamò Santa e, nello stesso anno, fu consacrata la bella chiesa costruita in suo onore a Marburgo.
Potete trovare l’intera catechesi di Papa Benedetto su
sant’ Elisabetta sul sito della Santa Sede:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/
audiences/2010/documents/hf_benxvi_aud_20101020_it.html
Qui Viguzzolo 2010
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Associazioni
Un anno importante per la S. M. S. “La Fraterna”
Alcune righe per informare i nostri concittadini sulle attività e sui programmi della nostra Società di Mutuo Soccorso.
Dalla primavera del 2010 a seguito di un controllo dei
Vigili del Fuoco abbiamo dovuto interrompere tutte le
attività in quanto le caratteristiche della struttura non
soddisfacevano le normative vigenti in materia di sicurezza ed incendi. A questo punto dopo la convocazione di
un Consiglio, su proposta del direttivo, l‟assemblea ha
deciso di provvedere agli adeguamenti e cominciare così i
lavori che si sono protratti per tutta l‟estate. Per far fronte al grande impegno economico si è dovuto far ricorso al
finanziamento di 10.000 Euro presso la Cariparma di
Viguzzolo e ad una richiesta inviata a tutti i soci di versamento sul nostro conto corrente sotto forma di sottoscrizione; proprio questo invito ha avuto, con nostra grande
soddisfazione, un ottimo risultato tanto da raccogliere
5.150 Euro.
Sinteticamente elenchiamo gli interventi che sono stati
eseguiti:
- creazione di un sistema antincendio per la galleria (posa
nuovo contatore, nuova linea tubazioni, due nuovi estintori NASPI);
- sostituzione di tutte le segnalazioni luminose di sicurezza (16 impianti luminosi);
- montaggio di un sistema automatico di apertura finestre
in caso di incendio;
- riverniciatura, con vernice ignifuga, di tutto il palcoscenico;
- riverniciatura di tutta la galleria, sempre con vernice
ignifuga;
- lavaggio e trattamento con materiale ignifugo per tutti i
tendaggi della sala;
- installazione di nuove centraline di comando
dell‟impianto di illuminazione della sala (fino ad oggi per
poter accendere e spegnere le luci durante uno spettacolo
era necessaria la presenza contemporanea di almeno tre
persone);
- è stato approntato un sistema di segnalazione sonora in
caso di incendio;
- creazione di una funzionale e moderna cabina di regia
per la sala, da cui poter comandare luci, audio e video.
(La cabina esistente era fatiscente, senza pavimento, impianto elettrico, norme di sicurezza);
- imbiancatura totale della sala;
- riparazione il tetto in cui si insinuavano continuamente
dannose infiltrazioni d‟acqua;
- montaggio di un sistema audio professionale, che giaceva inutilizzato da più di dieci anni.
Dopo questi importanti lavori, certificati dal sopralluogo
dei Vigili del Fuoco, finalmente siamo riusciti a riaprire
il 3 settembre con l‟inaugurazione della mostra fotografica “L‟Airone alto nel nostro cielo” dedicata a Fausto
Coppi (che già aveva avuto un enorme successo a Tortona, Napoli, Monza, Torino) con una serata conviviale in
ricordo dell‟indimenticato Campionissimo. Sempre nel
mese di settembre, sono stati organizzati quattro convegni a tema medico per tutta la popolazione, con relatori
alcuni medici dell‟ASL di Alessandria: il 27 settembre
“Prevenzione e stili di vita” con relatori i dottori Elena
Duilio ed Eugenio Rizzi; 30 settembre “La qualità di vita
nella malattia dal bambino all‟anziano” relatori i dottori
A sinistra la foto della cabina
di regia prima della ristrutturazione.
Sotto, la stanza alla fine dei lavori
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Qui Viguzzolo 2010
di Mario Mensi
La galleria prima dei lavori di ristrutturazione
Franco Fontana e Silvio Roldi; 7 ottobre “Prevenzione,
primo soccorso e disostruzione delle vie aeree nel bambino” e il 14 ottobre “Prevenzione del diabete” relatore
dottor Massimo Baiardi.
Abbiamo proseguito quindi con:
- una serata musicale di beneficienza, al fine di raccogliere fondi per l‟acquisto di un automezzo per il trasporto di
ragazzi disabili;
- visite oftalmiche gratuite;
- una rappresentazione teatrale;
- il “The danzante delle terza età” organizzato in collaborazione con il Centro Anziani;
- la serata giovani Disco Party, organizzata dai ragazzi
delle scuole superiori;
- tributo a Bruce Springsteen;
- torneo di Burraco.
Abbiamo concluso in bellezza con il grande Capodanno a
cui hanno partecipato più di 230 persone facendo registrare il tutto esaurito.
A questo punto dobbiamo dire un grande grazie ai sottoscrittori del finanziamento soci, alla famiglia Bruno e
La galleria dopo i lavori di ristrutturazione
Carla Cadirola che ogni due mesi effettua un versamento
sul nostro conto e al Comune di Viguzzolo che sostiene la
spesa del mutuo contratto negli anni 90 per una generale
ristrutturazione.
Purtroppo a
rattristare
quest‟anno appena trascorso la dolorosa scomparsa,
avvenuta il 9 ottobre 2010,
del nostro amato consigliere Fausto Contardi a cui va
tutta la nostra gratitudine
per la serenità, la correttezza, l‟esempio e i buoni
consigli che ha saputo
trasmetterci con la sua
disarmante semplicità.
Molto importante per noi è
anche aumentare il numero
dei soci, quindi vi invitiamo a fare la richiesta.
La società di Mutuo Soccorso “ La Fraterna “ è di tutti i
viguzzolesi. Facciamola vivere. Vi aspettiamo
Ancora oggi purtroppo ci sono da
saldare diversi interventi, e confidiamo ancora sia nella sottoscrizione
volontaria sul Conto Corrente Postale 391 00 540 intestato a: Società Mutuo Soccorso La Fraterna.
Per restare sempre in contatto con
noi potete visitare il nuovo sito :
www.lafraterna.it
Il cenone di Capodanno 2011 alla
Fraterna visto dalla galleria
Qui Viguzzolo 2010
19
Associazioni
Benvenuto Summer Vigu!
Nato agli inizi della passata estate, il Summer Vigu altro
non è che un gruppo di giovani volenterosi e ricchi di
idee, uniti per portare una ventata di giovinezza negli
eventi proposti dal ricco calendario estivo viguzzolese. Il
loro debutto ufficiale è coincisa con la manifestazione
Cuor di Pesca in modalità aperitivo, che ha visto la partecipazione anche dei più giovani dovuta sia alla novità di
come si è svolto l‟evento, sia alla presenza di questi ragazzi che hanno sicuramente promosso l‟evento ed attirato coetanei, fino a quel momento restii a partecipare alla
vita festaiola del paese.
Durante la spaghetta: (di spalle) Ricardo Ciccotti Anna Guida, Maria Rita Torlasco, Simone Pellegrin, Susanna Pagella,
Giulia Pisani
Il Cuor di Pesca: Michela Bicajanu, Enrico
Pertusi, Mattia Annori, Luana Meta, Jenny
Tosonotti, Sandro Fanuele, Simone Pellegrin
Questo gruppo unito ed affiatato ha coadiuvato inoltre la
Pro Loco in occasione delle “Serate al Colle” che hanno
registrato il massimo delle presenze. Estremamente versatili e disponibili, questi giovani si sono messi a disposizione della nostra comunità per supportare gli organizzatori. In alcune occasioni, per esempio nella spaghettata di
mezzanotte, che si è svolta durante la Festa Patronale,
hanno ricoperto in prima persona, il vero e proprio ruolo
di motore della vita viguzzolese. In assoluto è doveroso
riconoscere gli sforzi ed il successo riportato nella serata
del lunedì della Festa Patronale in cui, con una forma
giovanile e “nuova” per la nostra realtà, hanno accompagnato il decorso della serata tra fuochi d‟artificio ed il
tributo della Mercury Band distribuendo panini, patatine
e birre.
Vedere tutti questi ragazzi cooperare, lavorare nel vero
senso della parola, stanchi ma divertiti e felici per la riuscita della loro idea, è stato davvero appagante. I numerosi complimenti delle persone presenti a quella serata hanno incoraggiato e spronato il gruppo a continuare ad essere partecipe negli eventi della comunità. In questi mesi
invernali, il gruppo non ha smesso di esistere ma è rimasto unito in attesa che la bella stagione porti nuove sfide
da affrontare insieme per il nostro bel paese. Penso faccia
orgoglio a tutti i viguzzolesi sapere che vi sono ancora
giovani disponibili e profondamente legati alle loro radici, che vogliono e lavorano per un paese vivo ed attivo.
Che dire di più? “Benvenuto Summer Vigu”.
I membri del Summer Vigu 2010 sono:
Maria Rita Torlasco, Anna Guida, Serena Pagella,
Federico Cacisi, Sandro Fanuele, Jenny Tosonotti,
Davide Zuccarelli, Michela Bicajanu, Enrico Pertusi,
Simone Pasqualetto, Luana Meta, Agnese Annori,
Susanna Pagella, Mattia Annori, Simone Pellegrin,
Giulia Pisani, Francesca Roldi, Riccardo Ciccotti,
Francesca Bassignana, Valentina Quaglini, Eleonora
Dirito.
Acconciature
Via Crevenzolo, 5
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Qui Viguzzolo 2010
di Maria Rita Torlasco
Foto di gruppo: Maria Rita Torlasco, Federico Cacisi, Sandro Fanuele, Jenny Tosonotti, Michela Bicajanu, Simone Pasqualetto,
Luana Meta, Agnese Annori, Susanna Pagella, Mattia Annori, Simone Pellegrin, Giulia Pisani, Francesca Roldi
Quest‟estate noi, ragazzi e ragazze di Viguzzolo, per iniziativa di Simo, Susy e Mary, ci siamo riuniti e abbiamo formato un gruppo, il Summer Vigu. Pieni di entusiasmo ci siamo immersi in questa nuova esperienza e, con tanto di magliette personalizzate, abbiamo iniziato a promuovere gli eventi organizzati dal nostro comune, come dei veri e propri PR!
Poi, pensando in grande, ci siamo dati da fare per organizzare due serate magnifiche: la spaghettata di mezzanotte e la
prima serata per i giovani a Viguzzolo, nella quale ha suonato la Mercury‟s band.
Quella vissuta quest‟estate è stata un‟esperienza piena di bellissimi momenti e che sicuramente dovremo ripetere, di
nuovo, tutti insieme.
Valentina
All‟inizio il nostro gruppo non era molto numeroso, ma in poco tempo molti altri ragazzi, spinti dalla voglia di divertirsi
e di organizzare qualcosa di diverso, fatto su misura per i giovani, hanno incominciato ad aggregarsi, fino a formare un
vero e proprio team vincente, con tanto di mascotte: Bill il pesce (un pesce di peluches vinto nella gita a Gardaland
ndr)! Credo che sia stato proprio questo il merito del Summer Vigu, riunire alcuni dei ragazzi del nostro paese, dando
loro modo di divertirsi tutti insieme, come una grande compagnia, simile a quelle che c‟erano una volta nei paesini,
dove più si è e più ci si diverte, e della quale abbiamo tanto sentito parlare dai nostri nonni e genitori.
Francesca
In estate le iniziative per trascorrere giornate e serate in compagnia di tutti i viguzzolesi e non solo sono molte e la mia
partecipazione e collaborazione con altri ragazzi ha contribuito a un fine positivo. Il lavoro è stato tanto, il sacrificio
maggiore ma il divertimento immenso, permettendoci di non sentire neanche la stanchezza a fine giornata. Grazie a tutti
e alla prossima estate!
Giulia
Marisa
Viguzzolo Tel - 0131 898200
Qui Viguzzolo 2010
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Associazioni
di Giulio Marchese
Il Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola
L‟anno 2010 è da poco finito. E‟ il secondo anno di attività di questo meraviglioso sodalizio voluto e sostenuto
dal dottor Bruno Cadirola e consorte che con la loro piena
disponibilità ci consentono di continuare nelle nostre attività a realizzare questo magnifico progetto per le persone
non più giovani.
Un grazie altrettanto grande vada all‟Amministrazione
comunale e al sindaco Luigi Butteri Rolandi in particolare, per la loro fattiva collaborazione.
Il centro anche per il secondo anno di vita è frequentato
con larga partecipazione: contava 220 tesserati nell‟anno
passato e ci auguriamo possa continuare così anche nel
prossimo. Le attività svolte in questo anno sono state
molteplici: l‟inizio dell‟anno è stato salutato con un ceno-
ne organizzato con cura dalle nostre signore; i giochi delle carte sono sempre in costante aumento e lo stesso si
può dire per quanto riguarda la programmazione sportiva
alla televisione (anche se chiamarla televisione è riduttivo
visto lo schermo davvero grande e all‟avanguardia!).
Quest‟anno abbiamo allestito anche una giornata dedicata
alle caldarroste ottenendo un buon riscontro e una grande
partecipazione. Nei locali a fianco al Centro Anziani funziona sempre regolarmente il laboratorio di prelievo ed
analisi del sangue. Abbiamo riaperto l‟ufficio per il rin-
Qui sopra una partita a carte tra
Taverna Luigi, Lunghi Rosa,
la signora Rita di Tortona e
(di spalle) Pallavicini Natalina
A fianco, il corso di uncinetto con:
(da sinistra) la signora Gabriella,
Repregosi Giuliana (la maestra),
Mancin Erminia, Bianchi Marilena,
Filippini Nella,
Daffunchio Maria Teresa
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Qui Viguzzolo 2010
Un‟immagine estiva che ritrae quattro frequentatori del Centro Anziani: da sinistra Carano Elio, Binatti Walter, Lolla
Pierino e Rizzitelli Domenico
novo delle patenti ed il porto d‟armi (aperto il secondo ed
il quarto mercoledì di ogni mese dalle 17.30 alle 18.00).
Il giovedì pomeriggio (ore 15.00) si svolgono attività per
signore di lavoro all‟uncinetto, per coloro che intendono
imparare questa meravigliosa attività. La partecipazione
al corso è gratuita e per questo va ringraziata in particolare la “maestra” Giuliana.
Durante i pomeriggi dei giorni festivi si gioca alla tombola con grande partecipazione. Inoltre quest‟anno abbiamo
ospitato la piacevole visita dei bambini della scuola quinta elementare, che nel loro ultimo giorno di scuola sono
venuti a trovarci per conoscere qualcosa in più
sull‟infanzia dei loro concittadini più anziani.
Colgo l‟occasione per informare tutti i signori associati
che con il nuovo anno sono cominciate le iscrizioni –
tesseramenti 2011.
Naturalmente voglio rivolgere un pensiero ed una preghiera a tutti i soci che ci hanno lasciato durante l‟anno
passato. Concludo questo intervento su queste sempre
gradite pagine, ringraziando tutti i tesserati e rivolgendo a
loro e a tutti i viguzzolesi un sincero augurio di buon anno da parte del “Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola”.
Attualità e avvenimenti
di Bonaventura
Il doppio Capodanno
L‟autore è lieto di trovare asilo su questa importante rassegna, per i suoi versi irriverenti. Come lo scorso anno, non
intende certamente mancare di rispetto nei confronti di nessuno e se ciò dovesse accadere si scusa fin d‟ora.
Questa storiella, trae nuovamente spunto dalle vicende del nostro amato Viguzzolo, per animare un po‟ il chiacchiericcio che la questione della piazza lo scorso anno e la faccenda del Capodanno appena trascorso, hanno portato con sé,
insieme agli inevitabili commenti delle comari del paesino.
L‟unico proposito dell‟autore
è di strappare un sorriso al lettore,
e se così anche stavolta sarà,
promette: un altr‟anno ritornerà.
Ringrazio la redazione se avrà il coraggio di pubblicare questi versi, ben sapendo le critiche a cui si esporrà parlando
di personaggi così in vista!
Qui vi voglio raccontare
di un pasticcio colossale,
che i più ricorderanno
come il doppio Capodanno!
E‟ un‟ impresa, non certo un gioco:
Comune, Soms, Acv e Pro Loco,
che sanciscono un sodalizio
nel manifesto natalizio.
Anni fa il rosso attraente,
sostenuto da molta gente,
va alla caccia di notorietà:
divien presidente della Società.
Le proposte non sono poche:
la Pro Loco farà un karaoke,
alla Soms spetta il veglione,
al Comune il concertone.
Molto più recentemente,
a fine maggio precisamente,
presso la Piazza, in una saletta,
la Pro Loco è stata eletta.
La Presidente ci ripensa:
“Faccio una cosa piccola in mensa”.
Ora il Rosso è assai spiazzato,
chiama il Sindaco infuriato.
Ora il vertice è una donna,
una Presidente con la gonna!
“Lei è molto popolare,
lavora in Comune nel sociale”.
“Si è rimangiata quanto detto;
mi fa concorrenza, non è corretto!”
Ma si giustifica la Presidente:
“Facciamo una cena per poca gente”.
E con lei, persone in vista:
politici, esattori, anche un podista;
persino il geometra barzellettiere,
macellai, camionisti e cuciniere.
Il confronto diviene aspro,
divide il paese: che disastro!
Ma è normale che per brindare
ci si mandi a … spigolare?!
A Natale il tempo è maturo;
dice il geometra sicuro:
“Vedrete queste associazioni
tutte unite nelle intenzioni”.
Qui lo dico a voi forestieri,
non stupitevi: fino a ieri
litigavamo per dieci parcheggi
ora stà attento a dove festeggi!
Bar Milano
di Orlandi M. Graziella & C. s.a.s.
Viguzzolo - via Circonvallazione n. 37 - Tel. 0131/898057
Gelateria artigianale e pizzeria
Qui Viguzzolo 2010
23
Attualità e avvenimenti
di Francesca Pasino
Prendiamoci un momento per noi
Sono tempi frenetici in cui ritagliarsi qualche momento per sé diventa sempre più difficile. Lavoro, famiglia, volontariato, amici, sembrano rubare all‟uomo contemporaneo anche quei piccoli spazi che gli sarebbero dovuti per coltivare
passioni o anche solo riflettere su se stesso e riposarsi.
Ci troviamo costretti a prenderci ferie in momenti sbagliati o a non poterlo fare quando le batterie sono vicine
allo scaricarsi e le responsabilità si fanno ingombranti. Il
timore è quello di non riuscire a godersi le gioie sparse in
qualche momento della giornata perché sopraffatti da
mille preoccupazioni.
Ognuno di noi ha il dovere verso
se stesso e la propria serenità, verso i figli e la famiglia, verso gli
amici e i colleghi, di prendersi del
tempo libero, il tempo di farsi
un‟oretta di corsa o di palestra, di
cucinare un piatto fantasioso, di
leggere un libro o suonare qualche
nota al pianoforte.
Gli hobby che tanto rincorriamo o
che tanto ci rammarichiamo di non
poter coltivare più in realtà diventano impegni, appuntamenti fissi,
obblighi irrinunciabili, la lezione di
pittura due volte a settimana un
appuntamento fisso, le prove col
gruppo musicale irrimandabili, le
riunioni dei gruppi, il catechismo,
l‟animazione, si trasformano in
impegni gravosi e stressanti, snaturando il motivo per cui li avevamo
scelti, per cui li apprezzavamo, per
cui non potevamo farne a meno.
All‟interno di questo sistema complesso fatto di obblighi e responsabilità si salva poco tempo libero, il tempo di sedersi sulla poltrona cinque minuti
che ci sembrano sprecati perché ci sarebbe così tanto da
fare, l„aspirapolvere da passare, vestiti da stirare, la macchina da lavare o la lampadina da cambiare.
Fermarsi un istante diventa una colpa.
Ma poi, ecco che all‟improvviso i nostri occhi si posano
su quel mobile nero alla parete che da anni ormai è solo
un ingombro da spolverare, lo apriamo e come per magia
le nostre dita vi scorrono sopra capaci come anni prima di
produrre una musica dolce e restiamo lì per minuti che
sembrano ore accorgendoci che forse il tempo per noi,
per colmare il nostro spirito, per
sederci e prenderci cura di noi, lo
possiamo trovare.
Se invece abbiamo la fortuna di
avere più tempo libero che impegnato, se siamo pensionati o studenti senza lavoro, abbiamo la
fortuna allegata di poter scegliere
i nostri impegni, di decidere quando inserirli nella nostra giornata
per non essere sopraffatti, di studiare la mattina e fare una passeggiata al pomeriggio, un‟attività
sportiva, di curare il giardino o
portare a spasso i nostri nipoti, di
dare una mano ai nostri figli frenetici ricordandogli ogni tanto di
riposarsi, di vivere una vita parrocchiale attiva senza che questo
snaturi la spinta di gioia e fraternità che ci spinge a scegliere i ragazzi dell‟oratorio piuttosto che
un‟isolata attività casalinga rimandabile.
Ogni età, ogni posizione, ogni
mestiere, hanno il loro tempo libero, tempo da passare
con la famiglia, tempo per abbracciare o meno altre attività, senza dimenticare che è libero e possiamo gestirlo
come vogliamo, fosse anche solo un‟ora della nostra giornata, insieme a chi ci circonda. Magari rimandando qualcosa di più importante… anche se in realtà niente è più
importante di noi stessi.
CHIESA
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24
Qui Viguzzolo 2010
Il nuovo parco giochi visto dai bambini
Quelli che seguono non sono quadri esistenzialisti e nemmeno opere post-impressioniste. Semplicemente, abbiamo
chiesto ai bambini della scuola dell‟infanzia di descriverci il nuovo parco giochi Bruno e Carla Cadirola, situato in via
Gramsci ed inaugurato nel settembre dell‟anno passato.
Alcuni di loro ci hanno regalato un pensierino, altri un disegno. Qui di seguito ve ne mostriamo una serie...
Il parco giochi è bello e
grande e mi piace andarci
perché gioco con i miei amici. Giacomo
Mi piace andare al parco
giochi perché ci sono tantissimi bambini e mi diverto
con i giochi che sono bellissimi. Pietro L.
Mi piace andare al parco
giochi perché è molto bello e
mi piace andare sull‟altalena
e sullo scivolo. Giulia
Mi piace andare al parco
giochi perché è molto bello e
mi diverto sulla ragnatela.
Angelica M.
Mi piace andare al parco
giochi perché ci sono le mie
amiche. Alexandra
Mi piace andare al parco
giochi perché aiuto il mio
amico Luca ad allenarsi ad
un gioco. Nicolas
Mi piace andare al parco
giochi perché è molto bello e
ci sono tantissimi giochi per
divertirmi. Lorenzo
Mi piace andare
giochi perché ci
giochi bellissimi e
verto con tanti
Sofia
LUIGI
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al parco
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io mi dibambini.
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Qui Viguzzolo 2010
25
Attualità e avvenimenti
di Susanna Pagella
La scuola materna estiva
Anche quest‟anno la scuola materna estiva ha riscosso un
buon successo grazie alle numerose iscrizioni avute per
tutti i quatto turni. Le tre educatrici (Marcella Curone,
Claudia Noce e Susanna Pagella), in collaborazione con
la coordinatrice Anna Di Tomasso, hanno scelto di basare
le attività e i giochi giornalieri leggendo e raccontando la
storia di Pelucco, la bellissima vicenda di un extraterrestre venuto sulla Terra per fare amicizia con i bambini.
Così durante i laboratori di disegno, grazie alla fantasia
dei piccoli artisti, sono state raffigurate le prime immagini di Pelucco, della sua navicella e dei suoi amici incontrati sulla Terra. Durante le ore di laboratorio creativo, i
bambini si sono dedicati alla creazione vera e propria dei
personaggi, dando vita alla storia e costruendo, con diversi materiali, alcune piccole scenografie rappresentanti i
vari luoghi in cui Pelucco e i suoi amici hanno vissuto le
loro avventure.
Un‟altra attività apprezzatissima dai bambini è stata la
realizzazione della pasta di sale con cui successivamente
sono state create le forme più disparate: fiori, animali,
bambini, personaggi della storia e tanti altri.
Ovviamente non sono mancate le ore di gioco, dove i
bambini hanno preferito scherzare con l‟acqua data la
stagione calda. Si sono così divertiti con una serie di attività che li ha portati a bagnarsi, per rinfrescarsi durante le
ore più assolate.
I bambini hanno apprezzato molto le giornate trascorse
insieme, ci auguriamo che anche i genitori possano dichiararsi soddisfatti di questo bel progetto, che ha saputo
ancora una volta trasformare il tempo libero estivo dei
piccoli in un'ottima esperienza di crescita e di svago.
Da sinistra: Irene, Linda, Andrea, Alessandro, Vittoria, Arianna, Lorenzo, Martina, Gianlucio, Marco, Edoardo
Una piazza in festa
La piazza, ogni anno, da cuore nel centro storico del paese, si trasforma in cuore della Festa del Santo Patrono. E
come ogni anno, anche lo scorso mese di settembre, la
piazza ha ospitato le tantissime persone che hanno assistito alla ormai classica tombola della domenica pomeriggio, ai tanti spettacoli e concerti le cui melodie si diffondono nelle vie del paese.
Un grande successo per la serata del sabato, come dimostrano la partecipazione alla Processione e alla spaghettata di mezzanotte con oltre trecento presenti. Durante la
domenica le vie e la piazza del paese si sono riempite di
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Qui Viguzzolo 2010
tantissime persone attratte dai famosissimi banchi del
rinomato mercato di Forte dei Marmi, dalla mostra delle
macchine agricole, dalla fiera degli animali nel cortile del
palazzo comunale. Alla sera, a riscaldare l‟aria un po‟
freddina, l‟esibizione di Pino Ferro, gradita da un pubblico di tutte le età.
Una festa che ha saputo stupire gli adulti con gli spettacoli teatrali nei cortili delle case, e rallegrare e far divertire i
più giovani grazie al parco giochi, inaugurato qualche
giorno prima della festa, ed al calciobalilla umano.
A tutto questo si aggiunge un ingrediente che non può
mancare alla festa di Viguzzolo, un ingrediente che
quest‟anno ha saputo donare quel tocco in più alla festa: i
fuochi!
Un grande spettacolo pirotecnico che ha saputo ancora
una volta stupire i viguzzolesi e non solo, seguito da un
concerto in piazza che ha attirato, sulle musiche dei Queen, tanti giovani e non solo, che hanno gremito la piazza
come non si vedeva da tempo.
Una tre giorni ben riuscita, che anche quest‟anno ha regalato a tanti compaesani occasioni di divertimento in cui
trascorrere il proprio tempo libero tutti insieme, come da
sempre succede, anche nel nostro piccolo borgo, durante i
festeggiamenti della Festa Patronale.
M.P.
di Lorenzo Lossano
Una vera passione
La passione per l‟agricoltura mi è stata trasmessa dal mio
nonno paterno Gino, poiché anche lui, come me, amava i
suoi campi, le sue piante, le diverse tipologie di colture,
in parole povere la sua terra.
Mio nonno ha sempre avuto due grandi passioni: di notte
lavorava nel suo forno come panettiere, mentre di giorno
si dedicava completamente ai suoi frutteti. Ma mentre per
lui la campagna era un passatempo, uno svago nel tempo
libero, per me invece spero diventi un vero e proprio lavoro.
Seguendo i suoi consigli, mi sarebbe piaciuto continuare
ciò che lui aveva iniziato, ossia coltivare i nostri terreni
piantando piante da frutto (pesche, albicocche…), ma
purtroppo i tempi sono cambiati e questo tipo di agricoltura, a mio avviso, non ha ad oggi alcun futuro.
Da allora sono cambiati completamente molti aspetti,
basti pensare ad esempio alla chiusura dei mercati ortofrutticoli di Viguzzolo e Volpedo: mi ricordo ancora la
prima volta che mio nonno mi portò al mercato del nostro
paese, pieno di trattori e carri stracolmi di pesche… ne
rimasi incantato e fu amore a prima vista!
Oggi le regole del mercato sono cambiate; al posto dei
due mercati sopracitati è nata la cooperativa Volpedofrutta e sono sorti grandi centri commerciali e di distribuzio-
Un Lorenzo bambino mostra già una grande passione per la
natura (qui sopra) e per le macchine agricole (a destra)
ne che importano, purtroppo, tantissimi prodotti direttamente dall‟estero. La mia personale esperienza di lavoro
e collaborazione con la Cooperativa (alla quale fornisco
pesche ed albicocche) è stata abbastanza soddisfacente,
ma di certo molto meno coinvolgente ed affascinante di
quella che viveva un giovane agricoltore in un mercato di
trent‟anni fa.
Una volta esisteva un rapporto diretto tra l‟agricoltore che
vendeva ed il commerciante che comprava, fatto di contrattazioni e discussioni che comunque portavano sempre
ad un accordo che andava bene ad entrambi: oggi invece
chi produce è costretto ad accettare il prezzo imposto
dalle cooperative o dai centri di raccolta, oltretutto solo
dopo aver conferito i prodotti. Come si dice nel nostro
dialetto: “u var giràs, cacià ar man drèra drà schèna e
ciapà quel chi‟t dan!”
