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PIANO INTEGRATO DELLE ATTIVITA’ DI PREVENZIONE, VIGILANZA E CONTROLLO ANNO 2011 INDICE Premessa …………………………………………………………………………………………………..1 ANALISI DI CONTESTO ……………………………………………………………………………………..2 Il contesto epidemiologico (a cura dell’Osservatorio Epidemiologico) ...…………..…………………..2 Il tessuto produttivo provinciale……….…….…………………………………………………………15 Gli infortuni sul lavoro …………………..……………………………………………………………….17 Le malattie lavoro correlate……………………………………………………………………………22 Sicurezza alimentare e del consumatore…...……………………………………………………….29 La prevenzione e il controllo delle malattie infettive………………………………………………40 Controllo dei rischi diffusi sul territorio…………………….…………………………………………..52 Gli screening di prevenzione oncologica…….………….………………………………………….59 PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’……………..……………………………………………………65 Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro…..…………………………………………………….65 La sicurezza alimentare e la tutela del consumatore.…………………………………………….81 Prevenzione ambienti di vita e malattie infettive…….…………………………………………….89 Analisi di laboratorio…………………………………………………………………………………….98 Prevenzione oncologica……………………………………………………………………………….100 PREVENZIONE VETERINARIA………………………………..…………………………………………..103 Area Sanità Animale (A)…………………………………..…………………………………………..106 Anagrafi Zootecniche…………………………………………………………………………………..113 Randagismo e igiene urbana………….………………….………………………………………….113 Apicoltura…………………………………………………………………………………………………114 Area Igiene Alimenti Origine animale (B)………………………………………………………….115 Area Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche (C)…………………………………………124 PIANONAZIONALE RESIDUI …………………………………….……………………………………..132 VALUTAZIONE GENERALE ATTIVITA’ 2011…………………………………………………………….135 COMUNICAZIONE……………………………………………………………………………………….135 PREMESSA Il presente Piano viene redatto in base ai criteri, attività ed obiettivi stabiliti dalle Regole della Regione Lombardia per l’esercizio 2011 (DGR 1.12.2010 n. 9/937), il Piano Nazionale della Prevenzione 2010 – 2012 (DPCM 29/4/2010), il Piano Regionale della Prevenzione (DGR N. 1175 29/12/2010), la Legge Regionale 33/2009 “Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità”. Il Piano è costruito in continuità con i criteri introdotti dalla L.R. 8/2007, DGR 4799/2007 e ulteriori atti conseguenti che hanno portato in Regione Lombardia un grande cambiamento nell’ approccio alla prevenzione. I contenuti quindi trovano assonanza, sviluppo e chiarimento di quanto deliberato nel precedente Piano integrato delle attività di prevenzione, vigilanza e controllo triennale 2008 – 2010. I risultati ottenuti sono stati espressi, in termini di guadagno di salute per l’anno 2009 in apposito report e tale modalità di rendicontazione continuerà anche per gli anni seguenti. 1 ANALISI DI CONTESTO IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO (a cura dell’ Osservatorio epidemiologico) DEMOGRAFIA Di seguito vengono presentate le piramidi delle età riferite all’anno 2007 e 2009 che evidenziano un incremento delle classi di età più anziane. Polazione residente e assistita 2009 Popolazione residente e assistita 2007 095-099 090-094 085-089 080-084 075-079 070-074 065-069 060-064 055-059 050-054 045-049 040-044 035-039 030-034 025-029 020-024 015-019 010-014 005-009 000-004 20000 Donne Uomini 10000 0 10000 20000 095-099 090-094 085-089 080-084 075-079 070-074 065-069 060-064 055-059 050-054 045-049 040-044 035-039 030-034 025-029 020-024 015-019 010-014 005-009 000-004 20000 Donne Uomini 10000 0 10000 20000 L’aumento della popolazione residente assistita è più contenuto rispetto al 2008 (0,44 vs 1,9%) ANAGRAFE ASSISTITI GENERALE al 31/12/2009 DISTRETTI F M M+F M+F 2008 var % ASOLA 22998 22539 45537 45144 0,87 GUIDIZZOLO 32732 31418 64150 63433 1,13 MANTOVA 80306 74415 154721 154103 0,40 OSTIGLIA 23945 22355 46300 46499 -0,43 SUZZARA 26857 26308 53165 52891 0,52 VIADANA 24406 23472 47878 47880 0,00 TOTALE 211244 200507 411751 409950 0,44 Anche l’incremento della popolazione straniera presente in anagrafe assistiti risulta più contenuto rispetto al precedente anno ( 9,8% vs 11,4%). POPOLAZIONE STRANIERA al 31/12/2009 DISTRETTO F M M+F M+F 2008 var % ASOLA 3283 3531 6814 6304 8,09 GUIDIZZOLO 4383 4543 8926 8250 8,19 MANTOVA 8106 7618 15724 14101 11,51 OSTIGLIA 2425 2403 4828 4425 9,11 SUZZARA 3628 4186 7814 7154 9,23 VIADANA 2777 2907 5684 5119 11,04 TOTALE 24602 25188 49790 45353 9,78 Indicatori demografici disaggregati nazionalità Tasso di mortalità: numero di decessi nell’anno / popolazione residente x1000 Tasso di natalità: numero di nati vivi nell’anno / popolazione residente x1000 Tasso di natimortalità: numero di nati morti / nati vivi x1000 2 Tasso di abortività spontanea: numero di aborti spontanei / donne in età fertile (15-49 aa) x1000 Tasso di abortività volontaria: numero di IVG / donne in età fertile (15-49 aa) x1000 Tassi di natalità / mortalità nella popolazione tutta 2009 popolazione di tasso di tasso di riferimento NATI natalità MORTI mortalità DISTRETTO ASOLA 45537 451 9,9 413 9,1 GUIDIZZOLO 64150 722 11,3 597 9,3 MANTOVA 154721 1447 9,4 1654 10,7 OSTIGLIA 46300 423 9,1 645 13,9 SUZZARA 53165 586 11,0 565 10,6 VIADANA 47878 454 9,5 547 11,4 TOTALE 411751 4083 9,9 4421 10,7 Popolazione italiana 31/12/2009: tasso di natalità e mortalità popolazione di tasso di tasso di DISTRETTO riferimento F M M+F natalità F M M+F mortalità ASOLA 38723 143 153 296 7,6 220 189 409 10,6 GUIDIZZOLO 55224 249 242 491 8,9 292 297 589 10,7 MANTOVA 138997 555 565 1120 8,1 865 766 1631 11,7 OSTIGLIA 41472 149 135 284 6,8 313 322 635 15,3 SUZZARA 45351 183 200 383 8,4 284 269 553 12,2 VIADANA 42194 173 145 318 7,5 274 267 541 12,8 TOTALE 361961 1452 1440 2892 8,0 2248 2110 4358 12,0 Popolazione straniera 31/12/2009: tasso di natalità e mortalità popolazione tasso di di tasso di riferimento DISTRETTO F M M+F natalità F M M+F mortalità ASOLA 6814 87 68 155 22,7 2 2 4 0,6 GUIDIZZOLO 8926 111 120 231 25,9 5 3 8 0,9 MANTOVA 15724 147 180 327 20,8 9 14 23 1,5 OSTIGLIA 4828 67 72 139 28,8 3 7 10 2,1 SUZZARA 7814 94 109 203 26,0 3 9 12 1,5 VIADANA 5684 64 72 136 23,9 3 3 6 1,1 TOTALE 49790 570 621 1191 23,9 25 38 63 1,3 Il confronto tra distretti non evidenzia significative differenze nei tassi di natalità e mortalità. Piuttosto risulta particolarmente evidente la differenza di questi due parametri tra popolazione italiana e popolazione straniera. Infatti la natalità della popolazione italiana è un terzo di quella straniera, a fronte di una mortalità 10 volte superiore. Questo spiega perchè il trend della popolazione assistita nel quinquennio 2005-2009 evidenzi un incremento attribuibile esclusivamente alla quota di popolazione straniera. 3 trend popolazione assistita periodo 2005-2009 450000 400000 350000 300000 250000 italiana 200000 straniera 150000 100000 50000 0 a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2009 Assumendo come costante questi tassi di crescita della popolazione italiana e straniera in provincia di Mantova, ottenuti come differenza tra natalità e mortalità e rappresentati nel grafico sottostante, il sorpasso della frazione straniera su quella italiana si verificherebbe nell’anno 2189. Tasso x100 di crescita della popolazione m antovana 15 10 5 0 -5 italiani stranieri Di seguito sono stati analizzati altri due parametri di carattere descrittivo che contribuiscono a completare il quadro demografico, cioè tassi di abortività (spontanea e volontaria), nonché il tasso di natimortalità. Anche in questo caso si evidenzia una differenza tra la popolazione straniera e italiana. Nella prima l’abortività volontaria e spontanea è 3 o 4 volte superiore, ma l’eccesso effettivo riguarda soltanto l’abortività volontaria, in quanto il rapporto tra questi parametri e la rispettiva natalità (indice di fertilità) corregge l’imprecisione del denominatore che non è riferito al numero delle gravidanze (indeterminabile) ma a quello delle donne in età fertile. Il fenomeno dell’abortività non influenza quindi il diverso andamento demografico che invece risente di una diversa natimortalità a sfavore della popolazione straniera, circa 3 volte superiore alla natimortalità della popolazione italiana. Tasso di abortività 2009 Abortività spontanea Abortività volontaria tasso x1000 Lombardia tasso x1000 Lombardia totale 8,0 7,2 Italiane 5,2 5,8 9,1 4,8 Straniere 23,0 14,6 Tasso di natimortalità x1000 Italia 2006 Mantova 2009 Italiani Stranieri 2,8 3,4 2,1 6,7 4 CATEGORIE PATOLOGICHE PRIORITARIE Sono messi a confronto i tassi standardizzati x1000 delle principali categorie patologiche prioritarie del triennio 2007-2009 allo scopo di cogliere eventuali differenze e trend temporali. Sia per i maschi che per le femmine le variazioni sono poco significative, come accade per tutte le patologie cronico-degenerative nel breve periodo, con l’eccezione delle malattie autoimmuni che si incrementano in ogni distretto nel corso del triennio. Si ritiene improbabile che tale incremento sia attribuibile a procedure diagnostiche più sensibili, in quanto risulta evidente esclusivamente nel genere femminile. FEMMINE DISTRETTI ASOLA Cardiopatie 2007 2008 Diabete Neoplasie Broncopatie Endocrinopatie Autoimmuni 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 159,6 160,3 159,6 45,3 41,9 41,9 41,6 43,6 45,6 14,4 14,6 14,9 24,4 24,6 23,4 7,1 7,8 9,7 CASTIGLIONE 139,8 141,8 141,1 41,1 41,7 42,8 35,7 37,7 37,9 13,5 14,0 14,6 18,2 18,6 17,8 7,5 8,4 9,4 MANTOVA 144,2 145,9 145,6 35,2 35,8 36,4 40,6 42,0 42,7 15,8 16,8 17,5 23,4 23,5 22,9 13,5 14,5 15,7 OSTIGLIA 164,2 150,0 166,2 39,5 36,1 37,8 43,8 42,1 42,5 13,3 13,8 15,2 25,6 25,2 24,2 10,0 11,5 12,7 SUZZARA 147,2 148,9 148,8 41,5 40,0 42,2 40,7 39,0 39,5 17,1 17,3 18,4 22,4 23,6 23,1 14,5 16,0 17,3 VIADANA 157,7 161,7 160,8 40,5 39,6 39,9 34,1 36,0 36,3 12,0 12,9 14,2 24,5 26,0 23,2 6,0 7,1 8,8 MASCHI DISTRETTI ASOLA Cardiopatie 2007 2008 Diabete Neoplasie Broncopatie Endocrinopatie Autoimmuni 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 136,5 138,2 137,7 45,8 45,6 47,0 31,3 31,6 33,2 17,2 17,4 17,6 8,8 CASTIGLIONE 117,2 121,7 120,7 10,0 9,0 1,0 1,2 1,2 43,9 44,4 46,8 27,7 28,2 27,5 15,7 16,4 17,4 8,0 8,0 7,8 1,1 1,2 1,1 MANTOVA 125,9 136,8 127,3 44,4 48,0 44,3 29,1 33,5 29,0 20,4 31,1 21,4 9,7 12,3 9,3 1,8 3,5 2,2 OSTIGLIA 140,7 143,3 145,8 48,5 45,5 48,6 28,7 29,8 29,1 18,0 16,9 18,0 9,5 9,1 8,7 1,5 1,6 1,5 SUZZARA 131,3 139,0 129,4 39,2 42,8 40,9 29,4 31,1 29,2 19,4 35,1 21,2 9,8 14,8 10,0 2,0 5,4 2,1 VIADANA 133,2 137,6 135,7 44,1 44,7 45,1 28,2 29,1 29,8 15,4 15,4 16,9 9,4 10,0 9,6 0,7 0,6 0,8 TREND PATOLOGIE CRONICHE TRIENNIO 2007-2009 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 2007 2008 2009 Pur in assenza di incremento dei tassi standardizzati, il numero dei malati è in costante aumento per effetto dell’invecchiamento della popolazione generale. Questo comporta un carico assistenziale crescente nel tempo, in particolare per il diabete e per le neoplasie che vedono un incremento di oltre 1000 casi in 2 anni. 5 Categorie patologiche principali nel triennio 2007-2009: numeri assoluti CARDIOPATIE DIABETE NEOPLASIE BRONCOPATIE ENDOCRINOPATIE AUTOIMMUNI 2007 63141 18071 14724 6487 6742 2500 2008 65850 18764 15531 6723 6987 2746 2009 66705 19493 15980 7126 6748 3080 Sindrome metabolica (Ipertensione e dislipidemie e diabete) Sono presentati i tassi x 1000 standardizzati e disaggregati per distretto. Spicca la differenza di genere, abbastanza uniforme su tutto il territorio provinciale. Si configura come una patologia a chiara prevalenza maschile. Si sottolinea la rilevanza di questo fenomeno in quanto la sindrome metabolica è prodromica di aggravamento di numerose patologie. Sindrome metabolica Tassi Tassi standardizzati standardizzati numeri assoluti totale Distretti confrontabili F/M F M F M F M ASOLA 12,4 15,7 292 360 652 11,3 17,4 CASTIGLIONE 8,8 12,8 272 389 661 8,1 13,9 MANTOVA 9,2 13,7 869 1181 2050 8,4 15,0 OSTIGLIA 11,4 16,4 351 468 819 10,5 17,9 SUZZARA 10,8 12,2 322 358 680 9,9 13,5 VIADANA 11,9 14,3 334 382 716 10,8 15,5 Totale 2440 3138 5578 Mortalità e Incidenza dei tumori maligni Come per le patologie croniche gli scostamenti rilevabili sul breve periodo non sono rilevanti e per i dettagli si rimanda quindi al documento di programmazione del 2009. Ci si limita quindi a rappresentare uno degli approfondimenti che sono stati condotti su specifiche sedi. FOCUS TUMORE MALIGNO DELLA MAMMELLA Come si evidenzia dalla tabella seguente, il tasso di incidenza per tumore maligno della mammella nelle donne mantovane è cresciuto del 10 per cento nel confronto di due successivi trienni, passando dal valore più basso dei registri a confronto a quello più alto (da 92,2 a 101,9). Tassi di incidenza standardizzati per 100.000 MN 99 / 01 92,2 MI VA* 100,9 94,0 02 / 04 101,9 100,1 96,0 MN MI VA* RE MO FE Ro magna BS RTV PR 97,4 92,9 103,1 99,0 100,3 100,0 90,6 ND 93,2 95,2 96,5 94,6 99,7 87,1 BS RTV PR RE MO FE Romagna % Δ +10% -1% +2% nd 0% -8% -3% -6% 0% -4% L’ipotesi verificata è che l’incremento dell’incidenza sia spiegabile con l’anticipazione della diagnosi di casi che si sarebbero diagnosticati successivamente in fase clinica più 6 avanzata. Ciò è conseguente all’avvio del programma di screening del tumore della mammella, introdotto proprio a cavallo dei due trienni a confronto, talché l’incremento dell’incidenza rappresenta un successo del programma di screening e non un aumento dei fattori di rischio nella popolazione. Per verificare questa ipotesi favorevole di sanità pubblica, sono stati messi a confronto i casi di tumore 2002-2004 diagnosticati con lo screening con i casi dello stesso tumore occorsi nelle donne della medesima fascia d’età che invece non hanno aderito al programma di screening. L’età media e la numerosità dei casi di tumore che hanno aderito (responders) e che non hanno aderito (non responders) al programma di screening sono sostanzialmente le stesse, e questo consente un confronto migliore, per quanto tutti i risultati siano sempre stati corretti per età. Età media alla diagnosi Adesione casi incidenti n° casi età n° casi % non responders 284 51,6 non responders 284 60,4 responders 266 48,4 responders 60,5 Totale 550 100 266 Di seguito viene rappresentata la sopravvivenza a 5 anni dalla prima diagnosi, espressa come numeri assoluti, percentuali, e confronto tra probabilità (OR). Si evidenzia come la sopravvivenza sia decisamente superiore (è 6 volte più probabile sopravvivere a 5 anni) nelle donne il cui tumore è stato diagnosticato in occasione dello screening (screendetected). Anche il cancro intervallo, cioè i tumori occorsi tra un round e l’altro dello screening che costituiscono il limite intrinseco di ogni programma di screening, risentono comunque di un beneficio in termini di sopravvivenza, verosimilmente perché costituiscono delle forme ad insorgenza recente. OR corretta per età: gruppi di casi a Sopravvivenza a 5 anni: % a confronto confronto n° morti n° vivi Totale Screen-detected 8 (3,3%) 233 (96,7%) 241 Ca Intervallo (8%) (92%) 2 Non responders 53 23 (18,7%) 231 Responders vs non responders 6.1 (IC95% 3.2-15) Ca intervallo vs non responders 2.5 (IC95% 0.6-10.1) 25 (81,3%) 284 Oltre al parametro relativo alla “quantità” di vita guadagnata, si sono individuati anche parametri che indirettamente esprimono un guadagno in termini di “qualità” di vita delle donne malate di tumore della mammella. In particolare, oltre alla possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico efficace, si è presa in considerazione l’invasività dell’intervento esprimibile sia come radicalità di asportazione dell’organo (mastectomia vs nodulectomia/quadrantectomia) che come estensione anatomica dell’intervento subito (asportazione radicale di tutti i linfonodi regionali vs asportazione del solo linfonodo sentinella), nonché la necessità di sottoporsi a chemioterapia o radioterapia. Per quanto riguarda l’operabilità espressa sia come valore percentuale che come confronto di probabilità (OR), emerge che questa si colloca in una posizione di netto vantaggio (è 4,5 volte più probabile poter essere operati) per i casi di tumore aderenti allo screening rispetto ai non aderenti. 7 Intervento chirurgico Si 258 Responders (97%) Non 250 responders (88%) 508 Totale (92.4%) No 8 (3%) 34 (12%) 42 (7.6%) totale 266 284 550 OR corretta per età: gruppi di casi a confronto responders vs non responders 4.5 (IC95% 2-9.8) In riferimento invece all’invasività dell’intervento subito, si osserva come questa sia a svantaggio delle donne non aderenti allo screening che hanno una probabilità oltre 3 volte maggiore di andare incontro ad un intervento di mastectomia, cioè quello più demolitivo. Invasività intervento Quadrante /nodulo mastectomia Totale Screen198 35 (15%) 233 detected (85%) Ca 20 5 (20%) 25 Intervallo (80%) Non 153 97 250 responders (61%) (38.8%) 371 137 (27%) 508 Totale (73%) OR corretta per età: gruppi di casi a confronto 0.4 Ca Intervallo vs non (IC95% 0.14responders 1.1) 0.3 Screen-detected vs non (IC95% 0.2responders 0.4) La medesima valutazione è applicabile anche all’estensione dell’intervento rispetto alla necessità di asportazione dell’intero pacchetto linfonodale, spesso responsabile di complicanze post-operatorie persistenti. Le non aderenti allo screening hanno infatti una probabilità 1,4 volte maggiore di incorrere nell’asportazione radicale dei linfonodi rispetto alle donne con tumore diagnosticato attraverso lo screening. Linfonodi sentinella radicale Totale Screen115 65 OR corretta per età: gruppi di casi 180 detected (63,9%) (36,1%) (radicale) a confronto Ca 15 9 Ca Intervallo vs non 0.75 24 Intervallo (62,5%) (37,5%) responders (IC95% 0.3-1.8) Non 100 80 Screen-detected vs 0.70 180 responders (55,6%) (44,4%) non responders (IC95% 0.5-1) 230 154 384 Totale (59,9%) (40,1%) Come si evince dalle percentuali e dal confronto di probabilita (OR) riportati, le donne sottoposte a screening hanno meno necessità di ricorrere alla chemioterapia (la probabilità è dimezzata), con evidente guadagno nella qualità della vita in considerazione dei noti effetti collaterali di questa pratica terapeutica. 8 Chemioterapia Si Screen87 detected (36,1%) Ca 17 Intervallo (68%) Non 138 responders (48,6%) No 154 (63,9%) 8 (32%) 146 (51,4%) Totale 308 242 Totale OR corretta per età: gruppi di casi a confronto Ca Intervallo vs non 2.2 (IC95% responders 0.9-5.3) Screen-detected vs non 0.6 (IC95% responders 0.4-0.8) 241 25 284 550 La radioterapia associata alla mastectomia, indice di progressione della malattia, è praticamente sconosciuta nelle donne con tumore diagnosticato in fase di screening. Radioterapia post mastectomia Si No Totale Responders 0 40 40 Non responders 6 91 97 Totale 6 131 137 Consumi sanitari Sono stati rappresentati, nei 5 anni successivi alla prima diagnosi, i consumi sanitari medi pro-capite di ricoveri ospedalieri, farmaci e prestazioni ambulatoriali delle donne colpite da tumore della mammella divise tra screen-detected (giallo), cancri intervallo (fuxia) e non aderenti allo screening (blu). Per ricoveri e farmaci, che esprimono una persistenza della fase attiva della malattia, il consumo rimane sempre superiore per le donne non aderenti allo screening. Ricoveri euro 4500 3000 1500 Farmaci 0 anno 0 2° anno 3° anno 4° anno anno dalla diagnosi 1500 euro 1° anno 1000 500 0 anno 0 1° anno 2° anno 3° anno anno dalla diagnosi 4° anno 9 Viceversa, l’accesso alle prestazioni ambulatoriali, che esprime invece soltanto un monitoraggio successivo all’intervento, è più marcato nelle donne screen-detected. Ambulatoriale euro 1500 1000 500 0 anno 0 1° anno 2° anno 3° anno 4° anno anno dalla diagnosi L’efficacia dello screening risulta quindi ampiamente dimostrata in termini di effettivo guadagno di salute (qualità e quantità della vita). Si ritiene che tale efficacia non sia riducibile al ricorso puro e semplice di accertamenti diagnostici. Infatti, la quota di donne non responders che comunque ricorre ad esami spontanei non è in grado di compensare lo svantaggio osservato rispetto alle donne responders. Copertura extra screening biennio pre-incidenza 24% 61% MX 15% MX+Eco nessun esame Si è verificato inoltre che il ricorso a strutture di eccellenza extra-provinciali non modifica la probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi delle donne affette da tumore della mammella. Sopravvivenza OR corretta per età: gruppi di casi a confronto Operate AO Poma vs operate in Strutture universitarie/ricerca 1.76 (IC95% 0.8-3.4) Basandosi sui dati riferiti all’identificazione dei primi ricoveri ospedalieri, si è applicata una correzione statistica ricavata dai dati reali di registro che ha permesso di stimare il numero 10 di casi incidenti di tumore della mammella nel 2009 pari a 364, quindi mediamente un caso al giorno nella popolazione mantovana. FOCUS MALATTIE NEURODEGENERATIVE Si tratta di una categoria eterogenea di patologie, alcune di più difficile inquadramento noseologico, per la quale sono disponibili in letteratura solo dati parziali riguardanti sottogruppi di popolazione che creano problemi di confrontabilità. I dati riportati in tabella rivestono quindi un semplice carattere indicativo dell’ordine di grandezza del fenomeno. Tasso x 100.000 Prevalenza Incidenza Mantova Italia Mantova Italia Parkinson (>64aa) 2355 2950* 181 Alzheimer (>64aa) 1155 2600* 593 700 Sclerosi Multipla ** 83 100** 14 >30** 3,3 1-3° SLA 16 * Studio ILSA 2002 ** Atlante Europeo SM °AISLA L’interesse per queste malattie, al di là degli aspetti di ricerca scientifica, è legato al forte impatto che queste producono sia sul sistema sanitario che sul welfare più in generale. Si tratta di soggetti di età avanzata, con eccezione della sclerosi multipla, che si misurano nell’ordine di circa 6 mila casi prevalenti nel territorio della provincia di Mantova. A livello distrettuale non emergono particolari differenze. Prevalenza al 2009 Patologia Parkinson Alzheimer Sclerosi Multipla Demenza SLA Numero 2929 1476 346 949 69 Età media 73 81 47 86 66 Tassi di prevalenza standardizzati x 100.000 Patologie Sclerosi neurodegenerativ Parkinson Alzheimer multipla e Demenza SLA DISTRETTI F M M F M ASOLA 634 558 260 110 100 64 151 54 CASTIGLIONE D/S 573 493 271 132 130 46 135 66 MANTOVA 602 469 393 159 107 48 303 96 OSTIGLIA 664 509 274 166 97 73 97 25 SUZZARA 605 550 213 138 106 59 154 32 VIADANA 603 485 234 98 60 195 129 TOT. PROVINCIA 608 497 305 141 106 56 206 73 F M F 92 F M 14 17 11 Viene di seguito rappresentata l’incidenza delle stesse patologie che esprime il gettito dei nuovi casi ogni anno. Il rapporto prevalenza/incidenza varia da 2 per la demenza ai 6 per la sclerosi multipla, per cui si possono definire patologie a lunga sopravvivenza, pur tenendo conto dell’età avanzata di insorgenza. Anche in considerazione dell’andamento demografico generale, sono destinate a pesare sempre di più sui servizi socio-sanitari. Incidenza 2009 Patologia Sclerosi Parkinson Alzheimer Multipla Demenza SLA Numero 868 555 57 446 15 Età media 70 81 51 85 72 Tassi di incidenza standardizzati x 100.000 Parkinson Alzheimer Sclerosi multipla Demenza SLA F F F M F M F 18,3 8,4 97,9 47,9 2,7 TOTALE PROVINCIA 211,7 M M 150,0 129,7 71,0 M 3,9 Nel confronto tra i generi si osserva che le donne hanno una maggiore probabilità di ammalarsi di queste patologie con eccezione del morbo di Parkinson. Casi prevalenti 2009 Patologie % maschi OR m/f (IC95%) 1/OR Parkinson 42 1,1 (1.0-1.2) Alzheimer 30 0,7 (0.7-0.8) 1,4 Sclerosi Multipla 33 0,5 (0.4-0.7) 1,9 Demenza 25 0,7 (0.6-0.8) 1,5 Nella tabella sottostante sono elencate le patologie croniche insorte nella stessa popolazione con l’obiettivo di verificare quelle più fortemente associate alla categoria delle malattie neurodegenerative. Emerge una marcata correlazione soprattutto con le malattie psichiatriche. 12 Patologie croniche OR IC95% neoplasia 0,7 0.6-0.7 autoimmuni 0,7 0.5-0.8 endocrinopatie 0,7 0.6-0.7 cardiopatia 1 1.0-1.1 diabete 1 0.9-1.1 gastropatia 1,8 1.7-2.0 broncopatia 1,9 1.7-2.1 insufficienza renale 2,3 2.0-2.6 psichiatriche 13,7 12.6-15.0 Nel confronto corretto per età con i malati di altre rilevanti patologie croniche (malattie cardiache e neoplasie), si evidenzia per i neuropatici una probabilità di morire superiore ai cardiopatici, anche se inferiore ai neoplastici. 13 La probabilità di essere ricoverati in RSA è invece notevolmente maggiore nei neuropatici rispetto ai neoplastici, mentre la necessità di assistenza domiciliare si pareggia nei gruppi a confronto. Interessante, ai fini della possibile prevenzione delle complicanze, è l’elevata probabilità per i neuropatici di subire un ricovero ospedaliero per frattura. Probabilità di morire Patologie OR IC95% neurodegenerative 3,1 2.8-3.4 cardiache 2,3 2.1-2.5 neoplastiche 6,3 5.9-6.7 Probabilità di assistenza domiciliare Patologie OR IC95% neurodegenerative 2.9 2.6-3.3 cardiache 2.4 2.2-2.7 neoplastiche 3.3 3.0-3.7 Probabilità di istituzionalizzazione in RSA Patologie OR IC95% neurodegenerative 8 7.3-8.7 cardiache 2 1.8-2.2 neoplastiche 1.1 1.0-1.3 Probabilità di ricoveri per frattura Patologie OR IC95% neurodegenerative 3.3 2.9-3.8 cardiache 1.5 1.4-1.6 neoplastiche 1.1 1.0-1.3 Di seguito è riportato il grafico raffigurante i consumi sanitari suddivisi per ricoveri ospedalieri, farmaci, prestazioni ambulatoriali, ADI, psicoterapia e RSA, nelle diverse patologie che costituiscono le neuropatie.Emerge come i malati di demenza siano i più istituzionalizzati sia in termini di ricoveri ospedalieri che di accesso in RSA e come i malati di Parkinson si avvalgano maggiormente di trattamenti psichiatrici. Quelli affetti da sclerosi multipla si distinguono invece per l’elevato consumo di farmaci, nonché per un maggior ricorso alle prestazioni ambulatoriali. 4500 4000 3500 3000 SDO 2500 FARM 2000 AMBU 1500 ADI 1000 PSICO 500 0 14 RSA TESSUTO PRODUTTIVO PROVINCIALE E CRISI ECONOMICO FINANZIARIA Le caratteristiche produttive, di lavoro della nostra provincia sono state descritte compiutamente nel piano triennale di prevenzione 2008-2010, aggiornate periodicamente. Per quanto è possibile evidenziare ad oggi i cambiamenti in negativo determinati dalla crisi economica, si presentano i seguenti dati: Unità Produttive e Addetti Il grafico riporta l’andamento delle Aziende iscritte all’INAIL di Mantova. Sono escluse le Attività Agricole, mentre è compresa l’Agrindustria. Aziende attive totali nella Provincia di Mantova 30500 30000 29609 29360 29500 29963 30037 2007 2008 29822 29471 29147 29077 29000 28500 27986 28000 27500 27301 27000 26500 26000 25500 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2009 Si osserva nel 2009 una riduzione rispetto al 2008 di 215 unità nei seguenti settori: Comparto Costruzioni Trasporti Servizi Commercio Ind. Alimentare Metalmeccanica Legno Altre Totale N° di Unità - 110 - 50 - 38 - 20 - 14 - 10 - 10 - 23 - 215 II successivo grafico rappresenta l’andamento degli addetti complessivi nell’Industria e nei Servizi, esclusa l’Agricoltura) dal 2000 al 2008. Purtroppo il dato disponibile non è aggiornato, ma è ragionevole ritenere che il numero degli addetti segua contestualmente la riduzione delle aziende. Rispetto ai rischi per la salute è comunque necessario considerare non solo la riduzione degli addetti degli anni 2009-2010, ma anche il massiccio ricorso alla cassa integrazione. 15 Andamento degli ADDETTI nell'Industria e Servizi (esclusa Agricoltura) 145000 140614 140000 135089 135000 133132 133088 132848 131214 130000 125000 129397 129936 2004 2005 123031 120000 115000 110000 2000 2001 2002 2003 2006 2007 2008 16 GLI INFORTUNI SUL LAVORO Siamo in grado di presentare le prime elaborazioni sugli infortuni riconosciuti dall’ Inail . aggiornati al 2009, anche se purtroppo alcuni dati sono ancora al 2008. Nel confronto tra le ASL della Lombardia, Mantova è ancora ai primi posti per tasso standardizzato di infortuni. Tasso standardizzato infortuni indennizzati Lo di Lo m ba rd ia M Le cc o an to va on a Cr em Pa via Br es cia o Be rg am M i la no io So nd r Co m o Va re se 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 L’andamento nel tempo degli infortuni definiti positivamente dall’Inail evidenza una rapida riduzione dal 2000 al 2003 con circa 10 punti in meno, mentre successivamente nel periodo 2003-2007 questa riduzione è meno evidente. In 5 anni il calo è di 4 punti. Nel 2008 l’indice di frequenza ha un andamento complessivamente di netta riduzione, pari al 6%. Esso deriva oltre al calo in assoluto degli infortuni, ad un leggero incremento di addetti in alcuni comparti produttivi. Provincia di Mantova Indice di Frequenza x 1000 addetti - infortuni definiti positivamente 60,0 54,0 51,0 50,0 48,8 44,0 45,2 43,2 40,4 39,5 40,0 33,1 30,0 20,0 10,0 0,0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Il grafico riporta gli infortuni riconosciuti dall’INAIL nel periodo dal 2000 al 2009 accaduti nella Provincia di Mantova in tutti i settori produttivi compresa l’agricoltura. La diminuzione in termini di frequenza è sicuramente importante. 17 Infortuni riconosciuti dall'INAIL accaduti nel territorio della Provincia di Mantova 9000 8000 7899 7920 7381 6948 7000 6714 6424 6109 6070 6000 5413 4713 5000 4000 3000 2000 1000 0 2000 Comparti Missing Agricoltura 01 Agrindustria e pesca 02 Estrazioni minerali 03 Industria Alimentare 04 Industria Tessile 05 Industria Conciaria 06 Industria Legno 07 Industria Carta 08 Industria Chimica e Petrolio 09 Industria Gomma 10 Ind. Trasf. Non metalliferi 11 Industria Metalli 12 Metalmeccanica 13 Industria Elettrica 14 Altre industrie 15 Elettricità Gas Acqua 16 Costruzioni 17 Commercio 18 Trasporti 19 Sanita’ 20 Servizi 99 Comparto non determinabile TOTAL 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2000 147 1258 2001 197 1130 2002 151 982 2003 124 922 2004 158 859 2005 174 807 2006 186 730 2007 196 716 2008 176 615 2009 146 575 104 95 73 98 135 134 102 105 93 85 24 9 18 15 7 12 14 8 4 5 445 403 473 368 426 361 377 313 335 253 304 225 326 204 279 201 286 204 302 131 5 265 101 8 341 78 2 304 69 3 274 69 0 269 53 4 236 54 0 259 65 8 270 57 1 205 47 2 199 47 229 210 179 166 151 148 165 151 126 111 30 19 22 17 12 5 14 9 10 7 247 302 248 206 161 158 174 139 154 98 224 218 192 99 148 166 143 162 50 21 1379 1281 1124 1110 951 896 993 958 937 754 29 188 37 221 54 199 24 205 36 127 35 149 21 150 35 145 20 129 21 117 32 999 301 248 192 893 24 996 305 280 208 959 26 983 292 277 206 1134 18 1024 301 246 213 1067 21 1008 348 247 228 1162 10 911 376 251 224 1097 15 789 337 242 219 914 10 815 344 261 229 934 10 694 299 222 203 869 10 584 237 195 207 818 156 7899 161 7920 59 7381 57 6948 45 6714 48 6424 47 6109 38 6070 59 5413 41 4713 18 Si può osservare una riduzione più evidente, espressa in % di differenza degli indici di frequenza, dal 2000 al 2009 in alcuni comparti produttivi di seguito elencati. Comparti Riduzione % dal 2000 al 2009 11 Industria Metalli -91,8 02 Estrazioni minerali -81,6 09 Industria Gomma -78,8 15 Elettricità Gas Acqua -64,1 04 Industria Tessile -60,3 10 Ind. Trasf. Non metalliferi -58,0 16 Costruzioni -56,9 05 Industria Conciaria -56,3 08 Industria Chimica e Petrolio -54,9 07 Industria Carta -51,4 12 Metalmeccanica -49,9 TOTAL -47,8 17 Commercio -41,3 18 Trasporti -38,7 03 Industria Alimentare -37,8 06 Industria Legno -37,4 14 Altre industrie -36,6 01 Agrindustria e pesca -35,1 13 Industria Elettrica -26,9 20 Servizi -21,1 19 Sanita’ -9,6 INDICI DI GRAVITA’ DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO Gli indici di gravità ci forniscono informazioni in parte diverse rispetto alla frequenza. La seguente tabella mostra come vi sia nel decennio una rilevante diminuzione della gravità per gli eventi risoltisi con meno di 30 gg. di prognosi (circa -50%), mentre la diminuzione è più contenuta per quelli più gravi che hanno richiesto più di 30 gg. di inabilità temporanea: Classi Giornate 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 TOTALE da 01 a 07 2047 1877 1783 1584 1545 1442 1380 1297 1193 892 da 08 a 30 3999 3772 3472 3299 3087 2913 2728 2669 2349 2097 da 31 a 40 440 541 462 455 411 385 372 384 343 296 Più di 40 1010 918 884 893 879 889 843 894 738 704 15040 30385 4089 8652 19 Confronto andamento Infortuni con inabilità da 1 a 40 gg e più di 40 gg 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Se rapportiamo l’andamento nel decennio del numero degli infortuni gravi, rispetto al totale degli infortuni, si rileva un aumento dei primi: Andamento % degli infortuni con inabilità di più di 40 gg rispetto al totale degli eventi 25,00 21,43 20,55 20,00 16,73 15,57 15,00 14,83 18,76 18,82 2005 2006 19,00 17,43 15,46 10,00 5,00 0,00 2000 2001 2002 2003 2004 2007 2008 2009 I comparti in cui gli infortuni gravi (> 40 gg) incidono maggiormente sono i seguenti. COMPARTI 07 Industria Carta 04 Industria Tessile 16 Costruzioni 06 Industria Legno 10 Ind. Trasf. Non metalliferi 20 Servizi 12 Metalmeccanica 03 Industria Alimentare 08 Industria Chimica e Petrolio 2009 29,79 % 22,90 % 22,60 % 19,10 % 16,33 % 15,77 % 15,65 % 15,56 % 15,32 % 20 Data la peculiarità del nostro territorio, si riporta il fenomeno nel comparto agricolo: Infortuni denunciati agricoltura - Banca dati INAIL 2001 Bergamo Brescia 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2001/2009 2006/2009 -20,90 620 638 590 583 560 598 497 440 473 -23,71 1.854 1.742 1.584 1.502 1.455 1.395 1.175 1.142 1.081 -41,69 -22,51 -30,97 Como 300 273 276 248 259 226 186 179 156 -48,00 Cremona 994 876 813 792 838 758 688 599 570 -42,66 -24,80 -8,64 Lecco 85 79 74 87 91 81 69 62 74 -12,94 Lodi 271 257 221 203 181 177 127 160 139 -48,71 -21,47 -19,98 Mantova Milano 1.413 1.271 1.187 1.063 1.016 906 837 704 725 -48,69 391 364 431 386 420 370 338 334 347 -11,25 -6,22 -22,45 Pavia 492 481 513 411 426 383 327 297 297 -39,63 Sondrio 353 307 275 245 240 239 204 211 220 -37,68 -7,95 -5,47 -19,91 Varese Lombardia 218 221 233 204 210 201 195 178 190 -12,84 6.991 6.509 6.197 5.724 5.696 5.334 4.643 4.306 4.272 -38,89 Trend in linea con obiettivo Regionale (-15% triennio 2008-2010) Infortuni Mortali Il grafico seguente rappresenta l’andamento degli infortuni mortali della Provincia di Mantova in tutti i settori produttivi. La tabella riporta la distribuzione degli eventi mortali in ciascun settore produttivo per tipologia di comparto interessato dall’evento. Andamento degli infortuni mortali – Fonte: “Registro Regionale Infortuni Mortali” Infortuni mortali Il grafico seguente rappresenta l’andamento degli infortuni mortali della Provincia di Mantova in tutti i settori produttivi. La tabella riporta la distribuzione degli eventi mortali in ciascun settore produttivo per tipologia di comparto interessato dall’evento, compresa la nazionalità di provenienza (ove non indicato si intende di nazionalità Italiana). 21 Anno Agricoltura Costruzioni Altri Comparti 2000 2001 1 2 1 8 2002 4 2003 3 2004 2005 7 2 2 4 [1Romania e 1 Tunisia] 4 [1 Romania] 1 1 metalmeccanica 2 metalmeccanica 1 legno + 2 trasporti + 1 Ind. non metalliferi [Sudan] = 4 2006 2 2007 0 2008 1 1 [India] 5 [1 Albania, 1 Egitto e 1 Tunisia] 0 2009 2010 11 ANNI 3 2 27 2 [1 Albania] 1 29 Tot altri comparti 1 2 4 TOTALE 3 12 10 1 trasporti + 1 servizi = 2 2 9 0 1 gomma/plastica [Marocco]= 1 1 gomma/plastica [Albania] + 1 legno = 2 2 Agro-Industria + 2 trasporti + 2 metalmeccanica [Albania] + 1 gomma/plastica 1 Ind. Gomma-plastica [Algeria] 1 Ind. non metalliferi - 1 gomma/plast. - 1 metalmec. 1 Agro-Industria + 1 Metalmeccanica TOTALE 0 1 11 4 2 5 7 12 1 2 3 2 25 8 5 81 14 12 12 12 11 10 10 9 8 8 6 5 4 5 4 3 2 2 Infortuni sul lavoro mortali - Provincia di Mantova TUTTI I SETTORI 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Il numero assoluto degli infortuni mortali è più elevato nel settore delle costruzioni e in agricoltura, seguito dai trasporti e dalla metalmeccanica. MALATTIE PROFESSIONALI Dal Rapporto INAIL, si evidenzia per il quinquennio 2005-2009 un andamento sostanzialmente stabile delle malattie da lavoro in Lombardia. 2005 2006 2007 2008 2009 BERGAMO 584 520 612 905 827 BRESCIA 509 462 523 484 497 COMO 177 178 139 142 89 89 90 62 73 103 108 84 112 114 90 43 40 56 50 42 MANTOVA 113 105 99 64 84 MILANO 694 682 654 664 647 PAVIA 93 86 67 60 100 SONDRIO 73 56 65 68 67 225 232 214 218 215 Province e Regione Lombardia CREMONA LECCO LODI VARESE LOMBARDIA 2.708 2.535 2.603 2.842 2.761 22 In Lombardia, nel 2009, in controtendenza rispetto al 2007, si è assistito ad un incremento delle malattie professionali segnalate. Nell’anno 2007 le malattie professionali denunciate, nel comparto Industria e Servizi, sono state 2.603 (+ 2,7 % rispetto al 2006). Un aumento che può essere spiegato, in parte, con la maggiore sensibilizzazione sull’obbligo di denuncia da parte dei medici competenti, medici di famiglia e specialisti ospedalieri. Infatti, nel 2007 è stato siglato un accordo tra INAIL e Regione – Direzione Generale Sanità, per unificare e semplificare il modello di segnalazione, da parte dei medici, per assolvere ai vari obblighi di denuncia previsti qualora vengano diagnosticati casi di malattia professionale. MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE PER TIPO DI MALATTIA – TUTTE LE GESTIONI ANNI MANIFESTAZIONE 2005-2009 TIPO MALATTIA 2005 2006 2007 2008 2009 TOTALE MALATTIE 26.787 26.826 28.856 29.939 34.646 PROFESSIONALI di cui: Malattie 8.767 10.050 11.394 12.971 17.620 osteo-articolari muscolotendinee Ipoacusia da rumore 7.000 6.409 6.380 5.959 5.813 Var. % 2009/2005 29,3 101,0 -17,0 Malattie respiratorie 2.689 2.510 2.618 2.450 2.353 -12,5 Malattie cutanee 1.161 973 892 767 726 -37,5 La componente preponderante delle segnalazioni è costituita dalle malattie non tabellate, pari al 70% circa di tutti i casi segnalati. L’analisi delle patologie denunciate, per tipologia, rileva che quella con maggior frequenza è l’ipoacusia da rumore, la cui incidenza presenta un andamento decrescente nel corso degli ultimi anni. Per contro, le tipologie che presentano un andamento in crescita sono costituite dalla tendinite, dalle discopatie e dalla sindrome del tunnel carpale. Dall’analisi del quadro delle malattie professionali che si registrano in Lombardia si evidenziano immediatamente e distintamente due elementi di rilievo: 1. il trend delle patologie professionali, analogamente all’andamento che si osserva a livello nazionale, ha subito significative modificazioni nel corso degli ultimi anni: risultano diminuite le malattie d’origine esclusivamente lavorativa (es. silicosi, ipoacusia da rumore), con incremento delle malattie correlate al lavoro o a genesi multifattoriale, per le quali l’esposizione ad agenti patogeni presenti sul lavoro è solo una delle cause determinanti la malattia (es. bronchite cronica, malattie muscolo scheletriche, neoplasie). 2. il secondo elemento rilevante, che emerge dall’analisi, è rappresentato dall’evidente sottonotifica delle segnalazioni: è il noto fenomeno delle “malattie professionali perdute”, confermato anche dai dati raccolti in Regione Lombardia e da anni oggetto d’intervento da parte degli operatori della prevenzione. Le ragioni di tale sottonotifica sono da ricercare in diverse direzioni oggetto di appositi approfondimenti. Si osserva un ulteriore incremento delle denunce pervenute all’INAIL nel corso del 20082009. L‟INAIL rileva che le malattie professionali denunciate nel 2009, per le Gestioni Industria e Servizi, sono state 2.761, evidenziando che per il 2009 il trend d‟incremento delle segnalazioni è pari a + 6,4% rispetto all’anno 2007. Bergamo è stata la provincia destinataria del maggior numero di segnalazione nell’anno 2009. La disgregazione per attività economica evidenzia una prevalenza nel settore delle costruzioni(16,2%) seguito dall’industria dei metalli ( 10,5%). Dei 2761 casi denunciati (Malattie professionali definite ed indennizzate al 30 aprile 2010, ne risultano definiti 2.470 23 (89,4%): di questi solo il 29,6% (732 casi) è stato indennizzato nel 88,6% dei casi nella forma della inabilità permanente). Anche i dati nazionali sottoriportati riguardanti l’agricoltura seguono questo trend. MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE PER TIPO DI MALATTIA – GESTIONE AGRICOLTURA ANNI MANIFESTAZIONE 2005-2009 TIPO MALATTIA 2005 2006 2007 2008 2009 TOTALE MALATTIE 1318 1448 1649 1834 3914 PROFESSIONALI di cui: Malattie 620 721 920 1089 2777 osteo-articolari muscolotendinee Ipoacusia da rumore 219 237 282 271 603 Var. % 2009/2005 197,0 347,9 175,3 Malattie respiratorie 155 158 153 153 211 36,1 Malattie cutanee 33 34 25 33 45 36,4 Banca dati INAIL e Flussi INAIL – ISPESL - Regioni La banca dati INAIL contiene i dati riferiti alle denunce che gli assicurati trasmettono all’istituto assicuratore ai sensi dell’art. 53 del DPR 1124/65. I casi denunciati entrano in un sistema di registrazione che prevede le seguenti voci: casi denunciati, casi riconosciuti, casi indennizzati. I dati registrati nella Banca dati INAIL sono stati illustrati nel precedente paragrafo e sono fonte del Rapporto annuale regionale INAIL che contiene, oltre ai dati infortunistici, l’analisi delle malattie professionali denunciate ed indennizzate. I dati INAIL alimentano la Banca Dati “Flussi Informativi INAIL-ISPESL-Regioni” per le malattie professionali. Malattie professionali con definizione positiva dal 2000 al 2008 - ASL di Mantova Flussi informativi INAIL, ISPESL e Regioni Attività Economica A C DA DB DC DD DG DH DI DJ DK DL DM DN E F G50 G51 G52 I K L N O X TOT AGRINDUSTRIA ESTRAZ. MINERALI IND. ALIMENTARE IND. TESSILE IND. CONCIARIA IND. LEGNO IND. CHIMICA IND. GOMMA IND.TRASFORMAZ IND. METALLI IND. MECCANICA IND. ELETTRICA IND. MEZZI TRASP. ALTRE INDUSTRIE ELET. GAS ACQUA COSTRUZIONI COMM. RIP. AUTO COMM. INGROSSO COMM. DETTAGLIO TRASPORTI ATT. IMMOBILIARI PUBBLICA AMMIN. N. SANITA’ SERV. PUBBLICI ATT. NON DETER. Malattia prof. non tabellata 2 1 45 44 0 13 1 2 11 39 12 0 7 5 0 24 2 2 3 3 2 1 2 3 20 244 Ipoacusia 0 1 0 2 0 5 0 1 3 12 3 0 2 2 0 26 2 1 0 1 1 0 0 0 7 69 Malattie cutanee 0 0 0 1 0 0 2 0 2 0 3 0 2 0 0 6 3 0 0 0 1 0 3 0 0 23 Mesotelioma Asbestosi Asma TOT 0 0 0 0 0 0 1 0 0 2 0 1 1 2 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 10 19 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 9 0 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 2 2 50 47 0 18 5 3 17 54 18 1 12 11 1 58 7 3 3 4 4 1 5 4 39 369 24 La tabella mostra che il numero delle malattie professionali è prevalente nei settori alimentare, tessile, metalmeccanico e costruzioni e che il numero delle malattie non tabellate è ampiamente superiore a quello delle malattie tabellate. Per quanto concerne le malattie non tabellate, si ritiene che il problema sarà almeno in parte superato a seguito della recente introduzione della più dettagliata nuova tabella delle malattie professionali. Le malattie non tabellate sono riconducibili principalmente a patologie muscolo-scheletriche e non va trascurata la presenza di tumori di origine professionale sicuramente sottostimata rispetto alla rappresentatività di queste patologie nella popolazione generale. Tale problematica è affrontata attraverso la ricerca attiva dei tumori dell’apparato emolinfopoietico, vescicale e polmonare. Si fa presente che i casi di mesotelioma (19 casi riconosciuti dal 2000 al 2008) e di tumore rinosinusale sono indagati e registrati attraverso appositi protocolli della Regione Lombardia. Le malattie professionali nel comparto delle costruzioni rimangono al secondo posto dopo il settore metalmeccanico e comunque sottostimate rispetto alla complessità dei rischi del settore. I SISTEMI DI REGISTRAZIONE Per migliorare le criticità sopra evidenziate sono attivati diversi sistemi di registrazione delle patologie professionali. Sistema di registrazione MAL. PROF. – Integra È gestito dai Servizi PSAL delle ASL. Attivo dal 1999, comporta la registrazione di tutti i casi di malattia professionale pervenuti alle ASL nel rispetto degli obblighi di legge (DPR 1124/65, Codice Penale e di Procedura Penale). Dal 2007 è diventato progetto nazionale Ministero Salute - ISPESL. E’ un sistema di registrazione basato sulle denunce avviate da un accertamento medico che diagnostica o sospetta una malattia da lavoro. Al Servizio PSAL vengono registrati tutti casi di malattia professionale certa o sospetta pervenuti sino ad oggi che sono riassunti nelle tabelle sottostanti Segnalazioni di Malattie Lavoro-Correlate ricavate da Mal Prof (archivio locale delle malattie da lavoro) 450 400 407 Tutte le malattie lavoro-correlate 368 350 300 250 188 200 212 220 157 150 142 138 116 103 2008 2009 100 50 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 25 450 407 400 350 368 324 Totale Ipoacusie Altre 301 300 250 220 212 188 200 155 150 151 150 157 142 138 116 100 103 92 83 67 70 61 50 81 82 65 60 76 57 64 40 39 33 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 La prima tabella evidenzia una riduzione progressiva delle malattie professionali pervenute dal 2000 al 2009. Nella seconda tabella le patologie sono state suddivise in due gruppi le “ipoacusie” e tutte le “altre patologie” (non ipoacusie considerate in un unico insieme). L’andamento delle “ipoacusie” riproduce il trend in decremento delle segnalazioni relative a tutte le patologie lavoro correlate, mentre l’andamento del gruppo delle “altre patologie” riproduce un trend relativamente stabile nel tempo. I dati del 2009 evidenziano un numero di segnalazioni delle “altre patologie” in aumento rispetto al triennio precedente (2006-2008): nello stesso anno per la prima volta più della metà delle segnalazioni totali riguardano le “altre patologie” (non ipoacusie) e non le ipoacusie come era sempre avvenuto negli anni precedenti. Questo sorpasso potrebbe essere giustificato dalla pubblicazione delle “Nuove Tabelle delle Malattie Professionali dell’Industria e dell’Agricoltura” avvenuta sulla G.U. n.169 del 21/07/08. Distribuzione nei principali comparti di tutte le Malattie segnalate 2000-2009 500 450 441 400 350 300 287 250 200 161 132 150 112 86 100 50 50 25 Sa ni tà El et t En er gi a gr i A le Te ss i Le gn o en ti lim A Ed ili zi a M et al li e M ec ca ni ca 0 26 La tabella sopra riportata evidenzia la distribuzione delle segnalazioni di malattie professionali pervenute per settore lavorativo dove si evidenzia che i comparti più colpiti sono il metalmeccanico e l’edilizia. Banca dati ex art.40 D.Lgs.81/08 provincia di Mantova I dati si riferiscono all’obbligo di invio per via telematica, come previsto nell’anno 2009 dall’art.40 del D.Lgs.81/08, dei dati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria da parte del medico competente nell’anno 2008. Nel grafico sotto riportato viene indicato il numero di aziende, suddivise per comparto, in cui il medico competente ha provveduto all’invio dei dati sanitari. In totale i dati sanitari raccolti sono riferiti a 3017 aziende. I comparti più rappresentati sono l’edilizia (761), la metalmeccanica (590). N. aziende che hanno inviato il file ex art. 40 D.Lgs.81/08 1000 826 761 800 590 600 400 181 200 213 146 112 113 75 Al tre C Sa hi m ic ni tà a o gn e ta r Le e Al im en ss il Te iliz ia al m ec ca ni ca Ed M et Ag ric ol tu r a 0 Per quanto riguarda le malattie professionali segnalate il totale risulta di 88 patologie suddivise per comparto come nel grafico seguente: N. di malattie professionali segnalate per comparto (ex art. 40 D.Lgs.81/08) 88 To ta le a m ic Ch i Le gn o 10 Sa ni tà 12 5 4 en ta re Te ss i le a ec ca ni c Ed i li z ia 17 M et al m ra ol tu Ag ric 11 2 im 27 Al 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 I dati evidenziano la prevalenza di segnalazioni nel comparto edile (27), mentre basso appare il numero di patologie professionali segnalate per il comparto metalmeccanico (11). Si segnala inoltre un numero di patologie professionali rilevante nel comparto tessile 27 (17), costituito da un gruppo di aziende poco rappresentato rispetto ai comparti edile e metalmeccanico. Delle 88 malattie professionali segnalate, 57 risultano ipoacusie, 12 patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, 1 dermatite e 18 patologie non definite dal medico competente (tabella seguente). Distribuzione delle patologie professionali segnalate dai medici competenti (ex art. 40 D.Lgs.81/08) AgricolEdilizia tura Metalmec canica Alimen tare Tessile Legno Chimica Sanità Totale Totale 2 27 11 17 4 5 12 10 88 Ipoacusie Patologie da sovraccarico arto sup. Dermatite 0 23 6 16 4 5 3 0 57 0 0 3 1 0 0 8 0 12 0 0 0 0 0 0 1 0 1 Non definite 2 4 2 0 0 0 0 10 18 28 SICUREZZA ALIMENTARE E TUTELA DEL CONSUMATORE Per analizzare il contesto nello specifico di questa area di intervento, si sono approfonditi i seguenti aspetti: alimenti e cultura, contesto socio-economico, utilizzo di fitofarmaci nel contesto agricolo del territorio, incidenza delle tossinfezioni alimentari, acque destinate al consumo umano e deroghe. GRADUAZIONE DEL RISCHIO E’ lo strumento sul quale e con il quale si andrà a costruire la pianificazione: • utilizzo di un modello specifico per la graduazione del rischio • conoscenza dell’esistente e dei precedenti in possesso del SIAN • impatto sul mercato e consistenza della popolazione a rischio METODOLOGIA DI LAVORO Si intende dare continuità al metodo di lavoro per gruppi in cui gruppi di tecnici, aggregati spontaneamente, si trovano con periodicità, per studiare, organizzare e verificare il lavoro inerente un singolo argomento oggetto di vigilanza. Ciò consente non soltanto approfondimenti e specializzazione, ma anche arricchimenti professionali e garantisce uniformità di comportamenti operativi nei sei distretti nei quali è suddivisa l’ASL. La metodologia adottata pertanto è la seguente: gruppi di lavoro per argomento, audit, ispezione, campionamento, verifica. SETTORI D’INTERVENTO - fitofarmaci e cantine vitivinicole , ristorazione collettiva, ristorazione pubblica - gastronomie, industrie alimentari, controlli DIAP TRASVERSALITA’ - SPSAL Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro SISP Servizio Igiene e Sanità Pubblica DPV Dipartimento di Prevenzione Veterinario PAC Programmazione Acquisto e Controllo ( strutture socio-assistenziali) EDUCAZIONE SANITARIA progetti e Stili di Vita LSP Laboratorio di Sanità Pubblica Verrà quindi predisposto un piano che partendo dall’analisi di contesto e dalla gradazione del rischio, sarà caratterizzato da una consistente percentuale di controlli (circa il 70% del totale) nelle attività economiche valutate a rischio elevato, almeno 1 volta l’anno La restante parte dei controlli verrà realizzata in attività a rischio medio-basso, scelte fra tutte le esistenti, non tanto a campione casuale, ma secondo criteri diversi, che andranno dalla consistenza e produttività, alla presenza sul mercato, alla conoscenza “storica” dei problemi inerenti tali attività, in possesso del Servizio. 