Aquariophylia 11/2011: in questo numero l`articolo

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Aquariophylia 11/2011: in questo numero l`articolo
In regalo! Inserto, la vera storia del Betta splendens
La grande inchiesta di aquariophylia: ecco i risultati!
Muschi e Caridina
Pesce rosso
Acquari marini erborati
Conchiglie da collezione
Halocynthia papillosa
La conduttività dell’acqua
Il fondo dell’acquario
Pozze di marea
Vermi bianchi
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE
Questo mese apriamo al pubblico i
risultati della nostra inchiesta. Vi
abbiamo invitati ad inviare i vostri
pareri e sono apparse chiare alcune
caratteristiche molto importanti della
rivista. Innanzitutto è evidente che chi
clicca viene premiato! Tutti i lettori che
hanno dichiarato di esplorare regolarmente le risorse offerte dalla rivista,
hanno anche comunicato un elevato
livello di soddisfazione per i prodotti
reperiti, per le risorse sfruttate, per le
informazioni raccolte. Dunque consigliamo anche a quella sparuta percentuale di utenti che continuano ad usare
aquariophylia come una rivista del
secolo scorso, di utilizzare il dito indice per moltiplicare le loro potenzialità.
Abbiamo anche registrato un elevato
livello di gradimento per la maggior
parte delle rubriche e sezioni: potenzieremo le più votate. D’altro canto
dobbiamo anche osservare che molti
lettori hanno richiesto maggiori confronti, dati comparativi, valutazioni.
Ovviamente ci impegneremo per offrire loro quanto desiderano ma vogliamo far osservare sin d’ora che queste
risorse sono già disponibili per gli
internauti. Infatti, cliccando sui link e
sulle pagine pubblicitarie, si riuscirà ad
entrare in contatto con prodotti, tabelle, caratteristiche, riuscendo così ad
effettuare in proprio i confronti desiderati. Insomma, noi ci impegniamo sin
d’ora a fare di più ma… aiutateci ad
aiutarvi. Basta poco: tasto sinistro e…
click!
AQUARIOPHYLIA
European Aquarium Hobbyist Magazine
www.aquariophylia.it
Mensile di informazione per acquariofili e negozianti
Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011
Anno II numero 2 - febbraio 2012
Edito da Papyrus Publishing
COMITATO DI REDAZIONE
Valerio Zupo (Direttore Responsabile)
Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web)
Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione)
Rita Colognola (Segreteria di Redazione)
Ettore Peyrot (Web Marketing)
Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale)
Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia)
Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione)
Massimo Pagni (Revisione testi)
CONSIGLIO SCIENTIFICO
Rita Colognola, Francesco Denitto, Luciano Di Tizio, Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Valerio Zupo
RESPONSABILI DI SEZIONE
Tony Di Meglio (Mini-acquari)
Luciano Di Tizio (Acqua dolce)
Gennaro Iovino (Discus)
Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti)
Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari)
Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni)
Antonio Piccolo (Come si fa)
Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo)
Roberto Silverii (Anabantidi)
Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio)
HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO
Mariella Bettarini
Massimo Butera
Carassio aurato
Federica Ferrigno
Tony Di Meglio
Marco Di Natale
Livia Giovannoli
Matteo Grassi
Gennaro Iovino
Mario Loffredo
Lorenzo Luchetta
Mirko Mutalipassi
Maurizio Quarta
Fabio Russo
Alberto Solenne
Luigi Storoni
Valerio Zupo
Pubblicità e Redazione: Papyrus - Sir Winston Churchilllaan 733
NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands - Tel. 0031-(0)70-3930964
e-mail: [email protected]
Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese:
http://www.aquariophylia.it
Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono
necessariamente l’opinione della redazione.
È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati
in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente:
Nome dell’autore e titolo dell’articolo In:
aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n° 2 febbraio 2012
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Editoriale
Tante cose interessanti in questo numero…
Lettere in redazione
Niente Favole, storie vere, inserto a cura di Matteo Grassi
La grande inchiesta di aquariophylia: ecco i risultati!
Muschi e caridina, questo matrimonio s’ha da fare, di Livia Giovannoli
Benvenuto pesce rosso, di Maurizio Quarta
Acquari marini erborati, di Mirko Mutalipassi
Le interviste di aquariophylia, a cura di Gennaro Iovino
Conchiglie da collezione, di Lorenzo Luchetta
Halocynthia papillosa, a cura di Fabio Russo
Link: la conduttività dell’acqua, a cura di Mario Loffredo
Betta splendens, guida all’adozione consapevole, di Massimo Butera
Aquariophylia PhotoContest
Acquario, due acrostici, a cura di Mariella Bettarini
Questo non mi convince: Askoll o Hydor? Svelato l’arcano
Allestimento di un acquario ADA, di Marco Di Natale
Carassio
L’acquario in sette domande: il fondo, di Federica Ferrigno
Test & Recensioni
Ada Violet glass
Aqua1 Ozonofish Combi 200
Aquamedic Blenny Nano reef
Eheim termostato Jager
Korallen-Zucht Fiji Purple
Sicce H&O Koral
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Pozze di marea: un mondo in poche gocce, di Fabio Russo
Micro Acquari & Dintorni: l’oceano nel flacone, di Tony Di Meglio
Notizie dalle associazioni acquariofile
Vermi bianchi, facili e nutrienti, seconda parte di Alberto Solenne e Valerio Zupo
Isaac Lamotius e la scoperta dei pesci tropicali, terza parte di Matteo Grassi
Oltre il vetro: l’acquario in soggiorno, a cura di Luigi Storoni
Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE
Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre
più efficiente e produttiva.
Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha
ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative
internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la
fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli
acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle
malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce.
ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di
acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med”
che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di
dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati
l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003
scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella
stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel
2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il
recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e
www.aquariophylia.it.
FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge
attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze
Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e
professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli
organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi
i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le
più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito
dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice
di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È
stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha
allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è
dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in
poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di
Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti.
LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa
di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al
dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese,
della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la
Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili
ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una
dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore
responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con
propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni.
GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da
15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di
Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha
contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un
grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni
della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati
di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati
internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei.
MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi
abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per
alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo
vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee.
LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico
appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati
ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha
scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore
di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie.
MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983,
da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni
marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono:
le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose
mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso
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l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista
americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente
nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie.
STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine
ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM
(Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente.
L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di
appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti.
FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da
molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività
Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato
nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per
importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su
testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive
al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film.
ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da
alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce
sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione
Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e
presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens.
MARIELLA BETTARINI (Autore) è nata nel 1942 a Firenze, dove vive. Dagli anni Sessanta ha collaborato
a più di 150 riviste e ha pubblicato una trentina di libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica. Nel 1973 ha fondato il periodico letterario “Salvo imprevisti”, che nel 1993 ha preso
il titolo de “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti cura la Gazebo Libri. Ha tradotto scritti di
Simone Weil e curato Il libro di Alice. Nel 2008 è uscita l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007) e nel 2010 l’e-book Poesie per mia madre, Elda Zupo. Sulla sua poesia sono
state discusse due tesi di laurea.
Sito personale: www.mariellabettarini.it Sito della rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Link all’ebook: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43
MASSIMO BUTERA (Autore) è nato nel 1969 in Svizzera, dove fin dalla tenera età si è
appassionato all’acquariofilia. Rientrato in Italia, in Calabria, fonda nel 1999 il GAEC, associazione acquariofila ed erpetologica Calabrese. Nel 2010 fonda l’AMB (oggi AMBI), di cui è
presidente, associazione dedita all’allevamento e alla selezione del Betta splendens. Nel
corso degli anni ha collaborato con diverse aziende acquariofile e redatto diversi articoli sulla
sua passione nonché tenuto alcuni corsi di acquariofilia per il GAEC. Geometra di professione, ha miscelato conoscenze tecniche e passione, per dedicarsi alla consulenza e progettazione professionale di acquari e laghetti.
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MARCO DI NATALE (Autore) nasce a Salerno nel 1988. Ha fin da piccolo avuto la passione per la natura e gli animali, cimentandosi inizialmente con l’allevamento di piccoli rettili ed
anfibi. Scopre la passione per l’acquariologia a dieci anni e si dedica all’allestimento di
numerosi acquari, prima di acqua dolce e poi marina. Laureato in biologia marina, frequenta
il corso di specializzazione in biologia delle produzioni marine presso la Federico II di Napoli
e collabora con l’associazione Vivara Onlus, nell’allestimento di un acquario didattico marino mediterraneo. Ha inoltre partecipato a molti progetti organizzati dalla Federico II tra cui “scuola mare
2010”, il ”corso teorico-pratico di Biologia Marina” a Punta Campanella e alcuni seminari. Ha prestato assistenza presso la “Bioservice” dedicandosi allo studio ed alla gestione delle risorse ambientali.
FEDERICA FERRIGNO (Autore) è nata a Napoli il 30/06/1988. Nel 2010 si è laureata con
lode in Biologia delle Produzioni Marine, con tesi sulle patologie dei Gorgonacei. Da sempre
ha nutrito una forte passione per il mondo animale e per il mare, avvicinandosi in tal modo
all’acquariologia e al diving, nonché alla fotografia subacquea. Ha partecipato a diversi progetti di salvaguardia e monitoraggio di tartarughe marine e soccorso di cetacei spiaggiati.
ALBERTO SOLENNE (Autore) è nato a Torino nel 1967. S è laureato in medicina veterinaria
nel 1998 con una tesi sperimentale dal titolo “Aspetti delle principali patologie dei pesci tropicali d’acqua dolce”. Appassionato di acquari fin dall’età di 7 anni si è cimentato nell’allevamento e nella riproduzione di diverse specie d’acqua dolce, con alcune esperienze anche
nel marino tropicale e nel marino mediterraneo. Socio di diverse associazioni acquariofile italiane e straniere, ha collaborato alla realizzazione di mostre, eventi a tema e relazioni.. Autore
di alcuni articoli apparsi sulle principali riviste del settore, ha cominciato a scrivere per diffondere la passione per i killifish di cui è appassionato allevatore dal 1992.
LUIGI STORONI (Autore) l’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con
una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte
dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di
Liceo Artistico a Napoli.
LIVIA GIOVANNOLI (Autore) è nata a Venezia nel 1968 ed è uno dei pochi volti femminili dell'acquariofilia italiana. Appassionata Acquariofila con la “A” maiuscola dall'anno 2000 quando
ha “scoperto” l'acquario. Una vera passione per il discus la porta a collaborare attivamente con
i portali internet Discusfriends, DiscusPortal e Mondodiscus. La curiosità per l'acquario dolce
tropicale e l'acqua-botanica fa sì che in casa ci siano sempre diverse centinaia di litri d'acqua,
allestiti secondo la curiosità del momento: Discus, Ciclidi sudamericani, Loricaridi, Caridine,
piante acquatiche, palustri e muschi. Ha collaborato con diverse case editrici (Aquaedì, Aquapress, Primaris)
e si impegna nella divulgazione dell'acquariofilia in Italia organizzando e partecipando attivamente alla creazione di manifestazioni legate all'acquariofilia (Discus Day, Aquascaping workshop). Attualmente, oltre ad una
consolidata collaborazione con Mondodiscus, fa parte del Team project di Napoliaquatica.
MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in
Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore
non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento
di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo
Salentino), è socio fondatore del Salento Aquarium Club.
FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea
e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e
realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l'associazione AMM “Acquario
Marino Mediterraneo” cura la rubrica "strani e poco conosciuti", oltre a collaborare alla
stesura di schede di organismi marini mediterranei.
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he tempi magnifici stiamo vivendo! Abbiamo probabilmente molto
più di quanto abbiano potuto godere tutti quelli che ci hanno preceduto
nella storia del mondo, ma normalmente
non ce ne rendiamo conto. Solo un centinaio di anni fa – un microsecondo, nell’orologio dell’Universo– i nostri nonni si
recavano al pozzo la mattina per raccogliere l’acqua; soffrivano il freddo d’inverno ed il caldo d’estate. La vita era
molto meno “semplice” e gli svaghi
erano costituiti per lo più da… momentanei periodi di non-lavoro.
Guardiamo cosa accade oggi! A Natale
mi hanno regalato un tablet che mi permette di essere proprio al centro del
mondo, collegato a qualsiasi cosa intenda raggiungere. Mi basta pensare ad una
foto, ad una musica, ad un prodotto, ed
ecco che compare in pochi istanti sul
monitor. Fantascienza, pura fantascienza, sino ad una cinquantina d’anni fa.
Come siamo arrivati sino a questo
punto? Informazione, pura informazione! Grazie alle informazioni si producono nuove scoperte e queste ne generano
delle altre. Siamo, senza alcun dubbio,
nell’era dell’informazione. In questo
senso, noi di aquariophylia siamo particolarmente orgogliosi: produciamo
informazione!
Eppure siamo anche nell’era dei contrasti e dei controsensi, perché da molti
anni oramai si nota un trend alla disinformazione. Benché i sistemi atti a diffondere informazioni siano sempre più
alla portata di tutti (basti pensare ai
tablet di cui sopra, per farne un esempio), la possibilità da parte del singolo di
diffondere a largo raggio notizie errate
crea confusione, genera onde e perturbazioni nel mondo ordinato delle notizie.
Oggi più che mai circolano notizie sbagliate e si mescolano con quelle corrette,
alla pari, impedendoci di fare chiarezza.
Questo crea confusione e disorientamento.
In anni passati si potevano riconoscere
due culture: quella nobile e quella popolare. La cultura nobile produceva poemi
aulici, musiche classiche, filosofia. La
cultura popolare produceva invece
musiche “alla buona”, filastrocche ed
aggeggi pratici. Le due culture coesistevano, contribuendo a creare informazione.
Oggi si sostituisce a queste “culture” uno
sdoppiamento dell’informazione: quella
“aulica”, controllata, scientifica, autentica, e quella “popolare”, spesso inquinata da concetti inventati de novo, in
assenza di basi concrete che possano
giustificarle. Le due culture però, grazie
alla diffusione capillare dei mezzi d’informazione, si incrociano, si confondono, si mescolano.
In pratica: non sappiamo più a chi credere! Questo giustifica la ritrosia di tanti
utenti della nostra rivista, che ancora
stentano a credere che si possa fare un
lavoro “onesto”, corretto, scientificamente sostenibile senza ricorrere ad
imbrogli da trivio, trabocchetti per
gonzi, piccoli stratagemmi da quattro
soldi. Possiamo comprenderli?
Certamente!
Ogni giorno riceviamo con la posta messaggi che ci avvertono di aver vinto
qualche (immaginaria!) lotteria. Ogni
giorno ascoltiamo delle pubblicità in TV,
nel corso delle quali si millantano doni
ed offerte a costo zero. Ogni giorno, al
supermercato, notiamo dei prodotti
apparentemente “in offerta” che sono
venduti ad un prezzo superiore al loro
valore. Come potremmo credere alle
promesse di una rivista gratuita.
Gratuita poi? Cosa ci guadagneranno?
Questa è la prima domanda che si pone
C
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lo facciamo? Perché evidentemente solo
riuscendo a mantenerci indipendenti ed
autorevoli potremo continuare ad accrescere il nostro pubblico e proprio quello,
ovvero, il numero totale dei lettori che ci
seguono affettuosamente, rappresenta il
risultato che ci permette di continuare
ad avere sponsor paganti. È un circolo
virtuoso che contiamo di sfruttare sempre più in futuro. Se deviassimo anche
parzialmente da questa strada, se offrissimo pareri inquinati dai contributi
degli sponsor, evidentemente risulteremmo meno credibili e, dunque, meno
interessanti per gli sponsor stessi!
Infine il nostro obiettivo: portare un
acquario in ogni casa italiana. Potrà
sembrare eccessivo, utopistico, impossibile. Ma siamo sognatori e questo, almeno, dovrebbe apparire chiaro ai più.
Talvolta i sogni si avverano, soprattutto
se si è abbastanza matti da perseguirli
con determinazione e fiducia! Dunque
continueremo col nostro intento anche
per l’anno a venire: questa è la nostra
promessa. Non pretendiamo di arrivare
a milioni di lettori nell’anno che è appena iniziato (mai mettere limiti alla
Provvidenza N.d.R.) ma saremo abbastanza soddisfatti se i trend di crescita
dimostrati sino ad oggi si manterranno
costanti. Riusciremo a festeggiare, a fine
anno, i cinquemila abbonati?
Ovviamente non possiamo saperlo, ma
possiamo contarci, col vostro aiuto. Vi
chiediamo quindi di continuare a diffondere la buona novella, facendo nuovi
proseliti tra gli studenti, gli ecologisti, i
collezionisti ed i pescatori subacquei.
Fare nuovi acquariofili, lo sapete bene,
significa proteggere il mondo naturale
che abbiamo ereditato. Se ci impegneremo come nell’anno appena concluso,
certamente faremo parlare ancora di
noi!
Si tratta di un progetto ambizioso, per il
quale vale la pena lavorare insieme.
l’ignaro lettore. Dubita innanzitutto che
possa contenere qualcosa di utile. Poi
scopre che di cose ce n’è tante e tutte
entusiasmanti. Allora passa al piano B:
probabilmente ci sono pure cose interessanti, ma mi chiederanno prima o poi un
contributo. Avendo scoperto, dopo un
anno, che la richiesta non arrivava, si
passa al piano C: probabilmente inviano
messaggi truffaldini, pagati dai loro
sponsor. Purtroppo qui si ferma il gioco,
perché non è possibile dimostrare né la
veridicità né la falsità di tale ipotesi.
Ecco dunque che proliferano i blog in cui
si parla di aquariophylia come di una
rivista che ha pure dei contenuti interessanti, ma di certo esprime pareri
falsi, per tirar via qualche soldo agli
sponsor… scrivono lettori i quali danno
per certo che siamo al soldo di qualche
finanziatore poco corretto… si parla dei
nostri test come di un mezzo occulto per
pubblicizzare prodotti e merci. Persino
qualche produttore, in passato, ci ha
scritto per chiedere quanto costa un
parere della rivista! Ovviamente prima
o poi anche queste false convinzioni cesseranno ma ci vorrà del tempo per convincere tutti i “sospettosi” che alle spalle della rivista c’è solo un gruppo di gentiluomini che tenta di produrre informazioni corrette. Inutile sottolineare che
tutte queste insinuazioni suonano fortemente offensive per chi, lavorando sino
a notte fonda in assenza di qualsiasi
remunerazione, si sente bersagliato da
dubbi sulla propria onestà intellettuale.
Come suddetto, questo è il risultato dell’indiscriminata circolazione di informazioni che caratterizza il nostro mondo
negli ultimi anni. Allora, ci si potrebbe
chiedere, quale pretendete che sia la
realtà dei fatti? Come vi sostenete? Qual
è il vostro obiettivo operativo?
Molto semplice! La rivista si sostiene
oggi grazie al contributo degli sponsor
che pagano specifiche pagine pubblicitarie. Si tratta di quelle pagine in cui vedete un prodotto ed un marchio specifico.
Tutto il resto della rivista non ha nulla a
che fare con le sponsorizzazioni. Perché
12
QUESTO NUMERO...
in breve
Risultati dell’inchiesta. È stata dura, ma… ce l’abbiamo fatta! Le nostre domande erano relativamente complesse e le vostre risposte sono state tante: elaborare una tale massa di dati ha richiesto quasi
un mese di lavoro. In generale comunque, riteniamo che dalle nostre prime analisi emerga un quadro
abbastanza chiaro delle vostre preferenze e su questo lavoreremo, nei prossimi mesi, per cercare (nei
limiti del possibile) di offrirvi una rivista sempre più vicina alle vostre attese ed ai vostri gusti.
Esaminiamolo insieme!
Muschi e caridine: questo matrimonio s’ha da fare! Le Caridine attirano un enorme pubblico di
appassionati e gli allevatori (principalmente giapponesi, cinesi e tedeschi) sono costantemente impegnati nella ricerca di nuove selezioni per generare varietà sempre più affascinanti ed esclusive. Negli
ultimi anni si è assistito anche ad un vero e proprio boom della coltivazione dei muschi in acquario. Per
il successo nella coltivazione dei muschi e dell’allevamento delle Caridina in acquario è fondamentale
avere un’acqua pulita con valori molto stabili. In questo e nei numeri successivi entreremo in stretto
contatto con questi organismi e l’autore ci guiderà passo per passo in questa nuova, entusiasmante
esperienza.
Benvenuto pesce rosso! Il pesce rosso (Carassius
auratus) merita senza dubbio, unico forse tra tutti i
pesci, il titolo di “animale domestico”, cioè di animale, al pari di gallina, gatto, cane e pochi altri, la
cui storia è indissolubilmente legata a quella dell’uomo fin da tempi remoti. Nonostante negli ultimi
anni una maggiore consapevolezza delle esigenze
dei nostri amici acquatici si sia fatta strada, la
scena descritta in apertura spesso descrive ancora il modo in cui si fa conoscenza con il pesce
rosso. A far da casa al nostro nuovo arrivato è scelta ancora la tipica “boccia” di vetro o, in alternativa, la vaschetta di plastica con le piantine finte
incollate al fondo. Iniziamo con questo numero un mini-corso sul pesce rosso che ci permetterà di passare, gradualmente, dalla classica boccia all’acquario per la riproduzione di questo simpaticissimo
compagno.
Acquari marini erborati. Un acquario marino tropicale spesso ospita animali pescati in tratti di mare
lontanissimi tra loro. Accade inoltre che alcuni animali, ospitati nei nostri acquari marini di barriera
siano animali non strettamente associati ad aree di
reef. Anche tra i coralli facciamo un po’ di confusione: non soltanto misceliamo Antozoi provenienti da
aree diverse ma anche animali dalle caratteristiche
ecologiche differenti. Ambienti più profondi si differenziano dal Reef-crest per tutta una serie di parametri: luce, temperatura, concentrazione di nutrienti, caratteristiche del substrato, idrodinamismo. Ci
occupiamo in questo articolo di un caso emblematico: l'allevamento di pesci caratteristici di ambienti sabbiosi, fangosi o di distese algali come i Pterapogon kauderni o i Nemateleotris magnifica; è giusto inserirli in acquari Reef? O forse sarebbe meglio creare un ambiente “più adatto” alle loro necessità? Un ambiente che permetta anche una migliore e più equilibrata e naturale alimentazione? Ci proviamo insieme.
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Discus: le interviste di aquariophylia. Il mondo del Discus è mondo complesso. Soprattutto perché costituisce una realtà relativamente piccola in
Italia. Inoltre è stato un ambiente asfittico fino a metà del 2010. Poche iniziative, sporadiche discussioni interessanti, interessi mascherati da passione e tanta gente che proprio non ce la fa a non esprimere sempre e comunque il proprio parere. Inoltre, a tutto questo, c'è da aggiungere un poco di
sano ed immancabile approccio italiano alle trame occulte, ai dissapori e
alle chiacchiere da bar. Vi proporremo una serie d’interviste e articoli interessanti, per presentarvi questa realtà amatoriale e semi-professionale.
Intervisteremo chi ci vuole stare. Senza paura di ledere alcun interesse.
Soprattutto, cercheremo di intervistare chi ha veramente qualcosa da dire e,
soprattutto, fa davvero pesci. O comunque ci prova seriamente. Il percorso
inizia oggi.
Conchiglie da collezione. Con questo numero partiamo con un viaggio fra le conchiglie da collezione, sperando di dare un contributo gradito a quanti da anni, o solo da poco tempo, si sono appassionati a custodire e osservare queste meraviglie naturali create dai molluschi: architetti sopraffini capaci
di coniugare praticità e bellezza in una maniera eccezionale. Nel corso di vari appuntamenti cercheremo di parlare di come custodire, riparare e ripulire le conchiglie, ed offriremo una carrellata delle conchiglie più e meno note, provando a rendere l’idea della loro bellezza con immagini ravvicinate della
loro livrea.
Halocynthia papillosa. Ecco la seconda scheda da collezione per gli amanti dell’acquario marino
mediterraneo. Fra tutte le ascidie, spesso molto difficili da identificare, H. papillosa è fra le più facili: i
caratteri distintivi sono così marcati che difficilmente può essere confusa. È un animale bentonico sessile; vive fisso al fondo senza possibilità di spostarsi, ritrovabile su fondali rocciosi. Si nutre di materiale organico in sospensione. L’acqua entra nel sifone inalante, passa attraverso un cestello branchiale
interno, il quale funge da filtro, ed esce dal sifone esalante laterale insieme ai prodotti di rifiuto.
Link: la conduttività dell’acqua. L’acqua pura si oppone al passaggio della corrente. Non contiene particelle cariche in grado di trasportare elettroni, quindi è in un certo senso “isolante”. L’acqua di mare, al
contrario, contiene una elevata quantità di ioni (particelle cariche negativamente o positivamente) e può
quindi trasportare facilmente l’elettricità. Quando immergiamo due elettrodi in una soluzione contenente
degli ioni, quelli positivi si spostano verso l’anodo, quelli negativi verso il catodo. Più elevata è la conduttività, maggiore la quantità di ioni disciolti. In acqua dolce la si usa per determinare la “purezza” del liquido. In acqua marina la conduttività è utilizzata per misurare la salinità. Attraverso il nostro viaggio nella
rete riusciremo ad identificare i siti più interessanti per approfondire quest’argomento.
B e t t a s p l e n d e n s: guida a un’adozione consapevole. È uno dei pesci d’acquario più conosciuti e più
desiderati da chi si avvicina al mondo degli acquari per la prima volta. Non è affatto difficile comprendere le ragioni di tale successo. Betta splendens è un pesce robusto, bello nella forma e nelle sue infinite varietà di colori, persino la sua storia di combattente e la sua tempra hanno contribuito alla sua
ascesa. Se avete dei dubbi su Betta splendens e sui modi ideali per allevarlo e riprodurlo, però, sicuramente questo breve articolo vi aiuterà a raddrizzare la mira.
Photo-Contest. Anche questo mese vi presentiamo i tre vincitori del concorso fotografico organizzato da aquariophylia insieme al sito web partner. Alcune foto sono davvero spettacolari. Altre sono
imperfette dal punto di vista tecnico, ma contengono comunque un’anima che vi si mostra prepotente. Studiamole, ammiriamole e, soprattutto, partecipiamo presentando i nostri acquari.
L’acquario in poesia: due acrostici. Sapete cos’è un acrostico? Ad esclusione di quei due sapientoni, lì al primo banco, notiamo sguardi imbarazzati in giro. L’acrostico è un componimento poetico in cui
le iniziali di ogni verso, letti di seguito, dall’alto in basso, formano una parola o una frase di senso compiuto. La nostra poetessa ne ha prodotti due, bellissimi, scritti apposta per noi. Indovinate qual è la
chiave?
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Questo non mi ha convinto. Un lettore ci ha scritto alcuni mesi fa, indicando un malfunzionamento a
carico di una pompa centrifuga. Il rotore si spezza, più di una volta. Rinuncia addirittura ad utilizzare
l’accessorio, ma desidera informare tutti della sua esperienza negativa. Afferma trattarsi di una pompa
Askoll. La redazione esamina il caso e, dopo varie incongruenze, riesce a risalire al bandolo della
matassa. Si tratta di una pompa di marca diversa. Il lettore non demorde e riscrive. Questa volta, scusandosi, svela il nome dell’accessorio malfunzionante. Lo stesso viene dunque provato, sezionato,
testato. Avrà compiuto manovre azzardate o si tratta veramente di una pompa difettosa? Ecco i risultati del nostro test.
Allestimento di un acquario ADA. La filosofia ADA è figlia diretta della cultura giapponese. Il suo ideatore, Takashi Amano, è al contempo un famoso acquariofilo e un guru visionario e la sua filosofia sta
acquisendo sempre più fama e notorietà a livello internazionale. Al fine di diffondere tra gli appassionati di acquariologia in acqua dolce i principi chiave di questa particolare ed affascinante filosofia, è
stata organizzata una presentazione sull’allestimento dell’acquario ADA. Un nostro inviato trasforma
l’evento in reportage tecnico-scientifico.
Carassio. Il nostro pesciolino è impegnatissimo. Pare che un improvvido acquariofilo abbia aggiunto
alla sua vaschetta alcune gocce di fertilizzante che, oltre a produrre eccessiva crescita di alghe, gli sta
producendo problemi di pelosità sul capo (…senza inchino, questa volta). Ma è ancor più impegnato a
rispondere alle lettere che ora fioccano numerose. Dopo la sua discussione del numero precedente, sul
forum critico, è giunta una lettera di dissenso. Il nostro aveva appena finito di rispondere quando, proprio oggi, ne arriva una seconda. Beh, non potrà farsi in quattro! Ma di certo presenterà oggi stesso la
prima lettera, serbando la seconda per il prossimo numero! Degno di Carassio, non c’è dubbio.
L’acquario in sette domande: il fondo. Continuiamo la serie per il neofita iniziata nel precedente
numero, esaminando la seconda domanda posta dal nostro lettore. In commercio esiste un’ampia
varietà di fondi, dai colori e dalla granulometria più svariati.
Detto questo, bisogna però considerare i pro- e i contro- specifici di ogni fondo: innanzitutto, partendo dal tipo di materiale da utilizzare, negli acquari di acqua dolce è consigliato evitare materiali calcarei che alterano la durezza e il pH dell’acqua rendendone difficile il controllo, e preferire invece materiali inerti come il quarzo, da posizionare sopra di uno strato fertilizzante. In alternativa si possono utilizzare altri materiali per il fondo, arricchiti di oligoelementi e sali minerali in diverse concentrazioni, ma
anche fosforo e azoto che, se in eccesso, incrementano lo sviluppo algale, come ad esempio argilla,
torba, fluorite, gravelit e laterite.
Recensioni. Anche in questo numero abbiamo fatto un pieno di novità tecnologiche e chicche acquariofile. Questo mese prenderemo in considerazione un bel filtro, un acquario destinato ad allestimenti
marini, un termostato di alta gamma, un’eccellente lampada al neon per completare lo spettro di emissione della propria plafoniera, un alimento per coralli. Insomma, anche questo mese ce n’è per tutti.
Ammesso che abbiate voglia di entrare in contatto con le ultime novità tecnologiche e scientifiche!
Pozze di marea: un mondo in poche gocce. Molto
spesso si parla di profondità “abissali” senza rendersi
conto di cosa abbiamo sotto il naso. Nei litorali rocciosi l’inclinazione del substrato è alla base del fenomeno
di formazione delle cosiddette “pozze di scogliera”.
Infatti se ci troviamo al cospetto di una parete verticale,
falesia, non ci sarà l’opportunità che l’acqua si fermi in
avvallamenti, mentre le scogliere sub-orizzontali offrono
maggior spazio alla fascia di marea e permettono la formazione di numerose pozze, raggiunte dal mare durante le alte maree e le mareggiate. Questi microecosistemi possono avere condizioni chimico fisiche estreme e
variabili, che dipendono anche dalla distanza dal mare
e dal ricambio di acqua.
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Micro Acquari & Dintorni: l’oceano nel flacone. Questa volta parlare di micro-acquario può apparire addirittura eccessivo. Si può
realizzare un magnifico acquario erborato in un minuscolo flacone
da 20 cc? In quel volume siamo abituati ad effettuare la misurazione del pH: come potremo trasferirci un intero acquario? Seguendo
le indicazioni del nostro esperto riusciremo di certo a fare un buon
lavoro e, le foto presenti nell’articolo potranno convincere anche gli
scettici della bontà di questa costruzione. Ovviamente il tutto è
sempre realizzato nel pieno rispetto degli organismi da allevare e
delle loro esigenze.
Vermi bianchi: facili e nutrienti. Il mese scorso abbiamo spiegato
vantaggi (tanti) e svantaggi (pochi) di questo magnifico alimento vivo
per pesci di ogni specie e taglia ed abbiamo descritto l’attrezzatura
di base indispensabile per iniziare, prendendo in considerazione
anche i recipienti ideali ed il substrato adatto. Possiamo oggi iniziare in pratica con l’allevamento, se avrete procurato tutti i materiali descritti nel numero precedente. In
caso contrario, dovrete provvedere subito!
Isaac Lamotius e la scoperta dei pesci tropicali. Lo avevamo lasciato all’isola Mauritius, mentre preparava stampe di rara bellezza, conservate oggi al Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.
Mauritius, quindi, come meta ideale dei suoi viaggi e delle sue esplorazioni… Parallelamente però,
l'isola di Mauritius, da trampolino per l'avvio di una brillante carriera si trasformò in una prigione detestabile. Con il tempo, l'innaturale severità scaturita dal dramma subito con l’incendio, alienò a Lamotius
la maggioranza della sparuta popolazione e finì col decidere del suo destino. La storia si conclude in
questo numero, con altri colpi di scena.
Oltre il vetro: l’acquario in soggiorno. L’ospite occasionale o di passaggio lo osserva fondamentalmente dall’alto ed in questo modo percepisce il movimento ed il territorio. Scruta infatti i pesci muoversi sul fondo e riesce quindi a definire i loro rapporti con il loro ambiente subacqueo. Diverso è il
punto di vista dell’ospite che rimane seduto. In questo caso esso entra intimamente in contatto con gli
organismi subacquei, osservandoli di fianco, alla pari, riuscendo così a rilassarsi mentre si immedesima in quell’ambiente fluido e tropicale. È l’acquario che il nostro architetto sistema in soggiorno, adottando una soluzione atipica e originale, come sempre.
Stimoli di viaggio… non pervenuti!
Il nostro esploratore subacqueo questo mese si è perso. Dev’essere rimasto bloccato a causa delle pessime condizioni meteomarine, o semplicemente affascinato presso un atollo tropicale. Fatto sta che
non è riuscito a consegnare in tempo il suo pezzo. Poco male: continueremo con le sue esplorazioni
filmate nel prossimo numero di aquariophylia. Non perdetelo!
Errata corrige
Nel numero 1 a pagina 40, compare per errore il nome Apistogramma altispinosa.
Ovviamente è da intendersi in sinonimia Mikrogeophagus altispinosus, citato nello stesso
articolo. Per una svista del correttore di bozze, il nome scientifico non è stato riportato a
quello corretto. Ce ne scusiamo con i lettori.
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In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio
lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo
caso i tempi di risposta sono molto più lunghi.
Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le
risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere
di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it
Questo mese vogliamo proporre una nuova formula di questa rubrica,
basata anche sui suggerimenti che voi stessi avete espresso negli ultimi mesi. Invece di una casistica varia e generica, proporremo un paio di
problematiche distinte, trattate da vari autori, in successione. In questo
modo speriamo da una parte che possa divertirvi seguire “il caso” nella
sua evoluzione, dall’altra che dal confronto delle diverse posizioni possa
nascere una consapevolezza maggiore su prodotti e difficoltà.
Ovviamente attendiamo, come sempre, i vostri feedback su queste
scelte editoriali.
UNA LUNGA DISCUSSIONE SUI PESCI ROSSI!
Mi sono avvicinata a questo hobby da pochissime settimane
e ho tantissimi dubbi in merito, ho acquistato un piccolo
acquario da 20 litri e ho inserito i miei due pesci rossi (classici) che già possedevo. Secondo voi quali altri generi di
pesci e piante posso inserire?
Debbyalla
LA RISPOSTA DELL’ESPERTO
Benvenuta nel mondo degli acquariofili! Quasi tutti iniziano dai pesci
rossi, e poi si trovano dopo poco con un vero acquario e con pesci tropicali e piante. Vedrai che anche tu sarai catturata da questa rilassante
passione. Riguardo alla tua domanda, ti consiglio piante vive molto
18
robuste o piantine finte: i pesci rossi sanno essere dei veri
distruttori. Quello che vorrei consigliarti però, in questa
fase, è di controllare se la tua vaschetta è dotata di un filtro, e con questo non intendo solo una scatolina con
pompa aspiratrice e spugnette/lana di perlon, ma intendo
un filtrino che disponga anche di “cannolicchi” (sono dei
cilindri forati bianchi molto porosi). La presenza di questo
materiale ti aiuterà ad evitare frequenti cambi dell'acqua.
Se non sono presenti, non preoccuparti, si trovano facilmente in qualsiasi negozio di acquariologia. Comunque
tra le prime uscite di questa rivista, ricordo che fu creata
una rubrica sull'attivazione dell’acquario e su come crearlo e gestirlo. Ricordo che era tra le prime 5 uscite, quindi
dal sito puoi vedere l'indice e scaricare la rivista del mese
che t’interessa. Prova a leggere questi articoli e vedrai che
gestire un acquario non è difficile, e gestire dei pesci rossi
è ancora più facile.
Dino
LA REPLICA DELLA LETTRICE
Grazie mille!!! Il filtro del mio acquario è Tetra filtro Easy Crystal 250. Spero possa andare bene.
