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MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010
MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010
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Dossier Minicar
Microcar M.GO
Addio per sempre alle linee spigolose
TUTTA nuova la M.GO con la quale la Microcar abbandona le linee spigolose della
precedenti versioni per una vetturetta che
sembra una raffinatissima city car. Dalla
marca che è stata la prima a montare le cinture di sicurezza (nel 1985) su queste macchinine arriva insomma un modello molto
elegante, con tre anni di garanzia, un doppio telaio rinforzato e un pianale in materiale composito. Da segnalare anche il sistema
di frenata con recupero dei giochi del freno
a mano e la possibilità di avere anche la versione totalmente elettrica. Quest’ultima ha
un’autonomia di 140 Km e può ricaricare
completamente le batterie in meno di 4 ore.
I motori
Le microcar possono avere solo due
tipi di motori: i cosiddetti quadricicli
leggeri con potenza massima di 4 kW
(5,6 cavalli) e con velocità massima
inferiore a 45km/h, mentre i quadricicli
leggeri possono arrivare al massimo
fino a 15 kW (20,4 Cv)
L’età del guidatore
La sicurezza
Il grande rischio
è la sindrome
della mini auto
FABIO ORECCHINI
e microcar saranno sempre più acquistate ed utilizzate come piccole auto e sempre meno come
quadricicli, cioè versioni a quattro ruote dei ciclomotori. Questo
semplicissimo elemento di evoluzione del mercato è sufficiente
a dare una risposta alla questione
sicurezza che indubbiamente le
riguarda.
Se le vetturette sono percepite,
quindi acquistate ed utilizzate
come mini-automobili, devono
rispondere alle elevate aspettative di sicurezza di chi le compra, le
guida o vi viene trasportato, oltre
che a quelle – molto simili – di chi
vi circola attorno con la sua
“grande” auto, oppure a piedi, in
bici o in motorino. Il livello di sicurezza attualmente fornito dai
quadricicli leggeri non è affatto
compatibile con lo status di “auto in miniatura” che ormai viene
loro diffusamente attribuito. Esiste il problema delle modifiche,
che fa ampiamente superare i 45
km/h di velocità massima previsti dalla normativa, facendo conseguentemente saltare su strada
tutti i calcoli di progetto elaborati in fase di sviluppo. Sia per la tenuta di strada, sia per la capacità
di assorbimento degli urti in caso
di incidente, sia per la sollecitazione stessa del telaio e degli elementi portanti durante la marcia. Una lotta seria da parte di costruttori, riparatori, autorità di
controllo ed anche di genitori e figli nel caso siano i loro ragazzi o i
loro padri (il maggior numero di
possessori di minicar ha più di
cinquant’anni) ad andare in giro
con vetturette truccate, sicuramente eviterebbe molti incidenti ed anche numerose morti causate proprio dal funzionamento
“fuorilegge” di microcar.
Eppure l’azione principale,
necessaria soprattutto in vista
della sempre maggiore diffusione di micro-automobili nelle nostre città, è più radicale e riguarda
l’inquadramento stesso di questi
mezzi di trasporto. La leggerezza,
innanzitutto, è oggi una caratteristica necessaria per l’omologazione, consentita soltanto a veicoli con massa a vuoto inferiore ai
350 chili. La limitazione di peso
porta in dote una limitazione dei
consumi, ma anche un’alta vulnerabilità in caso d’impatto, specialmente se contro veicoli di
L
massa nettamente maggiore.
Un’auto pesa oggi mediamente
tre volte e mezza una microcar, e
può arrivare tranquillamente ad
avere un peso di cinque volte
quello di un quadriciclo. È intuitivo individuare chi ha la peggio,
e di quanto, in caso d’urto violento. È vero che una bici, un ciclomotore o uno scooter soffrono un
rapporto ancora più penalizzante da questo punto di vista, ma la
grande differenza è che nel traffico vengono percepiti come molto leggeri e vulnerabili, ed a questo si adatta lo stile di guida di chi
è a bordo e di chi è di fianco.
L’obbligatorietà di crash test
che riproducano le potenzialità
d’urto con veicoli di massa superiore ed il condizionamento al
superamento di queste prove
dell’omologazione dei quadricicli leggeri appare come il minimo
dei requisiti necessari per la circolazione in condizioni di sicurezza di piccole auto, quali ormai
questi mezzi sono diventati a tutti gli effetti. Il superamento dei
crash test frontali e laterali non è
immaginabile se non con l’innalzamento della soglia minima di
peso ben oltre i 350 kg, o con l’utilizzo di materiali e tecnologie
fuori mercato per i numeri di produzione attuali.
