Gioco d`azzardo e altre “miserie”

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Gioco d`azzardo e altre “miserie”
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VENERDÌ
21 MARZO 2014
in primo piano
La Guida
Sabato 29 marzo nel salone d’onore del Comune un convegno per discutere il disagio sociale e le risposte di istituzioni e volontariato Nella cappella dell’ospedale Santa Croce e a Fontanelle
Gioco d’azzardo e altre “miserie”
Il gioco patologico non solo come problema personale, ma anche familiare e sociale
Cuneo - (ad). Le risposte
con cui istituzioni e volontariato affrontano problemi sociali come il gioco d’azzardo patologico e la deprivazione sanitaria e alimentare sono
al centro del convegno “Gioco d’azzardo patologico e altre “miserie”, organizzato nella mattina di sabato 29 marzo
dal Lions Club Cuneo (comitato organizzatore composto
da Angelo Pellegrino, Clara
Rocca, Fabio Cigna e Mariella
Castellino) con Caritas, Università di Torino, Asl, Comune e La Guida nel salone d’onore del Comune di Cuneo.
Oltre al quadro socio-economico della Provincia di Cuneo, negli interventi verranno approfondite tre tematiche
correlate all’attuale disagio
sociale (gioco d’azzardo patologico, deprivazione sanitaria
e alimentare). Nella tavola rotonda conclusiva saranno illustrate le azioni concrete di
istituzioni e volontariato.
L’incontro, aperto alle 9
dal saluto delle autorità e introdotti da Mariella Castellino (presidente del Lions Club
Cuneo) e da Franca Giordano, assessore ai servizi scolastici e socio educativi di Cuneo, entrerà nel vivo dalle
9.30 con gli interventi sulle
“problematiche socio economiche locali della Provincia
di Cuneo” di Giuseppe Tardivo, ordinario di economia e
gestione delle imprese all’Università di Torino, e Marina
Nuciari, ordinario di Sociologia all’Università di Torino.
Nadia Ferrero, direttore del
dipartimento delle Dipendenze Patologiche Asl Cn1 e Ivan
Raimondi, della Caritas di Torino introdurranno nel dibattito la questione del gioco
d’azzardo patologico come un
problema non solo personale,
ma anche familiare e sociale.
David Racah, dell’Accademia
di psicocibernetica, interverrà sul “Perché la consapevolezza non basta: verso la creazione di nuove strategie mentali”. Deprivazione, assistenza sanitaria e malnutrizione
saranno al centro degli interventi di Enrico Ferreri, coordinatore delle attività distrettuali dell’Asl Cn1 e di Giuseppe Mali, direttore S.C. di Dietetica e Nutrizione Clinica
Aso Santa Croce e Carle.
Alle 12 si aprirà la tavola rotonda dal titolo ”Quali risposte da istituzioni e volontariato?” moderata da Ezio Bernardi, direttore de La Guida, con gli interventi di Nadia
Ferrero (direttore dipartimento dipendenze patologiche Asl
Cn1), Angelo Pellegrino (Solidarietà sanitaria Lions Cuneo), Maria Gabriella Aragno (presidente del Consorzio Socioassistenziale), Claudio Mezzavilla (direttore della
Caritas di Cuneo), Elena Bottasso (Centro studi della Fondazione Crc Cuneo), Enrica
Bianchi (presidente dell’ordine dei farmacisti) e Paolo Ramonda (responsabile generale
della Comunità Papa Giovanni XXIII). Conclusione dei lavori intorno alle 13.
La mostra “Donne italiane meditate...” aperta fino al 31 marzo nel centro di documentazione territoriale
Le donne nei manifesti dal fascismo agli anni Sessanta
Cuneo - In tempi di dibattiti e confronti sulla parità di
genere può essere interessante e curioso fare un passo indietro e andare a rivedere come è cambiata l’immagine
femminile nei manifesti e nelle pubblicazioni dagli anni del
fascismo agli anni Sessanta.
L’occasione è offerta dalla
mostra “Donne italiane meditate...” visitabile fino al 31
marzo nei locali del Centro di
documentazione territoriale
in largo Barale 11 a Cuneo.
Curata dall’Archivio storico
della città di Cuneo, dall’Istituto storico della Resistenza e
della società contemporanea
in provincia di Cuneo e dal locale Museo Civico, la rassegna
ripercorre, attraverso manifesti e documenti, 40 anni di
storia del secolo scorso, osservati dal punto di vista della donna e della sua rappresentazione. Una “carrellata”
sintetica che vuole essere uno
spunto, un invito all’approfondimento di un argomento
oggi quanto mai attuale.
L’esposizione inizia dalla
donna rappresentata nel ventennio fascista: prima piccola
e giovane italiana da educare,
poi madre proliica a cui spetta lo sviluppo demograico del
paese, depositaria della difesa
“razza”, poi anche donna “diva” e negli ultimi anni donna
coinvolta in ruoli diversi nella guerra.
Ci sono le donne partigiane e quelle che aderiscono alla repubblica di Salò e, pochi
anni dopo, le donne che votano per la prima volta, nel
1946 e diventano soggetti ambiti dalla propaganda politica.