Ancora grazie dei suggerimenti.
Debbyalla
L’ESPERTO TORNA ALL’ATTACCO
Perdonami ma non conosco tutti filtri a memoria! Tieni solo
presente l'importanza di quel materiale che in realtà rappresenta il filtro biologico, che dagli acquariofili è giudicato
come il cuore di un filtro. Mi ripeto, nella rivista trovi un
sacco di articoli proprio per i neofiti, prova a leggerli a
vedrai che poco alla volta ti sarà tutto chiaro. Una sola
cosa è importante, vivi questa esperienza con semplicità e
divertimento, deve essere qualcosa che ti deve rilassare, e
non preoccuparti, i pesci rossi sono facili da gestire.
... Dimenticavo, per il momento non inserire altri pesci
rossi, almeno fino a quando non ne saprai un po’ di più su
come gestire un acquario, più pesci rossi potrebbero
costringerti a cambi frequenti dell'acqua il che, a prescindere dalla specie allevata, non è mai cosa buona.
Dino
CONCLUSIONI DELLA REDAZIONE
Siamo sempre più convinti della nostra scelta di dare
attenzione ai pesci rossi: costituiscono un ingresso nel
19
sostituire la micro-cartuccia con
carbone attivo vero, in un apposito calzino. Si potrà così risparmiare sui ricambi ed evitare un
prematuro inquinamento dell’acqua.
Naturalmente, se deciderà di
coltivare piante acquatiche,
bisognerà che l’acquario sia
provvisto di un impianto d’illuminazione e su questo la lettrice
non ci dice nulla. In assenza di
tale impianto, se la vasca è
disposta presso una finestra, è
possibile coltivare delle Anubias
nana: sono abbastanza resistenti e non necessitano di
molta luce.
Infine, passiamo alle specie. Se
alleva pesci rossi, potrà tenere
nella stessa vasca solo altri
pesci d’acqua dolce. Non certo
pesci tropicali. Quindi niente
guppy, platy o betta, che avrebbero bisogno di temperature
“tropicali” (superiori ai 24-25
°C). Date le dimensioni della
vasca però, e la qualità dell’impianto filtrante, suggeriremmo
di limitarsi alla coppia di pesci
mondo dell’acquario per molti. Importante, però, è
rossi attualmente presente la quale, peraltro,
fare in modo che l’ingresso sia facile, indolore e
messa in condizioni ottimali (in un vero acquario)
privo di sorprese. A questo proposito vorremmo
comincerà ad accrescersi raggiungendo presto
fare alcune raccomandazioni alla nostra amica, per
dimensioni notevoli.
evitarle futuri problemi. Innanzitutto il filtro che ha
In futuro, se vorrà allevare specie diverse, eventual-
adottato è piccolo e poco performante, adeguato
mente tropicali, potrà allestire un acquario di tipo
per piccoli acquari con scarsa popolazione, molto
diverso, munito di termoriscaldatore e di un buon
“fantasioso” e adatto anche per l’uso da parte di
filtro interno. Ma nel frattempo, consigliamo di
bambini, ma poco efficiente. Potrebbe fare al suo
divertirsi con la coppia di pesci rossi derivante dalla
caso (ha una vasca da soli 20 litri) solo se effettua
boccia: sarà bello vederla vivere, finalmente, in un
frequenti sostituzioni dell’acqua. Non è facile inse-
ambiente più naturale.
rire materiali diversi in questi filtri. Bisogna utilizzare
In questo stesso numero iniziamo una serie sui
quelli già presenti. In teoria esso contiene tutto… in
pesci rossi che tenderà proprio a spiegare tutti i det-
piccole dosi! Sono presenti dunque anche materiali
tagli del passaggio dalla boccia all’acquario: le con-
biologici. Forse si riesce, con un po’ d’ingegno, a
sigliamo di seguirla anche nelle prossime puntate!
20
ULCERE BRANCHIALI
zona è soggetta a cicatrizzazione (in quan-
Salve, il platy nelle foto in allegato è isola-
to tempo?) o è destinata a rimanere com-
to da quasi un mese in una vaschetta fuori
promessa? Grazie mille fin da ora.
dall'acquario, in quanto presenta due ulce-
Sylvia
re simmetriche in regione branchiale che
non accennano a ridursi o rimarginarsi.
RISPONDE CARASSIO
All'acqua è stato aggiunto sale ed è in cura
Carissima, ma non li vedi i vermetti? Quelle ulcere
con antibatterico e micotico (Dessa-Mor).
sono dovute a vermi della pelle e delle branchie.
Le pinne caudale e dorsale, originariamen-
Sono molto duri da debellare e certo non riesci a
te “appiccicate” si sono immediatamente
toglierli col sale.
aperte, ma nessun miglioramento sulle
Ti consiglio un prodotto. Si chiama Herbal e lo pro-
ulcere. Il pesciolino non ha mai perso appe-
duce microbe-lift. Se vai sulla rivista e clicchi sulle
tito, né colore, né motilità, di fatto, non
pubblicità di aquariatech sai pure chi lo importa. Io
sembra malato (buchi a parte). Qualcuno sa
l'ho provato per togliermi dei vermetti dalla coda e
per caso indicarmi di cosa potrebbe trat-
ti assicuro che fa miracoli. Provalo e poi dimmi
tarsi (parassiti?) e come trattare il caso? La
come ti sei trovata.
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L’EPILOGO
acquistato, se è vero che fa miracoli sarà vitale per
Ciao! Il prodotto Herbal è arrivato 3 giorni
molti pesci che popolano gli acquari di altri appas-
fa e 3 giorni fa abbiamo iniziato la cura,
sionati di questa rivista. Sinceramente questo tipo
sospendendo il Dessa-Mor... Purtroppo la
di problema per me è sempre stato come la peste
storia non avrà seguito, perché questa
e non sono mai riuscito a debellarlo in modo effica-
mattina abbiamo trovato il pesciolino
ce. Se ti interessa, c'è un libro che parla proprio di
morto. Forse il trattamento può aver influi-
tutte le malattie dei pesci, che si chiama appunto
to, forse semplicemente era arrivato il
“le malattie dei pesci” scritto proprio da Valerio
momento... peccato. Grazie comunque per
Zupo. Descrive gli organismi che le causano, ti
il supporto ed i suggerimenti. Alla prossi-
mostra foto per aiutarti a riconoscerle e, soprattut-
ma!
to ha una guida rapida molto comoda per identifi-
Sylvia
care la malattia, la causa ed ovviamente la cura. Se
non riesci a trovarlo, il libro è un po’ vecchiotto
INTERVIENE L’ESPERTO
quindi non è facilissimo reperirlo, prova a scrivere a
Ciao ho letto del tuo problema e so per esperienza
direttamente a lui in questo sito.
che quel problema dei vermi, cioè metazoi, sono
Dino
delle "brutte bestie"! Si riproducono ciclicamente e
i loro danni sono spesso evidenti solo quando è
LA LETTRICE INCALZA
troppo tardi. Ti prego di scrivere, nel caso si ripre-
Ciao! Ti ringrazio, il libro mi interessa
senti il problema, l'effetto del medicinale che hai
molto! Al momento si è ammalato un altro
22
Platy: a differenza del primo, questo pre-
ne, in genere, è già scontata la fine del pesce ma
senta squame “consumate” sotto la pan-
puoi almeno evitare la stessa sorte al resto dei
cia, come se fosse stato morsicato (ma
pesci. Aspettando tue notizie (spero buone) ti salu-
dubito si tratti di una semplice ferita). L'ho
to e ti ringrazio per lo scambio d’informazioni.
messo in cura con antibatterico, ma non
Dino
dovessi vedere risultati, proverò con l'antiparassitario della Herbal (ho un po' paura,
La lettrice procede con la sua formazione
visto che la volta scorsa con questo tratta-
Allora, ho ordinato il libro on-line, dovrebbe
mento il pesciolino è morto subito, anche
arrivarmi entro una settimana, grazie anco-
se può essersi trattato di un caso). Vi terrò
ra per il suggerimento! Con riferimento al
aggiornati e proverò a reperire il libro.
nuovo Platy malato, la manifestazione stra-
Grazie ancora!
na è che non presenta corrosione delle
Sylvia
pinne, bensì solo delle squame e, come il
precedente, mangia e nuota normalmen-
TORNA L’ESPERTO
te... sulla corrosione delle sole squame non
Grazie a te per avermi risposto. Mi interessa molto
ho proprio trovato alcun articolo o notizia
sapere l'effetto del medicinale che ti è stato consi-
specifica... appena possibile proverò a
gliato contro i metazoi, molti non lo sanno neanche
postare un’immagine, per chiarire il danno.
di avere quel tipo di problema in vasca, vedono
Rispetto al primo Platy è trascorso ben più
solo ciclicamente morire i pesci e non sanno capi-
di un mese e non ho avuto altre perdite,
re il problema. Da quello che mi dici però, sembra
salvo un caso d’idropisia di un pesce da
e sottolineo il sembra, perché senza vedere è diffi-
poco introdotto (e quindi probabilmente già
cile giudicare, che si tratti di un'acuta infezione bat-
malato) in una vasca in cui il Platy ha vissu-
terica, che potrebbe trovare conferma “visiva” se la
to, ma non si trovava più già da un mese (ho
corrosione si estendesse anche alle pinne. Ma ti
una vasca da 30 lt ed una da 100 avviata in
ripeto questa è solo un’ipotesi. Ritornando ai
Dicembre). Ti aggiornerò senz'altro sugli
metazoi, volevo anticiparti qualcosa che troveresti
sviluppi. A presto!
comunque nel libro, e cioè che questi parassiti
hanno un ciclo di vita che prevede un periodo di
TORNA L’ESPERTO
sviluppo di circa un mese. Quindi, spesso accade
Meglio così. Ma attenzione che i "piccoli" metazoi
che a seguito della morte del primo pesce, non si
si riproducono sul fondo della vasca quindi in real-
noti nulla per un mesetto e poi si noti nuovamente
tà possono essere "dormienti" per un po’. Non
il fenomeno, proprio perché queste “bestie” impie-
abbassare la guardia. La cosa che mi premeva
gano un po’ di tempo a riprodursi e crescere. Tieni
dirti è che, nel caso il tuo attuale problema sia di
anche presente che esistono diversi tipi di metazoi
origine batterica o altra causa, ad esempio proto-
e che non tutti creano manifestazioni esterne così
zoi, (imparerai presto dopo aver letto il libro) il
evidenti, alcuni parassitano l'ospite dall'interno. È
medicinale che usi è basato su di un principio atti-
bene quindi controllare sempre che nessun altro
vo che deve essere usato con alcuni accorgimen-
pesce presenti manifestazioni esterne così acute, o
ti. In genere le macromolecole che vengono utiliz-
anche il semplice dimagrimento e nuoto “dondo-
zate (blu di metilene, verde malachite, ecc.) pos-
lante”. Queste ultime sono chiare manifestazioni
sono colorare la vasca, e questo non ti deve pre-
della presenza di metazoi che possono attaccare
occupare, ma unitamente alle istruzioni d'uso pre-
anche diversi tipi di organi interni per succhiare la
senti sul prodotto, ti consiglio prima dell'uso del
linfa del pesce. Rassegnati per le perdite subite,
medicinale, di:
quando si presentano queste manifestazioni ester-
- pulire bene il modulo meccanico del filtro;
23
- se il medicinale è appunto una di queste macro-
LA LETTRICE CAMBIA CURA
molecole, spegnere le luci durante il trattamento.
Grazie! Ho iniziato la cura con il prodotto
Molti medicinali sono fotosensibili.
della Herbal. L'antibatterico, in effetti, non
- escludere, per il periodo di trattamento, il modu-
ha fornito grandi risultati. Ti farò sapere
lo o i moduli biologico/ci insieme a quello adsor-
presto!
bente (carbone attivo o zeolite). Il rischio è quello di
far attaccare i batteri “buoni” presenti nel filtro piut-
LE CONCLUSIONI DELLA REDAZIONE
tosto che quelli che si vogliono debellare, così
In realtà le prime foto inviate, pubblicate in queste
come finire per far neutralizzare l'effetto del medici-
pagine, lasciano pochi dubbi: si trattava di una
nale, dall'effetto adsorbente dei suddetti materiali.
infestazione da metazoi della pelle. Questi paras-
- far girare il filtro con il solo modulo meccanico
siti si riproducono sul corpo dello stesso pesce e
(spugne e/o lana di perlon) e lasciare all'interno un
si diffondono rapidamente finché il soggetto colpi-
aeratore per migliorare l'ossigenazione, anch'essa
to non muoia. A questo punto molti di essi passa-
importante per l'effetto del medicinale.
no su altri ospiti. È plausibile, dunque, che dopo il
Se hai altri problemi continua a scrivere su questo
decesso i vermi della pelle siano stati trasferiti ad
sito o alla rivista direttamente, qui c'è tanta gente
altri pesci. Le manifestazioni più evidenti, in questo
competente (esperti e appassionati, ma anche bio-
caso, sono decolorazioni localizzate (sul dorso, sui
logi di diverso tipo) che ti darà più di quanto possa
fianchi, simili a macchie chiare), dimagrimento,
mai fare un negoziante del settore.
nuoto a pinne chiuse. Nei casi più gravi si notano
24
ecchimosi e macchie scure, come quelle eviden-
casistica abbastanza limitata: per questo avevamo
ziate nelle prime due foto. Sinceramente non si
chiesto conferma dai lettori. La risposta di questa
riesce ad identificare sintomi chiari nella terza foto
prima lettrice appare chiarificatrice nel definire
inviata (probabilmente a causa della qualità della
scarsa efficacia per questo prodotto. È un risulta-
foto stessa). Pertanto non ci sentiremmo di offrire
to importante, perché le nostre convinzioni cam-
pareri sulla base della foto. Le descrizioni fornite,
biano man mano che giungono nuovi dati.
peraltro, sono poco chiare. La “corrosione” delle
Peccato, perché poteva apparire come una solu-
squame citata in realtà non esiste. Potrebbe trat-
zione interessante ai problemi ittiopatologici che
tarsi di una generica corrosione della pelle, pro-
interessano gli acquariofili italiani. Ovviamente
dottasi nei punti di attacco dei metazoi. Saremmo
siamo aperti ai contributi di quanti, avendo utilizza-
dunque del parere che anche in questo caso l’in-
to lo stesso prodotto, possano inviarci ulteriori
festazione stia producendo danni. I risultati citati
notizie (in positivo o in negativo). Il loro contributo
per il primo trattamento però non lasciano ben
sarà essenziale per definire la valenza di questo
sperare. Molto probabilmente il prodotto Herbal
terapeutico che in teoria sarebbe molto interes-
citato, non produce i risultati che speravamo. In
sante ma che, dovendoci basare sulla risposta
realtà i suggerimenti di Carassio (e quelli da noi
della lettrice, potrebbe rivelarsi poco o per nulla
forniti in passato sulla rivista) si basano su una
efficace.
25
Niente favole: storie vere!
L’incredibile evoluzione
dei Pla Kat
26
el periodo natalizio ci siamo dilettati con magnifiche favole sul pesce
N
combattente ma è giunta l’ora di rimboccarsi le maniche per realizzare
splendidi acquari ad esso dedicati. Per farlo, niente di meglio che comin-
ciare dalla sua storia, in modo da entrare in intimo contatto con questo eccellente
rappresentante dei pesci d’acquario.
Pertanto completiamo il trittico, iniziato nel dicembre scorso, regalandovi anche
questo mese un inserto speciale sul Betta splendens. In questo caso l’autore, Matteo
Grassi, ha raccolto informazioni e notizie poco diffuse per offrire una visione d’insieme del carattere, dell’evoluzione e del significato del pesce combattente.
Per scaricare l’inserto, come in passato, basterà cliccare sul link in basso e potrete
così leggerlo a schermo o sul tablet. Potrete anche stampare il libro, come fate con
la rivista, ma in questo caso vi consigliamo vivamente di acquistarne una copia cartacea presso il sito ilmiolibro.it. Il testo di questo libro, infatti, è contenuto nel
primo volume, annesso alla favola, che riceverete in questo caso stampato a domicilio.
Per scaricare la fiaba dal sito acquariophylia clicca qui
Per acquistarne una copia cartacea in appendice alla favola (euro 11)
e riceverla a domicilio clicca qui
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Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio
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Volete seguire il nostro eroe nei suoi
ambienti naturali? Viaggiare con retino al seguito ed immergere i calcagni
in caldi ruscelli tropicali? Facile come cliccare sul link che segue, per
seguire gli itinerari suggeriti dalla nostra agenzia di viaggio di riferimento.
Tailandia http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=thailandia
27
La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
ande inchiesta di aquariophylia
La grande inchiesta
di aquariophylia
stata dura, ma… ce l’abbiamo fatta! Le
nostre domande erano relativamente
complesse e le vostre risposte sono state
tante: elaborare una tale massa di dati ha richiesto quasi un mese di lavoro. In realtà stiamo
ancora cercando di interpretare i risultati perché, come per tutte le statistiche, è necessario
comprendere cosa avevate realmente “in mente”
e mettere in evidenza eventuali influenze delle
nostre domande sulle risposte, deviazioni, errori. In generale comunque, riteniamo che dalle
prime analisi emerga un quadro abbastanza
chiaro delle vostre preferenze e su questo lavoreremo, nei prossimi mesi, per cercare (nei limi-
È
ti del possibile) di offrirvi una rivista sempre più
vicina alle vostre attese ed ai vostri gusti.
Passiamo dunque alla descrizione dei risultati
“bruti” (medie e percentuali): nei prossimi mesi
potremo analizzare nel dettaglio questi dati. Una
spiegazione è necessaria prima di passare ai
dati: in alcuni casi noterete che il totale delle
risposte non copre il 100% delle possibilità.
Questo deriva dal fatto che non tutti i lettori
hanno sempre risposto a tutte le domande della
scheda proposta. Pertanto, c’è una percentuale
di lettori “silenziosa” su alcuni argomenti, che
non è stata presa in considerazione nelle elaborazioni.
Domanda 01. Da quanto tempo leggi aquariophylia?
Si ottiene una media di 6.9 mesi con una deviazione standard di 4.4 mesi. In pratica, i nostri lettori ci
seguono in media da circa sette mesi, ma c’è tra loro una differenza di quattro mesi e mezzo, nel primo
anno di pubblicazione. Questo dato è confermato dall’analisi dell’età dei lettori per ranghi, in mesi. In
pratica, la categoria più ampia di lettori, pari al 35.38%, legge la rivista da più di 6 mesi. Il numero di
lettori che ci segue da meno di 3 mesi è relativamente basso, pari al 16.92% del nostro pubblico. Molto
interessante è la percentuale di lettori che ci segue sin dal primo numero, pari al 20% del totale. Si tratta del nostro “nocciolo duro”, appassionati veri che contiamo di soddisfare sempre di più.
Domanda 02. Dove hai appreso la prima volta dell’esistenza della rivista?
A questa domanda i lettori, in percentuale, rispondono così:
internet
72,31 %
associazione
9,23 %
amici
7,69 %
altro
3,08 %
Evidentemente la maggior parte dei nostri utenti ha scoperto la nostra esistenza viaggiando in internet,
ma è anche palese il ruolo chiave svolto dalle associazioni e dal “passaparola” tra amici. Alla specifica
di “altro” la maggior parte degli utenti risponde con la partecipazione a fiere ed il contributo di negozianti specializzati. Per la verità avremmo sperato in un maggior contributo della voce “amici”: indubbiamente non vi state impegnando abbastanza nella diffusione della rivista presso amici e conoscenti!
Tenete presente che, come più volte osservato, da questo potrà dipendere la nostra esistenza futura
28
Domanda 04. Leggi anche riviste cartacee di acquari? Quali?
No
72.31 %
Mio acquario
23,08 %
Coralli
3,08 %
Aquarium oggi
1,54 %
Questo punto ci pare particolarmente interessante! La maggior parte dei nostri lettori non legge riviste
cartacee. Da una parte questo può indicare un trend innegabile degli ultimi anni, che vede lo spostamento del pubblico dal cartaceo al tablet e al computer.
D’altro canto non si può non tenere conto che stiamo prendendo in considerazione un campione di
utenti evoluti, non necessariamente rappresentativo dell’intera popolazione italiana: potrebbe esistere
un’ampia fetta di popolazione che legge “solo” riviste cartacee e che, dunque, non conosce aquariophylia. Questo punto meriterebbe un maggiore approfondimento, prendendo in considerazione popolazioni diverse da quelle campionabili in rete. È un fatto, comunque, che gran parte (circa il 72%) del
nostro pubblico utilizza aquariophylia come principale fonte d’informazioni specializzate.
Domanda 05. Hai letto altre riviste, cartacee o in pdf, in passato?
Cosa succede se prendiamo in considerazione il pregresso? Questo potrebbe infatti spiegare anche i
risultati della domanda precedente. I risultati sono veramente molto interessanti. Infatti, il 69.23% dei
lettori rispondono “sì” a questa domanda. Dunque, quasi il 70% del nostro pubblico deriva da precedenti esperienze di letture specialistiche, anche se oggi preferisce aquariophylia (nel 72% dei casi). Ci
pare un risultato degno di nota, che desideriamo continuare a meritare in futuro!
Domanda 06. Dopo questo periodo di lettura, ritieni che la rivista in pdf possa essere una
valida alternativa al cartaceo?
Anche questo è un punto essenziale della nostra inchiesta: leggere in pdf soddisfa i lettori? L’89.23%
degli intervenuti risponde di sì! Dunque il formato elettronico e, in particolare, l’impaginazione in pdf,
29
La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
L’analisi dei risultati è interessante. In pratica, i lettori sono abbastanza selettivi nella scelta degli argomenti e solo il 34% circa di essi legge l’intera rivista. La maggior parte dei lettori legge articoli relativi
all’acquario d’acqua dolce ed a quello “vegetato”. Gli altri tipi di acquario sono seguiti, più o meno,
dalla metà del nostro pubblico. La somma delle percentuali ovviamente è superiore a 100, poiché uno
stesso utente può seguire contemporaneamente più sezioni.
Domanda 03. Leggi articoli relativi a:
A questa domanda rispondete in maniera variegata e, tutto sommato, completa, in base alla tabella
che segue.
dolce
84,62 %
vegetato
80,00 %
Marino tropicale
47,69 %
terracquario
47,69 %
Marino mediterraneo
41,54 %
tutto
33,85 %
ande inchiesta di aquariophylia
e la possibilità, dunque, di continuare a ricevere la rivista gratis ogni mese.
La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
ande inchiesta di aquariophylia
sembrerebbe veramente essere il veicolo del futuro per le informazioni specializzate, soddisfacendo la
stragrande maggioranza dei lettori. Se, da una parte, anche questa risposta va letta tenendo conto di
un possibile “bias” (tutti i nostri lettori sono utenti moderni e possiedono un computer) è anche evidente, dal grande livello di soddisfazione, che questo metodo di lettura potrà divenire sempre più diffuso,
man mano che si espandono le potenzialità tecnologiche dell’utente medio.
Domanda 07. Nel caso divenisse disponibile; saresti interessato a un abbonamento cartaceo
da ricevere a pagamento con la posta a casa?
Quanti lettori vorrebbero leggere la rivista anche in formato cartaceo? Solo il 30.77% dei lettori indica questa propensione. Circa un terzo dei lettori, dunque, sarebbe disposto ad investire piccole
somme per gli abbonamenti cartacei, mentre i rimanenti due terzi preferiscono rimanere nell’attuale
situazione. Questa domanda, per la verità, andrebbe approfondita, perché è possibile che una parte
di questo terzo passerebbe alla sponda opposta se l’abbonamento fosse offerto a prezzi troppo elevati, molto probabili, in base al numero di utenti effettivamente interessati. In definitiva, il nostro progetto di realizzare una versione cartacea della rivista appare poco fattibile, soprattutto se visto in prospettiva futura.
Domanda 08. Leggi aquariophylia su…
Qui vogliamo conoscere più da vicino il nostro lettore medio, per fornirgli una impaginazione adeguata al mezzo che utilizza più frequentemente. I risultati sono, tutto sommato, scontati.
monitor
78,46%
iPhone
6,15%
tablet
6,15%
carta
4,61%
Resta da definire la strana corrispondenza dei valori di tablet ed iPhone. In realtà, abbiamo controllato, non si riferiscono agli stessi utenti. Dobbiamo dunque ritenere che la stragrande maggioranza
dei nostri lettori utilizzi il monitor dei computer, una percentuale ancora piccola (ma crescente) utilizza tablet ed iPhone (più del 12%, ad oggi), mentre solo pochi utenti, pari a meno del 5%, stampano la rivista prima di leggerla.
Questo punto meriterebbe considerazione e, probabilmente, soluzioni tecniche da parte nostra, per
offrire una fruizione a 360 gradi dei contenuti su varie piattaforme.
Domanda 09. Dai una valutazione alla facilità di usare il sito web della rivista
Non siamo certissimi della validità delle risposte relative a questa domanda. Infatti, da altri indizi ci è
parso di comprendere che molti utenti abbiano fatto confusione tra sito web e rivista stessa.
Comunque, i risultati ottenuti sono i seguenti:
scarso
6,15 %
sufficiente
36,92 %
piace
53,85 %
Alla maggioranza dei lettori, in definitiva, il sito web soddisfa pienamente e la restante parte lo giudica,
in maggioranza, almeno sufficiente. Solo uno sparuto 6.15% lo considera di scarsa qualità. Riteniamo
dunque che il sistema adottato sia adeguato anche se, come tra breve vedremo, sono stati inviati commenti precisi in merito a caratteristiche da migliorare.
30
Domanda 11. Cosa vorresti trovare sul sito web della rivista?
Questa domanda, che voleva completare i contenuti della precedente, ha scatenato una sequela di
richieste diverse.
Anche in questo caso abbiamo provato a riassumere le risposte come segue:
- meno pulsanti
- più marino tropicale
- più consigli neofiti
- guida principianti
- articoli di approfondimento (con notizie inedite)
- trucchi
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La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
In pratica, molti utenti si lamentano della lentezza del sito. Hanno ragione. Il fatto è che con i pochi
mezzi a nostra disposizione è difficile acquistare un grande server che renda più rapide le operazioni. Stiamo lavorando comunque in questo senso. Abbiamo acquisito altri spazi web e speriamo di
poterli presto mettere a disposizione dei nostri lettori, per rendere i loro accessi più rapidi ed efficaci.
Altri utenti si lamentano della eccessiva complicazione del sito: vorrebbero vederlo più “pulito”, più
immediato nelle sue parti essenziali. Anche a questo potremo lavorare nell’immediato futuro. In generale questo è lo stesso argomento che riguarda la “grafica”: molti lettori vorrebbero una grafica più
pulita ed accattivante nel sito.
Alcuni lettori vorrebbero trovare sul sito stesso un indice degli articoli pubblicati, in modo da poterli
immediatamente ritrovare quando necessario.
A questo proposito abbiamo alcuni dubbi. Innanzitutto abbiamo il dubbio che stiano confondendo il
sito con la pubblicazione in pdf. Poi vorremmo far notare che aquariophylia è una rivista! Insomma, ci
fa grande piacere se pian pianino diviene un mezzo da consultare, ma riteniamo che i suoi contenuti principali vadano fruiti mese per mese, trattandosi di attualità e non di scienza (altrimenti, si farebbe prima ad acquistare un buon libro!). Dunque prenderemo in considerazione anche questa richiesta, al pari delle altre, ma su quest’argomento dovremo discuterne in redazione. Dello stesso tenore
è il consiglio sulle “sezioni” e quello sul “sommario”: in modi diversi, i lettori ci consigliano di aprire
delle “sezioni” sul sito web ove reperire notizie in merito all’acquario d’acqua dolce, salata ecc.
Riteniamo che tali sezioni siano propizie nel caso del forum e che dovremmo spingerci in questa direzione. Meno interessante ci pare il consiglio se tali sezioni sono destinate ad ospitare parti dei diversi numeri della rivista. Ma anche di questo discuteremo.
Per quanto riguarda poi i “confronti” (intendendo paragoni tra prodotti) siamo convinti che quei lettori stiano ancora una volta confondendo il sito con la rivista impaginata.
ande inchiesta di aquariophylia
Domanda 10. Quali miglioramenti vorresti trovare sul sito web della rivista?
Eccoli i miglioramenti richiesti, dunque! Ovviamente i tantissimi lettori hanno fornito una messe di risposte diverse (questo tipo di domanda dovrebbe essere evitata in un questionario!). Siamo riusciti però a
raggrupparle in alcuni argomenti fondamentali, che sono:
velocizzare
semplificare
indice sezioni
grafica
sommario
confronti
La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
ande inchiesta di aquariophylia
Si noterà che anche in questo caso c’è di sicuro un po’ di confusione tra sito e rivista. Nel sito non
sono presenti articoli, né trattazioni sul marino tropicale. Dunque dovremo intendere quasi tutte le
risposte come indirizzate alla rivista e provvedere a distribuire più articoli sul marino tropicale, qualche
serie destinata al neofita, trucchi, una rubrica specifica per il principiante. Fa eccezione probabilmente
il primo gruppo di risposte: meno pulsanti! Alcuni lettori, evidentemente, trovano il sito troppo complesso o fuorviante. Questo va a braccetto con alcune risposte date al quesito precedente. Dovremo discuterne e migliorarci nella direzione indicata.
Domanda 12. Usi il forum integrato sul sito?
mai
occasionalmente
spesso
56,92 %
32,31 %
4,62 %
In base a questa risposta, solo il 5% dei lettori usa il nostro forum “spesso”, il 32% lo usa occasionalmente ed il 57%, ovvero la maggioranza assoluta, non lo usa mai. Questo spiega come mai, a fronte
di un numero d’iscritti al sito abbastanza elevato ed in continua crescita, il forum sia relativamente
“tranquillo”. La cosa non deve preoccuparci, perché in fondo il sito di aquariophylia è stato creato come
supporto della rivista in pdf e, dunque, non vive di forum! Certo che una maggiore integrazione tra rivista e forum, con una serie di servizi aggiuntivi che stimolino la partecipazione e la condivisione delle
esperienze, potrebbe giovare alla rivista ed al nostro pubblico. Cercheremo di identificare sistemi che
rendano il forum più divertente ed utile per tutti.
Domanda 13. Hai mai visitato i siti dei produttori cliccando sulle pagine pubblicitarie?
Con questa domanda abbiamo iniziato un’opera destinata a comprendere se la rivista elettronica
possa rappresentare realmente un passo avanti rispetto al mezzo cartaceo, statico e inerte. Se attraverso la rivista si riesce a raggiungere i siti dei produttori, allora si potranno fare esperienze più complesse, scegliere gli accessori, provare nuove esperienze ecc. I risultati sono molto incoraggianti:
sì
no
76,92 %
20,00 %
In pratica, il 77% dei lettori si diverte a navigare durante la lettura. Questo, considerando il livello tecnologico medio dei nostri lettori non deve stupire, ma certamente ci incoraggia a fare ancora di più per
mettere prodotti e servizi a disposizione di tutti.
Domanda 14. In caso di risposta positiva al precedente quesito, hai poi trovato quello che
cercavi?
Anche questo va nella direzione poco sopra riportata. Il fatto che la rivista permetta una navigazione
interessante, non significa poi che i risultati debbano essere positivi in termini di esperienze acquariofile. Volevamo sapere, dunque, se l’operazione produce soddisfazione. Anche in questo caso i risultati sono stati positivi:
sì
no
70,77 %
7,69 %
32
49,23 %
47,69 %
In definitiva, circa la metà degli intervenuti dichiara di aver concluso positivamente la sua esperienza di
lettura – navigazione – esplorazione. È un buon risultato!
Domanda 16. In caso di risposta positiva al precedente quesito, sei poi rimasto soddisfatto
della scelta?
Esaminiamo meglio la questione però: attraverso la rivista si riesce ad identificare un prodotto, sceglierlo e persino acquistarlo. Se la scelta è stata positiva dobbiamo immaginare di aver fatto un buon lavoro. In caso contrario si potrebbe dire che abbiamo spinto il lettore a fare la scelta sbagliata. Vediamo
anche qui come si comporta il campione esaminato:
sì
no
49,23 %
4,62 %
La risposta non lascia adito a dubbi: la quasi totalità dei lettori che hanno risposto a questa domanda
dichiara di aver fatto, grazie a noi, la scelta giusta! Ci pare un risultato degno di nota. Ovviamente in
questo caso il totale non corrisponde a 100, poiché hanno risposto a questa domanda solo coloro che
avevano già risposto positivamente alle precedenti. Di fatto, si nota una corrispondenza quasi incredibile tra il numero di coloro che hanno deciso di navigare e quelli che hanno concluso positivamente e
con soddisfazione l’esperienza. Dovremo rendere questo processo sempre più facile ed immediato,
per garantire ad un numero crescente di utenti questo tipo di esperienze.
Domanda 17. Dai un punteggio da 0 a 3 agli articoli presenti nelle seguenti sezioni della rivista (0= pessimo, 1= scarso, 2= sufficiente, 3=mi piace molto)
Passiamo ad un argomento diverso, per definire quello che nel primo anno vi è piaciuto di più e quello che invece vi ha convinto poco. Abbiamo ordinato i vari argomenti, più o meno, per livello di gradimento e… le sorprese non mancano.
Test/tecnica
Come si fa
Dolce tropicale
Alimenti
Scarso
3,08
3,08
1,54
6,15
Sufficiente
16,92
27,69
27,69
32,31
Ottimo
67,69
60,00
58,46
50,77
33
La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
sì
no
Domanda 15. Hai mai acquistato un prodotto seguendo i suggerimenti della rivista?
Andando alle cose concrete, se attraverso la rivista si riesce ad identificare prodotti adeguati alle proprie esigenze, studiarli sui siti dei produttori e, finalmente, acquistarli, è evidente che l’esperienza complessiva è stata positiva. I lettori hanno risposto come segue:
ande inchiesta di aquariophylia
Infatti, il 71% dei lettori (in pratica, tutti quelli che cliccano sul link del produttore!) ottiene quello che
stava cercando evitando così le delusioni di una ricerca diretta, in vari negozi. Solo l’8% dei lettori, in
media, rimane scontento dei risultati. Si tratta di una bella notizia che ci spinge a lavorare ancora meglio
in questa direzione.
La grande inchiesta
La grande inchiesta di aquariophylia
ande inchiesta di aquariophylia
Scarso
Questo mi (/non) piace
12,31
Miniacquari
6,15
Editoriale
7,69
Link
7,69
Lettere
7,69
NonSoloAcquari
10,77
Discus
13,85
Marino mediterraneo
15,38
Marino tropicale
12,31
Carassio
13,85
Stimoli di viaggio
15,38
Oltre il vetro
15,38
Lectio magistralis
12,31
Betta
16,92
Laghetto
13,85
Dalle associazioni
20,00
Ippo Campo
15,38
Altro
1,54
Sufficiente
24,62
30,77
36,92
30,77
38,46
32,31
29,23
23,08
26,15
35,38
35,38
36,92
44,62
35,38
40,00
33,85
41,54
6,15
Ottimo
49,23
49,23
43,08
41,54
40,00
38,46
38,46
38,46
36,92
30,77
30,77
30,77
29,23
29,23
27,69
26,15
20,00
9,23
Di certo appare evidente che tecnica e dolce tropicale fanno il grosso del lavoro e dovranno essere
potenziate nei prossimi numeri. Appare anche evidente però che nessuno degli argomenti proposti è
stato considerato non degno di essere letto e, anzi, proprio quelli ordinati nelle ultime posizioni ha totalizzato un numero di giudizi positivi (somma di sufficiente e di ottimo) elevatissimo. Nel complesso,
insomma, pare che ce la caviamo, ma la lista sopra riportata servirà a definire gli obiettivi di qualità del
prossimo anno, per seguire le vostre preferenze e, se possibile, anticiparle.
Domanda 18. Quali argomenti secondo te sono poco trattati e vorresti vedere sulla rivista
(specificare)?
Qui, in pratica, proseguiamo in senso opposto: invece di chiedervi cosa vi è piaciuto di più, cerchiamo
di stabilire cosa vorreste che trattassimo. I risultati ottenuti sono coerenti con quelli precedenti:
Affidabilità fornitori-prezzi
Alimentazione, riproduzioni
Aquascaping, coltivazione piante
Pesci rossi e razze derivate
Acquari d'acqua dolce piccoli (20-40 litri)
Ciclidi africani e sudamericani
Acquario piantumato
Comparazione prodotti
Coralli
Economia di gestione
Fai da te
Riproduzione di specie per neofiti (black molly, guppy, Corydoras)
I reef corallini
34
La grande inchiesta
Difficile creare dei ranghi in queste categorie perché vari lettori hanno riportato suggerimenti che incrociano quelli di altri. In generale, tecnica, fai-da-te ed argomenti per il neofita appaiono costituire le
richieste più comuni, ma sono presenti anche chiari riferimenti ad argomenti scientifici e di approfondimento, come l’anatomia, l’etologia, la gestione avanzata degli acquari. Provvederemo a discuterne
nelle prossime riunioni del consiglio di redazione e, naturalmente, cercheremo esperti in grado di
rispondere a queste richieste specifiche.