Anche i costi di produzione della frutta sono lievitati enormemente (manodopera, prezzi dei prodotti per i tratta-
menti, materiali per l‟imballaggio), mentre sono drasticamente calati i ricavi: per questo motivo sono sempre più
convinto a trasformare i miei terreni in colture seminative
di grano, orzo, mais ed erba medica, riservando solo qualche ettaro alle pesche ed alle albicocche.
Nonostante ritengo sia questo l‟unico futuro per la nostra
agricoltura, esistono ancora nel nostro paese vecchi e
stimati agricoltori che credono nella frutticoltura, come
ad esempio Angelo Carlevari, Giulio “dra sucala” ed il
mio amico Gian Carlo Daffonchio con cui mi capita spesso di parlare e discutere di problemi agricoli, constatando
quanto lui ami ancora questo tipo di lavoro e di coltivazione, proprio come la pensava mio nonno Gino.
Probabilmente la mia passione per l‟agricoltura è una
cosa ereditaria, essendo stato anche il mio nonno materno
Giuseppe un “addetto ai lavori”, avendo commerciato
frutta per tanti anni: dai suoi racconti ho capito che fino
agli anni ‟90 gran parte dei terreni agricoli del nostro
paese erano coltivati a frutta, mentre basta fare un giro
per le nostre campagne oggi per rendersi conto i pescheti
sono quasi interamente scomparsi.
L‟agricoltura, soprattutto nei nostri territori, sta pertanto
vivendo una situazione alquanto critica, determinata da
vari e molteplici fattori: ciò ha scoraggiato molti giovani
lavoratori ad intraprendere la vita agricola, ma essendo io
un ottimista per natura, ritengo che ci possa essere comunque un futuro per questo che è uno dei lavori più
antichi dell‟uomo.
Qui Viguzzolo 2010
27
Attualità e avvenimenti
L’ Estate Ragazzi 2010
Anche quest‟anno si è svolta a Viguzzolo l‟Estate Ragazzi (conosciuto anche come Centro Estivo per quelli più
“anzianotti”, come me). Quest‟anno, proprio come l‟anno
scorso, è durato fino alla prima settimana di agosto, per
dare un maggiore servizio alle famiglie.
Come tutti gli anni, terminata la scuola ci si ritrova tutti
insieme per passare allegramente le giornate estive. Bambini dai 7 agli 11 anni vengono seguiti da simpaticissimi
educatori (come sono modesta!), e lasciando alle spalle
un anno di compiti e di interrogazioni, si ritrovano per
stare ancora insieme, per passare un po‟ di questo loro
tempo libero all‟insegna di nuove attività, diverse ogni
giorno, per divertirsi, ridere, giocare e stare ancora insieme, ma non più dietro ai banchi di scuola.
Con l‟Estate Ragazzi inizia l‟estate, inizia il divertimento!
In piedi da sinistra: Luca, Vanessa, Pietro, Aldo, Carlotta,
Azzurra, Nicola, Alessandra.
In basso da sinistra: Edoardo, Alessandro, Sharon, Eric, Leonardo, Riccardo, Margherita, Ives, Matteo
Purtroppo quest‟anno durante la prima settimana il tempo
non è stato molto dalla nostra parte e infatti ha continuato
a piovere e con molta tristezza abbiamo dovuto dire addio
alla piscina per quei giorni, ma di certo non ci siamo buttati giù di morale per qualche goccia (leggi: diluvio).
Con un po‟ di creatività di noi educatori, ma soprattutto
con la fantasia dei bimbi, siamo riusciti a far passare le
giornate con qualche gioco in palestra, un po‟ di disegni,
la pasta modellabile, i cartoni animati, i balletti, le partite
a calcio, e inoltre sono venute a trovarci due splendide
signore del paese che hanno insegnato ai bimbi a lavorare
a maglia.
Un grazie particolare per queste giornate un po‟ grigie va
ai bambini, che si sono sempre dimostrati interessati alle
attività proposte e si impegnavano a cercare un qualcosa
da fare tutti insieme per far passere il tempo. La giornata
28
Qui Viguzzolo 2010
passava sempre con un bel sorriso e ogni giorno si tornava a casa con la speranza che smettesse di piovere, ma
l‟importante era stare insieme e divertirsi. E finalmente
quel periodo di piogge passò.
Le giornate erano sempre molto intense e ricche di attività (ogni giorno qualcosa di diverso). A volte si arrivava a
casa davvero stanchi ma sempre felici e ansiosi di iniziare
un nuovo giorno carico di sorprese.
Ovviamente non poteva mancare la piscina, che era in
programma due/tre volte a settimana a Salice Terme. Siamo stati ospiti alla serra Fiorita di Viguzzolo dove i bimbi
hanno imparato a mettere le piantine nei vasi e, alla fine,
hanno portato a casa i loro lavoretti. Siamo andati a visitare l‟Osservatorio a Casasco, un pomeriggio molto interessante e pieno di nuove scoperte, e anche in questa occasione i bimbi si sono dimostrati incuriositi e interessati
a quello che sentivano e vedevano infatti hanno sommerso di domande le persone che ci hanno ospitati! Abbiamo
affrontato la paura, con spirito d'avventura e con tanta
adrenalina in corpo, andando all‟Adventure Park in Val
Borbera e muniti di carrucole e caschetti, i bimbi si lanciavano da alberi, attraversavano ponti traballanti o corde
a penzoloni... Un pomeriggio un po‟ diverso dal solito,
davvero pieno di avventura! Sempre in questa zona della
Val Borbera abbiamo affrontato un altro spirito di avventura, un po‟ più acquatico. Siamo stati alle piscine
“Bolleblu” dove abbiamo passato una giornata tra scivoli,
schizzi d‟acqua, onde e balli con gli animatori.
Abbiamo partecipato a gite molto interessanti nella nostra
zona con l‟Associazione Pietra Verde e, in quelle occasioni, i bimbi hanno trovato dei minerali, anche molto
antichi, persino fossili e siamo stati a stretto contatto con
la natura; le persone dell‟associazione sono state molto
disponibili a spiegarci e raccontarci tutto quello che ci
circondava.
Abbiamo avuto anche un altro contatto più ravvicinato
con la natura, anzi direi con il mondo animale. Siamo
stati ospiti al maneggio, dove i bambini hanno imparato a
spazzolare e pulire un cavallo, ad avere un rapporto con
questo animale e alla fine questa amabile bestiola ha sopportato i bimbi uno alla volta sulla sua groppa e tutti si
sono fatti un bel giretto.
Il Comune ha inoltre organizzato anche alcune gite fuori
dalla nostra zona, per esempio siamo andati a visitare San
Fruttuoso e Lavagna dove oltre aver goduto delle bellezze
caratteristiche di questi posti, abbiamo trascorso una bella
giornata al mare.
Quando invece stavamo in sede (luogo dove ci trovavamo
tutte le mattine, per chi non lo sapesse dietro alle scuole
medie), i bimbi a volte giocavano a tennis ed erano seguiti da un istruttore, facevano i tornei di calcio, calcetto e
ping pong con relativi vincitori e fantastici premi. Quan-
di Jenny Tosonotti
Foto di gruppo del secondo turno durante la gita a Cavi di Lavagna
do stavamo nel nostro paesello andavamo nella mensa
vicino al Municipio a mangiare mentre quando andavamo
fuori in trasferta la cuoca ci preparava dei panini squisiti,
e un ringraziamento particolare vorrei farlo proprio a lei
che ha sempre sopportato quel po' di “casino” quando
stavamo in mensa, ma che riusciva sempre a farci leccare
i baffi.
Insomma, abbiamo capito che il tempo libero di cui disponiamo è da sfruttare appieno; ci sono tantissime belle
attività che si possono fare piuttosto che stare a casa a
guardare la televisione, o a giocare con i video-game.
Bambini, lo dico soprattutto a voi, non perdetevi la gioia
di passare un bel giorno all‟aria aperta a contatto con la
natura, scoprendo ogni giorno nuove attività, nuovi giochi da fare insieme. Non sprecate mai il vostro tempo
libero, è prezioso se vissuto al cento per cento.
E tra mille sorrisi, a volte alcune sgridate, tanti giochi e
attività, le giornate sono passate molto velocemente, lasciando nei nostri cuori un bel ricordo di questa estate
passata insieme. Scrivo io, ma penso sia il pensiero di
tutti quanti gli altri educatori: un‟estate che non dimenticheremo mai, non dimenticheremo mai nessuno di voi
perché ci avete sempre regalato emozioni e felicità.
È stato bello condividere questa esperienza insieme, ci
siamo affezionati ad ognuno di voi e vi ringraziamo perché avete fatto tornare un po‟ bambini anche noi educatori. Speriamo davvero che anche voi vi siate divertiti e che
dire…vi aspettiamo la prossima estate: venite a passare
giornate ricche di nuove attività!
Foto di gruppo
a S. Fruttuoso
Qui Viguzzolo 2010
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Attualità e avvenimenti
Le stagioni a Viguzzolo
Da sempre, quando penso alle stagioni, le identifico ognuna con luoghi, odori, sapori, suoni, rumori, ricordi
diversi fra loro, che hanno però tutti una radice comune e
cioè essere legati a Viguzzolo ed al suo territorio.
Così facendo sento più intimamente le stagioni, riconoscendo il loro approssimarsi, il loro scorrere od il loro
spirare, per come si manifestano nel mio paese; di converso mi sembrano invece strane, diverse quando mi concentro su di esse mentre mi trovo altrove.
Mi piace iniziare dall‟autunno.
Tra fine settembre e la prima decade di ottobre considero
che la Festa è finita da un po‟, poi mi accorgo che sta
arrivando l‟autunno perché all‟imbrunire sento nell‟aria
odore di fumo di legna, perché quando percorro via Nuova la sera in bicicletta, inizio a vedere un poco di nebbiolina e perché a S. Bartolomeo di giorno la luce non è più
quella dell‟estate e non vedo più le vigne e la campagna
sottostante di un verde uniforme, ma qua e là apparire
belle increspature di giallo e di rosso.
Mano a mano la stagione si inoltra, la temperatura scende, compare la nebbia e poi, di solito ai primi di novem-
nonna, dopo che li avevo fatti abbrustolire sulla stufa di
ghisa, ed infine l‟apparire e lo scomparire improvvisi e
silenziosi nelle vie del centro storico degli anziani in bicicletta, con il mantello nero (“ra piligrenae”) ed il cappello.
Poi, di solito nella prima quindicina di dicembre, l‟aria si
riempie di un freddo secco, al mattino i fossi ed i campi
sono coperti di brina, dall‟imbrunire in poi c‟è silenzio
per le vie del paese, in piazza campeggia il grande albero
di Natale: è arrivato l‟inverno.
L‟inverno si manifesta in tutta evidenza in gennaio ed in
parte anche in febbraio, quando i campi e le colline sono
coperti di neve, quando il suono delle campane è attutito
durante le nevicate, quando con il tempo sereno, al mattino, anche gli alberi, soprattutto nella piana fra la Todeschina e strada Valle, sono ricoperti di galaverna, quando percorrendo la strada per Pontecurone si vedono bene
le lepri correre nei campi innevati, quando le pozzanghere delle strade vicinali ghiacciano, quando anche il Grue
qua e là ghiaccia, quando se vai in bicicletta ti fa male la
faccia dal freddo e quando in una mattinata di sole inver-
bre, ecco apparire il misto fra nebbiolina e pioggerellina
fine fine (si dice che “scarnebbia”), mentre cala dappertutto l‟odore di umidità. Di questo periodo mi piacciono
tre vecchi ricordi: il profumo dei salamini appena fatti da
mio nonno in macelleria, il gusto degli agnolotti di mia
nale se ti fermi in regione Ferrara e guardi le colline, le
vedi limpide e respirando l‟aria freddissima avverti una
sensazione come di pulito.
Dell‟inverno amo ricordare le “cavalle” di neve in cortile
più alte di me bambino ed il profumo emanato delle buc-
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Qui Viguzzolo 2010
di Paolo Casaschi
ce di mandarino posate sulla stufa di ghisa, polenta e saLuglio pervade di luce il paese e la campagna, la sera i
lamini a Carnevale in piazza e, ancora oggi, fuochi che
muri delle case sono caldi, fuori dall‟abitato di giorno le
bruciano i rami potati delle viti e delle piante di pesco.
cicale fanno sentire la loro musica e di notte i grilli ci
Verso fine marzo, a volte, il vento porta con sé un odore
accompagnano con il loro cri-cri .
quasi di mare ed asciuga bene la campagna; un po‟ più
Da un po' di anni, in luglio, sono tornate le lucciole, le
avanti nei fossi di strada Berzano nascono le prime viole:
vado spesso a vedere lungo la salita di San Bartolomeo o
finalmente la primavera.
lungo quella della Ghisa, nel silenzio della sera che ormai
Mi piacciono quelle prime giornate più lunghe, più tiepiquasi diventa notte; quella stessa notte in cui, appunto
de, luminose, che in aprile fanno venire voglia di correre,
sulla collina a San Bartolomeo, guardando il cielo, lo si
magari sull‟argine del Grue che, da silenzioso che era,
ammira pieno di stelle come mai in nessun altro periodo
comincia ad animarsi di insetti, di uccelli, di qualche pedell‟anno.
sce e di vegetazione.
L‟apice dell‟estate si raggiunge di solito nel corso
Poi, ad inizio maggio, la
dell‟ultima decade di lucampagna assume dapglio e poi anche agli inizi
pertutto un colore verde
di agosto, quando l‟aria in
intenso, il vento fa storpaese è caldissima ed
mire le fronde e, sopratanche un po‟ umida,
tutto nella zona di strada
quando la notte rinfresca
Valle, si sente un buon
solo verso l‟alba, quando
odore di terra tiepida, poi
i pescheti sono carichi di
maturano le fragole, si
frutti, quando nei pescheti
iniziano a sentire i grilli,
stessi ci sono le zanzare
la stagione prosegue, i
anche il mattino, quando
campi di grano imbionin paese tra l‟una e le
discono: è bello guardarcinque del pomeriggio
li dall‟alto, dalla collina
non c‟è in giro quasi nesdi San Bartolomeo o
suno, quando il Grue è in
In alto: una veduta estiva dal colle di S. Bartolomeo
dalla Montagnola, cosecca e nei pochi punti
Nella pagina a fianco: la Pieve vista nelle quattro stagioni
gliendo il contrasto tra il
dove c‟è acqua, questa è
verde degli alberi ed il giallo, poi bruno, dei campi di
quasi verde, quando è bello andare alla Montagnola, segrano e di orzo.
dersi all‟ombra di un noce, godere di qualche raro refolo
Della primavera ricordo che i miei amici ed io eravamo
di brezza e guardare Viguzzolo nella luce che c‟è solo
contenti di poter finalmente scorrazzare in bicicletta, e
d‟estate.
poi in moto, per Viguzzolo e per la campagna, senza più
Dopo la festa di San Bartolomeo la stagione inizia a defreddo; mi piace anche accorgermi che le persone tornano
clinare lentamente, la luce è meno intensa, fa ancora cala percorrere le vie del paese a piedi, si fermano, parlano
do, ma la notte si avverte il fresco, l‟uva non è più verde
fra loro e gli avventori dei bar cominciano a sedersi
e piccola ma assume forma, dimensione e colore propri
all‟aperto.
della maturazione. Presto sarà ora di vendemmia e
Il caldo inizia a farsi sentire e, con la mietitura, nell‟aria
l‟estate sarà finita. Ma prima ci saranno da apprezzare la
si sparge un buon odore di paglia scaldata dal sole.
Festa di Viguzzolo ed il suo lunedì. Dell‟estate ricordo i
L‟erba medica tagliata e seccata al sole inonda l‟aria di
bagni nel Curone che facevo con i miei coetanei e la liun profumo inconfondibile che ti fa entrare dentro
bertà di girovagare per Viguzzolo; oggi durante quel peril‟estate.
odo cerco il profumo delle pesche e mi fermo in campagna a sentire nelle gambe il calore che sale dalla terra.
Qui Viguzzolo 2010
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Attualità e avvenimenti
Alla scoperta del nostro paese
L‟anno scolastico 2009-2010 della Scuola dell‟Infanzia di
Viguzzolo è stato particolarmente ricco di attività: una di
queste ha interessato gli alunni di cinque anni, i quali
hanno potuto conoscere alcuni luoghi caratteristici del
nostro paese, grazie ad una proficua collaborazione con
l‟Associazione Culturale Viguzzolese.
I membri di questa associazione hanno guidato i bambini
e le loro insegnanti alla scoperta della nostra bellissima
Pieve Romanica, raccontandone la storia e facendone
scoprire le principali caratteristiche. I bambini si sono
quindi cimentati nella riproduzione dal vivo del monumento, alla quale hanno fatto seguire un dipinto dello
stesso.
Successivamente la scoperta del nostro paese è proseguita
con una visita al vecchio mulino ad acqua di proprietà dei
fratelli Marchesi. Poiché tale mulino è perfettamente funzionante, è stato messo in funzione per macinare del
mais, dal quale è stata ottenuta la farina gialla. Anche
I bambini curiosi di esplorare la Pieve
quest‟esperienza è stata riprodotta graficamente dai bambini, e tutti i lavori prodotti in questa giornata sono stati
poi esposti nel corso di una mostra allestita all‟interno
della Pieve durante il mese di giugno.
L‟esperienza, che è stata estremamente positiva e stimolante, ci consente di capire quanto una realtà
come la nostra Associazione Culturale Viguzzolese possa essere di
grande aiuto nel far conoscere il
territorio ai bambini.
Un ringraziamento particolare meritano Valter e Sergio Ponta, i quali
hanno coordinato le insegnanti,
organizzato e guidato le visite ed
hanno inoltre realizzato un cd-rom
per ogni singolo bambino contenente le foto che illustrano entrambe le
esperienze. Un altro ringraziamento
va anche ai fratelli Marchesi per la
loro disponibilità.
Foro di gruppo dei bambini della
scuola dell‟infanzia in visita alla Pieve
Romanica
via Marconi, 78 - Viguzzolo (AL)
Fax: 0131899057
cell: 335 1302939
e-mail: [email protected]
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Qui Viguzzolo 2010
di M. Mascarone e B. Torriglia
L’evoluzione della popolazione a Viguzzolo
Analizzando l‟anagrafe della popolazione del nostro paese nell‟ultimo mezzo secolo possiamo notare che il numero degli abitanti ha continuamente oscillato attorno alle
tremila unità fino all‟anno 2000, con un picco considerevole nell‟ultimo decennio, anche sulla spinta
dell‟immigrazione da paesi esteri, come confermato
dall‟analisi e dai grafici sotto riportati.
La popolazione di Viguzzolo negli ultimi decenni
Dati al 31 Dicembre dell'anno
2.984
2.876
Emigrazione ed Immigrazione
1,0%
2,0%
3,0%
4,0%
5,0%
6,0%
7,0%
3.109
3.206
2.930
2.935
+ 7,4 % dal 1960 ad oggi
Peso percentuale sul totale popolazione al 31 dicembre dell'anno
0,0%
3.072
8,0%
9,0%
1961
1970
1980
1990
1999
2000
2009
La popolazione di Viguzzolo ha superato le 3.200 unità
nel 2009. Una crescita non sempre costante ma tangibile
sul lungo periodo: oltre 200 abitanti in più negli ultimi 50
anni.
Questo mutamento è legato a molteplici dinamiche: un
primo flusso migratorio dalle regioni del Sud Italia e del
Nord Est negli anni ‟60. Incremento delle nascite negli
anni ‟70-‟80. In anni recenti torna ad essere marcato il
fenomeno migratorio, sia da altri Comuni che dall‟estero.
1961
1970
1980
1990
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Immigrazione da paesi esteri
2006
Peso percentuale degli immigrati da paesi esteri sul totale popolazione
2007
immigrata
2008
A partire dal 2003 aumenta la
percentuale di immigrati da estero
2009
% Immigrati (altri Comuni+estero)
22,2%
% Emigrati (altri Comuni+estero)
Nel corso degli ultimi 50 anni il rapporto tra immigrati ed
emigrati, per quanto riguarda il nostro Comune, è piuttosto bilanciato. Si notano alcune eccezioni: il numero degli
immigrati (altri comuni italiani+estero) nel ‟61 è decisamente importante.
Questo fenomeno è evidente anche negli anni 2000 fino
ad oggi ed in questo caso l‟aumento dell‟immigrazione
verso il nostro Comune è probabilmente legato alle possibilità abitative offerte dalle nuove zone residenziali, alla
vicinanza a Tortona e non ultimo al fenomeno migratorio
da paesi esteri.
L‟anno 2003 segna un aumento della presenza straniera:
alla regolarizzazione degli anni 2002-2003 (Legge
198/2002) ha fatto seguito un incremento delle iscrizioni
anagrafiche negli anni 2003-2004, da parte di persone per
lo più già residenti nel Comune per motivi lavorativi senza però essere regolarmente iscritte all‟anagrafe.
20,5%
18,5%
14,7%
10,8%
10,8%
15,5%
10,9%
7,1%
1961 1970 1980 1990 2000
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Negli ultimi anni la componente di immigrazione da paesi esteri è diventata importante. Il caso di Viguzzolo è un
piccolo esempio di quanto si osserva a livello nazionale.
Qui Viguzzolo 2010
33
Attualità e avvenimenti
di Valentina Nicolini
Il gemellaggio Viguzzolo - Leonforte
Viguzzolo e Leonforte sono due paesi dalle connotazioni
molto diverse nonostante la comune predisposizione
all‟attività agricola: il primo adagiato sulla pianura del
Piemonte orientale, il secondo arroccato su una collina a
600 metri dal livello del mare in terra sicula, nel centro
della Sicilia. Entrambi appartengono a ben vedere a due
realtà distinte, specchio della varietà socio demografica e
culturale dell‟Italia.
I bambini del paese mostrano le danze tipiche locali durante
la Sagra della pesca di Leonforte
Esiste però un legame che li unisce, un legame umano
che va ricercato addirittura nella storia stessa dell‟Italia e
dei flussi migratori interni. Negli anni 1960 infatti, numerose famiglie leonfortesi lasciano il paese natio in cerca
di migliori condizioni di vita e si installano a Viguzzolo,
crescendo qui i propri figli ed integrandosi con gli abitanti del luogo, ma mantenendo in molti casi stretti contatti
con i parenti rimasti al Sud. A distanza di anni, nel 2010,
si può ben dire che le radici di molti viguzzolesi siano da
ricercare proprio a Leonforte. Questo motivo, unitamente
alla consapevolezza di quanto i Leonfortesi conoscano
Viguzzolo e tendano ad identificare l‟intero Piemonte con
il paese (consapevolezza acquisita dal Sindaco Butteri
Rolandi durante un soggiorno culturale in Sicilia), ha
spinto l‟Amministrazione comunale ad istituire un gemellaggio tra le due comunità. Nell‟ottica di tale gemellaggio
le delegazioni dei singoli paesi hanno deciso di rendere
visita alla comunità amica e dopo la gradita presenza del
Sindaco di Leonforte a Viguzzolo lo scorso anno, è giunto il turno della rappresentanza viguzzolese in Sicilia. Tra
il 1° e il 4 ottobre, una sessantina di persone tra cui il
Sindaco, il vice Sindaco e alcuni consiglieri, unitamente
ad alcuni discendenti dei Leonfortesi emigrati e un folto
gruppo di viguzzolesi d.o.c., attratti da questo incontro
culturale nonché dall‟allettante programma turistico pianificato dalla Pro Loco a complemento del viaggio, sono
partiti alla volta di Leonforte per partecipare alla cerimonia istituzionale durante la quale è stato siglato il patto di
vicinanza e solidarietà tra le due comunità. Il viaggio ha
permesso di conoscere il paese e le sue opere storiche
come la Chiesa Grande, Palazzo Branciforti, la fontana
detta Gran Fonte, il Corso Umberto I Piazza Margherita,
come anche i suoi abitanti e i loro usi e costumi. In
quest‟ottica di avvicinamento alla cultura leonfortese, i
Viguzzolesi hanno poi partecipato alla sagra delle Pesche
e dei prodotti tipici, assistendo alla processione in abiti
folcloristici, presenziando attivamente con una stand dedicato ai prodotti di Viguzzolo e degustando le prelibatezze agricole locali: olive, ricotte, vino, pesche e legumi.
Il gemellaggio ha inoltre consentito ai partecipanti di visitare
le città di Enna ed Agrigento
nonché lo splendido complesso
teatrale di Taormina, di passeggiare sull‟Etna, di salire i gradini della celebre scalinata di Santa Maria del Monte di Caltagirone, di ammirare i mosaici di
Piazza Armerina e il bellissimo
duomo della città di Enna.
Foto di gruppo durante la visita
alla valle dei Templi ad Agrigento
34
Qui Viguzzolo 2010
di Enrico Pertusi
“Sì, era ora e ce l’abbiamo fatta!”
Era nell‟aria da tanto tempo ma dall‟ottobre 2010 Viguzzolo e Leonforte sono gemellate!
Gran parte del merito va al nostro Sindaco, perché proprio in seguito ad una sua vacanza estiva nella fantastica
terra sicula, si trovò a passare per Leonforte, ben sapendo
che quello è il paese d‟origine di tanti nostri concittadini.
Entrato in paese, chiese ad un passante alcune informazioni e quest‟ultimo si accorse che il suo accento non era
un accento locale, allora gli disse: “Ma lei è del nord!”
“Sì”, rispose il nostro sindaco, “Sono del Piemonte”.
E il passante: “Ma allora è di Viguzzolo!”
Vi lascio immaginare lo stupore e la felicità che ha avvolto l‟animo del nostro primo cittadino; a questo punto, non
si poteva più rinviare, questo matrimonio s‟aveva da fare! Il resto è cronaca dei giorni nostri…
Io, Enrico Pertusi, per molti “Baggio”, vorrei lasciare
un‟annotazione personale al gemellaggio fra i due paesi:
ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza, con amici
del sud, tant‟è vero che so parlare benissimo il loro dialetto!
Andando a casa loro quotidianamente, fin da bambino, mi
raccontavano e mi parlavano di Leonforte e di tutte le sue
bellezze artistiche e non solo: il lungo corso Umberto, la
fontana dei 24 cannoli, palazzo Branciforti, le loro svariate squisitezze culinarie fra le quali, gli arancini, i cannoli
e la brioche con la granita! Ecco, proprio per tutto questo,
la mia voglia di conoscere e di toccare con mano quella
terra cresceva sempre di più… per me Leonforte era diventata mitica.
Quando per la prima volta nella mia vita sono arrivato lì e
sono sceso dal pullman, appoggiando i piedi a terra ho
provato un‟emozione unica che non dimenticherò mai
più! Crescendo e frequentando amici e famiglie meridionali, ho imparato usi, costumi e modi di vivere di questa
gente, ho conosciuto la loro grande bontà d‟animo e la
loro grande ospitalità. Vivere con loro mi ha aiutato a
crescere e a capire tante cose, mi ha fatto capire che è
bello ricevere, ma che è più bello dare, mi ha fatto capire
l‟importanza dell‟amicizia e tutto ciò che ne deriva.
Per tutto questo il gemellaggio con Leonforte è stato un
bellissimo traguardo della mia vita e sono veramente fiero di avervi partecipato. Adesso possiamo dirlo: Leonforte e Viguzzolo, insieme per sempre!
I partecipanti al
gemellaggio con
Leonforte
Qui Viguzzolo 2010
35
Attualità e avvenimenti
I recenti restauri nella chiesa Parrocchiale
Nel corso del 2010 la nostra chiesa parrocchiale ha visto portati a termine due importanti lavori di restauro e conservazione, che hanno coinvolto la navata destra con l‟altare della Madonna del Rosario e l‟organo storico Serassi nella
sua sede al di sopra del portale d‟ingresso.
La nostra chiesa ha più di quattro secoli e la sua storia è
sancita dalla posa e benedizione della prima pietra il giorno 27 agosto 1598.
Consacrata nel 1603 dal Vescovo di Tortona Mons. Maffeo Gambara, nel corso dei suoi 400 anni è stata arricchita di oggetti di culto, decori e testimonianze di fede che
ne fanno, ad oggi, un prezioso scrigno di opere d‟arte.
L‟attività di conservazione del patrimonio d‟arte della
nostra chiesa parrocchiale è sempre stata pressoché continua, andando a toccare di volta in volta le componenti
dell‟edificio e dell‟arredo sacro più bisognose
d‟intervento.
Nel corso del 2010 le aree interessate da lavori di restauro
sono state principalmente due: la navata destra, nella parte contigua all‟abside, con l‟altare del Rosario e l‟organo
che ha sede sopra il portone di ingresso.
L‟altare del Rosario
Dominato da una nicchia centrale che ospita una statua
lignea della Madonna del Rosario, è arricchito da decori a
foglia d‟oro, particolarmente splendidi oggi dopo i restau-
L'altare della Madonna del Rosario
36
Qui Viguzzolo 2010
ri. Ai lati dell‟altare sono poste simmetricamente le due
statue che si dice rappresentino, a sinistra per chi guarda,
S. Giuseppe (o forse anche S. Bartolomeo) e, a destra, S.
Pio V.
