italia - ilio masprone

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italia - ilio masprone
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Editoriale
Tutti a bordo... si riparte!
Giorgia
dalle mille vite
L’Avventura italiana continua...
Donnavventura incontra alcuni connazionali che vivono in Sudamerica
Sanremo 59,
vincono Bonolis e Laurenti con... Marco Carta e Arisa
UNA Hotels & Resorts
A Cavaglià in provincia di Biella
Per non dimenticare
La tragedia delle Foibe e l’Esodo degli italiani dall’Istria
Turismo e ospitalità
a Chianciano Terme
X Congresso Mondiale dei Ristoratori
Intervento del presidente Bartolo Ciccardini
sommario
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Nasce il polo del lusso
a Monte-Carlo
Monte-Carlo
Le torri rotanti di Fisher:
un sogno a cui non conviene “abboccare”
Brevi da...
Monte-Carlo e Costa Azzurra
Napoleone in Italia
Cronaca delle vicende napoleoniche nella penisola
“Carnevale di Venezia”
a Losanna
Parigi
Ginevra
“Dietro l’angolo”... la Puglia
Incontro con Mario Montini, direttore Enit per Svizzera e Germania
Brevi da...
Ginevra
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Berlino
Fiera del turismo 2009
Da Berlino Vittoria Michela Brambilla rilancia il turismo italiano
Premio Campiello
Europa a Berlino
Brevi da...
Berlino
Bruxelles
Milano
Palazzo delle Belle Arti:
“Da Van Dyck a Bellotto”
Futurismo 1909-2009
Velocità + Arte + Azione
Brevi da...
Milano
Qui Roma
Eventi & manifestazioni
Le rubriche
Portfolio italiano
Clickitaly!
Italiani nel Mondo
Informazioni utili per gli Italiani all’estero
Cinque stelle & tre forchette
Rinascimento a tavola in occasione della mostra “I Della Robbia”
Letture & poesie
“Diavoli e Santi a Bagno Maria” - “Denegata Justitia” “Il paese delle spose infelici”
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Tutti a bordo...
si riparte!
Di Ilio Masprone
[email protected]
L
a notizia è di fine marzo: una
società armatrice italiana è
salita al primo posto nella classifica
mondiale del “turismo per mare”
perché ha incrementato il suo fatturato del 45% in più rispetto all’anno
precedente.
In questi tempi di grande crisi
economica, questo è un risultato
davvero esaltante,e per molte ragioni. Intanto per il fatto che si tratta
di una società a capitali italiani
retta da una sola famiglia italiana;
poi perché confermare un dato così
significativo è indice di gestione
amministrativa corretta, ma soprattutto perché si tratta di un risultato
che infonde la forte speranza che
non tutto sia perduto, come spesso
annunciano i catastrofisti di sinistra,
compresa molta informazione, che
vedono il nostro Paese agli ultimi
posti dell’economia internazionale.
Dai dati emerge che i croceristi
italiani hanno contribuito notevolmente ad incrementare quel risultato, infatti oggi “andar per mare” è
il sistema migliore per fare turismo
a basso costo accontentando tutta la
famiglia; ma è altrettanto vero che
se non ci fossero i denari in molti
resterebbero a casa.
Il modello turistico da crociera non
vale solo per noi italiani, ma per
tutto il resto del mondo, Europa in
testa; infatti la clientela che sale a
bordo delle navi da crociera, con
particolare attenzione verso le compagnie italiane (che danno maggior
servizio, eleganza e più fantasia
in tutto), è in primo luogo quella
europea, che sta subendo la stessa
crisi che viviamo noi italiani, quindi
quei dati positivi sono di assoluto
conforto perché arrivano grazie ad
una clientela anche internazionale. Se poi queste grandi navi sono,
appunto, di matrice italiana, come
lo è la napoletana MSC Crociere
della famiglia Aponte, non si può
che andarne orgogliosi e fieri perché
vuol dire che l’Italia, nonostante
il periodo di crisi, sta marciando
meglio di altri Paesi.
MSC Crociere, leader nel settore
della costruzione e progettazione
navale, entro il 2012 ospiterà un
milione e mezzo di passeggeri grazie
ad un piano industriale che prevede
grandi investimenti nella flotta che è
la più giovane e moderna al mondo.
Dice bene dunque il Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi che per
far ripartire al più presto il Paese, gli
italiani che possono devono continuare a spendere perché le vacanze
sono anche un’ottima iniezione di
fiducia oltre che di relax.
Se poi andar per mare è anche un
modo intelligente per conoscere il
mondo, ben vengano le crociere e
tutto ciò che gli ruota intorno.
E così l’Italia andrà “avanti tutta...”.
5
Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
editoriale
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Sotto,
Giorgia tra
Claudio Bisio
e Silvio
Orlando nel
film “Ex”.
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Giorgia
dalle mille vite
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In basso,
alcune
immagini
di Giorgia.
ROMA
Di Enrica Guidotti
[email protected]
Dalla Liguria
a Roma, passando
per Sanremo,
ecco le tappe verso
il successo della
bellissima Giorgia
Würth, ex volto
di Rai Tre e delle
più seguite fiction,
a cui dedichiamo
la copertina
di marzo-aprile.
D
urante un Festival della Canzone Italiana di qualche anno fa,
nell’affollata hall dell’Hotel Londra
di Sanremo, entrò una sorridente
ragazza dagli occhi azzurrissimi, che
con fare intraprendente si rivolse al
direttore di Festivalnews, il quotidiano ufficiale della manifestazione,
la cui redazione si trovava nella hall
del grande albergo. Senza esitazione
si offrì di collaborare al giornale
“perché - come spiegò - si sentiva adatta a trattare l’argomento
festivaliero in maniera del tutto
particolare”.
Il direttore del popolare daily - le
cui doti di scopritore di talenti sono
sempre state pari alla sua sensibilità
per la bellezza femminile - non le
diede il tempo di ripensarci e la
mise subito alla prova proponendole
un articolo da consegnare da lì a poche ore. Molti se la ricordano ancora
in quei giorni, taccuino in mano
e sguardo attento a non perdere
neanche un particolare di quello che
le avveniva intorno.
Giorgia era fresca di laurea in scienze della comunicazione e quello era
uno dei suoi primi lavori da giornalista. Interviste alla gente per strada,
ai parrucchieri che curavano il look
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degli artisti, qualche radio: manovalanza buona per l’ultimo arrivato
in redazione, ma che lei portava a
termine col massimo della serietà e
dell’impegno.
Intanto la hall dell’Hotel Londra si
riempiva di giornalisti, cameramen,
impresari e talent scout ai quali non
sfuggì l’acerba bellezza della giovane varazzina di origine svizzera,
che dopo quel Festival conobbe il
proverbiale imbarazzo della scelta
tra le tante occasioni di lavoro che
le piovvero addosso. Giovanissima
ma con la testa sulle spalle, Giorgia
scelse quella di maggior prestigio e
diventò l’annunciatrice ufficiale di
Rai Tre. Chi conosce l’intelligente
vivacità del suo carattere, la sua
tagliente ironia e il suo amore per
la bella conversazione sa quanto le
deve essere costato essere per anni
la ”signorina buonasera” alla quale
nulla era richiesto di più se non
sciorinare con grazia e buona dizione i programmi della serata.
Ma ben conscia dell’importanza
di un lavoro che rappresentava un
formidabile biglietto da visita nel
mondo dello spettacolo, Giorgia ha
portato avanti il suo ruolo fino in
fondo, attenta a mantenere il necessario distacco dalle facili comparsate
e dalle paparazzate che l’avrebbero
bollata come l’ennesima prezzemolina sbarcata a Roma in cerca di
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Sopra,
Giorgia con
Antonio
Catania e
Sebastiano
Somma.
In basso,
per “Capitan
Basilico”
Giorgia è
candidata
al David di
Donatello
come attrice
protagonista.
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In basso
a destra,
Giorgia
con l’attore
Daniel
McVicar.
notorietà.
Il tempo lasciato libero dalla sua
collaborazione con la Rai l’ha
impiegato per studiare recitazione
nelle migliori scuole e presto si è
trovata a partecipare a numerosi
film italiani di buon livello.
Tra i cineasti romani colpiti dal suo
talento c’è Fausto Brizzi, principe
della commedia all’italiana sbanca botteghini, che l’ha fortemente
voluta per il suo ultimo film, “Ex”,
uscito lo scorso febbraio, dove la
giovane attrice divide la scena con
attori del calibro di Claudia Gerini, Claudio Bisio, Silvio Orlando,
Alessandro Gasmann e Gianmarco
Tognazzi. Nel film Giorgia interpreta una cassiera che si innamora
dell’“attempato” Bisio, ma a marzo
sarà la protagonista anche un’altra
pellicola, “Sleepless” con Francesco
Venditti e Violante Placido, per la
regia di Maddalena Panfilis.
Gli appassionati di fiction la ricorderanno come interprete della miniserie “Il Bene e il Male” con Tognazzi
e la Guaccero, ed era di Giorgia
anche il volto della volitiva Daria
nella seguitissima “Un posto al sole”.
Astro in ascesa delle soap italiane,
Giorgia è anche stata la new entry di
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“Un medico in famiglia”. Insomma,
Giorgia è lanciata e nessuno la può
fermare.
Dopo aver girato spot pubblicitari,
condotto trasmissioni radiofoniche e
fatto da madrina a importanti serate
di spettacolo, Giorgia non si è negata una capatina nel mondo della
musica e, dopo aver composto il rap
“Vergogna”, cliccatissimo su Youtube, eccola protagonista del videoclip
dell’ultimo singolo del cantautore
Biagio Antonacci, “Aprila”, fresco di
uscita. Tra i suoi prossimi impegni,
il ruolo di Cicciolina nel serial TV
dedicato a Moana Pozzi in onda
su Sky, dopo essere stata a lungo
Sopra,
Giorgia
durante
il trucco.
candidata per il ruolo della protagonista, andato poi a Violante Placido.
Insomma, una donna che ha percorso tante strade, talvolta in salita,
ma che poi ha raggiunto obiettivi
importanti. Ma lei ha dimostrato, e
lo dimostra tutt’ora, di avere i nervi
saldi, buona volontà e ferrea fiducia
in se stessa. E la scrittura? Giorgia
non l’ha mai abbandonata. Portano
la sua firma infatti le pagine romane
del nostro giornale. E per chi vuole
leggere i suoi racconti e condividere
le sue riflessioni quotidiane c’è un
blog sempre aggiornato sul suo sito
ufficiale, www.giorgiawurth.com
Enrica GUIDOTTI
A destra,
con Biagio
Antonacci.
CINEMA
IO regia G. Würth, 2002
UN BACIO regia A. Papini, 2005
STARE FUORI regia F. Lozzi, 2005
THE BUTCHER regia di M. Limberti, 2006
L’UOMO PRIVATO regia E. Greco, 2006
DARK RESURRECTION regia A. Licata, 2006
NOI DUE regia E. Papetti, 2006
TAGLIARE LE PARTI IN GRIGIO regia V. Rifranti, 2006
Pardo migliore opera prima Festival di Locarno 2007
NO SMOKING COMPANY regia E. Tagliavini, 2006
SOTTOPESO regia M. Limberti, 2006
VIAGGIO IN ITALIA regia L. Miniero e P. Genovese, 2007
CAPITAN BASILICO regia M. Morini, 2007/8
AFTERVILLE regia F. Guaglione e F. Resinaro, 2007-8
SLEEPLESS regia di Maddalena de Panfilis, 2008
EX regia di Fausto Brizzi, 2008
SCHIAFFI regia di Claudio Insegno, 2008
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TELEVISIONE
UN POSTO AL SOLE (lead) registi vari, 2008
IL BENE E IL MALE regia di Giorgio Serafini, 2008
TEATRO
LE PAROLE DELL’ANGELO regia di M. Franco, 2003
ANTONIO E CLEOPATRA regia G. Sansone, 2004
ANTIGONE regia T. Fattore, 2005
CECITÀ regia T. Fattore, 2005
HIPOCRITES regia T. Fattore, 2006
UN MARZIANO A ROMA regia F. Sala, 2006
LA DONNA CHE HA PARTORITO NEL CIELO RITORNERÀ regia F.
Satta Flores, 2007
5 DONNE regia E. D’Urso, 2007
CONDUZIONE TV E RADIO
Conduttrice a Disney Channel, 1998
Annunciatrice Rai 3, 2003-2007
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L’Avventura
italiana
continua...
Donnavventura incontra alcuni connazionali
che vivono e lavorano in Sudamerica.
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BRASILE
Di Barbara Chiodini
[email protected]
M
entre in televisione (ogni
domenica alle ore 14 su Rete4)
scorrono le immagini della nostra
straordinaria avventura, è bello
perdersi nel ricordo di quei 106
giorni trascorsi dall’altra parte del
mondo. Lontana da casa. Dagli
affetti. Da ogni punto fermo. Sei
donne, tutte splendide italiane, un
capo spedizione, Maurizio Rossi, e
un cameraman a bordo di quattro
pickup Mitsubishi. Oltre 15 mila
chilometri percorsi. Sette i Paesi
attraversati: è il GRAND RAID DO
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BRASIL, AMAZONAS & CARIBE,
l’entusiasmante esperienza che ho
vissuto in prima persona nel team di
Donnavventura, questa magica corsa
tutta italiana. È luglio, a San Paolo.
Da qui ha inizio la nostra risalita del
sud America, alla scoperta innanzitutto del Paese che più di ogni
altro, da sempre, infiamma l’immaginazione di noi occidentali: il
Brasile. Una terra dai mille contrasti
in cui la ricchezza convive in strana
armonia con la miseria. Solare e
misteriosa allo stesso tempo. Piena
di contraddizioni. Ma di una bellezza indicibile. Paesaggi che mutano
repentinamente, la terra rossa delle
regioni interne, le spiagge bianche
del nordest e il verde della foresta
amazzonica. L’azzurro del cielo che
si perde tra le onde dell’Oceano
Atlantico e una popolazione gioiosa
ed accogliente, nonostante tutto e
un programma televisivo da realizzare e un reportage di viaggio da
scrivere per varie testate giornalistiche italiane. Un compito tutt’altro
che semplice, ma eccitante per noi
sei neo-reporter “strappate” dalla
normalità di una vita messa temporaneamente in standby per inseguire
un sogno.
In veste di inviata speciale de Il
Foglio Italiano, metto a segno i
primi servizi tenendo ben presente
le indicazioni del mio Direttore,
intervistando innanzitutto gli amici
italiani che incontriamo nel corso
della spedizione. È risaputo che
sono ben oltre 60 milioni gli italiani
che vivono all’estero. E decine
e decine sono quelli che si sono
imbattuti nella nostra carovana.
Ognuno con la propria storia da
raccontare, con una propria vita
“altrove” ma con un cuore pur sempre, orgogliosamente, tricolore. Una
bellissima e calorosa accoglienza ci
viene comunque riservata ovunque.
Dal Brasile all’Honduras. Una luce
luminosa negli occhi dei nostri
connazionali che ci vedono arrivare,
una ventata di italianità da respirare
a pieni polmoni.
A San Paolo, prima tappa del Grand
Raid, c’è la comunità italiana più
numerosa al mondo. Si tratta per
lo più di emigrati del secolo scorso
integratisi ormai a tutti gli effetti
nella società brasiliana e divenuti
parte integrante dell’identità culturale del Paese. È in questa grande
metropoli, che conosciamo PIERO.
Romano, simpaticissimo, ex dirigente di un’importante compagnia
aerea di bandiera brasiliana, sposato
da 40 anni con una gentile signora
inglese, padre di due figli e nonno
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Sopra il team
delle ragazze
con Carlo,
fotografo,
arrivato
a Canoa
Quebrada
vent’anni fà
dove vive con
la famiglia.
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Sotto,
Moreno,
architetto e
progettista,
da 5 anni
lavora a un
progetto di
salvaguardia
della costa.
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di tre nipotini che adora. Persona
estremamente in gamba ed eletto da
noi donne “uomo avventura” ad honorem, Piero fa la spola tra l’Italia e
il Brasile per incentivare il turismo
in questo Paese. Ci ha raggiunto più
volte nel corso della spedizione e
con il suo “portaliano” (il suo portoghese con spiccato accento romano),
ci ha permesso di scoprire angoli
inediti di Brasile, iniettando in noi il
desiderio di tornare ancora.
Dalla travolgente San Paolo, la carovana muove verso Rio de Janeiro,
ciudad maravillosa. La salita al
Corcovado, la statua del Cristo Redentore e poi il Pan di Zucchero e le
lunghe e affollate spiagge di Ipanema e Copacabana. Il popolo carioca
è solare e di un’allegria contagiosa.
Ma il roadbook di Donnavventura
non permette soste prolungate.
Da Rio ci trasferiamo quindi verso
l’interno e raggiungiamo lo stato del
Minas Gerais. Il paesaggio cambia:
terra rossa e colline, ricche di storia
e di pietre preziose. Paraty, Diamantina, Belo Horizonte, Montesclaros.
E poi di nuovo sulla costa atlanti-
ca fino a Salvador de Bahia dove
incontriamo DANIELA. Lei è di
Treviso, trasferitasi in terra brasiliana un paio di anni fa, oggi fa la
commessa in un negozio di souvenir
del Pelourinho, storico quartiere
multietnico di Salvador, costellato
di Chiese ed edifici coloniali. Tra i
colorati oggetti di artigianato locale,
Daniela racconta timidamente che
tanti possono essere i motivi che
spingono a lasciare il nostro Bel
Paese. Motivi, legati per lo più al
lavoro. Una scelta libera e consapevole in certi casi, necessaria e imprescindibile in altri. A volte si parte
con l’intenzione di starsene via da
casa solo il tempo di una vacanza.
Ma poi capita che si finisce col non
tornarci più. Altre volte è la ricerca
di una fantomatica vita migliore a
spingere aldilà dei confini nazionali. Altre ancora, partire, emigrare
altrove, pare essere l’unica alternativa possibile: l’alternativa è che la
nostra amica ha scelto di seguire,
“per inventarsi - dice - una vita
tutta nuova”. Dopo i primi quindici
giorni di viaggio, abbandoniamo
il caos e le comodità delle grandi
città ed iniziamo a vivere il Brasile,
quello vero. Quello fatto di paesaggi
magnetici da togliere il fiato, pieni
di musica, di colori e di persone
autentiche, per le quali, nonostante
una vita al limite della vivibilità,
la festosità è una costante immancabile. A bordo dei nostri possenti
pickup, maciniamo centinaia di
chilometri ogni giorno, attraversando lo scorrere tranquillo di paesini
nemmeno segnalati sulle nostre
cartine. Il viaggio si fa più duro,
dormiamo in pousade di fortuna che
troviamo lungo il tragitto. L’asfalto
delle città del Sud è solo un ricordo: strade sterrate e fangose, guadi
e fondi difficilmente praticabili
diventano il nostro “pane quotidiano”. Risaliamo il litorale del nordest
guidando direttamente sulle spiagge.
Attraversiamo il Sergipe, l’Alagoas,
il Parnaiba e il Rio Grande do
Norte ed arriviamo finalmente sulla
costa del Cèara, a Canoa Quebrada,
piccolo villaggio di pescatori dal
sapore inconfondibilmente brasiliano, vero paradiso per gli amanti
del kitesurf. Siamo accolti da un
gruppo vivacissimo di italiani, primo
fra tutti, CARLO. Partito in vacanza
una ventina di anni fa per assecondare la sua grande passione per la
fotografia, Carlo si è letteralmente
innamorato del posto dove oggi
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A sinistra,
Giovanni
Bartolo Vice
Console
italiano
in Venezuela.
A sinistra
in basso,
Piero,
romano,
eletto dal
team
“Uomo
Avventura”.
abita con la sua famiglia e gestisce
un bel complesso turistico. A Canoa
conosciamo anche SERGIO, sardo,
sposato da 15 anni con una pittrice
brasiliana dalla quale ha avuto due
bambine, proprietario del villaggio
in cui alloggiamo durante il nostro
soggiorno. Altro incontro piacevole
quello con PIERLUIGI, Segretario
generale della Camera di commercio brasiliana. Da 30 anni risiede
in Brasile di cui dichiara essere
un esperto conoscitore. Lasciamo
a malincuore questo gioiellino del
nordest e, approfittando della bassa
marea, raggiungiamo Camocin
passando per Fortaleza prima e per
Jericoacoara poi.
Ad accoglierci con striscione di benvenuto c’è UGO, imprenditore veneto, direttore di un grande complesso
alberghiero situato di fronte all’Isola
dell’Amore. Durante la cena organizzata in nostro onore conosciamo
17
“L’inviata” de
“Il Foglio Italiano”
L
a nostra “Inviata Speciale”
Barbara Chiodini è nata a Foligno (PG) ed è laureata in Scienze
Politiche. Da un paio di anni vive
a Rimini ed è un’addetta commerciale per l’estero in un’azienda di
San Marino che produce macchine
movimento terra (mini escavatori).
Sportiva da sempre pratica il pattinaggio artistico a rotelle a livello
agonistico. Ha voluto partecipare a
“Donnavventura” per mettersi alla
prova, per testare la sua resistenza
e per fare un’esperienza incredibile, ed è - naturalmente - felicissima
di aver preso parte alla spedizione,
entusiasta di aver realizzato quello
che, purtroppo, per molte resterà
soltanto un sogno: Barbara è orgogliosa di essere riuscita ad arrivare
fino alla fine di quei lunghissimi,
ma appassionanti 106 giorni.
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Sopra,
Daniela,
di Treviso,
trasferita
da due anni
in terra
brasiliana.
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Sopra,
Pierluigi,
Segretario
Generale
della Camera
di Commercio
brasiliana.
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Sotto,
Sergio,
sardo,
sposato da
15 anni con
una pittrice
brasiliana.
MORENO ed EVA, un’affiatata
coppia di Milano che ritroveremo
qualche giorno dopo a Barreirihnas,
tappa obbligata per la visita ai Lencois maranhensis, uno dei paesaggi
più suggestivi al mondo. Sposati da
otto anni, architetto e progettista lui,
avvocato lei, da cinque anni hanno
abbracciato un progetto ambizioso
che consiste nella salvaguardia e
valorizzazione di un tratto di costa
a pochi chilometri da Camocin e
nella prossima realizzazione di un
esclusivo resort. Baci e abbracci
con la promessa di rivedersi presto
e il viaggio riprende verso Sao Luis,
capitale dello stato del Maranhao.
Qui ROBERTO, simpatico fan di
Donnavventura, insegue la nostra
carovana fino all’hotel. Grazie a lui
conosciamo MARIO, agente consolare a Sao Luis ma anche gestore di
un ristorante italiano dove trascorriamo una bella serata in allegria.
Mario arriva a Recife da Genova
nel 1965. Da sacerdote “rivoluzionario” quale era, diventa professore
universitario e si sposa con una
donna brasiliana dividendosi oggi
tra la famiglia, la carriera diplomatica e quella di ristoratore. A darci il
benvenuto quella stessa sera anche
GIANLUCA MARIA, neopresidente
della Comunità Italiana a Sao Luis.
Orgoglioso della carica ricoperta ci
illustra le interessanti attività svolte
dalla comunità e le numerose potenzialità del territorio maranhense in
gran parte da noi già sperimentate.
L’esperienza amazzonica che segue
di lì a qualche giorno è quella che
ci riserva forse le emozioni più forti.
Una settimana di navigazione sul
leggendario Rio delle Amazzoni da
Belem a Manaus, alla scoperta delle
popolazioni indio che abitano lungo
le sponde del fiume e nell’intricata
e misteriosa foresta amazzonica.
Emozioni incredibili che solo Donnavventura sa regalare. Attraversato
il Roraima, dopo quasi due mesi
di viaggio, salutiamo il Brasile ed
entriamo in Venezuela. La natura
spettacolare della Gran Sabana con
canyon e cascate, il delta dell’Orinoco con la popolazione dei “warao”,
passando per Porto La Cruz.
E puntiamo dritti verso Caracas.
Ad accoglierci nella capitale venezuelana, ROBERTO, RAFFAELE,
BALDO e SILVIA, simpatico gruppo
di italiani dipendenti dell’Ambasciata d’Italia, e ANTONIO, segretario
della Giunta Direttiva del Comitato
Italiano a Caracas, una sorta di
Sporting Club che nasce come associazione indirizzata alla collettività
italiana, ma che in realtà accoglie
anche ospiti di altre nazionalità,
con l’intento di mantenere vivo e
rispettato il nome dell’ Italia attraverso le tradizioni, la pratica della
lingua e il rapporto tra gli italiani
residenti in Venezuela. Da Caracas,
percorrendo la strada asfaltata più
alta del sud America e una delle più
elevate di tutto il mondo (il Pico el
Aguila, 4118 m.) nella cordigliera
andina, raggiungiamo la cittadina
di San Cristobal, dove incontriamo
GIOVANNI BARTOLO, friulano,
vice console italiano in Venezuela.
Oltre ad essere un diplomatico ha
una grande impresa di costruzioni
che opera in tutto il Paese. Confessa
di avere nostalgia della qualità della
vita italiana, ma apprezza fortemente il clima venezuelano e il modus
vivendi locale. È lui che ci assiste
nel disbrigo delle pratiche doganali
per l’ingresso in Colombia. Questo
Paese mostra fin da subito le sue
immense potenzialità naturalistiche,
purtroppo ancora oggi eccessivamente offuscate da pregiudizi legati
al narcotraffico e alla guerriglia
interna. Ma Cartagena, sul litorale
caraibico colombiano, non si lascia
contagiare e conserva gelosamente
il fascino e il mistero dell’epoca
coloniale. Le ultime tre settimane di
viaggio scorrono velocemente.
Solo una manciata di giorni nello
stato di Panamà, per visitarne l’intrepida capitale, il celebre canale e il
surreale arcipelago corallino di San
Blas. Poi la Costarica con la sua potente biodiversità, il Nicaragua con
la sua povertà dignitosa e l’Honduras con il cristallino arcipelago dei
Cayos Cochinos. Dall’isola di Roatan
infine, dopo 106 giorni di viaggio
adrenalinico, un lungo volo ci riporta a casa. In Italia. La nostra Italia.
E sospesa tra le nuvole, la conferma
di un pensiero rafforzato dagli amici
italiani incontrati durante il viaggio:
qualunque strada si scelga di seguire, in qualunque posto del mondo la
vita ti conduca, sia anche solo per il
tempo di una straordinaria avventura come quella che per me sta
volgendo al termine, l’essere italiano
va aldilà di qualsiasi spazio geografico e la nostalgia per la propria terra
natia resta una costante inevitabile
e imprescindibile. Perché - come
scrisse Pascal - “il cuore ha ragioni
che la ragione non conosce”.
Barbara Chiodini
25-03-2009 9:34:28
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20
SANREMO 59,
vincono Bonolis
e Laurenti con...
Marco Carta e Arisa
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Nella pagina
a lato,
Bonolis con
Marco Carta
vincitore del
59° Festival.
Sotto,
Luca Laurenti,
cantante,
presentatore
e show-man.
SANREMO
A cura di Alessandra Luti
[email protected]
S
anremo ’59. Un Festival della
Canzone rinnovato, divertente,
canzoni soddisfacenti sul piano musicale, una coppia, quella di Paolo
Bonolis e Luca Laurenti, che hanno
sbaragliato ogni più consapevole
giudizio di qualche giorno prima
dell’inizio della maratona.
Una settimana televisiva di cui gli
italiani, anche quelli all’estero,
si sono compiaciuti per la tanta
allegria sprigionata dai presentatori
e dai molti illustri ospiti che hanno
regalato ai circa 60.000.000 di
telespettatori suddivisi nelle cinque
serate.
Mai successo e, forse, non succederà
tanto presto di poter eguagliare il
record assoluto nella media festivaliera degli prossimi anni.
Anche Pippo Baudo (destinato a
ritornare per il sessantesimo compleanno dell’evento, quanto meno
in veste di Gran Cerimoniere) non
si dava pace per aver perso quel primato lui, che con i suoi 19 milioni
di una sola serata, però di tanti anni
fa, non aveva ancora trovato chi lo
eguagliasse.
Ma al di là di queste scaramucce
che non servono a nulla, il Festival
della Canzone di Sanremo, città agli
occhi dei turisti sempre più spenta e
mal organizzata in fatto di alberghi
(inadeguati e cari come il fuoco), ha
comunque dimostrato di aver ancora
tanta vitalità da esprimere: è solo
questione di avere nuove idee ed
essere consapevoli che non si deve
concorrere alla conquista di nessun
Oscar. Infatti, Bonolis, che è stato
anche un ottimo direttore artistico
(assieme al consulente musicale
Gian Marco Mazzi), fin dall’inizio
era molto sicuro di se dimostrando
che le tante novità da lui portate,
una per tutte quella di affiancare le
nuove Proposte dai Big, sono state
assolutamente vincenti, quindi da
ripetere. Ma non sarà certo lui, nel
caso, a farlo perché certi “esperimenti” riescono una volta soltanto.
E il rischio dell’eventuale ripetizione è troppo altro. Meglio soprasse-
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 21
21
dere e passare ad altro.
Così l’ha sempre pensata Paolo
Bonolis e tutta la sua equipe che
a Sanremo non toneranno tanto
presto, quanto meno per un altro
Festival.
Tornando alle cinque serate (che
non duravano mai troppo a lungo)
c’è da aggiungere che l’impianto
strutturale e la scaletta delle serate
è risultata esaltante e accattivante al
tempo stesso, così come il coinvolgi-
mento del pubblico in sala: non era
mai capitato, nella lunga storia del
Festival, che il pubblico si mettesse
a cantare ed anche ballare dimostrando di partecipare attivamente
per uscire, a fine serata, soddisfatto
per aver pagato un biglietto piuttosto salato da 170 Euro a testa!
Un colpo di piccola magia alla Bonolis, una furbizia ben congeniata,
che ha dato risultati straordinari.
Gli stessi italiani che vivono all’este-
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Grande festa
per i 20 anni
di FestivalNews
22
Le giornate festivaliere sono state
animate anche da molte iniziative
collaterali che hanno visto protagonista principale il locale più trendy
della città dei fiori: stiamo parlando
del Victory Morgan Bay di fronte a
Portosole.
La sera di lunedì, prima dell’inizio del Festival, un gran Gala ha
festeggiato i vent’anni del Quotidiano Ufficiale della manifestazione
sanremese, FestivalNews, diretto dl
nostro amato Ilio Masprone.
Un Dinner Gala offerto in parte dalla Città di Bibione (vicino a Venezia)
che ha ampiamente soddisfatto
gli oltre 250 ospiti con una cena
realizzata con ottimi prodotti tutti
provenienti dal Veneto.
Un Gala che aveva anche lo scopo di
presentare un DVD che “ lanciava”
una canzone dedicata alla città di
Bibione: “One voice from Bibione”,
interpretata dalla cantante - e nostra
giornalista - Silvia Zanchi, con il
giamaicano Franklin Lee Montague.
Il DVD, che contiene altri quattro
brani tutti cantati in lingua inglese,
uscirà in abbinamento al numero di
marzo/aprile, del magazine Match
Music (25 mila copie). Alla realizzazione della serata di FestivalNews,
hanno contribuito la Regione Veneto, il Consorzio Turistico del Veneto
Occidentale, lo stesso Match Music,
e l’editore del sito: sanremonews.
it che, dall’anno prossimo, subentrerà nella gestione del quotidiano
FestivalNews.
Erano presenti alla serata personaggi come Daniele Piombi,
Valerio Merola, Pupo, Manuela Villa,
Monica Russo (splendida vocalist,
di Sanremo, nel brano di Povia), gli
Afterhours, ma anche noti imprenditori musicali e dello spettacolo
nazionale.
Il Vice Sindaco di Bibione, Giuseppe Morsanuto ha detto: “ siamo
soddisfatti di questa nostra presenza
a Sanremo durante il 59° Festival,
perché ci ha dato la possibilità
di presentare la nostra bellissima
località turistica veneta all’interno
di un evento che ha una visibilità
internazionale.
L’anno prossimo potremmo pensare
a qualche altro intervento, magari
ancora più strutturato”.
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 22
ro, alcuni dei quali li abbiamo sentiti telefonicamente, erano addirittura
orgogliosi di aver assistito ad un
Festival di Sanremo tanto eccitante.
“Abbiamo convinto anche molti
belgi - ha detto l’imprenditore Franco Zucca di Bruxelles - a guardare
la trasmissione di Rai Uno e ci
hanno dato ragione ammettendo
che un Festival così nelle televisioni in Europa non esiste”.
Un’altra grande idea, già vista in
passato però, è stata di ricreare la
“guerra” tra i Big: vedere uscire Al
Bano, Iva Zanicchi alla prima serata
era - fino all’anno scorso - impensabile. Questa è stata un’altra piccola
astuzia del bravo Bonolis che ha
riscoperto la battaglia tra i grandi.
