Frontex Relazione annuale 2006

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Frontex Relazione annuale 2006
European Agency for the Management of Operational Cooperation at the External Borders
of the Member States of the European Union
Frontex
Relazione annuale 2006
Coordinamento della cooperazione operativa
attraverso attività di intelligence a livello
comunitario per accrescere la sicurezza alle
frontiere esterne.
Premessa del presidente del consiglio di amministrazione
Sono lieto di presentare la prima relazione annuale di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione
della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea.
La relazione espone le attività operative e la gestione amministrativa e finanziaria, compresa la
gestione di bilancio, inerenti all’anno concluso e illustra i programmi futuri.
Si tratta della prima relazione che copre un intero anno di attività dall’adozione del regolamento
(CE) n. 2007/2004 del Consiglio istitutivo di Frontex, vale a dire il 26 ottobre 2004.
A questo proposito, il documento riporta alcuni cenni sull’istituzione di Frontex unitamente a una
descrizione dell’impostazione che l’Agenzia intende adottare per l’avvenire.
Lo scopo della politica comunitaria in rapporto alle frontiere esterne dell’Unione europea consiste
nell’attuare una gestione integrata che garantisca controlli elevati e uniformi sulle persone nonché
sorveglianza, come presupposto per l’istituzione di una zona di libertà, sicurezza e giustizia.
Nella comunicazione del 7 maggio 2002, intitolata “Verso una gestione integrata delle frontiere
esterne degli Stati membri dell’Unione europea”, la Commissione ha proposto di istituire un
“organo comune di esperti in materia di frontiere esterne” incaricato di gestire la cooperazione
operativa alle frontiere esterne degli Stati membri.
Il piano per la gestione delle frontiere esterne dell’Unione europea, concordato dal Consiglio il
13 giugno 2002, ha dunque approvato l’istituzione di un organo comune di esperti settoriali quale
mezzo per realizzare la gestione integrata alle frontiere esterne. Detto gruppo, però, ha mostrato
una serie di limiti strutturali in relazione al coordinamento della cooperazione operativa.
Frontex è stata infine istituita il 1° maggio 2005 [regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio]
per gestire e coordinare le attività operative tra Stati membri. Il Consiglio “Giustizia e affari
interni” ha stabilito che l’Agenzia avrebbe avuto sede a Varsavia. L’Agenzia si basa sul vasto
retaggio, sulle strutture (giuridiche) e sulle esperienze che l’hanno preceduta, combinando tutto
questo in un potente “centro” operativo. Nell’allegato alla presente relazione è riportato un elenco
dei membri del consiglio di amministrazione.
Sebbene la responsabilità del controllo e della sorveglianza delle frontiere esterne spetti agli Stati
membri, Frontex faciliterà l’applicazione delle misure esistenti e future a livello comunitario in
relazione alla gestione di tali frontiere. La politica comunitaria trarrà chiaro beneficio dal maggiore
coordinamento delle attività relativamente a controllo e sorveglianza delle frontiere esterne. In tale
contesto, per frontiere esterne si intendono le frontiere terrestri e marittime degli Stati membri e i
loro aeroporti e porti marittimi, cui si applicano le disposizioni di diritto comunitario in materia di
attraversamento delle frontiere esterne da parte delle persone.
Il direttore esecutivo dell’Agenzia, il finlandese generale di brigata Ilkka Laitinen, è stato
nominato dal consiglio di amministrazione su proposta della Commissione europea il 25 maggio
2005, e l’Agenzia ha iniziato la sua reale attività operativa il 3 ottobre 2005 a Varsavia.
Dato l’alto livello di esperienza e competenza nel campo della cooperazione operativa alla
gestione delle frontiere, il consiglio di amministrazione dispone degli strumenti necessari per
sostenere l’Agenzia nell’adempimento delle sue mansioni. Al termine di un anno di sviluppo
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graduale e cruciale, in cui la concentrazione sulle mansioni amministrative è prevalsa sulle attività
operative, l’attenzione si è spostata verso operazioni di alto profilo volte a combattere i vasti
afflussi sul suolo comunitario di migrazioni clandestine nell’area del Mediterraneo. Nel 2006
Frontex ha ulteriormente professionalizzato la gestione delle frontiere, oltre a lanciare iniziative di
rilievo come i gruppi di supporto comuni di Frontex e il raggruppamento delle attrezzature
tecniche dagli Stati membri. È stato altresì istituito un coordinamento operativo con paesi terzi, un
processo continuo necessario per vagliare i punti di forza che derivano dall’impegno congiunto.
Con il regolamento sulle squadre di intervento rapido alle frontiere, Frontex è nella posizione di
sostenere la responsabilità che consegue a tale decisione. È necessario un supporto crescente da
parte degli Stati membri, per aiutare l’Agenzia ad affrontare queste sfide e soddisfare tutte le
aspettative.
I risultati conseguiti nel 2006 sono stati notevoli e il mio ringraziamento va al personale
dell’Agenzia per l’impegno profuso e gli importanti progressi compiuti. Nonostante le numerose
sfide che si profilano all’orizzonte, guardo al futuro con ottimismo. Frontex è pronta per
affrontarle.
Cordiali saluti
Minze A. Beuving
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Delibere e decisioni del consiglio di amministrazione nel 2006
Nel 2006 il consiglio di amministrazione ha lavorato intensamente. In particolare, il consiglio di
amministrazione è stato chiamato ad assicurare la disponibilità delle risorse necessarie per una
rapida evoluzione dell’Agenzia.
Nel corso del 2006 il consiglio di amministrazione si è riunito cinque volte. Mentre il 2005 ha
visto l’adozione dei principali strumenti normativi atti a consentire il funzionamento
amministrativo dell’Agenzia, il 2006 è stato il primo anno completo di operatività di Frontex.
Oltre ai compiti che il regolamento istitutivo attribuisce al consiglio di amministrazione,
particolare attenzione è stata prestata all’importanza strategica delle questioni di bilancio e del
personale, come pure alle prime attività operative dell’Agenzia.
Di seguito è riportata una selezione di alcune delle decisioni adottate dal consiglio di
amministrazione nel corso dell’anno:
- introduzione di procedure decisionali inerenti ai compiti operativi dell’Agenzia da parte del
direttore esecutivo;
- creazione di un quadro per le modalità di partecipazione del Regno Unito alle attività
dell’Agenzia;
- adozione di una decisione quadro sulle modalità di cooperazione dell’Agenzia con paesi terzi e
per conferire al direttore esecutivo il potere di avviare tali trattative con paesi selezionati;
particolare accento è stato posto sulla promozione della cooperazione con Romania e Bulgaria
prima della loro adesione all’Unione europea;
- individuazione degli stanziamenti non utilizzati nel 2005 da riportare nel bilancio 2006;
- avvio di una procedura di modifica della tabella dell’organico 2006 per poter assumere nuovo
personale;
- adozione di due modifiche del bilancio 2006 (portato da 12,3 Mio EUR a 19,2 Mio EUR);
- adozione del progetto di bilancio 2007 e della tabella dell’organico.
Oltre all’adozione di queste decisioni, il consiglio di amministrazione ha anche ricevuto
regolarmente un resoconto del direttore esecutivo sulla situazione delle attività dell’Agenzia.
Particolare attenzione è stata prestata alla pianificazione a medio termine dell’Agenzia, toccando
questioni come l’orientamento dello sviluppo di Frontex nell’ottica di migliorare la gestione
integrata delle frontiere.
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Osservazioni introduttive del direttore esecutivo
Il 3 ottobre 2005 Frontex ha iniziato a lavorare nella sua sede provvisoria a Varsavia. Quel giorno,
27 esperti distaccati dalle autorità nazionali delle guardie di confine e 17 addetti amministrativi si
sono seduti allo stesso tavolo. Alla fine del 2006, il numero era salito a 72 in occasione della festa
di Natale di Frontex che segnava inoltre il primo anno completo di operatività dell’Agenzia.
Nel corso del 2006 il bilancio complessivo è aumentato da 12,4 Mio EUR a 19,2 Mio EUR, di
conseguenza, anche il programma di lavoro è stato ampliato dal consiglio di amministrazione.
Durante l’anno Frontex ha dovuto gestire contemporaneamente due importanti mansioni, la qual
cosa ha creato una situazione piuttosto unica nel suo genere: da un lato, Frontex ha dovuto
mostrare e dimostrare di trovarsi già in una posizione tale da poter realmente coordinare la
cooperazione operativa degli Stati membri alle frontiere esterne. Dall’altro, l’Agenzia ha dovuto
creare e sviluppare al contempo l’organizzazione, compreso il quadro della gestione
amministrativa e finanziaria, oltre a reclutare personale per riuscire a far fronte alle sfide sul fronte
operativo.
Nel corso del 2006 tutti gli Stati membri e i paesi firmatari del trattato di Schengen hanno
partecipato almeno a una delle attività di Frontex nel campo delle operazioni congiunte e/o dei
progetti pilota, dell’analisi dei rischi, della formazione o della ricerca e sviluppo.
Il campo di attività di Frontex, pur essendo vasto, è circoscritto nel quadro di una logica di gestione
integrata delle frontiere, che l’Agenzia non soltanto promuove, ma cerca anche di sviluppare
ulteriormente.
L’Agenzia promuove un modello paneuropeo di controllo dell’accesso su quattro livelli, che
riguarda non solo i controlli delle frontiere ma anche altri importanti elementi. Lo scambio di
informazioni e la cooperazione tra gli Stati membri, l’immigrazione e il rimpatrio costituiscono il
primo livello del modello. Il secondo livello è dato dal controllo delle frontiere, che comprende la
sorveglianza, i controlli e l’analisi dei rischi, seguito dalla cooperazione con le guardie di confine,
le dogane e le forze di polizia nei paesi confinanti nell’ambito del terzo livello. L’ultimo livello si
riferisce alla cooperazione con paesi terzi, comprendente attività comuni. Frontex promuove inoltre
la cooperazione tra le autorità nel campo della gestione delle frontiere a livello nazionale e
internazionale e sta definendo il proprio ruolo e spazio di manovra.