Tutto attorno alla nicchia centrale corre una serie di quadretti raffiguranti i Misteri del Rosario. Si tratta di 15 tele
di piccole dimensioni, 40x30 o 30x30, dipinte ad olio: il
tratto era quasi irriconoscibile ma il restauro ha restituito
tutta la luce ai colori.
I quadri risalgono al 1682 e sono opera di due artisti viguzzolesi, Francesco e Gerolamo Barbetta. La famiglia
Barbetta insigne a Viguzzolo, vede tra i suoi membri pittori ma anche cariche municipali, notai ed esponenti del
clero, tra cui Pietro Maria Barbetta, Arciprete a Viguzzolo tra il 1615 ed il 1644 (nel 1642 il paese subì il saccheggio da parte delle truppe francesi). Come pittori i Barbetta, hanno lasciato molte tracce del proprio lavoro nella
chiesa parrocchiale e sui muri del paese.
Le tele dell‟altare del Rosario sono state commissionate
ai Barbetta dall‟Arciprete Gramegna, per essere destinate
proprio a questo altare che le ospita ancora oggi.
Un piccolo mistero: le annotazioni del Gramegna ci riferiscono di 12 tele, mentre le attuali sono 15 più una posta
in alto a cuspide sull‟altare.
Le tele rappresentano, in alto, da sinistra: l‟Annunciazione dell‟angelo a Maria Vergine, la Visitazione di
Maria a S. Elisabetta, la Nascita di Gesù e la presentazione di Gesù al Tempio. A sinistra, dal secondo in alto: la
crocifissione e morte di Gesù, la Resurrezione,
l‟Ascensione al cielo di Gesù, la discesa dello Spirito
Santo al Cenacolo, il viaggio al Calvario di Gesù carico
della croce. A destra, dal secondo in alto: il ritrovamento
di Gesù al Tempio, l‟agonia di Gesù nel Getsemani, la
flagellazione, l‟incoronazione di spine, l‟Assunzione in
cielo di Maria. Infine la piccola tela posta in alto raffigura
l‟Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra.
L‟organo
La chiesa di Viguzzolo può vantare un organo dal prestigioso marchio, costruito dalla fabbrica Fratelli Serassi di
Bergamo, come si legge da iscrizione posta sullo strumento che recita: Fratelli Serassi di Bergamo – n. 359 –
anno 1817.
L‟Imperial Regia Fabbrica Serassi è attiva tra il 1700 e
1800 e acquista fama grazie a perfezionamenti alla meccanica e ad invenzioni originali tali da valere numerosi
riconoscimenti da parte di istituzioni ed accademie.
Il restauro dell‟organo della parrocchiale di Viguzzolo,
di Marina Mascarone
Vescovo titolare di Famagosta nel 1576.
L‟iscrizione è conservata solo in parte, ecco il testo completo e la traduzione:
D.O.M.
Plebanum hoc et paroeciale templum
quod primum anno MDLXXVI
Hieronimus Famangustanus Episcopus
Apostolicus Visitator
deinde Episcopi successores
in pristinam dignitatem restituire decreverunt
Carolus Fran.cus Ceva mediolanensis
Episcopus Derthonae Marchio Comes etc.
angendo cultui erga ss. Patronos
Ad pia vota populi Cleri et Marchionis Fiduciarij
Canonicorum Collegio insignivit
Anno MDCXCIII
Viguzzolenses grati animi monumentum
Pio et beneficentissimo Praesuli
P.P.»
La sede dell'organo dopo i lavori
fortemente voluto dal parroco don Gino Bava, è stato
ultimato nell'ultimo scorcio dell'anno e presentato nel
corso di una solenne benedizione ed inaugurazione, il 19
dicembre 2010.
Va segnalato come nel corso dei lavori di restauro
dell‟organo sia venuta alla luce un‟iscrizione posta al di
sopra del portale principale, nascosta dall‟organo e visibile solo per breve periodo prima che l‟organo restaurato
abbia ritrovato la sua collocazione.
L‟iscrizione venne posta in ricordo della cerimonia di
costituzione della chiesa parrocchiale di Viguzzolo in
A Dio Ottimo Massimo
Questo tempio pievano e parrocchiale
che in un primo tempo nell‟anno 1576
Gerolamo Vescovo di Famagosta
Visitatore Apostolico
quindi i Vescovi (suoi) successori
decretarono fosse restituito alla dignità antica
Carlo Francesco Ceva milanese
Vescovo di Tortona Marchese e Conte ecc.
accrescendo così il culto verso i santi patroni
venendo incontro ai pii desideri del popolo,
del clero e del marchese fiduciario (del Duca di Milano)
insignì del titolo di Collegiata (questo tempio)
I Viguzzolesi come ricordo di gratitudine al Pio e beneficentissimo Presule nel 1693 posero.
Nota bibliografica essenziale
L'iscrizione nascosta dietro l'organo Serassi
Collegiata, avvenuta il 4 novembre del 1693: nel corso di
una solenne funzione presieduta dal vescovo Carlo Francesco Ceva, la chiesa si vide restituire due Canonicati che
nel 1690 erano stati uniti al Seminario di Tortona. Questo
atto sancisce il ritorno della nostra chiesa al rango di Collegiata, tributato già dal Visitatore Apostolico Gerolamo
Giuseppe Cervetta, A proposito del restauro della facciata
della Chiesa Parrocchiale, in “Qui Viguzzolo” 1980
Francesco Serra, La chiesa della Beata Vergine Assunta
in Viguzzolo, in “Qui Viguzzolo” 1982
Giuseppe Decarlini, I fabbricieri della Chiesa parrocchiale
di Viguzzolo, in “Qui Viguzzolo” 1991
Manuela Marini, L' altare del SS.mo Rosario della Chiesa
parrocchiale, in “Qui Viguzzolo” 1992
Domenico Peverone, Dei pittori Barbetta, in “Qui Viguzzolo” 1995
Alessandro Gavio, Gli arcipreti di Viguzzolo, Voghera
2009
Domenico Peverone, Il borgo insigne, Viguzzolo 2010
Si ringraziano il parroco don Gino Bava per la collaborazione e Mario Mensi per le foto del cantiere dell’organo.
Qui Viguzzolo 2010
37
Attualità e avvenimenti
Ricordi da El Carmen, Perù
30 Novembre del 2010. Sto tornando a casa, a Viguzzolo.
Dopo un lungo viaggio sono arrivato a Milano. C‟é una
soffice e delicata neve ad accogliermi. Lentamente, però
con caparbietà, sta ricoprendo con un manto leggero e
candido ogni cosa. Mi sembra sia la mano pietosa di
qualcuno che voglia coprire con un velo l‟altro mio viaggio, quello che é durato dieci anni, tra le genti afrodiscendenti del Perù. Eh già, sono stato ne El Carmen, un paese
a duecento kilometri al sud di Lima, per dieci anni e adesso mi pesa molto il bagaglio che devo portare nel cuore.
Questi dieci anni sono passati in fretta. Mi sembra ieri
quando arrivai e ricordo ancora vivamente l‟impressione
che ebbi di trovarmi in Africa. Gli stessi sguardi interessati, gli stessi sorrisi aperti, lo stesso calore, le stesse mani dure per il lavoro ma piene di amicizia, che avevo lasciato in Congo. Per me la vita ricominciava. Presto seppi
che la mia nuova parrocchia era costituita da gente meravigliosa. Con grandi problemi e molte limitazioni, però
piena di gioia di vivere e desiderio di migliorarsi.
Spesi i primi tempi cercando di capire e di farmi capire.
Capire non é un fatto di lingua, per niente! É un evento
culturale, un‟avventura umana, una dinamica dove il primo passo é ascoltare e il secondo é l‟empatia. Voglio dire
che bisogna sforzarsi e mettersi nei panni dell‟altro e vederlo con un'ottica positiva. Capire é apprezzare, condividere e partecipare, ponendo sulle proprie spalle le difficoltà e i problemi dell‟altro. In un tempo relativamente
breve, ebbi l‟impressione di trovarmi a casa. Ero capito e
accettato.
A questo punto potevo portare il mio contributo. Finalmente mi sentivo pronto a proporre e organizzare, senza
che questo potesse essere visto come imposizione o come
la velleità di chi si sentiva superiore. Tutti dovevano percepire che la mia presenza in mezzo a loro era l‟azione di
un missionario arrivato lì per amore di Cristo e desideroso di prodigarsi per il bene di tutti. Così feci un piccolo
piano che ruotava su due assi: fede e cultura.
La gente de El Carmen é molto religiosa e la vita, non
solo quella di fede, ruota attorno a due grandi eventi annuali: la festa della Madonna del Monte Carmelo, il 16 di
luglio, e le tradizioni natalizie che vivono la loro apoteosi
il 27 di dicembre, ancora una volta con una solenne festa
della loro patrona, la Vergine Maria. Quindi quello che
ho cercato di fare é stato organizzare e ampliare la partecipazione della gente a questi due grandi eventi, accrescendone la coscienza. Poi, una seconda e importante
conquista é stata la partecipazione dei genitori nel processo catechetico dei loro figli. Ne El Carmen, normalmente,
si amministra il sacramento della Cresima a circa 120
ragazzi e la Prima Comunione a circa 250 bambini. I genitori non svolgevano nessun ruolo nella preparazione dei
loro figli. Così abbiamo organizzato giornate per i genito-
38
Qui Viguzzolo 2010
ri e anche veri e propri ritiri favorendo una maggior comprensione con i figli e migliorando le capacità familiari di
condividere i momenti buoni e meno buoni della famiglia.
Queste iniziative verso i genitori sono state molto apprezzate; lo dimostra il fatto che, nel 2007, anno del terremoto, quando furono sospese, abbiamo ricevuto molte lamentele. I genitori avevano capito che in questi incontri
s‟imparava qualcosa di buono. Altro aspetto importante
fu la riconsiderazione del territorio. El Carmen é una parrocchia di circa 15.000 abitanti con circa trenta paesini
dei quali ventuno con la loro chiesetta. Le messe erano
centralizzate così come l‟insegnamento del catechismo.
Noi abbiamo cercato di fondare nei paesi anche in quelli
minuscoli una piccola comunità di base ponendo i laici
più impegnati come coordinatori. Queste comunità dovevano occuparsi di organizzare e vivere la fede nei loro
rispettivi paesi. Il sacerdote, per lo meno una volta al
mese, andava a visitarle e celebrava con loro l‟Eucarestia.
Anche questo é piaciuto molto e l‟ho potuto constatare
perché le feste patronali di ogni piccolo centro abitato
crescevano, con il passare degli anni, in partecipazione e
presenze.
Ragazzi dell‟oratorio guardano la partita
L‟altro asse é stato la cultura. Gli Afrodiscendenti del
Perù portano su di sé il peso di essere stati schiavizzati.
Ciò ha lasciato ferite profonde per quel che concerne una
concezione positiva della propria identità e della propria
storia. Per aiutare in questo campo abbiamo fondato
un‟associazione che si chiama “Centro de la Cultura Afroperuana San Daniele Comboni”. Questo Centro, che
finalmente nel 2005 poté funzionare in una sede propria,
ha il compito di valorizzare e far conoscere la cultura
afro. Siamo arrivati a questa iniziativa grazie a un percorso fatto di seminari e works-shop e altre attività organizzati in parrocchia e in molti piccoli centri periferici.
In seguito, sono passato a una fase di costruzione. Prima
di Padre Lorenzo Bergantin
abbiamo ricostruito la chiesa di Hoja Redonda, un paese
di 2.500 abitanti il cui tempio languiva ed era ai limiti
della pericolosità. Poi é venuto il momento dell‟oratorio
parrocchiale. Abbiamo comprato un terreno di 2400 metri
quadrati e lì sono stati realizzati una casa per ritiri giovanili, un anfiteatro, un campo da calcetto e un parco giochi
per i bambini piccoli più la sede del Centro Culturale.
Eravamo tutti presi con queste costruzioni quando, nel
2007, il 15 di agosto, c'é piombato addosso il disastro del
struito 9 chiese di varie dimensioni, progettato e costruito
un centro di formazione. Calcolo che tra gli aiuti in generi vari e quelli della ricostruzione sono riuscito a gestire
più di un milione di dollari. Questo é dovuto alla generosità di tanti amici e a un lavoro fatto con lo sforzo di essere razionali e trasparenti cercando di arrivare a tutti, specialmente ai più dimenticati. In particolare, ricordo con
molta ammirazione certe iniziative realizzate a Viguzzolo
e l‟accoglienza sempre calorosa dei miei compaesani,
ultima in ordine cronologico: la bella serata del concerto
di Natale 2009, con la partecipazione di tanti bambini e
genitori, il cui ricavato è stato destinato alla ricostruzione
ne El Carmen.
Ho ricevuto vari riconoscimenti che se da un lato mi lusingano dall‟altro mi rattristano perché lasciano
nell‟ombra tanta gente che ha lavorato e continua a farlo
con abnegazione e altruismo e che sinceramente meriterebbero di andare sulle pagine dei giornali ed essere additati come esempio che ancor oggi é possibile impegnarsi
e lavorare con generosità solo per aiutare quelli più sfortunati di noi. Quando penso a El Carmen e al terremoto,
penso che al mondo c‟é tantissima gente buona, anche qui
a Viguzzolo, per cui, alla fine, sono contento di essere
tornato.
Magdalena: strada principale dopo il terremoto
terremoto. Quei tre terribili minuti ci hanno stravolto la
vita, spingendo nella disperazione migliaia di famiglie e
mettendo sulle nostre spalle una quantità di lavoro che
sembrava impossibile da fare.
Da agosto 2007 a marzo 2008 abbiamo cercato di gestire
l‟emergenza organizzando l‟arrivo degli aiuti e la razionalizzazione della distribuzione allestendo due centri di
raccolta. Ci siamo avvalsi di molti volontari e anche della
tecnologia impiegando computer e altro riuscendo a dare
aiuti a circa 14.000 persone a scadenze regolari. Però già
dall‟ottobre del 2007 ci siamo occupati, dapprima con
lentezza poi con un impegno sempre più forte, della ricostruzione di case e chiese. Il sunto della nostra azione può
sintetizzarsi in questo modo: nel triennio 2007-2010 abbiamo organizzato sei seminari dove si insegnava a riparare e costruire case per chi voleva darsi
all‟autocostruzione, abbiamo ricostruito circa 150 case e
aiutato altre 40 famiglie a farlo, abbiamo riparato o rico-
Magdalena: strada principale dopo la ricostruzione
Qui Viguzzolo 2010
39
Attualità e avvenimenti
di Elisabetta Montaldi
L’ultimo giorno di scuola
Ancora pochi giorni trascorsi insieme sui banchi della
scuola primaria e poi per i bambini di 5 A e B tutto sarebbe cambiato: la scuola, il gruppo di amici, i professori, i
libri, le responsabilità e, sicuramente, anche la statura.
Un momento importante, da non dimenticare e noi maestre a volerci “inventare” un modo per imprimere nella
memoria dei nostri alunni l‟“ultimo giorno di scuola”.
E quale modo migliore se non decidere di giocare proprio
con la memoria: rispolverare i giochi e i racconti dei nostri nonni abbandonando lo studio in aula per buttarci in
un‟esperienza “sul campo” o meglio, per le strade del
nostro Paese
“bicicletta” datato inizio „900. Nella splendida cornice
dei giardini della Pieve Romanica sono stati coinvolti in
una divertentissima gara di fionda ed in altre sfide nelle
quali gli “strumenti” del mestiere erano solo sassi e legno.
Al Centro Anziani i bambini hanno poi vissuto un momento più tranquillo e carico di concentrazione: hanno
ripercorso i ricordi legati ad un‟epoca in cui andare a
scuola era un po‟ più complicato di oggi: la scuola era più
difficile da raggiungere perché non c‟erano mezzi pubblici né automobili, bisognava camminare e le scarpe non
sempre erano comode!
Le classi 5 A e 5 B
nell‟ultimo giorno di scuola. Da sinistra: Massimiliano, Alessio, Giovanni, Daniel, Riccardo, Marian,
Luca, Nicolò, Pietro Pes.,
Max, Pietro Per., Marco,
Pietro M., Rebecca, Chiara,
Mattia D., Lucia, Francesca, Camilla, Mattia T.,
Nahid, Simone, Stefania,
Silvia
La mattinata del 10 giugno è quindi stata all‟insegna del
ricordo: grazie alla collaborazione di tanti
“professionisti” dei giochi del passato e di appassionati
conoscitori del paese, i bambini divisi in tre gruppi e
“capitanati “ dalle loro maestre hanno fatto un viaggio nel
tempo a ritroso di quasi un secolo.
Abituati ai loro tecnologici video-games, i bambini hanno
invece giocato, in un angolo ombreggiato della nostra
piazza, con gli stessi giochi usati dai loro nonni: la lippa,
la fionda, le biglie e addirittura un modellino di
40
Qui Viguzzolo 2010
Ripercorrendo le strade di Viguzzolo sono poi arrivati
fino al Vecchio Mulino che, per l‟occasione è stato rimesso in funzione.
Una giornata importante e ben riuscita, per i bambini, per
tutte le persone che hanno collaborato in questa iniziativa
e per noi maestre che nel turbinio di emozioni siamo riuscite anche a versare qualche lacrima nel salutare i nostri
adorati ragazzi di quinta.
Le maestre
Chi Vigsö 2010
Il granturco e “ra pulente”
La coltivazione del mais oggi viene fatta su grandi estensioni dove è disponibile una fonte per l‟irrigazione. Una volta,
invece, si piantavano anche poche pertiche di mais per assicurarsi la farina per la polenta da fare in casa. Questo alimento ci identifica con le nostre origini, quasi sepolte dai molti abiti professionali che oggi indossiamo, ci riporta alla
terra, al nostro passato che ad essa rimane legato seppur sotto mentite spoglie e ci aiuta a ritrovare una parte di noi
stessi.
Nessun cibo infatti richiede un rituale simile, utensili particolari, un dosaggio ottimale degli ingredienti e una cura
così scrupolosa e attenta. Il tempo scorreva più lentamente una volta, seguiva i ritmi delle stagioni e non creava l‟ansia
di arrivare in orario a timbrare il cartellino. E la polenta che lentamente coceva sul fuoco ne seguiva lo scorrere.
Sul vocabolario alla voce mais si trova: pianta annuale
delle graminacee che può raggiungere i 3 metri di altezza
dal fusto duro e segmentato simile al bambu, è uno dei
prodotti agricoli più importanti nel mondo ed uno dei
pochi importati dall‟America.
La storia del mais non era forse conosciuta dai nostri nonni ma il lavoro necessario per ottenere il granturco (ra
mergä) lo era! Infatti si
iniziava a seminare in
aprile-maggio quando
la terra iniziava ad essere
calda,
con
l‟apposito attrezzo ra
cavegie, poi veniva il
periodo di togliere
l‟erba, che soffocava le
piantine, poi con la
zappa si tagliavano le
piantine in eccesso
(inrairì) e ancora si
levava l‟erba. Infine si
faceva un rincalzo
(incalsà) di terreno per
ricoprire la base delle
piantine e costruire dei solchi per l‟irrigazione. Solo allora si cominciava in modo sistematico ad innaffiare. Una
settimana dopo la fioritura si andava a cimare (sumà)
tagliando la parte alta della pianta in modo che le pannocchie maturassero e seccassero bene. Le cime tagliate si
usavano come foraggio per asini e buoi. Tra settembre ed
ottobre si procedeva alla raccolta delle pannocchie e alla
sera ci si riuniva per sfuià (liberare le pannocchie dalle
foglie) cantando o chiacchierando. Le pannocchie venivano lasciate ad asciugare qualche settimana e poi, sgranate
con un apposita trebbiatrice (ra machnine da bat), le
foglie invece, si utilizzavano per fare i pagliericci (pajas),
comodi ed economici materassi. L‟ultima operazione sul
granturco prima della essiccazione finale era la ventilazione, lavoro manuale con il quale si toglievano le residue impurità. Si stendevano quindi i chicchi a seccare al
sole ed infine si insaccavano. Come d‟uso i contadini
trattenevano qualche sacco di granturco da macinare per
la polenta. Questo alimento, se pur povero, era spesso
indispensabile a chi non poteva avere altro.
Alcuni autori hanno usato la polenta per descrivere
l‟ambiente povero delle campagne o della città dove si
poteva trovare a buon mercato nelle mense più povere
accompagnata da fagioli o dall‟aringa affumicata appesa sopra il
desco, o da merluzzo
(pulente e marlüs),
mentre raramente faceva la sua comparsa nelle mense dei benestanti
che male sopportavano
il senso di gonfiore che
provoca e le preferivano cose più nutrienti e
gustose. Un detto ancor
oggi diffuso è “ra pulente a contente, ma ar
capon l‟è puse bon”.
La polenta oggi è sinonimo di allegria, di pranzi all‟insegna della sobrietà e
dell‟amicizia accomunando tutti allo stesso tavolo. Si
accompagna con molte pietanze e con un bicchiere di
vino buono e va consumata calda! Anche Giuvanen ne
era convinto ricordate la fiaba di Giuvanen sense pagure
apparso in Qui Viguzzolo nel 1997? Lui in quel caso non
aveva nessuno con cui dividere la polenta e quando si
presentò l‟omone gli disse solo “Se ne vuoi devi fartene
perché la mia me la mangio io!” E che dire di quella ragazza che vedendo Giuvanen, che finita la polenta era
“da dre da l‟us con ra cove dar marlüs che u la ciuciave”? Lo amò immediatamente e andò dalla mamma dicendo “Voi spusà col bel giuanen col ch‟u piante i ravanen au cer dra lone”. Altri tempi? Forse, ma anche oggi
certi incontri si fanno davanti a un piatto di polenta fumante!
Qui Viguzzolo 2010
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Ra pulente
Capìs no
A disen dar vu∫ infurmà
che na fiorä stṳfä da mangià
pulente e arie ad l‟üs
a vrive mangià almeno un po ad marlüs.
Con le am sintivä un corp e un‟anme sulä.
As vighivom da svens ma as parlvom poc e ma
perche mi a son ad Vigsö e le dra Muntà.
Alure as à spusà e per un po l‟a andate ben
ag avive pan pansete e ven
propi un paradi∫.
Ma un an ar pos l‟a dvintà sbri∫
Ra terä seche la fat poc gran
icsì gnente farenä e sul poc bran.
Ar gugnen ung erä no,
e a sa vansà con di gran pagarò.
Ra pulente l‟a ni bonä alurä
e le as lamintave fort ancorä.
“Pulintas pulintas
triqual ca tröv a las”
a dzive! Almeno ag avesen un pes
e u so om, cu la sintivä, ug bragiave spës
Un di as a stufa da avig ra fam ados
e me j‟ a∫nen l’a piantà u ros.
L‟a ni a ca l‟om e us a mita a bragia
“disgrasià tam me gnanchä fat da mangià!
Va veje alure se no at pei a bot”
E le sensa fasel di du vot
l‟a pià su ra so valisä, sa fate
e sense di gnente as na andate.
L‟om che ug avivä fam,
l‟a mita ar cadarnen ins ar fiam.
Pö, me se un fos suces gnente,
L‟a trat su ra farene e us a fat ra pulente.
L‟era cote, ul a vardà e l‟a det “O pṳlente traditure
che per ti o pers ra siure!”
Pö us l‟a mangià tüte
e l‟ha bivu du biciron per dabon.
L‟a spità che ra done a nes indrerä
ma da l‟autṳn l’a ni premeverä…..
E ra done l‟ha ristà inde che l‟erä!
I testi contenuti in queste pagine sono scritti da Sergio e
Valter Ponta. Un ringraziamento va all’amico Maurizio
Cabella.
A serä inamurà ad le sulä
e a vrive dichiaram verament,
alure un di ag ö det con sentiment:
“Il mio cuore stravacca d‟amore ogni mattina
am amet anche ti mia bella Marietina ?”
Le am a vardà pinsende che an fos no giost
Pö am fa ”Sa distu et ciucu a parlö cume un buraten?”
E l‟ha cmincià a rig bumben
Tot a preme ag son rista ma,
ma pö o pinsà “l‟è propi vere l‟avis”,
“don e bo peji du to pais!”
Forse sta done l‟avivä no capi ar me intension
ma mi da parlà me le an son propi no bon!
Dètu „r‟ “vino batesato” (di Mario Marini)
L‟er un dî ch‟u fava cad
E Dètu, cun in tâestâe un caplèn‟d cartâe da giurnal,
u dav‟ar biâench a cà‟d Giuani‟d Muntanàr.(1)
A ra matèn un biviva no e parlava pòch,
ma a u dopdisnà, tâente vot bên,
u fav‟inchè ra part ad ra matèn.
Giuàni ul sivâe e l’iva mêus
A ra butegl‟in frêusch,
ma‟r ven ch‟ugh era dreantâe
l‟era mêusc. (2)
Apena che Dètu u l‟ha sagià
l‟ha stralasà da lavurà
e cu‟r mâen int i fiâench
u s‟ha cacià a ciamà:
-Giuni, ven un po‟ in sa!..Quâend ch‟u s‟ha presenta „r padròn,
puntâend‟un digh invâer a ra butegliâe
ugh ha det: - Stam a sintì, planciutòn!...- (3)
-Libera Chiesa in libero Stato u va bèn,
ma‟r <<vino batesato>> gnâench‟ un fraghinèn:
o ta vâe in cantenâe
t‟al pèi bon e t‟al port sü,
o chi‟d biâench ua n‟ir dà pü !- (4)
NOTE:
1) La famiglia del droghiere Carlevari
2) Il vino era annacquato
3)Sinonimo di pelandrone
4)O vai a prendere del buon vino, o il lavoro non prosegue
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Qui Viguzzolo 2010
A fam ra pulente con...
Ci sono molti modi per cucinare la polenta, ma di sicuro
la bontà della farina di granoturco è fondamentale per
questo piatto, come rimane importantissima la macina “a
pietra naturale” dei chicchi di granoturco, e la cottura, a
dev stacas dar kadarnen!
Per secoli, la polenta con il merluzzo, o la polenta con la
saracca, ha rappresentato il piatto del venerdì, giorno in
cui si doveva rigorosamente mangiare di magro, di molte
famiglie viguzzolesi, ecco la ricetta.
Ra pulente cor marlüs
Ingredienti per 6 persone (ma se a mengen me di bö u
var fan un pò pusè. U var regulas):
500gr. di farina di mais,
sale q.b.,
acqua q.b.
Come fare:
Riempire di acqua un paiolo di rame ar kadarnen, portare
ad ebollizione e salare. Versate a pioggia la farina di granoturco, mescolando in continuazione con la stecca di
legno ar kanè dal basso verso l‟alto. Far cuocere per 60
minuti a fiamma bassa. Rovesciare la polenta sul tagliere
e dividerla a fette con un filo di refe.
La polenta veniva e viene servita in molti modi, accompagnata con vari condimenti, i più tradizionali erano:
polenta e passerotti pasaren che venivano rosolati a pezzi
in casseruola tasarole ed adagiati sulla polenta con salvia
e burro fuso ar butir ; polenta e fons, che potevano essere
porcini nivariö o prataioli stubiarö, chiodini gabarö, tutti
questi sono comunque buoni; basta tritare una cipolla e
farla appassire nel burro in padella, aggiungere i funghi
affettati, salare e lasciare cuocere sino che l‟acqua di vegetazione evapori, cospargere in fine con un po‟ di prezzemolo arburent tritato. Sicuramente però la polenta con
il merluzzo marlüs rimane tra i piatti della tradizione viguzzolese.
Ricordo ancora l‟anciuè, che veniva nei cortili spingendo
il carretto con i barilotti delle acciughe e delle aringhe, il
merluzzo sotto sale, le saracche ed i saracchini ed invitava le massaie ad acquistare. Questi pesci erano considerati di scarso valore e quindi usati per accompagnare la
polenta nelle mense della povera gente.
Ingredienti per 4 persone:
1 kg. di merluzzo sotto sale,
600 gr. di pomodori pelati,
2 cipolle,
2 spicchi di aglio,
farina q.b.,
olio extra vergine di oliva,
un pizzico di sale,
una manciatina di prezzemolo.
Come fare:
Mettere a bagno in acqua il merluzzo per 2 giorni cambiando 4 o 5 volte l‟acqua. Preparare la polenta seguendo
la ricetta descritta in precedenza. Friggere in una padella
nell‟olio la cipolla tagliata a fette sottili e l‟aglio. Aggiungere i pelati a dadini e cuocere a fuoco lento a lungo (in
tar canton dra stive). Tagliare il merluzzo asciugarlo bene, infarinarlo e friggerlo in padella a fuoco vivace. Unire
il merluzzo al sugo di pomodoro, salare e cospargere di
prezzemolo tritato.
E con ra pulenta vansà… sag famen? Il giorno successivo alla preparazione diventa ottima soprattutto se tagliata
a fette e fritta in padella o leggermente abbrustolita sulla
piastra, ma ricordo di nonne che trasformavano la polenta
avanzata dalla cena in una gustosa polenta fritta dolce da
servire a colazione. Come tante altre massaie tagliavano
una prima volta la polenta a fette sottili con il filo di refe
e la ritagliavano una seconda volta in piccoli cubetti, che
lasciavano abbrustolire in un padellino per servirli caldi e
croccanti in un piatto cosparsi di zucchero. Ma si sa questo è il tempo passato, col dar mangià dna votä!