Salvo poi cercare di recuperarli
attraverso uno strano strattagemma
regolamentare che però ha reso
bene l’idea che chiunque poteva essere escluso. Alla fine la Zanicchi è
poi risultata del tutto fuori, ma con
ragione perché il suo brano non era
adatto, tanto meno ad una donna di
temperamento come lei. Oltretutto
poi è saltato fuori che la cantante
Fiordaliso lo stesso pezzo lo aveva
già proposto per due volte senza mai
che venisse accettato. Hanno creato
meno scompiglio le esclusioni di
altri cantanti perché rispetto ad altri
erano dei “novellini”. E veniamo ai
vincitori e alle tante polemiche che
hanno suscitato nei giorni a seguire
soprattutto in quelle trasmissioni
delle settimane successive che ne
hanno riproposto le varie fasi dell’evento sanremese.
La vittoria del giovane Marco Carta
è stata giudicata un’altra “furbata”
di Bonolis, o della Rai con Mediaset? Non lo sapremo mai con
certezza, resta il fatto che ci ha
guadagnato maggiormente è stato il
giovane sardo, “Amici” di Canale 5,
25-03-2009 9:34:58
A sinistra,
Pupo con
il nostro
direttore,
durante
la serata
dedicata
ai 20 anni di
Festivalnews.
A destra,
Patty Pravo.
ed un po’ anche “X Factor”, perché
ne è emerso che - tutto sommato che trasmissioni come quelle danno
spazio ai giovani, vedi anche la
scoperta della vincitrice delle nuove
Proposte: la trabordante personalità
della giovane Arisa con la sua “Sincerità” che vince anche il premio
della Critica.
Un brano comunque che sta girando
tutte le radio italiane, dalle grandi
alle più piccole.
Il Festival di Sanremo dunque
è anche “pax” tra i due colossi
televisivi che ogni tanto si scoprono
prodotto discografico che si vende
sull’entusiasmo della manifestazione e c’è da giurare comunque che
quest’anno i dirigenti della Warner
che hanno prodotto la Compilation
di questa edizione, tireranno un
sospiro di sollievo e pagheranno
molti debiti perché il successo delle
vendite li sta premiando.
In conclusione è stato un bellissimo
Festival, probabilmente ineguagliabile, certo molto faticoso e costoso:
sembra che la Rai quest’anno ci rimetta molti soldi perché gli sponsor
non hanno garantito la copertura.
Sopra,
Paolo Bonolis
in tenero
atteggiamento
con Maria
De Filippi.
A sinistra,
Arisa,
vincitrice
delle nuove
proposte.
Sopra,
Dolcenera.
Nella pagina
a lato in
basso
a sinistra,
Gianni
Morandi con
due hostess
della Ferrero.
addirittura amiconi. O presunti tali.
Il Direttore di Rai Uno Fabrizio del
Noce ne va fiero di questa vittoria
perché - dice - “non solo dimostra
che Rai e Mediaset possono collaborare in certe occasioni, ma soprattutto che la vittoria di questo
Festival attribuisce ai giovani che
Sanremo è fatto per loro”. Apertura dunque verso la musica dei giovani ma, intanto, i dischi continuano
a non vendersi e Sanremo non fa
eccezioni. Fatto salvo la Compilation
che, però, poco a che vedere con i
dischi in generale: Sanremo è un
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 23
23
Sotto,
Pupo,
Youssou
N’Dour
e Paolo Belli.
E adesso il problema sarà il “Sessantesimo” compleanno con tutte le
sue incognite: che fare? Chi lo farà?
Chi lo condurrà? Insomma chi, chi,
chi..., si assumerà l’onere e l’onore
di questa cerimonia? Pippo Baudo
lo abbiamo già citato, ci sarà anche
Mike Bongiorno? Ci sarà chi ha fatto la storia di Sanremo? Ci saranno
nuove idee? Bèh, provate a pensarci
anche voi. Chissà che questo pensiero ci faccia dimenticare la grave crisi
economica che stiamo attraversando. L’Italia è capace anche di questo.
Alessandra Luti
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UNA Golf Hotel Cavaglià, è l’ideale punto di riferimento
sia per il turismo d’affari che leisure. Per coloro che
scelgono il resort come destinazione per il proprio business, sono a disposizione 7 sale meeting, in grado
di ospitare fino a 150 persone, alcune - situate nella
parte golf - godono di una splendida vista sul campo
da golf. Per gli ospiti delle 37 camere che invece desiderano concedersi una pausa da dedicare allo sport e
al relax, l’UNA Golf Hotel Cavaglià dispone di una sala
fitness aperta tutto l’anno e una piscina scoperta immersa in un rigoglioso parco.
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UNA Golf Hotel Cavaglià è inoltre la destinazione ideale per chi ama il golf e per tutti coloro che desiderano
avvicinarsi a questa disciplina sportiva. La meravigliosa tenuta dell’albergo dove natura, sport e ospitalità si
coniugano perfettamente, ospita un campo a 9 buche
regolamentari, par 73 (6.466 metri) ed un percorso di
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deve iniziare.
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putting green e il pitching green. Nella Club House è
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BIELLA
A cura di Alessandra Luti
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a pranzo e a cena il ristorante offre inoltre ai clienti
dell’UNA Golf Hotel Cavaglià numerose proposte per
gustare la cucina italiana.
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da numerose attrazioni quali l’Outlet Vico Lungo, l’Outlet The Place, il lago di Viverone ed il circuito Fiat a
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lavoro che di un momento di relax. Una filosofia originale e un’offerta estremamente differenziata che oggi
si declina in tre differenti linee di strutture ricettive:
UNA Hotels, eleganti alberghi metropolitani rivolti in
particolare a chi viaggia per affari ma adatti anche per
coloro che vogliono scoprire alcune delle più belle città
italiane; UNA Resorts, raffinate dimore immerse nel
verde, lontano dai centri urbani e al mare, ideali per
soggiorni dedicati al benessere, al relax e allo sport;
UNAWAY Hotels, soluzioni ideali per una sosta lungo
le principali arterie stradali, pensati per rispondere alla
domanda multi target dei viaggiatori.
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La tragedia
delle Foibe
e l’esodo degli
italiani dall’Istria,
Fiume e Dalmazia.
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Per non dimenticare
C
’è solo un modo per non dimenticare la storia di un popolo.
Quello di ricordarla. Promossa dal
deputato triestino Roberto Menia,
la Legge n. 92 del 2004 ha istituito
il Giorno del Ricordo per commemorare la tragedia dei circa 10.000
italiani torturati ed uccisi nelle foibe
dai partigiani comunisti slavi durante le operazioni di pulizia etnica, e
l’esodo forzato degli oltre 300.000
italiani dalle terre del confine orientale avvenuto tra il 1945 e il 1956.
Dopo oltre 50 anni di ingiustificato
silenzio, si fa ora luce sulla storia
e si affermano le verità nascoste.
Perché il 10 febbraio? Quell’infausto
giorno del 1947 venne firmato il
Trattato di Pace di Parigi che amputò una parte di territorio all’Italia,
cristallizzando nel tempo la tragedia
e il dolore di una popolazione.
Premesse Storiche. L’Istria e la
Dalmazia erano appartenute per vari
secoli (tranne Fiume) alla Repubblica di Venezia fino al 1797 e, dopo
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 28
qualche anno trascorso sotto i francesi di Napoleone, furono assegnate
all’Impero d’Austria col Congresso
di Vienna del 1815. Terre irradiate per secoli, dunque, da lingua,
tradizione e civiltà prima latina, poi
veneta-italiana.
Le straordinarie architetture di Capodistria, Rovigno, Pola, Sebenico,
Traù, Spalato, Cattaro, ne sono una
chiara testimonianza. In quelle terre
l’elemento etnico-culturale venetoitaliano e quello slavo (quest’ultimo
giunto lì nel VII sec. d.C.) hanno
convissuto per secoli. Nell’Istria,
i veneto-italiani erano la maggioranza della popolazione e vivevano
prevalentemente nelle città costiere,
gli slavi (sloveni e croati) erano
invece localizzati prevalentemente
nelle campagne dell’entroterra. In
Dalmazia, invece, già alla fine del
1700, i dalmati-italiani erano in
minoranza rispetto ai dalmati-croati.
Rimasta inizialmente neutrale, l’Italia nell’aprile 1915 firma il Patto di
Londra con Francia, Gran Bretagna
e Russia ed entra in guerra al loro
fianco contro l’Impero d’AustriaUngheria e quello di Germania. In
caso di vittoria avrebbe ottenuto le
annessioni di: Trentino, Alto Adige,
Trieste e la Venezia Giulia, Istria
(esclusa la città di Fiume), Dalmazia settentrionale con alcune isole,
arcipelago del Dodecanneso, base di
Valona in Albania e partecipazione
all’eventuale spartizione delle colonie tedesche in Africa.
Il 4 novembre 1918 viene annunciata la Vittoria! L’Unità d’Italia e del
suo popolo è finalmente completata!
Alla Conferenza di Pace di Versailles
si ridisegna la carta dell’Europa, ma
al Regno d’Italia vogliono dare solo
una parte dei territori promessi.
La Dalmazia, dove gli italiani erano
in minoranza rispetto agli slavi
(eccetto che a Zara) viene garantita
al neonato Regno dei Serbi, Croati e
Sloveni (dal 1929 Regno di Jugoslavia). La delusione per la vittoria
25-03-2009 9:36:30
A destra,
il ponte sul
fiume Eneo
al confine
ItaloJugoslavo.
mutilata è profonda: il 12 settembre
1919 Gabriele D’Annunzio parte da
Ronchi con 9.000 legionari, diretto
verso Fiume, città multiculturale
ma a maggioranza italiana.
Acclamato dalla cittadinanza, la
occupa, ed istituisce poi la Reggenza Italiana del Quarnaro. Roma e
Belgrado risolveranno le questioni
territoriali il 12 novembre 1920
col Trattato di Rapallo: all’Italia
vanno l’Istria, la città di Zara, le
isole di Cherso e Lussino (nel golfo
del Quarnaro) e quelle dalmate di
Lagosta e Pelagosa.
Al nuovo regno slavo, la Dalmazia
con le sue isole. E questo determina un esodo dalla Dalmazia, nel
1921, di circa 30.000 dalmati-italiani verso Zara e varie città della
penisola. I due governi concordano
poi l’istituzione dello Stato Libero
di Fiume. D’Annunzio e i legionari
sono costretti a lasciare la città.
Nell’ottobre 1922 Mussolini sale al
Governo di Roma. Dopo vari contrasti, nel gennaio 1924 col Trattato
di Roma l’Italia ottiene l’annessione
di Fiume; al regno slavo va invece
l’importante area del porto Barros.
Nelle terre di confine il governo
fascista attua una politica repressiva
nei confronti della minoranza slava:
viene vietato l’uso della lingua slava
e croata negli uffici e nei luoghi
pubblici; imposta l’italianizzazione
dei cognomi slavi; chiusi i circoli
culturali.
Tuttavia, ciò non potrà mai giustificare le crudeltà che negli anni successivi verranno inflitte agli italiani
dai partigiani slavo-comunisti.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in
guerra al fianco della Germania
contro Gran Bretagna e Francia.
Gli esaltanti sogni si trasformeranno in tragiche illusioni! Nel marzo
1941 anche il Regno di Jugoslavia
aderisce all’Asse ma, due giorni
dopo si tira indietro. La Germania,
con l’aiuto dell’Italia, con un’azione
militare fulminea occupa il Regno di
Jugoslavia, forte anche del sostegno
degli Ustascia, i nazionalisti croati
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DALMAZIA
guidati da Ante Pavelic.
Il territorio viene smembrato:
all’Italia va la Dalmazia, dove crea
un Governatorato con le province di Zara, Spalato e Cattaro, e la
Slovenia occidentale, dove crea la
Provincia di Lubiana. Sui restanti territori vengono poi creati tre
satelliti: la Serbia, la Croazia di
Pavelic e il Montenegro. Nei Balcani
inizia quindi una sanguinosa guerra
di resistenza contro i nazi-fascisti,
una crudele guerra civile fra le
diverse etnie del paese, e infine una
guerra civile fra le differenti fazioni
partigiane (comunisti, cetnici serbi e
domobrani sloveni).
L’8 settembre 1943 viene annunciato l’armistizio dell’Italia con gli
anglo-americani, mentre il re fugge
a Brindisi.
L’esercito italiano, lasciato senza
direttive, va alla deriva. Immediatamente le armate di liberazione
della Jugoslavia condotte dal leader
comunista Tito occupano la Dalmazia e l’Istria. E subito iniziano
la spietata eliminazione fisica dei
gerarchi fascisti e dei rappresentanti
dello stato. Ma anche dell’elemento
italiano, con le prime operazioni di
pulizia etnica. Gli italiani, uomini
e donne di ogni età e ceto, fascisti
e antifascisti, vengono presi nelle
loro case dai partigiani titini, e dopo
essere stati percossi o torturati, con
le mani legate dietro la schiena da
un filo di ferro, vengono condotti a
gruppi sulle imboccature delle foibe,
cavità carsiche profonde oltre cento
metri. E vengono gettati nelle buie
profondità.
Dopo un mese di occupazione slava,
le forze armate tedesche liberano
l’Istria. Nell’area che comprende
Udine, Gorizia, Trieste, Pola e Fiume, la Germania istituisce la Zona
d’Operazioni del Litorale Adriatico, sotto il proprio comando. La
neonata Repubblica Sociale Italiana
riprende solo l’amministrazione
delle istituzioni civili e delle forze di
polizia. Il 30 ottobre 1944 i partigiani slavi entrano a Zara. La città,
Di Vittorio Giorgi
[email protected]
distrutta da 54 inutili bombardamenti aerei americani avvenuti nei
12 mesi precedenti, con circa 2.000
morti, era stata già abbandonata
dai suoi abitanti. Il 25 aprile 1945
le truppe anglo-americane liberano
Milano.
La guerra è finalmente terminata!
Ma si apre la questione di Trieste! la
Questione di Trieste e della Venezia Giulia. Tito vuole annettere ad
ogni costo l’intera Venezia Giulia
(composta dalle province di Gorizia,
Trieste, Pola e Fiume) alla Jugoslavia: le sue truppe il 1° maggio 1945
occupano Trieste e subito dopo Gorizia, Fiume e Pola, portando un’ondata di morte e di terrore al fine di
cancellare la plurisecolare presenza
italiana. Inizia la seconda fase della
pulizia etnica: arresti, deportazioni,
infoibamenti. Migliaia di persone
vengono eliminate perché italiane.
Questi crimini sono compiuti dai
partigiani slavi per realizzare il
grande stato panslavista, fondato sul
disegno annessionista, sul nazionalismo sfrenato e sul comunismo
esasperato.
Il 12 giugno, dopo 40 giorni
infernali, Trieste viene finalmente
liberata dagli anglo-americani.
Nel dicembre 1945 viene proclamata la Repubblica Socialista Federale
di Jugoslavia guidata da Tito. Il 2
giugno 1946 nasce la Repubblica
Italiana. Le definizioni territoriali
verranno imposte nel Trattato di
29
25-03-2009 9:36:39
A sinistra,
il nostro
collaboratore
Vittorio Giorgi
e Lino Vivoda.
30
Pace di Parigi del 10 febbraio 1947,
firmato dai Paesi vincitori e dall’Italia. E quel trattato sarà il frutto non
soltanto della dura “logica della resa
dei conti” tra vincitori e vinti, ma
anche della perversa “contrapposizione ideologica” tra gli Stati Uniti
e i paesi dell’Europa occidentale
(democratici) da un lato, e l’Unione Sovietica e i paesi dell’Europa
orientale (comunisti) dall’altro.
Nonostante il contributo dato dalla
resistenza contro il nazi-fascismo,
all’Italia non verrà concesso nulla:
mantiene solo Gorizia e Monfalcone
e deve cedere alla Jugoslavia quasi
tutta l’Istria, Fiume, Zara e le isole
di Cherso, Lussino, Lagosa e Pelagosa; viene poi costituito il “Territorio
Libero di Trieste” (T.L.T.) uno stato
cuscinetto suddiviso in una zona A
(da Duino a Muggia) sotto l’amministrazione militare anglo-americana
e in una zona B (da Capodistria
a Cittanova d’Istria) sotto quella
jugoslava. Cede le città di Tenda e
Briga alla Francia, l’arcipelago del
Dodecanneso alla Grecia, la Concessione di Tianjin alla Cina; rinuncia
alle colonie della Libia, Eritrea e
Somalia e riconosce l’indipendenza
di Albania ed Etiopia. Dovrà poi
risarcire gli ingenti danni di guerra
ai Paesi occupati. In totale perde sul
confine orientale 219 città e paesi e
7.700 kmq di territorio.
Il passaggio sotto un Stato straniero
e totalitarista, più le intimidazioni
e le violenze esercitate dagli slavi,
determinano un esodo senza precedenti. Alla fine dalle terre dell’Adriatico orientale oltre 300.000 italiani
verranno profughi in Italia o in altri
Paesi, lasciando tutti i loro beni, prima espropriati poi nazionalizzati dal
governo di Belgrado. Da Capodistria
esodano 14mila abitanti su 15mila,
da Pola 32mila su 34mila; da Fiume
35mila su 46mila, da Zara 18mila
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 30
su 21mila. Altri 30.000 esodano dall’entroterra isontino e triestino. Vi
sono, tra questi, anche 50.000 sloveni e croati fuggiti per non sottostare
a quel regime totalitarista.
Di tutti questi, 80mila fuggono
nelle Americhe, in Sud Africa e in
Australia, 100mila vengono accolti
in Friuli-Venezia Giulia, gli altri
sono ricoverati nelle baracche di
109 campi profughi sparsi nella
penisola. Più di 50mila scelgono
invece di rimanere nella loro terra
natale, quali cittadini della nuova
Jugoslavia, restando però eternamente italiani nell’anima. Il 5 ottobre 1954 Francia, Gran Bretagna,
USA, Jugoslavia e Italia firmano il
Memorandum di Londra: la zona A
passa sotto l’amministrazione civile
di Roma e la zona B sotto quella
di Belgrado. Questo determina un
ulteriore esodo di 50.000 italiani
della zona B. Trieste è salva! La
questione viene definitivamente
risolta il 10 novembre 1975 con l’assurdo Trattato di Osimo: il governo
italiano rinuncia alla sovranità sulla
zona B che passa definitivamente
alla Jugoslavia, in cambio di nulla.
Dopo la guerra, col Trattato di Parigi
l’Italia è stata punita. Ma il prezzo
della sconfitta l’hanno tragicamente
pagato i giuliano dalmati! La Fine
della Jugoslavia.
Con la caduta del muro di Berlino,
la disgregazione dell’URSS e la fine
del comunismo nell’Europa orientale, la Jugoslavia entra in piena crisi:
la mancanza del collante ideologicototalitarista fa riaccendere quegli
antichi odi tra le sue popolazioni.
Nata nel 1918 da una forzosa
aggregazione di stati e popoli slavi,
dissolta con l’occupazione militare
nazi-fascista del 1941, ricostituita
nel 1945 da Tito con la forza delle
armi e della violenza, la Jugoslavia
si frantumerà definitivamente nel
1991, dando inizio a quella tremenda guerra tra Serbi, Croati e Bosniaci che terminerà solo nel 1995.
A partire dal 1991, le repubbliche
di Slovenia, Croazia, Macedonia,
Bosnia-Erzegovina e Montenegro si
dichiarano indipendenti: la Serbia
resta sola Nel 2008 anche il Kosovo,
antica provincia della Serbia, si proclama indipendente. La regione dell’Istria è oggi divisa fra Slovenia e
Croazia, mentre la Dalmazia fa parte
della Croazia, eccetto la striscia
meridionale delle Bocche di Cattaro
che appartiene al Montenegro.
La Slovenia nel 2004 è entrata
nell’Unione Europea e la Croazia ha
già intrapreso il percorso di adesione, col forte sostegno del nostro
governo. Ma gli esuli istriani, dopo
60 anni devono ancora ricevere gli
indennizzi dal governo italiano e
chiedono a Slovenia e Croazia la
restituzione dei loro beni immobili
denazionalizzati.
Numerose associazioni sono oggi
attive, da Trieste a Roma, per
tutelare i diritti degli esuli e dei
loro discendenti, e per mantenere
viva la loro identità culturale. In
Croazia (4.500.000 abitanti) vivono
oggi circa 22.000 italiani dichiarati:
di questi 16.000 abitano nell’Istria
croata, 5.000 nella città di Fiume e
il resto sparso tra Zara (400) ed altre
città. In Slovenia (2.000.000 abitanti) gli italiani dichiarati sono 3.000,
concentrati nella parte istriana.
Sia nel parlamento sloveno che in
quello croato è riservato un seggio
ad un rappresentante della nostra
minoranza.
L’autore, Vittorio Giorgi, classe
1968, svolge la professione di avvocato civilista a Caserta e Roma. Ha
pubblicato articoli e tenuto convegni
sulle Regioni dell’Adriatico orientale
e sulle Comunità italiane all’estero.
Vittorio Giorgi
25-03-2009 9:36:42
SPECIALE HOTELLERIE
Turismo e ospitalità
a Chianciano Terme
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31
pubbliche relazioni
Il Centro Studi Chianciano “G. Sanchini”, il Comitato
Giovani Albergatori e l’Accademia Italiana Gastronomica Storica, sotto l’abile regia di Mario Giorgio Lombardi, hanno festeggiato venticinque anni di successi
proponendo a Chianciano Terme e Paestum una serie
di iniziative dedicate al turismo, al benessere ed all’enogastronomia mediterranea.
Ormai diventati negli anni due appuntamenti ai quali
non si può disattendere nel variegato panorama delle
manifestazioni di settore, la due giorni della cittadina
termale senese e dei templi campani ha affrontato il
tema su ”L’alternanza Scuola e Lavoro - Tirocini di
orientamento promossi a favore dei giovani degli
IPSSAR Italiani”, che ha fatto registrare la partecipazione di illustri rappresentanti del mondo economico-turistico-informativo - scolastico e una qualificata
rappresentanza di Istituti Professionali Alberghieri di
Stato. Tra le tante iniziative della kermesse tenutasi a
Chianciano Terme è d’obbligo ricordare “Le Rotte del
Gusto Mediterraneo e banco d’assaggio Vino Nobile
di Montepulciano” e il master professionale “Tecniche
di degustazione dell’Espresso Italiano Certificato Jolly
Caffè”, mentre l’Ordine Internazionale dei discepoli
di Escoffier, alla presenza di Michel Escoffier, ha insignito come membri dell’associazione alcuni ristoratori
della nostra penisola, unitamente a
tre ”Honoris causa”: Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato
della Jolly Caffé, Sirio Bussolotti,
presidente delle Terme di Chianciano SpA e Nando Barlotti, presidente
dei produttori caseari e carni bufaline del Cilento.
Il sipario sulla due giorni senese si
è concluso, come di consueto, con
il “Pizza party - Menù”, Trofeo Montù dedicato all’indimenticato Franco
Tommaso Marchi, ovvero la sfida tra
giornalisti per la migliore pizza, che
ha visto primeggiare il giornalista
bergamasco Roberto Vitali, mentre tra le scuole, al primo posto, gli
alunni dell’ IPSSAR di Giulianuova,
ai quali è andato il Premio Fiskars
Montana.
I momenti più significativi di Paestum, invece, si sono tenuti presso
il Mec Paestum Hotel con la presentazione della nuova
realtà campana “La scuola del gusto di Torrecuso” e il
3°Challange Snack Drink Cup Città di Capaccio Paestum 2008, premio Azienda Autonoma di Soggiorno
e Turismo di Paestum, Trofeo Scuola AIBES - Molinari
Montù e Parmigiano Reggiano, che ha visto primeggiare gli allievi delle IPSSAR di Altamura, Caprese Michelangelo e Arma di Taggia.
Nell’occasione, Gaetano Califano, Gran Cancelliere della Antica Confraternita dei Sapori e Saperi, ha consegnato le onorificenze dell’Ordine dei Cavalieri Ufficiali
dell’Arte del Gusto a Enrico Di Lascio Presidente BCC
Capaccio, a Vincenzo Barlotti titolare dello Schuhman
Hotel, Antonio Pietratonio e Stefanio Mendola presidi
emeriti degli IPSSAR di Benevento e Sciacca, mentre il
“titolo” di Ambasciatore dell’Arte del Gusto Aigs è andato a Roberto Lodovichi, presidente cuochi FIC della
provincia di Arezzo e al nostro direttore Ilio Masprone,
(nella foto mentre viene premiato).
A conclusione il premio giornalistico 2008 “Paestum
oggi” che è stato assegnato a Roberto Vitali della rivista di cultura arte ed enogastronomia “Sapori d’Italia”
e a Ettore Monaco, del gruppo di produzioni televisive
di cultura regionale Campana.
Claudio Zeni
25-03-2009 9:36:45
Un Augurio al X
Congresso Mondiale
dei Ristoratori
intervento del presidente Bartolo Ciccardini
32
Bari dal 15 al 19 aprile
C
iao Italia e tutti i Ristoratori
italiani nel mondo chiedono da
tempo un riconoscimento dei veri
Ristoranti Italiani. Il riconoscimento, Insegna del Ristorante Italiano,
è stato ottenuto con il patrocinio di
due Ministeri e di altri enti, fra cui
l’ICE, ed ha funzionato dal 1996 al
2001. Ha insignito i 300 migliori,
selezionati da Commissioni presiedute dalle autorità diplomatiche.
Gli attestati erano consegnati dal
Presidente della Repubblica.
Nel 2001 il Ministro Gianni Alemanno riaffermò la necessità di una
Certificazione costituendo un’apposita Commissione. Furono certificati
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 32
50 ristoranti in Belgio e Lussemburgo (in gran parte soci di Ciao
Italia), ovviamente con la nostra
collaborazione. L’iniziativa si arenò
in Germania perché ritenuta troppo
costosa dai ristoratori. Nel IX° Congresso del 2007 Ciao Italia chiese la
ricostituzione di un riconoscimento
ufficiale. Relatori nel Congresso
furono i senatori Edoardo Pollastri
e Antonella Rebuzzi, presentatori
di una legge apposita. All’udienza
del Presidente della Repubblica, il
Ministro Paolo De Castro annuncia
nella riunione riservata con il Presidente della Repubblica al Presidente
di Ciao Italia, alla Senatrice Rebuzzi
ed al Direttivo che ricostituirà la
Commissione e la Insegna.
Parla il Ministro e dice: “Intendiamo dare risalto all’operato di
questi Ristoratori, che già si sono
distinti all’interno del loro mercato e la cui qualità viene innanzitutto riconosciuta dai loro clienti.
Per questo ho il piacere oggi di
annunciare, (lo ha già fatto il
vostro Presidente), l’attivazione
di quel Comitato Tecnico per la
Valorizzazione delle produzioni
agroalimentari di qualità nella
Ristorazione Italiana all’estero.
In questo Comitato saranno dati
nuovi e chiari obiettivi in coeren-
25-03-2009 9:36:49
BARI
Di Bartolo Ciccardini
[email protected]
za con l’indirizzo dato in materia
ed anche con la collaborazione
di Buonitalia, che è la società di
promozione dell’agroalimentare
italiano”
La Commissione viene nominata il
giorno stesso e non viene mai riunita dal Ministro Paolo De Castro,
né dal successivo Ministro Luca
Zaia. Nel frattempo si scatena una
campagna contro presunti prodotti
falsificati in Italia: si fa grande ed
ingiustificato clamore a proposito di
mozzarella e di vino Brunello.
I Ristoranti Italiani all’estero reagiscono difendendo i prodotti Italiani
ed assumendosi la responsabilità
personale di garantirli, come fecero
ai tempi dello scandalo del metanolo.Nonostante questo, da parte
dei produttori c’è sempre la non
troppo velata accusa che i Ristoratori adoperino prodotti italiani falsi,
facendo maliziosamente confusione
fra Ristoranti Italiani veri e genuini
ed i Ristoranti pseudo-italiani, di
tipo copia e incolla. Se fossimo un
paese di persone razionali troveremo l’accordo sulla soluzione più
semplice, quella di identificare i veri
Ristoranti Italiani che usano solo
prodotti genuini e garantiti con una
insegna, un attestato, un marchio,
un elenco o qualsiasi altra cosa voi
preferiate.
Invece a suo tempo la Federalimentari dopo aver approvato assieme
ad altri il disciplinare dell’Insegna
di riconoscimento, subito dopo,
disertò la gestione per non essere
coinvolta nelle spese dell’ operazione. La polemica sulla responsabilità
fra prodotti adulterati e ristoranti taroccati è stupida ed inutile.
Bisogna raggiungere una politica
unica che difenda il prodotto vero
e che riconosca l’opera positiva dei
Ristoranti veri. È il momento di
decidere se si vuole andare uniti
o sparpagliati. Uniti si possono
dettare le regole attraverso le quali
i Ristoranti migliori, riconosciuti
come italiani, partecipano alla giusta
difesa del prodotto italiano garantito
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 33
e tutelato. E siano riconosciuti come
coloro che fanno per professione e
per passione la difesa del prodotto
di qualità, dando ad essi l’aiuto
richiesto di un marchio di qualità e
di scuole di professionalità.
Ma anche i Ristoratori devono
crescere ed affrontare, in questo
momento di crisi la realtà.
Hanno creato il più grande mercato
del mondo di prodotti italiani.
Non possono più essere dei piccoli
imprenditori invidiosi che parlano
male l’uno dell’altro, ma devono
diventare una categoria di imprenditori capaci di cooperare per
mantenere il proprio mercato. Pino
Ferrarini, Segretario Generale di
Ciao Italia, ha scritto un libro sulla
storia dei Ristoratori in cui si parla
di trenta anni di lavoro, dei grandi
personaggi, delle loro imprese.
Si vuole continuare questa storia o
si vuole chiuderla? Al X° Congresso
che si terrà a Bari presenterò un
mio libro stampato da Guida Editore
intitolato “Viaggio nell’Italia Meridionale” nel quale dedico diverse
pagine alle vicende dei Ristoratori
Italiani che hanno avuto successo
nei paesi stranieri.
Per loro scrivo: “Hanno portato
contro ogni aspettativa il frutto migliore di tante generazioni in tutto il
mondo. Hanno operato una trasformazione molecolare della società
introducendo un modo diverso di
intendere il cibo, lo stare a tavola, il
mangiare in comune. Sono tratti di
una antica memoria italiana, mediterranea e meridionale. È stata una
impresa individuale. Ciascuno da
solo, contro tutti, con la sua scuola
alberghiera, con il suo tirocinio pesante e ricco di umiliazioni, con la
sua memoria familiare nel palato: la
cucina della mamma. Hanno vinto
questa battaglia. Ma tutti i centomila ristoratori italiani nel mondo,
la folla dei piccoli corsari armati di
coraggio e di memoria, devono fare
una scelta.Fra pochi anni la cucina
italiana sarà di tutti e sarà, bene o
male, praticata, insegnata e proposta
da tutte le gastronomie mondiali.
Qualsiasi ristorante giapponese, indiano o americano avrà tre o quattro
piatti italiani rivisitati.
Persino gli orgogliosi francesi
daranno spazio alla ‘pasta’. Molti si
domandano quale sarà il compito
nuovo.
È evidente che questa rete immensa,
con la facilità delle comunicazioni
di oggi potrebbe diventare una rete
di distribuzione ed un mercato.
Le classi dirigenti italiane, provinciali e grette non lo capiranno mai,
o lo capiranno troppo tardi.
Anche i Ristoratori hanno una
loro grande difficoltà. Hanno vinto
perché sono andati in ordine sparso,
individualisti gelosi ed artigiani
instancabili, rubandosi ricette e
cuochi, combattendosi l’un l’altro,
come tanti cavalieri erranti medievali. Sapranno conquistare la cultura
della collaborazione e del saper
lavorare assieme? Se uniscono le
loro forze, le loro quote di mercato,
la loro capacità imprenditoriale e
le importanti relazioni che si sono
conquistate nel paese che li ospita,
potrebbero diventare la più grande
impresa italiana nel mondo.
Hanno in mano un impero che
finirà in mano alle multinazionali
e che invece potrebbe essere loro.
Forse il compito è troppo grande per
le loro spalle? Mi piacerebbe vedere
questa nave armata in comune, retta
da leggi repubblicane, ‘tutti uguali
davanti a Dio e tutti insieme nello
stesso destino, veleggiare, commerciare combattere, arricchirsi e
restare uniti.
A me, impenitente ricercatore curioso di storie strane non resta che
fare un augurio: di vincere un’altra
battaglia, di aprire nuovi spazi alla
libertà degli uguali di fronte a Dio”.
È questo l’augurio che faccio ai
Ristoratori Italiani nel mondo
riuniti nel loro X° Congresso e che
faccio al nostro Paese, che spesso
non si ricorda di loro, ma che oggi
ha bisogno del loro coraggio e della
loro capacità di rinnovarsi.
33
24-03-2009 16:03:12
MONTE-CARLO e COSTA AZZURRA
A Monte-Carlo nasce
il polo del lusso
Le torri rotanti di Fisher: un
sogno a cui non abboccare
34
Associazione Monaco-Italie:
bilancio positivo
Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
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Segue
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í
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36
Nasce il polo
del lusso
a Monte-Carlo
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 36
24-03-2009 16:03:19
Nella foto
a destra,
Alberto
Vitale.
MONACO
Di Maric Bologna
[email protected]
I
l nostro personaggio di questo
mese di aprile si chiama Alberto
Vitale, ed è un giovane imprenditore
piemontese che da sempre ha un
sogno nel cassetto. Un bel sogno
che forse sta per realizzare: creare,
proprio nella capitale del lusso per
eccellenza, il Principato di Monaco,
un polo dedicato proprio a tutto ciò
che ruota attorno alla parola “lusso”
e questo in barba al difficile momento di crisi economica mondiale.