Dopo avere illustrato questi principi chiave, desidero cogliere l’opportunità per presentare al
lettore anche il mandato della nostra missione, che abbraccia tutti gli aspetti sopra menzionati:
• Frontex è un coordinatore e collaboratore operativo europeo che gode di affidabilità e che
merita il rispetto e il sostegno degli Stati membri e dei paesi terzi.
• L’Agenzia promuove attivamente la cooperazione con altri organi di polizia di frontiera
responsabili della sicurezza interna a livello comunitario.
• Frontex opera attraverso attività di intelligence. L’Agenzia completa e fornisce un
particolare valore aggiunto ai sistemi nazionali di gestione delle frontiere degli Stati
membri e alla libertà e sicurezza dei loro cittadini.
• Frontex deve la propria efficienza all’elevata motivazione e professionalità del suo
personale.
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• L’Agenzia è un attore chiave nell’attuazione della politica comune dell’UE per la gestione
integrata delle frontiere e promuove concretamente il graduale sviluppo e il funzionamento
efficace del sistema di gestione integrata delle frontiere dell’UE.
La Commissione e in particolare il Consiglio “Giustizia e affari interni” hanno seguito da vicino lo
sviluppo di Frontex e delle sue attività, contribuendo del pari con nuovi impulsi.
Desidero esprimere i miei ringraziamenti al consiglio di amministrazione, a tutto il personale di
Frontex e a tutti i nostri partner per l’attivo sostegno accordato durante il 2006.
Fatte queste premesse, sono orgoglioso di presentare la relazione annuale 2006 di Frontex. Questo
è stato un anno straordinario: per il nostro personale, per i nostri partner e per me in prima persona.
Cordiali saluti
Ilkka Laitinen
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Panorama sintetico della situazione alle frontiere esterne dell’UE nel 2006
In base alle informazioni rese disponibili dagli Stati membri dell’Unione europea, dai paesi firmatari
del trattato di Schengen e da altre fonti istituzionali e di pubblico accesso, Frontex ha il compito di
raccogliere e analizzare i riscontri principali che permettono di tracciare la portata e le tendenze
dell’immigrazione clandestina alle frontiere esterne.
In generale, si può affermare che gli Stati membri dell’Unione europea e i paesi firmatari del trattato
di Schengen hanno evidenziato un calo nella tendenza degli ingressi clandestini alle loro frontiere
esterne a livello di Unione europea / trattato di Schengen.
In controtendenza, si rileva un aumento della pressione, conseguentemente delle inquietudini, alle
frontiere esterne della Spagna e in Grecia, soprattutto lungo la frontiera terrestre con la Turchia.
Dal momento che negli anni passati le cifre dell’immigrazione clandestina alle frontiere terrestri
esterne del trattato di Schengen (soprattutto di Austria e Germania) sono state nettamente superiori a
quelle delle frontiere terrestri esterne del resto dell’Unione europea, Frontex intende monitorare e
valutare l’evolversi di questa situazione dopo che 10 nuovi Stati membri dell’Unione europea
avranno aderito al trattato di Schengen. Gli Stati membri che hanno sottoscritto il trattato di
Schengen rilevano inoltre una pressione elevata alle frontiere interne del trattato dovuta a flussi di
migrazione interna e alle generali misure di controllo della polizia (per esempio, in Germania,
Austria, Francia e Paesi Bassi). I clandestini intercettati alle frontiere terrestri esterne orientali nel
2006 erano prevalentemente di nazionalità ucraina, rumena, bulgara, serba, albanese, moldava e
indiana.
I tratti di frontiera più interessati, in termini di pressione, arresti e rifiuti d’ingresso a immigrati
clandestini sono: le frontiere terrestri tra Slovacchia e Ucraina, tra Slovenia e Croazia, tra Grecia e
Albania e tra Grecia e Turchia; le frontiere esterne del trattato di Schengen in Austria; le città
spagnole di Ceuta e Melilla; le isole Canarie; la Sicilia e l’isola di Lampedusa; le frontiere marittime
e aeree del Regno Unito. Anche la linea di confine tra Grecia e Turchia è soggetta a forte pressione.
Frontex ha rilevato un aumento sia degli ingressi clandestini che dei rifiuti d’ingresso alle frontiere
aeree; gli aeroporti di Charles de Gaulle, a Parigi, di Heathrow, a Londra, come pure di Francoforte,
Amsterdam, Madrid e Milano, rappresentano snodi centrali dell’immigrazione clandestina per via
aerea.
I clandestini intercettati alle frontiere aeree provengono prevalentemente dall’America meridionale
e centrale, dalla Cina e dalla Nigeria.
La Francia e altri Stati membri riferiscono di essere indirettamente interessati dall’immigrazione
clandestina in transito dall’Africa verso Spagna e Italia. Data la legislazione attualmente vigente in
alcuni Stati membri, un numero elevato di migranti è rilasciato dopo 30/40 giorni di detenzione e
alcuni di essi continuano a spostarsi all’interno dello spazio di libera circolazione delle persone.
Gli immigrati clandestini intercettati alle frontiere marittime meridionali dell’Unione europea erano
principalmente di nazionalità marocchina (circa il 70% dei casi riportati alle frontiere marittime
italiane), seguiti da cittadini subsahariani (diretti soprattutto alle isole Canarie), cittadini eritrei ed
egiziani (diretti soprattutto verso l’Italia e Malta).
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Le modalità dell’azione di coordinamento europeo svolta da Frontex
Al momento di avviare l’Agenzia, il direttore esecutivo ha stabilito che, poiché Frontex avrebbe
collaborato con tutti gli Stati membri e con i paesi firmatari del trattato di Schengen, sarebbe stato
necessario creare una rete a garanzia di detto coordinamento.
Ogni Stato membro e paese firmatario del trattato di Schengen ha individuato e istituito i cosiddetti
punti di contatto nazionali di Frontex (NFPOC). Il singolo NFPOC per ogni Stato membro/paese
firmatario del trattato di Schengen riceve tutte le informazioni da Frontex e ha il compito di
distribuirle nell’ambito dell’amministrazione nazionale alle autorità pertinenti.
Nel luglio 2006 si è tenuto il primo incontro dei NFPOC presso Frontex, durante il quale sono state
concordate le rispettive modalità operative. È stato anche stabilito di comune accordo che,
chiaramente, per i vari campi di attività di Frontex sarebbero state necessarie più reti, come per
esempio la rete di analisi dei rischi di Frontex FRAN (cfr. di seguito) oppure la rete dei coordinatori
della formazione. In ogni caso, l’idea centrale alla base dei NFPOC è che ciascun punto di contatto
nello Stato membro/paese firmatario del trattato di Schengen debba poter aver accesso a tutta la
rassegna delle attività in corso di Frontex.
Onde evitare procedure eccessivamente lunghe in merito all’attuazione di operazioni congiunte e
progetti pilota, Frontex ha concluso con ogni amministrazione nazionale un accordo quadro di
partenariato. Tale accordo è identico per tutti i partner e fissa i parametri della cooperazione. Esso
si attua in pratica mediante singoli accordi con gli Stati membri / i paesi firmatari del trattato di
Schengen.
Al fine di organizzare e promuovere il sostegno reciproco tra gli Stati membri e i paesi firmatari del
trattato di Schengen, Frontex sta anche realizzando un’altra struttura molto operativa. Questa nuova
struttura sviluppata per gradi formerà la base delle attività operative dell’Agenzia. Essa avrà anche
la funzione di esaminare e valutare nuove soluzioni tecniche e procedure per prestazioni avanzate di
controllo delle frontiere. I gruppi di supporto comuni di Frontex (FJST) saranno gruppi costituiti
da funzionari delle guardie di confine provenienti dagli Stati membri e dai paesi firmatari del trattato
di Schengen, nel cui ambito i membri saranno tenuti a fornire mutua assistenza sul piano personale,
tecnico e offrendo attrezzature ai luoghi o alle aree presso le frontiere terrestri e marittime che sono
ritenuti straordinari in termini di qualità e/o quantità dei fenomeni associati all’immigrazione.
Frontex ha anche partecipato attivamente alla discussione sul futuro regolamento del Consiglio sulle
squadre di intervento rapido alle frontiere (RABIT). Uno Stato membro avrà la possibilità di
richiedere lo spiegamento, nel quadro di Frontex, di squadre di intervento rapido alle frontiere,
compresi specialisti appositamente qualificati, provenienti da altri Stati membri nel suo territorio per
fornire assistenza temporanea alle guardie di confine nazionale. Il ricorso agli esperti contribuirà ad
aumentare la solidarietà e l’assistenza reciproca tra gli Stati membri. Va da sé che l’attività delle
squadre dovrà essere rigorosamente coordinata con i FJST sopra menzionati.
Processo decisionale all’interno di Frontex in relazione ai compiti operativi
Una delle prime decisioni del consiglio di amministrazione, come previsto dal regolamento istitutivo,
è stata l’elaborazione di procedure relative alle decisioni dei compiti operativi di Frontex. Il
processo decisionale adottato dal consiglio di amministrazione è un sistema integrato di norme e
procedure per lo sviluppo di iniziative operative, articolato in quattro fasi:
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1) analisi dei rischi o proposta di uno Stato membro (che lancia un’attività operativa), contenente
raccomandazioni per le misure congiunte;
2) preparazione dell’iniziativa operativa: i preparativi per un compito operativo sono svolti da
tutte le unità pertinenti di Frontex e vengono gestiti congiuntamente e discussi durante la riunione
della direzione (che comprende tutti i capi unità), al fine di garantire una preparazione completa e
coerente; se il vicedirettore esecutivo approva un’iniziativa, questa viene inoltrata per il processo
decisionale al direttore esecutivo;
3) preparazione del piano operativo e sua attuazione: il capo unità elabora con il proprio
personale un piano operativo, che deve essere sottoposto al vicedirettore esecutivo per
l’approvazione. I preparativi sono svolti da tutte le unità pertinenti e nuovamente discussi in
occasione della riunione della direzione di Frontex, al fine di assicurare completezza e coerenza del
piano. Nella fase finale, il direttore esecutivo approva il piano operativo.
Il piano comprende inoltre una descrizione generale dei preparativi, il programma, le modalità
dell’azione, i mezzi tecnici e le risorse umane a disposizione, il preventivo dettagliato
dell’operazione, i costi di attuazione del piano di comunicazione, i rischi associati all’attuazione ecc.
