25 maggio ornaghi scenario - MiBACT Emilia

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25 maggio ornaghi scenario - MiBACT Emilia
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Primo piano
TERREMOTO
di Francesco Dondi
Molto più umano del premier
Monti, o quantomeno più interessato - anche per questioni professionali - al cataclisma
che si è abbattuto sulla Bassa.
Dopo l'arrivo del presidente, è
stata la volta del ministro Lorenzo Ornaghi. Il responsabile
del dicastero dei Beni Culturali ha voluto "ammirare" in prima persona la catastrofe patrimoniale che la Bassa ha subìto. Una ricognizione avvenuta
ben consapevole delle difficoltà economiche che il suo compartimento è da anni costretto ad affrontare, ma con la voglia di poter mettersi a disposizione per la ricostruzione. Sarà un'operazione lunga e complicata, Ornaghi ne è consapevole e non fa promesse, se non
quella di voler tutelare, quantomeno, i simboli delle due
città, ossia i Castelli.
Ornaghi arriva in elicottero
al campo di San Felice. Con lui
- sono le 11.15 - scendono il
capo della protezione civile,
Gabrielli, ormai un habitué di
questi luoghi e il presidente
della Regione, Errani che in
prima persona sta facendo da
mediatore tra il Governo e i
territorio. Ad accogliere il ministro ci sono, come sempre, i
vertici delle forze dell'ordine e
il sindaco di San Felice, Alberto Silvestri. Spetterà a lui fare
da Cicerone alla visita lampo
(una ventina di minuti) in terra sanfeliciana. Silvestri guida
il corteo, da lontano spiega i
gravissimi danni che ha dovuto subire la chiesa parrocchiale, già provata da un violento
incendio di qualche anno fa.
Poi circumnavigano il centro
storico e costeggiano la Rocca
Estense con due torrioni "amputati" e il maschio gravemente danneggiato. Ornaghi guarda, ascolta, si fa una prima
idea del dramma storico che
sta vivendo il paese. Sulla piazza del Comune arrivano anche gli assessori provinciali
Stefano Vaccari ed Elena Malaguti, lei sanfeliciana, duramente provata dalla vista della sua città distrutta. Silvestri
fa il politico, fino a quando dice chiaramente ad Errani: «Ci
dovete aiutare - spiega con la
voce rotta dall'emozione dobbiamo fare in fretta a ripartire, dobbiamo liberare i campi e mettere in sicurezza la nostra storia. Abbiamo bisogno».
La visita di Ornaghi è ormai
conclusa, ma il ministro offre
la prima sintesi di giornata. «È
un sisma che in modo malefico ha colpito una grandissima
parte con danni enormi al patrimonio artistico di questa
GAZZETTA VENERDÌ 25 MAGGIO 2012
» LA VISITA DEL MINISTRO
Ornaghi: «Scenario tremendo
Due paesi appena bombardati»
Il ministro dei beni Culturali in visita a San Felice e Finale: «Dovremo fare delle scelte anche dolorose
È però indispensabile salvaguardare in fretta i simboli storici delle città. Faremo il possibile»
La campana
di San Zenone resta
sotto le macerie
Tra i simboli di Finale c’è la
campana di San Zenone, da
domenica sommersa dalle
macerie della torre dei
Modenesi (nella foto). Appena
inizierà lo sgombero si cercherà
di recuperarla, sperando abbia
superato anche questo
cataclisma. Completamente
realizzata in bronzo, risale alla
seconda metà del ’700. Sopra
riporta le immagini della
Madonna delle Grazie e del
santo protettore della città. È
stata collocata nella torre
subito dopo la sua realizzazione
e attraverso la campana Finale
ha assunto il titolo di città. La
Torre, invece, già ospitava
l’orologio distrutto, opera del
1500, lì incastonato ai tempi
della vecchia Finale, quando
ancora il Panaro scorreva il
centro e la torre era punto di
passaggio e di controllo del
traffico fluviale.
Lorenzo Ornaghi, ministro dei beni culturali, davanti a quel che resta della Torre dei Modenesi a Finale
Gabrielli, commissario della Protezione Civile
splendida terra. Il tema adesso è capire davvero cosa fare.