La questione della manomissione dei limitatori o dei motori,
giustamente indicata come motivo di grande pericolosità, visto
che i mezzi “truccati” arrivano a
velocità superiori ai 100 km/h,
invece dei 45 km/h per i quali è
progettato il veicolo, ha una possibile soluzione nell’evoluzione
in senso ambientale dei sistemi
di trazione. I quadricicli leggeri,
infatti, hanno già oggi un sistema
di omologazione legato al tipo di
motore: possono essere al massimo di 50 cc di cilindrata se a benzina, oppure con un motore di
massimo 4 kW se diesel. Il passaggio ad una trazione esclusivamente elettrica, particolarmente
adatta al ciclo di guida urbano ed
alle distanze mediamente percorse proprio dalle microcar, oltre al grande vantaggio di portare
su strada veicoli ad emissioni zero consentirebbe una più semplice limitazione della velocità
massima, senza nessuna rinuncia ed anzi con dei vantaggi in termini di coppia, ripresa e quindi di
prestazioni del veicolo nella guida urbana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La carrozzeria
La carrozzeria della Microcar è sempre di
plastica, come quella degli scooter. Il telaio,
anche qui di origine motociclistica, è tubolare.
Ci troviamo quindi a tutti gli effetti di fronte a
mezzi costruiti come il più classico dei due
ruote. Ma l’aspetto è da vera city car: elegante
e raffinato
Per legge i quadricicli leggeri possono
essere guidati a 14 anni (muniti di
patentino), mentre per i quadricicli
pesanti l’età minima è 16 anni (ma
occorre avere anche la patente A o
equivalente, quella per guidare moto
di 125 cc)
PER SAPERNE DI PIÙ
www.casalini.eu
www.aixam.com
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Bellier Jade
Come una vera city car da grandi
SI CHIAMA Jade e sul fronte del design ha davvero poche concorrenti perché su questo
suo nuovo modello la Bellier ha lavorato a
lungo per scimmiottare nel migliore dei
modi lo stile delle vere auto da cui eredita tutta la fanaleria a parte della
componentistica. Molto riuscito lo
scalino che corre su tutta la fiancata e i fari posteriori che si allargano fino a coprirne una parte. La
mascherina cromata, come se
non bastasse, si estende con due
profonde nervature fino alla fine
del cofano motore, proprio come
avviene sulle Bmw e le Mercedes.
Perché sì
“Meglio di uno scooter”
per i genitori scelta obbligata
eglio del motorino».
In questa considerazione si racchiude tutto il successo delle microcar, ma anche tutta l’ansia dei genitori che pur di evitare che i propri figli viaggino sui mezzi più pericolosi d’Italia fanno qualsiasi sacrificio.
Va detto che le microcar sono davvero
meglio del motorino. In primo luogo perché garantiscono una protezione assoluta contro le intemperie, in secondo luogo perché oltre agli ovvi vantaggi in tema
di sicurezza passiva (il pilota è comunque protetto da un telaio di acciaio in caso di incidente) l’uso della microcar è
propedeutico a quello dell’auto.
Nei piccoli spostamenti in città i quattordicenni hanno infatti modo di familiarizzare con i principali comandi - sterzo, freno e acceleratore - che poi ritroveranno pari pari anche nell’auto. Anche la
percezione degli spazi è la stessa ed è
chiaro che un minorenne, dopo anni di
guida al volante di una vetturetta, arriva
più preparato all’appuntamento con la
patente.
I vantaggi delle microcar però non finiscono qui: avere in famiglia una quat-
«M
tro ruote del genere rende possibile entrare nei centri storici e poter parcheggiare senza dover pagare le tariffe per la
striscia blu. Sempre più spesso così padri
e mamme ‘rubano’ la microcar ai propri
figli regalando a queste vetturette il vero
ruolo di seconda auto da famiglia.
Non solo: i quadricicli leggeri hanno
consumi record ed emissioni altrettanto
basse. I nuovi modelli dichiarano 83
g/km di CO2, mentre per percorrere 100
chilometri richiedono poco più di tre litri
di carburante. Prestazioni in linea con la
lunga evoluzione tecnica di questi mezzi
visto che i primi quadricicli leggeri sono
apparsi in Francia verso la fine degli anni
Settanta. Ecco perché poi, pur non avendo nessun obbligo di legge, i costruttori
iniziano a proporre mezzi che hanno telai rinforzati, barre anti-intrusione nelle
porte e impianti frenanti a quattro dischi
potenziati ben oltre il teorico sforzo al
quale dovrebbero essere sottoposti.