Azienda Agricola Vitivinicola
Penacca Franco
Qui Viguzzolo 2010
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Ar piasì e ar crüsie da scriv in dialet
Percorrendo l‟Italia ci accorgiamo che il dialetto cambia
in ogni provincia, in ogni comune, in ogni frazione, a
volte di poco a volte drasticamente. Il motivo?
Il dialetto è prevalentemente una lingua parlata che si
impara in famiglia; le parole, i suoni, le inflessioni sono
quelli della famiglia, o di una ristretta cerchia di conoscenti. Manca quindi una codificazione rigorosa scritta a
cui uniformarsi ed il modo di esprimersi della famiglia
diventa una regola a sé stante, magari in contrapposizione
al modo in cui ci si esprime a pochi chilometri di distanza.
Premesso questo, ogni volta che ci mettiamo a scrivere in
dialetto di Viguzzolo lo facciamo con due sentimenti, ar
piasì e ar crüsie da scriv in dialet: il piacere di mettere
per scritto parole, frasi idiomatiche, ricordi e il pensiero
di non avere regole semplici e chiare da rispettare per
scrivere correttamente in viguzzolese.
Le esigenze di chi voglia scrivere in dialetto sono quelle
di rappresentare tutto ciò che del dialetto sembra veramente importante e di rappresentarlo nel modo più semplice, ma, non esistendo una codificazione vincolante,
ognuno scrive un po‟ come vuole, seguendo in parte propri convincimenti e in parte adattandosi ai pochi che scrivono oggi nel nostro dialetto come ad esempio il maestro
Il Centro Anziani del nostro paese
è senza dubbio un ambiente in cui
il dialetto bisgulè è ancora
molto utilizzato
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Qui Viguzzolo 2010
Mario Marini.
In realtà, fin dagli inizi della collaborazione con “Qui
Viguzzolo”, noi abbiamo proposto una “ipotesi di scrittura” con lo scopo di ricercare un sistema di scrivere e leggere il dialetto più conveniente, ben consapevoli che per
la trascrizione dei dialetti è necessario usare i segni diacritici o fonetici, vale a dire quei segni grafici che modificano i normali suoni di consonanti e vocali. Sempre considerando “normali” le lettere dell‟alfabeto italiano.
Ci siamo tuttavia resi conto che nonostante la buona volontà, non avendo competenze specialistiche in dialettologia, ma da semplici amatori della parlata locale, non riusciamo a scrivere correttamente: per cui abbiamo pensato
di rivolgerci ad un amico, l‟esperto linguista Maurizio
Cabella, e di chiedere il suo aiuto. L‟obiettivo è di raccogliere in questa rubrica alcune parole e di farle scrivere
con gli appropriati simboli. Sia chiaro, il processo di unificazione linguistica dell'Italia è stata un'operazione grandiosa, dal forte significato democratico. Ciò che invece
interessa noi è fare in modo che questo patrimonio linguistico dialettale, non soltanto non venga disperso, ma sia
salvaguardato nel migliore dei modi dal rischio di sparizione, come purtroppo sta succedendo per molti dialetti e
per molte lingue.
Tra storia e tradizione
di Pier Luigi Piccinini
Atmosfere e ricordi dai bar di Viguzzolo
In un'edizione di Qui Viguzzolo che ha per filo conduttore il tempo libero, ci è sembrato doveroso parlare dei nostri
bar, luoghi in cui il tempo, a volte, sembra essersi fermato, impresso per sempre nelle nostre memorie.
Il presente articolo non ha l'intenzione di pubblicizzare alcuni bar a discapito di altri ma solo di raccontare momenti,
episodi e suggestioni direttamente vissuti da chi scrive e altri semplicemente ascoltati e riportati in queste righe. Pertanto, fatti e riferimenti non sono puramente casuali ma assolutamente tratti dalla realtà.
Parlare dei bar di un paese è come consultare un immenso
archivio di ricordi, di aneddoti e di atmosfere che meritano di essere tramandate quali momenti piacevoli e goliardici prima che l'inevitabile distanza temporale si trasformi in oblio definitivo. Nel nostro caso, l'archivio si fa
immagine viva, plastica, nei racconti di chi è stato ed è
ancora assiduo frequentatore dei bar di Viguzzolo. Chi
scrive ricorda un paese animato da ben sette bar, otto se si
tiene conto della piccola stanza dei combattenti che ha
sede in piazza della Libertà, ognuno con una clientela
diversa e affezionata che dava un'impronta indelebile ad
ogni singolo locale.
Il bar Sport (Tre Mori), il bar Italia, il bar La Cantina non
esistono più da tempo, il primo sostituito dall'attuale farmacia Fassino, il secondo dalla pasticceria Chiesa e il
terzo, che si trovava nello stabile del condominio
Sant'Antonio in via Nuova, venne chiuso per inagibilità
dei locali. Negli anni '80 noi ragazzi delle scuole medie,
data la giovane età, non eravamo di certo abituali frequentatori dei bar del paese, tuttavia ricordo la pizza del
sabato sera al bar Sport e le partite a biliardino nel mede-
del gestore di un caffè della Little Italy newyorkese.
Del bar-ristorante La Cantina aperto negli anni '70, quindi
il più giovane fra i bar sopraindicati, ricordo il forte pro-
La celebre saletta sotterranea del bar Moderno, la Tavernetta
I gestori del vecchio bar i Tre Mori "Rusine e Giùvani" (poi
divenuti gestori del bar Sport)
simo locale dove, a volte, assistevamo da spettatori immaturi al gioco delle bocce, immancabilmente accompagnato dai coloriti improperi dei nostri veementi e più anziani compaesani.
Il bar Italia era gestito, in quegli anni, dal signor Dragotto, che credo sia stato anche l'ultimo proprietario; baffetti
alla Fred Buscaglione, gilet, capelli impomatati di brillantina, il suo accento faceva trasparire un'origine meridionale e i suoi modi piuttosto riservati ricordavano quelli
fumo di fritto misto sprigionato dalle cucine che, essendo
a pochi passi da casa mia, arrivava, nella bella stagione, a
lambire i nasi di noi vicini. Dal primo piano, adibito esclusivamente a bar, si accedeva, per una breve scala, al
piano inferiore composto, se ben ricordo, da due stanze
dal soffitto piuttosto basso dove un cameriere allampanato ed elegante serviva ai tavoli con eccessiva formalità,
come se si trattasse del Biffi o del Savini di Milano. Anche il cuoco era un personaggio pittoresco, familiarmente
chiamato “lo chef”, non molto alto di statura, baffuto,
grassoccio e con pochi capelli, lo ricordo al volante di
una rombante Fiat sport coupè 1600 bicolore e con la
fanaleria anteriore delle auto da rally.
Dei bar ancora in attività oltre alle riminiscenze personali
ho avuto modo, negli anni, di raccogliere, discorrendo
con chi ne è stato diretto protagonista, un'enorme mole di
racconti che possono tranquillamente stare alla pari e
molte volte superare la miglior tradizione comicofarsesca italiana letteraria e cinematografica.
Il bar Moderno che in origine si trovava nei locali dell'attuale Bottega del Borgo, era frequentato da una clientela
piuttosto varia e caratterizzato da una forte atmosfera
felliniana. La pelle di un enorme serpente, credo fosse
Qui Viguzzolo 2010
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Tra storia e tradizione
un'anaconda, campeggiava sulla parete di fronte alla porta
d'ingresso; entrando, sulla sinistra si trovava il bancone e
al centro della sala un robusto biliardo faceva bella mostra di sé. Gli aneddoti che ho ascoltato da chi è stato un
assiduo frequentatore di questo locale sono talmente esilaranti da fare invidia ai film del compianto Monicelli e
alcuni, quelli più soft, li possiamo ricordare: in un giorno
d'estate, un ciclista stanco e accaldato decise di fermarsi
per mangiare un panino, quando, un improvvisato cameriere si fece avanti e gli chiese se volesse anche dell'acqua
fresca; alla risposta affermativa del povero cliente e al
grido “Acqua!” fece immediatamente seguito un gavettone lanciato dall'alto da mano invisibile che rinfrescò per
bene il malcapitato. Un'altra volta al compianto prof. Giovanni De Matti, indefesso habitué del bar Moderno, misero il cappotto in freezer, consegnandolo surgelato all'atto-
spazio, oltre al tempo, è tiranno e non ci è concesso dilungarci oltre.
Il bar Milano, invece, era tradizionalmente frequentato da
una clientela in prevalenza giovane, animato dalla esuberante personalità di Gustavo, l'infaticabile barista dal dialetto montanaro, che per circa vent'anni è stato il protagonista indiscusso di una stagione movimentata, che ha visto il “dopolavoro” (u dop lavù) come viene ancora chiamato dai viguzzolesi, animato, talvolta, fino alle luci
dell'alba. E' Gustavo stesso a raccontare di aver fatto, in
più occasioni, “ciclo continuo”, di non essersi mai fermato, per accogliere la clientela del Mayerling, soprattutto i
buttafuori, che sapeva avrebbero fatto tappa fissa al bar
Milano, seguiti da alcune “ballerine” e da nottambuli
psichedelici bisognosi di un caffè ricostituente.
Proprio una di quelle notti le serrande del bar si chiusero
I clienti affezionati della Tavernetta, da sinistra Massimo Mancin, Dellalibera Flavio, Ricciuti Sergio, Accarino
Franco, Giacobone Francesco, Giulio Marchese
nito proprietario che evidentemente dovette aspettare lo
sbrinamento prima di tornarsene a casa.
E che dire dello spumante offerto da un noto compaesano
e accuratamente addizionato con un potente purgante?
L'effetto sorpresa colse tutti impreparati tanto che il nostro Celestino Mancin, storico gestore del bar Moderno,
corse prontamente ai ripari e scrisse sulla porta dei bagni:”Non dico di far centro ma di farla dentro!”.
Lo stesso compaesano si dilettava anche a lanciare petardi nello stesso bar tanto che un giorno uno di questi andò
a finire, sorvolando gli atterriti clienti, proprio sulla pelle
del serpente facendo infuriare il Maresciallo Teodoro
Taverna che alzandosi all'improvviso e allargando le
braccia esclamò: “E no...questo è un attentato!”. Erano gli
anni '70. Si potrebbe proseguire ancora a lungo ma lo
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Qui Viguzzolo 2010
per non mostrare quel che stava succedendo all'interno e
cioè che un signore, del quale non posso fare il nome,
piuttosto alterato dai fumi dell'alcool, se ne girava mezzo
nudo e con la testa (calva) quasi completamente dipinta
di rossetto cantando “il cobra non è un serpento” (proprio
con la o), libero arrangiamento della nota canzone di Donatella Rettore. Il “pittore” pare sia stato Tony del Mayerling, proprio lui, il noto e “sbrigativo” buttafuori, si era
dilettato sulla superficie del cranio liscio e ovale dell'inconsapevole avvinazzato. Negli anni passati ricordo il
juke box in continua attività, freneticamente sollecitato da
una miriade di giovani e giovanissimi che inserivano le
loro 100 lire per ascoltare Tozzi, Fausto Leali, i Pooh, e
che non di rado s'incantava provocando le imprecazioni
più colorite del nostro Gustavo, pronunciate rigorosamen-
di Pier Luigi Piccinini
te nell'idioma dell'alta Val Curone.
Il bar della piazza si trovava nei locali adiacenti all'odierno bar Capriccio che ospitano, attualmente, il comando
dei vigili urbani, ed era gestito da una robusta signora
bionda della quale non ricordo il nome. Prima ancora la
gestione era affidata al signor Tonio Lessio e se andiamo
più indietro negli anni a Lino Orsi (Tirisolæ) padre di
Elio ed Eugenio, il nostro meccanico dentista. Conservo
immagini abbastanza sfuocate di questo bar, frequentato a
suo tempo, da una clientela quasi esclusivamente adulta.
Il banco a destra dell'ingresso e i tavoli sulla sinistra con
le tovaglie a quadri è tutto ciò che riaffiora nella memoria.
Della Trattoria bar Commercio, tuttora in attività e appartenente alla famiglia Bosco da diverse generazioni ho ben
presenti, invece, sia gli avventori che l'ambiente, molto
briscola. Nella sala attigua c'era un consumato biliardo e
da una porta si accedeva direttamente nella cucina che
oggi, dopo i restauri, è stata ampliata e adibita a sala da
pranzo, la cucina odierna si trova in fondo a quest'ultima.
La clientela di questo locale, che è il più antico fra quelli
ancora in attività sia come struttura che come gestione,
annoverava fra le sue fila figure folkloristiche, ricordo in
L‟interno “du dop lavù” con i gestori Vittorio, Mentina, la
piccola Grazia e Tonio
Il bar Milano nel periodo dal 1950 al 1965 circa, in una giornata estiva. A quei tempi era “u dop lavù”
diverso da quello di oggi. Essendo Davide Bosco mio
coscritto e compagno di scuola alle elementari e alle medie, capitava spesso che insieme agli altri coetanei ci si
trovasse nel bar a mangiare un panino o semplicemente a
scambiare quattro chiacchiere fra di noi. Erano gli anni
'80 e la struttura interna del bar aveva ancora l'impronta
delle osterie del primo novecento. Il pavimento era formato da piastrelle ottagonali le une di colore rosso, le
altre più chiare. Il bancone era nella posizione attuale
sempre sulla destra mentre, di fronte, accanto allo spesso
muro divisorio, una fila di tavolini con le classiche tovaglie a quadri grossi ospitavano fumatori di toscani e alfa
senza filtro intenti ad interminabili partite a scopa e a
particolare Antonio Magrassi (Tonino), basette folte e
lunghe seduto sotto la veranda esterna del locale a gambe
accavallate con le smisurate scarpe bicolore che gli conferivano un aspetto da dandy paesano, il fratello Francesco (Rachèlae) con l'inseparabile stuzzicadenti fra le labbra e la battuta sempre pronta, il signor Armando Bosco
il decano della famiglia, sanguigno conduttore del tonante
Landini testa calda che non lesinava sonori ceffoni al
nostro coscritto, il nipote Davide; insomma, c'era da divertirsi.
I tempi sono cambiati in questo ultimo quarto di secolo e
così anche i nostri bar hanno subito l'inevitabile cambio
generazionale che ha visto scemare le grandi compagnie
che affollavano i locali pubblici e le panchine del paese; a
quanto pare anche quel momento sommamente goliardico
che era la “festa dei coscritti” non è più sentita fra le nuove leve.
Qualcuno cantava “Cosa resterà di questi anni ottanta?”;
in queste brevi righe qualcosa è rimasto, immagini vive di
luoghi e persone di un passato recente, ma ci sono circostanze e momenti che attendono ancora, impazienti, di
essere narrati.
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Tra storia e tradizione
Arrivano i capelloni!
Complessi beat nella Tortona degli anni 60
Nel precedente numero della rivista (“Qui Viguzzolo” 2009) avevamo analizzato complessi beat e pop degli anni 60 e
70 caratterizzati dalla presenza in formazione di uno o più ragazzi di Viguzzolo (Gemelli, Fedeli, Five Killers, Trappers, Amici…); quel lavoro era stato redatto dopo il successo della mostra “Viguzzolo Beat Festival” (settembre 2009)
che suscitò molto interesse fra i “ragazzi” degli anni 60, e non solo. In questo numero continuiamo la ricerca spostandoci di pochi chilometri ed andando a curiosare fra alcune delle tante formazioni di punta della scena musicale tortonese, gruppi che spesso e volentieri venivano a Viguzzolo a suonare alla Tavernetta o alla Società… Niente di esaustivo, dato lo spazio ristretto che possiamo rubare a “Qui Viguzzolo”, ma resta comunque un modo per ricordare nomi e
immagini di quel decennio e (perché no?) provocare un po‟ di nostalgia in chi ha vissuto i mitici anni 60!
Dedichiamo l‟articolo alla memoria di un amico scomparso nel 2010, quel Dino Crocco che partecipò
all‟inaugurazione del Viguzzolo Beat Festival.
Omaggiano la Torre del castello, simbolo della città di
Tortona, i Cinque della Torre. Nascono nel 1960 e sono
fra le prime formazioni cittadine a dedicarsi al Twist e al
Rock & Roll: Gianni De Giovanni (piano), Aldo Mauro
(voce), Pino Cremante (chitarra, basso), Gianni Torretta
(sax), Archelito Canobbio (tromba) e Pino Tanzi
(batteria). Il gruppo, fra gli ampi consensi di pubblico,
continuò fino al 1966 con diversi cambi di formazione
includendo, per un breve periodo, anche il vogherese
Bruno Risi (successivamente nei Frenetici). Il complesso
riesce anche a registrare un 45 giri per la Melody
(“Resterò” / “Non piangerò”) e un altro 45 per la Arp
Musica (“Vogata sul mare” / “Il dolore”) che in realtà è
inciso dal solo Aldo Mauro con l‟accompagnamento musicale del complesso novese de i Colibry, anche se accreditato ai nostri ragazzi tortonesi.
I 5 della Torre
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Qui Viguzzolo 2010
I pinguini
I Pinguini, altro gruppo della prima ora, nascono nel 1961
e, oltre a suonare nei locali della nostra provincia, si spinsero in tournèe anche all‟estero (Istanbul) portando il loro
repertorio condito da Twist, Cha-cha-cha e Rock & Roll.
La formazione originaria vedeva Luciano “Lucky” Carrea
(voce), Santino Galli (chitarra), Luigi Gabetta (piano),
Piero Casarollo (sax) e Mimmo Berti (batteria). Ci saranno anche diversi cambi di componenti come Giuliano
Marchesi (voce), Vittorio Cristina (batteria) e Stefano
Bidone (chitarra). Il gruppo si scioglie dopo qualche anno.
Le Ombre si formano come sestetto nel 1964 e, dopo
qualche cambio di formazione e una riduzione
dell‟organico, nel 1967 scelgono il nome i Più. La forma-
di Alessio Marino
I nottambuli
zione vedeva Aldo Arachide (batteria), Giuseppe Lucarno
(basso), Biagio Di Stefano (chitarra), Romeo Fiorentini
(organo). Suonano stabilmente a Tortona ma hanno anche
una lunga serie di date nella provincia pavese. Nel ‟67
partecipano a Loano al festival “Riviera delle palme”,
piazzandosi al terzo posto. Il tutto venne documentato dal
settimanale musicale “Ciao Amici” in diversi numeri. Il
loro repertorio spazia fra classici brani americani e francesi (che meglio si adattano alla voce del cantante) arrangiati da loro e dal maestro Rossi della “Sonora”. Nei primi anni 70 il gruppo si scioglie.
Il gruppo di Tortona dei Nottambuli passa alla storia per
la militanza di Bruno Noli, alias Bruno D‟Andrea, ancora
oggi stimato cantante che nel suo curriculum vanta la
sigla di Mork & Mindy (“Na-no Na-no”) e la partecipazione al Festival di Sanremo nel 1980 (“Mara”). Si formano nel 1964: Bruno Noli (chitarra, voce), Pino Della
Giovanna (chitarra), Marco Cardoni (tromba, voce), Mario Ferrari (basso) e Bruno “Blich” Vito (batteria). Col
tempo troveremo, fra i vari cambi di formazione: Carlo
Riccardi (organo), Pino Cremante (chitarra), Pier Luigi
Bertolini (batteria), Pier Giorgio Moro (sax)... e tanti altri
musicisti che si alternano in questa longeva formazione.
Tante le esperienze che il gruppo riesce a fare: a Todi
(Perugia) partecipano alla finalissima per accedere al
Cantagiro 1967, sono invitati al “Canzoniere del Turi-
smo” di Amalfi, partecipano al Grammofono d‟oro al
Dancing Valentia di Valenza, sono ospiti del varietà radiofonico “Batto quattro” e sempre per la radio sono invitati a “Il sabato del villaggio” e “Disc Jokey”. Hanno
pubblicato tre 45 giri, fra cui una loro personale versione
di “Eternità”, brano storico dei Camaleonti.
Le Anime nascono nel ‟65 grazie a Tanino Castellani
(batteria), Lindo Battistutta (chitarra), Lucio Leo
(chitarra), Renzo Marassi (basso) e Delio Galli (organo).
Fino al ‟68 partecipano a svariati concorsi per complessi,
piazzandosi sempre al meglio. Nel ‟68 si sciolgono e dalle loro ceneri nascono i Beathovens, In formazione ci
sono Castellani, Leo e Marassi (tutti ex Anime nere) a cui
si aggiungono Michele Ventura (organo) e Piero Morini
(chitarra), quest’ultimo proveniente dai disciolti Diamonds. Questa è solo la prima formazione che avrà ampio successo nei dancing della zona: i cambi di membri
I Beathovens
Le anime nere
saranno frequentissimi e continui ma il gruppo è ancora
attivo dopo 42 anni!
I New Beat cominciano nel „65 a provare in una vecchia
cascina di Viguzzolo. Dopo lo sforzo di aver creato un
buon repertorio arrivano i contratti in alcuni locali come
alla Pinetina di Castelnuovo Bormida o alla Rosa dei
Venti di Melazzo (Acqui Terme). Vincono il trofeo
“Giovani „66” e si classificano secondi al concorso voci
nuove del Caffè Lugano di Tortona. Partecipano anche ad
una selezione Scotch in Lomellina, valida per il Cantagiro del ‟67. In formazione troviamo Franco Zadra
(chitarra), Giuseppe Lucarno (organo), Roberto Marson
(chitarra), Pierino Taverna (basso) e Nando Nicorelli
(batteria).
Prendono il nome dallo stemma cittadino i Leoni, gruppo
pop formato da Carlo Riccardi (organo e voce, ex Diamonds e Nottambuli), Giorgio Borgarelli (basso e chitarQui Viguzzolo 2010
49
Tra storia e tradizione
di Alessio Marino
ra, ex Diamonds) e Pier Luigi “Bombo” Bertolini
(batteria, ex 4 Jolly e Nottambuli). Il gruppo viene seguito dai noti compositori tortonesi Enrico Riccardi e Luigi
Albertelli che li portano alla casa discografica Ricordi per
incidere il primo 45 giri nel 1970, “Ogni notte” / “Le
bottiglie”. Segue poi il loro capolavoro, l‟LP “La foresta”
che raccoglie una serie di canzoni legate fra loro dalla
tematica dei testi. Esce il 45 giri “Il rinoceronte”/“Baciare
Baciare” e appaiono in un LP dal titolo “Sanremo „71”
con “La folle corsa”. L‟ultimo brano inciso dal gruppo è
“I colori di S. Francesco” che fu trasmesso in una puntata
tv di “Speciale tre milioni” della Rai (1971). Nell‟ultimo
periodo della carriera si aggiunse un quarto componente,
Paolo Stella (ex Hoods di Alessandria). Il gruppo continuò l‟attività dal vivo fino al ‟73, con un repertorio di
musica da ballo e qualche successo del periodo, per poi
sciogliersi. Carlo aprirà assieme ad altri musicisti
l‟etichetta discografica Phantom Records.
I new beat
Lo spazio che mi è stato gentilmente offerto non basta
per raccontarvi di altri gruppi… Sarò ben lieto di ricevere
testimonianze e foto da ex membri ed appassionati per
continuare la ricerca che prosegue sui libri e riviste che il
mio Centro Studi pubblica periodicamente: Beat Boutique
67 - Centro Studi sul Beat Italiano, [email protected],
telefono 0131 898600.
I più
50
Qui Viguzzolo 2010
di Mario Marini
Suoni e voci delle campane della parrocchiale
Le campane – forse non tutti lo sanno - si chiamano così perché sono nate in Campania e, difatti, ancora oggi nel Meridione esistono fabbriche provette con lunghe esperienze alle spalle. A riprova di ciò, protettore dei campanari è considerato San Paolino, vescovo di Nola (Napoli). La più grossa campana costruita dalla ditta Mazzola è quella che si può
ammirare sul campanile del Santuario della Consolata di Torino: pesa 46 quintali.
Le più piccole campane pesano quattro chili, ma i Mazzola sono sempre stati restii a farle perché richiedono tanto impegno quanto una grande. La produzione normale comincia da 15 chili ed oltre.
Tralasciando altri dati prettamente tecnici e statistici,
vorrei descrivere i ricordi ancora vivi e la commozione
che ancora suscitano certi rintocchi che per me erano sì
suoni, ma anche “voci” che svegliavano, avvertivano,
spaventavano o rallegravano: suoni che esprimevano anche dolori, lutti o calamità naturali ed invitavano a pregare.
Le cinque campane della parrocchiale, secondo il peso o
il suono di ciascuna avevano, tutte, un nome assegnato
loro e tramandatoci da generazioni di “bisgulé”: erano e
sono tutt'ora: “a ra pecula”, “a ra campanela”, che segnalava l'imminenza di una funzione dopo i tre suoni canonici; “a ra msâena”: la mezzana, quando mancavano pochi
minuti all'inizio delle lezioni, sempre verso le ore nove,
ed avvertiva i ragazzi, con rintocchi decisi e ben cadenzati, che stava iniziando la scuola. A mezzogiorno “a ra
grosâe” inviava un invito festoso alla mensa; a sera, poi,
era ancora “a ra campanela” a suonare a distesa la squilla
della sera; “a ra grosâe” interveniva quando “a ra pecula”
e “a ra campanela” suonavano a festa; “ar campanon”
aveva un suono possente, a volte quasi intimidatorio,
specialmente quando avvertiva la scomparsa di qualche
povero compaesano: era un suono cupo, monotono, triste
per indicare anche le misere condizioni del defunto che
non aveva mezzi per la bara, né per i fiori, né per i confratelli degli oratori, né per un loculo del cimitero urbano:
in questo caso interveniva il Comune.
La “pecula” e la “campanela” intervenivano sempre con
motivi anche gioiosi ai funerali dei bambini, neonati e
non, ed era quasi un sottofondo musicale alle preghiere
recitate ad alta voce. Dalla chiesa al cimitero le piccole
bare erano portate a mano dai ragazzini che avevano il
nastrino, azzurro o rosa, puntato sulla spalla.
Mi raccontava il nonno che, ancora nei primi anni del
Novecento, la campana mezzana suonava, dopo cena, a distesa, per avvertire i
consiglieri ad essere presenti alla convocazione del consiglio comunale.
Capitava sovente di trovarsi in campagna
a lavorare, a Montecanino, alla Montagnola o alla Mogliazza e, sentendo i rintocchi delle campane anche da lontano, la
mamma od il nonno, decisi, esclamavano: “u sona da fôegh, l'è int ar pais” oppure: “l'è fôera int'na casena!” (è fuori
dal concentrico): le campane suonavano
e dalla rapidità o dall‟intervallo dei rintocchi essi capivano ed esclamavano:
“L‟è „na donâe, a la porten su cu‟r capitulén” (è una donna e al funerale parteciperanno i confratelli in cappa bianca
dell‟Oratorio della Madonna del Gonfalone o quelli in cappa rossa dell‟Oratorio
di Sant'Antonio fuori le mura).
Gli stessi rintocchi delle campane, ma molto più rapidi e
prolungati segnalavano invece la presenza di ladri o di
malviventi in paese: se poi era di notte, incutevano spavento: “u ghe i lader, sâera i'us cu'r fureugg e cu'r cadnàss!”.
Se si trattava di incendi, entrava in scena, velocemente, la
squadra dei pompieri volontari che, muniti di due pompe,
una delle quali aspirante e premente, in dotazione, con la
capacità di mille litri ciascuna, tenute sempre piene, trainate da cavalli, accorrevano sul posto e, sbarrando
l‟acqua della roggia Ligozzo per tutto il suo tratto in paese, riuscivano, molto spesso, a risolvere anche situazioni
disperate. Questi Viguzzolesi volontari erano il fiore
all‟occhiello della nostra Comunità ed intendiamo parlarne per esteso nel prossimo numero di Qui Viguzzolo, con
dovizia di particolari per ricordarli ed additarli ad esempio di volontariato genuino perché animati soltanto
dall‟amore per la nostra terra.
Qui Viguzzolo 2010
51
Tra storia e tradizione
La “Signora di Viguzzolo”
Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo per il nuovo Qui Viguzzolo avente come tematica il tempo libero ho
chiesto qualche suggerimento e quando tra le tante idee che mi sono state proposte è arrivata la possibilità di scrivere
qualcosa su come il fulcro della vita del paese siano divenuti i locali sulla via principale del paese il legame è stato immediato.
Quale esempio migliore, se non addirittura emblema del tempo libero, del nuovo Centro Anziani: una realtà che nel
tempo ha saputo trasformarsi accogliendo realtà differenti. E‟ venuto così, da sé, voler intraprendere questo seppur breve viaggio per ripercorrere decenni di questo edificio e alcuni momenti salienti del nostro paese.
Oggi Viguzzolo ha una struttura stupenda che pochi paesi
hanno, e che molti gli invidiano. Una realtà in grado di
divenire tempio del tempo libero, un luogo conviviale
dove chi si ferma a trascorrere il pomeriggio o anche solo
qualche ora, ciò che respira non è altro che l‟aria ed il
calore di una casa.
