Scriviamo di noi - TKV - The Knowledge Volunteers

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Scriviamo di noi - TKV - The Knowledge Volunteers
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Scriviamo di noi
Impariamo insieme
La Moda
Come si evolve dagli anni ‘60 ad oggi
di Isabella Capitelli e Ilaria Lulli
Nonna: Nel periodo della mia giovinezza, negli anni ‘60, grazie all’avvento dei primi
movimenti pacifisti, la moda subisce numerosi cambiamenti, dando inizio allo stile
hippies. Noi giovani iniziavamo ad indossare camicie larghe, gonne lunghe,
pantaloni a zampa di elefante, top con frange, abiti lunghi, vistosi, molto scollati
sulla schiena e rigorosamente colorati .
Infatti i colori scuri, come il nero, vengono banditi, mentre si prediligono colori
sgargianti, motivi floreali e fantasie vivaci. Come calzature si usava indossare
sandali alla schiava; come pettinature si usava portare i capelli lisci ornati da nastri
o coroncine di fiori mentre il trucco era quasi inesistente, effetto nudo.
Successivamente negli anni ‘80, la moda continua la sua evoluzione poiché i giovani iniziano ad
ispirarsi al mondo dello spettacolo, creando così uno stile nuovo, inconsueto, che viene visto ancora
oggi con meraviglia e stupore. Dominavano la scena i colori fluo e i pantaloni a vita alta modello
501 Levi’s ornati con cinturoni stretti in vita con grandi fibbie. Molto usate erano anche le felpe e i
fuseaux (i moderni leggins) abbinati a t-shirt bianche, colorate o decorate con stampe.
Si usava indossare molta bigiotteria, anche sui capelli che era consueto cotonare o trattare con
permanente, di modo che formassero una linea leonina.
Tra la Fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 la moda continua la sua evoluzione fondendosi in
diversi stili in cui i tessuti sono sempre più
semplici, mescolati e assortiti con tutti i tipi di
colore, disegni e accessori. L’era degli anni ’90 è nota infatti come lo stile
del”qualsiasi cosa va”.
Si usava portare pantaloni e calze strappate e ricucite, baby dolls usati
come vestiti, anelli, oppure pantaloni larghi e cascanti (moda hip hop)
Si usava vestire in nero o velluto, sfumando solamente colori come rosso
sangue e viola o verde scurissimo. Molte donne indossavano vestiti e
gonne lunghissimi in stile vittoriano accompagnati da lunghi e morbidi
soprabiti, altre invece preferivano personalizzare il loro look da strada contrastando i pantaloni larghi con top cortissimi e
strettissimi da far vedere la pancia.
Tutor: Eccoci arrivati così agli anni 2000, il periodo della mia giovinezza, in cui si può dire che la moda fa un ritorno al passato
poiché riprende molte tendenze degli anni precedenti, come per esempio l’utilizzo di
gonnelloni con risvolti e maglie con maniche a palloncino (una tendenza degli anni ’50 che
ci fa tornare in mente le scene del musical Grease); oppure indossando degli abiti con
enormi cinturoni in vita, pantaloni a vita alta e maglie svasate (tipiche degli anni ‘60).
Per quanto riguarda gli accessori la scena è dominata da grandi occhiali e borse enormi,
calze lunghe al ginocchio con grandi fiocchi, ballerine basse, camicie con rouches ed enormi
foulard colorati ispirati ancora una volta ai mitici anni ’60.
Dunque il mondo della moda appare come un campo in continua evoluzione in cui passato e
presente si mescolano in maniera affascinante.
Grazie a questo ritorno al passato è possibile così che le nonne possano dare consigli alle proprie nipoti, collaborando anche in
questo campo.
Il giornale di “TKV – The Knowledge Volunteers” 2012/13
Tecnologia
e generazioni
L’esperienza fatta in questo
corso “nonni su internet” è
stata molto interessante e mi ha
dato la possibilità di osservare
ruoli sociali che non sempre si
manifestano. Una prima
osservazione riguarda il mio
rapporto con i “nonni”, ovvero
la sensazione dell’inversione di
ruoli tra generazioni. I nonni,
infatti, fanno parte di quella
generazione che da bambino
osservavo e dalla quale mi
sentivo protetto e aiutato.