Fra l’altro la nuova normativa che per
entrare in vigore anche in Italia renderà
di fatto impossibile che un quadriciclo
leggero superi la velocità massima consentita di 45 Km/h ed una potenza limitata a 4 kW (5.5 Cv).
Perché no
Più incidenti di auto e moto
le statistiche le condannano
Casalini M10
Aixam City
Ecco la leader del made in Italy
La più amata dai nostri teenager
LA NUOVA M10 nasce dall’esperienza della
Casalini, una marca italiana che da oltre 70 anni produce e vende microcar. Fra i suoi punti di
forza oltre al design particolarmente ricercato
(il muso sfoggia anche una mascherina simil-Audi) c’è un bagagliaio tra i più capienti della categoria. E’ anche l’unica
minicar che offre il climatizzatore montato direttamente in fabbrica, mentre
dell’equipaggiamento di serie fanno
parte i fondamentali quattro freni a disco. Importante segnalare anche il fatto che la M10 - nonostante la legge non
preveda nulla del genere - è stata progettata dopo aver effettuato crash test su diversi
prototipi.
SI CHIAMA City l’ultimo modello della Aixam, besteller della categoria delle microcar per la grande
attenzione al design e alle finiture. Nonostante le
dimensioni ultra compatte la City riesce infatti
a sfoggiare un design elegante, arricchito
da finiture da vera auto come gli specchi cromati, i cerchi in lega da 14’’, i
sensori di parcheggio e le maniglie
montate a filo della carrozzeria. Fra
le finezze della City anche la plancia
soft touch come nelle migliori creazioni automobilistiche e una particolare attenzione all’insonorizzazione
dell’abitacolo, storico difetto di tutte
le microcar.
I NUMERI parlano chiaro: secondo
l’Istat le microcar sono molto più pericolose di ciclomotori, bici e moto:
l’indice di mortalità delle microvetture è infatti del 2,66 per cento, contro
l’1,98 delle moto, l’1,85 delle bici,
l’1,03 dei ciclomotori e lo 0,78 delle
auto. Non solo: anche analizzando le
statistiche in altro modo non c’è
scampo perché in rapporto al circolante le microcar, hanno il doppio degli incidenti rispetto alle auto, (fonte
Aci-Istat): l’1,5% delle microcar circolanti nell’ultimo anno ha subito un incidente contro solo lo 0,8% delle auto.
Basterebbe questo a stroncare sul
nascere qualsiasi ‘pretesa’ di sicurezza delle microcar ma non si può ignorare il fatto che queste macchinine
viaggiano letteralmete come vasi di
coccio in mezzo a vasi d’acciaio: senza cellula di sicurezza, airbag, Abs o sistemi elettronici di controllo della stabilità ogni microcar in caso di incidente con una qualsiasi auto (anche la
più piccola) avrebbe di sicuro la peggio. Non fosse altro per una questione
di massa visto che — per legge — un
quadriciclo leggero ha un peso massi-
mo a vuoto di 350 Kg, mentre una normale auto è a quota 1000 kg, con Suv e
maxi berline intorno alle due tonnellate.
Esiste poi un altro fenomeno, oggettivamente pericoloso: le microcar
sono spesso guidate da anziani e da
persone a cui è stata ritirata la patente
(sia pure solo per il superamento dei
limiti di velocità, anche se questa è la
violazione più frequente fra tutti gli
automobilisti).
Certo, noi delle microcar abbiamo
un’immagine di vetturetta da giovani,
di giovanissini, ma non è così. O meglio lo è solo in determinati (e particolarmente ricchi) quartieri delle grandi
città dove l’identificazione delle microcar con la “macchina da ragazzini”
è totale: nel resto d’Italia vince l’idea
che con queste “auto” si sfugge alla
patente a punti e, soprattutto, c’è la
possibilità di guidarle anche quando
il permesso di guida è stato revocato.
Non a caso chi le usa nel 59 per cento
dei casi è un ultra 50enne (solo il 5% ha
un’età compresa tra i 16 e i 25 anni) e
nel 48% dei casi è un pensionato: altro
che macchinine da teen ager…

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