Il bastione di S. Anna
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Il bastione di S. Anna
Archeoclub d’Italia 6HGHGL0RQGROIR ,/%$67,21(',6$17¶$11$ ,/*,$5',120$57,1,$12 MONDOLFO “Ordinorno doi mine alla uolta del tramontar del sole1, cento passi l’una dall’altra, e noi con le contramine, non potessimo arrestare. Una sotto uno torione: Dettili fuoco buttò ed detto torione dalli fondamenti nell’aria più de uno tirar de archo con molti pezzi grossi de più de uno boue”. Ci troviamo dunque, con questa cronachetta di un anonimo Autore, nel bel mezzo dell’assedio che Mondolfo ebbe a subire nel 1517 da parte delle truppe di Lorenzino de’Medici quando, gli assedianti, scavata una lunga mina-galleria sotto il torrione detto “del forno” – a motivo della presenza di un forno comunitario in detto luogo – danno fuoco alle micce provocando, con l’esplosione di una grossa quantità di polvere da sparo ivi accumulata, una deflagrazione tale da scagliare in cielo pezzi enormi “come buoi” appunto, della fortificazione mondolfese. Probabilmente in sostituzione di detta torre, irrimediabilmente danneggiata nell’assedio, e per ‘adeguare’ il Castello di Mondolfo all’avvento delle armi da sparo, nel secondo quarto del XVI secolo – come attestano le fonti d’Archivio, e negli stessi anni nei quali i Sangallo innalzavano analoga fortificazione lungo le mura a sud est di Fano – venne costruito lungo la cortina muraria della città, verso sud-ovest, il Bastione di Sant’Anna. Non più un torrione, ma un bastione. E’ questo infatti un elemento che sostituisce la torre come rinforzo e collegamento di due tratti di cortina difensiva. Il bastione è modernamente sagomato in modo da essere più spazioso delle vecchie torri, così da consentire – come nel caso di Mondolfo – l’alloggiamento nella sua struttura di un numero maggiore di pezzi d’artiglieria e dei relativi serventi; vi sono pure troniere e/o cannoniere: se ne contano almeno due di questi spazi protetti per i cannoni nel bastione mondolfese. Ora, se non può essere attribuita alla genialità di Francesco di Giorgio Martini (1439-1502), la progettazione del Bastione di S.Anna – per ovvie ragioni temporali – è però vero che spetta al senese una tappa fondamentale nello sviluppo della fortificazione bastionata grazie alle sue sperimentazioni e realizzazioni; come a 1 …Ordinarono la realizzazione di due mine sotto le mura in direzione del tromantar del sole… [email protected] Mondolfo, dove ideò e edificò una possente rocca e, adeguando l’ intero circuito difensivo del Castello racchiudente l’ abitato, creò quella formidabile macchina da guerra che col solo tradimento dei patti poté essere messa a ferro e fuoco dai soldati di Lorenzino. Ma, quello del de’ Medici, fu l’ ultimo assedio della storia Moderna per Mondolfo e, cessata la funzione militare, il Bastione divenne il bel giardino del Monastero che sorgeva presso la piazza centrale del Castello. Era il Monastero di S.Anna – e da qui il nome al Bastione «di Sant’ Anna» – messo in clausura l’ anno 1650: luogo di preghiera e di lavoro, dove le monache custodivano il proprio orto ed accudivano al giardino. Un giardino che - ancorché soppresso da tempo il convento dalla incontenibile tempesta napoleonica – fu felicemente coltivato pure dai proprietari novecenteschi di quel caseggiato, così da porre le basi, se non altro nella memoria collettiva, all’ attuale “ Giardino martiniano” . Del resto l’ architetto più noto ai mondolfesi era stato proprio uno dei teorici del giardino detto DOO¶LWDOLDQD, dalle geometrie studiate e regolari, nonché l’ antesignano propugnatore della costruzione di bastioni, quale quello di S. Anna, lungo la cinta fortificata del Castello di Mondolfo, dove sorge – non per nulla – l’ attuale incantevole giardino. Scendendo i gradini di un arcuato portale, coronato alla destra e sinistra dalle volte in muratura di una antica limonaia, si entra nel “ Giardino martiniano” allestito nel Bastione di S.Anna, lungo le mura del Castello di Mondolfo. La bellezza di questo giardino all’ italiana, scandito con le geometrie delle aiuole segnate dalle siepi in bosso, ingentilito dal colore delle rose che ammantano le aiuole, e dove il fruscio dell’ acqua rompe appena la quiete di un luogo di incanto, evoca subito le Monache Benedettine che, al principiare del 1600, proprio di quel Bastione avevano fatto il loro orto e giardino. In un luogo oggi di ameno riposo, ecco il Bastione di S.Anna quale formidabile terrazza da dove la vista si incunea sino al Complesso Monumentale del Convento di S.Agostino, dominato dalla mole del seicentesco campanile che caratterizza l’ inconfondibile panorama. E’ certo il sole a farla da padrone in questo giardino, nel cui lato corre, scandita da dodici arcate, una affascinante limonaia. Edificata con i caldi mattoni che, come altrove, sono pure qui la caratteristica del Castello, la costruzione serviva, amo’ di serra, per ospitare le piante di limone. Si sa che, il frutto giunto dall’ Asia ai tempi di Alessandro Magno teme il freddo; d’ inverno le porte erano chiuse da ampie vetrate mentre, nella buona stagione, per favorire il massimo irraggiamento dovuto all’ eccezionale orientamento del sito, lo stesso tetto veniva rimosso, grazie ad un abile sistema di travi in legno e congegni in ferro (parzialmente oggi mantenuto) che ne permettevano lo smontaggio senza nulla perdere e neppure troppo lavorare. Gli ambienti, abilmente recuperati, costituiscono ora uno spazio ideale per mostre d’ arte periodicamente organizzate. Ancora tutto da scoprire un ampio sotterraneo che costituisce il cuore segreto del Bastione di S.Anna e che, senz’ altro, permetterà di meglio studiare questo manufatto difensivo mondolfese. [email protected] Lo sapevate che… le rose piantumate nel *LDUGLQRPDUWLQLDQR hanno un preciso significato? Quelle di colore giallo-oro ricordano la Città di Mondolfo, il cui stemma nel gonfalone comunale è dominato appunto dal color oro; quelle rosse rammentano il sacrificio dei mondolfesi che, nell’ assedio del 1517 - specialmente lungo questo tratto di mura castellane - difesero col sangue la loro libertà contro il mediceo invasore. E’ possibile l’ utilizzo del materiale, citando l’ Autore Alessandro Berluti $UFKHRFOXE0RQGROIR Anno 2005 [email protected]