Domanda 19. Considero aquariophylia una rivista…
Con questo quesito cerchiamo di capire come l’utente medio vede la rivista. I risultati sono incoraggianti:
In generale la rivista viene vista come rilassante, autorevole e divertente e solo pochi la trovano noiosa
e troppo commerciale! Beh, ci impegneremo per far cambiare idea a questi pochi!
Domanda 20. Dai un voto (da 0 a 3) ai seguenti aspetti della rivista
In questo caso volevamo ottenere un giudizio sintetico su alcune caratteristiche fondamentali della
pubblicazione, per comprendere in quale settore investire di più per migliorarci.
Qualità testi %
Scarso
1,54
Sufficiente
23,08
Ottimo
69,23
Qualità foto %
3,08
26,15
64,62
Grafica %
1,54
32,31
56,92
Livello scientifico %
1,54
36,92
53,85
Varietà %
1,54
36,92
52,31
Ancora una volta i risultati indicano un elevato livello di gradimento per le caratteristiche fondamentali della rivista che, tutte, raggiungono una discreta percentuale di consensi.
35
ande inchiesta di aquariophylia
Rilassante
38,46 %
Autorevole
27,69 %
Divertente
12,31 %
Impegnativa
6,15 %
Indipendente
4,62 %
Noiosa
4,62 %
Troppo commerciale 3,08 %
La grande inchiesta di aquariophylia
Reportages / viaggi
Acquari biotopo: allestimento
Schede particolari dei pesci
Anatomia, fisiologia, etologia, evoluzione
Tecnica acquariofila/Fai-da-te
Mini-acquari (25-35 litri)
Biotopi (dolce e marino)
Etologia
Ecosistemi
Nano-fish e caridine
Manutenzione filtro, cambi acqua
Piante acquatiche
La grande inchiesta
sì
no
73,85 %
21,54 %
Evidentemente anche queste sono ben sfruttate dalla maggioranza assoluta dei lettori e dovranno,
dunque, essere potenziate, se possibile, nel prossimo anno.
Domanda 22. Leggi la rivista da solo o la condividi con altri?
Con questo quesito volevamo comprendere se il piacere di leggere ogni singolo numero della rivista è
condiviso con appartenenti allo stesso numero familiare, amici, parenti. In questo modo, ovviamente,
si riesce a facilitarne la distribuzione aiutandoci quindi nel nostro lavoro di divulgazione. Come si comportano i nostri lettori in media?
solo
in famiglia
con amici
86,15 %
6,15 %
3,08 %
Qui i risultati sono un po’ deludenti. Solo il 6% condivide la rivista in famiglia e, soprattutto, solo il 3%
condivide questa risorsa con i propri amici. In questo senso dovremmo chiedere più cooperazione ai
nostri lettori, perché da questo dipende fondamentalmente il futuro della nostra pubblicazione, il suo
potere di espandersi e portare acquari in ogni casa.
Domanda 23. Hai mai suggerito la lettura della rivista ad altri?
Ma vogliamo essere più diretti: quali sono le effettive risorse che il lettore medio dedica alla diffusione
della rivista?
ande inchiesta di aquariophylia
La grande inchiesta di aquariophylia
Domanda 21. Utilizzi normalmente i link per esplorare le risorse offerte dalla rivista?
Questa domanda è simile, per alcuni versi, alla precedente che riguardava la navigazione nelle pagine
pubblicitarie. Serve però a definire l’utilità di link diversi, quali quelli relativi ai filmati ed alle altre risorse
multimediali offerte dalla rivista.
si
no
56,92 %
36,92 %
Qui il quadro diviene più incoraggiante: più della metà dei lettori dichiara di aver fatto opera di diffusione. Dunque, per chiarire, la singola copia della rivista viene condivisa solo in circa il 10% del pubblico,
ma la notizia della sua esistenza viaggia e questo, probabilmente, spiega il ritmo continuo di nuovi
abbonati registrati e… ci fa ben sperare per il futuro.
Domanda 24. Suggerimenti personali - usa questo spazio per inserire i tuoi desiderata su
come vorresti migliorare la rivista nel prossimo anno
Ovviamente sapevamo che questa era una domanda… pericolosa! I nostri lettori non hanno risparmiato la fantasia ed hanno collezionato un’infinita varietà di suggerimenti. Cercando di riassumerli per
argomenti principali potremmo classificarli come segue:
- Rubrica recensioni più ricca e varia
- Argomenti tecnici, autocostruzioni attrezzature tecniche
36
Potrà apparire superfluo notarlo, ma i nostri lettori hanno… colto nel segno! Le applicazioni per iPhone
ed iPad vanno assolutamente riviste, l’impaginazione andrebbe migliorata, e mettere in vendita l’ultimo
numero potrebbe servire ad autofinanziarci. Senza dubbio però si sente un forte desiderio di bricolage, tecnica, articoli di base e monografie. Ne discuteremo e cercheremo di accontentarvi: lo spazio di
oggi è proprio esaurito.
La grande inchiesta
Nei prossimi numeri avremo modo di discutere ancora di questi argomenti. Per ora, se volete, parliamone sul forum, in modo da costruire insieme la rivista che vi piace di più. Grazie a tutti i partecipanti
che, nel frattempo, hanno guadagnato il calendario di aquariophylia ed in futuro potranno godere di
una pubblicazione prodotta a misura sui loro gusti! Grazie a tutti i lettori che ci sostengono col loro
immenso affetto.
La grande inchiesta di aquariophylia
Approfondimenti biotopi d'acqua dolce
Confronto di prodotti e prezzi
Fornitori di zona
Impaginazione più adatta ad una rivista elettronica
Test comparativi accurati
Più articoli di base (come quelli trattati nei Link)
Potenziare recensioni e link
Rivedere applicazione iphone... non funziona
Reportage su biotopi naturali
Monografie inerenti alle famiglie di pesci/coralli/piante.
Mettere in vendita a prezzo contenuto l'ultimo numero e gratis gli arretrati
Argomenti di acquacoltura (maricoltura) applicabili all'acquariofilia
Consigli e trucchi
37
ande inchiesta di aquariophylia
-
Muschi e Caridina:
questo matrimonio
s’ha da fare!
Iniziamo con l’allevamento delle Caridine
di Livia Giovannoli - prima parte
QUESTI SONO ANNI DI ESPLOSIONE DEL
FENOMENO NANO-CUBE
I motivi di questo evento sono molteplici: gli
appartamenti, soprattutto nelle grandi città, sono
sempre più piccoli, lo spazio per collocare un
acquario di medie o grandi dimensioni può divenire impossibile da trovare, mentre lo spazio per
un cubetto da 10-20 litri, si ricava ovunque.
Anche il considerevole aumento dei costi dell’energia elettrica influisce sulla scelta di ridurre le
spese di riscaldamento ed illuminazione di un
acquario di medie o grandi dimensioni. Di conseguenza, la maggior parte delle aziende di acquari ha rivolto la produzione delle vasche prevalentemente verso acquari di dimensioni da medie a
piccole o piccolissime. La maggior parte delle
Piccola vasca di muschi, l'habitat ideale per allevare moltissime specie di caridine.
Foto di Maciek D.
38
Christmas moss (Vesicularia montagnei) e
Caridina multidentata (ex japonica)
ta (ex japonica), comparsa negli acquari di
Takashi Amano una decina d'anni fa, in questi
anni sono state selezionate in oriente diverse
specie dei generi Caridina e Neocaridina: cantonensis, heteropoda, breviata, serrata, finendo
con gli affascinanti individui wild provenienti dalle
isole Indonesiane Sulawesi e Borneo. Le Caridine
attirano un enorme pubblico di appassionati e gli
allevatori (principalmente giapponesi, cinesi e
tedeschi) sono costantemente impegnati ad
effettuare nuove selezioni per generare nuove
varietà sempre più affascinanti ed esclusive.
Negli ultimi anni, inoltre, si è assistito ad un vero
e proprio boom della coltivazione dei muschi in
acquario. I motivi sono molteplici: i grandi maestri dell'Acquascaping (Aquatic landscape =
paesaggio acquatico) li utilizzano di frequente nei
loro layout in modo molto creativo ed originale.
Le immagini di queste creazioni fanno il giro del
aziende leader del mercato acquariofilo, allineandosi al nuovo trend, ha investito nello sviluppo e
commercializzazione di prodotti del settore
“nano”.
In questo contesto, le Caridine e le Neocaridine
sono diventate protagoniste assolute che annoverano oramai milioni di appassionati nel mondo.
Sono bellissime, vivaci ed eleganti, non necessitano di grandi cure e si riproducono con una
certa facilità. A partire dalla Caridina multidenta-
Cristal red su muschio di Java (Taxiphyllum barbieri). Foto di Rosario Curcio
39
Fissidens fontanus e Cristal red. Foto di Gennaro Lamba
40
mondo tramite le riviste e il web, incuriosendo gli
appassionati. La versatilità dell'utilizzo dei
muschi in acquario offre, infatti, molti spunti creativi per realizzare paesaggi subacquei suggestivi.
All'inizio fu ancora Takashi Amano, con il solo
Fontinalis antipiretica (Willow moss); poi sempre
più spesso sono comparsi nei layout diversi rappresentanti di questi vegetali e, a prendersi cura
di questi muschi, immancabilmente, Caridina
japonica. In seguito un numero crescente di specie di Caridine ha trovato habitat ideale tra i talli
dei muschi. I muschi, presenti in natura con centinaia di generi e di specie, fanno parte di un
gruppo di vegetali chiamati Briofite; la comparsa
di tali vegetali è riconducibile a circa 440 milioni
di anni fa. Non producono fiori né semi e non
presentano alcun “tessuto vascolare” per trasportare acqua e nutrimenti (zuccheri, sali), ma
utilizzano a questo scopo la superficie del tallo.
In natura i muschi si trovano sempre in prossimità dell'acqua, emersi o sommersi.
Molte specie di muschi sono “semi-acquatiche”
e possono crescere sommerse in acqua; sono le
specie più utilizzate in acquariologia. I muschi
che vengono coltivati in acquariofilia appartengono principalmente ai generi:
- Taxiphyllum
- Vesicularia
- Fontinalis
- Fissidens.
Molti altri generi si ritrovano in natura ma, al
momento, ci sono incerte classificazioni e notizie
della loro adattabilità alla coltivazione sommersa.
Da soli dieci anni è iniziata, per gli acquariofili,
una seria revisione bibliografica dei vari generi e
delle singole specie di muschi. Questi vegetali
possono essere catalogati in base alle caratteristiche dello sporofito (organo contenente le
spore).
I muschi non presentano radici ma dei rizomi, i
quali sono utilizzati per assorbire l'acqua, ma
soprattutto per ancorarsi al substrato. Data l'importanza del tallo per il trasporto dell'acqua e
delle sostanze nutritive, questo va preservato il
più possibile dall'essiccamento. In questo caso
la crescita del muschio si arresta grazie ad un
41
Cristal black su Muschio di Java
(Taxiphyllum barbieri).
Foto di Gennaro Lamba
sono impiegare anche mesi per ricominciare a
crescere. A loro favore va che i muschi riescono
ad adattarsi a condizioni anche molto diverse da
quelle originarie, purché sia dato loro sufficiente
tempo e purché il cambiamento avvenga con
gradualità. Una volta ambientati in vasca la stabilità dei valori è la chiave per il loro corretto mantenimento e propagazione.
L'apporto di CO2 ottimale per stimolare la crescita dei muschi è di 20-30 mg/l. I muschi in
acquario, come detto sopra, si adattano all'ambiente che trovano e in assenza di CO2 cresceranno ugualmente, seppur molto più lentamente.
È però importante, se si apporta la CO2 in
acquario, che l'acqua sia ben tamponata da un
KH di 4-5 °d per evitare pericolosi sbalzi di pH
che, come già accennato prima, sono deleteri
per lo sviluppo costante del tallo. Il range di pH
adatto ad un corretto sviluppo dei muschi è
abbassamento del metabolismo, che permette
alla pianta di sopravvivere alla disidratazione
senza subire danni permanenti.
LA COLTIVAZIONE DEI MUSCHI IN ACQUARIO
Quando ci si cimenta nella coltivazione dei
muschi è molto importante evitare alle piante
brusche variazioni dei parametri dell'acqua (temperatura, pH, conducibilità, luce). Di fronte a
sbalzi repentini i muschi possono arrestare la loro
crescita per adattarsi al nuovo ambiente e pos-
Cristal red su muschio di Java (Taxiphyllum barbieri)
42
Un piccolo acquario da 28 litri allestito con soli muschi di diverse specie.
Foto di Livia Giovannoli
re con l'acqua ossigenata, ma sono interventi dal
risultato incerto. Fondamentale quindi, per il successo nella coltivazione dei muschi in acquario, è
un'acqua con valori molto stabili e pulita.
Per quanto riguarda la luce, i muschi in natura
vivono in diverse condizioni di luce, dal sole diretto all'ombra e quindi anche in acquario si conferma questa grande adattabilità. Si adattano a
vivere anche con pochissima luce (0,2 watt/litro)
o in penombra, ma crescono più velocemente e
presentano un colore più acceso sotto una luce
intensa, anche diretta (1 watt/litro).
Ci fermiamo qui per questo numero. Abbiamo
imparato abbastanza e possiamo cominciare a
pensare seriamente al nostro allevamento di
muschi e Caridina. Dovremo pianificare tutto con
attenzione e cominciare a procurare i primi materiali. Il prossimo mese cominceremo a lavorarci
praticamente.
Tutte le foto pubblicate sono state autorizzate
dai rispettivi autori.
quello compreso tra 6,5 e 7,5. Per quanto riguarda la temperatura, anche qui il range è molto
ampio se si dà il tempo ai muschi di adattarsi. La
temperatura di 24°-25 °C, usata solitamente
negli acquari tropicali, va bene un po’ per tutte le
specie. Il genere Fontinalis, di cui parleremo in
seguito, non tollera però temperature più alte di
24°-25°, mentre il genere Taxiphyllum è quello
che più si adatta a temperature estreme verso
l'alto (>30°) e si rivela adatto anche alla coltivazione in acquari tropicali con temperature
costanti intorno ai 30°.
I muschi, in pratica, hanno una grande adattabilità per i valori di coltivazione (pH, KH, T) si adattano anche a diversi valori di PO4 e NO3, ma va
tenuto sotto controllo attentamente nelle vasche
il carico organico che, se eccessivo, porta inesorabilmente allo sviluppo algale che danneggia in
modo significativo i muschi. Spesso, per rimuovere le alghe (in particolare quelle nere a pennello e le alghe filamentose), è necessario interveni43
Piccolo acquario per le caridine red cherry con Fissidens fontanus. Foto di Giuseppe Nisi.
Benvenuto
pesce rosso!
di Maurizio Quarta - prima parte
Se c’è un’immagine o un pensiero che probabilmente accomuna i ricordi d’infanzia della maggior parte di noi è quello della boccia col pesce
rosso. Quante persone, che oggi hanno in casa
tutto meno che un acquario, hanno però ancora
vivo in mente il ricordo di quello che, probabilmente, è stato il primo animaletto domestico? Il
nostro amichetto rosso, portato a casa dopo
averlo vinto al luna park oppure conquistato a
suon di pianti e tirate di maniche a mamma e
papà, passando davanti ad una bancarella di un
mercatino rionale o di una fiera.
Il pesce rosso (Carassius auratus) merita senza
dubbio, unico forse tra tutti i pesci, il titolo di “animale domestico”, cioè di animale, al pari di canarino, gatto, cane e pochi altri, la cui storia è indissolubilmente legata a quella dell’uomo fin da
tempi remoti.
46
Nonostante negli ultimi anni una maggiore consapevolezza delle esigenze dei nostri amici pinnuti si sia fatta strada, la scena descritta in apertura spesso descrive ancora il modo in cui si fa
conoscenza con il pesce rosso. A fare da casa al
nostro nuovo arrivato si sceglie ancora la tipica
“boccia” di vetro o, in alternativa, la vaschetta di
plastica con le piantine finte incollate al fondo.
È indubbio che tale sistemazione non sia adeguata per i nostri nuovi amici - la boccia, se proprio non può essere evitata, deve necessariamente essere considerata una sistemazione
transitoria - ma piccoli accorgimenti possono
migliorare la vita del nostro pesce rosso, in attesa di trasferirsi in un bell’acquario appositamente pensato per lui.
Il primo, importantissimo, aspetto che dobbiamo
considerare al nostro arrivo a casa è “dove posizionare la boccia”. Questa è, infatti, un conteni-
tore “estremo”, totalmente dipendente dalle condizioni dell’ambiente in cui si trova immerso nei
nostri appartamenti; anche nella stessa stanza
possono esistere micro-climi e luoghi indicati per
la sua collocazione, così come angoli non adatti.
Innanzitutto, va considerato che essendo la boccia in genere di vetro, è fondamentale che essa
venga collocata in un luogo dove non possa
essere accidentalmente urtata dai passanti o
raggiunta in alcun modo da bambini. Vibrazioni,
forti rumori e persone che corrono davanti alla
boccia sono tutti elementi di stress e disagio per
i pesci. È importante trovare un piano stabile e
capace di sopportarne il peso, che di frequente
viene sottovalutato.
La qualità dell’acqua
Altra questione da considerare è che la boccia,
generalmente, non ha un sistema di regolazione
Il pesce rosso è un pesce di acque temperate, pertanto la temperatura media delle nostre
dimore è solitamente adatta alle sue esigenze, rendendo superfluo un sistema di riscaldamento
47
Il primo, importantissimo, aspetto che dobbiamo considerare al nostro arrivo a casa è
“dove posizionare la boccia”
48
della temperatura; pertanto la temperatura dell’acqua dipende da quella della stanza in cui
essa si trova. Il pesce rosso è tipico di acque
temperate, pertanto la temperatura media delle
nostre dimore è solitamente adatta alle sue esigenze, rendendo superfluo un sistema di riscaldamento. Semmai qualche problema potrebbe
nascere durante le nostre torride estati quando,
in assenza di un sistema di condizionamento, la
temperatura nella stanza (e di conseguenza nella
boccia) può superare i 30 gradi, assottigliando le
già esigue riserve d’ossigeno del nostro caro
carassio.
L’ossigeno (O2), infatti, è un gas relativamente
poco solubile e la sua concentrazione in acqua
diminuisce all’aumentare della temperatura. Tale
relazione, d’estate, si traduce per il pesce rosso
in una minore quantità di ossigeno disponibile e
lo costringe a boccheggiare in superficie cercando di ottenere una maggiore quantità del prezioso gas.
Ancor più pericolosi, dal punto di vista degli
inquilini della nostra boccia, sono gli sbalzi più o
meno repentini di temperatura, causa di ulteriore
stress che porta ad un indebolimento delle difese immunitarie dei pesci, esponendoli maggiormente a eventuali malattie. È quindi importante
posizionare la nostra boccia lontano da termosifoni o altre fonti di calore, come i fornelli della
cucina o un caminetto e in un luogo dove siano
minime le correnti d’aria fredda provenienti da
porte, comunicanti direttamente con l’esterno
della casa, o da finestre.
Rimanendo in tema di porte e finestre, è importante evitare che i raggi diretti del sole colpiscano la boccia nel corso della giornata. Questo per
almeno due buoni motivi: il primo è che i raggi
solari comporterebbero un rapido riscaldamento
dell’acqua, con le conseguenze che abbiamo
elencato poc’anzi; il secondo è che ciò favorirebbe lo sviluppo indesiderato di antiestetiche
alghe, sia sulle pareti della boccia, sia nell’acqua.
Un ottimo accorgimento è aggiungere, un poco alla volta, l’acqua trattata della boccia nel
sacchetto coi pesci, per far sì che il passaggio da un tipo di acqua all’altro (dal punto di vista
chimico e della temperatura) sia il più graduale possibile
49
È importante posizionare la nostra boccia lontano da termosifoni o altre fonti di calore, come
i fornelli della cucina o un caminetto
Nella stragrande maggioranza dei casi la boccia viene riempita con la comune acqua di
rubinetto ma quest’ultima, così come fuoriesce, non è adatta alla vita del pesce rosso
mente ignorato è la collocazione della boccia in
stanze frequentate da fumatori. Essendo la
boccia un contenitore generalmente aperto, il
fumo presente nella stanza (così come deodoranti, insetticidi, profumi, prodotti chimici per la
pulizia, ecc.) si discioglie parzialmente nell’acqua in cui vivono i nostri pesci, che si ritroverebbero ad assorbire involontariamente le sostanze nocive.
In conclusione, è bene stabilire con attenzione
dove collocare la boccia che farà da casa ai
nostri nuovi compagni, per limitare al massimo
successivi ripensamenti che porterebbero
sconvolgimenti nella già precaria e inadeguata
soluzione abitativa da essa rappresentata.
Questo trasformerebbe il contenitore in una
pozza verdastra dal non gradevole aspetto e
odore.
Come per gli acquari veri, anche per la nostra
boccia vale il consiglio di non posizionarla in
prossimità di un televisore o di altoparlanti di un
impianto stereo. Questo perché il suono, nell’acqua, viaggia a velocità molto maggiore che nell’aria e ognuno di noi ha potuto sperimentarne gli
effetti almeno una volta, immergendosi in acqua
in piscina o al mare. Immaginate cosa possa
significare per i nostri pesci subire a tutto volume
le sparatorie e le esplosioni di un film d’azione
oppure un pezzo dei Metallica!
Infine un’ultima osservazione. Un fattore solita52
generare confusione; assume quindi fondamentale importanza la consulenza di un negoziante
serio e preparato, con cui instaurare un rapporto
di fiducia nell’interesse dei nostri beniamini. Una
volta riempita la boccia, occorre rendere il meno
traumatico possibile il trasferimento del pesce
rosso nella sua nuova dimora. Un ottimo accorgimento è aggiungere, un poco alla volta, l’acqua trattata della boccia nel sacchetto coi pesci,
per far sì che il passaggio da un tipo di acqua
all’altro (dal punto di vista chimico e della temperatura) sia il più graduale possibile. In seguito,
potremo far scivolare il pesce nella boccia facendo in modo da versare pochissima acqua dal
sacchetto poiché questa, a causa della permanenza del pesce durante il trasporto, avrà un
carico organico elevato e da non trasferire.
Per oggi ci fermiamo qui. Continueremo nel
prossimo numero esaminando le varietà allevabili
facilmente in casa, in boccia o in acquario.
Arrivano
i primi ospiti!
Posizionata la boccia, arriva
il momento di liberare il
carassio dal sacchetto con
cui lo abbiamo portato a
casa. La prima questione da
affrontare è la qualità dell’acqua. Nella stragrande maggioranza dei casi la boccia
viene riempita con comune
acqua di rubinetto ma quest’ultima, così come fuoriesce, non è adatta alla vita
del pesce rosso. Essa,
generalmente, è stata arricchita di cloro (Cl2) per renderla potabile: questo gas,
però, è molto tossico per
tutti gli organismi acquatici.
Fortunatamente, il cloro è
molto volatile ed evapora
spontaneamente, meglio
ancora se si tiene in movimento l’acqua utilizzando un
aeratore collegato ad una
pietra porosa. In ogni caso,
la soluzione migliore, anche
per i successivi cambi, è utilizzare l’acqua del rubinetto
solo dopo averla fatta
“maturare” per 24-48 ore in un recipiente capiente che non abbia mai contenuto liquidi diversi
dall’acqua pura, né sia mai entrato in contatto
con qualsivoglia detergente chimico.
Se, invece, occorre utilizzare subito l’acqua del
rubinetto, è un’ottima idea trattarla con un biocondizionatore liquido per acquari. Questo prodotto contiene sostanze in grado di eliminare
istantaneamente il cloro e di legare eventuali
metalli pesanti tossici ceduti all’acqua dalle condutture. Inoltre, il biocondizionatore contiene
sostanze in grado di ridurre lo stress per i pesci
e proteggere le mucose, dando una mano alle
difese immunitarie dei nostri amici. La scelta dei
prodotti in commercio è molto ampia e può
Fondamentale è, soprattutto, non sovra-alimentare i pesci, assecondandone l’innata e
gioiosa voracità
53
di Mirko Mutalipassi
54
Acquari marini
erborati
L’evoluzione
dei refugium
L'acquariofilia, in tutta onestà, è un hobby che permette
sicuramente di scegliere: acquari di tutte le misure, varie
tipologie d’illuminazione, tecniche di allevamento tra le più
disparate. Quel che rende però affascinante questo hobby
è l'enorme quantità di esseri viventi che è possibile allevare
con successo; soprattutto in acqua dolce è possibile riprodurre un'infinità di biotopi, grazie alle innumerevoli varietà di
pesci, piante ed invertebrati provenienti dalle Americhe, dall'estremo oriente o dall'Africa. Una enorme biodiversità è
presente in queste aree, figlia soprattutto della diversità di
parametri chimico-fisici che è possibile misurare: così non
solo gli ecosistemi, ad esempio, sudamericani sono profondamente diversi da quelli asiatici o africani, ma all'interno
dei singoli ecosistemi ci sono biotopi estremamente variegati. Ciò si ripercuote positivamente sul mercato acquariofilo che ci permette non soltanto di creare degli ecosistemi
artificiali in equilibrio ma, spesso, rende possibile la riproduzione fedele di alcuni biotopi.
Se però ci allontaniamo dalle acque dolci, scopriamo come
il concetto di biotopo, in acquariofilia, si riduce progressivamente fino a scomparire: un acquario marino tropicale
spesso ospita animali pescati in tratti di mare lontanissimi
tra loro. Accade inoltre che alcuni animali, ospitati nei nostri
acquari marini di barriera, come ad esempio il Percnon gibbesi e la Salaria fasciatus, siano animali non strettamente
associati ad aree di reef (e sopratutto il primo non sempre
Reef-Safe). Anche tra i coralli facciamo un po’ di confusione, non soltanto misceliamo Antozoi provenienti da aree
diverse ma anche animali dalle caratteristiche ecologiche
differenti: alcuni LPS come Catalaphyllie e Nemenzophyllie
Cavallucci marini in un acquario popolato da
Caulerpa racemosa e Botryoladia
55
Panoramica di una vasca ricca di alghe
sono solitamente pescati a medie profondità
mentre SPS del genere Acropora sono caratteristici della parte "alta" del Reef. Ambienti più profondi si differenziano dal Reef-crest per tutta una
serie di parametri: luce, temperatura, concentrazione di nutrienti, caratteristiche del substrato,
idrodinamismo.
Non che gli ambienti marini non siano ricchi di
vita! Al contrario proprio le barriere coralline sono
aree ad elevatissima biodiversità. Le maggiori
problematiche si pongono riguardo alla capacità
di adattarsi di determinati animali alla cattività: gli
animali d'acqua dolce vivono già in un ambiente
limitato e sono, per la maggior parte, altamente
adattabili alle nostre vasche. Gli animali marini
invece spesso sono ottimi nuotatori, animali
pelagici, che vivono in immense distese marine,
fattori difficilmente riproducibili soprattutto in
acquari casalinghi. Ovviamente ci sono eccezioni (Gobiti, pesci pagliaccio, Pomacentridi) che,
guarda caso, sono tra gli animali più frequentemente allevati.
Sfruttando le capacità di adattamento di una
determinata specie è possibile ovviamente,
almeno in parte, allevarla con successo in
ambienti differenti rispetto a quelli nativi. Che ciò
sia moralmente giusto è tutta un'altra questione.
Vorremmo però occuparci di un altro caso
emblematico: l'allevamento di pesci caratteristici
di ambienti sabbiosi, fangosi o di distese algali
56
di cavallucci marini e pesci ago che assolutamente non sopportano l'elevato movimento e la
penuria di cibo vivo riscontrabile nelle nostre
vasche marine.
Parziale soluzione si è avuta negli ultimi anni,
quando molti acquariofili lungimiranti hanno
aggiunto ai propri acquari dei “refugium”, piccole vasche, accanto la principale o ricavate nella
sump, in cui allevare alghe (ad azione fitodepurante) e far sviluppare liberamente la
micro/meso/meiofauna dei nostri acquari. Questi
ambienti, in gran parte protetti dai predatori, permettono di alimentare direttamente l'acquario: gli
stessi organismi nonchè i loro stadi larvali e le
loro uova fungono da alimento per il nostro “reef
domestico”.
Qualcuno però ci ha preso gusto; refugium in
vasche un pò più grandi, una manutenzione
superiore, una luce più efficiente, un giusto idrodinamismo ha permesso di allevare in queste
vasche ad alghe una serie di animali più delicati:
siamo stati testimoni di vari esemplari di
Doryrhamphus excisus (uno dei pesci ago più
semplici ma al contempo più belli) allevati con
successo per svariati anni in un acquario ad
alghe ben avviato (capienza circa 300 litri).
Soprattutto negli USA iniziano a intravedersi
acquari marini che riproducono un ambiente ric-
Dettaglio di una Botryoladia
come Pterapogon kauderni o
Nemateleotris magnifica. È giusto inserirli in acquari Reef? O
forse sarebbe più giusto creare
loro un ambiente “più adatto”
alle loro necessità? Un ambiente che, sopratutto nel caso
degli Apogon, permetta anche
un’alimentazione migliore, più
equilibrata e più naturale?
Ci sono poi animali che assolutamente non si adattano ai
parametri chimico-fisici di una
vasca di barriera: è il caso
emblematico di tutta una serie
57
Altri animali di piccole dimensioni trovano cibo tra le alghe
camente vegetato: la miscelazione di fondi sabbiosi e rocciosi permette la coltura di svariati
generi di alghe dalle Caulerpa alle
Chaetomorpha passando per Sargassum e
Botryoladia e tutta una serie di vegetali del genere Halophyta, Halimeda, Cymodocea, Enhalus.
Il risultato è sorprendente: applicando tecniche
proprie dell'acquariofilia dolce è possibile ricreare layout avvincenti e spettacolari grazie alle
numerose tonalità delle varie alghe rosse, verdi e
brune. D'altro canto questi acquari di certo non
necessitano d’imponenti sistemi di filtraggio o
d’ingenti costi di avvio: gli schiumatoi, per quanto utili anche al fine di eliminare parte delle molecole organiche rilasciate dalle stesse alghe, non
devono essere sovradimensionati poiché potrebbero estrarre una serie di molecole utili allo sviluppo algale. Inoltre uno schiumatoio non sovradimensionato vuol dire, con sicurezza assoluta,
un risparmio economico notevole.
I nutrienti inorganici residui, in presenza di massicce quantità di alghe, saranno utilizzati dalle
alghe stesse per la crescita grazie all'enorme
capacità fitodepurativa. Utile, a nostro parere,
l'utilizzo di carbone attivo, specialmente in presenza di alghe chimicamente aggressive come le
Caulerpa, al fine di limitare l'accumulo di sostanze tossiche e ingiallenti. Risulta utile anche l'utilizzo di un filtro meccanico che possa aiutare nell'eliminazione del sedimento che va accumulandosi in preferenza negli interstizi che si formano
tra i granelli di sabbia grossolana.
La manutenzione è semplice: cambi d'acqua
molto diradati nel tempo e potature delle alghe
più invasive; a questo proposito, vista anche
l'ampia scelta di alghe sul mercato, si sconsiglia
vivamente l'utilizzo di Caulerpe. Molte Caulerpa,
in particolare taxifolia e racemosa, sono alloctone e invasive per i nostri mari e per questo non
andrebbero coltivate e, quando già presenti,
58
Nemateleotris decora su prateria di Halophyla
anche di soffocare la flora che inevitabilmente
verrebbe sommersa dalla sabbia.
L'illuminazione solitamente è affidata ad HQI o
T5: rispetto a quanto consigliato solitamente in
acquari di barriera si utilizzerà luce fredda (attini-
smaltite correttamente. È inoltre sconsigliato a
nostro parere sia sifonare il fondo sia smuoverlo
con pompe di movimento: non si rischia solo di
eliminare gran parte della piccola e benefica
fauna che vive sul e nel substrato, ma si rischia
Alcuni animali di piccole dimensioni trovano riparo nella prateria algale
59
Esempio di acquario ricco di alghe popolato da pesci del genere Apogon
ci compresi) miscelata con luce considerata
“calda” dagli acquariofili marini (consigliati neon a
6000 °K). È in ogni caso consigliabile miscelare
neon a lunghezze d'onda differenti al fine di ottenere uno spettro di emissione completo. A questo proposito interessante l'utilizzo della
Korallen-zucht coral light Fiji Purple, capace di
completare lo spettro di emissione sia nelle lunghezze d'onda del rosso (utile alla fotosintesi) sia
nella luce blu "attinica".
Le specie allevabili, come si può ben immaginare, sono tante e ben diversificate. Ovviamente
non tutte le alghe hanno le stesse caratteristiche
eco-fisiologiche: si va dalle Ulvacee a crescita
rapida ed efficiente uptake dei nutrienti ad alghe
verdi molto più “lente” come Acetabularia,
Halimeda o Codium. Necessario anche considerare le richieste d’idrodinamismo e temperatura:
Acetabularia è classica di ambienti riparati e
richiede un basso idrodinamismo, molte altre
vogliono corrente notevolmente più intensa.
Discorso ancora differente per le mangrovie,
caratteristiche di zone di transizione e pertanto di
acque salmastre.
Per maggiori informazioni è possibile visitare i
seguenti siti internet :
http://marineplantbook.com/marinebookindex.htm
http://www.reefland.com/articles/rho/beautifulseagrasses-keeping-true-flowering-plants-inyour-marine-aquarium
http://reefkeeping.com/issues/200604/sl/index.php
Oppure alcuni interessanti topic su forum americani:
http://www.nano-reef.com/forums/index.php?
showtopic=234487
Ringraziamenti
Si ringraziano gli utenti Bitts e Animalmaster6 e
tutto il forum www.nano-reef.com per la gentile
concessione delle immagini.
Le interviste d
Nelle foto di queste pagine si osservano
vari esemplari, alcuni veramente magnifici
e talvolta in riproduzione, dell’allevamento
citato nell’articolo.
62
i aquariophylia
a cura di Gennaro Iovino
internazionali. Sono relazioni che aiutano a comprendere come si muove il “sistema discus” in
ambito europeo ed internazionale.
Ebbene, già da tempo si è acceso un insistente
dibattito internazionale sul futuro che questo
hobby dovrebbe avere. Sono molte le problematiche sul tappeto. Non tutte di comune sentire e
fruire: metro di giudizio, standard, forme di associazionismo, il mercato nella crisi.
Da più parti si discetta se il metro di giudizio dei
discus nelle competizioni vada uniformato a
regole standard; e se le regole per giudicare debbano partire dal genotipo ovvero dal fenotipo dei
Il mondo del Discus è complesso. Soprattutto
perché costituisce una realtà relativamente piccola in Italia. Inoltre è stato un ambiente asfittico fino
a metà del 2010. Poche iniziative, sporadiche
discussioni, interessi mascherati da passione e
tanta gente che proprio non ce la fa a non dire
sempre e comunque il proprio parere. Inoltre, a
tutto questo, c'è da aggiungere un poco di sano
e immancabile approccio italiano alle trame occulte, ai dissapori e alle chiacchiere da bar. Ma il
2010 è stato una parentesi, un acuto. Tuttavia,
fortunatamente, le cose si evolvono.
Già da tre anni intratteniamo intensi rapporti
63
che ne costituirebbero l'ossatura primaria.
Pure da noi il dibattito è acceso, anche se non si
vede. Esso è affrontato nella maniera cara a certi
italiani. Le trame occulte ed il silenzio che permette di tenere tutto sotto traccia. Senza, insomma, svegliare il can che dorme. Ma che, in realtà, ha un occhio sempre vigile.
Comunque, non è questo che interessa ai più.
Una tappa di avvicinamento interessante è stata
Cesena. La manifestazione che vi si svolse a settembre, vide il battesimo di una "Associazione di
allevatori amatoriali italiani" che s’incontrarono in
pesci. Da ciò, ad esempio, deriva l'opportunità o
meno di includere i pigeon come categoria,
oppure no. Dove e come inserire gli snakeskin e
altre cose simili che, forse, ai più non interessano. Quello che può interessare è il dibattito sulle
forme di associazionismo e sulla strutturazione di
questo business/passione.
