I tubi saldati inox
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I tubi saldati inox
Estratto dalla Rivista LA MECCANICA ITALIANA n. 196 - t986 I tubi saldati inox Stainless steel welded tubes S. BONASSOLI. G. MONTAGNA Dalmine SpA Summary Stainless steel tubes formed from strip and longitudinally welded are being more widely used even in very severe applications. Such widespread acceptance is due to progress made in thè quality of steels, in forming and welding technologies, in chemical and thermal treatments, in non destructive testing. In this paper a review is made of thè most important steps of making a welded tube, with particular focus into thè operations performed on thè welding mill. 1. Premessa I tubi in acciaio inossidabile ottenuti per formatura continua da nastro e saldatura longitudinale vanno conquistando quote sempre maggiori di mercato e espandendo i settori di applicazione. Relazione presentata nel corso della giornata dedicata a • La saldatura e gli acciai inossidabili. 2° incontro: l'esperienza dei trasformatori -. tenutasi il 4 dicembre 1985, presso la FAST a Milano. In linea generale, ciò è dovuto ad un insieme di fattori ben noti, che qui cercheremo di riassumere brevemente, ad introduzione della descrizione dei processi di saldatura e della loro peculiarità, che forma oggetto del presente lavoro. Limiteremo naturalmente il discorso a questo tipo di prodotti, a spessore medio-piccolo e a rapporto diametro/spessore relativamente elevato, poiché le problematiche connesse con la fabbricazione e l'impiego di prodotti tubolari ad elevato spessore, prodotti con sistemi UOE o analoghi, non differiscono sensibilmente da quelle relative a recipienti o altri manufatti di spessore medio-alto o alto, di cui si è parlato nelle memorie che precedono. La saldatura continua di acciai inossidabili in spessori medio-sottili ha raggiunto un elevato grado di affidabilità e automazione, rendendo possibile la fabbricazione di prodotti di elevate caratteristiche e di costo contenuto. Naturalmente una saldatura può costituire una sorgente di singolarità di comportamento e di difettosità (minor resistenza alla corrosione rispetto al metallo base, incollature, mancate penetrazioni, inclusione di particelle estranee, effetti di intaglio per imperfetto allineamento di lembi, ecc): il progresso nei materiali, nelle attrezzature e negli impianti, nelle procedure, ha permesso di eliminare o tenere sotto stretto controllo tutti questi fattori di potenziale disturbo. Il progresso nei metodi di affinazione dell'acciaio, con l'introduzione dei trattamenti fuori forno, ha consentito dì produrre in maniera economica acciai inossidabili con tenore di carbonio molto bassi, fino a circa 0,02%, riducendo quindi drasticamente i pericoli di sensibilizzazione della zona termicamente alterata; la comprensione dei fattori metallurgici provocanti Ja fragilizzazione degli acciai inossidabili ferritici durante la saldatura ha portato alla creazione di una famiglia interamente nuova, gli acciai inossidabili ferritici a tenore controllato di interstiziali, la quale, grazie all'abbassamento di tenori di carbonio e azoto e all'uso di adatti elementi stabilizzanti, può essere saldata con la stessa facilità e sicurezza di risultati dei normali acciai austenitici; l'evoluzione nella struttura meccanica e nel- 29 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 rr 195 Fig. 1 • Linea di saldatura. la profilatura dei rulli della sezione formatrice delle macchine a saldare, ha ridotto di molto i problemi legati alla formatura del nastro; l'affinamento dei più noti e più vecchi processi di saldatura e l'introduzione di nuovi processi, hanno consentito di aumentare l'affidabilità, attraverso un miglior controllo della costanza delle condizioni di saldatura, aumentando anche le velocità e quindi l'economicità del processo; l'evoluzione dei controlli non distruttivi ha infine permesso di offrire maggiori garanzie per l'utilizzatore. Il tubo saldato di acciaio inossidabile si è quindi ritagliato una sua importante fetta di mercato, in modo