Sale affrescate adibite a scopi ludici e ricreativi e una
veranda abitabile, il tutto realizzato grazie al contributo e
al fattivo interessamento del benefattore Bruno Cadirola,
milanese di adozione ma di origini viguzzolesi.
Peraltro, il centro non è solo un punto di ritrovo per gli
anziani, ha anche una funzionalità in quanto al suo interno è stata ricavata una stanza allestita per il prelievo del
sangue che viene effettuato una volta la settimana.
Questa è la destinazione di tale struttura che oggi tutti
chiamano “Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola”, ma
quanti nomi ha avuto nella storia?
Principessa Camilla, Cremlino, stazione ferroviaria?!
Quanti nomi, tutti a simboleggiare una struttura che si
erge nella via principale del paese, una struttura che ha un
nome per ogni funzionalità che negli anni l‟ha vista modificarsi per soddisfare quelle che erano le aspettative.
Percorriamo questo viaggio per capire come da “Signora
della tranvia Tortona – Monleale” si sia trasformata in
“Signora del tempo libero”.
E partirei da una citazione di Manlio Guidobono comparsa sul “Qui Viguzzolo” del 1975, ripresa anche da Pierluigi Pernigotti nel “Qui Viguzzolo” del 1994: “La
“Principessa Camilla” era la regina della tranvia Tortona – Monleale. Allora era una giovane signora, possente,
sbuffante, veloce, precisa, Né la neve, né la nebbia, né il
Una foto della stazione della tramvia scattata negli anni „30
52
Qui Viguzzolo 2010
maltempo la fermavano nella sua diuturna fatica: quattro
volte al giorno, puntuale come un cronometro ginevrino,
il suo prolungato fischio richiamava alla stazione operai,
studenti, professionisti, massaie per trasportarle a Tortona, o scaricarle al paese”.
E se anche “la Principessa Camilla” era la “cara e vecchia vaporiera” è un nome così altisonante che ben si
sposa con l‟eleganza delle finiture della struttura.
Stiamo parlando degli anni tra metà e fine dell‟ottocento,
siamo nel pieno dell‟attività ferroviaria e la stazione è il
Il Cremlino durante il periodo in cui la struttura è stata adibita a stazione delle corriere
cuore della vita e del commercio.
Ma è con il nuovo secolo, e in particolare con gli anni
venti, che inizia il declino della linea tranviaria e la
“Signora della Tranvia – Monleale” non sa ancora che,
nel salutare l‟ultimo viaggiatore del 10 luglio 1934, il suo
destino sta per cambiare e una nuova pagina della sua
storia sta per essere scritta.
Nel frattempo nello scenario politico nazionale fanno
capolino il Partito Socialista Italiano, fondato nel 1892, e
qualche anno dopo, ed esattamente nel 1921, per scissione della mozione di sinistra del Partito Socialista Italiano,
guidata da Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci, nasce il
Partito Comunista Italiano.
Sicuramente molti di voi si staranno chiedendo la ragione
di questa digressione a prima vista un po‟ “fuori tema”,
ma chi conosce la storia di Viguzzolo sa che con queste
mie citazioni si sta scrivendo la nuova pagina della storia
di Emanuela Carniglia
della struttura del Centro Anziani.
La bella “Signora” infatti si trasformerà e questo nome
lascerà il posto ad un nuovo appellativo: Cremlino. Una
denominazione che ben si addice, anche questa volta, a
quella che sarà la sua futura connotazione.
Cremlino che in russo si scrive Кремль, in italiano vuol
dire fortezza, cittadella o castello; ed è proprio questo che
l‟ex “Signora della tranvia Tortona – Monleale” diverrà:
la fortezza del Partito Comunista e del Partito Socialista,
ospitando, per alcuni decenni, la sezione di un partito al
piano terra e quella dell‟altro al primo piano.
Ma la storia è pronta a scrivere un nuovo capitolo per la
nostra “Bella Signora” e forse il destino vuole che torni
Il Cremlino oggi: Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola
alla sua vocazione originale.
Infatti, intorno agli anni ottanta, ai tempi delle vecchie
Unità Socio Sanitarie Locali, le sezioni dei partiti lasciano spazio al distretto sanitario che occuperà il primo piano; mentre il piano terreno senza saperlo torna ad essere
simbolo di una storia, quella passata legata alla
“Principessa Camilla” ma che lancia uno sguardo al futuro “Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola”.
Il pian terreno, infatti, per anni sarà la sala d‟aspetto per i
pendolari e il punto di ritrovo degli anziani del paese.
Ed ecco il legame con il passato e come per magia le parole di Manlio Guidobono prendono nuovamente vita:
“Sostavano, dirimpettai, le genti in attesa di partire o di
ricevere o di curiosare. Perché tu eri un polo di attrazione per la vita di ieri; passaggio obbligato per tutti noi,
giovani od anziani, ricchi o poveri, raccoglievi gioie e
dolori, speranze o trepidazioni e molte volte attese rimaste purtroppo vane”. […] “Ricordi, vecchia Signora, il
passeggio, “la gente mira ed è ammirata”, gli ombrellini
ed i cappellini e le fruscianti vesti delle Signore, i rigidi
colletti dei signori, impeccabili nelle loro finanziere, ed i
canti che salivano nell‟attesa ed i gridii di gioia allorchè
il fischio della vaporiera annunciava il suo arrivo?”
Ed è la fermata delle corriere che ha riportato alla luce i
ricordi di un passato glorioso dettando al paese quella che
era la sua vera vocazione.
Un luogo di incontro, di aggregazione: il cuore del paese.
E chissà che l‟ultimo capitolo della sua storia lo abbia
voluto scrivere proprio la bella “Signora”…
ERRATA CORRIGE
L’articolo “Tanti giovani, anche viguzzolesi, soldati sulla neve rossa del
Don” , all’interno della pubblicazione Qui Viguzzolo 2009, non riporta per
dimenticanza, fra i soldati viguzzolesi tornati in Patria, il nominativo Serra
Giuseppe Luigi (nato a Viguzzolo il 24 settembre 1921), artigliere chiamato
sotto le armi ed inviato in guerra sul fronte russo negli anni 1941 - 1942.
Il ricordo dei combattimenti, del terribile freddo dei mesi invernali, della
fame, della lontananza dalla famiglia e degli amici che assieme a lui erano
partiti per il fronte e non più tornati in Patria, l’hanno accompagnato per
tutta la sua vita.
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Qui Viguzzolo 2010
53
Tra storia e tradizione
I garibaldini di Viguzzolo
Il testo che proponiamo qui di seguito fa parte di un elaborato realizzato dai ragazzi della classe III D della Scuola Media di Viguzzolo nell'ambito del concorso “La nostra terra, le nostre genti” bandito dalla Comunità Montana “Terre del Giarolo” in collaborazione con il Comune e la Biblioteca civica di Viguzzolo, il Centro di Cultura popolare di Gremiasco, il Museo della civiltà contadina
“Bracco” di Morigliassi e l'Anpi di Tortona, nell'ambito delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia. La cerimonia di premiazione del concorso, aperto a tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio tortonese e delle valli Borbera, Curone, Grue, Ossona e
Spinti, avverrà nel corso di una giornata commemorativa organizzata dal Comune di Viguzzolo nel mese di maggio 2011.
Viguzzolo, piccolo borgo nelle vicinanze di Tortona, ha contribuito in
modo significativo all‟unificazione italiana; alcuni giovani infatti parteciparono alle guerre di indipendenza e
all‟impresa dei mille sotto il comando
di Giuseppe Garibaldi.
Questi giovani chi erano?
Le loro origini, semplici; la maggior
parte erano contadini, altri studenti, ma
con un ideale comune: lottare per liberare l‟Italia dallo straniero.
Viguzzolo nell‟Ottocento era un paesello con una economia prevalentemente
agricola; un‟agricoltura che permetteva
una vita dignitosa ma resa dura dal lavoro assiduo nei campi.
La produzione agricola viguzzolese
(frumento, mais, uva, foraggio, frutta,
bachicoltura, gualdo, coltivazione del
tabacco) era realizzata attraverso una
tecnologia ancora arretrata, basata sulla
forza manuale ed animale; vanghe, zappe, rastrelli, carri trainati dai buoi o dai
cavalli.
In questo ambiente sono vissuti questi
ragazzi:
Alberto Leardi
Andrea Butteri
Giuseppe Lunassi
Giuseppe Binaschi
Luigi Bosco
Pio Butteri
Giuseppe Caldirola
Pietro Doga
Giuseppe Veronese
Ma perché hanno partecipato alle lotte
per l‟unificazione italiana?
La risposta non può essere certa, ma
sicuramente questi giovani erano a conoscenza delle insurrezioni avvenute in
Italia nel 1821 e negli anni seguenti, del
desiderio di libertà che caratterizzava la
società di quel periodo.
Il 1848 segna sicuramente un momento
significativo e lo scoppio della prima
guerra di indipendenza con la sconfitta
piemontese ha certamente influito sulla
Alberto Leardi, Tortona 1836 Milazzo gioventù di quel periodo; e poi dobbia1860. Archivio famiglia Ruffini
mo pensare che il confine con l‟Austria
era molto vicino a Viguzzolo... Ecco
nascere allora quel sentimento patriottico che ha contrassegnato la gioventù
risorgimentale; combattere per la patria
unita, sfidando la morte!
Non tutti hanno combattuto le medesime
battaglie, alcuni prima, come Alberto
Leardi nell‟impresa dei Mille, altri dopo
nella terza guerra di indipendenza; alcuni sono tornati alle proprie case, altri
sono morti in battaglia.
Una menzione particolare è per il capitano Alberto Leardi (1836-1860), volontario con Garibaldi nell‟impresa dei Mille,
La cappella della fam. Leardi
morì nella presa di Milazzo, dopo aver
all‟interno dell‟antico cimitero. Archi- vittoriosamente guidato la carica della
vio famiglia Ruffini
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54
Qui Viguzzolo 2010
sua compagnia ed essere stato lodato sul campo da Garibaldi stesso.
Viguzzolo li ha ricordati con una lapide commemorativa
che tramanda il loro ricordo ai ragazzi di oggi: il loro
esempio non è da dimenticare…
1861. L’Italia è unita da nord a sud, finalmente dopo più
di mille anni gli italiani sono uniti in un'unica nazione!
Ma quanti problemi per il nuovo stato, politici, economi-
A Viguzzolo, centro agricolo, i cambiamenti sono lenti,
la società contadina ha suoi ritmi millenari ed è restia al
cambiamento, l‟emancipazione però c‟è, si avverte nelle
votazioni per il rinnovo del consiglio comunale, nelle
votazioni per il parlamento italiano: rappresentanti importanti della nostra realtà locale sono stati alcuni politici
della famiglia Leardi originaria di Viguzzolo e Tortona.
Citiamo a tal proposito Carlo Leardi deputato per quattro
legislature al parlamento nazionale, sindaco di Viguzzolo
Genestrello (Pv), settembre 1866: Garibaldi, seduto al centro in primo piano, fotografato insieme ad alcuni garibaldini dell'Oltrepò nella villa Pallavicino Trivulzio (oggi villa Mazza)
ci, sociali; per troppo tempo gli italiani erano stati divisi,
ogni regione aveva avuto una propria storia, diverse tradizioni e modi di vita, diversa lingua… era necessario adesso rendere gli italiani un unico popolo.
Come primo atto era necessario trasportare la capitale a
Roma: ciò è avvenuto dopo alcuni anni; istruire poi gli
italiani, insegnando la lingua italiana nelle scuole pubbliche rendendola obbligatoria per tre anni; istituire la leva
obbligatoria nell‟esercito per i giovani diciottenni, emanazione di nuove tasse per sopperire ai bisogni dello stato
(servizi, strade, ferrovie, edifici scolastici).
Queste novità hanno influito non poco sull‟opinione pubblica che ha accolto i cambiamenti a volte con entusiasmo, ma altre con indifferenza o addirittura con malumore e rabbia (in Italia meridionale si incrementa il brigantaggio).
e fondatore della Società di mutuo soccorso e della Banca
popolare; Diodato Leardi deputato al parlamento nazionale per tre legislature e sindaco di Viguzzolo.
Era appunto in queste occasioni che nei locali pubblici
del paese si parlava di politica ed erano questi i luoghi
ove si diffondevano le idee liberali, socialiste che stavano
diffondendosi in Italia in questo periodo.
Sorge la scuola pubblica nell‟edificio che era stato un
convento importante per il paese nei secoli passati, i bambini vanno ad imparare a “leggere, scrivere e far di conto”, nascono nella vicina Tortona le prime fabbriche e
alcuni paesani diventano operai, si formano cioè le basi
per quella che sarà l‟Italia di oggi!
I ragazzi della classe III D
della Scuola secondaria di primo grado di Viguzzolo
(coordinamento prof. Giovanni Daglio)
Qui Viguzzolo 2010
55
Tra storia e tradizione
I torchi a casa Mensi
La vendemmia è sempre stata una festa per gli agricoltori
che con questo raccolto chiudevano l‟annata agraria. Un
raccolto tra i più attesi anche perché la vigna era quella
che dava più lavoro, il quale non sempre veniva ripagato
dalla qualità dell‟uva; dipendeva da troppi fattori quali il
tempo, la pioggia, le malattie che allora si curavano con
pochi prodotti, zolfo e verderame mentre adesso … lasciamo perdere !
A casa mia la vendemmia assumeva anche un altro aspetto: papà aveva poca vigna e la raccolta impegnava solo
una giornata scarsa. Vendemmia per noi significava
l‟inizio del lavoro con i torchi che il nonno aveva iniziato nel 1914 comperandone uno di seconda mano, per poi
arrivare ad averne tre.
Il lavoro dei torchi
La vendemmia: Stramesi Francesco, Gabriella Stanchi, Rita
Stramesi, Carrù Irma
dell‟onomatopeico. Dopo la spillatura entrava in funzione
il torchio: si toglievano le vinacce, che allora avevano
anche il raspo, si mettevano nella gabbia del torchio e con
forza venivano premute da un grosso piatto metallico;
usciva da questa spremitura una bevanda detta “turcià”.
A Viguzzolo bisognava venire da mio papà per prenotarlo
fissando il giorno e l‟ora dell‟importante operazione. Da
qui infatti si potevano produrre ancora alcune damigiane
di vino aspro e duro ma che a qui tempi si sapeva ben
apprezzare. Quattro quintali di vinaccia producevano in
media circa tre damigiane (150 litri) di vino.
Siamo nel 1939: dopo la raccolta le uve venivano mostate
con i piedi; poi il tutto, mosto e vinaccia, veniva messo
nei tini dove fermentava con il rumore caratteristico come quello dell‟acqua che bolle in pentola, per almeno 810 giorni. Quindi si spillava il mosto fattosi vino; il colore con cui usciva dal rubinetto era di fondamentale importanza. Più scuro era meglio era. La scodella bianca in
ceramica fungeva da cartina di tornasole: “Ug ha na bela
smagia” e allora andava tutto bene. Per essere sicuri del
colore cupo ed intenso in quasi tutte le vigne si piantavano viti dette “tinturè” il cui nome sa proprio
Al torchio Mensi Mario e Mensi Giuseppe. Anno 1954
Dopo aver portato il torchio “a domicilio” la paga del
sevizio non consisteva in denaro: la vinaccia pressata era
la moneta che ripagava l‟affitto del torchio a mio padre.
Essa manteneva ancora un certo valore in quanto veniva
successivamente trasportata a casa nostra dove veniva
disfatta con la forca, “ benedetta” e rinfrescata con buona
acqua della pompa. Questa attività coinvolgeva anche noi
bambini, con le mie sorelle salivamo sui mucchi e dovevamo (per noi per gioco), sminuzzare il più possibile i
blocchetti rimasti. La fase successiva prevedeva la setacSi mosta l'uva raccolta nelle ceste
56
Qui Viguzzolo 2010
di Giuseppe Mensi
ciatura con il “ crebi‟ “ un grosso setaccio con la rete a
maglia larga, che permetteva la fuoriuscita dei semi, vinaccioli, che vendevamo a parte per l‟estrazione dell‟olio.
A questo punto si era pronti per l‟ultima torchiatura con
un torchio fisso e molto potente nel cortile (oggi ancora
visibile all‟interno del cortile di via Madonna 1 ).
Dopo la fine della guerra cominciava la grande ricostruzione, c‟era richiesta di tutto, anche per il torchio iniziava
una nuova era. Si cominciò a ritirare i frutti dei gelsi, i
“muron‟” e appena dopo le mele, sempre allo scopo di
ottenere bibite alcoliche. I primi sono frutti della dimensione di un‟oliva, dolcissimi; dopo averli torchiati davano
un succo che fermentato appariva simile al vino ed arrivava ad una gradazione di circa 7 gradi alcolici. La raccolta dei gelsi era una vera novità accolta con grande en-
Sulla bigoncia Mensi Mario - Mensi Giuseppe
Tutti sulla bigoncia
tusiasmo. Pagavamo i frutti 5 lire al kg e tutti i mezzi
erano buoni per la raccolta, secchi, mastelli del bucato,
teloni di iuta. Era un‟ulteriore spinta all‟economia del
nostro piccolo borgo. Dopo la raccolta dei gelsi iniziava
quella delle mele che pagavamo 4 lire al kg. Anche in
questo caso il sidro ottenuto veniva venduto come surrogato del vino. La polpa della mela veniva fatta essiccare e
poteva essere bruciata nella stufa l‟anno successivo. Non
si sprecava nulla. Era tutto una continua trasformazione. I
due particolari raccolti funzionarono solo per alcuni anni
fino a quando prese il completo sopravvento la vendemmia. La montagnola San Bartolomeo e le nostre colline
erano tutte ricoperte di vigne !
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Qui Viguzzolo 2010
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Ricordi
di Mario Marini
“Gioia”, il campanaro provetto
Quella che sto per scrivere è la storia vera e straordinaria vissuta da un contadino viguzzolese che s‟era specializzato
a suonare a festa le campane. E non suonava solo quelle delle tre chiese del paese, con un esercizio ed un impegno
quasi quotidiano, ma per la bravura dimostrata nelle esecuzioni ogni domenica o festività riceveva inviti da paesi piccoli e grandi: da Castelnuovo Scrivia e dalle Parrocchie della Bassa Valle Scrivia; da Novi Ligure a Busalla, da Ronco
nell‟Alta Valle Scrivia e dal genovesato.
M‟ha raccontato i fatti, con buona memoria dei particolari, il maestro Giuseppe Guidobono, Viguzzolese a tutti gli
effetti (anche se abitante a Tortona) che,
a sua volta, li ha appresi dal papà Ernesto “ar murêut” (portiere nella squadra di
calcio viguzzolese negli anni ‟30).
Il campanaro in questione era, certamente, un trisavolo dei Guidobono su accennati, al quale era stato assegnato l‟epiteto
di “Gioia”, tramandato e giunto fino a
noi. Di nome era Giuseppe, (Pipèn); egli
aveva una corporatura esile, ma resistente alle fatiche, come si può intuire da
questo fatto: era stato invitato
dall‟Arciprete di Castelnuovo Scrivia per
accompagnare con i suoi festosi rintocchi, nel giorno della festa patronale, la
processione per le vie del paese. Tanta gente, curiosi ed
ammiratori, s‟erano portati sulla strada principale per
accoglierlo, con applausi. Con grande stupore, però, improvvisamente, Pipèn “Gioia”, iniziò il suo inimitabile
concerto lasciando di stucco tutti quanti: era giunto in
paese, a piedi, partendo da Viguzzolo e passando per strada Valle; una volta giunto era salito velocemente sul
campanile, senza essere notato: non era un gigante di
statura, ma mingherlino e tenace.
Terminato il concerto, tanti Castelnovesi lo aspettavano
sul sagrato della Chiesa per un caloroso e lungo applauso,
anche da parte delle autorità locali.
Altro aspetto interessante del “Gioia campanaro” è la
conservazione dell‟invito musicale che un gruppo di Genovesi gli rivolgevano e che il nostro Giuseppe ha ricordato, tramandatogli dal papà, e messo per iscritto: “Oh!
“Gioia” vurì venì…”
Oh! Gioia vurì venì a Şena, a Şena
Oh! Gioia vurì venì a Şena cun mi?
L‟è festa da i monti au mà
Oh! Gioia, nì a sunà!
E fè cantà e campane
Che a festa l‟è rivà!
Oh! Gioia vurì venì a Şena, a Şena
Oh! Gioia vurì venì a Şena cun mi?
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Qui Viguzzolo 2010
Ricordo di Fausto Contardi
Quando dalla redazione di “Qui Viguzzolo” mi hanno chiesto di scrivere qualcosa su Fausto, in un primo tempo mi
sono rifiutato: innanzitutto perchè quello che una persona prova nel proprio intimo è estremamente difficile da esternare e poi perchè parlare di Fausto in poche righe sarebbe stato estremamente riduttivo visto la statura morale di questa
persona. Dopo varie insistenze da parte della redazione, ho deciso di prendere carta e penna, soprattutto perchè ho
sentito la necessità di lasciare alla memoria storica, una persona, un amico che ha vissuto nella massima semplicità,
ha abbandonato in punta di piedi questo mondo, lasciando in tutti noi un vuoto incolmabile.
Conoscevo Fausto da sempre, dai momenti della giovinezza e via via per tutto il corso della vita. Ho condiviso
con lui i momenti più spensierati e i momenti più tristi,
ma non voglio parlare di queste cose che accomunano più
o meno tutte le persone.
Voglio invece parlare di Fausto come di una persona speciale, che ha
vissuto la sua esistenza terrena secondo il messaggio evangelico. Il
lavoro, la moglie Carla che tanto
amava, gli amici, una spiritualità
gestita non solo con la preghiera ma
anche con l'impegno sociale, inizialmente con il C.S.I. poi alla Casa
Alpina Diocesana di Brusson. A
Fausto piaceva stare con i giovani,
per tutti aveva consigli ma aveva
soprattutto una grandissima dote:
sapeva ascoltarli e capirli.
L'impegno sociale, la capacità di
comunicare con il prossimo, la forza
e il coraggio di vivere secondo i canoni classici della nostra cultura Cristiana, il disprezzo per il guadagno
disonesto, il disinteresse per il lusso
o la marcata esternazione della ricchezza materiale erano le caratteristiche di Fausto. Caro amico, hai saputo affrontare la malattia con una serenità disarmante e per chi veniva a
trovarti eri tu a consolarlo e a dargli
coraggio, segno questo che eri pronto e in pace per affrontare con fede il passaggio all'altra vita. Ricordo il
giorno delle esequie, la chiesa gremita all'inverosimile,
ragazzi, giovani che tanto amavi, persone che ti avevano
conosciuto, che ti stimavano, e amici, tanti amici, i tuoi
amici. Ricordo che durante l'omelia, mentre il nostro Parroco Don Gino ti ricordava, con lo sguardo ho notato gli
amici di sempre: Brunetto, Carlo, Elio, Giulio, Giuseppe,
Silvano, Mario, Angelo e tutti gli altri con gli occhi lucidi
di pianto e con lo sguardo perduto nel
vuoto. Tutti pensavano alla fortuna di
averti avuto amico sincero e del vuoto che in tutti noi stavi lasciando. È
vero caro Fausto, hai lasciato un
grande vuoto ma nello stesso tempo
un grande esempio, in particolar modo ai giovani che ti hanno conosciuto
ed è appunto per questo che ho accettato di scrivere queste poche righe. I
grandi uomini pur nella loro semplicità,vanno ricordati, evidenziati affinché i lettori, specialmente quelli più
giovani, possano trarre spunti di riferimento per vivere una vita che valga
la pena di essere vissuta e per un domani migliore. Avere ricordato Fausto con queste poche ma sentite righe, ha gratificato anche me che in
un primo tempo non volevo scriverle.
Addio caro Fausto, ci mancherai, ci
mancherà il tuo aspetto semplice e
bonario, il tuo sorriso dissacrante che
amavi dispensare a tutti coloro che si
rivolgevano a te per qualsiasi cosa.
Da lassù caro Fausto dove ci hai preceduti mi par quasi di vederti e sentirti dire con aria di
rimprovero: “Mah mah cosa stai scrivendo...”
Uno dei tuoi amici
Qui Viguzzolo 2010
59
Ricordi
Per non dimenticare un viguzzolese
illustre: Giuseppe Lunassi (1845-1879)
Le persone muoiono quando vengono dimenticate
Nella soffitta della vecchia casa Lunassi - nell'allora via
per Castellaro, oggi via G. Marconi - , fino agli anni tra il
1920 e il 1930, c’era una cassapanca, andata poi dispersa,
contenente documenti “vecchi”; quanto sarebbe stato
prezioso per me questo tesoro! Forse la mia passione per
la genealogia è nata proprio quando ho saputo di questi
“vecchi documenti”, allora ho iniziato un‟opera di ricerca, a tutt'oggi senza fine, per trovare il maggior numero di
informazioni possibili sulla famiglia Lunassi.
Giuseppe Lunassi nasce a Viguzzolo martedì 1 luglio
1845 alle ore sei di mattina ed è battezzato lo stesso giorno dal Signor Canonico Alessandro Cadirola, gli vengono imposti i nomi di Carlo Giuseppe Vincenzo. Figlio di
Pietro Lunassi (nato a Viguzzolo da Giuseppe Maria e
Angela Cacciatore) e di Angela Angelini (nata a Sale da
Paolo e Clara Maggi), è il quarto di otto figli, morti tutti
in tenera età, eccetto una sorella, Carlotta, morta nel
1918.
“[…]. Un intimo, irresistibile bisogno spinge l‟uomo ad
interrogare il passato. Risalendo a ritroso nei secoli, egli
cerca le dotte carte depositarie delle glorie e delle sventure degli avi; s‟arresta meravigliato e commosso d‟innanzi
ai monumenti d‟una antica grandezza; passa melanconico
sulle maestose rovine; discopre l‟urne e ne rompe il secolare silenzio; raccoglie armi, medaglie, utensili; studia le
lingue, i miti, i costumi; e da tutto ritrae una parola, che
narra le vicende delle antiche età. Né tuttavia pago
s‟arresta; ma quando d‟ogni intorno gli vengon meno i
vestigi materiali della civiltà, quando il cammino si fa
deserto, egli intende l‟orecchio alla voce lontana della
tradizione orale e prosegue finché anche questa diviene
fioca e svanisce, e il sentiero si perde nel silenzio e nella
oscurità dei remotissimi tempi.”
Così scriveva Giuseppe Lunassi nel suo volume Della
Legge Storica (Voghera 1876). Ed è proprio di questo
personaggio della mia famiglia che desidero riportare
alcune notizie.
Il padre Pietro è per vari anni Sindaco di Viguzzolo e per
più di 30 anni partecipa attivamente alla vita politica del
paese; alla sua morte la figlia Carlotta dona al Comune la
casa paterna sita in via Romana al n. 1.
Giuseppe rimane orfano di mamma all‟età di dieci anni;
frequenta il Ginnasio a Voghera ed ha come insegnante il
professor Ricotti; passa poi al Liceo Plana di Alessandria,
dove ha come insegnante il professor Carlo Avalle, e si
diploma nel 1864. Successivamente frequenta
l‟Università di Torino, dove si laurea in lettere avendo
come insegnante, tra gli altri, il professor Michele Coppino.
Durante la terza guerra d‟indipendenza, si arruola fra i
Garibaldini, nel Corpo Volontari Italiani e partecipa alla
battaglia di Bezzecca il 23 luglio 1866, in qualità di
furiere1. Memore di questa militanza, nel 1874 fonderà a
Voghera la Società dei Reduci delle Patrie Battaglie.
È professore di storia e di lettere presso il Ginnasio di
Susa, poi in quello di Pallanza, e frequenta a Torino an-
60
Qui Viguzzolo 2010
di Graziella Lunassi
che un corso di legge, che abbandona nel 1871 quando
ottiene la cattedra di insegnante di storia al Liceo Comunale di Voghera.
In una lettera inviata il 12 maggio 1876 all‟allora Ministro della Pubblica Istruzione Michele Coppino, Giuseppe
Lunassi scrive:
“Ed ora, Venerat.mo prof.re mio, parmi anche quasi un
dovere il dirle pure due parole di me, avvegnanché da
una parte spero le possano tornare di qualche aggradimento, e mi affranca dall‟altra la coscienza di non avere
altra brama che di meritarmi in parte il suo benevolo
ricordo. Le dirò adunque che quanto al mio corso di legge, ho fatto tutti gli esami speciali meno tre, ma nel tempo stesso mi svanì così dall‟animo la prima illusione che
delle noie e della fatiche sopportate mi parve non dovessi cercar più altro frutto da quello infuori delle nuove e
buone cognizioni acquisite, né so ora quando più
m‟indurrò a far la ultima prova per carpire, come è
l‟uso, alla buona Temi2 il facile alloro. Altre cagioni però
concorsero a questo effetto. Nel 1871 apertosi a Voghera
un liceo comunale con gli stipendi sulla base dei governativi, concorsi tosto per la cattedra di storia e, ottenutala, lasciai il servizio del governo. Inducevami a tal passo,
innanzitutto il venire, si può dire, a mia casa (sendo io di
Viguzzolo, borgo tra Voghera e Tortona), poi la voglia
grande di darmi particolarmente agli studi storici, sempre da me prediletti, e infine un po‟ anche l‟indole
dell‟animo mio poco sofferente di vincoli, parendomi
allora grave catena quella del Governo, per le cui anella
vedeva a chi e come fosse dato arrampicarsi con poco
sudore... Abbandonandomi allo studio della storia, ho
impreso a trattare ed ho ormai condotto a termine
un‟opera colla quale ho speranza di poterle fra poco
dimostrare, meglio che con le parole, non essere venuto
meno in me il buon ricordo della S.V. e, ciò che è la stessa cosa, la fede alla scienza e alla patria. Tal lavoro,
benchè ingente, non mi ha impedito, nel tempo stesso, di
poter tenere la direzione del giornale della Città e del
Circondario, “Il Cittadino”, propugnandovi con fermo e
caldo animo i principii di una giusta libertà (In jure libertas, è il motto che v‟apposi) e gli interessi locali e
della Provincia…”
Lunassi è, infatti, dal 14 gennaio 1873, direttore del giornale “Il Cittadino” giornale della città e del circondario di
Voghera, e tale resterà fino alla sospensione dell'uscita
del periodico, avvenuta il 9 gennaio 1874. Il 22 dicembre
1875 il giornale riprende le pubblicazioni, sempre diretto
dal professor Lunassi, fino a pochi mesi prima della sua
morte, il 30 luglio 1879.