Il responsabile di progetto e l’unità designata al progetto individuale sono responsabili della
complessiva implementazione;
4) valutazione/controllo: viene redatta una relazione di valutazione basata sui risultati raggiunti,
tenendo conto dei contributi del paese ospitante e degli Stati partecipanti nonché dei contributi dei
funzionari distaccati. La relazione di valutazione tratta anche le carenze e i problemi emersi durante
l’operazione. Il capo unità presenta la relazione finale alla riunione della direzione di Frontex, la
quale inoltra le sue raccomandazioni sulle azioni di controllo al vicedirettore esecutivo e al direttore
esecutivo per ulteriori considerazioni.
L’organizzazione di Frontex
I compiti principali dell’Agenzia, in conformità al regolamento istitutivo sono i seguenti:
• coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri nella gestione delle frontiere
esterne;
• assistere gli Stati membri in materia di formazione del corpo nazionale delle guardie di
confine, anche per quanto riguarda la definizione di standard comuni di formazione;
• effettuare analisi dei rischi;
• seguire gli sviluppi della ricerca pertinenti al controllo e alla sorveglianza delle frontiere
esterne;
• aiutare gli Stati membri in circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e
operativa alle frontiere esterne;
• offrire agli Stati membri il supporto necessario per l’organizzazione di operazioni di
rimpatrio congiunte.
La struttura organizzativa di Frontex nel 2006 riflette chiaramente i suddetti compiti:
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DIRETTORE ESECUTIVO
Audit interno e gestione della qualità
Supporto esecutivo
- pianificazione strategica
- cooperazione esterna
- aiuto operativo (aide-de camp)
VICEDIRETTORE ESECUTIVO
Informazione e trasparenza
Sicurezza e assistenza giuridica
OPERAZIONI
Coordinamento e operazioni di rimpatrio
Frontiere terrestri
Frontiere marittime
Aeroporti
ANALISI DEI RISCHI
Analisi
Centro di cris
FORMAZIONE
PIANIFICAZIONE, RICERCA E SVILUPPO
FINANZE E APPROVVIGIONAMENTI
AMMINISTRAZIONE
Risorse umane
Tecnologie dell’informazione
Servizi dell’Agenzia
Logistica
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Le attività operative di Frontex
Operazioni congiunte e progetti pilota
Nel corso del 2006 sono state attuate 15 operazioni congiunte basate sull’analisi dei rischi, cinque
delle quali dovevano essere ultimate durante il primo trimestre del 2007. Le attività hanno riguardato
tutte le zone di confine, marittime, terrestri o aeroportuali. Le zone geografiche delle operazioni
congiunte e il momento della loro attuazione sono stati individuati nella valutazione dei rischi e/o
nell’analisi delle minacce alle frontiere esterne.
Di seguito sono riportati alcuni esempi che illustrano le operazioni congiunte di Frontex.
Poseidon: operazione congiunta alle frontiere terrestri/marittime
Maggiori controlli e sorveglianza alle frontiere terrestri e marittime, oltre allo scambio e al
miglioramento delle conoscenze e delle capacità dei funzionari delle guardie di confine, sono stati
gli obiettivi principali dell’operazione Poseidon, svoltasi nei mesi di giugno e luglio 2006 nell’area
del Mar Mediterraneo orientale, nelle acque territoriali greche e alla frontiera terrestre tra Grecia e
Turchia.
I risultati di questa operazione hanno confermato l’ipotesi iniziale che questa regione si trova lungo
una delle principali rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Unione europea. La partecipazione
di funzionari di collegamento provenienti da Austria, Italia, Polonia e Regno Unito ha contribuito
al numero di casi scoperti di immigrazione clandestina e tratta di esseri umani. Inoltre, la loro
presenza si è rivelata utile al fine di migliorare lo scambio di informazioni e competenze,
soprattutto su vari tipi di documenti di viaggio fondamentali per l’identificazione di documenti
falsi/contraffatti.
Questa operazione, della durata di due settimane, ha permesso l’intercettazione di un totale di
422 viaggiatori clandestini, fra cui 86 scoperti nei porti greci e italiani (casi di persone nascoste in
veicoli, che utilizzavano documenti falsi o viaggiavano senza alcun documento di viaggio, e casi
di favoreggiamento), 73 scoperti in mare e 263 scoperti al confine terrestre (compresi sei casi di
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina).
Amazon: operazione congiunta negli aeroporti
Sulla base di un’analisi dei rischi, Frontex ha deciso di sostenere gli Stati membri dell’Unione
europea nei loro sforzi per contrastare l’immigrazione clandestina proveniente dall’America
meridionale. In questo caso le mete erano i grandi aeroporti dell’Unione europea, inseriti in
un’operazione denominata Amazon.
Al fine di sostenere le frontiere aeree più colpite dell’Unione europea, un gruppo di esperti degli
Stati membri dell’UE è stato costituito e impiegato presso gli aeroporti chiave di transito e
destinazione dell’Unione europea. Tali esperti, specialisti nell’identificazione di documenti
falsificati, hanno assistito i colleghi funzionari delle guardie di confine negli aeroporti interessati,
cercando di individuare quante il maggior numero possibile di falsificazioni. Un aspetto molto
importante in queste operazioni è la specifica conoscenza linguistica e culturale degli esperti. La
condivisione di informazioni chiave, emerse nel corso dell’operazione, e lo svolgimento della
relativa analisi sono stati una componente importante del piano operativo. Presso la sede di Frontex
è stato costituito un centro di coordinamento per sostenere la direzione delle attività operative.
Nel corso dell’operazione, della durata di tre settimane, a un totale di 3 166 cittadini provenienti di
paesi terzi è stato interdetto l’ingresso attraverso gli aeroporti compresi nel progetto; 1 992 dei
3 166 cittadini di paesi terzi provenivano dall’America meridionale. La percentuale generale di
cittadini sudamericani respinti si attesta attualmente al 62,9% e va considerata molto alta. Nel
corso della fase operativa sono stati identificati 199 documenti falsi / contraffatti / falsificati.
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Conformemente all’articolo 8 del regolamento istitutivo, uno o più Stati membri che si trovino in
circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa nel campo del controllo
e della sorveglianza delle frontiere esterne possono rivolgersi a Frontex per assistenza. L’analisi
dei rischi aveva già indicato, sulla base delle statistiche degli anni precedenti, l’esistenza di una
pressione crescente alle frontiere marittime esterne.
L’afflusso di immigrati clandestini approdati sulle isole Canarie e, in misura minore ma comunque
allarmante, a Malta e Lampedusa all’inizio dell’estate 2006 ha però costituito un motivo sufficiente
per attivare l’articolo 8. Di seguito sono riportati alcuni dettagli di queste operazioni.
Hera I e II: operazione marittima congiunta ex articolo 8 associata a un’operazione di
rimpatrio
Nel corso del 2006 il flusso di immigrazione clandestina verso le isole Canarie è stato al centro
delle attività di Frontex, trattandosi di una delle quattro maggiori rotte verso l’Unione europea,
come rilevato dall’analisi dei rischi di Frontex. Tra giugno e dicembre 2006 hanno raggiunto le
isole Canarie più di 20 000 immigrati clandestini.
Il ricorso agli esperti (HERA I) è iniziato il 17 luglio 2006, quando un gruppo di nove esperti
provenienti dagli Stati membri è giunto sulle isole Canarie per assistere le autorità spagnole a
identificare gli immigrati e a risalire ai diversi paesi di origine.
Il primo gruppo di esperti, che è stato operativo fino al 17 agosto, ha visto il coinvolgimento di
Francia, Portogallo, Italia e Germania. Questa prima assistenza è risultata utile, le attività sono state
rilevate da un secondo gruppo di esperti (nove) provenienti da Italia, Regno Unito, Portogallo e
Germania. A questi si sono in seguito uniti esperti dai Paesi Bassi. Il terzo gruppo, che ha iniziato a
lavorare il 19 settembre, era composto da esperti provenienti da Paesi Bassi (due), Francia (due),
Italia (due), Portogallo (quattro) e Norvegia (uno). Gli esperti di Frontex e le autorità spagnole
hanno identificato il 100% degli immigrati clandestini. Le autorità spagnole hanno rimpatriato
6 076 di questi immigrati clandestini nei loro paesi di origine, prevalentemente Marocco, Senegal,
Mali, Gambia e Guinea. Grazie alle informazioni raccolte durante gli interrogatori è stato possibile
arrestare diversi favoreggiatori, soprattutto in Senegal, e impedire la partenza di più di mille
persone.
Il secondo modulo, un’operazione congiunta di sorveglianza marittima denominata HERA II, è
iniziato l’11 agosto e ha riunito l’attrezzatura tecnica di sorveglianza delle frontiere di più Stati
membri, al fine di migliorare il controllo della zona tra la costa occidentale dell’Africa e le isole
Canarie, dirottando così le imbarcazioni che utilizzano questa rotta migratoria e contribuendo alla
riduzione delle vite umane sacrificate al mare durante questo lungo e pericoloso viaggio. Per la
prima volta una simile operazione è stata condotta entro le acque territoriali del Senegal e della
Mauritania nonché in stretta collaborazione con le autorità locali. Oltre a imbarcazioni ed elicotteri
spagnoli, l’operazione ha visto la partecipazione di un’imbarcazione portoghese e una italiana e di
un aeromobile italiano. L’operazione sarebbe dovuta durare nove settimane, ma è stata
successivamente prolungata fino al 15 dicembre 2006. Durante questo periodo di prolungamento è
stato utilizzato un velivolo finlandese. In tutto sette Stati membri/paesi firmatari del trattato di
Schengen hanno partecipato a quella che è risultata l’operazione più lunga finora coordinata da
Frontex, con un bilancio totale di 3,5 Mio EUR.
Durante la fase operativa di HERA II, 3 887 immigrati clandestini su 57 cayucos (piccoli
pescherecci) sono stati intercettati vicino alle coste africane e dirottati.
Nel corso delle operazioni di HERA I e II, è stato impedito a quasi 5 000 immigrati clandestini di
imbarcarsi per un viaggio pericoloso che avrebbe potuto costare loro la vita.