In questa occasione invece è
toccato a me aiutarli a
muoversi in un mondo, quello
dell’informatica, che è cambiato
troppo velocemente.
Nel gioco delle parti ho
osservato anche che le ragazze
(i tutor), hanno partecipato
assistendo il “nonno” con
pazienza e dolcezza, mostrando
un lato che gli alunni non
sempre manifestano durante le
lezioni quotidiane.
Insomma in questa esperienza
ci siamo stupiti a vicenda, noi
nell’osservare la meraviglia dei
nonni dinanzi ad alcune
funzionalità del PC ed i nonni,
forse, nel constatare che la
lontananza generazionale
spesso ha a che fare con la
difficoltà ad interpretare i
costumi del momento o con la
mancanza di cooperazione e
dialogo; ma scavando solo un
po’ si possono trovare nei
ragazzi di oggi l’umanità, le
aspirazioni e i timori che da
sempre gli adolescenti portano
dentro di sé.
Luigi
Partecipanti
Tutor :
Erica Cattaneo
Giada Mariotti
Noemi Buffa
Ilaria Giacinti
Ilaria Lulli
Valeria Cerchi
Miriam Cruciani
Francesco Rallo
Lucia Tardani
Maria Sormanti
Alberto Bini
Franco Pippa
Nonni
Elisa Girolami
Isabella Capitelli
Giorgio Tronetti
Osvalda Bertolucci
Vincenzina Taizzani
Dirigente scolastico: Prof.ssa Filomena Collarino
Docente referente: Prof.ssa Patrizia Natale
Insegnanti: Luigi Ventriglia e Daniela Marconi
Ente promotore: “Consorzio Gioventù Digitale”
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Ieri...oggi
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di Osvalda Bartolucci e Noemi Buffa
In 50 anni sono cambiate molte cose: la tecnologia si è evoluta, il rapporto tra le persone è più confidenziale,
l’educazione è meno rigida e soprattutto l’infanzia di allora era
totalmente diversa da quella di oggi. L’argomento di cui vogliamo
parlare è proprio questo, ovvero di come l’infanzia è cambiata nel
corso degli anni. Le giornate dei bambini a differenza di oggi erano
più semplici, non si poteva uscire se non per andare a giocare nel
cortile della propria casa, i giochi erano limitati in quanto non
c’erano le stesse cose di oggi. I bambini erano più felici e spensierati
ma soprattutto si
accontentavano di quello
che avevano
senza
pretese.
Il rapporto con i genitori
era molto più rigido, il rispetto era la prima cosa, non solo verso la madre
o il padre, ma anche verso gli altri, soprattutto se estranei. Non tutti
avevano la possibilità di studiare e i ragazzi dovevano andare a lavorare
per mantenere la famiglia spesso molto numerosa. I ragazzi di oggi sono
molto più legati alla tecnologia e, a differenza di una volta, non sono
interessati alle attività o ai giochi all’aria aperta. L’educazione è meno
rigida e viene lasciata più libertà, infatti si esce più frequentemente da
soli, anche la sera, piuttosto che essere accompagnati dai propri genitori. Dal punto di vista scolastico, oggi c’è
molta più possibilità di studiare, ma i ragazzi sono svogliati e la maggior parte di essi pensa soltanto a divertirsi.
CONSIDERAZIONI (Nonna):
Oggi rispetto ai miei tempi non ci sono più i valori di una
volta, i giovani sono maleducati soprattutto con noi
anziani.
Noi da bambini apprezzavamo ogni piccola cosa, anche
la più semplice, oggi non viene apprezzato nulla
tantomeno i sacrifici che ogni giorno i genitori sono
disposti a fare.