Il giovane imprenditore intende
dunque “sfidare” l’attuale “destino”
inventandosi addirittura una vera e
propria associazione nel tentativo di
tutelare marchi e prodotti commercializzati direttamente dal Principato. L’ambizioso progetto, che
potrebbe decollare a breve termine
con un grande evento che farà parlare in tutta Europa, è frutto di anni
di studi e lui, Alberto Vitale, titolare
dell’omonima “Vitale sarl” (società
monegasca), che commercializza
diamanti e gioielli di alto livello prodotti rigorosamente in Italia, ha ben
chiaro in mente quali saranno i vari
step da proporre fino ad arrivare alla
realizzazione definitiva del progetto
che non pone confini territoriali.
Incuriositi da tanta forza e forte
volontà di riuscire nel suo lavoro, in
anteprima per i lettori de “Il Foglio
Italiano”, scopriamo e conosciamo
allora il temerario imprenditore del
lusso, Alberto Vitale e cerchiamo
di capire quali siano i suoi segreti
annunciati.
Innanzitutto, chi è Alberto Vitale?
“Sono uno dei tanti italiani che
da tempo è residente nel Principato di Monaco. Come professionista in qualche modo ho ripreso
in mano una tradizione di famiglia giacché mio padre,così come
mio nonno, si è sempre occupato
di questo settore.
Ma il fondatore e l’anima creativa
appartiene però al mio trisavolo che giunse a Monaco come
decoratore delle carrozze alla fine
dell’800. Di origine siamo di Valenza Po (Alessandria), nota per
essere la capitale mondiale per la
produzione di gioielli di alta qualità. Infatti è la sede della maggior
parte delle aziende che lavorano
per conto di nomi internazional-
mente noti come Cartier, De Grisogono, Bulgari, Chopard oltre
che ospitare la sede della Damiani
e di altre realtà di settore...”
Perché ha scelto il Principato di Monaco come base del suo business?
Perché, dopo approfonditi studi,
ho capito che è possibile ed anche
vantaggioso operare in questo
settore specifico partendo proprio
da un contesto monegasco.
Ciò non significa però che potevo
evitare di confrontarmi con i
colossi delle più famose griffe
mondiali che già operano con i
37
loro brand in tutti i continenti.
E da qui nasce l’idea?
“Sono convinto che l’unione fa
la forza ed è per questa ragione
che ho iniziato a cercare alleati
nel mondo del lusso i quali, come
me, hanno scelto Monaco come
base di lavoro. Credo, infatti, che
operare in un mercato di nicchia
come questo significhi vivere sulla propria pelle, e direttamente,
gli effetti che gli scambi commerciali producono. E per affrontare
questi cambiamenti, sempre più
repentini, è preferibile agire in
team. Chi vende top cars, chi
super yachts, gioielli o articoli di
alta moda, si ritrova spesso accomunato con gli altri da un unico
obiettivo e/o mercato: affermarsi
per stile e qualità dei prodotti
nella complementarità dell’offerta
e dei servizi”.
Quindi ha iniziato la ricerca di
partner ideali?
“Esatto e, dopo un’ intensa attivi-
Monte-Carlo & Costa Azzurra
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38
manager” adatti alle aziende del
lusso”.
Alberto non nasconde comunque
che le società che stanno aderendo
al progetto, per il momento, vogliono affermarsi con una propria
identità ma che, in futuro potrebbero cambiare idea ed avvicinarsi al
progetto, sempre e comunque, con
molta cautela. Certo è che, a ben
guardare, per qualità e competenze,
non hanno proprio nulla da invidiare ai noti colossi internazionali,
padroni attualmente delle griffe del
lusso.
Il polo del lusso monegasco sarà
una realtà concreta?
“In via di sviluppo di fatto si sta
formando grazie all’adesione di
tante realtà e nazionalità diverse
che rappresentano soprattutto
aziende piccole o di modeste
dimensioni: lodevole però il fatto
che ognuno delle aziende partecipanti non negano, ma evidenziano l’importanza della propria
componente “umana” in quanto
ciascun dirigente impiega persone serie che non dimenticano le
necessità dei popoli più deboli in
uno spirito eco-sostenibile. Come
dire che alla base del lavoro, per
il gruppo del lusso dell’UCAM, ci
sono le vecchie e buone regole
morali, senza dimenticare l’umiltà
e l’onestà come valori di prima
importanza. Che sia poi questo il
vero lusso?”
Maria BOLOGNA
A destra,
l’espressione
del lusso
tra gioielli
e yacht.
Monte-Carlo & Costa Azzurra
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© YVAN ZEDDA | GITANA S.A.
tà di relazioni e studio, per caso
ho conosciuto il presidente della
UCAM, Pierre Brezzo, che decide
di accogliere il mio progetto chiedendomi di coordinare anche le
attività di sviluppo di quello che
possiamo definire “l’artigianato”
di lusso a Monaco”.
Un italiano dunque alla guida delle
eccellenze del lusso ed un progetto estremamente ambizioso da
sviluppare: da un sogno alla realtà
dunque. E adesso, i prossimi step
quali saranno?
“Beh, non intendo risparmiarmi
di certo! Intanto comincio ad
organizzare gli incontri con le
diverse entità di Monaco e, fino
ad ora, stò raccogliendo notevoli
consensi. Tra queste la Chambre
de Développement Economique de Monaco (CDE), che ci
ha integrato nelle sue missioni
all’estero, e l’Università IULM di
Monaco che decide di scegliere
il mio progetto per la creazione
di un nuovo brand nel settore
del gioiello come “case study nel
master in luxury goods”.
Per quest’ultimo ho usufruito di
una duplice opportunità: per me,
in primis, perché mi sono scontrato con il mondo reale e quello
virtuale, riuscendo ad uscirne
vittorioso.
Ed in seconda battuta, l’occasione
è servita anche gli studenti i quali, proprio attraverso il master, si
stanno specializzando quali “top
© YVAN ZEDDA | GITANA S.A.
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Le torri rotanti di Fisher:
un sogno a cui non
conviene “abboccare”?
40
C
’eravamo fatti incantare anche
noi... i sogni e le utopie architettoniche di David Fisher erano state
oggetto di un articolo in uno degli
scorsi numeri de “Il Foglio Italiano”.
Ma, per fortuna, le informazioni riescono a superare le barriere linguistiche e geografiche e così, appresa
la natura ‘oscura’ di Fisher, indagato
in Italia per numerose bancarotte
milionarie - vedi la maxi inchiesta
giudiziaria a suo carico condotta
recentemente a Firenze - non abbiamo abboccato all’ulteriore amo teso
lo scorso 19 gennaio, nell’ambito
della 3° edizione del Salone Batilux.
Un contesto ideale ove, nell’ambito
del ricco calendario delle conferenze, capeggiava tra gli ospiti l’ideatore
del noto ‘Rotating tower’, progetto di
fanta o dynamic architecture, ideato
dallo stesso architetto fiorentino di
origine israeliana David Fisher.
Pochi i presenti in sala che però non
hanno scoraggiato l’invitato il quale,
in una preconfezionata conferenza
in lingua inglese, ha illustrato il
progetto, grazie anche all’aiuto di
filmati in perfetto stile hollywoodiano - immagini e musiche evocative
di grande impatto che si ritrovano
sul suo sito-; operazione che gli
è valso il prestigioso ‘Worldwide
architect of the year 2008”, premio
organizzato dalla ‘The Developer &
Builders Aliante’.
La fantomatica torre rotante,
immensa e funzionale, ecologica
e razionale, costituita da corpi prefabbricati, ad oggi non ha
alcun committente ma che, sempre
secondo Fisher, a breve vedremo
realizzata prima a Dubai (8 Piani?)
e poi a Mosca. Ma come potremo
mai viverne senza, verrebbe da
chiedersi: e cosa avrà mai spinto
la mente umana ad immaginare
simili dinamiche futuriste? A dire il
vero però da tempo esitono strutture che girano all’ultimo piano: a
Fisher l’applilcazione su più piani è
sembrata una trovata geniale senza
considerare la realtà, e cioé gli
altri costi e la fattibilità. Alcune di
queste domande sono state poste dai
presenti; peccato però che non siano
seguite altrettante esaurienti risposte, soprattutto quando, entrando
nello specifico, qualcuno ha provato
a mettere in dubbio la fattibilità in
termini strutturali ed umani (uomini
che sospesi in blocchi prefabbricati,
con le pale eoliche che ruotano di
tanto in tanto come trottole...). C’è
da chiedersi come si possa essere
così convincenti ma soprattutto sarebbe curioso sapere come facciano
i finanziatori a fidarsi dell’illustre architetto il quale, a parte una fumosa
ma non certo brillante carriera, non
può dare alcuna garanzia di riuscita:
speriamo non ci si fidi solo delle
idee futuristiche e che gli studi di
fattibilità siano certi e garantiti.
Piuttosto però fa pensare il fatto che
Fisher riesca a promuoversi così
bene, pur essendo noto alla cronaca
italiana per le diverse denuncie a
suo carico ove, coinvolto in prima
persona come autore di una serie di
truffe e fallimenti di società fantasma, ancora lo scorso novembre,
pare debba spiegare la ragione di
un paio di bancarotte fraudolente a
carico di due società per azioni, la
Dunhill Industries Italy e la Comit
(nulla a che vedere con il diversamente noto gruppo finanziario
n.d.r.), di cui era amministratore.
Di certo però non esiste una macchinazione per screditarlo, come ha
detto nel corso della nostra intervista, soprattutto perché, secondo
fonti certe e quanto riportato da
alcuni quotidiani italiani, l’architetto polivalente, residente a Firenze,
è indagato in particolare per aver
‘distratto’ dalle casse delle società in
questione, con manovre poco chiare,
l’equivalente di diverse decine di
milioni di euro fino a portarle al
fallimento. In realtà per Fisher, in
attesa che la giustizia italiana faccia
il suo corso, questa è una delle tante
operazioni compiute con tecniche, a
quanto pare, consolidate da tempo:
apertura società, progetti inesistenti,
acconti per coprire le prime operazioni anticipate da ingenui o sprovveduti investitori o azionisti, infine
chiusura società o fallimento delle
stesse. La maxi inchiesta condotta
dal sostituto procuratore Gabriele Mazzotta, lo scorso novembre,
rinviata per un vizio di forma, dovrà
nuovamente mettere mano agli atti
per richiedere nuovamente il rinvio
a giudizio e ripassare dall’udienza
preliminare: oltre a David Fisher
pare coinvolto anche un imprenditore greco (fonte: La Nazione 5 novembre 2008). Lungaggini e cavilli
giudiziari italiani che però stanno
permettendo a Fisher di muoversi
e promuoversi agevolmente anche
a Monaco! Ed allora, legittima, una
domande sorge spontanea e cioè se
esiste un legame tra l’etica, l’onestà
ed il comportamento dell’uomo in
quanto ‘professionista’. La risposta
di Fisher in questo caso è stata sorprendente quanto esemplare: ‘Ma io
non vendo nulla!’
Per concludere: conta quello che
l’architetto Fisher dice o piuttosto quello che fa con i soldi degli
altri, o meglio, questa è la storia di
chi diventa ricco e famoso mentre
promuove i sogni ed l’illusione, e
qualcun’altro poi pagherà il caro
prezzo reale di una magia ‘rotante’.
Maria BOLOGNA
Monte-Carlo & Costa Azzurra
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Brevi da...
A cura di Maria Bologna
[email protected]
Associazione Monaco-Italie: bilancio positivo
Eventi ed iniziative
in programma
La presidente Marina Grosoli Kerwat e lo Chef Sergio Giovannoni, della
Fattoria Lavacchio di Pontassieve (FI), animatore della serata ‘Toscana’
organizzata allo YCM.
42
Nata il 22 settembre 2002, l’Associazione Monaco-Italie è da tempo il
maggior riferimento a Monte-Carlo
per promuovere le importanti e
numerose attività legate alla cultura
italiana. Lo testimoniano le diverse
iniziative che, lo scorso anno, sono
state proposte con gran riscontro
di pubblico ai soci e simpatizzanti
dell’Associazione. A cominciare dai
Dinner dibattito, occasione di confronto con scrittori, uomini di cultura o della politica italiana: ricordiamo ad esempio il successo ottenuto
ultimamente grazie all’intervento
del Senatore Andrea Manzella o
Massimo Ponzellini i quali, hanno
affrontato temi di grande attualità
come la crisi economica e le ultime
novità sulla politica italiana. Ma non
sono mancate mostre d’arte, come
quella organizzata in partenariato
con la Galleria Rosa e Artemisia,
senza dimenticare quella che ha
animato il periodo estivo monegasco, nata dall’importante la collaborazione con Cesare Lampronti
di Roma che ha esposto nelle sale
dello Sporting d’Hiver numerose
opere d’arte pittoriche del XVII e
XVIII secolo, tra cui un Caravaggio,
ed alcune opere di Vanvitelli e di
Canaletto. E poi ancora cene gastronomiche, viaggi culturali a Firenze,
proiezioni di film come “Quijote”
di Mimmo Paladino, o l’interessante
visita guidata alla mostra “Le regine
d’Egitto” dedicata esclusivamente ai
membri dell’associazione.
L’attività del 2008 si è poi conclusa in bellezza con l’interessante
intervento di Alberto Martina che
ha trattato le nuove frontiere del
benessere, tra estetica e nutrizione:
all’occasione, esposti alcuni libri e
manoscritti del XII fino al XVI secolo che trattano dell’alimentazione,
bellezza e salute, tutti appartenenti
alla preziosa collezione di Liana
Marabini.
Borse di studio
per studenti del
Principato
Come previsto dall’accordo siglato
nel dicembre 2003 con la Direzione dell’Educazione Nazionale
monegasca, anche quest’anno,
grazie al contributo offerto dalla
famiglia di Claudio Marzocco, sono
stati premiati 3 giovani studenti
del liceo Albert Ier di Monaco che
hanno potuto frequentare durante
l’Università per Stranieri di Perugia
per perfezionare le loro conoscenze
della lingua italiana. Per il 2009, secondo quanto auspicato dalla nuova
presidente dell’associazione, Marina
Grosoli Kerwat, in previsioni nuove
attività dedicate soprattutto ai giovani, alla musica ed allo sport.
Lo scorso 15 gennaio in un ambiente festoso, i numerosi membri
dell’Associazione Monaco-Italie si
sono ritrovati presso l’accogliente
Libreria-Espace Scripta Manent, per
scambiarsi i consueti auguri di buon
anno.
Presenti Marina Grosoli Kerwat con
alcuni alcuni membri del consiglio
d’Amministrazione, così come l’Ambasciatore d’Italia, Franco Mistretta
e l’Ambasciatore dell’Honduras a
Roma, Roberto Ochoa di Madrid, i
quali hanno assistito alla presentazione del libro del fotografo Nanni
Fontana,“La Moskitia Gracias a Dios
- una sonrisa para los Miskitos”:
l’opera, da tempo, sta contribuendo con la sua vendita, a finanziare
una clinica mobile vale a dire una
imbarcazione con personale medico
attrezzato per fornire assistenza
sanitaria di base agli indios Miskitos
in Honduras.
A Monaco, presso la sede dell’associazione, sarà possibile acquisire
copia dell’opera donando con un
contributo alla causa della Moskitia. Il mese di febbraio scorso, allo
Yacht Club di Monaco, una serata
conviviale gastronomica curata
dallo Chef Sergio Giovannoni, della
Fattoria Lavacchio di Pontassieve
(FI): gli associati hanno partecipato
con entusiasmo alla cena dai sapori
toscani.
Il calendario dell’Associazione
Monaco-Italie prevede poi, per il
prossimo 24 marzo, l’incontro con
il giornalista ed amministratore
delegato del quotidiano Il Giornale
Andrea Favari e del suo vice Nicola
Porro. Per il 16 aprile invece, per
animare la primavera monegasca,
si produrranno in concerto, per la
prima volta a Monaco, il gruppo
musicale italiano “Mezzotono”.
Infine, annunciata per il 6 maggio,
la conferenza di Giuliano Amato co-organizzata con la Monaco
Mediterranee Foundation, infine,
molto probabilmente il 5 maggio
un week-end culturale al Teatro La
Scala di Milano.
Per informazioni e partecipare alle
attività proposte dell’Associazione
Monaco-Italie, basta telefonare alla
segreteria tel. +377.97.77.85.85.
www.monacoitalie.it
Monte-Carlo & Costa Azzurra
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PARIGI
Bonaparte in Italia:
breve cronaca delle
vicende napoleoniche
nella penisola
44
Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
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Segue
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í
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46
NAPOLEONE
in Italia
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Nella pagina
a lato,
il monumento
del Canova
a Napoleone
nel cortile
d’onore
di Brera
a Milano.
Sotto,
un ritratto
di Napoleone
sul trono
imperiale.
PARIGI
A cura di Silvana Rivella
[email protected]
P
rima di fare la breve cronaca
delle tappe e delle vicende
napoleoniche in Italia, è indispensabile soffermarci, se pur brevemente,
sul Napoleone europeista.
Dall’affermazione: “...voglio fare
di tutti i popoli europei un unico
popolo: ecco l’unica soluzione che
mi piace...” “... io confisco a mio
vantaggio le due forze in ascesa, il
liberalismo e il nazionalismo...” fino
al Memoriale di Sant’Elena dove si
legge ad esempio che: “...tale unione
dovrà venire un giorno o l’altro per
forza di eventi.
Il primo impulso è stato dato e ,
dopo il crollo e la sparizione del mio
sistema, io credo che non sarà più
possibile altro equilibrio in Europa
se non la lega tra i suoi popoli...”,
questo fu il progetto napoleonico,
genialmente demoniaco, (citando
il Metternich), ma perfettamente
razionale nelle deduzioni.
47
A sinistra,
la mappa
dell’Europa
nel 1812.
Parigi
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di Tolone, occupata dagli inglesi,
e fu nominato generale di brigata.
Arrestato dopo il colpo di stato del
termidoro e radiato dall’esercito,
(ma in carcere non perse tempo,
mandando a memoria le leggi di
Giustiniano) tornò rapidamente
in auge allorché Barras gli affidò
il compito di reprimere il colpo di
stato realista del 13 vendemmiaio.
LA PRIMA
CAMPAGNA
D’ITALIA
Un primo passo....
La volontà di affermazione e la
fervida immaginazione del giovane Napoleone non potevano fargli
ignorare che un giorno la folla
avrebbe inneggiato al suo cognome, così, nel 1795, il cognome
di famiglia Bonaparte, con quel
Sopra,
ritratto di
Beethoven.
48
A destra,
Alessandro
Manzoni
ritratto da
Francesco
Hayez.
NAPOLEONE
BONAPARTE
(Ajaccio 1769 Sant’Elena 1821).
A tutt’oggi Napoleone suscita
sentimenti diametralmente opposti;
sappiamo che Beethoven gli dedicò
la terza “Bonaparte Symphony” ma
che, quando Napoleone nel 1804
s’incoronò imperatore, s’infuriò,
strappò la pagina iniziale a lui titolata e rifiutò di dedicare una delle sue
opere a un tiranno. Più tardi, però, i
suoi sentimenti si addolcirono tanto
che nel manoscritto dell’ “Eroica”
si trovano le parole “composto per
celebrare la memoria di un grande
uomo”. E non fu certo l’unico a
cercare di capire il senso della sua
parabola esistenziale.
Ei fu”. Così il Manzoni, nella sua
ode che ebbe risonanza europea,
intitolata “Il cinque maggio”, volle
commemorare l’ultimo atto di un’avventura umana straordinaria, quella
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di Napoleone Bonaparte, imperatore
dei francesi. La notizia, appresa
dalla «Gazzetta di Milano» del 16
luglio del 1821, che Napoleone è
morto nel suo esilio di Sant’Elena,
spinse prepotentemente Manzoni a
una riconsiderazione della figura e
dell’opera del grande condottiero
corso alla luce della morte, inconsapevole strumento di Dio creato per
realizzare alcuni dei Suoi misteriosi
progetti e infine meritevole, anche
lui ormai vittima, della compassione
da parte di tutti gli uomini.
In francese la definizione di cattivo
carattere, “mauvais caractère” non
esiste. Chi ha quello che noi in
italiano definiamo un caratteraccio,
ebbene quella persona in Francia
ha “tout court” “un caractère”
come dire che chi non c’è l’ha non
vale molto. E Napoleone, oltre ad
essere “un caractère”, era audace,
carismatico, e orgoglioso. I biografi narrano che, giovane studente
all’accademia di Brienne, l’allora
Napolione Buonaparte un giorno
sbottò contro i suoi compagni che lo
dileggiavano per le sue origini italiane: “Aspettate che sia grande: voglio
far tanto male a voi francesi!”
Appartenente alla piccola nobiltà
provinciale corsa, studiò con profitto
fino a essere nominato, appena
sedicenne, sottotenente di artiglieria. Fervido sostenitore della causa
giacobina, si distinse nell’assedio
dittongo italiano “uo” di difficile se
non impossibile pronuncia diventa
“Bonaparte”.
... una seconda tappa...
Anche se molto presto gli sarà
sufficiente il solo nome di battesimo
- come i grandi dell’antichità, come
Alessandro, lui sarà per tutti “Napoleone” - è Napoléon Bonaparte
che il 9 marzo 1896 sposa, con rito
soltanto civile, la bella trentaduenne creola Joséphine Tascher de la
Pagerie, nata in Martinica e vedova
del ghigliottinato generale Beauharnais. Lui aveva ventisette anni,
lei ne contava trentatré , lui pochi
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avvennero il 9; lo sposo vi si cresce
l’età; la sposa se la cala; storpiati i
nomi dei coniugi; sbagliati quelli dei
testimoni, ed uno (da parte del marito) non ha l’età allora richiesta per
legge; infine lo stesso Napoleone là
è indicato come “persona senza fissa
dimora”, domiciliato per l’occasione
presso la sala municipale dove viene
firmato quell’atto così falso che più
menzognero non si può...
giorni prima era stato nominato
comandante supremo dell’armata
d’Italia, lei era segnata dalla voce
che la diceva amante di Barras e
favoreggiatrice della rapida carriera
di Napoleone.
...atto ufficiale, ma non troppo...
In ritardo di due ore alla cerimonia,
Napoleone entra di corsa, scrolla
l’Ufficiale di Stato Civile intimandogli : “Presto, sposateci!”, trascina
tutti davanti al tavolo preparato
per firmare le carte di un atto già
predisposto (in vista di un facile e
opportunistico, eventuale annullamento?) dove tutto è falso: a partire
dalla data indicata nel 7 marzo
(giorno della probabile redazione
del documento) e invece le nozze
...e infatti...
Cinque anni dopo essere incoronata da Napoleone a imperatrice dei
Francesi nella cattedrale di NotreDame, l’ unione finisce; spenta l’iniziale passione, entrambi sono stati
ampiamente infedeli uno all’all’altra,
ancorchè uniti dalle stesse inclinazioni; ed è Joshéphine (ormai più
che quarantenne, non può più avere
figli) cui tocca accettare dolorosamente il divorzio per ragioni di stato
e per assicurare la successione al
trono. Rimase comunque in buoni rapporti con Napoleone, che le
assegnò il castello della Malmaison
e non le lesinò le spese; tra queste,
furono importanti i denari spesi da
Joséphine per il restauro e l’abbellimento sia dell’edificio che del parco,
dove fece piantare oltre duecento
varietà di rose provenienti dalla
Persia, dalle quali venne isolata
prima la Rosa tea e, successivamente, la Ibrida perenne, dai fiori doppi
e rifiorenti e dalla quale discendono
molte delle rose che oggi ornano i
nostri giardini.
...ma tanto per cominciare...
il 2 marzo Bonaparte 1796 viene
nominato comandante supremo
dell’Armata d’Italia, destinata nelle
intenzioni del Direttorio a condurre
un’offensiva secondaria, mentre le
migliori truppe avrebbero attaccato sul fronte renano, dove era
previsto lo scatenarsi dell’offensiva
principale. E infatti, a disposizione di Napoleone vengono messi
38.000 soldati poco addestrati, male
equipaggiati, inesperti e insofferenti
alla disciplina. I cavalli sono per la
maggior parte malati, cibo e soldi
scarsissimi; non c’è nemmeno un
reparto di artiglieria: ha in tutto 24
piccoli cannoni da montagna. Napoleone scrive al direttorio: “quello
che esigete da me sono miracoli, ed
io non li posso fare”.
E invece, il 2 aprile 1796, la prima
sorprendente vittoria sugli austriaci a Cairo Montenotte; numerose
A sinistra,
Paul
Delaroche
- Ritratto di
Napoleone.
In basso
a sinistra,
la Libertà
giacobina
in una rappresentazione
stautuaria.
Sopra,
Joséphine
Beauharnais
incoronata
imperatrice.
49
le battaglie contro le forze armate
austriache e piemontesi a Dego,
Millesimo, Cairo Montenotte,
Cosseria e a San Michele Mondovì
dove vi fu una storica battaglia il
19 aprile 1796 chiamata “Battaglia
della Bicocca di San Giacomo” o
“Presa di San Michele”. Il 28 aprile
1796, con l’ armistizio di Cherasco
sottoscritto con lo sconfitto Piemonte, la Francia acquisisce Nizza
e l’alta Savoia. Questi possedimenti
di frontiera, vera merce di scambio
in molte occasioni, verranno resi
al Piemonte con la Restaurazione
per essere definitivamente acquisiti
da Napoleone III nel 1860 come
prezzo per l’aiuto reso dalla Francia
alla neonata Italia. Ma torniamo
alla fulminea e vittoriosa campagna
d’Italia di Napoleone, allora non
ancora Napoleone I. Il 10 maggio
1796, ottiene una storica vittoria
sugli austriaci a Lodi, dove partecipa
alla battaglia in prima linea. “... la
sera della battaglia di Lodi, mi sentii
uomo superiore e seppi di essere
chiamato a fare grandi cose”.
Parigi
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50
Sopra,
Un’immagine
“mediatica”
del giovane
generale,
trascinatore
vittorioso
ad Arcole.
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 50
Il 15 maggio 1796, Napoleone entra
trionfalmente in Milano, accolto
come un liberatore.
Lo accoglie degnamente un grande nome, noto e caro ancor oggi
ai milanesi, il giovane duca Gian
Galeazzo Serbelloni, che nei giorni
precedenti l’arrivo di Napoleone a
Milano era Soprintendente generale
della milizia. Milizia a cui l’Arciduca
Ferdinando d’Austria, abbandonando la città con gli ultimi soldati della
sua guardia, lascia anche la sorveglianza del Palazzo Reale. Iniziano
giorni di grande trepidazione in
attesa dei nemici, per alcuni, dei
liberatori per altri. Il Serbelloni è
tra i secondi, il suo spirito è con i
rivoluzionari.
Il 12 maggio teme un ritorno in città
dell’esercito austriaco, ma si tratta
solo di voci allarmistiche.
Quando finalmente Napoleone varcò
con le sue truppe la Porta Romana
si pensò di alloggiarlo nella casa
del “duca repubblicano” e così il
palazzo Serbelloni, appena terminato, entrò nella Storia. Ambasciatore
a Parigi non ottenne la riduzione
della tassa di 20 milioni di franchi
richiesta a Milano da Napoleone, ma
il duca repubblicano impressionò
favorevolmente il Direttorio, tanto
che fu incaricato di scortare fino a
Milano Joshéphine. Il 16 maggio
venne insediata a Milano l’Amministrazione Generale della Lombardia,
entità politico-militare della quale
facevano parte sia francesi provenienti dalle file dell’Armata d’Italia,
sia esponenti illuministi filo-francesi
del capoluogo lombardo, come Pietro e Alessandro Verri, Francesco
Melzi d’Eril e, naturalmente, Gian
Galeazzo Serbelloni.
Agli inizi di giugno, a Mantova,
punisce dei soldati colpevoli di
saccheggio, poi vince molte battaglie minori fino alla mitica data
del 17 novembre 1796, quella della
battaglia di Arcole: il suo migliore
reparto avanza sul ponte ma, giunto
nel mezzo il primo gruppo è falciato
dal fuoco austriaco; quelli che seguono si fermano esitanti. Improvvisamente dal gruppo parte al galoppo
un cavallo con sopra un audace
cavaliere, raccoglie la bandiera
per terra, prosegue la galoppata e
la pianta alla fine del ponte, come
segno inequivocabile di conquista;
tutti gli altri, galvanizzati da simile
audacia, in un lampo lo seguono.
Su quel cavallo c’era Napoleone
Bonaparte. “...se alla Battaglia di
Lodi ebbi la sensazione che ero
stato chiamato a fare grandi cose, ad
Arcole non ebbi più il minimo dubbio”. Nei primi mesi del 1797, poi,
ricacciò gli austriaci fino a Vienna.
Intanto, nell’ottobre del 1796, si
costituì la Legione Lombarda, prima
forza armata composta da italiani ad
adottare quale bandiera di guerra il
Tricolore (verde, bianco e rosso) e
infine, il 9 luglio 1797 venne proclamata la Repubblica Cisalpina con
capitale Milano. Il 17 ottobre 1797
viene siglato il trattato di Campoformio: il Veneto viene ceduto agli
Austriaci in cambio dei Paesi Bassi
e la riva sinistra del Reno.
La Prima Campagna d’Italia è
finita.
LA SECONDA
CAMPAGNA
D’ITALIA
Nella primavera del 1797 i contadini e gli artigiani veronesi si erano
sollevati contro i francesi, uccidendo
soldati e malati presso un ospedale francese, durante la cosiddetta
rivolta delle “pasque veronesi“.
Verona era allora sotto il formale
controllo di Venezia che, a seguito
di questi fatti, ricevette un ultimatum che viene accettato: anche la
Repubblica Serenissima capitolò
e a Venezia si insediò un governo
democratico e filo-francese.
Il popolo veneziano commentò così:
“Gli aristocratici hanno calato le
braghe”. Ma proprio nel nord est gli
Austriaci continuavano a costituire
un forte pericolo, così a Napoleone fu affidta la seconda campagna
d’Italia; durata soltanto due mesi,
portò alla sconfitta austriaca e alla
conquista definitiva del nord Italia
da parte della Francia.
I nemici attendevano l’esercito napoleonico al passo del Cenisio, ma il
generale si rese subito protagonista
di una storica impresa sorprendendo
tutti nel passare attraverso il valico
del San Bernardo. Nella discesa in
Italia il potentissimo forte di Bard
venne costretto alla resa, improvvisando per fanteria e cavalleria un
piccolissimo passaggio attraverso
un sentiero scavato nella roccia che
aggirava le posizioni.
Per l’artiglieria attese la notte e
mosse i cannoni solo dopo aver ricoperto le loro ruote con la paglia per
non creare rumori sospetti. L’attacco
a sorpresa fu l’arma vincente.
Entrò poi nuovamente a Milano ed
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A sinistra,
la sanguinosa
battaglia
di Marengo
fu decisiva.
in seguito si diresse verso Marengo
dove ebbe luogo lo scontro decisivo
con gli Austriaci. Fu uno scontro incerto e sanguinoso e alle ore tre del
pomeriggio del 14 giugno del 1800
Napoleone sembrava aver perso, ma
l’intervento immediato e risolutore
del generale Desaix cambiò il volto
della battaglia essendo arrivato
direttamente da Parigi con forze fresche. Così il comandante Austriaco,
che era già partito per Alessandria a
dare la notizia della vittoria austriaca, dovette tornare indietro ad
assistere impotente alla disfatta.
L’obbiettivo di Napoleone non
era soltanto quello di distruggere
l’Austria. Infatti, con l’appoggio del
Direttorio l’esercito francese conquistò Roma, considerata da sempre
un punto nevralgico se “si voleva
rendere vassalla l’Italia”.
Intanto, il 4 giugno 1800, poco
prima della vittoria di Marengo, al
Teatro La Scala di Milano, mentre
interpretava La vergine del sole,
Napoleone Bonaparte nota una
splendida Giuseppina Grassini;
come un qualsiasi amante, Napoleone alterna allora le notti trascorse
alla Porta Orientale dove si trova
Palazzo Serbelloni, le cui stanze
sono abitate da Joséphine quando
scende a Milano, con quelle nella
più discreta villa Crivelli di Mombello! Ma nel 1806 vuole l’amante
ufficiale stabilmente a Parigi, dove
la Grassini viene nominata Prima
cantante di Sua Maestà l’Imperatore.
Durante l’esilio di Napoleone all’isola d’Elba si trasferisce a Roma, e lo
segue a Parigi nei Cento giorni. Alla
Restaurazione, pur essendo l’amante
del duca di Wellington, allora nominato ambasciatore inglese a Parigi,
In basso,
la bella
cantante
ritratta da
Vigée Le Brun
nel ruolo
di Zaira.
dovette lasciare il territorio francese
a causa dell’ostilità da parte di Luigi
XVIII, che considerava sconveniente
la popolarità di una ex-amante di
Napoleone. Mentre Napoleone languiva in esilio in mezzo all’Atlantico,
continuò la carriera lirica in molti
teatri italiani Italia e a Milano cantò
con grande successo alla Scala nel
1817.