principale nell'impiantistica energetica e chimica per apparecchi di scambio termico e linee di collegamento, in tutti quei casi in cui le sollecitazioni meccaniche, derivanti essenzialmente dal differenziale di pressione tra inter- no ed esterno del tubo, sono sufficientemente basse da consentire l'adozione di spessori molto sottMi. È proprio in questo caso che il tubo senza saldatura risulta fortemente penalizzato dal punto di vista economico, e i suoi costi di fabbricazione crescono parabolicamente con il diminuire dello spessore finale; non è altrettanto vero per il tubo saldato il quale sconta unicamente il maggior costo, però non cresce altrettanto rapidamente come per il tubo senza saldatura, del nastro più sottile. Quando le sollecitazioni meccaniche sono invece elevate, da un lato ii differenziale del costo di produzione tende a diminuire, dall'altro le garanzie di assoluta integrità della saldatura che occorre fornire costringono all'impiego di metodi di controllo non distruttivo notevolmente sofisticati e costosi, tali spesso da invertire l'ordine tra i costi di produzione dei due tipi di prodotto. L'impiego del tubo saldato, come si è detto sopra, ha aperto anche nuove frontiere all'impiego dell'acciaio inossidabile; basti pensare ai tubi per i preriscaldatori d'acqua alimento e i condensatori di centrali termo e nucleoelettriche, per i quali gli acciai al carbonio basso legati, e le leghe di rame, rispettivamente, sono stati scalzati dalle loro posizioni di predominio. 2. Impianti di saldatura in continuo La limitazione di queste note alle tecniche di saldatura continua senza metallo d'apporto su spessori sottili riduce fortemente il peso e l'importanza dei problemi metallurgici, peraltro già ampiamente trattati in precedenti articoli presentati su questa Rivista in occasione delle due Giornate di 30 ! LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n" 195 Studio e di Aggiornamento su « La saldatura e gli acciai inox ». Ci si limiterà quindi ad illustrare gli aspetti principali connessi con l'utilizzo industriale delle tecniche di saldatura in continuo messe a punto per la fabbricazione di tubi. Un moderno impianto di saldatura in continuo (figura 1} è formato da: 1) Aspo devolgitore. 2) Spianatrice. 3) Saldatrice di testa (TIG). 4) Accumulatore. 5} Formatore. 6) Gruppo di saldatura. 7] Scordonatore. 8) Calibratore. 9) Sistema di taglio (sega volante). a funzionare utilizzando la riserva di nastro contenuta nell'accumulatore stesso. 2.2. Formatore È una linea di profilatura con una serie di gabbie a rulli, in parte motorizzati e in parte folli, che ha la funzione di formare con gradualità il tubo partendo da nastro piatto. Una parte delle gabbie, l'iniziale ad assi orizzontali come appare in figura 2, è a profilo aperto per una prima presagomatura della lamiera. Segue quindi una serie di rulli ad asse verticale per una prechiusura della lamiera. Segue ancora una serie di gabbie a profilo chiuso, con disco cen- trale, per la chiusura del tubo e la sua presentazione al blocco di pressione e di saldatura. Il blocco di pressione, nelle diverse soluzioni, può essere a due o più rulli. L'intera operazione deve avvenire mantenendo perfettamente lisci e puliti i lembi da saldare in quanto ogni traccia di sporco può, bruciando, deteriorare l'elettrodo o dar luogo a dei difetti di vario tipo. La funzione di questo impianto, nell'intero processo di fabbricazione dei tubi inox, sta diventando sempre più importante perché dalla precisione e dalla potenza di bloccaggio dei rulli nonché dalla loro regolazione computerizzata e dalla meccanizzazione delle loro sostituzioni (cambi calibro) dipendono le prestazioni e, in ultima analisi, la produttività dell'impianto. 10) Sistema di evacuazione. Trascurando volutamente le operazioni note fisseremo l'attenzione invece su quelle da noi considerate significative per la comprensione delle problematiche di tali impianti. 