quando il pranzo e` portato da casa
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quando il pranzo e` portato da casa
Quando il pranzo è portato da casa NOVITÀ E COMMENTI San Damiano d’Asti 22/11/2014 Il contesto giuridico • La vicenda del pasto casalingo ha inizio nel 2013 • Alcuni genitori di bambini e ragazzi iscritti alle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado del Comune di Torino ove fruiscono del servizio di refezione scolastica, costituiscono il comitato «Caro Mensa» • I genitori impugnano davanti al TAR Piemonte la deliberazione del 30 settembre 2013 n. 2013/03524/007, con cui il Consiglio comunale di Torino aveva approvato gli indirizzi per l'esercizio 2013 del sistema tariffario dei servizi educativi, nonché le quote e le tariffe per l'anno scolastico 2013/2014. Nel predetto provvedimento il Consiglio comunale stabiliva, in particolare, di rimodulare in aumento le tariffe del servizio di ristorazione scolastica Il contesto giuridico • Inoltre i ricorrenti censurano la delibera del Comune di Torino nella parte in cui non ha previsto la mera "facoltatività" del servizio di refezione scolastica e di conseguenza chiedono al TAR di accertare e dichiarare "il diritto di scelta" che dovrebbe spettare a ciascun genitore tra l'iscrizione alla mensa scolastica e il consumo, a scuola, durante l'orario deputato alla mensa, del pasto preparato a casa. • Con ordinanza n. 63 del 24 gennaio 2014, il TAR Piemonte respinge la domanda cautelare proposta dai ricorrenti, ritenendo insussistenti i profili di danno paventati nel ricorso, e fissa l'udienza di merito richiedendo all'amministrazione comunale documentati chiarimenti in ordine ai parametri normativi ed economici adottati per la determinazione della nuova tariffa base del servizio di refezione scolastica. Il contesto giuridico Nel 2015 … • La decisione del giudice di primo grado del Tribunale di Torino aveva rigettato la domanda centrando la propria decisione sul fatto che il servizio di refezione scolastica è facoltativo, nel senso che né vi è un obbligo dell'Amministrazione di improntarlo, né vi è un obbligo del genitore di aderirvi. Da tale premessa il Tribunale aveva quindi dedotto che ogni eventuale profilo di disparità di trattamento fra alunni discendeva da una scelta discrezionale della famiglia. • Il giudice di secondo grado accoglie parzialmente la domanda, evidenzia come sia incontroverso fra le parti che il servizio di ristorazione scolastica sia facoltativo, constata che gli alunni durante la pausa mensa debbano mangiare e non possano digiunare, ricostruisce la natura del “tempo-mensa” come facente parte del “tempo-scuola avvalorando l'idea che sia oramai superata una nozione di educazione e di insegnamento che si limiti alla trasmissione di nozioni concettuali Il contesto giuridico • 58 genitori di allievi della scuola di base si appellano contro il Comune di Torino e contro il MIUR e chiedono alla Corte di Appello di riformare integralmente l'impugnata ordinanza del Tribunale di Torino 30 gennaio - 2 febbraio 2015, di accertare e dichiarare il diritto di ciascun genitore di scegliere per i propri figli, frequentanti le scuole elementari e medie, di tra la refezione scolastica ed il pasto domestico, consentendo ai minori la possibilità di consumare il pasto domestico all'interno dei locali adibiti a mensa della scuola nell'orario destinato alla refezione; Sentenza Corte di Appello di Torino n. 1049 del 21 giugno 2016: • accerta il diritto dei genitori appellanti di poter scegliere per i propri figli la possibilità di consumare all’interno dei locali scolastici il pasto domestico, in alternativa alla fruizione del servizio mensa predisposto dall’Amministrazione comunale Il contesto giuridico Ordinanza Tribunale di Torino del 13/08/2016 RG n. 20984/2016 • accerta il «diritto di scegliere per il proprio figlio tra la refezione scolastica e il pasto preparato a casa da consumare presso la scuola nell’orario destinato alla refezione» • sottolinea la «Irriducibilità dell’istruzione al mero ruolo di trasmissione di contenuti, da cui si trae, per converso, la promozione dell’attività educativa attraverso la valorizzazione delle diversità individuali, l’attenzione ai momenti relazionali, l’importanza di educare al rispetto dei principi di convivenza civile» Il contesto giuridico Ordinanza 09.09.2016 prot. n. 