TUTTO IN
FAMIGLIA
La fiera famiglia Buonaparte
apparteneva alla piccola borghesia còrsa e aveva lontane origini
nobili toscane. Mentre si trovava
all’Università di Pisa, dove prese la
laurea in giurisprudenza, il padre di
Napoleone, Carlo, aveva effettuato
ricerche araldiche al fine di ottenere, presso i lontani parenti toscani di
San Miniato, una patente di nobiltà
che gli conferisse prestigio in Patria;
accertato che gli antenati erano
immigrati in Corsica da Sarzana
nel XVI secolo, dove si trovavano al
servizio di Genova, fu solo grazie al
titolo nobiliare ottenuto in Toscana
che Carlo poté iscriversi al Libro
della nobiltà di Corsica, istituito dai
francesi per consolidare la conquista
dell’isola, e solo grazie a tale iscrizione, all’età di appena nove anni,
il giovane Napoleone fu ammesso il
23 aprile 1779, sempre per iniziativa del padre, alla Scuola reale di
Brienne-le-Château, nel nord della
Francia, dove rimase fino al 1784.
Per migliorare il suo francese e prepararsi alla scuola, prima frequentò per quattro mesi il collegio di
Autun. Napoleone inizialmente non
51
si considerava francese e si sentiva
a disagio in un ambiente dove i suoi
compagni di corso erano in massima
parte provenienti dalle file dell’alta
aristocrazia transalpina, e lo prendevano crudelmente in giro motteggiando il suo nome come “la paille
au nez” (l’accusa di essere straniero
l’avrebbe perseguitato per tutta la
vita). Senza amici e mal considerato,
anche per la fragile apparenza fisica,
il giovane Napoleone si dedicò con
costanza agli studi, riuscendo particolarmente bene in matematica.
La moglie di Carlo, Letizia Ramolino sopravvisse allo stesso Napoleone, passando gli ultimi anni della
sua vita a Roma, dove morì nel
1836. Letizia Ramolino ebbe 13
figli, di cui solo otto sopravvissero:
i fratelli Giuseppe, Luciano, Luigi e
Girolamo; le sorelle Elisa, Paolina
e Carolina, oltre allo stesso Napoleone.
Parigi
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I FRATELLI
52
Gli inizi di Giuseppe Bonaparte tra
l’Italia e la Francia
Giuseppe, fratello maggiore di
Napoleone, studiò Giurisprudenza
all’Università di Pisa. Nel 1796 prese parte con Napoleone alla prima
campagna d’Italia. L’anno seguente,
durante la Prima Repubblica francese, venne nominato diplomatico,
prima alla corte dei duchi di Parma
e poi a Roma. Fu membro del
Consiglio dei Cinquecento, l’organo
legislativo inferiore all’epoca del Direttorio, nel 1798. Durante le guerre
napoleoniche svolse il compito di
inviato per conto di suo fratello e
firmò trattati con gli Stati Uniti,
l’Austria, la Gran Bretagna e lo Stato
Pontificio.
Dal 1806 al 1808, Giuseppe Bonaparte governò il Regno di Napoli in
nome di suo fratello per poi essere
da lui nominato Re di Spagna.
Sopra,
Giuseppe
Bonaparte,
re di Napoli,
è qui ritratto
accanto al
trono datogli
dal fratello
Napoleone.
Luciano il ribelle
Terzo figlio di Carlo Maria Bonaparte e Maria Letizia Ramolino, Luciano nacque ad Ajaccio il 21 marzo
1775. Dopo gli eventi rivoluzionari
del 1789, si gettò nella lotta militan-
do sia in Corsica che in Provenza
tra i partigiani di Robespierre col
nome di “Bruto”. Munito di doti di
grande oratore e di forte carattere,
avrà parte preponderante nel colpo
di stato del 18 brumaio (9 Novembre) 1799. In quell’occasione,
l’intenzione di Napoleone era quella
di portare le due Camere a votare
autonomamente il loro scioglimento
e la cessione dei poteri nelle sue
mani. Non fu così: il Consiglio degli
Anziani rimase freddo al discorso
pasticciato di Napoleone per far
pressione su di esso, mentre quando
Napoleone entrò nella sala del
Consiglio dei Cinquecento i deputati
gli si lanciarono contro chiedendo
di votare per rendere Bonaparte
fuorilegge (cosa che voleva significare l’arresto e la ghigliottina). Nel
momento in cui sembrava che il
colpo di Stato fosse prossimo alla
catastrofe, a soccorrere Napoleone
giunse il fratello Luciano, che nelle
vesti di presidente dei Cinquecento
uscì dalla sala e arringò le truppe
schierate all’esterno, ordinando che
disperdessero i deputati terroristi.
Memorabile il momento in cui puntò la sua spada al collo di Napoleone
e dichiarò: «Non esiterei un attimo a
uccidere mio fratello se sapessi che
costui stesse attentando alla libertà
A destra,
il bel dipinto
ritrae Luciano
Bonaparte,
colto intellettuale, sullo
sfondo di
un classico
paesaggio
italiano.
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della Francia». Nel 1804, deluso
e ritenendo il fratello un tiranno,
Luciano si stabilì a Roma dove nel
1814 fu nominato dal papa Pio VII
principe di Canino. Riconciliatosi
più tardi con il fratello, dopo i Cento
Giorni si ritirò prima in Inghilterra
e poi nuovamente a Roma, ove si
dedicò a studi archeologici ed ad
importantissime collezioni d’arte.
A sinistra,
una bella
incisione
ritrae la
Principessa
Elisa con uno
splendido
collier
di perle.
Fratelli minori
Luigi, nominato dal fratello re
d’Olanda, ebbe con l’Italia pochi
o nulli rapporti, come anche il
minore, Girolamo; anche questi si
sposò senza il consenso dell’illustre
fratello con l’americana Patterson,
da cui ebbe Girolamo Napoleone;
una curiosità tra parentesi, non prettamente italiana ma interessante,
è che uno dei due figli del sopraddetto Girolamo Napoleone, Carlo
Giuseppe Bonaparte (1851 – 1921),
fu Segretario di Stato della Marina
Americana sotto la presidenza di
Theodore Roosevelt e fu il fondatore
dell’ FBI nel 1908.
LE SORELLE
Elisa, la “Madame”
dei lucchesi
Elisa Bonaparte sposò a Marsiglia il
5 maggio 1797, contro il volere del
fratello, il capitano Felice Baciocchi,
appartenente alla nobiltà corsa. Divenuto Imperatore di Francia e Re
d’Italia, il fratello Napoleone creò
per lei e nel 1805 le assegnò quel
baluardo di indipendenza politica,
religiosa e commerciale costituito
dal minuscolo principato di Lucca
e Piombino. Donna molto attiva, si
preoccupò lei stessa di amministrare i paesi assegnatile dal potente
fratello, ma la popolazione dei
territori da lei retti non ebbe mai
grande simpatia nei suoi confronti,
diffidando soprattutto dei suoi sforzi
per francesizzare l’antica Repubblica. Dopo la Restaurazione, rifugiò a
Bologna e a Trieste; è sepolta nella
Basilica di San Petronio a Bologna
e alcuni discendenti dei suoi quattro
figli risiedono attualmente in Italia.
aiutarlo nella fuga dall’isola d’Elba
vendendo i suoi gioielli). Donna
molto bella e prematuramente
vedova, su richiesta del fratello
sposò, nel 1803, un personaggio la
cui famiglia faceva parte dell’antica
nobiltà romana, il principe Camillo
Filippo Ludovico Borghese. Divenne duchessa di Guastalla nel 1806
e risiedette a Torino, dove fu sua
damigella d’onore la coetanea Adele
de Sellon, madre di Camillo Benso
di Cavour, cui fu molto affezionata
e del cui figlio, il futuro statista, fu
madrina di battesimo. A parte nella
Villa Borghese a Roma, dove si
trova la sua immagine immortalata
dal Canova nella celebre statua di
Venere vincitrice, suoi ricordi si
trovano nella villa Paolina a Lucca ,
attualmente di proprietà dei Pardini,
nella Villa Paolina o Baldini-Doufur
a Sesto Fiorentino, in stile compiutamente neoclassico e circondata da
un romantico parco, oggi trascurato
e nella Villa Paolina a Viareggio che
è museo civico di quella città.
In basso,
Il celebre
monumento
si trova
in una sala
del Museo di
Villa Borghese
a Roma.
L’ambiziosa
Regina di Napoli
Carolina Bonaparte nel gennaio
1800 sposò Gioacchino Murat.
Diventata regina di Napoli si mostrò
degna del suo rango: favorì le arti,
incoraggiò gli scavi di Pompei e fece
costruire molte utili opere. Donna
intelligente ed ambiziosa, stimolò
continuamente il marito a far carriera, non esitando a consigliarlo, dopo
la rovinosa Campagna di Russia, di
schierarsi con l’Austria, contro il suo
stesso fratello. Nel 1830 si trasferì
a Firenze nel Palazzo di Annalena, in via Romana, sfarzosamente
restaurato negli anni precedenti dal
marito, ove morì il 18 maggio 1839.
53
La Venere vincitrice
Paolina, sorella minore di Napoleone I era anche la più amata e
lei stessa fu sempre molto affezionata al celebre fratello (al punto di
Parigi
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Sopra,
la regina
di Napoli
possedette
splendidi
gioielli.
54
Sotto,
lo sbarco dell’Imperatore
a Portoferraio.
In basso,
una rievocazione storica
ad Antibes.
Alla fine dell’Ottocento Gabriella
Rasponi Spalletti, figlia di Letizia
Rasponi Murat, bisnipote di un re
e di un imperatore, trasformò il suo
salotto romano in un vivace centro
culturale frequentato da personalità
come Marco Minghetti e Ruggero
Bonghi, recuperò antiche attività artigianali offrendo le migliori
condizioni di lavoro alle operaie fino
a fondare un istituto professionale
riservato alle donne, uno dei primissimi in Italia. Dopo la morte del
marito, a quarantasei anni assunse
la presidenza del Consiglio Nazionale Donne Italiane, fondato nel
1903 su modello dell’International
Council Women, fondato nel 1888
dall’americana May Wright Sewall.
Fra le attività svolte durante la presidenza della Spalletti è da ricordare
la costituzione di un Comitato di
Sostegno alle vittime del terremoto
che colpì Messina e Reggio Calabria
nel 1908; il comitato fu patrocinato
e riconosciuto anche dalla regina
Elena, risultando così Gabriella
Rasponi Spalletti la prima donna
alla quale fu conferita la missione
ufficiale di tutrice di minori.Nei
suoi anni di presidenza sostenne
la laicità della scuola e il suffragio
universale. Nel 1905 fece costruire, nei pressi del Quirinale, Villa
Spalletti Trivelli, una delle dimore
storiche più esclusive della città e
raro esempio di villino urbano con
giardino all’italiana dove morì nel
1931, attualmente trasformato in
esclusivo Hotel di charme, a due
passi dalla Fontana di Trevi.
Sconfitto a Lipsia dagli alleati
europei nell’ottobre del 1813, Napoleone abdicò il 14 aprile 1814 e
venne esiliato all’Isola d’Elba. Dopo
un memorabile addio alla Vecchia
Guardia, Napoleone subì il dramma
della fuga quando, attraversando
la Francia del sud, fu costretto a
indossare un’uniforme austriaca
per non finire linciato dalla folla.
Imbarcatosi precipitosamente su
un bastimento inglese, il 4 maggio
1814 sbarcò all’isola d’Elba, dove il
nemico aveva deciso di esiliarlo, pur
riconoscendogli la sovranità sull’isola e il titolo di Imperatore.
Stabilitosi a Portoferraio, nei dieci
mesi di esilio Napoleone non rimase
inoperoso ma costruì infrastrutture,
miniere, strade, difese, mentre il
Congresso di Vienna che doveva
disegnare la nuova Europa della
Restaurazione ipotizzava di esiliarlo
nell’oceano.
Pur impegnato nei lavori sull’Elba,
Napoleone continuava a ricevere
notizie della situazione francese.
Nel marzo del 1815, abbandonata
furtivamente l’Elba, dimostrò nuovamenete quella capacità di sfruttare le mappe dimostrata in tante
decisive battaglie.
Era indispensabile evitare la flotta
inglese alla fonda a Tolone, così
decise di aggirare i nemici alle spalle: dall’Italia si diresse a Grenoble
e da lì raggiunse Antibes scalando
il Col Bayard, scendendo a Gap,
passando sulle creste di Sisteron, di
Digne, fino a Saint-Vallier-de-Thiey
e a Grasse, alle spalle di Cannes:
è la famosa panoramica “route
Napoléon”, ancor oggi cosparsa di
ostelli, alberghi e ogni genere di
ristoranti, dalle brasseries alle 5
stelle, intitolati all’indimenticato Imperatore. He da Grasse scese infine
al mare per sbarcare molto ad est di
Tolone, vicino ad Antibes, dove ogni
anno, alla ricorrenza, avviene una
rievocazione in costume.
Rientrò a Parigi «senza sparare un
sol colpo», riconquistando il potere
per il periodo detto dei Cento Giorni, finché non venne definitivamente sconfitto a Waterloo dalla settima
coalizione, il 18 giugno 1815. Come
tutti sanno, trascorse gli ultimi anni
di vita in esilio all’isola di Sant’Elena, sotto il controllo degli inglesi.
Dopo la sua caduta, la Restaurazione, sancita rapidamente nel 1815
durante il Congresso di Vienna
ricostituì in Europa i vecchi Regni
pre-napoleonici, gettando nella
polvere il sogno di gloria che aveva
avuto inizio in Italia, ad Arcole,
vent’anni prima.
Silvana Rivella
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A sinistra,
“Total war”
napoleonica
in un
videogioco.
FU VERA GLORIA?
La disastrosa Campagna di Russia del 1812 segnò la fine del dominio di Napoleone sull’Europa.
Segnò anche la “sua” fine, ma
non il suo mito, che nel bene e nel
male continua ad intrigare artisti
di tutti i generi, dalla scultura
alla filmografia, ai fumetti.
Napoleone e
il Papa di Roma
Oltre che imperatore dei Francesi,
Napoleone fu anche presidente
della Repubblica Italiana dal 1802
al 1805 e re d’Italia dal 1805 al
1814, cingendo la corona ferrea
conservata a Monza dal 1946. Suo
figlio Napoleone II, eletto dal padre
re di Roma, morì giovanissimo
ed è sepolto accanto al padre, agli
Invalides. Quando si fece incoronare
Re d’Italia, Napoleone s’intromise
negli affari della Chiesa di Roma
riprendendo la lunga lotta rivoluzionaria contro il Cattolicesimo che si
era conclusa con un primo Concordato nel 1801, ratificato da papa Pio
VII, che stabiliva il Cattolicesimo
«religione della maggioranza dei
francesi» (benché non religione
di Stato), ma non riconsegnava al
clero i beni espropriati durante la
rivoluzione. Quando il papa rifiutò
di aderire all’embargo nei confronti
dell’Inghilterra, dichiarando che le
sue qualità di pastore universale gli
imponevano la neutralità, Napoleone ordinò l’annessione dello Stato
Pontificio all’Impero francese.
Pio VII rispose con una bolla di scomunica e Napoleone fece arrestare il
pontefice e tenendolo in cattività per
due anni a Fontainebleau, finchè
riuscì a strappargli l’approvazione di
un nuovo Concordato.
Il codice
Napoleonico
in Italia
Napoleone sottolineò più volte che
la sua opera più importante, quella
che sarebbe passata alla storia più
delle centinaia di battaglie vinte,
sarebbe stato il suo codice civile, il
Codice napoleonico.
Indubbiamente, la sua frase colse
nel segno.
Il Codice napoleonico legittimò
alcune delle idee illuministiche,
fu esportato in tutti i paesi dove
giunsero le armate di Napoleone,
fu preso a modello da tutti gli Stati
dell’Europa continentale e ancora
oggi è la base del diritto italiano.
Il Codice eliminava definitivamente
i retaggi dell’ancién régime, del
feudalesimo, dell’assolutismo, e
creava una società prevalentemente
borghese e liberale, di ispirazione
laica, nella quale venivano consacrati i diritti di eguaglianza, sicurezza e
proprietà.
Tra i principi della Rivoluzione,
venivano salvaguardati quelli della
libertà personale, dell’uguaglianza
davanti alle legge, della laicità dello
Stato (già sancita dal Concordato)
e della libertà di oscienza, della
libertà del lavoro.
Per l’Italia il valore del Codice napoleonico fu fondamentale, poiché
esso fu portato negli stati creati da
Napoleone e confluì poi nel codice
civile italiano del 1865.
Di eguale valore e importanza sono
anche gli altri codici: quello di
procedura civile, emanato nel 1806,
quello del commercio (1807), quello
di procedura penale (1808) e il
codice penale del 1810.
Sopra,
N. (Io e Napoleone) una
commedia
ottocentesca
che affronta
con sguardo
inedito
un tema
soprattutto
novecentesco:
il fascino
persuasivo
del tiranno.
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Sotto,
la corona
ferrea è
conservata
a Monza.
Chiara Trussoni
Parigi
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GINEVRA
“Carnevale di Venezia”
a Losanna
“Dietro l’angolo”... la Puglia
Intervista a Mario Montini
58
ONDA e OMS: alleanza
di donne del mondo
Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
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Segue
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í
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Sotto,
momenti
del ballo
in maschera
della
comunità
italiana.
60
“Carnevale di Venezia”
a Losanna
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GINEVRA
Di Susanna Gorga
[email protected]
foto di Tony Campanelli
61
I
l Carnevale di Venezia è certamente uno dei carnevali più
interessanti, sontuosi e raffinati
d’Italia, nonché del mondo. La sua
fama ed il suo valore aggiunto sono
attribuiti dalla varietà e dallo sfarzo
dei costumi e delle maschere che
popolano e animano la suggestiva
Piazza San Marco, nonché i dedali
di calli, campi, campielli, canali e
ponti della città dei dogi.
Il ruolo delle maschere veneziane
è quello di mettere in scena e far
rivivere la maestosità e lo splendore
della Serenissima, la famosa repubblica di origine bizantina governata
dai dogi e durata oltre dieci secoli.
In quest’epoca la città di Venezia
ha creato e via via ampliato tutta
la sua potenza militare, nonché il
suo sviluppo economico, artistico,
culturale.
Numerose sono le rappresentazioni, sia in teatro che all’aperto,
in cui attori e altri artisti si travestono e impersonano varie figure
del passato, per narrare le vicende
della Serenissima e le gesta dei
suoi valorosi soldati e condottieri.
Altre maschere veneziane, invece,
incarnano personaggi totalmente
inesistenti, inverosimili, frutto della
fantasia umana.
Le attrazioni proposte accontentano i gusti di tutti, anche dei più
esigenti: troviamo ballerini, giocolieri, acrobati, musicisti, cantanti.
Centinaia sono le feste in palazzi
e nelle case dei veneziani dove da
tutto il mondo vi accorrono per
parteciparvi.
Tante sono le manifestazioni ispirate
e dedicate ad un tema che funge da
filo conduttore. Le due giornate più
importanti sono il giovedì e il martedì grasso. È il momento dell’anno
dove ricchi e poveri si sentono tutti
uguali, s’incontrano e si divertono
insieme con un solo pensiero comune, dimenticare la routine e vivere
un turbinio di eventi eccezionali che
li fanno vibrare all’unisono.
Per riflesso a questo periodo di feste
e celebrazioni, molte sono state le
feste e manifestazioni di Carnevale
organizzate tra Ginevra e Losanna,
perché i nostri connazionali ed i numerosi italofili della regione amano
vivere all’italiana e far proprie anche lontano dal Belpaese le tradizioni culturali di cui l’Italia è ricca.
Abbiamo scelto di raccontarvi una
delle stupende feste che si sono
svolte in questo periodo, a Losanna,
dov’è stato organizzato un Ballo di
Carnevale bellissimo e divertente
da Anglona Marrocco, proprietaria
della Beauty Star di Losanna - un
istituto di bellezza raccolto ed accogliente che contiene le più avvanzate tecnologie anti-aging. Ad Anglona
infatti, le basta uno sguardo per capire di cosa esattamente ha bisogno
il tuo viso, la tua pelle, il tuo corpo,
per essere al top. E con i suoi metodi, riesce a farti sparire quelle rughe
che forse non sono solo dovute al
passaggio del tempo, ma a qualche
sofferenza recente, che lei cancellerà
dal volto e dall’anima prendendosi
cura di te. E per restare nel tema
Ginevra
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Dietro quelle
maschere
personaggi
noti del
mondo
finanziario
internazionale
di Ginevra.
62
del benessere e della gioia di vivere,
Anglona organizza da diversi anni
ormai il “Carnevale di Venezia”
dove dame e cavalieri in maschera,
ornati di broccati e velluti s’incontrano per far rivivere la maestosità
ed immergersi nello splendore
della Serenissima Venezia, ridere,
divertirsi e lasciarsi trasportare con
gioia da ballo in ballo. Quest’anno il
Ballo di Carnevale è stato organizzato ai Giardini d’Italia, antico circolo
italiano di Losanna, trasformato
sapientemente in palazzo veneziano con mille candele, sete, fiori e
coriandoli. Per prima volta, Anglona ha organizzato una tombola
di beneficienza per l’Associazione
Brazelton, che si occupa di neonati
traumatizzati perché il bambino di
oggi, è il mondo di domani, come
ha spiegato Johanna Grenier, Vice
Presidente dell’Associazione durante
la serata, e l’Associazione veglia a far
dissipare ogni possibile trauma che
un bimbo possa aver sofferto alla
nascita e nei suoi primi mesi di vita.
Molti i partners che hanno generosamente contribuito a questo progetto bellissimi doni per
la tombola, prodotti di bellezza
della Beauty Stars, gioielli di Elke
Berr Creations, un capo di Haute
Couture degli stilisti Arasa-Morelli, i nuovissimi prodotti intimi e di
bellezza per la donna, Hysqia offerti
dalla creatrice Franca Scala Cova,
prodotti di bellezza della Unique
Cosmetics SA, buoni regalo di
Pfister Meubles Meyrin, per rendere
la casa più bella, doni di Modecanine, l’accessorio trendy per i nostri
amici a quattro zampe, ma anche
regali culturali, come visite guidate
di Carouge, baluardo dell’italianità
ginevrina offerte dalla Illico Travel
di Gianna Loredan e lezioni di lingue a scelta nella scuola di Davide
Damiano, sedute di cromoterapia
e tante altre belle tentazioni che
hanno fatto andare a ruba i biglietti
della tombola per una meravigliosa
causa. La presenza sul palcoscenico della piccola Laura Cadente,
“mascotte” della serata e fatina della
fortuna alla quale è toccato estrarre
i biglietti vincenti della tombola ha
reso la manifestazione ancora più
simpatica... E poi danze con Bruno
e la sua Banda e divertimento fino a
notte fonda!
Susanna GORGA
Ginevra
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L’intervista
“Dietro l’angolo”... la Puglia
Incontro con Mario Montini, direttore Enit per Svizzera e Germania
Mario Montini.
L
64
’ENIT, l’Agenzia Nazionale del
Turismo italiana, ha organizzato
a Ginevra una interessante presentazione della Regione Puglia e del
nuovo collegamento aereo della
MyAir Ginevra-Brindisi-Ginevra.
Finalmente potremmo andare a fare
un lungo o corto week-end, comodamente e velocemente in questa
bellissima regione italiana, fino ad
ora troppo “fuori mano” e di difficile accesso, per via della distanza e di
mancanza di collegamenti diretti.
Conferenza stampa e cena di
prelibatezze pugliesi tutte arrivate
direttamente da Brindisi, sono state
organizzate all’Hotel Le Richemond per la stampa, tour operators
e naturalmente non sono mancati
numerosi italiani di Ginevra nonché
ginevrini stessi, che come si sa,
amano viaggiare, specialmente in
Italia.
Un’ opportunità per scoprire una
regione dalla natura incontaminata, bagnata da un’invitante mare
turchese, ma anche luogo d’arte,
architettura, tradizione, cultura e
gastronomia. La conferenza, coordinata da Mario Montini, Direttore
Generale dell’ENIT per la Svizzera,
ha riunito interessanti relatori come
il Console italiano a Ginevra, Alberto Colella, Marco Franchini, Direttore Generale di Aeroporti di Puglia,
Giovanni Brigante, Presidente della
Camera di Commercio di Brindisi,
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Vincenzo Soddu, Vice-Presidente
della compagnia aerea MyAir e il
Direttore Commerciale, Lorenzo
Lorenti; poi un ospite speciale: il
Maestro Carlo Bernardini che ha
realizzato l’opera d’arte permanente
intitolata “Light Waves” nell’appena
rinnovato aeroporto di Brindisi.
Un progetto d’arte audiovisia luminosa e tridimensionale che riempie
la struttura aeroportuale con un gioco di luci tra cielo, terra e mare, per
sottolineare l’amore per l’arte che gli
aeroporti di Puglia hanno tenuto ad
integrare alla loro terra, e nella loro
struttura, come primo impatto culturale per i turisti italiani che arrivano
nella regione dal cielo.
Marco Montini ha illustrato le
diverse sfaccettature del turismo
in Puglia, la sua operatività, che da
qualche anno si sta sviluppando
in modo capillare e che presenta
un’ampia panoramica di offerte
innovative e differenziate. Ha anche
annunciato un viaggio stampa e
con i tour operators per il mese di
maggio per far conoscere la regione
in prima persona. Da quattro anni,
gli aeroporti di Puglia (con scali a
Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie)
sono molto attivi nella promozione
turistica della regione e rappresentano un elemento essenziale per lo
sviluppo economico e sociale della
regione. Marco Franchini, Direttore
Generale degli aeroporti ha sottolineato che 300 milioni di euro sono
stati investiti per la modernizzazione
dei quattro aeroporti e 12 milioni
sono stati messi a disposizione per
attivare rotte importanti come quella
che lega Ginevra alla Puglia. Ormai
solo un’ora e 40 secondi di volo ci
divide dal Salento, una delle più
belle località turistiche italiane, che
offre luoghi, tradizioni ed esperienze capaci di affascinare italiani e
stranieri l’anno intero.
Per Il Foglio Italiano c’era anche
il nostro direttore Ilio Masprone e
Renata Rivella, giunti appositamente da Monte Carlo. La conferenza è
stata anche l’occasione per incontra-
re Mario Montini, Direttore Generale dell’ENIT per la Svizzera e per
altri 11 Paesi Europei.
Dottor Montini, l’ENIT organizza
numerose attività promozionali,
quali i progetti per la Svizzera e
quali i prossimi eventi?
“Per l’ENIT, la Svizzera fa parte
dei tre mercati privilegiati, assieme alla Germania e all’Austria
- che rappresentano insieme, oltre
il 50% del turismo che sceglie
l’Italia. Nel 2009 è prevista una
campagna promozionale mondiale di stampa e pubblicità online
ed in televisione, e la Svizzera
sarà uno dei mercati target.
Abbiamo previsto diversi Roadshow Summer Destinations,
la partecipazione al Salone del
Libro e della Stampa di Ginevra,
al Festival Jazz di Montreux, ed
un bel progetto di co-marketing
con il Foglio Italiano per il Gala
Foglio D’Oro, che si terrà il 12
giugno all’Hotel Ritchmond di Ginevra, nonché per il concerto di
Gala per la Conferenza Mondiale
sul Clima. Inoltre, diamo molta
importanza allo sviluppo del nostro sito internet (per ora quello
tedesco), ed abbiamo puntato sul
suo rinnovamento perché sempre più turisti si ‘costruiscono’
il viaggio da soli. Noi dobbiamo
essere capaci di offrire tutte le
informazioni possibili sulla loro
vacanza in Italia. Infatti, siamo
arrivati al punto che il turista
può assemblare e stampare la sua
propria brochure che lo guiderà
durante il viaggio. L’obiettivo è di
far diventare questo sito pilota, il
sito ENIT nel mondo. Fra l’altro,
abbiamo anche indetto un concorso che premia la più bella foto
delle vacanze in Italia. Attraverso
un sito interattivo, cerchiamo
di creare un dialogo tra noi ed i
turisti attratti dall’Italia. In questo
modo possiamo mettere a punto
una ricerca di mercato molto
dettagliata, con statistiche per
prodotti e città e capire i punti
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Di Susanna Gorga
[email protected]
Sotto,
l’Artista
dell’opera
“Light Waves”
dell’aeroporto
di Brindisi
assieme a
Renata Rivella
ed il nostro
Direttore Ilio
Masprone.
positivi e negativi, con lo scopo
di reagire meglio e modellare
l’offerta, ed con il risultato che
possiamo proporre un’offerta
calibrata e perfezionata”.
Nel vostro target, una speciale attenzione ed azione promozionale sono
dirette verso gli italiani residenti all’estero per attirarli a visitare il loro
Paese d’origine ? Qualche esempio
recente?
“Non sono previste iniziative
particolari per gli italiani residenti all’estero, la nostra vuole essere
una promozione generale, ma
vorrei incontrare i diversi consoli
generali d’Italia degli 11 Paesi di
cui sono responsabile in Europa e
trovare delle sinergie di collaborazione in modo da far diventare
gli italiani, gli ‘Ambasciatori’ del
nostro turismo.
Ad esempio, l’anno scorso, abbiamo indetto un concorso con le
scuole, in collaborazione con il
Consolato italiano in Germania,
attraverso il nostro sito internet
- www.enit.de - dedicato ai bambini, con lo scopo di insegnargli a
conoscere l’Italia giocando e vincendo dei premi, come ad esempio dei kit di disegno e viaggi in
Italia per tutta la famiglia”.
Ci parli del ruolo dell’ENIT per la
promozione del turismo in Italia.
Come siete organizzati e dove siete
presenti?
“L’ENIT è stata fondata 90 anni
fa ed ha la sede centrale a Roma.
La rete estera è formata da 26
uffici nel mondo. L’attività di
promozione viene svolta attraverso workshop per gli operatori dei
mercati esteri, educational tours,
viaggi stampa in Italia, presentazioni di Regioni e Province
italiane nei singoli mercati, azioni
di co-marketing con compagnie
aeree, tour operators e grandi
aziende italiane. È un’ente pubblico non economico, al servizio
dell’ imprenditoria privata e pubblica italiana e svolge un ruolo
fondamentale per la promozione
turistica dell’Italia nel mondo in
sinergia con le Regioni e l’industria turistica italiana.
Coordina e realizza programmi
comuni con le Regioni e partecipa a progetti integrati di promozione dotando le Regioni stesse di
una struttura e di una rete internazionale al loro servizio. L’ENIT
è uno strumento indispendabile
non solo per la promozione del
turismo, ma anche per l’arte, la
moda, lo spettacolo, la cultura,
le tradizioni, la gastronomia, il
‘Made in Italy’”.
Com’è posizionata l’Italia come
meta turistica in paragone ad altri
Paesi, per gli stranieri e per gli
italiani stessi?
“Per quanto riguarda gli «arrivi»
totali, l’Italia è al 5° posto delle
destinazioni turistiche nel mondo. L’Italia si distingue dagli altri
Paesi grazie alla sua offerta variegata: turismo balneare, culturale,
invernale, termale, congressuale,
gastronomico, ecc... Inoltre si distingue per un turismo di qualità
e non di massa e noi puntiamo
su quello. Per questo la Svizzera
rappresenta per noi un importante mercato. L’Italia, con le sue 20
regioni è un Paese con un’offerta
molto varia ed incontra il gusto
di moltissimi, ma l’appeal più famoso è senz’altro lo ‘stile di vita’
italiano, apprezzato unanimamente in tutto il mondo”.
Con la crisi economica mondiale, gli
Sopra.
Da sinistra:
Carlo Bernardini, l’artista,
Giovanni
Brigante,
Presidente
della Camera
di Commercio
di Brindisi,
Marco
Franchini,
Direttore
Generale
degli Aeroporti
di Puglia,
Marco Mon-
tini, Direttore
Generale
dell’ENIT,
Alberto Colella,
Console Generale d’Italia,
Ginevra,
Vincenzo
Soddu, Vice
Presidente
della compagnia aerea
MyAir e
Lorenzo Lorenti, Direttore
Commerciale
di MyAir.
italiani preferiscono rimanere nel
nostro Belpaese e scoprire le tante
meraviglie nostrane, oppure si spingono verso mete più lontane?
“L’ENIT non registra «l’outgoing»
degli italiani, ma il turismo nazionale svolge un ruolo importante,
anzi si può dire chè rappresenti
il nostro mercato principale. A
secondo delle Regioni, gli arrivi
di turisti italiani sono il doppio
di quelli degli stranieri, come ad
esempio in Sicilia o in Sardegna”.
Quali le città maggiormente visitate?
Preferenze tra Nord e Sud... dove il
collegamenti aeroportuali migliori,
nuove installazioni turistiche, nuovi
alberghi... ci dia un “up-date” dell’offerta turistica in generale.
“Le città più visitate sono Roma
(8.3 milioni), Firenze (4 milioni),
Venezia (3.6 milioni). Roma in
particular modo ha registrato
una crescita di flussi turistici
dap arte dei pellegrini. Ma sia al
Nord che al sud ci sono destinazioni molto richieste. Al nord ha
ripreso il Lago di Garda, la Costa
Adriatica, la Toscana, il Veneto, il
Trentino e l’Alto Adige per quanto riguarda le vacanze invernali.