2.1. Accumulatore È un apparecchio che permette di accumulare in poco spazio un quantitativo notevole di nastro in fase di saldatura. Il principio di funzionamento è un gioco di relazioni tra la velocità dell'accumulatore e la velocità del nastro in entrata al formatore che, nei più moderni, è effettuato automaticamente con sistema di controllo elettronico. Per questa lavorazione, determinante è la conservazione della qualità dei bordi nastro e la funzione è quella di consentire l'arresto della parte « iniziale » dell'impianto, per la giunzione del nastro, mentre la linea di produzione continua Fig. 2 - Calibratura tipica. 31 i LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n 195 2.3.1. Procedimento T.I.G. (Tungsten Inert Gas) (figura 3} ti procedimento di saldatura TIG, il più utilizzato per la fabbricazione dei tubi saldati inox, utilizza quale fonte che genera il calore per la fusione dei lembi da saldare l'arco che viene mantenuto tra un elettrodo di tungsteno (A) ed il tubo in fase di saldatura (B). L'arco fonde i lembi da unire che a velocità costante passano sotto la torcia. Il gas di protezione inviato attraverso la torcia avvolge la zona di fusione sulla parte esterna del tubo mentre, con altro sistema, viene inviato gas all'interno del tubo per proteggere la zona di fusione anche all'interno; gas che viene trattenuto in loco con un tampone di tenuta. 2.3.2. Procedimento Arco Plasma (figura 4) L'Arco Plasma si ottiene per effetto di strizione di un arco elettrico in atmosfera di gas protettivo attraverso un foro di piccolo diametro. Fig. 3 - Procedimento TIG senza metallo d'apporto. 2.3. Gruppo di saldatura I metodi di saldatura utilizzati per la fabbricazione industriale dei tubi saldati inox a spessore sottile sono essenzialmente i seguenti: — TIG (senza metallo d'apporto); — Plasma (eventualmente abbinato al precedente); — HF (induzione ad alta frequenza); — Laser; — Fascio Elettronico. In pratica, però, i metodi veramente praticati sono i primi tre, in quanto gli altri due non hanno ancora raggiunto uno stato di vera applicabilità industriale. Soprattutto la saldatura in continuo con fascio elettronico è un sistema difficilmente realizzabile perché è indispensabile che avvenga con un impianto capace di mantenere un vuoto spinto nella fase di saldatura cosa assai complessa con un processo continuo. La saldatura con il Laser è stata da tempo verificata sperimentalmente e in taluni casi anche industrialmente applicata, ma principalmente per la giunzione di lamiere. Sono state di recente condotte sperimentazioni (CNR) con particolare riferimento alla fabbricazione di tubi di grande diametro con esito incoraggiante. Ne risulta, così, una concentrazione dell'energia nella parte centrale della colonna dell'arco (A) che gli conferisce un elevato potere termico, se confrontato con un analogo arco di tipo libero. Questo permette di saldare tubi inox con spessori considerevolmente oltre i limiti del procedimento TIG tradizionale. La caratteristica forma cilindrica che assume l'arco plasma, lo rende inoltre insensibile alle variazioni della distanza torcia-tubo. Si possono così utilizzare più agevolmente basse e bassissime intensità di corrente per la saldatura di tubi a spessore sottile o sottilissimo (microplasma). 32 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n° 195 Per spiegare i motivi di interesse per gli archi plasma, ricordiamo brevemente le difficoltà che si incontrano quando con il procedimento TIG si deve operare nel campo dei valori limite minimo e massimo. Per le caratteristiche proprie dell'arco TIG (arco libero) che si distende nello spazio secondo una forma conica, oltre l'intensità di corrente di cica 300 A, l'energia che si riesce a trasferire al pezzo diminuisce sensibilmente rispetto al conseguente aumento di intensità di corrente richiesto. Il rendimento, quindi, cala ed il bagno di fusione si allarga oltre i limiti accettabili a causa delle maggiori lunghezze d'arco necessarie. 