29 ALIMENTI E CULTURA Analizzare l’alimentazione in ogni suo aspetto, è sicuramente indispensabile per meglio comprendere i problemi legati al consumo in chiave nutritiva e di sicurezza alimentare. Ecco perché, prima di passare ad argomenti più strettamente legati al Piano di Vigilanza e Controllo, in un’analisi di contesto, può essere utile affrontare anche altri aspetti. L’importanza del consumo alimentare non può essere ricondotta esclusivamente alla sicurezza e alla funzione nutritiva. Esso esprime un linguaggio mediante il quale si manifesta l’identità socio-culturale di una nazione o una comunità o di un popolo. Infatti il rapporto con il cibo, oltre che intimo, è quotidiano, è denso di significati simbolici e richiama, attraverso la soddisfazione ed il piacere, l’identità delle persone. Si definisce e si struttura all’interno di una cultura, muove il senso dell’appartenenza, ha a che fare con l’immagine di sé ed il difficile confronto con i modelli sociali vincenti, si misura con una ricca offerta di consumi e con le strutture e comportamenti sociali nuovi, che cambiano continuamente. La rapidità e la profondità di tali cambiamenti varia a seconda del territorio, delle sue tradizioni e del suo status socio-economico. Nella nostra provincia i cambiamenti, pur presenti e di gran moda, tardano a prender piede e riguardano esclusivamente, peraltro in modo saltuario, solo una ristretta fascia di popolazione, la più giovane Si può in generale sostenere che il cibo, il consumo per eccellenza, di cui tutti fanno pratica quotidiana ripetuta, esprime pertanto l’area esperienziale più diffusa attraverso il soddisfacimento del proprio corpo, ma al tempo stesso, ritorno alle radici, alla socialità, alla percezione dell’affettività, all’evoluzione del costume, al rispetto delle regole. Se si esamina la questione nel territorio della nostra Provincia di Mantova, si scopre che sì, tutti questi aspetti sono presenti ed attivi, ma che alcuni di loro rivestono un ruolo preminente tale da quasi “sopraffare” tutti gli altri. Il primo e senza dubbio più rilevante è quello dell’alimentazione come espressione della tradizione, del rispetto delle regole, dell’appartenenza e della socialità. Inutile dire che tale predominanza ha ripercussioni considerevoli nel campo della preparazione e somministrazione di cibi, poiché le antiche preparazioni culinarie soggiacciono a regole di vario tipo, ma raramente di tipo igienico-sanitario. Sono profondamente radicate, in particolare nella nostra campagna, fungono da regole rigorose, sia in fase di approvvigionamento di materie prime, che di preparazione dei piatti, con tutte le conseguenze ed i pericoli che ciò comporta, in materia di sicurezza alimentare. Il risultato di questo rigido rispetto delle tradizioni ha avuto un ruolo determinante nel forte e redditizio turismo gastronomico, che pone la nostra provincia al primo posto in Lombardia e tra i primi dell’intero Nord del Paese. A tale rispetto conseguono socialità e senso d’appartenenza, sentimenti molto forti, non tanto sull’intero territorio provinciale, quanto su aree delimitate e neanche troppo estese: il Basso e l’Alto Mantovano, il Viadanese… Vere e proprie comunità enogastronomiche, dal reddito e tenore di vita abbastanza elevato, dove la cucina rappresenta oltre che un vanto, una fonte di guadagno preziosa, di questi tempi. E’ chiaro che tale situazione, certo da preservare e non da distruggere, ha tuttavia riflessi non positivi, se vista da un lato meramente igienico-sanitario. Sviluppare una coscienza della buona prassi igienica, formare gli operatori seguendo dettami spesso in contraddizione con le antiche regole dell’arte culinaria, far loro cambiare il “modus operandi”, è impresa di grande difficoltà. Creare questi presupposti e costruire la cultura della sicurezza alimentare, in regime di rispetto delle tradizioni e della cultura locale, è la grande scommessa che il SIAN di Mantova ha iniziato tre anni or sono e che intende proseguire nel triennio 2010-2012 30 IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO La popolazione mantovana è in costante aumento (403.665 nel 2007, 409.775 nel 2008 e 412.607 nel 2009), rispecchiando in questo l’andamento della popolazione regionale e nazionale. Significativo, al riguardo, è l’apporto della popolazione straniera, che ha fatto registrare nel quinquennio 2005-2009 un incremento pari a 18.451 unità. Per singola area distrettuale, l’analisi della popolazione conferma l’andamento crescente registrato a livello provinciale, nei cinque anni presi a riferimento. Al riguardo, risulta di particolare interesse per i riflessi sulla ristorazione collettiva mostrare l’andamento della popolazione ricompresa nelle fasce d’età più rappresentative, ovvero 0-15 anni e 65 anni e più, sia a livello provinciale che distrettuale, in riferimento agli anni 2005, 2008 e 2009. In cinque anni (2005-2009), la popolazione compresa fra i 0 e 15 anni della provincia di Mantova è cresciuta del 10,3%, mentre quella anziana è aumentata del 3,1%. Tabella 1. Andamento della popolazione scolastica e anziana negli anni 2005, 2008 e 2009 a livello provinciale e distrettuale. FASCE d’ETA’ Aree Territoriali 0-15 2005 Provincia di Mantova Distretto di Mantova 65+ ANNI CONSIDERATI 2008 2009 2005 2008 2009 53.332 58.260 59.487 85.547 87.763 88.310 19.060 20.998 21.407 33.012 34.187 34.471 Distretto di Guidizzolo 9.199 10.068 10.235 10.642 11.265 11.421 Distretto di Asola 6.658 7.283 7.375 8.236 8.531 8.619 Distretto di Viadana 6.208 6.607 6.756 10.549 10.723 10.745 Distretto di Suzzara 6.851 7.756 8.036 11.258 11.297 11.347 Distretto di Ostiglia 5.356 5.548 5.678 11.850 11.760 11.707 In tutti i distretti la popolazione ricompresa nelle fasce d’età considerate è in aumento, fatta eccezione per quella anziana del distretto di Ostiglia che tendenzialmente decresce, come mostrato in tabella 1. Le strutture scolastiche presenti sul territorio provinciale sono complessivamente 360 (dato riferito all’a.s. 2008/2009), così ripartite: infanzia 156, primaria 109, media 56 e superiori 39. Mentre, sempre nel medesimo anno scolastico, gli alunni mantovani iscritti nelle scuole statali e private ammontano a 52.834, così distribuiti: infanzia 11.009, primaria 18.334, media 10.631 e superiori 12.860. Inoltre, la capacità ricettiva mantovana a carattere socio-assistenziale per persone anziane conta 47 RSA, per un totale di 3.242 posti letto. Non sono disponibili informazioni relative all’entità dei pasti preparati e somministrati sia nelle strutture scolastiche che nelle RSA. Nel 2009, secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Mantova, le attività economiche mantovane presentano un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni pari a 144 unità e con un tasso di sviluppo di – 0,3%, in controtendenza rispetto al dato regionale (+0,8%) e quello nazionale (+0,3%). Occorre però sottolineare che non tutte le attività economiche del settore alimentare seguono un andamento negativo. Così per esempio 31 gli Alberghi e Ristoranti fanno registrare un +2,3%, i Servizi Sociali e Personali (che includono anche il settore delle RSA) un +1,9% e il Commercio, comprensivo anche di quello alimentare, un +0,2%. Mentre i settori Agricoltura, Trasporti e Manifatturiero hanno registrato, rispettivamente, un calo di attività pari a -2,3%, -2% e -0,8%. Quest’ultimo dato è coerente con la struttura produttiva mantovana costituita prevalentemente da aziende artigiane, in quanto è questo il settore maggiormente colpito dalla crisi economica rispetto alle grandi imprese. La produzione artigianale, da una prima valutazione degli indicatori congiunturali, per l’anno 2009 vede un marcato peggioramento pari a -6,5% su base annua. E, le aspettative degli imprenditori mantovani relative all’industria manifatturiera artigiana per il 2010 non sono di segno positivo. Sempre nel 2009, nella provincia di Mantova si registra un aumento della quota di imprenditori di nazionalità extracomunitaria pari a 5,2%, corrispondenti a 200 unità in più rispetto il 2008. Gli imprenditori stranieri comunitari sono l’11,2%. Complessivamente, gli stranieri rappresentano il 6,4% del totale degli imprenditori mantovani. I settori economici, in cui operano prevalentemente sono: le costruzioni, il commercio, i servizi (ristorazione e trasporto). A fine 2009 le imprese mantovane attive nei servizi sono largamente concentrate nel settore del commercio (dettaglio e ingrosso). Nel commercio al dettaglio, le medie strutture di vendita hanno incrementato la consistenza e le superfici di vendita, rispettivamente +4,2% e +25,2%. Per gli esercizi di vicinato la diminuzione osservata sembra confermare il trend negativo degli ultimi anni. Il numero di addetti impiegati nei Supermercati e Ipermercati alimentari del mantovano all’1.1.2009 sono rispettivamente di 1.323 e di 909 unità, per complessivi 137.635 m2 di superficie di vendita di generi alimentari. Dal Registro Imprese, alla fine del 2009, le imprese attive nei settori Agricoltura, Industria (in senso stretto) e Commercio, Alberghi e Ristoranti risultano essere, rispettivamente, di 9.069, 5.315 e 10.341 unità. Di seguito, in tabella 2, vengono riportati i dati 2009 relativi ai tassi di natalità, mortalità e crescita delle imprese e delle aziende artigiane mantovane. Tabella 2. Dinamica delle imprese e delle aziende artigiane mantovane – Anno 2009. IMPRESE IN GENERALE IMPRESE ARTIGIANE Numero di Tasso di Attività registrate Attività Attività cancellate Natalità Mortalità Crescita nate % % % 42.591 2.546 2.709 6 6,4 - 0,4 13.945 978 1.244 7 8,9 - 1,9 Scendendo più nel dettaglio, possiamo descrivere la realtà economica della provincia di Mantova in rapporto alle categorie di attività proprie del settore degli alimenti. Nel 2009, i dati raccolti hanno rilevato 4.990 unità di attività specificamente soggette al controllo del SIAN, sull’intero territorio provinciale. In particolare, il settore della ristorazione pubblica (ristoranti, bar, pizzerie, trattorie, agriturismi, ecc.) con 2.276 unità, interessa il 45,6% del totale delle attività di competenza, mentre la ristorazione collettiva (centri cottura/cucine scolastiche, refezioni, mense aziendali) con 461 unità, incide solo per il 9,2%; ciononostante, questo settore merita una specifica attenzione in ragione della particolare utenza servita e dell’elevato numero di pasti. Le attività di produzione artigianale (gastronomie, pasticcerie, panifici, gelaterie, ecc.) ammontano complessivamente a 791 laboratori, con un’incidenza pari al 15,8%, mentre le industrie alimentari, comprensive di mulini e riserie, sommano 55 unità, dislocate prevalentemente nei distretti di Mantova e Guidizzolo, e incidono per l’1,1%, la rete commerciale (ipermercati, supermercati, negozi di vicinato, depositi ingrosso di alimenti e fitosanitari) comprende 1.365 punti vendita, pari 32 al 27,5%, e, per ultimo, il settore vitivinicolo, prevalente nell’area territoriale di competenza del distretto di Guidizzolo, conta 42 cantine incidenti per lo 0,8% sul totale. Tabella 3. Attività del settore degli alimenti della provincia di Mantova – Anno 2009 SETTORE DI ATTIVITA’ Ristorazione pubblica NUMERO DI ATTIVITA’ 2.276 INCIDENZA % 45,6 Ristorazione collettiva Laboratori artigianali 461 791 9,2 15,8 Industrie alimentari 55 1,1 1.365 27,5 42 0,8 4.990 100 Commercio Cantine TOTALE FITOFARMACI Il territorio della provincia ha storicamente un’economia con una forte connotazione agricola, le aziende sono per la maggior parte piccole o medie, molte a conduzione familiare. Le produzioni più rilevanti sono destinate al consumo umano e poi a quello animale: frumento, granoturco, riso, orzo, soia, uva, meloni, cocomeri, mele, pere, pesche, colture orticole, uva da vino. Le superfici agricole utilizzabili (SUA), negli ultimi decenni, sono diminuite sensibilmente a causa dell’ampliamento delle aree residenziali, delle zone a destinazione artigianale e industriali, e alla realizzazione delle infrastrutture pertinenti. Si sta assistendo alla scomparsa dei piccoli allevamenti di animali (stalle, porcilaie, allevamenti avicunicoli), sostituiti sempre più da grandi insediamenti ove si utilizzano mangimi acquistati da ditte specializzate, con conseguente diminuzione delle aree destinate a foraggio e vegetali per mangimi prodotti sul posto. Sono sempre più numerose, quindi, le aziende agricole che producono frutta e verdura alla ricerca di coltivazioni a maggior reddito o almeno ad un rapporto costo/ricavo positivo. I produttori mirano a raggiungere direttamente il consumatore finale, tramite i mercati contadini (FARMERS MARKET la cui fonte normativa è il D.M. 20/11/07 in attuazione della Legge Finanziaria 2007) e ad incentivare la preferenza per la filiera corta. Parallelamente questi anni hanno visto aumentare notevolmente il numero degli agriturismi in famiglia, (si è passati da 20 aziende nel 2007 a 177 nel 2009) ove, connesse alla coltivazione e/o all’allevamento, vengono svolte attività di somministrazione pasti e ospitalità, come modalità d’impresa alternativa all’agricoltura classica della zona. L’Asl della Provincia di Mantova, nell’ambito del piano triennali dei controlli 2008 – 2010 ha individuato le aziende agricole come attività a rischio medio alto, con particolare riferimento al pericolo chimico, costituito dai residui di prodotti fitosanitari negli ortofrutticoli. Nella programmazione si è dato particolare rilievo al campionamento, come strumento finale del controllo, ed è stata prevista convenzione con il Laboratorio di Sanità pubblica dell’ASL di Bergamo per l’esecuzione degli accertamenti analitici. In via prioritaria, è stato stabilito di controllare aziende che operano in filiera corta e, quindi, che producono e vendono direttamente nel mantovano. Nel triennio sono stati eseguiti 238 campioni di prodotti ortofrutticoli locali; le analisi dei campioni di verdura hanno evidenziato, soli in quattro casi, la presenza di residui rilevabile 33 con gli standard di quantificazione dei metodi adottati dal laboratorio di Sanità Pubblica dell’ASL di Bergamo. Per quanto attiene i controlli eseguiti sulla frutta, 5 campioni sono risultati non regolamentari e, precisamente: 1. campione di mele Royal Gala - sostanza attiva Procimidone (fungicida) 0,04 mg/Kg superiore al LMR 0,02 mg/kg - non ammesso sulla coltura pomacee, e sostanza attiva Fludioxonil non ammesso sulla coltura pomacee; 2. campione di albicocche - sostanza attiva Pyrimethanil non ammessa sulla coltura albicocche; 3. campione di pere varietà abate - sostanza attiva Fosmet – residuo 0,33mg/kg superiore al LMR 0,2 mg/Kg. 4. campione di prugne sostanza attiva Procimidone – residuo 0,15 mg/Kg superiore al LMR 0,02 mg/Kg e non ammessa sulla coltura prugne; 5. campione di pesche - sostanza attiva Fosmet 0.23 mg/Kg superiore al LMR 0,05 mg(Kg. In 39 campioni di frutta sono stati rilevati residui, anche se inferiore LMR previsti dalle norme vigenti, e precisamente: ANNO 2008 MATRICE MELE FUJI PESCHE ROYAL GLORI PERE ABATE PERE ABATE PERE ABATE MELE GRAMMY SMITH MELE RENETTE DEL CANADA MELE STAIMAN PRINCIPIO ATTIVO IPRODIONE LAMDA CIALOTRINA DIFECONAZOLO FOSMET MALATION CAPTANO CLORPIRIFOS METILE CLORPIRIFOS FOSMET IPRODIONE CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS RESIDUO mg/kg 0,1 0,04 0,13 0,45 0,28 O,11 0,05 0,07 0.07 0,01 0,05 0,1 LMR mg/kg 5 0,1 0,3 0,6 0,5 3 0,5 0,5 0,2 5 0,5 0,5 ANNO 2009 MATRICE MELA RENETTA DEL CANADA PRINCIPIO ATTIVO CLORPIRIFOS RESIDUO mg/kg 0,1 LMR mg/kg 0,5 PERA ABATE FLUDIOXONIL IPRODIONE IPRODIONE AZOXJSTROBINA TOLCLOFOS METILE CYPRODINIL CYPRODINIL IPRODIONE BOSCALID CAPTANO FOSMET IPRODIONE O,3 0,05 0,12 0,25 O,69 0,19 0,02 O,26 0,07 0,04 0,08 0,05 5 3 3 3 2 2 2 3 2 3 0,2 5 CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS CAPTANO CYPRODINIL BOSCALID CYPRODINIL 0,2 0,03 0.05 1,3 0,05 0,01 0,28 0,5 0,5 0,5 3 10 10 10 PESCHE INSALATA LATTUGA TROCADERO PRUGNE PERE ABATE PESCHE NOCINE PERE ABATE PERE ABATE PESCHE MAY CREST PERE WILLIAM INSALATA GENTILE INSALATA SCAROLA INSALATA RICCIA INSALATA RICCIA ANNO 2010 MATRICE PESCHE NETTARINE ALBICOCCHE PRUGNE PESCHE PERE VARIETA’ CONFERENCE PRINCIPIO ATTIVO CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS PROCIMIDONE CLORPIRIFOS FOSMET BOSCALID RESIDUO mg/kg 0,11 0,05 0.06 0,15 0,06 0,23 O,13 LMR mg/kg 0,2 0,05 0,2 0,02 0,02 0,05 2 34 PERE VARIETA’ CONFERENCE PERE VARIETA’ ABATE PERE VARIETA’ ABATE BOSCALID BOSCALID BOSCALID CLORPIRIFOS PERE VARIETA’ CONFERENCE BOSCALID FOSMET PERE VARIETA’ PASSA CRASSANA MELE TIPO FUJI PERE ABATE MELE GOLDEN DELIZIA CLORPIRIFOS BOSCALID BOSCALID CAPTANO IPRODIONE PERE ABATE PERE WILLIAM BOSCALID BOSCALID CLORPIRIFOS 0,08 0,10 0.08 0,04 0,1 0,03 O,O4 0,02 0,17 5,3+-2,6 0,10 0,03 0,1 0,05 2 2 2 0,5 2 0,2 0,5 2 2 3 5 2 2 0,5 I dati ricavati sono risultati in linea con i resoconti annuali del Ministero della Salute, che vedono la frutta maggiormente coinvolta nel problema delle presenza di residui e di multiresidui sulla medesima matrice. Nel 2009 e nel 2010 sono stati esaminati approfonditamente i registri dei trattamenti, nelle parti riguardanti le registrazioni dei formulati utilizzati sui prodotti campionati. Utilizzando il database Pestidoc dell’ICPS e la banca dati del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali si è risaliti, dal nome commerciale del formulato registrato, al principio attivo in esso contenuto. Dalla ricerca effettuata si può affermare che i principi attivi più utilizzati nei prodotti ortofrutticoli mantovani negli anni 2009 - 2010, limitatamente alle matrici sopra descritte, sono i seguenti: ANNO 2009 ABAMECTINA * ACETAMIPRID *AZADIRACTINA *AZOXYSTROBIN BIFENTRIN *BOSCALID BUPROFEZIN *CAPTANO CARBOSULFAN *CYPRODINIL CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS METILE DELTAMETRINA DITIANON * DODINA *EMAMECTINA BENZOATO *ETOFENPROX *FENBUCONAZOLO *FLUDIOXONIL FLUFENOXURON *FLUVALINATE *FOSETIL ALLUMINIO *FOSMET IMIDACLOPRID *INDOXACARB *IPRODIONE LUFENURON MANCOZEB *METALAXIL PENCICURON *PENCONAZOLO PIMETROZINA *PIRACLOSTROBIN*PIRIPROXIN *PIRIMETANIL PROPIMAZIDE SPIRODICLOFEN * SPINOSAD *TEFLUBENZURON *TEBUCONAZOLO *TETRACONAZOLO *TIAMETOXAM TIACLOPRID *TIOFANATO METILE *TIRAM *TOLCLOFOS METILE TRIFLOXYSTROBIN *TRIFUMURON *KRESOMIX METILE *ZIRAM * Purtroppo, occorre precisare che, tutti i principi attivi contrassegnati con l’asterisco, non sono inseriti nelle determinazioni del laboratorio di sanità pubblica dell’ASL di Bergamo; ciò impone, per il prossimo triennio, la ricerca di un nuovo laboratorio consono alle esigenze del piano dei controlli aziendali. Infine, si segnala che, dai sopralluoghi eseguiti nelle aziende agricole in questi anni, si è preso atto che i produttori primari non hanno ancora raggiunto livelli ottimali di formazione e consapevolezza rispetto al corretto uso dei PF. Le piccole imprese, che producono e vendono in proprio e non conferiscono i prodotti a cooperative o centri organizzati di raccolta e vendita, non fanno in genere riferimento ad un tecnico agronomo, hanno abbandonato i trattamenti cosiddetti a calendario, ma non praticano lotta integrata, non afferiscono a canali informativi ufficiali, in particolare inerenti i prodotti con autorizzazioni revocate, non più utilizzabili ,o per l’utilizzo di nuovi principi attivi, o tecniche agronomiche alternative. Permane marginale la compilazione del registro dei trattamenti, ritenuto esclusivamente onere burocratico, così come l’acquisizione e il rinnovo quinquennale del certificato di acquisto e utilizzo dei PF Molto tossici Tossici e Nocivi non viene vissuto come momento di formazione e aggiornamento. 35 LE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI Le malattie trasmesse da alimenti sono un problema di sanità pubblica molto importante. Infatti, pur a fronte di una prognosi quasi sempre buona, queste patologie hanno risvolti socio economici piuttosto importanti. Basta pensare alle giornate di lavoro perse, all’assistenza necessaria quando vengono colpiti i bambini e le conseguenti assenze dei genitori dal lavoro, alla spesa farmaceutica che si rende necessaria, all’uso degli antibiotici, spesso non mirato e le conseguenti resistenze da parte di germi che si selezionano, alle complicanze che intervengono in pazienti affetti da immunodepressione e patologie croniche. Per questa somma di motivi e per la loro grande diffusione, le tossinfezioni alimentari, proprio perché rappresentano un problema di sanità pubblica, vengono “monitorate” praticamente in tutto il mondo occidentale, dove, peraltro, a fronte di sempre migliori condizioni igieniche, esse sono in deciso aumento. Anche a Mantova, con il Piano dei Controlli 2008-2010, è iniziata una vigilanza sulla ristorazione pubblica e collettiva, mirata alla prevenzione delle MTA. In tre anni sono stati controllati quasi 500 ristoranti, 400 gastronomie, altrettanti laboratori di pasticceria, pizza al taglio e simili, oltre 500 strutture di ristorazione collettiva, soprattutto scolastica, tra centri cottura e mense di somministrazione. In merito all’incidenza delle tossinfezioni alimentari, possiamo sostenere che è in deciso aumento. In primis per tutta la Lombardia, nella quale si sono verificati 450 casi di tossinfezioni alimentari, rispetto ai 196 dell’anno precedente. Ma anche nella provincia di Mantova dove, nel 2009 si sono avuti oltre 50 casi, che rappresentano il 10% dell’intera Regione Il sistema regionale ha contribuito ad un netto e maggiormente puntuale sistema di raccolta delle segnalazioni. La messa a regime di MAINF, sistema on-line per la registrazione in continuo di nuovi casi di malattie infettive; la formazione di oltre 300 medici ed assistenti sanitarie al suo utilizzo, la pubblicazione di report periodici sull’andamento dell’incidenza, hanno sicuramente contribuito al rafforzamento del sistema di notifica. Dal punto di vista invece degli aspetti igienico-sanitari, le cause di tale trend “in crescita” è attribuibile a: • uso non sempre corretto delle materie prime, per acquisto, conservazione e loro preparazione; • procedure non corrette, nelle varie fasi della filiera; • bassa percezione del rischio Va aggiunto anche che proliferano i punti di ristoro, spesso anche ambulanti e che a volte sfuggono ai controlli, che il personale impiegato è estremamente mutevole, al punto che, nella ristorazione pubblica, si assiste al maggior turn-over di tutto il mondo del lavoro. E’ ovvio che tutto ciò ha ripercussioni negative sulla preparazione e la qualità igienico-sanitaria dei cibi consumati “fuori casa”, al punto da innalzare non poco l’incidenza di queste patologie. Un aspetto interessante riguarda il luogo di contatto con i germi. Mentre per la ristorazione scolastica non si sono avute segnalazioni e ciò risulta confortante, per il nostro sistema dei controlli e rassicurante, vista la fragilità (popolazione scolastica) dei soggetti; nella ristorazione pubblica, nell’arco del 2009 si sono verificati solamente due casi. Il resto delle MTA si è presentato fra le mura domestiche: più di 50 tossinfezioni alimentari. Questi numeri, per altro in linea, seppur con un lieve eccesso, con i dati nazionali e regionali, ci portano a formulare diverse ipotesi. La spiegazione va da un basso livello di attenzione da parte di chi prepara il pasto in casa, ad una ridotta percezione del rischio, all’uso di procedure tradizionali che, se da un 36 lato sono un vanto per il nostro turismo gastronomico, dall’altro spesso rappresentano un rischio di infezione. Basta pensare alle preparazioni tipiche del Mantovano, sempre a base di matrici a rischio, la poca propensione all’uso della catena del freddo, per garantire qualità e sapore, al largo impiego di prodotti caserecci o “di campagna”, privilegiati più per il gusto che per il prezzo, che tuttavia rappresentano, a volte, un veicolo importante di germi. Un esempio per tutti le uova del pollaio, che tanto pesano nella prevalenza delle salmonellosi nella nostra provincia. Durante le ispezioni si è constatato che i problemi legati alle strutture, pur esistenti in parecchie di loro, non sono la prima causa di non conformità. Ben più gravi sono apparse la mancanza di procedure o la loro non adeguata stesura e applicazione Anche la formazione del personale rappresenta una criticità. Per queste ragioni, pur senza “abbassare la guardia” in tema di ristorazione pubblica e collettiva, il SIAN intende sviluppare, nel 2010, un progetto mirato, prima a conoscere, attraverso interviste presso le famiglie, quali siano gli errori più frequenti in cucina, quindi ad aumentare la percezione del rischio fra chi è addetto alla preparazione dei pasti domestici, per poi passare, attraverso materiale informativo, alla correzione di quelle prassi che più espongono i soggetti alle tossinfezioni familiari. Infine, sempre parlando di MTA fra le mura domestiche, verrà intensificata, in coordinamento con il DPV, una campionatura molto più frequente delle materie prime, con particolare riguardo alle uova e alla carne di pollo. L’analisi del contesto, nella provincia di Mantova , l’incidenza di queste patologie e la graduazione del rischio conseguente, fanno sì che, per il 2011, si proseguirà con i controlli nei vari tipi di ristorazione e nelle gastronomie, che grande sviluppo hanno nel nostro territorio e che non hanno, in termini di dismissione dell’attività, risentito della crisi economica in atto nel nostro paese. ACQUE POTABILI La Regione Lombardia nelle "Regole di gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per l'anno 2011" nell'ambito della "Tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori" individua in modo preciso tra gli obiettivi anche quello di mantenere l'azione di controllo e vigilanza sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. E ruolo del SIAN è, quindi, anche controllare la qualità dell’acqua utilizzata a scopo potabile dalla popolazione mantovana al fine di garantirne la sicurezza rispetto ai rischi per la salute. Il sistema dei prelievi ad uso idropotabile nel territorio dell’ASL di Mantova non risulta differenziato in base al tipo di risorsa captata. In provincia di Mantova non si hanno infatti prelievi da corpi idrici superficiali ma la totalità degli approvvigionamenti di acqua ad uso potabile avviene tramite emungimento delle falde acquifere sotterranee: una rete complessa di pozzi, impianti di trattamento, dorsali idriche e condotte locali, assicurano il soddisfacimento idropotabile ad una quota consistente della popolazione mantovana. L’acqua sotterranea diventa così una risorsa strategica che, al di là degli aspetti meramente economici, pone problemi di valutazione del rischio a cui è sottoposta e, conseguentemente, di protezione ambientale. Ad oggi 14 dei 70 Comuni Mantovani risultano ancora sprovvisti di rete acquedottistica e questa situazione consegna a Mantova il triste primato tra le province Italiane (sono circa 40 su tutto il territorio nazionale i Comuni ancora non dotati di acquedotto, quindi il 40% di questi è Mantova). Inoltre, dall’analisi dei dati disponibili emerge che il 70 % dei Comuni dotati di acquedotto è anche dotato di impianti di captazione da pozzo (39 Comuni su 56) si ha quindi scarsa 37 propensione ad un approvvigionamento di tipo consortile privilegiando soluzioni di tipo locale. Tale situazione si è determinata nel tempo probabilmente in relazione alla elevata disponibilità idrica da falde sotterranee, tipica di un territorio pianeggiante di tipo alluvionale. Il grado di copertura medio del servizio sul territorio Provinciale è pari all’ 85 %, inteso come rapporto percentuale tra gli abitanti serviti e gli abitanti residenti nelle aree dotate di impianti, mentre il grado di copertura globale del servizio risulta essere pari al 67% (rapporto percentuale tra gli abitanti serviti e gli abitanti residenti sull’intero territorio provinciale). Questo ultimo valore risulta inferiore rispetto al primo e si giustifica proprio per il fatto che ben 14 comuni su 70 non sono dotati di rete acquedottistica. Si segnala inoltre che esistono diversi casi in cui la rete acquedottistica, specie se realizzata recentemente, viene utilizzata parallelamente al pozzo privato o addirittura alcuni allacci non segnalano consumi significativi; si conclude, pertanto che molto probabilmente solo un 60 % dei cittadini del territorio utilizzi acqua proveniente da acquedotto. Per ciò che riguarda la qualità della risorsa idrica, questa risulta qualitativamente compromessa in diversi comuni mantovani, specie per concentrazioni di elementi chimici qualificati come indesiderabili (Ammoniaca, Ferro, Manganese e Solfati) ma anche del tutto fuori limite (Arsenico). Inoltre il livello manutentivo di reti o impianti risulta precario laddove le reti hanno età superiori ai 30 anni e dove è poco sviluppato il sistema di mettere in rete gli impianti per sopperire a carenza quali/quantitative locali. Circa gli utenti non allacciati si segnala che il servizio acquedottistico serve il 67% dei residenti mantovani, ma persistono casi di utenti allacciabili o allacciati che utilizzano fonti di approvvigionamento autonome (pozzi privati). CRITICITA’ Questi sono quindi le principali criticità: - assenza della rete di distribuzione in numerosi comuni (14 in Provincia di Mantova su 40 in tutta Italia); - gli attuali utenti non allacciati; - la qualità della risorsa; - il livello manutentivo delle reti e degli impianti; - l’insufficienza dei collegamenti a rete tra gli acquedotti dei diversi comuni. RUOLO dell’ASL Ruolo dell’ASL è controllare la qualità dell’acqua utilizzata a scopo potabile dalla popolazione mantovana al fine di garantirne la sicurezza rispetto ai rischi per la salute. Per i motivi più sopra riportati, il controllo dell’acqua utilizzata dalla popolazione a scopo potabile risulta più difficile per quei comuni che risultano ancora sprovvisti di rete acquedottistica; in queste realtà diventa quindi fondamentale il ruolo di controllo, indirizzo e mediazione dell’ASL nei confronti degli Enti e delle Amministrazioni Comunali cui competono direttamente le decisioni e la programmazione relative agli interventi infrastrutturali necessari per l’erogazione di acqua potabile mediante acquedotto. L’acqua fornita mediante la rete acquedottistica è infatti l’unica che pùò garantire un puntuale e costante controllo da parte degli Enti gestori (controlli interni) e dall’ASL (controlli esterni). Comuni dotati di pubblico acquedotto Annualmente viene redatto un programma di campionamenti da effettuarsi presso dei punti individuati lungo il percorso delle reti di distribuzione dell’acquedotto, i quali sono ritenuti significativi e identificati come: fontane, pozzi, serbatoi, torri piezometriche ed impianti di trattamento. In ottemperanza a quanto previsto dalla Legislazione Nazionale e 38 Regionale si decide la frequenza e la periodicità dei campionamenti. Attualmente, per ogni rete di distribuzione, si è stabilita una periodicità nell’arco di un anno, di almeno 6 controlli denominati di routine associati ad 1 controllo denominato di verifica. Per ognuno dei sopra citati controlli viene espresso il giudizio di potabilità riportante informazioni di carattere medico ed eventuali prescrizioni, nei casi di non conformità, al fine di fornire ai Sindaci e agli Enti Gestori, le indicazioni necessarie ad eliminare eventuali rischi. Comuni non dotati di pubblico acquedotto Nelle realtà prive del servizio di pubblico acquedotto, ogni edificio si avvale di un proprio pozzo per la fornitura di acqua destinata al consumo umano. Nel caso di edifici di interesse pubblico come: scuole, strutture di ristorazione collettiva, edifici municipali, strutture ricreative, di degenza ecc., l’amministrazione Comunale che li gestisce ha la responsabilità di garantire la buona qualità dell’acqua attraverso, i propri autocontrolli o controlli interni (H.A.C.C.P.), rivolgendosi a Laboratori Privati accreditati dalla Regione per il controllo di potabilità dell’acqua destinata al consumo umano. L’A.S.L., quale autorità di Vigilanza, provvede a verificare periodicamente la qualità dell’acqua distribuita all’interno delle tipologie dei sopra citati edifici, attraverso i campionamenti di potabilità denominati controlli esterni, e verifica i controlli interni da parte del titolare come previsto dal Decreto Legislativo n. 31/2001. Mappatura del rischio arsenico nelle acque ad uso potabile della provincia di Mantova A partire dal 2008 si è implementata una sistematica azione di monitoraggio relativamente al parametro Arsenico. L’obiettivo di questo monitoraggio, presentato e concordato con l’Assemblea dei Sindaci, è quello di tenere monitorate le acque sotterranee della nostra Provincia, che vengono utilizzate a scopi potabili. Ciò è reso necessario dalle particolari caratteristiche geologiche del nostro territorio: le acque sotterranee contengono infatti questo elemento tossico-nocivo, praticamente in tutto il territorio provinciale, ad esclusione dell’AltoMantovano pedecollinare. Per la nostra provincia l’Arsenico, che non raramente si presenta con valori superiori a quelli previsti dal Decreto Legislativo n. 31/2001, costituisce un grosso problema di sanità pubblica, soprattutto per la popolazione non servita da acquedotto. Anche nel 2009 si sono mantenuti monitorati i 70 Comuni della provincia, con prelievi a pozzi diversi da quelli dell’anno precedente, in zone diverse e da falde che scorrono a profondità diverse. L’obiettivo è monitorare in continuo tutto il territorio (70 Comuni), per promuovere ed indirizzare gli interventi di programmazione relativamente a: a) l’estensione della rete acquedottistica a quei comuni che ancora non ne sono dotati, ma le cui acque sotterranee contengono arsenico. b) la richiesta di deroga al Ministero della Salute e alla Regione Lombardia, per quei comuni che non rientrano nel limite di 10 microgrammi/litro di As. c) prevedere interventi strutturali ed allacciamenti ad hoc, per la fornitura di acqua potabile agli edifici pubblici (scuole, ospedali, case di riposo…) che non sono allacciati all’acquedotto ed i cui pozzi forniscono acqua con un livello di As superiore ai 10 microgrammi litro. d) prevedere idonei abbattitori per i pozzi privati, in quelle abitazioni non allacciate ad una rete, ove il tenore di arsenico è elevato. Rapporti istituzionali con: Regione, Provincia (A.T.O. e Demanio Idrico), Enti Locali, Enti Gestori 39 L’ASL grazie alla sua azione di controllo sull’acqua potabile ed alle informazioni acquisite, anche attraverso il monitoraggio più sopra descritto, ha potuto svolgere un ruolo attivo nella evoluzione della situazione acquedottistica del territorio provinciale. Ha partecipato, quando non ne è stata direttamente promotrice, agli incontri tra gli Amministratori Comunali, gli Enti Gestori e l’ATO; incontri che hanno portato alla, seppur lenta, evoluzione in senso positivo della situazione. Sono ancora molti i comuni non serviti da acquedotto (14), ma entro il 2010 i Comuni di Sustinente e Roncoferraro, oltre a Serravalle, verranno dotati di rete acquedottistica ed il comune di Pegognaga, avendo la possibilità di allacciarsi al sovradimensionato acquedotto di Motteggiana, ha già intrapreso l’iter, con L’Ente Gestore ed ATO. Anche il comune di Sabbioneta, con l’inizio del 2010, previ accordi con ATO, affiderà l’incarico a TEA per la gestione della rete fognaria e la successiva rete acquedottistica. Nel comune di Bagnolo, dopo la realizzazione dell’adduttrice Mantova-Ostiglia, sono in corso tratti di estensione della rete al comune. La frazione di San Nicolò è invece già servita da proprio acquedotto. La prevenzione e il controllo delle malattie infettive La prevenzione delle malattie infettive è connotata da due rami di azione, che si compenetrano e si integrano fra di loro: L’attività vaccinale, La sorveglianza e il controllo delle segnalazioni L’attività vaccinale, che rappresenta, in tema di patologie trasmissibili, l’intervento preventivo per eccellenza, è stata fortemente implementata, a partire dal 2004, anche attraverso la predisposizione e l’attuazione, di due Piani specifici locali, “Piano di eliminazione del morbillo” e “Piano Locale Vaccini”, in applicazione dei corrispondenti Piani Nazionali e Regionali. Le azioni messe in atto in questi anni hanno garantito: - l’aumento delle coperture vaccinali, per morbillo, parotite, rosolia, attraverso l’organizzazione di campagne straordinarie con il recupero di 10 coorti di età (1990 – 1999); - il mantenimento di coperture vaccinali elevate al 24° mese e ai 5-6 anni di età per difterite, tetano, pertosse e poliomielite; - l’ampliamento del ventaglio di offerta qualitativa di vaccini per la disponibilità di nuovi vaccini - la protezione dei soggetti appartenenti a gruppi e categorie a rischio. Tali elementi sono stati inoltre connotati da indicatori indiretti del miglioramento raggiunto, quali l’ accreditamento del processo “vaccinazioni”, l’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale, la formazione in continuo degli operatori e l’informazione agli utenti. I risultati ottenuti, in termini di guadagno di salute, sono stimabili dalle percentuali dei soggetti vaccinati all’interno delle popolazioni target. A fronte di obiettivi regionali del 95%, i livelli di copertura raggiunti nel 2009 nella nostra Asl, sono stati del: - 98, 56%, per le vaccinazioni di base contro Poliomielite, Difterite, Tetano, Epatite B, Pertosse, Meningite e altre patologie da Haemophilus Influenzae, nella coorte di nati nel 2009 (a 12 mesi di età) - 96,51%, a 24 mesi di età, nella coorte di nati 2007, per le vaccinazioni contro Morbillo, Parotite, Rosolia. 