Al Sud le più visitate sono la
Sicilia, la Sardegna e la Puglia”.
65
Ginevra
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Brevi da...
O.N.DA e O.M.S: alleanza di donne del mondo
Insieme per meno parti cesarei e più attenzione alla salute materna
66
Dieci parlamentari di O.N.DA sono
state invitate dall’OMS, nell’ambito
di un nuovo progetto con l’obiettivo
di programmare aiuti internazionali per la salute riproduttiva nei
paesi in via di sviluppo e riportare
i parti cesarei in Italia nella media
europea. Sono stati questi i contenuti delle due mozioni discusse
durante il 1°Incontro Internazionale
sulla salute riproduttiva, promosso
dall’Osservatorio Nazionale sulla
salute della Donna (O.N.Da) in
collaborazione con l’Organizzazione
Mondiale della Sanità nella sede di
Ginevra e la Partnership per la Salute Materna, Neonatale ed Infantile.
Le mozioni che verranno presentate
in Senato dalle Senatrici Rossana
Boldi (Presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea)
e Laura Bianconi (Membro della
Commissione Sanità e vice presidente dei senatori del Pdl), parlamentari che aderiscono ad O.N.Da
- rappresentano la prima concreta
risposta all’appello, proprio dell’OMS, per un maggiore impegno a
favore della salute materna infantile
ed in particolare della salute riproduttiva. Migliorare la salute materna
è infatti il quinto degli otto “Millenium Development Goals” (MDG),
con l’obiettivo di ridurre il tasso di
mortalità materna di tre quarti entro
il 2015. Il quarto MDG è di ridurre
il tasso di mortalità infantile di due
terzi. “Questo incontro, il primo
di una serie di appuntamenti annuali che il nostro Osservatorio,
primo ed unico in Italia, promuoverà in collaborazione con l’O.
M.S e la Partnership - ha spiegato
la presidente di O.N.Da, Francesca
Merzagora – ha permesso per la
prima volta di fare il punto sulla
salute materno infantile in Italia,
sull’eccesso di parti cesarei e di
L’arte al servizio
della salute
La presenza di opere d’arte e della
cultura negli Ospedali Universitari
di Ginevra (HUG) datano ormai
di una decina d’anni. Per la maggior parte si tratta di esposizioni
e concerti organizzati per i medici, pazienti, lo staff medico ed
infermieristico, per le famiglie ed
i visitatori. Iniziative che fanno
parte di una strategia politica per
dare all’arte uno spazio privilegiato
nell’accompagnamento dei malati
in generale, e specialmente diretto a quelle persone sofferenti fin
di vita. In questo contesto è stato
lanciato ufficialmente all’Ospedale
di Ginevra il progetto internazionale
dell’Associazione “Art for Palliative
Care” il cui scopo è di offrire opere
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Sophia Loren, con il Console
Alberto Colella e la signora Maria
Rosaria.
d’arte ai maggiori centri di cure
palliative d’Europa, degli Stati Uniti
e Asia. Il primo dono è stato offerto
al centro di cure continue degli
ospedali di Ginevra e questo progetto si estenderà ad altri 19 Paesi,
che fanno parte del programma per
medicalizzazione, e sulla politica
estera italiana in merito agli aiuti
alla salute riproduttiva. Sembrano argomenti diversi, ma in realtà
hanno un denominatore comune:
la salute della donna, in Italia e
nel mondo, e del suo bambino”.
“L’Italia - ha tenuto a sottolineare
il Mario Merialdi, del Dipartimento
di Salute Riproduttiva dell’OMS - è
stata infatti fra le prime nazioni a
rispondere al nostro appello con
un’ iniziativa concreta che coinvolge non solo tecnici ed esperti,
ma anche parlamentari e quindi
il mondo politico. Grazie all’impegno di O.N.Da, siamo inoltre
riusciti a coinvolgere parlamentari del Governo e dell’opposizione,
garantendo una necessaria continuità di azione in merito a questa
tematica trasversale. Ecco perché questo incontro riveste una
grandissima importanza. Inoltre,
continua Merialdi, «quest’anno
tocca all’Italia ospitare il G8. E
con in mano i risultati di questo
primo incontro, avremo la forza
per promuovere la salute materno
infantile tra gli obiettivi chiave
di questo incontro al vertice e
richiedere impegni vincolanti da
parte dei Governi”. Avere un bambino dovrebbe essere un’esperienza
straordinaria, eppure, per 1a donna
il miglioramento delle cure paliative
dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità. Questa prima serie è stata
creata dalla connazionale Patrizia
Righetti assieme a Robert Combas,
padrino della manifestazione.
La particolarità di queste opere,
dipinte a quattro mani, riposa su un
“gioco” di fosforescenze che offrono
una visione diversa il giorno e la
notte, ed addobbano le stanze dei
malati. Patrizia Righetti ha spiegato
che l’idea di questi quadri è venuta
in seguito alla perdita di un cara
persona rimasta per lungo tempo
nell’unita di terapia intensiva in
condizioni gravi. Presenti alla manifestazione anche Sophia Loren, madrina del centro di cure continuate
dell’HUG, assieme a Pierre-François
Unger, Consigliere di Stato per la
Sanità e Philippe Douste-Blazy, Vice
Segretario dell’ONU.
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A cura di Susanna Gorga
[email protected]
su 16 nei Paesi in Via di Sviluppo
(PVS), la maternità può causare la
morte e per molte altre sofferenze e
malattie anche gravi. “Ogni anno,
- ha commentato la senatrice Rossana Boldi (nella foto) - circa 530
mila donne e 3 milioni di neonati
muoiono a causa di complicazioni
legate alla gravidanza e al parto.
Quasi tutti i decessi si verificano
nei paesi in via di sviluppo e nella
stragrande maggioranza dei casi
si tratta di morti evitabili”.
Dati scoraggianti, numeri che le
Nazioni Unite e, appunto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità
si sono impegnate a ridurre di tre
quarti entro il 2015. Ma, nonostante
le dichiarazioni ufficiali, ad oggi
troppo poco è stato fatto.
“La maggior parte dei paesi occidentali - ha continuato la Boldi
- ha mancato la propria promessa
di aiuti internazionali. Compresa
l’Italia, che ad oggi vanta un notevole ritardo negli stanziamenti a
favore dello sviluppo, con percentuali ben inferiori allo 0,33% del
Pil promesso”. Eppure migliorare
la salute materna infantile nei paesi
in via di sviluppo è importantissimo
per molti motivi.
“È evidente - sottolinea ancora
la Boldi - che aiutando i Paesi
più poveri, contribuiamo a una
maggiore stabilità mondiale,
sotto il profilo sanitario, sociale e
politico. Sta a noi muoverci nella
giusta direzione.
E questa mozione è il primo
passo”. Flavia Bustreo, Vice
Direttrice della Partnership per la
Salute Materna Infantile concorda
con la Senatrice: “I Parlamentari
hanno veramente la possibilità
di muovere gli aiuti nella giusta
direzione, di fatto diversi paesi
lavorono già in questa direzione,
ed ora anche l’Italia. Nonostante
il lavoro da fare, ci sono anche
dati incoraggianti: l’aiuto mondiale alla salute materna-infantile è
passato da 2.119 milioni di dollari
nel 2003 a 3.482 milioni nel 2006,
che rappresenta un 3% dell’importo lordo totale degli aiuti
nel 2006, e quindi la tendenza è
positiva” commenta la Bustreo.
Un primo passo parallelo da compiere è nel campo della regolamentazione del taglio cesareo in Italia,
proposta dalla Senatrice Laura
Bianconi. “Secondo un’indagine
Istat – ricorda la senatrice – l’Italia
risulta il primo Paese in Europa per ricorso a questo tipo di
intervento. Il fenomeno sembra
riguardare in particolare il Sud
Italia dove la media di interventi
di taglio cesareo è del 45,2% (con
picchi di oltre il 60% in Campania) mentre secondo l’OMS non
dovrebbe superare il 20%. Per
questo ritengo che il Governo
dovrebbe impegnarsi maggiormente con ulteriori strumenti per
promuovere la salute materna
infantile e in particolare la salute
riproduttiva e una maggiore informazione delle donne”. Nel caso
del taglio cesareo i dati evidenziano,
infatti, come nelle regioni dove
esiste una cultura dell’informazione
sui rischi associati al taglio cesareo,
l’incidenza di interventi è in linea
con le raccomandazioni dell’OMS.
“Una maggiore informazione commenta la Bianconi - spingerebbe sicuramente le future mamme
a ponderare meglio la scelta tra
parto naturale e parto cesareo”.
Le azioni di informazione-formazione dovrebbero riguardare però
anche gli operatori sanitari. I dati
Istat mostrano infatti come il ricorso
ai parti cesarei sia sensibilmente
maggiore nelle cliniche private e
nei piccoli ospedali. Strutture che in
molti casi non possiedono gli strumenti e la preparazione sufficienti
ad affrontare le eventuali complicazioni di un parto naturale.
Il risultato è la tendenza crescente, da parte di queste strutture, a
ricorrere ai parti cesarei, considerati
maggiormente gestibili sotto il profilo sanitario. Per ovviare al problema,
la mozione che presenterà a breve la
Senatrice Bianconi parla chiaro:
“È necessario stendere nuove
Linee Guida, diffondere strumenti
di informazione sui rischi e benefici del taglio cesareo su tutto il
territorio nazionale, e soprattutto stanziare fondi alle strutture
regionali per favorire l’accesso
all’epidurale”.
67
GEINFO: nuovo Welcome Service per gli stranieri di Ginevra
Ginevra è conosciuta per essere la
più piccola città “internazionale”
del mondo, ma sede del più gran
numero di organizzazioni e multinazionali. I circa 40,000 funzionari,
nonché lo staff dell’ONU e gli uffici
consolari, godono dei servizi del
CAGI - Centro d’Accoglienza della
Ginevra Internazionale - che li
aiuta ad installarsi. Fino ad ora, non
esisteva nessun servizio simile per
gli “expats” (espatriati) e le famiglie
- migliaia di persone che sono a
Ginevra per lavoro. Per rispondere a
questo bisogno, otto partners hanno
creato il nuovo servizio “Geneva Expat Information” (GEinfo):
l’aeroporto internationazionale di
Ginevra, la Camera di Commercio, dell’Industria e dei Servizi di
Ginevra, la Camera Immobiliare
ginevrina, l’Unione Svizzera dei
Professionnisti dell’Immobiliare, la
Federazione delle Società Romanda
di Ginevra, la Fondazione Genève
Place Financière, la Fondazione
Hans Wilsdorf, Genève Tourisme &
Bureau des Congrès, ed il Gruppo
delle Società Multinazionali. L’obiettivo principale è di fornire informazioni amministrative concernente
la sanità, le assicurazioni malattia,
divertimenti, manifestazioni e
servizi utili per accogliere al meglio
queste famiglie. Per informazioni ed
assistenza, i nuovi arrivati possono
consultare il sito www.geinfo.ch o
telefonare allo (+41) 22.819.9119,
ed allo sportello aperto alla Camera di Commercio, in Boulevard
du Théâtre, 4. Basti sapere che le
multinazionali di Ginevra impiegano
circa 57000 persone nella regione,
e ciò rappresenta un impiego su tre
nella zona. E come ha sottolineato il
Consigliere di Stato Pierre-François
Unger, durante la conferenza stampa
di lancio di questo atteso servizio,
“anche se la città e la regione
di Ginevra offrono una qualità
di vita ecezzionali, una fiscalità
attraente, una situazione logistica
centrale in Europa ed una mano
d’opera qualificata e multilingue,
le abitazioni e gli asili nido sono
ancora insufficienti per servire questi numerosi stranieri in
arrivo e questa nuova piattaforma
d’informazione era necessaria
e sarà essenziale per i prossimi
anni , visto lo sviluppo internazionale sempre più ampio della
regione”.
Ginevra
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Brevi da...
A cura di Susanna Gorga
[email protected]
Barriere - Mostra di un italiano a Ginevra
L’esposizione fotografica intitolata
“Barriere”, organizzata al Palazzo
delle Nazioni Unite dalla Missione
Permanente d’Italia presso l’ONU,
non avrebbe potuto essere stata presentata a momento migliore, e cioè
durante la seduta del Consiglio dei
Diritti dell’Uomo, riunito per esaminare i rapporti di vari paesi membri,
e proprio dirimpetto alla sala di riunione del Consiglio, dove spesso le
discussioni urtano contro numerose
barriere relative al tema dei diritti
dell’uomo. L’autore dell’esposizione,
Michele Caracciolo di Brenza, è un
giovane italiano residente a Ginevra
da tre anni. Dopo gli studi in Italia,
ha continuato la sua formazione
all’Università di Ginevra in storia e
politica internazionale, ma la fotografia è la sua passione. Fatto palese
che traspare in questa esposizione
che ci invita ad immergerci nella
riflessione e che ci aiuta a comprendere meglio l’ambiente che ci
circonda e probabilmente noi stessi.
Barriere, è la sua prima esposizione
all’ONU di Ginevra ?
68
“In effetti è la prima volta che
ho l’opportunità di esporre al
Palazzo delle Nazioni. A Ginevra,
invece, ho già esposto in due galerie diverse”.
Come ha avuto l’idea di questo tema
dedicato alle “barriere”?
“Ho lavorato su questo progetto durante due anni. Le 60 foto
scelte per l’esposizione sono state
scelte tra 3,000 clichés. Amo
viaggiare perché viaggiando ci
rendiamo conto quante barriere
ci circondano: linguistiche, fisiche, di comprendimento, religiose, e tante altre ancora. Anche
per entrare all’ONU ci sono delle
barriere. Barriere superabili, ma
di fatto ci sono”.
Guardando il muro di Boston
costruzione di pietra, o ancora
altre immagini ci rendiamo conto
che le barriere sono spesso fatte di
materiali abbastanza belli, ma è la
loro finalità a riflettere tristezza ed
a volte un vero e proprio senso di
tragedia.
“Ha ragione. La pietra è una
bellissima materia che serve a
costruire ogni sorte di muri ed il
filo elettrico è molto efficace per
delimitare i terreni riservati alle
mucche. Anche il passaggio pedonale è una barriera per proteggerci dalle macchine. La barriera
non ha sempre una connotazione negativa, e non è nemmeno
sempre percettibile, anche se il
più delle volte serve a proteggere
qualcuno o qualcosa. Le barriere
esistono dapertutto nonostante il
posto o il momento in cui le foto
sono state scattate”.
Arrivando a Ginevra da straniero,
si è imbattuto a degli ostacoli linguistici o di altra natura ?
“Qualcuno disse una frase molto
giusta: ci sono 5 continenti e c’è
Ginevra - Questa città è talmente
cosmopolita che personalmente,
non ho avuto nessun problema ad
integrarmici. Lo spirito di apertura è una costante nella reputazione di Ginevra. Risento nell’aria la
tolleranza degli uni verso gli altri.
È un posto davvero eccezionale.
I vent’anni
del cenacolo
Quest’anno è stato celebrato il 20°
anniversario del Cenacolo, un’Associazione culturale fondata a Yverdon
dalla Marchesa Zacchia e da suo
marito Gianluigi con lo scopo di
diffondere, tramite artisti di fama
internazionale, l’arte, la poesia, la
musica, il cinema e quanto di meglio la cultura italiana può offrire.
Le attività del Cenacolo sono sostenute dai numerosi soci svizzeri e
italiani animati dall’amore per l’arte.
Quest’anno il Cenacolo, in occasione delle celebrazioni, in collaborazione con il Consolato Generale
d’Italia a Losanna, ha organizzato
il “Festival di Musica Italiana nel
Mondo” che si è svolto in due serate
con concerti a Yverdon e Champpittet. Nel castello di Yverdon,
alla presenza del Console Adolfo
Barattolo e di autorità del Cantone
del Vaud, si è tenuto un concerto di
musica classica per violino e pianoforte del Duo Gazzana, composto
da due giovani e bravissime sorelle,
Natascia e Raffaella reduci da una
lunga tournèe in Giappone e Corea,
Da sinistra, Enrica Borsari, l’Assessore alla cultura di Inzago, Marzia
Zacchia, presidente del Cenacolo ed in secondo piano a destra, il Console Adolfo Barattolo.
e del pianista Adalberto Riva in
collaborazione con la soprano Veronique Mercier. È seguita la premiazione per i migliori temi di lingua
italiana nel mondo alla presenza
della Preside Eliana Padoan per il
cantone del Vaud e di Friburgo e di
tutti gli insegnanti di lingua italiana del Consolato nell’ambito della
manifestazione annuale dell Lingua
Italiana nel Mondo. La serata è stata
arricchita dalla mostra sul Maestro
Adolfo Fumagalli a cura del comune
di Inzago (Milano) rappresentato
dall’assessore alla cultura, seguita da
un cocktail.
La seconda serata di celebrazioni
si è svolta nel castello di Champpittet, alla presenza delle stesse
autorità, con un concerto in cui si
sono avvicendati i maestri Riva al
pianoforte e Bartoletti al violoncello
e il duo del flautista Delafontaine e
del fisarmonicista Fedorov.
Ginevra
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BERLINO
Fiera del turismo 2009,
a Berlino si rilancia il turismo
Premio Campiello
Europa a Berlino
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Scajola a Berlino: cooperare
per la ricerca e lo sviluppo
Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
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Segue
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í
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Fiera del
turismo 2009
Da Berlino Vittoria Michela Brambilla
rilancia il turismo italiano
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Nella pagina
a lato,
Michela
Vittoria
Brambilla
al Padiglione
Italia
della Fiera
del Turismo.
Sotto,
a Messengelände,
il grande
centro
fieristico
di Berlino.
BERLINO
Di Gherardo Ugolini
[email protected]
S
arà colpa della grave crisi economico-finanziaria internazionale,
sarà che in tutti i decenni del Dopoguerra i nostri governi, indipendentemente da loro colore politico,
non hanno mai concepito e tantomeno realizzato una consapevole
strategia per sviluppare il turismo
“made in Italy”, sarà forse anche per
le interferenze, le incomprensioni
e i conflitti di competenza che si
registrano tra strutture nazionali e
enti locali. Fatto sta che il turismo
italiano versa in cattive condizioni di salute e pur continuando
ad essere una risorsa vitale per la
nostra economia, annaspa tra mille
difficoltà. Vediamo qualche dato
reso noto recentemente: rispetto al
2008 si registra nel settore turistico
una perdita di fatturato pari a 4
miliardi di euro, ovvero lo 0,3% del
Pil nazionale. Oltre 40mila occupati
nel turismo hanno perso il posto di
lavoro. I numeri sulle prenotazioni
delle prossime vacanze estive non
sono per niente incoraggianti. Sono
dati preoccupanti su cui è necessario riflettere. A ciò va aggiunto
che continuiamo a pagare per
un’immagine negativa che ci resta
appiccicata addosso ed è difficile da
cancellare: le fotografie dei mucchi
di spazzatura per le strade di Napoli
all’estero non li hanno dimenticati.
La verità è che per troppo tempo
il turismo è stato considerato un
divertissement opzionale e non
un’attività produttiva che rappresenta il 10% del Pil e che coinvolge 2,5
milioni di operatori. È mancata e
manca una politica nazionale capace
di programmare strategie di sviluppo, cosa che invece è accaduta in
Francia e in Spagna.
L’attenzione verso il ricco mercato
tedesco, per esempio, sembra essere
troppo debole e scontata. Certo,
i tedeschi continuano a venire
in massa a prendere il sole sulle
nostre spiagge e a visitare le nostre
città d’arte, ma sono sempre meno
e il loro soggiorno tende a durare
sempre meno giorni. La Spagna si
è affermata da anni quale destinazione più amata dai turisti tedeschi
superando e distanziando il Belpaese, che ora deve temere anche
la concorrenza di Grecia, Croazia
e Turchia. Il fatto è che le vacanze
in Italia costano troppo: i prezzi di
alberghi e ristoranti sono giudicati
eccessivi, spesso non all’altezza degli
standard di ospitalità e accoglienza.
Un’ottima occasione per riflettere
su tutto questo e per individuare
possibili soluzioni è stata la recente
ITB, Internationale Tourismusbörse,
ovvero la Fiera Internazionale del
Turismo, svoltasi a Berlino dall’11 al
15 marzo scorso. Si tratta della più
grande manifestazione del settore
turistico di tutto il mondo. Quest’anno, per la 45esima dizione, sono
intervenuti ben 11.100 espositori in
rappresentanza di 187 paesi. Anche
l’Italia ha fatto la sua parte: gli uffici
ENIT di Germania hanno allestito
un grande padiglione di 1700 mq in
cui hanno trovato ospitalità dodici
regioni che si sono presentate ai
giornalisti e al pubblico con le loro
varie proposte e strategie.
Oltre Matteo Marzotto, presidente
nazionale dell’ENIT Agenzia per
il Turismo, è intervenuta anche
Michela Vittoria Brambilla, attuale
sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio con delega al Turismo.
È lei adesso, l’ex imprenditrice ed
ex modella di Calziocorte, paesino
della provincia di Lecco, a tenere le
redini politiche del turismo italiano.
Da quando qualche tempo fa è stata
scoperta da Silvio Berlusconi, la sua
ascesa ai vertici del partito di Forza
Italia è stata inarrestabile. Ed è molto probabile che presto la Brambilla
assuma la carica di vero e proprio
ministro del turismo, non appena il
governo darà seguito all’annuncio
di voler riesumare il Ministero del
Turismo, abolito nel 1993 in seguito
ad un referendum popolare.
Nel suo tour presso la Fiera berlinese il sottosegretario Brambilla ha
mostrato molto impegno e voglia
di fare. E non si è certo risparmiata: ha preso parte alla conferenza
stampa organizzata dall’ENIT sulla
promozione del brand Italia, ha incontrato Klaus Laepple, presidente
del Deutscher Reiseverband, e i più
importanti operatori tedeschi del
settore. Successivamente, ha avuto
anche un colloquio con l’incaricato
del governo federale per il Turismo,
Ernst Hinsken, nel corso del quale
sono stati affrontati i temi prioritari,
utili a rafforzare l’interscambio di
flussi turistici. “In un momento
di crisi come quello attuale è
importante sostenere settori che
possano dare ritorni in tempi
73
Berlino
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A sinistra,
un momento
della
conferenza
stampa
sul turismo
italiano.
74
brevi, e per l’Italia il turismo è
certamente un settore strategico.
Abbiamo la materia prima, che è
la ricchezza dell’Italia, e dobbiamo impegnarci a risolvere quelle
che sono le criticità del Paese”:
con queste parole la Brambilla si
è presentata ai giornalisti italiani e
stranieri. Sull’ipotesi di un ritorno
ad un’autorità politica nazionale
(il Ministero del Turismo, appunto), con la funzione di coordinare
l’azione delle singole regioni e di
rilanciare gli uffici dell’ENIT nel
mondo, la Brambilla ha sostenuto
che “è una priorità assoluta per
il sistema Italia perché per la
prima volta nella storia del nostro
Paese la gestione del turismo sarà
affidata ad un’autorità governativa centrale che si occuperà solo e
soltanto di turismo”. L’allusione è
riferita all’epoca in cui esisteva un
unico megaministero, pieno di burocrazia e inefficienza, che si occupava
contemporaneamente di turismo,
spettacolo e altro.
Ma come sarà il 2009 dal punto di
vista del turismo italiano?
Il sottosegretario non nasconde le
sue preoccupazioni, accompagnate
però da una buona dose di volontà
di miglioramento “Sul fronte del
turismo il 2009 sarà un anno molto particolare a causa della crisi,
e l’Italia si prepara per questo ad
offrire pacchetti particolarmente
competitivi. Presto partiranno
delle campagne promozionali finalizzate a favorire la conoscenza
del nostro paese agli stranieri e
anche ai molti italiani, che spesso
non ne conoscono tutti i tesori
e le bellezze”. Alla domanda su
come si possa rilanciare l’immagine
turistica dell’Italia dopo lo scandalo
dei rifiuti a Napoli dell’anno scorso,
la Brambilla ha risposto che le
campagne promozionali da lei progettate cercheranno precisamente di
mostrare al mondo che in Italia la
crisi dei rifiuti è stata superata una
volta per tutte.
Certo, l’immagine di Napoli coperta
di sacchi neri ha fatto il giro dei
giornali e delle tv di tutto il mondo;
perciò noi abbiamo la necessità
di andare in quei paesi portando
un’immagine dell’Italia di oggi.
Un argomento al centro dell’attenzione riguarda i rapporti con i turisti
tedeschi. La Germania rappresenta
notoriamente dal Dopoguerra il
primo mercato di incoming dell’industria turistica italiana. Però
negli ultimi anni si è registrata una
sensibile diminuzione delle presenze tedesche in Italia. E allora sorge
spontanea la questione: che fare per
rilanciare il turismo dei tedeschi
verso il Belpaese? “Quello con la
Germania è un rapporto speciale.
Ogni anno arrivano nel nostro
Paese circa nove milioni di turisti
tedeschi. Voglio sottolineare che
per l’Italia i tedeschi non sono
considerati ‘clienti’ ma ‘partner’.
Tra i nostri due paesi è infatti in
essere una vera e propria partnership, che si pone come garanzia
di continuità nelle scelte in ambito turistico, nel solco degli ottimi
rapporti consolidati negli anni.
Nelle prossime settimane verrà
presentata dall’ENIT una nuova
iniziativa: una sorta di ‘helpline’
specificamente dedicata al turista
tedesco in Italia”. Ma non è tutto:
“Il nostro governo ha stretto un
accordo con Francia e Spagna,
i nostri storici competitor, per
promuovere i tre paesi in maniera congiunta, con un pacchetto
internazionale. Questo pacchetto
si rivolge fuori dai confini dell’Europa, per esempio ai mercati
asiatici e al Sud America”.
Una critica che si sente ripetere
spesso è che il soggiorno in Italia costa troppo e proprio questo
fattore contribuisce a dirottare molti
turisti verso lidi più competitivi. Per
superare questa difficoltà “l’offerta
italiana si sta attrezzando così da
poter garantire ai turisti di tutto
il modo pacchetti di viaggio a
prezzi particolarmente competitivi e molto flessibili dal punto
di vista della durata, garantendo
comunque i migliori comfort e i
migliori servizi”. Intanto Michela
Vittoria ha ricordato che il suo dicastero ha già raggiunto un risultato
importante: “Abbiamo risolto una
volta per tutte l’annosa questione
delle stelle nella nostra classificazione alberghiera con valutazioni
differenti da regione a regione
che disorientavano i turisti stranieri. Con un apposito provvedimento il governo italiano ora ha
individuato un unico standard
nazionale”.
Per rilanciare il turismo occorrono
buone idee, ma anche cospicue
risorse finanziarie. Tuttavia, in
tempi di crisi la logica prevalente è
quella del risparmio e infatti l’ENIT
chiuderà alcune sedi estere tra le
quali proprio quella di Berlino. La
Brambilla ha ammesso che “occorrerebbero risorse molto ingenti
e insieme alle regioni vedremo
come fare, ma purtroppo su questo fronte la dotazione di risorse
in seno al settore del turismo è
limitata. Quanto alle sedi estere
dell’ENIT è necessario procedere
ad una razionalizzazione. Chiuderà Berlino, è vero, però apriranno
nuove filiali nei paesi asiatici,
laddove è prevedibile nei prossimi
anni un boom di flussi turistici”.
Gherardo UGOLINI
Berlino
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PREMIO CAMPIELLO
EUROPA A BERLINO
I
l celebre premio letterario Campiello sbarca in Germania. Anzi,
è già sbarcato perché la versione
“europea” non è una novità di
quest’anno. Il concorso istituito nel
2005 dalla Fondazione Il Campiello,
è nato con l’obiettivo di promuovere
la narrativa italiana contemporanea
all’estero. Si rivolge ad opere di
narrativa italiana contemporanea
pubblicate e tradotte in lingua straniera (in questo caso in tedesco) ed
è promosso ed organizzato da Confindustria del Veneto - Fondazione
Il Campiello, in stretta collaborazione con le Ambasciate Italiane e
gli Istituti Italiani di Cultura. Per
questa seconda edizione del Premio
Campiello Germania sono stati selezionati otto romanzi che concorrono per ottenere la vittoria finale.
L’annuncio dei romanzi finalisti è
stato dato a Berlino nella sede dell’Ambasciata d’Italia nel corso della
conferenza stampa di presentazione
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del Premio alla quale hanno preso
parte Alessandra Pivato, Presidente
del Comitato di gestione di Campiello Europa, l’ambasciatore Antonio
Puri Purini, e il prof. Angelo Bolaffi,
direttore dell’Istituto Italiano di
Cultura di Berlino, nonché i membri
del Comitato tecnico e quelli della
Giuria dei letterati.
I romanzi finalisti, selezionati dal
Comitato tecnico, tra i quali la
Giuria dei letterati dovrà scegliere
il vincitore, sono i seguenti: “Fata
Morgana” di Gianni Celati (pubblicato nella versione tedesca con
lo stesso titolo da Wagenbach e
tradotto da Marianne Schneider),
“Ragionevoli dubbi” di Gianrico
Carofiglio (nella versione tedesca
“Das Gesetz der Ehre”, edito da
Goldmann e tradotto da Claudia
Schmitt), “Il mangiatore di pietre”
di Davide Longo (nella versione
tedesca “Der Steingänger”, edito da
Wagenbach e tradotto Suse Vetter-
lein), “Il viaggiatore notturno” di
Maurizio Maggiani (nella versione
tedesca “Reisende in der Nacht”,
edito da Edition Nautilus e tradotto
da Andreas Löhrer), “Alla cieca” di
Claudio Magris (nella versione tedesca “Blindlings”, edito da Hanser e
tradotto da Ragni Maria Gschwend),
“Con le peggiori intenzioni” di
Alessandro Piperno (nella versione
tedesca “Mit bösen Absichten”, edito
da Fischer e tradotto da Marianne
Schneider), “Gomorra” di Roberto
Saviano (nella versione tedesca
“Gomorrha. Reise in das Reich der
Camorra”, edito da Hanser e tradotto da Friederike Hausmann e Rita
Seuß) e “Caos calmo” di Sandro Veronesi (nella versione tedesca Stilles
Chaos, edito da Knaus e tradotto da
Ulrich Hartmann).
I membri del Comitato tecnico, tutti
docenti di italianistica delle università di Berlino e Potsdam, hanno
compiuto la selezione cercando
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Nella pagina
a lato,
l’ambasciata
d’Italia
a Berlino.
In basso,
l’ambasciatore Antonio
Puri Purini e
Alessandra
Pivato
durante
la presentazione.
di privilegiare soprattutto la qualit della traduzione: questo è un
punto fermo sul quale si sofferma il
regolamento del Premio che prevede
infatti anche un riconoscimento
al traduttore e all’editore. “Mi fa
molto piacere che il Campiello sia
tornato in Germania” ha dichiarato l’ambasciatore Puri Purini
aprendo la conferenza stampa di
presentazione. “È stata un’assenza
troppo lunga, perché sono sempre più convinto che la cultura
svolga tra i nostri due Paesi una
funzione profonda, constatazione
questa che non è ancora vissuta
con la giusta intensità. Con la
letteratura ci muoviamo su un
terreno fecondo e con questo
Premio dobbiamo cercare di far
crescere ancora il legame tra i nostri due Paesi, e sono certo che il
libro possa svolgere una funzione
cruciale a questo fine”.
A presentare il funzionamento e le
finalità del Campiello Germania è
stata la Presidente del Comitato di
gestione, l’imprenditrice Alessandra Pivato la quale, di fronte ad un
numeroso pubblico di addetti ai
lavori, rappresentanti dell’editoria
tedesca, traduttori e giornalisti, ha
così commentato: “Questa seconda edizione in Germania è per
A destra,
Claudio
Magris,
finalista
del Premio
Campiello
Europa.
BERLINO
Di Gherardo Ugolini
[email protected]
noi imprenditori veneti molto
significativa, è la prima volta
che un’edizione estera si ripete e
questo rappresenta una conferma della validità di un progetto
del tutto sperimentale e a lungo
termine, che ha ancora grandi
potenzialità di sviluppo. La vera
sfida per noi ora è dare continuità
alla nostra iniziativa e mantenere
un dialogo aperto e continuo con
i paesi che ci hanno ospitato”.
“Il fatto che il Premio Campiello
Europa torni per la seconda volta
a Berlino ci rallegra molto. Questa manifestazione promossa dalla
Fondazione Il Campiello e sostenuta dall’Ambasciata d’Italia e
dall’Istituto Italiano di Cultura di
Berlino rappresenta un’occasione
fondamentale per la promozione
della cultura e per la diffusione
della lingua italiana in Germania - ha commentato in chiusura
Angelo Bolaffi, direttore dell’istituto
Italiano di Cultura di Berlino - ed è
un ottimo strumento per offrire
al pubblico tedesco un’immagine
dinamica e positiva del nostro
Paese”.