2.3.3. Saldatura TIG ad elettrodi multipli (figura 5) La nascita e l'evoluzione di questo procedimento sono dovute alle esigenze dei costruttori di tubi saldati inox su profilatrici in continuo. È stato dimostrato che con l'arco TIG oltre una certa intensità di corrente [circa 250 A) il flusso di calore trasmesso al pezzo non aumenta praticamente più ma viene dissipato in irraggiamento. Elettrodo Oltre questo limite per aumentare la penetrazione bisogna ricorrere ad un arco « costretto >• come il Plasma mentre per ottenere un aumento della velocità di lavoro bisogna ricorrere ad una modifica della sorgente di calore allungandola nel senso del giunto in continuo da realizzare. Per ottenere consistenti aumenti della velocità di lavoro su spessori fino a 3.5 mm si è ricorsi quindi ad un impianto TIG ad elettrodi multipli prima a 4 e ora, il più avanzato, a 3. Tre archi TiG disposti lungo il giunto provocano una fusione progressiva del giunto in continuo: il primo preriscalda i iembi, i! secondo fonda e realizza la penetrazione, il terzo liscia il cordone. Ulteriori perfezionamenti apportati a questa tecnica (1 Plasma — 2 TIG) consentono oggi di coprire una gamma di spessori da 1 a 6 mm con un incremento di velocità effettiva di saldatura come precisato in tabella 1. 2.3.4. Saldatura ad induzione ad alta frequenza (HF) L'utilizzo del procedimento di saldatura HF è in fase di notevole espansione grazie alle alte velocità di saldatura raggiungibili. In esso la fusione è raggiunta mediante il riscaldamento ad induzione realizzato con una bobina esterna che genera il necessario campo magnetico a sua volta concentrato sui lembi da una impedenza interna (figura 6). I lembi sono poi accostati e compenetrati tra loro da uno o più rulli di pressione. Fig. 4 - Procedimento con arco plasma. Questo sistema ben noto ed utilizzato su larga scala per la saldatura di tubi in acciaio al carbonio, in tempi relativamente recenti, è stato riproposto anche per la saldatura di tubi in acciaio inox. 33 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 nu 195 Dal punto di vista geometrico i rifollamenti del cordone all'esterno e all'interno sono regolari e stretti. Il sistema TIG, a causa dell'apporto di calore solo dall'esterno ed in modo poco efficiente, interessa una zona assai più ampia con zona fusa ben visibile e ZTA molto estesa. Conseguentemente le microstrutture (figura 7a) non sono omogenee e, in mancanza di un trattamento termico, oltre l'ingrossamento del grano nella ZTA (legato alla più alta permanenza ad alta temperatura) è nettamente visibile la struttura grezza da fusione del centro cordone. Il cordone è più largo e pronunciato, ma meglio raccordato facilitando così le operazioni successive di asportazione de! cordone. Il sistema Plasma, porta ad una saldatura più simile a quella TIG; Fig. 5 - Procedimento T1G multicatodo. Questa possibilità si è concretizzata riprogettando completamente l'impianto, dal formatore al sistema di pressione, il cui assetto è controllato e regolato con sistema computerizzato. 1) 2) 3) 4) 5) Tubo Induttore Rulli di pressione Punto di saldatura Linee di corrente lungo t bordi 6) Linee di corrente sul lato opposto del tubo 7) Penetrazione della corrente 8) Ferrite Le produttività ottenibili sono stimate in 20 volte quelle di un sistema tradizionale TIG. 2.3.5. Aspetti caratteristici dei vari metodi Dal punto di vista microstrutturale la saldatura HF presenta le caratteristiche più interessanti poiché la zona fusa è estremamente ristretta (figura 7) e la zona termicamente alterata praticamente assente. I! riscaldo dei lembi avviene in maniera pressocché omogenea su tutto lo spessore e il tempo di permanenza alfa temperatura di fusione è dell'ordine di qualche centesimo di secondo. 8 Fig. 6 - Procedimento HF. 34 j LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n" 195 TABELLA 1 - Possibilità dell'impianto tricatodo 2.3.6. / gas di protezione I gas di protezione hanno la funzione essenziale di evitare l'ossidazione del bagno di fusione e, di conseguenza, durante la saldatura dei tubi deve essere inviato e opportunamente contenuto anche all'interno dei tubi stessi. V (m/mn) . 