Gli anni Cinquanta e Sessanta sono, nei manifesti, anche gli anni delle nuove dive italiane, di attrici come Soia Loren e Silvana Mangano,
anni di impegno cultura, ma
anche gli anni del boom, dei
concorsi di bellezza, delle minigonne e della pubblicità.
La mostra, a ingresso libero, è aperta dal lunedì al giovedì in orario 9-12.30 e 15-18
e il venerdì dalle 9 alle 12.
Enrico Giaccone
16 aprile: la reliquia
di Santa Bernadette
Bernardette Soubirou e, a ianco, la reliquia che viene portata a Cuneo.
Segue da pag. 1
Le reliquie arriveranno alle
ore 7,30 nella cappella dell’ospedale Santa Croce di via
Coppino dove, alle ore 8, si celebrerà la messa presieduta da
don Gianni Riberi, vicario generale. Dopo la messa, la reliquia resterà nella cappella
dell’Ospedale Santa Croce ino
alla ore 14 con il seguente programma:
Ore 9,15: preghiera delle Lodi mattutine. Ore 10: Rosario,
i Misteri Gaudiosi. Ore 11: Rosario, i Misteri Dolorosi. Ore
12: la preghiera dell’Ora Media. Dalle 12,30 alle 14, preghiera personale e silenziosa.
Fontanelle - Alle ore 14
le reliquie saranno trasferite
al Santuario di Fontanelle di
Boves, dove l’arrivo è previsto
verso le 14,30.
Al Santuario di Fontanelle il
programma della preghiera è
il seguente.
Ore 15: Rosario con i Misteri Dolorosi. Alle ore 16: Rosa-
rio, i Misteri della Luce. Alle
ore 17 la preghiera dei Vespri.
Alle ore 18 celebrazione della messa presieduta da monsignor Giuseppe Cavallotto, vescovo di Cuneo e Fossano.
Dopo la messa, dalle 19,30
alle 20,30, lettura dei pensieri
di Bernadette.
Alle ore 21, la Via Crucis e
la processione aux lambeaux
dal Santuario fino alla riproduzione della grotta di Lourdes sul piazzale del Santuario.
Il giorno dopo, giovedì 17
aprile, presso il Santuario di
Fontanelle, alle ore 8 la preghiera delle Lodi mattutine.
Dopo la preghiera, le reliquie
saranno lasciate, per tutta la
mattinata, nella cappella della Piccola Casa della Divina
Provvidenza, il Cottolengo di
Cuneo. La spiritualità di Bernadette e il rimando al Santuario di Lourdes, meta di pellegrinaggio per molti malati,
aiuteranno a vivere con intensità il Triduo pasquale.
Essere è di più. A definire chi siamo non sono le sconfitte, i giudizi o il ruolo
Segue da pag. 1
Chi sono io se non sono più un
imprenditore di successo? Cosa resta di me senza la mia azienda?
Che senso ha la mia vita se non sono più moglie di…? Che cos’è una
donna senza un uomo al fianco?
Che uomo sono se mi lasci? Tu mi
abbandoni e io abbandono me stesso e mi perdo in un baratro senza
ine…
Smarrire un’identiicazione a cui
ci si è tenacemente e inconsapevol-
mente attaccati è sempre doloroso:
un autentico sovvertimento. Eppure non è la ine in senso assoluto o
almeno non dovrebbe esserlo, al di
là delle dificoltà oggettive legate alle situazioni contingenti: è soltanto la ine dell’identiicazione, di un
illusorio, per quanto (apparentemente) funzionale, mascheramento dell’ego. Noi siamo molto più dei
nostri mascheramenti e delle nostre identiicazioni. Ma chi ce lo ricorda? E cosa possiamo fare per
non dimenticare la nostra natura di
esseri spirituali non riducibili a etichette e condizioni temporanee?
Sono domande che affiorano
in modo particolarmente potente quando perdiamo i consueti appigli. Nella malattia, per esempio,
che oltre ad essere un fatto traumatico e impegnativo da integrare,
quasi sempre si accompagna a un
dissolvimento delle identificazioni preesistenti, se non opponiamo
troppa resistenza al processo. Chi
sono io se non sono più sano? Cesso forse di essere io? Divento la mia
malattia? Mi perdo? Mi ritrovo? È
interessante ricordare che la svolta
esistenziale nella vita di san Francesco avviene durante una malattia
che lo colpisce in gioventù a seguito alla quale si dissolve la sua identiicazione precedente di giovane e
gaudente rampollo di un ricco mercante di stoffe e assume consistenza una parte inedita e assolutamente nuova del suo essere.
Siamo molto più di quanto crediamo e di quanto ci dicono che
siamo: non hanno l’ultima parola su di noi le sconitte, le perdite,
i fallimenti, i giudizi, non ci deiniscono in modo appunto “definitivo” lo stato civile, il titolo di studio,
l’appartenenza a un ordine professionale, né il posto che occupiamo
all’interno di una scala gerarchica o
i valori di un emocromo.
Essere è sempre di più.
Donatella Signetti