La giuria che dovrà decretare il
vincitore assoluto è composta da autorevoli rappresentati della cultura
tedesca: Carolin Fischer, docente
77
universitaria di Letteratura Italiana,
Maike Albath giornalista e critica
letteraria, Hans Kollhoff, presidente
della Internationale Bauakademie di
Berlin, e Brigitte Schönau corrispondente da Roma per i quotidiani
tedeschi Die Zeit e Süddeutsche
Zeitung. A presiedere la Giuria sarà
Klaus Dieter Lehmann, presidente
del Goethe-Institut. La premiazione
della seconda edizione del Campiello Germania è prevista a Berlino il
prossimo 23 aprile. Nelle edizioni
passate sono risultati vincitori: nel
2006 Niccolò Ammaniti con il romanzo “Io non ho paura”(Campiello
Germania), nel 2007, Ugo Riccarelli
con “Il dolore perfetto” (Campiello Spagna) e nel 2008 Vitaliano
Trevisan, con “I quindicimila passi”
(Campiello Francia).
Per informazioni: Fondazione Il
Campiello - Confindustria Veneto,
via Torino 151/c - Mestre (Ve).
Ufficio stampa, relazioni esterne,
tel. +39 041 2517524 - +39 347
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e-mail: c.carraro@confindustria.
veneto.it
Berlino
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Brevi da...
Scajola a Berlino: cooperazioone
italo-tedesca per ricerca e sviluppo
Un gruppo di lavoro congiunto per
una partnership di ricerca e innovazione per nuove tecnologie, a
partire dal settore dei motori a basso
impatto ambientale.
L’idea è scaturita nel corso di un
incontro tra il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e il
Governatore Ministro Presidente del
Land Baden-Württemberg, Günther
Oettinger. “L’iniziativa è estremamente significativa - ha dichiarato
Scajola - perché si inserisce in un
momento di particolare atten-
zione per il settore automobilistico. Senza dimenticare che il
Land tedesco è uno dei 4 motori
d’Europa, insieme a Lombardia,
Catalogna e Rhone Alpes ed è
sede di alcune delle più importanti case automobilistiche a livello
mondiale e dei principali centri
di eccellenza universitari e di
ricerca”. Il gruppo di lavoro, che si
insedierà nelle prossime settimane,
sarà composto da accademici italiani
e tedeschi, ricercatori pubblici e
privati e rappresentanti delle ammi-
Salame
tedesco
o salame
italiano
78
Contrariamente a quello che si pensa, le origini del salame non sono
italiane, ma tedesche, per la precisione longobarde, poiché derivano
dall’antica popolazione germanica
orientale che solo nel corso dei secoli si stabilì in Italia.
È questa per lo meno la tesi sostenuta da una macelleria tedesca, sita nel
paese di Thandorf, uno dei più antichi villaggi del Meclemburgo, nel
La regione
Toscana e
le università
di Berlino
insieme per le
biotecnologie
Grazie a “Episode”, un progetto
europeo che vede protagonisti il
Cerm di Firenze e le università di
Berlino, con il coordinamento della
Regione Toscana e la collaborazione della Camera di Commercio di
Firenze, alcuni ricercatori italiani e
stranieri lavoreranno fianco a fianco
per creare nuovi percorsi di ricerca universitaria e di trasferimento
tecnologico alle imprese e favorire
lo sviluppo dei territori coinvolti. Si
tratta dell’unico progetto del genere
che ha come protagonista un istituto
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Nord Est della Germania, al confine
con la Polonia.
I longobardi, popolo venuto dal Baltico, avrebbero inventato il salame
e durante la loro lunga migrazione
avrebbero portato con loro la tecnica
di ricerca italiano. “Episode”, infatti,
è stato finanziato completamente
dall’Unione Europea, che vi ha investito ben 891mila euro.
“In Toscana le biotecnologie sono
di casa - ha detto Claudio Martini,
presidente della Regione Toscana, nel corso della presentazione
del progetto - e trovo giusto che
imprese, istituzioni e centri di eccellenza della ricerca lavorino insieme per fare di questo territorio
un vero e proprio distretto delle
bioscienze. Essere all’avanguardia
in questo settore significa migliorare ulteriormente la qualità del
servizio sanitario, fornire tecnologie più avanzate alle imprese e
fare della Toscana un centro di
avanguardia in Europa capace
anche di attrarre investitori e
ricercatori”.
Il progetto “Episode” fa parte del
programma “Regions” che ha tre
Il Ministro Claudio Scajola.
nistrazioni e delle imprese dei due
Paesi e si proporrà come obiettivo
di definire le linee guida dei primi
progetti di ricerca entro il 2009.
di produzione prima in Ungheria e
poi in Italia, quando nel VI secolo
d.C. ne invasero il Nord, guidati da
re Alboino. “Sembra che i longobardi riempissero con carne le
budella e poi utilizzassero il sale
per conservarle”, ha spiegato la
macelleria ai giornalisti del quotidiano “Die Welt”.
Il nome ‘salame’ deriva proprio
dall’utilizzo del sale e la macelleria
annuncia di avere inventato una
nuova salsiccia, battezzata “Urmecklenburger” (“meclemburgese delle
origini”) e ispirata proprio al salame
Doc dei longobardi.
La creazione è stata presentata alla
Fiera dell’agricoltura di Berlino.
Il presidente della regione Toscana Claudio Martini.
obiettivi: migliorare i legami tra
gli attori della ricerca, la comunità
delle imprese e gli amministratori
locali, promuovere la cooperazione
transnazionale e accrescere le conoscenze reciproche e lo scambio di
esperienze tra gli attori regionali.
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A cura di Gherardo Ugolini
[email protected]
I tedeschi e la pizza taroccata
In Germania è scattato l’allarme
pizza ed a lanciarlo è stato il settimanale “Der Spiegel”, secondo il quale,
a parte i ristoranti italiani, quella
che viene offerta come specialità
napoletana nei vari esercizi commerciali più o meno etnici in Germania
è solo un orrore. “Quella che una
volta era una prelibatezza, adesso è
diventata un orrore spaventoso”, ha
titolato in un suo numero recente il
settimanale che trent’anni fa aveva
ironizzato sull’Italia mettendo in
copertina un piatto di spaghetti fumanti con sopra una pistola P38. Il
settimanale di Amburgo se la prende
soprattutto con i ristoranti etnici, che
sulla pasta della pizza mettono di
tutto: pezzi di gyros, carne macinata, ananas e tonno. Quella che la
maggior parte dei tedeschi mette
sotto i denti credendo di gustare una
vera pizza, “non ha più niente a che
vedere con la purezza della specialità
italiana”. Nel mirino dello “Spiegel”
ci sono anche i supermercati con le
loro pizze congelate e gli esercizi per
la consegna delle pizze a domicilio,
sempre pronti a compiere “nuovi
sacrilegi”. Dopo aver ricordato che
la madre di tutte le pizze è stata la
Margherita, definita “un capolavoro del minimalismo culinario”,
lo “Spiegel” incita quasi al sollevamento popolare per ritrovare il
gusto della pizza napoletana autentica, massacrata da troppi e troppo
disinvolti imitatori. “La pizza deve
venire celebrata come una ‘Delicatesse’, basta con la sua degenerazione a fast-food”, si indigna il giornale
amburghese, che scoraggia i tedeschi
tentati dal fai da te. “La pizza fatta in
casa è una pessima idea, a meno che
non disponiate di un forno di pietra
a legna, da portare ad una temperatura minima di 400 gradi”.
Exploit della Fiat
in Germania
Nonostante la crisi economica abbia
investito anche il settore auto, la
Fiat va, anzi vola. Per lo meno in
Germania dove le misure adottate
dal governo Merkel sembrano funzionare al meglio. Se nelle ultime
settimane si registra in Germania
un incremento delle vendite pari al
21,5%, il gruppo Fiat fa la parte del
leone realizzando un aumento del
44,8% e portando la propria quota
sul mercato tedesco al 3,9% (dal
3,3% di febbraio 2008).
Riscontri positivi in quell’area ci
sono anche per gli ordini che lo
scorso febbraio hanno toccato le
35mila unità, cinque volte la raccolta ordini del febbraio 2008.
Il balzo in avanti premia soprattutto
la Panda che è salita ora al quarto
posto nella graduatoria delle vetture
più vendute in Europa. Panda e 500
restano stabili al primo e al secondo posto nella classifica delle più
vendute del segmento A, mentre la
Grande Punto è tra le cinque preferite del segmento B.
79
Ristoranti italiani in Germania:
il punto di vista di Claudio Bertozzi
Frankfurt am Main. La crisi ovunque
si fa sentire. L’incubo della recessione, gli andamenti oscillanti delle
borse e la precarietà in ogni settore
esistenziale fanno sì che le persone
siano sempre più restie a spendere,
in special modo per una cena esotica. Ma ‘Da Claudio’, ristorante del
Belpaese a Francoforte di proprietà
del romagnolo Claudio Bertozzi, i
clienti continuano ad arrivare, seppur in misura minore rispetto al passato. “Un’utenza certamente più
esigua, ma fidelizzata e di qualità
- afferma il titolare, insignito di Ciao
Italia, l’Associazione dei Ristoratori
Italiani all’estero - che proprio in
virtù dell’eccellenza non rinuncia
ad un buon pasto preparato con
l’amore per la cucina proprio della tradizione mediterranea”.
Nonostante la concorrenza sleale di
chi propone imitazioni del ricettario
“Made in Italy” utilizzando prodotti
contraffatti e presentando al cliente
un conto meno oneroso, “La qualità
e l’onestà professionale vincono
sempre” - prosegue lo chef, che
dalla Romagna ha “esportato” in
Germania prelibatezze regionali
tipiche della sua zona.
“Le mie paste sono tutte fatte in
casa: devo a questo il successo di
tortellini e ravioli in un contesto
eterogeneo e giovanile quale quello tedesco, sempre più attratto
dalla cucina orientale e meno
sensibile alle pietanze elaborate.
Una responsabilità, in tal senso,
è attribuibile anche al sistema di
previdenza sociale della Germania, forse ‘troppo generoso’:
capita spesso che i sussidi vengano
assegnati anche a coloro che non
ne hanno realmente bisogno,
dando luogo ad un circolo vizioso
che grava di tasse gli onesti cittadini, mettendoli in condizione di
limitare al massimo le spese extra.
Certo, il ‘Sense of Italy’ continua
ad essere apprezzato e ad esercitare il proverbiale fascino, ma
non sempre si mostra adeguato
alle attuali urgenze sia tempistiche
che economiche degli avventori.
Ne consegue una cernita a monte
Il ristorante “Da Claudio”.
operata dai clienti stessi nei
riguardi dell’offerta: chi viene a
cenare nel mio locale si è affezionato alla tipicità mediterranea,
non solo in termini di gusto, ma
concettualmente parlando. Sono
persone, queste, che scelgono di
limitare le uscite mensili a due o
tre puntate - proporzionalmente
alla disponibilità economica - ma
godendo appieno dell’eccellenza
del servizio erogato”.
Una qualità irrinunciabile quella
difesa dal ristoratore, che a fronte di
una perdita di ‘coperti’, come si indicano in gergo le prenotazioni, preferisce restare fedele alla tradizione di
un sistema culturale contraddistinto,
geneticamente, dalla qualità, dalla
cura nella selezione degli ingredienti, dalla passione per la cucina.
Berlino
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BRUXELLES
Palazzo delle Belle Arti:
“Da Van Dyck a Bellotto”
La magnificenza
alla corte dei Savoia
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Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
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Segue
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Palazzo delle
Belle Arti:
“Da Van Dyck
a Bellotto”
La mostra sponsorizzata dall’Eni si concluderà il 24 maggio
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Nella pagina
a lato,
Pierre-Paul
Rubens,
“La résurrection
de Lazare”.
Sotto,
Domenico
Zampieri,
“Allégorie de
l’Architecture,
de l’Astronomie et de
l’Agriculture”.
E
Il sostegno di Eni alla mostra “Da
Van Dyck a Bellotto” rappresenta
l’ennesima testimonianza dell’impegno dell’azienda nella promozione
di eventi artistici e culturali nei
Paesi in cui opera, all’insegna del felice binomio “Cultura dell’Energia,
Energia della Cultura”. La profonda
sensibilità e il prezioso contributo
di Eni verso progetti culturali di
assoluto rilievo hanno reso possibile, nel solo 2008, la realizzazione di
alcuni tra i più importanti momenti
artistici del panorama italiano ed
europeo. Fra questi, per citarne solo
alcuni, l’esposizione straordinaria
de “La Conversione di Saulo”, il
capolavoro di Caravaggio appartenente alla Collezione Odescalchi,
che ha richiamato a Milano oltre
150.000 visitatori in un mese, e la
mostra “Mantegna (1431-1506)”,
con cui il Louvre di Parigi ha reso
omaggio, per la prima volta in
Francia, al celebre pittore italiano.
In questo quadro si inserisce il ruolo
di promoter principale della mostra
“Da Van Dyck a Bellotto”, perché
per l’Eni la produzione di momenti
di cultura non è mai una spesa, ma
è sempre un investimento.
d è l’Eni il promoter principale
della mostra “Da Van Dyck a
Bellotto - Magnificenza alla Corte
dei Savoia” - allestita al Palazzo
delle Belle Arti (BOZAR) di Bruxelles, e che andrà avanti fino al 24
maggio prossimo. L’esposizione, che
raccoglie oltre 120 opere di maestri
fiamminghi e italiani, offre un’occasione unica di ammirare in Belgio
capolavori provenienti dalla Galleria
Sabauda di Torino, una delle più
importanti pinacoteche d’Italia e
custode della celebre collezione di
Casa Savoia.
La Galleria Sabauda diventa così
partner del BOZAR e della Vlaamsekunstcollectie per ricostruire,
attraverso una prestigiosa cronologia pittorica che spazia dal XV al
XVIII secolo, il profondo interesse
nutrito dalla famiglia reale italiana verso i maestri fiamminghi e il
gusto artistico della famiglia Savoia
stessa. Fra le opere in mostra, oltre
a capolavori di Anthony Van Dyck,
Andrea Mantegna, Pieter Bruegel il
Vecchio, Orazio Gentileschi, Bernardo Bellotto e altri maestri, figurano
anche quattro dipinti di Peter Paul
Rubens mai esposti prima in Belgio.
BRUXELLES
Di Matteo Manzonetto
[email protected]
L’Eni in Europa
e nel Mondo
L’A.D. Paolo Scaroni.
Eni è presente in oltre 70 Paesi,
con circa 76.000 dipendenti, ed è
quotata alle Borse di Milano e New
York. È una delle più importanti imprese integrate nell’energia a livello
mondiale, la migliore del 2008 nel
settore petrolio e gas in termini di
sostenibilità secondo il Dow Jones
Sustainability Index, ed è leader in
Europa nel mercato del gas.
Oltre l’Italia, i mercati target
europei sono, tra gli altri: Francia,
Penisola Iberica, Germania, Belgio,
Nord Europa e Turchia. Dal 2008
è il primo operatore gas del Belgio
grazie all’acquisizione della maggioranza di Distrigas, società quotata
sull’indice Euronext Brussels, che
opera da oltre 75 anni come player
di riferimento nella commercializzazione del gas vendendo a clienti
industriali, distributori locali di gas
e produttori di energia elettrica.
Distrigas commercializza gas anche
in Francia, Germania, Olanda e
Lussemburgo, e detiene una partecipazione in Interconnector UK Ltd,
la società proprietaria dell’interconnessione delle reti di transito del gas
fra Belgio e Regno Unito, nonché la
metaniera Methania.
L’acquisizione di Distrigas rappresenta per Eni un’opportunità
strategica che consente alla società
di rafforzare la propria leadership
europea nel mercato del gas assicurandosi una posizione chiave in
Belgio, nodo nevralgico del mercato
del gas europeo.
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Bruxelles
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MILANO
Futurismo 1909-2009
Velocità, Arte e Azione
Il milanese Walter Rubboli
in concerto a Malta
84
Teatro alla Scala,
silenzio si Danza
Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano”
sul sito web: www.foglioitaliano.com
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Segue
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FUTURISMO
1909-2009
Velocità + Arte + Azione
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dida
In basso
a destra,
Nicolaj
Diulgheroff,
“L’uomo
razionale”,
1928.
MILANO
Di Silvia Zanchi
[email protected]
L
a città meneghina, la città che
sale, la città dove il Futurismo
è nato e ha vissuto la sua prima
entusiasmante stagione, dedica al
Centenario di questa avanguardia
rivoltosa e visionaria, una mostra
esplosiva, curata da Giovanni Lista e
Ada Masoero e prodotta da Palazzo
Reale in collaborazione con Skira
e Arthemisia, che occuperà, eccezionalmente, l’intero piano terreno
della Reggia milanese e che sarà
l’evento centrale di un ricchissimo
programma di iniziative con manifestazioni di teatro, cinema, danza,
moda, per l’intero 2009. Sono circa
quattrocento le opere che la compongono, oltre 240 delle quali sono
dipinti, disegni, sculture, mentre le
restanti spaziano dal paroliberismo
ai progetti e disegni d’architettura,
alle scenografie e costumi teatrali,
dalle fotografie ai libri-oggetto,
fino agli oggetti dell’orizzonte
quotidiano: arredi, oggetti di arte
decorativa, pubblicità, moda, tutti
segnati dall’impronta innovatrice del
Futurismo. Unica tra le numerose
manifestazioni espositive del Centenario, questa mostra intende, infatti,
documentare l’intero, vastissimo
campo d’azione del Futurismo, ponendo l’accento sulla sua generosa e
per certi versi utopistica volontà di
ridisegnare l’intero ambito dell’esperienza umana in una chiave inedita.
Ridurre l’esame del Futurismo alla
sola pittura e scultura rischia infatti
di snaturarne il volto, cancellando
quella che resta la sua più vistosa
e ineguagliata specificità. Non solo,
ma poiché il Futurismo non operò
nei soli, più celebrati, anni Dieci,
ma fu vitale per almeno un trentennio, la mostra ne rileggerà l’intera
estensione, fino allo scadere degli
anni Trenta, ampliando poi ulteriormente il suo orizzonte temporale
per evidenziare da un lato le eredità
che raccolse, dall’altro i lasciti che
seppe affidare alle generazioni
future.
Il percorso si avvia, infatti, nell’ultimo decennio dell’Ottocento,
documentando la cultura visuale
entro cui il Futurismo si formò e si
inoltra nella seconda metà del Novecento, con alcuni dei protagonisti
di quella stagione (Fontana, Burri,
Dorazio, Schifano, i poeti visivi) che
al Futurismo guardarono o resero
un esplicito omaggio. Così come i
futuristi volevano porre lo spettatore
“al centro del quadro”, un allestimento fitto e incalzante porrà il
visitatore “al centro del Futurismo”
in una mostra vitale, esuberante e
polifonica come fu quella straordinaria e irripetibile avanguardia, che
da Milano si irradiò nell’intera Italia
e di qui in Europa, coinvolgendo
una vera folla di artisti. Tuttavia, di
tutti coloro che in Italia operarono
in seno al Futurismo si è scelto di
presentare solo quelli che diedero
un più importante contributo alla
causa, sul piano della qualità della
loro ricerca o sul versante del dibattito teorico: entrati nel nuovo secolo
è infatti ormai possibile gettare su
questo movimento uno sguardo che
travalichi la mera cronaca per servirsi dei soli strumenti della storia e
della storia dell’arte.
87
Sezioni della mostra
Prima del Futurismo
La mostra si apre con una panoramica della cultura visiva lombarda
di fine Ottocento. Ecco allora il
Milano
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88
Simbolismo notturno e visionario, di
segno “nordico”, di Alberto Martini,
Romolo Romani e Luigi Russolo
e, insieme, la scultura di Medardo
Rosso, creatore di una forma instabile, fusa nell’atmosfera e smaterializzata dalla luce cui attingeranno i
futuristi. Ed ecco il Simbolismo di
segno più mistico di Gaetano Previati, ma anche l’arte impegnata nel
sociale di Pellizza da Volpedo, tutti
rappresentati con opere capitali, che
scatenarono al loro tempo un acceso
dibattito. Ma già in questa sezione
d’avvio entrano in scena i cinque
firmatari dei manifesti pittorici del
1910: Umberto Boccioni, Carlo
Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla
e Gino Severini, la cui militanza in
documentando, tanto l’azzeramento dell’arte operato dalla nuova
generazione del dopoguerra, quanto
l’omaggio, ideale ma palpabile e
talora dichiarato, che questi artisti,
ognuno a suo modo, hanno reso al
Futurismo. Una saletta cinema, con
un montaggio di spezzoni di film
futuristi chiude il percorso di questa
imponente rassegna che vuole
ripercorrere nel modo più esaustivo,
in occasione del suo centenario, la
leggendaria storia del movimento
futurista. La grande mostra del
centenario futurista è realizzata “ad
alta tensione ambientale” grazie al
progetto di ClimatePartner Italia,
con l’impiego di alcuni materiali ecologici per l’allestimento e
seno al Divisionismo, nelle sue diverse declinazioni, viene ampiamente documentata come scrissero essi
stessi in Pittura futurista. Manifesto
tecnico: “Non può sussistere pittura
senza divisionismo”.Tocca poi alla
figura di Filippo Tommaso Marinetti fungere da snodo tra questa
stagione ancora radicata nell’Ottocento e la nuova, deflagrante età
dell’avanguardia: è lui infatti il vero
detonatore del nuovo corso dell’arte
italiana, il demiurgo della rivoluzione estetica che segna trent’anni
del nuovo secolo. Di qui in poi la
mostra è articolata per decenni, secondo un percorso che si propone di
individuare la dominante estetica di
ognuno. Da ultimo, una sezione intitolata “Dopo il futurismo” presenta
opere di Fontana, Burri, Schifano,
Dorazio, e di esponenti della Poesia
Visiva come Miccini e Pignotti,
neutralizzando le emissioni di gas
serra generate dalla produzione dei
materiali cartacei (il catalogo Skira
e i biglietti di entrata stampati a
emissioni azzerate). Nell’ultima sala,
sull’esempio di alcune frasi di personaggi celebri sul concetto di “futuro” oggi, i visitatori sono invitati a
costruire insieme il “Manifesto per il
Futuro del Pianeta” in qualsiasi forma, disegnata o scritta “in libertà”,
sullo stile di Marinetti.
Sede: Palazzo Reale, piazza Duomo,
12 - Date fino al 7 giugno.
Orari: Tutti i giorni 9.30-20.00;
Lunedì 14.30-20.00 - Giovedì 9.3022.30
Informazioni
www.futurismo.milano.it
Infoline: 02.54919
Biglietti - Intero 9,00 Euro - Ridotto
7,50 Euro - Ridotto scuole 4,50 Euro.
Sopra,
Fortunato
Depero,
“Marinetti
Temporale
patriottico”
(ritratto
psicologico)
1924.
A destra,
Carlo Carrà,
“Il cavaliere
rosso”, 1913
Collezione
Jucker, ©
Comune di
Milano.
Silvia Zanchi
Milano
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Brevi da...
A cura di Silvia Zanchi
[email protected]
Corsi di fitness per imparare a
destreggiarsi su tacchi a spillo
Minigonna e tacchi a spillo sono il
diktat per una donna irresistibile.
Ma indossarli non basta, i tacchi
bisogna saperli portare, soprattutto
se sono a spillo: così elegantemente
perfetti in vetrina, vera trappola una
volta indossati per la strada.
Ci si può ritrovare, infatti, in grande
pericolo, più che essere provocanti e
attraenti risultare buffe ed impacciate. Fortunatamente, per evitare
ancheggiate pericolanti ed estremità
doloranti ci si può preparare in
anticipo sfilando lungo il corridoio
di casa come una modella casalinga
o frequentando un corso specifico in
palestra. Camminare, e ballare sui
tacchi, infatti, è una vera e propria
questione di allenamento. Sono da
poco approdati in Italia dei veri e
propri corsi per imparare a destreggiarsi in tranquillità sui tacchi a
spillo. Arrivano dall’America dove
hanno riscosso un enorme successo
soprattutto dopo che la regina del
pop e delle provocazioni Madonna
ha lanciato la moda nel video di
Hung up indossando in palestra
tacchi e tuta vintage.
A Milano nei villaggi Virgine Active
(www.virginactive.it) è possibile
frequentare “Ladies sensual training”, corsi fitness dove le scarpe da
ginnastica sono bandite per essere
sostituite da tacchi a spillo. “L’obiettivo del corso è di perfezionare la
camminata sui tacchi rendendola
sciolta e disinvolta divertendosi e
al contempo tonificando tutto il
corpo”, spiega Annass Allouch, PR
di Virgine Active Italia; vogliamo
offrire ad ogni donna la possibilità
di valorizzare la propria femminilità,
insegnandole a muoversi in modo
sensuale e sicuro sui tacchi, aumentando così la fiducia in sé stessa.
Tutte le donne meritano di far emergere il loro sex appeal e di vedersi
belle. Giocare a fare le femme fatale
per un’oretta abbandonando i freni
della routine quotidiana sono momenti perfetti per scaricare tutte le
tensioni: a suon di latinoamericano
si lavora per rendere gambe e glutei
da sogno.”
“Si tratta, infatti, di lezioni in cui
non mancano esercizi di tonificazione e coreografie dove si impara
a muoversi sui trampoli con disinvoltura e sensualità”, spiega Lilli,
insegnate di questa disciplina tutta
al femminile nel centro di Via Archimede, 2.
“La lezione è suddivisa in tre parti:
una introduttiva di riscaldamento
con semplici esercizi di mobilizzazione; la parte centrale è strutturata
invece in due momenti. Il primo
dedicato all’allenamento di collo,
colonna vertebrale, arti superiori,
cosce e glutei, indispensabile per
eseguire movimenti in piena fluidità
e coordinazione.
Il secondo prevede coreografie di
danza aerobica con un’attenzione
particolare alla postura, all’equilibrio, alla coordinazione e alla
sinuosità dei movimenti. La terza
fase defaticante è composta da una
serie di esercizi lenti e rilassanti
volti ad aumentare l’elasticità del
corpo, indispensabile alla seduzione.
Lo scopo è giungere a far emergere
in ogni corsista sensualità, eleganza
e armonia nei movimenti.
Per quanto concerne gli anni,
invece, sembra che le più accanite
praticanti vadano dai 16 ai 26 anni,
ma ce n’è per tutte le fasce perché
essere attraenti e sensuali agli occhi
del genere maschile non ha età.
91
Mjryam Cantù
Il milanese Walter Rubboli a Malta
Trionfale personalissimo successo a Malta per il cantattore modenese-milanese Walter Rubboli (nella foto),
figlio del regista Daniele, che in queste settimane si trova
nell’isola degli storici Cavalieri, per una serie di concerti organizzati dagli enti locali in collaborazione con
l’Ambasciata Italiana. Walter Rubboli, che vice e lavora
a Milano, è infatti il deus ex machina di uno spettacolo
sulla storia dell’operetta italiana che a Malta lo vede
impegnato come presentatore sia in lingua italiana che
inglese, e protagonista nei ruoli cantati da comico.
Una grande folla ha partecipato al debutto nel teatro
dell’Istituto Cattolico di Malta alla presenza dei rappresentanti del Governo Maltese e dell’Ambasciatore Italiano
P.A. Travalsa, su un palcoscenico allestito alla maniera
del Festival di Sanremo, con gigantesca scala al centro
scena che divideva in due settori la grande orchestra che
ha accompagnato tutto lo spettacolo. Con Walter Rubboli, anche il soprano milanese Tiziana Scaciga Della
Silva, partner ideale con la quale, al Teatro Cenacolo di
Lecco ha appena debuttato in una nuova versione della
storica operetta di Giuseppe Pietri “L’Acqua Cheta”. Con
loro anche il tenore livornese Marco Voleri, non nuovo
per il pubblico di Malta che lo accoglie ogni volta come
un beniamino. Nonostante il lunghissimo programma
che prevedeva ben 33 brani d’operetta, Walter Rubboli
e Tiziana Scaciga sono stati costretti a bissare “Luna tu”
da “Il paese dei campanelli” e il duetto di “Cin Ci Là”.
Il tour si è concluso lo scorso mese con un’altra replica
dello stesso spettacolo dopo di che il cantattore, rientrato
a Milano, dove dirige la Compagnia d’Operetta del Laboratorio Lirico Europeo (che fa capo al Teatro Rosetum),
sta lavorando nel settore del doppiaggio.
Francesco De Barba
Milano
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Brevi da...
Teatro alla Scala,
92
Nederlands Dans Theatre BELLA FIGURA. (Foto Joris-Jan Bos).
Tre nuovi allestimenti al Teatro
alla Scala per il 7,9,13,16,21 e 23
maggio: si parte con il TRITTICO
NOVECENTO Voluntaries; prima
rappresentazione per il Balletto
con la coreografia di Glen Tetley,
ripresa da Bronwen Curry e musica
di Francis Poulenc; scene e costumi
di Rouben Ter-Arutunian, luci di
John B. Read: una produzione della
Royal Opera House,Covent Garden,
Londra. Poi, APOLLO altro allestimento con coreografia di George
Balanchine, ripresa da Colleen
Neary e musica di Igor Stravinskij:
Étoile Roberto Bolle (nelle recite
del 7, 9,13 e 16 maggio) ed infine BELLA FIGURA, altra prima
rappresentazione con coreografia
di, ripresa da Urtzi Aranburu, Cora
Bos-Kroese, Elke Schepers Musica
Lukas Foss, Giovanni Battista Pergolesi, Alessandro Marcello, Antonio
Vivaldi, Giuseppe Torelli, scene
e luci di, costumi di Joke Visser
Produzione del Nederlands Dans
Theater. direttore Marcello Rota.
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Due debutti dunque per la Scala e
un ritorno dopo oltre dieci anni di
assenza, che celebra il centenario
dei leggendari Ballets Russes: con il
Trittico Novecento il Balletto scaligero arricchisce così il repertorio e
prosegue il viaggio nella creatività di
ieri e di oggi. Tre titoli e tre autori
di assoluta originalità e importanza,
scelti come emblema di ciò che solo
i veri creatori sanno raggiungere
ed esprimere: la bellezza, come
purezza di stile e di forme, armonia
di movimento, luce, colore, musica e emozione. Danza, nella sua
forma più alta. Come appassionata
memoria e tributo a una scomparsa (quella prematura di John
Cranko), nasce nel 1973 Voluntaries. E come tributo al suo autore,
Apollo - Roberto Bolle - Teatro alla Scala (foto A.Tamoni).
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A cura di Silvia Zanchi
[email protected]
silenzio si Danza
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Voluntaries - Oliver Halkowich, Andrews, Peter Franc - (Foto D. Donovan - courtesy of Houston Ballet).
Glen Tetley, scomparso nel 2007,
viene ora presentato per la prima
volta alla Scala. Sul monumentale
Concerto in sol maggiore di Poulenc
per organo, archi e timpani, in un
sontuoso intreccio di forza ritmica
e intenso misticismo, Voluntaries dà
l’esatta misura del genio creativo di
Tetley, vero maestro del Novecento,
pioniere del connubio tra balletto
e Modern Dance. In debutto per la
Scala anche Bella Figura, gioiello di
celebrazione della bellezza, quella
che emerge anche dal movimento
più bizzarro e imprevisto, creato da
JiBella Figura Kylián esplora la zona
di crepuscolo tra arte e artificio, tra
realtà della vita e fantasia. Con il
rosso vivo dei costumi, con il colore
della pelle nuda, con le suggestioni
Apollo - Roberto Bolle - Teatro alla Scala (Foto Andrea Tamoni).
musicali del Sei e Settecento, cattura il momento esatto in cui il sogno
e la realtà si fondono.
Su tutto svetta la grazia, l’eleganza,
la quintessenza della perfezione
geometrica di Apollo, manifesto
dell’insostituibile apporto di George
Balanchine alla storia del balletto
e della danza, e prima ancora alla
straordinaria avventura dei Ballets
Russes che nati nel 1909 di lì a
poco, nel 1929, avrebbero cessato
di esistere con la scomparsa del loro
patron, Sergej Djagilev. Dopo oltre
dieci anni di assenza, Apollo torna
sul palcoscenico della Scala: il linguaggio neoclassico, la summa della
grammatica classico-accademica alle
altezze più eccelse, in una architettura che nasce dallo Stravinskij
di Apollon Musagète (1928) e che
portò il coreografo all’esaltazione
della tradizione classica, di cui era
erede più colto, e insieme al suo
superamento.
Per informazioni: tel. 02/72.00.37.44
www.teatroallascala.org
Milano
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Q
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QUIROMA QUIROMA QUIROMA
A cura di
Giorgia Würth
[email protected]
Premio Opera Imaie 2009
Edoardo Vianello,
presidende Imaie.