40 Percentuale di soggetti che nel 2009, nel primo anno di vita, hanno ricevuto la vaccinazione esavalente (contro Difterite,Tetano, Polio, Epatite B, Pertosse, Haemophilus Influenzae) Coperture vaccinali al 24° mese di vita raggiunte nel 2009 per MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia) non vaccinati 3,49% vaccinati 98,56% vaccinati 96,51% non vaccinati 1,44% Buone percentuali di risposta sono state ottenute anche per la vaccinazione contro l’infezione da Papilloma Virus (HPV), che ha segnato la prima tappa per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina; nel 2009 è stato infatti avviata la vaccinazione antiHPV per le bambine nate nel 1998 e completato, il ciclo vaccinale per le bambine nate nel 1997, con un livello di copertura del 65% circa. In tema di attività vaccinale, infine, sono state messe in atto, nel corso del 2009, le seguenti azioni: - analisi della organizzazione degli ambulatori vaccinali ai fini di una loro razionalizzazione con produzione di un primo documento generale trasmesso in Regione, - aggiornamento, stampa e diffusione di un Prontuario Vaccini, - adozione e utilizzazione di un modulo di consenso informato in più lingue proprio per ottimizzare il processo di adesione cosciente alla vaccinazione anche da parte della popolazione straniera. - risposta alla pandemia influenzale. L’attività di sorveglianza e controllo delle malattie infettive ha visto, nel 2009, il consolidamento di azioni avviate dal 2005 con la stesura di un Piano Locale ad hoc, attuativo della DGR VII/18853/2004 “Sorveglianza, notifica, controllo delle Malattie Infettive”. Gli elementi che hanno caratterizzato queste attività, sono: - la semplificazione della segnalazione di malattie infettive, con ottimizzazione del sistema ricezione e l’attivazione della guardia igienica tematica con reperibilità 24/24 h; - l’ implementazione del nuovo flusso informativo ed applicazione, laddove possibile, di protocolli di intervento con evidenza di efficacia a fronte di della segnalazione di casi; - l’ impulso ai diversi livelli di comunicazione attraverso divulgazioni ed incontri con tutti gli attori coinvolti (MMG, PLS, medici specialisti, ospedali, RSA, Scuola, ecc.) - la formazione continua sul tema per tutti gli operatori SISP - l’ istituzione di un Numero verde per le vaccinazioni e le malattie infettive - il miglioramento dei flussi informativi e della rete comunicativa con i “fornitori” delle segnalazioni (MMG, PLS, strutture di ricovero, Istituti scolastici, ecc.), - l’ implementazione del sistema di registrazione delle Malattie infettive, con il caricamento dei dati su applicativo regionale MAINF Questi filoni di intervento, che hanno contribuito a migliorare il quadro generale di gestione e contenimento della patologia trasmissibile sul nostro territorio, sono sintetizzabili in alcuni grossi capitoli: - il rinnovamento del sistema informativo delle malattie infettive, che, attraverso la disponibilità di dati aggiornati e di qualità, ha permesso la conoscenza degli eventi che si presentano all’osservazione, come premessa fondamentale per una efficace prevenzione - il cambiamento del sistema di ricezione che, in presenza di segnalazioni snelle e sollecite, ha permesso una risposta in tempo reale, la messa in atto di interventi puntuali (con Evidenza di efficacia) riducendo la probabilità del verificarsi di casi secondari - l’approfondimento diagnostico ed analitico dei casi, con il coinvolgimento anche degli erogatori (ospedali, laboratori, centri di diagnostica) ha permesso la ricomposizione di “focolai” di casi. 41 Le malattie infettive, registrate nel 2009, hanno presentato una inflessione rispetto al 2008: 1817 sono state, infatti, le segnalazioni pervenute, contro le 2260 dell’anno precedente, con differenze variabili fra le diverse patologie. Questi due anni sono parte di un periodo di osservazione (2000-2009) in cui la casistica infettivologica ha avuto un andamento altalenante, con una media di 2055 casi all’anno, un minimo di 1250 nel 2006 ed un massimo di 2930 nel 2002; tale andamento si conferma, anche se rapportato alle variazioni della popolazione della provincia avvenuta in tale periodo, nell’analisi dei tassi per 100.000 abitanti. Tassi Malattie infettive per 100.000 abitanti Confronto dati Regione Lombardia e Provincia di Mantova Casi di malattie infettive registrati nella Provincia di Mantova nel periodo 2000 -2009 3500 9 00,00 3000 8 00,00 7 00,00 2500 6 00,00 2000 5 00,00 1500 4 00,00 3 00,00 1000 2 00,00 500 1 00,00 0,00 0 200 0 2 00 1 2 00 2 20 03 20 04 200 5 2 00 6 2 007 20 08 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Tassi R egi on e Tassi Pro vin cia d i Ma ntov a Nel confronto con i dati regionali, si evidenzia che le malattie infettive, notificate in Provincia di Mantova, presentano un andamento simile al resto della Regione Lombardia, ovvero picchi più elevati all’inizio del periodo osservato, un abbassamento fra il 2005 e il 2006, seguito da una ripresa; i valori della nostra Provincia, tuttavia, sono quasi costantemente superiori a quelli del resto della Regione (ad eccezione degli anni 2000 e 2006 in cui la situazione si inverte). Malattie Infettive segnalate nel periodo 2000 - 2009 2000 2 2001 14 2002 14 2003 13 AMEBIASI 1 0 0 2 1 0 0 0 2 0 6 BLENORRAGIA 1 4 1 6 4 9 8 7 6 5 51 BRUCELLOSI 0 2 3 0 0 1 1 0 2 0 9 DERMATOFITOSI 17 28 27 24 21 12 7 23 15 9 183 DIARREA INFETTIVA 15 24 12 13 15 17 31 29 57 74 287 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 15 7 16 21 4 5 7 8 9 99 EPATITE B 11 11 15 4 14 12 8 7 8 6 96 EPATITE C 0 0 0 0 0 1 2 2 4 0 9 EPATITE NANB 1 7 2 1 2 1 0 0 0 0 14 FEBBRE EMORRAGICA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 FEBBRE TIFOIDE 1 0 0 1 1 1 2 0 0 4 10 GIARDIASI 3 2 1 2 2 1 2 2 0 4 19 INFEZ.,TOSSINFEZIONI E INTOSS. ALIM. 0 1 0 0 2 1 0 3 9 49 65 INFEZIONE ERPETICA 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 2 AIDS ENCEFALOPATIA SPONGIFORME TRASMISSIBILE (MCJ) EPATITE A 2004 2005 2006 9 14 4 2007 5 2008 2009 Tot per malattia 4 12 91 42 INFLUENZA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 10 10 LEBBRA 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 LEGIONELLOSI 2 6 14 6 4 13 12 16 12 11 96 LEISHMANIOSI CUTANEA 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 LEISHMANIOSI VISCERALE 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 LEPTOSPIROSI 2 4 4 2 1 0 0 1 2 2 18 LISTERIOSI 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 2 MALARIA 12 6 8 8 12 5 9 5 3 7 75 MALATTIA DA CMV 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 2 MALATTIA DI LYME 0 2 0 0 0 0 0 0 1 0 3 MALATTIA INVASIVA DA HIB 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 2 MALATTIA INVASIVA MENINGOCOCCICA MALATTIA INVASIVA PNEUMOCOCCICA MENINGITI BATTERICHE 2 3 1 2 0 1 0 2 0 2 13 1 2 2 2 2 2 2 6 3 2 24 1 3 3 1 0 5 1 4 3 3 24 MENINGO−ENCEFALITE VIRALE 6 4 2 5 2 3 9 6 3 5 45 MICOBATTERIOSI NON TUBERCOLARE MONONUCLEOSI INFETTIVA 1 1 1 1 0 4 2 3 4 3 20 44 41 27 37 40 29 10 17 13 19 277 MORBILLO 1 4 23 25 2 0 1 1 4 2 63 PARASSITOSI INTESTINALE E NON 0 0 0 0 1 0 2 3 5 3 14 128 350 370 68 32 17 14 9 22 21 1031 PEDICULOSI 41 93 117 80 80 35 20 50 37 24 577 PERTOSSE 44 34 4 9 9 2 4 7 8 14 135 RICKETTSIOSI 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 2 ROSOLIA 6 16 94 23 5 0 1 2 98 3 248 179 194 129 180 140 142 111 107 189 170 1541 57 91 114 81 78 95 133 127 145 168 1089 152 212 279 376 234 197 181 190 175 237 2233 SHIGELLOSI 0 0 0 0 0 0 1 2 5 3 11 SIFILIDE 4 6 10 8 10 11 15 13 18 19 114 TETANO 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 2 TOXOPLASMOSI 1 4 2 0 0 0 1 1 0 1 10 31 28 30 17 33 32 29 35 47 34 316 876 1.205 1.611 1.142 1.844 915 619 1.169 1.348 881 11610 1817 20553 PAROTITE EPIDEMICA SALMONELLOSI NON TIFOIDEE SCABBIA SCARLATTINA TUBERCOLOSI VARICELLA Totale per anno 1654 2419 2930 2156 2621 1583 1250 1863 2260 43 Rispetto alla tipologia di malattie presentatesi all’osservazione si esprimono invece analoghe considerazioni, ovvero: • vi è stata una progressiva riduzione delle malattie con carattere epidemico, quelle cioè che coinvolgono molte centinaia di persone: unici esempi rimasti sono costituiti da varicella e scarlattina, mentre morbillo, rosolia e parotite, grazie alle vaccinazioni, hanno visto ridursi l’incidenza e, conseguentemente, le complicanze; la varicella, peraltro, rappresenta, ogni anno, il 50% (in alcuni casi anche il 60-70%) di tutte le segnalazioni pervenute; • si è registrato l’interessamento, per molte malattie, di soggetti che si trovano in particolare condizione di fragilità, quelle dove, oltre alla presenza dell’agente patogeno, è la situazione di salute che concorre al verificarsi della malattia; ne sono esempio la malattia tubercolare in soggetti stranieri che vivono spesso situazioni precarie (ricerca dell’alloggio, mancanza del Medico curante, ecc ) le diarree infettive da clostridium difficile che coinvolgono quasi esclusivamente anziani defedati e la legionellosi che colpisce prevalentemente soggetti con altre patologie; • la maggior importanza, nelle modalità di trasmissione, dei comportamenti individuali: il contagio è sempre meno casuale e sempre più determinato dalla mancata adozione di misure di prevenzione che potrebbero evitarlo (tossinfezioni alimentari in ambiente domestico). Andamento malattie a carattere epidemico VARICELLA SCARLATTINA 700 ROSOLIA PERTOSSE 600 PAROTITE EPIDEMICA MORBILLO 500 400 Andamento delle malattie infettivo a carattere epidemico in Provincia di Mantova, periodo 2000 - 2009 300 200 100 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Analisi di alcune malattie Infettive Per quanto riguarda la legionellosi, nel decennio considerato, sono stati segnalati 104 casi, di cui 12 (di cui 2 contratti, probabilmente, al di fuori della provincia di Mantova) nel 2009, che, dopo un trend in crescita dal 2004, ha segnato un ulteriore calo dei casi rispetto al 2008; ciò , diversamente dal resto della regione dove il 2008 ha registrato un tasso in crescita. In merito a tale patologia è da sottolineare che, anche se, negli ultimi anni, è stato introdotto, un test che ne facilita la diagnosi (rilevazione dell’antigene solubile urinario), le occasioni di esposizione a questo agente patogeno, ubiquitario, si sono, indiscutibilmente, moltiplicate. Accanto ai tradizionali rischi legati a ricoveri, ad uso di impianti idrici poco utilizzati e a cure dentarie, alla frequentazione di piscine, ci sono stati una aumentata convivenza in ambienti condizionati, e un incremento di soggiorni turistici, anche da parte di gruppi di popolazione più esposte (anziani e/o portatori di patologie croniche o di abitudini a rischio). Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità si evidenzia, infatti che, accanto ai casi contratti in ambienti “comunitari” (RSA), il 14% dei casi, in cui è indicata una ipotesi causale, risulta aver pernottato, almeno una notte, in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, case private). 44 Asl Mantova - Legionellosi Andamento 2000 -2009i - Casi e Tassi per 100.000 ab 18 A n da m e nt o l e gi on e l l o si i n L om ba r di a n e l pe r i o do 2 0 0 0 - 4,5 16 2008 Ta ssi p e r 10 0 . 0 0 0 a bi t a n t i Casi 4 Tassi x 100.000 ab 14 3,5 12 3 10 2,5 8 2 6 1,5 4 1 2 0,5 0 0 4, 50 4, 00 3, 50 3, 00 2, 50 2, 00 1, 50 1, 00 0, 50 0, 00 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2000 2004 2009 2001 2005 2002 2006 2003 2007 Si aggiunge che la legionellosi è una patologia che richiede quasi sempre il ricovero e che talvolta si complica ed è letale: nella nostra Provincia, il tasso di ospedalizzazione è stato dell’ 83% e la mortalità pari al 7% dei casi. Nella casistica osservata, prevale il sesso maschile, con un rapporto maschi: femmine di 3,7:1, e l’età più colpita è quella medio – alta, in media 60 anni, che diventano 58 negli uomini e 68 nelle donne, ovvero le donne si ammalano meno e ad una età più elevata. Per quanto riguarda il periodo non c’è una stagionalità precisa, ma, ad eccezione dei primi mesi dell’anno una presenza costante di casi, in crescita da maggio-giugno, e con due picchi in settembre e novembre. n. casi legionellosi - area stagionale 30 18 25 16 20 14 12 15 10 8 10 6 5 4 2 < 30 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89 Maschi Femmine Totali >= 90 0 ge nn a fe io bb ra io m ar zo ap r m ile ag gi giu o gn o lu gl ag io se ost tt e o m br ot e to no br ve e m dic bre em br e 0 Il gruppo delle Malattie a Trasmissione Alimentare (MTA), comprende patologie come Brucellosi, Diarrea infettiva, Epatite A, Febbre tifoide, Giardiasi, Infezioni e tossinfezioni alimentari, Listeriosi e Shigellosi, che hanno caratteristiche diverse ma, in comune, la trasmissione alimentare. Sono state osservate, nel decennio, 1963 casi di MTA, di cui 273 nel 2009, con un andamento in crescita, sia nella Provincia di Mantova che nel resto della Regione, anche se questa presenta valori un po’ inferiori. In un contesto geografico, come quello del mantovano, di grande diffusione del pasto collettivo e con abitudini alimentari che comportano l’utilizzo di molte preparazioni a rischio, le scarse notifiche pervenute al Servizio in alcuni periodi hanno rappresentato, purtroppo, solo una mancata segnalazione e non un’assenza di malattia. Tale interpretazione è sostenuta, peraltro, anche dall’Istituto Superiore di Sanità che sta mettendo in atto progetti di ricerca attiva, a valenza 45 nazionale, per superare l’attuale sottostima dei casi. Ciò premesso, l’aumentata segnalazione di queste patologie negli ultimi anni è considerato un buon risultato delle azioni messe in atto, da un lato per svelare la quota di sottonotifica stimata, dall’altro sia per ridurre quella quota di forme diarroiche senza diagnosi per la mancata ricerca dell’agente causale. Poiché la conoscenza di un problema e dei suoi determinanti è la condizione essenziale per mettere in atto azioni preventive e di contenimento, dal 2008, anche in applicazione di indicazioni regionali specifiche, è stato implementato il sistema di segnalazione invitando tutti i laboratori, pubblici e privati presenti sul territorio, ad approfondire il livello diagnostico, procedendo sempre alla identificazione dell’agente causale e, quando possibile, anche alla sua tipizzazione. In tal modo è stato possibile ottenere che i medici segnalassero sempre anche le diarree infettive e, dall’altro, nella casistica 2009, individuare che, ben 40 di queste erano attribuibili ad un agente patogeno, (clostridium difficilis) che deve la sua diffusione soprattutto alla fragilità dell’ospite (età elevata, terapie antibiotiche protratte, trattamenti chemioterapici), ovvero trova il suo elemento di maggior rischio nel soggetto e non in un determinato ambiente di vita. MTA_decennio 2000_2009 - Asl Mn Vs RL Tassi x 100.000 abitanti 100 80 60 40 Asl Mn 20 RL 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 30 RL 20 10 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 0 60 50 40 30 20 10 0 Asl MN RL Epatite A - Tassi per 100.000 abitanti Asl di Mantova Vs Regione Lom bardia Tossinfezioni alimentari - Tassi per 100.000 abitanti - Asl Mn Vs RL 14 2009 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 Asl MN 2008 Salm onellosi non tifoidee - tassi per 100.000 abitanti - Asl Mn Vs RL Diarrea Infettiva - tassi per 100.000 abitanti Asl Mn Vs RL 40 2007 6 12 Asl MN 10 RL 5 4 3 6 2 4 1 2 0 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 RL 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 8 Asl MN 46 E’ stato altresì possibile individuare alcuni focolai collegando casi di salmonellosi, che presentano una relativa inflessione nel 2009, a favore delle Tossinfezioni alimentari, che, tuttavia, non sono aumentate come numero di episodi, ma, piuttosto come numero di persone coinvolte. In proposito si osserva che, dei 32 focolai di MTA segnalati nel triennio 2007-2009, solo 6 (19% ca) sono di origine extradomestica (mensa/ ristorazione/comunità/Luna Park), mentre più dell’80% degli episodi (26) è attribuibile all’ambiente famigliare e alla cattiva conservazione degli alimenti; tale elemento sembra essere presente, peraltro, anche in molti casi di singole diagnosi di salmonellosi. Da ultimo, i tassi di Epatite A, che hanno avuto, nella realtà mantovana, un andamento quasi costante negli ultimi tre anni, e non hanno presentato, nel 2009, l’aumento osservato a livello regionale. La casistica registrata, peraltro, è contratta prevalentemente all’estero da soggetti che non si sono sottoposti a vaccinazione. La patologia Tubercolare in Provincia di Mantova ha presentato, nel periodo 2000-2009, una notevole variabilità, all’interno di tassi sempre al di sotto dei valori regionali, ad eccezione del 2008. Si è registrata, In particolare, una tendenza alla riduzione nei primi anni del decennio considerato, fino ad un minimo nel 2003, una successiva ripresa con andamento altalenante, un picco nel 2008 e un calo nel 2009: nessun caso secondario è comparso dopo l’inchiesta epidemiologica con esecuzione corretta della profilassi. Andam ento delle segnalazioni di Tubercolosi nel periodo 2000 - 2009 Tassi per 100.000 abitanti Asl Mn Vs RL Asl MN 14 RL 12 10 8 6 4 2 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Andam ento Casi Tbc in provincia di Mantova - 2000-2009 Confronto casi italiani e casi stranieri 50 45 40 Stranieri 35 Italiani 30 25 20 15 10 5 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Nell’analisi dei soggetti coinvolti, si osserva che: - nella popolazione straniera c’è stato un graduale aumento dei casi dal 2003 e fino al 2008, con un abbassamento nel 2009. - la distribuzione per sesso presenta, con qualche eccezione, un maggior interessamento dei maschi rispetto alle femmine - le classi di età maggiormente coinvolte sono diverse nelle due popolazioni; negli stranieri prevale la fascia giovane adulta (20-45 anni), mentre negli italiani, prevale la fascia ultrasssantenne: la prima sottende il denominatore rappresentato dalla immigrazione in età 47 lavorativa, la seconda sottende la maggior fragilità fisica, e le maggiori occasioni di contatto con soggetti ammalati (problema delle badanti). Tbc in Provincia di Mn 2000-2009 Casi italiani Cfr Maschi-Femmine 35 16 14 12 10 8 6 Ita F 30 Ita M 25 Tbc in Provincia di Mn 2000-2009 Casi stranieri cfr Maschi e Femmine Str F 20 Str M 15 10 4 2 0 5 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 0 2009 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Tbc in provincia di Mantova dal 2000 al 2009 - andam ento per classi di età in Maschi e Fem m ine Italiani e Stranieri 35 M Str 30 FStr 25 M Ita F Ita 20 15 10 5 >80 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 0 Le Meningiti, nelle diverse forme di meningoencefalite o di malattia invasiva, è un gruppo di malattie che determina un elevato livello di allarme fra le persone, anche se il loro numero si mantiene contenuto; per almeno tre di esse c’è un vaccino disponibile che, nel caso dell’Haemophlus HiB, viene proposto a tutti i nuovi nati assieme alle altre prime vaccinazioni, nel caso del meningococco C e dello pneumococco viene proposto attivamente avochi appartiene a categorie a rischio e, nel caso del meningococco da altri sierogruppi, viene proposto ai viaggiatori internazionali. Il loro andamento è variabile, così pure la composizione percentuale fra le diverse forme; si tratta di numeri piccoli che non permettono analisi accurate: si evidenzia, tuttavia, l’assenza di casi da Hib per il quale c’è una elevata copertura vaccinale. Per quanto attiene ad altri provvedimenti preventivi, si osserva che l’effettuazione tempestiva di profilassi sui contatti stretti ha permesso di non osservare casi secondari 48 Meningiti nel decennio 2000-2009 Tassi per 100.000 ab_ Asl Mn vs RL Meningiti in Provincia di Mantova Com posizione percentuale tra i diversi agenti in causa 6 Asl Mn 5 RL 100% 80% 4 60% 3 40% 20% 2 0% 2000 1 0 2001 2 002 20 03 200 4 2005 2006 2007 2008 2009 MALATTIA INVASIVA DA HIB MALATT IA IN VASIVA MENIN MALATTIA INVASIVA PNEUMOCOCC ICA MENINGIT I BATTERICHE 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 MENI NGO?ENC EFALITE VIR ALE Il gruppo delle Malattie Sessualmente Trasmesse, AIDS, Sifilide e Blenorragia, ha presentato un aumento della casistica nel periodo temporale osservato, ma con una diversa composizione percentuale al suo interno: all’inizio del decennio (2001- 2003) anche il 50% dei casi era rappresentato dall’AIDS, e tale percentuale è andata progressivamente riducendosi a favore di blenorragia e sifilide, fino all’85% nel 2008. Nel 2009 la composizione del gruppo MTS è stato determinato nel 30% dai casi di AIDS, nel 55% dalla sifilide e nel restante 15% dalla blenorragia. Rispetto a tali patologie, nella cui trasmissione entrano in gioco abitudini e comportamenti individuali, è necessario osservare che, da un confronto effettuato in gruppi di formazione regionale, la segnalazione di sifilide e blenorragia risulta più efficiente in Provincia di Mantova rispetto ad altre realtà lombarde come Milano e ciò può determinare un maggior numero “relativo” di casi. Malattie Sessualmente Trasmesse Dati 2000-2009 Asl Mn Vs RL MTS 2000 - 2009 Contributo percentuale delle singole malattie ne l te mpo Asl MN 12 100% RL 90% 80% 10 70% 60% 8 50% 40% 6 30% 20% 4 10% 2 0% 2000 2001 2 002 2003 2004 2005 2006 2 007 2008 2009 0 2 000 2 001 20 02 200 3 2 004 2 005 20 06 200 7 2 008 2 00 AID S BLEN OR RAGIA SIFILIDE L’informazione, la possibilità di controlli anonimi e di accedere a colloqui tutelati in sede permette il contenimento e il controllo della malattia in alcune fasce di soggetti. Tale azione preventiva è da rinforzare sulle fasce giovanili. I Casi di Malaria verificatisi durante o dopo un viaggio all’estero, fra il 2000 e il 2009, e contratti da cittadini residenti (o domiciliati) in provincia di Mantova sono stati 88, fra cui 7 nel 2009; nessuno aveva eseguito profilassi antimalarica e nessuno si era recato, prima del viaggio, presso l’ambulatorio del viaggiatore internazionale dell’ASL; molti dei casi segnalati sono riscontrati in cittadini extracomunitari che rientrano temporaneamente al loro paese, senza assumere informazioni, né per la profilassi antimalarica né per il comportamento i caso di comparsa di sintomi, sottovalutando tale rischio. Nei 9 casi di persone ammalatesi gli anni precedenti, e che 49 avevano dichiarato di aver effettuato la profilassi, è risultato che essa era stata eseguita in modo incompleto o non adeguato. Per la prevenzione della malaria e delle altre malattie “esotiche” è attivato l’ambulatorio del viaggiatore internazionale che garantisce le vaccinazioni (ivi compresa la febbre gialla) per le persone che si recano all’estero, fornendo indicazioni anche su profilassi antimalarica e comportamenti da assumere, in base al tipo di viaggio. Nel 2009 i soggetti visti presso questo ambulatorio sono stati 851 con circa un migliaio di accessi diretti e qualche centinaio tra informazioni telefoniche ed accessi all’area dedicata “consigli per ci viaggia” presente nel sito dell’Asl. 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 2000 Andam ento dei casi di m alaria - 2000-2009 Tassi per 100.000 abitanti - Asl Mn Pandemia Influenzale Il 2009 è stato caratterizzato dalla Pandemia Influenzale, che, a partire dal mese di aprile (comparsa dei primi casi in Messico), ha rappresentato il tema conduttore di tutto l’anno. Preannunciata dall’osservazione epidemiologica degli anni precedenti e preparata, secondo le indicazioni regionali, nei piani pandemici della fase di allerta, essa ha trovato, al momento della dichiarazione OMS, nel giugno 2009, di pandemia conclamata, più livelli di risposta e di azione riconducibili alle tre grandi linee dell'informazione, della sorveglianza sanitaria e della vaccinazione. 1. La linea dell’informazione, ha visto l'apertura di un doppio fronte, quello della ricezione e quello della restituzione. Il primo era teso al recepimento in continuo delle indicazioni operative e dell’aggiornamento della situazione da parte di Enti direzionali (Ministero, Regione) e da organi esperti a livello nazionale (ISS), europeo (ECDC) e mondiale (OMS e CDC Atlanta). L’altro alla “restituzione diffusa” delle informazioni e si è sviluppato con incontri pubblici per categorie (scuola, amministrazione, popolazione), la produzione di materiale informativo cartaceo, l’aggiornamento del sito web aziendale, la risposta capillare (telefonica o diretta) alle singole richieste dei cittadini, la preparazione di incontri con gli operatori e le strutture sanitarie. 2. La linea della sorveglianza sanitaria ha comportato, in un primo momento, l’organizzazione dei contatti, 24/24 h, con i cittadini in partenza o di ritorno da viaggi, il recupero delle schede aeroportuali da Regione ed USMAF, il filo diretto con i Medici curanti dei soggetti “ammalati”, lo sviluppo della rete con il Servizio di Continuità Assistenziale, il reparto di Malattie Infettive, i MMG ei PLS, il controllo e la registrazione dei casi, l’implementazione del flusso con Sistemi informativi regionali e nazionali, la predisposizione dei dispositivi oi sicurezza, la sorveglianza dei contatti, la definizione dei percorsi, la rete dei medici sentinella. 3. La linea della vaccinazione, ha implicato la pianificazione di una rete provinciale di sedute vaccinali straordinarie, da offrire intensivamente anche con nuovi partner (soggetti erogatori) e la registrazione in continuo in una Banca Dati Regionale ad hoc con movimentazione di tutte le forze presenti 50 I casi conclamati di influenza sono stati 43, sei con necessità di ricovero. Le età coinvolte vanno dai 3 ai 74 anni, con il 70% dei casi è al di sotto dei 30 anni e solo il l’11, 6% è ultrasessantacinquenne Per quanto riguarda i risultati della vaccinazione Fra novembre 2008 e aprile 2009, in Provincia di Mantova sono state vaccinate 6213 persone, di cui 300 (il 4,8%) appartenenti a Servizi di pubblica utilità (forze dell'ordine e di polizia urbana, VVFF, servizi di manutenzione e addetti alle reti pubbliche di fornitura di energia, ecc), 1182 (il 19%) operatori sanitari (infermieri, medici, farmacisti, ecc) e 4034 (il 65% circa) appartenenti alle categorie a rischio per patologia o particolare stato fisiologico (gravidanza e classi di età) o di contatto (famigliari di soggetti a rischio). Di 697 soggetti (11% di tutti i vaccinati sicuramente in Provincia di Mantova) non è stata riportata la categoria di rischio. Per quanto riguarda la struttura di vaccinazione, 4934 (il 79,4%) soggetti sono stati vaccinati dall’Asl, 757 (12%) sono stati vaccinati dalla AO Poma, 306 (il 4,9%) sono stati vaccinati da altri presidi ospedalieri o di ricovero e 216 (3,5%) sono stati vaccinati all’interno di altre strutture, quali RSA, Unità Geriatriche, Croci mediche con ambulanze. (v. tabella) Vaccinazione Pandemica in Provincia di Mantova: Vaccinati per categorie e per tipologia di struttura vaccinante Categorie vaccinate Servizi Operatori Soggetti Non Totale per Pubblica Sanitari a rischio Definita struttura Struttura di vaccinazione utilità ASL PROVINCIA DI MANTOVA 274 491 3496 673 4934 AZIENDA OSPEDALIERA "C. POMA" 3 366 372 16 757 ALTRE STRUTTURE DI RICOVERO DELLA PROVINCIA (H Castiglione, H Volta Mn, H Suzzara, Fond. Maugeri, CDC S. Clemente) 11 141 146 8 306 RSA, Croci, UGR 12 184 20 0 216 Totale per categoria 300 1182 4034 697 6213 In un contesto regionale e Nazionale di scarsa adesione alla vaccinazione, la Provincia di Mantova ha registrato una certa adesione alla vaccinazione pandemica. Il dato restituito in tabella, potrebbe essere sottostimato se si considera che, nella Banca Dati costruita da tutti i soggetti vaccinatori, non è stato possibili individuare sempre chiaramente l’appartenenza del vaccinato. 51 Il controllo dei rischi diffusi sul territorio e il mantenimento di standard igienico-sanitari negli ambienti di vita In questo settore il 2009 ha rappresentato un punto fermo per i cambiamenti di approccio all’attività di prevenzione e di vigilanza; è infatti proseguita ed entrata nel vivo l’attività di controllo, avviata nel 2008, con la fase di piena attuazione del Piano di vigilanza integrata previsto per il triennio. Gli aspetti metodologici innovativi introdotti e perseguiti sono stati: a) la programmazione degli interventi di controllo b) la riduzione dei sopralluoghi inefficaci, effettuati a richiesta, con implementazione di quelli svolti in momenti-chiave delle attività c) la graduazione del rischio delle strutture sottoposte a controllo d) la priorità data ad interventi che contribuiscano alla prevenzione di fattori di rischio primario per la salute Controllo dei rischi diffusi sul territorio L’ambito di attività definibile nel suo insieme come “controllo dei rischi diffusi sul territorio” si è posto, come obiettivi di salute per la popolazione: • il miglioramento della salubrità dell’aria • la tutela del suolo e del sottosuolo • la salvaguardia della falda acquifera • la cura e la difesa del territorio • il risanamento delle aree dimesse • la riduzione dei rischi da incidenti rilevanti • la prevenzione di episodi di inquinamento Se il raggiungimento di questi obiettivi è verificabile sul lungo termine, possono essere valutati, sul breve termine, come indicatori del guadagno di salute da essi ottenibile, il numero, la qualità e la ricaduta delle azioni messe in atto in questa direzione. A tale proposito, la scelta effettuata è stata quella di qualificare la presenza dell’ASL, là dove prevista, e di rivendicarla, là dove la normativa la stava escludendo, fornendo il supporto ai comuni con pareri attenti a tutti gli aspetti di impatto sanitario, non arbitrari, sempre motivati e sostenibili anche sul piano normativo. In quest’ottica, sono stati oggetto di intervento privilegiato, nel corso del 2009: a) le attività di controllo del territorio mediante valutazione di strumenti urbanistici b) le aree soggette ad interventi di bonifica ai sensi dell’art. 242 del D.Leg. 152/06 c) le attività di controllo del territorio mediante valutazione, per quanto di competenza , di V.I.A, d) la partecipazione a conferenze dei Servizi ed espressione di pareri relativi a: i. emissioni in atmosfera ii. autorizzazioni allo stoccaggio lavorazione e recupero rifiuti iii. attività a rischio di incidente rilevante iv. autorizzazioni alla costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili Che hanno dato luogo, complessivamente, al coinvolgimento del Servizio in 273 Conferenze dei Servizi. Per quanto attiene alle attività di controllo del territorio mediante valutazione di strumenti urbanistici e di pianificazione, in sede di analisi di Piani di Governo dei Comuni, e relative VAS, Piani di Programmazione sovracomunale e Provinciale, è stata messa in atto una maggior capacità di esaminare l’impatto sanitario globale determinato dall’assetto urbanistico ipotizzato, nonché di individuare eventuali aspetti carenti rispetto ai bisogni primari della popolazione, effettuando analisi più approfondite e valutazioni più accurate della documentazione con espressione di pareri più articolati ed integrati. Partendo dalla considerazione che un assetto territoriale sbagliato è in grado di determinare una scadente qualità della vita di una intera comunità, sono state evidenziate, già in sede di avvio del procedimento per i PgT, le tematiche relative a: 52 e) mancanza delle infrastrutture di base, in grado di garantire acqua potabile all’intera comunità e di allontanare correttamente reflui e rifiuti, f) assenza di aree verdi e di zone cuscinetto fra aree residenziali ed industriali, g) presenza di nodi di traffico in grado di compromettere la salute mentale, fisica e sociale, h) inesistenza di piste ciclabili, parchi e percorsi pedonali i) realtà particolarmente critiche, come presenza di siti inquinati, campi elettromagnetici, ecc j) esistenza di aree di rispetto e/o di industrie insalubri, allevamenti, ecc Secondo questi criteri, nel corso del 2009, sono stati esaminati, i PgT e le VAS di 34 Comuni della Provincia con partecipazione alle relative conferenze di valutazione ed espressione dei conseguenti pareri in ogni fase di elaborazione dei piani. La risposta ottenuta è stata il recepimento integrale delle osservazioni fatte (in oltre la metà dei PgT esaminati) o l’accoglienza parziale di alcune di esse: in tutti i casi, il risultato ottenuto è stata, comunque, la mitigazione dell’impatto di alcune scelte; il tutto attraverso un reale sistema di comunicazione circolare con le amministrazioni Comunali, nelle varie fasi di adozione dello strumento in oggetto. Con la stessa modalità sono stati analizzati il progetto di un percorso autostradale e i piani di sicurezza di tre industrie ad alto rischio presenti in provincia di Mantova Per quanto riguarda il controllo delle aree soggette ad interventi di bonifica ai sensi dell’art. 242 del D. Leg. 152/06, ovvero dei siti inquinati, in un contesto provinciale che ne conta più di 50 (compreso un sito di interesse nazionale), l’attività messa a fuoco è stata la loro mappatura per costruire un quadro della pressione ambientale su tutto il territorio provinciale. Le azioni conseguenti, avviate nel 2008, ma focalizzate e implementate nel corso del 2009, sono state ♦ la messa a punto del metodo di valutazione (acquisizione ed esame della documentazione, effettuazione di sopralluogo, partecipazione alla conferenza dei servizi, espressione di pareri o verbalizzazione) ♦ l’ attivazione del censimento della situazione territoriale a partire dalle pratiche e dalle casistiche emergenti ♦ la creazione di una scheda di raccolta dati per la catalogazione uniforme degli stessi (tipologia del sito, descrizione delle sue caratteristiche, autorità competente, eventuale modalità di bonifica in corso, inquinanti presenti) ♦ il controllo degli eventuali insediamenti che insistono sull’area del perimetro inquinato, o al confine di esso ♦ l’individuazione dei rischi sanitari esistenti e delle matrici contaminate ♦ l’analisi di rischio per la bonifica e la messa in sicurezza dei suoli inquinati e la discriminazione delle diverse “fasi” dei siti, ♦ l’avvio della mappatura vera e propria, con indicazione delle diverse situazioni esistenti (sito contaminato, sito potenzialmente inquinato, ♦ l’integrazione dell’area di rischio individuata e delle relative matrici ambientali interessate nei processo di valutazione dei piani di programmazione del territorio, anche al fine di tener conto delle possibili future destinazioni delle diverse aree ♦ l’esecuzione di sopralluoghi e controlli immediati al verificarsi di eventi potenzialmente in grado di contaminare una nuova area o di aggravare una situazione preesistente. L’attività ha esitato nel censimento di 40 siti inquinati, di cui 1 di interesse nazionale, 25 legati a dismissione di distributori di carburante e gli altri legati ad aree industriali preesistenti e ha richiesto la presenza e la valutazione della documentazione per 68 Conferenze dei Servizi, di cui 7 dedicate al Sito di Interesse Nazionale. Tutte le attività costituite dalla valutazione sanitaria, per la materia di competenza, delle realtà impattanti sottoposte a VIA, degli impianti soggetti ad autorizzazione per le emissioni in atmosfera e/o a stoccaggio, lavorazione e recupero rifiuti, dei nuovi impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili sono state effettuate secondo la stessa modalità sopra evidenziata di qualificazione del processo valutativo e della emissione di pareri chiari ed incisivi che avessero una ricaduta di efficacia, mantenendo il dialogo continuo con i titolari delle imprese e le amministrazioni coinvolte nei diversi casi. In tal modo, il guadagno di salute emerge anche dal mantenimento del delicato equilibrio tra 53 salvaguardia del territorio e sviluppo delle attività e del sistema produttivo, ottenibile solo con una verifica attenta e puntuale di tutti i rischi “potenziali” legati ad una determinata lavorazione e/o insediamento senza generici divieti o chiusure preconcette. Il volume di attività svolto in questo settore nel 2009 ha comportato la chiamata a partecipazione a 123 Conferenze dei servizi e l’emissione di - 60 pareri per autorizzazione alle emissioni in atmosfera - 28 pareri di VIA - 24 pareri per impianti a biomasse o fonti rinnovabili - 12 pareri su impianti fotovoltaici Tutti i pareri espressi dall’ASL e le richieste di integrazioni documentali, di inserimento di momenti di controllo, di variazione della viabilità di integrazione dei progetti con sistemi di abbattimento di odori e rumori, sono stati accolti o diventati parte integrante del parere finale dell’Ente di competenza (comune, Provincia o Regione). Rispetto ai sistemi di produzione di energia, si osserva che un indicatore del guadagno di salute legato ad essi, è la riduzione delle emissioni di CO2. La nascita di un impianto fotovoltaico a norma e nel rispetto delle caratteristiche di buona tecnica, al momento del funzionamento, si traduce infatti, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente, in riduzione dell’emissione di 0,53 Kg di anidride carbonica (tra i principali responsabili dell’effetto serra), per ogni KWh di energia prodotto. Supponendo, quindi che l’energia da questi prodotta vada a sostituire l’energia altrimenti fornita da fonti convenzionali, i benefici ambientali ottenibili dall’adozione di sistemi FV sono proporzionali alla quantità di energia prodotta. Peraltro, dal punto di vista dell’occupazione del territorio, che rappresenta l’unica, vera modifica ambientale da questi determinata, si tratta di occupazione temporanea che permette il riutilizzo del suolo alla fine del ciclo di vita dell’impianto comportando modularità dei componenti impiantistici, esigenze di manutenzione ridotte, semplicità di utilizzo e, soprattutto, un impatto ambientale poco significativo. La vigilanza sugli ambienti di vita e il mantenimento di standard igienico-sanitari L’attività di controllo degli ambienti di vita, finalizzata al mantenimento di buoni standard igienicosanitari, ha avuto come oggetto di intervento privilegiato nel corso del 2009: a) la valutazione delle condizioni igieniche e di sicurezza di particolari tipologie di ambienti, come impianti natatori, strutture estetiche e locali di tatuaggio e piercing b) la vigilanza di strutture sanitarie attraverso la valutazione di requisiti strutturali, tecnici, organizzativi, procedurali c) il controllo del rischio legionellosi attraverso l’ispezione e il campionamento all’interno di strutture ricettive potenzialmente a rischio d) la ricognizione delle strutture cimiteriali e) la formulazione del giudizio di idoneità sugli alloggi per extracomunitari, finalizzata ad individuare eventuali elementi di insalubrità e di rischio nelle abitazioni di una determinata fascia di popolazione f) la verifica dei requisiti igienico sanitari di altre strutture ospitanti gruppi di soggetti portatori di fragilità per età o caratteristiche a) Per quanto riguarda gli impianti natatori, essendo emerso, nel corso delle precedenti attività di controllo, il ridotto impatto preventivo prodotto del campionamento delle acque di vasca, cui, peraltro, gli stessi titolari sono tenuti, nel 2009 è stata privilegiata la vigilanza sulla appropriatezza dei sistemi di autocontrollo adottati. L’attività di vigilanza nel settore, si è pertanto sostanziata in: -esecuzione di 19 sopralluoghi completi con visita a 17 impianti, -acquisizione dei piani di autocontrollo e analisi di alcuni di essi, - campionamento delle acque di 34 vasche in 58 punti, - prelievo di 140 campioni di acqua (per 248 aliquote), di cui 64 chimici e 76 batteriologici, - applicazione di 31 sanzioni amministrative. Con la finalità di accrescere la formazione dei gestori degli impianti, nel 2009, all’interno della fiera sulle piscine tenutasi a Mantova nel gennaio 2009, il Servizio ha organizzato anche un 54 incontro con gli operatori del settore per evidenziare le criticità riscontrate e sottolineare le azioni di manutenzione e di buona pratica Per quanto attiene, invece, parrucchieri, estetisti ed affini, nel 2009 è stato messo a fuoco, in particolare, il controllo della sicurezza dei centri di abbronzatura e dei centri di tatuaggio con l’obiettivo sanitario di - ridurre i rischi elettrici e di danno cutaneo, attraverso una verifica accurata delle lampade abbronzanti - di prevenire le malattie a trasmissione ematica dall’altro, attraverso il controllo della strumentazione e dei sistemi di sterilizzazione e raccolta rifiuti contaminati. Le strutture estetiche controllate nel 2009 sono state 46. Sono state altresì sottoposti a vigilanza i depositi e gli impianti di produzione di cosmetici sul territorio provinciale. b) In materia di strutture sanitarie, il focus del 2009 è stato posto sugli ambulatori odontoiatrici, sedi di procedure invasive con l’obiettivo di prevenire le patologie a contagio ematico per tutelare la larga fascia di utenza che ad essi afferisce e che è trasversale nella popolazione (tutti i gruppi di età e tutte le categorie di soggetti). In questo settore sono state sottoposte a vigilanza 60 attività odontoiatriche monospecialistiche, pari all’80% in più di quelle controllate nel 2008, con particolare attenzione all’impiantistica, ai sistemi di sterilizzazione della strumentazione e di disinfezione degli ambienti. Detta attività, caratterizzata da controlli non formali, ma sostanziali, ha portato ad un netto miglioramento dello standard sanitario di questi ambulatori; infatti, anche in presenza di protocolli di lavoro validi, sono state fornite indicazioni a carattere tecnico, comportamentale e scientifiche, finalizzate ad una crescita complessiva della gestione dell’ambulatorio. Tali indicazioni hanno sovente dato luogo, successivamente, a modifiche strutturali e delle procedure adottate nelle varie fasi di decontaminazione, lavaggio, risciacquo, asciugatura, confezionamento e sterilizzazione, nonché nelle operazioni di conservazione del materiale pulito e di confinamento dei rifiuti c) La vigilanza sulle strutture ricettive a rischio per legionellosi, nel 2009, è stata rivolta particolarmente al settore alberghiero con effettuazione di 25 ispezioni e 54 campioni di acqua per la ricerca della legionella A questi si sono aggiunti 9 campioni in struttura di ospitalità per minori disabili, 5 campioni in struttura militare e altri 18 per indagini su casi di legionellosi. Uno solo dei campioni effettuati è risultato positivo (una struttura alberghiera) e ad esso ha fatto seguito la bonifica dell’impianto idrosanitario; il controllo successivo ha dato esito negativo. Nessuno degli impianti controllati a seguito di inchiesta epidemiologica è risultato positivo Monitoraggio 2009 - totale campioni 86 100 Prevenzione Legionellosi: controllate 36 strutture, di cui 25 alberghiere effettuati 86 campioni, di cui uno solo positivo per legionella pneumophila 80 60 40 1 20 0 Campioni Effettuati Campioni Positivi 55 Monitoraggio 2009 - totale campioni 86 100 Prevenzione Legionellosi: controllate 36 strutture, di cui 25 alberghiere effettuati 86 campioni, di cui uno solo positivo per legionella pneumophila 80 60 40 1 20 0 Campioni Effettuati strutture non alberghiere controllate Monitoraggio 2009 - ALBERGHI 53 60 32 35 30 50 40 Campioni Positivi 25 25 20 30 15 20 1 1 10 11 10 5 0 Strutture Controllate Strutture Positive Campioni Effettuati Campioni Positivi 0 0 Strutture controllate campioni effettuati campioni positivi d)La ricognizione delle strutture cimiteriali, svolta nel 2009 con la finalità di individuare i rischi per i visitatori e i lavoratori, nonché di salvaguardare aree del territorio, ha portato al controllo di 50 dei 154 cimiteri presenti in provincia di Mantova (67% in più dei controlli svolti nel 2008). Il risultato immediato di tali ispezioni, che hanno costituto anche la base per una ridefinizione di tutta l’attività di polizia mortuaria, è stato l’individuazione di situazioni di pericolo, quali la presenza di percorsi sconnessi e di scale insicure, apparentemente banali, ma importanti rispetto alla tipologia di frequentatori (prevalenza di anziani). Le correzioni messe in atto, peraltro fattibili, che hanno incontrato la sensibilità di tutte le Pubbliche Amministrazioni, comportano un guadagno di salute misurabile nella riduzione degli incidenti (cadute, ferite) all’interno dei Cimiteri. e)Il controllo degli alloggi per extracomunitari, finalizzato ad individuare eventuali elementi di insalubrità e di rischio nelle abitazioni ha portato per lo più a formulazioni di giudizio di idoneità degli stessi, senza individuare situazioni particolarmente insalubri. Il numero di pratiche esaminate nel 2009 sono state 1471, con emissione di altrettanti pareri, effettuazione di 936 sopralluoghi e controllo di altrettante caldaie, o relativa documentazione. L’obiettivo sotteso a questo aspetto dei controlli è quello della prevenzione di intossicazioni da monossido di carbonio; in realtà gli incidenti rilevati nel corso dell’anno in questa fascia di popolazione (extracomunitari che richiedono idoneità dell’alloggio per permesso di soggiorno o ricongiungimento famigliare), sono attribuibili soprattutto all’ utilizzo improprio di mezzi diversi dalla caldaia regolare. f)Sono state, inoltre sottoposte a controllo le strutture destinale ad accogliere gruppi di soggetti che presentano particolare fragilità, per età o per gruppo di appartenenza. In particolare, gli interventi più consistenti sono stati svolti in area minorile e materno-infantile con il controllo, nel corso del 2009, della idoneità igienico-sanitaria di 65 Centri Ricreativi Diurni (CRD), di altre 30 strutture a varia 56 tipologia (Nidi, Micronidi, Nidi Famiglia e Centri di prima infanzia) e di 2 Centri Socio Educativi per disabili. All’interno della sorveglianza sull’AIDS, è stata inoltre sottoposto a vigilanza il funzionamento delle due strutture presenti in Provincia, destinate all’ assistenza territoriale a pazienti HIV positivi. Tale attività si è sostanziata con l’effettuazione di 4 sopralluoghi e con il controllo dell’adesione al protocollo terapeutico, del piano socio assistenziale, del monitoraggio degli obiettivi rispetto ai 20 soggetti ospitati nelle due realtà, con relativo turnover della occupazione di posti. Nell’ambito del controllo dei rischi biologici negli ambienti aperti e confinati, nel corso del 2009, è stato arricchito ed implementato il progetto triennale di lotta ai vettori. L’obiettivo di tale attività è la prevenzione delle malattie infettive veicolate da insetti vettori, attraverso il controllo di quelli pii più diffusi nel nostro territorio. Il contesto delle recenti segnalazioni di casi di Chikungunya autoctoni hanno motivato la programmazione e l’effettuazione di un monitoraggio della distribuzione territoriale delle zanzare in alcuni comuni dell’area di competenza, attraverso il campionamento e il riconoscimento di uova e larve da alcuni siti che ne costituiscono il naturale habitat. L’attività svolta nel 2009 ha interessato 6 Comuni della Provincia, ha comportato l’effettuazione di 271 sopralluoghi con il prelievo di 147 campioni di larve di zanzare. Associata a questa azione di controllo degli infestanti, sono state fornite risposte a 200 casi di segnalazione da parte di singoli cittadini e sono stati effettuati sopralluoghi e controlli diretti in presenza di 4 episodi di inconvenienti e disagi causati da insetti a gruppi più vasti di popolazione. In particolare, a seguito della segnalazione della invasione massiva di mosche in alcune aree del territorio provinciale, tale vigilanza ha portato alla individuazione delle potenziali cause del problema con indicazioni delle possibili misure di prevenzione e conseguente adozione di un documento di azione da parte delle Amministrazioni coinvolte. Per la prevenzione delle allergopatie da pollini, nel corso del 2009 è stata attivato un primo momento di sensibilizzazione al problema ambrosia, attraverso la predisposizione di una nota informativa per i sindaci. L’ Ambrosia è una pianta infestante i cui luoghi preferenziali di crescita sono i terreni incolti, le zone verdi trascurate, le aree industriali dismesse, gli argini di canali, i fossi, le terre smosse dei cantieri edili lasciati aperti per lunghi periodi, i cigli stradali, le massicciate ferroviarie e, in generale, tutte le aree abbandonate e semi-abbandonate, i campi coltivati con semine rade, i lati di campi coltivati; l’incuria delle suddette aree costituisce parte dei fattori che contribuiscono alla sua diffusione. Le sue piante hanno un’ apparenza molto ordinaria e, passano frequentemente inosservate. Quasi nessun erbivoro le cerca e non ospitano molti insetti, ma la pianta ha un grandissimo potenziale di diffusione e di allergenicità: una singola pianta produce ca. 3000 semi (ma anche fino a 60.000), che, nel suolo, conservano la facoltà di germinare per almeno 10 anni (ma sono noti casi di persistenza fino a 40 anni). La comunicazione ai sindaci è stata pertanto finalizzata alla individuazione della eventuale presenza di questa pianta sul territorio comunale di competenza, attraverso il controllo delle aree abbandonate e dismesse, non sottoposte a manutenzione corrente e alla successiva messa in atto di corrette operazioni di sfalcio per la riduzione della sua diffusione. Tale attività ha esitato, peraltro, nella identificazione della presenza di ambrosia in una realtà comunale, evidenziando così che la diffusione di questo infestante non è più limitata solo alle zone settentrionali della Regione Lombardia. Sempre in ambito di prevenzione delle allergopatie da pollini, nei pareri dati agli strumenti di governo del territorio, accanto alla necessità di individuare aree o barriere verdi, a seconda dei casi, è stata sottolineata l’opportunità di privilegiare, nelle opere di piantumazione, la scelta di piante non “allergizzanti” La prevenzione della esposizione a radon indoor Nell’ambito del Piano Regionale di difesa dalla esposizione a radon in ambienti confinati (indoor), in cui il gas si concentra, è iniziata nel 2009 la seconda fase di monitoraggio (la prima è stata effettuata nel periodo 2003-2005) attraverso la misura della sua concentrazione all’interno degli edifici. La campagna di rilevazione ha comportato, all’interno dei comuni indicati dalla Regione sulla base di criteri standardizzati, l’individuazione,degli edifici da sottoporre a misura, attraverso la collocazione di specifici dosimetri da sostituire semestralmente. La parte esecutiva di questa attività di controllo è consistita in: 57 • • • • effettuazione di incontri con le Anagrafi e gli Uffici Tecnici dei Comuni coinvolti, estrazione a campione degli indirizzi utili, invio di una nota informativa ai soggetti interessati (abitanti degli edifici estratti) reclutamento degli aderenti o individuazione di altri indirizzi di edifici rispondenti alle caratteristiche richieste. • collocazione dei dosimetri e loro ritiro dopo sei mesi per l’invio al Laboratorio di ARPA Nella Provincia di Mantova, i comuni coinvolti sono stati 5, i punti di misura individuati 71 e i dosimetri posizionati, fra il 21 settembre e il 31 ottobre 2009, per la prima tranche di misurazioni, sono stati 117. La loro sostituzione dopo sei mesi è prevista fra le attività 2010. Obiettivo di salute di questo progetto è la prevenzione dei tumori polmonari causati dalla respirazione del radon negli ambienti di vita (abitazioni, scuola) in cui si trascorre la maggior parte del tempo. In questa fase, l’indicatore di processo, verso l’obiettivo dl guadagno di salute, consiste nella mappatura del territorio rispetto a questo inquinante. Si osserva, in proposito, che la precedente rilevazione 2003-2005, aveva evidenziato che la Provincia di Mantova, come del resto tutta la fascia pianeggiante a sud della regione, è a basso rischio per la presenza di questo inquinante; tutti i rilievi analitici dei 300 campioni effettuati, avevano infatti presentato valori di gran lunga inferiori al valore di riferimento (che, secondo la normativa vigente, corrispondono a 400 Bq/m3 per le abitazioni e 500 Bq/m3 per luoghi di lavoro). La prevenzione degli effetti del caldo Il Ministero della Salute nelle “linee guida per preparare Piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo” sottolinea che “la conseguenza immediata del riscaldamento dell’atmosfera terrestre è l’intensificarsi della frequenza con cui le ondate di calore potranno interessare le nostre latitudini e sottolinea che, pur non potendo prevedere tutti gli effetti del caldo estremo sulla salute, è importante riuscire a identificare quale parte della popolazione è più vulnerabile e quindi soggetta a subire le conseguenze delle ondate di calore. Nei paesi occidentali l’invecchiamento della popolazione desta preoccupazione essendo proprio gli anziani, soprattutto al di sopra dei 75 anni, i soggetti più vulnerabili; ma altrettanto vulnerabili sono anche neonati e bambini fino a 4 anni di età, i malati affetti da patologie cardiovascolari e respiratorie, ed altre categorie tra cui le persone obese”. Con la finalità di proteggere questi soggetti, la Regione Lombardia propone, già da alcuni anni, di predisporre un piano di Asl con l’adozione d alcune misure specifiche. All’interno di questo piano, che aveva come obiettivo Regionale di salute di godere “solo il bello del caldo”, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica è chiamato ad attuare, quotidianamente, la sorveglianza meteo con la costruzione di un bollettino giornaliero, a partire da fonte ARPA, sistema Humidex, che porta, dalla lettura dei dati combinati delle previsioni di più giornate, a definire il livello di allerta con automatico invio di tale informazione ai Comuni, alle strutture Sanitarie e Sociosanitarie e ad altri enti /figure presenti sul territorio e che possono essere coinvolte nella ricaduta organizzativa della risposta alla fase di allerta. Nel 2009 tale attività è stata affettuata dall’inizio di giugno al mese di settembre, con la sorveglianza climatica su 92 giornate e l’invio di 10 “segnalazioni di disagio climatico da ondata di calore” a cinquecento destinatari. Fra le attività di informazione e sensibilizzazione su questo tema, nel maggio del 2009 si è inserita anche la presenza di un operatore del servizio, in qualità di relatore, ad un convegno tematico con valenza provinciale. 