Oggi, in particolare, si sente con insistenza chiedere la creazione di un’associazione europea,
come parte attiva di una più vasta, addirittura
mondiale. A questa associazione europea
dovrebbero aderire solo i club dei singoli paesi,
64
buon numero per discutere e confrontarsi. Era
presente anche un esponente importante degli
esercenti italiani. Quell’Andrea Sassi, di SG
discus, che oggi, sempre più, sta riuscendo a
travalicare i confini nostrani, per assurgere ad
ambasciatore dello stile italiano nel mondo.
Possiamo affermare, scherzando, che egli è il più
asiatico degli italiani, per il suo approccio globale a questo business. In quella riunione si discusse di come far evolvere questa passione in Italia
e furono presentati singolarmente gli allevatori.
Ovvero l'ossatura della futura associazione.
Vi proporremo una serie d’interviste ed articoli
interessanti, per presentarvi questa realtà amatoriale e semi professionista. Intervisteremo chi ci
vuole stare. Senza paura di ledere alcun interesse.
Soprattutto, cercheremo di intervistare chi ha
veramente qualcosa da dire e, soprattutto, fa davvero pesci. O comunque ci prova seriamente.
Il percorso inizia oggi. E si dipanerà mese dopo
mese. Alla fine, faremo un sunto di ciò che
abbiamo visto ed ascoltato. E cercheremo di
dare un giudizio serio su ciò che abbiamo visto e
anche su ciò che non abbiamo visto!
65
mento delle dimensioni che consentono l'introduzione di altri alimenti: Artemia liofilizzata, granulato, pastone. Nell'accrescimento utilizzo
soprattutto pastone a base di cuore, e artemia
liofilizzata. Cerco comunque di abituare i pesci al
granulato perché, qualora trovassero una nuova
dimora, devono abituarsi il prima possibile alla
nuova alimentazione.
L’intervista
1) La prima cosa che ti viene in mente quando pensi ai discus?
Armonia
2) Un ricordo che porterai sempre con te (se
c'è) riguardante il discus?
Molti ricordi, passati e più recenti, piacevoli e
spiacevoli ma comunque significativi.
7) Che cosa pensi della realtà italiana?
Penso che finalmente dopo molti anni, in cui si
leggevano esclusivamente teorie elaborate da
“professori” del settore, di cui però non ho mai
visto alcun esito, s’iniziano a rilevare ottimi risultati da molti piccoli allevatori amatoriali, accomunati, oltre che dalla passione, dalla giovane età.
E questo mi fa ben sperare per il futuro... anche
se i professori ci sono e ci saranno sempre.
3) Com’era il tuo impianto all'inizio? Hai cambiato qualcosa nel corso degli anni?
Il mio impianto si è ampliato passo dopo passo,
ma rimango sempre fedele ad una gestione “tradizionale”, poco automatizzata delle vasche. Poi,
fino a quando non mi convincerò del contrario,
rimarrò fedele all'utilizzo di acqua di rubinetto.
8) Il termine forum, cosa ti fa venire in mente?
Il forum sarebbe potenzialmente un ottimo
ambiente di confronto, ma purtroppo dà troppo
spazio a polemiche e fraintendimenti, e soprattutto, e questo l’ho notato pressoché in ogni
forum, non consente sempre a tutti piena libertà
di espressione. Alcuni forum sono gestiti in
maniera a mio avviso poco democratica. Gli
utenti appena iscritti a qualsiasi forum non sempre riescono a cogliere appieno la realtà che sta
dietro a quel forum e se ne accorgono solo
quando, magari per caso, “pestano i piedi” a
“personaggi intoccabili”. Sembra assurdo ma è
così!
4) So che hai viaggiato all'estero in cerca di
discus di livello. In particolare in Asia... differenze evidenti nel tipo di gestione dei discus,
rispetto all'Europa?
La principale differenza che ho notato è la ben
nota possibilità che hanno gli asiatici di effettuare cambi totali d'acqua nelle vasche a bassi
costi, per fattori ambientali favorevoli in tale
senso. Questo consente una rapida crescita dei
soggetti e anche, qualora servisse, un approccio
più semplice a determinate patologie.
5) Usi prodotti per evidenziare i colori dei tuoi
pesci?
Ho provato diversi prodotti tra quelli da tempo
menzionati nel settore per evidenziare la colorazione rossa nei pesci. Astaxantina, cantaxantina,
ma nessuno di questi mi ha mai dato un risultato paragonabile a quello dei pesci asiatici.
Ultimamente sto provando un altro additivo, a
basse dosi, e mi sembra di intravedere risultati
migliori.
9) Cure preventive, oppure solo al presentarsi di un problema?
Tendo a trattare i pesci solo quando è strettamente necessario. Ogni tanto effettuo dei trattamenti preventivi per le parassitosi intestinali.
10) Segui il criterio dell'allevamento selettivo,
oppure lasci che le coppie si formino da
sole?
Cerco di incrociare soggetti che presentano particolari caratteristiche che sto ricercando. Se si
ha la fortuna che tali caratteristiche siano in una
6) Come li alimenti?
Alimento i piccoli con naupli di Artemia sino a
circa 1 mese di vita, o comunque al raggiungi66
coppia auto-formatasi... tanto meglio! Spesso
non è così e provo a forzare determinati accoppiamenti, ma non sempre con successo.
11) Cosa vuol dire inbreeding?
Per quello che so io... “accoppiamento tra consanguinei”.
67
12) Credi sia una buona pratica?
Penso che sia fondamentale allo scopo di perfezionare una linea, e che senza questa modalità
non ci sarebbero oggi alcune varietà selezionate.
gioso. Mi piacerebbe poter iscrivere a tale manifestazione, o ad altre, pesci nati e cresciuti da me.
Per quella data non so se avrò esemplari dalle
dimensioni adeguate, ma non è detto. Magari!
13) Quale è il tuo approccio alla genetica del
discus?
Non sono un genetista, e mi baso alle 2-3 nozioni di genetica imparate nei miei percorsi di studio, ma penso sia sufficiente allo scopo...
18) Su cosa stai lavorando attualmente?
Dopo i miei viaggi in Malesia, con non pochi
sacrifici e difficoltà, sono riuscito finalmente a
crearmi un “breeding stock” che reputo di tutto
rispetto e sto cercando di incrociare fra loro le
linee di LSS e Leopard dei migliori allevatori
malesi. Non ho assolutamente idea dei risultati
che otterrò e potrò esprimermi fra qualche mese
in tal senso, ma sono fiducioso. Ciò che a mio
avviso rende affascinanti e pregiate le varietà
LSS è la lenta espressione del pattern definitivo,
che viene raggiunto più tardivamente delle altre
varietà, sempre che non si utilizzino ormoni allo
scopo di colorare precocemente il pesce. E
quasi sempre ho notato che le livree più arabescate e finemente spottate si ottengono negli
esemplari meno precoci nella colorazione.
14) Pastone, o granulato?
Pastone e granulato
15) La luce è importante nella gestione dei
discus?
Penso che la luce sia relativamente importante
per i discus, anche se la creazione di un ritmo circadiano è fondamentale per ogni essere vivente.
Un’eccezione la farei per quanto riguarda la delicata fase di nuoto libero. Qui, soprattutto per
alcune varietà cromatiche di discus, ho notato
che la tipologia di luce può fare la differenza.
19) Dove vorresti arrivare?
Vorrei, come ho già detto, creare una mia linea di
LSS e Ring Leopard; altro obiettivo, meno presuntuoso, è quello di riempirmi le vasche di esemplari perfetti in forma e proporzioni, per il gusto personale di ammirarli nelle mie vasche. Nei miei viaggi in Malesia ho constatato che nessun allevatore
è disposto a cedere alcuni esemplari; anche se in
quelle realtà il discus è un business, emerge quasi
sempre la passione degli stessi professionisti
verso gli esemplari migliori, quindi ho potuto prender bei soggetti, ma non il TOP. Questi soggetti
portano con se un corredo genetico identico al
TOP che ho potuto solo osservare, quindi, con un
minimo di fortuna e tanta dedizione, non escludo
che questa qualità nuoterà nelle mie vasche fra un
annetto. È opinione diffusa, ma scorretta, che in
Asia regalino i pesci, o che venga venduta qualità
per pochi soldi... ma la realtà è ben altra. Come
per fortuna mi è capitato in un’occasione, è più
facile che un allevatore regali come omaggio personale un pesce del suo breeding stock, piuttosto
che lo venda a cifre importanti.
16) Come pensi debba evolversi questa passione in Italia, per portarci al livello dei paesi
più organizzati?
Premetto di essere convinto che siamo sulla
buona strada per farci una reputazione anche
oltre confine. Credo che da una parte si dovrebbero prendere a modello le organizzazioni già
sorte in altre nazioni e cercare di adattarle alla
realtà italiana. Dall’altra, sarebbe bello che ogni
allevatore si specializzasse in poche varietà così
da creare delle linee originali ed esclusive per
arrivare così al discus made in Italy. Ma è un percorso che secondo me richiede qualche anno.
17) Il 29 e 30 settembre 2012, si terrà a
Dortmund il primo "Europen Championship"
di discus. Credi che tu possa prendervi parte
con qualche tuo esemplare?
Sono contento che si sia trovata un’alternativa al
celebre concorso di Duisburg e spero che la passione europea verso questo ciclide contribuisca a
rendere questo appuntamento altrettanto presti68
20) Come pensi debba essere organizzata
un’eventuale associazione italiana di discusofili?
Come ho già detto, si stanno ponendo le basi
per una associazione di allevatori italiani di
discus; come ogni associazione che si rispetti
esistono delle parti burocratiche da definire
dopodiché serve solo che ognuno s’impegni e
faccia vedere i suoi risultati.
21) Se ti dico Gobel, a cosa pensi?
Gobel... uno dei cognomi tedeschi più illustri nel
panorama mondiale del discus.
22) Se ti dico Chai Discus?
Chai discus... potrei sbagliarmi perché non sono
rari i casi di omonimia in asia. Per quello che so,
è un allevatore di discus specializzato nelle varietà rosse.
69
23) Wattley?
Whattley, penso ad un famosissimo
allevatore americano di varietà turchesi e cobalto.
24) Se, invece, dico Shaifullah
Yeng?
Famoso allevatore di Penang: Nura
discus.
25) Se ti dico Gennaro Iovino?
Ehm…
Gennarino! (Risata) Di certo un appassionato con molte conoscenze nel
mondo del discus. Dovrebbe applicarsi di più in prima persona nell'allevamento!
26) Nel tuo ultimo viaggio in Asia;
cosa ti ha più impressionato di quel
mondo del discus?
Al di là dei discus che ho visto, mi ha
impressionato, con una connotazione
poco definibile in senso positivo/negativo l'organizzazione che sta dietro
l'esportazione dei discus. Alleanze e
accordi tra allevatori e brooker...
27) Chi è, secondo te, attualmente il
miglior allevatore al mondo?
Il miglior allevatore al mondo... potrò
esprimermi solo dopo averli visitati
tutti di persona.
28) E il migliore in Italia?
In Italia penso che Francesco Penazzi
sia attualmente l'allevatore amatoriale
più meritevole per costanza di risultati
e standard di discus.
29) Un tuo desiderio per il 2012?
Spero che il nuovo anno mi porti qualche gratificazione nei vari campi in cui
mi sto impegnando, e perché no, che
sia un’annata speciale anche per le
mie coppie pinnute!
70
Per voi negozianti!
Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito,
sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un
accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo
raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese
e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale
di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli
acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella:
Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo,
per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine
per 6 mesi.
In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in
dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi!
… E voi acquariofili: stampate questa pagina e
mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel
caso in cui non ci conosca ancora.
Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti.
Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
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Conchiglie
da collezione
di Lorenzo Luchetta
Viaggio nel mondo di questi fantastici
“gusci” che da tempo immemore sono
oggetto d’interesse per l’uomo che ha
imparato a classificarli, custodirli e collezionarli.
delle conchiglie più e meno note, provando a
rendere l’idea della loro bellezza con immagini ravvicinate della loro livrea.
COSA SONO LE CONCHIGLIE
Di fatto il collezionista di conchiglie è un collezionista di scheletri, in quanto la conchiglia è
a tutti gli effetti un esoscheletro, che ha principalmente funzioni di sostegno e protezione.
La sua composizione è in gran parte (oltre il
90%) basata su carbonato di calcio, quindi la
loro consistenza è dura e compatta, adatta agli
scopi di cui sopra.
Prima presentazione:
i Cipreidi
del Mediterraneo
e del resto del mondo
Monetaria caputserpentis
SCOPO DEL PERCORSO
Da questo numero partiamo con questo viaggio fra le conchiglie da collezione, sperando di
dare un contributo gradito a quanti da anni, o
solo da poco tempo, si sono appassionati a
custodire e osservare queste meraviglie naturali create dai molluschi, architetti sopraffini
capaci di coniugare praticità e bellezza in una
maniera eccezionale.
Nel corso di questi appuntamenti cercheremo
di parlare di come custodire, riparare e ripulire
le conchiglie, e inoltre offriremo una carrellata
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Leporicypraea mappa
LA CLASSIFICAZIONE BASE
DEI MOLLUSCHI
I molluschi sono classificati in base alla metodologia con cui sviluppano il guscio calcareo, e
senza dubbio i gruppi che compongono la
maggioranza delle collezioni sono due: i
Gasteropodi e i Bivalvi. I Gasteropodi sono
caratterizzati da una conchiglia composta di
un solo pezzo, che solitamente si sviluppa con
un meccanismo a spirale, l’animale è caratterizzato dalla testa distinta e munita di tentacoli. Si contano più di 80.000 specie e la stragrande maggioranza “fabbrica” una conchiglia. I
Bivalvi o Pelecipodi sono molluschi caratterizzati dalla produzione di conchiglie composte
da due pezzi distinti. la valve, unite da una cerniera, da un legamento elastico e da uno o due
muscoli. Se ne contano oltre 10.000 specie.
Vi sono altre classi, molto meno numerose, di
molluschi che spesso posseggono una conchiglia. Ricordiamo i Cefalopodi (generalmente a
conchiglia ridotta o assente, ad eccezione dei
generi Nautilus e Argonauta), che contano
circa ottocento specie e sono caratterizzati da
grandi occhi, potenti mascelle e numerosi tentacoli; gli Scafopodi, rappresentati da circa
duecento specie, con una conchiglia che ricorda un tubo dalle estremità aperte; gli
Anfineuri, che sono molluschi primitivi comCypraea tigris
73
specie di cipree appartenenti a cinque ordini
diversi; in proporzione, negli altri mari questi
molluschi sono molto più presenti, ma scopriamo comunque questi rappresentanti
“nostrani”.
Luria lurida (precedentemente Cypraea lurida): è la ciprea più nota e più grande del
Mediterraneo, è facilmente riconoscibile perché possiede due caratteristiche macchie di
colore bruno scuro alle estremità del dorso, che
invece è di un bruno lucido più chiaro. Bisogna
sempre ricordare che in tutte le cipree sono
spesso riscontrabili colorazioni anche molto
diverse nell’ambito della stessa specie, per via
dei molteplici fattori che possono influenzare
la colorazione stessa. La Luria lurida è presente in tutto il Mediterraneo, anche se le zone a
più alta densità sono le coste meridionali e
occidentali.
Erosaria erosa
prendenti circa seicento specie caratterizzate da
una tipica conchiglia composta di placche
coriacee ed infine i Monoplacofori, anch’essi
molluschi primitivi e piuttosto rari, tanto che
per molti anni sono stati noti solo come fossili.
PARLANDO DI CIPREE
I Cipreidi rappresentano senza dubbio la
famiglia più diffusa tra i collezionisti, e spesso
chi ha iniziato la bellissima esperienza della
raccolta e catalogazione delle conchiglie l’ha
fatto con una ciprea. La conchiglia è dura e
brillante, e la sua grande diffusione l’ha messa
al centro del rapporto fra l’uomo e le conchiglie già da tempi antichissimi (la usavano i
cinesi già nel 1.500 a.C.) infatti le cipree sono
state usate dall’uomo come ornamenti (dal
loro nomignolo di “porcellana” o “porcelletta” è
nato il termine porcellana), simboli religiosi, e
soprattutto monete. Se ne contano oltre centosessanta specie diffuse un po’ in tutti i mari, e
non mancano “pezzi” molto rari e particolarmente ambiti dai collezionisti.
Erosaria spurca o Cypraea spurca: più delicata e
leggera della precedente e soprattutto decisamente più rara data la sua netta predilezione
per le zone più calde. Il dorso è generalmente
di una colorazione bianco-giallognola, anche
se le varietà sono molteplici.
Mauritia mauritiana
LE CIPREE DEL MEDITERRANEO
Nel Mar Mediterraneo sono presenti cinque
74
Talparia talpa
Schilderia achatidea (precedentemente Cypraea
physis e Cyprea achatidea): ciprea di lunghezza
media, con dorso color crema cosparso di macchie marroni irregolari ed attraversato da due
bande scure centrali. Anch’essa tipica delle
zone più calde del Mediterraneo e preda assai
ambita dei collezionisti.
chiettature piccole e di colore marrone scuro.
In un passato neanche tanto remoto non era
ritenuta una specie mediterranea, ma tipica del
Mar Rosso; la sua diffusione è stata rivista in
seguito ai numerosi rilevamenti che ne hanno
confermato il regolare ingresso nel
Mediterraneo attraverso il canale di Suez.
Pseudoonaria pyrum (precedentemente Cypraea
pyrum): ciprea abbastanza diffusa, con colorazione del dorso simile alle altre mediterranee
ma con grandissima variabilità di toni; la differenza più visibile con le sue simili è la colorazione della base che è arancio-rossastra.
ALCUNE CIPREE DEL RESTO
DEL MONDO
Come già detto le specie di cipree diffuse in
tutti mari del mondo sono davvero tantissime.
Ne presentiamo qualcuna tra quelle “esotiche”,
corredandone la descrizione con l’immagine
corrispondente.
Erronea caurica: ciprea di forma più allungata
rispetto alle precedenti, con dorso contraddistinto da diverse fasce dorsali e numerose mac-
Monetaria moneta (precedentemente Cypraea
moneta): il genere Monetaria comprende specie
75
Varie cipree dell’Indopacifico tra cui la notissima Monetaria moneta
con ampissima distribuzione nell’Indopacifico.
La caratteristica che ha donato il nome alla
Monetaria moneta si può facilmente intuire: in
epoche già remotissime la sua facile reperibilità e la tipica immagine del dorso che evidenzia un occhiello giallo/dorato in campo bianco
(oltre a tante altre tonalità variabili), la fecero
utilizzare come moneta. Assieme alla stretta
parente Monetaria annulus arrivò a rappresentare una “valuta” riconosciuta in diverse parti
del mondo, anche lontane dall’Indopacifico e
alcuni oggetti di gran valore potevano arrivare
a valere diversi milioni di cipree moneta.
parte della regione Indopacifica (dove ne sono
presenti diverse sottospecie), il suo dorso è caratterizzato da linee brune interrotte da bolli e
soprattutto da una linea ondulata e ramificata
che fa trasparire il colore chiaro di fondo. È
molto apprezzata dai collezionisti di tutto il
mondo e non ne esistono due esemplari identici.
Cypraea tigris: altra ciprea tipicamente
Indopacifica, dal cui nome si evince che il
dorso ricorda il manto di una tigre; è simile
alla sua parente Cypraea pantherina, che però
occupa un areale diverso, essendo la prima
tipica di numerose località della regione
Indopacifica ma assente nel Mar Rosso, e la
seconda specie tipica di questo Mare.
Leporicypraea mappa (precedentemente Cypraea
mappa): particolarissima ciprea, tipica di gran
76
Meraviglioso raccogliere conchiglie, ma
ancora più divertente è recarsi personal’
mente presso le rive di varie località per
OpportunitA di viaggio
in esclusiva per gli abbonati
prelevare campioni interessanti. La nostra
agenzia di riferimento vi aiuta a cercare gli
esemplari più belli. Basta cliccare i link che seguono per raggiungere varie destinazioni utili allo scopo, come descritto nell’articolo:
Si’... viaggiare!
PER TROVARE SPECIE MEDITERRANEE:
http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=malta,tunisia
PER PASSEGGIARE SULLE SPIAGGE DI ISOLE DELL’INDOPACIFICO ALLA RICERCA DI ESEMPLARI COLORATISSIMI:
http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=kenya,zanzibar,madagascar,seychelles,maldive
PER ESPLORARE I LIDI DELLE ISOLE MAURITIUS:
http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=mauritius
Monetaria caputserpentis (precedentemente
Erosaria caputserpentis): decisamente comune
nei bassi fondali dell’Indopacifico, è una ciprea
di piccole dimensioni, caratterizzata da un
dorso di colore marrone carico costellato di
macchiette bianche irregolari; i fianchi sono
avvolti da un anello scuro con una particolare
macchia color nocciola ad entrambe le estremità, più accentuata nella zona posteriore.
Talparia talpa: ciprea abbastanza frequente
dall’Africa Orientale alla Polinesia alle
Hawaii, di medie dimensioni; presenta una
colorazione del dorso abbastanza particolare,
costituita da una barratura orizzontale di strie
bianche e marroni, con una parte inferiore
marrone intenso e molto lucido. La sua parente più stretta è la Talparia exusta, assai più rara
ed endemica del Mar Rosso e del Golfo di
Aden.
Erosaria erosa: altra varietà assai diffusa
nell’Indopacifico. Di piccole dimensioni, ha un
dorso che va dal nocciola chiaro all’ocra marcato, con piccole macchiette crema e talvolta
violette, fianchi caratterizzati da due macchie
semi simmetriche e leggermente squadrate di
colorazione scura che possono variare molto di
tonalità. Nelle Filippine si può trovare una rara
varietà con dorso giallo oro.
Mauritia mauritiana: grande ciprea comune
da Mauritius a tutta l’Africa Orientale e
nell’Indopacifico; ha una caratteristica colorazione del dorso assai scura, con macchie
chiare abbastanza grandi e sparse, mentre i
bordi sono spesso bruno scuro, anche se talvolta possono avere colorazione grigio-brunastra.
77
LE SCHEDE: ORGANISMI MEDITERRANEI
Lo sviluppo delle schede è stato affrontato seguendo le esigenze della navigabilità in internet. Ogni
scheda riporta dettagli sulla tassonomia e sul comportamento dell’organismo in natura e in cattività. Quest’ultimo è aggiornato costantemente dalle esperienze raccolte nel corso degli anni dagli
Amici del Med. Le schede degli organismi sono in continua evoluzione e grazie alla particolare tecnologia utilizzata, in futuro, potranno essere aggiunte nuove funzionalità, come un motore di ricerca personalizzato, collegamenti agli acquari degli amici che ne allevano gli organismi, filmati e tante
altre implementazioni interessanti. La filosofia è quella della condivisione dell’informazione e proprio in quest’ottica si sta avviando lo sviluppo di un’interfaccia web che permetterà a qualsiasi portale o applicazione di accedere al sito web degli sviluppatori a tali dati e quindi pubblicarli in qualsiasi altro punto della rete. Sfruttando questa idea, un programmatore che si trovi in qualsiasi punto
del mondo potrebbe, ad esempio, sviluppare un’applicazione per smart-phone che interroghi informazioni condivise.
A cura di Ciro Vigorito – Socio Ass. EcoAcquario e collaboratore AMM
Progetto condiviso da Associazione EcoAcquario e gli Amici del Med su www.aquariomediterraneo.it – www.ecoacquario.it – www.aiam.info
Halocynthia papillosa (Linneo 1767)
Phylum: Cordati
Subphylum: Tunicati
Classe: Ascidiacei
Famiglia: Pyuridi
Nome comune: Patata di mare
Descrizione: fra tutte le ascidie, spesso difficili da identificare, H. papillosa è fra le più facili, i caratteri
distintivi sono così marcati che difficilmente può essere confusa con un altro Ascidiaceo. Comunemente
il colore è rosso vivo, tuttavia la pigmentazione dipende spesso dalla luce ricevuta dall’esemplare, infatti, in scarsità di luce non è difficile imbattersi in esemplari rosati o quasi del tutto bianchi. Il corpo dalla
forma di sacco presenta due sifoni ben separati e ricoperti di setole, uno apicale nella zona alta del
corpo e uno laterale. La consistenza è coriacea e la superficie è ricoperta da papille che conferiscono
un aspetto ruvido. Raramente raggiunge i 12 cm di lunghezza.
H a b i t a t: è un animale bentonico sessile, vive fisso al fondo senza possibilità di spostarsi, si trova su
fondali rocciosi, fra le praterie di Posidonia o nel coralligeno, da pochi metri siano ad oltre 100 metri di
profondità. Fra le ascidie più comuni del Mediterraneo, predilige zone di penombra.
Biologia: specie filtratrice che si nutre di materiale organico in sospensione, l’acqua entra nel sifone inalante, passa attraverso un cestello branchiale interno che funge da filtro ed esce dal sifone esalante laterale insieme ai prodotti di rifiuto. Possiede potenti muscoli che le permettono di contrarsi espellendo
acqua; se viene stimolata, infatti, contrae rapidamente i sifoni, la cui apertura passa da una forma circolare ad una simile ad una croce. La maturazione e la riproduzione avvengono in novembre, sia in
maniera sessuata (con produzione di gameti maschili e femminili) sia in maniera asessuata mediante
gemmazione. Si tratta di una specie ermafrodita. La larva, natante, ha forma simile a quella di un girino
e metamorfosa dopo essersi fissata al substrato.
EcoAcquario: è uno degli organismi che facilmente resta ammagliato nelle reti da posta della piccola
pesca o che si può recuperare da manufatti e cime prelevate in occasione delle pulizie dei fondali.
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Ambiente in vasca: Necessita di una media corrente e di scarsa luce in vasca.
Illuminazione: Tollera illuminazione di varia entità.
Temperatura: Non si devono superare i 22 °C.
Osservazioni: Specie apprezzata dagli acquariofili per la colorazione rosso viva.
Alimentazione: Animale filtratore, trattiene le particelle organiche sospese nell'acqua per mezzo del
cestello branchiale. In vasca lo si potrà alimentare sia con plancton che con cibo specifico per filtratori.
Varie: Non ama la luce intensa per cui sarebbe meglio collocare gli esemplari in zone scarsamente illuminate e con discreta circolazione dell’acqua. Si possono incollare gli esemplari alle rocce con del collante atossico adeguato cercando di rispettare la posizione che l’animale aveva in natura. È molto sensibile alle variazioni climatiche.
Testo di Fabio Russo e Francesco De Rosa -- foto di Fabio Russo
Per maggiori info consultare il sito Acquario Marino Mediterraneo – www.ecoacquario.it
NOTE TSSONOMICHE
Halocynthia papillosa (Linnaeus, 1767) (secondo World Register of Marine Species (http://www.marinespecies.org/) e http://taxonomicon.taxonomy.nl/TaxonTree.aspx, che indica B. Grzimek, 1973-1975 come fonte.
Halocynthia papillosa (Gunnerus, 1765) secondo Encyclopedia of Life (http://eol.org/) e Catalogue of life
(http://www.catalogueoflife.org/search/all/key/Halocynthia+papillosa/match/1
Riteniamo più corretta l’attribuzione a Gunnerus.
Revisioni: (come riportate da World Register of Marine Species, http://www.marinespecies.org/)
Ascidea rustica, Risso, 1826 (ortografia originale, errata)
Ascidia rustica, Risso, 1826 (omonimo del precedente)
Cynthia papillosa, Gunnerus, 1765 (nuova combinazione)
Pyura papillosa, Gunnerus, 1765 (nuova combinazione)
Tethyum papillosum, Gunnerus, 1765 (combinazione originale)
Tethyum coriaceum, Bohadsch, 1761 (combinazione originale, soppressa)
79
vai col...
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link!
a cura di Mario Loffredo
In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario,
dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete,
però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di
leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi
modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze,
indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i
vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla.
80
Oggi parliamo di…
LA CONDUTTIVITÀ DELL’ACQUA
Si parla di conduttività per indicare una caratteristica di ogni acqua, anzi, di ogni liquido o solido. Si misura, in
pratica, quanta corrente quel dato corpo riesca a trasferire o, in altre parole, quanto esso si opponga al passaggio della corrente elettrica. L’acqua pura si oppone al passaggio della corrente. Non contiene particelle cariche
in grado di trasportare elettroni, quindi è in un certo senso “isolante”. L’acqua di mare, al contrario, contiene
un’elevata quantità di ioni (particelle cariche negativamente o positivamente) e può quindi trasportare facilmente l’elettricità. Quando immergiamo due elettrodi in una soluzione contenente degli ioni, quelli positivi si spostano verso l’anodo, quelli negativi verso il catodo. In questo modo si produce un flusso di corrente che sposta
anche ioni. Infatti, se lasciamo due elettrodi immersi in acqua marina e li colleghiamo ad una batteria, noteremo
presto una certa effervescenza (spostamento di elementi gassosi verso uno dei poli) da una parte, e la deposizione di composti metallici dall’altra.
Ovviamente il nostro scopo, nel caso degli acquari, è totalmente diverso. Utilizzeremo dunque un misuratore in
grado di evitare qualsiasi tipo di “elettrolisi” dell’acqua, che ci fornisca dati sulla quantità di ioni disciolti. Più elevata è la conduttività, maggiore la quantità di ioni disciolti. In acqua marina la conduttività viene utilizzata per
misurare la salinità. Tenendo presente che la composizione dell’acqua marina è molto stabile in tutti gli oceani,
si può misurare la quantità totale di ioni disciolti per ottenere una misura della salinità totale. Ovviamente a questo scopo si utilizzano misuratori adeguati a conduttività elevatissime: un conduttivimetro per acqua dolce,
immerso in acqua di mare, darebbe una misura fuori scala.
Al contrario, i conduttivimetri per acqua dolce sono in genere calibrati per leggere valori tra zero e 2000 µS (si
legge MicroSiemens). Una buona acqua demineralizzata ha una conduttività prossima a zero ma anche valori di
100-200 µS sono accettabili persino per le specie che necessitano di acque molto tenere. Valori prossimi a mille
si riferiscono invece, in genere, ad acque con durezza totale molto elevata o tasso di sostanze inquinanti sopra
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la norma. Infatti, anche la quantità di inquinanti ionici influenza il valore della conduttività. In pratica, conoscendo i nostri valori di partenza e la durezza dell’acqua, ogni aumento di conduttività dovrà essere inteso come un
incremento delle sostanze inquinanti disciolte.
Ma il discorso ci porterebbe molto lontano. Se volete saperne di più, cliccate sui link che seguono e potrete sperimentare un nuovo modo di imparare, più facile e divertente, guidati dal nostro esperto.
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http://www.acquariofili.com/article-print-28.html
http://mydiscus.altervista.org/articoli/13-uno-strumento-indispensabile-il-conduttivimetrohttp://www.seraitalia.com/educational/faq/r_test24.htm
http://www.dolceacquariomarino.com/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=10&t=2099
http://www.lenntech.it/applicazioni/ultrapura/conduttivita/conduttivita-acqua.htm
http://www.acquariofiliaitalia.it/seraitalia/tutto_acquario_esperto_risponde/il_biologo_risponde_cosa_e_la_conduttivita.html
http://digilander.libero.it/aulide/conduttivita.html
http://www.pianetablu.info/educational/articoli/hydra/sera_risponde_011.htm
http://www.eutechinst.com/techtips/tech-tips25.htm
http://www.fluval-g.com/ecsystem_e.php
http://www.aquarticles.com/articles/management/Llambi_Water2.html
http://www.fishchannel.com/saltwater-aquariums/aquarium-frontiers/measure-salinity.aspx
http://www.aqua-magica.com/water-change.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Electrical_resistivity_and_conductivity
http://scienceathome.cienciaviva.pt/conduti_agua_eng.html
http://www.hometrainingtools.com/saltwater-circuit-project/a/1344/
http://environmentalet.org/env1221/phcondtds.htm
http://www.weichwasserfische.de/Leitwert.htm
http://www.aquamax.de/HG53.htm
http://gerhard-ott.suite101.de/elektrische-leitfaehigkeit-von-aquarienwasser-a54323
http://www.aqua-magica.de/wasserwechsel.html
http://www.matuta.de/de/Informationen-und-Artikel/Leitfaehigkeitsmessung-Leitwertmessung-im-Seewasser--399.html
http://www.kattsundco.com/cms_view_article.php?aid=11
http://www.hobbyzucht.eu/index.php?page=leitfaehigkeit-des-wassers
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Betta
splendens
GUIDA AD UN’ADOZIONE CONSAPEVOLE
di Massimo Butera
Betta splendens -possiamo affermarlo senza
ombra di dubbio- è uno dei pesci meglio conosciuti e più desiderati da chi si avvicina al mondo
degli acquari. Non è difficile comprenderne le
ragioni: è un pesce robusto, appariscente nella
forma e caratterizzato da infinite varietà di colore. Persino la sua storia di “combattente” e la sua
tempra hanno contribuito a favorirne l’ascesa.
Va tuttavia ricordato che proprio le ragioni che ne
hanno favorito il successo, hanno contribuito a
provocare una gestione scellerata di questo
pesce. Chi di noi non ha chiara nella mente l’immagine di un betta che “sguazza” in un bicchiere d’acqua mezzo pieno (per gli inguaribili ottimisti, o mezzo vuoto per gli amanti dei Betta!) nei
negozi di animali delle nostre città? La capacità
di sopravvivere in spazi angusti, eredità atavica
della vita nelle asfittiche acque delle risaie della
Malacca, ha attratto troppo spesso l’attenzione
di commercianti che propongono l’impossibile
per l’allevamento del Betta.
Basta guardarsi intorno nei negozi specializzati,
o tra le pagine delle riviste, per ammirare “villette
super-lusso” per Betta splendens di ben due litri
di capienza! Troppa grazia: qualcuno propone
anche una versione mini, per scongiurare problemi domestici di spazio! Se questa è la visione
che avete del Betta, sicuramente la lettura di
questo breve articolo vi aiuterà a… raddrizzare la
mira.
Vista frontale di una vasca dell’autore
di 20lt
84
Vasca arredata in occasione di un bettaday
85
precedenza, siano sufficienti. Tra l’altro, qualche
negoziante sprovveduto o privo di scrupoli
potrebbe avervelo addirittura fatto credere. Ma è
il caso di rivedere subito questa convinzione.
Le ragioni del no a questo tipo di vasca per Betta
sono davvero tante. In primo luogo una ragione
morale: non si può umiliare la storia e la tempra
del “combattente del Siam“ (nome con cui è
anche conosciuto il nostro amico), destinandolo
ad una vita di stenti in una vaschetta da pochi
litri. Un Betta “felice” si riconosce anche dai colori vivaci e brillanti; quando esso si muove lentamente in una vasca di dimensioni adeguate e
ben arredata, vi assicuro, produce uno spettacolo unico, di cui godrete davvero per lungo tempo.
Vi ripagherà in pieno del piccolo investimento
necessario per acquistare l’attrezzatura minima!
Se, a questo punto, si è materializzata nella
vostra mente una vasca ingombrante, dalla tecnica sovrabbondante e siete già alla ricerca di un
angolo adeguato nel vostro piccolo appartamento, state tranquilli: non è necessario niente di
tutto ciò. Al contrario, Betta è davvero un pesce
di facile gestione. Basta entrare in un negozio
specializzato e scegliere tra i tanti modelli di
acquari (quelli veri) disponibili.
Planorbarius
Il nostro amico Anabantide possiede caratteristiche straordinarie: si accontenta di cure minime;
è in grado di sopportare alcuni piccoli errori dell’acquariofilo; ha ridotte dimensioni che gli permettono di vivere in un “monolocale”, purché…
di dimensioni adeguate. Tra breve elencheremo
le regole imprescindibili per una corretta scelta
ed un adeguato mantenimento: ci aiuteranno a
godere per lunghissimo tempo della straordinaria
compagnia di un meraviglioso pesciolino. Esso ci
ripagherà venendoci incontro mentre ci avviciniamo alla sua residenza e ci strapperà spavaldamente il cibo dalle mani; giocherà con i nostri
attrezzi di pulizia e, a volte, ci scaccerà a colpi di
denti per aver importunato la sua privacy nel
momento sbagliato.
Necessita dunque, come ogni altro ospite dell’acquario, di cure appropriate e ora impareremo
quali di esse sono veramente indispensabili.
Un Betta nel bicchiere: crudeli abitudini!
LA VASCA
Avete dunque accarezzato l’idea di avere un
enfant terrible come compagno? Magari in una
vaschetta di plastica della capacità di qualche
litro o, peggio ancora, in una boccia di vetro? Vi
prego, cancellate quest’idea dalla mente. Avrete
probabilmente potuto pensare che i due-tre litri,
in confronto al bicchierino dov’è sopravvissuto in
86
Un Betta allevato dall’autore
Cosa dire delle dimensioni? Beh, dai 15-20 litri che si può ritenere un volume minimo - fino a
quanto vi pare! Ovviamente dobbiamo aver le
idee chiare sull’ambiente da realizzare.