Si viene qui, si manifesta la vicinanza alla popolazione. Poi
si deve dire un grazie riconoscente da parte di tutti a partire dagli organi di stampa, la
protezione civile, ai vigili e alla
nostra Soprintendenza. È stato fatto davvero un lavoro eccezionale, con grande impegno e che sta producendo ri-
sultati. Dopo, per quel che riguarda i beni storico-artistici
come le chiese e i castelli, dobbiamo in tempi brevi arrivare
ad una classificazione di danni precisa per fare di cui c'è bisogno. Ecco perché nel decreto sarà previsto che personale
che lavora nelle regioni limitrofe venga qui per provvedere a ciò che è necessario. Daremo avvio a un preciso e meti-
La torre dell’Orologio di San Felice decapitata
coloso lavoro di schedatura
per capire quel che si può fare.
Chiederci ora cosa faremo e
quanto costerà è impossibile.
Dobbiamo capire tutte le lesioni che hanno interessato
questa zona. Poi partirà il processo, anche doloroso, di fissazione delle priorità. In primis
c'è da salvare quello che è il
simbolo identitario dei paesi.
E' fondamentale, a breve si
procederà a questo. Nelle
enormi difficoltà che stiamo
vivendo spero ci siano le risorse».
Ornaghi saluta San Felice e
si dirige a Finale dove lo aspettano il sindaco Ferioli e l'assessore alla cultura, Massimiliano Righini. In questa occasione la lunga visita del ministro
diventa off limits. Ornaghi
vuole vedere nel dettaglio la si-
Alberto Silvestri, primo cittadino sanfeliciano,
tuazione della città distrutta.
Stavolta è Righini ad illustrare
la tragedia. Gli fa ammirare la
torre dell'Orologio dove resta
sommersa la campana di San
Zenone, il Castello delle Rocche e il teatro Sociale danneggiato. Dal lontano gli mostra
la chiesa di San Francesco distrutta e gli spiega la necessità
di intervenire in fretta sulla
chiesa del Rosario. Ornaghi è
Parte il blitz per salvare il trittico
Oggi tecnici si caleranno dal braccio di una gru per portarlo fuori dalla chiesa
◗ SAN FELICE
Dopo aver salvato il Cristo in
croce risalente alla fine del XV
secolo che era rimasto intatto
tra le macerie ora scatta l’operazione per un’opera ancora
più importante: il trittico cinquecentesco di Bernardino Loschi , uno dei patrimoni artistici della cittadina in cui si identificano da sempre i fedeli. Nel
crollo della chiesa, nel crollo
dell’abside schiacciata dal
campanile la grande opera del
pittore alla corte di Alberto III
Pio a Carpi, tra il ’400 e ’500, è
rimasta miracolosamente in-
tatta. Metà abside così come
metà dei muri perimetrali della chiesa parrocchiale, il lato
che si affacciava sul’angolo della piazza del municipio e del
castello sono rimasti in piedi e
lì, fissato ai muri con delle putrelle in ferro, è il prezioso trittico. L’appello del ministro Ornaghi nella visita di ieri a San
Felice è stato chiaro: salvare il
più possibile le opere storiche
e artistic he. Trittico e il torrione più alto del castello estense
ferito a morte e ultima
“sentinella” rimasta in qualche
modo in piedi dell’antico maniero ovviamente sono tra le
priorità.
Già ieri pomeriggio si è quindi svolta una riunione con il Soprintendente, tecnici e il dott.
Paolo Campagnoli mirata a
cercare di recuperare l’opera
di Bernardino Loschi che raffigura l’incoronazione della Vergine, San Felice con i santi, San
Geminiano e la deposizione di
Gesù. I problemi da superare
sono diversi e non possono certo riuscire nel salvataggio i soli
don Tomek, cappellano della
chiesa, Antonio Cantiello e
Alessio Bellodi che a loro rischio e pericolo sono riusciti a
raggiungere il Cristo ligneo (a
loro deve andare il ringraziamento di tutti i sanfeliciani e
modenesi) perchè il trittico
non solo è sospeso in aria e fissato al muro ma è anche
un’opera grande e pesantissima. La soluzione già oggi: entrerà in azione una gru con tecnici che imbragheranno l’opera e la porteranno fuori dallo
scheletro della chiesa. Altra nota lieta: Massimo e Marco, volontari della parrocchia hanno
salvato opere d’arte e la Madonnina simbolo di San Biagio
che viene portata in processione. A loro un altro grazie.
Gianluca Pedrazzi
Il trittico di Bernardino Loschi salvo tra le macerie della chiesa