58 LA POPOLAZIONE COINVOLTA NELLE CAMPAGNE DI SCREENING DI PREVENZIONE ONCOLOGICA: La legislazione vigente considera gli screening tra i livelli essenziali di assistenza da garantire alla popolazione e, coerentemente anche ai contenuti della Legge Regionale 33/2009 presso l’ASL di Mantova è offerta alla popolazione la possibilità di accedere ai test di prevenzione oncologica per i tumori della mammella, della cervice uterina e del colon: programma di screening popolazione obiettivo Tipo di test per la mammella donne 50-69 anni mammografia intervallo tra due esami negativi(questo periodo coincide con il “round”) 2 anni N° assistiti coinvolti per la cervice uterina per il colon-retto donne 25-64 anni Pap-test 3 anni 106.744 donne e uomini 50-69 anni Ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF) 2 anni 96.762 49.498 L’ASL di Mantova è tra le 6 ASL lombarde che hanno attivi tutti e tre gli screening oncologici con evidenza di efficacia. La popolazione assistita dall’ASL di Mantova supera le 400.000 unità: nei programmi di screening, per genere e fascia d’età è coinvolto il 45% della popolazione assistita. La tutela della salute, anche a fronte di programmi e campagne di prevenzione perfettamente organizzati, si ottiene solo se il cittadino è posto nella condizione di comprendere la validità della proposta sanitaria e conseguentemente aderisce spontaneamente all’invito attivo che regolarmente viene recapitato al domicilio. Per questo motivo l’offerta preventiva sul territorio mantovano è capillare e distrettualizzata e coinvolge i principali “attori” del “sistema salute”: 1) Per eseguire il pap test sono attivi 15 consultori familiari accreditati per volumi di prestazioni 2) Per eseguire il test del sangue occulto nelle feci è possibile ritirare il kit gratuitamente, previa presentazione dell’invito, presso le 134 farmacie mantovane 3) Per eseguire la mammografia sono disponibili le Radiologie appartenenti a tutti gli erogatori presenti sul territorio, pubblici e privati accreditati, per un totale di 8 sedi attive. Tassi di adesione in linea con le raccomandazioni indicate nelle linee guida ministeriali e regionali sono la condizione non sufficiente ma necessaria per ottenere l’outcome di salute desiderato, misurabile in termini di patologia precocemente riscontrata, di riduzione della mortalità e, conseguentemente, aumento della sopravvivenza specificatamente per tipologia di tumore. TASSO DI ADESIONE AGLI SCREENING Rispetto ai livelli di adesione alle campagne di screening oncologico dell’ASL di Mantova, dichiarando di tendere continuamente ad ottenere l’aumento della percentuale di individui che rispondono all’invito, puntando a raggiungere teoricamente il 100%, per avere criteri oggettivi di confronto della realtà mantovana, innanzitutto si riportano gli standard di riferimento per tutti i programmi di screening contenuti nel documento prodotto dal Ministero della Salute in applicazione alla legge 138 del 2004 e del Piano nazionale per la prevenzione 2005-2007, approvato con intesa Stato regioni del 23 marzo 2005: INDICATORE DESCRIZIONE CALCOLO Partecipazione Proporzione di soggetti invitati che aderiscono all’invito Persone che effettuano l’invito tra le persone invitate (escluso lettere inesitate) STANDARD ACCETTABILE >= 30% STANDARD DESIDERABILE > 50% FONTE: Ministero della Salute: Indicatori di qualità per il monitoraggio di programmi di screening, pag.98 del testo: “Raccomandazione per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione per la prevenzione del cancro della mammella, della cervice uterina e del colon retto”, Nov.2006 Di seguito, sono riportati confronti con quanto di più recente pubblicato nell’ultimo rapporto nazionale dell’Osservatorio Nazionale Screening, organo di controllo per conto del Ministero della Salute delle attività di screening sull’intero territorio nazionale (www.osservatorionazionalescreening.it ). 59 Le statistiche di riferimento per il confronto sono prodotte dall’Osservatorio sulla scorta delle elaborazioni di dati annuali che tutti i programmi di screening italiani hanno l’obbligo di fornire attraverso questionari compilati ad hoc (survey annuali), da inoltrare, nel caso dei programmi lombardi, contemporaneamente sia alla Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia, sia all’Osservatorio Nazionale (rif. regionale [email protected], rif. nazionale [email protected] ) Screening tumori cervice uterina (*): Indicatore Adesione all’invito Valore Italia 38,49% Valore Italia del Nord 45,62% Valore ASL Mantova 51,8% (*) Fonte: “Osservatorio Nazionale Screening – 6° Rapporto”, finito di stampare nel dic.2007 -pag.53, tabella modificata Screening mammografico (ç) Classe di età 50-54 55-59 60-64 65-69 Totale 50-69 Adesione Corretta Nazionale (%) 58,4 63,1 63.4 58,3 Adesione corretta ASL di Mantova(%) 60,3 70,79 70,31 72,80 73,22 67,21 Adesione NORD (%) 64,6 Adesione CENTRO (%) 57,9 Adesione SUD e ISOLE (%) 59,6 (ç) Fonte: “Osservatorio Nazionale Screening – 6° Rapporto”, finito di stampare nel dic.2007 –pagg 26-.27, modifica Screening colon retto (°) Indicatore (dati anno 2006) Adesione al test Adesione agli accertamenti Valore Nazionale 44,6% 81,2% Valore ASL Mantova 58,4% 88,8% (°) Fonte: “Osservatorio Nazionale Screening – 6° Rapporto”, finito di stampare nel dic.2007 –pagg 73-75, modificata LA PATOLOGIA INDIVUATA E I RISULTATI OTTENUTI PREVENZIONE DEI TUMORI DELLA CERVICE UTERINA: Per la valutazione del guadagno di salute relativo a questo programma di prevenzione, è stata fatta esaminando la mortalità, la sopravvivenza, i casi individuati in situ e pertanto a miglior prognosi. Inoltre, dal database dello screening è stata estrapolata un’analisi stratificata della popolazione mantovana versus popolazione straniera, per valutare il diverso impatto in termini di patologia individuata precocemente in queste due diverse categorie epidemiologiche di popolazione target. Dalle analisi condotte in collaborazione con l’Osservatorio Epidemiologico ASL è emerso che: 1) un’analisi del profilo sanitario delle decedute per causa specifica (tumore della cervice uterina) in una serie storica di 11 anni (1996-2006) mostra che il maggior rischio di decesso è quello di NON eseguire il paptest . In questo periodo si sono registrati oltre 40.000 decessi per tutte le cause . I casi di morte individuati per causa e sede specifica (tumore maligno utero-collo) sono 28 (0,0007% della mortalità totale). Il 68% delle decedute (16/28) ha un’età che supera il limite d’età di screening (>65 anni). Per ogni caso è stata verificata la storia di screening, ed è emerso che nessuna donna deceduta per questo tumore risulta aver mai eseguito screening, con l’unica eccezione di un caso in cui la donna ha eseguito un paptest risultato “inadeguato” che lei ha deciso di non ripetere. 2) L’analisi dei casi di tumore in situ – anni 1999 e 2000 ASL di Mantovamostra come la maggior quota della patologia in situ sia riscontrata all’interno dello screening. Nei due anni esaminati, sono stati individuati 42 casi di tumore in situ della cervice (cod. 2331): il 64% dei casi in situ ha una storia di screening e la diagnosi si è ottenuta a seguito del pap-test di screening. 60 3) L’analisi della sopravvivenza, in linea con i dati nazionali (in rosso) rappresenta il guadagno di salute ottenuto, tenendo conto che l’OMS annovera la mortalità per cervici carcinoma tra le morti evitabili: a 1 anno dalla diagnosi = 89% a 3 anni dalla diagnosi = 74% a 5 anni dalla diagnosi = 71% Grafico della sopravvivenza a 5 anni, fonte: OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO ASL MANTOVA Relative survival (%) 100 80 60 40 20 0 0 1 2 3 4 5 Ye ar s s ince diagnos is Wom en Fem ale Italy 4) L’analisi stratificata per provenienza delle assistite, effettuata sul triennio 2004-2006 per il distretto di Mantova, rappresentativo della realtà provinciale, mostra che il guadagno di salute, inteso come patologia riscontrata e curata, interrompendo così la storia naturale del cervicocarcinoma, è più che doppi nella popolazione straniera rispetto alla popolazione mantovana: tab.1 le straniere rappresentano meno del 6% della popolazione screenata PROVENIENZA ADERENTI AL PAP TEST frequenza percentuale MANTOVANE 19.720 94,2% STRANIERE 1.194 5,8% TOTALE 20.914 100,0% Tab 2: le straniere, quando si tratta di popolazione inviata al secondo livello a seguito di un paptest patologico, diventano oltre l’11% della casistica PROVENIENZA FREQUENZA PERCENTUALE MANTOVANE 304 88,9% STRANIERE 38 11,1% Totale complessivo 342 100,0% Tab.3: il tasso di patologia significativa riscontarta dopo gli accertamenti (CIN2 o più) rappresenta oltre il 3 per 1.000 nelle straniere rispetto all’1,26 per mille nelle mantovane. Provenienza DETECTION RATE : Per ogni 1.000 donne screenate MANTOVANE 1.26 STRANIERE 3.36 Totale complessivo 1.4 61 DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI DELLA MAMMELLA Il programma di diagnosi precoce dei tumori della mammella mantovane, distribuite secondo queste fasce d’età: riguarda oltre 50.000 donne Popolazione target dello screening nella Provincia di Mantova fascia d'età n° soggetti % sul totale 50-54 13.993 27% 55-59 12.999 25% 60-64 13.789 27% 65-69 10.947 21% totale 51.728 100% Nella popolazione ,mantovana si registrano circa 350-360 casi/ano di tumore della mammella, ma il dato più confrontabile è rappresentato dal tasso standard di incidenza, confrontato con altri registri tumori. Dalla tabella seguente si evince che il gettito annuo mantovano è tra i più bassi di quelli tabulati per confronto: TASSI DI INCIDENZA STANDARDIZZATI (X 100.000) SULLA POPOLAZIONE MONDIALE REGISTRO TUMORI DI MANTOVA CONFRONTATO CON REGISTRI TUMORI LIMITROFI FEMMINE RTMN 99-01 RTVeneto 99RTFE 98-02 RTMO 98-02 03 MAMMELLA 92,1 91,6 100,7 98,2 RTRE 9802 95,7 RTBS 9901 97,4 RTPR 9802 96,3 Fonte dati: Osservatorio Epidemiologico Di seguito, poi, sono riportati alcuni indicatori di processo, che rappresentano il livello di adeguatezza dello screening mantovano agli standard nazionali (se esistenti). Il tasso di patologia individuata, la percentuale di tumori diagnosticati in situ, come pure il livello della chirurgia conservativa orientano per un impatto rilevante per la diagnosi precoce di questo tumore: Screening mammografico - dati di sintesi MANTOVA INDICATORE GISMa Tasso di adesione all’invito 70,10% 59,6% (>75%RACC.) Tasso di identificazione dei tumori (DRX1.000 DONNE SCREENATE) 3,7‰ 3,98‰(RILEVATO) % Tumori in situ 14% 10-20% rapporto B/M 0,14 0,25:1 % trattamenti chir conservativi 89% no standard % trattamenti chir conservativi per tumori <2cm 100% no standard 62 Tenuto conto del fatto che il programma di screening è attivo dal 2001, è stato possibile valutare la sopravvivenza della popolazione femminile mantovana rispetto a 5 anni dalla diagnosi, per tutti i tumori della mammella registrati nella provincia. In ogni caso, da un anno a cinque anni, la differenza in termini di percentuale di donne sopravvissute alla diagnosi è a favore del periodo post-avvio screening SOPRAVVIVENZA a 5 anni prima dello screening dopo lo screening a 1 anno dalla diagnosi = 97% a 3 anni dalla diagnosi = 90% a 5 anni dalla diagnosi = 85% a 1 anno dalla diagnosi = 97% a 3 anni dalla diagnosi = 91% a 5 anni dalla diagnosi = 87% Relative survival (%) 100 95 90 85 80 75 0 1 2 3 4 5 Ye ars s ince diagnosis Wom en Fem ale Italy OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO E’ stata fatta con l’Osservatorio Epidemiologico ASL una valutazione mirata alle donne che hanno avuto la diagnosi all’interno dello screening (screen-detected) rispetto alle donne della stessa fascia d’età che hanno avuto la diagnosi clinica, essendo non responders allo screening: anche in questo caso, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è al 96,7% per le prime e 81,3% per le seconde, con un importante guadagno di vita. Sopravvivenza a 5 anni: % a confronto n° morti Screen-detected Ca Intervallo Non responders 8 (3,3%) 2 53 n° vivi 233 Totale (96,7%) 241 (8%) 23 (92%) 25 (18,7%) 231 (81,3%) 284 Fonte dati: Osservatorio Epidemiologico DIAGNOSI PRECOCE E PREVENZIONE DEI TUMORI DEL COLON RETTO Per la campagna di individuazione dei tumori colorettali, allo stato attuale non sono possibili valutazioni in ordine al guadagno di salute, ma si possono utilizzare “stimatori proxy” quali il tasso di patologia pre-tumorale individuata e lo stadio dei tumori screen detected. Nella tabella che segue si mostra che il tasso di individuazione di patologia segue gli standard italiani raccomandati: tasso di identificazione (DR) X1.000 screenati per carcinoma INDICATORE GISCOR per adenoma avanzato INDICATORE GISCOR al primo test 3,1 >2 7,7 >7,5 al test successivo 1,1 >1 6,8 >5 63 Nella tabella successiva invece si evince che quasi il 60% della patologia tumorale diagnosticata è allo stadio I. Se si confronta con il tasso del 16% nella popolazione a cui la diagnosi è stata fatta con la clinica (dati Registro Tumori Monografico di Modena), il dato può essere apprezzato in termini di frequenza nella precocità della diagnosi raggruppamento in stadi N° assoluti freq relativa stadio I 76 59,8% stadio II 25 19,7% stadio III 24 18,9% stadio IV 2 1,6% TOTALE CASI STADIATI 127 100,0% Una prima stima della sopravvivenza, a partire dal 2005 pone a 98,1% il valore medio annuo di persone vive a 2 anni dalla diagnosi. Si è dato inizio nel 2009 (e seguito nel 2010) ad una campagna promozionale ad hoc per tutti i soggetti non responder per lo screening colorettale, coloro cioè che mai hanno eseguito il test, dal 2005 al 2008. Oltre 3.000 cittadini hanno aderito, superando, se pur di poco, la frequenza di adesione dei non responder nella normale programmazione. Inviti Inviti Spediti a buon fine Test Eseguiti 27.035 25.554 3.301 Adesione NON RESPONDER ANNO 2008 Adesione NON RESPONDER progetto 2009 12,9% 11,0% Il tasso di positività del test è maggiore che nella campagna di screening e questo è in diretta relazione con la prevalenza della malattia, ovvero con un aumentato rischio di occorrenza del tumore: Test Negativi Test Positivi % Positività del progetto % Positività in screening 3091 210 6,4% 5,0% Sono stati quindi individuati, in questa popolazione, un tasso di adenomi ad alto rischio più che doppio rispetto allo screening puro ( 18,8 ‰ versus 7,7 ‰) oltre che 8 forme di tumore maligno. Referti completi 168 Negativi Lesioni non neoplastiche Adenomi Basso Rischio Adenomi Alto Rischio DR Adenomi HR (‰) Carcinomi DR per cancro (‰) 21 39 38 62 18,8 8 2,4 Questa campagna, per i cittadini che si sono convinti ad aderire, ha rappresentato un’opportunità importante per un potenziale guadagno di salute, stimabile nel prossimo quinquennio. 64 PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’ PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO COMPARTO COSTRUZIONI Obiettivo generale 1 Riduzione degli infortuni mortali e gravi sul lavoro Obiettivo specifico 1.1 Attivare monitoraggio del territorio in conformità al Piano Nazionale Edilizia Azione Attivazione del monitoraggio del territorio per la verifica dei cantieri edili e rendicontazione dei cantieri. Indicatore/i di processo Partecipazione a gruppo regionale sulla vigilanza in edilizia e definizione di linee guida per la vigilanza Attivazione del monitoraggio dei cantieri nel territorio provinciale Standard di processo 100% 80% Del territorio Obiettivo specifico 1.2 Attivare controlli nei cantieri con gravi carenze sulla sicurezza o sotto il minimo etico Risultato atteso Monitoraggio del territorio e esecuzione di 628 sopralluoghi nell’anno 2011 Azione Effettuare attività di controllo in edilizia Selezione dei cantieri con gravi carenze in materia di sicurezza Indicatore/i di processo Effettuare 628 sopralluoghi nei cantieri Effettuare monitoraggio del territorio, anche in collaborazione con DPL, CPT e Comuni e verificare cantieri con gravi carenze in materia di sicurezza Standard di processo 100% 50% Dei cantieri Obiettivo specifico 1.3 Ridurre la frequenza degli Infortuni per caduta dall'alto Risultato atteso Rispetto da parte delle ASL dei volumi programmati di controlli e verifica installazioni anticaduta sulle coperture Azione a) Controllo della installazione di sistemi di ancoraggio sulle coperture Azione Indicatore/i di processo a) Effettuazione del controllo su N° 60 nuovi edifici Standard di processo 80% b) Iniziative di approfondimento per i tecnici della prevenzione ASL 100% Indicatore/i di processo Standard di processo Obiettivo specifico 1.4 Ridurre la frequenza degli infortuni nelle fasi con presenza di scavi (cadute in profondità, seppellimento ) Prevedere una quota di controlli nelle fasi con presenza di scavi Controlli degli scavi nel 90% del totale dei cantieri controllati in cui la fase è presente 100% 65 Obiettivo specifico 1.5 Azione Ridurre la frequenza degli infortuni da folgorazione e da movimentazione meccanica dei materiali Indicatore/i di processo Standard di processo 90% Verifica cantieri con Verifica del 90% delle segnalazioni Enel segnalazioni Enel per lavori in prossimità di parti attive Verifica degli impianti elettrici Verifica degli impianti elettrici nel 90% di cantiere dei cantieri in cui l’impianto è presente Verifica della formazione dei Verifica della formazione dei gruisti nei gruisti cantieri dove la gru è a noleggio 90% 90% Obiettivo generale 2 Accrescere la cultura della sicurezza Obiettivo specifico 2.1 Informazione e sensibilizzazione sul Piano Nazionale Edilizia Azione Organizzazione di momenti di informazione e sensibilizzzazione sulla sicurezza in edilizia in applicazione del Piano Nazionale Edilizia; in collaborazione con CPT, DPL, INAIL, Comuni, ecc… Obiettivo specifico 2.2 Azione 1. Formazione degli studenti 2. Formazione dei docenti Indicatore/i di processo Standard di processo a) Iniziative di sensibilizzazione dei Committenti pubblici e privati b) Iniziative di informazione per le imprese e lavoratori autonomi c) Iniziative di informazione per i coordinatori della sicurezza Progettazione e realizzazione di corsi di formazione nelle scuole per docenti e allievi Indicatore/i di processo Standard di processo 100% Realizzazione di un corso di formazione alla sicurezza per gli Istituti per Geometri della Prov. di Mantova in collaborazione con CPT, Collegio dei Geometri, Istituti Scolastici e Inail Realizzazione di un progetto di formazione per i docenti degli Istituti Tecnici per Geometri 100% Obiettivo generale 3 Migliorare l' organizzazione del lavoro nei cantieri Obiettivo specifico 3.1 Migliorare l’attività dei Coordinatori per la Sicurezza Azione Indicatore/i di processo Standard di processo 66 a) Applicazione delle Regole minime per i Coordinatori per la sicurezza a) Monitoraggio sull’attività dei Coordinatori e divulgazione ai dell’esito dei controlli effettuati nel 2010 b) Aggiornamento delle “Regole minime per i Coordinatori per la sicurezza” in base alla normativa vigente b) Aggiornamento “Regole minime per il Coordinatore della sicurezza” Obiettivo specifico 3.2 Obiettivo specifico 3.3 100% Migliorare la formazione di Capi Cantiere e Dirigenti delle imprese edili Azione d) Formazione del Capocantiere e dei Dirigenti 100% Indicatore/i di processo Progettazione e realizzazione di n. 1 Corsi/Anno per Dirigenti e Preposti, in collaborazione con CPT Standard di processo 90% Approfondimenti sulla applicazione del Titolo IV D.Lgs. 81/08 e s.m. Azione Indicatore/i di processo Standard di processo Approfondimenti sull’applicazione del Titolo IV D.Lgs. 81/08 anche con esame di casi reali riguardanti: a) Idoneità tecnico professionale b) Ruolo e responsabilità dei lavoratori autonomi confronto con altri soggetti istituzionali e divulgazione degli esiti 90% - Attivazione gruppo ASL - DPL Obiettivo generale 4 Migliorare la sicurezza nei lavori pubblici Obiettivo specifico 4.1 Predisporre un progetto di prevenzione e assistenza nei lavori pubblici Azione Indicatore/i di processo Standard di processo Attivazione di un incontro di formazione per Tecnici della Prevenzione dell’ASL di Mantova sui lavori pubblici, con approfondimenti su: - Verifica della idoneità tecnico professionale delle imprese - Verifica dei costi per la sicurezza - Controlli sulla regolarità degli appalti Predisposizione di un progetto di prevenzione e assistenza dei cantieri pubblici. 100% a) a) Approfondimento della normativa sui lavori pubblici e predisposizione di un progetto di prevenzione e assistenza. 100% 67 Obiettivo specifico 4.2 Azione Migliorare la capacità di controllo nei cantieri stradali Indicatore/i di processo Standard di processo Migliorare la capacità di controllo dei cantieri stradali Progettazione e realizzazione di un incontro di formazione per Tecnici della Prevenzione dell’ASL di Mantova 100% Obiettivo generale 5 Migliorare lo stato di salute dei lavoratori in edilizia Obiettivo specifico 5.1 Azione Aggiornamento in In materia di accertamenti di verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti: Adozione delle linee guida regionali da parte delle imprese valutazione dello stato di salute e successivo approfondimento di patologie lavoro-correlate Indicatore/i di processo - formazione degli operatori SPSAL - aggiornamento e formazione dei medici competenti - aggiornamento dei datori di lavoro, coordinatori per la sicurezza, capocantiere, lavoratori autonomi Standard di processo 90% Controlli a campione per la verifica dell’effettuazione e della qualità della sorveglianza sanitaria attraverso, con la verifica dell’ottemperanza alle norme in materia di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. 100% Analisi dei dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria 90% COMPARTO AGRICOLTURA 1. SICUREZZA MACCHINE AGRICOLE - Prosecuzione del progetto di intervento per l’adeguamento delle macchine agricole usate in collaborazione con le associazioni dei costruttori, rivenditori e riparatori di macchine agricole della Provincia, che prevede la predisposizione di procedure e di schede per l’acquisizione in permuta delle macchine usate. - Partecipazione al Gruppo di Lavoro Nazionale, presieduto dall’Ispesl, per la verifica della messa sul mercato di macchine agricole. 2. FITOFARMACI - Partecipazione ai corsi di formazione per il rilascio dei patentini organizzati dalla Provincia. - Verifica del registro dei trattamenti e degli stoccaggi in tutte le aziende previste dai sopralluoghi ispettivi e raccolta dati attraverso le schede regionali. - Sopralluoghi congiunti con il Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione. - Partecipazione al Progetto Regionale per la produzione di profili di rischio nel settore viticoltura. 68 - Diffusione dei profili di esposizione/rischio per coltura: divulgazione dei risultati e delle buone pratiche colturali al fine di minimizzare il rischio professionale da prodotti fitosanitari. 3. ATTIVITA’ DI CONTROLLO NELLE AZIENDE Collaborazione con l’Assessorato Regionale Agricoltura per la verifica delle aziende agricole all’interno del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Questa importante attività continua anche per il 2011, anche se è sconosciuta la quantificazione degli incentivi economici pubblici alle aziende. Questa mancanza rende particolarmente difficile programmare l’attività. In base alle domande presenti, allo storico e all’esperienza maturata, appare ragionevole prevedere interventi di controllo in . 150 aziende agricole. 4. FORMAZIONE E COMUNICAZIONE - Progetto di formazione dei docenti degli Istituti Agrari della Provincia di Mantova, in collaborazione con Inail, Provincia di Mantova, Istituti Agrari, Comitato Paritetico Provinciale per l’Agricoltura. Il progetto prevede un intervento di studio, formazione, programmazione e sperimentazione, riguardante i programmi didattici degli Istituti Agrari della Provincia di Mantova al fine di una loro significativa integrazione con gli elementi principali della prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro. - Potenziamento del sito Web per la diffusione della documentazione e delle buone pratiche in materia di igiene e sicurezza del lavoro nel comparto agricoltura. - Partecipazione alle Fiere di settore. - Partecipazione a corsi di formazione per RSPP e RLS organizzati dalle associazioni imprenditoriali e dal Comitato Paritetico Provinciale per l’Agricoltura. 5. MONITORAGGIO DEI FATTORI DI RISCHIO E DELLE DINAMICHE DI INFORTUNIO • Registro inchieste infortuni: - attivazione delle inchiesta sugli infortuni mortali e gravi; - rilevazione dei dati sulla base della scheda regionale. • Partecipazione al progetto “Registro regionale infortuni mortali e gravi. • Alimentazione del Registro Nazionale con le inchieste di tutti gli infortuni verificati, come da accordi con l’ISPESL. STRESS E LAVORO Il Laboratorio di Approfondimento regionale “Stress e lavoro” ha creato un Gruppo Tecnico Formazione che ha già realizzato nel 2010 un corso sulla conoscenza base dello stress occupazionale e sulle attività dei servizi di prevenzione relativamente a questo rischio .E’ previsto un corso di approfondimento per gli UPG nel 2011. E’ stato creato un gruppo Tecnico di Sperimentazione che ha avviato in un gruppo di aziende un percorso di valutazione del rischio stress lavoro correlato ed ha in programma la realizzazione di una banca dati delle soluzioni per la prevenzione di questo rischio. Collabora con il Laboratorio di Approfondimento “Ruolo del SPP in Sanità”. Considerate le linee di azione regionali per il 2011 su stress e lavoro si propongono le seguenti attività di promozione/assistenza nei confronti delle aziende: Per promuovere un efficace approccio al rischio stress e lavoro, è necessario mettere a disposizione dell’utenza (ddl, RSPP, RLS e singoli lavoratori) uno sportello per tutte le 69 aziende, per fornire informazione e assistenza su valutazione del rischio, formazione specifica, sorveglianza sanitaria, accesso alla banca dati regionale per eccellenze e soluzioni e per accogliere casi di sofferenza aziendale e di singoli lavoratori. Poiché il problema è emergente, è necessario pianificare: • uno sportello per dare informazioni ed assistenza ad aziende e RSPP • uno sportello di accoglienza per casi di disagio aziendale e di singoli lavoratori • azioni comunicative verso aziende, RSPP, RLS, Patronati, MC. Per il 2011 la programmazione prevede, a livello territoriale, interventi di promozione di corretti percorsi di valutazione e gestione del rischio attraverso sopralluoghi ed audit nelle aziende, rimandando l’attività ispettiva in senso stretto al 2012, come da indicazioni regionale. COMPARTO SANITA’ Il Laboratorio di approfondimento Regionale “Ruolo del SPP in Sanità”, che ha come obiettivo la creazione di un modello di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro applicabile alle strutture sanitarie, ha prodotto linee di indirizzo tra cui “I requisiti minimi per l’applicazione di un SGSL nelle strutture sanitarie”, oltre che le linee di indirizzo per la redazione del DUVRI e per la gestione delle emergenze. Considerate le linee di azione regionali per il 2011 nel comparto sanità si propongono le seguenti attività di promozione/assistenza nei confronti delle strutture sanitarie (RSA/IDR e ospedali): Sono da effettuare attività di promozione/divulgazione delle linee di indirizzo regionali su DUVRI ed emergenze in 20 RSA-IDR-Ospedali, assieme al controllo della gestione delle emergenze (verifica della formazione specifica, del piano delle emergenze, delle modalità di allertamento, delle esercitazioni effettuate). Le linee di indirizzo per la gestione delle emergenze (firmate AIAS) sono uno strumento molto specifico, completo ed esauriente, permettono di redigere un buon piano delle emergenze e forniscono indicazioni anche sull’effettuazione delle esercitazioni pratiche. • • • • Verifica/promozione dell’applicazione di un sistema gestionale secondo i requisiti minimi delle linee di indirizzo regionali, che prevedono: definizione della politica aziendale in materia di sicurezza, audit con gli attori della sicurezza, redazione del Piano dei Miglioramenti, audit di monitoraggio. Verifica/promozione di corretti percorsi di valutazione e gestione del rischio stress lavoro correlato. Individuazione e segnalazione alla Regione di eventuali eccellenze. Prosecuzione dell’attività svolta nel 2010 per DUVRI ed emergenze. Per queste attività sono previsti sopralluoghi nelle aziende con audit e successivo esame della documentazione; eventuale relazione di ritorno alle aziende sulle criticità rilevate e le possibili misure di miglioramento. COMPARTO METALMECCANICA L’attività di intervento nel settore metalmeccanico opera nell’ambito del “Piano regionale 2011-2013 per la promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro”. 70 Il “ laboratorio di approfondimento” nel settore meccanica e metalmeccanica della Regione Lombardia ha lo scopo di individuare le metodologie, le azioni e le linee strategiche di intervento da effettuarsi nello specifico settore. Dall’analisi di contesto è emerso che in Lombardia si verifica un numero rilevante di infortuni, con conseguenze gravi o mortali per una frazione elevata. Le aziende afferenti al comparto occupano , pur considerando la riduzione e il ridimensionamento degli occupati, il maggior numero di lavoratori del settore industriale lombardo. Obiettivo primo del laboratorio è stato quindi individuato nella ricerca di strategie atte a ridurre il numero e gravità degli infortuni. In questa prima fase sono stati prese in considerazione i problemi inerenti aziende appartenenti ai Gruppi (e codici) ATECO DJ Industria metalli e DK Industria meccanica. Il percorso ha previsto l’esecuzione di controlli mirati a cura dei Servizi delle ASL preceduti da una attenta analisi di contesto e dalla individuazione di criteri di priorità (ddg n° 12830 del 30/11/09). Per l’esecuzione dei controlli è stata messa a punto una “guida al sopralluogo” mirata alla verifica della sicurezza di macchine e impianti. La stessa guida, impostata come check list e corredata da campi “aggiuntivi” per rischi specifici è stata proposta come strumento di autoanalisi per le aziende a disposizione di RSPP, RLS, RLST. A fronte di un considerevole numero di occupati (circa 17.500 addetti stimati secondo i criteri INAIL), pari all’12,8 % del totale degli addetti nell’industria mantovana, questi comparti sono caratterizzati da un’apprezzabile indice di frequenza degli infortuni (4° posto su tutti i comparti)..La nostra ASL è partita con largo anticipo all’attuazione del progetto rispetto alle altre asl lombarde tanto da assumere un ruolo sperimentale in seno al laboratorio regionale di approfondimento. La programmazione dell’attività dell’anno 2011 nel Comparto metalmeccanica differisce dal triennio precedente. In termini di volumi di intervento e strategie, a livello locale si era infatti deciso di effettuare l’attività su un numero cospicuo di aziende andando ben oltre i volumi previsti a livello regionale. A fronte di un obiettivo regionale che vedeva nel triennio il coinvolgimento di 300 aziende su tutto il territorio lombardo, la sola ASL di Mantova ha effettuato controlli su di un campione di 156 aziende. Stante il considerevole numero di aziende già visionate non è parso utile proseguire per l’anno prossimo all’estrazione di un ulteriore campione di aziende. Sono state prese in esame una serie di considerazioni riguardanti: • • • • • necessità di riduzione dell’indice di frequenza infortunistico a livello provinciale concentrazione di un significativo n° di infortuni concentrato in poche aziende mancato computo degli infortuni relativi a lavoratori interinali/atipici cambiamento delle realtà aziendali rispetto ai dati dei flussi informativi che riguardano infortuni accaduti nei due-tre anni antecedenti necessità di approfondire la conoscenza e l’analisi delle dinamiche infortunistiche al fine di ricavare indicazioni per la predisposizione di linee guida e buone prassi sia di tipo metodologico e organizzativo che relative a problemi specifici legati all’utilizzo di macchine e impianti. Per il 2011 si provvederà ad approfondire gli aspetti inerenti le modalità di accadimento degli infortuni per delineare con precisione e in tempo reale le dinamiche infortunistiche che maggiormente incidono sull’innalzamento degli indici infortunistici. Nel corso del primo trimestre si procederà all’analisi dettagliata di tutti gli infortuni che si verificheranno nelle aziende del comparto ivi compresi quelli relativi a lavoratori interinali ed atipici. In occasione delle indagini infortunio si provvederà ad una verifica complessiva della situazione aziendale avvalendosi della Check list. Per rendere confrontabili e quanto più possibili i dati relativi agli infortuni l’analisi avverrà attraverso il sistema “sbagliando si impara”. Nel trimestre successivo si valuteranno i dati acquisiti e si formuleranno le prime 71 valutazioni. Nel corso del secondo trimestre, alla luce dei risultati riscontrati si deciderà in ordine alla modalità attraverso la quale improntare l’attività nel secondo semestre. Le soluzioni proposte si identificano prioritariamente con le seguenti azioni. 1° trimestre Azione Indicatore/i di processo Raccolta ed Analisi dei dati acquisiti dalle schede di valutazione dell’organizzazione aziendale e dall’attività di indagine nel triennio 2008 2011 relazione sull’attività svolta eventuale pubblicizzazione dei dati in incontro ad hoc con parti sociali ed aziende coinvolte 1° trimestre Verifica delle criticità evidenziate dal sistema flussi informativi 1° trimestre Effettuazione indagine per tutti gli infortuni verificatisi nelle aziende metalmeccaniche (ivi compresi interinali) 2° trimestre Analisi dei dati acquisiti nelle indagini infortuni 1° semestre 2° semestre Corsi di auto formazione sul campo sull’utilizzo del sistema sbagliando si impara Incontri di formazione con RSPP aziendali Redazione check list aziende ispezionate Analisi ogni infortunio con modello “sbagliando si impara” relazione sull’attività svolta con formulazione di proposte relative a linee guida e buone prassi Standard di processo 100% 100% Da decidere se per tutti gli operatori Spsal o solo per gli appartenenti al gruppo PROGETTO SISTEMI GESTIONE SICUREZZA LAVORO Il laboratorio SGSL delle Regione Lombardia, , a cui le varie ASL aderenti devono ricondursi, prevede gli obbiettivi/azioni di seguito elencate. 1. Promuovere l’implementazione di modelli organizzativi nelle realtà produttive lombarde Promuovere l’applicazione di modelli SGSL previsti da art. 30 D.Lgs. 81/08 (UNI INAIL e BS OHSAS 18001: 2007) • ASL di Mantova ha proposto il coinvolgimento di alcune aziende che volontariamente hanno deciso di aderire all’iniziativa, partecipando ad un corso di formazione, valido come aggiornamento per RSPP e ASPP, per l’acquisizione di un metodo di analisi degli infortuni (modello SSI – Sbagliando s’impara) per l’individuazione delle cause (fattori di rischio) dell’evento allo scopo di avviare un percorso di revisione della gestione della sicurezza anche in riferimento all’art. 29 del D.Lgs. 81/08. • Seguendo le indicazioni regionali, il progetto SGSL prevede una fase di stimolo all’adozione di Sistemi di Gestione della Sicurezza che, ai sensi dell’ art. 30 del D.Lgs. 81/08, sono esimenti della responsabilità amministrativa d’impresa. • Per quanto riguarda il progetto dei SGSL, il cui obbiettivo è l'incremento del 10% delle aziende che adottano un SGSL, proseguirà per il 2011 la promozione delle attività volte a sensibilizzare le aziende all'adozione di tali sistemi. Nel progetto 72 SGSL locale, sono coinvolte 25 aziende che occupano 7.000 lavoratori nel loro complesso, come riportato nella tabella sottostante. Sono aziende sensibili all’implementazione di SGSL con le quali è stato fatto un percorso mirato principalmente all’analisi degli infortuni sul lavoro attraverso il “Modello sistemico, multifattoriale e multiassiale ad albero delle cause per l’analisi e la descrizione degli eventi infortunistici “Sbagliando s’impara” – S.S.I.” Partecipano 25 aziende (0,1% PAT) 7000 lavoratori (6% totale addetti produzione) 400 infortuni (7% totale infortuni) 10000 giornate perse (6.25% totale gg.pp.) Fonte dati INAIL 2007 • Queste aziende, nell’anno 2011, adotteranno il modello di analisi, in caso di evento infortunistico, anche per rispondere al dettato normativo di cui all’art. 29 del D.Lgs. 81/08 che prevede la rielaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi nel caso di infortuni significativi. L’adozione di questa procedura di analisi degli infortuni verrà inoltre valutata dalla competente INAIL per la riduzione del 10% del premio assicurativo. Nel gruppo regionale specifico é in corso l'elaborazione di indicazioni operative affinché le aziende fino a 50 dipendenti possano avviare un percorso di gestione della sicurezza semplificato rispetto alle OHSAS 18001:2007 e UNI-INAIL. Nell’ambito di questa iniziativa si potrà promuovere la divulgazione delle suddette indicazioni operative mediante incontri specifici con le imprese interessate che verranno reclutate anche sulla base dei risultati dell’attività di intervento nel settore della metalmeccanica, dove, oltre alle attività di vigilanza ed ispezione, sono stati approfonditi gli aspetti organizzativi dell’azienda che possono essere propedeutici all’adozione delle procedure di lavoro e alle attività di verifica della loro adozione. PROGETTO RISCHIO CHIMICO Si propone per l’anno 2011 il seguente piano delle attività nella prevenzione dai rischi da sostanze cancerogene e nel settore chimico. 4) La programmazione dell’attività dell’area chimica comprende l’attività nelle aziende oggetto d’ispezione sulla base di prescrizioni o nell’ipotesi di ampliare lo spettro delle conoscenze di problematiche di emissioni nelle aree di stabilimento ma con riflessi anche sull’ambiente esterno nelle principali aziende chimiche della Provincia. RAFFINERIA IES - Attività del tavolo tecnico della Provincia per attuazione delle prescrizioni AIA; - Attività in campo per monitorare le bonifiche delle aree contaminate, la manutenzione delle fognature sospette di perdite, le linee interrate, la manutenzione dei serbatoi, manutenzione impianti non programmate, verifica contenimento delle emissioni o attività correlata alla autorizzazione di scavi e movimento terra secondo le direttive del ministero in area industriale classificata SIN. POLIMERI EUROPA - Partecipazione all’attività del tavolo tecnico del Comune per quanto riguarda il miglioramento tecnologico del parco serbatoi di stabilimento per il contenimento delle emissioni diffuse dei serbatoi a tetto galleggiante che contengono gli aromatici con particolare riguardo agli stoccaggi del benzene. 73 - Attività correlata alla autorizzazione di scavi e movimento terra secondo le direttive del ministero in area industriale classificata SIN. COMPARTO AGRIINDUSTRIA- ALIMENTARE PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI E DELLE PATOLOGIE DA MOVIMENTI RIPETITIVI Analisi fabbisogni territorio: Queste patologie rappresentano oggi, in Europa, il gruppo più consistente di malattie professionali: oltre il 50% di tutte le malattie professionali riconosciute nei diversi paesi e sistemi assicurativi europei. In Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’INAIL (2005), le patologie muscoloscheletriche professionali, nel loro complesso, ora “tabellate” tra le malattie professionali a presunzione legale di origine, hanno visto un costante trend di crescita negli ultimi anni che le ha portate ad essere la prima condizione di malattia professionale indennizzata. In particolare, nel 2005, le sole WMSDs degli arti superiori (tendiniti; STC) rappresentavano circa il 26% del totale della casistica delle malattie professionali indennizzate. A livello locale sono la seconda patologia, precedute solo dalla sordità professionale. Graduazione delle attività in base al livello di rischio e definizione delle priorità . A livello locale, nel quadro del progetto regionale, si ritiene utile effettuare l’intervento di prevenzione nel settore della macellazione ed alimentare, notoriamente a rischio elevato e molto ben rappresentato nel territorio. In questi ultimi sarà affrontato anche il tema della prevenzione degli infortuni, che sono al primo posto nel nostro territorio per indice di frequenza degli infortuni. Indicazione delle forme di raccordo e coordinamento interno (tra Dipartimenti, Servizi e Distretti dell’ASL) ed esterno: gli interventi saranno attuati in collaborazione con la UOOML. Numero e tipologia dei controlli previsti, rapportati alle imprese suddivise per livello di rischio: controllo della situazione e del quadro epidemiologico nelle industrie di macellazione, definizione degli interventi da realizzare per gli aspetti antinfortunistici e per la prevenzione delle patologie da movimenti ripetuti. Il laboratorio di approfondimento regionale ha disposto l’utilizzo di una scheda sulle metodologie per la valutazione del rischio specifico da utilizzare nei controlli. COMPARTO LOGISTICA - TRASPORTI E SETTORE LEGNO La programmazione dei progetti da attuare, è effettuata non solo sulla base del criterio di appartenenza dell’azienda ad un comparto ad alto rischio, ma considerando il singolo livello di rischio ricavato con le informazioni contenute nella banca dati “Flussi Informativi integrati” INAIL – ISPESL e Regioni. Sarà in particolare analizzato per l’anno 2011 il comparto LOGISTICA E TRASPORTI e il SETTORE LEGNO. Le imprese devono essere classificate attribuendo ad esse indici definiti sulla base della gravità e frequenza dei rischi attinenti al settore produttivo di appartenenza, uniti a indici propri di incidenza degli eventi infortunistici e di malattia professionale. Anche la valutazione di efficacia degli interventi avviene attraverso l’andamento degli indici di frequenza e gravità negli anni nel comparto e nelle singole aziende. Le informazioni contenute nei Flussi Informativi, sono integrate da conoscenze derivate da altre banche dati, quali il registro regionale delle malattie lavoro correlate e il registro regionale degli infortuni mortali e dalle conoscenze acquisite dal Servizio, completando in tal modo la conoscenza del proprio territorio. 