Giovani e nonni con la tecnologia
di Lucia Tardani e Erica Cattaneo
Nel mondo di oggi funziona tutto con la tecnologia, il
nostro futuro sarà pieno di computer, telefoni,
sempre più avanzati.
Cinquanta o sessanta anni fa’ cosa c’era? La gente si
divertiva con poco; un bambino preferiva una mela
ad un telefonino (di cui non sapeva nemmeno
l’esistenza).
“I tempi sono cambiati” la mia generazione è
avanzata, siamo
nati con i computer,
l’unica cosa che
sappiamo fare è
prendere un
computer o un
telefono perché è
tutto più semplice così. Le persone che adesso sono avanti negli anni, purtroppo,
sono meno agevolati di noi avendo vissuto un’altra realtà in gioventù. Per loro è
più difficile apprendere l’uso della tecnologia se non la si è appresa prima.
I computer, infatti, nelle case dei nonni sono rari da vedere!
Abituati a vivere con la tecnologia, non sappiamo vedere altre persone che non
sono capaci ad usare il computer. (Erica)
Pensando a ieri e ritrovandomi oggi davanti ad un computer, rifletto
su quanto è cambiata la vita; durante la mia giovinezza non
esisteva tutta questa tecnologia, oggi non se ne può fare a meno:
nelle aziende, negli uffici, nelle scuole, in tutte le case non può
mancare un computer.
Sapere usare un computer è bellissimo e molto utile specialmente
per le persone anziane che non possono uscire di casa. Così possono
pagare bollettini, controllare conti bancari, restare in contatto con
amici, giocare a carte, leggere notiziari. Prima per informarsi su di
un viaggio bisognava recarsi in una agenzia, mentre ora si può fare
direttamente su internet. (Lucia)
CONSIDERAZIONI (Tutor):
Anche io credo che i giovani
di oggi non capiscono
l’importanza dei valori e del
rispetto, ciò è dovuto non
solo all’educazione che i
genitori danno ai propri
figli, ma anche alle amicizie
che spesso condizionano il
comportamento del ragazzo portandolo su strade sbagliate. A volte
sono i genitori che non sono in grado di educarli e di conseguenza i figli
prevalgono su di essi, mentre in altri casi i genitori trascurano i figli e li
inducono su scelte sbagliate.
Il giornale di “TKV – The Knowledge Volunteers” 2012/13
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Come si vive il derby di Roma
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di Francesco Rallo
Il derby di Roma rappresenta un campionato a se stante, ma la stracittadina romana fa fermare oltre che il
campionato anche l'intera città. A prescindere dal risultato, ci sono polemiche
prima e dopo, si discute di rigori, di falli e le moviole ripetono in continuazione
azioni di gioco dubbie.
La rivalità tra le due tifoserie è arcinota, la gente comune ne parla al bar, al
mercato, in tutti i luoghi di aggregazione.
Anche i cosiddetti vip, che vanno in TV, in radio private a difendere l'una o
l'altra squadra, discutono animosamente con presidenti o con l'allenatore della
squadra opposta o addirittura della squadra tifata. Quest'anno la situazione è
leggermente diversa, la Lazio
si trova in una posizione di
classifica migliore;
all'andata ha avuto la meglio
sulla Roma.
Dalla sponda romanista
invece, si respira un'aria di tensione vista la posizione in
classifica, e la continua altalena di risultati continua a tener
banco.
Per gli amanti del bel gioco l'appuntamento del prossimo derby è
allo stadio Olimpico di Roma.
Gli infortunati da ambo le parti non sono molti, ma importanti,
bisognerà quindi vedere chi avrà i nervi saldi e la forma fisica
migliore, e che vinca chi esprimerà il gioco più bello!
Le tifoserie “architetteranno” coreografie uniche e spettacolari. L'emozione non mancherà, per viverla bisogna
esserci, insieme agli ottantamila spettatori!!
Il mio rapporto
col computer
di Franco Pippa
Pensando a ieri e ritrovarmi oggi davanti ad un computer ripenso a
quanto è cambiata la vita; durante la mia giovinezza non esisteva tutta
questa tecnologia, oggi non se ne può fare a meno: nelle aziende, negli
uffici, nelle
scuole, in tutte
le case non può
mancare un
computer.