Il Premio Opera Imaie
giunge alla sua terza
edizione. Il 3, 4 e 5 aprile
presso le sale della Casa
del Cinema di Roma si
svolgeranno, come negli
anni passati, le fasi conclusive dell’evento, con
la visione e l’ascolto degli
estratti delle opere in
gara. Lo spirito del Premio Opera IMAIE è, fin
dalla prima edizione, dare
manifesto alla creatività
e all’esecuzione artistica
di tali opere attraverso le
singole interpretazioni, i
soggetti e le realizzazioni
migliori, per meglio sottolineare il ruolo dell’artista
quale testimonianza e
diffusione della cultura
artistica italiana. Sotto la
direzione artistica di Enzo
Aronica e la valutazione
di due distinte giurie
per ogni macrocategoria
- Musica e Audiovisivo
- verranno così presentate
in concorso circa 350
opere, in rappresentanza dei lavori sostenuti
attraverso il contributo
previsto dall’articolo 7
della Legge n. 93 del
1992 (cfr. Statuto IMAIE
e L. 93/92) dell’anno
2007. Un incremento
delle opere partecipanti,
rispetto alla precedente
edizione, che conferma
l’interesse degli artisti
alla partecipazione in
un Premio promosso ed
organizzato dall’Ente che
da oltre 30 anni tutela i
loro diritti di interpretiesecutori. La serata di
premiazione, fissata per
domenica 5 aprile alle
ore 21, vedrà consegnare dal Presidente dell’Imaie Edoardo Vianello
3 riconoscimenti per
ciascuna area (Musica e
Audiovisivo) per i progetti
dei soci/aventi diritto e 1
premio per ciascuna area
per i progetti realizzati
da organismi esterni.
Novità assoluta saranno
il premio per i progetti
riguardanti la Danza e
un premio speciale del
Presidente da assegnarsi
tra tutti i progetti presentati in concorso. L’effigie
del Premio Opera Imaie
è stato espressamente
disegnata dal noto pittore
e illustratore surrealista
Pablo Echaurren, che
ha ideato un collage
realizzato in vari materiali raffigurante le Arti
- musica, teatro e cinema
- rappresentate da una
chitarra dal corpo di una
maschera teatrale e dal
manico che è anche una
pellicola cinematografica.
Per maggiori informazioni e per una consultazione dell’elenco delle opere
in concorso si rimanda
alla sezione dedicata al
Premio Opera Imaie sul
sito www.imaie.it
Roma - Casa del Cinema
Largo Marcello Mastroianni 10, - Orari:
Venerdì e Sabato: 15/24
Domenica: 15/20.
XIX Festival della Canzone Romana,
95
fino al 20 aprile le iscrizioni
Lino Fabrizi con la famiglia di Stefano Rosso.
Arrivato alla sua XIX
edizione, si riaffaccia alla
ribalta dell’estate il Festival della Canzone Romana: il 20 aprile prossimo
scadrà, infatti, il termine
per l’iscrizione dei brani
originali da presentare al
Festival. Ideato da Lino
Fabrizi nel 1991, la manifestazione ha lo scopo di
promuovere canzoni inedite in dialetto, ma anche
in lingua italiana, purchè
parlino di romanità.
Possono partecipare alle
selezioni tutti i candidati
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che abbiano compiuto il
diciottesimo anno di età.
Le domande con i brani
dovranno pervenire alla
Roman Millennium (via
di Castel Giubileo, 62
- 00138 Roma) secondo
modalità che possono
essere richieste al numero
tel. 06 88331208 oppure
tramite il sito web www.
festivaldellacanzoneromana.com, dove sarà
possibile scaricare anche
il regolamento dettagliato
del concorso. La Commissione esaminatrice
sarà composta da discografici, autori, docenti di
dialettologia, giornalisti,
cantautori e ammetterà
alla selezione del Festival
al massimo 20 brani.
Le selezioni si svolgeranno - attraverso una kermesse musicale itinerante
- nei luoghi all’aperto
della città, davanti a un
pubblico appassionato
della canzone romana.
Si canterà la Roma
folkloristica, con le sue
carrozzelle, i suoi tramonti, le sue fontane, ma
anche quella più quotidiana, con i suoi crucci e
le sue storie d’amore.
In passato, tra gli altri e
in ruoli diversi, sono intervenuti al Festival artisti
come Renato Zero, Nino
Manfredi, Carlo Verdone,
Franco Califano, Enrico
Brignano, Mario Scaccia,
Fiorenzo Fiorentini, Gigi
Sabani, Stefano Masciarelli, il Maestro Stelvio
Cipriani, Manuela Villa...
La finale del Festival avrà
luogo probabilmente al
Teatro Olimpico di Roma
in ottobre.
La Crazy Gang dall’edizione 2008.
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Clickitaly!
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“[...]Nella vita contemporanea , la fotografia ha una
funzione fondamentale. Non c’è attività umana che non
se ne serva in un modo o nell’altro. È diventata indispensabile alla scienza come all’industria. Ha dato origine
ai mezzi di comunicazione di massa come il cinema, la
televisione, le videocassette. Si diffonde quotidianamente
in migliaia di giornali e di riviste.
La fotografia fa ormai parte della vita quotidiana.
Si è talmente inserita nella vita sociale, che non la vediamo più a forza di vederla.
Uno dei suoi tratti più caratteristici è quello di essere accolta in egual modo in tutti gli strati sociali. La troviamo
nella dimora dell’operaio e dell’artigiano come in quella
del commericiante, del funzionario e dell’industriale.
Proprio in questo sta la sua grande importanza politica.
È il mezzo di espressione tipico di una società, fondata
sulla civiltà tecnica, cosciente degli scopi che si impone,
pervasa dallo spirito razionalistico, basata su una gerar-
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chia di professioni. Nello stesso tempo è diventata, per
questa società, uno strumento di prim’ordine.
La sua capacità di riprodurre esattamente la realtà
esteriore - capacità inerente alla sua tecnica - le conferisce un carattere documentario e la fa apparire come il
procedimento di riproduzione più fedele, più imparziale
della vita sociale. [...]” (Gisele Freund, “Photographie et
société”, 1974).
Portfolio Italiano ha deciso di prendere le sue prime
mosse dalle parole di Gisele Freund, fotografa, ritrattista
e scrittrice del secolo scorso.
Alla ricerca di una connotazione, di un’etichetta da
apporre al concetto di fotografia, abbiamo trovato nelle
parole dell’autrice un’acuta istantanea, succinta quanto
esauriente, di quello che cercavamo.
Ciò che abbiamo capito è che la fotografia, come tanti
altri prodotti umani, non vive senza uno stretto rapporto
con la società. Un’alleanza biunivoca in cui il rapporto
24-03-2009 16:22:47
DAL MONDO
Di Germana Lavagna
[email protected]
97
di definizione appartiene in modo esatto ed imparziale ad
entrambe le parti. In questo nuovo angolo del giornale,
quindi, l’obiettivo è di filtrare la società attraverso
l’occhio della fotografia e di cogliere la fotografia
attraverso i movimenti della società.
Di più, Portfolio Italiano si propone di aprire
un contatto diretto con la fotografia italiana, con i suoi personaggi affermati, ma
anche e soprattutto con i suoi nuovi
talenti. Una ricerca continua di nuovi
scatti e nuovi punti di vista.
Una galleria di carta per celebrare
l’Italia dietro e davanti la macchina fotografica.
Credits: foto di Adele Lorenzi,
Alessio Mesiano, Francesca
Pieroni, Roberto Pirovano
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ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO
La scuola italiana
e tedesca
si incontrano sul web.
Scambio di esperienze
sulla rete per le classi
scolastiche dei due paesi.
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Mario Baldassarri
Presidente
Confederazione
Imprenditori
Italiani nel Mondo
EPPELBORN. Il progetto è stato attuato dal DIBK (Deutsche-Italienisches Bildungs und Kulturinstitut).
L’iniziativa è stata organizzata il
mese scorso presso la Erweiterten
Realschule di Eppelborn e la scuola
Ruggero Leoncavallo di Castellabate (Salerno) dove il collegamento
in videoconferenza ha permesso di
interagire regolarmente e di condividere le esperienze scolastiche.
Occasione per favorire l’integrazione
e lo scambio tra le diverse realtà
europee proprio partendo dal luogo
di formazione dei giovani.
Il promotore del progetto è Giacomo
Santalucia, presidente del DIBK
(Deutsche-Italienisches Bildungs
und Kulturinstitut), assieme al
direttore della Erweiterten Realschule Dott. Diehl e ad Adele
Ippolito, direttrice della Leoncavallo
e l’Assessore alle politiche sociali del
Comune di Castellabate, Giuseppe
Russo.
Il Presidente DIBK Santalucia ha
affermato che questo è soltanto
un primo passo e che si cerche-
ROMA. Confermata la presidenza
onoraria dell’on. Mirko Tremaglia
e del Sen. Giuseppe Zamberletti.
Il Consiglio Direttivo della Confederazione degli Imprenditori Italiani
nel Mondo (CIIM) ideata e fondata
nel 2004 dall’allora Ministro per gli
Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, ha riunito a Roma i più importanti nomi dell’imprenditoria mondiale di origine italiana ed ha eletto
all’unanimità il nuovo Presidente, il
Sen. Prof. Mario Baldassarri illustre
economista, già Vice Ministro
dell’Economia, attualmente Presidente della Commissione Finanza e
Tesoro del Senato ed ora indiscusso
riferimento della Confederazione.
Gli Imprenditori presenti provenienti da Turchia, Europa, Stati Uniti,
America Latina, Giappone, ecc.,
hanno salutato con entusiasmo e
rinnovato vigore la nomina del Sen.
Baldassarri e confermata la Presidenza Onoraria all’On. Tremaglia ed
all’uscente Presidente Sen. Giuseppe
Zamberletti, uomo di Stato di indiscusso valore, che ha guidato con
profitto la Confederazione dalla sua
costituzione ad oggi. Il Presidente
Baldassarri ha espresso l’intenzione
di concertare con gli Imprenditori,
nella prossima ed imminente convocazione del Consiglio Direttivo,
una programmazione economica
triennale per realizzare ambiziosi
progetti già in cantiere e trasformare
la Confederazione in un importante
volano per l’economia internazionale a contrasto delle tendenze
economiche negative. Particolarmente significativa la conferma del
collegamento con la Confindustria
italiana rappresentata nell’ambito
della CIIM dal Dott. Bombassei.
Per maggiori informazioni: www.
mariobaldassarri.it e www.ciim.it
rà di estendere questa realtà di
interscambio anche ad altri istituti.
Sono previsti inoltre incontri per
permettere a direttori e insegnanti,
e agli alunni di queste due scuole,
di confrontarsi non solo sul web, ma
anche personalmente per un lavoro
di approfondimento su vari aspetti
del progetto.
Alla presentazione ha assistito un
folto pubblico, composto non solo
da genitori e alunni interessati dal
progetto. Sono intervenuti molti
ospiti di rilievo, tra cui Michael
Schley, deputato regionale in
rappresentanza del Primo Ministro
del Saarland Peter Müller; gli On.
Guglielmo Picchi e Aldo Di Biagio,
parlamentari italiani eletti nella
circoscrizione Europa, l’On.Massimo
Romagnoli e Mario Caruso, coordinatore per la Germania del Patronato ENAS. Nella seconda parte
dell’incontro si è anche affrontato il
tema delle votazioni per il rinnovo
del COMITES (Comitato Italiani
all’Estero) nella circoscrizione di
Saarbrücken tenutesi a marzo.
Mario Caruso, in qualità di coordinatore della lista PDL (Popolo
della Libertá) di Saarbrücken, ha
ricordato che si tratta di una campagna particolarmente impegnativa
poiché riguarda le elezioni anticipate e, dopo aver illustrato le modalità
di voto, ha invitato tutti a votare
poiché indipendentemente da chi
riceverà il consenso è importante
esercitare questo sacrosanto diritto.
Il Cavaliere Ferraro, capolista PDL
di Saarbrücken è intervenuto sottolineando che questa è la sua prima
esperienza politica, ma è qualcosa in
cui crede fortemente.
Nel caso in cui venga eletto è sua
intenzione dare ai connazionali
risposte concrete attraverso fatti e
non con le solite chiacchiere.
Il deputato regionale Michael Schley
si è detto molto vicino alla comunità italiana che è una di quelle più
presenti e integrate sul territorio
tedesco.
L’Onorevole Picchi ha affermato
di voler rappresentare con la sua
presenza, e quella dei suoi colleghi,
la continuità nel voler conseguire
la soluzione delle problematiche
per gli italiani all’estero, soprattutto
in questo momento particolare in
cui si parla di tagli per l’intervento
scolastico e di chiusura di diverse
sedi consolari.
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ITALIANI NEL MONDO
A cura di
Deborah Chiappini
[email protected]
I-SEE: Italy: discussi in Croazia progetti di cooperazione
economica tra i Paesi dellʼEuropa Sud Orientale
ZAGABRIA. Ha avuto luogo, nella
capitale croata, la conferenza organizzata da Informest (Agenzia per lo
Sviluppo e la Cooperazione Economica) e ICE Zagabria dal titolo
“I - SEE: Italy - South East Europe
Project matching Fair”.
L’evento si inseriva a pieno titolo
nella strategia di rafforzamento della
cooperazione economica internazionale varata dal Governo nazionale, che prevede un forte rilancio
delle azioni volte ad intensificare
le relazioni economiche con i Paesi
dell’area balcanica, rispetto ai quali
l’Italia gioca un ruolo chiave in
Europa.
L’incontro rientrava tra le attività
previste dal progetto (ex Legge
84/01) denominato “Portale Balcani
On Line”, che nello specifico consiste in un portale internet (www.
balcanionline.it) creato congiuntamente da ICE - e Informest al
fine di arricchire e diversificare i
contenuti del flusso di informazioni
economiche sui paesi dei Balcani.
Il progetto portale creato nel 2004 è
stato rifinanziato a partire da giugno
2008 fino a marzo 2009.
Gli Uffici ICE dei Paesi interessati
(Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Montenegro, Romania e Serbia), attraverso
un corrispondente locale incaricato,
hanno trasmesso al portale un totale
di oltre 1.800 notizie di taglio economico-commerciale sulla Regione
negli ultimi 9 mesi di attività.
Per qualificare l’iniziativa e conferirle un taglio operativo nel contesto
della promozione della collaborazione transfrontaliera tra soggetti
pubblici e privati italiani e locali
(soprattutto istituzioni/enti pubblici,
agenzie regionali di sviluppo, centri
di ricerca, università, ONG (Organizzazioni Non Governative), Camere di Commercio e Associazioni, si è
pensato di modificare l’impostazione
‘tradizionale’ della stessa, trasformandola in una sorta di ‘fiera’ in cui
si realizzi il matching tra idee progettuali presentate dagli organismi
italiani e dalle controparti dell’Area
finanziabili a valere sui fondi dei
due programmi comunitari ‘IPA
Adriatic Cross-Border cooperation
programme’ e ‘South East Europe Transnational Cooperation Programme’. Registratisi sul sito del portale
di cui sopra, i partecipanti hanno
presentato 46 idee-progetto, il cui
potenziale “matching” è stato vagliato dagli organizzatori, che hanno
provveduto ad inserire i potenziali
partner in differenti panel operativi
su dieci tavoli tematici (ambiente ed
energia, sviluppo rurale e urbano,
turismo e cultura, trasporti ed infrastrutture, innovazione, PMI, risorse
umane, investimenti, cooperazione
istituzionale).
L’obiettivo è quello di scambiare
opinioni e proposte che vanno
dallo sviluppo di consorzi d’imprese
nell’area transfrontaliera adriatica al
potenziamento dei corridoi europei
di trasporto, dalla prevenzione delle
calamità naturali alle applicazioni su
vasta scala della telemedicina.
Per quanto concerne gli interventi
dei relatori Alessandro Liberatori,
Direttore dell’Ufficio ICE di Zagabria, in rappresentanza dell’Istituto, ha illustrato il ruolo svolto
dall’Istituto nei Paesi dell’Europa
Sud-Orientale, la Vice Presidente di
Informest, Silvia Acerbi, ha illustrato l’importanza dei Fondi Europei
e le prospettive future di collaborazione.
Il senior expert Paolo Rosso, infine,
ha presentato i programmi IPA e
SEE. L’iniziativa ha visto l’adesione
di oltre 160 delegati, in rappresentanza di amministrazioni pubbliche,
agenzie di sviluppo locale, camere
di commercio, università e centri di
ricerca provenienti da cinque regioni italiane e da sei Paesi dell’area
balcanica (Serbia, Croazia, Bosnia
Erzegovina, Albania, Bulgaria, Montenegro). Per l’Italia, sono intervenuti oltre 50 delegati provenienti,
oltre che dal Veneto e dal Friuli
Venezia Giulia, da Emilia Romagna,
Marche e Puglia.
99
Protocollo di intesa tra Italia, Francia e Spagna in materia di Turismo
Un unico pacchetto turistico per attirare visitatori dagli altri continenti
MILANO. Italia, Francia e Spagna si
propongono come un unico pacchetto turistico, meta di eccellenze
in Europa, per attirare visitatori
dagli altri continenti. È il contenuto
di un protocollo di intesa tra le istituzioni governative italiane francesi
e spagnole competenti in materia di
turismo, siglato alla Bit di Milano
conclusasi il mese scorso a Milano.
“Le ragioni che hanno portato a
questo accordo potrebbero essere
riassunte in un solo concetto,
lungimiranza - ha detto Vittoria Brambilla sottosegretario alla
presidenza del Consiglio dei ministri
con delega al turismo, presentando
il protocollo -, a differenza di quel
che accadeva fino a qualche anno
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Hervè Novelli, Vittoria Brambilla e
Juan Mesquida Ferrando.
fa i flussi turistici enormemente
aumentati di volume sono sempre
più oggetto di spinte centrifughe
che privilegiano altri mercati e li
allontano dall’Europa”.
Per questo Italia, Francia e Spagna
in un quadro di comuni radici storiche e culturali hanno intenzione di
concentrare gli sforzi per potenziare
la domanda avviando progetti di
promozione internazionale unitaria
specifica che racchiude in sè i prodotti turistici dei tre Paesi.
Lo scopo quindi è di attirare i turisti
provenienti dal resto del mondo
offrendo loro in un unico viaggio il
meglio dell’Europa.
Il protocollo d’intesa è stato siglato,
oltre che da Vittoria Brambilla, per
la Francia dal segretario di Stato
per il Commercio l’Artigianato e
il Turismo Hervè Novelli e per la
Spagna dal segretario del Turismo
Juan Mesquida Ferrando. I due rappresentanti esteri hanno espresso la
loro fiducia sulla strategia messa in
atto nella difficile situazione attuale.
24-03-2009 17:07:43
ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO
Fedi: interrogazione
per salvaguardare
la rete consolare
ROMA. “Non si può penalizzare
- afferma l’On. Marco Fedi (PD)
- la rete consolare in Germania,
i cittadini italiani che ne usufruiscono, i dipendenti che vi lavorano e in senso lato le relazioni del
nostro Paese all’estero; anziché
tagliare sedi consolari, la Farnesina razionalizzi le spese”.
Questo il senso dell’interrogazione
a risposta scritta al Ministro degli
Affari Esteri presentata nelle settimane scorse dall’On. Fedi insieme al
collega Gino Bucchino.
Nell’interrogazione si legge che
“la preannunciata chiusura di
sedi consolari quali Norimberga, Hannover e Saarbrücken,
costituirebbe un grave danno
ai rapporti politici, economici,
100
culturali e commerciali esistenti
con il nostro Paese” e “il personale a contratto assunto in loco
verrebbe sradicato, con i propri
familiari, dalla realtà socio-lavorativa che ha caratterizzato finora
il suo rapporto di lavoro col
Ministero degli Affari Esteri, per
essere probabilmente trasferito in
sedi (Monaco di Baviera, Amburgo), non in grado di assorbire
logisticamente gli stessi eventuali
trasferimenti”.
Ciò avverrebbe, per di più, in una
situazione, quella della comunità
italiana in Germania (la maggiore
fuori dai nostri confini), che presenta alcune criticità rilevate dalle
statistiche in merito all’integrazione
nel contesto scolastico, sociale, lavorativo e linguistico, soprattutto per
quanto riguarda le generazioni più
giovani. Del resto, continua Fedi, “la
ristrutturazione della rete consolare ai sensi del comma 404 del-
l‘art. 1 della Legge Finanziaria del
2007, è stata appena conclusa con
il conseguente accorpamento di
alcune rappresentanze presso organizzazioni internazionali e con
l’accorpamento di alcuni Consolati e - ad oggi - non esistono altri
obblighi normativi che prescrivano nuovi obiettivi di risparmio da
raggiungere mediante la chiusura
di sedi consolari”.
Pertanto, il parlamentare eletto
all’estero chiede se il Ministero non
possa invece percorrere un’altra
strada rispetto alla soppressione di
sedi non previste dalla Finanziaria,
“adottando una più oculata e
attenta politica di contenimento delle spese ed una maggiore
coerenza con i criteri di gestione
economica del personale inviato
all’estero, limitandone di conseguenza gli effetti sulla rete consolare che deve invece rispondere ai
bisogni delle nostre comunità”.
alimentari - commenta uno degli
organizzatori, Francesco Dominoni, direttore di Iralndiani.com
- promuoveremo i prodotti tipici
del Bel Paese con stand presso i
supermercati Super Queen, una
delle più grandi catene di market
in Irlanda, famosa soprattutto per il
cibo fresco. I Super Queen possiamo
definirli come supermercati d’elite
che mettono in vendita i prodotti
italiani DOP, ovvero prodotti che
hanno provenienza dalla zona tipica.
Un esempio lampante può essere la
porchetta, di cui gli irlandesi vanno
ghiotti, che sarà di Ariccia e non
di altre zone italiane o addirittura
straniere con il marchio italiano.
La Super Queen ha sperimentato
anche la soluzione “take away” con
pacchetti già pronti soprattutto per
quanto riguarda gli affettati come i
prosciutti che hanno riscosso grande
successo tra gli irlandesi.
Nell’Isola Verde pare proprio che i
prodotti italiani siano molto apprezzati.
tenute dal torinese, il professor
Ernesto Galli della Loggia, ordinario
di Storia Contemporanea dell’Università San Raffaele di Milano,
editorialista del Corriera della Sera
ed autore di libri come “La violenza
politica e il delitto Matteotti” (Il Mulino 2004) e “La morte della Patria”
e” La crisi dell’idea di nazione tra
Resistenza, antifascismo e Repubblica” (Laterza 2003). Come si legge
dal comunicato dell’Istituto italiano,
della capitale tedesca, con questo
ciclo il giornalista vuole offrire al
pubblico berlinese una ricognizione
storiograficamente aggiornata delle
principali questioni poste dalla storia italiana del Novecento. Le date a
cui ci si riferisce sono quella del 28
ottobre 1922, giorno della “marcia
su Roma” del movimento fascista che segnò, di fatto, l’inizio del
regime mussoliniano. La data del
18 aprile 1948 con la vittoria della
Democrazia Cristiana nelle prime
elezioni politiche libere del secondo
dopoguerra. Ed infine quella del 27
marzo 1990, la data delle elezioni
politiche che videro il successo
elettorale del movimento guidato da
Silvio Berlusconi che segnò la fine
della Prima Repubblica in Italia”.
Prodotti tipici
italiani a Dublino
DUBLINO. L’ Italian Week organizzata da www.irlandiani.com in collaborazione con l’Ambasciata Italiana
metterà in mostra le bontà italiane
Dublino - Italian Week questo è il
titolo della manifestazione che si
terrà dal 15 al 28 aprile nella città
di Dublino.
L’Italian Week è organizzato dal sito
di informazione per la comunità
italiana in Irlanda. Irlandiani.com,
in collaborazione con l’Ambasciata
Italiana di Dublino.”Insieme a dieci
tra le più grandi aziende italiane
Ciclo di conferenze sulla
storia contemporanea
dʼItalia: “Tre date nella
storia dʼItalia”
BERLINO.
Presso l’Istituto Italiano
di Cultura il
mese scorso si
è svolto l’incontro la Marcia su Roma
che ha dato inizio al ciclo di conferenze, Tre date nella storia d’Italia,
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ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO
Il glamour italiano in passerella a Lugano
LUGANO. Si è tenuta il mese scorso
a Lugano, la seconda edizione di
Swiss Fashion World, una kermesse
tutta votata al fashion nata in collaborazione con la Camera Nazionale
della Moda Svizzera, in sinergia con
il coordinamento di Confederazione
Svizzera, Cantone Ticino, Città di
Lugano, Consolato Generale Svizzero di Milano, Camera Commercio
Svizzera in Italia e Camera Commercio Italiana in Svizzera.
L’evento ha messo in luce molti stilisti del Belpaese che hanno presentato a un nutrito parterre di buyer e
operatori di settore le loro collezioni
d’haute couture.
Nata per colmare il vuoto istituzionale della Svizzera nei confronti del
mercato della moda ‘Swiss Fashion
World’, la passerella si è articolata in
due appuntamenti illustrativi della
dimensione del glamour nella parti-
colarità della situazione svizzera: il
primo fashion talk, “Crisi del credito
e prospettive per il settore moda”, è
stato tenuto a battesimo dal direttore di Luxury Goods Logistics SA di
Bioggio, Maurizio Crivellari, e dal
responsabile aziendale di Bellinzona di Bancastato Maurizio Derada, mentre i relatori del secondo
incontro, “Voglio essere stilista”,
ha puntato i riflettori sui designer
emergenti che affrontano le difficoltà legate alla scarsa promozione e
tutela di un settore in decollo.
Tra le firme presenti all’appello,
Cornelia Orsucci, Patrizia Miggiano,
Cindy Belet, Rachel Bernasconi,
Margherita Siboni, Tatiana Vismara,
Vincenzo Adamo, Tutia Schaad,
Elena Bonfanti e Massimiliano
Latte, noto per la sua collaborazione
con la prestigiosa Gattinoni Couture.
A ribadire la necessità di lanciare
le giovani promesse dell’abbigliamento tramite l’Istituzione Moda
svizzera con Alessandra Modenese
Kauffman, segretaria generale della
Camera di Commercio Svizzera in
Italia.
Miss Cinema 2008 sbarca a Londra
LONDRA. La giovane Valentina Mio
frequenterà fino a giugno la scuola
teatrale più famosa del mondo.
Una miss made in Italy è sbarcata questa mattina nella capitale
londinese. Valentina Mio, eletta Miss
Cinema 2008 ha raggiunto Londra
dove fino a giugno studierà al “The
Lee Strasberg Theatre Institute”, la
scuola per attori più famosa al mondo che vanta allieve come Angelina
Jolie, Scarlett Johansson e Julia Roberts. “È un’opportunità che dovrò sfruttare al meglio. Il cinema
è la mia grande passione e questa
borsa di studio di tre mesi, vinta
a Salsomaggiore Terme insieme al
mio titolo, mi permette di realizzare il mio sogno. Si tratta di una
scuola prestigiosa - ha commentato
Valentina, giovane promessa che
tra poco compirà 19 anni - dove il
mio impegno sarà naturalmente
al massimo. Per diventare attrice
serve tanto studio ma certamente
anche il talento e sono fiduciosa
di dimostrare le mie doti.
Ho migliorato il mio inglese
frequentando un corso gratuito al
‘Wall Street Institute’ e sono grata
di cuore a Patrizia Mirigliani
perché tutto ciò avviene grazie a
Miss Italia, un concorso che ti dà
una marcia in più e che consiglio
a tutte le ragazze”.
Island, vedrà sorgere il primo museo
d’arte italiana all’ estero. “Sarà una
struttura permanente, un punto
di forza per mostre ed eventi
- afferma Francesco Fadda, vice-
presidente della Fitzgeral Foundacion of Florence - l’apertura è
prevista per il prossimo autunno,
ma stiamo mettendo a punto il
programma, consultandoci con il
centro culturale Italiano e il Ministero dei Beni Culturali. La prima
mostra assoluta dovrebbe essere
sulla civiltà Etrusca, poi ogni tre
anni il museo cambierà tema.
L’iniziativa sarà possibile grazie
all’accordo tra il Ministero e due
soggetti no profit americani: la
Fitzgerald Foundation of Florence e lo Snug Harbor Cultural
Center & Botanical Garden”.
Nasce a New York
il primo museo
di Cultura Italiana
NEW YORK. È la capitale mondiale
della cultura. I suoi cinque distretti Manhattan, Bronx, Brooklyn, Staten
Island, Queens ospitano centinaia
di organizzazioni per lo spettacolo
e le arti figurative, giardini, zoo e
luoghi storici, da istituzioni famose
a livello internazionale ad altre poco
conosciute ma non meno preziose.
La città della mela possiede alcuni
dei più noti musei del mondo.
Ed proprio il quartiere di Staten
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A cura di Claudio Zeni
[email protected]
Rinascimento a tavola in occasione
della mostra “I Della Robbia”
104
Il piacere per la buona tavola
accompagna da sempre le umane
vicende. Attraversando i fasti delle
nobili corti o gli umili focolari domestici, fra ostentazione e miseria,
la cucina del passato parla di noi e
della nostra storia, anche se uno dei
punti più alti dell’arte della tavola e
della cucina elaborata è senz’altro
raggiunto in epoca rinascimentale. Questo è il periodo dei grandi
apparati e delle messinscene senza
uguali; gli addetti al servizio della
tavola sono dei professionisti che
per gli allestimenti dei banchetti
si avvalgono della collaborazione
di artisti e artigiani tra i più noti
dell’epoca.
E anche le cucine non sono da
meno. L’Italia rinascimentale
vanta i cuochi più abili, rinomati
e creativi d’Europa, che portano l’alta cucina italiana al
massimo grado di raffinatezza e prestigio, anche se non si
può parlare per il ‘500 di una cucina italiana che si eleva
sopra tutte le altre.
Un “Rinascimento a tavola” che è ‘servito’ da diversi
ristoranti della provincia di Arezzo, su iniziativa dell’Associazione provinciale Ristoratori e di Confcommercio,
in occasione della mostra ‘I Della Robbia – Dialogo tra
le arti nel Rinascimento’, che fino al prossimo 7 giugno
2009 vede alcune città e paesi
della provincia di Arezzo esporre al
grande pubblico le opere di questa
celebre famiglia di artisti, massimo
esempio delle tante imprese familiari che hanno formato il tessuto
economico toscano.
“Diversi sono gli operatori della
ristorazione che nel corso della
mostra ‘I Della Robbia’ propongono alcune prelibatezze che
imbandivano le tavole rinascimentali, a conferma che la cucina
di quel periodo era giustamente
considerata ‘arte’ - dice Andrea
Fazzuoli, presidente dell’Associazione Ristoratori della provincia di
Arezzo e gestore insieme al fratello
dei due ristoranti sotto le Logge
Vasari - piatti preparati seguendo
le indicazioni dei ricettari antichi,
con i medesimi ingredienti all’insegna della freschezza, della genuinità, della tipicità, ma con tecniche di
preparazione e di cottura più moderne, per garantire
un sano equilibrio tra i valori nutrizionali e le qualità
organolettiche del cibo”.
Ciaccine fritte e vino speziato, dolcetti di miele e formaggio, sformatini di verdure e saporite zuppe, proposte
dell’epoca rinascimentale tornano ad essere le grandi
protagoniste delle tavole aretine nei giorni della mostra.
All’Alpenpalace l’emozione viaggia in elicottero
Dalla leggenda del gabbiano Jonathan Livingston a quella di Dedalo e Icaro, dall’amato personaggio delle fiabe
Peter Pan all’eroe dei fumetti Superman, saper volare è
un desiderio insito nella natura dell’uomo, e questi personaggi fantastici rappresentano proprio la realizzazione di
un sogno.
E se i bambini sull’altalena chiudono gli occhi e immaginano di volare, gli adulti il mondo dall’alto lo vedono
spostandosi in aereo.
Ma la magia dura poco, il tempo di decollare, poi l’altezza
e le nuvole impediscono di distinguere i contorni della
terra e delle città. In elicottero la situazione è diversa, si
viaggia a bassa quota, l’ambiente è più intimo e le emozioni sicuramente più forti.
Far vivere un’emozione forte è proprio l’intento dell’Alpenpalace Deluxe Hotel & Spa Resort***** di San
Giovanni in Valle Aurina che include nel suo pacchetto
“Lusso sopra le nuvole” un volo in elicottero per due sul
magico panorama delle Dolomiti, con partenza direttamente dall’hotel.
E lusso dentro l’hotel - Ampi spazi, arredi eleganti e
servizio di prima scelta: il lusso è una caratteristica che
contraddistingue tutto l’Alpenpalace. Alcuni esempi?
Si può scegliere tra 4 tipi di camere e 8 tipi di suite, tra
cui anche la nuovissima Suite Jardin, costituita da tre
locali per una superficie complessiva di 75 metri quadrati, arredata in legno antico naturale e tessuti color crema,
con stufa in maiolica e giardino d’inverno, terrazzo soleggiato che dà sul parco dell’hotel.
La cucina è a prova di buongustaio, il Maestro di Cucina
Michael Strempel, giovane e creativo, insieme al “gourmet team”, si lascia guidare dalla sua passione e dedizione per preparare ogni volta piatti raffinati e originali.
Gli ingredienti utilizzati sono prodotti locali sempre di
prima scelta.
www.alpenpalace.com
Cinque ÍÍÍÍÍ & Tre
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Cinque ÍÍÍÍÍ & Tre
A Pescocostanzo una baita nel bosco
per riscoprire i sapori della transumanza
A Pescocostanzo, antico borgo sulle montagne abruzzesi, ha appena inaugurato il Bistrot Relais: una baita nel
bosco, tra il verde e la neve, dove la cucina ha sapori
robusti e il decor strizza l’occhio al design contemporaneo. Disegnato dall’interior designer Alberta Saladino,
lo spazio mescola il legno d’abete con l’acciaio, il fascino
della baita di montagna con una hotellerie essenziale.