7 I gas in rapporto all'azione esercitata si suddividono in: — inerti: argon-elio; — riducenti: idrogeno; — di protezione: azoto. - 6 • 5 Si tratta di risultati ottenuti in condizioni realmente industriali su banchi di formatura correttamente regolati. Sono dati a titolo indicativo, dipendenti dalla regolazione del banco di formatura, dai gas utilizzati e dalia qualità del nastro. Le esigenze della saldatura automatica in continuo quali — l'ottenimento di velocità di saldatura più elevate, — l'aumento dei limiti di spessori saldabili, — il controllo delle penetrazioni, ha portato allo sviluppo dell'utilizzazione di miscele di gas. Le più note e comunemente utilizzate sono le miscele argon-idrogeno e argon-elio. tuttavia la maggior efficienza dell'apporto termico consente di ottenere un cordone assai più stretto con struttura meno disomogenea. La metodologia HF si prospetterebbe come vincente sia sul fronte della qualità che, ovviamente, sul fronte del costo; mentre sul secondo aspetto non ci sono attualmente dubbi, sotto l'aspetto qualitativo, invece, è necessario rilevare che il pregio maggiore, e cioè la ristrettezza della zona fusa, si traduce in realtà in un punto di debolezza quando si vuole avere un prodotto estremamente affidabile. È ovvio infatti che le caratteristiche descritte possono essere ottenute solo a patto di poter garantire una costanza di condizioni e di parametri di processo non facilmente ottenibili su scala industriale. È sintomatico il fatto che le applicazioni defl'HF sono oggi limitate quasi esclusivamente ai tubi per applicazioni decorative, alimentari o meccaniche, con quasi totale esclusione dell'impiantistica termica e chimica. Il sistema TIG invece consente una maggiore escursione dei parametri operativi rispetto a quelli ottimali senza che venga compromessa la qualità della saldatura. È d'altra parte dimostrato che le disomogeneità strutturali tipiche di questo metodo non sono tali da penalizzare le proprietà di impiego del tubo. Da queste brevi considerazioni emerge come il Plasma, eventualmente abbinato ad uno o più TIG, si prospetti come il sistema più interessante per il futuro per la produzione di tubi di alta qualità. Nelle saldature dei tubi inox austenitici le miscele argon-idrogeno come gas di protezione alla torcia consentono di ottenere rispetto all'argon puro: — un aumento della tensione d'arco; — un miglior rendimento termico dell'arco; — una migliore penetrazione con un cordone più stretto. Le miscele argon-idrogeno non presentano alcun rischio metallurgico in quanto l'idrogeno non si diffonde nell'acciaio austenitico allo stato liquido. Per gli acciai inossidabili stabilizzati o per i tipi ferritici, essendo essi sensibili ad assorbimento di idrogeno, si utilizza una miscela argon-elio. 35 I LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n" 195 Particolare importanza acquista l'efficacia della protezione quando si affronti la saldatura di acciai inox ferritici a tenore controllato di interstiziali, i quali, come è ben noto, sono estremamente sensibili al riassorbimento di azoto dell'atmosfera. Una protezione insufficiente comporta in questo caso un drastico ridimensionamento delle interessanti caratteristiche di questi acciai: sanabilità, duttilità, resistenza a varie forme di corrosione localizzata. 2.4. Scordonatore La rimozione del cordone di saldatura è strettamente legata al tipo di impiego del tubo dopo la sua commercializzazione. Per i tubi destinati all'arredamento (corrimano, piscine, strutture) è necessaria la sola rimozione del cordone esterno ed il perfetto raccordo fra i due lembi saldati; normalmente questa operazione viene eseguita direttamente sulta linea di saldatura con una nastratrice basculante (figura 8) con la quale un nastro abrasivo messo in forte rotazione rimuove il cordone esterno e con la sua azione basculante raccorda i lembi saldati. Per i tubi destinati alla termica o all'industria alimentare è necessario invece rimuovere il cordone a) TIG 50x b) HF 50x sia esterno che interno intervenendo, sempre direttamente sulla linea di saldatura con un sistema di rullatura come quello illustrato in figura 9 che opera come descritto qui appresso. Su un carrellino mobile è montato il