74 ATTIVITA’ IMPIANTISTICA I compiti istituzionali riguardano principalmente le attività di verifica di attrezzature di lavoro e impianti soggetti a controlli periodici previsti da leggi e regolamenti speciali. Allo stato attuale viene confermata la titolarità dell’ASL come unico soggetto competente per i settori degli apparecchi a pressione e degli impianti di sollevamento oltre all’attività omologativa di impianti elettrici installati nei luoghi con pericolo di esplosione. In sintesi le attività di verifica sono − verifiche periodiche di attrezzature in pressione; − verifiche periodiche di generatori di calore; − verifiche periodiche di impianti di sollevamento; − verifiche periodiche degli impianti elettrici di messa a terra, di protezione contro le scariche atmosferiche; − verifiche periodiche ed omologative degli impianti elettrici installati in luoghi con pericolo di esplosione. In accordo con le indicazioni operative regionali del Piano Integrato della Prevenzione 2010, l’attività di vigilanza è rivolta principalmente ad aziende/attività economiche con elevato grado di rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, tenuto conto della periodicità dei controlli obbligatori che il datore di lavoro è tenuto a richiedere agli organi competenti secondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Programmazione anno 2011 • Attività Istituzionale Nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse umane disponibili, tenuto conto delle Regole di Sistema (DGR N. 937 del 01/12/2010), si rappresenta la previsione dell’attività istituzionale sulla base di un puntuale raffronto con il triennio precedente. Prevenzione Medica – Area Ambienti di lavoro Servizio Impiantistica Macroattività D.Lgs n. 81/2008 Target 2011 Impianti di sollevamento per cose o persone ed idroestrattori installati in cantieri ed insediamenti produttivi 2200 Apparecchi a pressione, generatori, insiemi di ogni tipo installati in insediamenti produttivi 2200 Impianti di messa a terra, di protezione contro le scariche atmosferiche e impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione 400 Impianti di riscaldamento ad acqua calda sotto pressione 80 75 MALATTIE LAVORO CORRELATE Obiettivi La naturale e stretta connessione che relaziona le malattie professionali all’ambito lavorativo ha fatto sì che Regione Lombardia si sia dotata di un unico strumento col quale promuovere la cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e individuare gli obiettivi. Come già anticipato nel paragrafo precedente, tale strumento è costituito dal Piano regionale per la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, e, di seguito, si elencano gli obiettivi afferenti alla presente area di intervento: • sviluppo della valutazione di efficacia delle politiche di prevenzione sanitaria; • contenimento delle malattie professionali, seppure il risultato passi attraverso l’adozione d’iniziative favorenti l’emersione delle stesse. Le azioni di miglioramento, volte a far emergere le “malattie da lavoro perdute”, passano attraverso un adeguato sistema di registrazione e scambio dei dati tra INAIL, Regione Lombardia, e tutte le altre fonti informative disponibili, quali ad esempio SDO, i dati registrati dall’INPS relativi alla storia lavorativa, dati contenuti nella carta SISS. La confluenza di tutte le informazioni in un’unica Anagrafe, all’interno del Sistema Informativo della prevenzione Impres@, consentirà un migliore controllo dei fenomeni epidemiologici e una puntuale individuazione delle fasce di rischio verso cui orientare la prevenzione. Ricerca attiva tumori professionali tramite flussi informativi tra Ospedali e SPSAL- UOOML Il Sistema delle SDO – Metodologia di ricerca attiva OCCAM La metodologia OCCAM è un modello di ricerca attiva di tumori di origine professionale, basato sul linkage tra gli archivi di dimissioni ospedaliere e quelli pensionistici dell’INPS (utilizzo dei dati sulla storia lavorativa disponibili in forma elettronica, classificazione ATECO - ISTAT). Vengono in tal modo periodicamente generati casi di possibili tumori di origine professionale. Il metodo è risultato appropriato per indagare patologie tumorali a bassa frequenza eziologica (es.: Ca polmone, Ca Vescica). E’ attivo in Lombardia dal 2005 nell’ambito del Progetto regionale Tumori Professionali. La ricerca di casi di tumori di sospetta origine professionale attraverso il sistema OCCAM presenta sviluppi nel 2011 in quanto è pervenuto ai Servizi territoriali dal centro di riferimento di Milano l’aggiornamento dei nuovi casi OCCAM. Agli atti rimangono i casi estrapolati da OCCAM (ricavati dalle SDO) tra il 2001 ed il 2006 e già indagati nel 2008. Per quanto attiene alle altre metodiche di ricerca attiva anche in relazione a malattie lavoro-correlate in genere si precisa: 1) Dalle SDO sono state selezionate le patologie del sistema osteo articolare con possibile rapporto con attività di lavoro; a queste si sono aggiunti tutti i casi di sindrome tunnel carpale (STC) operati ambulatoriamente nell’anno precedente; inoltre, sono stati selezionati alcuni casi di tumore polmonare e vescicale (sempre da fonte SDO). Si è poi preso contatto con INPS locale al fine di ottenere informazioni su attività lavorative svolte dai casi selezionati. Un primo “incrocio” di dati è stato effettuato su questi ultimi casi di tumore polmonare e vescicale (16 casi in tutto) e sono in corso di approfondimento i possibili nessi causali tra lavoro e malattia. 2) Nell’intento di migliorare l’approccio ai tumori di sospetta origine professionale si è proceduto a sviluppare in collaborazione con UOOML di Cremona e Brescia e con il reparto di Urologia del principale Ospedale provinciale un sistema di ricerca attiva che permetta l’approccio diretto al paziente ancora in fase di ricovero, con evidenti migliori risultati in termini di completezza delle informazioni. 76 3) E’ stata anche mantenuta la verifica dei casi esaminati durante le sedute delle Commissioni di Invalidità civile alle quali partecipa sempre un medico del lavoro. Riassumendo gli obiettivi con particolare riguardo ai tumori, si rileva che le priorità specifiche sono state: 1) Valutazione esposizione e rischio da cancerogeni 2) Obblighi normativi - Aspetti medico-legali - Aspetti etico-deontologici 3) Contributo scientifico-epidemiologico - Risvolti culturali e sociali Metodi utilizzati : 1) Valutazione attraverso SDO o contatti diretti con i reparti delle neoplasie con maggiore impatto epidemiologico, con priorità per polmone, vescica, sistema emolinfopoietico, mesoteliomi e tumori naso-sinusali . 2) Iniziative di sensibilizzazione di reparti, per promuovere una intensa collaborazione al progetto. 3) Avvio ricerca sistematica/attiva. 4) Valutazione casi attraverso anamnesi/intervista; acquisizione documentazione clinica; relazione conclusiva e adempimenti medico-legali. Vantaggi di tale metodo: 1) in ambito clinico alta percentuale di anamnesi raccolte direttamente o “al letto” del paziente: - acquisizione documentazione ed informazioni in tempi relativamente brevi - accuratezza nell’accertamento dell’esposizione/rischio - counselling per paziente, familiari, medici 2 ) in ambito occupazionale valutazione dei rischi occupazionali/ambientali nella comunità locale : - sorveglianza sanitaria per altri lavoratori - interventi preventivi negli ambienti di lavoro 3) in ambito epidemiologico: - clusters ed eventi sentinella (per esposizioni misconosciute) - stime epidemiologiche - riduzione sottonotifica - collaborazione con registri di patologia Ricerca attiva malattie professionali tramite protocollo d’intesa ASL INAIL Si è attivata una collaborazione con Inail per impostare il progetto di ricerca attiva delle malattie professionali. Nel principio della responsabilità condivisa, verranno intraprese attività che si innesteranno in un territorio particolarmente sensibile alle iniziative prevenzionali, con l’unico obiettivo di perseguire una politica di miglioramento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I due istituti organizzeranno incontri formativi sia con gli attori del sistema di alimentazione del Registro delle malattie professionali che con i promotori delle segnalazioni ed i soggetti obbligati alla denuncia della tecnopatia allo scopo di: - tracciare una mappatura delle malattie denunciate nella provincia di Mantova, nell’arco temporale 2008/2009 e primo semestre 2010 - valutare il divario tra le segnalazioni trasmesse ai sensi dell’art. 139 T.U. e le malattie denunciate ai sensi dell’art. 53 a fini assicurativi 77 - - predisporre attività di sensibilizzazione mirata alla prevenzione delle tecnopatie indirizzata alle figure individuate dal D.Lgs 81/2009 e successive modifiche in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. - monitorare l’andamento tecnopatico per il biennio 2010/2011, per costituire una banca dati integrata necessaria ad attivare, in proseguo, mirate iniziative a scopo prevenzionale. Inoltre i due istituti, allo scopo di far emergere le patologie lavoro-correlate, si impegneranno: - alla valutazione per l’ultimo triennio dei dati relativi alle malattie professionali denunciate e riconosciute dall’INAIL e quelle segnalate e archiviate dall’ASL con attribuzione del nesso di causa lavorativa allo scopo di confrontare gli esiti delle valutazioni effettuate dai due enti in merito alla correlazione delle patologie al lavoro e condividere i percorsi ed i criteri delle suddette valutazioni. all’instaurazione di un regolare flusso informativo per accrescere la disponibilità di informazioni sulle azioni effettuate da ciascun ente nell’ambito di competenza; in particolare l’Inail autorizza lo SPSAL ad accedere alle fonti delle Malattie Correlate al Lavoro e fornisce allo stesso notizie sull’esito dell’iter assicurativo e lo SPSAL trasmette all’Inail i gli esiti delle indagini svolte in particolare: - sui casi di patologie professionali archiviati tramite banca dati MAPROFWEB fornendo notizie sull’esito del processo di attribuzione del nesso di causa lavorativa; - sui casi di patologie indagate tramite ricerca attiva a partire dalla banca dati Occam relativa ai tumori di possibile origine professionale. È inoltre ipotizzabile l’attivazione di una ricerca attiva delle malattie di origine professionale con il contributo dell’Inps. In particolare lo SPSAL provvederà a condividere con Inail ed Inps i risultati derivanti dall’analisi ed elaborazione dei dati provenienti dalle Schede di Dimissione ospedaliera (SDO) e dalla Nuova Anagrafe Regionale (NAR), finalizzata in particolare all’individuazione di patologie correlate all’esposizione lavorativa. Nello specifico i dati delle SDO possono essere incrociati con i dati INPS relativi alla storia contributiva del lavoratore, per valutare la possibile correlazione delle patologie con il lavoro. I lavoratori con una possibile correlazione con patologia da lavoro verranno convocati presso l’ASL per un’indagine approfondita ed eventuale segnalazione all’Inail in caso di accertamento di patologia di sospetta origine professionale. Registro dei Lavoratori ex Esposti all’Amianto presso l’ASL di Mantova In riferimento al Decreto Direzione Generale Sanità N. 4972 del 16 maggio 2007 “Istituzione del Registro dei Lavoratori ex Esposti all’Amianto e adozione del protocollo operativo per la loro sorveglianza sanitaria, presso le ASL, previsti dal D.G.R VIII/1526 del 22 dicembre 2005”, è istituito presso il Dipartimento di Prevenzione Medico dell’ASL di Mantova il Registro dei Lavoratori ex Esposti all’Amianto L’istituzione di tale Registro ha le finalità epidemiologiche e prevenzionali previste dalla legge regionale n.1 del 29 settembre 2003 “Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto” e dalla Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 18 del 27 marzo 2003 “sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro” che ribadiscono l’obbligo a proseguire la sorveglianza sanitaria anche dopo la cessazione dell’esposizione ad amianto. Nello specifico l’Istituzione del Registro presso il Dipartimento di Prevenzione Medico dell’ASL di Mantova ha le seguenti finalità: - prosecuzione della sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti ad amianto inclusi nel Registro presso la UOOML di riferimento tramite l’adozione di un protocollo operativo secondo le modalità previste dall’Allegato A D.D.G. N. 4972 del 16 maggio 2007. 78 definizione e individuazione, sulla base delle conoscenze scientifiche a disposizione e delle competenze acquisite in ambito di controllo dei rischi amianto nei lavoratori, dei livelli di rischio attesi per i vari gruppi di “ex esposti” in diverse particolari condizioni di lavoro. - censimento dei lavoratori con pregressa esposizione ad amianto. - sperimentazione e validazione di uno strumento informatizzato per la registrazione e valutazione dell’esposizione individuale ad amianto. La ricerca attiva dei lavoratori è effettuata tramite richiesta all’INAIL, ai rappresentanti sindacali o alle aziende stesse attive/cessate appartenenti alle categorie di lavoratori ex esposti ad amianto. I soggetti vengono convocati per un colloquio medico e vengono inseriti, sulla base dei parametri di classificazione e previo consenso, nel Registro ex Esposti ad Amianto e richiamati per l’attivazione del protocollo operativo sanitario. Registro Mesoteliomi Nell’ambito dei sistemi di registrazione delle malattie professionali, il Registro Mesoteliomi è attivo in Lombardia già dall’anno 2000 presso la Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” dell’Università degli Studi di Milano. Tutti i casi segnalati vengono indagati dal Servizio . Le denunce di malattia professionale “mesotelioma” pervenute allo SPSAL dal 2000 al 2009, sono 106 cui ha fatto seguito indagine ed invio di questionario/relazione al RML. Delle malattie indagate è stata confermata diagnosi certa di mesotelioma per 99 casi, di questi 93 sono riferiti a residenti in provincia di Mantova e 7 a residenti in province limitrofe. Dei 93 casi di persone residenti in provincia di Mantova si riporta la suddivisione per anno, sesso, fasce di età, sede anatomica colpita ed esposizione. - MESOTELIOMI DAL 2000 AL 2009 - Suddivisi per sesso e fasce d’età 7 6 5 4 3 2 1 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 m 34 -44 m 45 -54 m 55-64 m 65-74 m 75+ f 34-44 f 55-64 f 55-64 f 75+ f 45-54 79 MESOTELIOMI DAL 2000 AL 2009 - Suddivisi per sede anatomica PLEURA PERITONEO TUN.VAGINAL E TESTICOLO OVAIO MESOTELIOMI DAL 2000 AL 2009 - Suddivisi per esposizione e sesso 40,00 30,00 M 20,00 F 10,00 0,00 Dalla tabella relativa all’esposizione, si evince che l’esposizione professionale (certa, probabile e possibile) nel 60.7% dei casi è la principale causa di mesotelioma e che nella percentuale del 19.1 % “ignota” potrebbero essere ricomprese esposizioni professionali difficilmente individuabili. Registro Tumori naso-sinusali Nell’ambito dei sistemi di registrazione delle malattie professionali, il Registro Tumori nasosinusali è attivo in Lombardia dall’anno 2008 presso la Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” dell’Università degli Studi di Milano. Anche per l’anno 2011 il Servizio provvederà ad indagare i casi segnalati ed inviare i relativi atti al registro regionale. Le denunce di malattia professionale “tumore naso-sinusale” pervenute allo SPSAL dal 2008 al 2009, sono 3 cui ha fatto seguito indagine ed invio di questionario/relazione al RML. Si è registrato un caso di esposizione professionale certa, di un falegname esposto a polveri di legno. CASI DI TUNS dal 01/01/2008 al 31/12/2009 anno M 2009 34 -44 F M 45 -54 F M 55-64 F M 1 65-74 F M 75+ F 80 SICUREZZA ALIMENTARE E TUTELA DEL CONSUMATORE RISTORAZIONE COLLETTIVA Ogni giorno nel nostro paese migliaia di persone per motivi di lavoro o di studio si nutrono attraverso l’offerta alimentare che viene loro proposta dalle strutture dei servizi di ristorazione collettiva presenti sul territorio. Tali strutture devono assolvere ad un compito importante, delicato e che richiede professionalità ed organizzazione sia nel caso della piccola mensa che serve poche persone, sia nel caso della complessa struttura che prepara e serve pasti a diverse centinaia di persone al giorno (studenti, lavoratori, degenti di ospedali e case di riposo..) In tutti i casi le persone che utilizzano tali servizi affidano la loro sicurezza ed anche il loro benessere fisico e psicologico a tale modalità di fornitura alimentare. L'organizzazione della produzione e della distribuzione dei pasti di questa ristorazione si differenzia secondo due sistemi: quello convenzionale e quello del legame differito. Al contrario di quello convenzionale, nel legame differito le operazioni di preparazione e quelle di distribuzione e consumo vengono effettuate in tempi e luoghi completamente separati. La preparazione e la cottura delle vivande sono infatti eseguite in grandi centri, dai quali escono i pasti finiti, che vengono poi trasportati alle mense per la distribuzione e il consumo. Fra il momento in cui il cibo viene preparato nel centro di cottura e quello in cui viene consumato nel centro di distribuzione possono trascorrere ore. La ristorazione scolastica in particolare rappresenta un fattore della ristorazione collettiva in cui si concentrano peculiari valenze di tipo preventivo, educativo e nutrizionale e in cui occorre fornire maggiori garanzie di tipo igienico sanitario e di sicurezza in quanto interessa soggetti più vulnerabili e quindi maggiormente esposti a potenziali rischi alimentari. Il SIAN pertanto continuerà a svolgere attività di vigilanza sulla ristorazione collettiva (scolastica, ospedaliera, degenti di RSA ed aziendale) secondo i criteri relativi alla valutazione del rischio a cui è assegnato un rischio medio per la particolare tipologia di utenza. I campioni saranno del tipo microbiologico, con la ricerca dei principali patogeni responsabili di malattie tossinfettive a trasmissione orofecale e sono stati presi gli accordi del caso con il Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica della nostra ASL. distretto MANTOVA SUZZARA OSTIGLIA VIADANA ASOLA/GUIDIZZOLO N° attività di preparazione(cen tri cottura 17 11 8 10 24 N° attività somministrazione (refezioni) 11 6 5 5 17 di Campioni 2 2 2 2 18 Sopr DPV con 2 3 2 3 CENTRI COTTURA 81 REFEZIONI 46 CAMPIONI 26 TOTALE ATTIVITA’ CONTROLLATE 124 81 RISTORAZIONE PUBBLICA La ristorazione pubblica, come evidenziato nell’analisi del contesto, è una delle attività economiche mantovane maggiormente presenti sul territorio, con un numero elevato di persone che giornalmente ne fruiscono vista la progressiva crescita delle occasioni di consumo alimentare fuori casa. Il primo criterio che viene utilizzato per orientare l’attività di controllo è costituito dalla tipologia produttiva, nell’ottica di classificare le diverse realtà in base al rischio legato alla produzione. Oltre alla cucina tradizionale, in questi anni si è sviluppata la cucina multietnica, con l’utilizzo di materie prime molto varie e provenienti dal mercato internazionale. Oltremodo sono svariati anche i piatti proposti nella ristorazione che vanno dalla cucina tradizionale casereccia mantovana, alla preparazione di sushi e piatti della cucina cinese, indiana, giapponese, ecc. Dal programma di vigilanza svolto nel triennio 2008-2010 è emerso che i controlli effettuati presso le attività di ristorazione hanno portato nel 70% dei casi alla predisposizione di prescrizioni amministrative ai fini dell’adeguamento igienico-sanitario. Considerato che la sicurezza alimentare e l’igiene nei pubblici esercizi rappresentano un elemento di forte interesse per l’opinione pubblica, che i consumatori esigono livelli sempre maggiori di certezza e trasparenza nei confronti dei soggetti che producono e trasformano prodotti alimentari, verrà posta una attenzione particolare alle temperature di conservazione, alle modalità di preparazione, alle materie prime impiegate e alla loro provenienza. Valutando gli aspetti sopraesposti, classificando queste attività con un rischio medio-alto, il SIAN di Mantova, anche nel triennio 2011-2013 continuerà il controllo nei ristoranti, pizzerie, trattorie ed agriturismi visto il forte incremento su tutto il territorio provinciale di questa ultima tipologia di attività, tenendo comunque in considerazione la preparazione e ristorazione che viene effettuata nei bar della città di Mantova, con preparazioni elaborate in spazi esigui e con elevata utenza, programmando anche in questa attività, alcuni controlli, dando prevalenza ai bar con preparazione e somministrazione di prodotti di gastronomia. I campioni saranno del tipo microbiologico, con la ricerca dei principali patogeni responsabili di malattie tossinfettive a trasmissione orofecale e sono stati presi gli accordi del caso con il Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica della nostra ASL. Distretto MANTOVA VIADANA ASOLA GUIDIZZOLO OSTIGLIA SUZZARA N° Attività 26 10 20 14 14 10 Campioni 17 8 9 11 10 8 Soprall. Congiunti con DPV 3 2 3 1 1 CAMPIONI 63 TOTALE ATTIVITA’ DI RISTORAZIONE PUBBLICA DA CONTROLLARE N. 104 DIAP Nel rispetto della Normativa regionale, a cominciare dal 2008, si sono effettuati i sopralluoghi nelle aziende che, attraverso una DIAP notificata, svolgono attività nel settore alimentare. Nel corso degli anni 2007, 2008 e 2009 le DIAP presentate, nonostante la congiuntura economica, sono andate aumentando per un totale di 1744 DIAP pervenute nel 2009. 82 Inoltre i controlli effettuati sul 10% delle Diap pervenute nel 2008 e sul 15 % circa di quelle pervenute nel 2009 hanno fatto rilevare dei provvedimenti nel 67,6% dei casi oggetto di controllo nell’anno 2009. Nel dettaglio, le DIAP pervenute al SIAN nel 2009, riferite alle feste popolari, sono in numero di 640, confermando la tradizione radicata sul territorio mantovano per queste manifestazioni popolari, concentrata soprattutto nei mesi estivi. Si rileva inoltre un aumento esponenziale delle attività agrituristiche (da 20 del 2007 a 177 del 2009). Analizzando e tenendo in considerazione tali dati, si programma un aumento dei controlli effettuati sulle DIAP pervenute, rispetto alla programmazione 2008-2010, anche in riferimento alle attività di ristorazione sopra indicate (agriturismi e feste popolari) utilizzando lo stesso metodo e gli stessi parametri per la categorizzazione delle attività soggette a controllo, per la graduazione del livello di rischio . Il processo di attuazione degli interventi di vigilanza e controllo richiede un costante e approfondito monitoraggio, affinché se ne possa valutare l’efficacia ed apportare, di conseguenza, modifiche ed integrazione alla pianificazione. La verifica dei risultati ottenuti dall’attività di vigilanza consente, inoltre, di trarre utili informazioni volte ad introdurre elementi di miglioramento nell’impostazione delle verifiche stesse. Distretto MANTOVA SUZZARA OSTIGLIA VIADANA ASOLA GUIDIZZOLO N° Attività 79 25 22 23 34 53 TOTALE DIAP DA CONTROLLARE N. 232 GASTRONOMIE, PASTICCERIE E LABORATORI DI PASTA FRESCA Le attività di gastronomia, pasticceria e produzione artigianale di pasta fresca presenti sul territorio della nostra provincia rappresentano circa il 5% (circa 253 unità locali su un totale approssimativo di 4.990 1) delle attività alimentari soggette a verifica. Il mercato servito è essenzialmente locale, mentre la varietà dei cibi preparati è grande e tra le matrici impiegate figurano alimenti potenzialmente pericolosi quali uova, panna, carne, pesce, ecc. E’ inoltre possibile ricondurre queste attività a due distinte tipologie: 1- produzione artigianale con vendita diretta (piccoli laboratori) e 2- vendita prevalente di alimenti gastronomici artigianali/industriali prodotti da altri (generalmente presente all’interno di ipermercati, supermercati, ecc.). Se per la dimensione del mercato servito queste attività possono essere classificate a rischio medio-basso, non altrettanto può dirsi se le si considera dal lato della tipologia e della varietà delle preparazioni oltre che delle modalità di conservazione (caldo/freddo): in tal caso sono classificabili a rischio medio-alto. E’ altresì evidente che preparazioni industriali o semi-industriali, seppur sconfezionate al momento della loro messa in vendita, presentano con tutta probabilità minor rischio rispetto a quelle prodotte da piccoli laboratori artigianali, in ragione delle maggiori competenze e conoscenze tecnologiche messe in campo dalle prime rispetto alle sole consuetudini ed usi a cui ricorrono i secondi. Dati raccolti dal “Gruppo Raccolta Dati” nel 2009 e desunti dalle informazioni d’archivio fornite da ciascun distretto. I dati relativi al distretto di Mantova sono stimati. 1 83 L’attività ispettiva condotta in questo settore nel 2009 ha messo in evidenza una percentuale di esiti non favorevoli pari al 57,7% (79 attività su 137), a cui hanno fatto seguito atti prescrittivi che sono stati ottemperati nel 95% dei casi. Inoltre, l’analisi delle “schede di rischio” compilate negli anni 2008 e 2009 ha evidenziato una percentuale di attività ispezionate a rischio medio-alto rispettivamente pari a 59,3% e a 58,6%, mentre il 40,7% e il 41,4% di rischio basso. I dati raccolti e qui rappresentati confortano una programmazione dei controlli in questo settore di attività anche per il 2011, in considerazione del fatto che il numero delle gastronomie/pasticcerie/pasta fresca ispezionate e classificate di rischio medio-alto resta ancora piuttosto elevato. Anche per questi prodotti, come per la pasta fresca, si prevedono campionamenti di tipo microbiologico, stanti gli accordi intercorsi con il Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica della nostra ASL. Distretto N° Attività Campioni MANTOVA OSTIGLIA VIADANA SUZZARA GUIDIZZOLO ASOLA 31 17 14 16 16 17 20 8 9 9 9 8 Sop. DPV 4 Congiunti con 2 2 1 3 TOTALE ATTIVITA’ DA SOTTOPORRE A VIGILANZA N. 123 CAMPIONI DA EFFETTUARE N. 63 FITOFARMACI e CANTINE VITIVINICOLE Ai fini della tutela della salute della popolazione in generale, la strategia da mettere in campo, in materia di PF, è quella di ridurre l’esposizione indesiderata diretta e indiretta, incentivando l’utilizzo di sostanze con basso livello di pericolosità e il ricorso sempre più a misure di fitoprotezione alternative. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla diminuzione sul mercato del numero di principi attivi autorizzati, sia perché le aziende non hanno riproposto il rinnovo dell’autorizzazione, sia per revoca o sospensione dell’utilizzo, da parte delle autorità competenti, a seguito di nuovi dati disponibili in materia tossicologica. Parallelamente si è assistito, per varie sostanze, alla diminuzione dei LMR consentiti nei o sui prodotti, a seguito di pareri emessi dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, inerenti il possibile rischio per il consumatore di superamento della “dose giornaliera ammissibile” DGA e della “dose acuta di riferimento” DAR. Il SIAN di Mantova, quindi, anche nel triennio 2011 – 2013 continuerà il controllo delle aziende agricole della zona, con particolare riferimento alla verifica del corretto impiego dei PF , conforme alle dosi di utilizzo, alle colture su cui il trattamento è consentito, al rispetto del tempo di carenza prima della raccolta, e al campionamento dei prodotti ortofrutticoli. In particolare, si intende quantificare in modo appropriato, oltre che il rispetto dei LMR, l’effettiva presenza di multiresidui , confidando nell’uscita di strumenti certi per la valutazione dei possibili effetti sinergici e cumulativi nei confronti della popolazione, prioritariamente della popolazione infantile che risulta maggiormente interessata al consumo di frutta e verdura. Il produttore agricolo primario, anche se al momento è dispensato dall’applicare e dal documentare un sistema di autocontrollo, è comunque tenuto a conoscere le 84 caratteristiche del proprio prodotto e del ciclo produttivo, ad individuare i pericoli che potrebbero determinare un prodotto non idoneo al consumo e, di conseguenza, ad adottare le misure preventive o di controllo atte a ridurre o ad eliminare le contaminazioni. L’esame dei registri dei trattamenti dell’anno 2010 ha confermato l’utilizzo prioritario di insetticidi e fungicidi nelle coltivazioni di ortofrutticoli ( in prevalenza la frutta) della nostra zona. L’esperienza e i risultati ottenuti nell’ultimo triennio, in particolare l’individuazione dei principi attivi più utilizzati sugli ortofrutticoli prodotti nella nostra provincia, impongono la ricerca di un laboratorio di riferimento con strumenti e procedure analitiche mirate, ai fini di ottenere dati certi per una effettiva valutazione del rischio per il consumatore. Tuttavia le analisi effettuate su cento campioni di prodotti ortofrutticoli, con gli strumenti purtroppo limitati del LSP di Bergamo, hanno evidenziato la presenza dei seguenti principi attivi: MATRICE PESCHE NETTARINE 3 ALBICOCCHE PRUGNE PESCHE PERE VARIETA’ CONFERENCE PERE VARIETA’ CONFERENCE PERE VARIETA’ ABATE PERE VARIETA’ ABATE PERE VARIETA’ CONFERENCE PERE VARIETA’ PASSA CRASSANA INSALATA RICCIA PULITA NON LAVATA SEMILAVORATA MELE TIPO FUJI PERE ABATE MELE GOLDEN DELIZIA PERE ABATE PERE WILLIAM INSALATA LATTUGA TROCADERO PRINCIPIO ATTIVO CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS PROCIMIDONE CLORPIRIFOS FOSMET BOSCALID BOSCALID BOSCALID BOSCALID CLORPIRIFOS BOSCALID FOSMET CLORPIRIFOS RESIDUO mg/kg 0,11 mg/Kg 0,05 mg/Kg 0.06 mg/Kg 0,15 mg/Kg 0,06 mg/Kg 0,23 mg/Kg O,13 mg/Kg 0,08 mg/Kg 0,10 mg/kg 0.08 mg/Kg 0,04 mg/Kg 0,1 mg/Kg 0,03 mg/Kg O,O4 mg/Kg LMR mg/kg 0,2 mg/Kg 0,05 mg/Kg 0,2 mg/Kg 0,02 mg/Kg 0,02 mg/Kg 0,05 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 0,5 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 0,2 mg/Kg LMR 0,5 mg/Kg BOSCALID CYPRODINIL FLUDIOXONIL BOSCALID BOSCALID CAPTANO IPRODIONE BOSCALID BOSCALID CLORPIRIFOS DELTAMETRINA 3,9 mg/Kg 2,33 mg/Kg 0,06 mg/Kg 0,02 mg/Kg 0,17 5,3+-2,6 mg/kg 0,10 mg/Kg 0,03 mg/Kg 0,1 mg/Kg 0,05 mg/Kg 0,09 mg/Kg LMR 10 mg/Kg LMR 10mg/Kg LMR 10 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 2 mg/Kg LMR 3 mg/Kg LMR 5 mg/Kg LMR 2 mg/kg LMR 2 mg/Kg LMR 0,5mg/Kg LMR 0,5 mg/KG Per la valutazione del “rischio fitosanitario” e del possibile impatto sul consumatore dei principi attivi rilevati, anche se inferiori ai limiti di norma, è stato utilizzato l’ applicativo dell’ICPS (Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria – Dipartimento di Medicina del Lavoro- Università degli Studi Milano - Ospedale Luigi Sacco) denominato ASTERisk. Con ASTERisk i risultati dei dati annuali di vendita del monitoraggio regionale, riportati per singola ASL, unitamente ai dati di consumo alimentare delle matrici esaminate, vengono utilizzati per applicare i modelli di esposizione a contaminanti chimici attraverso la dieta, esprimendo il possibile rischio con tre classi di livelli di allerta/attenzione. CLORPIRIFOS BOSCALID FOSMET IPRODIONE DELTAMETRINA ALLERTA 1 ALLERTA 2 ALLERTA 2 ALLERTA1 ALLERTA1 85 Altri principi attivi, utilizzati dai produttori primari della zona, sono compresi nella classificazione del rischio di questo strumento di valutazione, anche se, purtroppo, nel triennio non è stato possibile ricercarli ad adeguati accertamenti analitici. ABAMECTINA CLORPIRIFOS METILE DIFECONAZOLO DITIANON INDOXACARB PIRACLOSTROBIN TEFLUBENZURON ZIRAM ALLERTA1 ALLERTA 1 ALLERTA 2 ALLERTA 1 ALLERTA 2 ALLERTA 1 ALLERTA 1 ALLERTA 2 In conclusione, e alla luce dell’attività dei precedenti piani, la situazione relativa all’attività di vendita fitofarmaci può essere considerata a basso rischio; il SIAN invece, come sopra descritto, concentrerà l’attenzione sugli utilizzatori di tali prodotti, operando sopralluoghi nelle aziende agricole produttrici di ortofrutta a cui si attribuisce un rischio medio alto. Particolare attenzione inoltre verrà data al settore vitivinicolo che, nell’area territoriale dell’A.S.L. della provincia di Mantova, conta 42 cantine di cui ben 25 nel solo Distretto di Guidizzolo. Tale proporzione è imputabile soprattutto alla differente conformazione del territorio mantovano: la zona collinare e la vicinanza del Lago di Garda favoriscono l’attività agrituristica e vitivinicola all’interno del distretto di Guidizzolo. Tali prodotti sono indirizzati a una fascia di utenti ben più vasta che quella prettamente locale, data la considerevole produzione di vino di eccellente qualità (Garda colli Mantovani doc nelle qualità rubino, chiaretto, bianco, merlot, cabernet, chardonnay, sauvignon e Garda doc nelle qualità pinot bianco, pinot grigio, chardonnay, cabernet, cabernet sauvignon, merlot, lambrusco mantovano, oltre ai vini passiti) venduto in tutto il territorio nazionale. E’ importante inoltre rilevare l’urgenza di controlli mirati in tal senso, sia ispettivi che analitici sul prodotto, poiché negli ultimi due / tre anni vi è stato un notevole sviluppo di tali attività a seguito della loro massiccia conoscenza sul mercato nazionale ed internazionale dovuta all’impulso creato da notevoli campagne pubblicitarie e anche a seguito di vetrine espositive quali ad esempio il “VINITALY”, dove peraltro alcune Aziende si sono imposte e sono state oggetto di menzioni d’onore (Ricchi e Gozzi di Monzambano, Bertagna di Cavriana), per garantire la salute dei sempre più numerosi consumatori. A tale riguardo è importante e necessario procedere ad un controllo preliminare e basilare delle strutture dove detti vini vengono prodotti per garantire i requisiti minimi di igiene e sicurezza del processo e del prodotto finito con particolare riferimento alla ricerca di residui di antiparassitari. A tale tipologia di attività e di produzione si attribuisce un rischio medio alto. Distretto N°attività deposito/vendita MANTOVA SUZZARA OSTIGLIA ASOLA VIADANA 5 GUIDIZZOLO TOTALE SOPRALLUOGHI TOTALE CAMPIONI N°aziende agricole 8 8 8 8 5 12 N° az. agric. Con SPSAL Campioni 3 2 2 5 20 15 12 15 15 23 66 100 86 INDUSTRIE ALIMENTARI Si continua l’attività di controllo in alcune grosse ditte di prodotti alimentari, che, di fatto, esportano in tutta Italia e, alcune, anche nel mondo. Si attribuisce, a tali industrie un livello di rischio medio-alto e si ritiene di inserirle nel piano dei controlli 2011, utilizzando il sistema degli “audit”. DISTRETTO MANTOVA GUIDIZZOLO VIADANA OSTIGLIA ATTIVITA’ 4 8 2 2 TOTALE INDUSTRIE ALIMENTARI DA SOTTOPORE A VIGILANZA N.16 ACQUE POTABILI Comuni dotati di Pubblico Acquedotto Dall'esame dei risultati dei controlli sull'acqua distribuita dai pubblici acquedotti della nostra provincia emerge un quadro rassicurante rispetto alla qualità dell'acqua fornita ai cittadini (e quindi rispetto all'affidabilità degli enti gestori) . Alla luce dell'esperienza degli ultimi anni, la vigilanza e il controllo sugli acquedotti già a partire dal 2010 ha visto spostare gradualmente l'obiettivo sulla sicurezza di processo rivolgendo sempre di più l'attenzione sulla valutazione dei piani dei controlli interni ( piani di "autocontrollo") predisposti e messi in atto dai singoli enti gestori: è infatti l'efficacia di questi ultimi (confermata dai risultati dei nostri controlli esterni) che garantisce la sicurezza della risorsa erogata. Al fine di valutare l'efficacia dei piani di autocontrollo la modalità più appropriata diventa l'Audit: una precisa definizione del "campo" dell'audit potrà infatti di volta in volta permettere di prendere in esame aspetti particolari della gestione dell'acquedotto, anche alla luce di eventuali "criticità" precedentemente emerse. I controlli esterni dell'ASL diventeranno via via uno strumento di verifica dell'efficacia del piano dei controlli interni, diventando complementari a quest'ultimo ed eventualmente momenti di approfondimento di situazioni particolari. Nei comuni dotati di rete acqueddottistica particolare attenzione deve però essere rivolta alle strutture non raggiunte dal pubblico acquedotto. Soprattutto nelle frazioni esistono edifici pubblici ( scuole, asili nido,...) con approvvigionamento indipendente da pozzo tubolare: per queste strutture verrà verificata la predisposizione, da parte del responsabile, di un programma di analisi chimiche e batteriologiche dell'acqua utilizzata. Anche in questi casi i controlli esterni dell'ASL saranno volti a confermare l'adeguatezza delle analisi effettuate nel programma di "autocontrollo". Comuni non dotati di Pubblico Acquedotto In questi comuni l'approvvigionamento idrico per l'intera popolazione avviene tramite pozzi privati. In ciascuna di queste realtà ci si trova di fronte a centinaia di approvvigionamenti indipendenti per i quali diventa molto difficile per l'ASL il controllo della risorsa captata. 87 Anche tutte le strutture pubbliche (come scuole, asili, RSA, etc.) hanno approvvigionamento indipendente da pozzo tubolare. Come si è detto in precedenza, per tutti gli edifici pubblici verrà verificata la predisposizione, da parte del responsabile, di un programma di analisi chimiche e batteriologiche dell'acqua utilizzata. Anche in questi casi i controlli esterni dell'ASL saranno volti a confermare l'adeguatezza delle analisi effettuate nel programma di “autocontrollo”. Oltre all’effettuazione dei “controlli esterni” previsti dal D.Lgs. 31/2001, sulla base delle indicazioni regionali e a prosecuzione dell’azione avviata nel 2010, nel corso del 2011 verranno effettuate le seguenti attività al fine di verificare i sistemi di controlli interno degli impianti di acquedotto. Tipo di attività Ispezioni impianti di captazione, trattamento, adduzione Audit per la valutazione piani autocontrollo Numero 30 5 TOTALE ATTIVITA’ DA SOTTOPORRE A VIGILANZA N. 669 TOTALE CAMPIONI DA EFFETTUARE PER ANALISI N 262 (comprensivi dei 10 per radioattività) 88 Prevenzione e Controllo delle malattie Infettive e Tutela di salute e sicurezza nel territorio, nell’abitato e negli ambienti di vita Costituiscono il quadro di riferimento per la programmazione in questo settore: - il Piano delle Regole della Regione Lombardia per l’esercizio 2011 (DGR 1.12.2010 n. 9/937) - il Piano Nazionale della Prevenzione - il Piano Regionale della Prevenzione - la Legge Regionale 33/2009 “Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità” - la DGR IX/000893 del 1.12. 2010 sul Trasporto Sanitario da parte di soggetti privati - la DGR IX/000792 del 17.11. 2010 relativa alla semplificazione delle procedure per l’avvio, la trasformazione, la gestione e la cessazione dell’attività d’impresa - la normativa tematica specifica di settore (sanitario, estetico, cosmetico, abitativo, ecc) - i Livelli Essenziali di Assistenza definiti a livello Nazionale - le indicazioni Regionali in materia di vaccinazioni e malattie infettive - le linee guida regionali sulle attività di controllo, vigilanza e ispezione - i dati di contesto locale (epidemiologico, storico e di attività) - le risorse umane, strumentali e logistiche del Servizio Prevenzione delle malattie infettive L’area tematica di Prevenzione delle Malattie Infettive, riguarda il settore di attività rivolto alla persona che si concretizza in due filoni di azioni, l’attività vaccinale e la sorveglianza e il controllo delle patologie trasmissibili. Nel Documento Regionale sulle Regole di esercizio 2011, quest’ area è indicata in allegato 5 “Le attività di prevenzione mediche e veterinarie delle ASL”, al capitolo 12.3.2 sotto la voce “Prevenzione anche come strumento di governo della domanda”, con l’individuazione dei seguenti temi e relativi indicatori Descrizione Indicatore Revisione rete MTS/CRH e ottimizzazione dell’offerta test HIV Promozione dell’accesso al test HIV per i soggetti a maggior rischio di esposizione attuando quanto previsto negli emanandi documenti regionali Mantenimento dei requisiti Percentuale di casi delle malattie a segnalazione immediata di qualità del sistema inseriti con differenza tra data segnalazione e data apertura informativo MAINF pratica inferiore a 3 gg > 80% Completezza schede diagnosi- contagio-fattori di rischio delle malattie soggette a segnalazione immediata > 80% Concordanza nella scelta della patologia, rispetto ai contenuti della scheda diagnosi (per meningiti batteriche, m.i. pneumococcica-meningococcica-HIB, diarree infettive, tossinfezioni alimentari, parassitosi) > 90% Coperture elevate delle Anagrafe vaccinale: informatizzazione, aggiornamento, invio vaccinazioni per difterite, a DGS classi di nascita 1993-2011 tetano, poliomielite, epatite Coperture vaccinali B, pertosse, morbillo, • coorte nati residenti 2009: vaccino esavalente (polioparotite, rosolia, malattia difto-tetanopertosse-epatite B-HIB) > 95%; Morbillo- 89 invasiva da HIB e completezza delle anagrafi vaccinali • • Parotite-Rosolia – 1a dose > 95% coorte nati residenti 2005: Morbillo-Parotite-Rosolia – 2a dose ) > 90%; Polio 4a dose > 95% soggetti 0-18 anni appartenenti a categorie a rischio su denominatore BDA> 70% Dall’analisi del contesto, si evidenziano, come elementi maggiormente caratterizzanti e impattanti rispetto alle attività di Prevenzione delle malattie infettive: - il dato demografico con una forte componente di immigrazione e una elevata natalità straniera - l’andamento delle malattie infettive che ha evidenziato, in sintesi: o un aumento delle patologie sessualmente trasmesse (MTS) o un aumento delle malattie trasmesse da alimenti (TA) o una elevata casistica della Tubercolosi nella fascia di popolazione straniera Ciò premesso, per dare attuazione agli obiettivi regionali e rispondere alle problematiche emerse, si individuano le seguenti linee di attività. a) Stesura e definizione di un Piano di intervento in collaborazione con le strutture di Diagnosi e Cura (UO Malattie Infettive, dermatologia..) per la revisione della rete MTS/CRH e ottimizzazione dell’offerta del test HIV con - ricognizione della rete di offerta nella Provincia di Mantova (funzionamento, modalità di accesso, ecc) - individuazione di punti di riferimento e predisposizione di un percorso di riorganizzazione condiviso - definizione di percorsi agevolati e di materiale informativo per i soggetti appartenenti a gruppi o con comportamenti a maggior rischio di contagio - individuazione delle possibilità di esecuzione del test nell’ambito di percorsi assistenziali o di particolari situazioni - realizzazione di iniziative di aggiornamento per gli operatori dei Consultori e delle UUOO di Ostetricia e Ginecologia - promozione di momenti di formazione dei medici (MMG, specialisti , ospedalieri, ecc) per il riconoscimento delle patologie trigger e l’opportunità di includere il test HIV tra gli esami richiesti Tali aspetti programmatici dovranno prevedere anche la collaborazione con associazioni e gruppi di interesse b) Prosecuzione e miglioramento dell’attività di sorveglianza delle malattie infettive attraverso: - continuità del sistema in essere (ricezione in continuo, reperibilità 24/24 h, effettuazione inchieste epidemiologiche) - avvio di nuove modalità di segnalazione delle malattie infettive, da parte dei sanitari segnalatori (MMG, PLS, Specialisti, Ospedalieri, ecc.) attraverso applicativi web dedicati c) Ripresa del dialogo con i Pediatri di Famiglia (PDF) e apertura di un tavolo con la Pediatria Ospedaliera finalizzato a: - ribadire l’iter delle segnalazioni allo scopo di aumentarne completezza e tempestività - restituire i dati sull’andamento locale delle MI per condividerne le caratteristiche e le prospettive di intervento - rafforzare il concetto delle misure di precauzione universale da restituire in cascata a famiglie e scuola per migliorare l’informazione diffusa - affrontare la tematica delle malattie infettive nelle scuole e nelle comunità infantili 90 - rivedere il sistema di autocertificazione e i periodi di allontanamento dalla collettività aggiornare i protocolli relativi alle norme sanitarie negli asili nido e nelle scuole materne d) Prosecuzione della sorveglianza di meningiti batteriche e diarree infettive, attraverso la tipizzazione dei casi in collaborazione con i laboratori ospedalieri e non, pubblici e privati; e) Definizione di un percorso univoco con altri Servizi coinvolti (SIAN, DMV) in tema di malattie a contagio oro-fecale, o comunque connesse con il consumo di alimenti (TA); f) Aggiornamento del processo ISO delle malattie infettive g) Implementazione anagrafe vaccinali attraverso azioni tese a: • migliorare le performances quali-quantitative del SW sulle vaccinazioni (SCUDO) - incontri con SIA per evidenziare e correggere le criticità di registrazione - ampliamento funzioni del programma (generazione di inviti, certificati di vaccinazione) • procedere con il popolamento degli archivi per completare l’Anagrafe vaccinale h) mantenimento delle coperture e proseguimento dell’ attività vaccinale attraverso: - la chiamata attiva della coorte di nati residenti 2009 per il vaccino esavalente (polio-difto-tetanopertosse-epatite B-HIB) e per Morbillo-Parotite-Rosolia (1a dose) - la chiamata attiva della coorte di nati residenti 2005 per Morbillo-Parotite-Rosolia (2a dose ) e per Polio (4a dose) - la chiamata attiva per le rispettive patologie dei soggetti 0-18 anni appartenenti a categorie a rischio Individuati nella BDA i) Aggiornamento del processo ISO delle vaccinazioni con - revisione delle singole fasi e modulistica, anche in collegamento con attività di formazione sul campo - riordino dei dati sui soggetti Inadempienti - reportistica delle reazioni avverse - raccolta della casistica di richieste di indennizzo per reazioni da vaccino ex Legge 210/92 e s.m.i. m) Riorganizzazione dell’iter vaccinale, completando la produzione di materiale informativo e la sua traduzione in diverse lingue. l) Razionalizzazione degli ambulatori vaccinali superando l’attuale polverizzazione delle strutture utilizzate per le vaccinazioni con la riduzione del numero di strutture al fine di ampliare la fascia oraria di accesso, accrescere il livello di sicurezza dell’atto vaccinale (garanzia idoneità dei locali, mantenimento della catena del freddo, strutture sotto controllo), ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane, strumentali e dei presidi di emergenza. Si prevede inoltre di: n) Impostare nuove linee di azione per la prevenzione ed il controllo di singole patologie o gruppi 91 di esse (epatite A e tubercolosi) o) Mettere a punto un protocollo di intervento sulle strutture carcerarie Il monitoraggio delle attività di questo settore sarà individuato con singoli step di avanzamento come sottoinsiemi degli indicatori principali delle attività svolte, definiti da: - dati di copertura vaccinale - numerosità e tempistica di inchieste epidemiologiche per le malattie ad esse sottoposte - produzione del piano MTS/HIB - stesura dei verbali di incontro con i Pediatri - processo ISO aggiornato - delibera con il protocollo delle strutture carcerarie Tutela di salute e sicurezza nel territorio, nell’abitato e negli ambienti di vita L’area tematica relativa all’ambiente aperto e confinato si estrinseca in due grandi direzioni, la salvaguardia e tutela del territorio e dell’abitato e il controllo e la sicurezza degli ambienti di vita. Nel Documento Regionale sulle Regole di esercizio 2011, questa area è compresa in allegato 5 “Le attività di prevenzione mediche e veterinarie delle ASL”, al capitolo 12.3.3 sotto la voce “tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori come strumento di governo della domanda”, con l’individuazione dei seguenti temi e relativi indicatori Descrizione Adozione di protocolli di intervento comprendenti la rete di comunicazione ASL-AO-AREU e Protezione Civile Partecipazione attiva alla definizione dei percorsi istruttori necessari per la definizione dei PGT e VIA Programmazione e attuazione delle attività di controllo negli ambienti di vita e di lavoro, secondo i principi della graduazione del rischio e individuazione delle priorità e rendicontazione tramite sistema IMPRES@ Definizione, nell’ambito del Comitato di coordinamento Provinciale ex art. 16 l.r. 16/1999 e s.m.i., di un programma di coordinamento con ARPA e Amministrazione Provinciale di controlli sulle aziende che svolgono attività che impattano sull’ambiente Attuazione della campagna informativa sull’uso corretto dei cosmetici Indicatore Adozione protocollo secondo le indicazioni in materia di emergenza di Sanità Pubblica fornite dalla UO Governo della Prevenzione e tutela sanitaria Report sulle modalità, contenuti e strumenti utilizzati nella definizione dei pareri espressi dalle ASL nelle procedure di VIA e di supporto alla definizione dei PGT Almeno il 60% dei controlli in imprese con livello di rischio elevato deve essere effettuato su quelle classificate a Rischio di incidente rilevante e soggette ad Autorizzazione Ambientale Integrata Almeno il 60% dei controlli effettuati nel settore della sicurezza negli ambienti di vita sono effettuati su strutture a rischio elevato Evidenza - del raccordo, con esplicitazione della competenza ASL in merito alla tutela dei lavoratori e della popolazione - dell’attività coordinata effettuata Rapporto sulla diffusione del materiale informativo Regionale Dall’analisi di contesto, si evidenziano, come elementi maggiormente caratterizzanti questa area: 92 - il dato territoriale di un elevato numero di siti inquinati anche in “zone fragili” per caratteristiche fisiche e demografiche (permeabilità del suolo, vicinanza dell’abitato, ecc); - l’ incremento esponenziale di pratiche ed attività a rilevanza ambientale (pratiche VIA, emissioni in atmosfera, progetti per la produzione di energie alternative, pratiche di infrastrutture a valenza intercomunale, interprovinciale e interregionale come le autostrade); - il permanere di vecchie carenze storiche di servizi esse di base(assenza o incompletezza delle reti acquedottistiche e fognarie) e la scarsa manutenzione ordinaria di edifici scolastici, collettivi ed abitativi a fronte dell’emergere di nuove problematiche; - la moltiplicazione di strutture “estetiche” e “sportive” con introduzione di strumentazioni e/o tecniche di difficile inquadramento fra il benessere e la cura a fronte del persistere di carenze strumentali, organizzative e formative; - la insufficiente o impropria adozione degli strumenti di autocontrollo per l’analisi del rischio; - la problematica dell’introduzione sul mercato di prodotti (cosmetici, giocattoli, contenitori, ecc) non a norma e della conseguente tematica di gestione delle allerte e della informazione all’utenza. A ciò si aggiungono: - la ancora incompleta applicazione, dei nuovi iter di semplificazione per l’avvio delle attività con tendenza al permanere della richiesta di parere preventivo, con assunzione di scarsa informazione sulle caratteristiche della lavorazione/processo che si vuole intraprendere; - le frequenti segnalazioni e richieste improprie di intervento per problemi di vicinato, di intolleranza, di disagio sociale e/o di mancato rispetto delle regole di convivenza civile - la permanenza in vigore di alcune normative vetuste che prevedono compiti o modalità di esecuzione ormai superati. Ciò premesso, per dare attuazione agli obiettivi regionali e rispondere alle problematiche emerse, sono state individuate le linee di attività per il 2011 in materia di vigilanza, ispezione e controllo, tenendo come riferimento metodologico di base l’indicazione regionale che, per migliorare le condizioni dell’ambiente, delle abitazioni, degli ambienti di vita collettiva, invita ad “implementare le azioni “di sistema”, mantenendole e rinnovandole sulla base dei principi di efficacia”. A) Controllo dei rischi diffusi sul territorio e Tutela della salute dei cittadini Comprende attività con livello di Rischio elevato (1 e 2) per la tipologia di tematica in essere e per la loro potenziale ricaduta sull’intera popolazione e su tutte le matrici territoriali. Si connota con momenti di integrazione con altri Servizi del DPM, con ARPA, Comuni, Provincia e Regione e prevede 1. la Partecipazione attiva alla definizione dei percorsi istruttori necessari per la definizione di Piani di Governo del territorio (PGT), VAS e Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) proseguendo ed implementando l’azione, avviata nel precedente triennio, sugli strumenti di programmazione territoriali a tutti i livelli (comunale, sovracomunale, provinciale) come elemento di prevenzione primaria e di contenimento di problematiche emerse 2. Il controllo e la prosecuzione della mappatura dei siti inquinati attraverso la valutazione documentale, la presenza nelle Conferenze dei Servizi, la segnalazione di situazioni maggiormente a rischio per la “composizione” della fotografia del territorio 93 3. l’avvio della costruzione di una anagrafe strutturata delle industrie a Rischio di Incidente rilevante, soggette ad Autorizzazione Ambientale Integrata. 