Una piccola vasca, anche da soli dieci litri, può
essere sufficiente a un maschio, ma escludiamo
di ospitare una coppia in una vasca da venti litri
o meno perché, anche se ben arredata e piantumata, i due esemplari si stresserebbero troppo,
inseguendosi tutto il giorno: questo, alla lunga,
sarebbe deleterio per la loro salute. Qualcuno
consiglia, a questo punto, di ospitare almeno 34 femmine. È una soluzione che impedisce al
maschio di stressare la sua unica compagna.
Tuttavia tale soluzione non fa altro che spostare
il problema sul maschio, il quale trascorrerebbe
le sue giornate a fare e disfare il nido e ad inseguir donzelle, fino a dimenticare anche di nutrirsi, con conseguenze negative sul suo stato di
salute.
Al contrario possiamo introdurre in vasca qualche altro compagno, come ad esempio un gruppetto di Trigonostigma heteromorpha, pesci piccoli e molto tranquilli in grado di movimentare la
vasca, appartenenti al medesimo biotopo del
Betta. In questo caso, ovviamente, dovremo utilizzare una vasca di dimensioni adeguate alla
coppia di Betta e ai loro compagni di vasca. Se
non v’interessa la fedeltà al biotopo asiatico, allora potreste optare, in sostituzione, per pesci di
origine diversa, come neon e cardinali, oppure
delle Petitella georgiae, o qualche altro pesciolino di gruppo che crei un po’ di movimento.
Per il controllo delle alghe, che in una vasca piccola, per quanto ben gestita, non mancheranno
di comparire, inserite qualche lumachina del
genere Planorbarius. Sarebbero da evitare piccoli decapodi del genere Caridina, perché
potrebbero essere a loro volta predati dal Betta;
io suggerirei invece uno o alcuni Pangio kuhlii,
87
Una vasca dell'autore da 100 lt allestita per l’allevamento di Betta
no il meccanismo sopra descritto, assicurando
una certa tranquillità a tutti gli inquilini della
vasca. Se proprio dovete o volete optare per una
piccola vasca, non disdegnate l’idea d’inserire
solo delle femmine di betta: queste ultime non
sempre presentano le livree brillanti dei maschi,
ma risultano comunque molto colorate e vivaci e
sono capaci di vivere in gruppo, regalando un
bell’effetto d’insieme.
Parliamo ora, solo brevemente della tecnica (per
maggiori dettagli vi rimandiamo ad articoli specifici). La vasca dovrà essere provvista di un filtro
(suggerisco quello biologico) che non crei un
movimento eccessivo dell’acqua, in quanto gli
ambienti dove vive il Betta sono prevalentemente costituiti da acque stagnanti e acquitrini ai
margini delle risaie. Sarà anche necessario dotare la vasca di un termoriscaldatore di potenza
adeguata al volume d’acqua da riscaldare. Si
dovrà garantire una temperatura media di circa
piccolo discreto e molto colorato, meno soggetto ad attacchi da parte del Betta rispetto alle
Caridina.
Se proprio volessimo rischiare con delle
Caridina, un consiglio che non risolve totalmente
il problema della predazione è quello di inserire
per primi in vasca i decapodi; in questo modo
quando il Betta sarà introdotto, le accetterà nell’ambiente, anche se da quel momento in poi lo
stesso diventerà il suo esclusivo territorio. Per
contro, se opteremo per Pangio kuhlii, sarà davvero appagante cercarlo tra il fitto della vegetazione e vederlo emergere quando somministreremo il cibo. Quanto accennato vale, ovviamente, anche se decideremo per una vasca più
grande. Superati i 60 litri e in presenza di una fitta
vegetazione, si potranno inserire anche delle
femmine di Betta, sempre più di una, così il
maschio non le tormenterà con le sue attenzioni.
Le dimensioni maggiori dell’acquario disinnesca88
24° C per mantenere in buona salute il nostro
Betta. L'impianto d’illuminazione dovrebbe fornire radiazioni sufficienti e adeguate alle piante che
s’intendono coltivare.
luogo l’ambiente dove vive. Probabilmente sarà
in un piccolo barattolo di vetro, ma sul fondo vi è
del cibo che sta marcendo? Ci sono escrementi? L’acqua presenta un colore cristallino? È inodore, o è maleodorante e giallognola? Un pesce
tenuto in cattive condizioni igieniche potrebbe
manifestare presto delle infezioni legate all’ambiente malsano e allo stress fisico cui è stato sottoposto.
Se l’ambiente appare igienicamente sano, concentriamoci sul pesce. Guardiamo attentamente
i suoi occhi, che devono essere brillanti, non
opachi e spenti. Dovremo assicurarci che il soggetto non presenti ferite o lesioni, né granuli
biancastri di varie dimensioni sulla pelle (a volte
possono apparire come “infarinati”): in altre parole non deve presentare sintomi d’infezioni esterne. I colori devono essere uniformi, non a chiazze e non opachi. Le pinne non dovranno apparire sfrangiate o con bordi lattiginosi. Attenzione
anche alle branchie, che non devono essere
gonfie né troppo aperte se il pesce non è in parata, né tantomeno presentarsi arrossate, ma
dovrebbero essere di un naturale colore roseo.
Osservate anche il suo stomaco: guardando il
Betta di fronte esso non deve apparire gonfio,
perché questo potrebbe essere sintomo d’infezioni o di varie patologie.
Verificato tutto ciò ed essendo oramai certi del
buono stato di salute del nostro soggetto, è arrivato il momento di testarne la reattività. Senza
toccarlo, né tantomeno battendo sul vetro, avvicinate discretamente le vostre dita alla vaschetta, assicurandovi che vi veda: dovrebbe reagire
immediatamente mettendosi in movimento. Se
anche questa prova è superata, avete probabilmente trovato il vostro Betta!
Volutamente non abbiamo accennato alla scelta
tra le infinite varietà di forma e colorazioni.
Sappiate però che esistono almeno cinque varietà principali: veiltail, crowntail, halfmoon, doubletail, plakat. C'è anche una notevole varietà di
colorazioni che vanno dal bianco puro fino davvero… all’infinito.
Ma questa è un’altra storia, che vi racconteremo
in seguito!
L’ACQUA
L’acqua, per tutti i pesci, è l’elemento di base al
quale dobbiamo prestare la massima attenzione,
e questo vale ovviamente anche per il nostro
eroe, benché abbia fama di essere un pesce
molto adattabile. Il Betta vive in acque tenere.
Alcuni utilizzano quelle di origine piovana, che
solitamente hanno un pH compreso tra 6,4 e
6,8. Sarà necessario scegliere con cura l’acqua
da utilizzare per la nostra vasca. Utile a tale
scopo è un test preliminare dell’acqua di rubinetto, per valutarne le caratteristiche e comprendere se sia o no adatta ai bisogni fisiologici del
nostro ospite. Indico quelle che secondo la mia
esperienza sono le caratteristiche ottimali: pH
6.5 - 6.8; GH < 10°d; KH < 4°. Ovviamente è
fondamentale assicurare assenza di sostanze
inquinanti, come ammoniaca, nitriti e nitrati.
Alcuni utilizzano acqua da osmosi nei loro allevamenti. Questa sicuramente garantisce un’eccellente qualità. Tuttavia dovremmo evitare di utilizzare esclusivamente acqua di osmosi, perché
troppo tenera per le necessità di Betta. La cosa
migliore da fare consiste nell’utilizzo di appositi
sali per reintegrare il giusto contenuto minerale
del liquido, oppure miscelare l’acqua da osmosi
(50%) ad acqua di fonte o, valori permettendo, a
quella di rubinetto decantata.
Benché quelli suddetti siano, secondo la mia
esperienza, i valori ottimali per l’allevamento, è
corretto aggiungere che i Betta in vendita molto
probabilmente non hanno mai frequentato
ambienti naturali e sono adattati a vivere e a riprodursi in diverse condizioni di allevamento, con pH
compresi tra 6 e 8, durezza sino a 25°dGH e
temperatura tra 24 e 30°C (per la riproduzione
28-30°), o anche qualche grado in meno.
A questo punto siete pronti a introdurre il vostro
inquilino in vasca: è arrivato il momento della
scelta! Che cosa dovete controllare nel momento in cui state per acquistare un Betta? In primo
89
AQUARIO
PHOTO C
Ecco i lettori che hanno risposto all’iniziativa Photo Contest di questo mese. Come ricorderete, vogliamo aiutarvi a mostrare i vostri capolavori ad un pubblico più vasto rispetto alla semplice parentela!
Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, diciamolo sinceramente, è bello anche
mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si
stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo allargare un po’ la cerchia degli amici da
stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia. Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti
i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine), però possiamo promettere di pubblicare le
più belle. Abbiamo quindi ideato una bella gara, senza trucchi e senza inganni, per permettere a tutti
di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web
che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le tre
più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi. Ricordiamo a tutti di inviare le foto in alta qualità altrimenti ci sarà impossibile pubblicarle.
Riportiamo qui sotto il regolamento per partecipare a questo concorso.
Ringraziamo Vittorio, di Formia, che ha spedito tre belle foto al sito bst67.net. Tra quelle inviate è stata scelta una soggettiva riguardante uno scalare sotto la luce di una fitostimolante. Ci
complimentiamo con il lettore invitandolo a continuare in questa passione che, evidentemente, dà buoni frutti.
90
OPHYLIA
CONTEST
Alessia, da Baranzate, ci invia la foto del suo acquario di comunità, dove si scorge la presenza
di una sala parto: acquario bello e pieno di verde, complimenti.
Regolamento photo contest
Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a
1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito.
Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta
dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome del91
l’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it alla
eventuale pubblicazione delle più meritevoli.
In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia.
Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli verranno inviate alla
rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione
si pubblicherà anche il nome dell’autore e la descrizione contenuta nella scheda.
Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le
vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti.
Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina
photo contest di aquariophylia.
www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla
paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata
copiata, tale foto sarà cancellata.
I vostri dati personali, non verranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri
siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e
rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest.
È la prima volta che pubblichiamo una foto alla quale siano state applicate delle modifiche con
un programma di grafica, ma questa ci ha particolarmente stupito! L'autore non spiega il motivo di questa decisione ma abbiamo il dubbio che… abbia iniziato dal lampo nel vetro. Il risultato però è molto gradevole ed anche i pesci gioiello africani sembrano convinti. Si chiama
Stefano, e lo ringraziamo per l'originalità.
92
L’acquario…
in poesia
ACQUARIO (due acrostici)
di Mariella Bettarini
I
Amor dell’acqua? Delle acquatiche piante?
Creature si muovono leste (o lente)
Qua e là nell’acquario – amorose presenze
Ubique – vegetali – animali Addette ad essere osservate – amate da non
Rare umane presenze che vi si
Impegnano – fieri amanti dell’acqua (dolce – salata) - costanti
Osservatori – custodi degli abitanti suoi
II
Accudire silenziosi abitanti dell’acqua Che stanno vigili e attenti – e attendono
Quel che si offre – porta – si propone dagli umani Unite creature – e però in diversi elementi: acqua – aria Aria ed acqua che dicono vicende loro - vite
Risolte in acqua o aria – e voi – pesci – molluschi Infinite specie acquee viventi – voi – ammirabili vite Osservate splendenti dietro un vetro
94
Se gli acrostici di questo mese vi sono piaciuti sappiate che è possibile approfondire ancora questo argomento, grazie ad aquariophylia ed alla grande produttività letteraria della
nostra ospite poetessa. Basterà cliccare sui link che seguono per passare dal funzionamento dei filtri… all’arte di Calliope!
SITO WEB DELL’AUTRICE: www.mariellabettarini.it
LA RIVISTA “L’AREA DI BROCA”: www.emt.it/broca
PER LEGGERE L’E-BOOK: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43
In occasione del settantesimo compleanno di Mariella Bettarini, è disponibile in eBook una
sua raccolta poetica già proposta a stampa nel 1991 con le Edizioni Gazebo. Intendiamo in tal
modo ringraziarla per l'amicizia e per la sua presenza a sostegno e incoraggiamento al nostro
lavoro, augurandole buon proseguimento di vita e di scrittura:
DELLE NUVOLE
Poesie di Mariella Bettarini, LaRecherche.it
Con una nota introduttiva dell’autrice
Apri/leggi/commenta l’eBook: www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=102
Ho ideato questa breve raccolta - che via
via lentamente si è andata componendo spinta da ciò che spinge e muove da sempre il fare poetico: l’osservazione, la constatazione di ciò che esiste, la contemplazione, lo stupore, e poi la lunga dimenticanza e ancora l’osservazione, la meraviglia, il rapporto cangiante fra ciò che
appare e ciò che - di quanto appare - non
si conosce, ossia l’ignoto, l’inconoscibile e
via via, circolarmente ma anche spiralicamente. Non dissimile, credo, nella sua
origine, la passione dello scienziato, del
biologo, del chimico, del botanico, dell’astronomo. […]
Dalla nota introduttiva dell’autrice
95
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
Questo non mi convince...
In questa sezione della rivista tratteremo di prodotti che hanno, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in
poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per
accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato
o da errori di utilizzo. Successivamente cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni,
che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cercheremo soprattutto di offrire
un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare
di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti ed accessori
che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente,
a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi
avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate
lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.
a cura della redazione
ASKOLL o HYDOR?
SVELATO L’ARCANO...
L’errore potrebbe essere di quelli imperdonabili. Nella rubrica “questo non mi convince” di novembre 2011
se la vostra redazione non avesse fatto opportune verifiche (che io invece NON ho fatto proprio – mea
culpa) avrei criminalizzato la Askoll per un malfunzionamento di un loro prodotto che non è assolutamente da attribuirle. La pompa di cui volevo parlare nella rubrica era la Hydor “Seltz L45II”, mentre la Askoll
(che all'inizio non volevo menzionare nell'articolo, ma che a questo punto va nominata chiaramente) è
quella comprata poi, che svolge egregiamente le sue funzioni dal momento dell'acquisto. In sostanza vi ho
spedito via mail il documento sbagliato, cioè la vecchia bozza iniziale nella quale avevo invertito i nomi
delle marche, senza riguardarlo proprio, ed è uscito fuori questo sbaglio di proporzioni ciclopiche che è finito pure coll'essere pubblicato!
Mi prendo le mie responsabilità, mi scuso con la Askoll e con la redazione, spero mi comprendiate.
Ovviamente tutto il discorso fatto per la Askoll però va girato alla pompa Hydor.
Roberto Taglieri
96
MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
Il rapporto con i nostri lettori è uno dei punti cardine della nostra politica. Il dialogo e il confronto sono mezzi per raggiungere la conoscenza e,
perchè no, scardinare nostre convinzioni
qualche volta errate. In una simile ottica abbiamo ricevuto con immenso piacere la rettifica
del signor Taglieri, felici di poter continuare il
confronto su argomenti così delicati e “tecnici”
come quelli affrontati nel numero 10 di
Aquariophylia. In quella sede trattammo di un
fastidioso problema riscontrato dal nostro lettore: la pompa di risalita del Signor Taglieri risultava essere soggetta a continue rotture dell'alberino con ovvie ricadute su costi di sostituzione e dubbi sull'affidabilità della pompa
stessa e sulla bontà del progetto. Nonostante il
Immagine della Seltz L-20 II
disguido riguardante il modello e la marca della
pompa, ci sembra possa essere di comune utilità
difetti emergeva un quadro molto confuso: in
entrare più in dettaglio delle problematiche rel-
alcune aree si riscontrava un elevato numero di
ative alla Hydor Seltz L-45 II. È, a suo modo, una
giranti rotte, in altre aree geografiche invece si
pompa rivoluzionaria: il disegno della girante,
registrava la presenza di utenza felice del pro-
unico nel suo genere, è stato fonte di gioia e
prio acquisto.
dolori per Hydor.
Con il senno di poi abbiamo dato una moti-
La girante “a chiocciola” nasce infatti al fine di
vazione a questi dati contraddittori facendo
ottimizzare le prestazioni e i consumi, capace di
fede alla teoria del rasoio di Occam: semplice-
convogliare il flusso d'acqua verso l'uscita e lim-
mente le pompe si rompevano con frequenza
itare le turbolenze nella camera della pompa.
maggiore in zone con frequenti black-out o
Quando, qualche anno fa, uscirono le prime
sbalzi di tensione generati dalla rete elettrica;
Seltz, munite di questa rivoluzionaria girante,
altro motivo di rottura risultava poi essere l'uti-
apparve chiaro che qualcosa si stava muovendo
lizzo temporizzato della pompa che porta ad un
nel panorama della tecnica “marina” e delle
inevitabile aumento degli On-Off e una
pompe di risalita dominate da pompe con giran-
riduzione della vita della girante. Gli utilizzatori
ti a pale. Inizialmente si ebbero grossi successi: la
felici erano invece coloro i quali semplicemente
pompa andava bene, svolgeva egregiamente il
avevano montato sistemi UPS o godevano di
suo lavoro e fu adattata anche per un utilizzo
una rete elettrica molto stabile, utilizzando la
come pompa di schiumazione, proponendo in
pompa in modo continuo, ad esempio, come sis-
commercio un’apposita variante con girante a
tema di risalita per il proprio acquario.
spazzola.
Le problematiche relative alla partenza sono da
Il problema, di una pompa e di una girante stu-
imputarsi, come è stato correttamente descritto
diata in questo modo, risultava essere la fase di
dal nostro lettore, al punto di incollaggio tra il
avvio della stessa. Da una casistica sommaria dei
“piatto di plastica” e il magnete. La torsione in
97
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
La pompa in dettaglio
Siamo però in disaccordo con
il nostro lettore riguardo la
casistica dei difetti sulle
Hydor
Seltz
di
inferiori
“dimensioni”: numerose sono
state le rotture subite nel giro
di un anno solare dalla nostra
Seltz L-20, utilizzata inizialmente per rimescolare il sale
marino e oramai relegata in
soffitta.
Sono inoltre numerose le segnalazioni di persone che
partenza ne danneggia il punto di giunzione
lamentano i suoi stessi problemi, ma su pompe
fino a farlo rompere. Nelle pompe con girante a
più “piccole”. Ultima ma non ultima la questione
chiocciola questo è ancor più evidente. La nostra
assistenza: non abbiamo mai avuto particolari
impressione è che, in partenza, la girante può
problemi con l'assistenza Hydor, che ci è anzi
partire al contrario aumentando così i rischi di
sembrata piuttosto pronta al dialogo.Vorremmo
un danno alla stessa; la girante, in questo caso,
pertanto consigliarle di ricontattare l’azienda al
effettua (secondo quanto da noi osservato) un
più presto, al fine di ricevere quantomeno una
mezzo giro in senso contrario per poi arrestarsi
loro interpretazione del difetto da lei riscontrato.
bruscamente e ripartire nel giusto senso di rota-
In definitiva ci sentiamo di consigliarle l'utilizzo
zione. In alcune pompe di una certa età abbiamo
di una Seltz, se utilizzata in modo continuo, con
riscontrato anche una tendenza della girante ad
stabilizzatori di corrente o in aree a basso rischio
avvitarsi nella camera, cosa che sembrerebbe
di black-out.
essere stata risolta negli ultimi
modelli.
Non abbiamo disponibilità di un
lotto recente di Seltz e quindi non
possiamo affermare che i difetti suddetti siano ancora presenti nell’odierna produzione industriale.
Confidiamo nella partecipazione dei
nostri lettori: avete una Seltz L-45 II?
Ne siete soddisfatti? Dateci un
vostro parere!
Dettaglio della girante oramai
inutilizzabile
98
Allestimento di u
Aqua Desi
di Marco D
100
un acquario ADA
ign Amano
Di Natale
La filosofia ADA è figlia diretta della
cultura giapponese. Il suo ideatore,
Takashi Amàno, è al contempo un
famoso acquariofilo e un guru visionario e la sua filosofia sta acquisendo sempre più fama e notorietà a
livello internazionale. Tale successo
è dovuto in particolare al modo
innovativo di fare acquariofilia: sono
infatti introdotti i concetti, i gusti e le
prospettive del giardinaggio zen
giapponese. I paesaggi subacquei
che vengono riprodotti, sono rappresentazioni in miniatura di paesaggi naturali terrestri.
Al fine di diffondere tra gli appassionati di acquariologia di acqua dolce
1. allestimento dell’acquario ADA
tenutasi lo scorso 7 Dicembre presso il negozio di acquariologia
Mondonatura al Vomero; 2. vasca in
extrachiaro 60x45x45 utilizzata per
l’allestimento; 3. confezione di
Tourmaline BC e il prodotto distribuito uniformemente sul fondo
della vasca; 4. primo strato del
fondo realizzato con 1-2cm di
Power Sand posizionato al di sopra
del Tourmaline BC; 5. confezioni di
Bacter 100 e Clear Super; 6. primo
e secondo strato del fondo. Il primo
costituito da Power Sand, il secondo da Bacter 100 e Clear Super; 7.
introduzione del terzo strato del
fondo, costituito dal terriccio naturale New Amazonia
101
Posizionamento del terriccio in modo tale da
formare uno strato di 6 cm sul fronte e 12 cm sul
retro
i principi chiave di questa particolare e affascinante filosofia, è stata organizzata una presentazione sull’allestimento dell’acquario ADA lo scorso 7 Dicembre presso il negozio napoletano di
acquariologia Mondonatura al Vomero (foto 1).
Numerosi ed entusiasti sono stati i partecipanti
che hanno assistito a tale evento reso possibile
grazie al proprietario, Rosario Tommasone, che
ha gentilmente messo a disposizione il locale.
Un collaboratore ADA, Davide Chiacchio, ha illustrato nel dettaglio le tecniche e i prodotti utilizzati nell’allestimento di un acquario tropicale di
acqua dolce seguendo la filosofia ADA. Tale filosofia vede il giardino come un punto di meditazione e fondamentale per l’equilibrio psicofisico
dell’uomo. Tale scopo viene raggiunto attraverso
una forte piantumazione e l'utilizzo di tecniche
102
10. introduzione di acqua di osmosi in vasca con l’ausilio di una bustina, per facilitare l’immissione
delle piante ed evitare di smuovere il fondo; 11. introduzione della pianta “da prato” Eleocharis parvula tramite l’ausilio di particolari pinzette in acciaio inox; 12. posizionamento della pianta “a stelo”
Pogostemon stellata; 13. introduzione delle piante “a stelo”nella parte posteriore della vasca:
Eusteralis stellata, Rotala wallichii e Mayaca fluviatilis; 14. riempimento totale dell’acquario servendosi sempre della bustina di plastica
prospettiche tipiche. A conferma di quanto
detto, ADA ha introdotto sul mercato una serie di
prodotti innovativi sia dal punto di vista stilistico,
tra i tanti ad esempio raccordi e tubi in cristallo
quasi invisibili, sia per quanto riguarda la fertilizzazione nel substrato e in acqua.
Nella presentazione effettuata è stata allestita
una vasca in extrachiaro con le seguenti dimensioni, che rispettano le proporzioni della sezione
aurea: 60 x 45 x 45 (foto 2). La sezione aurea
chiamata anche proporzione divina, non è altro
che un rapporto tra due lunghezze diseguali. Tale
rapporto
equivale
approssimativamente
a
1,6180. Questa proporzione è molto frequente in
natura e viene riconosciuta come ideale di bellezza e armonia.
Introduzione delle rocce in vasca, posizionate in
modo particolare secondo la sezione aurea
103
Filtro ADA inserito della serie Super Jet Filter
IL FONDO
to con 1-2 cm di Power Sand (foto 4), costituito
Come primo passo, sono stati illustrati e quindi
da granuli in pomice molto porosi arricchiti con
inseriti i vari strati arricchiti per la realizzazione
elementi nutritivi e torba; le principali funzioni di
del fondo. Prima di inserire il primo strato, il
tale sostanza sono di assicurare la circolazione
fondo della vasca è stato cosparso uniforme-
dell’acqua attraverso il substrato, garantire l’os-
mente con Tourmaline bc, (foto 3) un minerale
sigenazione delle radici delle piante e creare
estremamente interessante capace sia di pro-
condizioni ideali per l’attività batterica.
muovere la circolazione dell’acqua nel substrato
Al di sopra del Power Sand, è stato realizzato il
tramite la generazione di piccole quantità di elet-
secondo strato costituito da Bacter 100 e Clear
tricità elettrostatica, sia di migliorare l’attività
Super (foto 5-6). Il primo è un prodotto compo-
batterica al fine di prevenire la compattazione
sto da più di 100 ceppi batterici che si attivano
del fondo, rendendolo stabile ed efficiente per
a contatto con l’acqua. Il secondo invece è una
lungo tempo. Tale sostanza è composta da tor-
polvere di carbone attivo con una doppia funzio-
malina a grana fine e polvere di carbone attivo.
ne: assorbe le sostanze organiche che nel pri-
Il primo strato del fondo è stato quindi realizza-
missimo periodo di maturazione della vasca,
installazione dell’In e Out realizzati in vetro soffiato a mano
104
potrebbero determinare un inquinamento all’in-
PIANTUMAZIONE
terno del substrato; presenta una serie di
Per creare l’effetto profondità, si è cercato di
nutrienti che vanno a stimolare la crescita dei
disporre le piante in base alla loro colorazione (le
batteri nitrificanti.
piante più scure avanti e man mano le più chiare
Il terzo e ultimo strato generalmente viene effet-
dietro) e tipologia di crescita. Per inserire le pian-
tuato tramite l’utilizzo degli Aqua Soil. Questi
te nel substrato, sono state utilizzate efficaci pin-
sono terricci naturali ricchi di macronutrienti,
zette di acciaio inox. Nella parte anteriore della
elementi in traccia e acidi umici. Inoltre sono in
vasca vanno posizionate piante “da prato”. Nel
grado di portare il pH ad un valore tale da favo-
caso specifico è stata introdotta Eleocharis par-
rire la crescita delle piante acquatiche. ADA pro-
vula (foto 11). Tale pianta, proveniente dal Nord
pone tre tipologie di Aquasoil (la New Amazonia,
America ed Africa, riesce in breve tempo a colo-
l’Africana e la Malaya); nel nostro caso è stata
nizzare tutto il fondale a sua disposizione for-
utilizzata la New Amazonia (foto 7) posizionata in
mando un fitto manto erboso. In posizione cen-
modo tale da formare uno strato di 6 cm sul
trale è stata sistemata la Pogostemon stellata
fronte e 12 cm sul retro (foto 8). Tale terriccio è
(foto 12), pianta “a stelo ”molto diffusa in Cina,
di colore nero, non influisce sul colore dell’acqua
Giappone, Taiwan, Nuova Guinea e Australia,
ma la rende limpida e trasparente ed è general-
che se adeguatamente potata si mantiene bassa
mente impiegato in vasche ricche di vegetazio-
formando un fitto cespuglio.
ne con piante a metabolismo veloce.
Il fondo della vasca è stato invece dedicato alle
piante “a stelo” in quanto presentano una cresci-
DECORAZIONI, ROCCE E LEGNI
ta che si sviluppa soprattutto in altezza. Per
Terminato il posizionamento del substrato, si
quanto riguarda la disposizione di tali piante è
procede con l’introduzione di rocce o legni
consigliato collocare quelle rosse e quelle a foglia
come arredamento interno alla vasca. Si parla di
larga anteriormente rispetto alle altre piante a
Iwagumi nel caso in cui è effettuata una compo-
“stelo”. Ovviamente, come accennato in prece-
sizione con rocce, di Ryoboku se invece viene
denza, quelle verde scuro devono essere sempre
eseguita con legni. In particolare, nel nostro
poste davanti rispetto a quelle verde chiaro. Le
caso, sono state introdotte rocce seguendo un
piante “a stelo”inserite sono state: Eusteralis stel-
criterio ben preciso: generalmente, si preferisce
lata, Rotala wallichii e Mayaca fluviatilis (foto 13).
introdurre un numero dispari di rocce, della
stessa tipologia e colore, al fine di rendere
FERTILIZZAZIONE
armonico, omogeneo e naturale il layout. La roc-
Ovviamente per una crescita rigogliosa delle
cia principale deve essere posizionata per
piante in acquario, bisogna inevitabilmente utiliz-
prima, a 2/3 della vasca secondo la sezione
zare fertilizzanti ricchi di nutrienti. ADA propone
aurea (foto 9).
una serie di prodotti che vanno somministrati
A questo punto è stata introdotta acqua di
seguendo un programma ben preciso, in base al
osmosi fino a ricoprire il substrato di 2-3 cm, per
periodo di vita della vasca: Step 1, Step 2, Step
facilitare l’operazione di disposizione delle pian-
3. Il primo viene utilizzato fino al terzo mese di
te. È stata utilizzata una bustina di plastica sulla
vita dell’acquario, contiene una miscela di oli-
quale si è fatta scorrere lentamente l’acqua dal
goelementi bilanciati e favorisce lo sviluppo di
tubo di riempimento, per evitare di smuovere il
nuovi germogli; il secondo, è utilizzato dai 3 mesi
fondo (foto 10).
a un anno, contiene ferro fondamentale per il
105
periodo di crescita delle piante e mantiene vivo il
dell’Outflow con design idrodinamico, progettato
colore delle foglie; il terzo viene utilizzato dopo il
per garantire un flusso ottimale per le piante (foto
primo anno, contiene potassio oltre ad una
16). Analogamente all’In e Out, anche le varie
miscela di oligoelementi e favorisce la crescita
componenti che vanno a costituire l’impianto di
delle radici e la fotosintesi. Oltre a tali prodotti,
anidride carbonica (diffusori di CO2, contabolle,
ADA suggerisce altri fertilizzanti per piante con
valvola di non ritorno), sono state realizzate in
specifiche esigenze.
vetro soffiato. Tale caratteristica, permette di non
arrecare disturbo al layout che si presenta equili-
POTATURA
brato e armonioso. ADA consiglia di sommini-
Per favorire la permanenza delle piante in vasca
strare la CO2 esclusivamente con luci accese e
per lungo tempo è necessario effettuare la pota-
di spegnere l’impianto a luci spente, per non
tura. Per quanto riguarda la potatura delle piante
causare un’eccessiva acidificazione dell’acqua.
da “primo piano basse”, queste vanno potate in
modo tale da non farle alzare troppo dal substra-
ILLUMINAZIONE
to, tagliandole in profondità alla base; quelle da
ADA, per l’illuminazione, propone l’utilizzo di
“primo piano alte”, vanno invece potate periodi-
lampade che presentano un picco molto alto nel
camente in modo da avere un’altezza uniforme
blu/verde e una temperatura di colore di 8000
di circa 4 cm. Le piante ”a stelo”, hanno bisogno
°K. Il fotoperiodo di tali lampade deve andare
di frequenti potature per favorire la crescita di
dalle 8 alle 10 ore giornaliere. Per l’acquario alle-
nuovi germogli. La lunghezza di potatura dipen-
stito nel nostro caso, si è deciso di utilizzate una
de dalla specie della pianta e dalla collocazione
plafoniera HQI da 150 w. Nell’ultima foto (n. 17)
nel layout. L’acquario piantumato è stato quindi
viene mostrata la vasca ADA allestita seguendo
riempito utilizzando ancora il metodo della busti-
passo passo quanto detto fino ad ora (foto 17).
na di plastica (foto 14).
Vasca allestita alla fine della presentazione ADA
FILTRAGGIO E CO2
La vasca piena è stata dotata di filtro esterno e
impianto CO2. Il filtro ADA inserito fa parte della
serie Super Jet Filter (foto 15). Tali filtri, in acciaio inox, sono provvisti di una pompa esterna
Iwaki a bagno d’olio a forte prevalenza. Tale
caratteristica permette un flusso costante da
parte del filtro anche nel caso in cui si assista a
un’occlusione del filtro meccanico. ADA consiglia di utilizzare per il primo mese l’80% di filtrazione chimica e il 20% di filtrazione meccanica;
dal primo al terzo mese l’80% di filtrazione biologica e il 20% di filtrazione meccanica; dopo il
terzo mese il 100% di filtrazione biologica.
Per quanto riguarda l’In e Out, sono stati utilizzati prodotti con uno splendido design, realizzati in
vetro soffiato a mano. Particolare è la struttura
106
di Carassio Aurato
Forse alcuni di voi
non mi conoscono...
Ebbene sì!
Sono proprio un pesce,
e allora?
Non so se essere felice o terribilmente arrabbiato.
Oggi ho ricevuto una letterina. Questo è bene! La letterina è di sesso maschile. Questo è già un primo
punto a sfavore della notizia ma, suvvia, non possiamo essere troppo selettivi con i tempi che corrono.
La letterina però mi pone una serie di quesiti importanti che dimostrano, in definitiva… che non avete
capito un fico secco. Ve lo dico con affetto, ma con
determinazione.
La redazione di questa rivista sta facendo i salti mortali per offrire gratis, a tutti gli acquariofili, uno
spazio decoroso e onesto. Un posto dove poter confrontare pareri e teorie, in piena libertà e con l’aiuto
di esperti e ricercatori. Si tratta di un lavoro complesso e quasi impossibile, con i pochi mezzi che abbiamo. Credetemi. Eppure, di tanto in tanto, scopriamo
qualcuno che fa la solita affermazione generalista e
disfattista: “Eh, figurati se ora questi sono pure
onesti!”.
108
Chiaro, coi tempi che corrono, bisogna
molto la rivista e anzi vi faccio i miei com-
aspettarsi anche questo. Ma vi assicuro,
plimenti. Oggi a distanza di tanti mesi da
quando si lavora solo per attendere, a fine
quando ho cominciato a leggere il primo
mese, qualche complimento, quando la vos-
numero, sono certamente più ricco grazie a
tra fiducia è l’unica forma di remuner-
voi.
azione, allora anche un singolo dubbio fa un
Però vedo anche che, a parte qualche raro
male cane. Come un pugno nello stomaco.
caso, voi scrivete solo cose in positivo e dif-
Non è il caso di Filippo. Lui spiega bene le
ficilmente vi spingete a recensire prodotti
sue ragioni e, sinceramente, non è affatto
negativi. E invece anche quello sarebbe un
offensivo. Involontariamente, però, porta
fatto molto importante per noi. Se io so che
avanti le tesi di alcuni che non riescono pro-
un certo mangime fa male ai pesci, come
prio a dire, “guarda che bello” quando
dici tu, evito di comprarlo. E anche questo
vedono un rosso tramonto. Ma poiché noi
sarebbe un servizio per i lettori, non ti
apprezziamo tutti quelli che ci scrivono
pare? Invece mi pare che questo non faccia
quello che passa loro per la testa, presenti-
parte dei vostri piani. Giusto?
amo subito, e in pompa magna, la lettera del
Ecco, era questo che volevo intendere e
nostro amico e lettore Filippo.
quindi vedo delle verità in quello che era
scritto nel blog. Voi certamente dovete
vivere e non potete farvi troppi nemici sul
Caro Carassio, ho letto con attenzione la
mercato. Per questo continueranno ad
risposta che hai dato agli amici del forum
esistere i forum liberi, dove si può parlare
che parlavano, male, di te. Io concordo che
anche male di chi ci pare senza dover
hai ragione quando scrivi che bisognerebbe
togliere niente a nessuno. Questo senza
informarsi prima di parlare delle cose. In
voler togliere niente neanche alla tua bella
alcuni casi è capitato anche a me di scrivere
rivista, perché di certo nel forum (che poi
delle cose in passato di cui oggi non sono
era una cosa diversa, ma non importa) non
convinto e quasi mi pento di aver pensato.
ci trovo tutte le belle informazioni che sono
Però io credo di poter vedere anche delle
sulla rivista. Quindi le leggo tutte e due.
cose giuste in quello che scrivevano. Non mi
Cosa c'è di male in questo? Trovo notizie
dare del matto per favore. E vero che certe
scientifiche nella rivista e critiche nei
illazioni erano proprio superflue e mi sono
forum. Spero di non essere stato frainteso.
andato a leggere personalmente il blog,
Complimenti ancora, doverosi, per il grande
quindi so che hai scritto cose vere. Però
lavoro che state facendo.
mettiti anche nei nostri panni. Io apprezzo
Filippo
109
Filippo, o mio Filippo... la tua letterina mi
persone. Solo tre! Insomma, di tanti possi-
ha fatto tanto pensare e per risponderti,
bili prodotti negativi da recensire, voi stes-
probabilmente, avrei bisogno dell'intera
si, ne avete veduti solo tre. Peraltro, due si
rivista, ma non credo che il capo (inchino)
sbagliavano, come da noi dimostrato. Il
mi consentirebbe di strabordare. Per
terzo aveva persino letto male la marca e
questo motivo cercherò di essere sintetico,
per fortuna i nostri esperti se ne sono
anzi, quasi telegrafico.
accorti. Allora, dove sono questi prodotti
In primis, io non ho mai negato l'utilità dei
terribili da recensire? Ne hai qualcuno?
forum liberi. Pensa che persino sul sito di
Credi che non abbiamo il coraggio o la forza
Aquariophylia (www.aquariophylia.it) c'è
di citarli? Mettici alla prova!
un forum… ed è pure libero. Ci puoi scrivere
La rivista è vostra, come il capo ha detto e
quello che ti pare e nessuno ti chiederà nep-
scritto tante volte. Se volete che si parli
pure il nome. Né ho mai affermato che
male del mangime Taldeitali basta che ci
Aquariophylia sia l'unica sorgente del
scriviate una lettera, ma se non lo fate, per-
Verbo. Anzi al contrario! Io credo che più
ché poi pensate che noi scriviamo solo cose
leggete e vi confrontate, più l'acquariofilia
positive per paura degli sponsor?
cresce in Italia. Quindi leggete, partecipate
Dunque era questo che io volevo significare
ai forum, azzuffatevi... insomma, crescete
con il mio precedente articolo. Scrivete
forti e vispi nutrendovi di tutto quello che di
quello che volete, perbacco, ma assicurate-
buono trovate in giro.
vi prima che sia una cosa sensata. Ad
Consigliavo piuttosto di non essere inutil-
esempio, supponiamo che tu pensi che
mente sospettosi. Altrimenti facciamo come
questa rivista sia “prezzolata” da Askoll,
un tipo, un po’ provincialotto, che conosce-
perché vedi ogni mese le sue pubblicità
vo. Lui non si fidava mai di nessuno, per
sulle nostre pagine (credo!). Inoltre sup-
principio. E così finiva per rifiutare le
poniamo che tu abbia una pompa Askoll
buone proposte e farsi fregare da tutti!
che di sicuro non funziona (ma per favore,
Mettiamola così. Sai bene che la rivista
prima assicurati che veramente non fun-
offre una serie di servizi e di rubriche, dove
zioni e che sia proprio marcata Askoll!). È
i lettori possono dire la loro ed, eventual-
il tuo momento: scrivi alla rubrica “Questo
mente, fare presenti i problemi riguardanti
non mi è piaciuto” e ci comunichi che quel-
prodotti poco validi, come tu facevi notare.
la cosa fa proprio schifo. Parte immediata-
A oggi, dopo 13 mesi di pubblicazioni, sai
mente il test e, se la cosa davvero fa schifo
quanti hanno scritto alla rubrica “Questo
come dici, si stampa anche la recensione
non mi è piaciuto”? Se non vado errato tre
negativa.