sistema di rulli contrapposti (A) che esercita una forte pressione sui cordone di saldatura (già raffreddato) compresso sul mandrino (M) che, nella fase di rullatura, avanza solidale con il tubo per circa 10-^15 cm, mentre i rulli laminano il cordone avanzando in controcorrente spinti dal pistone (C). Completata la corsa il cilindro (B), inverte la pressione che originava sui rulli (A), provocandone l'allontanamento; contemporaneamente il pistone (D) che, solidale con il mandrino (M) era avanzato assieme al tubo in fase di saldatura, riporta il mandrino nella posizione originaria per consentire l'inizio del nuovo ciclo (colpo) di rullatura. Per i tubi di altissima qualità è a vo)te prevista, oltre alla rimozione del cordone esterno ed interno, anche la deformazione a freddo del materiale base, che dovrà successivamente subire il trattamento termico di solubilizzazione in bianco: si ricorre allora normalmente oltre che alla rullatura in linea anche alla laminazione a freddo o alla trafilatura su stanga. 2.5. Sistema di taglio in lunghezza Anche per questa operazione il tipo di soluzione economicamente più valida è legata, oltre che allo spessore di parete, alla qualità del tubo e soprattutto se trattasi di sbozzato saldato destinato ad ulteriore trasformazione a freddo (EF) o di tubi direttamente finiti (EC). Fig. 7 - Confronto fra saldatura TIG e HF. • Acciaio AISI 304. Sinteticamente si può così definire: 36 j LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n° 195 alcuni difetti tipici, chiaramente individuabili durante i controlli non distruttivi finali (ma non altrettanto con un controllo a vista o con una prova idraulica), che normalmente compromettono l'impiego del tubo. Tutte le fasi di fabbricazione sono critiche, in quanto difetti specifici possono nascere per imperfetta formatura, per mancata centratura dei lembi sotto la torcia, per insufficiente azione di contenimento da parte dei rulli di pressione, A queste categorie di difetti, documentate e commentate in questo paragrafo e che sono tipiche della fabbricazione dei tubi saldati in continuo, si possono assommare, se il processo è fuori controllo, i difetti veri e propri di saldatura, originati da una errata scelta dei parametri operativi o da fattori metallurgici (ad esempio per contaminazione della zona fusa provocata da scarsa protezione o da sporcizia presente sui bordi). Fig. 8 - Scordonatura esterna con nastro abrasivo. Il più comune errore di formatura si ha quando i lembi si presentano sotto la testa saldante non perfettamente allineati sul piano verticale: ciò capita frequentemente quando il formatore non è ben regolato, quando gli spessori sono troppo sottili, o infine quando il rapporto spessore/diametro è eccessivo rispetto alle potenzialità della macchina. Lo scostamento radiale fra i lembi si traduce nella formazione di un gradino longitudinale (figura 10a), che nel caso mostrato sull'esterno è stato asportato dalla smerigliatura. Una errata centratura dei lembi sotto la torcia porta a saldature eccentriche, o al limite a casi da manuale come quello illustrato in figura 10b: in questo caso si è fuso un solo lembo, e la saldatura è risultata quasi del tutto mancante. Una combinazione di mancata centratura e cattiva formatura con un insufficiente apporto termico può apportare al risultato di figura 10c. Di fondamentale importanza, ai fini della buona riuscita della saldatura, è l'azione di contenimento dei rulli di pressione, i quali, oltre a serrare i lembi sotto la torcia, impediscono la riapertura del tubo per effetto del ritorno elastico, quando il cordone, non ancora completamente solidificato, ha ancora una insufficiente resistenza meccanica. Se i rulli non serrano ab- Spessori fino a 1,5 mm - EC: taglio con sega a lama integrale a denti fitti; EF: taglio con sistema a rotelle di pressione. Spessore 1,5 + 3,5 mm - EC: taglio con sega a lama con denti riportati; EF: taglio con utensili rotanti. Spessore oltre 3,5 mm - EC: taglio con resinoide; EF: taglio con utensili rotanti. 