4. la valutazione delle pratiche relative alla autorizzazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili – biogas ed impianti fotovoltaici a terra, attraverso la partecipazione alle Conferenze dei servizi, ai sensi del d. leg 387/03, l’espressione dei relativi pareri e l’eventuale effettuazione di sopralluoghi. Per le tematiche di questa rilevante area di vigilanza è programmata per il 2011 la frequenza a corsi di formazione IREF e la partecipazione ad un gruppo di lavoro Regionale. B) Vigilanza sugli ambienti di vita Comprende il controllo su svariate tipologie di strutture raggruppabili in alcuni macrosettori, con diversa graduazione di rischio (da 2 a 4). Prevede integrazioni con realtà differenti a seconda del caso. Si connota con attività di sopralluogo, ispezione, valutazione documentale e punta al mantenimento di adeguati standard igienicosanitari e di sicurezza. 1. Strutture Scolastiche. Per questo macrosettore, importante per la “fragilità” delle fasce di popolazione coinvolta (rischio medio-alto 2-3) e variamente rappresentato con edifici a diversa tipologia e finalità didattica, si prevede l’avvio di una attività di vigilanza strutturata con la costruzione di una Banca Dati aggiornata, l’individuazione di modalità di controllo che abbiano Evidenza di Efficacia e la stesura di iter e di check list operative, testate su ogni tipologia scolastica. Le integrazioni necessarie, in alcuni passaggi, sono individuabili con altri Servizi del DPM, con la Provincia e con i Comuni, a seconda delle diverse realtà e problematiche 2. Impianti natatori e strutture sportive. Macrosettore messo a fuoco nel precedente piano triennale, cui è necessario dare continuità; comprende elementi di rischio variabili (2-4) a seconda della complessità della singola struttura,. Per quanto attiene alle piscine, si prevede, di proseguire nella valutazione dei piani di autocontrollo e nel campionamento delle acque di vasca, da eseguire in momenti di maggior rischio (orari e giorni di punta per la presenza degli utenti). Per quanto attiene, invece, a palestre e strutture sportive, si prevede di controllare tutte le DIAP in entrata e alcune strutture esistenti che hanno dato origine a segnalazione o ad aspetti problematici. Da tali controlli, di cui si prevede l'effettuazione con il Servizio di Medicina Sportiva, potrebbero emergere spunti per individuare modalità di controllo nell'uso di prodotti dopanti. 3. Strutture estetiche ed affini, centri di tatuaggio e piercing. Macrosettore a rischio medio-alto (2-3), attivato con il precedente piano di vigilanza, necessita di una continuità anche per la messa a punto e l’applicazione del protocollo individuato. Si prevede una vigilanza intensiva sui centri di tatuaggio e piercing, una verifica di tutte le DIAP estetiche, e il controllo del 20% delle DIAP di parrucchieri, con priorità sui locali “etnici” per l’elevato rischio di utilizzo di prodotti non conformi e/o di ridotto livello igienico. Inoltre, poiché l’esperienza dei precedenti sopralluoghi ha evidenziato la scarsa formazione di molti operatori del settore, si pone l’esigenza di attivare incontri informativi con i rappresentanti di categoria. Il controllo di questo tipo di attività ha richiede, in alcune fasi, l’ integrazione con il servizio Impiantistica del DPM e con ARPA, anche. Le problematiche connesse alla vigilanza su questo settore sono molteplici, poiché è uno di quelli in rapida espansione e in continua evoluzione per l’elevata attenzione all’estetica e per l’introduzione di nuove tecniche e apparecchiature di difficile definizione e connotazione, spesso a metà strada fra l'aspetto estetico e quello 94 curativo: a tale scopo si è avviata, nello scorso anno, la partecipazione ad un gruppo di lavoro Regionale che aveva il compito di individuare protocolli di intervento condivisi. 4. Strutture ricettive (settore alberghiero e RSA). L’elemento di maggior rischio ambientale in tali strutture (livello 3 in quelle alberghiere e livello 2 nelle RSA per la fascia di popolazione coinvolta) è legata alla tematica della prevenzione della legionellosi (oltre ad altre patologie infettive in comunità). L’attività che si prevede di perseguire nel 2011 è la valutazione dei piani di autocontrollo con applicazione del protocollo di lavoro costruito nel precedente triennio, con priorità sulle RSA. E' programmato altresì, il completamento della di formazione degli operatori. L’integrazione necessaria è con il Laboratorio di Sanità Pubblica del DPM e, per alcuni aspetti, con il dipartimento PAC 5. Strutture sanitarie ed affini. Questo macrosettore è polimorfo e presenta un livello di rischio variabile: da elevato (2) per attività odontoiatriche o con prestazioni chirurgiche, a medio (3) per attività mediche non strumentali. Nel 2011, oltre alla verifica di tutte le nuove attività entro i 60 gg previsti dalla normativa Regionale, si prevede di proseguire con gli odontoiatri, dando applicazione ai protocolli individuati, e di avviare un controllo programmato sulle strutture poliambulatoriali esistenti, a partire da quelle con autorizzazione più lontana nel tempo e mai modificata od aggiornata. L’integrazione più frequente per queste attività è con il Servizio Impiantistica del DPM. All’interno di questo macrosettore sono collocate anche le strutture di ricovero e cura su cui il Servizio SISP interviene nella espressione ambito di pareri edilizi e nell'esecuzione di eventuali sopralluoghi con il Dipartimento PAC. 6. Strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. A metà strada tra il sanitario e il ricettivo, questo settore comprende realtà molto diversificate, sia per la tipologia di utenza (bambini, anziani, disabili, ecc) che per le caratteristiche degli edifici. Alcune di esse sono soggette a vigilanza congiunta con il Dipartimento PAC: si prevede la presenza routinaria del Servizio nei sopralluoghi sulle realtà nuove o modificate, con contenuti di controllo standard che necessitano di essere verificati per valutarne la reale efficacia. 7. Strutture di svago e di intrattenimento. Macrosettore a rischio basso (4) per le patologie infettive, ma con potenziali elementi problematici per impiantistica e sicurezza; è tuttora governato da una parte di normativa superata (sia per le modalità che per le figure chiamate in causa) che prevede, per ogni manifestazione, almeno due controlli (documentale e strutturale) da parte della Commissione Provinciale di Pubblico spettacolo e uno nelle Commissioni Comunali. Questo settore andrebbe rivisitato per individuare un protocollo di intervento ottimizzato per costo-efficacia. L'integrazione è, all'interno dell'ASL, con il Servizio Impiantistica e, all'esterno, con i Comuni, la Provincia, i Vigili del Fuoco. 8. Strutture di produzione, deposito e commercializzazione di Cosmetici. Macrosettore in movimento dal punto di vista della normativa (Comunitaria e Nazionale) su cui la Regione ha aperto un focus già dal 2009, con la creazione di un gruppo di lavoro, di cui il SISP fa parte, per individuare linee di intervento con maggior valenza di efficacia. In quest'ambito, si prevede, per quanto riguarda le strutture, di dare continuità alle azioni di vigilanza e controllo in essere e, per quanto riguarda il campionamento, si prevede la sua effettuazione solo in presenza di confezioni appartenenti a partite di prodotti in cattivo stato di conservazione o di dubbia origine 95 o segnalate. L’aspetto innovativo previsto per il 2011 in questo ambito è la partecipazione alla campagna informativa sull’uso corretto dei cosmetici secondo le indicazioni Regionali. 9. Farmacie e parafarmacie. Strutture a basso livello di rischio (4) per le quali non si prevedono controlli intensivi. Nel rispetto di quanto indicato nella LR 33/2009, in assenza di segnalazioni di particolari problematicità, si prevede il controllo all’interno della Commissione di vigilanza sulle farmacie solo sulle nuove strutture o su quelle sottoposte ad ampliamenti o variazioni strutturali. 10. Trasporto sanitario. Settore storico per il Servizio, ma in forte evoluzione e messo a fuoco dalla recentissima (dicembre 2010) normativa Specifica della Regione Lombardia. Classificabile con livello di rischio medio-alto (2) per le problematiche emerse negli ultimi anni, in tale settore si prevede un controllo intensivo secondo quanto indicato nel documento Regionale che, oltre al controllo (documentale con sopralluogo a luoghi, edifici e mezzi) all'avvio dell’attività, fissa la frequenza dell'attività di vigilanza in almeno una ispezione all’anno, sia per le ambulanze che per i locali, con una rete di informazioni e relazioni a vari livelli: AREU, strutture sanitarie, sociosanitarie, socio-assistenziali che possono avvalersi di tali attività. C) Controllo e Gestione delle Emergenze Area che richiede un’alta integrazione fra più servizi intra ed extra ASL, si connota con elementi di rischio potenziale elevato (1-2) ma molto diversi tra loro per tipologia, ricaduta sulla popolazione e sul territorio, interventi di contenimento e preventivi. Prevede l'intervento ogni volta con diversi livelli di integrazione. a) b) c) d) e) Emergenza Caldo Intossicazione da monossido di carbonio Incidenti ambientali (sversamenti, scoppi, ribaltamenti, ecc) Industrie ad alto rischio (piani di emergenza) Sistemi di allerta (segnalazione di presenza sul mercato di prodotti pericolosi) Per questa Area di attività, che non è “pianificabile” per definizione, è necessario, in applicazione alle linee-guida regionali sulle attività di controllo, vigilanza e ispezione di competenza dei Dipartimenti Medici, “programmare” il protocollo di risposta e di azione, non solo del DPM ma anche delle altre realtà intra ed extra Asl coinvolte. D) Vigilanza su altri settori In questo paragrafo sono compresi i settori di attività che si collocano a metà strada fra il controllo sul territorio e la vigilanza sugli ambienti di vita, ma che può avere ricadute importanti dal punto di vista del Rischio. Lotta ai vettori. Finalizzato alla prevenzione delle malattie trasmesse da vettori, e con livello di rischio variabile (medio-alto) a seconda della situazione, questo settore di attività, è stato messo a fuoco ed avviato nel precedente triennio, con buoni risultati di campionamento, di produzione di indicazioni per i Comuni e di supporto alla sorveglianza delle malattie infettive con momenti di formazione trasversale. Si prevede, per il 2011, di proseguire nel monitoraggio della distribuzione territoriale delle zanzare, nella attività di consulenza e di informazione ai Comuni, accanto alla definizione degli interventi di contenimento a fronte del verificarsi di patologie quali Chikungunja e West Nile. L'integrazione in questo settore è prevista con le 96 diverse realtà Comunali, l'Istituto zooprofilattico e il Dipartimento veterinario e necessita di un momento formativo interno Polizia mortuaria. Finalizzato al controllo dei cimiteri e e alla vigilanza sulle operazioni funerarie e cimiteriali, questo settore, a rischio medio-basso, è stato individuato come soggetto a vigilanza intensiva nel corso del precedente piano -di vigilanza anche per la necessità di dare applicazione alle innovazioni normative introdotte. Ciò ha permesso di rivedere l'intero percorso tematico, di fare una fotografia dell'attuale assetto dei cimiteri e degli strumenti di pianificazione ad essi legati, di eliminare molte attività a scarsa valenza di efficacia e di incontrare diversi attori del sistema, di effettuare momenti formativi trasversali. Nel 2011 si prevede di proseguire l' opera di svecchiamento degli iter procedurali, di riprendere la pianificazione cimiteriale all'interno degli strumenti di governo del territorio e di approfondire con i Comuni le tematiche dell'organizzazione cimiteriale. Edilizia e controllo dell’abitato. E' un settore multiforme, a rischio medio-basso, (3-4) in cui sono si ricomprendono i pareri per le pratiche “edilizie”, notevolmente ridotte con l'avvento delle DIA, i sopralluoghi connessi a verifica dello stato delle abitazioni, a vario titolo (dichiarazioni di idoneità di /antigienicità/inabitabilità degli alloggi necessità di montascale, ecc), e i sopralluoghi per inconvenienti igienici. Sono tutte attività su richiesta (del comune o di altri enti, dei progettisti o di imprenditori, di altri servizi dell'Asl, di associazioni o del privato cittadino) e quindi non “pianificabili”. Quanto a finalità e modalità di svolgimento, per parlare di efficacia, tutte e tre queste linee di azione necessitano di interventi correttivi di diversa natura, in particolare, i pareri edilizi dovrebbe trasformarsi in giudizio di qualità delle abitazioni. i controlli sulle abitazioni vanno contenuti e resi agili, gli inconvenienti igienici “banali” devono guadagnare appropriatezza ed essere ricondotti, a seconda dei casi, alla manutenzione corrente degli edifici, all'amministratore di condominio o verso la risposta corretta al bisogno sotteso (sociale, psichiatrico, di tolleranza,ecc). Tutte queste casistiche andrebbero ridiscusse fra i diversi attori coinvolti, in particolare i Comuni, che condividono con l'ASL molti di questi interventi che assorbono ancora molte risorse Il monitoraggio delle attività è effettuato con la rendicontazione tramite sistema IMPRES@ e gli indicatori di risultato sono individuati in: − Adozione di protocollo in materia di emergenza di Sanità Pubblica secondo le indicazioni fornite dalla UO Governo della Prevenzione e tutela sanitaria − Produzione di une Report sulle modalità, sui contenuti e sugli strumenti utilizzati nella definizione dei pareri espressi dalle ASL nelle procedure di VIA e di supporto alla definizione dei PGT − nel settore della sicurezza negli ambienti di vita effettuazione del 60% dei controlli, su strutture a rischio elevato − Definizione e stesura, con ARPA e Amministrazione Provinciale di un programma di coordinamento dei controlli sulle aziende che svolgono attività che impattano sull’ambiente, con esplicitazione della competenza ASL in merito alla tutela dei lavoratori e della popolazione e dell'atività coordinata effettuata. − Attuazione della campagna informativa sull’uso corretto dei cosmetici Rapporto sulla diffusione del materiale informativo Regionale con produzione di un rapporto sulla diffusione del materiale informativo. 97 ATTIVITA’ DI ANALISI DI LABORATORIO Il Laboratorio di Sanità Pubblica ha ottenuto nel 2010: · l’autorizzazione della Regione Lombardia a svolgere attività di ricerca delle sostanze stupefacenti e psicotrope a valenza medico-legale, come richiesto dalla normativa cogente · l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 da parte dell’Ente di Accreditamento ORL dell’Istituto Superiore di Sanità per svolgere attività di ricerca microbiologica sugli alimenti e sull’acqua potabile. L’LSP in questo modo ha raggiunto su alcuni profili analitici un livello di eccellenza che rappresenta un patrimonio per la realtà sanitaria locale da salvaguardare e sfruttare al meglio. Si prevede per il 2011: 1 - estensione all'accreditamento sulle analisi microbiologiche dalle acque reflue e superficiali; 2 - screening della ricerca delle sostanze stupefacenti su matrice cheratinica; 3 - formazione del personale sulla norma UNI EN ISO 15189 “Medical laboratories - Particular requirements for quality and competence”; 4 - aggiornamento informatico del programma LIMS per la gestione delle acque ed alimenti e analisi cliniche. 5- mantenimento in eccellenza di quanto raggiunto nel 2010. Il laboratorio svolge un'attività che spesso fa da supporto ad altri servizi del Dipartimento di Prevenzione Medica e ad altri servizi di altri dipartimenti in cui è suddivisa l'ASL di Mantova. Pertanto risulta difficile svolgere un'attività di programmazione mirata all'aumento delle prestazioni in essere. Volume e tipologia di lavoro Il Laboratorio di Sanità Pubblica si occupa di analisi ed accertamenti di tipo sierologico, chimico-clinico, tossicologico, microbiologico e chimico. In particolare svolge le seguenti attività: · Accertamenti diagnostici di laboratorio delle malattie di origine batterica, parassitaria, micetica e virale · Controlli immunologici delle vaccinazioni · Controlli microbiologici su alimenti e bevande · Controlli microbiologici e chimici delle acque destinate al consumo umano · Indagini di laboratorio a seguito di episodi di tossinfezione alimentare · Controlli microbiologici dell’aria confinata e degli ambienti di lavoro · Controlli microbiologici e chimici delle acque di balneazione, delle acque di piscina e delle acque termali · Controlli microbiologici delle acque di scarico e delle acque superficiali · Controlli microbilogici sui prodotti cosmetici · Accertamenti diagnostici e tossicologici sui tossicodipendenti e sui lavoratori a rischio · Accertamenti diagnostici di abuso alcoolico · Monitoraggio pollinico Nella tabella seguente sono riassunte le prove che vengono eseguite: 98 Prevenzione Medica - Laboratorio Att. di camp. e mis. sul campo (acque potabili,balneazione,superficiali,microbiologiche e chimiche) - N.campioni Attività di campion. e misure sul campo (ambientali) - N. determinazioni microbiologiche (legionella/prove sterilità) Acque potabili e acque minerali - N. determinazioni microbiologiche Acque superficiali e scarico - balneazione - N. determinazioni microbiologiche Alimenti e bevande (determinazioni ufficiali) - N. determinazioni microbiologiche Alimenti e bevande (determinazioni conoscitive) - N. determinazioni microbiologiche Determinazioni bioumorali - N. determinazioni Ematologia ed immonoematologia - N. determinazioni Sierologia - N. determinazioni Microbiologica e parassitologia - N. determinazioni Tossicologia e biotossicologia - N. determinazioni Sangue occulto nelle feci - N. determinazioni Preparazioni terreni colturali - N. litri Monitoraggio polline - N. determinazioni Alimenti e bevande dietetici ecc. - N. determinazioni chimiche Acque ad uso potabile, di dialisi, minerali - N. determinazioni chimiche Residui fitofarmaci - N. determinazioni chimiche Stupefanti,cosmetici,farmaci,presidi medico-chirurgici,integratori alimentari ecc. - N. determinazioni chimiche Acque di balneazione - N. determinazioni chimiche Il volume delle prestazioni si prevede nella sostanza costante; in diminuzione in particolare le determinazioni chimiche e bioumorali, in aumento la tossicologia e la microbiologia. 99 PREVENZIONE ONCOLOGICA La programmazione delle attività 2011 riprende in linea con quanto sviluppato negli anni precedenti e ricomprende la conclusione dell’avviato percorso di valutazione dei cancri d’intervallo dello screening mammografico, essendo questo indicatore l’unico ancora non disponibile per la valutazione di sensibilità diagnostica del programma. Questo percorso tecnico-scientifico ha coinvolto l’ASL e tutto il personale (medico e tecnico) delle Aziende Ospedaliere coinvolte nell’erogazione delle prestazioni di primo e secondo livello. Per il 2011 è prevista la pubblicazione e la diffusione dei risultati di questo percorso che si conclude nelle prime settimane di gennaio 2011: ci sarà certamente l’occasione di sintetizzare quanto emerso, contestualizzandolo anche rispetto agli outcome di salute che si sono già evidenziati nell’ analisi di contesto, Volendo esporre brevemente la programmazione 2011, si prevede di invitare la popolazione in età di screening secondo le tabelle di seguito allegate: INVITI SCREENING CERVICO VAGINALE DAL 01/01/2011 DISTRETTI DISTRETTO DI ASOLA DISTRETTO DI GUIDIZZOLO DISTRETTO DI MANTOVA DISTRETTO DI OSTIGLIA DISTRETTO DI SUZZARA DISTRETTO DI VIADANA AL 31/12/2011 donne in scadenza mai chiamate esclusioni temp solleciti e non rispond TOT INVITI 2205 217 6011 8433 2235 1339 12342 15916 8448 1476 19021 28945 2580 332 5999 8911 3395 510 5104 9900 2790 403 5923 9116 TOTALE 81221 INVITI SCREENING MAMMOGRAFICO DAL 01/01/2011 AL 31/12/2011 CENTRI SCREENING donne in scadenza mai chiamate esclusioni temp C.POMA 5281 1742 450 7473 ASOLA 1145 548 2033 3726 solleciti e TOT INVITI non rispond 100 BOZZOLO 793 203 1181 2177 PIEVE DI CORIANO 1892 513 1755 4160 CASTIGLIONE 1958 698 2490 5146 OGLIO PO 1024 317 250 1591 SAN CLEMENTE 829 258 2624 3711 SUZZARA 1797 503 1499 3799 TOTALE 31783 1806 2838 8320 2408 2299 2283 richieste di coloscopia 1719 1800 2641 1513 1407 1520 colonscopie attese 17 25 58 18 20 20 non responder al 31/12/2011 685 980 2323 736 804 782 non responder al 30/11/2011 63 96 297 91 93 86 colonscopie attese 1982 3014 9285 2835 2891 2693 NEW ENTRY colonscopie attese INVITI IN SCADENZA DAL 1/01/2011 AL 31/12/2011 programma colonscopie 2011 ASOLA GUIDIZZOLO MANTOVA OSTIGLIA SUZZARA VIADANA 13 14 20 11 11 11 93 134 375 120 123 117 Con la programmazione qui prevista, si intendono mantenere e se del caso aumentare i tassi di adesione che già sono in linea con le raccomandazioni indicate nelle linee guida ministeriali e regionali, essendo questi condizione non sufficiente ma necessaria per ottenere l’outcome di salute desiderato: SCREENING ONCOLOGICI ANNO 2011 N° SOGGETTI PREVISIONE % DI ATTESI POP DA PREVISIONE ADESIONE COME POP POSITIVI INVITARE ATTESO ADERENTE (>=) AL TEST % DI POSITIVITA' MAMMOGRAFICO 21.705 16.687 76% 313 2% CERVICOVAGINALE 39.526 23.399 59% 278 1% 101 COLORETTALE 34.650 26.737 77% 1069 4% Tra le azioni di miglioramento che si intendono promuovere in questo nuovo anno, si citano alcune tra le più salienti: 1) Popolazione non aderente, per la quale si studieranno nuove modalità di reclutamento, seguendo l’esperienza 2010 rispetto allo screening per tumori del colon retto; 2) Popolazione in follow-up per patologia pre-tumorale individuata: per questi soggetti si cercherà di strutturare un percorso che garantisca l’adesione agli accertamenti calendarizzati, per evitare di perdere il guadagno di salute ottenuto aderendo allo screening; 3) Cancri d’intervallo: dopo i risultati ottenuti studiando i C.I. nello screening mammografico, si valuteranno modalità adeguate per lo studio dei C.I. dei tumori colorettali, all’interno dei gruppi nazionali di riferimenti (GISCOr) PREVENZIONE IN ETA’ PEDIATRICA Prosegue per il 2011 l’offerta dello screening per i disturbi della vista in età prescolare, con un tasso di adesione che raggiunge il 75% e si consolida lo screening per individuare i disturbi del linguaggio nei bambini di 27-30 mesi attivato sull’intero territorio mantovano nel giugno 2010 e che vede coinvolti oltre 3.000 bambini/anno, con un tasso di adesione del 50%. Si pone l’attenzione, in particolare, al programma di screening dei disturbi di linguaggio, che, dopo una fase prototipale, è stato stabilmente attivato, come anzidetto, nel giugno scorso, partendo con il reclutamento dai distretto che storicamente avevano già avuto esperienze di questo genere, seppur con diversa modalità organizzativa. Gli obiettivi raggiunti nell’anno 2010, in collaborazione con i consulenti scientifici dell’ Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma sono stati: 1. Start up del progetto, presentazione del protocollo operativo al personale ASL, ai Medici Pediatri e agli specialisti neuropsichiatri Infantili - NPI; 2. Definizione di un protocollo di osservazione/valutazione diretta (osservazioni semistrutturate e prove strutturate) da usare con quei bambini risultati positivi allo screening, condiviso con gli specialisti NPI e i logopedisti coinvolti nel percorso diagnostico-terapeutico; 3. Supervisione e monitoraggio dello stato di avanzamento della campagna di screening; 4. Prima verifica qualitativa della validità del protocollo di osservazione/valutazione utilizzato dai NPI e dai Lopopedisti con i bambini risultati positivi allo screening; 5. Analisi e progettazione di un software applicativo per l’archiviazione e l’elaborazione dei questionari compilati dai genitori con generazione automatica di uno “score”; 6. Monitoraggio del processo d’immissione dei dati nel database; 7. Incontro di formazione/aggiornamento al personale della ASL, ai pediatri e al personale NPI sullo stato di avanzamento e sui primi risultati dello screening. Rispetto al reclutamento dei bambini, si riferisce che, nel corso del mese di aprile 2011 si terminerà la convocazione dei bambini nati nell’anno 2008, mentre da maggio 2011 si inizierà a convocare i bambini della coorte 2009. Verrà organizzato dall’ASL un evento formativo/informativo per i Pediatri di Famiglia e per tutti i professionisti ASL e Poma interessati allo screening, per fare il punto sui primi risultati raggiunti e per migliorare le procedure d’accesso allo screening ed al 2° livello diagnostico. 102 PREVENZIONE VETERINARIA Premessa Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario e i Distretti Veterinari svolgono attività finalizzate alla tutela della salute pubblica, alla protezione del patrimonio zootecnico dalle malattie trasmissibili e alla tutela del benessere animale. Le prestazioni sono erogate, prevalentemente, presso allevamenti, macelli, impianti per la produzione di alimenti di origine animale e di alimenti destinati al bestiame, esercizi di vendita, canili sanitari, canili rifugio e altri impianti o esercizi che svolgono attività minori. I Distretti Veterinari erogano prestazioni su richiesta degli operatori o di privati cittadini (certificazioni, visita sanitaria per macellazioni in impianti o a domicilio, controlli per esportazione, …) e svolgono attività programmata di controllo ufficiale. La programmazione delle attività tiene conto prevalentemente del contesto produttivo, ma considera anche fattori ambientali, come avviene per la ricerca di inquinanti nei mangimi e negli alimenti, o fattori sociali, come accade, spesso, nel settore degli animali d’affezione o per la macellazione rituale. La presenza di un elevato numero di allevamenti richiede una grande attenzione per le malattie che potrebbero propagarsi fra gli animali e, in alcuni casi, da questi all’uomo. Da anni non vi sono fenomeni epidemici o problemi gravi, ma questo è anche il frutto del monitoraggio costante che è svolto sul territorio dal personale dei Distretti Veterinari. Dal punto di vista organizzativo, le attività svolte negli allevamenti ricadono nelle aree funzionali di Sanità Animale (Area A) e di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (Area C). Nell’assetto organizzativo del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, due unità operative affiancano le aree A e C: l’U.O. “Anagrafi Zootecniche” e l’U.O. “Randagismo e Igiene Urbana”. La prima si occupa della corretta identificazione degli animali e della registrazione dei loro spostamenti, mentre la seconda interviene sul fenomeno del randagismo, sull’anagrafe canina e sugli eventuali problemi sanitari originati dalla presenza degli animali nelle aree urbane. In provincia vi sono anche importanti insediamenti produttivi legati alla macellazione degli animali e alla trasformazione degli alimenti di origine animale (carni e latte). In tali impianti l’ASL esercita un’attività di controllo finalizzata alla prevenzione delle tossinfezioni alimentari. Nei macelli, i veterinari si occupano anche di benessere animale e di prevenzione delle zoonosi e di protezione del patrimonio zootecnico dalle malattie trasmissibili. Questi interventi sono di competenza dell’area di Igiene degli Alimenti di Origine Animale (Area B). La lavorazione del latte, invece, è controllata dall’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche. Oltre ai macelli, sono presenti numerosi stabilimenti di trasformazione delle carni (laboratori di sezionamento, salumifici). Oltre a quelle già descritte, sono svolte anche attività minori, che, comunque, richiamano l’attenzione dei servizi veterinari per i risvolti sanitari che possono avere sui consumatori. Un esempio è quello dell’apicoltura che, nonostante rappresenti un’attività marginale, è regolarmente sottoposta a controlli ufficiali e, anche per questo settore, dal 2010 è attiva l’anagrafe apistica. Dal punto di vista organizzativo, i controlli delle cosiddette produzioni minori sono seguiti da una specifica unità operativa dipartimentale. I Distretti Veterinari e il Dipartimento, spesso, collaborano con altri enti. Il riferimento principale per l’attività di controllo è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che offre un importante supporto per gli accertamenti analitici. L’IZS, inoltre, offre la propria consulenza in situazioni complesse nelle quali è richiesta una specifica professionalità: è il caso dei focolai di malattie infettive o di problematiche particolari nel settore degli alimenti di origine animale. In futuro, per migliorare l’efficacia dei controlli ufficiali, saranno aumentate le forme di collaborazione. Per particolari tipologie di controlli Veterinari, l’ASL collabora con la Polizia Stradale, i Carabinieri (NAS), l’Amministrazione Provinciale e le Amministrazioni Comunali. Il Dipartimento e i Distretti Veterinari, inoltre, intrattengono rapporti con associazioni e organizzazioni di categoria e con alcune associazioni di volontariato che si occupano di tutela del benessere 103 animale. In futuro, saranno intensificati tali rapporti e ne saranno attivati di nuovi, ad esempio con le associazioni dei consumatori. La programmazione delle attività veterinarie tiene conto della normativa specifica di riferimento, delle linee guida regionali, del Piano Socio Sanitario Regionale e della deliberazione della Giunta Regionale n. IX/000937 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l’esercizio 2011”, cosiddetta “Delibera delle regole” e relativi documenti riportanti indicazioni applicative (Circolari 42608 del 30.12.2010 e 1149 del 14.01.2011). Con tali documenti sono state fornite indicazioni ai Dipartimenti di Prevenzione Veterinaria per gli interventi da programmare nel 2011 nei seguenti ambiti: sicurezza degli alimenti di origine animale, sanità e benessere animale, mangimi ed alimenti zootecnici, sottoprodotti di origine animale e tutela sanitaria degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo. Per la “delibera delle regole”, dal punto di vista operativo, sono previsti i seguenti interventi: 1. Efficacia e qualità dei controlli nel settore della sicurezza alimentare; integrazione di sistema Regione – ASL – IZSLER; 1.1 Attuazione di controlli, secondo indicazioni regionali, presso laboratori privati iscritti nel registro regionale di cui alla dgr del 14 luglio 2010 n. 9/266. Il programma di audit sarà predisposto dalla Regione e sarà attuato attraverso gruppi di audit composti da veterinari nari provenienti da diverse ASL lombarde; 1.2 Esecuzione di controlli ufficiali (almeno 12) in collaborazione con il personale delI’IZSLER, presso stabilimenti che presentano particolari criticità di carattere igienico-sanitario; 1.3 Stesura del piano integrato della prevenzione e dei controlli sulla base delle indicazioni riportate nelle circolari 32/SAN/2007, 19/SAN/2008 e 26/SAN/2009; 2. Attivazione di progetti innovativi; La Regione intende qualificare e potenziare le attività nelle materie di competenza della sanità pubblica veterinaria attraverso il vincolo di una quota del fondo funzioni non tariffabili 2010 destinata ad incrementare la capacità dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinari ad attivare progetti innovativi negli ambiti ritenuti prioritari a livello territoriale e in grado di determinare, in tale ambito, un incremento di almeno il 10% dell’attività di controllo ufficiale/interventi effettuati. Tale quota, per l’ASL di Mantova è pari a 360.000 €. I progetti innovativi devono essere elaborati sulla base delle risorse assegnate e delle priorità identificate nell’ambito della programmazione aziendale e dovranno essere declinati in via prioritaria nelle aree di intervento di seguito specificate: Governance del Dipartimento di Prevenzione Veterinario;Tutela sanitaria degli animali; Sicurezza alimentare e Igiene veterinaria. 3. Implementazione del documento “Standard di funzionamento dei servizi A.S.L. competenti in materia di sicurezza alimentare”; 3.1 È previsto il recepimento e l’adeguamento delle procedure aziendali al documento regionale, entro il 30 giugno 2011; 3.2 L’ASL dovrà garantire la partecipazione del proprio personale ai corsi di formazione, secondo il calendario e il contingente numerico previsto dall’U.O. Veterinaria per l’anno 2011; 4. Percorsi formativi specialistici nella sanità pubblica veterinaria; L’ASL, nell’ambito dell’attuazione dei corsi di specializzazione finanziati dalla D.G. Sanità, stipula, a seguito di formale richiesta, appositi accordi con l’Università di Milano al fine di consentire lo svolgimento di tirocini pratici previsti dalle attività formative; 5. Sistema informativo; Lo sviluppo del sistema informativo è finalizzato all’integrazione degli applicativi attualmente in essere e all’implementazione del sistema di rendicontazione delle attività nelle materie di competenza della sanità pubblica veterinaria. A tal fine, per il 2011, si dovrà garantire: - inserimento dei controlli presso gli impianti riconosciuti ai sensi del reg. CE 853/2004: > 85% dei controlli effettuati; - preaccettazione campionamenti piano Malattia Vescicolare Suina (MVS): > 95% dei campioni inviati al laboratorio; - utilizzo modulo accompagnamento campioni BSE su capi morti in azienda, disponibile in BDR: > 95% dei campioni inviati al laboratorio; - registrazione in BDR/BDN dei controlli previsti nel piano di monitoraggio Blue Tongue: > 95% dei controlli effettuati; 104 - registrazione in SIV dei controlli per la biosicurezza in allevamenti suini : > 95% dei controlli effettuati; Inoltre, come I° step, è prevista la: - partecipazione ai corsi di formazione organizzati dall’U.O. Veterinaria per formatori ASL sui sistemi informatici; 6. Tutela sanitaria degli animali da allevamento; 6.1 l’ASL dovrà attuare l’attività di sorveglianza e controllo negli allevamenti zootecnici secondo le disposizioni emanate da questa UO veterinaria, in virtù del livello sanitario raggiunto dal patrimonio zootecnico lombardo; 6.2 sperimentazione di un modello, predisposto dall’U.O. Veterinaria, finalizzato a classificare gli allevamenti suini in funzione del livello di rischio sanitario; 6.3 Rispetto dei tempi e delle modalità per la rendicontazione della attività svolta, al fine di ottemperare al debito informativo nei confronti del Ministero della Salute (LEA). Criteri generali di programmazione dei controlli ufficiali 2011 Le attività veterinarie sono programmate con criteri che mirano a garantire l’appropriatezza degli interventi e il razionale utilizzo delle risorse. La valutazione del rischio delle diverse attività è il criterio che maggiormente contribuisce ad applicare il principio di appropriatezza. Come previsto dagli obiettivi regionali assegnati alle Asl nel 2010, la programmazione di molti settori di attività è stata eseguita tramite il Sistema Informativo Veterinario (SIV). Nella programmazione delle attività veterinarie sono considerati i seguenti elementi: livello di rischio, tipologia e frequenza dei controlli, procedure di controllo, criteri di valutazione dell’attività svolta, modalità di comunicazione dei risultati. La parte riguardante le procedure di controllo sarà oggetto di particolare attenzione: esistono già procedure aziendali certificate ISO 9001, ma nel corso del 2011, dovranno essere armonizzate secondo le Linee guida regionali in materia di “Standard di organizzazione e funzionamento dei servizi ASL competenti in materia di sicurezza alimentare, di cui al Reg(CE) n. 882/2004”. Nel 2011, si cercherà di migliorare ulteriormente l’efficacia dei controlli ufficiali. Al riguardo, è significativa l’esperienza condotta, negli ultimi due anni, dai veterinari ufficiali che hanno verificato i requisiti degli impianti che esportano verso Paesi terzi. Per questa iniziativa, sono stati formati dei gruppi di audit composti da veterinari che non avevano competenza territoriale sull’impianto sottoposto a controllo e che, molto spesso, provenivano da altri Distretti Veterinari. Il risultato è stato giudicato da tutti positivo, per l’effetto che ha avuto sugli impianti e sul personale che ha condotto gli audit. La stessa esperienza è stata ripetuta nel 2010 per il controllo straordinario dei requisiti strutturali e gestionali dei canili rifugio. Vi sono, dunque, sufficienti motivazioni per ripetere l’esperienza anche in altri settori: si prestano alcuni dei controlli che si dovranno eseguire nell’area di Sanità Animale e nell’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche. Solo apparentemente, questo sistema richiede un maggior impegno di risorse, perché la maggior efficacia dei controlli permetterà di ridurne la frequenza. Criteri di valutazione dell’appropriatezza dei controlli ufficiali L’appropriatezza degli interventi è un requisito indispensabile per garantire il razionale utilizzo delle risorse e l’efficacia dei controlli. Sono considerati elementi di valutazione dell’appropriatezza: • la corretta proporzione fra risorse impegnate e livello di rischio assegnato agli impianti; • la corretta applicazione delle procedure aziendali; • la corretta modalità di documentazione e registrazione dei risultati dei controlli ufficiali; • la corretta gestione delle non conformità riscontrate; • l’applicazione di adeguati provvedimenti, quando necessari. Nel corso del 2011, l’U.O. Veterinaria Regionale valuterà gli aspetti organizzativi e gestionali dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinaria attraverso audit che saranno condotti da funzionari regionali e da veterinari dirigenti appositamente formati. 