Oltre a diversi articoli apparsi sul suo giornale e al già
citato Della legge storica, ho trovato un'altra monografia
da lui pubblicata: Del Giuramento politico nel regime
monarchico costituzionale e parole in morte di A. Manzoni, di A. Billia e di G. Guerrazzi, Voghera 1874.
Egli muore a Viguzzolo mercoledì 30 luglio 1879 alle ore
quattro e trenta pomeridiane all‟età di soli 34 anni.
Il giornale “Il Cittadino” pubblica il 5 agosto 1879 un
supplemento a lui dedicato, con la pubblicazione del
discorso commemorativo tenuto dal Preside dell‟Istituto
Tecnico prof. G. Gatti e con la cronaca delle esequie
celebrate a Viguzzolo alle ore 5 del 31 luglio, cui presero
parte molti viguzzolesi, amici, discepoli e professori, la
banda musicale di Viguzzolo, i bambini dell‟asilo, gli
alunni e le alunne delle scuole elementari, tutto il Clero
della Collegiata.
I cordoni della bara erano tenuti dal Sindaco di Viguzzolo, dall‟On. Avv. A. Balladore, assessore alla Pubblica
Istruzione, dal prof. G. Gatti, dal prof. G. Pasotti, presidente della Società degli Insegnanti, dall‟ing. Meardi,
rappresentante la stampa vogherese, e dal Capitano Nobile, Vice-Presidente della Società dei reduci. Seguivano
inoltre rappresentanti delle Società operaie di Viguzzolo
e di Pontecurone; chiudeva il corteo una parte della banda
di Voghera.
1) Il nome di Giuseppe Lunassi (“foriere”), infatti, è tra quelli ricordati nella lapide “I garibaldini di Viguzzolo a G. Garibaldi”, risalente al 1915 e
apposta sulla facciata della casa in piazza don Gatti, di fronte all'imbocco di via Nuova.
2) Temi (o Themis) è una figura della mitologia greca. Secondo Esiodo Temi era una Titanide, figlia di Urano e di Gea, e fu una delle spose di Zeus.
Il significato del nome Temi è "irremovibile" e forse per questo motivo questa figura mitologica fu considerata non tanto una dea, quanto la personificazione dell'ordine, della giustizia e del diritto, tanto che si usava invocarla nel momento in cui qualcuno doveva prestare un giuramento. Da
qui discende la sua invocazione da parte di Giuseppe Lunassi, laureando in legge.
Documenti consultati
Presso l’Archivio Parrocchiale di Viguzzolo: Atti di nascita, di battesimo e di morte.
Presso la Biblioteca e l'Archivio storico comunale di Viguzzolo: Fra' Chichibio e l’avventura del “Gagliaudo” di Gian Luigi
Ferraris (Alessandria 2007); Della Legge Storica di Giuseppe Lunassi (Voghera 1877).
Presso la Biblioteca Ricottiana di Voghera: “Il cittadino”, giornale del circondario e della città di Voghera; Dizionario Garibaldino dell’Oltrepò Pavese di Fabrizio Bernini (Pavia 2007); Storia del Giornalismo Vogherese di Alessandro Maragliano
(Voghera 1908); Liceo Ginnasio Giovanni Plana Alessandria. Annuario 1861-2002 (Alessandria 2003).
Ringraziamenti
Don Gino Bava Arciprete di Viguzzolo, il dottor Pierluigi Pernigotti della Biblioteca di Viguzzolo e la signora Marica Rescia della Biblioteca Ricottiana di Voghera.
Qui Viguzzolo 2010
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Ricordi
Ricordando il geom. Francesco Serra (Bruno)
La redazione del Qui Viguzzolo, insieme con tutti i soci della Pro Loco, ricordano con gratitudine Bruno Serra, fondatore della Pro Loco ed ideatore della rivista che stiamo leggendo e per la quale ha scritto per molti anni.
Ci ha lasciati in una nebbiosa giornata d‟autunno, tra i
famigliari in lacrime e con amici e conoscenti sinceramente commossi.
Sì, perché Bruno “u geometra” era un Viguzzolese stimato, preparato e capace, così da essere richiesto e benvoluto anche nei Comuni limitrofi.
A diciotto anni s‟è diplomato e subito ha lavorato a Viguzzolo come tecnico comunale e poi anche in imprese
edili della zona. Nel 1973 è stato eletto Presidente della
nostra nuova Pro-Loco.
Era legato alla nostra terra il cui territorio era per lui oggetto di studi e di ricerche approfondite: sulle acque del
Curone e sulla loro micro-canalizzazione, attraverso la
roggia Ligozzo, di gran parte della pianura a nord del
concentrico. Egli mise anche in evidenza la fertilità dei
terreni di alcune zone agrarie del nostro Comune.
Tanti si rivolgevano a lui per un parere, per una pratica da
seguire o per un utile consiglio da ricevere: a tutti rispondeva in merito, non tralasciando, però, quelle espressioni
di buon senso proprie del buon padre di famiglia.
Seguendo la sua innata umiltà, lo lasciamo dicendo Ti
ricorderemo così! Certo, perché sei stato un Viguzzolese
che ha ben meritato!
Riportiamo qui di seguito uno stralcio della prefazione al Qui Viguzzolo all'edizione del 1973, scritta da Bruno nel 1973:
“Da tempo, specialmente dai giovani, era auspicata anche a Viguzzolo la costituzione di una associazione Pro Loco che
operasse per il bene comune della collettività.
Ora fresca di nuova costituzione, la Pro Loco di Viguzzolo si presenta a voi concittadini, attraverso le pagine di questa
pubblicazione, per farsi conoscere e per conoscervi.”
Via vecchia Fornace, 13/a
Viguzzolo (AL)
Tel. 0131 899361 - Fax 0131 897770
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Qui Viguzzolo 2010
Cultura
di Mario Marini
Le campane: curiosità e ricordi
La revisione della torre campanaria e la relativa e recente
manutenzione straordinaria delle campane della Chiesa
Parrocchiale, resasi necessaria per lo stato di usura delle
parti colpite dal battacchio; la possibilità, poi, di rivederle
rimesse a nuovo sul sagrato della Chiesa, ascoltando anche il loro suono in un piacevole concerto, m'ha risvegliato un'infinità di ricordi, unitamente ai Viguzzolesi presenti e non più giovani.
Con le belle immagini forniteci dall'amico Ugo Pasini,
cominciamo col dire che “fondere campane è un'arte raffinata vecchia di secoli” (Giovanni Arpino).
È dal 1452 che il miracolo a Valduggia1, si è ripetuto fino
a pochi anni fa. Veniva fuso il bronzo costituito, come si
sa, da 78 parti di rame e da 22 parti di stagno e quindi
veniva calato dentro la forma, in creta, della campana,
interrata per impedire che scoppiasse.
I risultati, fino agli ultimi anni, sono sempre stati buoni,
ma immaginiamoci cosa doveva essere nel 1400. Allora,
con la difficoltà delle comunicazioni e con i pedaggi che
bisognava pagare per andare di paese in paese, il fondatore della premiata ditta Achille Mazzola si recava, con una
fila di muli e di carri, a fondere proprio sotto il campanile
che abbisognava di campane e sul quale le stesse, dovevano poi essere issate.
Più che di miracolo, allora probabilmente, tutta l'operazione aveva un po' l'aria quasi d'una stregoneria poiché, a
dorso di mulo, venivano trasportati tutti gli attrezzi ed i
materiali occorrenti: le forme già pronte, le crete, gli aggeggi: una fatica tremenda, a volte anche su strade impervie, collinari e montane, pericolosissime. Il miracolo rimaneva poi all'oscuro fino a quando il metallo non s'era
raffreddato ed il rivestimento di creta non s'era tolto: solo
allora l'artefice sapeva se la sua fatica era stata premiata o
se si doveva ricominciare da capo.
Non abbiamo certo la pretesa di descrivere fedelmente le
varie fasi della fusione, ma abbiamo riportato solo quanto
può bastare per far capire la preparazione, la forza e la
destrezza di quegli operatori.
La fatica immensa veniva però premiata nel giorno della
fusione con l'arrivo del Vescovo che impartiva la benedizione e si dava così l'avvio alle fasi finali. A colata terminata le campane uscivano dalla terra come frutti da fantascienza, ma ancora mute: sospendendole e percuotendole
con un'asticella metallica, se la fusione era stata perfetta,
essa doveva vibrare, cioè emettere il proprio suono per un
minuto e mezzo circa.
Ancora qualche anno fa a Luzzogno, in Val Strona 2, esisteva una campana che portava la firma: “Mazzola 1475”
e che suonava meravigliosamente.
1) Valduggia: comune in Provincia di Vercelli dove, nel 1403, è stata
fondata la “Premiata Ditta” Achille Mazzola.
2) Strona: fiume del Piemonte che scorre per 40 chilometri in Provincia
di Novara. Nasce dal monte Capezzone e percorre la valle omonima
ricca di minerali. A Gravellona Toce si biforca: il ramo occidentale
sfocia nel Toce, quello orientale nel Lago Maggiore. Strona è anche il
nome di un comune in provincia di Biella.
Qui Viguzzolo 2010
63
Cultura
Il Borgo Insigne
Quest‟anno il nostro ridente paese è stato onorato con una pubblicazione in suo onore. Il compianto viguzzolese Domenico Peverone ha infatti dedicato un intenso lavoro di ricerca alla storia del nostro borgo, “Il Borgo insigne” ricco di
storia, una storia millenaria. Il manoscritto raccoglie in esso, in maniera dettagliata, gli avvenimenti ed i fatti che hanno portato Viguzzolo ad essere ciò che è oggi. Nessun altro titolo avrebbe potuto trasmettere in maniera più diretta ciò
che il lettore andrà a leggere.
Da queste semplici parole inizia il viaggio di Domenico
Peverone nel passato del nostro paese:... “La storia di
Viguzzolo, di per sé poco importante perchè non annovera avvenimenti significativamente determinanti, se inserita in un più ampio contesto, assume un proprio valore.
Questa terra di minuscole
proporzioni che, per mancanza di motivi, occasioni o
fatti degni di nota, non è
stata onorata ai suoi albori
dalla testimonianza degli
storici, ha avuto, tuttavia, la
sua storia”.
Noi di questa storia facciamo
proprio parte.
Domenico Peverone, viguzzolese nato il 19 giugno
1927, da alcuni anni purtroppo venuto a mancare, autore
del libro “Viguzzolo, Il Borgo Insigne”, ha dedicato anni
della sua vita a cercare origini, punti di partenza, intrecci
storico-politici, e vicende
che hanno plasmato la vita
della nostra popolazione.
E‟ stato un grande appassionato di storia locale ed ha
sempre sostenuto che solo
chi sa da dove proviene, sa
dove va; l‟Amministrazione
comunale di Viguzzolo ha
quindi dato alla stampa questa sua altra opera postuma,
dopo il successo della pubblicazione del libro “Il Monastero della SS. Annunziata”, al fine di avvicinare quanto
più possibile la popolazione a quello spirito di impegno e
di amore per il proprio paese, per le proprie origini e per i
propri concittadini espresso da Domenico Peverone, e per
rendere noto il suo personale lavoro, un positivo esempio
di dedizione, studio, perseveranza, passione, ricerca delle
propri radici e quindi del proprio essere. Infatti, questo
libro è un vero e proprio trattato di storia, frutto di anni di
lavoro e ricerche in biblioteche ed archivi.
Lo studio della nascita del
nostro paese ha inizio sin dalla più approfondita ricerca
della prima volta che nella
storia è stato menzionato il
nome di un certo “Vicuciolo”,
in un atto notarile del 27 aprile 804, redatto in Viguzzolo
(acto Vicuciolo), dal notaio
Tousso (o Tiusso); in un
successivo documento del 24
Novembre 893, atto dell‟Imperatore Lamberto, si
faceva menzione alla presenza
di una chiesa che costituiva
già all‟epoca un motivo di
prestigio per il paese, fulcro
dell‟aggregazione spirituale,
religiosa e comunitaria, e di
un ricco mercato annuale in
onore di San Martino, protettore dei Viandanti, proprio in
un paese sito in quello che già
allora era un importante crocevia tra Tortona e Piacenza.
La documentazione delle origini del nostro paese non poteva per l‟autore scindere dal cercare il significato etimologico di Viguzzolo: piccolo Vico, ossia piccolo Paese, op-
Viguzzolo (AL), via Tortona 7 - Tel. 0131.898989
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Qui Viguzzolo 2010
di Silvia Magrassi
pure "vicus solis" o "vicus solus" perchè attraversato da
a Viguzzolo si trovava proprio “ di fronte alla casa del
una sola strada, altrimenti "vicus solus", perchè isolato
sagrestano (...) unita all‟Oratorio del Gonfalone”, quanin mezzo a campagne, in parte ancora acquitrinose, fra il
do si faceva uso per la comunicazione delle sentenze, del
Grue ed il Curone.
famoso Crocefisso sito ora nella Pieve Romanica. DescriL‟autore spazia quindi dal menzionare, con minuziosa
ve le epidemie, con un inquadramento storico ed eziolodescrizione, ritrovamenti e reperti nei nostri terreni che
gico, e con la stessa precisione storica spiega i movimenti
testimoniano le origini del nostro paese, a partire dagli
demografici di Viguzzolo: la nostra popolazione da un
insediamenti da cui ha preso vita il centro abitato; dal
valore stimato al 1458 di circa 2.150 abitanti, raggiunse
principio si stabilirono nelle nostre terre i Liguri, cui seminimi di 650 abitanti nello sfortunato anno 1630, l‟anno
guirono i Romani, come si può intuire dalla radice romadella famosa peste citata dal Manzoni, sino ad arrivare a
na del nome Viguzzolo (vicus) e dalla sua urbanizzazione
contare 2576 abitanti all‟inizio del XX secolo.
a pianta quadrata. Fu
In una seconda parte apquindi la volta dei Barbaprofondisce la trattazione
ri; giunsero quindi i Londelle Istituzioni Viguzzogobardi, insediatisi a
lesi: la nostra Pieve, il
Tortona, sino a quando il
Monastero della SS. Annostro paese, ai tempi del
nunziata, Chiese ed OraSacro Romano Impero,
tori che sono giunti modifu affidato da Carlo Maficati nella loro architetgno ad un condottiero
tura sino ai giorni nostri,
chiamato Marescotti, e
e di molti altri edifici che
così via tra Visconti,
purtroppo sono andati
Sforza, Fogliani Sforza
distrutti nel tempo.
d‟Aragona, ecc.
Questo libro rappresenta
Narra di carestie ed atti
s i c u r a m e n t e
di coraggiosa disobbeun‟opportunità per tutte
dienza dei Viguzzolesi
le famiglie viguzzolesi di
nei confronti dei Signori
comprendere meglio le
La presentazione del volume il Borgo Insigne presso la Sala Considel Ducato di Milano,
proprie radici, il vissuto
gliare. Da sinistra Fabrizio Priano per la Fondazione CRAL, Alberto
dell‟incendio che tanto è De Francisci (il grafico), il vicesindaco Silvia Magrassi, il Sindaco
di chi ci ha preceduto ed
richiamato alla memoria Luigi Butteri Rolandi, il vice Presidente Ugo Cavallera, l‟Assessore
ha costruito il Comune di
dai nostri vecchi, leggen- alla Cultura Simone Pellegrin e Pierluigi Pernigotti
Viguzzolo, di chi ha conda che è stata a lungo
diviso i momenti più o
tramandata ma che invece ha precise radici storiche, promeno fortunati della storia di questo paese, insieme, legababilmente frutto di questo contrastato rapporto con i
ti, accomunati da uno spirito di cittadinanza e responsabiSignori del Ducato di Milano. Tratta delle influenze e
lità, attaccamento per le proprie origini, uno spirito di
delle ripercussioni che il nostro paese ha subito, travolto
rispetto comunitario, di vicinanza, che più che mai è nedalle vicende nazionali e tortonesi. Nel ricordare i saccessario riscoprire sin dai banchi di scuola e nella nostra
cheggi dei francesi (ottobre 1642), rende scorci storici di
vita quotidiana, all‟interno delle nostre famiglie.
incredibile realismo così come nel trattare del periodo
della Sacra Inquisizione, quando la casa dell‟Inquisizione
Qui Viguzzolo 2010
65
Cultura
Appunti per una storia su Viguzzolo e dintorni
Nella certezza che la lettura di questo testo, che l‟autore sottotitolava semplicemente “Appunti per una storia su Viguzzolo e dintorni”, risulterà affascinante, appassionante, curiosa e più che mai utile per riportarci alla nostra vita, ai
nostri valori ed ai nostri obiettivi, vogliamo rendere un ulteriore omaggio a Domenico Peverone pubblicando alcuni
stralci inediti del capitolo primo del manoscritto da cui trae origine il libro “Viguzzolo, Il Borgo Insigne”. Trattando
della storia delle popolazioni liguri con una connotazione nazionale piuttosto che locale, per garantire un equo trattamento nel testo di ogni fase storica e di ogni capitolo della vita del nostro paese, abbiamo preferito proporvi questo
excursus nella rivista alla quale il nostro “storico locale” ha sempre prestato la sua opera, Qui Viguzzolo, arricchendola ed impreziosendola coi suoi contributi.
Scrive G. Manfredi che i Liguri di origine celtica, vennero in Italia dalla Provenza 576 anni prima
dell‟edificazione di Roma. Secondo Alessandro Tonso i
Liguri furono i “primi popolatori d‟Italia. Circa il tempo
in cui trasmigrarono dalla Liburnia in Italia, tutto ciò che
possiam dire, si è ch‟esso non è posteriore all‟anno 1500,
avanti l‟era volgare...La regione più atta al loro trasmigrare sia per la bontà del clima, sia per la facilità e
opportunità del passaggio, fu l‟Italia...il più facile, e
ovvio passaggio dalla Liburnia (ora Croazia) in Italia si
è quello delle Alpi Carniche pel monte Ocra, ch‟è delle
Alpi il più basso. Ora egli è certo, che fin all‟Alpi
Carniche giungevano anticamente i Liguri...” Varcando quindi la pianura occuparono il territorio fra il
Magra, il Po, le Alpi Marittime ed il Tirreno, stanziandosi nell‟attuale Liguria, nel Piemonte meridionale,
nell‟Oltrepò pavese ed in una parte del piacentino comunque non oltre il Po, al di là del quale erano i Celti. La
nostra pianura, coperta da immense paludi formatesi per
lo straripamento dei fiumi e dei torrenti che scorrevano in
ampie depressioni e dove crescevano spontaneamente
fitte boscaglie, non potendo dar loro ospitalità, li costrinse a stanziarsi sulle alture. "Non era difatti conforme
ai loro costumi (comuni in ciò a tutti i primitivi rozzi
popoli) un piano, o per dir meglio valle, massimamente
resa incomodissima dalle tante paludi, laghi, fiumi disalveati, inondazioni continue, che dovevano allora abbondarvi soverchiamente...” “Tutto il paese abbonda di
fiumi e di paludi...anche gran parte della Cispadana era
occupata da paludi per le quali Annibale con difficoltà
passò in Tirrenia...” dice Strabone. In quei tempi era più
agevole valicare un passo alpino che avventurarsi nelle
paludi e nei ghiaieti della Val Padana.
La terra posta in alto era pertanto l‟unica che poteva essere lavorata e fornire qualche, seppur scarsa, possibilità
di sopravvivenza: pochi furono i nuclei sorti al piano o
nelle valli.
A mezza costa costruirono i loro villaggi fatti di miseri
tuguri in pietre sovrapposte, laddove le pietre erano facilmente reperibili, o di capanne conteste di rami ed intonacate di fango, oppure in caverne.
Dice P.Barocelli, riportando una descrizione di Posidonio presso Diodoro Siculo che, verso il 100 a.C, “i Liguri abitano una terra aspra e del tutto sterile...il faticoso
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Qui Viguzzolo 2010
lavoro e la costanza vincono la natura, ma dai molti sforzi
raccolgono a stento scarsi frutti. Per il continuo esercizio
e per la scarsità dei cibi i loro corpi sono scarni e nervosi.
Il loro più frequente ricovero è sotto rocce od in caverne
naturali.” Aristotele riferisce la credenza popolare che i
Liguri avessero soltanto sette costole. Forti di natura, di
costumi rudi, sobri e laboriosi, intraprendenti ed animati
da spirito indipendente, tempravano i loro figli al gelo e li
soggiacevano in lunghe ed estenuanti camminate.
Le donne avevano la forza degli uomini e gli uomini
quella delle fiere.
Le mogli erano soggette all‟autorità dei mariti ed i figli a
quella dei padri.
In origine i Liguri non traevano altro governo se non dalle regole nate in seno al nucleo familiare, pur essendo
costituiti in piccoli gruppi o tribù autonome ma interdipendenti anche se disseminati in un territorio più vasto.
Queste tribù erano, probabilmente, chiamate dai Liguri
ceive, peive, pieive, pieve, donde il plebe degli scrittori
romani. Avevano i loro regoli, cioè i Re, che però non
sappiamo se erano elettivi od ereditari (anche se vi furono esempi di figli successi al padre), “che però dalla picciolezza dei regni e poca autorità di Re, nasceva che la
dignità regale non era oggetto di molta ambizione! I Re
portavano lunga barba ed avevano, come scettro, un
ramo di quercia nella mano destra.
Le loro leggi erano poche e semplici ma, più che sulle
leggi, si reggevano sugli usi e sulle tradizioni dei padri e
le consuetudini religiose venivano trasferite ed applicate
nell‟ambito civile per derimere le controversie e le ingiustizie. I Liguri erano dediti alla caccia ed al lavoro della
terra dalla quale, con attrezzi imperfettissimi, traevano di
che vivere aiutati dalle donne che attendevano anche alla
pastorizia.
Col passare del tempo, non bastando più a se stessi, sentirono il bisogno e la necessità degli scambi e si misero a
trafficare con i vicini.
Consideravano l‟olmo un albero sacro e sotto di esso si
radunavano i maggiorenti per prendere le loro decisioni o
trattare questioni. Credevano in un Dio che essi chiamavano con il nome antichissimo di Vel, che Strabone scrive anche Kel, corrottosi poi in Cel. Un atto di religione
era il culto dei morti.
Le loro prime tombe consistevano nel coprire il cadavere
di Domenico Peverone
con sassi. Più tardi adottarono l‟uso romano di costruire
delle casse formate da lastroni di terra cotta, dove ponevano i morti: a volte, invece, sistemavano sul cadavere
dei grossi mattoni a mo‟ di capanna. Adottarono anche il
rito della cremazione che praticarono dall‟inizio dell‟età
del bronzo fino ai primi secoli dell‟Impero. Il Ligure fu,
comunque, un popolo non ben conosciuto le cui vicende
sono note soprattutto a partire dal momento in cui avvenne il suo impatto col mondo greco e romano.
Nell‟anno 328 avanti l‟era volgare i Romani, condotti
da Gracco, invasero le nostre regioni devastandone
gran parte e conducendo prigionieri, in Corsica ed in
Sardegna, un gran numero di liguri. Una seconda invasione di Romani nel tortonese, capitanata dal Console Cornelio, avvenne nell‟anno 237 a.C. e nella quale furono
uccisi 24.000 Liguri e 5.000 furono condotti prigionieri a
Roma.
La terza invasione sarebbe avvenuta nell‟anno 236 a.C.
sotto il consolato di Cornelio Lentulo e Licinio Varo.
Con un‟arma vennero assaliti i Boi ed i Liguri arrecando
distruzioni, saccheggi, spoliazioni di terre e di villaggi.
L‟anno successivo, però, i Liguri riconquistarono quanto
era stato loro sottratto per cui, nel 234 a.C., i Romani
furono costretti nuovamente ad intervenire.
Nel 223 a.C. i Romani stabilirono la loro dominazione
nel tortonese anche se, successivamente, dovettero sedare
reiterati tentativi di ribellione.
Infatti nell‟anno 197 a.C, il Console Q.Minucio Rufo,
per debellare la tenace ostilità dei Liguri d‟oltre Appennino e rendere più sicuro il transito sulla via GenovaDerthona-Piacenza, che allora si snodava su un tracciato
di piste montane, valicò i Giovi e, sboccando nel piano,
con violente battaglie occupò Libarna, Iria e Clastidium. I
Liguri, strenui difensori della loro terra, anche se aspra
ed ostile, trovarono nei Romani degni avversari.
Da questi furono sopraffatti per la superiorità nell‟arte
della guerra, per la migliore tecnica nell‟uso delle armi e
per la più approfondita conoscenza delle tecniche belliche.
Le frequenti e quasi ricorrenti guerre che si combattevano fra i Romani e i Liguri, fra i Romani e gli Insubri, si
spiegano col fatto che anche questi due popoli non latini
della Padania, seppure ancestralmente ostili fra di loro,
esigendolo la necessità, si siano a volte alleati contro
Roma.
Prova ne sia il fatto che quando Annibale, nel 218 a.C,
scese dalle Alpi, se li trovò alleati mentre Genova, che
era alleata di Roma, fu distrutta da Magone, fratello minore di Annibale.
Dice il Gabotto che il Ligure fu “un antico popolo fortissimo che aveva dato in altri tempi molto travaglio a Roma, e che Roma non era riuscita a conquistare interamente se non in capo di parecchi secoli, all‟apice della sua
potenza.” Comunque la vita in comune dei due popoli,
col passare del tempo, creò una specie di amalgama di
linguaggio, di costumi, di comportamenti e di leggi. Ma
questa integrazione non avvenne in maniera uniforme.
Dove i costumi, le tradizioni e le leggi dei Liguri resistettero più a lungo a tale processo, fu nelle campagne dove
il contatto con l‟elemento e la realtà romani furono meno
frequenti che nelle città. Anche se la civiltà dei vincitori,
a poco a poco in un divenire naturale delle cose, si sovrappose trasformando il loro modo di vivere, i Liguri
mantennero quei principi fondamentali che li avevano
sempre informati, anche perchè i Romani, dove arrivavano, non distruggevano ma latinizzavano, rispettosi del jus
gentium.
Il Goggi sostiene che tutti i fiumi, quasi tutti i monti e la
stragrande maggioranza dei paesi antichi, hanno nomi
liguri. Ci si deve pertanto affidare alla toponomastica e
alle molte forme dialettali. Sarebbero di origine ligure
quelli che terminano in asco, asca, assi, allo, come ad
esempio Vigallo, così come i composti di ar, var, ver. I
Liguri, pur essendo privi di scrittura, avevano una propria
parlata di origine ariana, indoeuropeizzata, in seguito, con
il contributo del Celti che, pur essendosi successivamente ibridata per effetto della dominazione romana, si
mantenne in alcune espressioni che ancor oggi sopravvivono nel nostro dialetto.
Scrive il Goggi: “La parte del linguaggio ligure di
maggior uso che fu sostituita dal latino andò perduta.
Furono conservate invece le parole che formavano la
base della toponomastica...altre, non molte, furono conservate dal dialetto.
Qui Viguzzolo 2010
67
Cultura
Il Mulino della Cavallina
Nel maggio dell‟anno appena trascorso, grazie ad una collaborazione tra l‟ACV, la sezione C della scuola
dell‟Infanzia di Viguzzolo e i Fratelli Marchesi, è stata organizzata una visita al Mulino della Cavallina. Questa interessante esperienza ha dato ai bimbi una dimostrazione pratica di diverse discipline: storia, cultura contadina, scienze
naturali, tecnica, ed ancora la riscoperta di prodotti come la farina integrale e di mestieri come quello del mugnaio che
i più non conoscevano. Aiutati dal libro “La valle dei mulini” di Italo Cammarata anche noi possiamo riflettere su questa esperienza.