3. I difetti tipici Quando i parametri di processo o l'assetto della sezione di formatura non sono correttamente predisposti, nascono inevitabilmente Fìg. 9 - Impianto di rullatura. 37 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n° 195 bastanza, il cordone tende a riaprirsi, con la creazione di porosità e strappature la cui entità può collocarsi fra i due estremi della figura lOd, e. Un caso limite è la completa assenza di saldatura dovuta a mancata chiusura dei lembi (figura 10e. dove la struttura a grano allungato testimonia dell'avvenuta fusione dei bordi). Un difetto insidioso, forse l'unico di tipologia non rilevabile con i controlli non distruttivi, ma che fortunatamente non può sfuggire ad un controllo visivo anche affrettato, è documentato in figura 10g. Esso ha origine quando ii cordone si presenta sotto il rullatore in posizione non ben centrata. È un difetto di scarsa rilevanza ai fini dell'impiego del tubo, tranne in due casi: quando l'acciaio ha modesta duttilità, perché il piccolo solco può provocare una pericolosa concentrazione di sollecitazioni o quando il tubo è destinato, eventualmente previa lucidatura interna, ad impiego nell'industria alimentare. 4. I tubi di alta qualità I tubi di acciaio inossidabile vengono usati principalmente per motivi igienici, per motivi estetici (resistenza alla corrosione atmosferica), per motivi di resistenza alla corrosione in ambienti aggressivi. Nei primi due casi, la massima attenzione va posta nella regolarità geometrica e nella qualità superficiale interna e/o esterna; minore importanza hanno invece la qualità del metallo base, salvo che insorgano particolari problemi di messa in opera, e soprattutto gli aspetti microstrutturali che influiscono direttamente sulla resistenza alle varie forme di corrosione in ambiente aggressivo. Nel terzo caso invece l'ordine di importanza dei fattori prima enunciati si inverte, e di conseguenza la massima attenzione andrà posta non tanto nell'ottimizzazione economica del processo di saldatura, quanto nella sua affidabilità (e cioè nella sua capacità di « perdonare » variazioni non trascurabili dei parametri operativi rispetto a quelli nominali) e soprattutto nelle operazioni di finitura, che devono essere tali da assicurare al prodotto finito le prestazioni richieste. L'esperienza purtroppo insegna che gli utilizzatori molto frequentemente sottostimano l'importanza di una buona qualità della materia prima e dell'effettuazione di trattamenti termici e chimici adeguati, sul risultato in esercizio del tubo saldato di acciaio inossidabile; qualche esempio aiuterà a chiarire questo punto. accurata revisione del ciclo produttivo ed in particolare del trattamento termico finale, grazie alla quale venne riproposto un prodotto migliorato che si fece apprezzare su tutti i mercati per l'eccezionale qualità che dava luogo ad una estrema facilità di lavorazione e messa in opera. Come terzo esempio, ricorderemo che per qualche tempo si è dibattuto se i tubi destinati ai condensatori raffreddati ad acqua di mare, fossero essi in acciaio austenitico od in acciaio ferritico a tenore controllato di interstiziali, dovessero essere o meno trattati termicamente prima della messa in opera, poiché i livelli di duttilità ottenuti già sul tubo direttamente saldato erano largamente sufficienti a garantire la mandrinatura del tubo; in aggiunta anche le caratteristiche corrosionistiche valutate con semplici prove di collaudo non erano significativamente differenti fra tubi trattati termicamente e non. Tutti i tubi in acciaio AISI 304 fabbricati dal fornitore A per il ritubaggio di uno scambiatore vennero contestati per la presenza di piccole vaiolature sul carbone di saldatura; una accurata indagine permise di accertare con ragionevole sicurezza che il difetto era dovuto alla formazione di scoria provocata da! tenore anormalmente elevato di calcio presente nel nastro. Tubi dello stesso tipo fabbricati dal produttore B non avevano mai dato luogo a inconvenienti del genere, a causa degli stringenti requisiti imposti al materiale di partenza; secondariamente, nastro delle stesse colate