105 AREA SANITA’ ANIMALE (A) Contesto Il controllo sanitario degli animali d’allevamento ha forti ricadute sulla preservazione e valorizzazione del patrimonio zootecnico e sulla salute pubblica, dato che molte delle malattie oggetto di controllo sono anche zoonotiche. In quest’ambito, principalmente, si colloca l’attività di prevenzione e controllo, su scala provinciale, dell’Area di Sanità Animale. Tra le più importanti sia dal punto di vista della possibilità di indurre patologie nell’uomo, sia per i possibili danni arrecati al comparto produttivo zootecnico vi sono la Tubercolosi, la Brucellosi, la Leucosi, la Malattia Vescicolare dei suini, le Encefalopatie Spongiformi, l’Influenza Aviaria. L’anagrafica degli allevamenti è parte fondamentale e base di partenza per ogni considerazione relativa alla valutazione programmatica delle azioni da mettere in campo al fine di poter soddisfare i requisiti normativi, contenuti nei vari piani di eradicazione e controllo delle malattie infettive. Il contesto in cui opera l’area di sanità animale ha come base consolidata il patrimonio zootecnico mantovano. Attraverso l’elaborazione dei dati contenuti nell’anagrafe della Banca Dati Regionale è possibile avere un quadro immediato e puntuale del numero degli allevamenti e della loro consistenza. Nella provincia di Mantova vengono allevati oltre 330.000 bovini in 2.689 allevamenti, oltre 1.100.000 capi suini in 812 allevamenti, sette milioni di capi avicoli in 541 allevamenti. Per esporre chiaramente l’analisi del contesto in cui si opera, sono riportate le tabelle relative al patrimonio zootecnico mantovano. Le tabelle presentano i dati aggregati per specie animale, attività zootecnica, tipologia produttiva e per Distretto Veterinario. I dati sono estratti dal sistema SIE – SIV (Sistema Informativo Epidemiologico – Sistema Informativo Veterinario). Specie Attività Tipologia Unità Capi Unità Capi Unità Capi Unità Capi Unità Capi Bovidi presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010 ASL Mantova DV Asola-Guidiz. DV Mantova DV Quistello DV Viadana Bovini Bovini Bovini Bovini Bovini Bovini Bovini Bovini Bufali Allev. Allev. Allev. Allev. Allev. Allev. S. Sosta altre Allev. Riproduz. Latte Rip. (manze) Produzione carne rossa Prod. carne bianca Prod. carne svezz. Ripr. vacca-vitello varie varie varie totale 1166 155 1063 119 10 91 19 4 17 2644 192879 3380 73443 53218 951 2941 1721 10 1482 330025 339 36 415 22 4 40 6 0 7 869 59080 1021 28639 12316 932 1465 447 0 476 104376 290 30 298 21 2 16 3 2 2 664 62807 843 31974 11321 15 547 0 8 50 107565 410 56 234 75 4 23 9 2 8 821 52289 956 9997 28802 4 713 1274 2 956 94993 127 33 116 1 0 12 1 0 0 290 18703 560 2833 779 0 216 0 0 0 23091 Capi Unità Capi Unità Capi totale Unità Ripr. - ciclo aperto Ripr. - ciclo chiuso Ingrasso Ingr Intermedio Ingr. Familiare Capi Allev. Allev. Allev. Allev. Allev. altre Allev. Tipologia Unità Suini Suini Suini Suini Suini Suini Cinghiali Attività Capi Specie Unità Suidi presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010 ASL Mantova DV Asola-Guid. DV Mantova DV Quistello DV Viadana 89 38 485 6 187 1 6 812 297878 123585 761477 11710 76 25 77 1194828 31 12 117 2 89 1 1 253 83161 38299 188250 10900 10 25 0 320645 26 15 147 0 29 0 4 221 117631 49967 257481 0 23 0 74 425176 16 9 168 3 61 0 0 257 42356 22599 225889 810 36 0 0 291690 16 2 53 1 8 0 1 81 54730 12720 89857 0 7 0 3 157317 106 Unità Capi Unità Capi Unità Capi uova Allev. consumo Allev. uova cova Allev. ingrasso Allev. varie Allev. rurali Allev. svezz. Allev. Comm totale Capi Tipologia Unità Polli Polli Polli Tacchini varie varie varie varie Attività Capi Specie Unità Avicoli presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010 ASL Mantova DV Asola-Guid. DV Mantova DV Quistello DV Viadana 61 9 105 48 221 14 100 4 562 3842691 186570 1737315 541420 8930 33115 350424 0 6700465 34 7 58 31 51 7 30 1 219 2377591 144500 916860 375160 1644 8740 151245 0 3975740 20 0 12 7 85 3 30 1 158 1196300 0 290242 79410 2932 4481 88766 0 1662131 5 2 27 5 75 3 35 0 152 208800 42070 323883 45000 4174 14394 105325 0 743646 2 0 8 5 10 1 5 2 33 60000 0 206330 41850 180 5500 5088 0 318948 Unità Capi Unità Capi Unità Capi da latte da carne da latte da carne altro Capi Allev. Allev. Allev. Allev. altro totale Tipologia Unità Ovini Ovini Caprini Caprini varie Attività Capi Specie Unità Ovi-Caprini presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010 ASL Mantova DV Asola-Guid. DV Mantova DV Quistello DV Viadana 2 68 5 213 21 309 34 1894 1305 1224 110 4567 0 20 1 77 2 100 0 1022 24 481 51 1578 0 18 0 54 10 82 0 316 0 384 45 745 2 21 1 55 9 88 34 533 1 274 14 856 0 9 3 27 0 39 0 23 1280 85 0 1388 Unità Capi Unità Capi Unità Capi Unità Capi equini varie varie Attività Capi Specie Unità Equidi presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010 ASL Mantova DV Asola-Guid. DV Mantova DV Quistello DV Viadana Allev. Allev. altro totale 967 106 5 1078 3142 237 8 3387 305 22 1 328 1332 30 0 1362 246 46 0 292 722 87 0 809 248 23 2 273 623 92 6 721 168 15 2 185 465 28 2 495 Specie Attività Unità Capi Unità Capi Unità Capi Unità Capi Unità Capi Altre specie nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010 ASL Mantova DV Asola-Guid. DV Mantova DV Quistello DV Viadana api conigli richiami varie Allev. Allev. Allev. Allev. totale 124 58 138 77 397 - 33 27 29 34 123 - 29 13 56 19 117 - 24 17 44 15 100 - 38 1 9 9 57 - Valutazione attività 2010 Le attività programmabili di competenza dell’Area di Sanità Animale fanno riferimento agli allevamenti e impianti sopra descritti ed alla applicazione di normative specifiche. Il lavoro si basa quindi su pianificazioni stabili a meno di non prevedibili, ma possibili, eventi nell’ambito della circolazione delle malattie infettive. Di seguito sono riportate le attività svolte nel 2010. Piani di profilassi e eradicazione delle malattie infettive dei bovini: tubercolosi, brucellosi, leucosi (DDGS n. 2825 del 15/03/2006) Nell’ambito della profilassi della Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi nel corso del 2009 sono stati effettuati tests tubercolinici in 773 allevamenti su 115.703 capi e campionamenti ematici in 764 allevamenti su 87.807 capi oltre a 2.270 tests del latte di massa. Per il 2010 l’attività inerente quest’ambito è in linea con quanto programmato (dati al 31/10/2010): testati 616 allevamenti e 85.411 capi per la tubercolosi, 613 allevamenti e 66.147 capi per la 107 brucellosi e leucosi oltre a 1.118 allevamenti campionati con 1.967 tests del latte di massa per brucellosi e leucosi. In tal modo tutte le aziende hanno potuto mantenere la qualifica sanitaria di “Allevamento ufficialmente indenne da tubercolosi, brucellosi e leucosi”. L’acquisizione e il mantenimento di tale qualifica è indispensabile per la commercializzazione degli animali e del latte destinato al consumo diretto o alla trasformazione casearia. Le modalità di controllo messe in campo sin ora e la corretta gestione dei pochissimi focolai d’infezione hanno permesso alla Regione Lombardia di ottenere dalla Comunità Europea la qualifica di territorio ufficialmente indenne per Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi dei bovini (Decisione 2010/391/UE). Tale qualifica permette l’effettuazione di scambi di animali con modalità semplificate e senza l’obbligo dell’esecuzione dei tests premoving. Piano di controllo della Malattia Vescicolare del suino, morbo di Aujeszky, Peste suina classica (Decisione 779/2005(CE) , DDGS n. 4304 del 28/04/2008 , DDGS n. 5923 del 15/06/2009) Nel 2010 (01/01/2010 - 31/10/2010), per quanto attiene alla sorveglianza della Malattia Vescicolare dei suini, viste le condizioni epidemiologiche favorevoli e visto che non si sono verificati focolai di infezione, sono stati effettuati 11.705 campioni ematici in linea con quanto previsto dai piani di sorveglianza specifici. I predetti campionamenti, nel rispetto della normativa, sono condizione necessaria al conferimento e al mantenimento delle qualifiche sanitarie di “allevamento suino accreditato per MVS” alle aziende; qualifiche indispensabili per la commercializzazione degli animali e dei loro prodotti. Tale qualifica viene registrata nell’anagrafe dei suini presso la BDR (Banca Dati Regionale). Oltre ai campionamenti, nel 2010 sono stati eseguiti 213 controlli di verifica della rispondenza dei requisiti di biosicurezza selezionando gli allevamenti da coinvolgere nei controlli secondo criteri di appropriatezza degli interventi legati alla attribuzione del rischio sanitario. Sono state quindi ritenute da controllare le aziende in cui negli anni precedenti erano emerse carenze o non conformità e quelle a maggior rischio di diffusione del virus come le riproduzioni e gli svezzamenti. Piano di controllo della Influenza Aviaria (DDGS n. 1491 del 19/02/2007) Negli ultimi 2 anni non sono stati rilevati focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli mantovani e questo risultato è stato, senza dubbio, ottenuto attraverso la capillare attività di monitoraggio messa in campo dalle strutture veterinarie di controllo. Il monitoraggio di tutti gli allevamenti ha permesso il rilevamento precoce di eventuali diffusioni del virus influenzale a livello di focolai primari o secondari con un tempismo tale da permettere di bloccare l’infezione. Nel 2010 in provincia di Mantova sono stati effettuati 9.853 campioni di sangue e 525 controlli di biosicurezza degli allevamenti. Piano di controllo della Anemia Infettiva degli equidi (Ordinanza MINSAN 14 novembre 2006 - OM 06/08/2010) L’Ordinanza 14 novembre 2006 e la più recente OM 06/08/2010 prevedono il controllo sierologico degli equidi per il monitoraggio della prevalenza di infezione del virus dell’anemia infettiva degli equini. Detto controllo è stato effettuato su tutti gli animali (esclusi quelli allevati per la macellazione) già nel 2007 e, successivamente, il controllo è stato ripetuto nel 2008 con 1.663 capi campionati. Nel corso del 2009 visto il favorevole andamento epidemiologico della malattia, la Regione Lombardia ha deciso comunque di proseguire nel monitoraggio ma ponendo come obiettivo il controllo del 100% degli animali controllabili nell’ambito del biennio 2009 – 2010. Nel 2009 sono stati controllati n. 1.284 equini e nel 2010 n. 1.528 (31/10/2010). Piano di profilassi della Brucellosi ovi-caprina (DDUO n. 1531/2005; DDUO n. 473/2005) modificato dal Piano Straordinario 2010 (DDUO n. 1637/2010) Gli allevamenti ovi-caprini vengono controllati nell’ambito del piano di profilassi della brucellosi con cadenza biennale se si tratta di greggi stanziali e annuale nel caso di greggi transumanti. Nel 2010 sono state effettuate anche le verifiche previste dal piano straordinario della regione (DDUO n. 1637/2010) con la registrazione individuale in BDR dei capi appartenenti a greggi vaganti anche provenienti da altre province lombarde. In questa attività sono stati coinvolti 5 greggi di cui 1 di Mantova (036MN036), 1 di Bergamo (012BG083), 3 di Brescia (092BS013 - 142BS158 - 178BS043). Complessivamente nel 2010 sono stati testati per brucellosi 1.987 capi ovi-caprini. 108 Salmonellosi negli allevamenti di galline ovaiole e riproduttori; Salmonellosi nei polli da carne; Salmonellosi nei tacchini da riproduzione e da ingrasso (circolari MinSal DGSA 408-P\12.01.2010; 411-P 13.01.2010; 347-p 12.01.2010 E 409 – P ) In ottemperanza al Reg. 2160/2003/(CE), attraverso gli specifici piani approvati (Decisione della Commissione 2009/883) nel 2010 si è provveduto agli opportuni campionamenti per il controllo delle salmonellosi nelle aziende con le seguenti numerosità: controllati 33 allevamenti di galline ovaiole, 8 allevamenti di polli riproduttori, 9 di polli da carne e 6 di tacchini da ingrasso. West Nile Disease Piano di sorveglianza della Regione Lombardia (nota n. H1.2010.19134) Il Piano di sorveglianza della Regione Lombardia (nota n. H1.2010.19134) sulla diffusione della West Nile Disease nel 2010 è stato attuato attraverso la individuazione dei 15 equidi sentinella sierologicamente negativi e il loro controllo effettuato nei mesi estivi e autunnali. A complemento di quest’indagine il piano ha previsto anche la cattura degli insetti vettori attraverso il posizionamento di 2 apposite trappole. E’ da precisare che questa malattia infettiva emergente è trasmessa da artropodi vettori (Arbovirus) e può colpire anche l’uomo (zoonosi). Il controllo della diffusione del virus negli uccelli appartenenti a specie sinantropiche è stato effettuato dall’IZSLER su carcasse di animali deceduti o catturati in collaborazione con il personale adibito al controllo della caccia e della pesca della Provincia di Mantova. Altre attività Oltre ai piani di controllo anzidetti l’attività in ambito della prevenzione e controllo delle malattie degli animali si esplica nella rilevazione, controllo e risoluzione dei focolai di infezione che si verificano sul territorio. La Leptospirosi è stata evidenziata con 2 nuovi focolai nel 2010 nei suini e permane ancora attivo dal 2009 un focolaio di leptospirosi in un allevamento di bovini. Anche questa infezione può essere trasmessa all’uomo ed è annoverata tra le malattie professionali legate al lavoro negli allevamenti o nei macelli. Il controllo della diffusione negli animali risulta fondamentale per limitare la spirocheta nell’ambiente. Si mette in evidenza che il focolaio nei bovini, ormai attivo da un anno, non si presenta di facile soluzione in quanto gli animali, che hanno avuto contatto con la leptospira, permangono sieropositivi per lunghi periodi rendendo difficile la dimostrazione della cessazione della circolazione dell’agente eziologico nella mandria. Attualmente sono in corso, in collaborazione con la sez. di Mantova dell’IZSLER, accertamenti di laboratorio su reni e urine di vacche macellate a fine carriera per la ricerca, tramite PCR, della leptospira per verificare se gli animali sono ancora in grado di eliminare il batterio. L’attività di campionamento nell’ambito della ricerca delle salmonellosi negli allevamenti avicoli ha permesso di evidenziare e debellare due focolai di S. enteritidis in due allevamenti di galline adibiti alla produzione di uova da consumo e di controllare 14 positività per salmonelle minori sempre in allevamenti di galline ovaiole. I due nuovi focolai di tubercolosi bovina riscontrati e gestiti nel corso del 2010 sono riferiti entrambi ad allevamenti di bovini da ingrasso e, in particolare, sono stati rilevati attraverso le visite postmortem effettuate nei macelli. E’ da rilevare che gli animali riscontrati infetti non erano nati in allevamenti italiani ma introdotti da paesi della Comunità Europea. Attualmente i focolai di tubercolosi bovina risultano tutti estinti. Per avere la percezione dell’andamento, in ambito locale, delle malattie infettive degli animali che sono soggette all’obbligo di denuncia, vengono riportati in tabella i focolai registrati nel corso del 2009 e 2010 (31/12/2010). 109 malattia Tubercolosi (*) Leptospirosi (*) Salmonellosi S. enteritidis (*) Mal Rosso (*) West Nile Disease Peste Americana specie colpita nuovi focolai nuovi focolai 2010 2009 Bovini Bovini Suini 0 1 3 2 0 2 Avicoli 1 2 Suini Equini Api 1 15 0 0 0 1 (*) Zoonosi Monitoraggio sierologico per presenza di paratubercolosi in allevamenti bovini La paratubercolosi (malattia Johne) è una malattia infettiva sostenuta da un micobatterio, diverso da quello della tubercolosi, che può colpire i bovini allevati e che può risultare presente in forma cronica e subdola anche nelle bovine da latte. In poche occasioni si evidenzia con una sintomatologia clinica. Gli animali colpiti subiscono gravi lesioni all’intestino e dimagriscono in modo molto evidente fino alla morte. Nel 2009 sono stati effettuati controlli sierologici in 532 allevamenti di bovini da latte ( 14.288 capi) in concomitanza dei prelievi ematici eseguiti nell’ambito delle pianificate attività di bonifica degli allevamenti dalla Brucellosi e dalla Leucosi. Nel 2010 (31/10/2010) si è proseguito nei campionamenti al fine di testare tutti gli allevamenti di bovini da latte del mantovano con 13.715 capi in 385 allevamenti. I risultati dei campionamenti effettuati saranno pubblicati nel 2011 al termine delle indagini di approfondimento diagnostico tramite Polymerase Chain Reaction (PCR) su campioni di feci dei capi risultati sieropositivi . Programmazione attività 2011 Area di Sanità Animale Le competenze dell’Area di Sanità Animale (Area A) si inquadrano nell’ambito del servizio alla collettività con lo scopo di salvaguardare la salute degli animali e la tutela del patrimonio zootecnico con particolare attenzione al controllo delle malattie infettive. In particolare l’ambito di applicazione dell’attività comprende: la profilassi delle malattie infettive e parassitarie degli animali e in particolare quelle trasmissibili all’uomo (zoonosi) e l’eventuale attuazione delle misure di polizia veterinaria; la gestione delle anagrafi zootecniche; la vigilanza sugli allevamenti, stalle di sosta, mercati, fiere e altri concentramenti di animali; la prevenzione e la lotta contro le malattie esotiche; il rilascio di certificazioni e la raccolta dei dati finalizzati agli studi statistici e epidemiologici. La quantità e qualità di allevamenti zootecnici sul territorio evidenziano come la realtà delle imprese allevatoriali sia molto importante anche nel confronto con le altre province lombarde e italiane. L’analisi del contesto vede la prevalenza di allevamenti di bovini e in particolare di allevamenti di bovini da riproduzione e produzione di latte. Gli allevamenti di suini non sono meno importanti nel mantovano e in particolare quelli dediti all’ingrasso e finissaggio. Gli allevamenti di avicoli costituiscono una parte molto consistente della zootecnia dell’alto mantovano nelle aree adiacenti i confini con le province di Verona e di Brescia Il programma di attività nell’ambito della Sanità Animale non potrà prescindere da una serie di verifiche preliminari sull’allineamento delle anagrafi zootecniche rispetto alla realtà del territorio. Questa fase, peraltro iniziata con particolare intensità già nel 2010, è fondamentale per una corretta programmazione al fine di rendere la stessa più aderente alle reali necessità e affinché non vengano distratte risorse a causa di una non precisa definizione della quantità degli impianti o allevamenti controllabili. L’impegno di risorse previsto per le attività di Sanità Animale ammonta a circa 42.000 ore per i veterinari dirigenti e a circa 5.000 ore per il personale del comparto. Nel 2011, come disposto nella nota della UO Veterinaria Regione Lombardia n. H1.2011.001149 del 14/01/2011, verranno attuati i seguenti piani di controllo ufficiale delle malattie infettive degli animali: 110 - Bonifica sanitaria degli allevamenti bovini: DDUO n. 97/2011; Bonifica sanitaria degli allevamenti ovi-caprini: DDUO n. 99/2011; Blue Tongue: nota Ministero Salute DGSA n. 18/2007; Rinotracheite infettiva dei bovini: DDS n. 5080/2007; Sorveglianza EST ovi-caprine: in attesa della ripartizione e assegnazione da parte del Ministero si rimanda alle indicazioni di cui alla nota n. H1.2010.4368 del 03/02/2010; Agalassia contagiosa degli ovi-caprini: DDUO n. 10971/2010; Malattia vescicolare dei suini: DDUO n. 5923/2009; Malattia di Aujeszky: DM 01/04/1997; Influenza aviaria: DDS n. 1491/2007 e OM 03/12/2010; Salmonellosi riproduttori (Gallus gallus): nota Min Sal DGSA 408-P 12/01/2010; Salmonellosi ovaiole: nota Min Sal DGSA 411-P 13/01/2010; Salmonellosi broiler: nota Min Sal DGSA 347-P 12/01/2010; Salmonellosi tacchini: nota Min Sal DGSA 409-P 13/01/2010; West Nile Disease: nota regionale H1.2010.19134 del 27/05/2010; Anemia Infettiva degli equidi: OM 06/08/2010; La semplificazione introdotta dal DDUO n. 97/2011 in tema di bonifica sanitaria degli allevamenti bovini comporterà una sensibile diminuzione dei campionamenti ematici per le verifiche sierologiche per brucellosi e leucosi. Anche il controllo anticipato effettuato nel 2010, rispetto alla naturale scadenza, di alcuni allevamenti attenua l’impatto dell’altalenanza storica nella numerosità degli interventi negli allevamenti di bovini. Per il 2011 si prevedono pertanto circa 106.000 prove tubercoliniche e circa 64.000 campionamenti ematici. Nell’ambito degli allevamenti di suini continueranno le verifiche del mantenimento dei requisiti di biosicurezza che non saranno effettuati su tutte le aziende ma, con maggiore appropriatezza, verranno eseguiti su un nutrito campione selezionato secondo criteri che fanno riferimento alla categorizzazione del rischio sanitario. In particolare per la programmazione 2011, inserita in SIV, sono stati selezionati tutti gli allevamenti da riproduzione, tutti gli allevamenti da svezzamento e gli allevamenti da ingrasso con consistenza verificata superiore ai 3.000 capi suini. Si tratta comunque di una selezione di base che potrà essere integrata, a cura di ogni Distretto Veterinario, tramite l’aggiunta o la sostituzione con allevamenti ritenuti a maggior rischio infettivo a causa di precedenti non conformità, non completo rispetto dei requisiti di biosicurezza o altre motivazioni. Nel rispetto della nota regionale n. 42608 del 30.12.2010 i controlli per biosicurezza negli allevamenti di suini dovranno essere registrati in SIV per almeno il 95% di quelli effettuati. Per i controlli biosicurezza negli allevamenti avicoli la nota H1.2011.001149 del 14/01/2011 prevede almeno un controllo annuale per la verifica dei requisiti previsti dalla OM 03/12/2010 facendo una distinzione tra le ex zone di vaccinazione, il restante territorio e i commercianti o svezzatori di avicoli. Per quanto riguarda il territorio mantovano si è convenuto, insieme ai Distretti Veterinari, di attuare nel 2011 almeno un controllo dei requisiti di biosicurezza in tutti gli allevamenti avicoli intensivi. Per gli svezzatori e commercianti, visto che gli ultimi focolai 2010 e 2011 sono stati rilevati proprio a carico di questa categoria, vengono ritenuti a maggior rischio infettivo e, pertanto, verranno controllati con la cadenza prevista dal DM 25/06/2010 indipendentemente dalla consistenza di capi allevati e con non meno di un controllo annuale. Si tratta di controlli che negli ultimi anni erano effettuati con cadenza semestrale o trimestrale. Questa scelta di diminuire la numerosità delle verifiche, condivisa con l’UO Veterinaria regionale, ha la finalità di incrementarne l’efficacia in termini di appropriatezza degli interventi nell’ambito di una corretta razionalizzazione delle risorse. Per gli allevamenti ovi-caprini permangono gli adempimenti di routine previsti dalla norma regionale per il controllo della Brucellosi venendo a cessare la validità del piano straordinario messo in campo dalla regione per il 2010. Anche in quest’ambito sarà applicato il principio dell’appropriatezza dei controlli attraverso la selezione degli allevamenti da campionare che dovranno essere quelli definibili come a maggior rischio di diffusione della Brucellosi: greggi vaganti, transumanti, stanziali produttori di latte, con consistenza maggiore di 10 capi. In 111 quest’ambito dove gli allevamenti nella nostra provincia sono prevalentemente a scopo amatoriale e dove vengono detenuti mediamente pochi animali sarebbe fatale la dispersione delle verifiche. Per accrescere quindi l’appropriatezza dei controlli si prevede di effettuare una selezione di quegli allevamenti che hanno le caratteristiche proprie della produzione di animali e in questi ultimi effettuare un più rigoroso controllo delle dovute registrazioni anagrafiche per scoraggiare anche il fenomeno della vendita e conseguente macellazione clandestina. Negli allevamenti di ovi-caprini dediti alla produzione di latte nel corso del 2011 verrà espletato il piano regionale di controllo della agalassia contagiosa da Mycoplasma. I piani di monitoraggio della diffusione delle malattie trasmesse da artropodi vettori Blue Tongue e West Nile Disease, a motivo del fatto che durante il 2010 non si sono verificati casi o focolai, mantengono il numero deicontrolli previsti per il 2010 con il medesimo impegno di risorse. La previsione dell’attività da svolgere nell’area di Sanità Animale, anche per il 201, tiene conto della suddivisione tra attività previste dalla normativa specifica, attività effettuate su richiesta dell’utenza e, infine, delle attività che, sulla base della valutazione del rischio, sono effettivamente programmabili in funzione delle risorse disponibili. Attività svolte per obblighi di legge e su richiesta dell’utenza: Personale Dirigente Iinterventi Ore Adempimenti, accertamenti, controlli inerenti: profilassi di stato bonifica sanitaria, piani di monitoraggio, altri accertamenti pianificati previsti da specifiche normative Provvedimenti di polizia veterinaria inerenti malattie SOGGETTE a: profilassi di stato bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri accertamenti pianificati previsti da specifiche normative Adempimenti accertamenti, controlli, su richiesta ai fini di: attività di compravendita, accertamenti diagnostici, trattamenti immunizzanti (non inerenti: profilassi di stato, bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri accertamenti pianificati (previsti da specifiche norme e provvedimenti di R.P.V.) Provvedimenti di polizia veterinaria inerenti malattie NON SOGGETTE a: profilassi di stato bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri accertamenti pianificati previsti da specifiche normative Controlli biosicurezza allevamenti Controlli anagrafi zootecniche identificazione e registrazione Adempimenti, accertamenti e controlli inerenti norme di R.P.V. relativi a malattie NON SOGGETTE a: profilassi di stato bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri accertamenti pianificati previsti da specifiche normative Vigilanza e controllo inerente la segnalazione d’animali morti (compreso MSR) Adempimenti, accertamenti e controlli inerenti profilassi delle malattie infettive e diffusive delle api Interventi di disinfezione e disinfestazione di: ricoveri animali, impianti soggetti a vigilanza e controllo veterinario Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo: gestione anagrafe canina, animali vaganti, altri interventi Vigilanza e controllo sugli animali oggetto di scambi comunitari e gli animali importati da paesi terzi Vigilanza su concentramenti animali anche temporanei Pareri, attestazioni, nulla osta, autorizzazioni e certificazioni Pers. Comparto Interventi Ore 208.891 16.570 - 1.333 17 136 - 136 14.577 3.483 - 49 10 518 380 80 2072 1352 - 80 0 30 2.949 491 - 10 7.640 3.856 - 26 28 37 - 0 4 4 - 4 16.678 6.269 - 2.747 5.889 195 7.042 1.884 199 5.107 - 20 1 23 Nella precedente tabella i dati sono stati raggruppati per macrocategorie che sintetizzano e meglio rappresentano l’attività prevista per il 2011. Le quantità degli adempimenti previsti dalle normative specifiche sono state indicate sulla base della valutazione del contesto territoriale (fonti BDR e SIV al 10/12/2010) mentre le attività su richiesta dell’utenza sono state stimate tenendo in considerazione lo storico andamento di dette attività (fonte Fattoria 01/12/2009 – 30/11/2010). 112 ANAGRAFI ZOOTECNICHE L’implementazione delle anagrafi zootecniche ha sensibilmente facilitato l’operatività dei Servizi Veterinari ponendo, tuttavia, alcune problematiche legate alla correttezza dei dati ed all’aggiornamento degli stessi. In effetti, gli attori principali della gestione delle anagrafi sono i detentori degli animali e la loro possibile inerzia o i loro possibili errori procedurali si riflettono sulla qualità dei dati raccolti. Se questo problema è quasi superato nel campo dell’anagrafe bovina, esso si ripresenta con una certa rilevanza per le altre anagrafi zootecniche (suina, ovi-caprina, equina, apistica, ittica ecc.). Al fine di elevare il livello qualitativo dei dati raccolti, uniformare le procedure di controllo e verificare la corretta applicazione delle normative, è possibile prevedere, nell’ambito della programmazione annuale, un certo numero di interventi che veda la presenza del referente per le anagrafi zootecniche. Tale attività presenta il vantaggio di standardizzare le modalità di intervento, di effettuare verifiche più puntuali sulle procedure e sulle tempistiche osservate dai detentori di animali e, contemporaneamente, è di aiuto ai colleghi del territorio e di formazione per gli stessi. Nel 2011, come previsto nella nota H1.2011.001149 del 14/01/2011, verranno effettuati i controlli di verifica nel sistema di identificazione e registrazione degli animali con le seguenti modalità: - Bovini - al macello - Piano di controllo presso gli impianti di macellazione - identificazione degli animali e anagrafe bovina anno 2011; - in azienda - Reg. 1034/2010/CE del 15/11/2010 e circolare MINSAL 21492 del 01/12/2010 : almeno il 3% delle aziende; - Ovi-caprini: Reg. 1033/2010/CE del 15/11/2010 e circolare MINSAL 21492 del 01/12/2010 : almeno il 3% delle aziende e almeno il 5% dei capi; - Suini: Dir 71/2008/CE recepita dal D.lgs n. 200 del 26/10/2010: almeno l’1% delle aziende; - Equidi: DM 05/05/2006, art. 14, circolare DGSA II/14396 del 23/11/2007: almeno il 5% delle aziende. La selezione delle aziende da controllare deve possibilmente essere distribuita in maniera omogenea tra i diversi criteri di rischio proposti nelle check-list: in particolare non deve essere superato l’85% nella scelta dello stesso criterio di rischio. RANDAGISMO E IGIENE URBANA In questa importante area di intervento si intende mettere in campo non soltanto attività e risorse tese al contenimento del problema del randagismo attraverso la cattura e la gestione sanitaria dei cani catturati, ma anche controlli e verifiche sulla corretta identificazione e registrazione di questi animali finalizzati, questi ultimi, a ridurre il fenomeno stesso. Il randagismo è un problema che coinvolge i Comuni e i Servizi Veterinari dell’ASL per gli effetti negativi che potrebbe provocare sulla salute dei cittadini. Ogni anno sono catturati sul territorio della provincia di Mantova circa 800 cani e solo meno della metà risultano correttamente identificati. I cani non identificati, dopo il prescritto periodo trascorso in un canile sanitario, sono ricoverati in un canile rifugio a spese dei Comuni. Anche l’ASL sostiene costi elevati per il recupero degli animali e per le prime cure veterinarie. Solo quando gli animali catturati sono identificati, è possibile restituire il cane al proprietario addebitandogli le spese sostenute. Il problema vero, quindi, è rappresentato dai cani non identificati, perché rimangono a carico dei comuni per tutta la loro vita o fino a quando lasciano il canile rifugio, perché dati in affido. Molti tentativi sono stati effettuati negli ultimi anni per ridurre il problema del randagismo: è stato incentivato l’affido dei cani per iniziativa dei Comuni, sono state effettuate campagne di sensibilizzazione dei proprietari, sono effettuati interventi di sterilizzazione e da alcuni anni funziona regolarmente l’anagrafe canina regionale. Nonostante ciò, la situazione si mantiene a livelli preoccupanti. Per ottenere risultati più soddisfacenti è necessario intervenire sulla vera causa del problema, che è la mancata identificazione dei cani da parte dei proprietari. Per il 2011 l’ASL di Mantova, attraverso il DPV e i DDVV, attiva controlli straordinari su tutto il territorio provinciale per individuare i cani che non sono correttamente identificati. Per lo svolgimento di tale attività, i Distretti Veterinari chiederanno la collaborazione delle Amministrazioni Comunali. Sempre nell’ambito del randagismo, proseguirà la verifica delle strutture di detenzione dei piccoli animali e, in particolare, dei canili rifugio, che sarà eseguita con il sistema dell’audit condotto da 113 gruppi interdistrettuali. Nella tabella seguente è sintetizza l’attività programmata nel settore del randagismo. Tipologia struttura Strutture allevamenti Strutture amatoriali Strutture commerciali Pensioni Canili rifugio Canili sanitari Strutture presenti 26 3 1 8 5 4 % strutt. controll. 100 100 100 100 100 - n. contr. 1 1 1 1 2 - APICOLTURA Nell’anno 2010 l’ASL di Mantova ha attivato l’anagrafe apistica, registrando tutti gli apicoltori e le loro postazioni nella Banca Dati Regionale, per cui, ad oggi, risultano inseriti n. 152 apicoltori con 300 postazioni apistiche censite, per un totale di 3211 alveari. Per ottimizzare la situazione sarebbe necessario verificare, con sistema GPS, il corretto posizionamento degli apiari. Anche per il 2011, come per il 2010, proseguirà il piano di monitoraggio in apicoltura che prevede la sorveglianza sanitaria in due aziende apistiche della nostra provincia, inserite in una rete regionale di 50 apiari. 114 AREA IGIENE ALIMENTI ORIGINE ANIMALE (B) La provincia di Mantova è caratterizzato dalla presenza di grandi impianti che producono alimenti di origine animale destinati al territorio nazionale, comunitario e ai mercati di numerosi Paesi Terzi. Ne deriva che l’attività di controllo di questo settore assume un elevato significato per la tutela della salute pubblica e per i costi che l’ASL deve sostenere per garantire la disponibilità delle risorse necessarie. I Distretti Veterinari garantiscono agli operatori, senza tempi di attesa, tutte le prestazioni richieste. Negli ultimi anni, l’attività si è mantenuta abbastanza costante e sono, perciò, prevedibili le risorse umane da mettere a disposizione. Rispetto alle altre ASL regionali e nazionali, l’Asl di Mantova spicca per l’elevato numero di animali annualmente macellato (2.400.000 suini e 160.000 bovini). Nei macelli di bovini, inoltre, sono effettuati, annualmente, circa 35.000 tes rapidi per ricerca di BSE. Oltre alle attività svolte su richiesta degli operatori o degli utenti, i Distretti Veterinari effettuano gli interventi che sono classificati come controlli ufficiali. L’attività maggiore è rappresentata dalle ispezioni e dagli audit, ma altri interventi sono effettuati a seguito dell’attivazione dei sistemi di allerta o per altri inconvenienti igienici. L’attività di controllo ufficiale è completata dal campionamento di matrici alimentari. Svolgono le attività dell’area di Igiene degli alimenti, veterinari ufficiali, veterinari liberi professionisti che sono incaricati di coadiuvare i veterinari ufficiali nelle attività di ispezione nei macelli e tecnici della prevenzione Contesto Le aziende che rientrano nelle competenze dell’area di igiene degli alimenti di origine animale sono registrate nel Sistema Informativo Veterinario regionale (SIV). Nel 2010, su indicazione della Regione, sono stati riorganizzati i dati delle unità operative riconosciute. Attualmente, per ciascun insediamento, sono riportati gli impianti produttivi presenti e l’impianto prevalente, che, solitamente, è quello che richiede il maggior impegno per i controlli ufficiali. Sull’impianto prevalente è impostata la programmazione dell’attività 2011. Oltre alle aziende che operano in regime di riconoscimento comunitario, vi sono numerosi impianti o esercizi “registrati”. Nelle tabelle che seguono, sono riportati gli impianti riconosciuti e registrati presenti in provincia di Mantova. Gli impianti del settore “latte” sono riportati nella parte riguardante l’area C. Impianti riconosciuti, presenti e prevalenti, che operano in provincia di Mantova. Tipologia impianto Centro di imballaggio uova Deposito riconosciuto Impianto di macellazione di pollame, lagomorfi e selvaggina < 150.000 capi Impianto di macellazione di prodotti di acquacoltura Impianto di macellazione di ungulati domestici Impianto di macellazione di ungulati domestici abilitato U.S.A. Impianto di macellazione di ungulati domestici inferiore a 1000 UGB Impianto di porzionatura e confezionamento di prodotti a base di carne Impianto di produzione di carni macinate, preparazioni di carni, CSM Impianto di produzione di prodotti a base di carne abilitato U.S.A. Impianto di produzione di prodotti a base di carne industriale Impianto di produzione di prodotti a base di carne non industriale Impianto di produzione di prodotti a base di pesce industriale Impianto di produzione di prodotti a base di pesce non industriale Impianto di riconfezionamento Impianto di sezionamento di carni industriale Impianto di sezionamento di carni non industriale Impianto di trasformazione stomaci, intestini, vesciche Totale Presenti 2 27 7 0 9 2 30 1 5 1 12 62 2 4 3 29 30 6 232 Prevalenti 2 17 4 0 9 2 29 0 0 1 9 50 2 2 0 15 2 6 150 115 Impianti o esercizi registrati presenti in provincia di Mantova Tipologia impianto Azienda agrituristica con somministrazione pasti Centro cottura/catering < 500 pasti Centro cottura/catering > 500 pasti Deposito registrato Distributore automatico di latte crudo Impianto di macellazione stagionale di suini Ipermercato Laboratorio di produzione annesso a spaccio agricolo Laboratorio di produzione di prodotti gastronomici/rosticceria Laboratorio di produzione e confezionamento miele (arnie > 50) Laboratorio di produzione e vendita di prodotti a base di latte Laboratorio di produzione e vendita miele (hobbistica - arnie < 50 ) Macelleria e/o polleria Macelleria e/o polleria e/o pescheria con laboratorio Macelleria e/o polleria islamica Mensa aziendale Mensa di altre comunità Mensa ospedaliera, di casa di cura e di riposo Mensa scolastica (con preparazione) < 100 pasti Mensa scolastica (con preparazione) > 100 pasti Negozio commercializzazione al dettaglio alimenti e carni Negozio commercializzazione al dettaglio prodotti alimentari vari Negozio mobile per vendita ambulante Pescheria Refettorio Ristorante, trattoria, pizzeria (etc.) Superette o supermercato Trasporto prodotti deperibili Vendita di alimenti surgelati Totale Presenti 76 24 13 44 34 6 9 19 29 11 5 17 165 27 75 26 4 56 98 12 137 33 107 23 70 643 132 77 2 1974 Valutazione attività 2010 I dati dell’attività 2010 derivano, prevalentemente, dal Sistema Informativo Veterinario. Attività di controllo ufficiale Sono stati eseguiti complessivamente n. 4.181 controlli (comprese le supervisioni e i controlli a pagamento effettuati in un impianto che esporta i prodotti negliUSA) nel corso dei quali sono state verificate le procedure aziendali riportate nella tabella sottostante. A seguito di specifico obiettivo assegnato dalla Regione, sono stati controllati n. 60 esercizi etnici con 126 sopralluoghi (dati aggiornati al 31.10.2010). Inoltre, nell’ambito del processo di integrazione fra DPV e DPM sono stati eseguiti n. 60 controlli congiunti. Procedure maggiormente controllate nel corso del 2010 Procedura SSOP preoperative SSOP operative Procedure sanificazione non SSOP Gestione CCP Benessere animale Controllo temperature Igiene alimenti/stato conservazione Igiene del personale Manutenzione impianti/attrezzature Analisi dei pericoli (HA) Gestione sottoprodotti di O. A. Marchiatura / etichettatura prodotti Sistema ritiro prodotti dal mercato Controllo animali indesiderati Sistema di tracciabilità Autorizz., requisiti strutturali locali e attrezzature N. contr. 3.060 2.603 1.803 1.320 907 706 557 475 366 269 245 230 227 211 203 165 116 L’elevato numero dei controlli eseguiti per “SSOP preoperative” e “SSOP operative” dipende dalle regole imposte dalle autorità degli USA e del Giappone agli impianti che esportano prodotti nei loro paesi. Di seguito, sono riportate le non conformità riscontrate con i controlli delle diverse procedure aziendali. Elenco delle procedure che maggiormente hanno evidenziato NC Procedura N. controlli N. NC % NC Manutenzione impianti/attrezzature 366 65 17,76% Autorizz., requisiti strutturali locali e attrezzature 165 24 14,55% Percorsi prodotti e personale interno 40 5 12,50% Gestione accessi visitatori 28 2 7,14% Controllo animali indesiderati 211 13 6,16% Individuazione punti critici di controllo (CCP) 51 3 5,88% Pre-shipment review (USA) 18 1 5,56% Taratura strumenti di misurazione 60 3 5,00% Sistema di tracciabilità 203 10 4,93% Selezione e verifica dei fornitori 70 3 4,29% Gestione sottoprodotti di O. A. 245 10 4,08% Potabilità acqua 150 6 4,00% Procedure sanificazione non SSOP 1803 62 3,44% Procedura gestione N.C. 123 4 3,25% Controllo temperature 706 19 2,69% Modalità di campionamento e prelievo 79 2 2,53% Igiene alimenti/stato conservazione 557 13 2,33% SSOP operative 2603 44 1,69% Igiene del personale 475 8 1,68% Formazione personale 151 2 1,32% Marchiatura / etichettatura prodotti 230 3 1,30% Analisi dei pericoli (HA) 269 3 1,12% SSOP preoperative 3060 25 0,82% Benessere animale 907 7 0,77% Controlli veterinari negli impianti di macellazione Gli accertamenti veterinari svolti nei macelli hanno lo scopo di evidenziare situazioni che possono rendere le carni inidonee al consumo umano (patologie, contaminazioni microbiche e chimiche o patologie trasmissibili agli animali e all’uomo). Nei macelli, è rivolta attenzione particolare alla tutela del benessere degli animali durante il trasporto, la sosta nelle stalle degli impianti di macellazione e durante le operazioni di stordimento. Nel corso del 2010 sono stati macellati n. 2.416.112 suini, n. 160.119 bovini. In alcuni macelli artigianali, inoltre, sono stati macellati altre specie animali (228 ovini, n. 14.237 avicoli e conigli, n. 266 struzzi e 341 equidi). Tutti i capi sono stati sottoposti a visita sanitaria ante e post mortem. I controlli hanno evidenziato le seguenti patologie. Zoonosi rilevate negli impianti di macellazione (al 31.10.2010) Patologia Bovini Suini Cisticercosi 12 Idatidosi 223 TBC 1 Leptospirosi 8.196 Mal Rosso (Erysipelotrix Rhusiopathiae) 322 Non sono riportati i numerosi riscontri di altre patologie minori (polmoniti, pleuriti, enteriti, miositi, artriti, parassitosi, patologie degenerative, …) che portano all’esclusione dal consumo umano degli organi o delle parti interessate. Inoltre, non sono state riscontrate patologie rilevanti nei 1.851 suini macellati a domicilio nel 2010. Sempre per il settore della macellazione, in novembre, è stata celebrata la festa del sacrificio, e in tale occasione sono stati controllati n. 700 capi, prevalentemente della specie ovina, macellati con il rito islamico. Rispetto all’attività del 2009, vi è stato un incremento notevole degli animali macellati in impianti autorizzati e questo risultato può essere considerato il frutto degli interventi congiunti dell’ASL, dei Comuni e delle Forze dell’Ordine e della collaborazione offerta da alcuni 117 macellatori. Nei due mesi precedenti la ricorrenza, attraverso incontri e comunicazioni, sono stati sensibilizzati i rappresentanti delle comunità islamiche affinché non si procedesse con macellazioni clandestine e, inoltre, è stata attuata una campagna di sensibilizzazione verso lo stordimento degli animali. Accertamenti di laboratorio I controlli analitici forniscono un importante contributo per la valutazione dei criteri di sicurezza degli alimenti e per verificare le condizioni igieniche dei processi produttivi. Per questo motivo, tale attività è programmata nell’ambito del controllo ufficiale. Nella tabella seguente sono riportati i campioni prelevati nel 2010 (fonte OEVR – IZSLER). Finalità n. campioni Esame Batteriologico Carni 228 Esportazione Paesi terzi 168 Per contaminazione ambientale 18 Prelievo per allerta comunitaria 113 Prelievo su indicazione NAS 13 Prelievo su indicazione UVAC 5 Verifica requisiti sicurezza alimentare 139 Altro 13 Le ricerche di laboratorio hanno fornito alcuni esiti sfavorevoli Larve della Famiglia Anisakidae Rana pescatrice Larve della Famiglia Anisakidae Nasello Listeria monocytogenes Salmone Listeria monocytogenes Arrosto tacchino Listeria spp. Superficie di lavoro Listeria monocytogenes Salame Listeria monocytogenes Salame Listeria monocytogenes Lardo Listeria monocytogenes Spugnetta Nel 2010, è terminato un importante progetto aziendale per la valutazione del livello di PCB e Diossine nei pesci dei laghi di Mantova. I Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria, tra il 2009 e il 2010, hanno studiato i livelli di contaminazione da diossine, furani, policlorobifenili e metalli pesanti del comparto ittico dei Laghi di Mantova. In passato, erano state condotte indagini per valutare gli effetti delle attività industriali presenti nel sito “Polo chimico e laghi di Mantova” e, nel dicembre 2006, i comuni di Mantova e Curtatone hanno vietato la commercializzazione e il consumo dei pesci del Lago Superiore e di tutti i corsi d’acqua ad esso collegati. Tali ordinanze, ancora in vigore, si sono aggiunte ad analoghi divieti imposti per la fauna ittica pescata sul Lago di Mezzo, Inferiore e basso Mincio negli anni 1986, 1987, 1988, a causa della contaminazione da mercurio. Per prelevare specie differenziate per abitudini ecologiche ed alimentari e per età, la cattura dei pesci è stata affidata ad una società specializzata. Sono stati prelevati n. 81 campioni che sono stati analizzati presso la sezione di Bologna dell’IZS. I costi, circa 44.000,00 €, sono stati sostenuti dall’ASL. Di seguito, sono sinteticamente riportati i risultati e le conclusioni. I dati analitici sono stati valutati secondo il Reg(CE) 1881/2006, che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari e la Raccomandazione (CE) n. 88/2006, relativa alla riduzione della presenza di diossine, furani e PCB nei mangimi e negli alimenti. Il Reg(CE) 1881/2006 è stato il riferimento anche per valutare i risultati analitici per i metalli pesanti. Sostanze ricercate (PCDD/F) Diossine / Furani N. tot. camp. 81 Reg. (CE) 1881/2006 Liv. max n. camp. (pg/g) irreg. 4,0 0 Racc. (CE) 88/2006 Liv. az. n. camp. (pg/g) irreg. 