110
Se, per caso, tu scrivi la tua letterina par-
noiosa e poco utile. Ma questo è il nostro
lando male di quel prodotto, e domani non
punto di vista. Se il tuo è diverso, scrivi una
vedi uscire la tua su uno dei prossimi
bella recensione negativa ed inviala.
numeri, con argomentazioni chiare e accu-
Quando noterai che è stata comunque pub-
rate, a favore o contro la tua tesi, allora sì:
blicata, comprenderai che i dubbi sul nos-
scrivi a tutti i forum del mondo e chiarisci
tro operato erano infondati.
che siamo degli imbroglioni. Se invece vedi
Volete una rivista piena di recensioni nega-
pubblicata la tua lettera con la recensione
tive? Facilissimo! Dal prossimo numero
negativa, allora scrivi pure al tuo forum e
scrivetene una a testa. Otterremo cinquan-
chiarisci che Aquariophylia è una rivista
tamila recensioni negative da pubblicare!
libera, aperta e onesta. Più semplice di
E cominceremo subito a farlo, senza dub-
così!!
bio, perché è nostro interesse rispettare le
In definitiva, la rivista è totalmente aperta
opinioni e i gusti dei nostri lettori. Ma se,
a tutti i contributi e non si esclude nessun
com’è accaduto sino a questo momento,
parere. Questo va a favore degli acquari-
neppure voi trovate il tempo di scrivere
ofili, com’è ovvio, ma anche dei produttori
quattro parolacce contro un prodotto, per-
seri, i quali sono interessati sia a chiarire
ché poi accusate noi di non farlo? È un con-
eventuali pareri erronei degli appassion-
trosenso, vi pare?
ati, sia a sentire la loro, per migliorare i
La vita è semplice. La gente è onesta (in
prodotti che distribuiscono. Ecco perché
fondo). Non esistono, almeno nel nostro
possiamo permetterci di farlo, alla luce del
caso, accordi reconditi, associazioni seg-
sole e in piena onestà.
rete, clausole poco chiare e pubblicità
Tuttavia, se neppure voi siete interessati a
occulte: basta scrivere alla redazione per
scrivere male di qualche prodotto, perché
veder pubblicare le notizie “scottanti”.
mai vi lamentate che noi “non avremmo il
“Voi scrivete, noi pubblichiamo”! Semplice
coraggio” di farlo?
come l’acqua. Metteteci alla prova. Non
Noi effettivamente preferiamo utilizzare lo
chiediamo di meglio.
spazio a disposizione per descrivere cose
Vostro, sinceramente
belle e utili, per rendere il vostro hobby
Carassio
sempre più soddisfacente, affascinante,
divertente. Insomma, preferiamo parlare
in positivo, quando dobbiamo scegliere
degli argomenti. Riteniamo che una rivista
orientata al “male” sarebbe terribilmente
111
Una nuova rubri
L’acquario… in
7 domande
Una nuova rubrica per il principiante:
la lettera da cui scaturì la serie
Ricordate la lettera che chiedeva spiegazioni sull’acquario in base a sette quesiti? Nello scorso numero abbiamo parlato dei cambi d’acqua (quesito numero 1). Oggi continueremo con
la domanda numero 2 del nostro amico Mario (ricordate?), cui dedichiamo l’intera rubrica,
insieme a tutti i neofiti del mondo!
2 - Il terreno. Le sostanze, i rifiuti, e tutto ciò che resta sul fondo... eseguo, al cambio d'acqua, un'aspirazione con un tubo a campana di queste sostanze. Aumentando il tempo tra
un cambio d'acqua e un altro fino a 6-7 mesi, come mi regolo con quest’aspetto? Anche
il terreno va pulito con questa frequenza?
Probabilmente la scelta del tipo del fondo è
Innanzitutto il fattore estetico come guida
una delle prime questioni sollevate da un
della scelta del fondo non deve essere demo-
neofita che si cimenta nell’allestimento di
nizzato, così come per il resto dell’allesti-
un acquario, scelta che è guidata principal-
mento, bensì deve trovare uno studiato
mente da un fattore estetico e che solo in
punto di comunione con le esigenze degli
seguito, con l’esperienza, potrebbe rivelarsi
organismi da ospitare e allo stesso modo
essere un errore, a cui tra l’altro si può
con il grado di difficoltà che comporta il
rimediare esclusivamente ricominciando
mantenimento ottimale dello stesso. In
da zero.
commercio esiste un’ampia varietà di fondi,
dai colori e dalla granulometria
più svariate. Detto questo, bisogna però considerare i pro- e i
contro- specifici di ogni fondo:
innanzitutto, partendo dal tipo di
materiale da utilizzare, negli
acquari di acqua dolce è consigliato evitare materiali calcarei, i
quali alterano la durezza e il pH
sabbie allofane
112
ca per il neofita
Il fondo
di Federica Ferrigno
cavetto riscaldante da
apporre sotto il substrato
l’eventuale presenza di
alghe e rifiuti quali le
feci, di conseguenza,
sarebbe consigliata una
dell’acqua rendendone difficile il controllo,
colorazione intermedia tra il bianco e il
e preferire invece materiali inerti come il
marrone scuro, come ad esempio un mar-
quarzo, da posizionare al di sopra di uno
roncino chiaro. È possibile però utilizzare
strato fertilizzante. In alternativa si posso-
fondi di altri colori al fine di riprodurre
no utilizzare altri materiali per il fondo,
alcuni biotopi: ad esempio sabbie chiare per
arricchiti di oligoelementi e sali minerali in
i biotopi di lago africano e sabbie fini bian-
diverse concentrazioni, ma anche fosforo e
che o scure per biotopi amazzonici. Bisogna
azoto che, se in eccesso, incrementano lo
infine considerare un altro aspetto molto
sviluppo algale, come ad esempio argilla,
importante, ossia la granulometria del
torba, fluorite, gravelit e laterite. Alcuni di
fondo, soprattutto se si esamina, come con-
questi possono fungere anche da fertilizzan-
sigliato, la possibilità di inserire al di sotto
te o ancora, possono avere particolari
di esso un cavetto riscaldante.
caratteristiche, quali i fondi allo-
fani, che catturano il carbonato
presente nell’acqua abbassando i
valori del KH e del pH.
Per quanto riguarda il colore,
sebbene i fondi chiari, a differenza di quelli scuri, diano una maggiore percezione della luce e dello
spazio, essi mettono in risalto
sifone utilizzato per aspirare i
rifiuti accumulatisi sul fondo
della vasca
113
dettaglio di un substrato con granulometria sconsigliata di circa 5-6 mm, a causa della facilità con cui i sedimenti penetrano al suo interno
Il cavetto riscaldante attiva i moti convetti-
fondo non deve essere troppo sottile, per
vi, cioè funziona come il fuoco sotto una
non ostacolare il passaggio di tale flusso
pentola con dell’acqua, in pratica riscalda
d’acqua. Un altro svantaggio di un fondo a
l’acqua presente all’interno del fondo, que-
granulometria fine, in particolare delle sab-
sta essendo più leggera dell’acqua fredda,
bie, è la difficoltà o impossibilità di eseguire
tende a salire, ciò crea un risucchio dell’ac-
la sifonatura attraverso l’apposita pompa
qua fredda sovrastante; questo movimento
aspira-rifiuti, perché insieme ai rifiuti ver-
continuo dell’acqua all’interno
del fondo ne favorisce l’ossigenazione e permette la vita di
colonie di batteri nitrificanti
oltre ad agevolare la crescita
delle piante, poiché viene eliminato il ristagno di acqua
fredda intorno alle radici.
Per far sì che ciò avvenga,
però, la granulometria del
infiltrazione nel substrato di
sedimenti e rifiuti a profondità
superiori a 1-2 cm che impediscono la loro rimozione tramite
sifonatura
114
rebbe aspirata anche parte del fondo.
zione sia per il passaggio dell’acqua nel caso
Invece un possibile vantaggio potrebbe
in cui si usi il cavetto riscaldante, sia per
essere la ridotta penetrazione dei rifiuti
effettuare la sifonatura; questa potrebbe
all’interno della sabbia: questi, restando
essere facilitata disponendo il fondo in modo
sulla superficie, potrebbero essere elimina-
da ottenere uno spessore decrescente verso
ti disponendo il fondo in maniera che il suo
la zona anteriore della vasca, cosa che oltre a
spessore decresca in prossimità dei fori
dare il senso di profondità rende più facile
d’ingresso del filtro interno. In tal modo si
l’aspirazione dei rifiuti.
ridurrebbe notevolmente la necessità di
La sifonatura va fatta con regolarità, per-
aspirarli manualmente, oltre a creare un
ché il tempo di eliminazione e decomposi-
paesaggio ancora più naturale e dinamico
zione delle feci da parte dei batteri è lungo,
con particolari effetti prospettici. D’altro
soprattutto se nell’acquario sono presenti
canto, in un fondo con granulometria trop-
molti pesci o pesci con metabolismo molto
po elevata (circa 5-6 mm), i rifiuti tende-
veloce, quali i Poecilidi e i Ciclidi; allo stesso
rebbero a penetrare molto all’interno e ad
tempo però una pulizia troppo frequente
accumularsi senza poter essere aspirati,
rende impossibile l’instaurarsi delle colonie
poichè la sifonatura è efficace solo entro i
batteriche “utili”, oltre al fatto che elimina
primi 1-2 cm.
sostanze necessarie alla crescita delle pian-
Per eliminare i rifiuti oltre tale profondità,
te. Di conseguenza, tale sifonatura dovreb-
bisognerebbe rimaneggiare il fondo stesso,
be essere effettuata circa una volta al mese,
arrecando danni alle piante che possono
anche se ogni acquario ha esigenze diverse
essere sradicate, con una conseguente fuo-
e specifiche in base anche al tipo e alla
riuscita delle sostanze fertilizzanti e l’im-
quantità di animali ospitati. Sebbene per
missione in acqua di sostanze potenzial-
praticità si cerca di farla coincidere con i
mente nocive, come ad esempio cataboliti di
cambi d’acqua, ciò in realtà abbasserebbe
batteri anaerobici.
bruscamente la carica batterica, eliminan-
In fondi ricchi di rifiuti infatti, vi è una com-
do molti dei batteri nitrificanti presenti sia
pattazione del substrato con un elevato con-
nell’acqua sia nel fondo.
sumo di ossigeno da parte dei batteri, detti
Ad ogni modo si potrà capire quando è il
saprofiti, che può portare all’instaurarsi di
momento giusto per sifonare, osservando
condizioni anossiche e quindi alla
produzione di sostanze pericolose
come l’idrogeno solforato. Anche
in questo caso, quindi, la scelta di
una granulometria intermedia
(circa 2-3 mm) è la migliore soludettaglio di un substrato con granulometria intermedia di circa 2-3
mm che si rivela essere la migliore soluzione per conciliare sifonatura e passaggio di acqua in
caso di presenza di cavetto
riscaldante
115
ad esempio se con il movimento repentino
Policheti, può fungere anche da sistema fil-
di un pesce sul fondo si sollevano i rifiuti,
trante, nitrificante e denitrificante, grazie
oppure se si nota un accumulo all’interno di
alla formazione di un gradiente di ossigeno
quella parte di fondo adiacente al vetro
che tende a diminuire con la profondità del
della vasca, e così via. Quindi è l’esperienza
fondo, in cui possono instaurarsi colonie bat-
personale, acquisita col tempo, a permette-
teriche aerobiche (nitrificanti) e anaerobi-
re di capire ogni qualvolta c’è bisogno di
che (denitrificanti); questo è il cosiddetto
effettuare una pulizia del fondo.
metodo DSB (deep sand bed). Il corretto fun-
Un caso peculiare è quello delle vasche
zionamento di tale tecnica è visibile tramite
“olandesi”, caratterizzate da abbondante
la formazione di bollicine di azoto molecola-
piantumazione, presenza di piccoli e pochi
re che si originano negli strati più profondi.
pesci e substrato poroso con funzione di fil-
È sconsigliato invece un fondo con uno spes-
trazione biologica, grazie alla presenza di
sore inferiore, se si vuole realizzare un fil-
numerosi ceppi batterici. Tali condizioni
traggio da DSB, poiché non avverrebbero i
costituiscono un’alternativa valida alla sifo-
processi anaerobi di denitrificazione, con un
natura, che risulterebbe complicata a causa
conseguente accumulo dei nitrati.
dell’eccessiva piantumazione.
In realtà, colendo semplificare il sistema, il
Il discorso è completamente diverso per
metodo più semplice sarebbe quello di non
quanto riguarda l’acquario marino, nel quale
applicare alcun tipo di fondo, posizionando
si utilizzano sabbie calcaree a base corallina
rocce e coralli direttamente sul vetro; in
o di aragonite, ma non di calcite che, nel
questo modo si può effettuare la sifonatura
tempo, può compattarsi, soprattutto in fondi
senza problemi. L’assenza di fondo, associa-
alti e in assenza di animali che smuovono la
ta all’ausilio di un potente schiumatoio, alla
sabbia. Per quanto riguarda la granulome-
presenza di una grande quantità di rocce
tria, è consigliato uno spessore dei granuli
vive e a una forte illuminazione, è alla base
dai 2 mm in giù, per evitare che i rifiuti pos-
del diffuso sistema Berlinese, grazie al
sano penetrare all’interno del fondo e attiva-
quale si può minimizzare la concentrazione
re processi di decomposizione dai quali ven-
dei nutrienti disciolti.
gono rilasciate grandi quantità di nitrati e
fosfati. Tali sostanze in ambienti marini e in
particolare nelle oligotrofiche barriere coralline, sono praticamente assenti e quindi gli
animali provenienti da questi ambienti
hanno una bassa tolleranza nei loro confronti. Diverso è il caso degli ecosistemi di acqua
dolce in cui tali sostanze sono invece necessarie alla sopravvivenza delle piante e, di
conseguenza, gli animali adattati a vivere in
questi ambienti sono più tolleranti.
Inoltre la sabbia, se disposta con uno spes-
dettaglio di un DSB ben avviato. Si
osservano bolle d'azoto nel sedimento
sore di almeno 12 cm e con la presenza di
piccoli invertebrati interstiziali, tra cui i
116
?
117
accessori
filtraggio
Info: http://www.adaitaly.com/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
ADA Lily Pipe:
flussi d'acqua,
con classe
118
Che sia una parete biologica o un cestello esterno, il filtro biologico è il cuore pulsante del sistema acquario: in esso avvengono una serie di
processi biochimici utili alla detossificazione dell'ammoniaca e di altre sostanze potenzialmente
pericolose. È inoltre utilizzato comunemente per
il filtraggio meccanico e l'eventuale filtraggio
Bellezza delle rifiniture
e design elegante.
Ideale per acquari
a layout naturale.
Meno fragile di quanto
possa apparire
chimico. Le filosofie si sprecano: interno?
Esterno? Grande? Piccolo o ben dimensionato ?
Ancor prima di comprendere realmente la bontà
progettuale del filtro e la sua capacità di
degradare la sostanza organica e ossidare l'ammoniaca, spesso ci si sofferma su come poter
“nascondere” l'orrenda, nera, parete biologica o
È sicuramente necessaria
un pò di attenzione.
Fondamentale un minimo
di manutenzione
periodica
l'antiestetico In e Out in plastica grigia del filtro
esterno.
ADA, società sempre attivissima nella ricerca del
design, della spettacolarità dei layout e dell'armonia delle forme, ha in catalogo una vasta
scelta di In e Out realizzati con uno splendido
design in vetro soffiato a mano o in acciaio. C'è
solo l'imbarazzo della scelta: Inflow a bocca
larga per un flusso delicato orientato verso il
basso (Violet Glass) o verso l'alto (Poppy Glass),
oppure a bocca piccola per un flusso diretto e
violento (Violet Glass Jet), un “Inflow mini” per
piccoli acquari nonchè una serie di Outflow di
varia dimensione. Questi In/Out proposti da ADA
Gli In/Out ADA sono, in ogni caso, molto meno
fanno parte di una linea più estesa di prodotti
delicati di quanto possa apparire in foto e realiz-
specificamente per acqua dolce denominata
zati veramente con gusto e classe. La scelta dei
DO!AQUA. Appartengono alla stessa linea anche
materiali e le ricerche di design inevitabilmente si
vari diffusori di CO2 in vetro, pinzette dritte o
ripercuotono sul prezzo, che resta però, tutto
curve, forbici per potatura e dispenser in vetro.
sommato, abbordabile.
Il Poppy Glass, in particolare, è un prodotto inno-
Risulta infine fondamentale una manutenzione
vativo: l'acqua convogliata verso la superficie
periodica, al fine di eliminare la notevole quantità
permette di migliorare il movimento superficiale e
di alghe che andrà, velocemente, a popolare
lo scambio gassoso. Questo può tornare molto
l'In/Out in vetro soffiato. In una vasca ADA o
utile nel caso vi sia un eccesso di CO2 e/o un
comunque con un layout ricercato è un pezzo
calo di ossigeno dopo lo spegnimento delle luci.
che indubbiamente non può mancare.
119
Info: ?uct_id=475&category_id=51&keyword=ozono&option=com_virtuemart&Itemid=17ono&option=com_virtuemart&Itemid=17&lang=it
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
ozonizzatori
Aqua1 Ozonofish
Combi 200:
l’acquario perfetto
è alla portata di tutti
120
L'ozono è un gas, particolarmente instabile, presente naturalmente negli strati alti dell'atmosfera
(ozonosfera). Se da un lato, come molti sapranno, è utilissimo al fine di assorbire la luce ultravioletta, parallelamente può essere molto velenoso
per gli esseri viventi, trattandosi di un potente
agente ossidante.
In piccole quantità, nei nostri acquari marini, può
essere utilizzato al fine di aumentare il potenziale
Redox, ossidare le molecole organiche (a formare ammoniaca), aumentare la trasparenza
dell'acqua (ossidazione delle molecole ingiallenti), “convertire” i nitriti in nitrati e, non ultimo,
migliorare la schiumazione. Di contro, è evidente
come un sovradosaggio possa essere dannoso
per tutti gli esseri viventi del nostro acquario
nonchè per chiunque stia sostando nelle immediate vicinanze.
Come calcolare quindi l'esatta quantità di ozono
da dosare in acquario? Le vie sono principalmente due. Da un lato si potrebbe scegliere un
ozonizzatore sottodimensionato, il cui funzionamento, anche continuo, non può apportare
danno all'acquario. Questo è un metodo sicuro
ma poco efficace. In alternativa, è possibile utilizzare un sistema automatico di dosaggio dell'ozono: un controller, tramite una sonda, esamina
il valore redox in vasca e, di volta in volta, decide,
in base a parametri da noi preimpostati, se
dosare o meno ozono.
Solitamente è necessario un ozonizzatore, un
areatore, un controller e un essiccatore (il vapore
acqueo inibisce la produzione di ozono).
Tralasciando il fattore costo, è evidente come
anche l'ingombro possa divenire un problema di
non poco conto.
Il nuovo ozonizzatore distribuito da Aqua1
invece, permette di racchiudere magicamente
tutte queste caratteristiche in un unico prodotto.
L'Ozofish Combi 200 è infatti un congegno
capace di produrre fino a 200mg/h di ozono, la
cui produzione è gestita da un controller Redox
incorporato. In dotazione è inoltre fornito un essiccatore d'aria, utile come già detto al perfetto
Sistema ALL-In-ONE:
controller, ozonizzatore
ed essiccatore. Ingombro
ridotto e semplicità
di utilizzo. Essiccatore
semplice e comodo
Può essere conveniente
l'utilizzo di colonne
di contatto specifiche
(skimmer), campane
o pompe "atomizzatrici"
funzionamento dell'ozonizzatore. Il display,
ampio e ben visibile, torna infine utile nelle regolazioni e nel controllo dello stesso potenziale
Redox.
Per mettere in funzione l'Ozofish Combi è necessario acquistare, separatamente, una sonda
Redox (normale attacco BNC) disponibile sul sito
del produttore. I puristi potranno adottare un sistema di diffusione dell'ozono più elaborato,
mediante colonna di contatto specifica, evitando
così che l'ozono, inserito direttamente nello
skimmer, possa pregiudicare la tenuta dei materiali.
121
Info: http://www.aqua-medic.de/index.php?r=catalog/product&cid=33&id=262
Video: http://www.youtube.com/watch?v=_8P8xu3R8F4
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
acquari
completi
Aquamedic Blenny:
stile e funzionalità
per chi inizia
122
Il primo acquario è, classicamente, croce e
delizia: da un lato vi è un grande entusiasmo, la
voglia di conoscere, di imparare, di allevare animali semplicemente bellissimi; dall'altro vi è generalmente una notevole inesperienza teorica e/o
pratica che porta l'appassionato a commettere
errori più o meno gravi. Altre problematiche
vanno poi ad aggiungersi all'inesperienza: i modesti risultati sono spesso figli anche di una tecnica non sempre all'altezza o della voglia, anche
giusta, di risparmiare qualcosina e, spesso, di
qualche consiglio errato.
Per tutti questi motivi abbiamo molto apprezzato
il Blenny NanoReeftank proposto dalla
Aquamedic. Come è possibile ben intuire dal
nome è un acquario destinato ad allestimenti
marini: sia l'impianto di illuminazione sia il sistema di filtraggio non sono adeguati all’utilizzo in
acqua dolce. Le misure reali dell'acquario sono :
40 x 50 x 40 cm che si riducono ad un cubo di
40 cm per lato se si considera i 10 centimetri utilizzati per la sump "retro-vasca".
Proprio la sump posizionata dietro il pannello
plastico in acrilico è una soluzione tecnica altamente ingegnosa: infatti alloggia il termostato, lo
schiumatoio e una pompa di movimento ed è
inoltre possibile inserirvi resine e altri materiali filtranti. La soluzione appare molto comoda sia da
un punto di vista estetico, potendo quindi
nascondere tutto il necessario alle spalle del
pannello nero, sia da un punto di vista di
risparmio economico, sia di ingombro: è possibile infatti evitare, in un sol colpo, il consumo
elettrico della pompa di risalita e l'ingombro di
una sump sotto-vasca nonchè la foratura dell'acquario e il costo dell'eventuale tracimatore.
La pompa di movimento in corredo, montata nel
pannello posteriore, è una Aquamedic Nanoprop
5000, capace di sviluppare un flusso minimo di
2000 litri/ora e massimo di 5000 litri/ora variando manualmente il voltaggio dell'alimentatore (3
posizioni 6/9/12Volt).
Lo skimmer in dotazione è un Turboflotor Blue
500: nonostante faccia il suo dovere, grazie
Soluzione completa
per l'allevamento
di invertebrati
e piccoli vertebrati marini.
Prezzo contenuto
(350 euro al pubblico)
L'illuminazione standard
lascia alcuni angoli
in ombra.
Lo skimmer
fa il suo lavoro
ma potrebbe
essere migliorato
anche al basso carico organico presente solitamente in un cubo 40x40x40, ci è apparso leggermente meno performante dei corrispettivi
Tunze nanodoc 9002 e Hydor slim Skim.
Il sistema di illuminazione si basa su 3 faretti a led
Aquasunspot da 9 watt, capaci di emettere una
luce bianca fredda (14.000 ºK) molto piacevole e
decisamente adatta per un acquario marino. La
soluzione a singolo bulbo è la scelta migliore ai
fini di una completa modulabilità: è possibile
infatti aggiungere, successivamente, ulteriori
bulbi ai fini di aumentare la luce totale prodotta.
Già la configurazione di base, in ogni caso, è a
nostro parere sufficiente ai fini dell'allevamento di
coralli molli e Lps.
123
Info:http://www.eheim.de/eheim/inhalte/index.jsp;jsessionid=03F0F9209D194687A
2F9B5DD1B5DEBDF?key=25807
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
termoriscaldatori
Eheim Termostato Jager:
calde notti,
tiepidi giorni tropicali
124
Il termostato è stato uno delle prime invenzioni
dell'acquariofilia: fondamentale per innalzare la
temperatura ai parametri desiderati, è stato fin
dall'inizio concepito come una resistenza a serpentina avvolta da un vetro protettivo. Nel tempo
son state proposte una serie di variazioni sul
tema: sensore della temperatura interno o esterno, capsula in titanio o in resina “anticrash”.
L'idea di base però resta simile in tutti i modelli:
una resistenza che, attraversata da corrente,
produce calore il quale, grazie a fenomeni di
conduzione, viene trasferito all'acquario.
Ovviamente maggiore sarà la superficie di contatto tra l'acqua e il termostato, maggiore sarà
l'efficienza della trasmissione del calore. In alternativa sarebbe possibile utilizzare, come già
accennato, una capsula di titanio: questa però,
essendo detto metallo un efficientissimo conduttore, non avrebbe permesso l'utilizzo di una
sonda di temperatura interna al termostato.
L'Eheim Jager, al fine di produrre un termoregolatore completo di sonda ha scelto la prima
soluzione tecnica: un termostato lungo, con una
resistenza fitta ed estesa per 3/5 della lunghezza
totale. Questa soluzione permette, a parità di
wattaggio, un intervallo di funzionamento sensibilmente ridotto rispetto ai prodotti della concorrenza.
Se normalmente l'acquisto di un termostato ben
dimensionato viene effettuato tenendo conto
della vecchia regola 1litro-1watt, con il termostato Jager è possibile utilizzare, ad esempio per
una vasca da 300 litri, termostati da 200 watt.
Molto, ovviamente, dipende dal ∆T ambientale
(differenza tra la temperatura impostata e quella
dell'ambiente in cui si trova l'acquario) ma il
guadagno elettrico risulta in ogni caso evidente.
Il termoregolatore Eheim Jager ha inoltre un
interessante sistema di ri-taratura manuale della
temperatura: una ghiera girevole permette una
semplice sincronizzazione della temperatura
letta dal termoregolatore con la temperatura
reale dell'acquario. È altresì dotato di un sistema
automatico di spegnimento di sicurezza (Thermo
Safety Control), utile nella prevenzione di eventuali surriscaldamenti che possono portare a morte
certa gli abitanti dei nostri acquari. Il sistema
Thermo Safety Control risulta utilissimo anche
nell'evitare il funzionamento a vuoto, che può
Costo contenuto.
Elevata efficienza
energetica.
Ghiera blu di ri-taratura
Notevole altezza
della provetta
portare alla rottura del vetro di protezione. È ovviamente un prodotto che consente l'immersione
in acqua in completa sicurezza, essendo del
tutto impermeabile anche se risulta in ogni caso
consigliabile un posizionamento in acquario
rispettando il livello massimo suggerito.
Il vero problema di questi termoregolatori è la
lunghezza notevole: lo Jager 200 watt è lungo ad
esempio 40,6 centimetri contro i 30 centimetri
circa della concorrenza. Osservando il prodotto
salta all'occhio la notevole distanza tra la “testa”
del termoregolatore e l'inizio della serpentina, fatto
che, se da un lato migliora l'efficienza della sonda
della temperatura allontanandola di fatto dall'area
calda del termoregolatore, dall'altro contribuisce
alle notevoli dimensioni dello stesso.
125
Info: http://www.korallen-zucht.de/it/shop/prodotti--tecnica/illuminazione/index.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
sistemi
di illuminazione
Korallen-Zucht
Fiji Purple:
calde tinte coralline
126
In una vasca di barriera, in particolare se vi sono
molti SPS e LPS, l'illuminazione risulta fondamentale, non soltanto per la crescita dei coralli
ma anche ai fini della loro colorazione. Uno dei
vantaggi dell'utilizzo di plafoniere a neon T5 è la
possibilità di miscelare neon a lunghezza d'onda
differente e, quindi, con differente temperatura di
colore in gradi Kelvin. Questa particolarità, che si
Completa lo spettro
di emissione di T5
e LED bianchi.
Dona nuove fluorescenze
e colorazioni ai coralli
fa apprezzare anche in acqua dolce con i tubi
fitostimolanti, in acqua marina permette di
ottenere spettri di emissione completi: lampade
“pure attinic” a luce tendente all'UV, lampade a
emissioni nel giallo, nel verde, nell'arancio o nel
rosso "profondo". Una delle lampade sicura-
In alcuni casi lampade
con spettro a prevalenza
di rosso, hanno stimolato
la proliferazione di patine
algali e cianobatteri
mente più interessanti ai fini del "completamento" dello spettro d'emissione è la nuova KorallenZucht Fiji Purple.
L'emissione, alla vista, appare violacea con forte
tendenza al rosso. Osservandone lo spettro di
emissione risulta subito chiaro che la KorallenZucht e la Sylvania (che produce fisicamente il
neon) hanno fatto un gran bel lavoro: la lampada
presenta un elevato picco di emissione a circa
660 nm (rosso), un secondo picco più piccolo a
630 nm (arancio), un picco in verde a 550nm e
un elevato picco a 440nm in blu (attinico).
Presenta inoltre dei picchi a 370 e a 400 nm, nel
visibile e UV-A, che sono molto probabilmente
vicino UV.
utilissime per questi Antozoi.
In un sol colpo quindi si riesce a stimolare i pic-
Il tubo neon Fiji Purple si pone anche, a nostro
chi di assorbimento della clorofilla nel rosso (clo-
parere, come un utile complementare del nor-
rofilla a, 663 nm, clorofilla b, 650 nm, clorofilla c,
male spettro delle plafoniere a led: queste solita-
666 nm) offrendo quindi un elevato valore PAR.
mente utilizzano soltanto led bianchi e royal blu,
Si riesce inoltre a stimolare le fluoroproteine gra-
normalmente carenti di emissioni UV-A e nel
zie alle lunghezze d'onda nel blu e nell'UV,
rosso.
nonchè fenomeni di fotoconversione dei pig-
Poco utile appare invece come complementare
menti del corallo. Piccolo inciso: il corallo ha
della maggior parte delle lampade HQI: il bulbo
meccanismi di fotoprotezione dagli UV-B e UV-C
HQI emette già ampiamente in UV e rosso grazie
ma non per queste lunghezze d'onda al limite tra
allo spettro di emissione continuo (da Ir a UV).
127
alimenti
Info: http://www.sicce.com/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Sicce H&O Koral:
coralli sani
e coccolati
128
L'alimentazione in acquariofilia marina è uno dei
punti cruciali sia in vasche spinte , ricche di SPS,
sia in vasche più “tranquille”, popolate principalmente da LPS e coralli molli. Mentre per gli LPS
l'alimentazione più usata è il classico gamberetto da cocktail, per gli SPS (ma anche per zoantinari e gorgoniacei) la cosa diventa più complessa: polipi di dimensioni differenti solitamente
apprezzano cibo a granulometria differente.
Ancor prima di poter somministrare cibo, è
importante stimolare i polipi alla massima estroflessione aumentandone quindi la capacità di
captare gli alimenti e mettendo inoltre in evidenza la bellezza intrinseca dell'animale. La tecnica
classica si basa sull'utilizzo di Calanus o
Cyclops: copepodi liofilizzati, ricchi di amminoacidi e sostanze altamente nutrienti. Questi
liofilizzati purtroppo non soltanto non si presentano come un alimento completo ai fabbisogni
energetici dei nostri ospiti, ma al contempo rilasciano un'elevata quantità di sostanze azotate e
fosfati.
Abbiamo avuto modo di testare l'alimento per
coralli proposto dalla Sicce: H&O Koral. Si presenta come un liquido di colore giallastro, dal
forte odore di vitamine. Fin dal primo dosaggio
abbiamo osservato una maggiore estroflessione
di SPS e LPS, segno che, oltre alle suddette vitamine, è presente nel prodotto un’elevata percentuale di amminoacidi liberi. La cosa che ci ha
particolarmente stupito è stata la "non risposta"
dello schiumatoio: ha continuato infatti a lavorare
come se nulla fosse; anche raddoppiando la
dose somministrata non abbiamo osservato né
“bubble popping” né fenomeni di sovraschiumazione. Nel lungo periodo è stata invece
riscontrata una schiumazione leggermente più
bagnata, indizio di una possibile aumentata attività batterica. Questo è probabilmente da
imputarsi ad una qualche fonte di carbonio presente nel prodotto, che provoca proliferazioni del
batterioplancton.
Utilizzato come unico alimento per l'acquario è
stato riscontrato, nel lungo periodo, un'aumento
nell'estroflessione di alcuni LPS, in particolare del
genere Trachyphyllia, nonchè un’aumentata
crescita di alcuni SPS. Abbiamo inoltre osservato un’accelerazione della crescita di alcuni zoantinari e un generale irrobustimento di tutti gli altri
coralli. Se da un lato ci sentiamo di imputare l'aumentata estroflessione, la proliferazione di alcuni
Alimento completo
per coralli, LPS più gonfi
e SPS più... spolipati.
Il prodotto non inibisce
lo schiumatoio
e non viene schiumato
In acquari
di grosse dimensioni
può costituire
una discreta spesa
mensile
zoantidi e l'irrobustimento direttamente al
prodotto in questione, la crescita delle Acropore
presenta un maggior numero di variabili e non ce
la sentiamo, in tutta onestà, di imputare solo
all'H&O Koral il merito di quanto avvenuto.
Sicuramente però un’alimentazione ricca ma
“pulita”, con poche sostanze di scarto, elevate
concentrazioni di vitamine e amminoacidi
nonchè fonti di carbonio, ha avuto un suo peso
nell'andamento globale del sistema acquario.
Il costo è in linea con prodotti simili: il Fauna Marin
Ultra-Min S da 100ml, anch’esso a base di vitamine, amminoacidi e oligoelementi, costa la metà
ma richiede il doppio delle somministrazioni mensili; il costo mensile è quindi simile.
