Vento Largo 04_012008

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Vento Largo 04_012008
Vento largo (quattro)
Le librerie dovrebbero essere come le fontane dell'acqua, ce ne deve essere una in ogni piazza, libri
ovunque perché è soltanto così che si vince l'ignoranza, l'arroganza, la violenza e la paura. (Paco
Ignacio Taibo II)
Fare a metà Zig Zag, mettendo i dischi da una parte e i libri dall'altra, magari ha aumentato la densità
di popolazione in uno spazio piccolo piccolo, ma ha liberato qualche angolo per la fantasia e per la
speranza che non finiremo tutti in uno sbadiglio di noia o in un conato di disgusto. Così ci è sembrato
dai complimenti, dalle strette di mano e dai saluti nel crepuscolo dello scorso anno e così vogliamo
continuare con il nostro Vento largo che usiamo anche per ringraziare e per augurare a tutti buon
anno. Noi abbiamo cercato di cominciare bene, come potete già leggere qui di seguito.
(eventi)
1) Giuseppe Bandirali, Mambo Vagabundo, Ultimo edizioni
Un sogno che alimenta la speranza, l'illusione che si trasforma in un incubo, la vita che si alimenta
dell'arte, i viaggi che sono l'unica realtà: Giuseppe Bandirali confeziona qualcosa in più di un libro
cucendo insieme le storie vissute di una vita raminga con il gusto caleidoscopico per l'iperbole e per la
bellezza. Non aggiungiamo altro perché sarà il primo evento dell'anno: sabato 2 febbraio, sarà nostro
ospite con i suoi libri (450 pagine scritte a mano, due formati, otto copertine diverse, ogni copia
numerata e firmata: una follia tutta da scoprire). Segnatelo sull'agenda e preparate i calici: è il primo
evento del 2008.
(libri)
2) Philip Roth, Patrimonio, Einaudi
Se avete scoperto Philip Roth con Everyman o con la ristampa di Patrimonio, che sono delle
eccellenti porte per entrare nell'eleganza della sua scrittura, meritano di essere conosciuti anche alcuni
capitoli precedenti: il capolavoro di Pastorale americana (forse il suo libro più immediato), l'oscuro e
minaccioso Complotto contro l'America e il dissacrante Teatro di Sabbah nonché quel Lamento di
Portnoy che, molti anni fa, lo rivelò per quello che sarebbe diventato: un grande scrittore.
(libri)
3) Duke Ellington, La musica è la mia signora, minimum fax
Duke Ellington non è stato soltanto il progenitore del jazz moderno, così come lo conosciamo, ma è
stato anche uno dei maggiori musicisti del ventesimo secolo. La sua dedizione alla musica, già chiara
fin dal titolo della sua autobiografia, è il filo rosso che ne ha segnato la vita: "accolgo la musica senza
condizioni" dice in un passaggio fondamentale della sua storia ed è evidente quanto istinto e quanta
esperienza ci siano in una frase così semplice in apparenza. Ma come lascia intuire Franco Fayenz
nella prefazione, c'è molto di più perché Duke Ellington era un genio nella vita come nell'arte.
(libri)
4) Cesare Milanese, La letteratura nell'era dell'informatica, Bevivino Editore
"Viviamo in un mondo regolato da finzioni di ogni tipo. La finzione esiste già e il ruolo dello scrittore
è quello di inventare la realtà": quello che la scrittura, in qualsiasi forma e con qualunque strumento,
permette di fare è di viaggiare nel tempo e raccontando La letteratura nell'era dell'informatica un libro
di storia della cultura o di critica letteraria diventa, pagina dopo pagina, un sottile, ma anche preciso,
percorso filosofico.
5) Jerome Charyn, Broadway. New York, l'età del jazz e la nascita di un mito, Il Saggiatore
(libri)
6) Franco Celenza, Le opere e i giorni Ennio Flaiano, Bevivino Editore
In questo “ritratto d’autore”, come dice il sottotitolo, Franco Celenza, attraverso la vita e le opere, ci
svela un Flaiano pubblico e privato ancora capace di stupirci. Ennio Flaiano è stato un "outsider" della
letteratura italiana, avendo lavorato praticamente in tutti i campi in cui la scrittura è fondamentale:
dal giornalismo al cinema fino al teatro, oltre alla narrativa e alla poesia. Sottovalutato negli anni del
boom, Ennio Flaiano ha sempre avuto uno sguardo profetico e il gusto di una scrittura pungente (con
molte battute brucianti) che trova ampio spazio nell'antologia che occupa la seconda metà del libro.
Attualissimo e da riscoprire.
(dischi)
7) Ike Turner, Rising With The Blues, Zoo
Un omaggio ad un glorioso musicista recentemente scomparso: purtroppo di Ike Turner si ricordano
troppo spesso i trascorsi matrimoniali (risse comprese) con la moglie (Tina, ovviamente) e altre
faccende del tutto relative. Va ricordato invece per quel grande chitarrista (ritmico) che era e
soprattutto per il superbo arrangiatore che ha segnato molti punti nella storia del rhyhtm and blues e
della musica afroamericana in genere. E le sue chitarre fanno rumore ancora oggi.
(dischi)
8) San Francisco, Love Is the Song We Sing, Rhino
(dischi)
Non è solo un superbo omaggio all'estate dell'amore: questo lussuoso cofanetto offre un quadro
esauriente della musica nell'area di San Francisco, dai Grateful Dead a Janis Joplin, dai Jefferson
Airplane ai Quicksilver Messenger Service con una selezione accurata delle canzoni e dei suoni (che
sembrano non avere tempo) e con un bagaglio di fotografie davvero stupende. Un mondo a parte.
9) Dion, Son Of Skip James, SPV
Dion, Son Of Skip James, SPV
Qualsiasi cosa canti, Dion ha una delle più belle voci mai sentite nella storia del rock'n'roll e, come si
può intuire dal titolo, Son Of Skip James prosegue la strada intrapresa con Bronx In Blue. Suonato e
registrato splendidamente bene Son Of Skip James lo celebra come non mai. La sua interpretazione è
viscerale e raffinata nello stesso tempo: il sound è costruito attorno alla voce che è al centro
dell'attenzione, con una sezione ritmica molto scarna ed efficace da una parte e le armonie e i
contrappunti del pianoforte e delle chitarre acustiche dall'altra. Un capolavoro di equilibrio, semplicità
ed eleganza e Chuck Berry, Willie Dixon, Sleepy John Estes, Elmore James, Robert Johnson e Bob
Dylan sono gli uomini del suo songbook (Bob Dylan anche qualcosa in più).
(eventi)
10) Ryan Bingham, Mescalito, Lost Highway
Giustamente trionfatore delle classifiche di fine anno del Buscadero e di www.rootshighway.it, dove il
suo Mescalito (che avevamo a suo tempo segnalato sul secondo numero di Vento largo) è stato eletto
disco dell'anno, Ryan Bingham sarà in concerto, con tutto il suo gruppo, il 19 gennaio allo storico
Rolling Stone di Milano. Un appuntamento da non perdere per vedere come fa Mescalito dal vivo e
per scoprire una giovane anima ribelle all'inizio della sua strada.
Vento largo è la newsletter di Zig Zag, libri, dischi, caramelle e altro ancora, via della Libertà 10, San
Donato Milanese (Mi), 02/5272125, [email protected]