Sapere usare
un computer è
bellissimo e molto utile specialmente per le persone
anziane che non possono uscire di casa. Infatti, usando
internet si possono pagare bollettini, controllare conti
bancari, restare in contatto con amici e tante altre cose
come giocare a carte.
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Il più italiano degli italiani
di Elisa di Girolami e Ilaria Giacinti
Quest’anno Roma dedica un ricordo particolare ad Alberto Sordi: l’attore che
più di tutti ha saputo esprimere i vizi e le virtù degli italiani, o meglio dei
romani. Egli nacque a Roma il 15 giugno del 1920, nel popolare quartiere di
Trastevere. Sin da piccolo aveva mostrato una particolare inclinazione per il
teatro, facendo divertire i suoi coetanei. Poi studiò canto lirico, e si esibì nel
coro delle voci bianche della Cappella Sistina. Si trasferì al nord per
frequentare
l’Accademia di dizione, dalla quale venne espulso a causa
del suo dialetto; infatti lui raccontò al Maurizio Costanzo Show, che
l’insegnante dell’ Accademia gli
disse: ‘’ Lei dice guera, ma si dice
guerra’’.
Lui rispose: ‘’ Me se strigne 'a gola a di' guerra’’. Nel 1937 iniziò a frequentare
Cinecittà come doppiatore e a fare comparse. Poi lavorò nel teatro leggero e in radio.
Tra il 1952 e il 1955 la popolarità di Sordi esplose sul grande schermo, dapprima con
due film diretti da Federico Fellini, Lo sceicco bianco (1952) e I vitelloni (1953), e poi
con alcuni diretti da Steno, Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954)
e Piccola posta (1955). I film “Un americano a Roma”, “La grande guerra”, “Un
borghese piccolo piccolo”, sono sicuramente quelli che resteranno nella memoria di
tutti noi.
« Maccarone m'hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno! Questo 'o damo
ar gatto! Questo ar sorcio, co' questo ce ammazzamo 'e cimici. »
CONSIDERAZIONI : la nonna e la nipote
Più che un attore, un uomo che con il suo modo un po’ da pagliaccio ha lasciato un segno per la nostra e le future
generazioni . Un uomo che a vederlo era frivolo e sembrava non prestare attenzione alle difficoltà altrui, in realtà aveva un
cuore nascosto.
Questo personaggio, o meglio questo grandissimo attore mi ha sempre entusiasmata; lo trovavo simpatico, solare anche se
ero molto piccola. Mi dava l’impressione di essere uno di noi, piuttosto che un ‘’vip’’ come si dice adesso. Con il suo
atteggiamento ha fatto ‘’innamorare’’ molta gente dei suoi film, tant’è vero che li ricordiamo ancora oggi. Secondo me è la
persona giusta che può rappresentare il popolo romano e anche che deve essere un simbolo per questa città.
Concludo con una sua frase celebre su Roma: ‘’ Roma non è una città come le altre. E’ un grande museo, un salotto da
attraversare in punta di piedi’’.
Quando la bici era una passione…..
Uno dei nostri
nonni,
il Sig.
Franco Pippa ci
racconta le sue
avventure in
bicicletta
con queste due
foto!
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I divertimenti degli anni ’70
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di Isabella Capitelli e Valeria Cerchi
Isabella: Negli anni '70 avevo circa 20 anni. Il tempo a nostra disposizione era poco, perché avevamo delle regole
dettate dai nostri genitori. Al primo posto c'era la scuola, poi si doveva aiutare in casa ed infine potevamo dedicarci
ai nostri passatempo.
A me piaceva molto leggere (libri, fotoromanzi, che venivano scambiati tra amiche) e ascoltare musica con il
giradischi.