129
Pozze di marea:
un mondo in poche gocce
di Fabio Russo
Molto spesso si parla di profondità “abissali”
ecosistemi sfugge ai subacquei, che spesso
senza rendersi conto di cosa abbiamo sotto il
vengono attirati dagli enormi spazi del blu senza
naso. Non dimenticherò mai una ragazza di un
curarsi della meravigliosa bellezza di questi
gruppo che accompagnai, che, non sapendo
microcosmi di elevata biodiversità.
nuotare, pensava di non poter osservare diretta-
Prima di procedere, cerchiamo di capire bene
mente la vita del mare: le mostrai alcune pozze
cos’è una pozza di marea: si tratta di piccoli
di marea e i suoi abitanti e ne rimase piacevol-
bacini che si vengono a creare in depressioni del
mente impressionata. Il mondo di questi piccoli
substrato quando l’acqua si ritira durante la
Un’ampia pozza di marea al Capo di Sorrento (NA)
130
Una Bavosa Pavone fra le Corallina elongata
Alcuni esemplari di alghe presso delle pozze, tra cui delle Acetabularie
132
133
Litorale sub-orizzontale, ricco di pozze di marea, presso Capo Palinuro (SA)
bassa marea. In Mediterraneo, a causa del rela-
Nei litorali rocciosi l’inclinazione del substrato è
tivamente limitato volume d’acqua del bacino,
alla base del fenomeno di formazione delle così
l’escursione della marea è poco rilevante, infatti
dette pozze di scogliera, infatti se ci troviamo al
la fascia compresa fra l’alta e la bassa marea,
cospetto di una parete verticale - falesia - non ci
detta mesolitorale o zona intertidale, ha un’am-
sarà l’opportunità che l’acqua si fermi in avvalla-
piezza piuttosto limitata che si aggira intorno ai
menti, mentre le scogliere sub-orizzontali offrono
30 centimetri. Questa scarsa rilevanza però non
maggior spazio alla fascia di marea e permetto-
riduce l’importanza delle pozze di cui parleremo.
no la formazione di numerose pozze, raggiunte
134
variazioni sono all’ordine del giorno e dipendono
da numerosi fattori; la quantità di sale disciolto
varia in base a quanto la pozza viene a contatto
con il mare, dal sole e dalle piogge. Lo stesso
vale per la temperatura.
I fattori chimico-fisici variano di meno quando parliamo di grosse pozze abbastanza profonde, dove
possono vivere più tranquillamente anche organismi di basso fondale. In pozze più piccole l’adattamento delle specie a fattori estremi è essenziale
per la sopravvivenza, si parla quindi di organismi
eurieci (adattabili a forti variazioni ambientali).
Infatti, si tratta di ecosistemi di confine fra l’aria e
la terra dove sopravvive solo il più adattato.
MICROCOSMI AD ALTA BIODIVERSITÀ
Le pozze pullulano di vita, dalle più elementari
alghe ai più complessi pesci ossei, per lo più
specie molto resistenti alle variazioni chimico-fisiche di questi ambienti estremi ed osservarli
all’opera è facile per tutti, richiede solo un po’ di
pazienza, passione e nessun complicato brevetto di immersione profonda.
Subito potremo notare gli organismi bentonici
sessili, ovvero quegli organismi che vivono fissi al
fondo. Di alghe ce ne sono un’infinità, ma la maggior parte è composta da alghe verdi che sfruttano a pieno la forte luce del sole per farsi letteralmente da mangiare grazie alla fotosintesi; le specie più comuni da osservare sono: la lattuga di
mare o ulva (Ulva rigida), facilmente riconoscibile
per le foglie verdi laminari simili a quelle della lattuga, la coda di pavone (Padina pavonica), una specie riconoscibile dalle forma a coda di pavone e
molto adattata a vivere in acque che si riscaldano
dal mare durante le alte maree e le mareggiate.
molto, (la troviamo tuttavia più sul fondo, in quan-
Questi micro-ecosistemi possono avere condi-
to non sopporta di restare emersa per più di
zioni chimico-fisiche estremamente variabili, che
un’ora), l’alga ombrellino di mare (Acetabularia
dipendono anche dalla distanza dal mare e dal
acetabulum), dall’inconfondibile forma da cui le
ricambio di acqua; questi fattori - essenziali per
deriva il nome, molto interessante biologicamente
la vita - variano in maniera “drammatica” duran-
perché costituita da un'unica cellula, il fico d’india
te le stagioni, ma anche durante un'unica giorna-
marino (Halimeda tuna) ma anche l’alga a nastro
ta. Trattandosi di un piccolo bacino chiuso le
bifido (Dyctyota dichotoma) e tantissime altre.
135
UN’ESPLORAZIONE A TESTA IN GIÙ
A. Gruppo di balani e chitone durante la
bassa marea; B. Le onde sono fondamentali per l’ossigenazione e il ricambio d’acqua;
C. Atteggiamento aggressivo di un Favollo
in una piccola pozza di marea
Oltre alle alghe vi sono altri organismi fissi che
possiamo osservare con molta calma, si tratta di
invertebrati appartenenti a vari raggruppamenti
tassonomici, tra i quali: gli anemoni o attinie, tra
cui il celeberrimo pomodoro di mare (Actinia
le da piccoli residui di detrito organico. Ci sono
equina), specializzatissimo e capace di resistere
anche gli immancabili paguri tra cui una specie
anche a lungo fuori dall’acqua e facilmente rico-
molto curiosa sedentaria (Calcinus tubularis) che,
noscibile grazie al colore rosso acceso, l’anemo-
a differenza dei suoi cugini, i quali scorrazzano nei
ne bruno (Aiptasia mutabilis), i molluschi, piccole
gasteropodi vuoti, ama occupare i tubi vuoti di
chioccioline (famiglia littorinidae, Monodonta
Vermetidi (molluschi dei quali abbiamo già parla-
sp.), patelle e fissurelle, che passano il loro
to). Questi piccoli universi non hanno mai fine,
tempo a pulire la roccia dalla pellicola algale gra-
soprattutto se sono abbastanza grandi e con con-
zie a una specie di lingua chitinosa, detta radula.
dizioni di salinità più stabili, possiamo trovarvi den-
Ci sono anche degli strani molluschi (i chitoni)
tro di tutto, anche alcune specie di ricci
che si adattano perfettamente al fondo piegando
(Paracentrotus
la conchiglia divisa in più piastre e altri (i vermeti-
(Coscinasterias tenuispina) e timide ofiure che fug-
di) dalla conchiglia tubuliforme attaccata alla roc-
gono la luce del sole (Ophioderma longicauda).
cia. Ma se continuiamo la nostra esplorazione
Non mancano certamente i pesci, pressoché
con il naso all’ingiù non finiremo mai di scoprire:
tutti bentonici, adattati perfettamente alla dura
c’è veramente di tutto! Se siamo attenti potremo
vita della pozza di scogliera; fra i più incredibili e
notare delle formazioni dure simili a piccoli vulca-
simpatici abbiamo le bavose (famiglia blennidi),
ni: sono i denti di cane o balani (Chthamalus stel-
dette così per il loro corpo ricoperto da uno stra-
latus e Balanus perforatus); nessuno lo direbbe
to di bava - che gli permette di trattenere l’umi-
mai così, a prima vista, ma si tratta di crostacei,
dità e di restare fuori dall’acqua. Nel corso del-
appartenenti alla classe dei cirripedi, che duran-
l’evoluzione questi pesci hanno perso la vescica
te la loro evoluzione hanno preferito fissarsi al
natatoria, inutile per piccoli animali che vivono
substrato e proteggersi grazie a duri gusci di car-
sempre sul fondo, e hanno sviluppato pinne ven-
bonato di calcio. Chi è nato e vissuto a mare sa
trali filiformi sotto la gola, che gli permettono di
anche che le pozze di scogliera sono l’habitat
avanzare sul fondo e di ancorarsi ad esso duran-
perfetto per i granchi ed i gamberi: ai margini
te le mareggiate. Le varianti cromatiche e le spe-
delle pozze, soprattutto al tramonto, scorrazza-
cie di blennidi sono molteplici: potremo incontra-
no
corridori
re la splendida bavosa pavone (Salaria pavo), la
(Pachygrapsus marmoratus), veloci granchi abi-
bavosa gote gialle (Lipophrys canevae) o la
tuati a vivere all’aria aperta anche per alcune ore
bavosa capone (Paralipophrys trigloides). Ma le
e che scappano nelle fessure se spaventati. Tali
bavose, anche se i più comuni, non sono gli unici
fessure molto spesso sono abitate da un gran-
pesci presenti; possiamo trovare piccoli gobidi,
chio ben più grande: il Favollo (Eriphia verruco-
succiascogli e peperoncini, tutti intenti a guizza-
sa), che raggiunge anche i 13 centimetri di lun-
re in questi limitatissimi specchi d’acqua.
ghezza e presenta chele potenti. All’interno delle
La lista delle specie potrebbe essere lunghissima,
pozze, anche di quelle più stagnanti, non man-
anche perché vi sono tutta una serie di organismi
cano mai i gamberetti (Palaemon elegans) che
incrostanti, molto piccoli e microscopici veramen-
passano il tempo a spiluccare le alghe ripulendo-
te notevoli, una varietà così grande da far impaz-
quei
granchi
neri
detti
136
lividus),
stelle
marine
zire il più bravo dei naturalisti! Molto spesso, inol-
casualmente nelle pozze in attesa della prossima
tre, vi si trovano animali che proprio non ci si
alta marea per tentare un’evasione non facile.
aspetterebbe, trasportati durante le mareggiate
Dopo questo breve excursus sulla vita di questi
all’interno di questi piccoli bacini; così potremo
affascinanti mondi, spero che la prossima volta
osservare specie più abituate agli ampi spazi
che ne avrete l’occasione, farete un’emozionante
come meduse, molluschi cefalopodi e pesci come
immersione in meno di 30 centimetri d’acqua,
le donzelle, i tordi o piccoli muggini, imprigionati
perché anche in una goccia ci può stare un mare.
137
Micro-acquario
& Dintorni
l’oceano nel flacone
di Valerio Zupo & Tony Di Meglio
Oggi tenteremo l’impossibile! Partiamo dal con-
vivente, batteri esclusi. Oggi proveremo ad utiliz-
tenitore: un flacone di vetro chiaro da medicinali,
zarlo per realizzare un micro-acquario d’acqua
del volume di 20 cc. Apparentemente impossibi-
dolce, da sistemare in soggiorno o sulla scriva-
le da utilizzare per contenere qualsiasi organismo
nia, possibilmente ben indicato mediante centrini o piatti di sostegno: in caso contrario risulterebbe poco visibile.
Il flacone viene sciacquato bene con acqua distillata per eliminare qualsiasi macchia opaca ed
asciugato bene all’esterno. Sul fondo dello stesso disponiamo circa 3 mm di sabbia “ADA
Amazzonia” lavata, ricoperta da altrettanti millimetri di sabbia Dennerle per Caridina. Sulla sabbia sistemiamo dei frammenti di roccia ADA
Dragon Stone Rock. Per ottenere i piccoli frammenti suggeriamo di disporre una piccola
Dragon Stone in un canovaccio da cucina e martellarlo un paio di volte. Si potranno poi raccogliere i frammenti più interessanti e posizionarli
utilizzando delle pinzette lunghe.
Si aggiungono poi dei tralci secchi di vite. Per
farlo, ci siamo recati in un vigneto ed abbiamo
raccolto dei tralci secchi di piccole dimensioni.
Tre sono gli elementi essenziali di questo
acquario: l’ampollina di vetro, la sabbia
chiara e la pianta centrale
138
L’acquario-ampolla in tutta la sua essenziale bellezza
139
Alghe e tralci di vite
completano
l’arredamento di questo piccolo
grande acquario
cone abbiamo poi prelevato
un ciuffo di alghe filamentose. Nessuno lo farebbe mai
in un acquario di grandi
dimensioni! Ma qui siamo in
un altro mondo, in cui
anche un filamento algale
aggiunge
biodiversità
e
diventa un elemento caratterizzante
dell’ambiente.
Una piccola quantità delle
stesse è stata sistemata
tutt’intorno alla pianta e fra i
tralci di vite, in modo da
creare un habitat più ospitale e naturale alla base
della Vallisneria.
Abbiamo deciso di non
ospitare animali in questo
micro-acquario, date le sue
minuscole dimensioni. Non
possiamo escludere però
Gli stessi sono stati bolliti per circa un’ora e tenu-
che piccole Physia possano essere ospitate pro-
ti in acqua un mese. Durante questo periodo
ducendo un eccellente bilanciamento ecologico.
l’acqua veniva sostituita settimanalmente nel
Anche nelle attuali condizioni, comunque, offren-
contenitore. Al termine di questo processo, sono
do circa 5 ore di luce al giorno (mediante una
stati scelti i frammenti più curvi ed appariscenti e
lampada da tavolo) si riesce a mantenere i vege-
sistemati tra le rocce. Mediante la pinzetta si rie-
tali in condizioni ottimali. Si notano spesso fasci
sce a sistemarli in modo da incastrarli tra sabbia
di bollicine (CO2) che salgono dalle foglie della
e rocce.
pianta, durante i periodi di illuminazione.
È stato quindi prelevato da un acquario uno sto-
Ovviamente è possibile immaginare una serie di
lone di Vallisneria spiralis. La piccola piantina,
flaconi di questo tipo, disposti in serie e conte-
nata da pochi giorni, si adatta perfettamente a
nenti alghe e rocce di diversi colori, per creare un
questo ambiente. È stata piantata bene nel
effetto estetico molto gradevole. L’ampolla qui
fondo, al centro dell’ampolla, leggermente spo-
rappresentata è “in funzione” da un mese ed il
stata su un lato. Da un recipiente tenuto sul bal-
suo ambiente appare stabile ed equilibrato.
140
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è
libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà
servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del
socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile,
per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque
fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma
contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
141
FILTRAGGIO E DISCUS
NEI LABORATORI AAA
Dall’alto: una delle vasche di Roberto;
Roberto Lezzi accanto ad una delle sue
vasche e Luciano Di Tizio durante la sua
conferenza sul filtraggio
Il filtraggio in acqua dolce e i Discus sono gli argomenti dei primi due “laboratori” organizzati
dall’Associazione Acquariofili Abruzzese nei primi
due mesi del nuovo anno. In gennaio Luciano Di
Tizio ha parlato di filtraggio illustrando un powerpoint realizzato dal direttore di Aquariophylia
Valerio Zupo e già presentato a Napoli Acquatica.
Di Tizio e Zupo hanno collaborato in passato scrivendo diverse serie di articoli a quattro mani e
comunque l’ex presidente AAA aveva assistito “in
diretta” alla conferenza di Zupo e ha potuto fedelmente riportarne i contenuti. Ne è venuto fuori un
dibattito intenso e partecipato che ha pienamente
soddisfatto i soci presenti. Unica nota dolente proprio la scarsa presenza di soci: gli intervenuti sono
stati infatti in verità decisamente meno numerosi
rispetto agli altri recenti appuntamenti. La probabile spiegazione è data dal freddo intenso e dal fatto
che l’appuntamento non era stato ricordato nell’immediata vigilia con un SMS come abbiamo
sempre fatto nel recente passato. In ogni modo
diversi dei soci assenti hanno chiesto che l’appuntamento venga ripetuto. Il direttivo valuterà se
accontentarli o meno, ma comunque se ne parlerà sempre tra molti mesi, visto che sono già stati
programmati gli eventi che accompagneranno i
soci AAA sino all’estate.
L’appuntamento di febbraio (che al momento in cui
scriviamo queste note non è stato ancora concretamente realizzato) è dedicato al tema: “Come partire con un impianto casalingo per l'allevamento e
la riproduzione dei Discus”. Sarà presentato un
reportage sull'impianto autocostruito dal nostro
socio Roberto Iezzi, realizzato durante una visita
nel suo allevamento.
Quindi lo stesso Roberto Iezzi terrà una relazione e
risponderà alle domande dei soci. Prevediamo un
evento di successo, ma come sarà andata potremo raccontarvelo soltanto sul prossimo numero…
Amedeo Pardi - Presidente AAA
142
A.I.A.M.
ASSOCIAZIONE ITALIANA
ACQUARIO
MEDITERRANEO
Sempre più spesso i nostri soci riescono a documentare piccoli animali ed eventi con
la videocamera o con i moderni cellulari. Il materiale, anche se non sempre di buona
qualità tecnica ma sempre di interesse per gettare uno sguardo sui piccoli eventi delle
nostre vasche, ha iniziato a accumularsi sul sito dell’Associazione (www.aiamitalia.it). A
questo punto è venuto spontaneo pensare di organizzare il tutto su un canale youtube
dedicato, in modo da alleggerire il carico del server dell’Associazione. Una corretta
gestione dei server è infatti vitale per consentire una costante vita sociale senza interruzioni e con costi limitati. La piattaforma di YouTube si è dimostrata ovviamente la soluzione più immediata, familiare nell’uso soprattutto ai giovani.
Ora il canale è pronto, all’indirizzo
http://www.youtube.com/user/AIAMvideo?feature=mhee
Per il momento la filosofia di partenza è quella di radunare tutto il materiale disponibile,
ma il sistema è stato pensato per poter caricare anche video HD. Non vi è infatti l’interesse a ricercare video di alta qualità estetica, ma ad illustrare particolarità delle vasche
o a fissare osservazioni etologiche difficilmente dimostrabili con semplici immagini,
soprattutto per chi non è dotato di attrezzature di buona qualità. L’importante invece è
che chiunque lo desideri possa partecipare portando il suo contributo di esperienze.
143
A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA
BETTA
Continuano le iniziative dell'associazione per accogliere e stimolare
tutti gli appassionati di acquari che intendono conoscere o allevare
anabantidi appartenenti alla grande famiglia dei Betta
Appuntamento a Pavia il 24 e 25 Marzo
AIB sarà felice di incontrare tutti gli appassionati di
acquari presso il Garden Botanic di Montebello
della Battaglia (Pavia) per tutta la giornata di
Sabato 24 e Domenica 25 Marzo con una nuova
mostra didattica sui Betta sponsorizzata da Blu
Line. Oltre a presentare un buon numero di Betta
show allevati dai nostri soci daremo ampio spazio
a vasche dedicate alle specie selvatiche, con
esemplari allevati e riprodotti in Italia. La mostra
sarà arricchita da materiale informativo e fotografico originale sui principali argomenti che riguardano i Betta e dalla presenza di appassionati di grande esperienza che saranno a disposizione per
rispondere alle domande dei visitatori.
Questo mese sul nostro forum
Si perfezionano i preparativi per la gita sociale al
settimo KFF Betta Contest di Friedrichshafen
(Germania) il 9-11 marzo, con partenze da
Bologna, Milano, Vicenza e Venezia. La mostra
tedesca, tra le più importanti al mondo, sarà
un’occasione per vedere spendidi Betta e incontrare nuovamente gli amici tedeschi che la organizzano.
Nella sezione Download è disponibile, come ogni
anno, il calendario AIB 2012, scaricabile gratuitamente da tutti coloro che lo desiderano in formato
pronto per la stampa. Inoltre, è uscito il nuovo
numero del nostro bollettino Bettazine: l’unico
rimedio per chi è affetto dal virus della bettofilia.
Dall’alto, un Betta channoides, un Betta coccina,
avannotti di Betta sp. mahachai in gruppo e in
primo piano. Tutte le foto sono opera di soci AIB e
sono commentate dai loro autori sul forum dell’associazione.
144
Esemplari di Betta splendens frutto
di riproduzioni effettuate a soci
dell’AIB.
Nella sezione Selvatici, sempre più
nutrita di protagonisti, arrivano i
Betta coccina, straordinari costruttori di nido rossi. Proseguono i
risultati delle esperienze di allevamento di nostri soci con i Betta
shalleri, unimaculata, simplex,
mahachai.
Nelle sezioni Alimentazione e
Genetica si discutono i fattori che
determinano una crescita ideale dei
raggi delle pinne nei Betta da concorso. Alcuni soci stanno ottenendo risultati interessanti sperimentando gli effetti della vitamina D su
giovani esemplari Crown tail e
Halfmoon in accrescimento.
Tre i nuovi argomenti per quanto
riguarda Chimica e Tecnica. La torba, elemento essenziale per ottenere l’acqua ideale per alcune specie di Betta che vivono in acque scure e acide. Come realizzare in casa schiudutoi in
serie per artemie. Come dotare le proprie vasche da riproduzione di luci di cortesia notturne a
un prezzo irrisorio. Vi chiedete a cosa serve una luce di cortesia per i Betta? Motivo in più per
venirci a trovare su Internet!
Negli incontri di fine Gennaio a Roma e Milano soci vecchi e nuovi hanno avuto l’occasione di
scambiarsi idee ed esperienze ma soprattutto, un copioso numero di esemplari sia da show
che selvatici.
Infine, riprende dopo i fasti del fine anno, il concorso fotografico per il Betta del Mese!
Vi ricordiamo che il forum è Una vasca allestita per ospitare una coppia di Betta channoides.
aperto a tutti, soci e non
soci. Chiunque può visitarlo e prendervi parte andando all’indirizzo www.bettaforum.it
Associazione Italiana Betta
www.aibetta.it
www.bettaforum.it
145
A.I.K.
ASSOCIAZIONE ITALIANA
KILLIFISH
Siamo già a Febbraio e in questo mese pubblicheremo il primo bollettino dell’anno, il bollettino
1-2 2012 che sarà dedicato quasi completamente al genere Nothobranchius!!!
Prima di tutto un articolo sulle tecniche di schiusa e i vari sistemi di allevamento nelle prime settimane di vita di questi incredibili pesci.
Inoltre un nuovo sistema di deposizione e successivo setaccio per poter recuperare le uova e
poterne controllare in numero e lo stato.
Un resoconto su un weekend nella zona costiera del Kenya, a pesca di pesci annuali con relativa scheda di allevamento su Nothobranchius elongatus (che accettano anche Artemia liofilizzata senza problemi).
Un sistema veloce e tecnicamente eccellente per preparare uno schiuditoio per cisti d’Artemia.
E tanto altro ancora…
Non scordatevi di contattarci ad [email protected] per avere tutte le informazioni riguardanti le modalità di iscrizione.
Vi aspettiamo numerosi!
P.S. Confermiamo che il 20° Congresso AIK si svolgerà al CEA di Borzano di Albinea (RE) nei
giorni 26-27 Maggio, a breve sul sito www.aik.it, sul forum www.aik.it/forum, su facebook e su
queste pagine tutti i dettagli!!!
146
DISCUSCLUB.NET
Siamo entrati nel mese di febbraio, e abbiamo ormai alle spalle il gennaio, mese caratterizzato
da pubblicazioni ed eventi di ottimo rilievo, e che hanno contribuito a tenere caldo un mese che
per antonomasia è freddo, il più freddo dell'anno. Saprai che è nostra consuetudine "fare rapporto", e ci accingiamo a farlo.
Cosa ti suggeriamo?
Gennaio 2012:
[Review] DISCUSBOOK 02- DI Heiko Bleher. Pubblicazione annuale che aspettiamo sempre
con impazienza.
Biotopo in India - Andra Pradesh - racconto di Heiko Bleher che è sempre alla ricerca di biotopi e nuove specie. Racconto da non perdere, una incredibile moltitudine di specie raccolte in
un piccolissimo specchio d'acqua.
[Symphysodon discus] L'Heckel discus. di Maurizio Bassi. Con la collaborazione dei membri
del forum amanti del genere
[Discus Day 2012] Il meraviglioso mondo dei pesci di Heiko - un tratto della conferenza di Heiko
Bleher, in occasione del Meeting dei due mondi (Mondodiscus e Mondosommerso), conferenza strepitosa, e giornata eccezionale, grazie alla collaborazione di Mondodiscus, come realtà
virtuale, e Mondosommerso, realtà genovese commerciale che gli appassionati apprezzano e
amano.
Come potete constatare, anche questo mese NON è andato via senza il suo bellissimo carico
di lavoro ed eventi, e noi siamo sempre lieti di poter fare il riassunto trasmettendolo con un
“bollo” di entusiasmo che spero non verrà mai a mancare.
Questo è “abbastanza” per poter avere la tua attenzione... altrimenti perdonaci, se è stato per
te un motivo di scocciatura. Ci auguriamo che il tuo gennaio e febbraio sia il più bello che tu
possa raccontare, prospero e radioso. Buona lettura… e se non ti va di leggere, c'è anche
molto da vedere! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare l'hobby
più bello del mondo.
Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook!
Ti auguriamo un sereno febbraio 2012.
Sincerely
Lo staff DiscusClub 2.0
147
A.M.B.I. ASSOCIAZIONE
MEDITERRANEA
BETTOFILI ITALIANI
TEMA : UNO DI AMBI – I SOCI AMBI SI PRESENTANO
Cari amici bettofili, la grande espansione di internet ha prodotto la
abnorme diffusione di informazioni via telematica su ogni genere di
argomento, da cui associazioni come la nostra hanno tratto linfa vitale per diffondere il proprio “verbo” (nel nostro caso bettofilo), a livello
nazionale, in maniera davvero esponenziale. Questo stupendo strumento della nostra era tecnologica ha tuttavia un difetto: ha reso le
amicizie e le conoscenze che si fanno nei salotti virtuali impalpabili, non
riusciamo ad avere una dimensione reale dell’uomo che si pone di
fronte a noi nelle nostre conversazioni. Così a volte rimpiangiamo le
calorose strette di mano, le vecchie lettere che si scrivevano con l’inchiostro della biro sui fogli di carta. Abbiamo così avvertito la necessità di avvicinare gli uni agli altri i tantissimi soci ed amici di AMBI sparsi
un po’ in tutto lo stivale.
Con questo desiderio in mente è nata l’iniziativa che vi proponiamo da
Uno di AMBI – I soci AMBI si presentano“.
questo numero denominata “U
Da questo numero abbiamo il piacere di presentare a tutti gli appassionati che ci seguono, i tanti soci AMBI che formano il direttivo e non
solo. Sarà interessante conoscerli uno ad uno. Questo vuole essere un
modo un po’ diverso dal solito per fare la conoscenza di coloro che condividono con noi la stessa passione per l’acquariofilia ed in particolare per il Betta splendens. Il primo socio che vogliamo conoscere insieme
è Daniele Zabeo, da molti conosciuto come Lele. Ecco a voi una breve scheda su di lui.
NOME: Daniele - COGNOME: Zabeo - ETÀ: 34
REGIONE: Veneto
PROFESSIONE: Responsabile studio psicoterapia-musicoterapia, psicologo in formazione.
INTERESSI ACQUARIOLOGICI : Betta, killi, poecilidi, pesci autoctoni.
INCARICHI AMBI: Responsabile sez. Wild - Redattore, Correttore di
bozze “splendens”- Consigliere AMBI - Delegato 3 Venezie
BETTA
ALLEVATORE: Amatoriale
FORMA: Halfmoon, Wild
COLORE: Solid Red - Opaque
NUMERO DI VASCHE: In casa: 9
DEDICATE AL BETTA: 2 (180 e 300 litri all'occorrenza suddivisibili)
BREVE PRESENTAZIONE PERSONALE:
Ciao a tutti gli amici, Iniziamo subito col dire che da 20 anni mi interesso di acquariologia, sono partito con
il classico fritto misto e con le relative morie causate dall'ignoranza in materia, sia mia sia dei vari amici
dichiaratisi esperti. Con il tempo mi sono appassionato sempre di più al mondo dei pecilidi, riproducendo-
148
ne di varie specie, poi sono passato ai Barbus ed alla
creazione di acquari biotopo (asiatico). Ho subito il
fascino degli acquari Zen e della filosofia Amano, cercando di creare plantacquari da 1 watt/litro, CO2
continua, fertilizzazione abbondante, cambi d'acqua
pari al 30-50% settimanali. Dopo qualche anno ho
abbandonato anche quel tipo di filosofia in quanto
non ritenuta dal sottoscritto così naturale come professato dai maestri fondatori di quel modo di concepire le vasche. Una costante, un pesce che ho sempre avuto in parallelo ai miei acquari che andavano
via via aumentando è sempre stato il Betta splendens. In piccoli contenitori di plastica da circa 10 litri
tenevo questi bei pesciolini, seguendo dapprima le indicazioni sbagliate dei famosi saccenti, e via via
aumentando le mie conoscenze fino alla creazione di acquari da 40 litri interamente studiati e dedicati ai
maschi di Betta splendens. La mia esperienza con i guppy ed il mio, seppur non approfondito, avvicinamento al mondo dei guppy show mi ha invece condotto ai betta di selezione, a questo mondo di forme e colori perfetti. Pur non essendo il mio settore d'elezione, riconosco comunque un certo fascino ed un impegno
certosino delle associazioni in giro per il mondo al fine di raggiungere traguardi importanti in questo ambito.
Grazie ad AMBI ed in particolare a Massimo ho ricevuto una coppia di hm solid red con i quali ho cominciato la mia avventura nel mondo dei betta show; in precedenza avevo degli hm opaque, ma non sono stato
molto fortunato con quegli esemplari, sebbene siano ancora, insieme ai rossi ed ai dragon gold i miei betta
show preferiti e che mi propongo di
riprodurre in futuro. Attualmente il mio
impegno maggiore va nel mantenimento e nella distribuzione nell'hobby
dei betta di forma selvatica derivati da
riproduzione in cattività. Penso che si
possa unire una passione con una,
seppur per molti modesta, missione:
quella di mantenere vive, almeno in
cattività, le specie che noi, come sempre, stiamo estinguendo o abbiamo
già estinto a causa della distruzione
dei loro biotopi e quindi di tutto il loro
mondo. Oltre quindi ai killi ed ai pecilidi wild ora ho avviato, nella mia piccola fishroom, un progetto di riproduzione di alcune forma selvatiche di
betta, che verranno diffuse tra gli appassionati locali che si impegneranno a prendersene cura ed a mantenerle vive. Questo progetto è già stato avviato da IBC tempo addietro e da tutta le “vere” comunità killofile,
è ora che questa filosofia, insieme a quella di una certa selezione che rimanga dentro i limiti dell'etica e del
rispetto (etica di selezione che AMBI si impegna a portare avanti da sempre) cominci a diffondersi anche nel
mondo di noi accaniti bettofili!
Daniele Zabeo
Tutte le foto presenti nell'articolo sono di proprietà di Daniele Zabeo e rappresentano pesci e vasche di
Daniele.
149
C.A.E.B.
CLUB ACQUARIOLOGICO
ERPETOLOGICO BARESE
Appuntamento fisso per gli acquariofili, ritorna a grandissima
richiesta anche quest’anno il Corso di Acquariologia e
Terraristica 2012 organizzato dal CAEB (Club Acquariologico
Erpetologico Barese): un'occasione da non perdere per tutti
coloro che vogliono trascorrere un paio d’ore all'insegna della cultura. In calendario sono previsti 9
incontri a partire dal prossimo 25 febbraio che potranno soddisfare appassionati acquariofili e terrariofili.
Per gli amanti degli acquari, degne di menzione la relazione inaugurale del dott. Alfredo Frattoluso
della Seachem, che esporrà concetti inerenti la chimica dell’acqua e quella del 14 aprile che prevede l’intervento del Presidente dell’associazione AMBI (Associazione Mediterranea Bettofili
Italiani), Massimo Butera. Non mancheranno le occasioni di approfondimento per i terrariofili, che
potranno beneficiare delle relazioni di esperti allevatori di ragni, pitoni, serpenti reali e serpenti del
latte.
Il corso, ad ingresso libero, si terrà di sabato pomeriggio presso le aule della Facoltà di Medicina
Veterinaria e godrà dell’accreditamento della stessa: gli studenti
iscritti, infatti, potranno usufruire di 2
crediti formativi.
Nell’ambito del Corso, domenica 22
aprile 2012, i soci del CAEB collaboreranno all’organizzazione della
Mostra di rettili ed attrezzature da
terrario denominata “Rettili dal
Mondo” che si terrà presso l’Orto
Botanico “Il Giardino dei Tempi” a
Bari (www.rettilidalmondo.it).
Sponsor della manifestazione, in
rigoroso ordine alfabetico, le Ditte
Aquariatech, Seachem e Tropical, l’import-export Oriental Pets di Giovanni Minervini, nonché i
negozi specializzati A.C.O. Personal Hobby di Gennaro Deliso, Acquaproject di Davide Milella e
Mister Dog Exotic di Michele Carbonara.
Noi del CAEB siamo da sempre impegnati, e lo saremo anche in futuro, a divulgare la passione per
questo splendido hobby. Se ancora non ci conoscete, questa è l'occasione giusta per incontrarci!
150
151
G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO
SALENTINO
Il G.A.S. e gli operatori del settore
Il G.A.S. associazione no profit che da anni ha elevato la passione acquariofila con serate a tema e manifestazioni acquariofile di
gran rilievo internazionale, offre la possibilità a tutti i negozianti ed alle
aziende del settore di partecipare ad un’iniziativa promozionale gratuita per
tutto il territorio salentino, pubblicando una pagina dedicata sul sito ufficiale dell’associazione
www.gas-online.org
Da sempre i negozianti del settore sono un vitale punto di riferimento per chi si avvicina al
nostro hobby. Questi, tuttavia, vengono spesso rapidamente rimpiazzati da “internet” che grazie alla facilità di entrare in ogni casa mette a disposizione degli utenti una infinita e diversificata offerta di informazioni e prodotti acquaristici. Se da un lato internet ha facilitato la diffusione
del nostro hobby rendendolo più accessibile a tutti, dall’altro può contribuire ad offuscare
l’esperienza diretta dei negozianti che, con anni di esperienza pratica alle spalle rischiano di
essere dimenticati rapidamente dai clienti, facilmente attirati da consulenze virtuali e da promozioni allettanti online.
Lo scopo che si propone la nostra associazione è quello di alimentare la conoscenza acquariofila sul territorio, supportando nelle nostre possibilità le attività commerciali locali e reali.
Foto: Da sempre negozianti ed aziende hanno contribuito attivamente al successo delle
manifestazioni organizzate dal Gruppo Acquariofilo Salentino.
152
Riteniamo infatti che un neofita o un navigato esperto acquariofilo debbano avere costantemente
come riferimento figure fisiche competenti quali sono la maggior parte dei negozianti del settore.
Lo scopo della promozione consiste nel dedicare gratis sul suddetto sito un’intera pagina web
redatta secondo le indicazioni dell’azienda.
L’inserzione gratuita è valida per un anno e farà fede la data di pubblicazione sul sito;
Il negoziante e/o l’azienda potrà scegliere di applicare sconti particolari ai soci del G.A.S. e che
saranno inseriti nella propria pagina web.
Le iscrizioni si potranno effettuare dall’1 Gennaio 2012 al 30 Giugno 2012.
È sufficiente solo inviare una mail all’indirizzo [email protected] in cui vengono riportati i dati dell’azienda ed alcune foto dell’esercizio commerciale. L’amministratore del sito provvederà poi a pubblicare un vero e proprio articolo interamente dedicato all’attività in questione.
LE INFORMAZIONI DA INVIARE SONO LE SEGUENTI:
Logo dell’esercizio commerciale e foto
Dati del negoziante: Nome dell’attività commerciale, nome del titolare, indirizzo ed eventuali
indicazioni stradali, telefono, fax, e-mail, sito internet, ecc.
Storia: breve scheda di presentazione dell’attività (da quanto tempo è in esercizio, metri quadri ed organizzazione del punto vendita, numero di vasche d’acqua dolce e marine esposte,
principali marche dei prodotti in vendita.
Eventuali attività correlate (cinofilia, ornitologia, ecc.)
Per ulteriori informazioni, invitiamo a contattare il coordinatore dell’associazione all’e-mail [email protected]
153
MAREVIVO
DELFINI GUARDIANI 2012: PRONTI… VIA!
La terza edizione del progetto di salvaguardia ambientale
chiama a raccolta centinaia di studenti delle isole di Capri,
Ponza e Sant’Antioco
Roma, 17 febbraio 2011 – Tornano alla carica i “Delfini Guardiani” di Marevivo e, per il terzo anno
consecutivo, conquistano non solo Capri ma anche l’isola di Ponza nel Lazio e quella di
Sant’Antioco in Sardegna: quest’anno l’innovativo percorso di educazione ambientale - studiato
dall’associazione ambientalista per trasformare i ragazzi delle isole minori e dei comuni costieri in
vere e proprie sentinelle della salvaguardia del proprio territorio – coinvolgerà oltre 350 studenti
delle scuole primarie e secondarie delle tre straordinarie perle del Mediterraneo.
Ogni mese, sotto la guida di esperti Marevivo, i giovani partiranno alla scoperta dei molteplici tesori - dalle ricchezze naturalistiche a quelle storico-archeologiche - che Capri, Ponza, Sant’Antioco
racchiudono e saranno impegnati in escursioni sulle spiagge, in incontri con pescatori e artigiani
locali, nella conoscenza diretta dell’ambiente marino, attraverso l’attività di sea-watching. Avranno
anche la possibilità di avvicinarsi a sport come la subacquea, la vela e l’arrampicata.
Al termine del percorso didattico, i ragazzi riceveranno il distintivo di “guardiani dell’isola”, che darà
loro il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o ai Comuni per
segnalare eventuali problemi di carattere ambientale.