22390 • L’Ordinanza del Tribunale di Torino respinge un reclamo presentato dal Miur e, di fatto, autorizza chiunque lo desideri a rifiutare il servizio mensa. • La prima sezione civile (presieduta da Umberto Scotti) afferma che è un diritto garantito dalla Costituzione e, come si ricava dalla lettura del documento, vale per tutti e non soltanto per le famiglie che hanno promosso la causa. Il contesto giuridico • Ordinanza Tribunale di Torino 9.09.2016 prot. n. 22390 • «Un'ultima considerazione merita la questione igienico-sanitaria: nell'ottica, questa volta, della salute dello studente che sceglie di non avvalersi del servizio di refezione offerto e consuma il pasto domestico a scuola. Il ricorrente ha prodotto nella prima fase del giudizio una comunicazione resa dall'ASL TO 1 con la quale si certificava che "nessuna normativa vigente vieta il consumo di alimenti all'interno dei refettori scolastici diversi da quelli ivi somministrati" (doc. 1 ric.) e all'udienza u.s. la determina di un istituto scolastico torinese che detta, in attesa di nuovi più precisi comunicati, una serie di raccomandazioni ai genitori che scelgono di non avvalersi del servizio di refezione in merito alla scelta dei cibi da portare a scuola e alle cautele da adottare.» Il contesto giuridico • Ordinanza Tribunale di Torino 9.09.2016 prot. n. 22390 • «Le Amministrazioni reclamanti hanno prodotto, per parte loro, un parere igienico-sanitario della ASL n. 5 del 14.2.2001 (doc. 3 res.) in merito a conservazione e riscaldamento delle vivande portate da casa.» • «Il punto non può avere carattere risolutivo ai limitati fini del presente giudizio. Che per ragioni organizzative, ad es. indisponibilità di dispositivi scaldavivande o refrigeranti, alcuni cibi non possano essere consumati a scuola non esclude il diritto dell'alunno al consumo di un pasto domestico nell'intervallo del pranzo. Né tale diritto può risultare inficiato dalle norme regolamentari europee in tema di "igiene dei prodotti alimentari" (oggi Reg. UE 29.4.2004 n. 852) visto che tale disciplina deve "applicarsi solo alle imprese, concetto che implica una certa continuità delle attività e un certo grado di organizzazione" e non dunque ai privati (considerando n. 9), né si applica "alla preparazione, alla manipolazione e alla conservazione domestica di alimenti destinati al consumo domestico privato" (art. 1.2).» Il contesto giuridico • I legali del ministero hanno sostenuto che “i genitori che non vogliono avvalersi del servizio di mensa possono scegliere una formula diversa dal «tempo pieno» o prelevare il figlio da scuola all’ora di pranzo, fargli consumare il pasto altrove e riaccompagnarlo per la ripresa pomeridiana delle lezioni”. • Un’interpretazione che secondo il tribunale “non ha un solido fondamento normativo ed entra in conflitto con gli articoli 3 e 34 della Costituzione. La refezione deve restare un’agevolazione alle famiglie, facoltativa a domanda individuale, senza potersi larvatamente imporre come condicio sine qua non per la scelta del tempo pieno. • L’unica alternativa, ragionevolmente praticabile, rispettosa dell’articolo 34 della Costituzione, consiste nel consentire agli alunni del tempo pieno che non aderiscono al servizio di refezione di consumare a scuola un pasto domestico Il contesto giuridico • Fino alla discussione del ricorso in Cassazione, depositato dall'Avvocatura di Stato, il diritto al pasto domestico è esteso a tutti. • Anche il Comune di Torino ha depositato ricorso in Cassazione Il contesto territoriale • Il Miur ha già incaricato l'Avvocatura dello Stato di interpellare la Cassazione. Il confronto serrato tra l'Avvocatura dello Stato e i legali, Giorgio e Riccardo Vecchione, che da tre anni portano avanti la battaglia dei genitori del comitato contro il «Caro mensa», continua… • Sergio Chiamparino e Giovanna Pentenero, presidente e assessore Regione Piemonte, "prendono atto con preoccupazione del nuovo pronunciamento del tribunale" e auspicano «una legge nazionale» • Il Comune di Torino Assessora Patti – prevede alla verifica dei locali e alla rilevazione delle richieste mensa come servizio a domanda individuale • Coldiretti ha pubblicato uno studio secondo cui un italiano su cinque è insoddisfatto delle mense scolastiche • Le Cooperative gestione mensa evidenziano responsabilità di gestione dei refettori Il