Frontex ha sostenuto gli Stati membri interessati nel porre sotto controllo la situazione alle
frontiere esterne, coordinando le attività.
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Nautilus I: ancora un’operazione marittima ex articolo 8 associata a una di rimpatrio
I casi di individuazione e conseguente detenzione erano aumentati drasticamente a fronte della
tendenza generale, non solo lungo le frontiere esterne spagnole, ma anche alla frontiera marittima
di Malta e dell’Italia meridionale.
Nella regione sono così state preparate due operazioni. Nell’ambito della prima operazione, un
gruppo di specialisti nell’identificazione di immigrati ha iniziato a lavorare il 1° agosto a Malta.
Gli esperti provenivano da Regno Unito, Danimarca, Ungheria, Germania e Italia. Il lavoro
svolto a Malta ha contribuito in misura sostanziale all’identificazione di un certo di numero di
immigrati, aumentando così le possibilità di rimpatrio nei rispettivi paesi di origine. Sulla base
dei circa 300 interrogatori condotti nei confronti di immigrati clandestini, gli esperti nazionali
insieme agli interpreti hanno presentato ai colleghi maltesi le loro conclusioni sul paese di
origine più probabile degli immigrati. I risultati ricevuti devono essere sottoposti alle autorità
dei paesi terzi affinché accettino gli immigrati, emettano i documenti di viaggio e ne
organizzino il rimpatrio.
Tra il 5 e il 15 ottobre 2006 si è inoltre tenuta un’operazione marittima congiunta comprendente
cinque Stati membri (Malta, Italia, Grecia, Francia e Germania). L’operazione era volta a
effettuare la sorveglianza sulle frontiere marittime meridionali dell’Unione europea, con
l’obiettivo primario di combattere i flussi migratori clandestini verso Malta e Lampedusa. Tale
obiettivo è stato raggiunto nonostante le difficili condizioni metereologiche durante il periodo
dell’operazione. L’operazione era inoltre volta a creare una base operativa condivisa per una
migliore cooperazione e un miglior coordinamento delle operazioni di controllo delle frontiere tra
gli Stati membri dell’Unione europea nell’area del Mediterraneo.
Un’altra serie di operazioni congiunte si è concentrata sulla gestione degli uffici dei punti focali
alle frontiere terrestri esterne. Gli uffici dei punti focali sono gruppi di esperti delle guardie di
confine locali che si occupano del controllo delle frontiere o della sorveglianza delle frontiere in
un’area geograficamente definita, situata in “zone calde”. La caratteristica principale degli uffici
dei punti focali consiste nel fatto che i funzionari ospiti di altri Stati membri sostengono e assistono
l’autorità della guardia di confine ospitante, che rimane pienamente responsabile di qualunque
azione intrapresa.
Un’altra forma di attività nel campo della cooperazione operativa è il progetto pilota. I progetti
pilota vengono usati per testare alcuni nuovi elementi nella gestione delle frontiere oppure per
elaborarne di nuovi e quindi decidere se svilupparli ulteriormente o meno.
Nel 2006 sono stati lanciati sette progetti pilota, tre relativi all’area del Mediterraneo, tre nell’area
delle prassi migliori e uno inerente alla cooperazione con paesi terzi confinanti.
Uno studio di fattibilità rappresenta una delle forme dei progetti pilota.
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Esempio di progetti pilota: studi di fattibilità Medsea e Bortec
Nelle conclusioni della presidenza del Consiglio europeo del 15/16 dicembre 2005 l’Agenzia era
invitata a lanciare uno studio di fattibilità sul rafforzamento del monitoraggio e della
sorveglianza della frontiera marittima meridionale dell’Unione europea, vale a dire nel Mar
Mediterraneo, e su una rete di pattuglie costiere del Mediterraneo composta dagli Stati membri
dell’Unione europea e dai paesi nordafricani.
Questo compito è stato svolto dallo studio MEDSEA. Tale studio, consegnato da Frontex nel
luglio 2006, fornisce la struttura organizzativa e il modo per scambiare informazioni garantendo
il coordinamento di tale attività operativa nell’ambito di un approccio a livello comunitario.
Le stesse conclusioni del Consiglio sollecitavano un’indagine di fattibilità tecnica
dell’istituzione di un sistema di sorveglianza a copertura dell’intera frontiera marittima
meridionale dell’UE e del Mar Mediterraneo.
In risposta a tale richiesta, Frontex ha condotto lo studio BORTEC. Lo studio presenta la
struttura di un sistema di sorveglianza esteso alle frontiere marittime meridionali e al mare
aperto. Il sistema proposto si basa sulle attività esistenti di sorveglianza e sul loro
aggiornamento per formare il sistema di sorveglianza europeo. Nel 2007 Frontex proseguirà con
questo genere di progetti pilota (cfr. anche il capitolo “Guardando al futuro”).
Insieme, gli studi MEDSEA e BORTEC abbracciano il concetto lavorativo di cooperazione e
coordinamento al fine di avere un approccio comune a livello comunitario per salvare vite in
mare e arginare l’immigrazione clandestina.
Un’altra forma di progetti pilota è data dall’individuazione e raccolta delle prassi migliori.
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Conferenza sulla gestione delle frontiere come esempio di scambio delle prassi migliori
La creazione di un forum aperto di discussione volto a determinare le prassi migliori per la
cooperazione transfrontaliera era l’obiettivo della conferenza sulla cooperazione nella gestione
delle frontiere che si è tenuta nel novembre 2006. La conferenza è stata organizzata
congiuntamente da Frontex e dalla guardia di confine finlandese a Imatra, in Finlandia. Hanno
partecipato alla conferenza rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea, dei paesi
firmatari del trattato di Schengen, dei paesi candidati all’adesione, dei paesi terzi confinanti con
l’Unione europea e dell’Europol.
Prima della conferenza è stata condotta un’indagine sulle forme esistenti di cooperazione
bilaterale nella gestione delle frontiere. Da tale indagine è emersa un’ampia gamma di
possibilità, tra cui vari accordi esistenti, lo scambio di informazioni o azioni congiunte.
La conferenza è stata il primo evento di rilievo nell’ambito del progetto condotto da
Frontex sull’organizzazione dei delegati delle frontiere. Il termine “organizzazione dei
delegati delle frontiere” (BDO) indica, in questo contesto, la cooperazione bilaterale
nella gestione delle frontiere tra due paesi, sulla base di una struttura organizzata in
maniera ufficiale. Una BDO ben gestita permette ai servizi delle guardie di confine da
entrambi i lati di una frontiera di incontrarsi regolarmente, scambiare informazioni,
condurre operazioni congiunte e tenere corsi di formazione di interesse reciproco.
Sebbene la cooperazione e gli incontri bilaterali siano solo una parte di una gestione
efficiente delle frontiere, questo particolare strumento è molto efficace nella prevenzione
dei reati di carattere transfrontaliero. Mantenere e promuovere questa importante forma
di cooperazione era l’obiettivo principale di Frontex quando ha deciso di avviare questo
progetto.
Durante la conferenza, le discussioni si sono concentrate su quattro ambiti principali: la
descrizione generale delle organizzazioni dei delegati delle frontiere, della loro struttura
e dei loro elementi funzionali; la cooperazione nella gestione delle frontiere in relazione
al traffico transfrontaliero nei punti di attraversamento delle frontiere terrestri esterne; la
cooperazione nella gestione delle frontiere in relazione alla prevenzione dei reati; lo
scambio di informazioni e la cooperazione pratica nel quadro delle organizzazioni dei
delegati delle frontiere.
Cooperazione al rimpatrio
Nel campo della cooperazione al rimpatrio è stata fornita assistenza ad alcuni Stati membri in
quattro operazioni congiunte di rimpatrio. Anche in quest’ambito è stato individuato un sistema
per gestire l’assistenza alle operazioni congiunte di rimpatrio. La soluzione tecnica individuata e
attualmente utilizzata è ICONET, una rete di informazione e coordinamento sicura basata sul web
per i servizi di gestione dell’immigrazione degli Stati membri.
Anche l’unità dell’Agenzia preposta ai rimpatri ha partecipato al progetto dell’unità per la
formazione per presentare standard comuni per operazioni congiunte di rimpatrio; tale progetto
continuerà nel 2007. È stato inoltre lanciato un progetto biennale sui rimpatri, sulle prassi migliori,
sui documenti e sull’allontanamento. Esperti internazionali si riuniranno nell’ambito di quattro
seminari, per compilare e divulgare le prassi migliori.
Analisi dei rischi
Per essere in grado di operare, Frontex deve garantire che gli esperti di analisi dei rischi degli Stati
membri continuino a sostenere l’unità Analisi dei rischi dell’Agenzia. Per questo ha istituito la rete
Frontex di analisi dei rischi (FRAN). Nei mesi di giugno e dicembre 2006 si sono tenute due
riunioni della rete FRAN, che hanno permesso di stabilire contatti con la maggior parte delle unità
analitiche negli Stati membri e nei paesi firmatari del trattato di Schengen; il concetto della rete
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FRAN come forum di scambio di intelligence è stato adottato dalla rete in occasione della riunione
nel dicembre 2006.
Avvalendosi della rete FRAN come una delle sue risorse, alla fine del 2006 Frontex aveva
effettuato un’analisi completa dei rischi estesa a tutte le frontiere esterne. Tale analisi completa dei
rischi sarà considerata anche ai fini della distribuzione annuale delle risorse in base al Fondo per le
frontiere esterne.
Sono state inoltre effettuate quattro analisi dei rischi mirate, incentrate principalmente sui flussi
migratori dal continente africano, al fine di esaminare in maggior dettaglio alcune particolari aree
geografiche. A titolo esemplificativo, il Consiglio ha chiesto a Frontex, sulla scia dell’afflusso
impressionante di immigrati clandestini durante l’estate 2006, di istituire un’analisi dei rischi
mirata per l’Africa. Tale compito è stato eseguito puntualmente.
Nel 2006 è stata altresì avviata un’analisi dei rischi mirata su questioni specifiche, che sarà portata
a termine nel 2007.
Per le principali operazioni congiunte sono state predisposte nove analisi dei rischi/delle minacce,
che sono state coordinate da Frontex. La raccolta delle informazioni pertinenti è avvenuta in stretta
cooperazione con gli Stati membri coinvolti e, in parte, con Europol.