La cucina è un omaggio alla grande tradizione abruzzese
e recupera i sapori antichi della transumanza come il pan
cotto, la pasta con pepe e ricotta, la carne di pecora e la
grande varietà di formaggi freschi e stagionati.
Una cucina povera, di sapori semplici e contadini come la
polenta infornata, la zuppa di cicoria, le carni alla brace,
le pappardelle al cinghiale. In cucina ci sono i fratelli
Jonny e Marco De Matteis - 33 e 28 anni - che dopo aver
fatto esperienza all’estero sono tornati nel loro borgo
natio per cucinare le ricette della nonna Jole e ritrovare i
sapori e i profumi di una tradizione antica e importante.
A Miami la quarantatreesima edizione del Vinitaly US Tour
La Florida ama i rossi italiani, ma il
vino bianco fa sempre più gola agli
americani: Veronafiere prosegue
nell’attività di pubblicizzazione
culturale e commerciale del sistema
wine&food, in un’ottica
di promozione che ben
s’inserisce nella politica
d’internazionalizzazione
della produzione viti-vinicola italiana. L’iniziativa è inoltre supportata
da Buonitalia, in sinergia
con la collaborazione del
Ministero delle Politiche
Agricole e alimentari, di
ICE, Unaprol e con l’assistenza del
Consolato Generale d’Italia a Miami.
Grande dunque l’attesa - da parte
dei buyer, wine lovers e operatori di
settore statunitensi - per la nuova
edizione del Vinitaly US Tour, che
fra Miami e Palm Beach vedrà il
coinvolgimento, dal sei al 12 aprile,
di circa ottanta aziende italiane,
unitamente a Unaprol,
il Consorzio olivicolo
italiano. A preparare il
terreno agli imprenditori del Belpaese i dati
raccolti nel corso di una
press conference, wine
tasting, workshop b2b
e seminari, dai quali si
evince un grande appeal
del bianco di qualità,
che rappresenta l’8% dell’intero
business del vino USA, con un tasso
di crescita delle vendite del 60%
in dieci anni. Nella top ten delle
preferenze, la Falanghina, il Greco
di Tufo e il Vermentino, che hanno
registrato un incremento rispetto
all’anno precedente rispettivamente
del 42, 98 e 72%.
A seguire, ottime performance
hanno ottenuto il Soave e il Garganega in blend con un 17%, il Gavi
dei Gavi e il Cortese di Gavi con un
15%, come pure i bianchi del FriuliVenezia Giulia che, escludendo il
Pinot Grigio, hanno aumentato le
vendite del 42%, e infine il Prosecco
con il 35% in più. Complessivamente gli USA hanno importato
nel 2008 vini per un valore pari a
3 miliardi e 570 milioni di dollari
e l’Italia rappresenta circa un terzo
della somma con 1,1 miliardi. Davvero un grosso business.
105
Stelle della ristorazione a Salerno
L’Associazione Cuochi Italiani è
approdata sulla costa salernitana
per conferire il prestigioso riconoscimento al merito professionale
“Le Stelle della Ristorazione”, per
coloro che, con passione, operano
nel mondo della ristorazione. Grazie
alla collaborazione della Provincia,
Comune e APT di Salerno, oltre
cento cuochi professionisti, provenienti da tutta Italia e dall’ estero,
hanno potuto godere degli itinerari
turistico gastronomici offerti dal
territorio campano. Nella storica
cornice del tempio di Pomona, alla
presenza delle cariche istituzionali
è seguita la cerimonia di benvenuto
con una degustazione dei migliori
oli extravergini dop regionali. La coreografica parata delle berrette bianche, è confluita nella panoramica
sala Divine Costiere del Grand Hotel
Salerno, dove si è svolta la cena di
Gala, secondo un tradizionale menu
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tipico salernitano. Al termine la
degustazione guidata delle grappe
e degli zuccherini zen flambar dell’azienda Mazzetti d’Altavilla. Nella
giornata seguente gli chef sono stati
protagonisti di un tour alla scoperta
delle bellezze salernitane, aperto da
una visita mozzafiato del Duomo
condotta da una guida d’eccezione
come Monsignor Gerardo Pierro,
Arcivescovo di Salerno. Un’apprezzatissima degustazione di ricette
tipiche è stata realizzata dallo chef
Giovanni Blucher di Villa Poseidon.
Apice dell’evento, la cerimonia per
il conferimento dell’onoreficenza
al Merito Professionale delle Stelle
della Ristorazione, nella splendida
location di Forte la Carnale. Prezioso l’intervento delle autorità locali.
Grande soddisfazione e notevoli apprezzamenti sulla riuscita della manifestazione sono stati espressi nel
corso della conferenza stampa. Forte
la Carnale è stato anche il teatro
della conclusione dell’evento, il Galà
in onore delle neoelette Stelle della
Ristorazione. La manifestazione è
stata la preziosa occasione per offrire al selezionato gruppo di chef, una
panoramica dell’offerta contemporanea del mercato enogastronomico.
Attori del workshop di formazione,
l’azienda Po che ha presentato la
tecnologia dell’affumicatura, Antica
Gelateria del Corso, che ha lanciato
– con la collaborazione del campione italiano Palmiro Bruschi – la
nuova linea dedicata alla ristorazione professionale, e Bonduelle Italia,
che ha introtto le nuove tecnologie
di surgelato e conserva.
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A cura di Margherita Vallier
[email protected]
106
Letture & poesie
Antonietta Milani
“Diavoli e Santi a Bagno Maria”
Casa Editrice Sarsinæ Basilica
Sæcularia Decima
250 pagine
15,00 Euro
Fracesco Iagher
“Denegata Justitia”
Casa Editrice ilmiolibro.it
164 pagine
Mario Desiati
“Il paese delle spose infelici”
Casa Editrice Mondadori
229 pagine
17,50 Euro
Il rapporto tra le tentazioni del
demonio e la virtù dei santi: file
rouge dell’opera, il doppio, il sacro,
il demoniaco e il cibo.
Curiosa descrizione che l’intrigante
autrice fa del suo volume dal bizzarro quanto significativo titolo.
Un testo che tende ad evidenziare
come le pratiche culinarie siano
estese ad ambiti totalmente estranei alla quotidianità permanendo
in aree apparentemente distanti e
spesso dissacranti.
Un libro anche da leggere, ma
soprattutto da “gustare”, perché
all’interno ci sono si, tante ricette
particolari, utili consigli e molto
altro ancora, ma c’è soprattutto la
descrizione iconografica che spesso
rappresenta il santo in lotta contro
il demone che insiste sulla tentazione della gola e della lussuria:
allora, per evitare il digiuno estremo
e liberare il piacere dei sensi di
colpa, non rimane che dedicare ad
un santo l’oca che gira allo spiedo,
il salame e il dolce della colazione
pasquale, le frittelle e le zeppole di
San Giuseppe, i pani con le spezie
e la frutta secca, pensare ad una
frittata con i cardi selvatici come ad
una sorta di aureola, oppure lasciare
alla sera una minestra di ceci o di
fave sulla tavola perché i morti possano trovare qualcosa da mangiare
quando tornano a casa.
E in questa linea potremo continuare all’infinito perché gli argomenti
non mancano.
Un volume altamente istruttivo sia
per il corpo che per lo spirito.
L’autrice con questo suo “editto”
lancia continui messaggi in chiaro
scuro...
È la storia di malagiustizia francomonegasca capitata ad un cittadino
italiano, allora residente nel Principato di Monaco, messo in galera
per la “truffa” alla Banca di Roma e
Credit Foncier per “l’affare Mobutu”.
L’autore, indagato prima, e giustiziato dopo, è il solo a aver pagato un
conto, con questa giustizia, troppo
salato rispetto ad altri che invece
se la sono cavata con molto meno.
Francesco Iagher, che non può
ancora mettere piede a Monaco,
con questa sorta di autobiografia
giudiziaria, intende chiarire alcuni
passaggi di un processo che - secondo lui, ma gli ultimi fatti gli stanno
dando ragione - è stato manovrato
da magistrati e giudici francesi che
hanno dovuto, con accanimento,
condannare un caprio espiatorio:
il fatto che fosse un italiano, non
è stato un caso, ma un ulteriore
conferma - se mai - che non sempre
siamo considerati persone credibili,
quindi più facilmente condannabili.
Il libro, a tratti commovente, parte
dal concetto che “l’ingiustizia in
qualsiasi luogo, è una minaccia alla
giustizia ovunque”.
Così scriveva Martin Luter King, e
l’autore percorrendo questa storia
moderna, entra nel merito, accusa
uomini e fatti, che lasceranno sbalorditi il lettori che vogliono capirne
di più, soprattutto quelle persone
che, ai tempi, hanno seguito la vicenda di un connazionale, residente
all’estero, caduto nelle maglie di
una, quindi, non eccellente giustizia
francese.
Il libro scorre un po’ a fatica ma
è comprensibile lo stato d’animo
dell’autore.
Affacciamoci ad una finestra immaginaria di una piccola cittadina
pugliese tra gravine e trulli e osserviamo le vicissitudini di due giovani
protagonisti, Francesco, proveniente
da una famiglia facoltosa è Veleno e
Domenico, il ragazzino del quartiere
popolare ribelle, è Zaza.
I due sono attratti da Annalisa, bella
e maledetta simbolo delle spose
infelici, che colleziona cartoline
d’Italia e sogna un viaggio che mai
farà, si veste in maniera stravagante
e ha due occhi scuri che sembrano
due olive capaci di catturare e rapire
i desideri più recondidi, sembra
un intreccio senza confini ma lei si
innamorerà di Zaza che entrerà e
uscirà di galera come fosse ormai
l’unico segno della sua esistenza e
Veleno si innamorerà perdutamente
di lei al punto da farla diventare
un’ossessione o una sublimazione
delle proprie pulsioni.
I dialoghi sono decisi, intervallati da
frasi dialettali per dare maggiore enfasi al contesto popolare, dall’isolamento al giudizio al rimprovero agli
elogi, tutti temi che vengono presi in
considerazione e nello scorrere delle
pagine fluisce anche la cultura del
sud con pregi e difetti, in una forma
espressiva immediata e realistica
attraverso una semplicità che sembra un paradosso per nascondere
una sottomissione sentimentale che
crea una sorta di leggenda sul paese
delle spose infelici. Un enigma e
una leggenda d’attualità, un tema
delicato affrontato con coraggio da
un giovane romanziere che socchiude la porta dell’ indifferenza per
confrontarsi con la sfera emotiva.
Silvia Berlinguer
Letture & poesie
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Un Uomo e il suo Gruppo
verso un solo obiettivo : la perfezione
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FINLANDIA
AUSTRIA
HELSINKI - Ambasciata d’Italia, Itäinen Puistotie 4A • Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia. Itanien Puistotie, 4 • Istituto Italiano di Cultura, Vuorimiehenkatu 11 B
FRANCIA
108
VIENNA - Ambasciata d’Italia, Rennweg 27 • Istituto Italiano di Cultura,
Ungargasse 43 • Cancelleria Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia,
Ungargrasse 43
INNSBRUCK - Consolato Generale Di Italia, Conradstrasse, 9 A • Istituto di Cultura Italiano, Palais Trapp Maria Theresien Strasse 38
KLAGENFURT - Consolato Onorario Italiano, St. Veiter Ring 43
GRAZ - Consolato Onorario Italiano, St. Peter Hauptstrasse 141
LINZ - Consolato Onorario Italiano, Hessenplatz 19
SALISBURGO - Consolato Onorario Italiano, Lederergasse 6
BELGIO
PARIGI - Consolato Generale d’Italia, 5 Bd. Emile Augier • Ambasciata
d’Italia, 51, Rue de Varenne • Centro Lingua e Cultura Italiana, 4, Rue
des Prètes S. Sèverin • Istituto Italiano di Cultura, 50 rue de Varenne
GRAN-BRETAGNA
RISTORANTE
Fratelli
la Bufala
Bruxelles
118, Rue Américaine
Tel. +32 (0)25376700
www.fratellilabufala.com
BRUXELLES - Ambasciata d’Italia, 28, Rue Emile Claus • Istituto Italiano di Cultura, Rue de Livourne, 38 • Consolato d’Italia a Bruxelles,
rue de Livourne 35 • Camera di Commercio Italo-Belga, Avenue Henri
Jaspar 113 • Piola.Libri, rue Franklin 66-68 • Fattoria del Chianti, rue
Archimede 48 • Ristorante Il padrino, rue Archimede 50 • Physical Golden Club, Place du Châtelain, 33 • Ristorante la Piola, rue du Page 2
• Traiteur Don Gigi, rue Jacques Jansen 1 • Pasticceria da Giovanni,
Ch. de Louvain 303 (Schaerbeek) • Hotel Jolly du Grand Sablon, Rue
Bodenbroek, 2/4 • Hotel Amigo, rue de l’Amigo 1
EKEREN - Ass.ne Dante Alighieri, Pinksterbloemlaan 45
ESTONIA
TALLIN - Ambasciata Italiana, Vene, 2
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 108
LONDRA - Ambasciata Italiana, 114 Three King’s Yard - Davies Street
- London W1Y 2EH • Consolato Generale d’Italia, 38 Eaton Place, SW
1X 8AN • Istituto Italiano di Cultura, 39 Belgrave Square, SW1X 8NX
• ICE Istituto Nazionale per il Commercio Estero Italian Trade Commission, 14 waterloo place - London SW1Y 4AR • Camera di Commercio Italiana in G.B., 1 Princes Street, W1R 8AY • E.N.I.T. Italian
Tourist Board, 1 Princes Street, W1R 8AY • The Rocco Forte Collection
- Brown`s Hotel, Albermarle Sreet - Mayfair - London W1S 4BP • Jolly
Hotel St. Ermin’s, 2 Caxton Street, SW1H 0QW • Baglioni Hotel, 60
Hyde Park gate - London SW7 5BB • Hotel Inter Continental, 1 Hamilton Place Hyde Park Corner, W1V 1QY • Mandarin Oriental Hyde Park,
66 Knightsbridge, SW1X • The Chesterfield Mayfair, 35 Charles Street
Mayfair, W1X • Banca d’Italia, 39 Kings Street, EC2 • Alitalia Uk, 2nd
Floor, Central House - 3 Lampton Road - Hounslow - Middx TW3 1HY
• Meridiana, 15 Charles II Street, SW1Y 4QU • Accademia Club, 59
Knightsbridge, SW1X 7RA • Estorik Collection of Modern Italian Art,
39ª Canonbury Square, N1 2AN
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Lo trovate qui...
GRECIA
ATENE - Istituto Italiano di Cultura, 47, Patission str. • Ambasciata
d’Italia, 2, Sekeri str. • Consolato Generale Italiano, 135-137, E. Venizelou Ave. • Cancelleria Consolare Italiana , Leoforos El. Venizèlou
(Thiseos) 135-137 • Camera di Commercio Italiana Ice,14,Vas. Sofias
ave. • Scuola statale italiana, Odos Mitsaki 18 • Scuola Archeologica
italiana, Odos Parthenonos 14-16 • Istituto italiano di Cultura di Salonicco, Odos Fleming 1 - 54642 Thessaloniki • Istituto italiano per il
Commercio Estero (ICE), Leoforos Vassilis Sofias, 14 • Comitato degli
Italiani all’ Estero (Com.It.Es), Patission 153 • Associazione Dante Alighieri ad Atene , Via Antinoros, 34-36
SALONICCO - Istituto di Cultura Italiana, 1, Fleming Str.
GERMANIA
Italiani nel Mondo, Berlinerstrasse 124 - Berlin-Charlottenburg •
Associazione Emilia-Romagna in Berlin, Düsseldorfer Strasse 66 •
Italiesiches Handelskammer Für Deutschland, Büro Berlin (Camera
di Commercio per la Germania), Märkisches Ufer 28 • Istituto Italiano per il Commercio Estero, Schlüterstrasse 39 • ANSA, Pressehaus - Schiffbauerdamm 40 • RAI, Reinhardtstrasse 12 • Hotel
Jolly Vivaldi, Friedrichstr. 96 • Hotel Park Inn Berlin - Alexanderplatz, Alexanderplatz 7 • Ristorante Bacco, Marburgerstrasse 5 •
Ristorante Bocca di Bacco, Friedrichstrasse 167/168 • Ristorante
Essenza, Potsdamer Platz 1 • Ristorante Vino e Libri, Torstr. 99 •
Trattoria a Muntagnola, Fuggerstrasse 27 • Ristorante Sale e tabacchi, Kochstrasse 18 • Ristorante Francucci’s, Kurfürstendamm 90 •
Ristorante Ciao Ciao, Kurfürstendamm 156 • Ristorante Ana e Bruno, Sophie-Charlotten-Strasse 101 • Café Aroma, Hochkirchstrasse
8 • Ristorante Opera Italiana, Spandauer Damm 5 • Ristorante Il
Sorriso, Kurfürstenstrasse 76 • Ristorante Antica Roma, Wittenbergplatz 5/6 • Ristorante Piazza Italiana, Oranienburger Chaussee 2
• Ristorante Trattoria Toscana, Badensche Strasse 33 • Ristorante
Villa Medici, Spanische Allee 1
AMBURGO - Consolato Generale d’ Italia, Feldbrunnenstrasse 54 - D
FRANCOFORTE - Consolato Generale d’Italia, Francoforte sul Meno
- Kettenhofweg, 1 - D
COLONIA - Consolato Gen. D’Italia, Universitastrasse 81 D
HANNOVER - Consolato Italiano Generale, Freundallee, 27
LIPSIA - Consolato Generale Italiano, Loehrstrasse, 17
IRLANDA
DUBLINO - Ambasciata d’Italia, 63/65 Northumberland Road • Istituto
Italiano di Cultura, 11, Fitzwilliam Square
ITALIA
RISTORANTE
Ildi Paolo
Ciak
Celli
Cucina toscana
Specialità alla brace
Cacciagione
Roma Trastevere
Vicolo del Cinque, 21
Tel. +39 06.58.94.774
BERLINO - Ambasciata d’Italia, Hiroshimastrasse 1 • Palazzo Italia, Unter den Linden, 10 • Istituto italiano di Cultura, Hildebrandstr. 2 • Com.It.es. Berlino-Brandeburgo, Zillestraße 111 • Società
Dante Alighieri, Bülowstr. 4 • ICE (Istituto per il Commercio Estero),
Schlüterstr. 39 • ENIT (Ente Nazionale per il Turismo), Kontorhasìus
Mitte - Friedrichstrasse 187 • Itkam (Camera di commercio italiana
per la Germania), Märkisches Ufer 28 • Deutsch-Italienische - Gesellschaft E.V. (Berlin), Hohenzollernstrasse 4 • Deutsch-italienische
- Freundschaftsgesellschaft, Nikischstrasse 5A • Centro Culturale
Sardo, Husemannstrasse 28 • COM.IT.ES, Eylauerstrasse 24 • Missione Cattolica Italiana, St. Konrad von Parzham - Rubesstrasse 78
• Patronato ITAL-UIL, Keithstrasse 1-3 • Comitato Tricolore degli
FoglioEuropeo 120 DEF.indd 109
MILANO - Ristorante Il Marchesino, Piazza della Scala • Terrazza Martini, Piazza Diaz 7 • Il Baretto ai Baglioni, Via Senato 7 • Bar Pasticceria Gattullo, Piazzale di Porta Lodovica 2 • Bar Ristorante Gin Rosa,
Galleria s. Babila 4/B • Colonial Cafè, Corso Magenta 85 • Mondadori, Piazza Duomo • Carlton Hotel Baglioni, Via Senato 5 • UNA Hotel
Scandinavia, Via Cusani, 15 • UNA Hotel Tocq, Via A. De Tocqueville,
7/D • Grand Hotel Verdi, Via Mechiorre Gioia 6
ROMA - Ministero degli Esteri e Italiani nel Mondo, Piazzale della Farnesina, 1 • Hotel De Russie, Via del Babbuino 9 • Hotel Excelsior, Via
Vittorio Veneto 125 • UNA Hotel Roma, Via G. Amendola 61 • Hilton
Rome Cavalieri, Via Cadlolo, 101 (Monte Mario)
24-03-2009 17:08:39
LETTONIA
RISTORANTE
Vecchia
Firenze
RIGA - Ambasciata d’Italia, Teatra iela, 9 - LV • Associazione Dante
Alighieri, Dzirnavu,73
LITUANIA
di Jacopo La Guardia
Monte-Carlo
Av. Prince Pierre, 4
Tel. +377 93302770-93255364
Antoine I • Immobiliare Dotta 5 bis, Av Princesse Alice • Montecarlo
International Prestige 1, Av Henry Dunant (Palais de la Scala) • North
Atlantic s.a.m. Le Patio Palace 41, Av. Hector Otto • Ristorante Amici
Miei 16, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • La Casa del Gelato 42,
Quai Jean Charles Rey Fontvieille • Zegg & Cerlati Av. des Spélugues •
La Perla Monte Carlo Palace Bd. des Moulins • Hotel de Paris, Place du
Casino • Fairmont Monte Carlo 12, Av. des Spélugues • Hotel Meridien
VILNIUS - Ambasciata Italiana, Tauro Gatve, 12 • Istituto Italiano di
Cultura - Alessandra Bertini Malgarini, Universiteto G. 4 • Camera di
Commercio Italiana, Jogailos, gve 4 • Istituto Italiano Commercio Estero, Universitet,o 4 LT
110
Ristorante
Amici Miei
LUSSEMMBURGO
di Michele Florentino
Monaco - Port de Fontvieille
Quai Jean Charles Rey, 16
Tel. +377 92059214
Av Princesse Grace • Ristorante La Rosa dei Venti Plage du Larvotto •
Stars & Bar 6, Quai Antoine I • Ristorante La Vecchia Firenze 4, Av Prince Pierre • Casa del Caffé Av. de la Costa • Hair stylist Coppola 4, Av.
de Grande Bretagne • Athos Palace (Fontvieille) • RM Autosport 5, Av.
Prince Pierre • Montecarlo Royal Motors 14, Quai Jean Charles Rey
LUSSEMMBURGO - Ambasciata d’Italia, 5-7, rue Marie-Adélaïde •
Istituto Italiano di Cultura, 7 Rue Marie Adélaide • Asso,ne Dante Alighieri, 22, Rue Albert 1°
ESCH SUR ALZETTE - Consolato Italiano, 145 Rue de l’Alzette 4
MONTECARLO
Ambasciata d’Italia e Com.It.Es 17, Av de l’Annonciade • Monte Carlo
Country Club 155, Av Princesse Grace • Ufficio del Turismo 2ª, Bd des
Moulins • Yacht Club Monaco 1, Quai Antoine • Banque: Edmond de
Rothschild Les Terrasses 2, Av de Monte Carlo • Compagnie Monegasque de Banque 23, Av. de la Costa • HSBC Private Bank 15/17,
Av. D’Ostende • BNP Paribas Private 15/17, Av. D’Ostende • Banque
du Gothard 15/17, Av. D’Ostende • CFM 11, Bd albert Premier • Credit Lyonnais 1, Av. des Citroniers • SG Private Banking, 11 Avenue
de Grande Bretagne • Monte Paschi Banque 1, Av. des Citroniers •
Banque du Luxemburg 8, Av. de Grande Gretagne • UBS 10/12, Quai
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PAESI BASSI
AMSTERDAM - Consolato Generale d’Italia, Vijzelstraat 79 • Istituto
Italiano di Cultura, Keizersgracht 564
L’AIA - Ambasciata d’Italia, Alexanderstraat 12, 2514 JL Den Haag
PORTOGALLO
LISBONA - Ambasciata d’Italia, Largo Conde Pombeiro 6 • Consolato
Italiano - Ambasciata d’Italia, Largo Conde de Pombeiro 6 • Istituto
Italiano di Cultura, Rua do Salitre, 146
REPUBBLICA CECA
PRAGA - Ambasciata d’Italia, Nerudova 20 • Istituto Italiano di Cultura, Šporkova 14 • Ambasciata d’Italia a Praga, Nerudova 20 • Istituto
Italiano di Cultura, Šporkova 14
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Lo trovate qui...
SLOVACCHIA
BRATISLAVA - Ambasciata Italiana, Palisady, 49 • Consolato Italiano,
Cervenova, Ul. 19 • Istituto Italiano di Cultura, Kapucínska 7
SVEZIA
SPAGNA
STOCCOLMA - Ambasciata d’Italia, Oakhill - Djurgården - Djurgårdsvagen 174 • Istituto di Cultura Italiana, Gardesgatan 14 • Cancelleria
Consolare Italiana, Djurgårdsvägen 176
ANGELHOLM - Associazione Dante Alighieri, Krukmakareg, 3
SVIZZERA
MADRID - Ente Nazionale Italiano Turismo, Edificio Espana - Gran Via
84 1° of.1 • Consolato Generale Italiano, Calle Agustín de Betancourt,
3 • Ambasciata d’italia a Madrid, C/Lagasca, 98 • Consolato Generale
a Madrid, C/Agustin de Bethancourt, 3 • Addetto navale in Madrid,
C/Agustin de Bethancourt, 3 • Istituto Italiano di Cultura a Madrid, C/
Mayor, 86
BARCELLONA - Consolato Generale d’Italia, cI Mallorca 270 Pral. Pri
111
STATI UNITI
NEW YORK - Italian American Museum, 155 Mulberry Street • Italian
Consulate General of Italy in New York, 690, Park Avenue • ICE (istituto
nazionale per il commercio estero), 33 East 67th Street • Columbus
Citizens Foundation, 8 East 69th Street • Com.Ii.Es, 66-33 Fresh Pond
Road Ridgewood • Istituto Italiano di cultura, 686 Park Avenue
MIAMI - Consolato Italiano, 4000 Ponce de Leon - Suite 590 - Coral
Gables FL 33146 • COMITES Comitato Italiani Estero, 2575 Collins
Avenue, suite C-10 • NIAF - Biscayne Tour 2 South, Biscayne BLV
Suite 3400 • Ristorante Pelican, 826 Ocean Drive • Ristorante Sardinia, 1801 Purdy Avenue • Bar Segafredo, Lincoln Road • Ristorante
Quattro, Lincoln Road • Centro Estetico Biguine, Lincoln Road
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GINEVRA - Consolato Generale d’Italia, Rue Charles Galland, 14 •
Com.It.Es., Rue de l’Athenée, 26 • Marina. B, 40 rue du Rhône • Les
Ambassadeurs, 39 rue du Rhône • Cercle des Dirigeants d’Entreprises, Rue François Dussaud 12 • Elite Rent-a-Car, Rue des Pâquis, 51 •
Boggi, 116 Rue du Rhône • Country Club Geneva, 47 Route de Collex
- Bellevue • Ristorante Il Mirtillo, Route de Veyrier - Vessy, Genève •
Ristorante Senso, Rue du Rhône, 56bis • Resto by Arthur’s - La Cité
des Temps, 1 Pont de la Machine • Ristorante-Caffetteria L’Alcova,
Rue du Rhône, 46 • Ristorante La Closerie, Place du Maunoir, 14 - Cologny • Arthur’s Rive Gauche, 7/9 rue du Rhône • Boutique Jadeis, 15
rue de la Mairie • Hôtel d’Angleterre, Quai du Mont-Blanc, 17 • Hôtel
Métropôle, Quai Général Guisan, 34 • La Maison du Gâteau, Route de
Flossirant • Restaurant Roberto, 10 rue Pierre-Fatio • Boutique Tod’s,
108/110 Rue du Rhône • Boutique Cori-Line, 19 Quai du Mont-Blanc
• Gucci, 92 rue du Rhône • Boutique Vilbrequin, Rue du Rhône, 110 •
Boutique Anita Smaga, Rue du Rhone, 51 • Bulgari, 30 rue du Rhône •
Alitalia - WTC Aéroport • Avakian, 19 rue du Rhône • Auberge d’Onex
by Valentino Rusconi • For Seasons Les Bergues, Quai des Bergues •
Hairmania, 34 boulevard Hélvetique • La Bohème, 36 boulevard Hélvetique • Kenko Hoshi, 2 rue des Photographes • Illico Gianna Loredan,
3 route de St-Julien • Café Hôtel Métropole, 34 quai Général-Guisan •
Hôtel Richemond, rue Adhémar-Fabri 8/10 • Modena Cars, 76 rue de
Lausanne • Restaurant Hôtel du Parc des Eaux-Vives, 82 Quai Gustave-Ador • Restaurant Mon Idée, 24 route de Mon-Idée
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Colophon
Direttore Responsabile:
Ilio MASPRONE
Tel. e Fax: (+39) 0184.266433
Cell. (+39) 335.327111
E-mail: [email protected]
[email protected]
112
Collaboratori:
Silvia BERLINGUER
[email protected]
Ilaria BIAMONTI
[email protected]
Bruno BRESCHI
[email protected]
Deborah CHIAPPINI
[email protected]
Diego DAVID
[email protected]
Myrjam CANTÙ
[email protected]
Natàlia CAZZOLA DOLCE
[email protected]
Maurizio DI MAGGIO
[email protected]
Jean-Louis GUILLOT
[email protected]
Germana LAVAGNA
[email protected]
Alessandra LUTI
[email protected]
Federica NATTA
[email protected]
Silvana RIVELLA
[email protected]
Simona TAGLI
[email protected]
Chiara TRUSSONI
[email protected]
Margherita VALLIER
[email protected]
Giorgia WÜRTH
[email protected]
Claudio ZENI
[email protected]
Fotografi:
Samantha ROSSO,
Salvatore MANCUSO, PEPÈ
Corrispondenze Monte-Carlo:
Maria BOLOGNA
[email protected]
Corrispondenze Atene:
Angelo SARACINI
[email protected]
Corrispondenze Berlino:
Gherardo UGOLINI
[email protected]
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Corrispondenze Bruxelles:
Matteo MANZONETTO
[email protected]
Corrispondenze Ginevra:
Susanna Teresa GORGA
[email protected]
Corrispondenze Londra:
Carolina STUPINO
[email protected]
Corrispondenze Miami:
Luciana SALIANI
[email protected]
Corrispondenze Milano:
Silvia ZANCHI
[email protected]
Corrispondenze Mosca:
Silvia GRIESSMAIR
[email protected]
Corrispondenze Oslo
Clara SVANERA
[email protected]
Corrispondenze Parigi
Stefania DONCKER
[email protected]
Comitato Editoriale
Presidente:
Niccolò CAISSOTTI DI CHIUSANO,
Consiglieri:
Fernanda CASIRAGHI, Giorgio COLOMBO,
Riccardo DE CARIA, Massimo BASSO
TESTATA:
IL FOGLIO ITALIANO
Mensile per gli italiani nel Mondo
Fondato nel 1997
nel Principato di Monaco
Sottotitolo: Primo Mensile
per gli Italiani nel Mondo
PREZZO di COPERTINA:
6,00 Euro. Spedizione Abbonamento
Italia Euro 40,00 - Europa Euro 60,00
Extra Europa Euro 80,00
Arretrati Euro 15,00
DISTRIBUZIONE:
Nelle seguenti città:
Monte Carlo - Costa Azzurra, Atene,
Berlino, Bruxelles, Ginevra, Londra,
Madrid, Miami, Milano, Mosca,
NewYork, Oslo, Parigi e Roma;
presso i seguenti punti:
Enti Istituzionali, Ambasciate, Consolati,
Uffici del Turismo, Istituti di Cultura,
Com.It.Es., Associazioni Italiane
di categoria, ENIT, Istituti di Cultura,
ICE Istituti Commercio Estero,
Grandi Alberghi, Ristoranti selezionati,
Aziende Italiane, Ordini Professionali.
Abbonamenti:
Via dei Colli 49
18012 Bordighera (IM)
Tel. e Fax +39 0184/266433
Cell. +39 335/327111
www.foglioitaliano.com
[email protected]
[email protected]
Stampa:
International Print S.r.l.
C.so Limone Piemonte, 21bis
Ventimiglia (IM) - Tel. +39 0184 352483
[email protected]
Periodicità: Mensile,
11 uscite l’anno, escluso agosto
Formato: Magazine A4 mm. 210 x 297 al
vivo (+5 mm. di abbondanza), 132 pagine
Target: Medio - Medio Alto
TIRATURA: Media annuale copie
172.000 (16.000 mensili)
[email protected]
Società Editrice:
Events & Promotions Ltd.
20-22 Bedford Row
London - WC1R-4JS
Direzione Amministrativa:
Renata RIVELLA
[email protected]
Consiglio Direttivo:
Presidente: Ilio MASPRONE;
Consiglieri:
Daniela ALTOBELLI, Massimo BASSO,
Giorgio COLOMBO, Luigi FRATESCHI,
Massimo GABORIN, Marco MORETTI
Direzione Commerciale
Silvia BERLINGUER
Cell. (+39) 393.5978629
[email protected]
Costanzo CREMONESI
Cell. (+39) 347.9605718
Concessionaria Pubblicità
Events & Promotions Ltd
Tel. (+39) 335.327111
Autorizzazione del Tribunale
di Sanremo (IM) N° 897 del 10/04/1998
Autorizzazione Distribuzione
Principato di Monaco: Ministero di Stato
N°9 8 - 492 RB/CG28 - 05.1998.
Abbonamento Postale 45% Comma 20/b
Art. 2 Legge 662/96 Filiale di IM
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Colori compositi
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