La libertà di uscire era poca, e io e i miei amici che avevamo formato una comitiva,
di solito ci incontravamo il sabato pomeriggio in un bar. I ragazzi spesso la
domenica facevano una partita a calcio nel campetto di zona, invece noi ragazze ci
immedesimavamo nelle cheerleaders.
La musica era la passione di tutti, uomini e donne, per questo avevamo formato un
piccolo complesso con pochi strumenti e quando i nostri genitori ce lo permettevano,
ballavamo nelle cantine di uno di noi. L'unico problema era che c'era sempre
qualcuno del vicinato che brontolava per il troppo rumore, ma si sa, ai ragazzi piace
la musica a tutto volume!
Di “trasgressioni “, se cosi si possono chiamare, ai miei tempi ce ne erano poche;
personalmente ritenevo tale anche fumare una sigaretta o andare ad “amoreggiare”
con il mio fidanzatino. Mentre scrivo questo articolo ripenso a quei tempi e mi viene
una grande nostalgia della mia gioventù, perché anche se avevamo molto meno di
quello che hanno i giovani d'oggi ci divertivamo tantissimo! Guardandomi intorno
ormai il mondo attuale mi sembra lontano anni luce dai miei anni, oggi i ragazzi
sono più svegli perché c'è molta più informazione grazie ai computer e ai telefoni, che noi ancora non avevamo
perché c'erano solo le cabine telefoniche. Il cambiamento lo noto anche negli spazi a disposizione dei giovani, noi
ballavamo in cantine, loro ballano in discoteche, a mio parere troppo aperte ai minorenni, che sempre di più sono
attratti dalle droghe!!
Sono molte le cose che invidio ai giovani di oggi: l'istruzione, che è aperta a tutti e soprattutto la tecnologia, una
“materia“ che mi affascina moltissimo ed è la ragione che mi porta qui a partecipare al corso offerto dalla scuola V.
Gassman, “ Nonni su internet”.
Valeria: La domanda sorge spontanea :” Ci divertiamo più noi, figli della tecnologia, o si divertivano più loro, figli
della semplicità e a volte anche figli della povertà?”. La
risposta potrebbe essere scontata, perché tra un
videogioco e
il salto con la corda, tutti, oggi,
sceglieremmo il videogioco. Ma siamo sicuri che tutta
questa tecnologia ci fa divertire? Io credo che il
“divertimento” sia stare insieme, sia ridere insieme alle
persone che amo, e non importa se lo faccio con una corda
o con un gioco ultra moderno! La tecnologia, il benessere,
l’evoluzione della nostra popolazione ci ha sicuramente
portati a cercare sempre di più, a non accontentarci mai; se
oggi abbiamo 10, domani vogliamo 100 e così spesso i
ragazzi di oggi cercano altri interessi, altre trasgressioni.
Così da una sigaretta si passa alla droga, da un tatuaggio
si passa al piercing e così via… è una ruota che gira
sempre e non si ferma mai. Non era meglio quando i nostri genitori ed i nostri nonni si accontentavano di andare al
cinema, di ballare in una cantina e di trasgredire semplicemente facendo un tiro di sigaretta? Io credo proprio di sì.
Per questo posso dire che il divertimento lo creiamo noi, decidiamo noi cosa ci fa star bene, io mi diverto con poco,
altri hanno bisogno di toccare la luna con un dito, e questo è un discorso che vale sempre, in ogni epoca; come si
dice ?! “ Il mondo è bello perché vario”.
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Giochi di ieri e oggi
di Alberto Bini e Giada Mariotti
Alberto: C’era una volta...così iniziavano le favole che ci raccontavano i nostri nonni quando eravamo piccoli, così
mi piace ricordare quei giochi che hanno caratterizzato la nostra infanzia e in particolare per noi settantenni i
primi 10/15 anni della nostra vita. In seguito, l’avvento della televisione ha stravolto radicalmente le abitudini dei
ragazzi di allora. Come dimenticare i pomeriggi passati davanti alla tv per ammirare personaggi come Rintintin;
Furia cavallo del west; la Freccia Nera; Stanlio e Ollio e tanti altri.