I lavori preparatori per il progetto coordinato da Frontex in vista della Coppa del Mondo FIFA
2006 illustrano chiaramente la stretta collaborazione instaurata con le autorità nazionali al fine di
impostare una valutazione dei rischi.
La Coppa del Mondo FIFA 2006 avrebbe attratto in Germania un elevato numero di turisti.
Sfortunatamente, un evento sportivo di simile portata avrebbe, con ogni probabilità, generato
flussi di criminali e migranti clandestini da diverse parti del mondo verso la Germania e altri
Stati membri. Questo fatto, naturalmente, ha messo in difficoltà la gestione delle frontiere
dell’Unione europea.
Per la prima volta Frontex ha effettuato una valutazione dei rischi congiuntamente con la
rispettiva autorità dello Stato membro interessato dell’UE, vale a dire con la Direzione della
polizia federale tedesca. Tale relazione ha individuato le minacce e i rischi inerenti
all’immigrazione clandestina legata all’evento summenzionato, consentendo alle rispettive
autorità a livello comunitario e nazionale di stabilire le contromisure del caso.
Sulla base di questa valutazione dei rischi, Frontex ha lanciato un’operazione congiunta volta a
contribuire alla sicurezza dei partecipanti alla Coppa del Mondo 2006, migliorando lo scambio di
informazioni in tempo reale tra le autorità degli Stati membri responsabili della gestione delle
frontiere e concentrandosi sui rischi alle frontiere esterne degli Stati membri. Grazie a questo
scambio di informazioni è stato possibile esaminare in quale misura i trafficanti possono
approfittare di eventi sportivi di questa portata.
Hanno partecipato all’operazione congiunta 12 Stati membri (Germania, Grecia, Italia, Spagna,
Francia, Slovenia, Slovacchia, Polonia, Austria, Ungheria, Regno Unito e Repubblica ceca).
Oltre a creare una piattaforma per lo scambio di informazioni, Frontex ha anche sostenuto
finanziariamente la missione di funzionari di collegamento operativi tedeschi ai punti di
attraversamento delle frontiere di altri Stati membri (agli aeroporti in Grecia, Italia, Spagna e
Francia e alle frontiere terrestri di Polonia, Slovacchia e Slovenia). Frontex ha inoltre inviato il
suo funzionario di collegamento alla Direzione della polizia federale tedesca per fungere da
collegamento diretto. L’esperienza maturata durante l’operazione permetterà, in futuro, di
individuate le prassi migliori per la gestione delle frontiere in caso di grandi eventi sportivi.
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Non va dimenticato che la cooperazione dell’unità di analisi dei rischi con l’unità operativa di
Frontex non è volta soltanto a effettuare l’analisi su cui basare la pianificazione operativa.
Entrambe le unità cooperano anche nel corso della fase di implementazione dei progetti e, in
particolare, durante la fase di valutazione del progetto.
Il modello comune di analisi integrata dei rischi (CIRAM) è stato rivisto e sarà ulteriormente
sviluppato. In un primo momento, il CIRAM ha dovuto essere rivisto al fine di tenere conto
dell’istituzione e dell’attività di Frontex. Lo scopo principale del CIRAM rivisto consiste nel
produrre l’intelligence necessaria per decidere in merito alle attività sulla scorta del mandato della
missione di Frontex. Sono stati preparati due diversi documenti: un documento di carattere
generale e un documento specifico contenente informazioni sul modello concettuale, sugli
strumenti metodologici, sulla ponderazione, sul piano di raccolta e sugli indicatori. Il sistema di
ponderazione sarà usato per la valutazione annuale quale metodo generale e iniziale al fine di
individuare l’ambito e la portata del problema.
Frontex ha creato due bollettini riservati per le autorità di polizia sulla sicurezza delle frontiere
dell’Unione europea e li ha distribuiti alle autorità della guardia di confine degli Stati membri.
È stato svolto uno studio di fattibilità nell’ottica di costituire il Centro di situazione di Frontex e i
risultati delle missioni degli esperti RAU e IT sono stati sottoposti all’attenzione della direzione di
Frontex.
L’unità di analisi dei rischi di Frontex ha anche contribuito alla relazione 2007 sulla valutazione
della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata (OCTA), fornendo all’Europol una
relazione sulla criminalità organizzata alle frontiere esterne dell’Unione europea. La Commissione
europea ha inoltre chiesto a Frontex ed Europol di produrre una valutazione congiunta sul
miglioramento della cooperazione in materia di criminalità organizzata, corruzione, immigrazione
clandestina e lotta al terrorismo tra l’Unione europea, i Balcani occidentali e altri paesi che
aderiscono alla politica europea di vicinato (ENP).
Nel corso del 2006 Frontex ha anche sostenuto attivamente il dialogo costante sui flussi migratori
di transito nella zona del Mediterraneo (MTM) e ha collaborato con l’ICMP ed Europol quale
agenzia partner nell’attuazione dei lavori di questo forum. La bozza della valutazione congiunta
delle tre agenzie è stata presentata ed è stato lanciato un progetto di controllo.
Formazione
Uno dei compiti principali di Frontex consiste nell’assistere gli Stati membri nella formazione del
corpo nazionale delle guardie di confine, compresa la definizione di standard comuni di formazione.
Allo scopo di porsi come coordinatore operativo affidabile a livello comunitario anche nel campo
della formazione, Frontex ha dovuto creare una rete di contatti regolari.
Riguardo alla formazione è stato scelto il seguente approccio: ogni Stato membro e paese firmatario
del trattato di Schengen ha individuato dei coordinatori della formazione. Il loro compito consiste
nell’attuare talune attività di formazione sotto la guida di Frontex oppure nel presentare gli
strumenti sviluppati dall’Agenzia ai loro paesi. I coordinatori della formazione si sono riuniti tre
volte nel corso del 2006 per uno scambio di novità. Nel corso degli incontri ai coordinatori sono
stati inoltre presentati strumenti di formazione.
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A partire da dicembre 2005, Frontex ha sviluppato e istituito un “partenariato accademico”, basato
sulle offerte degli Stati membri dell’Unione europea.
Negli Stati membri dell’Unione europea vi sono attualmente circa 136 scuole e accademie di
formazione esistenti per le guardie di confine. Il partenariato accademico di Frontex è stato istituito
per concentrarsi su compiti specifici di formazione relativi alle frontiere aeree, terrestri e marittime,
alle lingue straniere, alla tecnologia di identificazione e alla formazione di medio livello. Nel corso
del 2006 è stata formalmente instaurata la cooperazione con diverse accademie, in particolare con
istituzioni partner in Austria, Finlandia, Germania, Lituania, Slovacchia e Regno Unito.
Uno dei maggiori progetti nel campo della formazione si è occupato dell’aggiornamento della base
comune per la formazione. La base comune per la formazione è volta a standardizzare la
formazione dei funzionari della guardia di confine in tutta Europa. Attualmente essa è costituita da
una parte generale, che tratta il vasto ambito delle conoscenze che ogni funzionario della guardia di
confine in ogni Stato membro deve ricevere durante la sua formazione di base. Sono stati inoltre
sviluppati tre moduli pratici per la specializzazione dopo la formazione di base nell’ambito delle
frontiere marittime, aeree e terrestri. Si prevede che la base comune per la formazione passerà alla
fase operativa a partire da gennaio 2007.
Per soddisfare i requisiti della gestione integrata delle frontiere, nel 2006 Frontex è stata anche
attiva nello sviluppo di programmi di formazione e moduli per i funzionari della guardia di confine
provenienti da paesi terzi. Il progetto continuerà nel 2007.
Nel corso del 2006 è stato inoltre preparato lo sviluppo di standard di formazione per identificare i
documenti falsificati o lo sviluppo di standard comuni di formazione per le operazioni congiunte di
rimpatrio. Anche le attività di formazione per individuare auto rubate o per la formazione dei piloti
di elicotteri in materia di pattugliamento tattico comune in volo sono state ideate e avviate nel 2006.
Lavorare in un ambiente europeo presuppone inoltre che le guardie di confine parlino le lingue
straniere. Nel 2006 è stato sviluppato un progetto per l’apprendimento delle lingue, volto a istituire
un apprendimento delle lingue a livello comunitario al fine di sostenere le squadre di intervento
rapido alle frontiere, i funzionari che lavorano presso gli uffici dei punti focali e i funzionari
distaccati ai gruppi di supporto comuni di Frontex. Il progetto sarà attuato nel 2007.
A ciò si aggiunga che Frontex ha partecipato ai preparativi per la giornata europea della formazione
2006, che si è tenuta dal 22 al 24 novembre.
Ricerca e sviluppo
Frontex ha creato una rete di esperti per adempiere al proprio ruolo coordinatore e facilitatore a
livello comunitario nell’ambito della ricerca e dello sviluppo. Nel 2006 sono stati organizzati due
laboratori con rappresentanti degli Stati membri e dei paesi firmatari del trattato di Schengen,
fornitori di ricerca e istituzioni comunitarie come il Centro comune di ricerca.
Oltre a creare tale rete, l’Agenzia ha partecipato a incontri con i rappresentanti dei fornitori di
tecnologia in Europa al fine di seguire le attività di ricerca e sviluppo anche nel settore privato.
Frontex ha pubblicato quattro bollettini sulle attività di ricerca e sviluppo, distribuendoli alle
autorità nazionali pertinenti della guardia di confine. L’Agenzia ha anche partecipato a progetti
collegati al sistema globale di osservazione per l’ambiente e la sicurezza (GMES), quali i progetti
MARISS (immagine marittima attraverso l’integrazione di prodotti su base satellitare) e LIMES.
È stato poi pubblicato un bollettino sulla sicurezza delle frontiere e sui veicoli aerei senza
equipaggio. Una relazione completa sulle tecnologie disponibili nel campo della biometria è stata
pubblicata in stretta cooperazione con il Centro comune di ricerca.
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È stato concluso un progetto per l’individuazione delle necessità operative degli Stati membri in
termini di tecnologie e costituzione di una rete per lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e
i fornitori di ricerca nell’ambito della sorveglianza delle frontiere verdi.