contesto territoriale • Un incontro congiunto Comune di Torino-USR Piemonte, a fine settembre, Assessore Istruzione e Direttore Generale USR Piemonte, con responsabili Città Metropolitana, Associazioni dei genitori, organizzazioni sindacali di comparto e dell’area V dirigenti scolastici, associazioni, Dirigenti Scolastici scuola primaria e secondaria di secondo grado • Conferenza di servizio del Direttore Generale USR Piemonte, in data 07/10/2016 • Audizione V Commissione Consiliare del Comune di Torino, alla presenza dell’Assessora all’Istruzione Comune di Torino, in data 07/10/2016 Il contesto territoriale • Nota congiunta il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l‘Assessora all'Istruzione Gianna Pentenero. • "La Regione Piemonte - aggiungono - ha già sottolineato in più occasioni il rischio che le sentenze della magistratura possano mettere in discussione l'universalità del servizio mensa e la funzione pedagogica, sociale e di educazione alimentare di cui è portatrice. Siamo fermamente convinti che il tema dei costi troppo elevati della ristorazione scolastica non possa essere affrontato smontando una conquista raggiunta negli anni". Per questa ragione, considerando le conseguenze che la nuova decisione del tribunale avrà sull'organizzazione delle scuole e il carattere ormai nazionale che la questione ha assunto, - dicono ancora - riteniamo indispensabile avviare un confronto sul tema con il Ministero dell'Istruzione». Il contesto scolastico • Nota USR Piemonte prot. n. 10849 del 10 ottobre 2016: In attesa che sul riconoscimento del diritto alla fruizione del pasto cosiddetto “domestico” si pronunci definitivamente la Corte di Cassazione, si sottolinea che l’unica modalità applicativa idonea a tutelare i diritti e le scelte di tutte le famiglie, salvaguardando al la continuità dell’erogazione dell’offerta formativa e i valori educativi e di socializzazione propri del tempo pieno e del tempo prolungato, sia costituita dalla possibilità di consumare il pasto domestico nei locali adibiti a refezione scolastica, anche attraverso l’individuazione di apposite aree dedicate. • Nota USR Piemonte prot. n. 11292 del 21 ottobre 2016: ribadisce di attenersi alle linee di indirizzo indicate nella precedente nota. Il contesto scolastico • L’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte con proprio Decreto prot. MIUR.AOODRPI.RU.0011231 del 20 ottobre 2016 ha istituito un apposito organismo denominato OSSERVATORIO PER LA CORRETTA FRUIZIONE DEI PASTI NELLE SCUOLE DEL PRIMO CICLO - Obiettivo: Costituire terreno di dialogo costruttivo tra scuole e famiglie L’OSSERVATORIO - è presieduto dal Direttore Generale dell’USR Piemonte - Componenti: - Ispettore USR, Esperto Sicurezza Scuole, Esperto Inclusione e Integrazione, cinque Dirigenti Scolastici, tre docenti - un Avvocato per i genitori favorevoli alla mensa, un Avvocato per i genitori esercitanti il diritto del pasto domestico - tre genitori indipendenti esercenti il diritto del pasto da casa, - un rappresentante unico scelto dal FORAGS (Forum Regionale delle Associazioni dei Genitori della scuola) - un rappresentante unico OO.SS. Comparto Scuola - un rappresentante unico OO.SS. Dirigenti Scolastici - un rappresentante ASAPI, un rappresentante ANDIS, un rappresentante DISAL (Ass. Dir. Scuole autonome e libere) Il contesto scolastico Compiti dell’Osservatorio - Definire e proporre alle scuole un nuovo patto di corresponsabilità educativa coerente con l’offerta formativa del tempo pieno e del tempo prolungato che tenga conto delle ulteriori esigenze, delle responsabilità e della sicurezza alimentare ed igienico sanitaria - Fornire supporto e consulenza alle Istituzioni Scolastiche per favorire soluzioni organizzative che garantiscano la piena fruizione dell’offerta formativa - Costruire percorsi condividi di sensibilizzazione, informazione e formazione per tutte le componenti della comunità scolastica a sostegno dei valori della corretta ed equilibrata nutrizione, stili di vita sani, socializzazione e appartenenza alla comunità - Monitoraggio, documentazione, diffusione buone pratiche Le evidenze • Valori educativi e di socializzazione – offerta formativa tempo pieno e tempo prolungato • Responsabilità della gestione dei refettori – spazio mensa + spazio pasto domestico • Sorveglianza e assistenza educativa del personale docente • Tutela della sicurezza e degli aspetti igienico-sanitari - Conservazione dei cibi Pasti specifici: per allergici, celiaci, situazioni particolari • Adeguamento spazi: refettori scolastici e aree dedicate • Servizi di pulizia – Carichi di lavoro e compiti del personale collaboratore scolastico - interventi di pulizia e sanificazione – compiti delle ditte di ristorazione • Costi mensa: tariffe e agevolazioni - costi diretti (delle famiglie)e costi indiretti (della scuola) • Qualità del pasto mensa e gradimento del servizio Competenze e responsabilità • il Comune è tenuto ad offrire un servizio di supporto alla scuola, organizzando la refezione (servizio a domanda individuale), alle istituzioni scolastiche spetta l’organizzazione del tempo scuola • Il Comune di Torino ha terminato i sopralluoghi nei refettori dei 146 istituti scolastici (98 primarie e 48 secondarie di primo grado); solo nove scuole non hanno ricevuto alcuna richiesta • Le aziende di ristorazione devono rivedere le pratiche SCIA – ovvero la certificazione di inizio nuova attività con cui le ditte ristoratrici lasciano il posto ai tavoli del pasto domestico • Suddivisione del locale pranzo: una parte refettorio per il pranzo scolastico, una parte per il pranzo domestico • Sorveglianza • Pulizia e sanificazione: personale delle ditte ristoratrici per il refettorio, personale interno, collaboratori scolastici, per l’area pasto domestico Competenze e responsabilità: la scuola • I genitori di 3300 alunni hanno scelto il pasto domestico (circa il 10% del totale) • Molte scuole hanno predisposto un comunicato alle famiglie con le disposizioni organizzative relative al consumo del pasto domestico per: Garantire sorveglianza ed evitare scambi di cibo tra gli alunni che usufruiscono del pasto della refezione scolastica e quelli che consumano il pasto domestico Sottolineare la responsabilità genitoriale: il pasto fornito dai genitori e consumato da alunni e alunne a scuola costituisce un’estensione dell’attività di preparazione alimentare famigliare autogestita, senza intervento di terzi estranei Evidenziare aspetti relativi alla sicurezza igienica, utilizzo di alimenti non deperibili (cioè alimenti che non abbiano necessità di essere conservati in frigorifero), in grado di permanere per alcune ore a temperatura ambiente all’interno di zaini o cartelle o borse. Competenze e responsabilità: i genitori • L’uso di alimenti deperibili espone i pasti, conservati a temperatura ambiente per ore, ad un significativo rischio di alterazione con il pericolo della proliferazione di batteri responsabili di malattie gastrointestinali anche importanti. L’eventuale uso di borse termiche con ghiaccio sintetico all’interno non può essere sostituivo di un’apparecchiatura frigorifera e non può garantire il mantenimento di una costante e corretta temperatura fredda di conservazione per un tempo prolungato; • Necessità che gli alunni siano dotati di adeguate tovagliette, su cui poggiare gli alimenti durante il consumo, in modo da non essere posti a diretto contatto con le superfici dei banchi/tavoli, tovaglioli e tutto l’occorrente per consumare il pasto • Divieto di far portare agli alunni bottigliette o contenitori in vetro o comunque tossici o pericolosi Le questioni da gestire: scuola e genitori • Apporto nutrizionale degli alimenti portati da casa: alimentazione sana, sicura, sufficiente ed equilibrata; è fondamentale promuovere una crescita sana dei bambini e dei ragazzi, attraverso una cultura della prevenzione e corretti stili di vita, in conformità con le vigenti indicazioni in ambito nutrizionale per diminuire le diffuse situazioni di malnutrizione sia per difetto, sia per eccesso • Rispetto dei requisiti di produzione, trasporto, conservazione, corretta manipolazione degli alimenti • Socializzazione e relazione tra bambini e ragazzi Le questioni da gestire: il MIUR • ll Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini nel corso di un intervento all’assemblea Anci a Bari il 13 ottobre scorso ha sottolineato che «il panino può anche essere un diritto, come ha detto il giudice, ma è un atto individuale» e ha annunciato, a tempi brevi, un incontro al ministero con il presidente di Anci, e il ministro della Salute per elaborare linee guida che diano una chiara e omogenea indicazione alle scuole e ai servizi comunali Grazie per l’attenzione