Il bacino idrografico del Curone non è particolarmente
ampio, circa 240 kmq per una lunghezza di 52 km, dimensioni modeste, quindi, e con portate d‟acqua discontinue; nonostante questo lungo il suo corso sono sorte nei
secoli 30 ruote idrauliche utili per macinare, pestare, segare, follare. Questa inaspettata ricchezza si deve ad una
complessa struttura politica del periodo feudale dominata
dalle grandi famiglie della zona. Un esempio è il diritto
sulle acque del Curone e del Grue da parte del Comune di
Tortona, diritto che questi fece valere nel 1234 quando
ordinò di scavare una roggia per alimentare, con l‟acqua
del Curone prelevata a Volpedo, i mulini posti a Viguzzolo.
renza di chi macinava meglio ed a minor prezzo. Dopo
l‟unità d‟Italia, molti impianti si rinnovarono montando la
ruota idraulica in ferro che “riceve l‟acqua verso la sua
sommità ed, in grazia della particolar forma delle cassette, la ritiene sin presso il punto più basso”. Durante la
seconda guerra mondiale i mulini ad acqua tornarono ad
avere una grande importanza ed a sfamare la gente, ma
l‟avvento dei grandi impianti a cilindri e la fine della panificazione familiare provocarono il tramonto irreversibile dei mulini idraulici.
La tecnologia del mulino ad acqua è stata la forma più
evoluta di sfruttamento di un‟energia rinnovabile: infatti
il mulino non esaurisce l‟energia dell‟acqua e questa,
Figura 1
Avere un mulino era, per ogni feudatario, una vera e propria responsabilità, perché era un modo di prestare un
servizio pubblico, dapprima con costruzioni modeste in
legno con il tetto di paglia, poi in muratura con il tetto in
coppi.
Con l‟installazione dei mulini ad acqua nacque la figura
del mugnaio, lo specialista che prendeva in affitto il mulino mettendo poi a disposizione dei clienti l‟impianto e la
sua capacità, in cambio di una percentuale del macinato.
Questo fino al 1797, quando Napoleone cancellò l‟ordine
feudale permettendo quindi l‟iniziativa privata di piccoli
imprenditori di mulini e la nascita di una virtuosa concor-
68
Qui Viguzzolo 2010
uscita dalla ruota, è già disponibile per far girare un‟altra
ruota appena più a valle. Per questo motivo sulla roggia
intorno al paese potevano funzionare nello stesso momento più mulini.
Esistevano diversi tipi di impianti, ma a Viguzzolo erano
tutti costruiti sulla terraferma e con uno schema classico
costituito essenzialmente da una presa d‟acqua ed una
roggia per l‟alimentazione, opere di cui abbiamo scritto
all‟inizio e che per centinaia di anni sono state oggetto di
contestazione. Parte fondamentale del sistema era la ruota
idraulica, inizialmente in legno di melo, ma dal XIX secolo realizzata in ferro; la sua velocità di rotazione poteva
di Mauro Sartor
essere regolata dagli incastri posti
lungo la roggia, mentre
l‟accelerazione era registrabile
dall‟interno del mulino (come visibile in fig. 1). L‟asse della ruota idraulica (T) portava il movimento ad una
serie di ingranaggi (M,N) e quindi al
palmento (B), il meccanismo molitorio vero e proprio delle granaglie.
Nel palmento le macine in pietra
erano due e disposte orizzontalmente, quella inferiore (Q) era fissa mentre quella superiore (R) ruotava sul
proprio asse. Nella fessura tra le due
mole (E), i cereali venivano frantumati ed espulsi all‟esterno dalla forza
centrifuga. Le due macine erano coperte da una protezione in legno con
I bambini della scuola dell‟infanzia durante la gita al vecchio mulino
un foro centrale e su di essa poggiava la tramoggia (A), una struttura
l‟autorità politica, le organizzazioni locali e la scuola si
sempre in legno in cui si versava il sacco delle granaglie
rendano conto di quanto sia importante questo patrimonio
(S) che gradatamente scendevano nel foro centrale della
e quanto sia necessario adoperarsi per conservarlo prima
mola rotante per essere macinate. Durante la molitura, il
che venga distrutto dal “progresso”. Un primo tentativo
sistema permetteva al mugnaio di intervenire continuadi valorizzazione si è concretizzato con l‟iniziativa
mente come tecnico che regolava la quantità d'acqua per
“Visita al mulino ad acqua di Viguzzolo”. Il progetto
la ruota idraulica (H) e la distanza delle mole. A mulino
prevedeva la spiegazione del principio di funzionamento
fermo invece interveniva come artigiano rabbigliatore
del macchinario, usando un linguaggio semplice e comdelle proprie macine per ravvivarne i solchi consumati e
prensibile ai bambini, la visita dell‟impianto, la messa in
come riparatore degli ingranaggi consumati. Alla fine del
funzione della ruota idraulica da parte dei mugnai e la
processo un sistema di setacciatura (G) permetteva di
macina del mais. In un secondo momento, nell‟area circoseparare la farina (L) dalla crusca.
stante il mulino, i bambini hanno realizzato disegni a
In tempi di comunicazioni difficili, per andare a macinare
pennarelli che riproducevano quanto visto.
non esistevano prenotazioni: la regola era di andare di
Un‟esperienza senza dubbio molto positiva, che ha acpersona con i sacchi di cereali e mettersi in fila; chi arricontentato i bambini, le maestre Bruna, Maria e Adriana,
vava prima, prima veniva servito. Ecco che il mulino
la dirigente scolastica Dott.ssa Carozzo, i genitori e i mudiventava allora un punto di incontro, di aggregazione; vi
gnai Rico e Giulio. Proprio loro dobbiamo ringraziare per
arrivavano i contadini a portare i cereali, i fornai ed i paeil grande lavoro di restauro del Molino della Cavallina:
sani a prelevare la farina, ma anche i nobili e gli ecclesiaun altro importante monumento che arricchisce il patristici vi passavano di sovente. Al mulino la gente in attesa
monio storico e culturale del nostro paese.
chiacchierava, circolavano le idee, e le novità arrivavano
da lontano con i tecnici per la manutenzione
dell‟impianto che venivano anche da posti sconosciuti. Il
mulino era un “centro culturale” e il mugnaio una persoBibliografia
na tendenzialmente attenta alle novità.
Viguzzolo è il paese delle valli Curone e Grue dove si è
Italo Cammarata
realizzata nei secoli la più alta concentrazione di mulini,
La valle dei mulini
Storia e geografia degli impianti idraulici mossi dalle acproprio grazie alla famosa roggia. In un documento del
que del Curone e del Grue. EDO Edizioni Oltrepò, 1997
10 febbraio 1665, il Ragionatto della Comunità di Viguzzolo elenca i quattro mulini: 1) Molino Vecchio o degli
I mulini della val Curone
Squarzoni 2) Molino della Cavallina 3) Molino di Sotto
Tesi. Autore: Chiara Lovazzano. Ateneo: Università di
fuori della Porta Sottana 4) Molino Nuovo, distrutto dai
Genova- Facoltà di architettura. Anno Accademico 20022003
Francesi nel 1642. A memoria, noi ricordiamo solo quello
vicino alla Pieve e quello funzionante della Cavallina.
http://www.istsuperiore-lissone.net/Lavori/mulini/index.htm
Queste poche righe non possono certo esaurire questo
http://www.tuscany.name/CORNUCOPIA/testi/
argomento così ricco di storia, ma la speranza è che
mulitxt.htm#1
Qui Viguzzolo 2010
69
Cultura
Biblioteca di Viguzzolo
Un anno di attività – 2010
L'anno appena trascorso ha portato finalmente alla conclusione della transizione della biblioteca dal primo piano
al piano terra del locale ricavato nel sedime un tempo
occupato dalla vecchia palestra delle scuole elementari,
all'interno del cortile municipale. Portati a termine nel
2009 i lavori di ristrutturazione della nuova sede, nel corso dell'ultimo anno si è provveduto alla installazione della
scaffalatura a muro, realizzata dall'architetto Enrica Delfino su due piani di cui uno sopraelevato, sostenuto da
una struttura metallica.
Alla fine dell'estate scorsa si è quindi potuto procedere
con il trasloco, prima le scaffalature mobili e infine il
materiale librario: la sezione Ragazzi e tutta la Narrativa
(Autori Italiani e Autori Stranieri), insieme ad altri settori
di minore consistenza, hanno trovato posto al piano su
terra, mentre la “saggistica” e le opere di consultazione
(Filosofia e Psicologia, Religione, Scienze, Storia, Geografia, Arti ecc) sono state collocate sugli scaffali del
soppalco, raggiungibile tramite una funzionale scala addossata alla parete di fondo del locale.
Si è così conclusa una ancor più lunga transizione, iniziata nel 1999, allorché la Biblioteca aveva abbandonato
l'originaria collocazione in piazza della Libertà, occupata
dall'apertura avvenuta nell'aprile 1991.
Il locale al primo piano, sopra la rinnovata Biblioteca,
potrà ora tornare alla sua destinazione d'uso originaria,
vale a dire quella di sede dell'Archivio Storico Comunale.
Insieme, Archivio e Biblioteca, vengono così a costituire
un omogeneo polo culturale e documentario.
Il lavoro di allestimento delle strutture e di spostamento
del materiale librario è stato reso possibile, come sempre,
dalla preziosa disponibilità di alcuni collaboratori volontari, che qui ringraziamo: Sandro Bindella, Michela Moratto e Flavio Toscani, insieme ai giovanissimi fratelli
I bambini della I B della Scuola Primaria di Viguzzolo in visita presso la biblioteca lo scorso 12 dicembre 2010
70
Qui Viguzzolo 2010
Andrea e Pietro Pesce.
L'apertura al pubblico pomeridiana su scala annuale è
stata consentita in particolare dalla disponibilità del prof.
Flavio Toscani, che è in servizio attivo volontario presso
la biblioteca ormai dal 2004. Ricordiamo che l'orario minimo di apertura settimanale è garantito da sempre per un
minimo di 12 ore, attualmente tutte pomeridiane (lunedì,
La “Sezione Ragazzi” allestita presso la nuova sede della biblioteca, al piano terra del locale posto nel cortile municipale
mercoledì, giovedì e venerdì, ore 15.00-18.00). La presenza del bibliotecario – la cui disponibilità viguzzolese è
ridotta dal fatto di prestare servizio su diverse sedi
nell'ambito della Comunità Collinare Basso Grue-Curone
e della convenzione con il Comune di Volpedo - è invece
legata alle ore mattutine, consentendogli la gestione informatica dell'andamento dei prestiti e dell'utenza, la politica degli acquisti e della catalogazione, il disbrigo delle
pratiche amministrative, il mantenimento del rapporto
con le scuole, garantendo la possibilità delle costanti e
sempre più assidue visite settimanali delle classi delle
scuole locali. Di tutto questo, come sempre, bisogna tener
conto nel valutare gli elementi statistici relativi all'anno
2010, che ora proponiamo all'attenzione del lettore, ancora una volta con l'aiuto delle accurate elaborazioni statistiche di Alessandro Poggi (che nuovamente ringraziamo).
Prestito interbibliotecario
Tutti gli utenti iscritti alle biblioteche aderenti al Sistema
Bibliotecario Nazionale (vedi box nella pagina) possono
accedere al servizio di prestito interbibliotecario, grazie al
quale si possono ottenere volumi non reperibili nella biblioteca locale ricevendoli in prestito da una qualsiasi
delle altre biblioteche aderenti. Nel corso del 2010 sono
stati effettuati dalla biblioteca di Viguzzolo 37 prestiti
di Pierluigi Pernigotti
interbibliotecari (erano stati 13 nell‟anno precedente),
tutti a favore di biblioteche esterne: 16 prestiti alla civica
di Garbagna, 12 alla comunale di Casalnoceto, 4 alla civica di Tortona, 2 a quella di Alessandria, e 1 ciascuno alla
Biblioteca Astense, alla civica di Valenza e alla
“Ricottiana” di Voghera.
Servizio Bibliotecario Nazionale
La biblioteca civica di Viguzzolo a partire dal marzo
2004 aderisce al Servizio Bibliotecario Nazionale (Sbn),
che è un servizio in rete, accessibile a tutti in versione
Opac, con il servizio “Librinlinea” della Regione Piemonte, direttamente all’indirizzo http://sbnweb.csi.it:8092.
Attraverso “Librinlinea” è possibile avere informazioni
dirette circa la disponibilità libraria di ogni singola biblioteca aderente in ambito regionale, compresa ovviamente la civica di Viguzzolo. Il polo nazionale Sbn è invece
consultabile all'indirizzo http://opac.sbn.it/. Per avere
ulteriori informazioni si può scrivere direttamente all'ind i ri zzo
di
posta
elettronica
[email protected].
Patrimonio e acquisizioni librarie
Il patrimonio librario inventariato al 31 dicembre 2010
assomma a 9.686 unità bibliografiche (erano 9.439 un
anno prima, si è quindi registrato un incremento di 247
volumi). I 247 volumi acquisiti nel corso dell'anno (erano
stati in tutto 118 nel 2009), sono quasi equamente suddivisi tra acquisti veri e propri (118 volumi, contro i 115
del 2009) e donazioni (129 volumi, solo 3 nel 2009). Tutti i volumi di nuovo accessionamento vengono inventariati e successivamente inseriti in Sbn direttamente in
biblioteca a Viguzzolo: in questo è di valido aiuto soprattutto Michela Moratto, il cui intervento consente di velocizzare le operazioni, garantendo nello stesso tempo l'autonomia e l'autosufficienza della nostra biblioteca rispetto
alle prestazioni di catalogazione eventualmente disponibili presso il Sistema Bibliotecario di Tortona e del Tortonese.
Catalogazione
Al 31 dicembre 2010 i volumi catalogati in Sbn assommano in totale a 7.136, mentre erano 6.752 alla stessa
data del 2009, con un incremento pari a 384 volumi. Considerato che il totale del patrimonio librario posseduto
assomma, come detto in precedenza, a 9.686 volumi, la
catalogazione effettuata è quindi pari a circa il 73,7% del
totale, mentre era poco oltre il 71,5% un anno prima. Ricordiamo di passaggio che a fine 2004 (primo anno di
attività in Sbn) tale percentuale era al 27%, per passare al
48% nel 2005, al 57% del 2006, al 64% nel 2007.
Le nuove acquisizioni vengono inserite subito al momento dell‟arrivo in biblioteca, mentre per il pregresso si procede sistematicamente seguendo a ritroso il numero di
inventario: ad oggi sono state inserite tutte le acquisizioni
a partire da quelle che recano la data di inventario del
giugno 1993. Pertanto chi consulta la base-dati
“Librinlinea” (http://sbnweb.csi.it:8092) è in grado di
conoscere tutte le novità appena acquisite dalla biblioteca
(siano acquisti oppure donazioni), nonché tutti i titoli
entrati negli ultimi diciassette anni, su un totale di ormai
quasi venti anni di attività (il “compleanno” è fissato per
il 1° aprile 2011).
Utenti
Gli utenti che effettivamente hanno usufruito del servizio
di prestito librario presso la civica di Viguzzolo nel corso
dell‟anno, prendendo in prestito almeno un volume tra il
1° gennaio e il 31 dicembre 2010, sono stati 360, mentre
erano stati 326 nello scorso anno.
Dei 360 utenti “attivi” nel corso del 2010, 86 risultano
essere nuovi iscritti (73 nel 2009). Di questi 86 nuovi
utenti annuali, ben 70 sono ragazzi sotto i 14 anni, effetto
delle periodiche visite delle classi della scuola primaria e
anche della scuola media. I ragazzi sotto i 14 anni sono
stati infatti 253 sul totale degli utenti annuali, mentre 100
sono stati i maggiori di tale età e 7 gli enti (prestiti interbibliotecari).
Prestiti
L‟anno che si è appena concluso ha fatto registrare un
numero significativo di prestiti, in netta ripresa rispetto al
2009, anno che era stato caratterizzato dalla forzata sosta
estiva a causa dei lavori di ristrutturazione: sono stati
infatti 2.708 i volumi usciti in prestito librario nel 2010,
contro i 2.034 dell‟anno precedente.
L‟indice prestiti/utenti (prestiti effettuati in media da ogni
utente nel corso dell‟anno) è stato di 7,5 nel 2010, mentre
era stato pari a 6,2 l'anno precedente.
Vediamo ora i dati nel dettaglio, riportando tra parentesi
il raffronto con l‟anno precedente. La media mensile è
stata di circa 226 prestiti (170 nel 2009), con un indice
annuale di prestiti per abitante di 0,83 (0,68). L‟indice è
un indicatore obiettivo in quanto è dato dal numero dei
prestiti annuale diviso il numero degli abitanti (3.262 al
31/12/2010). A questo punto vale forse la pena di aprire
un inciso relativo alla costante crescita fatta registrare
dalla popolazione viguzzolese negli ultimi anni: il dato
più basso si era infatti registrato a fine 2002, con 2.866
abitanti; da allora è iniziata una costante crescita che ha
portato al dato, già sopra segnalato, di 3.262 abitanti al
31/12/2010.
I più letti dagli Adulti
Vediamo ora gli autori che si sono conquistati i primi
dieci posti tra i più letti dal pubblico viguzzolese
“adulto”, non senza segnalare una maggiore dispersione
delle preferenze rispetto al recente passato: il primo classificato del 2009, Andrea Camilleri, aveva conquistato il
primato con 22 prestiti, mentre il primo classificato del
2010, Henning Mankell, ha fatto registrare solo 16 prestiti tra tutti i suoi titoli in catalogo.
Segue Elizabeth George a 15 prestiti, a pari merito con le
guide turistiche del Touring Club Italiano. Qui va segnaQui Viguzzolo 2010
71
Cultura
lato come le altre principali guide turistiche a disposizione degli utenti, quelle della editrice Edt, sono registrate al
prestito per autore, e quindi non risultano in questa classifica, a vantaggio di quelle del Touring, che non hanno un
autore proprio e quindi vanno tutte registrate sotto il nome dell'editore. Le guide turistiche, di cui la biblioteca di
Viguzzolo vanta un cospicuo e aggiornato catalogo, costituiscono comunque la stragrande maggioranza dei 42
prestiti fatti registrare alla voce “Storia e Geografia” nella
tabella sotto riportata.
Proseguiamo nella nostra classifica con Michael Connelly, quarto con 12 prestiti, seguito da Italo Calvino,
primo degli italiani con 11 prestiti, e da Andrea Camilleri, sesto a pari merito con John Grisham e Stephen King,
tutti con 10 prestiti. Al nono posto, con 9 prestiti ciascuno, abbiamo Claude Izner e Andrea Vitale; chiudono, al
decimo posto con 8 prestiti ciascuno, Lynda la Plante,
Valerio Massimo Manfredi, e Wilbur Smith. Spicca molto nettamente in classifica, come sempre, la predominanza dei giallisti; vanno quindi salutate con favore le presenze di autori italiani quali il divulgatore storico Manfredi e il narratore puro Vitali, oltre a un Calvino che, con
tutta evidenza, è sempre in testa alle liste di lettura consigliate dalla scuola
I più letti dai Ragazzi
La classifica degli autori preferiti dai ragazzi presenta,
come di consueto, valori assoluti molto più elevati, essendo le preferenze in questo ambito decisamente più polarizzate. La graduatoria è aperta, abbastanza prevedibilmente, dal duo costituito da Geronimo Stilton, con 287
prestiti e da James Gelsey (“Scooby-Doo”) con 168; segue Angelo Petrosino (“Valentina”) che, con 101 prestiti
arriva quasi a raddoppiare il dato precedente (55). Al
quarto posto, stabile, abbiamo R.L. Stine (“Piccoli brividi”) con 80 prestiti (85 nel 2009). Seguono Prunella Bat
(“Milla Sugar”), che pure raddoppia il dato precedente,
con 61 prestiti contro 30 e Ron Roy (“Piccoli investigatori”) con 46 prestiti (25 nel 2009).
Dal settimo al nono posto abbiamo tre autori prediletti dai
più piccoli lettori: Joe Carrot con 40 prestiti, Dav Pilkey
con 39 e K.H. McMullan con 30. Chiude la classifica dei
primi dieci Nick Arnold (“Brutte scienze”, “Brutta storia”
ecc.) con 28 prestiti. Da segnalare, nelle posizioni di immediato rincalzo, brave autrici italiane quali Nicoletta
Costa (23 prestiti), Anna Lavatelli, Moony Witcher e
Paola Zannoner (tutte a 13 prestiti), ma anche Aurora
Marsotto ed Elisabetta Gnone con, rispettivamente, 12 e
11 prestiti. Non dimentichiamo, inoltre, i “sempreverde”
quali Roald Dahl e Roberto Piumini (17 e 16 prestiti ciascuno) e un nuovo autore che sta andando per la maggiore tra i ragazzi, italiano a dispetto del “nom de plume” di
Ulyssess Moore: Pier Domenico Baccalario (questo il suo
nome vero) ha fatto registrare 11 prestiti presso la nostra
biblioteca con i suoi fantasiosi e avventurosi volumi.
Iniziative di promozione della lettura
Nel corso dell‟anno scolastico è stata confermata la consuetudine delle periodiche visite delle classi della scuola
primaria, grazie al sempre positivo e collaborativo rapporto instaurato con le insegnanti e con la direzione
dell‟Istituto comprensivo di Viguzzolo. Come già nei due
I bambini di V elementare nella recita “L‟inferno per gioco”.
Da sinistra: Massimiliano, Stefan, Marco, Riccardo, Giulia,
Nicolò, Marian, Stefania, Chiara, Rebecca, Nahid, Mattia,
Alessio, Daniel, Giovanni, Pietro, Max, legge Camilla.
Anni Scolastici precedenti, alle classi della primaria, già
da tempo coinvolte, si sono aggiunte alcune classi della
scuola media (le tre sezioni “D” e la II A): la prof.ssa
Denise Giocondini ha quindi affiancato la collega Iside
Ponta, già referente per quanto concerne il calendario di
visita delle classi della scuola media. I lettori ci scuseranno ora la divagazione: a Iside Ponta, recentissima mamma, e al piccolo Filippo, vadano i più affettuosi auguri di
“Qui Viguzzolo”!
Le categorie di prestito più rappresentate sono state le seguenti:
LIBRI PER RAGAZZI
1.848 prestiti (1.072 nel 2009), pari al 68% del totale (53%)
LETTERATURA ADULTI
733 prestiti (838 nel 2009), pari al 27% del totale (41%)
STORIA e GEOGRAFIA
42 prestiti, pari quasi al 2% del totale
PERIODICI
36 prestiti, pari a poco oltre l'1%.
I prestiti restanti sono suddivisi nelle categorie meno rappresentate secondo il seguente riparto:
OPERE DI CONSULTAZIONE
12 prestiti
SCIENZE (pure e applicate)
11 prestiti
ARTI
7 prestiti
SCIENZE SOCIALI
7 prestiti
RELIGIONI
5 prestiti
FILOSOFIA E PSICOLOGIA
4 prestiti
SEZIONE LOCALE
3 prestiti
72
Qui Viguzzolo 2010
di Pierluigi Pernigotti
È stato riproposto, inoltre, per il quinto anno consecutivo,
il rapporto di particolare assiduità con la classe V della
scuola primaria, cui è stato dedicato il laboratorio di lettura creativa “Leggo e scrivo uno spettacolo”, sostenuto dal
Sistema bibliotecario di Tortona e condotto da Massimo
Cauzzi, che ha portato alla realizzazione di un vero e proprio spettacolo teatrale, basato sull'Inferno dantesco. Lo
spettacolo è stato messo in scena, con il solito grande
successo, alla palestra polifunzionale nel pomeriggio di
martedì 8 giugno 2010, chiudendo in allegria l‟anno sco-
lastico dei ragazzi. Proprio in questi giorni di inizio anno
abbiamo avuto conferma da parte del Sistema bibliotecario di Tortona e del Tortonese che saranno disponibili le
risorse (di provenienza regionale) per confermare anche
per quest'anno scolastico 2010-2011 il laboratorio e il
relativo spettacolo conclusivo, per cui il progetto verrà
attivato anche nella prossima primavera, sempre con la
classe V della scuola primaria.
di Michela Moratto
Aldo Nove
Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese...
… ma potrebbe chiamarsi anche Alessandra, Riccardo, Angelo, Maria, Giovanna, Fabio... Storie di persone vere, mai
raccontate però. Chi lavora in agenzie web, nei call center,
chi fa il pastore, chi vive flessibilità di ogni genere, chi fa lo
stagista a vita, chi lavora da precario in uno studio da avvocato ma si mantiene facendo il cameriere...
Storie di tanti, oggi, che nella “società liquida” devono incastrare i pezzi della loro vita lavorativa (nei casi più fortunati solo di quella lavorativa, nei più intricati anche di quella sentimentale) come un puzzle per cercare alla fine del
mese di avere uno stipendio, comunque da fame.
Cosa succede nella vita di queste persone, spesso con un
titolo di studio, o anche più di uno? Lavorano come minimo
12 ore al giorno e le restanti le passano su mezzi per
“trasportarsi” da un luogo di lavoro all'altro, la loro vita
sociale viene annullata, il tempo libero è solo un bel ricordo
di quando erano bambini o giovani studenti, i profitti vengono spesi per pagare l'affitto (perché spesso questi lavori
sono anche lontano dalla città di origine) e i trasporti per
cercare di ritornare almeno nei fine settimana dai propri
cari.
Poi il dramma di quando viene offerto un nuovo “lavoro”:
non ci si può permettere di rifiutarlo, ma nello stesso tempo
nemmeno di perdere quelli che già si avevano perché sono
“contatti” che possono sempre servire, e allora sempre meno tempo libero, sempre meno ore di sonno e più pezzi del
puzzle da incastrare
Aldo Nove (Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250
euro al mese, Einaudi 2006, 178 p.) presenta una grande
inchiesta, un docu-drama italiano, un reportage struggente
in cui le storie vere di giovani e non più giovani dovrebbero
aiutare chi il posto fisso ce l'ha e chi invece sta cercando un
posto (a progetto, di collaborazione, precario, interinale, sul web...) a capire come funziona il nuovo sistema
lavorativo, a capire che ormai bisogna essere flessibili,
non affezionarsi a luoghi e persone perché durano poco
e quando ti sembra che tutto vada per il meglio, che ti
ci sei ambientato, devi cambiare.
Storie che aiutano anche ad essere “coraggiosi”, come
l'inchiesta che ci troviamo davanti agli occhi leggendo
questo libro, e a sognare, in grande, anche se ciò che ci
troviamo davanti è piccolo e senza speranze: non essere, come si legge sul retro di copertina, una generazione
di giovani-adulti costretti a forza a rimanere bambini,
ma giovani e adulti con grandi speranze e grandi sogni
per il futuro.
Qui Viguzzolo 2010
73
Cultura
di Cinzia Rescia
Un patrimonio culturale da salvare:
u dialet ad Vicsö
Ormai da diversi anni, alcuni appassionati della parlata locale stanno portando avanti nelle pagine di questo annuale
un proposito a volte più evidente alle volte meno: la raccolta e catalogazione di parole, modi di dire, proverbi, conte,
canti e racconti della tradizione orale in dialetto viguzzolese. La domanda è “Perché?”
Credo fermamente che ogni dialetto sia lo strumento perfetto per la gente che lo parla di descrivere la propria realtà, la propria cultura, il proprio ambiente. Non esistono
lingue o dialetti migliori di altre e non esistono lingue
superiori proprio perché ogni idioma serve a chi lo parla
per esprimere ciò che è e da dove viene, ovvero la propria
storia.
Il dialetto è tipico di una zona, è un elemento essenziale
per definire la natura di un paese. Non dobbiamo dimenticare che alla nascita dello Stato (non-nazione) italiano, la
lingua italiana era parlata dal 3% circa della popolazione
della penisola; questo non perché vi fosse ignoranza diffusa, ma semplicemente perché si parlava ladino, milanese, veneto, francese, piemontese, viguzzolese, ma non
l‟italiano.
Il progressivo abbandono del dialetto è iniziato nel secondo dopoguerra, nel nome di una supposta crescita culturale, quasi che le parlate storiche fossero qualcosa da cancellare. Escluso dall‟ambito scolastico, anche il dialetto
viguzzolese è oggi in condizioni quantomeno precarie,
tanto che, nel giro di un paio di generazioni, potrebbe
scomparire del tutto. Il passaggio è peraltro logico: c‟è
ancora una generazione che lo capisce e lo parla, la generazione successiva si limiterà a comprenderlo ma non ad
utilizzarlo e l‟ultimo stadio (che ci auguriamo non arrivi)
potrebbe corrispondere alla morte – l‟ennesima – di una
parlata millenaria.
È indubbio che soprattutto in una situazione di tale emergenza non si possa indugiare oltre, ma occorrono interventi mirati, e soprattutto diversificati.
Sicuramente il primo passo è rendersi conto che il nostro
dialetto è un prezioso bene culturale. In un‟epoca in cui
giustamente è riconosciuto il valore dei beni monumentali e ambientali, e si cerca di tutelarli nel modo più incisivo possibile, è necessario che lo stesso avvenga per le
parlate dialettali. Se Viguzzolo perdesse il suo dialetto,
un pezzo della sua storia, della sua cultura millenaria
andrebbe perduto. Scomparirebbe quell‟insieme di sensazioni, sonorità, emozioni che solo il dialetto ci sa dare
perché è parte delle nostre radici.