Relazioni esterne e cooperazione con le organizzazioni internazionali
Una parte della gestione integrata delle frontiere è dedicata alle relazioni con paesi confinanti e
paesi terzi. Questo aspetto è altresì contemplato nel regolamento istitutivo.
Una delle prime attività nell’ambito delle relazioni esterne ha riguardato l’approccio ai futuri Stati
membri dell’Unione europea, Bulgaria e Romania, e lo sviluppo di una possibilità di cooperazione
in vista dell’adesione. Il consiglio di amministrazione aveva stabilito che entrambi i paesi
avrebbero avuto lo status di osservatori al suo interno, ma era anche nell’interesse comune
coinvolgere il prima possibile i colleghi rumeni e bulgari nelle attività pratiche di cooperazione
operativa. A tal fine, i colleghi hanno partecipato alla FRAN, alle attività di formazione, di ricerca e
sviluppo e ad alcune attività operative.
Per ciò che concerne i paesi candidati, stanno venendo ultimati gli accordi di lavoro con la Croazia
e sono stati stabiliti i primi contatti tra Frontex e il ministero turco per gli Stranieri, le frontiere e
l’immigrazione.
Per quanto riguarda i paesi confinanti, sono stati conclusi accordi di lavoro con il servizio della
guardia di confine di Stato russa. Relativamente all’Ucraina, nel giugno 2006, sono stati avviati i
primi contatti per la futura cooperazione operativa con il capo del servizio della guardia di confine
di Stato ucraina ed entrambe le parti hanno manifestato il proprio interesse, sviluppando una bozza
di accordo di lavoro.
Considerando l’importanza assunta dall’area del Mediterraneo nel 2006, sono stati stabiliti contatti
informali con Marocco, Mauritania, Senegal, Capo Verde, Gambia, Guinea-Bissau, Guinea
(Conakry) e Nigeria. I negoziati per la conclusione di accordi di lavoro con Marocco, Mauritania,
Senegal e Libia sono state lanciate gradualmente nel 2006.
Una parte sostanziale dei lavori nel campo delle relazioni esterne è consistita nel far conoscere
Frontex ai paesi pertinenti e alle relative autorità. Pertanto, l’Agenzia ha partecipato a diverse
conferenze internazionali dove è stata presentata a un ampio pubblico di funzionari di paesi terzi.
Ciò ha costituito l’opportunità di stabilire e mantenere contatti (informali) con le pertinenti autorità
dei paesi terzi.
Per quanto concerne altre organizzazioni europee o internazionali, Frontex ha promosso la propria
missione durante tutto il corso dell’anno.
Nel corso del 2006 è stato negoziato un memorandum di cooperazione con l’Ufficio europeo di
polizia Europol, che sarà firmato all’inizio del 2007.
L’Agenzia ha inoltre sondato le possibilità di cooperazione con agenzie comunitarie e
organizzazioni internazionali interessate dalle questioni della gestione delle frontiere e
dell’immigrazione.
Sono stati stabiliti contatti per una futura cooperazione per esempio con OLAF (Ufficio europeo
per la lotta antifrode), Eurojust, CEPOL (Accademia europea di polizia), Interpol (Ufficio
internazionale di polizia), l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), ICMPD
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(Centro internazionale per lo sviluppo della politica di migrazione) o UNHCR (Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati).
Informazione / pubbliche relazioni e trasparenza
Lo scopo precipuo delle pubbliche relazioni, della trasparenza e della comunicazione consiste
nell’offrire informazioni aggiornate e precise, promuovendo allo stesso tempo i compiti operativi di
Frontex.
Considerando la particolare attenzione che gli organi di informazione hanno rivolto all’Agenzia
soprattutto nel corso dell’estate 2006, si può affermare che durante tale anno è stata data una
risposta a migliaia di domande di giornalisti o dell’opinione pubblica. Sono state inoltre organizzate
decine di conferenze stampa e incontri con i giornalisti.
Il sito Internet è stato sviluppato e viene regolarmente aggiornato; lo si può visitare alla pagina
www.frontex.europa.eu.
Nel 2006 l’Agenzia non ha ricevuto richieste di accesso a documenti ai sensi del regolamento (CE)
n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all’accesso del
pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione. In un caso
Frontex è stata consultata nell’ambito di una domanda di conferma indirizzata al Segretariato
generale del Consiglio dell’Unione europea. È stato consentito un accesso parziale.
Amministrazione
Come già anticipato, il 3 ottobre 2005 Frontex ha dato avvio alla propria attività a Varsavia con un
organico di 44 unità. Entro la fine del 2006 il numero dei dipendenti era salito a 72. Ciò è stato
possibile grazie a una modifica alla tabella dell’organico, proposta a gennaio e adottata dall’autorità
di bilancio nell’ottobre 2006.
In un primo tempo l’Agenzia ha funzionato basandosi su esperti nazionali distaccati (END) e agenti
ausiliari, per poter essere operativa il prima possibile. Trascorsa questa fase, è stato necessario
modificare la struttura contrattuale del personale, secondo forme meno precarie di assunzione, al
fine di garantire la continuità delle operazioni dell’Agenzia. Entro la fine del 2006, l’organico era
composto prevalentemente da agenti temporanei, agenti contrattuali ed END.
Dietro richiesta del personale di istituire un comitato del personale, il settore risorse umane ha
predisposto le norme e le procedure necessarie per la nomina del comitato del personale e ha svolto
con successo il processo di nomina. Il personale di Frontex ha così un proprio comitato dal 15
dicembre 2006.
Nell’ottica di definire procedure amministrative all’interno dell’Agenzia, è stato necessario
formulare, discutere e adottare numerose linee guida e documenti strategici, come per esempio le
regole di lavoro, il regolamento interno o le linee guida sulla registrazione e distribuzione della
posta.
Un altro compito molto importante per l’amministrazione è stato il processo di selezione dei locali
(al momento) definitivi per l’Agenzia. Quando la sede di Frontex è stata assegnata alla Polonia, è
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emerso che il luogo e lo standard di sicurezza dell’edificio offerto dal governo polacco erano al di
sotto delle aspettative dell’Agenzia. Il contratto di affitto offerto dal paese ospitante sarebbe inoltre
scaduto alla fine del 2006. Nella prima metà del 2006 è stata quindi lanciata una gara d’appalto per
trovare nuovi locali adeguati e appropriati per l’Agenzia. Entro la fine di settembre 2006 è stata
individuata la nuova sede ed è stato firmato il relativo contratto.
Al tempo stesso è stato sviluppato un sistema di sicurezza su cinque livelli nell’ambito della
sicurezza dei locali e del personale, da attuare nella nuova sede. La gara d’appalto per la
progettazione e l’attuazione di questo sistema è stata lanciata nel dicembre 2006.
Un’altra parte essenziale dell’amministrazione sono le tecnologie dell’informazione e della
comunicazione (ICT). Nel 2006 il compito principale è stato quello di assicurare all’Agenzia un
canale sicuro, protetto e rapido per lo scambio di informazioni operative. Questo compito ha dovuto
scontare il fatto che l’Agenzia si trovava in locali provvisori. Sarebbe infatti contrario a tutti i
principi di sana gestione finanziaria intraprendere investimenti importanti che non sarebbe possibile
trasferire nei nuovi locali.
Il settore ICT ha inoltre permesso la connessione di Frontex alla rete TESTA II dell’Unione
europea. È stato altresì possibile instaurare una connessione stabile a software del sistema
finanziario come SI2 e ABAC, quale presupposto per l’autonomia finanziaria di Frontex.
In autunno è stata realizzata la progettazione di una nuova infrastruttura ICT con tecnologia a fibre
ottiche per l’attuazione dell’obiettivo strategico ICT di avere un canale sicuro, rapido e ad alta
capacità. La progettazione ha compreso una rete sicura per l’elaborazione e la trasmissione di
informazioni classificate, isolata e composta da apparecchiature ad alta disponibilità, e una rete per
ufficio rapida e affidabile, estesa fino a 200 postazioni di lavoro utente.
Finanze e approvvigionamenti
Nel corso del 2006 Frontex ha vissuto una situazione particolare con riferimento all’autorità di
attuare il bilancio dell’Agenzia. Per tutte le spese relative ai compiti operativi come operazioni,
analisi dei rischi, formazione e ricerca e sviluppo, Frontex è stata autonoma dal punto di vista
finanziario e il direttore esecutivo ha potuto agire in modo indipendente nel suo ruolo di ordinatore.
Per tutte le spese relative al personale e le altre spese amministrative, i documenti necessari sono
stati preparati all’interno dell’Agenzia, ma autorizzati da uno degli ordinatori della DG JLS a
Bruxelles. Il semplice fatto della distanza tra Bruxelles e Varsavia ha rallentato considerevolmente
molti processi e ha indotto la Commissione e Frontex a fare tutto quanto in suo potere per porre
fine a questa situazione nel minor tempo possibile. A seguito di questi sforzi, l’Agenzia ha ottenuto
l’autonomia finanziaria dal 1° ottobre 2006.
A metà 2006, il requisito principale era stato soddisfatto. La Commissione aveva ultimato i lavori
preparatori per introdurre il software contabile ABAC/SI2 nelle agenzie. Frontex è stata la terza
agenzia dell’Unione europea a partire con questo sistema il 1° ottobre 2006. Prima di tale data,
l’Agenzia aveva provveduto a redigere il proprio regolamento finanziario e a creare un circuito
contabile conforme ai principi fondamentali di sana gestione finanziaria.
Lo sviluppo è stato molto dinamico anche dal punto di vista del bilancio. Il bilancio iniziale di
Frontex nel 2006, adottato dal consiglio di amministrazione, ammontava a 12,4 Mio EUR. Questo
era il bilancio concesso all’Agenzia dall’autorità di bilancio (Parlamento europeo e Consiglio).
Sfortunatamente, nella tabella dell’organico era stato inserito un numero insufficiente di posti (17
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invece di 28) e così il primo nuovo compito a questo riguardo è stato quello di avviare una
procedura di modifica della tabella dell’organico al fine di poter assumere più personale. Tale
procedura di modifica ha subito un ritardo per ragioni diverse e l’autorità di bilancio ha concesso i
posti aggiuntivi soltanto nell’ottobre 2006, decidendo però al contempo di concedere anche
ulteriori stanziamenti (3,9 Mio EUR) all’Agenzia. Questi ulteriori stanziamenti sono stati
successivamente approvati dal consiglio di amministrazione nel novembre 2006.