Dunque tornando a quegli anni si può dire che furono caratterizzati:
1.
2.
Da una povertà di risorse per i giochi dei ragazzi
Dalla possibilità di scendere per la strada senza correre eccessivi pericoli
Ci si incontrava normalmente il pomeriggio subito dopo pranzo e prima
di fare i compiti, se il tempo era bello, si disegnavano con il gesso delle
piste sul marciapiedi, si rinforzavano ove possibile i contorni di quelle
già esistenti e con le lattine (tappi di bottiglia) si iniziava a percorrere
la pista spingendole con le dita (schicchere). Le piste erano tracciate
inserendo alcune difficoltà (filetti-isolette ed altro) che rendevano più
complicato il percorso.
Mentre alcuni erano impegnati sulle piste, altri giocavano con delle
palline di vetro chiamate in gergo “cline o bergie”. Il gioco consisteva
nel fare una piccola buca nella terra sotto gli alberi, chi mandava la
pallina in buca aveva poi la possibilità di tentare di colpire con la sua
pallina quella di un altro giocatore a lui più vicino. Piccoli trucchi
venivano usati per avvicinarsi più possibile alla pallina da colpire, in tal caso si diceva che il giocatore faceva “la
mangana”. C’era poi il gioco della nizza, forse il più povero di tutti perché si giocava con un bastone, quasi sempre
un manico di scopa, ed un altro molto più corto appuntito alle estremità. Si trattava di colpire con il bastone più
lungo la punta del piccolo, farlo volare in aria e colpirlo al volo per mandarlo più lontano possibile. Non poteva
mancare il pallone, quando era possibile partite interminabili venivano giocate in strada, nei cortili o se c’era più
tempo al parco dei daini a Villa Borghese. Si rientrava a casa sempre con le ginocchia sbucciate.
Immancabile per tutti la raccolta di figurine che venivano attaccate su album in vendita presso le edicole e a volte
dati in omaggio davanti alle scuole. Man mano che le figurine venivano attaccate sull’album aumentavano i
doppioni, che proprio in quanto doppioni davano vita ad un vero e proprio mercato dello scambio.
Notevole erano i continui scambi di giornaletti molto di moda a quell’epoca perchè quando non si poteva uscire
assorbivano completamente la nostra attenzione. Famosi sono rimasti nel ricordo: Il grande Black; Capitan Miki,
Tex, L’intrepido; Il Vittorioso; Il Corriere dei Piccoli e tanti altri che hanno accompagnato la nostra adolescenza.
Giada: Non ho la pretesa che, con poche righe mal scritte, possa essere in grado di illustrare uno spaccato di vita
ormai lontano nel ricordo, ma credo sia importante far capire come fosse facile incontrare e socializzare con altri
ragazzi in vera amicizia.
Negli anni ’90 c’è stata un’esplosione nel campo della tecnologia, questa ha rappresentato un grande
cambiamento come lo fu in tempi lontani la televisione. Così i giochi all’aria
aperta sono stati sostituiti dai giochi elettronici che hanno preso man mano
il sopravvento. D’altro canto c’è anche da dire che oggi non è possibile, visti
i tanti pericoli, lasciare che i bambini possano scendere in strada liberi di
giocare come accadeva anche solo al tempo dei miei genitori. Se negli anni
’50 i bambini amavano giocare e divertirsi disegnando sulla strada con un
gessetto semplici piste per potere tirarci delle biglie, oggi i bambini giocano
per lo più con playstation, psp playstation portable, wii nintendo,
videogiochi per cellulare e ipad. Amano stare davanti a questi schermi per
interi pomeriggi. Gli unici giochi che sono sopravvissuti negli anni sono il
famoso gioco del pallone e lo scambio delle figurine degli album da collezione, che non hanno cessato mai di
essere amati. Purtroppo o per fortuna l’infanzia dei bambini di oggi è completamente influenzata dalla tecnologia
ma non sempre in maniera positiva, perché impedisce loro di socializzare con i propri coetanei.
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