Mentre a Capri, durante la prima escursione al Faro di Punta Carena, i ragazzi hanno già trovato
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un mucchio di rifiuti abbandonati e stenderanno una piccola relazione, anche fotografica, per il
Comune, a Ponza le scuole sono impegnate in un incontro ufficiale con la Guardia Costiera sul
tema delle regole della sicurezza in mare. A Sant’Antioco, invece, fervono i preparativi per iniziare
le attività ai primi di marzo.
Il progetto “Delfini Guardiani” è realizzato dall’associazione col sostegno economico del Comune
di Capri e Anacapri, di Sant’Antioco e della Fondazione Peretti e si avvale della collaborazione di
molteplici attori che operano, a vario titolo, sul territorio.
A Capri affianco ai “delfini guardiani” ci saranno la Capitaneria di Porto, la Marina Militare Italiana,
la Federazione Italiana Vela, lo Yacht Club Capri, la Fondazione ‘Axel Munthe’, l’Associazione Capri
Outdoor, Amici di Cetrella, Museo Cerio, Rotary, Foto Flash Capri, Legambiente Capri.
A Ponza invece potranno contare sull’appoggio del Corpo Forestale dello Stato, della Capitaneria
di Porto, dell’ISPRA e della Compagnia di Trinchetto (Federazione Italiana Vela).
Per Sant’Antioco l’aiuto verrà dal servizio nautico del Corpo Forestale dello Stato, dalla Cooperativa
Archeotur, dal Diving Coral Reef, dalla Cooperativa Naturanet, da Sardinia Sailing e dai pescatori
di Sant'Antioco e Calasetta.
La scelta di “insegnare il territorio” - dall’archeologia al mare alla tutela dell’ambiente in generale è volta a sollecitare il senso civico e di appartenenza delle nuove generazioni: solo una coscienza
diffusa, che parta dai più giovani, può provocare un cambiamento di rotta, indispensabile per proteggere un territorio tanto prezioso e fragile come le piccole isole del nostro Paese.
Ufficio Stampa Marevivo
063202949 - 3381090669
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VERMI BIANCHI:
FACILI E NUTRIENTI
di Alberto Solenne & Valerio Zupo - seconda parte
Il mese scorso abbiamo spiegato vantaggi (tanti)
lia) ed associazioni acquariofile potranno aiutarci
e svantaggi (pochi) di questo magnifico alimento
a reperire gli individui che servono ad iniziare l’al-
vivo per pesci di ogni specie e taglia ed abbiamo
levamento. Li si potrà dunque disporre sul terric-
descritto l’attrezzatura di base indispensabile per
cio ben amalgamato della prima cassetta.
iniziare, prendendo in considerazione anche i
Meglio, anzi, operare con almeno un paio di cas-
recipienti ideali ed il substrato adatto. Possiamo
sette per iniziare, perché è rischioso affidarsi ad
oggi iniziare in pratica con l’allevamento, se avre-
un solo contenitore. In seguito potremo distribui-
te procurato tutti i materiali descritti nel numero
re il raccolto su 6-7 cassette diverse, in modo da
precedente. In caso contrario, dovrete provve-
poter ricominciare la coltura in caso di problemi
dere subito!
localizzati ad uno dei contenitori. Oramai però
Giunti a questo punto sarà necessario, ovvia-
bisognerà anche iniziare a nutrirli.
mente, procurare i riproduttori. Allo scopo è indi-
Gli alimenti utilizzabili a questo scopo sono prati-
spensabile riferirsi a hobbisti che ne abbiano in
camente infiniti e devono avere una sola caratte-
allevamento, anche se alcuni negozianti specia-
ristica fondamentale: non inquinare troppo e
lizzati potrebbero vendere ancora enchitrei vivi,
contenere della sostanza organica decomponibi-
dal momento che esistono alcuni produttori di
le. Pertanto potremo prendere in considerazione
alimenti vivi. Forum (come quello di aquariophy-
latte, fiocchi d’avena, pane, bucce di patate,
Normalmente le colture
si presentano, come in
questo caso, un tappeto
uniforme di vermi su
tutta la superficie. In
prossimità della parete
della scatola si possono
osservare alcuni puntini
marroni: i famosi acari
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Maggior ingrandimento
dell’immagine precedente, dove sono maggiormente visibili gli acari
descritti nell’articolo
biscotti, frutta, verdura, cibi
liofilizzati per bambini, croste di formaggio, malto,
uova, farina, vitamine, olio di
fegato di merluzzo, lievito,
croccantini per cani e gatti,
mangime per pesci tropicali e… chi più ne ha più ne metta! Noi suggeriamo
ra. Suggeriamo quindi di somministrare gli ali-
una miscela composta da 4 parti di farina d'ave-
menti con parsimonia: si raccoglie meno, ma più
na (vanno benissimo anche i fiocchi d’avena fine-
a lungo! Per rendersi conto del peggioramento
mente tritati), 1 di latte in polvere ed un pizzico di
delle condizioni ambientali basta annusare il con-
lievito di birra. Questa può dunque essere una
tenitore. Se continua ad emanare un odore “di
buona ricetta per iniziare.
muschio” significa che tutto procede regolar-
Una volta la settimana bisognerà spargere que-
mente. Se, al contrario, comincia ad emanare un
sta miscela uniformemente in uno strato sottile
odore nauseabondo, come di rancido, significa
sulla superficie del substrato. Si nebulizza quindi
che qualcosa nell’ambiente sta peggiorando e la
dell’acqua da osmosi (o acqua piovana ma
coltura potrebbe essere in pericolo.
comunque non contenente cloro o altri inquinan-
Peraltro le condizioni delle colture sono in gene-
ti) sulla superficie del substrato sino ad inumidir-
re più stabili nei contenitori di legno e polistirolo,
lo bene, utilizzando uno spruzzatore da giardino.
specialmente quando mantenuti in luoghi umidi e
È importante che il terreno sia uniformemente
freschi, come in uno scantinato. Al contrario i
inumidito senza che si formino ristagni di liquido
contenitori di plastica non lasciano traspirare
i quali, in seguito, genererebbero pericolose
l’aria, specialmente quando la temperatura sia
muffe. In caso, si potrà ridurre la quantità di latte
elevata, tendono a produrre problemi ambienta-
in polvere ed aggiungere una diversa fonte di
li. In questi casi o quando il substrato invecchia,
proteine (es. cibi liofilizzati per bambini), per evi-
i vermi tentano di evadere dalla scatola. Il sub-
tare lo sviluppo di muffe. In genere comunque,
strato diviene più compatto e ceroso a causa dei
spruzzando 5-6 volte sulla superficie del conteni-
processi di decomposizione e delle muffe che
tore “tipo” sopra descritto, si ottengono buoni
proliferano. In questi casi non è facile recuperare
risultati in assenza di muffe.
la coltura. Meglio mettere da parte alcuni degli
Se il cibo somministrato è molto abbondante,
individui ancora in buone condizioni e trasferirli in
anche la produzione di vermi sarà più rapida,
un recipiente nuovo ed igienicamente sano.
però questo porterà ad un aumento di cataboliti
Le colture in condizioni “limite” producono ani-
che potrebbero pregiudicare il futuro della coltu-
mali diversi dai soliti. Se si continua ad alimenta159
Un gruppetto di pesci in attesa della consumazione di enchitrei. Oltre al già citato pregio
nutrizionale, un altro vantaggio nella somministrazione di cibo vivo è quello di non inquinare l’acqua dell’acquario
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Gli enchitrei rappresentano un cibo eccellente
per quasi tutte le specie di pesci d’acqua dolce
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re normalmente la coltura andata a male, ad
Dopo alcuni mesi, potrà essere nuovamente uti-
esempio, si produrranno dei vermi minuscoli, 1-
lizzato per le nostre colture, rendendo così inuti-
2 volte più grandi dei micro-worms. Questi pos-
le un continuo approvvigionamento in natura.
sono rappresentare un alimento interessante da
Semplicemente alterneremo questa riserva
somministrare a giovani avannotti, quando ormai
“sporca” e riciclata con quella contenuta nel
i micro e le anguillule dell’aceto sono diventati
sacco iniziale.
troppo piccoli e gli enchitrei di dimensioni normali
sono troppo grossi. Inoltre se si sostituisce solo
PRELIEVO E SOMMINISTRAZIONE
metà del substrato, sulla parte nuova comince-
Quando la coltura sarà matura potremo iniziare a
ranno a crescere vermi di dimensioni normali,
prelevarne degli individui da somministrare in
mentre su quella vecchia continueranno a pro-
acquario. Per concentrare facilmente un certo
dursi esseri minuscoli. Dunque, le condizioni del
numero d’individui si utilizza un sistema abba-
substrato influenzano anche le dimensioni degli
stanza semplice. Si dispone sulla superficie delle
enchitrei prodotti. Saremmo tentati di ritenere
cassette una lastra di vetro che non la copra
che le stesse condizioni del substrato influenzino
completamente, lasciandola per una notte. Il
giorno successivo si noterà che
una certa quantità di vermetti
bianchi si è concentrata sotto la
superficie del vetro. Si potrà a
questo punto prelevare il vetro
In quest’immagine non eccezionale potete vedere una
coltura trascurata ed invasa
dalle muffe
ed immergerlo in un contenitore
pieno d’acqua. Vermi e terriccio
cadranno sul fondo ma i vermi,
comunque anche la loro composizione tissutale
più leggeri, si disporranno in superficie. I più
e non è detto che vermi piccoli, prodotti in que-
meticolosi li potranno quindi aspirare con una
sto modo, costituiscano un alimento adeguato
pipetta e somministrarli direttamente, o dopo
ed una giusta fonte di proteine in assenza di
averli immersi brevemente in una soluzione poco
cataboliti.
concentrata di amuchina o di altro blando disin-
In generale, comunque, noteremo che le dimen-
fettante. Potremo in questo caso risciacquarli in
sioni dei vermi prodotti decrescono col passare
un retino da Artemia, sotto acqua corrente,
del tempo ed il peggioramento delle condizioni
prima di somministrarli in acquario. Altrimenti
ambientali per cui, con un po’ di esperienza,
sarà sufficiente capovolgere il contenuto del bic-
impareremo a stabilire quand’è giunto il momen-
chiere in acquario. Il substrato caduto in acqua
to di sostituire il substrato.
non è assolutamente nocivo all’ecosistema
Il substrato vecchio potrà essere disposto in un
acquario, né antiestetico. Con il metodo dell’ar-
contenitore aperto ad ampia superficie, al sole.
gilla la raccolta è molto semplice. Si prelevano un
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po’ di palline e si mettono in acqua. I vermi rima-
esistono varie soluzioni per eliminarli dalle coltu-
sti attaccati si staccheranno dal substrato, men-
re. Innanzitutto evitare l’invecchiamento del sub-
tre l’argilla che galleggia è facilmente recuperabi-
strato, poiché gli acari parassiti e commensali
le e non si avrà nessun tipo di residuo del sub-
aumentano sia di dimensioni sia di numero con
strato dall’allevamento della coltura.
l’invecchiamento. Gettare la coltura e ripartire
con una nuova procurandosi un inoculo prove-
EVENTUALI PROBLEMI DI ALLEVAMENTO
niente da un allevamento privo di acari. Alcune
Abbiamo parlato in precedenza di muffe, propo-
volte si riesce ad ottenere delle colture prive di
sito dell’alimentazione. In aggiunta a queste, di
acari semplicemente prelevando ad uno ad uno
cui sì è già detto, in colture troppo ricche di
dalla coltura infestata un numero sufficiente di
materiale organico in decomposizione possono
enchitrei, da riporre in substrato fresco. Alcuni
prodursi dei miceti. Molti consigliano di eliminare
autori consigliano di mettere sotto l’acqua cor-
le colture invase da miceti, ma non ho trovato dei
rente l’intera coltura in modo da eliminare gli
validi motivi per doverlo fare, anche perché se si
acari per semplice asportazione meccanica
bagna nuovamente e a sufficienza il substrato
sfruttando il flusso dell’acqua. Potrebbe essere
questi spariscono. Tuttavia se tra i miceti alber-
un’ottima soluzione per diminuire il numero dei
gasse l'Aspergillus fumigatus (spesso presente
commensali ed ottenere successivamente un
nei farinacei mal conservati e responsabile di
inoculo privo di acari per una nuova coltura. È da
gravi patologie in campo zootecnico) potrebbe
evitare assolutamente, per ovvi motivi, l’uso di
allora essere utile eliminare la coltura, compreso
qualsiasi tipo d’insetticida o acaricida!
il contenitore, anche perché si tratta di un orga-
Infine, mosche, drosofile ed altri ditteri sono forse
nismo potenzialmente patogeno anche per l'uo-
gli ospiti indesiderati più fastidiosi e deleteri per le
mo. In base alla nostra esperienza, da campioni
colture, poiché sono in grado di distruggerle
isolati ed identificati in laboratorio, fino ad ora
completamente, soprattutto le loro larve. Tuttavia
abbiamo isolato soltanto dei miceti primitivi di cui
se le colture sono in contenitori ben chiusi, rara-
molti della famiglia Mycethophylidae, come ripor-
mente sono colpite da questi parassiti.
tato in letteratura.
PARASSITI
Bibliografia
Le colture possono venire infestate da vari
Charles. O. Masters, Encyclopedia of live food,
parassiti, come acari di diversi generi. Ad esem-
T.F.H.
pio pericolosi parassiti che impongono l’elimina-
Ippolito Pizzetti, Il grande libro dell’acquario,
zione dell’intera colonia possono essere costitui-
Ornitorinco Rizzoli
ti
longior,
Werther Paccagnella, Enchytreus un cibo vivo di
Glycyphagus domesticus, Pyemotes ventrico-
facile allevamento In: Aquarium n°9, 1971, ed.
sus, Tarsonemus floricolus, Nothrolapsis puncti-
Primaris
cillatus, Caloglyphus michaeli. Però bisogna
Ad Konings, Il libro dei ciclidi, Cichlid Press
anche considerare che gli acari non si cibano dei
R.W. Langton, Breeding Killifish, pubblicato in
vermi o delle loro uova, ma semplicemente com-
proprio dall’American Killifish Association
petono con loro per il cibo, ed alla fine diventano
Erica Tamiolini Guida all’allevamento del cibo
cibo per i nostri pesci insieme ai vermi. Peraltro
vivo - GAEM
da
Tyrophagus
castellanii,
T.
165
Isaac Lamotius
e la scoperta
dei pesci tropicali
di Matteo Grassi - terza parte
Il mese scorso abbiamo fatto ancora un po’ di
Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.
strada in compagnia di Isaac Lamotius, un natu-
Mauritius, quindi, come meta ideale dei suoi
ralista di rara perizia in grado di inviarci, come
viaggi e delle sue esplorazioni…
attraverso una macchina del tempo, le immagini
Parallelamente però, l'isola di Mauritius, da tram-
dei magnifici pesci marini tropicali che era riusci-
polino per l'avvio di una brillante carriera si tra-
to ad avvicinare nel corso dei suoi viaggi. Lo ave-
sformò in una prigione detestabile.
vamo lasciato all’isola Mauritius, mentre prepara-
Con il tempo, l'innaturale severità scaturita dal
va stampe di rara bellezza, conservate oggi al
dramma subito con l’incendio, alienò a Lamotius
la maggioranza della sparuta popolazione e finì
col decidere del suo destino. Erano passati già
alcuni anni quando una coppia allo sbando, di
nome Dubertin, già esiliata da Città del Capo,
giunse sull'isola e sobillò una vera e propria rivolta contro di lui. Isaac rispose con brutalità,
facendo incarcerare e frustare i ribelli e mandando Jean-Baptiste Dubertin sotto processo a
Batavia, dove fu condannato ai lavori forzati.
Tuttavia la moglie di costui, Aletta, seppur corrotta, era figlia di un giudice molto rispettato di
Utrecht di nome Uytenboogard e una volta rimpatriata in Olanda architettò uno scandalo per
vendicarsi, accusando il governatore Lamotius di
Le tavole di Lamotius riproducono anche
ippocampi, crostacei e alcuni Crinoidi e
Ophiuroidi
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aver tentato di sedurla per poi molestarla e abu-
si svolse il processo, quale forza di persuasione
sare del proprio potere per averla.
potesse
Indifeso di fronte a queste calunnie, ormai inviso
dall’Olanda, né sappiamo come e se Lamotius si
agli abitanti di Mauritius per il suo stile di gover-
difese. Emerse certamente dalle testimonianze
no e privo di appoggi nella Compagnia, Lamotius
che nel suo ruolo di governatore aveva commes-
fu arrestato, condotto anch’esso a Batavia,
so altri abusi, non aveva seguito le direttive della
incarcerato e processato. Non sappiamo come
Compagnia, aveva lasciato che gli Inglesi sostas167
avere
il
giudice
Uytenboogard
Altri tesori del manoscritto di Lamotius: la prima rappresentazione che si conosca di uno
splendido pesce chirurgo lineato e di un pesce angelo arcobaleno, riprodotti con cura quasi
fotografica
sero sistematicamente in una baia dell'Isola.
difendersi. Per cosa, poi? Tornare in quella pri-
Anzi, aveva sviluppato dei commerci con loro.
gione al centro dell'Oceano su cui viveva da
Per propri interessi?
quindici anni?
Forse no: quasi certamente solo per procurarsi il
Il processo si concluse con una condanna. Isaac
materiale per quella segheria o quell’opera idrau-
fu riconosciuto colpevole di abuso di potere e
lica che voleva costruire sull’isola, a vantaggio di
peculato. D'altra parte la condanna fu molto lieve
tutta la popolazione, ma che non era mai stata
rispetto alle accuse. Un semplice esilio presso
sovvenzionata da Città del Capo. Ma forse lui
un'isola all'estremità più lontana dell'arcipelago
stesso non aveva più la forza né la voglia di
di Banda, dove avrebbe vissuto normalmente,
168
frequentando la popolazione del posto. Non una
così che nel 1695 Lamotius giunse nelle isole di
prigionia, né lavori forzati. Questo ci fa pensare
Banda, portando con sé i suoi disegni migliori e
che in fondo la giuria capì chi aveva davanti. Fu
trovando tempo sufficiente e condizioni ideali per
Una tavola dedicata prevalentemente ai labridi, con l’intrusione di un pesce pagliaccio e di
una bavosa
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Particolare di una tavola che riproduce un Monodattilo e un Balistapus undulatus, dalle
caratteristiche striature arancioni
dedicarsi sempre di più allo studio dei pesci tro-
essere stato preso in una trappola tradizionale
picali.
per pesci nelle isole Pisang della provincia di
Lì completò la sua raccolta di disegni, che poi
Banda.
portò sempre con sé negli ultimi anni della sua
Dopo di lui, nella progressione delle tavole giun-
vita, terminato l’esilio, prima a Città del Capo e
te sino a noi, prendono quasi vita degli splendidi
poi nella casa natale vicino all’Aia, in Olanda. È
pesci balestra, farfalla, chirurgo, un bellissimo
datato 9 ottobre 1697, vent'anni dopo il suo
Forcipiger flavissimus, un Pesce Angelo impera-
approdo a Mauritius, uno splendido Idolo more-
tore, anch’esso nelle livree giovanile e adulta, vari
sco (Zanclus cornutus), che Isaac specifica
pesci pagliaccio (Amphiprion sp.) e alla fine,
170
prima di chiudere con alcuni pesci pelagici -
carta, completando la raccolta del governatore.
come aveva iniziato - da un Pesce Chirurgo blu
Durante quest'opera ben architettata, Fallours
(Parachanturus hepatus) dai colori curiosamente
servirà come curato presso Adrian Valentijn, pre-
invertiti.
lato della chiesa di Amboina. Poco più di venti-
La cosa ancor più straordinaria è che tra quelle
cinque anni dopo che Isaac Lamotius ha messo
isole Isaac non si limitò a disegnare per sé stes-
piede sull'isola di Mauritius, il suo lavoro sta
so o per la scienza. Fece molto di più! Fece quel-
dando frutti. Negli anni passati ad Amboina,
lo che accomuna tanti appassionati di acquari
Fallours produrrà almeno quattro collezioni di
oggi: trasmise la sua enorme passione a dei
disegni, ispirandosi alle copie di Lamotius e ritra-
nuovi amici. Ad esempio il governatore di Banda,
endo molti nuovi esemplari per Coyett, per
Balthasar Coyett, di pochi anni più giovane di lui.
Valentijn e per il successivo governatore, Adrien
Con Coyett nacque una vera e propria amicizia,
van der Stel.
tanto da spingere addirittura Coyett a chiedere
I suoi disegni sono meno precisi di quelli di
alla Compagnia di poter portare Isaac con sé ad
Lamotius dal punto di vista naturalistico, più pit-
Amboina, una delle isole maggiori delle
torici, a volte anche troppo fantasiosi, ma di
Molucche, quando fu promosso e ne assunse il
grandissimo impatto visivo e faranno il giro delle
comando. Il permesso fu rifiutato, ma la lezione
biblioteche d'Europa, permettendo a tutti di sco-
di Lamotius aveva ormai messo radici e ad
prire questi esseri straordinari, dando forse un
Amboina Coyett coinvolse altri amici, portando
impulso alla nascita della cultura scientifica, sen-
con sé numerose copie di disegni fatti da Isaac,
z'altro contribuendo a rendere durevole e
così mantenne viva la passione per i pesci tropi-
apprezzato il ricordo di Isaac Lamotius che, pur
cali, trasmettendola addirittura al suo successo-
fallendo in vita il tentativo di eguagliare suo
re, Adriaan van der Stel. Nell'isola di Amboina
padre, guadagnò un posto più importante di lui
nacque in pratica un primo prototipo di club di
nella nostra memoria.
appassionati di pesci tropicali: erano diventati di
moda, diremmo oggi.
DICEMBRE 1703
NOTA
L. B. Holthuis e T.W. Pietsch hanno pubblicato nel 2006 la storia di Isaac Lamotius e le
splendide riproduzioni del suo manoscritto
nel volume da cui sono tratte le informazioni
biografiche e le illustrazioni usate in questo
articolo: Les Planches inédites de Poissons et
autres Animaux marins de l'Indo-Ouest
Pacif ique d'Isaac Johannes Lamotius,
Publications Scientifiques du Muséum and
Bibliothèque Centrale, Muséum National
d'Histoire Naturelle, Paris.
Si ringraziano gli autori e la Biblioteca
Centrale del museo che ha consentito la
riproduzione di alcune tavole originali.
Il pittore olandese Samuel Fallours scruta il profilo della fortezza di Amboina e dell'animata città
che si spande attorno al porto, mentre attende di
essere accompagnato dal governatore. È giunto
sull'isola dopo un estenuante viaggio di alcuni
mesi, attorno all'Africa e attraverso l'Oceano
Indiano, perché Balthasar Coyett ha un progetto
preciso per lui: continuare il lavoro di Isaac
Lamotius illustrando le decine di specie di pesci
tropicali e altre creature marine che periodicamente i migliori pescatori dell'isola raccolgono
per lui, visitare le baie e spiagge in cui questi
pesci si riproducono e fissarli per sempre sulla
171
OLTRE
A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
L’acquario...
in soggiorno
172
il luogo teoricamente più caldo della casa. Eppure a vederlo così questo salone moderno da 4 x 4 metri, come rappresentato nella prima
foto, manca del tutto di un suo carattere distintivo. Incantevole il salotto e molto tecnica la parete attrezzata, con le sue linee essenziali, i tubi cromati che definiscono riquadri e concetti perpendicolari che nascono dal pavimento. La pulizia delle linee non nasconde però una totale freddezza dell’ambiente,
pur nella sua eleganza. Manca un acquario!
Ecco allora che la sostituzione del tavolino originario con un acquario-tavolino modifica radicalmente il carattere dell’arredamento, trasformando l’ambiente in habitat, lo spazio geometrico in spazio biologico, vivace, primario, intimamente interessante.
Il posizionamento nel tavolino è fondamentale in questo ambiente, perché si presta ad essere osservato da diversi punti
di vista, in condizioni diverse. L’ospite occasionale o di passaggio lo osserva essenzialmente dall’alto ed in questo modo
percepisce il movimento ed il territorio. Osserva, infatti, i pesci muoversi sul fondo e riesce quindi a definire i loro rapporti con l’ambiente subacqueo.
Diverso è il punto di vista dell’ospite, che rimane seduto. In questo caso esso entra intimamente in contatto con gli organismi subacquei, osservandoli di fianco, alla pari, riuscendo così a rilassarsi mentre s’immedesima in quell’ambiente
fluido e tropicale. L’acquario, in pratica, invita ad accomodarsi seduti, rende il locale più ospitale, offre un assaggio
delle armonie che regnano nell’ambiente domestico in oggetto ed incornicia una scena familiare strutturata e coerente,
impareggiabile.
Per una realizzazione di questo tipo avremmo potuto utilizzare un acquario-tavolino, come quelli prodotti da alcune
aziende nazionali. Questa è di certo la scelta più semplice e la suggeriamo vivamente a tutti coloro che vorranno realizzare questa soluzione estetica con il minimo dispendio di energie. Nel nostro caso, per rendere l’allestimento ancora più interessante ed unico, abbiamo optato per una soluzione fai-da-te. Il supporto dell’acquario è stato realizzato in
ferro, da un fabbro, ed è stato poi fatto nichelare in modo da adattarsi ai colori dell’arredamento circostante.
Sullo stesso supporto, molto solido, è stata posizionata la vasca (90 x 50 x 50) in tutto vetro, realizzata con un cristallo extra-chiaro di ampio spessore, in modo da sottolineare la purezza delle linee e la trasparenza dei materiali. Filtro e
termoriscaldatore sono sistemati nella parte destra della vasca, coperta all’esterno da una lamina metallizzata sia sulle
pareti laterali sia su quella superiore ed utilizzabile anche per poggiare oggetti in modo da restituire al tavolino la sua
funzione. L’illuminazione è problematica in questo tipo di realizzazioni, perché deve essere potente ed allo stesso tempo
discreta, in modo da non occultare alla vista ampie zone dell’acquario. Allo scopo è stata utilizzata una fila continua di
led ad alta efficienza, disposti su tutti i bordi superiori e diretti verso il centro della vasca. I led sono coperti da una bordatura riflettente, che richiama peraltro il tema metallico principale dell’arredamento. In questo modo non sono visibili dall’alto, ma producono il loro effetto e rendono possibile la proliferazione di alghe verdi in questo acquario marino
tropicale.
L’effetto finale è molto attraente, pulito, piacevole e rende sicuramente diverso questo ambiente. Le soluzioni tecniche
adottate nella realizzazione dell’acquario-tavolino potranno peraltro essere applicate a qualsiasi altro ambiente domestico.
Un salone,
SCHEDA TECNICA
Attezzatura tecnica
VASCA in tutto vetro di misure: 0,90 (L) x 0,50 (H) x 0,50 (P) m
ACQUA marina a densità 1022, temperatura 25-26 °C
ILLUMINAZIONE mediante LED coperti da riflettore in alluminio
FILTRO BIOLOGICO laterale di dimensioni 50 (H) x 50 (L) x 15 (P)
suddiviso in tre scompartimenti e riempito con lana di perlon,
tubetti in vetro sinterizzato SHG e pompa askoll Powerhead 402.
Lo scompartimento filtro è coperto esternamente da una lamina
metallica che incornicia il lato destro del tavolino
TERMORISCALDATORE Tronic E2Volution da 300 watt
SABBIA corallina, scheletri di madrepore, rocce vive
Caulerpa taxifolia, C. racemosa
Suggeriamo di utilizzare una popolazione ittica monospecifica, in
modo da accentuare l’effetto schooling del branco
173
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve
DISCUS, LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: PERCHÉ? Pesci particolarmente dediti
alle cure parentali, secrezioni proteiche cutanee dispendiose per il metabolismo e la deposizione stessa, rappresentano il massimo
stress per i nostri discus, anche se è sempre
nella natura di ogni specie quella di riprodursi.
Un autore esperto in discus ci spiega la sua
ricetta per l’allevamento e la riproduzione di
questi grandi ospiti dell’acquario d’acqua
dolce.
Siamo arrivati al termine del secondo numero
del secondo anno: un bel traguardo per chi
lavora con pochi mezzi e tanta passione!
Come sempre, con la fine della lettura inizia
l’esplorazione diretta, il vostro ruolo nel personalizzare la rivista. Innanzitutto potrete approfondire gli articoli più interessanti cliccando sui
link che essi contengono. In questo modo
potrete confrontare prodotti, prezzi, caratteristiche. Insomma, potrete costruire quelle
“tabelle comparative” che in tanti ci hanno
chiesto, da voi stessi e senza l’intervento di
redattori e tecnici. Ci avete mai pensato?
Infine, potrete iniziare alcune delle attività proposte dai nostri esperti in questo numero: allestire un nuovo acquario per pesci rossi o una
vasca per Caridina e muschi. Se non avete altro
spazio a disposizione, non potrete esimervi dall’allestire un micro-acquario o un ambiente
speciale per Betta, come suggerito in questo
numero. Nel frattempo noi stiamo cucinandovi
il prossimo numero del quale, come sempre, vi
anticipiamo alcuni dei contenuti.
B E T TA SIMPLEX: L’AFFASCINANTE INCUBATORE ORALE. Immaginate un pesce che si
accoppia con un rituale affascinante come il
Betta splendens, ma vive pacificamente in
comunità e cura i piccoli per settimane proteggendoli nella sua bocca. Il Betta simplex è fatto
così e negli ultimi tempi in Italia stiamo assistendo ad una forte crescita dell’interesse per
specie come questa: i cosiddetti Betta “selvatici”.
In realtà, la definizione di “selvatico” sarebbe
applicabile solo ai pesci prelevati direttamente
in natura; ma tra gli allevatori di Betta è convenzione indicare come Betta “selvatici” o
“wild” tutti i pesci appartenenti a specie diverse dallo splendens.
NEL PROSSIMO NUMERO
VI PROPORREMO:
I CICLIDI NANI? SPARITI! Quando parliamo
di Ciclidi nani, solitamente ci riferiamo alla
famiglia
degli
Apistogramma
o
dei
Mikrogeophagus, di cui fanno parte anche i
“cugini” ramirezi e altispinosus. Entrambe le
specie sono quasi esclusivamente provenienti
dal Rio delle Amazzoni o da suoi piccoli
affluenti. Anni fa, per poter godere di questo
immenso spettacolo di colori i pesci venivano
direttamente importati dai luoghi natii.
Ovviamente con l’aumentare dell’interessamento da parte degli acquariofili, soprattutto
nei paesi di lingua tedesca, sono iniziati i primi
allevamenti dedicati esclusivamente alla riproduzione e alla vendita. Il nostro esperto ci conduce alla riscoperta di questi piccoli gioielli.
PESCI ROSSI. Continua la serie iniziata in
questo numero. L’appuntamento più importante della giornata per il nostro amico pesce
rosso è sicuramente l’ora del pasto. Oltre alla
scontata necessità di nutrirsi, infatti, l’alimentazione influisce su tutta una serie di aspetti
che regolano la vita e la salute del nostro
amico, la sua crescita, le sue abitudini, l’inquinamento dell’acqua e il rapporto stesso che
s’instaurerà tra noi e lui. Il momento del pasto
è, generalmente, anche quello di maggior
contatto tra noi e il pesce, in cui passiamo
qualche minuto ad osservarlo con maggior
attenzione.
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‘’privo di parassiti’’ effettuato con il rigore
necessario, impone non solo l’utilizzo di un
protocollo rigido ma anche l’adozione di una
serie di precauzioni davvero limitative. Basti
pensare che gli impianti devono rimanere chiusi agli estranei. Per questa ragione taluni stimati professionisti non permettono la visita dei
propri impianti o adottano particolari precauzioni qualora essi stessi si rechino in visita
presso impianti di altri: il rischio di rendersi
portatore di contagio è concreto.
MUSCHI E CARIDINE: QUESTO MATRIMONIO S’HA DA FARE! Ovviamente stiamo parlando della seconda puntata della serie iniziata
in questo numero. Vi sono diversi generi e
molte specie di caridine che oggi possono
essere allevate con successo nei nostri acquari. Gran parte di queste è frutto d’incroci ottenuti da allevatori asiatici, che hanno ottenuto
nel giro di pochissimi anni, grazie soprattutto
alla velocissima capacità riproduttiva di questi
gamberetti, delle specie molto belle e appariscenti che annoverano milioni di appassionati
nel mondo. Questo “matrimonio” nell’acquario
è senza dubbio “combinato”. Siamo noi
acquariofili che creiamo quest’unione, che non
è come quella naturale che abbiamo ad esempio tra l’anemone e il pesce pagliaccio o lo
squalo con il pesce pilota; è una simbiosi ‘forzata’ perché i muschi da una parte e le caridine dall’altra hanno un’uguale convenienza
nella convivenza.
IL NONO, UN KILLI ITALIANO. Quando ci si
riferisce ai killifish non tutti sanno che ne esiste
anche uno italiano: l’Aphanius fasciatus
(Valenciannes, 1821) conosciuto più volgarmente come “nono”, che non ha nulla da invidiare
per
interesse
ai
coloratissimi
Nothobranchius, Aphyosemion & C. Si tratta
dell’unico membro della famiglia dei
Ciprinodontidi presente in Italia. L’allevamento
di questo pesce è decisamente affascinante.
Occorre dedicargli un acquario con salinità di
1035 ppm ed una temperatura compresa tra
16 e 27 °C (meglio seguire il ciclo stagionale
delle nostre latitudini). Alcuni allevatori hanno
provato ad abbassare la salinità dell’acqua di
allevamento, ma i migliori risultati si sono ottenuti mantenendola costante, riscontrando una
maggior longevità dei pesci.
X E N O P U S L A E V I S: UN SIMPATICISSIMO
ROSPO ACQUATICO. Stanchi dei soliti pesci?
Xenopus laevis è un anfibio che, per le sue
peculiarità, sta prendendo sempre più piede
tra gli appassionati di animali esotici ma
soprattutto tra gli acquariofili. Questo animaletto non è difficile da allevare ma ha delle
necessità un po’ particolari che è bene conoscere. Questo rospo è provvisto di polmoni e
per respirare nuota fino alla superficie dell’acqua, effettua una profonda inspirazione e torna
sul fondo dello stagno o dell’acquario: una singola “boccata d’aria” è sufficiente per rimanere immerso alcune decine di minuti.
Ovviamente, come sempre, questo è quanto abbiamo in cantiere ed il prossimo
numero potrebbe prendere direzioni diverse, anche grazie ai vostri input: diteci cosa
preferite leggere e cercheremo, nei limiti
del possibile, di accontentarvi.
Perché i veri padroni della rivista siete voi!
Arrivederci a marzo!
DISCUS: IL PUNTO DEL NON RITORNO. Chi
non dispone di conoscenze ad hoc per accrescere il proprio bagaglio culturale ha la necessità improcrastinabile di leggere, informarsi,
confrontarsi ma, considerato che ci confrontiamo con esseri viventi, non può esimersi dal
porre come centro delle sue attenzioni e valutazioni gli atteggiamenti e i comportamenti
assunti dai graditi ospiti delle nostre vasche.
Vogliamo solo precisare che un allevamento
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ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO!
Il numero si completa qui, ma la storia continua a ritmo serrato. Avremo modo di approfondire vari argomenti, entrare in intimo contatto sul forum della rivista, leggere le vostre
lettere, esaminare i vostri contributi. Stiamo continuando a crescere, lentamente e costantemente, anche grazie alla vostra collaborazione. Certamente si tratta di un rapporto di
affetto e la vostra cooperazione, in qualche modo, è “dovuta”: sapete che solo diffondendo la notizia dell’esistenza della rivista, regolarmente, ogni mese, potrete continuare a
riceverla gratis a casa vostra, con la consueta puntualità. State facendo un gran lavoro di
divulgazione, fondamentale per diffondere in tutte le case la cultura naturalistica e la passione per gli acquari. Un anno fa eravate solo “strani” cultori delle vasche coi pesci. Ora
siete una grande famiglia di acquariofili e cominciate ad essere consapevoli della vostra
forza. Ci sono ancora tantissimi appassionati che non ci conoscono: sta a voi contattare
quelli più vicini e regalare loro il piacere di leggere aquariophylia. Sapete bene che vi ringrazieranno per questo. Noi, da parte nostra, studieremo a fondo i risultati derivanti dall’inchiesta e produrremo una rivista tagliata su misura, secondo i vostri desideri. Nel frattempo, scaricate e leggete anche il terzo inserto della nostra trilogia di fine anno sul Betta:
questa volta non si tratta di favole, ma di storia vera, perché le feste sono oramai passate e bisogna concretamente costruire l’acquariofilia del futuro, basata su fatti e testimonianze. Noi faremo la nostra parte!