Nel frattempo, sulla scia dell’afflusso impressionante di immigrati clandestini nell’area del
Mediterraneo, in agosto il consiglio di amministrazione ha operato un’altra modifica al bilancio
per l’ammontare di 3,4 Mio EUR. Alla fine dell’anno, Frontex aveva un bilancio complessivo di
19,2 Mio EUR a sua disposizione.
La ripartizione tra spese operative e amministrative è la seguente:
Titolo 1 – Spese di personale
Titolo 2 – Spese amministrative
Titolo 3 – Attività operative
TOTALE
Bilancio
4 000 000
1 400 000
13 066 000
19 166 000
Impegnato
4 188 000
488 000
11 691 000
16 367 000
89%
35%
90%
85%
La disponibilità tardiva degli ulteriori stanziamenti, concessi sorprendentemente verso la fine di
ottobre 2006, è alla base di alcuni problemi di spesa. Nel Titolo 1 il ritardo nella revisione della
tabella dell’organico ha reso impossibile un’assunzione tempestiva del personale previsto. Nel
Titolo 2 le spese di locazione sono state inizialmente molto più basse del previsto, in quanto il
trasloco nei locali definitivi di Frontex sarebbe dovuto avvenire all’inizio del 2007. Lo stesso vale
per la spesa inferiore dello stanziamento previsto per l’IT, in quanto gli investimenti importanti
sarebbero stati fatti solo nella sede definitiva dell’Agenzia. Questa è fondamentalmente la ragione
per cui non è stato possibile utilizzare una quota maggiore di bilancio. Lo stesso dicasi del Titolo 3,
in rapporto al quale le unità operative hanno cercato di usare in modo sensato quanti più fondi
possibile nel 2006, ma si sono scontrate con i limiti nella capacità di assorbimento dell’Agenzia.
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La tabella seguente illustra la ripartizione del bilancio tra i diversi campi delle attività operative di
Frontex.
TITOLO 3
30 – Operazioni
Ripartite come segue:
Frontiere terrestri
Frontiere marittime
Frontiere aeree
Combinate
Cooperazione al rimpatrio
31 – Analisi dei rischi
32 – Formazione
33 – Ricerca e sviluppo
34 – Gestione delle attrezzature
tecniche
35 – Azioni operative varie
39 – Riserva
TOTALE
Bilancio
11 089 000
Impegnato
10 622 000
898 000
9 229 000
315 000
380 000
267 000
187 000
1 060 000
120 000
10 000
876 000
8 831 000
293 000
358 000
265 000
116 000
756 000
97 000
0
100 000
500 000
13 066
100 000
0
11 691 000
Sempre nel 2006 sono state completate dieci procedure di appalto sopra la soglia di 13 800 EUR al
fine di coprire il fabbisogno in termini di cancelleria, arredi, apparecchiature IT, e circa 70
procedure minori di appalto, per esempio per l’affitto delle sale conferenze per le riunioni degli
esperti, per le apparecchiature audio e video o per i servizi di interpretariato durante le riunioni del
consiglio di amministrazione.
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Uno sguardo al futuro
Il 2007 sarà un altro anno impegnativo per Frontex, sia dal punto di vista dei compiti operativi sia
per quanto concerne il consolidamento dell’organizzazione.
Partendo da quest’ultimo punto: il bilancio 2007 adottato dal consiglio di amministrazione
ammontava a 22,2 Mio EUR; l’autorità di bilancio ha deciso di aumentare questa richiesta iniziale,
adottando un bilancio di 35 Mio EUR a favore di Frontex per il 2007. Di pari passo con un simile
aumento delle risorse finanziarie, che ha determinato un livello più elevato di attività, va anche
l’incremento nelle risorse umane. Serve un aumento sostanziale dell’organico da 70 a 130 – 140
unità entro la fine del 2007. Già nel 2006 sono emerse difficoltà nell’assunzione di esperti per
l’Agenzia. Il problema fondamentale è dato dal fatto che in Europa il gruppo di potenziali candidati
è relativamente piccolo. Un altro fattore demotivante è il coefficiente di correzione negativo che
viene applicato alle retribuzioni; il personale statutario di Frontex riceve solo il 76,6% della
retribuzione che riceverebbe a Bruxelles o Lussemburgo. D’altro canto, l’Agenzia potrà rivelarsi
all’altezza delle aspettative soltanto con un personale esperto e altamente motivato.
Nel 2007 Frontex continuerà a lavorare per migliorare le sue capacità di reazione operativa. A
questo riguardo vale la pena menzionare la sua proposta di cosiddetti FJST (gruppi di supporto
comuni di Frontex) e il progetto di regolamento che istituisce le RABIT (squadre di intervento
rapido alle frontiere). Entrambe queste proposte prevedono la formazione di una squadra di esperti
provenienti dagli Stati membri, formati da Frontex, che potrebbero trovare impiego nelle operazioni
congiunte. Questa squadra sarà composta da esperti e gruppi di esperti competenti nei singoli
aspetti del controllo delle frontiere e dotati di conoscenze specifiche di natura geografica. Una volta
composta, la squadra migliorerà lo svolgimento delle operazioni congiunte nel senso che la
composizione dei gruppi per ogni operazione sarà più facile. Mentre le RABIT saranno spiegate in
situazioni urgenti e straordinarie, i FJST troveranno impiego nelle operazioni regolari di Frontex
sulla base della nostra analisi dei rischi. Il regolamento sulle squadre di intervento rapido alle
frontiere sarà adottato durante il primo semestre del 2007 e il regolamento istitutivo di Frontex
dovrà essere modificato per includere questo nuovo concetto.
L’Agenzia ultimerà la creazione a livello centrale di un registro delle attrezzature tecniche
disponibili (CRATE). Tale registro, creato da Frontex, comprende le attrezzature utilizzate per il
controllo e la sorveglianza delle frontiere esterne, di proprietà degli Stati membri che questi,
volontariamente e su richiesta di un altro Stato membro, sono disposti a mettere a disposizione di
detto Stato membro su base temporanea, come previsto dall’articolo 7 del regolamento (CE)
n. 2007/2004. Una volta creato, il registro tecnico migliorerà ulteriormente le operazioni congiunte
coordinate dell’Agenzia, in quanto ridurrà la necessità di richieste ad hoc di attrezzature tecniche.
I risultati degli studi di fattibilità che propongono un sistema di sorveglianza europeo delle frontiere
marittime meridionali dell’Unione europea (Medsea e Bortec) saranno ulteriormente sviluppati.
Sebbene gli Stati membri abbiano ancora molta strada da fare sulla via verso la soluzione proposta,
Frontex sta iniziando ad attuare una parte della struttura, vale a dire la rete di pattuglie europea alle
frontiere marittime meridionali dell’Unione europea, quale modello di cooperazione per il mare
aperto.
L’Agenzia intende seguitare a migliorare ulteriormente la sicurezza delle frontiere rafforzando la
cooperazione tra gli Stati membri e, in collaborazione con gli Stati membri, sviluppare iniziative
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regionali di gestione delle frontiere in particolare nelle frontiere marittime meridionali.
Frontex migliorerà anche la sua capacità analitica. I legami con le reti dei funzionari di
collegamento europei saranno rafforzati. Sarà istituito il Centro di situazione e saranno creati canali
sicuri di comunicazione e informazione con gli Stati membri e i principali partner. L’attuazione di
un nuovo modello comune di analisi integrata dei rischi, basato sul progresso e sull’esperienza
conseguiti nel 2006, è un altro compito di Frontex al fine di creare appropriati materiali di
intelligence.
Considerando il fatto che la migrazione clandestina va ben oltre una singola regione, la
cooperazione con i paesi terzi ricopre un ruolo molto importante. In base ai risultati ottenuti nel
2006, la cooperazione operativa di Frontex con paesi terzi, in linea con la politica in materia di
relazioni esterne dell’Unione europea, sarà sviluppata gradualmente e mirata a un partenariato
sostenibile. Particolare impegno sarà prestato all’intensificazione della cooperazione con le
autorità pertinenti dei paesi terzi nell’area del Mediterraneo, dell’Africa occidentale, dell’Asia
centrale e dell’Estremo oriente.
C’è una chiara esigenza di portare avanti la cooperazione attiva e operativa con le istituzioni e gli
organismi dell’Unione europea e della Comunità europea e le organizzazioni internazionali
pertinenti, in particolare con l’Europol e l’Interpol.
Nel campo della formazione e nell’ambito della ricerca e sviluppo, Frontex continuerà il suo
lavoro e compirà progressi conformemente ai compiti enunciati nel regolamento istitutivo.
Considerando il trasloco della sede di Frontex nei nuovi locali nel marzo 2007, è importante
fornire un adeguato supporto amministrativo e informatico alle unità al fine di garantire la
continuità delle attività operative. D’altro canto, l’attuazione graduale della nostra rete sicura e
rapida che consentirà all’Agenzia di scambiare informazioni in modo veloce e affidabile sarà una
delle maggiori priorità.
E, non ultimo, molte procedure di base verranno ancora sviluppate nel 2007 al fine di rafforzare la
capacità gestionale di Frontex, che consiste in primo luogo di risorse economiche e del personale
adeguate e del loro uso efficace.