3,0 0 118 (Σ PCDD/F + DL PCB) Diossine Furani + DL PCB DL PCB Pb, Cd, Cr e Hg 81 81 81 8,0 vari 0 0 3,0 - 4 - Anche se nessun campione ha superato i livelli massimi stabiliti dal Reg. 1881/2006, si è ritento cautelativo proporre ai Sindaci la conferma dell’attuale divieto di consumo del pesce dei laghi di Mantova. Inoltre, per verificare eventuali variazioni nel tempo del livello di contaminazione dei pesci, è ipotizzato un ulteriore studio fra circa due anni. Sempre in tema di diossine e PCB, in autunno, è stato attuato un piano straordinario per il controllo di PCB e Diossine in campioni di latte e uova di allevamenti rurali. Sono stati prelevati n. 9 campioni per le due diverse tipologie di alimenti. Nessuno dei campioni di latte ha superato i limiti di legge. Gli accertamenti analitici sulle uova sono ancora in corso. L’attività di campionamento che maggiormente impatta sull’attività dei Distretti Veterinari è senza dubbio quella prevista dal Piano Nazionale Residui (PNR) che valuta la contaminazione chimica di liquidi biologici, tessuti animali, mangimi e acqua di abbeverata degli animali. Tale attività, che è trasversale alle diverse aree, è riportata in un capitolo specifico. Attivazione del sistema rapido di allerta alimentare Nel corso del 2010, sono stati attivati n. 90 sistemi di allerta per alimenti di origine animale non conformi ai requisiti di sicurezza.. Di questi, n. 6 sono stati attivati come conseguenza dell’attività di controllo dei Distretti Veterinari per riscontri sfavorevoli su alimenti prodotti o commercializzati da operatori mantovani. Di seguito, sono riportati i pericoli che hanno dato origine ai sistemi di allerta. Tipologia pericolo Dettaglio pericolo Biologico Aflatossine, cromatica, Anisakis, B. Cereus, Clostridium perfringes, Biotossine algali, L. monocytogenes, Muffe, Norvovirus, OGM, Psesudomonas fluorescens, Salmonella, Yersinia enterecolitica Chimico Mercurio, Istamina, Solfiti, Acqua non conforme , Residui farmaci veterinari, Monossido di carbonio Fisico Corpo estraneo (materiale ferroso) Altro Certificazione fraudolenta, etichettatura non corretta, alterazione caratteristiche organolettiche. I controlli ufficiali sono stati eseguiti per verificare il ritiro o il richiamo dei prodotti da parte degli operatori e per trasmettere la lista di distribuzione alle autorità competenti interessate, nel caso il prodotto fosse stato commercializzato. Programmazione attività 2011 Area Igiene Alimenti di Origine Animale La previsione dei controlli da svolgere nell’area d’igiene degli alimenti di origine animale, nel 2011, tiene conto delle risorse disponibili, dei risultati dei controlli svolti nel 2010 e del livello di rischio assegnato ai singoli impianti o alle tipologie di unità operative. Risorse umane Contribuiscono all’esecuzione delle attività nell’area di igiene degli alimenti di OA i veterinari dirigenti, i veterinari liberi professionisti incaricati per l’ispezione nei macelli industriali, i tecnici della prevenzione e alcuni operatori o assistenti tecnici. Tutte le attività sono svolte con il contributo del personale amministrativo e tecnico che opera presso le sedi distrettuali e dipartimentale. Di seguito, sono riportati i dati del personale tecnico e sanitario direttamente interessato ad almeno una delle fasi di esecuzione, programmazione o coordinamento dei controlli. La stima delle ore disponibili tiene conto delle ore lavorate nel 2010 e del personale presente al 01.01.2011. Per i veterinari dirigenti, si prevede una disponibilità di circa cinquantaduemila ore totali lavorate (con una media per veterinario di circa milleottocentoventi ore/anno). Nel 2010, considerando anche le assenze (ferie, malattie, permessi, …), i veterinari dirigenti hanno accumulato, una media di circa 2.095 ore giustificate/anno. Il dato comprende anche il “fuori orario” effettuato dai veterinari dirigenti nei macelli industriali, circa 4.000 ore, remunerato secondo uno specifico accordo sindacale 119 Per i Tecnici della Prevenzione, le ore totali previste sono circa diecimila. Le attività Le attività svolte dal personale che opera nell’area di Igiene degli Alimenti di Origine Animale possono essere raggruppate come di seguito specificato. Ai fini della programmazione, sono indicati anche i tempi ritenuti necessari per la loro esecuzione, anche se la previsione, trattandosi di attività spesso complesse e non ripetitive, è da considerarsi puramente indicativa. Macroattività: - attività di programmazione, coordinamento, verifica; - riunioni di servizio, - incontri con operatori e utenti; - formazione ed educazione sanitaria; - aggiornamento su nuova normativa, - attività burocratiche correlate con i controlli ufficiali. L’impegno stimato per le macroattività è di circa 22.000 ore (n. 17.000 ore da Veterinari Dirigenti e n. 5.000 ore da Tecnici della Prevenzione) Attività svolte per obblighi di legge e su richiesta: - vigilanza e controllo su prodotti d’origine animale nell’ambito di scambi comunitari, importazione ed esportazione da e verso paesi terzi; - visita ispettiva e attestazione d’idoneità al consumo di animali macellati presso impianti di macellazione - vigilanza, controllo, adempimenti in materia di tossinfezioni alimentari, riscontro alimenti non conformi o pericolosi per salute pubblica, gestione sistemi di allerta; - pareri, attestazioni, nulla osta, autorizzazioni e certificazioni. L’impegno stimato per le attività svolte per obblighi di legge e su richiesta è di circa 35.500 ore (n. 24.000 ore da Veterinari Dirigenti, n. 11.000 ore da Veterinari liberi professionisti che svolgono attività di ispezione nei macelli e circa 500 ore da Tecnici della Prevenzione). Attività di controllo mediante campionamento - campionamento per verifica requisiti di sicurezza alimentare - piano Nazionale Residui (PNR) in macello - test BSE su animali macellati - campionamenti specifici per export verso gli USA e altri paesi terzi L’impegno stimato per l’attività di campionamento è di circa 5.000 ore (n. 3.000 ore da Veterinari Dirigenti, n 900 ore da Veterinario libero professionista incaricato per il prelievo finalizzato al test rapido BSE e n. 1100 ore da Tecnici della Prevenzione e da altro personale tecnico). Controllo ufficiale su impianti e esercizi che trattano alimenti di origine animale - ispezioni; - audit; - supervisioni (impianti export USA e Paesi terzi); - controlli supplementari a pagamento a seguito di riscontro di non conformità; L’impegno stimato per il controllo ufficiale è di circa 10.000 ore (n. 8.000 ore da Veterinari Dirigenti e n. 2.000 ore da Tecnici della Prevenzione). La programmazione delle attività attraverso il Sistema Informativo Veterinario. La programmazione dei controlli previsti per il 2011 negli impianti ed esercizi che trattano alimenti di origine animale è effettuata con la specifica funzione presente nel Sistema Informatico Veterinario (SIV). Tale strumento è il riferimento operativo per i Distretti e il Dipartimento di Prevenzione Veterinario. In SIV sono registrati tutti gli impianti da sottoporre a controllo e a ciascuno è associato un livello di rischio. Nel modulo della programmazione, per ciascuna tipologia di impianto e per ciascun livello di rischio, è inserito il numero degli audit e delle ispezioni previsti per il 2011. 120 I criteri per la programmazione delle attività sono stati condivisi da DPV e Distretti Veterinari. Le informazioni gestite dal modulo dedicato alla programmazione sono utili ai Direttori dei Distretti Veterinari per la distribuzione e l’organizzazione delle attività e per la loro periodica valutazione. Per il 2011, sono previsti circa n. 470 audit e circa n. 3300 ispezioni. Il dato preciso e la suddivisione fra i Distretti Veterinari sono riportati in SIV. La previsione potrebbe variare con il variare del numero degli impianti attivi (per nuove aperture o cessazioni). Attività di campionamento Il piano di campionamento degli alimenti di origine animale, per l’anno 2011, è schematizzato nella tabella seguente e alcune indicazioni operative specifiche sono riportate di seguito. Finalità campionamento Verifica dei requisiti di sicurezza alimentare Campionamenti specifici per export USA (dati indicativi) Inibenti in carni suine Aso/Guid 28 0 0 Mantova Quistello 33 28 8 0 0 2 Viadana 23 110 12 Tot. 112 130 14 Il monitoraggio della presenza negli alimenti di sostanze indesiderate o dannose viene eseguito nell’ambito del Piano Nazionale dei Residui (PNR), di cui si tratterà più avanti. 121 La verifica dei requisiti di sicurezza alimentare è pianificata secondo i principi del Reg.(CE) 2073/2005. I campioni devono essere prelevati secondo la valutazione del rischio, con frequenza appropriata e in fasi opportune della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti. Per quanto riguarda le indicazioni operative (modalità di prelievo, tipologie di matrici da prelevare e criteri di valutazione), si fa riferimento al documento di programmazione 2010. Allo stesso documento si rimanda per le indicazioni operative specifiche per la ricerca di Listeria monocytogenes. Per il 2011 sono previste anche ricerche analitiche richieste per l’esportazione di prodotti verso alcuni paesi terzi. Nei due macelli abilitati all’esportazione negli USA, devono essere prelevati n. 55 campioni per ricerca di salmonella. I prelievi devono essere eseguiti in sedute successive di macellazione, su 100 cmq della superficie delle carcasse degli animali macellati, come previsto dal 9CFR310.25 "Contamination with microorganisms; process control verification criteria and testing; pathogen reduction standards". Il limite di accettabilità è di 6 positivi. Nel salumificio abilitato all’export USA, invece, si eseguono campioni per la ricerca contemporanea di Salmonella e Listeria, che trova riferimento in un regolamento statunitense (9CFR430) e nel "Piano di sorveglianza ufficiale per L. monocytogenes e Salmonella spp." che è annualmente predisposto dal Ministero della Salute. Il numero dei campioni da prelevare varia in ragione delle procedure aziendali scelte per prevenire la contaminazione dei prodotti da Listeria. Nei salumifici che esportano negli USA, sono eseguiti anche test di specie e test di stabilità su prodotti finiti. Anche per gli impianti che esportano verso la Federazione Russa, sono richieste dalle autorità sanitarie di quel paese, dei controlli particolari per garantire che siano rispettati i requisiti (microbiologici, chimici e fisici) previsti dalle norme in vigore nella Federazione Russa. L’Asl attua un piano di campionamento per verificare l’efficacia delle misure preventive richieste alle ditte che intendono esportare. Gli accertamenti analitici sono pianificati sulla base di indicazioni riportate in alcune note Ministeriali (n. 21507 del 05/07/2010, n. 18765 del 23/06/09 n. 3559 del 07/08/09). Poiché, al momento, in ciascun impianto, è richiesto un controllo analitico ogni venti spedizioni destinate alla Russia, si prevede di eseguire il primo prelievo prima o, al massimo, immediatamente dopo la prima spedizione e di procedere con altri prelievi nel caso le spedizioni superassero il numero di venti. Per il 2011, è confermato e potenziato il piano di campionamento, che è stato eseguito nel 2010, per la ricerca di sostanze inibenti in carni provenienti da suini macellati in giovane età. Nonostante nel 2010, fosse previsto un numero di campioni molto basso (sei), due sono risultati irregolari evidenziando un reale problema di mancato rispetto dei tempi di sospensione dei farmaci in questa categoria di animali. Per il 2011, sulla base della valutazione del rischio, il numero dei campioni sarà aumentato e l’attività che, nel 2010, era stata eseguita solo nel Distretto Veterinario di Viadana, interesserà altri Distretti. È opportuno che le carcasse oggetto di campionamento siano sottoposte a sequestro cautelativo se non è presente una procedura aziendale che prevede la commercializzazione delle carni campionate solo ad esito favorevole acquisito. In ogni caso è necessario identificare la carcassa attraverso il marchio auricolare o quello apposto sulla coscia. Piani regionali area Igiene Alimenti Origine Animale La Regione Lombardia, per il 2011, ha previsto due interventi che riguardano l’area di Igiene degli alimenti di origine animale: 1. Piano di monitoraggio e controllo delle temperature di conservazione ed esposizione degli alimenti da mantenere in regime di temperatura controllata in fase di vendita al dettaglio 2. Piano di controllo presso gli impianti di macellazione – identificazione animali e anagrafe bovina L’attività relativa all’anagrafe sarà coordinata dall’U.O. Anagrafi Zootecniche. Le modalità operative per l’attuazione dei due piani sono riportate nei documenti regionali pubblicati in SIV. Progetti per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalle regole di sistema Per raggiungere gli obiettivi previsti nell’ambito delle regole di sistema, saranno attuati i seguenti progetti: 122 1. Controlli presso laboratori privati iscritti nel registro regionale di cui alla dgr del 14 luglio 2010 n. 9/266. I controlli saranno eseguiti per iniziativa dell’U.O. Veterinaria e il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria e i Distretti Veterinari dovranno garantire solo il supporto organizzativo. Al gruppo di audit che effettuerà i controlli partecipa anche un veterinario dirigente dell’ASL di Mantova e l’esperienza sarà utilizzata in futuro per incrementare i controlli in tale settore. 2. Esecuzione di controlli ufficiali (almeno 12) in collaborazione con il personale delI’IZSLER, presso stabilimenti che presentano particolari criticità di carattere igienico-sanitario; Con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Mantova è in corso una buona collaborazione per problemi specifici che sorgono in taluni impianti e anche la programmazione dell’attività di campionamento è condivisa. Nel 2011, tale collaborazione verrà ulteriormente estesa e verranno programmati controlli congiunti in situazioni di particolare criticità, dove risulterà utile la professionalità dei colleghi dell’IZS. Sempre nell’ambito delle regole di sistema, l’area B, sarà interessata alla definizione e attuazione di progetti innovativi e al raggiungimento dei previsti obiettivi di carattere generale. Integrazione dei Dipartimenti di Prevenzione Medico e Veterinario Da alcuni anni è in corso un processo di integrazione dei due Dipartimenti di Prevenzione che ha portato a programmare congiuntamente i controlli ufficiali negli impianti e negli esercizi che trattano alimenti vegetali o di origine animale o negli esercizi di somministrazione. Altri settori d’integrazione sono rappresentati dai controlli effettuati negli impianti di macellazione ai fini della valutazione dei requisiti della sicurezza sui luoghi di lavoro. I Distretti Veterinari, inoltre, svolgono un’azione di sensibilizzazione verso gli allevatori e gli addetti alla macellazione nel corso di campagne vaccinali (influenza), collaborando, in tal modo, con il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica. Il rispetto dei requisiti di sicurezza nelle aziende agricole è verificato dal Dipartimento di Prevenzione Medica attraverso un congruo numero di controlli di tipo specialistico. In collaborazione con il SIAN e il Servizio Igiene e Sanità Pubblica sarà definito un percorso univoco in tema di malattie a contagio oro fecale o, comunque connesse con il consumo di alimenti. Per il 2011, inoltre, sono previsti interventi congiunti nel settore della ristorazione pubblica e collettiva (vedi tabella) e, per favorire un reale processo di integrazione tra il personale dei due Dipartimenti, sono previste iniziative congiunte di formazione sul campo (FSC) su problematiche di comune interesse. Uno dei temi che saranno trattati, riguarderà la valutazione dei modelli generici dei manuali di autocontrollo che le associazioni di categoria mettono a disposizione dei loro associati. Tipologia unità operativa Laboratorio prodotti gastronomici/rosticceria Ristorazione collettiva (centri cottura) Ristorazione pubblica Supermercati/Ipermercati Totale Asola Guidizz. 1 4 5 2 12 Mantova Quistello Viadana Tot. 4 3 3 3 13 2 3 2 3 10 5 5 10 5 25 12 15 20 13 60 La documentazione dei controlli (audit o ispezioni) è a carico del personale che li esegue. In caso di riscontro di non conformità, con interventi successivi è verificata l’efficacia delle azioni correttive messe in atto dall’azienda. Eventuali provvedimenti di sospensione o chiusura dell’attività saranno gestiti dalla struttura che ha competenza sull’unità operativa, tenendo come riferimento l’ex “competenza autorizzativa”. Eventuali sanzioni relative ad alimenti o processi produttivi irregolari sono valutate e gestite dalla struttura competente sull’alimento o sul processo produttivo oggetto dell’irregolarità. Per razionalizzare l’utilizzo delle risorse e per evitare involontari controlli ravvicinati agli stessi operatori da parte di servizi diversi, i DDVV e i SIAN territoriali individuano preventivamente le unità operative da controllare e si scambiano le necessarie informazioni. 123 AREA IGIENE ALLEVAMENTI E PRODUZIONI ZOOTECNICHE (C) All’interno del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, l’Area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (Area C) interviene sia nel campo del controllo degli alimenti (produzione e trasformazione del latte e dei prodotti a base di latte – PBL) ,sia nel campo zootecnico (controllo dello stato di benessere degli animali allevati e trasportati, controllo sulla produzione, distribuzione ed utilizzo dei mangimi e sul corretto utilizzo dei farmaci), sia nel campo industriale dell’utilizzo dei sottoprodotti di origine animale. Tutti i su accennati aspetti, nella ASL della provincia di Mantova, assumono una importanza fondamentale. In effetti, negli allevamenti da latte del nostro territorio, che sono principalmente vocati alla produzione di latte destinato alla trasformazione in formaggi a lunga conservazione (Parmigiano Reggiano e Grana Padano), viene prodotto il latte che dà origine al 10% del formaggio Parmigiano Reggiano e al 25% del formaggio Grana padano. Contestualmente viene prodotto a Mantova il 25% del burro di origine nazionale. Contesto All’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche sono state attribuite competenze di moderno profilo e di recente configurazione. I settori di interesse sono rappresentati da: − produzione, trasporto e trasformazione del latte; − produzione, commercio ed impiego del farmaco veterinario; − benessere degli animali in sede di allevamento, di trasporto e di commercio; − produzione e stoccaggio delle materie prime e dei mangimi destinati all’alimentazione animale; − produzione, raccolta e trasformazione dei rifiuti di origine animale; − riproduzione degli animali; − attuazione del Piano Nazionale Residui; − attuazione del Piano Nazionale Alimenti Animali; − attivazione e/o attuazione degli eventuali sistemi di allerta relativi ai prodotti lattiero caseari, ai mangimi o ai farmaci. Le attività di controllo ufficiale nell’area C sono affidate a personale veterinario dedicato solo negli impianti di trasformazione del latte, mentre le restanti attività sono espletate dai veterinari che contestualmente si occupano di Sanità Animale e dai Tecnici della Prevenzione. Produzione, trasporto e trasformazione del latte; Nell’ambito dell’Area C è presente un elevato numero di allevamenti bovini che producono latte, per lo più destinato alla trasformazione in formaggi a lunga conservazione (Grana Padano e Parmigiano Reggiano) o al consumo alimentare dopo trattamento termico, mentre è relativamente basso il numero di impianti di trasformazione di prodotti di altro tipo ed è presente anche un certo numero di distributori di latte crudo. Tipologia impianti n. allevamenti bovini per la produzione di latte a vario titolo Allevamenti bovini produzione di latte crudo destinato alla vendita mediante distributori Impianto di produzione di prodotti a base di latte industriale Impianto di produzione di prodotti a base di latte non industriale Intermediari Impianti di porzionatura e confezionamento PBL Laboratorio di produzione e vendita diretta di prodotti a base di latte Distributori di latte crudo 1166 31 3 79 3 10 4 31 Produzione, commercio ed impiego del farmaco veterinario L’impiego del farmaco veterinario in alimentazione animale (mangimi medicati) viene controllato oltre che con un piano specifico anche conl’attuazione del “Piano Nazionale Residui” (PNR) e del “Piano Nazionale Alimentazione Animali” (PNAA). 124 Benessere degli animali in sede di allevamento, di trasporto e di commercio Il controllo ufficiale del benessere degli animali negli allevamenti è stato attuato, per indicazione della U.O. Veterinaria Regionale, sulla base del piano regionale PRAB 2009. A detto Piano si sono aggiunti interventi di vigilanza di iniziativa aziendale in relazione alle risorse e alle situazioni locali. Anche il controllo del benessere degli animali durante il trasporto è stato attuato seguendo le indicazioni regionali, “PRAT 2008 - 2010”, ed è stato condotto con la collaborazione della Polizia Stradale; a detto Piano si sono aggiunti interventi di vigilanza di iniziativa aziendale. Negli ultimi mesi dell’anno,è stato stilato un nuovo piano nazionale per il benessere animale a valenza triennale che prevede, oltre ai controlli in allevamento e sui trasporti, anche la verifica del rispetto delle condizioni di benessere animale in fase di macellazione Tipologia impianto Allevamenti bovini di diversa tipologia Allevamenti suini di diversa tipologia Allevamenti avicoli di diversa tipologia Stalle di sosta per bovini ed equini (alcune attive ma non funzionanti) Punti di controllo riconosciuti a livello comunitario Interventi per il controllo del benessere animale in allevamento e durante trasporto n. 2644 812 562 21 1 514 Produzione e stoccaggio delle materie prime e dei mangimi destinati all’alimentazione animale ed esecuzione del PNAA La sana alimentazione degli animali è premessa indispensabile per assicurare la qualità sanitaria delle loro produzioni e tale requisito non può prescindere dalla qualità conforme delle materie prime impiegate e prodotte dalle imprese primarie (cereali e foraggi). Con l’entrata in vigore del Regolamento CE n.183/2005 sono stati disciplinati la produzione primaria, lo stoccaggio, il trasporto e la successiva eventuale trasformazione delle materie prime. Mangimi; strutture di produzione e commercio a livello industriale Riconosciuti ai sensi del Reg. CE 183/2005 per produzione, commercio o vendita di mangimi Registrati ai sensi del Reg. CE 183/2005 per la produzione primaria di alimenti per animali PDA Registrati ai sensi del Reg. CE 183/2005 diversi dai produttori primari Campioni PNAA 30 133 9696 334 236 Produzione, raccolta e trasformazione dei rifiuti di origine animale Nell’ambito dei controlli sul coretto utilizzo o smaltimento dei sottoprodotti di origine animale si inserisce il peculiare paino di verifica presso i centri di produzione dei materiali specifici a rischio (MSR), sia presso gli allevamenti bovini che presso gli allevamenti ovicaprini. Numericamente meno significativo ma non per questo di minore importanza è il comparto degli impianti di raccolta e trasformazione dei sottoprodotti di origine animale la cui evoluzione, a seguito del sempre maggior utilizzo di sottoprodotti per la produzione di biogas, è ormai costante. Su tali attività, anche a seguito dell’applicazione di nuove normative (Reg. CE 1069/2009) dovrà essere verificata e messa a punto l’attività di controllo nel 2011. Impianti di trasformazione di categoria 1 Impianti di trasformazione di categoria 2 Impianti di transito di categoria 1 Impianti di transito di categoria 2 Impianti di transito di categoria 3 Impianti di produzione di alimenti per animali da compagnia Impianti di incenerimento bassa capacità Impianti di biogas Impianti di compostaggio Altri impianti: canili, allev. esche pesca, zoo, aa da pelliccia, rettili e uccelli da preda, circo, centro di raccolta 2 1 2 2 4 2 1 2 1 1 Riproduzione animale In questo ambito di attività, ai normali controlli condotti dal Servizio Veterinario, si sono affiancati, negli ultimi anni, controlli congiunti condotti da un team di funzionari della Asl e della 125 Amministrazione provinciale di Mantova sulla base di un piano varato da Regione Lombardia. Tale piano prevede verifiche presso gli allevamenti bovini e suini che praticano la fecondazione artificiale, presso i depositi ed i recapiti di seme e presso le stazioni di monta pubblica equina, nonché presso operatori pratici di fecondazione artificiale e presso veterinari operatori di fecondazione artificiale. Valutazione attività 2010 Negli ambiti di operatività dell’area C, nel corso dei primi 10 mesi del 2010, sono stati condotti numerosi interventi che, per quanto possibile, sono sintetizzati elle seguenti tabelle Produzione, trasporto e trasformazione del latte; Soprall. presso allevamenti da latte - Reg. 853/04 (già DPR 54/97) Soprall. straordinario c/o allevamenti per NON CONFORMITA' del latte prodotto. Controllo aziende autorizzate produz./vendita latte crudo (Circ. 39/SAN/04) Controllo presso stabilimenti di PBL 465 263 16 79 Produzione, commercio ed impiego del farmaco veterinario e attuazione del Piano Nazionale Residui Vigilanza e controllo c/o strutture AUTORIZZATE A DETENERE SCORTE di medicinali Vigilanza c/o allevamenti NON AUTORIZZATI A DETENERE SCORTE di medicinali Controlli presso farmacie o grossisti Controllo e vigilanza STABILIMENTI AUTORIZZATI D.M. 90/93 Controllo prescrizioni senza sopralluogo (ricette) Esecuzione campionamenti PNR in allevamento Esecuzione campioni PNR in macello 365 458 8 50 137 422 1145 Benessere degli animali in sede di allevamento, di trasporto e di commercio Vigilanza e controllo ricoveri animali, anche temporanei. Vigilanza e controllo stalle di sosta Vigilanza e controllo circhi Vigilanza e controllo mercati vigilanza e controllo fiere ed esposizioni di animali Vigilanza e controllo concentramenti, anche temporanei, di animali Vigilanza benessere animale durante il TRASPORTO/PARTENZA/ARRIVO 256 68 3 9 24 21 210 Produzione e stoccaggio delle materie prime e dei mangimi destinati all’alimentazione animale ed esecuzione del PNAA Esecuzione Campioni PNA 137 Controlli e vigilanza presso stabilimenti registrati e riconosciuti Reg. 183/05 Controlli STRAORDINARI sull'alimentazione degli animali. 467 113 Produzione, raccolta e trasformazione dei rifiuti di origine animale Vigilanza e controllo impianti S.O.A. (RACCOLTA, TRASPORTO E DEPOSITO CAT 1,2 e 3) Vigilanza e controllo impianti S.O.A. (LAVORAZIONE E/O TRATTAMENTO CAT. 1, 2 e 3) Vigilanza e controllo impianti di produzione di MSR (ALLEVAMENTI) Vigilanza e controllo impianti tecnici e biogas Cert. san. trasporto bovini /ovicaprini morti in allev. da destinare alla distruzione (MSR) Vigilanza e controllo impianti di produzione di MSR (ALLEVAMENTI) 114 25 294 1 3091 294 126 Riproduzione animale Vigilanza nelle stazioni di monta equina Vigilanza sulla F. A. suina (Centri produzione seme + allevamenti) Vigilanza sulla F. A. bovina (recapiti, produz. embrioni e raccolta embrioni) 8 1 106 45 Sempre nell’ambito dell’area C sono state condotte a termine, al 31 ottobre 2010, le seguenti altre attività istituzionali: Sanzioni/sequestri/dissequestri inerenti attivita' di controllo Certif. san. finalizzata ad export latte e derivati rilasciata in impianto trasformazione Interventi di educazione sanitaria e attività analoghe Vigilanza sulle strutture sanitarie Prelievo campiono CONOSCITIVI Campionamenti/prelievi, A PAGAMENTO, non previsti da altre voci dell'Area "Igiene All. e Prod. Zoot Cert. origine/sanità o di avvenuto controllo sanit. per import/export Paesi UE/Terzi PROD. OA NON DESTINATI A CONSUMO UMANO Controllo documentale/fisico prodotti zootecnici di O.A. IMPORT Paesi UE o Terzi Comunicaz.di reato/segnalazioni autorità giudiziaria inerenti l'attività di vigilanza e controllo. 120 357 67 13 16 9 77 16 40 Programmazione attività 2011 Area Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche L’impegno del monte ore disponibile per le attività connesse con l’area ”C” (circa 14.000 ore di Dirigenti veterinari, circa 3000 ore di Tecnici della prevenzione e circa 1000 ore di personale amministrativo) si baserà sui criteri sottoesposti. In considerazione della necessità di rendere più appropriati i controlli negli allevamenti e nelle strutture di interesse si procederà, in analogia a quanto sopra esplicitato per l’Area di Sanità Animale, ad una revisione e aggiornamento delle anagrafiche e, per garantire una maggiore appropriatezza, si coordineranno gli interventi di vigilanza di Area C, per quanto possibile, con quelli di Area A. Alla luce di quanto espresso si concentreranno negli allevamenti di suini da riproduzione, negli allevamenti di suini da ingrasso e negli allevamenti di bovini gli interventi sul benessere animale, farmacosorveglianza, controllo della produzione di MSR e controllo del latte alla produzione. Per il benessere animale in allevamento, nel punto di controllo e negli impianti di macellazione provinciali, i controlli seguiranno quanto stabilito nel Piano Nazionale Benessere Animale (PNBA) e nel Piano Regionale Benessere Animale (PRBA) la cui novità, per il 2011 e gli anni seguenti, consiste nell’accorpamento, nel medesimo piano, anche dei controlli sul benessere animale durante i trasporti, prevedendo un consistente aumento del numero di interventi ed una diversa articolazione sul territorio rispetto a quanto avveniva in precedenza. In attesa della presentazione del Piano Nazionale Residui (PNR) e sulla base delle prime indicazioni regionali i referenti dei macelli sono stati invitati ad effettuare i primi campionamenti su matrici e per molecole di cui sia ragionevole presumere (sulla base dello storico) la presenza anche nei nuovi piani mentre è stato fornito ai distretti un resoconto delle non conformità rilevate a carico di allevamenti di competenza nel corso del 2010, per una corretta valutazione del livello di rischio nei singoli allevamenti e per meglio programmare localmente gli interventi di farmacosorveglianza. Nelle tabelle finali è presente la programmazione PNR per il 2011 Il Piano Nazionale Alimentazione Animale (PNAA) ha valenza triennale e quello attuale, con scadenza 2011, sarà proseguito con le frequenze e le modalità già programmate nel 2010, avendo l’accortezza di verificare e aggiornare le anagrafi delle aziende registrate e secondo le modalità previste nelle tabelle allegate al termine della presente relazione. 127 L’emanazione del piano latte da parte della U.O. Veterinaria Regionale per il 2011 permette di programmare campionamenti e verifiche negli allevamenti interessati alla vendita di latte crudo, mentre si manterrà un’attività costante di verifica dei requisiti degli stabilimenti di prodotti a base di latte destinati alle esportazioni verso Paesi Terzi. Tale attività si affiancherà a quella abitualmente condotta nell’ambito dei controlli sugli alimenti di origine animale e sarà condotta, sia attraverso audit e ispezioni, sia mediante verifica dei campionamenti messi in atto dalle ditte stesse in autocontrollo. Nell’ambito del controllo ufficiale dei prodotti a base di latte (PBL) si inserirà un controllo straordinario regionale di sorveglianza per la stima della prevalenza di Listeria monocytogenes in formaggi molli, sia prodotti in Italia, sia di importazione e l’esecuzione di tale piano comporterà un impegno aggiuntivo a carico dei Tecnici di prevenzione e dei dirigenti Veterinari. Le competenze di area C si estendono anche a strutture poste al di fuori degli allevamenti e prevedono attività congiunte con la Provincia, come i controlli sulla riproduzione animale e sul rispetto dei requisiti imposti dal sistema della Condizionalità. Tali tipi di controllo saranno oggetto di una successiva specifica programmazione. Nelle more del coordinamento con gli organismi provinciali sarà condotto un censimento ed un aggiornamento degli impianti che effettuano attività di fecondazione artificiale aziendale suina in quanto la progressiva variazione della tipologia produttiva degli allevamenti potrebbe aver portato ad una sovrastima del numero di aziende interessate. Per gli impianti sottoposti a farmacosorveglianza in cui non si allevano animali come le farmacie, i grossisti, gli intermediari e le strutture veterinarie è stato predisposto un opportuno piano di intervento, così come per gli impianti SOA (per i quali si attende l’emanazione di un nuovo piano regionale, che, negli auspici, riduca il numero dei controlli negli stabilimenti a ridotto livello di rischio). Gli impianti che producono mangimi a livello industriale (mangimifici riconosciuti) saranno analogamente controllati, secondo le specifiche di legge e, per quanto possibile, saranno condotte presso tal strutture anche parte dei controlli previsti nel campo del PNAA. Nelle seguenti tabelle sono riportati gli interventi programmati e la stima dei tempi necessari per la loro esecuzione: PNBA e PRBA benessere animale canili e simili benessere al trasporto e al macello benessere durante macellaz. Prodotti a base di latte stabilimenti PBL luogo di controllo allevamento Staz. Quarant. canili sanitari canili rifugio Allev/pens. … negozi animali brevi viaggi lunghi viaggi punto controllo stalle di sosta Macelli ind. Imp. controllabili 5.000 1 4 5 38 luogo di controllo produttori soa Reg 79 impianti controllabili controllo aziende produttrici di allevamento latte per trasformazione controlli produtt. latte crudo, alta qualità e NC 2010 in allevamento allevamento Imp. controllati 501 1 4 5 38 N° interventi annuali 1 2 2 2 1 tempo stimato 4 4 4 4 4 tempo totale 2.004 8 32 40 152 14 14 1 1 14 10.000 60 400 6 1 1 1,5 2 1.200 24 240 12 1 2 24 8 10 8 10 1 5 4 4 32 200 impianti controllati N° interventi annuali tempo stimato tempo totale 77 1 1 77 1179 590 1 4 2360 60 60 2 2 240 128 Piano latte latte consumo umano diretto distributori 31 31 4 4 496 piano straordinario L. monocytogenes in formaggi Stabilimenti e rivendite 83 83 1 4 332 controlli per export paesi terzi supervisioni 9 9 1 4 36 Riproduzione animale luogo di controllo piano integrato di controllo riproduzione animale allevamento Alimentazione animale ex PNAA luogo di controllo impianti registrati - art 10, comma 1, lettera a), b), e c) produzione medicati ed intermedi 1 sopralluogo all'anno medicati per autoconsumo da premiscele medicati per autoconsumo da intermedi articolo 5 c. 2 laboratori analisi per mangimi stabilimenti pet food impianti distribuzione medicati ed intermedi 1 sopralluogo ogni 2 anni impianti di commercializz azione di cui all'art. 5 comma 2 controllare 1% dei produttori primari non collegati ad aziende zootecniche, selezionando i più grandi produttori primari di alimenti semplici per animali PIANO MSR E SOA luogo di controllo Allev. bovini CONTROLLO MSR PIANO SOA Allev. ovi-capr impianti controllabili 150 impianti controllabili impianti controllati 150 impianti controllati N° interventi annuali 1 N° interventi annuali tempo stimato 4 tempo stimato tempo totale 600 tempo totale 133 133 1 4 532 4 4 1 4 16 62 62 1 4 248 132 132 1 4 528 10 10 1 4 400 6 6 1 4 24 2 2 1 4 8 6 3 1 4 12 9 5 1 4 20 6.960 70 1 4 280 impianti controllabili impianti controllati N° interventi annuali tempo stimato tempo totale 2.644 161 1 4 644 309 30 1 4 120 Imp. biogas 2 2 4 6 48 Imp. compost. Imp. Incen. alta capacità 1 1 4 6 24 0 0 4 6 0 1 1 4 6 24 2 2 4 6 48 Imp. Incen. bassa capacità Imp. produz. alimenti animali 129 compagnia Imp. transito cat. 1 Imp. transito cat. 2 Imp. transito cat. 3 Imp. trasformazione cat. 2 Imp. di trasformaz. cat. 3 campionamenti piano SOA Stabilimenti FARMACOSORVEGLIANZA, PNR in allevamento e PNAA luogo di controllo 2 2 6 6 72 1 1 4 6 24 4 4 6 6 144 1 1 6 6 36 2 2 6 6 72 10 10 1 4 40 Imp. controllabili Imp. controllati N° interventi annuali tempo stimato tempo totale Autorizz. scorte 689 228 1 4 912 Non autorizzati 5.064 150 1 2 300 Strutt. veterinarie 59 30 1 4 120 Canili sanitari 4 4 1 4 16 Canili rifugio 5 5 1 5 25 Allev. pensioni 31 10 1 4 40 grossisti 19 10 1 4 40 Campionam. PNR in allevamento 433 433 1 4 3.464 Campionamenti PNAA 236 236 1 4 1.888 10.000 1000 1 0,1 100 Farmacosorveglianza Controllo prescriz. a campione presso i distretti PNAA Impianto Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. Principi attivi vig. BSE Sorv. Bov. latte e linea vacca vitello Materie Ricerca Specie avermectina avermectina carbadox e olaquindox carbadox e olaquindox carbadox e olaquindox chinolonici chinolonici fans chinolonici chinolonici fans cortisonici ionofori ionofori macrolidi macrolidi macrolidi ionofori macrolidi penicilline penicilline rame rame macrolidi suini suini suini suini suini suini broilers bovini da latte suini suini suini bovini da carne suini suini suini broilers suini bovini da carne bovini da latte suini suini suini suini bovini da carne 1 1 1 1 1 2 1 1 2 3 2 1 2 2 2 1 2 1 1 1 1 1 2 1 bovini 5 mangime BSE complementare Prev 130 BSE Sorv. BSE Sorv. Bov. latte e linea vacca vitello Bov. latte e linea vacca vitello BSE Vig. somministrazione BSE Vig. somministrazione BSE Vig. somministrazione BSE Vig. somministrazione BSE Vig. BSE Vig. BSE Vig. BSE Vig. BSE Vig. BSE Vig. BSE Vig. Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Contaminanti Diossina sorv. Diossina sorv. Diossina sorv. Diossina sorv. Diossina vigil. Diossina vigil. OGM Sorv. OGM Sorv. OGM Vig. OGM Vig. Princ. Att. Sorv. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. mangime completo BSE bovini 5 materie prime BSE bovini 5 ruminanti 6 ruminanti 6 non ruminanti 6 non ruminanti 5 Mang. completo BSE ruminanti Man. complementare BSE rum.i mangime complementare BSE per non ruminanti mangime completo per non ruminanti materie prime origine animale materie prime origine veget. Mang. completo per ruminanti Mang. completo per non ruminanti Mang. completo per ruminanti Mang. completo per non ruminanti Premiscela mangime grassi animali olio di pesce Mang. minerale grassi animali olio di pesce mangime patata Mang.biologico mais mangime BSE BSE 3 BSE 8 BSE ruminanti 8 BSE non ruminanti 8 BSE ruminanti 8 BSE non ruminanti 8 BSE mercurio cadmio mercurio nitriti pesticidi clorurati melamina melamina melamina cadmio pesticidi clorurati piombo piombo radionuclidi melamina diossine diossine diossine diossine diossine diossine OGM OGM OGM OGM selenio chinolonici chinolonici macrolidi ionofori 1 suini broilers acquacoltura acquacoltura acquacoltura acquacoltura bovini da latte petfood tacchini vitelli vitelli tacchini vitelli tacchini suini sorveglianza sorveglianza vigilanza vigilanza tacchini tacchini ovaiole tacchini 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 131 Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Princ. Att.vig. Salmonella Petfood Salmonella Petfood Salmonella Petfood Salmonella sorvegl. Salmonella sorvegl. Salmonella sorvegl. Salmonella sorvegl. Salmonella sorvegl. produzione produzione commercio Salmonella Vigil. Salmonella Vigil. Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Princ. Attivit vigil Contaminanti Micotossine sorvegl. Micotossine vigl. Totale Mang.secco Mang. umido Mang. secco Mang. Comp. uini semi soia e derivati macrolidi metilclorpindolo nicarbazina + robenidina nitroimidazolici nitroimidazolici rame sulfamidici sulfamidici tetracicline zinco zincobacitracina macrolidi macrolidi penicilline macrolidi rame sulfamidici penicilline sulfamidici zincobacitracina zincobacitracina ferro ferro tetracicline salmonelle salmonelle salmonelle salmonelle salmonelle salmonelle salmonelle salmonelle 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 2 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 salmonelle 2 salmonelle 8 tetracicline virginiamicina zinco zinco tetracicline virginiamicina zincobacitracina zinco zincobacitracina zinco arsenico Mangimi Mangimi tacchini tacchini tacchini tacchini tacchini tacchini suini suini tacchini tacchini tacchini vitelli acquacoltura acquacoltura vitelli vitelli vitelli bovini da carne vitelli vitelli vitelli vitelli vitelli suini petfood petfood petfood sorveglianza sorveglianza sorveglianza sorveglianza sorveglianza suini suini suini suini bovini da carne bovini da latte suini bovini da carne suini bovini da carne ovaiole 1 1 2 2 1 1 1 1 2 1 1 19 11 236 PIANO NAZIONALE RESIDUI Il piano Nazionale Residui (PNR) è un’attività di controllo che tende a rilevare la presenza di residui di farmaci, sostanze utilizzate illegalmente o contaminanti ambientali nelle carni e nei mangimi degli animali allevati per la produzione di alimenti L’esecuzione del piano è trasversale all’area di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale e all’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche. Nel corso dei primi dieci mesi del 2010 sono stati condotti a termine, come si evince dalla sottostante tabella, n. 1567 campionamenti su 1650 previsti presso i macelli o negli allevamenti. Di 132 questi, 105 sono stati eseguiti su sospetto anatomo patolologico in soggetti (quasi esclusivamente vacche) con sintomi clinici indicativi di un possibile trattamento farmacologico. Nel corso del campionamento sono emerse n. 8 positività chimiche per le seguenti molecole: 3 antibiotici (di cui uno a seguito di sospetto clinico anamnestico), 2 sulfamidici, 2 cortisonici, 1 zeranolo (per contaminazione da micotossine dei mangimi); la distribuzione di specie è stata le seguente: 6 capi bovini e 2 suini. Di questi otto casi, 7 hanno interessato allevamenti mantovani. In quattro casi sono state contestate violazioni amministrative al D.Lgs n. 158/06 e in due casi è stata inviata notizia di reato all’autorità giudiziaria. A seguito di tali positività sono stati eseguiti in allevamento n. 21 campioni della tipologia “a seguito di positività”. Si sono inoltre rilevati n. 9 casi di sospetto al piano monitoraggio istologico (che indica la concreta possibilità di un trattamento non autorizzato a scopo anabolizzante) della seguente tipologia: 5 per cortisonici, 4 steroidi sessuali; in tre casi si trattava di partite sospette, mentre in 6 di esiti sospetti; sette di questi otto casi sospetti, hanno interessato allevamenti mantovani. A seguito di tali sospetti sono stati eseguiti negli allevamenti n. 51 campioni della tipologia “a seguito di sospetto istoanatomopatologico”. Nel luglio 2010 la regione ha svolto con esito positivo, un audit sulla programmazione e attuazione del piano e sulla gestione delle non conformità. Di seguito, sono riportate due tabelle relative ai campionamenti PNR e Extra piano (al 31.10.2010) Guidizzolo PNR Mantova Quistello Viadana Totali Progr.. Eseg. Progr. Eseg. Progr. Eseg. Prog. Eseg. Program Eseguiti. allevamento 179 169 91 84 76 93 40 41 386 387 macello 142 131 244 235 406 385 423 384 1.215 1135 totale 321 300 335 319 482 478 463 425 1.601 1522 extraPNR Guidizzolo Mantova Quistello Viadana Totali Programm. Eseguiti Programm. Eseguiti Programm. Eseguiti Programm. Eseguiti latte (aflatox) Program Eseguiti. 9 7 9 9 9 9 6 6 33 31 1 1 2 2 3 3 1 1 7 7 2 0 0 0 3 3 0 0 5 3 miele (sulf., tetrac. ecc.) 1 1 1 1 1 1 1 1 4 4 totale 13 9 12 12 16 16 8 8 49 45 vitelli e vitelloni (cortis) vacche fine carriera (cortis) Piano nazionale residui – programmazione 2011 Per quanto riguarda il Piano Nazionale Residui, la programmazione 2011 (non definitiva), pervenutaci dall’U.O. Veterinaria Regionale, è riassunta nelle tabelle sottostanti distinte per allevamento e macello. Sulla base della ipotesi di programmazione fornita dalla U. O. Veterinaria Regionale, che ha ufficiosamente confermato i dati forniti, è stata stilata una programmazione dei campionamenti da effettuare nel 2011 in allevamento e in macello e si provvederà, non appena i dati saranno definitivi, a redigere una programmazione su base distrettuale. Nel corso di tale programmazione si programmeranno anche i campionamenti extra PNR, disposti dall’ U. O. Veterinaria Regionale sulla base delle non conformità rilevate nel corso del 2010 e sulla base della valutazione dei rischi delle singole realtà zootecniche regionali. PNR - MACELLO Gruppo o molecola agenti antitiroidei Matrice tiroide estrogeni, gestageni, progestinici, muscolo, urine Specie/categoria vitelli, vitelloni, vacche, suini bovini, suini, volatili programmazione 24 31 133 boldenone, nortestosterone, trenbolone e met. antibiotici, antiinfiam. non ster., avermectine, benzimidazolici, macrolidi beta-bloccanti (carazololo) butirrofenoni (azaperolo ecc.) clenbuterolo-simili e salbutamolo-simili coccidiostatici e chinolonici cortisonici diossine, pcb, pcb diossina simili elementi chimici (cadmio) metaboliti dei nitrofurani, nitroimidazoli, tioimidazolici pesticidi organoclorurati e organofosforati, carbammati e piretroidi promazine sostanze vietate (cloramfenicolo, clorpromazina, dapsone) stanozololo e metaboliti stilbeni (dienestrolo, dietilstilbestrolo, esestrolo), zeranolo e met. sulfamidici e tetracicline latte vaccino, muscolo, plasma, fegato rene rene fegato, bulbi oculari vitelli, vitelloni, vacche, suini, equini, volatili suino suino vacche, vitelli, vitelloni e suini suini, volatili e bovini vacche, vitelli e vitelloni Bovini, suini Bovini, equini, suini bovini, suini, volatili 165 Bovini, suini 36 urina muscolo, urina Bovini, suini Suini, bovini, volatili 38 117 urine urine suini Bovini, suini 5 32 muscolo bovini, suini, volatili muscolo urine muscolo muscolo muscolo, plasma,siero, fegato tessuto adiposo 4 4 138 50 66 10 50 86 261 1117 PNR - ALLEVAMENTO Gruppo o molecola Matrice Specie/categoria programmazione aflatossine mangimi, latte Suini, bovini, volatili 15 agenti antitiroidei urine vitelli e vitelloni 8 androgeni, estrogeni, progestinici, metiltestosterone, nortestosterone, trenbolone e met., boldenone siero, muscolo, urina vitelli, vitelloni, suini, polli 24 antibiotici, antiinfiam. non steroidei, avermectine, benzimidazolici, macrolidi latte vaccino, uova Bovini, volatili 26 clenbuterolo-simili e salbutamolo-simili fegato, urine, pelo volatili, vitelli e vitelloni 114 chinolonici e coccidiostatici muscolo, uova eurialine, galline 18 coloranti (verde malachite ecc.) muscolo Acquacoltura (eurialine, trote) 2 cortisonici urine vitelli e vitelloni 85 diossine, pcb, pcb diossina simili latte vaccino, mangimi, muscolo, uova Bovini, suini, eurialine, galline 18 elementi chimici (Cd, Pb, Hg) latte vaccino, muscolo Bovini, eurialine 5 metaboliti dei nitrofurani, nitrofurani, nitroimidazoli, tioimidazolici muscolo, uova, acqua d'abbeverata, plasma, siero, latte Suini, bovini, volatili 28 pesticidi organoclorurati e organofosforati latte vaccino, uova Bovini, galline 6 cloramfenicolo acqua d'abbeverata, latte, muscolo, uova Suini, bovini, volatili, eurialine, trote 25 stanozololo e metaboliti urine vitelli e vitelloni, suini 6 stilbeni (dienestrolo, dietilstilbestrolo, esestrolo), zeranolo e metaboliti urine, muscolo vitelli e vitelloni, polli 29 sulfamidici e tetracicline latte bufalino, latte bufalo, bovino, eurialine, vaccino, muscolo, uova galline Totale allevamento 24 433 134 VALUTAZIONE GENERALE ATTIVITA’ 2011 Entro il mese di febbraio sarà redatto un documento che riporterà la sintesi di tutte le attività programmate per l’anno 2011, comprese quelle riguardanti i progetti innovativi previsti dalle regole sistema. Nell’occasione saranno definiti anche gli indicatori di valutazione delle diverse attività previste. Le modalità di valutazione potranno essere le seguenti: - periodicamente, da parte dei Direttori delle strutture complesse; - da gruppi di audit interdistrettuali, che valuteranno l’appropriatezza degli interventi veterinari nel corso di audit condotti presso gli operatori,; - per iniziativa della Regione, almeno una volta nel corso del 2011, per valutare l’attività del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria; - da parte di funzionari di Paesi terzi che valuteranno l’efficienza e l’efficacia dei servizi veterinari italiani; per i primi mesi del 2011 sono già programmate missioni ispettive del Giappone, della Tailandia e degli USA; - da parte del Food Veterinary Office (FVO) per verificare i servizi veterinari locali su tematiche specifiche. Verifiche possono essere svolte, poi, dal Ministero della Salute e dall’U.O. Veterinaria Regionale. COMUNICAZIONE L’ASL di Mantova attribuisce alla comunicazione un elevato significato. In dicembre 2010, è stato tenuto un incontro con il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, nel corso del quale sono stati presentati e discussi i risultati dell’attività 2010 e i criteri di programmazione 2011. Una bozza del documento di programmazione è stata pubblicata sul sito aziendale e anche la versione definitiva sarà resa disponibile con lo stesso sistema. Nel 2010, in diverse occasioni, sono stati effettuati incontri con gli operatori, con organizzazioni di categoria e associazioni di volontariato. L’esperienza, che è stata molto apprezzata e ha prodotto buoni risultati, sarà rip 135