Proprio per questo motivo, è necessario far crollare il
pregiudizio che classifica il dialetto come una “lingua di
serie B” rispetto all‟italiano. Il dialetto, da un punto di
vista glottologico, è un idioma a sé stante, di pari dignità
all‟italiano (cioè al toscano), che si è evoluta parallelamente a questo. Il dialetto è, a tutti gli effetti, in grado di
esprimere ogni tipo di emozione e di sentimento.
Occorrerebbe dunque, proprio in quanto consapevoli di
74
Qui Viguzzolo 2010
ciò, procedere alla tutela incisiva di quanto è esistente.
Un lavoro a ritroso verso il passato, ma con lo sguardo
proiettato avanti, verso le generazioni future. Si tratta,
cioè, di trasformare il dialetto in un patrimonio da tramandare e da far apprezzare in tutta la sua ricchezza e
valenza culturale alle giovani generazioni.
Come si può dunque procedere concretamente in questa
direzione?
- Innanzitutto, parlare in dialetto senza vergogna, senza
timore di sembrare “poco colti”: parlando in viguzzolese
si parla una lingua con tutti i crismi. E soprattutto parlarlo
con i giovani e lasciare che anche loro provino a parlarlo,
senza deriderli nel caso in cui dicano “di strafusari”: correggerli sì, ma incoraggiandoli a parlare in dialetto.
- Registrare su un supporto audio o video il dialetto, specialmente quello parlato dai vecchi che ancora hanno una
pronuncia senza troppe contaminazioni.
All‟interno dell‟Associazione Culturale Viguzzolese si è
creato un gruppo di lavoro i cui membri, pur non avendo
competenze specialistiche in dialettologia, ma da semplici amatori della parlata locale, vogliono creare un archivio multimediale del dialetto viguzzolese.
In particolare, il lavoro prevede:
 raccolta di registrazioni audio Mp3 e video della dizione dialettale, di espressioni tipiche, modi di dire,
proverbi, canti, conte, ecc.; questo, al fine di conservare memoria della reale pronuncia della nostra parlata, che nessuna trascrizione fonetica, per quanto accurata, può adeguatamente restituire a chi conosca poco
o niente il dialetto;
 catalogazione per argomenti dei file ricevuti;
 pubblicazione sul sito dell‟ACV del materiale raccolto
in forma ipertestuale, multimediale e interattiva.
L‟invito a collaborare, dunque, è chiaro: salviamo tutti
insieme… „u noster dialet!‟ ed è rivolto a tutti coloro che
sono sensibili a questo tema.
Ci auguriamo di cuore che questo progetto possa realizzarsi e con l‟aiuto di tutti i viguzzolesi potremo impegnarci a salvaguardare e tramandare „u dialet ad Vicsö‟!!!
Chiunque abbia a cuore il dialetto può registrare su un
supporto audio o video brani della nostra parlata e consegnarne una copia a: Mauro Sartor, Sergio Ponta o a Alberto Contardi, altrimenti può inviare una mail a questo
indirizzo di posta elettronica: [email protected]
con allegato il file da archiviare.
Sport
di Nadio Pellegrin
Il Gruppo Bocciofilo viguzzolese
Il Gruppo Bocciofilo Viguzzolese, importante realtà sportiva del nostro paese, conta nell‟anno appena trascorso
circa 20 atleti tesserati, i quali disputano nel corso della
stagione agonistica diversi tornei e gare regionali, ben
difendendo i colori della nostra maglia.
L‟attività del Gruppo trova il suo culmine durante
l‟organizzazione delle gare che si svolgono presso il nostro bocciodromo Guido Veronese, sito in via Bernardelli. A settembre la stagione è iniziata con il Torneo per
principianti organizzato in collaborazione con la Caritas
parrocchiale (un ringraziamento particolare va alla signora Licia Fassino ed al direttore di gara Armano Natalino).
Le due serate si sono svolte in un clima allegro, con le
coppie sorteggiate che si sfidavano a colpi di accosto e
tiri, talvolta così improvvisati da risultare addirittura vincenti! Ad aggiudicarsi il trofeo quest‟anno è stata la coppia Fioravanti – Roldi.
La stagione è proseguita con l‟organizzazione, in occasione della Festa patronale, del Torneo Settembre Viguzzolese, gara regionale con 128 atleti partecipanti. Ad aggiudicarsi la gara è stato il giocatore Massimo Zerba, del
Centro Sportivo Vogherese.
Il Trofeo Danilo Lugano, giunto alla seconda edizione, si
è invece svolto dal 4 al 19 ottobre, anche questa volta con
un ottimo successo di pubblico, ed ha visto trionfare la
coppia della società Campagnolese del comitato di Reggio Emilia, costituita da Mauro Perotti e M. Bonifaci.
Grazie al sostegno, anche economico, di brillanti concittadini come Danilo Lugano è possibile per uno sport bello e antico come il nostro, continuare ad esistere.
Il bocciodromo comunale è aperto tutte le sere dalle
20.30 grazie all’impegno di quattro soci: Giancarlo Cebrelli, Ennio Marchesini, Mario Pietranera, Giorgio Filippini.
I vincitori del II Trofeo Lugano, Bonifaci e Perotti. Alla loro
destra il patron della manifestazione, Danilo Lugano, ed il
presidente del Gruppo Bocciofilo, Nadio Pellegrin (in veste di
presentatore)
U şôegh dër buc
Us parla sempr’ad tänti sport, ma ar meno numinà
l’è u şôegh dër buc. Se iôen un l’ha mai vüst
un pôe nò savì cme ch’l’è, ar regul ch’u gha,
ma na vota che u l’impara magari ugh piä güst.
A vardà i bon u smiä un şôegh ad grän facilità,
u guar mandà ra buciä dar balen;
a dil l’è facil però quänd ch’tè lì a şugà
no tüti i şugad i venan ben.
At tir ra buciä, u smia ch’a va drita, ma a và da là
e u sociu ut varda stort cme dì “me ch’l’è?”
e lì për lì ut vena ad dì “t’al sé,
ar cämp l’è difetà” o “l’ha picà partèra”,
però a pensagh ben forsi l’è vera
ch’a te sbaglià a şugà.
Se l’aversari u şôega una buciä propi bela
e ar pont l’è dificil da calà, u guar buciala
e se t’la tac e ta la mänd in fond
at risigh da fa ar pont.
A la fen dra partida i vincitur
i sortn’insèma a quëi ch’i’han pers e lur
i disen ch’i son stat sfurtünà,
che l’è una giurnà storta e tüt l’è girà mà.
Ra sira dop, però, ra partidä a và ar cuntrari
e a la fen i restn’a pari.
I sfutën e discutën, ma l’è bel che quänd ch’i vän a cà
in vëghen no l’ura ad ritruvas u dì dop lì a şugà.
I vincitori del Torneo per principianti, Fioravanti (al centro
Licia Fassino, presidente Caritas), Francesca Roldi e più indietro Natalino Armano, direttore di gara.
Giancarlo Cebrelli
Qui Viguzzolo 2010
75
Sport
di Enrico Marina
Il Basket Club Viguzzolo
Il Basket Club Viguzzolo partecipa anche quest'anno al
campionato regionale di Promozione con lo spirito di
disputare un altro ottimo campionato come quello dell'anno scorso, che si è concluso con la partecipazione alle
finali per la promozione nella serie superiore. La compagine Viguzzolese si è piazzata ad un passo dall‟ avanzamento alla serie D, sconfitta solo in finale da Montalto
Dora che così conquista la promozione: così, con un pizzico di amarezza, è terminato il campionato 2009/2010
della Prima squadra, sponsorizzata Cantine Volpi. Di
fronte al nostro pubblico, presenti anche il Sindaco e l'assessore allo Sport, abbiamo vinto l'incontro di andata per
72-62 ma purtroppo ci siamo dovuti arrendere nel ritorno
a Montalto Dora per 84-66, venendo così eliminati solo
per differenza punti.
Anche quest'anno vorremmo ripetere lo straordinario
campionato della stagione scorsa. La squadra è rimasta
pressochè invariata, sempre ottimamente allenata dal coach Matteo Armana e composta, tra gli altri, anche da ex
giocatori del Derthona basket quali Tava, Picchi, Arbasino, Canegallo, Galvani. Il BC Viguzzolo è stato inserito
nel girone C regionale con squadre delle province di Alessandria, Asti e, nelle finali, di Torino.
Immutato è anche il nostro impegno per i ragazzi, infatti
anche quest'anno proponiamo corsi di Mini Basket per i
ragazzi delle scuole elementari e medie di Viguzzolo e
dei paesi limitrofi sotto la guida dell'istruttore Marco Car-
tasegna. In primavera si svolgeranno le partite dei ragazzi
contro i pari età di Castelnuovo, Tortona e Voghera per
ripetere le sfide combattute della scorsa stagione.
Per l'organizzazione di questi corsi vogliamo pubblicamente ringraziare il Comune di Viguzzolo, l'Assessorato
allo Sport della Provincia di Alessandria e le "Cantine
Volpi" di Tortona quale sponsor della prima squadra.
La prima squadra del Viguzzolo Basket Club
Ricordiamo a chi fosse interessato a venire a sostenere i
nostri portacolori che le gare casalinghe vengono disputate al Palazzetto di Viguzzolo di via Marconi al venerdì
sera.
Il centro sportivo viguzzolese
Per un piccolo paese come Viguzzolo, sede di un istituto comprensivo davvero ampio, il fatto di poter avere molteplici
attività sportive dedicate ai bambini è al contempo una novità ed una importante risorsa. Per questo motivo, il centro
sportivo di via Marconi (composto da palazzetto e campo da tennis), costituisce un luogo ideale dove poter svolgere
diversi sport.
Dall‟ottobre 2010, nel Palazzetto dello Sport di Viguzzolo, sono iniziate numerose attività sportive per giovani e
adulti, gestite dall'Associazione sportiva dilettantistica
"Acquarello". Oltre ai corsi di tennis e danza, i bambini
della scuola elementare possono frequentare gratuitamente le lezioni del gruppo sportivo. Gli adulti, invece, possono apprendere il ballo latino americano o migliorare la
propria forma fisica con corsi di fitness. Ulteriori attività
saranno implementate nei mesi a venire, cercando di incontrare i gusti e le necessità di tutti i cittadini, al fine di
giungere ad un utilizzo ottimale di risorse così importanti,
come le strutture esistenti.
I corsi di avviamento allo sport sono tenuti da istruttori
qualificati, che hanno come obiettivo la crescita psicomotoria dei bambini, i quali imparano le tecniche e la socializzazione attraverso il gioco.
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Qui Viguzzolo 2010
Il gruppo di bambine a scuola di danza classica
La struttura è a disposizione per chi la volesse affittare,
per organizzare incontri di calcetto, pallavolo o pallacanestro. Da marzo sarà attivo anche il campo da tennis!
Per info e prenotazioni: 3664158831
di Enrico Pertusi
Una campionessa a Viguzzolo
È Ramona Carniglia figlia di Guido Carniglia (detto Guido Peju) Viguzzolese DOC!
Siamo fieri e onorati di avere fra noi una nostra compaesana che sta tagliando diversi traguardi in ambito sportivo a
livello nazionale ed europeo.
Ramona si è laureata campionessa italiana e vice campionessa europea in una specialità chiamata kickboxing.
Siamo molto curiosi e quindi non ci resta che farle alcune domande
Tanto per cominciare, oltre a questo sport, che cosa fai
nella vita?
Attualmente sto studiando per prendere la laurea specialistica in criminologia, nel frattempo sono commessa e
responsabile di un negozio di calzature.
Hobby?
Le arti marziali, in particolare la kickboxing.
In che cosa consiste?
Questo sport è suddiviso in varie specialità dette “da
ring” (combattimento a pieno contatto quindi con la possibilità del ko) sono: full contact, lowkick (in cui sono
Gadget
CARTOLIBRERIA
Articoli regalo
Monica
Giocattoli
Bigiotteria
valide le tecniche sotto la cintura), k1 oppure da “contatto
leggero” (stesse regole delle precedenti ma i colpi portati
devono essere più tecnici e precisi) sono: light contact,
semi contact, kicklight (in cui valgono le tecniche sotto la
cintura). In gara gli atleti sono divisi per categorie di peso, sesso e grado di cintura.
Come hai cominciato, come ti alleni, chi era il tuo insegnante?
Ho cominciato per caso, o meglio…ho iniziato perché
volevo riallacciare i rapporti con mia cugina: ho scoperto
che lei frequentava il corso di kickboxing. E‟ stato circa
dieci anni fa, in quegli anni questo sport era appena agli
esordi e quando ho fatto la prima lezione non sapevo
nemmeno di cosa si trattasse. Dopo tre mesi ho fatto il
mio primo torneo a Milano vincendolo. Da lì non sono
più riuscita a smettere!
Il mio primo insegnante era Gianfranco Marcucci, è stato
lui a trasmettermi l‟amore per questo sport e farmi capire
che c‟era molto di più dietro alle “semplici botte”, ciò che
chi non è dell‟ambiente riesce solamente a vedere! In
realtà c‟è molto sacrificio, passione e tanto tanto cuore!
Perché come diceva Muhammad Alì: “I campioni non si
fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa
che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una
visione”. Attualmente mi sto allenando a Valenza sotto la
supervisione del Commissario Tecnico della nazionale di
k1, Giorgio Iannelli, con cui mi ero già allenata molti
anni fa quando purtroppo Gianfranco Marcucci è stato
portato via da una brutta malattia, per questo ogni mia
vittoria la dedico a lui perché nonostante la malattia ha
allenato i suoi allievi fino all‟ultimo, portandoli a gareggiare in giro per l‟Italia.
L‟allenamento solitamente dura due ore e si fa tre/quattro
volte a settimana, dipende se ci sono gare a breve, ed è
Via I maggio 84
Viguzzolo (Al)
Testi scolastici
Ricariche telefonoche
Tel e fax 0131896373
Qui Viguzzolo 2010
77
Sport
composto da esercizi e circuiti, mirati al potenziamento
dei colpi, alla precisione, fluidità e velocità delle tecniche. In più c‟è un lavoro sia tecnico che morale da fare
col proprio maestro e credo sia la parte fondamentale di
un buon allenamento: deve instaurarsi un rapporto di estrema fiducia fra insegnante e allievo, perché sul ring è
come se si salisse in due e se non c‟è feeling purtroppo
l‟atleta ne risente, soprattutto perché i minuti prima del
match sono fondamentali ed ogni atleta li vive in maniera
diversa. In più almeno una volta a settimana un allenamento “fuori palestra” dedicato esclusivamente a far fia-
In alto Ramona ai campionati europei con Bruno Campiglia
to.
Parlami di ciò che ti dà o ti ha dato nella tua vita questo
sport, dei risultati.
Beh ultimamente direi che mi ha dato molte soddisfazioni. Ma ciò che purtroppo molte persone non capiscono è
che non è uno sport “violento”, non sono “botte da strada”. Probabilmente ci si fa più male ad andare allo stadio
a vedere una partita! Nonostante principalmente sia uno
sport individuale,quando entri a far parte di una squadra
(che può essere la tua palestra) o della nazionale, vivi
tutte le emozioni, le lacrime delle vittorie o delle sconfitte
assieme a loro! Posso dirti veramente di essere
“innamorata” di questo sport. Non è solo passione, è
qualcosa che ti prende dentro, che nonostante tutti gli
infortuni che mi sono fatta (dita dei piedi rotte, sterno
rotto, contusioni varie agli zigomi, tibie) - meno male
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Qui Viguzzolo 2010
che non era uno sport violento! - o le condizioni climatiche a cui a volte si va incontro (correre sotto pioggia o
neve, oppure d‟estate con due felpe per perdere peso e
rientrare in categoria) mi spinge ad andare avanti, a stringere i denti e ad andare ad allenarmi con le stampelle,
perché sai dentro di te che i sacrifici che stai facendo ora
ti porteranno da qualche parte!
L‟ultima esperienza da me vissuta può sicuramente racchiudere tutto questo pensiero. Due settimane prima di
partire con la Nazionale Italiana di kicklight (di cui sono
titolare dal mese di giugno) alla volta del campionato
europeo, svoltosi ad Atene, mi sono dislocata e stirata i
legamenti di due dita del piede, quindi lo avevo steccato e
avevo l‟obbligo delle stampelle. Nonostante questo mi
sono ugualmente allenata perché volevo raggiungere un
obiettivo. Quando sono arrivata in aeroporto ho incontrato tutti gli atleti della Nazionale e da lì è partita
un‟avventura che mi ha lasciato dentro un bagaglio emozionale immenso e delle sensazioni che non scorderò mai.
La prima sicuramente è stata la consegna della divisa
Italiana. La sognavo da anni e finalmente potevo indossarla! Eravamo 11 atleti (4 donne e 7 uomini) più il CT
della Nazionale Bruno Campiglia e il coach Omar Vergallo, abbiamo vissuto tutta la settimana di gara in cui ci
spostavamo assieme ovunque! Eravamo un gruppo che si
muoveva all‟unisono, legati tutti dallo stesso sogno: salire
sul tetto dell‟Europa, ma non ci rendevamo conto che
solamente essere lì, i migliori d‟Italia (scelti attraverso
qualificazioni, gare, collegiali) era già un sogno realizzato! Si è instaurato un legame veramente particolare.
Bruno è una persona meravigliosa, carica di esperienza (è
stato più volte campione del mondo) e con una grandissima umanità. Ogni sera, dopo cena, ci riunivamo per gli
ultimi dettagli tecnici prima di gare o allenamenti e lui
sapeva trasmetterti, attraverso le parole, la voglia di vincere, la sicurezza che serve in manifestazioni così importanti! Omar è un coach straordinario, ti segue passo a
passo, sa osservarti e in pochi minuti dirti gli errori che
Palmares
Anno 2001: 1° posto torneo New Treford Milano (la mia
prima gara) Kicklight
Anno 2002: 2° posto campionati italiani Full contact
Anno 2006: vice campionessa Interregionale e Campionessa Italiana Light contact
Anno 2007: vice campionessa Interregionale,2° posto
coppa del Presidente, 2° posto alla Coppa del Mondo di
Salsomaggiore, 2° posto Golden Glove (light contact)
Anno 2008: Campionessa Interregionale, 2° posto Golden
Glove (light contact)
Anno 2009: 2° posto Golden Glove, 3° posto coppa del
Presidente (light contact)
Anno 2010: Campionessa Interregionale, 2° posto Coppa
Italia, 1° posto Golden Belt, Campionessa Italiana pro,
Vice Campionessa Europea kicklight
Negli anni ho ricevuto 2 medaglie di riconoscimento dalla
città di Padova per meriti sportivi.
di Enrico Pertusi
fai, ma allo stesso tempo valorizzare le tue caratteristiche
personali, utili per poterti perfezionare.
Beh, che dire degli altri 10 atleti, solamente un grazie
immenso! Perchè sono persone che hanno un cuore grandissimo, con cui è nata un‟amicizia, un legame profondo
e speciale che sicuramente non scorderò mai, riassunto
dalle parole di Paolo che ha vinto l‟oro: “Quando ho vinto mi sono girato e vi ho visto tutti lì…che mi siete corsi
incontro…non ho vinto solo io, abbiamo vinto tutti assieme!”.
I risultati che ho raggiunto in questi anni sono molteplici
sicuramente quello più importante è stato aggiudicarmi il
posto in Nazionale e partire a difendere i colori dell‟Italia
ad Atene. Sono ritornata a casa con una bellissima medaglia d‟argento, con il titolo di Vice Campionessa Europea, perdendo la finale per un punto contro l‟ungherese
Ramona mentre mostra orgogliosa la divisa della nazionale
pluricampionessa del mondo in carica (considerando che
gli atleti dei paesi dell‟est lo fanno come mestiere, un po‟
come i nostri calciatori, mentre per noi purtroppo è ancora un hobby che non ti permette di vivere). Ma
quest‟anno in vista dei mondiali di Dublino, che si terranno ancora a novembre, mi allenerò ancora di più per puntare al gradino più alto del podio!
Hai mai pensato un giorno di insegnare?
Quand‟ero a Padova davo una mano nella palestra dove
mi allenavo con il corso per bambini, perché questo è uno
sport che si può già iniziare dall‟età di 5 anni, mentre le
gare cominciano dagli 8 anni. Insegna la disciplina,
l‟ordine e il rispetto per i compagni e le altre persone che
ci circondano. Comunque è uno sport completo perché
alleni braccia, gambe, addominali, schiena ed è rilassante,
perché ti dà la possibilità di scaricare tutti i pensieri! Consiglio di provarlo anche a chi non è intenzionato
all‟agonismo, perché è veramente bello! Un giorno sicuramente inizierò ad insegnare, anche se non ti nascondo
che se avessi la disponibilità di un posto mi piacerebbe
iniziare già da ora un corso, sia per bambini che per adulti!
Prossimi obiettivi ed impegni?
I miei obiettivi principali sono sicuramente quello di
mantenere il posto in Nazionale e onorare la divisa, impegnandomi nelle gare come atleta azzurra. Poi in programma c‟è la possibilità d‟incominciare a fare qualche incontro di boxe dilettantistico e le eliminatorie per poter entrare nella Nazionale di Low-kick (contatto pieno). I prossimi impegni invece saranno a febbraio alla fiera di Milano
per difendere il Titolo Italiano, le eliminatorie per gli
Italiani di kicklight e lowkick. Mentre nei mesi successivi
ci saranno varie gare internazionali e i campionati italiani.
Dopo questo colloquio con te, penso proprio che sei una
ragazza veramente in gamba, e che realizzerai tutti i tuoi
obiettivi! Siamo fieri di essere tuoi compaesani e ti ringraziamo per aver portato con te un pezzo di Viguzzolo.
Brava Ramona sei un esempio per capire che nella vita
nulla è impossibile basta volerlo e tu l‟hai voluto!
Te lo dice uno che di traguardi se ne intende e sa quanto
è duro raggiungerli. Non mi resta che dirti che Viguzzolo
sarà sempre con te e che tutti noi aspettiamo le prossime
vittorie! Forza Ramona vinci per noi!
Qui Viguzzolo 2010
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Sport
di Andrea Torriglia
L’attività del calcetto all’oratorio P. G. Frassati
Anche nel 2010 è proseguita l‟attività del calcio a 5 praticata presso l‟oratorio “Beato Pier Giorgio Frassati” di
Viguzzolo. Le categorie interessate sono quella dei bambini 1998-99 e dei ragazzi 1996.
Entrambe le squadre hanno partecipato all‟inizio di maggio al “IX Memorial Don Viano” a Novi Ligure, con ottimi risultati: 1° posto per i bambini, dimostrando ottimo
gioco e spirito di squadra, superando tra le altre, squadre
temibili come due oratori di Torino, e 2° posto per i ragazzi più grandi, risultato che è andato al di là di ogni
previsione, con una finale persa solamente ai calci di rigore, dopo un torneo ben giocato sotto tutti gli aspetti,
dimostrando una buona sintonia, dovuta soprattutto al
fatto che ormai da diverso tempo questi giovani giocano
insieme.
nettamente la prima partita e saremo impegnati fino ad
aprile.
La sfida scapoli-ammogliati. In piedi da sinistra: Lanza Filippo, Zuccarelli Davide, Battaiola Simone, Ciccotti Riccardo,
Torlasco Filippo, Tarditi Andrea, Torriglia Andrea, Guidobono Paolo,Timalo Sergio; accosciati da sinistra: Bergantin
Giacomo, Rateni Sergio, Pizzuto Giuseppe, Migliora Andrea
I ragazzi della categoria 1996. Da sinistra Torlasco Filippo,
Poggi Dario, Panzanini Marco, Bassignana Federico, Bianchi
Matteo, Beffumo Giovanni, Mogni Mattia, Quaglini Paolo,
Ratti Edoardo
Tra i mesi di maggio e giugno è stato disputato alla Casa
del Giovane di Tortona l‟ormai tradizionale torneo
“Massimo Prizzon”, dove abbiamo partecipato con due
squadre di bambini: i 1998 (cat. Giovanissimi) ed i 1999
(cat. Esordienti).
I Giovanissimi, sfortunati in quanto inseriti in un girone
con ragazzi aventi un anno di più, purtroppo hanno avuto
poca fortuna, mentre ha particolarmente brillato la squadra dei bambini più piccoli, ottenendo uno straordinario
1° posto, sui 4 oratori della zona partecipanti. La squadra,
nonostante fosse composta solamente da 7 bambini, ha
dimostrato un‟ottima costanza e altrettanto impegno,
vincendo il torneo soprattutto grazie all‟affiatamento ed
all‟applicazione in campo degli insegnamenti appresi,
con enorme soddisfazione per responsabili, genitori e
sostenitori.
Al momento stiamo partecipando con la categoria 1999 al
Torneo invernale degli Oratori che si sta disputando in
una palestra a Novi Ligure, siamo partiti bene vincendo
80
Qui Viguzzolo 2010
Si ringraziano tutti i collaboratori ed i sostenitori del
“Gruppo calcio” dell‟Oratorio, che hanno permesso la
pratica del calcetto presso il nostro oratorio a bambini e
ragazzi del nostro paese, e si spera di proseguire in futuro
con un‟ulteriore collaborazione da parte di più persone, in
modo tale da poter fare disputare un maggior numero di
tornei a sempre più ragazzi, con la possibilità di partecipare alle diverse iniziative calcistiche proposte presso gli
oratori della nostra zona, le quali rappresentano al contempo un momento di svago e di crescita.
I ragazzi della categoria 1999. In piedi da sinistra: Bergantin
Leopoldo, Razza Nicolas, Bergantin Luca, Daffunchio Mattia,
Torriglia Andrea, Timalo Marco, Pesce Pietro, Cosola Davide,
Currò Christian, Panzanini Alberto, Visciglia Nicolò, Bonadio
Simone
di Valentina Quaglini e Francesca Bassignana
Intervista al capitano
Come di consueto anche quest‟anno sul Qui Viguzzolo non potevano mancare pagine riguardanti lo sport, una parte
integrante della vita viguzzolese. Quest‟anno abbiamo pensato di intervistare Massimo Trecate, ormai da molti anni
capitano della Prima Squadra dell‟Unione Sportiva Viguzzolese di calcio. A lui abbiamo chiesto sia dell‟esperienza
attuale nel mondo calcistico, sia di rispolverare alcuni ricordi...
Massimo, da quanto tempo gioca nella Viguzzolese? E da
quando è il capitano della squadra?
Mi sono trasferito a Viguzzolo nel 1999, sono più o meno 12 anni che gioco nella Viguzzolese e da 10 ne sono
capitano.
Sappiamo che non è nato a Viguzzolo. Vorremmo dunque
sapere dove è cominciata la sua avventura sportiva e in
quali altre squadre ha giocato?
Ho fatto le giovanili nel Derthona, ho poi giocato in altre
piccole squadre fino ad arrivare nella Viguzzolese.
Una volta arrivato nella Viguzzolese, quale ambiente ha
trovato? C‟era un buon affiatamento?
Si, mi sono da subito trovato bene, ero avvantaggiato in
quanto conoscevo già tutti e loro conoscevano me, non è
stato difficile ambientarsi.
Il gioco di squadra è determinato anche dall‟amicizia tra
compagni: ci sono mai state, anche in anni passati, liti
gravi all‟interno della squadra che ricordi?
Che io mi ricordi no, solo le solite scaramucce tra compagni e avversari.
Per giocare a calcio bisogna avere tempo libero e costanza, quindi in alcuni casi si penalizza la propria famiglia e anche il lavoro. Lei riesci a mettere insieme le tre
cose senza dover penalizzare nessuna? Se sì come fai?
Non è difficile, più che altro è faticoso. Del resto però
giocare a calcio è anche un ottimo modo per sfogarsi dopo una lunga giornata di lavoro.
Vorrei chiederle un parere sull‟anno calcistico appena
trascorso. Cosa si aspetta per dall‟annata in corso?
Una delle prime foto di Massimo calciatore:
è il bambino in piedi a destra
Diciamo che quest‟annata non va molto bene poiché
siamo ultimi in classifica e quindi siamo in lotta per non
retrocedere. Speriamo di riprenderci presto nella prossima partita contro l‟Ovada.
Qual è il ricordo più bello che ha insieme alla squadra?
Il ricordo certamente più bello è quando siamo passati di
categoria. Durante gli ultimi incontri molta gente era venuta a vederci e a sostenerci nonostante giocassimo fuori
casa.
Quand‟è stato il primo calcio tirato al pallone?
Avevo 4 anni, i calci però non erano tirati ad un pallone
bensì ad un barattolo del latte.
Come le sembrano le squadre dei settori giovanili della
Viguzzolese?
Con rammarico ho notato che tra i giovani non c‟è più la
passione e la voglia di giocare che avevamo ed abbiamo
tutt‟oggi noi, quelli della vecchia generazione.
In piedi da sinistra: Di Poce, Allegro,
Stramesi, Bini, Bassi, Moratto, Trecate,
Casagrande, il Mister Guaraglia, Mutti.
Accosciati da sinistra: Quaroni, Pieroni
Scarmato L., Zaimaj, Scarmato F., Chilelli, Marchesotti
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