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I membri del consiglio di amministrazione al 31 dicembre 2006
Paese
Austria
Nome e cognome
Sig. Robert Strondl
Belgio
Sig. Marc Van Den Broeck
Cipro
Sig. Savvas Theophanous
Repubblica ceca
Sig. Jindrich Urban
Danimarca
Sig. Hans-Viggo Jensen
Estonia
Sig. Roland Peets
Finlandia
Sig. Jaakko Smolander
Francia
Sig. Yves Jobic
Germania
Sig. Udo Burkholder
Grecia
Sig. Dimitrios Panopoulos
Ungheria
Sig. József Béndek
Italia
Sig. Giovanni Pinto
Lettonia
Sig. Gunars Dabolins
Lituania
Gen. Saulius Stripeika
Lussemburgo
Sig. Raoul Ueberecken
Malta
Sig. Andrew Seychell
Paesi Bassi
Sig. Minze A. Beuving
Polonia
Sig. Mirosław Kuśmierczak
Portogallo
Sig. Manuel Jarmela Paulos
Posizione/grado
Ministero
degli
Interni,
dipartimento per le questioni
operative / generale di brigata
Capo unità della polizia federale –
sovrintendente capo di polizia
Comandante dell’unità stranieri e
immigrazione/sovrintendente
presso la questura
Direzione della polizia di frontiera
e per gli stranieri della Repubblica
ceca
Vicecommissario nazionale della
polizia di Stato danese
Direttore generale della guardia di
confine / tenente colonnello
Capo della guardia di confine
finlandese / viceammiraglio
Sottodirettore
del
SDAITS,
direzione centrale della polizia di
frontiera francese
Ispettore della polizia federale
tedesca
Capo della divisione stranieri –
questura, generale di brigata
Vicepresidente del consiglio di
amministrazione
di
Frontex,
comandante
nazionale
della
guardia di confine ungherese
Direttore / guardie del servizio
immigrazione
Generale della guardia di confine
lettone
Comandante supremo dei servizi
della guardia di confine di Stato
lituana / generale
Consulente del ministero della
Giustizia
Assistente commissario divisione
speciale presso la questura
Comandante supremo del Royal
Marechausse olandese, tenente
generale
Presidente del consiglio di
amministrazione
Comandante supremo delle guardie
di confine polacche, generale di
brigata
Direttore generale del servizio
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Slovenia
Sig. Marko Gaŝperlin
Slovacchia
Sig. Michal Borgula
Spagna
Sig. Jose Felipe Hernandez
Diaz
Svezia
Sig. Christer Ekberg
Islanda
Sig. Johann R. Benediktsson
Norvegia
Sig. Odd Berner Malme
Commissione europea
Sig. Jonathan Faull
Commissione europea
Sig. Jean-Louis De Brouwer
frontiere e stranieri
Vicedirettore del ministero degli
Interni
Capo dell’ufficio della polizia di
frontiera e per gli stranieri,
ministero degli Interni
Commissario generale per gli
stranieri e la documentazione
Direttore/vicecapo della polizia
criminale nazionale
Commissario di polizia
Vicecommissario della direzione di
polizia nazionale
Direttore
generale
della
DG Giustizia, libertà e sicurezza
Direttore della direzione B,
DG Giustizia, libertà e sicurezza
Rappresentanti invitati a partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione
Irlanda
Sig.
Edward
Martin Investigatore sovrintendente capo
dell’ufficio
nazionale
McLaughlin
dell’immigrazione
Direttore del controllo frontiere del
servizio immigrazione del Regno
Regno Unito
Sig. Tony Smith
Unito
Osservatori
Bulgaria
Sig. Krasimir Petrov
Romania
Sig. Nelu Pop
Svizzera
Sig. Juerg Noth
Direttore della polizia di frontiera /
commissario generale
Capo dell’ispettorato generale
della polizia di frontiera
Comandante
supremo
del
Grenzwachtkorps svizzero
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Allegato II: Elenco delle operazioni congiunte e dei progetti pilota avviati o svolti nel 2006
Sintesi dell’operazione e/o dello studio pilota
Agelaus
Obiettivo principale: definire e sostenere l’attuazione di
prassi migliori per trattare i minori in arrivo negli aeroporti
dell’Unione europea, con particolare riferimento a quelli non
accompagnati o che viaggiano con persone diverse dai loro
famigliari. Raccogliere informazioni al fine di esaminare e
analizzare il problema nell’ottica di migliorare
l’identificazione dei passeggeri che con maggiore probabilità
sono a rischio o stanno attuando un inganno per riuscire a
entrare nel paese.
Paesi partecipanti
CZ, DE, FR, HU, IT,
LV, NL, PL, PT, SE,
SI, SK, UK ed
Europol
Agios
Operazione volta all’intensificazione dei controlli dei
passaporti nei porti spagnoli sul Mediterraneo al fine di
identificare eventuali documenti falsificati.
DE, ES, FR, IT, NL,
PT
Amazon
Obiettivo principale: lotta all’immigrazione clandestina dai
paesi dell’America meridionale.
DE, ES, FR, IT, NL
PT, UK
FIFA 2006
Obiettivo: cooperare con la Germania ai preparativi per la
Coppa del Mondo FIFA 2006, in particolare nell’ambito
dell’immigrazione clandestina e delle relative attività illecite.
Il progetto è stato svolto in particolar modo presso i maggiori
aeroporti in Europa.
AT, CZ, DE, EL,
ES, FR, HU, IT, PL,
SI, SK, UK
Uffici dei punti focali I e II
Obiettivo: migliorare la cooperazione operativa alle frontiere
esterne dell’Unione europea, portando avanti e sviluppando
ulteriormente il sistema degli uffici dei punti focali (scambio
di personale e di conoscenze).
AT, CZ, DE, EE, FI,
FR, HU, IT, LV, PL
SI, SK
Hera I e II
Obiettivo generale: aiutare la Spagna ad affrontare la
situazione dell’immigrazione nell’area delle isole Canarie,
svolgendo controlli estesi delle frontiere, identificando gli
immigrati e istituendo pattuglie in mare aperto vicino al
Senegal e alla Mauritania per ridurre le partenze di
imbarcazioni dirette dai paesi africani nelle acque territoriali
della Mauritania, del Senegal e di Capo Verde.
DE, ES, FI, FR, PT,
IT, NL, NO
Hydra
AT, DE, ES, FI, FR,
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Obiettivo: scoprire l’immigrazione clandestina di cittadini
asiatici specifici.
IT, NL, UK
Manodopera clandestina
Obiettivo: controllare i flussi di manodopera clandestina in
punti selezionati di attraversamento delle frontiere.
AT, CZ, DE, HU,
IT, PL, SI, SK
Nautilus
Obiettivo principale: arginare il flusso di immigrati
clandestini che si imbarcano sulle coste libiche, migliorare le
conoscenze/l’intelligence delle autorità maltesi, e aumentare
la percentuale di immigrati clandestini identificati con
successo.
DE, EL, FR, IT, MT
Niris
Obiettivo delle operazioni congiunte: contrastare i flussi
migratori clandestini attraverso i porti sul Mar Baltico,
soprattutto i flussi organizzati da reti criminali e provenienti
da specifici paesi asiatici.
Stati membri e paesi
firmatari del trattato
di Schengen con una
frontiera sul Mar
Baltico
Poseidon
Obiettivo: misurare l’efficacia del controllo delle frontiere
sulla “rotta balcanica”. Il progetto condurrà a un’operazione
congiunta alle frontiere terrestri e marittime, volta a
contrastare l’immigrazione clandestina.
AT, EL, IT, PL, UK
ed Europol
Torino 2006
Obiettivo: controllo alle frontiere negli aeroporti delle
persone che si recavano ai Giochi olimpici 2006 a Torino.
DE, ES, FR, IT, NL,
UK
Zeus
Obiettivo: identificazione e alla cattura di marinai negli
aeroporti e nei porti marittimi, in quanto i loro privilegi di
visto e passaporti sono usati frequentemente in modo
improprio e, come prevedibile, in larga misura.
DE, ES, FI, FR, IT,
MT, NL, PL, PT,
LV, UK
Studi pilota
Delegati delle frontiere
Progetto volto a migliorare la cooperazione giornaliera dei
servizi delle guardie di confine da entrambi i lati delle
frontiere terrestri esterne, creando un modello documentato
con l’indicazione delle prassi migliori.
Tutti
gli
Stati
membri con frontiere
terrestri esterne
Medsea
Con riferimento alla conclusione del Consiglio europeo del
15/16 dicembre 2005, Frontex ha svolto uno studio di
AT, CY, DE, EL,
ES, FI, FR, HU, IT,
MT, NL, PT, SI, UK
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fattibilità sulla “rete di pattuglie costiere del Mediterraneo”
composta dagli Stati membri nel Mar Mediterraneo, al fine di
garantire il coordinamento delle misure di sorveglianza
giornaliera delle frontiere tra le autorità responsabili degli
Stati membri e di costituire una piattaforma per la
cooperazione operativa gestita da Frontex tra gli Stati membri
nell’area del Mediterraneo e, ove del caso, con paesi terzi.
Bortec
Obiettivo: indagare la fattibilità tecnica dell’istituzione di un
sistema di sorveglianza a copertura dell’intera frontiera
marittima meridionale dell’UE e del Mar Mediterraneo. È
stato costituito un gruppo principale composto da esperti di
quattro Stati membri (EL, FR, ES, IT); sono stati visitati otto
Stati membri con frontiere marittime meridionali; sono state
presentate conclusioni e raccomandazioni nel dicembre 2006.
AT, CY, DE, EL,
ES, FI, FR, HU, IT,
MT, NL, PT, SI, UK
Argonauti
Obiettivo: sviluppare un manuale sulla gestione integrata
delle frontiere durante i grandi eventi sportivi internazionali.
Tutti
gli
Stati
membri e i paesi
firmatari del trattato
di Schengen
Prassi migliori per i documenti di viaggio
Obiettivo: definire un approccio operativo congiunto e la
cooperazione tra gli Stati membri nell’ambito del rimpatrio di
cittadini di paesi terzi. Il progetto comprende l’istituzione di
un gruppo di lavoro di esperti nazionali che condivideranno
esperienze e svilupperanno prassi migliori.
Tutti
gli
Stati
membri e i paesi
firmatari del trattato
di Schengen
Costi di esercizio giornalieri
Obiettivo: creare regole e procedure comuni per calcolare i
costi di esercizio giornalieri per tipi diversi di mezzi coinvolti
nelle operazioni congiunte.
Tutti
gli
Stati
membri e i paesi
firmatari del trattato
di Schengen
Sorveglianza delle frontiere verdi
Obiettivo: organizzare e coordinare una conferenza sulla
tattica e sulle prassi migliori correlate alle attività di
sorveglianza delle frontiere verdi.
Tutti
gli
Stati
membri con frontiere
terrestri esterne
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European Agency for the Management of Operational Cooperation at the External Borders
of the Member States of the European Union
Rondo ONZ 1, 00-124 Varsavia, Polonia
Telefono +48 22 544 95 00 Fax +48 22 544 95 01
www.frontex.europa.eu