utilizzate dal fornitore A vennero saldate presso il fornitore B: le più accurate procedure di saldatura permisero di contenere fortemente il fenomeno. Indagini più approfondite dimostrarono che tale conclusione era vera solo nel caso in cui il nastro di partenza fosse stato praticamente perfetto, con gli strati superficiali assolutamente integri e non danneggiati da contaminazioni e manipolazioni durante la fabbricazione, lo stoccaggio e la successiva lavorazione a tubo. Utilizzando nastro commerciale, se pur di alta qualità, i risultati potevano cambiare sensibilmente, come dimostra la tabella 2 in cui si vede chiaramente il divario di prestazioni ottenibili da un tubo direttamente saldato rispetto ad un tubo trattato termicamente e chimicamente. Anni or sono, una affrettata messa a punto di tubi in acciaio AISI 409 per marmitte di scarico di autoveicoli dette luogo ad un prodotto apparentemente ineccepibile, ma che provocò notevoli problemi in fase di lavorazione presso i clienti. L'insuccesso costrinse ad una La stesura di una specifica di approvvigionamento di tubi saldati di acciaio inossidabile ad impieghi gravosi deve quindi passare attraverso una attenta vantazione preliminare dei rischi di corrosione e del costo di un fuori servizio dell'impianto o apparecchio rispetto 38 j LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n" 195 b) d) f) e) g) Fig. 10 - Difetti di fabbricazione. 39 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio'febbraio 1986 n 195 al costo di acquisto del semilavorato tubolare. Tutte le volte in cui la probabilità e il costo di una avaria siano ritenuti non sopportabili, occorrerà una attenta discussione di tutti i parametri metallurgici e di processo che possono influenzare il rendimento in esercizio del tubo; discussione che sarà opportuno estendere anche agli uffici tecnici del possibile fornitore. ritici) di azoto, della omogeneità di distribuzione di eventuali stabilizzanti e inclusioni fragili; tutti parametri che possono influire pesantemente tanto sulla riuscita della saldatura, quanto sulla resistenza alle varie forme di corrosione cui il tubo può andare soggetto. Particolare attenzione merita anche il ciclo di lavoro, poiché un trattamento termico di qualità è da ritenere in ogni caso indispensabile. Esso non solo può riuscire, specie se abbinato ad uno specifico trattamento chimico, ad eliminare eventuali debolezze degli strati superficiali, ma elimina anche tutti gii incrudimenti dovuti alla forma- Il primo fattore da prendere in esame, è sicuramente il livello qualitativo della materia prima. Non ci riferiamo qui alla scelta del tipo di acciaio, bensì ai livelli ammissibili del tasso inclusionale, del tenore di carbonio e (negli acciai ferTABELLA 2 • Prove in FeCI3 6 H2O al 10% [pH - 1) CPT (°C) nessun attacco CCT (°C) attacco nessun attacco attacco 42.5 45 Lamierino lucid. alla 600 55. 57.5 35 37.5 Tubo crudo 45 47.5 30 32.5 Tubo trattato 57.5 60 37.5 40 Lamierino 17.5 tura del nastro e alla calibratura del tubo dopo saldatura, che sommati agli ulteriori incrudimenti creati dalla raddrizzatura e dalla messa in opera possono risultare determinanti nell'innescare fenomeni di tensocorrosione in esercizio. Dal punto di vista microstrutturale, infine, il trattamento termico consente di ricristallizzare almeno parzialmente la zona di saldatura e di omogeneizzare eventuali segregazioni, riducendo i punti di debolezza nei confronti di un attacco corrosivo. Praticamente nullo invece è l'effetto ai fini della precipitazione di carburi di cromo, poiché il ciclo di trattamento termico nei forni a passaggio è troppo rapido, con tempo di permanenza a temperatura e velocità di raffreddamento legate da una correlazione inversa che non consente sufficienti margini di manovra. Ne consegue che il trattamento termico è sostanzialmente solo in grado di mantenere il livello di solubilizzazione esistente sul nastro di partenza, fatto che nuovamente riporta l'attenzione sul la qualità della materia prima utilizzata. 40 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1986 n° 195